Notiziario del Gruppo Alpino ANGET - Anno 13° - N. 44 - marzo 2015
DIAMO IL BENVENUTO AI NUOVI SOCI 2015:
Giacomina Priore: (Socia Simpatizzante) essendo una signora, precedenza nell’elenco e
niente età. E’ la moglie del Gen. Gesildo Tarquini, Generale di Cavalleria (Ris.), mio Aiutante di Campo quando comandavo le Truppe Alpine a Bolzano
Vincenzo Alonzi: (Socio Ordinario) Classe 1947 - nato e residente a Sora (FR) - Ha iniziato il suo servizio militare come Trasmettitore nella sede di Bassano del Grappa (agosto—
novembre 1967) e lo ha concluso come Caporale pressil il Quartier generale delle Truppe
Carnia e Cadore a San Daniele del Friuli nell’agosto del1968.
Giovanni Bergamo Decarli: (Socio Ordinario) Classe 1947 nato e residente a Trento Dopo il primo periodo formativo è stato Sergente alla CPO (Compagnia Pionieri “Orobica”) in
Merano, nel periodo dal1966 al 1967
Donato Ranaudo: (Socio Ordinario) Classe 1952 - nato a Lavello (PZ) e residente a Rho
(MI) - E’ stato pioniere del genio presso il XIV° btg.g.p./2° Reggimento Genio nel periodo dal
1973 al 27 luglio 1974, quando è stato congedato.
Con l’occasione posso anticipare la prossima iscrizione (quando avrà imparato a leggere e
scrivere) di una nuova Socia Simpatizzante Italo-Spagnola. Si tratta della mia nipotina Sara,
nata a Madrid il 21 novembre scorso per la gioia della mamma Isabel e del papà Daniele.
Sommario
- Ci scrive Giorgio Cattaneo
2- 4
- Gli ’80 di Sciocchetti (di F.Pellegatta)
5- 7
- Il Genio nelle guerre (Gen. Li Gobbi)
8 - 10
- 2014 - Un anno da dimenticare
11
- Il “Congedo” di G. Montagna
12 - 15
- M.Cengio - Ci scrive il Gen. Liaci
16 - 17
- 4° Raduno di Assoarma
18
- Un po’ di umorismo demenziale
19
- Un lavoro al Vallo Alpino (di P.Pesaresi) 20 - 29
- Un Sindaco eccellente, ma è Canadese
30
- Un saluto particolare del Col. Aldo Micaletto 31
- Compleanni SI, ma con un velo di tristezza 32
Piazza Brembana, 6-11-2014
Ho appena finito di leggere il notiziario del Gruppo Alpino ANGET n.
43 e voglio fare qualche considerazione.
Apprezzo anzitutto il suo sfogo verso la minima partecipazione
al Raduno al M. Cengio. Ormai
anch’io sono un vecchio nonno di
due nipotine e l’entusiasmo di qualche anno fa si è alquanto affievolito.
Allora, era il 2003, visitai con
il mio Gruppo Escursionistico
“Amici della Montagna”
(da me fondato 25 anni fa) la famosa Strada delle 52 Gallerie e tutto il
Pasubio con i suoi Denti Italiano e
Austriaco. Ora, purtroppo, mi accontento di guardare le foto di tutte
queste belle escursioni.
Ho poi letto il bellissimo articolo di Pollini e la tanto bellissima
replica da Lei sul fatto del
“Nonnismo”.
E tutto questo in risposta al
mio arrivo a Belluno, alla Comp.
Pionieri Cadore.
Eravamo tre Cap. Magg.
A.S.C. provenienti dalla Scuola Genio Pionieri della Cecchignola, accolti alla stazione dal buon Sergente Furino, con n. 3 cappelli da Alpino, che ci fece indossare sostituendo la bustina della Scuola prima
dell’entrata in caserma.
Il Serg. Furino ci portò poi a
rapporto dal Vice Comandante la
Pionieri Cadore (il Comandante,
Cap. Peracchio era assente per un
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corso) dove ci fece il solito discorso
di ambientamento ed alla fine le
raccomandazioni sul nonnismo perché era ancora presente in caserma. Ricordo ancora oggi le sue parole:
“Non ribellatevi che tutto
si aggiusta presto”.
Durante la prima marcia nei
dintorni di Belluno mi fecero salire
su di un larice a cantare “CucùCucù” e tutto finì li.
Questo Tenente, Vice Comandante, si chiama Antonio Vecchione, ora Generale in pensione
che abita in California, a santa Monica, rintracciato da me in seguito al
suo articolo sul Notiziario n, 41 del
marzo scorso.
E’ stata una bella rimpatriata
dopo più di cinquant’anni !!!! Abbiamo intrapreso una fitta corrispondenza, anche perché le nostre passioni attuali combaciano: Filatelia e
Fotografia.
Avrei tanto da raccontare anche da Sergente alla C.P.O. di Merano. Tanti episodi bellissimi con il
Cap. Marchetti ed il Ten. Vacchetta,
per parlare poi del “Magiur” (come
nomina Mario Rigoni Stern, purtroppo andato avanti, nel bellissimo
“Sergente nella neve”) Campeotto.
Non mi dilungo oltre, pensando che forse potrei stancare.
Con stima e benevolenza,
cordialmente La saluto ed un buon
augurio a tutti i Peones
Giorgio Cattaneo
Carissimo Giorgio,
la tua lettera, scritta con una bellissima calligrafia che ti invidio e di cui
do un esempio qui sotto, per gli eventuali diffidenti,
mi offre lo spunto per una montagna di considerazioni.
La prima deriva proprio dalla
tua riga di apertura:
“Signor Gen. Scaranari”
Tra di noi, nell’ambito del nostro
Gruppo Alpino ANGET, io sono:
“Carissimo Roberto”
o, per chi non ci riuscisse per effetto di un precedente rapporto di dipendenza gerarchica, potrei essere
“Carissimo Comandante”
per qualcuno sono abitualmente
“Ueh …. Vecio”
insomma, chiamami come vuoi ma
sostituisci il “Lei” con il “Tu” e sarà
molto più facile per tutti e due.
A proposito di Raduno del M.
Cengio, proprio ieri sera (31 gennaio) stavo preparando il resoconto
finanziario del 2014 da presentare
al prossimo Consiglio Nazionale
ANGET di aprile ed ho così constatato di aver speso per il raduno
699,00 euro per un totale di 25 partecipanti, cioè 28 euro a persona.
Se si considera che si è trattato di spese a carattere collettivo (il
pernottamento ed i pranzi sono stati
pagati dai singoli) tra cui la corona
di alloro, l’offerta al Museo della
Guerra ed al Forte Combin, camera
e vitto per il Cappellano e per
l’autista del pulman da BZ—TN oltre che un aiuto per sostenere la
spesa del pulman, è facile intuire
che se fossimo stati 100 avrei speso esattamente la stessa somma
con una spesa pro-capite di 7 euro
invece di 28.
Ma lasciamo queste considerazioni di carattere finanziario/
economizzatore per non far emergere eccessivamente le mie origini
genovesi e passiamo ad altri argomenti.
Circa la partecipazione ad
attività che prevedano percorsi faticosi o ritenuti adatti solo ai giovani,
pur tenendo conto che ognuno ha i
suoi problemi che potrebbero limitarne molto la mobilità, vorrei soltanto annotare (non è un cazziatone, mi raccomando) che tu sei del
1939, cioè due anni più “maturo” di
me, ma nelle foto del M. Cengio si
vede il Generale Borgheresi che è
della classe 1922, che ha cioè superato i “….. anta” e che è arrivato
con un passo calmo e cadenzato
fino in vetta (a questo punto mi piacerebbe che tutti i lettori interrompessero per un attimo la lettura non cambiate canale - per fare fisicamente un applauso al Gen. Borgheresi).
La morale vorrebbe essere
quella di non sentirsi “vecchietti”
prima del tempo.
Pag. 3
In merito alle lodi all’articolo
di Pollini (te le concedo) ho invece
preso atto che il buon Serg. Fiorino, della Pionieri Cadore, ha avuto
il buon senso di farvi indossare il
cappello Alpino prima di arrivare in
caserma e questo, nei confronti
dei più anziani (dei “Nonni” come
direbbe Germano Pollini) era certamente un bel provvedimento di
salvaguardia cui si è aggiunto il
suggerimento dell’allora Tenente
Vecchione, da Ufficiale conoscitore del proprio reparto e dei suoi
uomini, di “non ribellarsi” che tutto
si sarebbe appianato presto, come
poi è stato.
Sono anche felice che queste pagine, su cui molte volte ho
seri dubbi circa l’interesse che
possono destare nel lettore, siano
servite, ad esempio, a farti ritrovare proprio il Gen. Vecchione perché la politica del Tam-Tam serve
a diffondere le notizie ed a ravvivare vecchie conoscenze o amicizie.
Non immaginavo di scrivere
più della tua lettera ma sto per
concludere.
