D O L C E R I E
164
Anno 4 - n° 27 - € 1,00
ATTUALITA’
A
G U C C I A R D E L L O
KI S
K ULTURA
INFORMAZIONE
18 ottobre 2008
SPORT & TURISMO
Marino Giuseppe
C.so Italia, 96 - ACIREALE
IL GIORNALE DEL TERRITORIO DELLE ACI
Davide contro Golia
Come avevo preannunciato durante la partita al mio caro direttore prof. Consoli, ha
avuto l'esito sperato come l'epico scontro tra Davide e Golia. Nessun l'avrebbe
detto, ma grazie alla bravura dell'estremo difensore biancoazzurro D'Antone, sicuramente migliore in campo, e ad un pizzico di fortuna, gli uomini di Venero Donzuso
hanno arraffato il bottino. E dire un che il prof. Consoli, in modo spavaldo, diceva
che sarebbe stata del tutto remota una possibile vittoria dell’Aci S. Antonio. E invece il gigante ha dovuto soccombere al più piccolo, causando malumori, che hanno
portato anche ad episodi di inspiegabile vandalismo, finita la partita, da condarmare fermamente. Per una volta abbiamo dimostrato che colui che è sicuro di vincere,
non sempre porta a casa la vittoria, anzi, spesso torna “a bocca asciutta''. Il pallone
è rotondo!
Giuseppe Finocchiaro
ph Studio Barbagallo
Il tuo “caro direttore'', anche se in modo apparentemente “spavaldo”, ma certamente “spiritoso'' aveva pronosticato una vittoria per i colori granata, memore di quel
“grande amore che mai si può scordar''; in cuor suo, però, e lo credeva veramente,
era consapevole che “quei giomi felici'' mai più torneranno. E' vero, verissimo, che
al cuor non si comanda ma alle volte anche il più fedele degli amori finisce. Tanti i
motivi che disamorano totalmente la passione... Prima ed ultima, nel mio caso, la
violenza che ha “coperto di vergogna'' la tifoseria (tifoseria è un eufemismo) e le ultime dirigenze che il dopo-Pulvirenti ha generato. L'ultima dirigenza, forse quella
seria, considerati i personaggi che l’hanno ricompattata e rilanciata al di là dei miseri risultati fino ad ora conseguiti, niente ha fatto per debellare il fenomeno - ma è un
fenomeno? - della delinquenza che impera attorno alla volenterosa compagine granata. Quindi, caro Giuseppe, ben venga l’applauditissimo portierino biancoazzurro
santantonese (nella foto) che ha parato tutto, anche l’impossibile, ben venga la
sconfitta che dovrebbe portare a decisioni tecniche, ma mal venga quella parte
(anche se minima, è sempre una parte considerevole!) di delinquenti - facinorosi,
che oscura pesantemente il lavoro onesto di chi si dedica allo sport puro e che
offende pesantemente una civilissima città intera, nel caso nostro, Acireale.
Turi Consoli
BENVENUTO, SIGNOR CAPITANO!
Il sindaco Nino Garozzo ha ricevuto il nuovo comandante della
Compagnia dei Carabinieri di Acireale, cap. Fabio De Rosa. In presenza
del vice sindaco Pietro Filetti e degli assessori Nives Leonardi, Antonino
Garozzo, Luciano Privitera, Giusepe Torrisi, il primo cittadino ha augurato al nuovo comandante un buon lavoro confermando i “sentimenti di
gratitudine all’Arma dei carabinieri per quello che ha fatto e farà” e la
“volontà di collaborazione senza confusione di ruoli, perché nessuno li
vuole, ma con la sinergia fatta di cose concrete a vantaggio dei cittadini
e del territorio. Un colloquio istituzionale che fa bene alla città e che agevola la prevenzione”. Il sindaco ha ricordato le pattuglie miste che spesso hanno controllato il territorio o l’impegno profuso dalle forze dell’ordine durante il periodo carnascialesco. Nino Garozzo ha augurato al cap.
