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Enrico Mattei 1906 - 1962
“Operare in silenzio, con tenacia nell’interesse del nostro Paese,
ogni giorno un’ansia nuova ci sospinge, fare, agire assecondare
lo sforzo di questo nostro popolo che risorge. Noi abbiamo fiducia
nella Provvidenza Essa assiste sempre tutti; e assiste il nostro
Paese che fiorisce e si rinnova”
Enrico Mattei 1906 - 1962
Tratto da uno dei suoi ultimi discorsi e che può essere preso come Sua
testimonianza spirituale
edito a cura
apve - associazione pioniei e veterani eni
in occasione del 50° anniversario della scomparsa
27 ottobre 1962
Foto dell’Archivio Storico dell’Eni Testo di Francesco Guidi
Grafica DISE divisione e&p
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Enrico Mattei 1906 - 1962
Enrico Mattei
1906 - 1962
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Enrico Mattei 1906 - 1962
Enrico Mattei (1906 -1962)
II messaggio che ha lasciato alle nuove
generazioni dell’Eni
Il 29 aprile 1906 nasceva ad Acqualagna (Pesaro Urbino) Enrico Mattei,
il personaggio che ha segnato una svolta nella storia italiana degli
idrocarburi e che, con la creazione dell’Eni, ha permesso all’Italia di
entrare nelle strategie mondiali del Petrolio e del Gas.
Sono molte le iniziative prese per celebrare questo avvenimento.
Mattei ha permesso infatti all’Italia di dotarsi di una grande società
petrolifera, l’Eni, con un grande peso nelle strategie mondiali del petrolio
e del gas.
Un’ interpretazione restrittiva del Trattato di Pace nella seconda metà
degli anni quaranta non sembrava permettere, almeno inizialmente,
un’industria petrolifera nazionale ai maggiori paesi usciti sconfitti
dalla Seconda Guerra Mondiale: Germania, Italia, Giappone.
E’ stato così che in Germania (come anche in Giappone), dove non ci fù
un Mattei, il settore nazionale degli idrocarburi finì per decenni in balìa
delle compagnie straniere.
Solo negli anni Settanta incominciò ad affermarsi in Germania la VEBA
partita però, con diversi decenni di ritardo. Altrettanto è avvenuto in
Giappone.
Così questi due grandi paesi, pur essendo al top dell’industrializzazione
mondiale, non hanno ancora oggi una grande compagnia petrolifera
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Enrico Mattei 1906 - 1962
Al di là delle tante cerimonie e dei libri realizzati per l’occasione,
l’associazione pionieri e veterani eni (apve) vuole ricordarlo con questo
breve opuscolo che intende riassumere per le nuove generazioni
soprattutto quelle caratteristiche di Enrico Mattei che sono alla base
della nascita dell’industria del gas naturale in Italia, con 30 anni d’anticipo
rispetto agli altri paesi dell’Europa Occidentale. Ha lanciato l’Eni tra i
maggiori gruppi intenazionali del mondo, operanti nell’Esplorazione,
Produzione, Progettazione, Sviluppo e Trasporto del Petrolio e del Gas.
Enrico Mattei 1906 - 1962
internazionale, in grado di recitare un ruolo da protagonista sullo
scenario mondiale degli idrocarburi.
Una cronologia degli episodi salienti della vita di Enrico Mattei
- 29 aprile 1906: Enrico Mattei nasce ad Acqualagna, (Pesaro
Urbino). Il padre, Antonio, era un brigadiere dei carabinieri, di origine
abruzzese, nato a Civitella Roveto (L’Aquila).Era salito agli onori della
cronaca per la cattura del brigante calabrese Musolino. Dette il nome
di Enrico al suo primogenito, come suggerito dalla nonna materna
del bambino, maestra d’asilo, in ricordo del protagonista del 1ibro
Cuore di De Amicis.
Il brigadiere Antonio, andato in pensione nel 1919, si spostò a
Matelica (Macerata) dove Enrico Mattei pose le radici.
- 1920: interrotti gli studi (si diplomerà successivamente in ragioneria)
incomincia a lavorare in piccole industrie a Matelica, fino ad arrivare in
una conceria, dove fà una rapida carriera.
- 1928: si trasferisce a Milano e si afferma come rappresentante di
una ditta di vernici. Fonda a Dergano (Milano) l’Industria Chimica
Lombarda. Compra a Matelica una casa per i genitori.
- 1936: sposa Greta Paulas, da Vienna.
- 1943: con la caduta del fascismo si accosta alla Resistenza attraverso
il prof. Marcello Boldrini, anche lui di Matelica, che insegnava
Statistica all’ Università Cattolica di Milano.
- 1943-1945: entra nel Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia
(CLNAI) come rappresentante delle forze cattoliche.