Hai citato vecchi Comandanti alcuni dei quali, prematuramente, ci hanno lasciato. Mi riferisco
ad esempio al Ten. Vacchetta, andato avanti già da parecchi anni e
lo stesso vale per il Maresciallo
Campeotto, il “Magiur” come lo hai
chiamato tu. Ti ricordo che alla
C.P.O. avevam o anche il
“Magiurin” che era il Serg.Magg.,
poi Maresciallo” Marconi, anche lui
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andato avanti, ed il Maresciallo Baldisserotto (per tutti “Bill”) che invece
è vispo e arzillo, è venuto al raduno
del M. Cengio, nonostante abbia 5
anni più di te e col quale mi sono
incontrato durante la sfilata
dell’Adunata Nazionale 2014 a Pordenone, uscendo dai ranghi della
Sezione di Como per andare ad abbracciarlo vicino ad una transenna
(mi sono beccato anche una sgridata dal Generale Di Dato al quale ho
tagliato la strada senza nemmeno
mettere la freccia).
Tornando a Campeotto, che
mi hanno detto fosse un “mago” delle scioline per gli sci da fondo,
quando sono arrivato alla C.P.O. nel
gennaio 1965, era già stato
“regalato” alla Caserma Bosin dove,
dicono, non abbia perso una occasione per mettersi in luce (se di lassù riesce a leggere queste righe avrà motivo di sorridere). Sembra
infatti che una mattina, per evitare il
solito segnale di tromba suonato da
un disco di cui si sentiva più il frusciare della puntina che il motivo del
ritornello, abbia preferito servirsi del
disco “La partita di pallone” cantata
da Rita Pavone. Lascio a ciascun
lettore immaginare che cosa possa
essere successo dopo.
E con questo, caro Giorgio, ti
ringrazio per la tua lettera graditissima ed invito te e tutti gli altri a mandare i vostri scritti (se fossero in
word spediti via internet ancora meglio, così invece di dover scrivere
tutto dovrò fare solo qualche aggiustatina).
Roberto Scaranari
Il 18 ottobre 2014, era un
sabato mattina, un gruppo di ex
genieri alpini che erano stati effettivi alla Compagnia Genio Pionieri
“Orobica” nell'anno 1966 e successivi si è riunito presso l'Hotel
Everest di Trento per festeggiare
l'80° compleanno del loro Comandante di Compagnia di allora – il
Capitano Gian Piero Sciocchetti ora Generale in pensione.
Da sottolineare che parecchi non
si vedevano da molti anni in pratica dal giorno del congedo, come il
Sergente Giovanni Bergamo Decarli e Ferruccio Pellegatta che
non si erano più incontrati da 47
Ferruccio Pellegatta (a dx) con
Giovanni Bergamo Decarli
Da sin.: Carlo Ferrarini, Aldo Bettelli, Giuseppe Bompieri, Decarli,
Enzo Stefanoni e Bortolo Chiappini
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Il Gen. Sciocchetti appena arrivato
all’Hotel Everest.
anni e molti altri per periodi molto
simili.
I primi arrivi sono cominciati verso
le 9 del mattino provenienti dalla
Provincia di Lecco, subito dopo è
arrivato un pulmino con il gruppo
della Val Camonica, che ha raccolto praticamente tutti i bresciani.
Con mezzi propri sono invece arrivati veronesi e vicentini per un totale di oltre 50 persone.
Verso le 11, l'ex Sergente Bernardi di Trento si è recato a casa del
Generale Sciocchetti per accompagnarlo all'albergo e al suo arrivo
al ristorante la festa e la commozione è stata davvero grande. Molti non avevano più rivisto il loro
Comandante di un tempo da
quando avevano lasciato la Compagnia e poterlo riabbracciare è
stato come tornare miracolosamente ai tempi della vecchia
“naja”. Lo scambio di ricordi è continuato a lungo anche perché faceva parte dei radunisti anche il Maresciallo Ferruccio Baldisserotto
(detto Bill) che avrebbe compiuto anche lui
La targa donata al
Gen. Sciocchetti, sulla quale spiccano i
due distintivi della
CPO ed una immagine della “Rosa dei
Venti” della Cesare
Battisti, recentemente restaurata da alcuni Peones.
Pag. 6
80 anni il giorno successivo - 19
ottobre. In sostanza l'anagrafe ci
aveva dato una mano consentendoci di festeggiare due vecchi amici in una botta sola.
Alle 12,30 è iniziato il pranzo che
è continuato per tutto il pomeriggio. Al Generale Sciocchetti i suoi
genieri alpini hanno donato una
targa per ricordare la bella giornata di festa passata insieme (filmati
e foto sono visibili sul nostro sito
internet www.pionieriorobica.it).
Ferruccio Pellegatta
Dalla destra, il Gen. Gian Piero Sciocchetti, Ferruccio Pellegatta ed il
M.M.Aiutante Ferruccio Baldisserotto
Colgo questa occasione per scusarmi con te Gian Piero per non aver
potuto unirmi al gruppo di peones per partecipare ai festeggiamenti del
tuo 80° compleanno ma tu conosci i problemi che mi impediscono di
muovermi a mio piacimento per l’Italia e oltre. Anche io sono stato alle
tue dipendenze quando comandavi la C.P.O. ed ho quindi i requisiti giusti per farti anche i miei auguri che si aggiungono a quelli che hai già
ricevuto. Ti prometto di esserci per festeggiare i 90 ed i 100.
Roberto
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Il Generale di Divisione Antonio Li Gobbi, quando era Comandante del
Genio dell’Esercito, ha realizzato questo sintetico documento che ha
messo in un opuscolo e distribuito ai partecipanti ad una eccellente esercitazione effettuata nel poligono Genio della Cecchignola a Roma.
Poiché si tratta di un’ottima sintesi, ve la propongo.
L’Arma del Genio nella I^ Guerra Mondiale
Il nuovo ordinamento dell’Esercito del 1910 porta il Genio a disporre di 6 reggimenti: 2 di zappatori, 1 di telegrafisti, 1 di pontieri, 1 di minatori, 1 di ferrovieri ed 1 battaglione specialisti.
Durante la prima guerra mondiale (1915 - 1918), l’Arma mobilita
numerosi reparti, creando nuove specialità: lagunari, foto elettricisti, radiotelegrafisti, aerostieri, motoristi, lanciagas, elettricisti, idrici, pompieri,
guide fluviale, manovratori, idraulici, colombaie fisse e mobili. Molte di
queste specialità nascono a seguito delle nuove esigenze determinate
dalla guerra di posizione e dall’introduzione di nuove armi, nonché da
specifiche esigenze dettate dall’ambito tattico di operatività delle unità.
Avvenuta la smobilitazione dopo la Vittoria, l’Arma si riorganizzò
con una struttura più articolata di Uffici, Comandi e Reggimenti:
- 1 Ispettorato
- 2 Comandi del Genio di Corpo d’Armata e Uffici Fortificazioni
- 1 Comando del Genio della Sicilia e Ufficio Fortificazioni
- 1 Comando del Genio della Sardegna e Ufficio Fortificazioni
- 1 Comando del Genio della Tripolitania
- 1 Comando del Genio della Cirenaica
- 1 Comando del Genio dell’Eritrea
- 12 Reggimenti (Zappatori-Minatori, Telegrafisti e Fotoelettricisti
- 2 Reggimenti Pontieri
- 1 Reggimento Ferrovieri
- 2 Reggimenti Minatori
- 1 Gruppo Aerostieri
- 1 Officina di costruzione del Genio
- 1 Officina R.T. ed E.T.
L’Arma del Genio, durante la guerra 1915-1918 costruì 10.000 Km di
strade con circa 50 Km di ponti stabili. Scavò 80.000 Km di trincee, costruì numerosissimi ridotti, fortini e baraccamenti. Stese 100.000 Km di
linee telefoniche ed installò 1.100 stazioni telegrafiche, telefoniche, ottiche e radiotelegrafiche.
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Gittò 250 Km di ponti. Scavò nella roccia 20 Km di gallerie. Costruì 147
Km di armamento e sede stradale per ferrovie e 3.000 metri di ponti ferroviari.
Furono inoltre costruite 918 teleferiche con 800 Km di sviluppo e
5.000 Km di fune metallica con un dislivello di 525.000 metri.
Le teleferiche trasportarono un peso complessivo di 32 milioni di
quintali. Dopo l’armistizio, il Genio riattivò 5.000 Km di strade, ricostruì
ponti stabili per una lunghezza complessiva di 13 Km, riparò 30.000 case, eresse 10.000 baracche.
Nel 1917, in nove mesi, la 33^ Compagnia Minatori del 5° Reggimento ha costruito la Strada delle 52 gallerie sul Monte Pasubio.
------L’Arma del Genio nella
Guerra di Liberazione
Il ruolo dell’Arma del Genio, durante la guerra di liberazione, si estrinsecò in un complesso di operazioni militari condotte al fianco degli
Alleati, impegnati nella Campagna d’Italia, ove Unità militari italiane del
Regio Esercito e di formazioni partigiane (operanti nel quadro della Resistenza) operarono per liberare l’Italia dall’occupazione nazifascista a
partire dal settembre 1943 e sino alla fine della seconda guerra mondiale.
