Per un clima diverso.
Anche a scuola
La Costituzione,
la democrazia. E la mensa
Mamme, ballerine,
superuomini
Condizionamenti, libertà
e scelte consapevoli
di Luca Mercalli
di Mario Lodi
di Giovanna Cosenza
di Edoardo Boncinelli
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CONSUMATORI CONSAPEVOLI, CITTADINI DEL MONDO
Enrico
Migliavacca
Vicepresidente
vicario
dell’Associazione
Nazionale
Cooperative
di Consumatori
-Coop
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Saper portare il fuoco
C onsapevole è qualcuno che sa, e quindi informare è tra i primi doveri di
chi educa. Siamo convinti che un’informazione la più completa e diffusa
renda le persone più consapevoli non solo dei propri bisogni e delle proprie motivazioni, ma anche della qualità e del valore delle cose. Ed insieme
ad essi delle persone e dei paesi che le hanno prodotte, del modo in cui lo
hanno fatto e quindi delle conseguenze sull’economia e sull’ambiente.
Pur fra molti condizionamenti, da quelli biologici a quelli sociali, uno spazio di libertà, quindi di scelta, sempre ci rimane. Rafforzare questo spazio, ampliarne progressivamente i confini è stato l’obiettivo della nostra
trentennale attività di educazione a un consumo critico e sostenibile con
la scuola e nella scuola.
Informare, informare, e ancora informare. È quello che facciamo ogni anno con oltre 200.000 bambini e ragazzi, costruendo la proposta educativa insieme a circa 11.000 insegnanti. Persone davvero straordinarie che
“sanno portare il fuoco e sanno fare esistere la cultura come possibilità
delle comunità”, come è stato autorevolmente detto citando l’immagi-
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ne del padre sopravvissuto di Cormac McCarthy ne“La strada”.
Radicata nel territorio e nelle sue comunità -strumento di difesa contro il
carovita e la speculazione, ma anche eccezionale veicolo di emancipazione all’insegna della solidarietà- la cooperazione di consumatori, la sua storia, è strettamente intrecciata con quella dell’Italia. Stessa la città di nascita,
Torino. Praticamente medesima la data, qualche anno prima, il 1854, per la
cooperazione. Identici i travagli durante la dittatura fascista, identiche le
speranze suscitate dalla Carta Costituzionale. E sotto voce, ma con orgoglio, siamo davvero felici di far parte di quel movimento che l’unità d’Italia
non solo la celebra, ma cerca di costruirla e rafforzarla giorno per giorno.
Continueremo con passione e curiosità, ascolto e dialogo, responsabilità
e coerenza ad offrire stimoli, strumenti, attività e percorsi educativi, consapevoli che non saremo mai la biografia delle nuove generazioni ma fiduciosi di contribuire alla costruzione dell’identità dei cittadini del domani.
Grazie anche al generoso, e disinteressato, contributo di chi scrive su queste pagine. Aiuto straordinario, e competente, per identificare valori e principi, e per suggerire i modi per affermarli. Lontani dalle moderne sirene,
gran parte dei media, che valori e principi sembrano aver smarrito.
2011-2012
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| DA PROGETTO PILOTA A PROGRAMMA ORGANICO |
Il cibo unisce, anche a scuola
Riccardo Garosci
Presidente
Comitato Tecnico
Scientifico M.I.U.R.
“Scuola e Cibo”
N ell’anno scolastico 2009 è stato attivato dal
Ministero dell’Istruzione il Comitato Tecnico Scientifico “Scuola e Cibo”, a cui partecipa Coop, che
ha dato avvio al progetto pilota di educazione
alimentare.
Dopo 18 mesi di formazione, verifiche e integrazioni e con il grande entusiasmo e contributo dei docenti e dei dirigenti scolastici, il progetto è diventato
programma. L’insegnante affronta con gli studenti -dall’ultimo biennio delle primarie e progressivamente sino all’Università, coinvolgendo le famiglie
e in collaborazione con gli Uffici Scolastici Regionali, altri Ministeri e gli attori economici e sociali
del territorio- le tematiche agroalimentari.
Obiettivi principali del lavoro del Comitato e del-
la volontà del Programma, sono:
1) Migliorare la salute dei ragazzi, abbattendo così i costi sanitari conseguenti una scorretta alimentazione.
2) Far conoscere agli studenti (e, tramite loro, alle famiglie) tutte le opportunità scolastiche e di
occupazione che il cibo e i suoi settori collegati
(ambiente, salute, energia, turismo, sport, ecc.)
offrono, orientando in tal modo le scelte future.
3) Valorizzare il lavoro, la cultura e il futuro dello
scenario alimentare nazionale, con le sue imprese
agricole, commerciali, industriali, di ristorazione e
servizi, anche in chiave di conoscenza e di successo della grande opportunità che sarà EXPO 2015
che l’Italia ospiterà sui temi dell’alimentazione.
Ecco perché è stata rafforzata la collaborazione
con Istituzioni e associazioni di rappresentanza
e di categoria, attente ai programmi educativi per
e con le scuole.
Con ANCC-Coop è stato dunque firmato dal MIUR
un protocollo triennale per un lavoro congiunto
su questi temi e costituito un gruppo di lavoro che
elaborerà azioni comuni da attivare già dal nuovo anno scolastico 2011-2012 nella 4ª e 5ª primaria e nel triennio delle secondarie di primo grado.
È stato anche il riconoscimento al trentennale lavoro di educazione al consumo che la cooperazione di consumatori ha svolto in Italia e recentemente
celebrato a Roma con l’adesione del Presidente
della Repubblica e l’intervento del MIUR.
il progetto
Il successo di una collaborazione proiettato nel prossimo triennio
| ENERGIE RINNOVABILI, EFFICIENZA ENERGETICA, RISPARMIO E SOBRIETÀ |
Per un clima diverso. Anche a scuola
Etica e tecnologia, insieme, per fermare il riscaldamento globale
Luca Mercalli
I l clima cambia, e sembra una questione da poco. In classe è difficile acPresidente
corgersene, in città in genere il contatto con la realtà del pianeta Terra è ofdella Società
fuscata dal cemento, dal bozzolo confortevole della casa, dalla macchina,
Meteorologica
che giri una manopola e si scalda o si raffredda. Ma fuori, in campagna, i viItaliana
ticoltori fanno i conti con un anticipo mai visto delle vendemmie e un vino
robusto, che sa sempre più di meridione; e in montagna i ghiacciai diminuiscono a vista d’occhio, da fine Ottocento ne abbiamo perso la metà della
superficie. I termometri degli osservatori meteo dicono che la temperatura
è aumentata di circa un grado nell’ultimo secolo. E la causa è ben identificata: il biossido di carbonio, sì, quello che si studia nelle ore di chimica, CIO-DUE, è passato dalle 280 parti per milione di un secolo fa alle attuali 393.
E continua ad aumentare via via che si brucia carbone nelle centrali elettriche e petrolio nelle auto, e gas nelle case. Un litro di benLe finestre aperte in classe zina emette circa 2,4 kg di CO2. Quelle finestre aperte in
in inverno, le luci inutilmente classe in pieno inverno, quelle luci inutilmente lasciate
accese sprecano energia accese, sono sprechi di energia e fiotti di CO2 che vane son fiotti di CO2 no in atmosfera. Sembra una questione da poco, ma chi
che vanno in atmosfera oggi siede su un banco di scuola, subirà per gran parte
della sua vita i guasti inediti del riscaldamento globale.
Da due a oltre quattro gradi in più a fine secolo. Livello del mare in aumento. Siccità più frequenti, alluvioni più intense. Non è una questione da poco! Da queste condizioni dipenderà la possibilità di mantenere o perdere
l’attuale livello di benessere. Da quanta CO2 emetteremo nei prossimi an-
ni, dipenderà se la temperatura aumenterà di poco o di tanto. Meglio poco
che tanto. Quindi ci sono spazi di manovra. Ma bisogna agire subito, a cominciare dalla casa e dalla scuola. Energie rinnovabili, efficienza energetica, risparmio e sobrietà. Adesso o mai più, come per ogni malanno: la
prevenzione ha senso se fatta al momento opportuno, quando la malattia
si è scatenata non serve più, tocca solo subire e adattarsi, se si può. La scuola ha a questo proposito – e come sempre nelle grandi questioni di principio – un importante e insostituibile ruolo. Deve fornire gli elementi conoscitivi
del più complesso problema mai affrontato dall’umanità, e deve fornire gli
strumenti etici e tecnologici per trovare le soluzioni. Avanti, c’è da fare! E ci
sono anche tante nuove professioni dove iniettare competenza ed entusiasmi: dalla ricerca sul cambiamento globale alle applicazioni tecnologiche
delle energie rinnovabili. Per questo tutti i docenti sono chiamati a confrontarsi con questo obiettivo vasto, pluridisciplinare e in continua evoluzione,
che non fa ancora parte dei programmi didattici ufficiali. Pochi paragrafi sulle pagine di scienze, spesso non aggiornati o scarsamente approfonditi. Ci
vorrebbe invece la lezione di sostenibilità ambientale, di cambiamenti climatici, di uso razionale delle risorse energetiche e di riciclo dei rifiuti.