De Rosa un “soggiorno lungo e proficuo dal punto di vista professionale
al neo comandante: questa è una città che offre la possibilità di lavorare
con serenità. Nessuno di noi nasconde il verificarsi di fatti delinquenziali
ma il senso di insicurezza manifestato o che potrebbero manifestare i
cittadini è certamente inferiore che in altri posti ed è altresì alto il desiderio di legalità. Una città che sa reagire e che sa stare al proprio posto
con senso di responsabilità. Acireale, peraltro ha già fatto scuola: quello
che adesso è Legge, noi lo abbiamo praticato e messo in atto da almeno tre anni, cioè la concertazione e collaborazione istituzionale tra le
forze di polizia e l’amministrazione pubblica”. Il cap. De Rosa, conversando con il sindaco, ha tra l’altro detto di essere “particolarmente orgoglioso del nuovo incarico in quanto quella acese è area particolarmente
sensibile ed importante oltre che prestigiosa della provincia di Catania.
Raccolgo il testimone passatomi dal cap. Ribaudo, ufficiale che so avere
lasciato un ottimo ricordo, estremamente positivo. Saluto con favore la
collaborazione istituzionale che in questa città e già in atto e che potrà
solo favorire la cittadinanza”. Al comandante dell’Arma, il sindaco
Garozzo ha regalato la spilletta con lo stemma della Città di Acireale. Il capitano Fabio De Rosa è nato a Napoli ed ha trentadue anni. Proviene
dai corsi regolari dell’Accademia Militare di Modena. Dopo l’iter formativo ha prestato servizio per quasi cinque anni al Settimo Reggimento
Carabinieri “Trentino Alto Adige” di stanza a Laives (BZ), reparto dell’Arma specializzato nell’impiego all’estero nell’ambito delle missioni di pace.
Durante tale periodo l’ufficiale ha svolto servizio in diversi teatri quali i Balcani e l’Iraq. Giunge ad Acireale dopo essere stato al comando per tre
anni e mezzo della Compagnia Carabinieri di Abano Terme, nota località in provincia di Padova.
ph Fabio Consoli
CINE FOTO CLUB GALATEA
CITTA’ DI ACI S. ANTONIO
XVII° INCONTRO D’AUTUNNO
CON LA FOTOGRAFIA
Domenica 2 novembre 2008 - Pro Loco - ore 8.30
2
Sabato 18 ottobre 2008
Ufficio Marketing e Pubblicità Akis - Franco Pulvirenti - tel. 328 8115194 - Grafica: MP - 347 1433135 - Foto: Nuccia Leotta
AKIS
Corso Savoia 111/c - 95024 Acireale - Tel. 095 7649095 - Tel./Fax 095 7647733 - [email protected]
INTERVISTA AL D.S. LORENZO MAROTTA
D. Lei è preside del Liceo Scientifico “ Archimede ”:
un Istituto di circa 1800 alunni, con due succursali,
una ad Aci Bonaccorsi e una al San Luigi. Quali i
problemi all’inizio di questo anno scolastico ?
R. “ Anche se ufficialmente dal 1° settembre, ho iniziato a lavorare alla soluzione dei tanti problemi già all’indomani della mia designazione, a metà del mese di
luglio. Due le questioni di maggiore criticità: la prima,
già nota, legata alla mancanza di locali rispetto al
numero delle classi; la seconda relativa al mantenimento e all’avvio della sede associata di Aci
Bonaccorsi, verso la quale molti genitori e alunni esprimevano riserve sull’efficacia dell’azione culturale ”.
D. Come le ha affrontate ?
R. “ Per il fabbisogno dei locali per la sede di Acireale
– lo scorso anno sono stati utilizzati come aule i laboratori ed anche locali impropri – ho interessato la
Provincia, trovando grande disponibilità negli Assessori
provinciali al Patrimonio e alla Pubblica Istruzione
Oliva e Ciampi, grazie anche a un decisivo personale
interessamento dell’On. Nicola D’Agostino. La
Provincia ha messo a disposizione, in tempi ristretti, i
locali del San Luigi per n. 7 classi “.