­­- 30 aprile 1945: è nominato Commissario Straordinario
dell’AGIP,con1’indicazione del Governo di procedere alla sua
liquidazione.
- 1945-1948: Mattei rendendosi conto dell’importanza della scoperta
fatta dall’AGIP nel 1944 del grande giacimento di gas naturale di
Caviaga (Lodi), il primo di dimensioni notevoli dell’Europa Occidentale,
non liquida l’AGIP, ma la rafforza (divenendone successivamente il
Presidente), valorizzando le ricerche già avviate dall’ing. Carlo Zanmatti,
che diventò il suo principale collaboratore.
Procede nella ricerca del gas nella Pianura Padana e inizia a realizzare
una grande rete di distribuzione, attraverso la SNAM.
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Enrico Mattei 1906 - 1962
Arriva così a metanizzare progressivamente l’Italia, che diviene il primo
paese dell’Europa Occidentale a utilizzare il gas come fonte primaria di
energia. Avvia in Italia la costruzione di una moderna rete di distribuzione
di carburanti e di servizi per gli automobilisti, arricchiti da una rete di
motel e di ristoranti, che hanno modificato il panorama e il costume del
Paese.
- Dopo i1 1948, la ricerca di idrocarburi si estende progressivamente
alle altre regioni italiane, al di fuori della Pianura Padana, arrivando a
Ravenna (1952) e quindi in Adriatico. A partire dal 1959 affronta il tema
dell’offshore, per il quale l’Italia è la prima nell’Europa Occidentale.
- Febbraio 1953: il Parlamento italiano approva la costituzione dell
‘Eni, proposto da Enrico Mattei, che ne diviene il primo Presidente.
Nasce un gruppo integrato degli idrocarburi che, forte nella produzione
di gas in Italia, si estende rapidamente all’estero.
- Nel corso del 1954 rileva il PIGNONE di Firenze in stato di fallimento
e lo rilancia come NUOVO PIGNONE.
- Nel 1955 Mattei, entra in Egitto, espandendo l’Esplorazione e la
Produzione di olio e gas.
- Nel 1956 l’Eni di Mattei fonda l’AGIP NUCLEARE che progetta, con
l’aiuto di una Società inglese, la prima centrale nucleare italiana a Latina,
completata ne1 1962.
- Nel 1957 Mattei firma i primi contratti all’estero in Egitto e Iran, con Ia
formula innovativa che impegna i paesi produttori come partner nella
ricerca e nello sviluppo dei giacimenti di petrolio e di gas.
- Nel 1958 e fino al 1962 costituisce società in Marocco, Sudan, Libia,
Tunisia e Nigeria.
- 27 ottobre 1962: Enrico Mattei muore in un incidente aereo a
Bascapè ( 20 km a Sud di Milano).
Enrico Mattei 1906 - 1962
Riportiamo le conclusioni della II Indagine sull’incidente di Bascapè
del PM Calia del Tribunale di Pavia conclusasi nel Marzo 2003 e un
articolo del Prof. Firrao
1. LA CADUTA DELL’AEREO MORANE SAULNIER 760/B PARIS
I-SNAP, CON A BORDO ENRICO MATTEI, WILLIAM MC HALE E
IRNERIO BERTUZZI È STATA CONSEGUENZA DIRETTA DI UN
SABOTAGGIO
L’indagine tecnica, confortata dalle testimonianze orali e dalle
prove documentali raccolte, in assenza di evidenze contrarie, permette
di ritenere inequivocabilmente provato che l’I-SNAP è precipitato a
seguito di un esplosione limitata, non distruttiva, verificatasi all’interno
del velivolo.
2. È infatti provato che:
- a bordo dell’I-SNAP si è verificata un’esplosione;
- l’esplosione si è verificata durante il volo e non in coincidenza o
dopo l’impatto col suolo;
“ Le fonti di prova raccolte dimostrano che l’aereo a bordo del quale
viaggiavano Enrico Mattei, William Mc Hale e Irnerio Bertuzzi, venne
dolosamente abbattuto nel cielo di Bascapè la sera del 27 ottobre
1962.
Il mezzo utilizzato fu una limitata carica esplosiva, probabilmente
innescata dal comando che abbassava il carrello e apriva i portelloni
di chiusura dei suoi alloggiamenti”. È infatti provato che: a bordo dell’ISNAP si è verificata un’esplosione; l’esplosione si è verificata durante il
volo e non in coincidenza o dopo l’impatto col suolo;
Il Prof. Firrao del Politecnico di Torino Dipartimento di Scienza dei
Materiali, incaricato dal Tribunale di Pavia, ha scritto per una rivista
americana:
“ l’aereo di Enrico Mattei, presidente dell’ente italiano idrocarburi, ENI,
mentre era in procinto di atterrare presso l’aeroporto di Milano Linate
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A quel momento l’AGIP produce in Italia 7 miliardi di metri cubi di gas
all’anno, mentre gli altri paesi europei hanno produzioni e consumi
insignificanti che diverranno consistenti solo dopo gli anni Settanta,
con l’entrata in produzione dei giacimenti dell’Olanda e del Mare del
Nord. Contemporaneamente iniziano le importazioni di gas dall’Unione
Sovietica.