Qualche suggerimento per iniziare: - un opuscolo divulgativo su clima ed energia:
www.campagnaseeitalia.it/pubblicazioni/clima-ed-energia-capire-per-agire/;
un libro sui cambiamenti climatici: L. Mercalli, V. Acordon, D. Cat Berro,
C. Castellano, Che tempo che farà, Rizzoli; e un altro libro su tutto ciò che potete
fare per difendere il vostro futuro: Prepariamoci, Chiarelettere.
La Costituzione, la democrazia. E la mensa.
I valori e i mezzi di comunicazione. La cooperazione, antidoto all’individualismo, e la mensa scolastica per nutrire corpo e mente.
Un colloquio con
il progetto
Mario Lodi
L a Costituzione e la scuola. Ecco secondo me
da qui, da questo rapporto bisogna partire.
Da lontano dunque...
Sì, e no. Io vedo una analogia fra il momento storico
del dopoguerrra -quello in cui è nato il Movimento
Cooperazione Educativa- e quello di oggi.
Come allora, anche oggi c’è bisogno di ricostruire
moralmente una società recuperando i valori
abbandonati. E quei valori -ieri come oggi- sono,
a chiare lettere, scritti nella Costituzione.
Quindi la bussola c’è. Non è poco.
La stella polare! Ma di tutto è stato fatto per
offuscarla, per confonderci e per sviarci. Sulla libertà,
per esempio. Invece di coniugarla con la solidarietà,
con la responsabilità, e anche con l’amicizia
e con il lavoro, la si è isolata e interpretata in modo
del tutto egoistico. In molti oggi pensano che
per realizzarsi ognuno è libero di fare tutto quello
che vuole senza tenere conto degli altri.
Penso che riproporre la cooperazione come pratica
pegadogica in una situazione, come quella attuale,
di accentuato individualismo sia un atto coraggioso
e necessario per recuperare un valore formativo
che la società e la scuola hanno accantonato
o dimenticato. Tanto più necessario oggi, visto
il ruolo sempre più preponderante, spesso invadente,
assunto da giornali, televisioni, internet.
Costituzione e democrazia, dunque. Ma come
insegnarle?
Innanzi tutto bisogna dire che le si insegna a scuola,
a casa, in strada, nei comuni, dovunque c’è gente
che si impegna. Francamente però penso che più
che insegnarle bisogna viverle. Più che mettersi
ad analizzare articolo per articolo, è meglio metterle
in pratica quelle parole. Faccio due esempi, la festa
dell’accoglienza e l’aula laboratorio.
Il compito principale di un maestro è insegnare
ad ascoltare. È da lì che nasce la democrazia. È vero,
i ragazzi di oggi sono molto diversi tra loro,
in numero sempre crescente vengono da esperienze
e tradizioni molto lontane e differenti. Ma se li metto
insieme, se li faccio interagire quello che presto
emergerà ben più forte delle differenze sarà
il comune sentire, l’identità delle emozioni che
permette di rispecchiarsi nell’altro, di sentirlo vicino
e amico. Ecco, la festa dell’accoglienza simboleggia
questo, propone, allude alla volontà di trasformare
la scuola in una piccola società di eguali. Ed è anche
la risposta a chi vorrebbe isolare, a chi pensa che
insegnare la lingua, l’italiano, possa avvenire al di
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fuori di un rapporto concreto e reale con la realtà
vissuta, con gli altri. Così non l’impareranno mai,
né potranno mai realmente integrarsi.
E nella scuola come piccola società di uguali qual
è la funzione dell’aula laboratorio?
Dobbiamo abbellire le aule, decorarle con dei colori,
istoriarle. Insomma renderle vive, farle diventare
come la nostra seconda casa. Credo che questo
sia il modo più concreto, ed efficace, per imparare
a rispettare l’ambiente, la scuola oggi, la città
e il territorio domani. Poi, insieme con i genitori,
dobbiamo concordare su come attrezzarle, su come
trasformarle in laboratorio. I colori, la lavagna,
il computer, tutte le cose che servono.
E a ogni bambino sarà affidato un compito. Ci sarà
chi si occupa dei pennarrelli, chi della carta, chi del
sapone, e così via. Piccole esperienze che educano
al rispetto del bene comune, non solo al vantaggio
del singolo. Insieme si capirà sia dell’importanza
dell’organizzazione sia di quella della responsabilità.
E anche, cosa importantissima, si aiuterà il bambino
nel passaggio dall’io al noi, dal tutto è mio al tutto è
nostro. Momento fondamentale, sia dal punto di vista
psicologico che da quello scientifico, che segna
il passaggio dell’egotismo alla socializzazione.
| SULL’INFLUENZA, TANTO FORTE QUANTO SOTTOVALUTATA, CHE I MEDIA HANNO SULL’IDENTITÀ DI GENERE |
Mamme, ballerine, superuomini
E per un’educazione ai media, capillare e trasversale, che cominci sin dall’elementari
Giovanna
Cosenza
Naturalmente, però, ci sarà chi si distingue
e chi rimarrà indietro.
Ah, ecco, la meritocrazia. Dietro a questo termine
si nasconde oggi la corsa al riconoscimento e
al successo personali, alla supremazia sugli altri.
Io penso invece all’esperienza della scuola
di Barbiana, dove i più “bravi” erano quelli che si
mettevano al servizio degli altri, quelli che si davano
da fare per accorciare le distanze non per rimarcarle.
Ma l’insegnamento di don Milani è ancora attuale?
La sua era un’idea semplice e geniale. Insegnare e
insegnare a insegnare. Ecco io penso che la scuola
debba autoformarsi, che gli insegnanti per formarsi
una professionalità debbano innanzi tutto far tesoro
della loro esperienza all’interno della scuola.
E la scuola di Barbiana era solidarietà, cooperazione
in atto. Necessarie ieri come oggi. Ma la sua
esperienza, il suo insegnamento sono stati ignorati
da chi comanda.
Solidarietà e cooperazione. Due concetti chiave.
Sì, e aprono molte porte. Prima di tutto ci deve
essere la cooperazione tra i bambini, assolutamente
indispensabile. E insieme ci devono essere quelle
tra insegnante e insegnante e tra famiglia e scuola,
senza dimenticare di coinvolgere il personale non
insegnante. Solo così la scuola può trasformarsi
in una comunità solidale, offrire ai bambini un vero
senso di appartenenza, e formarli anche come
cittadini. E tanto più sarà aperta all’esterno,
al rapporto con chi fuori dalla scuola persegue
certi problemi sarebbero «colpa» della tv o della pubblicità. Il punto, però, è che anche le persone più colte, razionali e «mature» convivono dalla
metà del secolo scorso con stereotipi mediatici sorprendentemente immutabili nonostante i cambiamenti della società: mamme che preparano il
pranzo o lavano il bagno, bambine che pettinano le bambole e sognano di
fare la ballerina, superuomini instancabili, corpi oggetto. E non basta spegnere la tv, perché quelle immagini sono per strada, su internet, a scuola,
nei supermercati.
E allora, come se ne esce? Credo che l’educazione ai media sia l’unica strada possibile: in tutti gli ordini e gradi della scuola – perché prima si interviene, meglio è – in tutti i settori dell’università. Un’educazione che oggi
deve essere più capillare e trasversale di ieri, perché deve mostrare i nessi fra la televisione e internet, fra il cinema e i videogiochi, fra la pubblicità e una certa letteratura per l’infanzia e l’adolescenza. E deve toccare gli
aspetti più intimi e profondi su cui i media possono incidere: le relazioni
fra i generi – sempre ricordando che non c’è solo l’eterosessualità, ma gli
orientamenti sono diversi – il corpo, le emozioni, i ruoli di coppia. Perché
sono queste le basi su cui gli individui crescono, scelgono amicizie e amori, formano famiglie, entrano in società.
Per saperne di più: B. Mazzara, Stereotipi e pregiudizi, Il Mulino, 1997.
A. Zanacchi, Il libro nero della pubblicità. Potere e prepotenze della pubblicità
sul mercato, sui media, sulla cultura, Iacobelli, 2010.
obiettivi analoghi, tanto più efficace e concreto
sarà il suo insegnamento.
Come giudica le iniziative di Coop in questa direzione?