D. C’è stato qualche contestazione per la scelta
delle classi da destinare al San Luigi ?
R. “ Purtroppo sì, in modo irragionevole da parte di
una minoranza di genitori e di alunni. La scelta delle
classi da destinare al San Luigi è stata assunta non dal
Preside ma dal Consiglio di Istituto. Il Preside ha lavorato e lavora per il bene degli alunni, non risparmiandosi nella soluzione delle varie difficoltà “.
D. E per la sede di Aci Bonaccorsi ?
R. “ Questa è stata inaugurata dal Presidente della
Provincia, on. Castiglione, alla presenza di molte personalità politiche locali e nazionali. Per un piccolo
comune la nascita di un Liceo rappresenta un fatto
importante in termini culturali e sociali. Ma credo che la
vera scommessa, comunque, è quella di dare una
opportunità culturale in più agli alunni, magari attraverso borse di studio approntate dallo stesso Comune “.
D. Fin qui i problemi di edilizia e di gestione. Ma
sappiamo che Lei vuole scommettersi per un progetto scuola rispondente alle esigenze dei giovani
d’oggi. Ci vuole dire qualcosa ?
R. “ La scuola, specie quella del Sud, è stata messa
sotto accusa per l’insufficiente preparazione degli alunni e per l’inadeguata preparazione dei docenti.
Un’accusa che ritengo generica e ingiusta, anche se
non sfugge ad alcuno la necessità che la scuola recuperi per intero la sua vocazione naturale, che è quella
di formare intellettualmente e moralmente i giovani “.
D. In che senso ?
R. “ Nel senso che l’opera culturale e formativa della
scuola non può essere dispersa o compromessa da
una girandola di progetti, come se lo studio e l’impegno
per l’acquisizione delle conoscenze e delle competenze delle varie materie fossero secondari. Per questo,
assieme ai docenti, abbiamo definito delle linee guida
che riportino al centro dell’azione del Liceo la solidità
dei saperi culturali delle varie discipline, attraverso la
conquista paziente e critica dello studio e della rielaborazione critica personale dei giovani “.
D. Ma i giovani di oggi non sembrano interessati
alla cultura. Che cosa ne pensa ?
R. “ Io sono convinto che la crisi dei giovani sia innanzi tutto la crisi di noi adulti. L’avere rinunciato ad essere veri docenti, veri genitori, ha significato per i giovani
il venir meno di punti di riferimento certi ed importanti.
Questo, assieme ai falsi modelli offerti ogni giorno dalla
tv, ha creato il terreno per quel senso del “ niente “, di
cui i giovani più intelligenti sembrano avvertire tutto il
disagio ”.
D. Quali i rimedi per la Scuola, secondo Lei ?
R.” Innanzi tutto facendo in modo che i docenti ritornino ad essere persone colte, sottolineo l’aggettivo colto.
Non si può dare agli alunni ciò che non si ha. Da qui l’esigenza di ri-motivare la classe docente, mandando a
casa chi non sa o chi è stanco. I giovani hanno bisogno
di slancio, di persone capaci di dare loro il fascino e la
forza dell’utopia, quell’utopia che scommette su un progetto personale e professionale di largo respiro “.
D. Nel suo Liceo ci sono queste condizioni ?
R. “ Certamente. In questo primo mese di lezioni ho
avuto modo di apprezzare la serietà e la competenza
dei docenti e la serietà degli alunni. E’ un Liceo di qualità, non a caso gli standard sono quelli dell’eccellenza.
Se pure, a fronte dei mille problemi, personalmente
sono andato nelle classi per riassaporare il gusto del
dialogo culturale con gli alunni, che ho definito l’utopia
del futuro “.
D. Perché il suo è un ritorno all’Archimede ?
R. “ Sì. Sono stato docente in anni lontani e per me è
stata una vera emozione ritornarvi come Preside. Una
responsabilità che tuttavia mi dà forza per agire senza
ambiguità nel vero interesse dei giovani, cui mi sento
come docente/preside vicino “.
C.P.
Finalmente!