L’Italia nel l962, alla morte di Mattei, ha una rete di metanodotti SNAM il
cui sviluppo è di 6.000 km: è terza nel mondo, dietro Stati Uniti e Unione
Sovietica. Oggi, andando avanti su quello slancio, ha superato i 32.000
km.
Alla rete stradale di distribuzione in Italia, si vanno affiancando le reti
AGIP nei Paesi europei e 1’ ingresso nei mercati extraeuropei.
All’estero la produzione di olio è limitata a Egitto (equity 3,3 milioni
di tonnellate l’anno) e Iran (700.000 t/anno). Erano state però gettate
le basi per produzioni ben più consistenti, con l’ingresso in Libia,
Tunisia e Nigeria, nei quali 1’Eni era riuscita a entrare, grazie alla formula
di Enrico Mattei, nei primi anni Sessanta.
Le scoperte in questi paesi avvenivano subito dopo, mentre si ampliavano
quelle già fatte in Egitto e in Iran. Nei primi anni Settanta l’equity di olio
dell’AGIP era di 15 milioni di tonnellate l’anno (300.000 b/g).
Molti di quei giacimenti sono ancora in produzione: Belaym e Abu Madi
(Egitto), Bu Attifel (Libia), El Borma (Tunisia), Ebocha - Mbede (Nigeria).
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Enrico Mattei 1906 - 1962
il 27 Ottobre 1962 si schiantò al suolo a causa di un incidente allora
inspiegabile.
L’indagine riaperta più di trenta anni dopo ha richiesto un completo
riesame delle teorie sulle deformazioni macroscopiche e del reticolo
in metalli sottoposti ad onde ad alta velocità emanate da una piccola
carica esplosiva.
Vari tipi di cambiamenti micro e macro strutturali sono infatti indotti
da un’esplosione e dai risultanti sforzi di taglio che insistono sui metalli
stessi.
A livello microstrutturale si possono osservare bande di scivolamento
o geminazioni meccaniche indotte dalle onde di pressione scatenate
dall’esplosione
Le intuizioni di Enrico Mattei
Enrico Mattei 1906 - 1962
Esaminare le intuizioni di Enrico Mattei, è una chiave di lettura della sua
vita professionale, che é giusto riassumere nel cinquantesimo della sua
scomparsa quando il suo lavoro può essere analizzato alla luce dei fatti
sconvolgenti che sono avvenuti e avvengono nel settore petrolifero su
scala mondiale.
Qui infatti è sempre più serrata la ricerca delle fonti di energia, delle
quali il petrolio e i1 gas costituiscono la parte preponderante: quasi il
65 %.
Molti dei conflitti degli ultimi 50 anni, hanno la loro origine proprio nel
controllo delle fonti di energia, come del resto è confermato dalle
tensioni che dominano in Medio Oriente e nella regione del Golfo in
particolare.
La vita industriale di Mattei è stata tutta una serie di intuizioni delle quali
ha tratto vantaggio l’Italia che, grazie ad esse, si è potuta inserire nelle
grandi strategie mondiali degli idrocarburi. Ci limitiamo a elencare le
due principali: i1 Gas Naturale e la partecipazione dei paesi produttori
alle attività di Esplorazione e Produzione.
Segnaliamo inoltre lo sviluppo competitivo del settore della raffinazione
e distribuzione di molti Paesi europei ed extraeuropei con la creazione
di una nuova originale cultura d’impresa nelle relazioni industriali e
nel dialogo con le realtà sociali.
il Gas Naturale
Mettiamo questa forma di energia per prima, perché è stata proprio
l’intuizione della sua futura importanza, che ha permesso a Mattei di
gettare le basi dell’AGIP moderna e della SNAM, che hanno fatto da
trampolino di lancio per la creazione e lo sviluppo dell’Eni.
Mattei intuì nel 1945, quando incominciò a occuparsi di idrocarburi,
che i consumi di gas naturale, allora insignificanti, sarebbero decollati,
quando ce ne sarebbe stata disponibilità, divenendo una delle fonti
principali di energia.
Oggi il gas naturale rappresenta il 23% dei consumi energetici, contro i1
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41% del petrolio, il 25% del carbone e 1’11% del resto delle altre fonti:
idro - geo - nucleare. E c’e chi dice che il gas potrebbe fra 20 anni
superare i1 petrolio, se non interverranno nel frattempo altre fonti di
energia.