Da sempre penso e scrivo che a scuola bisogna
portare la vita, che bisogna mettere a contatto
direttamente i bambini con la realtà quotidiana,
fargliela toccare con mano. Come potevamo non
accogliere l’invito di accompagnare i bambini in visita
al supermercato, di mostrar loro come si leggono
e decifrano le etichette, di insegnar a prestare
attenzione all’origine di un prodotto? Per la salute
loro, per il rispetto dell’ambiente, per il doveroso
riconoscimento di chi con il lavoro quel prodotto ci
ha messo a disposizione. Un’esperienza significativa
sulla quale ho cominciato a riflettere, per poterla
estendere a un numero sempre più grande di bambini.
Ci potrebbe anticipare qualche idea?
Ecco, penso alla mensa, a quel momento in cui tutti
i bambini sono insieme a tavola. Quale momento
migliore per parlare loro dei cibi, di quelli che sono
più sani e nutrienti, di quelli che fanno bene alla
salute? E per scoprire invece, sempre insieme a loro,
quelli che rispondono solo alle esigenze del mercato,
come tanti di quelli che la televisione propone?
Con il risultato di un numero sempre maggiore,
in Italia come in tanti altri paesi, non solo di adulti
ma di bambini obesi. La mensa è davvero un grande
momento di socializzazione e al tempo stesso
un’opportunità per un’educazione a un consumo
attento e consapevole.
3
Ci sono maestri che già si muovono in questa
direzione?
Sì, quando c’è un direttore o un collega che li aiuta
e sostiene riescono a introdurre nella scuola
il concetto che oltre a imparare insieme bisogna
mangiare insieme. Che bisogna nutrire il corpo
e la mente, sapere perché si mangia e che noi siamo
quello che mangiamo. E nascono le mense.
D’altra parte è il messaggio della Montessori: portare
a scuola quello che i bambini fanno a casa.
Con questo messaggio Coop è in sintonia, e in questa
direzione penso possa dare un contributo.
Per una scuola a tempo pieno, dove si impari,
si giochi e si mangi insieme.
il progetto
L a comunicazione di massa – dalla televisione alla pubblicità, dai videogiochi
Docente
a un certo cinema e una certa letteratudi Semiotica
ra – ci propone spesso immagini stereoall’Università
tipate e storie semplici, con l’idea che
di Bologna
sia più facile per tutti capirle, apprezzarle e ricordarle. Naturalmente la cosiddetta «massa» apprezza anche storie e
immagini più originali, se ben concepite, ma ripetere stereotipi è più facile e
costa meno: dunque si fa.
Da tempo sociologi, psicologi e semiologi indagano il rapporI corpi perfetti, to fra i media e ciò che
lontani da quelli reali, di fatto le persone creofferti dai media dono, desiderano, si
non influiscono sul nostro aspettano nella vita.
ideale di bellezza? È chiaro infatti che fra
media e società ci sono rimandi reciproci da cui è difficile districarsi, soprattutto se gli stereotipi che
i media presentano toccano gli aspetti più
intimi della nostra vita, su cui di solito c’è
minore consapevolezza: la rappresentazione del corpo, le relazioni fra i generi
sessuali, la vita affettiva. Se per esempio
i media valorizzano le donne più per la bellezza che per ciò che dicono e sanno, mentre per gli uomini vale il contrario, non sarà che la differenza incide
sul modo in cui le donne e gli uomini percepiscono sé e gli altri? Se i media
presentano corpi (maschili e femminili) sempre più perfetti, fotoritoccati e
lontani da quelli reali, non sarà che ciò influisce sul nostro ideale di bellezza? Sul modo in cui le bambine e i bambini crescono, senImportante la relazione tendosi sempre meno adeguati rispetto a quei modelli?
tra i generi. Sull’aumento dei disturbi alimentari e della domanda di
Senza dimenticare chirurgia plastica? E se pubblicità e televisione mostrache non esistono no più conflitti fra uomo e donna – la cosiddetta «guerra
solo gli eterosessuali dei sessi» – che esempi di collaborazione e accettazione
reciproca, non ci sarà un nesso con la difficoltà di costruire relazioni di coppia durature?
Secondo me sì: l’influenza che i media hanno su di noi è tanto forte quanto sottovalutata. Tipicamente, infatti, i professionisti dei media – ma anche molti studiosi – dicono che è banalizzante vedere le cose in questo
modo: intanto perché le persone non sono così sciocche da farsi condizionare – infatti va di moda parlare di «consumatori maturi» o «postmoderni»; e poi perché i media non fanno che rispecchiare la società, non sono
certo così potenti da costruirla o determinarla. È vero: i media non vanno
demonizzati e sono anche una grande opportunità di alfabetizzazione; né
si può ridurre la complessità umana a una visione deterministica, per cui
| NÉ COMPLETAMENTE LIBERI, NÉ COMPLETAMENTE VINCOLATI. LA GESTIONE DELLA LIBERTÀ |
Condizionamenti, libertà e scelte consapevoli
Un milione di miliardi di connessioni nervose. Impossibile siano tutte controllate dai nostri geni
P La libertà ha tante facce. Potremmo dire addirittura che ne ha troppe, ma
poiché sono uno scienziato, uno che ama andare a fondo delle cose, mi proDocente di
pongo di guardare ai fondamenti.
Fondamenti
A differenza di altri, non ho dubbi sul fatto che siamo liberi, o perlomeno,
Biologici
facendone un dato quantitativo, abbastanza liberi. Non siamo né compledella Conoscenza
tamente liberi, né completamente vincolati, tuttavia ciò di cui non possiafacoltà di Filosofia
mo fare a meno, come essere umani, è gestire la nostra libertà. Siamo quindi,
dell’Università
in un certo senso, incatenati alla libertà. Jean-Paul Sartre ha detto che siaVita-Salute
mo liberi nella scelta, ma non siamo liberi dalla scelta. Siamo obbligati in
San Raffaele
ogni istante a fare delle scelte più o meno importanti, più o meno biforcudi Milano
te, delle quali siamo responsabili. Ecco allora che, accanto al tema della libertà, appare fin da principio il problema della responsabilità.
Ma, declinando la questione della libertà, accanto al concetto di responsabilità occorre assumere anche quello di caso. Il caso è il padre nobile della
libertà. Non vi sarebbe libertà, se tutto fosse determinato, ovvero se non vi
fosse caso. Gli animali inferiori - le formiche, le api, per esempio, alla cui organizzazione qualcuno potrebbe guardare con un certo interesse - sanno
sempre cosa fare; man mano che si sale nella scala evolutiva e si giunge ai
carnivori superiori, alle scimmie, si trova un po’ più di liCome ha detto bertà, ma la maggior parte delle scelte continuano a esJean-Paul Sartre, sere dettate dell’istinto.
siamo liberi nella scelta, La nostra libertà è il vuoto lasciato dalla determinazione
ma non siamo precisa e puntuale di varie leggi di natura, che siano fisiliberi dalla scelta che, biologiche o chimiche. Chi parla male del caso - ovvero quasi tutti - dovrebbe riflettere sul fatto che, se il
mondo fosse tutto perfettamente determinato, non ci sarebbe libertà; non
ci sarebbe neppure la possibilità della libertà. Il buco nel quale si muove la
libertà, è il caso. Il volante, il manubrio, la manopola per orientarsi nel caso, è quella che noi chiamiamo volontà; tuttavia, quasi in ogni circostanza,
la volontà può qualcosa, ma non può tutto.
Edoardo
Boncinelli
il progetto
Il determinismo genetico lo si toglie presto di mezzo. Da biologo, non posso
pensare che la complessità – o complicazione, o ricchezza – del mio sistema
nervoso centrale, per non parlare del resto del corpo, sia determinata dai miei
geni. Non ci sono i numeri. Basti pensare che il mio cervello, il mio sistema nervoso centrale, è un'architettura complessiva di un milione di miliardi di connessioni nervose. Il cervello contiene, grosso modo, cento miliardi di cellule
nervose, e cento miliardi è un numero piuttosto rispettabile - cento miliardi sono le stelle della galassia, cento miliardi sono probabilmente le galassie esistenti nell’universo - ma ancora più impressionante è il numero delle connessioni.
Le cellule nervose si toccano reciprocamente con una media di diecimila contatti che chiamiamo sinapsi, o bottoni sinaptici. Se si moltiplica cento miliardi
per diecimila, risulta un milione di miliardi. La maggior parte dei neurobiologi, me incluso, ritiene che quello che io sono in questo
La nostra libertà momento è il risultato della configurazione complessiva
è il vuoto lasciato di questo milione di miliardi di connessioni.
dalla determinazione Quanti geni abbiamo, invece? Trentamila. È concepibiprecisa e puntuale le che trentamila geni controllino, istante per istante,
di varie leggi di natura il milione di miliardi di connessioni del mio sistema nervoso? In nessun modo.