Numerose furono le attività in cui le Unità del Genio profusero le
proprie abilità e diedero dimostrazione del proprio valore, quali:
-
apertura di varchi
bonifica di aree minate
creazione di teste di ponte
ripristino di strade
realizzazione di oleodotti
costruzione di ponti stradali e ferroviari
ripristino di linee di telecomunicazione
Furono neutralizzate e rimosse 35.575 mine, furono riparati 3.770 km di
strade e ne furono realizzati ulteriori 120 Km nuovi, vennero costruiti 99
ponti e circa 8 Km di nuova rete ferroviaria; furono scavati oltre 6.000 mc
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di pietrame e vennero eretti più di 47.000 mc di muri di sostegno, con una
movimentazione di oltre 700.000 tonnellate di materiale.
Le Unità del Genio che ricoprirono un ruolo fondamentale nella
Guerra di Liberazione operarono nell’ambito di Unità Operative e Divisioni
Ausiliarie.
Unità Operative
- 1° Raggruppamento Motorizzato
(5000 u. - Montelungo, Monte Marrone)
con il 51° Btg. Misto Genio
- Corpo Italiano di Liberazione
(24000 u. - Filottrano, Sardegna)
Con il 184° Btg. Paracadutisti Nembo ed il 51° Btg. Misto Genio
- 6 Gruppi di Combattimento
(50000 u. Fiume Senio, Fiume Idice Sannio, Cesano)
Friuli-Cremona-Mantova-Folgore-Legnano e Piceno
Con i Btg. Misti Genio artieri-teleradio
120°, 144°, 104°, 152°, 184°, 51°
Divisioni Ausiliarie
(per trasformazione di Divisioni costiere)
8 Divisioni Ausisliarie (200.000 u.) di cui 3 sulla Linea Gotica
210^
+
228^
+
231^
per le quali operarono:
-
210° aggruppamento Genio (23° e 103° Btg. Genio)
-
5 Btg. Ferrovieri del Genio
-
83 Compagnie Genio
Ultime annotazioni del Capo Gruppo
Che si trattasse di un’ottima sintesi l’ho già scritto in apertura ma è opportuno soffermare l’attenzione sui numeri.
Per quanto attiene agli uomini, basti vedere che nella Guerra di Liberazione, sulla Linea Gotica e solo per quanto attiene al Genio, operarono 7
battaglioni e 83 compagnie.
Ma spaventano di più i numeri relativi ai materiali movimentati ed alle opere eseguite nella 1^ Guerra Mondiale: furono realizzati 10.000 Km di
strade con circa 50 Km di ponti stabili. Furono scavati 80.000 Km di trincee, costruìti ridotti, fortini e baraccamenti. Furono stese 100.000 Km di
linee telefoniche ed installate 1.100 stazioni telegrafiche, telefoniche, ottiche e radiotelegrafiche.
E si pensi che tutto questo è stato fatto con i mezzi di allora!
R.S.
Pag. 10
Lo so, è vero, è un brutto titolo, ma se ci dobbiamo dire solo la verità, avrei
potuto cercare di indorare un po’ la pillola, ma sempre pillola resta.
Dopo la perdita di 26 soci (22 ordinari e 4 simpatizzanti) nel 2013, ne
abbiano persi altri 23, tutti ordinari, nel 2014. La situazione è stata resa meno
grave dall’arrivo di 6 nuovi soci, 3 ordinari e 3 simpatizzanti.
Non servono particolari studi o ricerche per comprendere i motivi di
questo fenomeno. C'è un generale “disinnamoramento” nei confronti non solo della nostra Associazione che segue le sorti praticamente di tutte le altre.
Come era immaginabile, si tratta di una delle conseguenze del passaggio dalla leva al professionismo e, ovviamente, al contemporaneo invecchiamento delle classi più lontane nel tempo che non trovano un ricambio. Lo
abbiamo visto anche nella scarsissima partecipazione al raduno del Monte
Cengio.
Sotto l’aspetto amministrativo, nonostante le spese sostenute per il citato raduno, la situazione è stabile il che, in una Italia che vede solo bilanci
negativi e una ripresa sempre annunciata e mai iniziata, o quasi, il nostro bilancio si mantiene con una linea orizzontale, nonostante il continuo e forte
aumento delle spese per l’affrancatura dei notiziari ed il costo invariato da
anni della quota di iscrizione. Devo però dare atto a numerosi soci che versano quote anche di molto superiori al dovuto e questo è indubbiamente un
grosso aiuto che merita un sincero grazie anonimo (ma gli interessati sanno
che parlo di loro).
Ecco la tabella
del bilancio 2014 che
presenterò al Consiglio
Nazionale.
Come si può vedere, se si tolgono da
entrate ed uscite i poco
più di 5000 euro connessi con le offerte per
il libro “Tasi e Tira” a
favore del Museo degli
Alpini di Boario Terme,
il nostro bilancio annuale si aggira sui 7000 euro all’anno e nonostante il sostegno dato al raduno sul
Cengio, la rimanenza in Euro a fine anno è praticamente uguale alla disponibilità iniziale, anzi, leggermente più alta.
Chiudo invitandovi a restare fedeli al nostro Gruppo e, se e quando ne
avrete l’occasione, fate un po’ di proselitismo. I nuovi soci non dispiacciono
mai.
R.S.
Pag. 11
Giorno imprecisato del mese
di settembre 1978 ( probabilmente
era l'inizio del mese...), adunata
pomeridiana della Compagnia Pionieri alla caserma Battisti di Merano.
Il Comandante della compagnia - Capitano Angeletti - è assente, per cui viene sostituito dal Tenente Figliolini. Al termine dell'adunata, mentre la compagnia è ancora schierata sul piazzale, il Tenente
Figliolini si rivolge a me ad alta vo-
ce, in modo di essere udito da tutti,
con le seguenti parole: " Caporal
Maggiore Montagna, come mai non
ha ancora provveduto a sostituire
sulla divisa i gradi di Caporale con
i nuovi?" (n.d.r. ero stato nominato
caporal maggiore quindici giorni
prima...).
La mia disarmante risposta (a
distanza di decenni non mi spiego
ancora perché mi sono uscite di
bocca quelle parole...) fu la seguente: " Signor Tenente, io mi congedo
Boario Terme - Hotel Sorriso - Una foto recente del Gen. Figliolini (al centro) attorniato dai suoi
“Peones” di un tempo. Da Sinistra, Montagna, Agazzi, Figliolini, Brozzoni e Zerbin. Nella fila in
secondo piano, da sinistra, Bianzina, Delbarba, Assali, Bonassi e Lorenzini.
Pag. 12
ma, se mi concede 10 minuti di
tempo, può darsi che la cosa si
avveri". Infatti, pochi minuti dopo
ritornai al cospetto del Tenente
con i gradi nuovi fiammanti. E mi
congedai il 3 ottobre.
Trascorre qualche settimana....si avvicina la data del congedo.
Domenica
1
ottobre
1978 ...... licenze varie terminate,
la terza puntura di vaccino è stata
fatta ...... ancora due sere da trascorrere alla palazzina Piave della
caserma Battisti, poi.....tutto finisce ......mi aspetta il ritorno
alla quotidianità.
Ma questa è un'altra
storia.
Dicevamo, domenica 1 ottobre.... sera… io e il buon
Pigi Cattaneo di Como ( un
anno trascorso insieme, a
partire dal primo giorno del
C.A.R.) siamo gli unici due
congedanti della camerata,
che ospita anche altri due o
tre peones che si congederanno a novembre ed altri il
cui giorno del congedo è
più lontano.
La nostra camerata si
trova al primo piano della
palazzina Piave, sul corridoio opposto rispetto a dove è alloggiata la compagnia Controcarri; tutte le
camerate ospitano otto letti,
e sono il frutto di una ristrutMontagna e Cattaneo in un momento di turazione avvenuta negli
ultimi mesi. Cattaneo ed io
relax nelle camerate della C.P.O.
abbiamo programmato per
il 3 ottobre, devo ancora fare 5
giorni di licenza breve ed in più
l'ordinaria, per cui mi rimangono
pochi giorni nei quali devo indossare la divisa, pertanto non mi sono preoccupato di sostituire i gradi". Altrettanto disarmante la replica, calmissima, del Tenente Figliolini: " E' proprio sicuro di congedarsi il prossimo 3 ottobre?"
Divenni paonazzo per la figuraccia appena rimediata ma,
fingendo di mantenere la calma,
risposi a mia volta: " No, non sono
sicuro di congedarmi il 3 ottobre
Pag. 13
il lunedi sera la cena di congedo,
per cui la serata di domenica la
trascorriamo parlando del più e del
meno standocene spaparanzati
sui rispettivi "cubi".
In quel momento siamo gli
unici in camerata ..... Poi, all'improvviso, entrano nel locale due
novelli peones (mai visti prima ....
ma dalle divise e dai modi di fare,
un po' spauriti, si capisce che sono appena arrivati in compagnia...). Dopo un cenno di saluto, i
due pivellini “preparano” le brande
di un paio di congedanti del mese
successivo al nostro, e poi se ne
escono.