A metà degli anni Quaranta il gas naturale come fonte di energia
in Europa era a livelli trascurabili. Negli Stati Uniti, già allora grande
produttore, veniva invece utilizzato ma soprattutto vicino alle zone di
produzione.
Nell’Europa Occidentale l’impiego del gas naturale era pressoché
sconosciuto, perché non ne erano state scoperte quantità di dimensioni
commerciali. L’industria utilizzava come fonti di energia, oltre al carbone
e all’idroelettrico, il petrolio e i suoi derivati, mentre per gli usi domestici
si utilizzava il cosiddetto gas di città, che era un prodotto della
distillazione del carbone fossile (coke).
D’altro canto mancavano le tecnologie per i grandi trasporti del gas dai
luoghi di produzione a quelli di consumo. Cioè dai deserti africani e del
Medio Oriente alle zone industrializzate dell’Europa. Mentre non esisteva
ancora la ricerca offshore e quindi non c’erano state le scoperte del Mare
del Nord.
ll gas naturale che veniva scoperto nel corso della ricerca petrolifera,
in quanto si trova spesso associato con il petrolio o comunque in
strutture di tipo analogo, restava inutilizzato, se non c’era la possibilità
di un uso sul posto o nelle vicinanze. E questo avveniva di frequente, in
quanto la maggior parte dei paesi produttori erano in zone scarsamente
industrializzate.
La scoperta di Caviaga
Iniziata nel 1926 con la creazione dell’AGIP la ricerca petrolifera in
Italia in modo sistematico, questa non aveva avuto successo fino ai
primi anni Quaranta per la difficile geologia del sottosuolo italiano e
la mancanza di sistemi geofisici adeguati per individuare strutture
favorevoli all’accumulo di idrocarburi.
Il metodo della sismica a riflessione fu introdotto nella ricerca petrolifera
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Enrico Mattei 1906 - 1962
I precedenti
Enrico Mattei 1906 - 1962
alla fine degli anni Venti del secolo scorso negli Stati Uniti e fu subito un
successo, diminuendo drasticamente il numero di pozzi sterili. A metà
degli anni Trenta, operavano negli Stati Uniti 500 gruppi sismici.
L’Europa però era lontana e la ricerca petrolifera languiva, proprio per
1’elevato numero di pozzi sterili.
Fu merito dell’ing. Tiziano Rocco, Capo del Servizio Geofisico dell’AGIP
alla metà degli anni Trenta, che convinse la Direzione della Società a
provare questo sistema in Italia, facendo venire un Gruppo Sismico della
Western Geophysical Company, una delle maggiori società geofisiche
americane, di proprietà di Henry Salvatori, un italo americano di Tocco
Casauria (vicino Pescara), emigrato con la famiglia negli Stati Uniti
all’inizio del secolo scorso.
II gruppo sismico arrivò a Genova nel gennaio 1940 e iniziò i rilievi
vicino Lodi nel giugno di quell’anno. A Caviaga fu individuata subito
una struttura.
Carlo Migliorini, che era allora responsabile dell’Esplorazione dell’AGIP,
insieme a Tiziano Rocco, ubicarono il pozzo di Caviaga 1 che iniziò la
perforazione nel maggio 1943.
La perforazione trovò notevoli difficoltà logistiche per la guerra che si
stava sempre più avvicinando alla Pianura Padana. II 25 luglio 1943
era caduto il regime fascista e 1’8 settembre l’Italia si ritirò formalmente
dalla guerra, avendo chiesto e ottenuto l’armistizio. Tutta l’Italia del Nord
fù però occupata dai tedeschi.
Immaginabili le conseguenze per le attività di perforazione al Caviaga 1
che durarono un anno, arrivando alla scoperta del giacimento omonimo
di gas, nel maggio 1944.
II pozzo fù messo subito in produzione con il gas che alimentava le auto
a metano, mentre la gasolina che era prodotta insieme al gas, veniva
utilizzata come benzina direttamente nelle macchine.
Non fu possibile perforare altri pozzi per confermare la scoperta.
Lo impedì l’avvicinarsi della guerra alla Pianura Padana. Ma dalla
produzione di quel pozzo, tenuto in continua erogazione per un anno, si
vide che la pressione a testa e a fondo pozzo si manteneva costante: un
segno che si trattava di un giacimento dalle riserve notevoli.
Successivamente si stabilì che le riserve iniziali erano di 12 miliardi di
12
metri cubi di gas. Prima di allora i giacimenti scoperti avevano riserve
massime solo di una decina di milioni di metri cubi ciascuno. Caviaga
era mille volte maggiore. Ancora oggi il giacimento è in produzione,
estrae 25.000 metri cubi/giorno che vengono immessi nella rete di Lodi.