Il determinismo genetico, insomma, non può esistere. Ci si potrebbe tuttavia porre un'altra domanda: che cosa determina il milione di miliardi di connessioni che avvengono in me, e che sono un po’ diverse da ieri, e
probabilmente saranno un po' diverse da domani? Se non sono i geni, di
che cosa si tratta? Da almeno trent’anni, i neurobiologi dicono che sono tre
le fonti della determinazione delle nostre sinapsi, ovvero del nostro essere
interiore: i geni, la nostra stessa vita, e il caso.
I geni sono in parte responsabili, perché se ho un gene leso o non funzionante, probabilmente non si produce una certa particolare sostanza; e in
ogni caso avrò il cervello di un essere umano, con i circuiti di un essere umano, con le cellule di un essere umano. Una componente genetica certamente c’è, così come c’è una componente che possiamo chiamare esperienziale,
o ambientale, o biografica. I miei geni hanno stabilito, per esempio, che potevo imparare un linguaggio, ma non era scritto quale linguaggio avrei im-
parato. Sono cresciuto in Italia e ho imparato l’italiano. Fossi cresciuto in
Giappone, probabilmente avrei imparato il giapponese. È probabile che nei
miei geni ci fosse scritto che, se tutto fosse andato bene, avrei incontrato
una donna, ma sicuramente non c’era scritto che donna sarebbe stata: se
bionda, se bruna, se alta, se bassa, con quale grado di istruzione. Come potevano sapere, i miei geni, chi avrei sposato? Tutte queste cose derivano
dalla mia vita, dalla componente ambientale, che però deve essere vista
nella sua interezza: che cosa ho mangiato, che malattie ho avuto, che persone ho incontrato e, solo successivamente, che istruzione ho avuto. Io sono figlio dei miei geni, che non sono identici a quelli di nessun altro, ma
sono anche figlio della mia storia.
I due partiti - quello per cui sono più importanti i geni e quello per cui è più
importante la storia personale - si sono scontrati per decenni, studiando soprattutto i gemelli, quelli allevati insieme e quelli allevati separatamente. Fatto sta che, qualsiasi percentuale si dia - un tanto per cento ai geni, un tanto
per cento all'ambiente - il tasso umano complessivo non dà mai il cento per
cento. Manca sempre qualcosa. I neurobiologi hanno a lungo ritenuto che la
parte mancante, stimata in un due o tre per cento, fosse da ascrivere al caso.
Cosa vuol dire, il caso? Vuol dire che, in un certo momento della mia vita,
anche ieri, un contatto può andare a sinistra o può andare a destra. Se c’è
una ragione forte perché vada a sinistra o a destra, bene, accadrà così; se
non c’è una ragione forte, siccome comunque deve andare da qualche parte, andrà a caso. Le misurazioni degli ultimi trent’anni ci hanno mostrato
che questa componente casuale è molto più elevata di quel due o tre per
cento stimato inizialmente. È, grosso modo, una terza parte. Un terzo del
nostro comportamento, del nostro essere al mondo o, se vogliamo, del nostro destino, è ascrivibile ai geni, un terzo all’ambiente, e un terzo al caso.
Proviamo a pensare all'azione del caso nella microanatomia del cervello.
Se si confrontano le radiografie di diversi cervelli umani, si vede che non ve
ne sono due uguali tra di loro, e che sono anzi presenti grossolane differenze. Questa evidenza si può attribuire al fatto che l’uomo è un animale complicato. Prendiamo allora due gamberetti di mare, geneticamente identici,
che hanno vissuto tre o quattro giorni nel medesimo ambiente. I loro ridottissimi cervellini sono diversi, e la microanatomia del loro sistema nervoso
è diversa, benché non abbiano avuto granché da scegliere se andare in discoteca, a teatro o a sentire una conferenza.
Che dobbiamo pensare? Hanno gli stessi geni, l’ambiente è lo stesso; c’è dunque una componente puramente casuale che ha inciso sulla loro struttura
nervosa. A maggior ragione, la componente casuale inciderà sulla nostra.
Abbiamo il cervello costruito sulla base di tre informazioni individualizzanti.
Che siamo tutti uno diverso dall’altro, per altro, ci è noto. Così come ci è noto che la vita è bizzarra. Da una famiglia modesta da generazioni può nascere un personaggio straordinario, e da una famiglia eccellente da generazioni
può nascere un personaggio del tutto mediocre. Insomma, è impossibile determinare a priori le connessioni nervose nella loro interezza, e in questo risiede la morte del determinismo genetico. Allora, quanto siamo liberi? Siamo
più liberi di un cane, che è più libero di un topolino, che è più libero di un lombrico. Perché? Sostanzialmente perché la complessità, o ricchezza, o complicazione del sistema nervoso di questi animali è molto diversa. Un cane è un
milione di volte meno complicato di me; un topolino è un miliardo di volte meno complicato di me; un verme è infinitamente meno complicato ancora. È
quindi probabile che, via via che si scende nella scala evolutiva fino all'ameba, i geni siano sempre più importanti. Anche se mai al cento per cento, perché anche l’ameba, quando decide per esempio di andare verso la luce, ci
può andare velocemente o ci può andare piano, dimostrandoci che c’è una
piccola componente di libertà anche nelle cellule più elementari. Naturalmente, la complicazione che ci contraddistingue è enormemente superiore a quella di un cane. Come si può misurare, questa differenza? A seconda del numero
di risposte possibili allo stesso stimolo. Se si dà un calcio a un cane, il cane
avrà quattro, cinque, sei risposte diverse. Se si dà un calcio, o uno schiaffo,
a un essere umano, è capace che quello si metta a cantare una canzone dei
Beatles. È capace che ti dica: dammene un altro. È capace che ti offra l’altra
guancia. È capace che cominci a pregare per la tua salvezza. La quantità di
scelte aumenta con la complicazione del sistema nervoso centrale.
Tratto dalla lectio magistralis del professor Edoardo Boncinelli tenuta alla Conferenza nazionale sull’Educazione al Consumo Consapevole Trent’anni. Spesi bene. Con i ragazzi, le
famiglie, gli insegnanti. Roma 23-24 settembre 2010. La versione integrale che spazia dalla teologia alla fisica, dalla biologia alla neurobiologia è consultabile sul sito www.e-coop.it
Saperecoop è stato realizzato dal gruppo nazionale
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Via del Lavoro 6/8,
40033 – Casalecchio di Reno (Bo)
Progetto grafico, impaginazione e cura redazionale
orecchio acerbo
Illustrazioni Lorenzo Mattotti
Stampa Futura Grafica ‘70, Roma
Stampato su carta riciclata Freelife Vellum White,
certificata FSC, prodotta dalle Cartiere Fedrigoni
02 INTERNO LOMBARDIA
16-07-2011
13:52
Pagina I
Orto Magico: animazione
Ambiti tematici:
con piccola scenografia
educazione al gusto, salute e benessere,
cibo e cultura, influenza della pubblicità
sulle scelte di consumo
Sale, aceto,
zucchero e…
cannella
I bambini non mangiano volentieri le verdure anche perché le conoscono troppo poco.
Il tempo sempre più scarso che si dedica alla preparazione del cibo ed allo stare a tavola in famiglia, la grande disponibilità di
cibo già pretrattato (legumi surgelati o in scatola, gastronomia in busta..) non mette in
condizione i bambini di conoscere gli alimenti, la loro origine, le loro caratteristiche.
Dire ai bambini che le verdure fanno bene è
importante, ma non incide sui comportamenti. Meglio proporre esperienze concrete.
Obiettivi
• Avvicinare i bambini al mondo vegetale,
stimolandone la curiosità
• Conoscere le diverse parti commestibili
dei vegetali
• Apprendere, attraverso giochi e racconti
di fiabe, le caratteristiche nutrizionali dei
diversi vegetali
Destinatari
alunni/e dai 4 agli 8 anni
Per modificare un comportamento alimentare non basta valorizzare le proprietà nutrizionali del cibo ed i suoi riflessi sulla salute.
Occorre vincere la diffidenza del bambino
per ciò che è nuovo o che non ha un gusto
facile e collaudato. Con l’aiuto di giochi, fiabe ed esperienze sensoriali si avvicina il bambino al mondo magico degli alimenti.