La stessa scena si ripete
lunedi 2 ottobre, 12 ore prima del
nostro congedo, poco prima che
io e Cattaneo si esca a cena.
Abbiamo appena salutato il
sergente Carmine Mercogliano
quando rientrano i novelli peones,
preparano le solite brande e, a
quel punto, chiedo loro il motivo di
tanto da fare. Risposta: " Sono le
brande dei congedanti del mese di
novembre...".
Cattaneo ed io ci guardiamo
in faccia, stiamo per scoppiare a
ridere, poi lui si ricompone e rimane in silenzio. Io, maligno, replico
con un : " Già che ci siete non potete fare anche le nostre?" ( ridendo dentro di me ..... non mi sarei
mai permesso di impartire un ordine del genere...). Risposta: " Non
possiamo, perché, come vi abbiamo già detto, queste sono le brande dei congedanti del mese prossimo. Quando voi vi congederete
ve le farete preparare da qualcun
altro. A proposito, quando vi congedate?". Altro sguardo Montagna
- Cattaneo ..... rispondiamo? Si?
Campo estivo 1978. si riconoscono, da sinistra, il M.llo Fais, il Cap. Angeletti, il Ten. Figliolini ed il Seg. Mercogliano
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No? Abbiamo pietà? No .... Cattaneo avrebbe pietà, io no e risponde,
serafico: " Domani mattina....".
Evito il commento sull'espressione che si è dipinta sui volti dei
due nuovi arrivati.....che dopo aver
fatto i letti per i novembrini sono
letteralmente fuggiti.....
Martedi 3 ottobre 1978.....i
congedanti, al termine dell'adunata
dalla quale sono stati esentati, si
recano allo spaccio con il capitano
Angeletti il quale offre il caffè a tutti,
poi i saluti di rito.....un nodo alla gola, una stretta di mano con il " capo".....io che gli dico: " Signor capi-
tano, chi lo sa? Forse un giorno ci
rivedremo". Risposta (in romanesco, sorridendo....): " A Montà.....vaffan.....".
Piove....un ultimo sguardo
alla "nostra" caserma....ciao peones, ciao palazzina Piave … oltrepassiamo la porta carraia .... di corsa alla stazione di Maia Bassa, ognuno immerso nei propri pensieri ..... acqua in faccia, piove forte....no, non sono lacrime .... forse....
No, signor capitano, non ci
rivedremo. Purtroppo......
Gianfranco Montagna
Commento del Capo Gruppo
L’articolo che ci ha inviato Gianfranco si rifà sostanzialmente al “filone”
della Naja vecchia maniera e del nonnismo ma lo fa con estrema delicatezza, raccontando un episodio che, pur essendo condannabile perché
era ovviamente proibito ordinare a chiunque di fare la branda ad altri, non
esprime palesemente atteggiamenti di violenza o di prevaricazione che
potessero costituire una grave offesa alla personalità dei genieri coinvolti.
Anche la successiva richiesta di fare la branda anche allo stesso
Montagna ed al suo amico Cattaneo è stata formulata senza astio e cattiveria ma soprattutto per creare un momento di estrema sorpresa nei due
più giovani, tanto è vero che ne è stata consentita una rapidissima battuta
in ritirata senza alcun atto di forza o di violenza.
L’articolo di Gianfranco mi offre però l’occasione per ricordare un
vecchio amico, un Ufficiale straordinario, il Capitano Angeletti.
Ero Tenente alla CPO e stavamo preparando le escursioni estive
quando è arrivato alla CPO il Tenente Angeletti, proveniente da non mi
ricordo dove ma, comunque, da un ente territoriale, probabilmente una
Direzione Lavori Genio. Ha fatto con me tutte le ricognizioni e poi le escursioni entusiasmandosi e decidendo, alla fine, che avrebbe cercato in
ogni modo di tornare a fare il comandante, ed in particolare della CPO.
Ho cercato di fargli capire che i 35 giorni circa che ha trascorso con
noi erano i più belli di tutto l’anno ma gli altri 330 erano duri da passare.
Lo ha voluto la CPO e ci è riuscito. Purtroppo è “andato avanti” un
po’ troppo presto ma lo ricordiamo tutti con affetto
R.S.
Pag. 15
Il Gen.B.(Ris.) Carmelo Liaci è nostro socio ordinario da tempo ma si è fatto vivo soltanto
adesso con questa interessante e-mail. Auguriamoci che continui su questa strada.
Sono il Gen.le Carmelo Liaci,
già comandante della 10^ Compagnia
del IV° Battaglione Minatori del 5° Rgt.
Genio di Udine. Quanto sto per scrivere, per completezza d'informazione,
l'avrei dovuto fare prima del raduno a
M. Cengio del 20/21 sett. 2014. Non
ho potuto partecipare. Non sono stato
molto bene, come non lo sono tuttora.
Vengo ai fatti. Nel mese di maggio del 1965 giunse al Rgt. un ordine
dello SME, di organizzare un distaccamento lavori sull'Altopiano di Asiago
per il proseguimento delle opere indispensabili per l'approssimarsi della
celebrazione del Cinquantennale della
battaglia del M.Cengio, luogo sacro ai
Granatieri di Sardegna, iniziati l'anno
precedente da un reparto del Btg. Genio della Divisione. Inefficienze logistiche ed organizzative non avevano dato i risultati che lo SME si aspettava.
Oltre al fatto che tutti i mezzi di
lavoro e materiali erano stati forniti dal
5° Rgt. la scelta sul reparto da inviare
in distaccamento cadde sul IV° Btg.
Mn. in memoria di quanto fece il 5°
Rgt. Mn. nel periodo 1915/1918.
Fui scelto io a comandare il distaccamento in quanto ero il più giovane e provenivo dalla Brg.Alp. “Cadore”.
Costituita la base nella vecchia
caserma austriaca, in Asiago, i lavori
iniziarono ai primi di giugno e proseguirono ininterrottamente fino alla fine
di agosto, con soddisfazione di tutti
(cittadini di Asiago, turisti che proveni-
Pag. 16
vano dai paesi della pianura, come Cogollo del Cengio, che si meravigliavano
di come i soldati lavorassero con competenza e diligenza).
Continue erano le visite del C.te
del Genio della RMNE, Gen. Barco, già
mio insegnante prima e poi C.te alla
Scuola di Applicazione.
A fine agosto rientrammo a Udine
con sommo dispiacere di tutti.
L'anno successivo (1966), più o
meno nello stesso periodo, giunse al
C.do di Rgt. l'ordine di riprendere i lavori
sull'altopiano, sempre al comando del
sottoscritto. Non potete immaginare le
richieste di Ufficiali, Sottufficiali e truppa
per essere inclusi nell'elenco dei partecipanti.
I lavori furono completati addirittura con
la bitumatura di tutto il percorso tra l'imbocco dalla S.S. fino al piazzale ove
esisteva una piccola trattoria. Settimanalmente ricevevamo la visita del nuovo
Com.te del Genio della Regione Militare.
A rappresentare il Governo alla
cerimonia del Cinquantennale venne
l'Onorevole Fornale. Al termine della
cerimonia volle ringraziare tutti i militari
con un invito a visitare lo stabilimento
Marzotto a Valdagno ed a partecipare
ad un pranzo presso il Jolly Hotel, tra i
primi sorti in Italia. Ottenuta l'autorizzazione dal C.do di Rgt. trascorremmo
una giornata di grande contentezza.
Ricordo che i soldati non osavano
entrare in albergo, tanto era lussuoso.
Arriviamo al 1967. Si avvicinava
il Cinquantennale della battaglia
dell'Ortigara. Puntuale arriva l'ordine
dello SME di aprire un distaccamento
lavori sempre sotto il mio comando. Il
lavoro da eseguire era il miglioramento
della strada che portava da M.ga Mandriele alla chiesetta di Lozze, nonché
la sistemazione di un grande parcheg-
gio per centinaia di autobus.
Non potemmo utilizzare la base di
Asiago, in quanto troppo lontana dai
cantieri di lavoro e pertanto realizzammo
un attendamento in zona. Il tempo non ci
fu favorevole; neve e pioggia disturbavano il lavoro. Un pomeriggio arrivò sul
cantiere il Capo d S.M. della Regione.
Era una giornata leggermente piovosa.
Dopo i rituali saluti, mi disse
"Capitano, come fa a far lavorare i soldati con queste condizioni meteo?" Risposi "Sig,
Colonnello, quasi tutti i giorni
il tempo fa capricci. Se non si
lavora, la cerimonia prevista
non potrà essere effettuata".
Dopo pochi giorni un
corriere mi avvisò che il Sig.
Gen. Caccavale mi attendeva
presso un osservatorio di tiro.
Presentatomi, si congratulò
con tutto il personale e mi
gratificò con un "Encomio"
per quanto avevo fatto
Una pala caricatrice Wender al lavoro per fare sull'Altopiano nei tre anni.