L’Italia del Nord fu liberata dai tedeschi il 25 aprile 1945. Il 30 aprile
Enrico Mattei fu nominato dal Governo Italiano (Primo Ministro Ferruccio
Parri) Commissario Straordinario dell’AGIP con un mandato di sei mesi,
entro i quali avrebbe dovuto liquidare la Società.
Si rese però subito conto che il futuro dell’AGIP poteva essere diverso
dopo la scoperta di Caviaga. L’ing. Carlo Zanmatti, che era stato con
l’AGIP fin dal 1927, gli fece un quadro della situazione completa delle
possibilità future della ricerca di idrocarburi in Italia.
La scoperta del giacimento di Caviaga e l’individuazione da parte del
gruppo sismico che aveva proseguito i suoi rilievi, di altre strutture, faceva
intuire che la Pianura Padana fosse un bacino ricco di idrocarburi. Si
trattava però per la maggior parte di gas naturale, una forma di energia
allora non molto apprezzata dall’industria e dai consumatori privati.
Mattei rischiò. Chiese al Primo Ministro Ferruccio Parri un’estensione
del suo mandato che gli permettesse la perforazione di un pozzo di
conferma a Caviaga e l’ottenne.
Quando il Caviaga 2 confermò la scoperta, decise che 1’AGIP sarebbe
sopravvissuta e anzi sarebbe diventata una grande società di ricerca e
produzione internazionale. Si trattava però di convincere la popolazione
e le industrie italiane della bontà dell’impiego del gas.
La rapida espansione della produzione e dei consumi
di gas in ltalia
Mentre l’AGIP si impegnava in una intensa campagna esplorativa per
scoprire e produrre altro gas ed eventualmente petrolio in Pianura
Padana e in altre regioni italiane, Mattei promuoveva una grande
campagna di sensibilizzazione per convincere i consumatori italiani dei
grandi vantaggi derivanti dall’uso del gas naturale, sia per gli impieghi
industriali, sia per quelli domestici.
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Enrico Mattei 1906 - 1962
L’arrivo di Mattei il 30 aprile 1945
Sviluppò la petrolchimica con l’utilizzo del metano nei due grandi
impianti di Gela e Ravenna.
Affiancava al gas, la campagna aperta in Italia con la pubblicità della
benzina italiana sotto il marchio di SUPERCORTEMAGGIORE.
Fu un compito arduo, perchè, oltre tutto, si andava contro interessi
consolidati. La bontà dell’impiego del metano- oggi scontato, anche per
le sue positive ricadute sull’ impatto ambientale- sessanta anni fa era
tutta da dimostrare. Ed è sempre difficile cambiare gli usi e le abitudini
della gente per indurla a utilizzare un’ altra fonte di energia, per lo
più sconosciuta, rispetto a quella
usata prima di allora. Sul
piano commerciale, la potente benzina italiana doveva poi competere
con la concorrenza dei tradizionali marchi Esso, Shell e Bp.
Contemporaneamente Mattei, attraverso la SNAM, impostava un
programma per realizzare una rete di metanodotti che portasse il gas in
ogni angolo d’Italia.
Prima che questo arrivasse, lo anticipò con l’impiego dell’ AGIPGAS, il
gas di petrolio, liquefatto, utilizzato in bombole. Un mercato presto
dominato dall’Eni, fin dalla sua costituzione nel1953.
Enrico Mattei 1906 - 1962
La partecipazione dei paesi produttori alle attività di
upstream (Esplorazione e Sviluppo).
La formula Mattei che permise l’inizio dell’espansione
dell’Eni all’estero.
E’ stata la seconda grande intuizione di Mattei (dopo quella del gas
naturale), che ha permesso all’Eni di decollare nel campo internazionale,
iniziando a scoprire una quantità impressionante di giacimenti di olio e
di gas.
I proventi delle vendite del gas in Italia permisero infatti all’Eni
di lanciarsi all’estero. Mattei aveva subito compreso la necessità di un
imprimatur internazionale per potersi ingrandire.
Aveva cercato, sin dai primi anni Cinquanta, di entrare in qualche Paese
dell’Africa e del Medio Oriente. Ma aveva trovato la porta sbarrata dato
che le grandi compagnie anglo americane cercavano di mantenere
le loro posizioni di assoluto dominio in quei paesi. Queste compagnie
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Enrico Mattei 1906 - 1962
avevano solidi rapporti con i Governi dei paesi produttori che spesso
erano ancora allo stato coloniale o ne erano usciti da poco. Questi
rapporti erano basati su contratti che davano completa mano libera
alle compagnie straniere, prevedendo solo il pagamento alle autorità del
posto, di tasse e royalties sulla produzione di petrolio fino al 50% del
suo valore.
I paesi produttori non avevano però alcun coinvolgimento diretto nelle
attività petrolifere, limitandosi a partecipare solo al profitto.