Obiettivi
• Suscitare curiosità per favorire
un rapporto consapevole con il cibo
• Considerare il cibo nei suoi
molteplici aspetti: sensoriale, tradizionale,
rituale, culturale
• Stimolare l’assaggio per sviluppare
ed educare al gusto
Destinatari
Percorso
Alunni/e dai 4 agli 8 anni
Snack
& Company
Percorso
due incontri di due ore,
il primo al supermercato
un incontro di due ore al supermercato
Quando e dove
Ottobre 2011
Milano, centro commerciale Bonola
Settimo, via Reiss Romoli
Novembre 2011
Cormano, via Gramsci
Aprile 2012
Varese, via Daverio
Cremona, centro commerciale CremonaPo
Maggio 2012
Bergamo, via dei Carpinoni
Brescia, via Corsica
Pavia, viale Campari
Vignate, centro commerciale Acquario
Obiettivi
• Porre l’attenzione sui consumi Fuori
pasto: cosa piace e perché
• Considerare l’influenza della pubblicità
sulle nostre scelte in fatto di Snack
• Riflettere sul cibo come moda e come
identità
• Analizzare i valori nutrizionali e il reale
fabbisogno dei Fuori pasto
Destinatari
Obiettivi
• Incentivare l’attività fisica e la pratica
sportiva non agonistica
• Promuovere la mobilità sostenibile
anche attraverso un corretto uso della
bicicletta
• Promuovere comportamenti
alimentari corretti evitando l’abuso di
integratori
Destinatari
alunni/e dai 10 ai 16 anni
alunni/e dai 6 agli 11 anni
Percorso
Percorso
due incontri di due ore ciascuno,
uno dei quali presso il supermercato
due incontri di due ore uno dei quali
al supermercato
Quando e dove
Quando e dove
Gennaio 2012
Arcore, via Gilera
Milano, p.zza Lodi
Brescia, via Mantova
Febbraio 2012
Busto Arsizio, v.le Repubblica
Cremona, centro commerciale CremonaPo
Lodi, centro commerciale MyLodi
Marzo 2012
Brescia, via Corsica
Cassano Magnago, via Mazzini
Aprile 2012
Vigevano, Centro commerciale Il Ducale
Maggio 2012
Bergamo, via dei Carpinoni
Opera, via Diaz
Marzo 2012
Corsico, p.zza fratelli Cervi
Aprile 2012
Milano, Ipercoop La Torre
Alimenta il tuo
benessere
Scu
o
e la
Cib
o
in collaborazione con
Enjoybike Buccinasco
L’eccesso di peso e l’obesità sono un serio
problema nella società contemporanea. Certamente hanno una pesante influenza gli
errati comportamenti alimentari, ma anche
la mancanza di movimento ed attività fisica.
ola
Scue
o
Cib
Sani e sicuri:
conoscere
per scegliere
Ambiti tematici
sicurezza alimentare, filiera produttiva, salute,
benessere, comportamenti consapevoli,
pubblicità, marketing
Da un’indagine svolta in Europa è risultato
che una delle preoccupazioni maggiori dei
consumatori è la sicurezza alimentare.
La popolazione è quindi sempre più consapevole del fatto che la salute dipende in gran
parte da ciò che si mangia e che il cibo deve essere non solo di buona qualità, ma
anche ben preparato, ben confezionato e
ben conservato. Grande responsabilità hanno quindi gli agricoltori e gli allevatori, la distribuzione e infine il consumatore.
Meglio un uovo
oggi che...
Scu
o
e la
Cib
o
Quando e dove
Febbraio 2012
Cassano d'Adda, Strada statale 11
Maggio 2012
Lavena P.te Tresa, via Colombo
Maggio 2012
Peschiera Borromeo, via Aldo Moro
Maggio 2012
Milano, via F.lli Zoia
Attraverso un lavoro di ricerca all’interno del
supermercato si analizzano i consumi degli
snacks che spesso sono legati più all’influenza che la pubblicità e la moda hanno sulle
nostre scelte alimentari che su un reale fabbisogno nutritivo; viene inoltre avviata una
riflessione sul tema del gusto, sulla sua evoluzione o involuzione.
I
La tematica della sicurezza alimentare viene proposta con obiettivi e modalità modulate a seconda dell’età degli alunni, che
verranno coinvolti in attività ludiche, laboratori, giochi di ruolo e simulazioni.
Alcune consegne operative da svolgere a casa consentiranno un attivo coinvolgimento
delle famiglie.
le proposte
Buono da mangiare
2011-2012
I nostri percorsi didattici
02 INTERNO LOMBARDIA
16-07-2011
13:52
Pagina II
Destinatari:
Obiettivi
• Stimolare i bambini ad essere i primi
responsabili della propria salute.
• Far conoscere alcune informazioni
sul corretto trattamento dei cibi
(dal supemercato a casa).
• Avvicinarli alle responsabilità
e ai diritti di un consumatore consapevole.
Destinatari
alunni/e dai 9 agli 11 anni
Percorso:
un incontro al supermercato ed uno all’Acquario.
L’incontro all’Acquario dovrà essere prenotato
direttamente al n° ° 02804487 (tel e fax)
Quando e dove
Dicembre 2011
Sesto S. Giovanni, centro Sarca
Gennaio 2012
Milano, via Arona
alunni/e dai 6 agli 11 anni
Percorso
due incontri di due ore uno dei quali
al supermercato
Occhio al consumo
Quando e dove
Ottobre 2011
Lodi, centro commerciale MyLodi
Dicembre 2011
Milano, p.zza Lodi
Marzo 2012
Bareggio, v.le De Gasperi
Dal piatto al campo
A tutta birra
ola
Scue
o
Cib
Ogni giorno arrivano sulla nostra tavola prodotti alimentari di cui molto spesso ignoriamo la provenienza, la stagionalità, la filiera produttiva.
La conoscenza del mondo agricolo, dei suoi cicli
e dell’ecosistema in rapporto con le attività dell'uomo e il suo benessere sono i temi affrontati in
questo percorso. Gli alimenti, soprattutto frutta
e verdura, la loro origine, la loro storia, il viaggio
che fanno per arrivare fino a noi e i vari passaggi
della filiera produttiva vengono proposti agli alunni con obiettivi e modalità modulate a seconda
della loro età.
Obiettivi
• Riflettere sui delicati meccanismi che
regolano il rapporto tra agricoltura, ambiente
e salubrità degli alimenti.
• Scoprire lo stretto legame che unisce la
stagionalità dei prodotti, il gusto, le proprietà
nutrizionali e la convenienza.
• Riflettere sul rapporto uomo-ambiente,
osservare e riconsiderare le proprie abitudini
alimentari acquisendo maggiore
consapevolezza delle proprie scelte.
Destinatari
alunni/e dai 9 ai 12 anni
Percorso
due incontri di due ore ciascuno,
uno dei quali al supermercato
Quando e dove
Novembre 2011
Cremona, via del Sale
Gennaio 2012
Milano, via Rogoredo
Febbraio 2012
Brescia, via Mantova
Peschiera Borromeo, via Aldo Moro
Soresina, via Guida
Marzo 2012
Milano, Ipercoop La Torre
Cormano, via Gramsci
Pizzighettone, via Medaglie d’Oro
Aprile 2012
Lodi, centro commerciale MyLodi
Geni in tavola
Ambiti tematici:
le proposte
biodiversità, biotecnologie, ricadute economiche
e sostenibilità ambientale, colture e culture
alimentari, diritti dei consumatori.
L’uomo da millenni conosce e utilizza le biotecnologie per la preparazione di alimenti come pane, formaggi, vino, yogurt; è solo da qualche
decennio però che in campo agricolo si sta profilando una rivoluzione con l’introduzione degli
OGM (organismi geneticamente modificati). Di
fronte a questa sfida tecnico-scientifica dai risvolti sociali ed etici importanti, è indispensabile capirne di più e divenire consumatori consapevoli
e partecipi.
Obiettivi
• Conoscere cosa sono e come vengono
utilizzate le biotecnologie.
• Riflettere su vantaggi e svantaggi
dell’utilizzo delle biotecnologie avanzate
in campo agricolo.
• Affrontare il tema OGM dal punto di vista
alimentare, ambientale ed etico.
• Riflettere sul diritto del consumatore a essere
adeguatamente informato.
Destinatari
alunni/e dai 13 ai 19 anni
Percorso
due o tre incontri di due ore ciascuno,
l'ultimo al supermercato.
Quando e dove
Gennaio 2012
Milano, centro commerciale Bonola, via Quarenghi
Aprile 2012
Brescia, via Mantova
Troppi adolescenti e giovani approcciano con eccessiva disinvoltura le accattivanti bevande anche
fortemente alcoliche, spesso frutto di un marketing studiato proprio per questo target, assolutamente inconsapevoli o addirittura disinteressati
dei pericoli contingenti e dei danni permanenti a
cui rischiano di andare incontro. Con questo percorso si avvia una riflessione sulle motivazioni
comportamentali e sulle abitudini alimentari dei
ragazzi rispetto ai consumi di bevande alcoliche:
una proposta di prevenzione dell’abuso.