Finalmente! È quello che potrebbe esclamare l’ingenuo cittadino nell’ascoltare l’annuncio dell’imminente
riforma del sistema giudiziario italiano, trionfalmente
proclamato ai quattro venti dall’attuale presidente del
Consiglio dei Ministri. Finalmente - pensa sempre
l’uomo della strada - verranno risolti i veri problemi
che affliggono la “Giustizia” in Italia; problemi tanto
gravi da aver ormai incrinato il rapporto tra cittadini ed
istituzioni fino a fare percepire questo come un sistema in-giustizia (con la g minuscola): lentezza dei processi civili, inadeguatezza delle strutture e del personale giudiziario, carenza di fondi, contraddittorietà del
sistema sanzionatorio penale, ecc. ecc. “Gaudeamus
igitur!” Avrebbero potuto urlare con loro anche gli operatori del diritto. In realtà, di tutto ciò la legge di riforma non si occupa affatto, preoccupandosi invece, e
non è la prima volta, di risolvere le vicende giudiziarie
dell’attuale leader (conducator?) della maggioranza
parlamentare e dei membri del suo entourage. Un
anticipo di quello che verrà lo abbiamo avuto con la
famigerata legge “blocca-processi” che introduce un
principio di in-civiltà giuridica, attraverso il quale viene
garantita l’immunità, pardon l’impunità a coloro che
ricoprono le più alte cariche dello stato, rendendoli, in
pratica, “legibus soluti”, sciolti dal rispetto di qualunque norma. Roba da società di altri (tristi) tempi. Non è, poi, con continui attacchi alla magistratura che si risolvono gli annosi, profondi ed endemici problemi che affliggono pesantemente il sistema giudiziario italiano e che gettano nel discredito tutte le categorie di operatori ivi coinvolte (magistrati, avvocati, cancellieri, ufficiali giudiziari). E
neppure lasciando i nostri politici liberi di “lavorare” senza il timore di doverne rendere conto a chicchessia. In questo modo, seguendo la via segnata dal ministro Alfano (o da chi per lui), non avremo più magistrati che ficcheranno il naso nelle vicende dei potenti, non ci sarà più chi si occupi di indagare sulle magagne di chi ci governa.
Avremo, così, risolto il problema Giustizia? Credo proprio di no, soprattutto sotto il profilo della certezza della pena,
nel campo penale, e della ragionevole durata dei processi, in quello civile. Ma di tutto ciò la tanto sbandierata riforma non si occupa. La prima cosa, la più importante (per chi l’ha scritta) è eliminare i giudici “nemici”, gli odiati avversari politici “dichiarati”. Mentre, però, si discute di lana caprina oppure si adottano provvedimenti di facile resa propagandistica (es. in tema di immigrazione), presso gli Uffici del Giudice di Pace manca persino la carta per scrivere i verbali. I signori avvocati sono gentilmente pregati di portarla da casa, la carta; ma non quella igienica, dato
che in alcuni tribunali (leggi Acireale) non è loro consentito avervi accesso. I problemi della Giustizia non sono,
ovviamente, e non possono risolversi nei problemi giudiziari di qualcuno, ma coincidono con le disfunzioni del sistema, che ingenera sfiducia del cittadino verso le istituzioni (teoricamente) gius-dicenti. Ma di quale Giustizia stiamo
parlando? Quale “giustizia” può rendere un sistema ormai al collasso, in cui un avvocato, a Catania, si vede fissata, oggi, la prima udienza di una causa presso il Tribunale del Lavoro nel 2013, oppure riesce nell’impresa di concludere una causa di divisione giudiziale in otto anni o ancora sente fissarsi un’udienza di rinvio, in Corte di Appello,
al febbraio del 2013? “Che giustizia è questa?” “A che pro questo sfacelo?” si domanda, giustamente indignato, il
cittadino. Non sarà questa, forse, una mossa abilmente studiata per giustificare una prossima “privatizzazione”
della Giustizia? Dopo Ferrovie, Poste, Enel e servizio acquedotto non mi sembra il caso neppure di provarci…
Cervantes
KIWANIS - INSEDIAMENTO LGT.GOV. DIV. SICILIA 2