Fu così che per fare breccia in un muro che sembrava invalicabile,
inventò la formula (passata poi alla storia come formula Mattei) che
permetteva ai paesi produttori di diventare partner fino al 50% delle
società petrolifere nello sviluppo dei giacimenti, una volta scoperti da
tali società.
Dato che inoltre era previsto il pagamento delle tasse sempre al 50%,
alla fine al paese produttore andava il 75% del profitto, mentre alla
compagnia straniera restava il 25%. Prima la divisione era 50 -50.
Era una proposta rivoluzionaria, infatti non solo i paesi produttori
aumentavano notevolmente il loro profitto, ma entravano nel business
petrolifero, da cui prima erano esclusi, acquisendo un’esperienza che
prima era loro negata.
Mattei propose e applicò questo contratto per la prima volta in Iran
nel1957. E lo finalizzò nei cinque anni successivi, in Egitto, Libia, Tunisia,
Sudan, Marocco, Nigeria. Le iniziative di penetrazione furono affiancate
da Mattei dalla realizzazione di reti commerciali che vendevano i
prodotti finiti in molti paesi, sotto il marchio del cane a sei zampe, che
aveva introdotto dal1952.
Le società dell’Eni hanno costruito e avviato a partire dagli anni 50
raffinerie in Marocco, Ghana, Tanzania, Tunisia, Congo, Zambia e Nigeria
e in 24 Paesi furono introdotte reti di distribuzione e depositi: Camerun;
Congo Brazzaville; Congo ex Belga; Costa d’Avorio; Dahomey (Benin);
Eritrea; Etiopia; Gabon; Ghana; Liberia; Libia; Madagascar; Marocco;
Nigeria; Repubblica Centroafricana; Sierra Leone; Somalia; Sudan;
Tanzania, Togo; Tunisia; Uganda; Zambia.
Precorse anche quì i tempi, perchè i paesi produttori, che si erano
consorziati nell’OPEC nel 1960, costrinsero nel 1974 con la forza le
compagnie petrolifere a cedere a loro almeno i1 51% del business
petrolifero, entrando così nelle operazioni.
La decisione fu presa in seguito a quella che fu la prima grande crisi
petrolifera, conseguente al blocco del Canale di Suez nella guerra fra
Egitto e Israele (ottobre 1973).
Crisi petrolifera che per l’Italia fu attenuata perché nel maggio 1974 la
SNAM inaugurava i due metanodotti che importavano gas dall’Unione
Sovietica (seguendo uno sviluppo impostato da Mattei) e dall’Olanda
contribuendo all’aumento dei consumi di gas in Italia. Ormai l’Europa
si avviava alla metanizzazione.
Mattei però non fece in tempo a vedere come la sua formula, che
rivoluzionava i rapporti con i paesi produttori, era stata applicata
dall’OPEC nel 1974. Perchè era morto undici anni prima.
Enrico Mattei 1906 - 1962
L’espansione del marketing dei prodotti petroliferi e il
simbolo del Cane a Sei Zampe
Mattei dette grande espansione al marketing dei prodotti petroliferi con il
ripristino e l’espansione delle raffinerie danneggiate dalla guerra (come
le raffinerie di Livorno e Bari ristrutturate dalla joint venture Eni - Esso),
con nuove realizzazioni (come la grande raffineria di Sannazzaro) e con
i nuovi criteri adottati nelle stazioni di servizio, divenute con lui veri e
propri punti di ristoro per gli automobilisti, oltre che di rifornimento per
le loro auto.
Introdusse anche nuovi criteri costruttivi, come l’impiego del cemento
armato precompresso per le pensiline (il primo esempio è stata la
stazione di servizio a Roma, nel quartiere di Ponte Milvio, vicino al Ponte
Duca d’Aosta nel1954).
Curava personalmente la pubblicità dei prodotti ed è stata sua l’idea di
adottare il simbolo del Cane a Sei Zampe, un capolavoro della
pubblicistica mondiale.
La simbologia è una delle espressioni più interessanti della psicologia
umana, perché attraverso di essa si possono inviare messaggi che vanno
al di là dei confini del tempo e dello spazio.
Il Cane a Sei Zampe, con la lingua di fuoco che esce dalla bocca, occupa
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certamente un posto preminente nei simboli delle società. Nato come
emblema delle benzine AGIP, è divenuto poi il logo del Gruppo Eni.
Merita che ci soffermiamo per una breve descrizione su come nacque e
sul suo significato.
Mattei decise di indire nel 1952 un concorso internazionale per scegliere
un simbolo per i suoi prodotti petroliferi. La Giuria era composta da
personaggi di grande rilievo, nell’arte e nelle comunicazioni:
Mario Sironi (pittore), Giò Ponti (architetto), Antonio Baldini ( scrittore
e critico letterario), Mino Maccari (scrittore e disegnatore), Silvio Negro
(giornalista). Segretario della Giuria: il giornalista Dante Ferrari (il Sole
che poi divenne Sole -24 Ore).