Obiettivi
• Sfatare molti luoghi comuni, proposti dalla
cultura di appartenenza e dalla pubblicità,
attraverso un forte coinvolgimento dei ragazzi
nell’osservare prima di tutto le loro scelte in
vista del proprio piacere e della propria salute.
• Coinvolgere i ragazzi in indagini di gruppo
su ciò che a loro piace o non piace per valutare
insieme gli effetti sulla salute delle loro
abitudini in materia di cibo e bevande.
• Far crescere la consapevolezza
dell’importanza di scelte di consumo ragionate.
Destinatari
alunni/e dai 13 ai 19 anni
Percorso
due incontri uno dei quali presso il supermercato
Quando e dove
Novembre 2011
Sesto San Giovanni Centro Sarca
Aprile 2012
Brescia, via Mantova
Il peso dei miei consumi
Ambiti tematici:
stili di vita responsabili; etica e comportamenti
quotidiani; marketing e pubblicità; geografia
economica, globalizzazione e sostenibilità
ambientale; diritti di cittadinanza.
Il nostro pianeta stenta a sostenere il peso dei
consumi crescenti degli abitanti. Ogni anno il limite della “bancarotta ecologica” (overshoot) arretra.
Quest’anno il 21 agosto avremo già consumato le
risorse a disposizione per un intero anno. Nel 1995
il limite era il 23 novembre. In sostanza significa che
ci stiamo mangiando il capitale biologico accumulato in oltre 3 miliardi di anni di evoluzione della vita sul pianeta. Anche i cittadini sono chiamati a fare
la loro parte, mettendo in discussione stili di vita
poco sostenibili attraverso piccoli gesti quodiani.
Dal mare al banco
del pesce
Nelle nostre comunità il problema dello smaltimento dei rifiuti è all’ordine del giorno, tanto che a volte può costituire una vera e propria emergenza.
Nuovi modelli di consumo favoriti da un generale
aumento del benessere e una diversa struttura della rete di vendita, sono alcuni dei fattori che incidono significativamente sulla quantità e qualità
dei rifiuti prodotti.
Conoscere dove va a finire la nostra spazzatura
quotidiana può aumentare la consapevolezza del
problema e instaurare buone pratiche.
Allo stesso tempo, proprio il modificarsi dei nostri consumi ci impone una nuova attenzione nei
confronti della sostenibilità dei singoli prodotti
(ciclo di vita, analisi dell'impatto ambientale,
impronta ecologica...) e del corretto smaltimento di rifiuti “speciali” (pile, cellulari, computer...)
Il rifiuto, se ben gestito, può trasformarsi da problema in risorsa?
Obiettivi
• Conoscere la funzione degli imballaggi, i
materiali con cui sono fatti e ripercorre la storia
della loro evoluzione.
• Analizzare il ciclo di vita di un prodotto
“simbolo” in relazione al suo impatto ambientale.
• Porre attenzione sulla filiera del prodotto.
• Approfondire le buone pratiche che ci
consentano di ridurre, recuperare, riutilizzare
e riciclare i rifiuti.
• Imparare a fare scelte di consumo
più consapevoli.
Destinatari:
• Approfondire le buone pratiche
che ci consentano di recuperare, riutilizzare
e riciclare la carta.
• Promuovere un uso più responsabile
delle risorse.
Destinatari:
alunni/e dai 9 ai 19 anni
Percorso:
due incontri di due ore, uno dei quali al supermercato
Quando e dove
Febbario 2012
Brescia, via Mantova
Marzo 2012
Brescia, via Corsica
Cremona, via del Sale
Milano, centro commerciale Bonola
La corte della carta
in collaborazione con
e
alunni/e dai 9 ai 19 anni
Percorso:
due o tre incontri di due ore,
uno dei quali al supermercato
Quando e dove
Ottobre 2011
Novate Milanese Centro commerciale Metropoli
Crema, centro commerciale Gran Rondò
Novembre 2011
Bollate, via Vespucci
Pavia, viale Campari
Muggiò, via Repubblica
Gennaio 2012
Cinisello, via Garibaldi
Desio, via Borghetto
Febbraio 2012
Como, via Giussani
Pizzighettone, via Medaglie d’oro
Vigevano, v.le Industria
Marzo 2012
Brescia, Via Mantova
Cantù, Iper Mirabello
Varese, via Daverio
Vignate, Ipercoop Acquario
Voghera, v.le Repubblica
Aprile 2012
Bergamo, via dei Carpinoni
Cassano d'Adda, Strada statale 11
Maggio 2012
Cremona, centro commerciale CremonaPo
in collaborazione con
In occasione
dell’anno
internazionale
delle foreste
Attraverso installazioni particolarmente suggestive e laboratori dedicati, si affronta il tema delle possibilità di riciclo della carta.
Il laboratorio consente ai bambini di scoprire la
storia della carta, di realizzare fogli di carta riciclata, mettendo in campo manualità e creatività.
Obiettivi
• Scoprire l’origine ed il ciclo di vita di un
prodotto di uso quotidiano
• Promuovere un uso più responsabile
delle risorse
Destinatari:
alunni/e dai 7 agli 11 anni
Percorso:
Un incontro di circa due ore
Quando e dove
Maggio 2012
Milano, Pime via Mosé Bianchi, 94
Risparmia le energie
Un percorso per scoprire l’importanza dell’energia nella nostra vita quotidiana e il peso economico e ambientale della sua produzione.
Obiettivi
• Conoscere le diverse modalità di produzione
dell’energia.
• Acquisire consapevolezza delle complesse
problematiche connesse alla produzione.
• Valorizzare le buone pratiche quotidiane
per favorire il risparmio energetico.
Destinatari:
alunni/e dagli 8 ai 13 anni
Percorso:
due incontri, uno dei quali al supermercato
Quando e dove
Un mondo di carta
L’uomo e il mare: una relazione storica con elementi di forte criticità. Anche in questo caso, saperne
di più aiuta a scegliere, anche in un’ottica di sostenibilità ambientale.
Obiettivi
• Indagare sull’importanza dell’ambiente
marino come fonte di risorse alimentari.
• Riflettere sui rapporti tra salute del mare e risorse
biologiche.
• Favorire comportamenti sostenibili rispetto
al consumo di prodotti ittici.
• Porre attenzione ai temi del commercio globale.
Ogni anno scompaiono dagli 11 ai 15 milioni di ettari di foresta naturali.
L’Onu ha dichiarato il 2011 anno internazionale
delle foreste per promuovere un’azione globale
per la gestione, conservazione e sviluppo di tutti i tipi di foreste minacciate da inquinamento atmosferico, incendi, attacchi di parassiti ma
soprattutto dal taglio distruttivo ed illegale, dalla conversione in pascoli e piantagioni, dallo sfruttamento minerario e petrolifero e dal riscaldamento
globale del pianeta.
Obiettivi
• Analizzare il ciclo di vita di un prodotto
di largo consumo.
• Porre attenzione sulla filiera del prodotto.
• Conoscere i marchi e le certificazioni ambientali.
II
Dicembre 2011
Milano, p.zza Lodi
Gennaio 2012
Milano, via Arona
16-07-2011
13:52
Pagina III
Cibo, culture, identità
Ambiti tematici:
Identità, geografia e scambi, cultura dell’incontro
e del dialogo
Pulcinella
e il Mediterraneo
Una storia grande
come il mare
Ogni nostro piccolo gesto è fatto d’acqua. Un viaggio immaginario dalle origini del mondo passando per gli antichi egizi e il Nilo, i greci e la mitologia
classica, i romani e i loro acquedotti fino ad arrivare ai noi e alle nostre abitudini.
Attraverso l’utilizzo di una scenografia i ragazzi
approfondiranno le loro conoscenze sull’acqua e
la relazione fra acqua e sviluppo.
Obiettivi
• Riflettere sull’importanza dell’acqua per la
vita, per la salute e per l’evoluzione del mondo
• Incentivare un uso responsabile della risorsa
Destinatari:
alunni/e dagli 8 ai 10 anni
Percorso:
un incontro di due ore al supermercato
Quando e dove
Ottobre 2011
Novate, centro socioculturale via Stelvio
Novembre 2011
Sesto San Giovanni, Viale Italia
Acqua
di casa mia
In Italia l'attenzione all'uso della risorsa idrica è
scarsa: negli acquedotti si spreca in media un terzo del volume trasportato e nelle case prevalgono
comportamenti disattenti (dopo gli Stati Uniti, l'Italia è il paese che consuma più acqua pro-capite).