Nei giorni scorsi, alla presenza delle più alte cariche Kiwaniane della fondazione Europea: il presidente Daniel
Vigneron, il vicepresidente Gianfilippo Muscianisi, nonché del segretario distrettuale dott. Ninni Giusa, di numerosi ospiti ed autorità, presso i saloni di un noto albergo dell’interland acese si è svolta la cerimonia di insediamento del lgt. governatore della divisione Sicilia 2 del KIWANIS INTERNATIONAL distretto Italia, l’ing. Filippo Lizzio
del Club di Acireale, che succede al past lgt. della V divisione dott. Elio Garozzo del Club Catania Est. In un clima
di festosa e serena armonia sono state illustrate le finalità del KIWANIS INTERNATIONAL indirizzate allo sviluppo socio-culturale del territorio ed al service, soprattutto a favore dei bambini. Obiettivi da raggiungere con la concretezza dei fatti e non solo a parole, come più volte sottolineato, durante il suo intervento, sia dal presidente europeo Daniel Vigneron, che dal lgt gov. appena insediato ing. Filippo Lizzio. La cerimonia è proseguita con altri tre
passaggi di consegne: quello di Acireale dove il dott. Ignazio Mannino è succeduto nella carica di presidente al
rag. Dario Miraglia. Il Club del Catania Est dove il dott. Epifanio Giuffrida è subentrato al presidente uscente dott.
Salvatore Garraffo ed il Club KIWAJUNIOR di Acireale dove al posto del geometra Gianfranco Lizzio è subentrato l’ing. Sebastiano Pulvirenti. Quest’ultimo passaggio delle consegne è avvenuto alla presenza di una delle più
alte cariche della organizzazione del KIWAJUNIOR, il lgt. gov. della interdivisione C, Nunzio Peluso in rappresentanza del governatore distrettuale Giusy Caminiti.
C.P.
Lettere al Direttore
Gentile direttore,
con la seguente mi riferisco al trafiletto
pubblicato nella vostra ultima pubblicazione. E' noto che le strisce blu non sono mai state ben
viste dagli utenti stradali, ma è anche noto ( ovviamente per quelli che lo vogliono notare ) dei benefici che
possono portare alla cittadinanza. C'e' sempre un'agguerrita polemica su questo argomento, ma chissà perché nessuno si lamenta più del fatto che non si trovino
parcheggi. E' difatti grazie a questa iniziativa che la mattina riusciamo tutti a prendere il caffè al bar e comprare
addirittura giornale e sigarette prima di andare a lavorare. A questo punto mi viene da chiedere: era bello quando non si trovava parcheggio neanche a pagarlo ?
Scusate il doppio senso ma è d'obbligo! Si parla anche
di, cito testualmente, “ Speciale accanimento “. Ma l'accanimento di chi ? C'e' qualcuno che pensa che gli
addetti ai lavori percepiscano qualche forma di percentuale sui verbali ? Ovviamente chi prende un verbale (
tranne in qualche raro caso ) non ti dirà mai di essere
stato più di dieci minuti, ma nella maggior parte dei casi
inventerà scuse del tipo: l’ausiliare aveva l’orologio guasto, oppure che era andato via e poi tornato nello stesso punto (coincidenza?!?! ), oppure ancora che i 10
minuti gli toccano per legge e che l’ausiliare si è dimostrato troppo pignolo in quanto aveva ritardato appena
di 10 minuti ( sbaglio o abbiamo toccato quindi i 20
minuti ? ). Mi piace inoltre portare alla conoscenza di chi
lo ignora, che i famosi " 10 minuti di cortesia " non vengono concessi per legge (non esiste infatti legge al
riguardo ), ma bensì per dare la possibilità di effettuare
brevi soste o di andare semplicemente a comprare in
tutta pace e tranquillità il tagliando di pagamento. Fatto
sta che vuoi per una ragione, vuoi per un’altra, l’ausiliare del traffico è divenuto “ il nemico pubblico numero
uno “. Smettiamola quindi di beffeggiare il lavoro altrui e
pensiamo invece che quei ragazzi che vediamo tutti i
giorni fare avanti e indietro, è gente come altra, che
come tutti ogni giorno si alza e fa il suo lavoro senza
rubare niente a nessuno, senza accanirsi contro nessuno ma semplicemente tenendo la città più in ordine,