Il concorso ebbe un successo strepitoso. Furono presentati 4.000 bozzetti
e ci vollero 14 sedute della Giuria per scegliere i1vincitore. All’ unanimità
in una seduta conclusiva, nel settembre 1952, fu designato il Cane a Sei
Zampe.
Sul suo autore incominciò la ridda di ipotesi, i cui dettagli ancora oggi
non sono del tutto chiariti.
Il nome indicato di Giuseppe Guzzi non era infatti quello dell’ideatore
del bozzetto, ma solo quello del suo rifinitore e questo si seppe subito. Si
favoleggiò che dietro di lui ci fosse un noto artista che non voleva
apparire.
Dopo una decina d’anni si seppe che era lo scultore Luigi Broggini
(Varese 1908 - Milano 1983). Era stato fra i protagonisti delle arti
figurative italiane a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, del gruppo
di cui facevano parte Guttuso, Sassu, Migneco e Tassinari.
La volontà dell’autore di non comparire accanto al suo disegno vincente
e il fatto che per molti anni rimase sconosciuto, non permette di avere
una definizione ufficiale del significato di quel simbolo. Broggini inoltre
non ammise mai di esserne l’autore.
La certezza si è avuta solo dopo la sua morte, nel 1983, attraverso la
testimonianza del figlio, riportata dal giornalista Dante Ferrari, che era
stato il Segretario della Giuria del Premio.
Quando si fece il nome di Broggini, come suo effettivo autore, si parlò
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Enrico Mattei 1906 - 1962
Il concorso per la scelta del Cane a Sei Zampe
Enrico Mattei 1906 - 1962
anche di influenze nibelungiche, dato che la sua arte ha avuto anche
temi di carattere analogo. In effetti quelle fiamme che escono dalle
fauci del cane, possono far pensare a leggende di wagneriana memoria.
Il cane, secondo un’interpretazione che veniva data all’ufficio stampa
dell’Eni negli anni Cinquanta, rappresenta l’auto, mentre delle sei zampe,
quattro sono le ruote dell’auto e due le gambe del guidatore. Quasi
un’assicurazione che con quella benzina, il mezzo di locomozione
diventa più veloce possibile, grazie alla profonda simbiosi fra la macchina
e l’automobilista.
Come per tutte le opere d’arte, molte sono state le altre interpretazioni
date a questo simbolo.
Ci limitiamo a ricordare quelle che vengono dalla mitologia africana,
soprattutto in quella subsahariana, ma anche in quella greca e romana.
Dove nelle tradizioni, esistono animali con un numero di zampe
eccedente il normale, proprio per significare una forza non comune.
Ricordiamo che in Tanzania e in Kenia fra le statuette intagliate nell’arte
makonde è frequente vedere leoni e giaguari con sei zampe. In Nigeria,
nei bronzi del Benin, spesso l’artista disegna l’animale con un numero
di zampe superiore al normale, quasi a significare una potenza
soprannaturale.
Al Cane a Sei Zampe si affiancarono sui mercati il Gatto con la coda che
butta fuoco dell’AGIPGAS e il Serpente per gli olii lubrificanti, prodotti
per la prima volta dall’AGIP.
La nuova cultura d’impresa nelle relazioni industriali e
nelle aperture verso il sociale
Non fu un aspetto secondario delle innovazioni di Mattei, quello
riguardante i rapporti fra Azienda e Sindacati e le relazioni come le
realtà sociali con cui l’Eni veniva via via in contatto.
In uno scenario che caratterizzava l’Italia agli inizi degli anni Cinquanta,
con solo l’1% di laureati e il 90% di persone in possesso della sola licenza
elementare o di nessun titolo di studio, le relazioni industriali dell’Eni di
Mattei curarono lo sviluppo senza precedenti di risorse umane inserite
in nuovi processi produttivi.
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Enrico Mattei 1906 - 1962
Il rapporto con i Sindacati fu affidato da Mattei alla mediazione
dell’ASAP, 1’Associazione Sindacale delle Aziende Petrolchimiche
a Partecipazione Statale.
Nacquero negli anni Cinquanta l’Istituto Direzionale e Tecnico (IDET) e
poi la Scuola Superiore degli Idrocarburi (oggi Scuola Eni Enrico Mattei),
dove sono transitate centinaia di allievi dei Paesi del Terzo Mondo,
divenuti poi classe dirigente nei loro Paesi emergenti, verso i quali
l’apertura di un dialogo fu un obiettivo fondamentale della politica
di Mattei.
Negli stessi anni furono realizzate case aziendali in vari comuni d’Italia
a servizio dei luoghi di lavoro e, uno per tutti, l’esemplare villaggio di
Metanopoli.