Circa quarant'anni doil grande parcheggio per gli autobus
po, volli tornare ad Asiago
per trascorrere un periodo di
vacanze. Col titolare dell'albergo accennai alla mia presenza in passato sull'Altopiano e parlai anche della
strada del Monte Cengio. Mi
disse: "Lo sa che è l'unica
strada sull'Altopiano che
non risente dei rigori invernali?". Mi sentii particolarmente orgoglioso di quanto,
assieme ai miei uomini, avevo fatto nel ricordo di vicende veramente drammatiche.
Terminati i lavori era d’obbligo una foto ricordo
sulla vetta del Monte Cengio
Un cordiale saluto
da Carmelo Liaci
Pag. 17
Questo Raduno, che si inquadra nelle celebrazioni per il “Centenario”, è rivolto essenzialmente alle Presidenze delle varie Associazioni (tra le quali l’ANGET), ed è stato
affidato, sotto l’aspetto organizzativo, al
Gruppo “Guastatori”, che ha sede a Udine.
Per quanto di interesse del nostro
Gruppo, non partecipiamo come Gruppo ma
i singoli soci, specialmente quelli residenti a
Udine o dintorni, possono partecipare anche solo a parte degli episodi elencati nel
programma.
Chi fosse interessato può contattare il Consigliere del gruppo Guastatori - Sig. Giovanni Di Nardo (Tel. 0432/580587; cel. 3293162795; mail= [email protected]).
Preciso che dal programma originale sono
stati tolti gli atti per i quali era necessario
prenotarsi assolutamente entro il 28 febbraio. Per gli episodi presenti in questo programma, chi fosse interessato deve comunicarlo al Sig. Di Nardo entro il 31 marzo.
PROGRAMMA DI MASSIMA DEL 4° RADUNO ASSOARMA
- VENERDI’ 22 MAGGIO :
.. Arrivo alla Stazione di Udine del “Treno Storico” proveniente da Torino
.. Santa Messa officiata dall’Ordinario Militare nel Tempio Ossario di piazzale XXVI Luglio
.. Esibizione di Bande e Fanfare in varie piazze del centro storico di Udine
.. Cena libera
.. Proiezione di filmati sulla Grande Guerra in una sala cinematografica cittadina
.. Concerto di Gala - Orchestra del Conservatorio Tomadini nel Teatro Giovanni da Udine
- SABATO 23 MAGGIO:
.. 09.00 - 10.00 Ammassamento in via Bassi (tra piazzale Cavedalis e piazzale Diacono)
.. 10.00 - 11.00 Cerimonia Militare in piazza Primo Maggio
.. 11.00 - 13.00 Sfilata Radunisti
.. 13.00 - 15.00 Rancio Tricolore presso Ente Fiera di Torreano di Martignacco
.. Visita Mostra Storica presso Ente Fiera di Torreano di Martignacco
.. Pomeriggio libero
.. Cena libera
.. 21.00 Esibizione di Cori Alpini nel Duomo di Udine in piazza Duomo
- DOMENICA 24 MAGGIO:
.. Pellegrinaggio al Sacrario Militare di Redipuglia
.. Cerimonia Militare con onori ai Caduti
COSTI
- Rancio tricolore presso Ente Fiera di Martignacco (sabato 23): € 15,00
- Zainetto ricordo del Centenario (contiene 1 libro storico, 1 medaglia commemorativa,
2 cartoline con annullo postale e opuscoli illustrativi): € 10,00 cadauno
- Pullman per Redipuglia: € 5,00 di contributo a persona
Pag. 18
Da tempo circola sul WEB un elenco di aggiornamenti demenziali
al nostro vocabolario. Ne ho scelti alcuni tra i più simpatici.
> ABBECEDARIO - Espressione di sollievo di chi si è accorto che c'è anche Dario
> ADDENDO - Urlo della folla quando a Nairobi stai per pestare una cacca
> APPENDICITE - Attaccapanni per scimmie
> ASSILLO - Scuola materna sarda
> AUTOCLAVE - Armi automatiche dell'età della pietra
> BALESTRA - Sala ginnica per gente di colore
> BASILICA - Chiesa aromatica
> BUCANEVE - Precisa pisciata maschile invernale
> CALABRONE - Grosso abitante di Cosenza
> CALAMARI - Molluschi responsabili della bassa marea
> CAPPUCCETTO ROSSO - Profilattico sovietico
> CERVINO - Domanda dei clienti all'oste romano
> CONCLAVE - Riunione di cardinali violenti e trogloditi
> COREOGRAFO - Studioso delle mappe della Corea
> CURRICULUM - Gara gay ai tempi dell'antica Roma
> DOPING - Pratica anglosassone del rimandare a più tardi
> ECCEDENTE - Frase di un dentista latino dopo un'estrazione
> EQUIDISTANTI - Cavalli in lontananza
> EQUINOZIO - Zio del cavallo
> EUFRATE - Monaco mesopotamico
> FAHRENHEIT - Tirar tardi la notte
> FANTASMA - Malattia dell'apparato respiratorio dei consumatori di certa aranciata
> FONETICA - Disciplina che regola il comportamento degli asciugacapelli
> INCUBATRICE - Macchina fabbricatrice di sogni terribili
> LATITANTI - Poligoni con molte facce
> LUX - Primo tipo in assoluto di FIAT
> MARRON GLACES - Testicoli sotto zero
> MELODIA - Preghiera di una vergine educata
> MESSA IN PIEGA - Funzione religiosa eseguita da un prete in curva
….. Prosegue nel prossimo numero
Pag. 19
Premessa
Non molti sanno che cosa sia il
“Vallo Alpino”, anche perché la storia ne
ha condannato la memoria.
Iniziato a fine Ottocento, in realtà il
Vallo Alpino propriamente detto è stato
realizzato negli anni ’30 del secolo scorso,
a difesa della nostra frontiera alpina. Le
sorti della guerra perduta ne hanno decretato in parte la demolizione e per la gran
parte l’espoliazione e l’abbandono.
Ora, a distanza di oltre 70 anni,
placati gli animi, possiamo osservare, con
serenità e obbiettività, uno degli impegni
più gravosi affrontati dal Genio Militare
italiano dall’Unità d’Italia in poi: quello di
difendere i confini della Patria, lungo gli
ottomila chilometri di coste e lungo tutto
l’arco alpino. Un impegno che ha richiesto
uno sforzo finanziario enorme per il giovane Regno d’Italia. Un impegno che ha
richiesto un rilevante sforzo culturale, politico, legislativo, organizzativo e tecnico.
Un impegno che ha coinvolto la migliore
imprenditoria italiana e le braccia di migliaia di operai.
Non è nostra intenzione disquisire
sulle modalità e le motivazioni che hanno
indotto i governi a realizzare sistemi difensivi a protezione dei loro territori, come la
Linea Maginot francese, la Sigfrido germanica, la Stalin sovietica. Vorremmo soltanto richiamare i valori insiti nella perizia dei
Tecnici del Genio Militare nel sudore degli
uomini, impegnati in ambienti aspri come
le nostre Alpi, lontani dalle loro case, impegnati a costruire strade e opere fortificate fino a quote anche superiori ai tremila
metri.
Pag. 20
Ci riferiamo in modo particolare alle fortificazioni realizzate per costituire un formidabile “ridotto” alpino, da Ventimiglia al
Friuli, ivi compresi il confine con la Svizzera e quello del Brennero. Il Vallo Alpino.
Gli anni ’30 del secolo scorso
Negli anni ’30 del secolo scorso, i
forti di fine Ottocento, del periodo della
Triplice Alleanza, sono ormai superati e
vengono utilizzati prevalentemente come
depositi di materiali esplosivi ed incendivi.
Fanno eccezione i forti Pramand, La Court
e Paradiso dotati di 4 pz da 149/35 in cupola corazzata, lo Chaberton con 8 cupole
ed il Bramafan con due pz da 120.
Le opere del Vallo Alpino avranno
una mole minore, ma saranno ravvicinate
in modo da incrociare i loro fuochi (nei
cosiddetti punti di saldatura) ed armate
con armi leggere, secondo gli studi condotti, ancora negli anni ’10, dall’allora
Cap. del Genio A. Guidetti (Guidetti A.,
Fortificazione Permanente, Bertinatti, Torino, 1913), studi seguiti ed adottati in tutte
le linee di difesa successive a quella del
Vallo Alpino (a Cassino, alla Linea Gotica).
Nel 1931 iniziano le operazioni di picchettamento da parte di apposite Commissioni
composte da Ufficiali di Artiglieria (e di
Fanteria per le armi leggere) e da Ufficiali
del Genio. Possono così iniziare le operazioni di esproprio dei terreni per la successiva costruzione dei manufatti del Vallo
Alpino: casermette, opere in caverna, caratterizzate dai cosiddetti blocchi (o mal-
loppi) con le feritoie e/o le porte di ingresso, osservatori, ostacoli anticarro, bivacchi, trune, ecc. ed uno sviluppo massiccio
di strade militari. I lavori iniziano nel 1933
e si intensificano progressivamente fino
ad assumere, nel 1940, una vera e propria corsa contro il tempo. Nel maggio
1939 figurano realizzate 460 opere, armate con 1.110 mitragliatrici e 133 pezzi di
artiglieria. Si conta di incrementare questi
quantitativi, entro lo stesso 1939, con altre
opere per 300 mitragliatrici, 280 mortai e
58 batterie.