facendo trovare parcheggio a chi lo vuol trovare e
soprattutto dando da lavorare a tutte quelle piccole
realtà commerciale che nostro malgrado stanno via via
sparendo. Vi sembra forse poco ? Lascio inoltre sottointeso che si è tolto qualche disoccupato dalle nostre
strade, anche se questo importa a pochi. Un ultimo
appunto, e scusate se può passare come polemica. Il
famoso monopattino, altro non è che una “ Biga “,
mezzo alimentato elettricamente e quindi non inquinante. Questo mezzo viene utilizzato, al contrario di quello
che si possa pensare, non per perseguitare la gente ma
semplicemente per raggiungere tutte quelle zone che
non possono essere controllate come di giusto si deve
fare.Mi permetto inoltre di ricordare che, nel caso di Aci
S. Antonio, le strisce blu presentano un loro ufficio,
aperto al pubblico tutti i giorni escluso i festivi dalle ore
12 alle ore 13. Per tanto, tutti coloro che per qualsiasi
motivo volessero dei chiarimenti o semplicemente
pagare un verbale , possono usufruire di tale servizio.
Spero che queste righe possano essere di chiarimento
a quanti non avessero inteso il vero scopo delle strisce
blu e confido in lei, caro direttore, a che esse possano
raggiungere la gente con la stessa possibilità che le
grandi testate danno ai loro lettori, ossia la libertà di
parola e di pensiero. Grazie, Marchetti Daniele.
Rispondo personalmente alla cortese lettera del signor Daniele
Marchetti che, immagino, sia il responsabile ( strenuo difensore) dell’ufficio “strisce blu” di Aci S.
Antonio, del quale leggete sopra quanto inviatoci.
Nessun dubbio, e chi potrebbe averne, che le “strisce blu” abbiano (ri)sanato, in un certo qual modo,
la situazione viaria di alcune zone delle città (sia in
termini di viabilità che di comodità, come prendere
il caffè o comprare il giornale).Lo “speciale accanimento” di cui si contesta, in maniera garbata, per la
verità, quanto da noi sottoposto all’attenzione dei
lettori, viene da me personalmente notato, ogni
giorno, ad ogni ora del servizio, da parte di uno speciale conduttore di “Biga” (scherzosamente lo
abbiamo chiamato monopattino!). Il tale di cui
sopra, anche nelle ore in cui le strisce blu sono
desolatamente deserte, quasi preso da “sacro furore”, scorazza in lungo e largo per le vie della cittadina santantonese segnando e, giustamente, multando le auto ( o carrozze, mi spiego in seguito) che
avventurosamente si sono fermate nel fatidico spazio blu oltre i dieci minuti di tolleranza; tolleranza
che, è vero, non è prevista dalla legge ma che in
ogni comune viciniore è sopportata benignamente
dalle autorità preposte con una certa dose di eleganza e bonomia. Bene fa la ditta che gestisce il
servizio a dotare i propri “giovani” di mezzi non
inquinanti e facili da raggiungere tutte le zone “blu”
con una certa facilità, ma sarebbe anche bene che
la stessa ditta disponesse, sempre a termini di codice, l’uso del casco o “elmetto” per il conduttore (per
comodità lo chiameremo “centurione”), dell’eventuale assicurazione del mezzo usato (monopattino
elettrico o “Biga”). Pertanto, egregio signor Daniele
Marchetti, nessuno “speciale accanimento” verso
chi fa (bene o male) il proprio lavoro, ma soltanto
una sottolineatura – “libertà di pensiero e di parole”- verso chi potrebbe e dovrebbe fornire un servizio al cittadino che non sia vessatorio ed antipatico. Cordialmente. Turi Consoli
AKIS
Sabato 18 ottobre 2008
L’icona della Madonna della Vena e il monastero gregoriano
Risultati delle prime indagini scientifiche sulla pala e i problemi di datazione
Lo scorso 20 settembre, per iniziativa di Don Carmelo
La Rosa, parroco e rettore del Santuario di Vena , d’intesa con il Vescovo di Acireale e il sindaco di
Piedimonte Etneo, è stata organizzata una interessante conferenza-stampa su “I
misteri della theotokos glicofilusa” ovvero l’icona della
Madonna
della
Vena.