Il fatto che l'acqua in Italia sia tra le meno care
d'Europa ne accredita la percezione che sia una
risorsa illimitata. A livello mondiale, nell'arco del
ventesimo secolo, la quantità a disposizione di
ogni essere umano è diminuita del 40%: oggi consumiamo più di quello che il ricarico naturale delle falde ci fornisce.
Il consumo di acqua in bottiglia ci vede ai primi
posti nel mondo, ma per l'imbottigliamento e il
trasporto su gomma di 100 litri acqua per 100 km,
si producono emissioni almeno pari a 10 kg di anidride carbonica, a cui va aggiunto, sotto il profilo ambientale, l'impatto dello smaltimento di
tonnellate di plastica.
Comprendere il valore dell’acqua, acquisire consapevolezza e responsabilità nel suo consumo
e utilizzo, è quindi oggi tema di grande rilevanza sociale.
Obiettivi
• Approfondire la conoscenza dei diversi utilizzi
delle risorse idriche
• Riflettere sull’acqua come merce
• Porre attenzione sulla filiera del prodotto
• Promuovere comportamenti responsabili
nell’utilizzo quotidiano
• Riflettere sui dati della distribuzione dell’acqua sul pianeta, sui processi di privatizzazione in atto e sulla sua universalità come diritto
alla vita
Destinatari:
traverso leggende, racconti a tema e, con i più
grandi, giochi di ruolo, riflettiamo sul viaggio del
cacao e sulle caratteristiche degli scambi di questo prodotto introducendo anche la tematica del
commercio equo e solidale.
Scu
o
e la
Cib
o
Una grande mostra-scenografia creata per Coop
da Emanuele Luzzati, indiscusso maestro dell’illustrazione internazionale. Una coloratissima
struttura, una porta nascosta e numerose suggestioni per un’animazione dedicata al cibo quale
veicolo di cultura e mediazione culturale.
Obiettivi
• Stimolare la conoscenza dei legami e delle
radici comuni delle culture del Mediterraneo
attraverso il cibo
• Incoraggiare la cultura del dialogo e della
collaborazione fra popoli
Destinatari:
alunni/e dai 6 agli 11 anni
Percorso:
un incontro di due ore al supermercato
Quando e dove
Gennaio 2012
Crema, centro commerciale Gran Rondò
Aprile 2012
Milano, centro commerciale Bonola
Obiettivi (graduati a seconda dell’età
dei partecipanti):
• Imparare a distinguere il cioccolato
dai prodotti al gusto di cioccolato
• Fornire elementi conoscitivi sulla genesi
del cacao attraverso attività ludico-sensoriali
• Conoscere origine e lavorazione del cacao
riflettendo sul suo commercio
• Introdurre alcuni elementi di conoscenza
del commercio equo
Destinatari:
alunni/e dai 5 agli 11 anni
Percorso:
due incontri di due ore, il primo al supermercato
alunni/e dai 9 ai 19 anni
Quando e dove
Percorso:
Ottobre 2011
Cremona, via del sale
Novembre 2011
Brescia, via Corsica
Marzo 2012
Sesto San Giovanni, centro Sarca
Aprile 2011
Laveno, p.zza Vittorio Veneto
Maggio 2011
Milano, via Palmanova
due o tre incontri di due ore ciascuno,
il primo al supermercato
Quando e dove
Novembre 2011
Como, via Giussani
Brescia, Via Corsica
Dicembre 2011
Bollate, via Vespucci
Gennaio 2012
Brescia, via Mantova
In collaborazione con Ambiente Parco è possibile
visitare la mostra interattiva Natur.Acqua
Febbraio 2012
Opera, via Diaz
Crema, centro commerciale Gran Rondò
Aprile 2012
Cinisello, via Garibaldi
Villasanta,P.zza Martiri Libertà
Viaggiatori responsabili
Nell’ambito del progetto “Turismo responsabile
in Burkina Faso” in collaborazione con Mowgli
e Associazione “Donne per le donne”
con il contributo di
Ambiti tematici:
sviluppo sostenibile, cooperazione internazionale,
turismo responsabile
Il tema della sostenibilità dello sviluppo è oggi
di grande attualità. Un corretto uso delle risorse e il protagonismo delle comunità locali nelle
scelte di sviluppo sono elementi centrali della
sostenibilità.
Il turismo può rappresentare un fattore di sviluppo? Desiderio di conoscenza delle comunità
locali, della loro cultura e delle loro problematiche, ma anche la presa di coscienza del valore del
viaggiare come accrescimento culturale personale e come attività utile ad uno sviluppo economico sostenibile, sono gli aspetti che verranno
affrontati in questo percorso che ci porterà a “mettere la testa in valigia....”.
Da un'esperienza ormai ventennale di cooperazione internazionale con i Gruppi di Villaggio in
Burkina Faso, alcuni spunti per analizzare le buone pratiche applicabili anche in altri contesti (difesa del suolo, micro-attività artigianali, valorizzazione
della cultura locale...).
Obiettivi
• Analizzare il rapporto tra sviluppo sostenibile
e corretto uso delle risorse
• Valorizzare luoghi, culture, comunità
protagoniste del proprio sviluppo
• Approfondire le pratiche di democrazia
partecipata ed esperienze positive di
cooperazione internazionale
• Promuovere la cultura e la pratica
del viaggiare in modo responsabile
Destinatari:
alunni/e dai 13 ai 19 anni
Prodotti del sud
consumi del nord
Tutti i gusti
sono giusti
Scu
o
e la
Cib
o
Il cibo e le abitudini alimentari come mezzo per
conoscere le diverse culture.
Obiettivi
• Conoscere meglio se stessi, le proprie radici
e la propria storia
• Conoscere altre culture a partire
dalle abitudini alimentari
• Conoscere e valorizzare la diversità
• Favorire lo sviluppo di una cultura
dell’incontro
Destinatari:
alunni/e dai 9 ai 14 anni
Percorso:
due incontri di due ore, uno dei quali al supermercato
Quando e dove
tre incontri di 2 ore ciascuno
III
Percorso:
tre incontri di due ore ciascuno, il primo e il secondo
in classe, il terzo presso il supermercato
Quando e dove
Comunicazione, identità,
economia globale
e diritti dei consumatori
Ambiti tematici:
moda, comunicazione, identità; economia globale
e diritti dei consumatori
Una moda mondiale
Consumiamo equo
Ambiti tematici:
gusto, cibo e cultura, interdipendenza economica,
commercio equo
Scu
o
e la
Cib
o
Quotidianamente consumiamo prodotti alimentari che provengono da altre parti del mondo. Il
cioccolato è uno di questi; utilizzando il supermercato come laboratorio didattico scopriamo
forme, colori e ingredienti di questo alimento. At-
Percorso:
alunni/e dai 13 ai 19 anni
Ottobre 2011
Brescia, via Mantova
Febbraio 2012
Milano, via Palmanova
Ottobre 2011
Desio, via Borghetto
Brescia, via Corsica
Novembre 2011
Milano, centro commerciale Bonola
Lodi, centro commerciale MyLodi
Gennaio 2012
Busto Arsizio, v.le Repubblica
Cremona, via del Sale
Febbraio 2012
Milano, via Arona
Milano, via Ornato
Maggio 2012
Crema, centro commerciale Gran Rondò
Malnate, via Marconi
Pianeta cioccolato
Quotidianamente consumiamo prodotti alimentari e indossiamo indumenti che provengono da
altre parti del mondo. Conoscere i luoghi e i soggetti della produzione, approfondire la rete di
commercio che li porta sulle nostre tavole e nei
nostri cassetti, ci permette di scoprire ed analizzare relazioni e rapporti economico-sociali complessi, nei quali ormai tutto il mondo è coinvolto.
Obiettivi
• Indagare la realtà del mercato globale
a partire dall’analisi dei propri consumi
• Comprendere e riflettere sui meccanismi
che sottendono lo sviluppo ineguale
• Introdurre elementi di conoscenza
del mercato equo e solidale.
Destinatari:
Intorno al mercato della moda ruotano interessi economici, significati simbolici, aspetti antropologici e
sociologici, meccanismi psicologici, nei confronti dei
quali il consumatore è spesso soggetto passivo.
A partire dai propri gusti e comportamenti, si affronta una riflessione sui meccanismi che guidano le scelte di consumo e sulle ripercussioni che
queste hanno sull’economia globalizzata.
Obiettivi
• Stimolare un confronto in merito ai gusti
ed al significato simbolico delle scelte
• Scoprire le altre culture a partire dalle
contaminazioni presenti nel mondo nella moda
le proposte
02 INTERNO LOMBARDIA
02 INTERNO LOMBARDIA
16-07-2011
13:52
Pagina IV
Legalità
e cittadinanza attiva
Le mani in pasta
Percorso di educazione
alla Cittadinanza e alla Legalità
democratica
In qualsiasi comunità sia essa scuola, famiglia,
gruppo dei pari, società, è indispensabile darsi
delle regole per garantire a ciascuno dei suoi membri uno spazio di dignità e di libertà personale nell’interazione costruttiva con gli altri. Non sempre,
questo principio è chiaro e condiviso da tutti.