Ma ancora a metà maggio del
1940, pur lavorando di gran lena, la sistemazione difensiva della frontiera non era
ultimata e si dovrà attendere fino alla primavera 1941. Nei primi del giugno successivo, Badoglio incitava i comandi responsabili a condurre i lavori di fortificazione, cui erano addetti 30.000 operai civili,
tutti i reparti del genio e molti uomini delle
altre armi, con tutta l’energia possibile.
Le Opere al Colle della Maddalena
Per avere un’idea approfondita del
modo di operare del Genio Militare di allora in fatto di fortificazione permanente,
abbiamo scelto, traendolo da un archivio
fortunosamente sottratto al macero, quello
dell’Ufficio Staccato del Genio Militare di
Cuneo, un faldone in cui è contenuta la
contabilità del lavoro di costruzione di
alcune opere di difesa della zona del Colle
della Maddalena.
La progettazione è stata diretta dal Capo
Ufficio Fortificazioni di Cuneo, Col. g. Giuseppe Perotti (1895 – 1944): da Generale
sarà fucilato a Torino, al poligono del Martinetto, Medaglia d’Oro al V.M. (Al momento della fucilazione – 5 aprile 1944 –
comanda ai propri compagni “Signori Ufficiali, At-tenti!” e grida “Viva l'Italia”).
I lavori iniziano, per otto Opere, il 25 set
1933 e, per quattro casermette, il 30 ago
1937.
Per chi fosse meno pratico di queste zone, ecco una carta con riferimenti che consentono di collocare correttamente il “Collle della Maddalena sul nostro territorio.
Pag. 21
cettiva di 20 u. (n. 21 posti a triletto (cantiere n. 12);
. viene realizzata una mulattiera
di collegamento tra il Colle Feuillas ed il Bric Content della lunghezza di ml 2.850 (cantiere n.
12);
. la costruzione della casermetta
ricovero al Bric Content per 30
uomini: n.2 biletto e n. 10 triletto
=
n.
34
p.l.
(cantiere n. 11,
inizio
lavori
30.08.1937);
- la seconda zona
(cantieri n. 1, 1.bis,
2, 3, 10), Passo
Scaletta e Monte
Scaletta:
. Caverna ricovero
A’ alta, cantiere n.
1, della capacità
ricettiva di 50 u.; il
ricovero
misura
3.00
x
17,21 = mq 51,63;
La distribuzione topografica delle opere realizzate nella zona del la caverna ha 2
Colle della Maddalena. Nella carta sono evidenziate con un bolli- ingressi;
no bianco le opere destinate alla distruzione in forza del Trattato . Caverna ricovero
A bassa, cantiere
di Pace del feb 1947 (stralcio di una carta della Provincia di Cun. 1.bis, della caneo, archivio F. Traverso e F. Torsoli).
pacità di 60 u.; il
ricovero utile ha
Opere 6 e X, la casermetta al Bric.
una superficie di mq 83,70 (3,00
x 27,90); n. 2 ingressi;
Per l’esecuzione dei lavori, vengono
impiantati 12 cantieri, distribuiti in
. Centro di fuoco o Opera n. 3,
quattro zone distinte:
cantiere n. 2: due feritoie per
due mitragliatrici, protette con 2
- la prima al Passo di Feuillas ed al
Bric Content (cantieri n 11 e 12):
piastre di corazzatura, all’interno
di
altrettanti
“malloppi”
o
. al Passo di Feuillas, viene costruita una casermetta ricovero da
“blocchi” di calcestruzzo; un ingresso; i ricovero interno è di
combattimento della capacità riGli interventi vengono effettuati, di norma, a
quote superiori ai 2.600 metri e si sviluppano su una distanza topografica di quasi 5
km. Fanno parte del caposaldo
“Scaletta” (Sottosettore IV/A del IV Settore):
le Caverne ricovero A’ e A, le Opere n. 3 e
4, le casermette al Colle Feuillas, al Bric
Content ed al Passo Scaletta. Fanno parte
del Caposaldo Repiatta” (Sottosettore III/B
del III Settore): le Caverne ricovero B e C, le
Pag. 22
Le opere difensive realizzate dal set 1933 al set 1939, sono indicate in due stralci della
carta in scala 1:25.000.
Sopra. Dall’alto in basso e da sin a dx: la casermetta ricovero da combattimento al Colle
di Feuillas; la casermetta al Bric Content; l’Opera n. 3, su due blocchi per mitragliatrici; la
Caverna Ricovero A” alta, per 50 u. e Caverna A’ bassa per 60 u.; Opera n. 4 su 3 blocchi e 3 feritoie per mitragliatrici;
Sotto. Opera X su due mitr. e 1 fuc. mitr.; Caverna ric. “B” per 60 u.; casermetta sul Bric
per 40 u.; Opera 6 su 2 mitr.; la Caverna ricovero “C” per 60 u. al Colle Oserot
(elaborazione F. Traverso).
Pag. 23
mq 15 (2,50 x 6,00) per 9 u.;
. Centro di fuoco o Opera 4,
cantiere n. 3, n. 3 feritoie per
altrettante mitragliatrici e relativi
malloppi, 3 piastre di corazzatura, 1 ingresso, ricovero interno
di mq 14,00 (2,35 x 5.93);
. Opera 4.bis, cantiere 4.bis, 1
feritoia,1 ingresso: Opera sospesa, soltanto scavata;
. casermetta ricovero al Passo
Scaletta, q. 2.614, cantiere n.
10, capacità 20 u., posti letto n.
23 (1 biposto, n. 7 triposto);
- terza zona, Passo Peroni q.
2.578, Repiatetta, Passo La
Due esempi di piante allegate alla
contabilità dei lavori.
Sopra: la Caverna ricovero A’ alta,
della capacità di 50 u., al M.te Scaletta;
A destra: la Caverna ricovero A bassa, da 60 u.
(dai disegni di contabilità , archivio
cit.)
Pag. 24
Croce Occidentale (cantieri n. 4,
5, 8, 9):
. Centro di fuoco o Opera X, al
Passo Peroni, cantiere n. 4, armata con due mitragliatrici ed un
fucile mitragliatore, una piastra
corazzata, 2 ingressi, un ricovero
di 15 mq (3,00 x 5,00) per 8 u.;
. Opera 6, loc. Repiatetta, cantiere n. 5, n. 2 feritoie (una bassa
verso Servagno ed una alta verso Passo Peroni), 2 piastre corazzate, 1 ingresso, ricovero di
mq 51,75 (3,00 x 17,15) per 20
u., n. 23 p.l.;
. Caverna ricovero “B”, cantiere
n. 8, al Passo La Croce Occidentale, capacità 60 u., n. 2 ingressi,
ricovero di mq 86,25 (3,00 x
28,75);
. casermetta al Bric o al Passo
Peroni, cantiere n. 9, capacità
ricettiva 40 u., 60 p.l. (n. 3 biletto
e 18 triletto);
- quarta zona, al Colle Oserot
(cantiere n. 7):
- . Caverna ricovero “C”, capacità
60 u., ricovero di mq 89,00 (3,00
La casermetta ricovero al
Passo Scaletta a q. 2.840,
della capacità ricettiva di 20
u..
Sopra - la pianta tratta dai
disegni di contabilità.
A dx, un’immagine della
casermetta (anno 1993, foto
dell’Autore)
x 29,67), 2 ingressi.
La casermetta ricovero da
combattimento al Colle
Feuillas
Tra le opere sottratte alla
demolizione imposta dal
Trattato del 1947, figura la
casermetta ricovero del
Colle Feuillas. I lavori vengono consegnati il 30 agosto 1937 ed ultimati due
anni dopo, dal tracciamento
dei sentieri (nello stesso
giorno 30.08.1937), ai lavori
di riempimento e mascheramento della casermetta,
ultimati il 31 ago 1939.
Ma la durata effettiva dei
lavori non supera i 10 mesi,
Pag. 25
perché è possibile
lavorare soltanto nei
mesi da luglio ad ottobre.
Nel 2013, la casermetta ricovero è stata
recuperata, a nostro
avviso grazie anche
allo spessore medio di
m 1,07 della volta in
calcestruzzo. Attualmente è adibita a bivacco, è aperto tutto
l’anno ed ha una caA destra
la Casermetta Ricovero da combattimento per 20 uomini
a ridosso del Col de
“Feuillas”, vista in
pianta e con alcuni
particolari del proget- Sotto, la Casermetta Ricovero da 20 uomini, a quota 2.650 m.,
recuperata nel 2013 ed ora adibita a bivacco (dal web)
to.
Pag. 26
L’Ex casermetta, ora Bivacco Enrico e Mario, di proprietà dell’Associazione Montagne senza
Frontiere. L’immagine dà un’idea della zona, aspra ed impervia (dal web).
pacità ricettiva di 12 posti letto.