Per il tempo libero e il sociale furono realizzate colonie marine e montane,
l’avveniristico villaggio di Borca di Cadore e i complessi alberghieri di
Pugnochiuso.
Con Mattei trovò spazio per la prima volta anche il problema ambiente
di lavoro, per cui superando il concetto di compenso del rischio, si
imponeva nei contratti sindacali la via della eliminazione del rischio
stesso.
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Conclusioni
L’ Eni ha oggi una produzione di olio e gas che supera 1,8 milioni
di barili di olio equivalente (boe) ed è ai primi posti fra i grandi gruppi
petroliferi mondiali.
Con la sua rete di approvvigionamento e distribuzione ha consentito
all’economia italiana di superare i momenti difficili delle crisi petrolifere
e di assicurare continuità di rifornimenti al Paese, anche quando
diverse compagnie straniere abbandonarono l’Italia.
Questo risultato, raggiunto sviluppando le direttive inizialmente
tracciate da Enrico Mattei, riassume meglio di qualsiasi discorso, il
giudizio da dare del Primo Presidente dell’Eni, di cui ricorre quest’anno
il cinquantenario della morte.
La sua visione dell’importanza del gas (prima nell’Europa Occidentale),
dell’adeguamento tecnologico e organizzativo, oltre alla necessità di un
dialogo con i paesi produttori, sono le caratteristiche fondamentali che
gli hanno fatto conquistare un posto di rilievo nella storia del petrolio del
XX secolo.
Oggi possiamo valutare in pieno la grandezza di quelle intuizioni che
rendono sempre più attuale l’opera di Enrico Mattei. Le cui radici sono
riassunte nella targa posta nel 2000 dai Pionieri AGIP e SNAM sulla
piazza di Caviaga, simbolo dello sviluppo del gas naturale italiano e
dell’Europa Occidentale, che qui riportiamo:
Enrico Mattei 1906 - 1962
II Comune di Cavenago d’Adda
I Pionieri e Veterani AGIP e SNAM
ricordano
ENRICO MATTEI
qui a Caviaga
dove l’AGIP scoprì nel Maggio 1944
il primo grande giacimento a gas dell’Europa Occidentale
Iniziò cosi lo sviluppo della rete dei metanodotti SNAM
Da Caviaga partì l’intuizione sul gas di Mattei
che creò l’ENI
permettendo all’Italia di entrare
nelle grandi strategie mondiali degli idrocarburi
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3 ottobre 1945 – Enrico Mattei riceve dal generale Mark Clark (GG SFA)
la medaglia di bronzo al merito per azione partigiana durante la guerra in Italia
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Enrico Mattei 1906 - 1962
25 aprile 1945 – i comandanti delle formazioni partigiane sfilano per Milano.
Enrico Mattei è il secondo da destra
Enrico Mattei 1906 - 1962
1950 – Enrico Mattei illustra il campo di Caviaga
1950 – Enrico Mattei con l’on.De Gasperi a Cortemaggiore
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1955 – Enrico Mattei al lago Anterselva sulle Dolomiti
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Enrico Mattei 1906 - 1962
1950 – Enrico Mattei con Carlo Zanmatti
Enrico Mattei 1906 - 1962
1955 – Enrico Mattei con l’on. Parri
1955 – Enrico Mattei con l’on. Einaudi
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1956 – Enrico Mattei incontra il presidente egiziano Nasser
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Enrico Mattei 1906 - 1962
1956 – Enrico Mattei con l’on. Gronchi
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1956 – Enrico Mattei consegna all’arcivescovo di Milano Mons. Montini (poi Papa Paolo VI) il plastico della chiesa
di Santa Barbara, che sarà costruita a Metanopoli, quartiere da lui voluto a San Donato Milanese
Enrico Mattei 1906 - 1962
1958 – Enrico Mattei con l’on. Fanfani
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Enrico Mattei 1906 - 1962
1957 – Enrico Mattei alla mensa della Nuovo Pignone
Enrico Mattei 1906 - 1962
1959 – Enrico Mattei incontra lo scià di Persia
1959 – Enrico Mattei con l’on. Antonio Segni e l’on. Emilio Colombo
visitano gli impianti di Ferrandina
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1962 – Enrico Mattei con alcuni suoi collaboratori alla centrale nucleare di Latina,
che sarà inaugurata nel 1963, pochi mesi dopo la sua scomparsa
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Enrico Mattei 1906 - 1962
1960 – Enrico Mattei alla posa della prima pietra dello stabilimento Anic di Gela
Enrico Mattei 1906 - 1962
1962 – Enrico Mattei con Vito Stefanoni all’aereoporto dell’Urbe (Roma)
Enrico Mattei – alcune sue “espressioni”
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Enrico Mattei 1906 - 1962
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