Il percorso si propone di approfondire il legame
tra legalità, democrazia, sviluppo economico, convivenza civile. Formazione alla cittadinanza e alla
legalità democratica significa coerenza tra principi ed azioni, assunzione di responsabilità, condivisione di valori quali la dignità della persona e il
rispetto dell'altro, la libertà individuale, la tolleranza, la solidarietà, la giustizia, l'uguaglianza.
Conoscere e approfondire situazioni e testimonianze di impegno civile ci aiuta a dare concretezza ai nostri discorsi.
Anche con un pacco di pasta si possono diffondere semi di speranza e principi di legalità democratica.
Obiettivi
• Analizzare l’importanza delle regole come
strumento per una civile convivenza
• Riflettere sul significato del nostro essere
cittadini
• Analizzare il rapporto tra legalità democratica
e sviluppo economico e sociale dei territori
• Approfondire la conoscenza di esperienze che
quotidianamente si impegnano per affermare il
diritto al lavoro, alla libertà e alla democrazia
Destinatari:
alunni/e dai 13 ai 19 anni
Percorso:
• Conoscere i meccanismi del mercato mondiale
• Approfondire nuove filiere del tessile
che propongono modalità di produzione
più rispettose dell’uomo e dell’ambiente
Destinatari:
alunni/e dai 13 ai 19 anni
Percorso:
tre incontri di due ore ciascuno, il secondo dei quali
al supermercato
Quando e dove
Febbraio 2012
Milano, centro commerciale Bonola
Marzo 2012
Novate Milanese, centro commerciale Metropoli
Aprile 2012
Crema, centro commerciale Gran Rondò
in collaborazione con La Siembra Cooperativa Soc.
di Solidarietà
Spot e consumi
I consumi dei ragazzi e delle famiglie sono fortemente influenzati dai messaggi pubblicitari.
Ogni giorno un bambino italiano guarda mediamente 90 spot al giorno, tutti i giorni, nelle 3 ore
di fascia protetta. Importante quindi imparare a conoscere i meccanismi e i linguaggi della pubblicità per poter scegliere con la necessaria autonomia.
Obiettivi
• Riflettere sui comportamenti di consumo
quotidiano e sulle loro motivazioni
• Analizzare le principali caratteristiche
di spot televisivi e messaggi pubblicitari
in genere
• Evidenziare gli aspetti comunicativi
del prodotto
• Aiutare i ragazzi ad assumere comportamenti
di acquisto più consapevoli
Percorso:
due incontri di due ore, uno dei quali
al supermercato
Le classi interessate potranno proseguire il percorso per
giungere alla realizzazione di uno spot supportati da
operatori specializzati
In collaborazione con
Quando e dove
Ottobre 2011
Milano, via Ornato
Novembre 2011
Settimo Milanese, via Reiss Romoli
Gennaio 2012
Varese, via Daverio
Aprile 2012
Novate Milanese, centro commerciale
Metropoli
Maggio 2012
Legnano, via Toselli
tre incontri di due ore ciascuno, uno dei quali
al supermercato
me di cooperazione che coinvolgano famiglie, istituzioni e cooperative del territorio.
Obiettivi
• Prendere consapevolezza dei diritti umani
(e dei doveri connessi)
• Conoscere e riconoscere il proprio territorio
quale ambiente in cui si svolge la vita
di relazione del cittadino
• Facilitare le conoscenze storico-sociali
riferendole all’esperienza quotidiana
degli alunni
• Imparare a vivere il territorio quale
opportunità di scambio e avvicinamento
culturale tra le diverse generazioni
e popolazioni che lo abitano
• Saper formulare proposte connotate di senso
civico per la vita consapevole del proprio territorio
• Valorizzare le diverse abilità e le diverse
culture
Percorso:
i progetti selezionati potranno fruire di competenze
in campo animativo, teatrale e di conoscenza
del territorio a supporto delle azioni progettate
Tutti i progetti verranno raccontati
in una festa finale.
Bellacoopia: cooperare,
un’opportunità per il futuro
Nel panorama economico non sempre confortante, le imprese cooperative dimostrano di offrire una
valida opportunità di lavoro per i giovani e di sviluppo per le comunità. Gli incontri si propongono
di offrire agli studenti un approfondimento sulla
forma d’impresa cooperativa partendo dalle origini storiche per giungere alle diverse realtà presenti oggi nella realtà economica del paese.
La classe potrà poi sviluppare un’idea imprenditoriale da realizzare in forma cooperativa supportata da tutor qualificati.
Destinatari:
alunni/e dai 16 ai 19 anni
Percorso:
da cinque a dieci incontri in classe e in visita
a realtà cooperative
Quando e dove
Febbraio 2012
Sesto S. Giovanni, centro Sarca
Novate Milanese, centro commerciale Metropoli
Marzo 2012
Brescia, via Mantova
Aprile 2012
Crema, centro commerciale Gran Rondò
Cantù, centro commerciale Mirabello
Giocooperiamo:
tocca anche a noi
in collaborazione con La bella impresa,
Fondazione Roberto Franceschi Onlus
e Ecomuseo Urbano Metropolitano Milano Nord
Cittadini responsabili si impara ad esserlo da piccoli, quando si prende consapevolezza dei propri
diritti, ma anche dei propri doveri. Quando si prendono in carico, attraverso progetti condivisi,
problemi comuni.
Il progetto è aperto a tutte le scuole primarie e
secondarie di primo grado che vorranno affrontare un problema della scuola o del territorio e
organizzarsi per dare delle risposte attraverso for-
La libertà non è
uno spazio libero
in collaborazione con Fondazione
Franceschi onlus
La Costituzione italiana è la base su cui si è costruito il patto di convivenza civile, origine della
Democrazia in Italia. Conoscere quel patto, rinnovarlo e rinforzarlo per renderlo sempre più rispondente alla società, all’emergere di nuovi
soggetti sociali, bisogni e diritti. Proprio nello spirito con cui la Costituzione è stata scritta possiamo trovare le risposte ai problemi del presente.
Obiettivi
• Conoscere il patto fondativo della nostra
convivenza civile
• Sviluppare un confronto aperto sui diritti
e doveri del cittadino
• Avviare processi di cittadinanza attiva
e gestione partecipata delle problematiche
comuni
Destinatari:
alunni/e dai 16 ai 19 anni
Percorso:
due o tre incontri di due ore ciascuno
Per i percorsi “Viaggiatori responsabili”, “Giocooperiamo: tocca anche a noi”, “Bellacoopia” e “La libertà non è uno spazio libero”, gli insegnanti possono segnalare il loro interesse contattando la segreteria di Coop Scuola
Scheda di prenotazione (da ritagliare o fotocopiare)
Attenzione: si prega di compilare una scheda
per ogni classe e in ogni sua parte.
Verranno considerate prioritarie le richieste
pervenute entro il 31 ottobre.
Le richieste possono essere inoltrate
telefonicamente negli orari specificati
oppure spedite via e-mail ai recapiti
sopra indicati.
Per contatti e informazioni:
Coop Scuola tel. 02.66101754
[email protected]; www.e-coop.it
orari: dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30
Referente attività di Educazione al Consumo:
Daniele Dipace, Coop Lombardia-Settore soci
e consumatori. Viale Famagosta 75, 20142
Milano, [email protected]
Informazioni da fornire al momento della prenotazione
Istituto………………………………………..................................................................................................... Plesso……………….……………….........….....................................…………….………..............
le proposte
Indirizzo……………………………………………………………………………............................................................... Località..………………………….........………….........……………… CAP………....……..................
Comune.………………………...............………… Prov.……… Tel.….…………………………………… Fax.….…………………………………… E-mail scuola …………………........................................................…………
Referente progetto …………….............……………………....................…………………..................….. Classe....................... Sezione.….......…. Numero alunni...……… Tempo pieno
Sì No
Insegnante ……………………………………..............…………………………….........………….. Tel………………………....................…… E-mail……………...........…………….............................................…………….
Percorso scelto……………………………………………………..............................……………………………............................……………………...............................................................................................
Questi dati saranno utilizzati al solo scopo di permettere la prenotazione delle attività di Educazione al Consumo Consapevole di Coop Lombardia (in conformità con il decreto legislativo 30 giugno 2003 n°196
- Codice in materia di protezione dei dati personali)
IV
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il progetto Il cibo unisce, anche a scuola