La contabilità
La contabilità dei lavori è contenuta in due
Registri Misure (il primo di 385 pagine, il
secondo di 428 pagg.), da un Riepilogo, da
n. 47 tavole di disegno di contabilità, da 12
computi per il ricavo dei volumi e da 45
Note Settimanali.
Il riepilogo dei lavori eseguiti (Mod. n. 17
del R.L.G.M.) riporta, per i 12 cantieri:
- manodopera, noli, materiali e trasporti:
fabbro gg 29,50; garzone, n. 14,50 gg.,
scalpellino gg. 8; manovale gg.
1.282,00, muratore gg. 267,25; pietrisco
mc 626,14, sabbia di frantoio mc 3,50;
fusti di abete di 1^ specie mc 0,56; ferro
laminato a sezione sagomata piccola kg
492,28; trasporto di materiali metallici
dell’Amm.ne Mil. da Vinadio a pié
d’opera q.li 39,41; trasporto di corazze
da Borgo San Dalmazzo a pié d’opera
q.li 108,18;
- lavori a misura: scavo a cielo aperto mc
11.127,031, scavo di galleria a sezione
ristretta mc 1.259,77, scavo di galleria a
sezione mezzana mc 2.096,38, rivestimento di galleria con calcestruzzo di
cemento mc 1.027,12, battuto di cls di
cemento mq 1.160,91, muratura di cls di
cemento mc 511,96, intonaco di cemenPag. 27
to impermeabilizzante mq 3.750,42, solaio con soletta di c.a. per un sovraccarico di kg/mq 300 mq 86,65, pietrini di
cemento mq 45,53, vaso alla turca dim
50x70 n. 18,90; imposte di porte o finestre in lamiera di acciaio kg 7.958; imbianchimento con latte di calce a due
strati mq 5.356,44; serbatoi in ardesia
artificiale della capacità di 300 lt n.
75,60; condotta murata di tubi di grès
ceramico grandi ml 89,93; cassette di
ghisa per lavatura latrine n. 18,90; ferro
tondino o ferro laminato a sezione sagomata piccola q.li 29,04; muro di pietrame
(scapoli) e malta di cemento mc
1.743,67; formazione di drenaggi mc
423,72; gettata di cls di cemento mc
582,622; muro di pietrame (scapoli) a
secco mc 11,86; piastre di acciaio in
opera kg 4.777,50; ferramenta con ferro
laminato o trafilato del 1° genere q.li
0,14; posa in opera di ferramenta varia
dell’A.M. q.li15,00; formazione di vespai
mc 87,76; messa in opera di corazzature
dell’A.M. q.li 15,93; intonaco di cemento
mq 3.106,32; ferramenta laminata in
opera kg 670,40; stufa parallelepipeda
grande comune n. 6,45; stufa in lamiera
di ferro con rivestimento interno refrattario piccola n. 6,45; intonavo di cemento
retinato mq 746,39; solaio con nervature
e soletta in c.a. per un sovraccarico di
kg/mq 1.500 mq 809,84; battuto di asfalto naturale mq 840,59; impiantito di pietrini di cemento mq 275,67; tetto con
copertura di cartone catramato mq
796,88; imposte di porte o finestre intestate di assicelle di abete mq 106,40;
sportelli da invetriata per finestre con
tavole di abete mq 44,78; telaio semplice
da imposte i porta o finestra con travicelli
di castagno o di larice ml 158,59; lettini
Pag. 28
in ferro alla marinara kg 5.983,65; serbatoi in ardesia artificiale capacità lt
100 n. 8,60; rinzaffo con malta di cemento mq 209,12; imposte di porta o
finestra armate con tavole di larice o
castagno con anteposto lamierino di
protezione dello spessore di mm 2 mq
36,18;
costruzione di mulattiera (dalla Caverna “B” all’incrocio Repiatetta ed altri
vari tratti): km 5,184; costruzione di
camminamenti (dal sentiero dal cantiere n. 1 all’1.bis; dal cantiere 2 ai cantieri 1 e 1.bis) ml 51,00; costruzione di
sentiero in roccia largo m 0,60 (ml
1.975,05 dall’Opera 4 al passo Scaletta, all’opera 3, alla caverna A, al Bric
Content), dal Bric Content al colle
Feuillas) ml 2.850. In totale ml
4.825,05
Dai Registri misure si rileva:
il contratto con cui sono state appaltate le
varie opere, porta il numero 949 di repertorio: stipulato in data 06.09.1933 con
l’Impresa L. Cidonio di Roma, ha per titolo
generico l’esecuzione di “scavi e opere
murarie in varie zone del Comune di Bersezio”. L’importo lordo è di £. 1.250.000
che, con il ribasso offerto del 10%, si riduce a £. 1.125.000. Nel corso dei lavori
vengono stipulati 4 Atti Aggiuntivi, che
portano il Conto di Liquidazione Finale a
£. 1.635.357,80: una cifra che, rapportata
ad oggi, dovrebbe aggirarsi sui 14 mll. di
euro.
Dalle 45 Note Settimanali si rileva:
Direttore dei Lavori: Ten. g. Giuseppe
Robotti (1934); Ten. g. Giulio Cesare Martellini (1935 – 39); Contabilizzatore: Rag.
Geom. Giuseppe Ravelli; Assistenti: Jemolo Caccia (nel 1934, 1935), Cesare
Nota conclusiva
L’aggiornamento del costo di allora è molto aleatorio, per il variare dei vari fattori
che lo compongono. Proviamo a fare un
tentativo: assumiamo il classico rapporto
del 60% della manodopera e del 40% per
materiali, ecc. sul costo complessivo dei
lavori. Le 22 lire della giornata di 10 ore
del manovale, oggi corrisponderebbero a
300 euro = £. 580.000, pari ad un aumento di 26.400 volte. Per cui 0,60 x £.
1.635.357,80
x
26.400
=
£.
25.904.067.000. I materiali, ecc. possono
rivalutarsi secondo il coefficiente ISTAT,
che dal 1933 al 2013 è 2.143,692. Per cui:
0,40 £. 1.635.357,80 x 2.143,692 = £.
1.594.094.400. In totale £. 27.498.161.000.
In euro: € 14.201.614,00.
Conclusione
Abbiamo voluto riportare alla luce un lavoro di ottant’anni fa, non soltanto per fare
memoria della fatica degli uomini e del
fervido operoso ingegno degli Ufficiali del
Genio e dei loro collaboratori di allora, ma
soprattutto per illustrare la professionalità,
la precisione, l’impegno, la scrupolosità,
con cui venivano diretti e contabilizzati i
lavori.
Piero Pesaresi
Chi è Piero Pesaresi?
E’ un Generale di Brigata in congedo proveniente dall’Arma del Genio e infatti, dopo
aver frequentato il 10° Corso dell’Accademia Militare a Modena e la Scuola di Applicazione a Torino, effettua i suoi periodi di comando da Tenente e Capitano tra il 1957 ed il
1966 in varie sedi a caratterizzazione alpina che vanno da Fossano (CN) a Bolzano
(BZ) e Riva del Garda (TN) per finire in Carnia con esercitazioni con la Brigata Jullia.
Ancorché proveniente da una maturità classica, si laurea in Ingegneria Civile presso il
Politecnico di Milano e nel 1966 inizia una sua lunga e proficua attività nell’ambito del
settore “Lavori del Genio” e, per sei anni (1966-1972) è effettivo alla 3^ Direzione Lavori
Genio di Milano. Poi, dal 1073 al 1977 è Capo Sezione Staccata Lavori Genio Militare a
Genova con tutti i problemi connessi con il governo di un centinaio di dipendenti.
Per assolvere a quanto previsto dalla legge di avanzamento, dal set 1977al set 1978 è
Cte del 3° btg. Genio “Lario” a Pavia ma, subito dopo, riprende il sopravvento la sua
passione per la branca lavori ed è Capo Sezione Lavori e Demanio presso l’ Ispettorato
dell'Arma del Genio a Roma.
Poi, dal 1981 al 1987, è Direttore della Direzione Autonoma del Genio Militare per la
Marina a La Spezia e, dal 1988 al 1989 è Capo Divisione Lavori per la Marina presso la
Direzione Generale del Genio del Ministero della Difesa a Roma.
E con questo si conclude una sintesi stringatissima del curriculum del Gen. Pesaresi
che, rispetto alla versione completa, è stata spurgata di tutti i progetti fatti, delle attività
di collaudo, delle pubblicazioni e scritti vari prodotti nonchè delle conferenze effettuate
in molteplici sedi ed occasioni.
In sostanza, e qui concludo io come Capo gruppo perché lui, da solo, non se lo sarebbe
mai scritto, si tratta di un Ufficiale del Genio completo a 360° gradi sferici, che rende
onore all’Arma per tutte le sue attività, da Ufficiale al comando di reparti e quindi a contatto con la truppa, a Ingegnere progettista ed esecutore. BRAVO PIERO.
R.S.
Pag. 29
Voi tutti sapete che il nostro notiziario non tratta argomenti di politica e nemmeno di attualità
(uscendo ogni 4 mesi sarebbe sempre in ritardo) ma da più parti giungono notizie di Sindaci
che hanno preso posizioni nette nei confronti dei problemi di convivenza tra etnie, usanze e
religioni diverse. In particolare mi hanno colpito le determinazioni di un Sindaco Australiano e
di uno Canadese che vi trascrivo.
Perché un Sindaco canadese non
toglie la carne di maiale dalle mense.
I genitori musulmani avevano chiesto l’eliminazione della carne di maiale dai
menù nelle mense di tutte le scuole della
città.
Il Sindaco si è rifiutato ed il segretario comunale ha spedito una lettera a
tutti i genitori per spiegarne i motivi.
Ha scritto che i musulmani devono
capire che sono loro a doversi adattare
allo stile di vita del Canada, ai suoi costumi ed alle sue tradizioni perché questo è il
luogo dove hanno scelto di emigrare. Devono capire che devono integrarsi ed imparare a vivere in Canada. Devono capire
che a cambiare stile di vita devono essere
loro e non i canadesi che così generosamente li hanno accolti. Devono capire che
i canadesi non sono né razzisti né xenofobi: hanno accettato molti immigrati prima
dei musulmani (mentre non è vero il contrario; negli stati musulmani non vengono
accettati immigrati non-islamici).
Come tanti altri popoli, i canadesi
non sono disposti a rinunciare alla loro
identità o alla loro cultura. E se è vero che
il Canada è una terra di ospitalità, non è il
Sindaco di questa città che accoglie gli stranieri, ma è tutto il popolo canadese.
Gli immigrati devono capire che in
Canada, che ha evidenti radici giudaicocristiane, gli alberi di Natale, le chiese e le
feste religiose, la religione, insomma, deve
restare nella sfera privata.
Il Comune di questa città, quindi, era
nel giusto quando ha rifiutato qualsiasi concessione all’Islam ed alla Sharia. Per i musulmani che non dovessero condividere
questa laicità e non dovessero sentirsi a
proprio agio in Canada, ci sono 57 bellissimi paesi islamici nel mondo, la maggior
parte dei quali poco popolati e pronti a riceverli a braccia aperte “halal”, cioè in modo
conforme alla Sharia.
Se avete lasciato il vostro paese per
il Canada, e non per altri luoghi musulmani,
è perché avete considerato che la vita fosse migliore qui che altrove. Ponetevi la domanda una buona volta: “Perché è meglio
in Canada che nel paese da dove venite?”.
Forse una mensa che offra anche
carne di maiale può essere una parte della
risposta.
Il Sindaco
Mentre la risposta negativa di questo Sindaco canadese è stata, tutto sommato, ferma ma
non particolarmente dura, quella del Sindaco australiano ha usato termini molto più drastici proponendo degli aut-aut del tipo “Se non vi va, fuori dai piedi”.
Io ricordo quando, qualche anno fa, è stato chiesto di togliere il Crocifisso dalle
nostre aule ed inizialmente è stato fatto. Non vorrei sbagliare ma almeno in questo siamo
stati capaci di innestare la retromarcia.
R.S.
Pag. 30
Il Col. Aldo Micaletto mi ha inviato il 23 dicembre scorso la mail che vi trascrivo qui sotto
insieme alla foto che inviato in allegato alla stessa mail.
Mi è piaciuto molto il fatto che nel comunicarmi di aver terminato il servizio attivo abbia fatto
una carrellata sui suoi Comandanti nei vari momenti della sua vita militare attiva.
Anche l’aver arricchito la sua mail con la sua foto con i gradi da Colonnello è una ulteriore
testimonianza del suo attaccamento all’istituzione militare e questo gli fa certamente onore.
Sono convinto di interpretare il pensiero di tutti e specialmente dei tre tra i citati da Micaletto
che riceveranno questo notiziario, nell’inviare al nostro amico Aldo un vigoroso “bocca in
lupo” per il suo nuovo status, sicuro che scoprirà che le giornate non saranno per niente di
assoluto riposo come forse poteva avere immaginato, anzi, lo invito a farci sapere le sue
impressioni, diciamo fra 5 o 6 mesi. Ciao Aldo e grazie.
R.S.
Egregio Signor Generale Scaranari,
mi permetto di scriverLe per comunicarLe che
dal 12 settembre scorso ho terminato il servizio attivo. Sono transitato infatti in “ausiliaria”
ed ho raggiunto i tantissimi amici che
mi hanno già preceduto in questa stupenda esperienza di Ufficiale del Genio.
In questa circostanza desidero inviare il
mio più cordiale saluto ai colleghi che
hanno condiviso con me tanti momenti
indimenticabili nei Reparti del Genio
Alpino e ricordare, in modo particolare,
tutti i Comandanti che ho incontrato
nella mia carriera cominciando dal Cap.
Andriella alla Scuola del Genio, il Cap.
Angeletti e Figliolini alla Compagnia
Genio Pionieri Orobica, il Cap. Frattini,
La Placa e Grieco alla Compagnia Genio Guastatori Tridentina, i Ten. Col.
Job, Alfani, Antonelli, Li Gobbi, Musso
e Mattozzi al 2° Battaglione Genio
Guastatori Iseo a Bolzano ed il Col. Di
Donato ed ancora Antonelli al 2° Reggimento Genio Guastatori a Trento.
E’ stata un’esperienza bellissima che si
è conclusa a Bolzano dopo dieci anni di
permanenza al Comando Truppe Alpine nell’incarico di Assistente Militare
del Capo
di Stato Maggiore.
Colgo l’occasione infine per inviarLe il
mio nuovo indirizzo di posta elettronica
e, vista l’imminenza delle prossime
Festività, per rivolgere a Lei e a tutti gli
amici del Gruppo Alpino ANGET i miei più
sentiti Auguri di un Sereno Natale e di un
Felicissimo Anno Nuovo.
Aldo Micaletto
Pag. 31
Dapunt Christian
Mora Marco
Sperati Alessandro
Adang Ermanno
Rossi Piergiorgio
Guglielmi Giovanni
Bruschi Carlo Alberto
Cerretti Paolo
Zoppi Enzo
Martin Diaz Gabriel
Vitale Luigi
Leoci Antonio
Giusto Giovanni
Peloia Massimo
Marchetti Nunzio
Rivela Gaetano
Di Bisceglie Filippo
Arcuri Sistino
Maj Anselmo
Faustinelli Alfio
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31
Comisso Giuseppe 03
Neri Danilo
05
Buonomini Guido
05
Molinelli Lorenzo
07
Cappellari Giustiniano 07
Bompieri Giuseppe 10
Bellinazzi Franco
11
Giunti Piergiorgio
18
Belfiore Gaetano
19
Vanotti Davide
20
Di Poi Ennio
22
Buonerba Luigi
27
Questo notiziario è
visibile a colori, in
formato PDF, sul
nostro sito
www.gruppalpanget.it.
Corrà Renato
Lombardo Salvatore
Berniga Quintino
Ciardo Antonino
Carosella Paolo
Fioretto Giovanni
Scandurra Giuseppe
Ricci Riccardo
Scaranari Andrea
Vannini Vannetto
Magri Virgilio
Ricci Rolando
La Placa Giuseppe
Beltramini Gianluigi
Funaro Italo
Meli Eliseo
Silveri Franco
Cerea Ivano
Dorigoni Franco
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Garzon Andrea
Cattaneo Giorgio
Malaspina Donato
Tagni Silvio
Mariolini Gino
Di Donato Giuseppe
Gabusi Annibale
Bonomi Attilio
Romelli Angelo
Chiarini Ottorino
Properzi Piero
Carollo Girolamo
Filippini Antonio
Canziani Luciano
Frigerio Enrico
Cornali Gianfranco
Borgheresi Aldo
Munari Antonio
Bonassi Piero
Boari Filippo
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Il 12 febbraio 2015 è “andato avanti” il nostro socio
Maggiore g. (Ris.) Emilio MEGA
Iniziato il suo servizio nel IV° Corpo d’Armata come Sottufficiale alla
Cp.g.p. “Tridentina”, con encomiabile impegno ha superato le prove per
diventare Ufficiale ed ha poi lavorato nell’ambito del C.A. e della Direzione Lavori Genio in BZ. Ci uniamo tutti al dolore della famiglia.
Anno 13° - n. 44 - marzo 2015
DIREZIONE e REDAZIONE
ISCRIZIONI 2015 (Euro 21.00)
IMBUSTATURA e AFFRANCATURA
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Tel. 348.7924800 e 06.77206968
Per bonifici bancari, il codice IBAN è:
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IT12Z0760103200000043041086
DIRETTORE: Roberto Scaranari
Collaboratori per questo numero:
Giorgio Cattaneo
Ferruccio Pellegatta
Gianfranco Montagna
Carmelo Liaci
Antonio Li Gobbi
Aldo Micaletto
Piero Pesaresi
www.gruppalpanget.it - www.angetitalia.it - www.pionieriorobica.it
www.iscag.it - www.museoalpinidarfo.it - www.centrostudimilitari.it
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DIAMO IL BENVENUTO AI NUOVI SOCI 2015