L’incontro, al quale hanno
preso parte anche molti
giornalisti, compresi i partecipanti allo stage della FISC
in corso a Siracusa, è stato
coordinato dal giornalista de
“La
Sicilia”
Giuseppe
Vecchio. Al fine di stabilire
l’età dell’icona (secondo la
tradizione risalente al VI
secolo, coeva al monastero
gregoriano), è stato dato
l’incarico ad alcuni esperti,
che hanno esaminato, con i
mezzi disponibili dell’attuale
ricerca scientifica di settore,
la tavola sulla quale è dipinta l’icona, che è spessa cm.
3 e di dimensioni 170 x 67.
L’analisi
finalizzata alla
datazione del legno è stata
effettuata con la tecnica
della misura del contenuto
di radiocarbonio su quattro
frammenti prelevati dal retro
del supporto ligneo della
stessa icona. L’esame è
stato condotto dal prof. Pier Andrea Mandò, professore
ordinario di Fisica Applicata nell’Università di Firenze e
direttore della Sezione INFN di Firenze. I quattro dati
emersi “sono assolutamente consistenti tra loro… Si
può concludere – scrive il prof. Mandò – “che il supporto ligneo risale a un periodo compreso fra i primi decenni dell’XI secolo e i primi decenni del XIII”. Il prof.
Giuseppe Maugeri, ordinario di Botanica Ambientale ed
Applicata nell’Università di Catania e la ricercatrice dr.
Roberta Castorina, a loro volta, attraverso l’analisi di
alcuni caratteri macroscopici e microscopici dei frammenti lignei, sono risaliti alla specie botanica di appartenenza del legno. Dall’esame viene escluso trattarsi,
come voleva la tradizione, del cedro del Libano; infatti “i
caratteri anatomici osservati permettono di affermare
che si tratta di legno di Castagno, <Castanea sativa>”.
D’altronde – ha rilevato il prof. Maugeri – le testimonianze storico-naturalistiche sono concordi nell’indicare
il territorio circostante ricco di secolari alberi di castagno. Infine, il dr. Antonio Lo Presti, titolare del
Laboratorio Analisi Metrologiche ed Indagini Strumentali
(LAPIS) ha riferito sulle indagini conoscitive da lui condotte con tecniche multispettrali. Le analisi, eseguite ed
interpretate in collaborazione con il sig. Thierry Radelet
di Vimercate (Milano), sono state eseguite con prove a
luce diffusa o “visibile”, a luce radente, mediante fluorescenza UV, all’infrarosso bianco/nero 1150 nm, all’infrarosso falso colore 500/950 nm, e con radiografia digitale. I principali risultati dell’analisi possono così essere
riassunti: Visione all’infrarosso 1150 nm: “Si nota la sensibile craquelure (cavillatura) presente sul viso e sul
collo di entrambe le figure (Madonna e Bambino) ,
generalmente indicativa di un’età più vecchia di tali parti
rispetto alle zone in cui essa non è presente. Si leggono molto meglio le espressioni dei volti e si nota che gli
occhi della Vergine e del Bambino Gesù sembrano
risultare incoerenti con il resto del viso sia come tratto
stilistico che dal punto di vista morfometrico. Si è evidenziata una netta coloritura che ha ridefinito i contorni
della testa del Bambin Gesù che in origine era molto
meglio proporzionata, con un’attaccatura più alta sul
collo dei capelli in cui erano visibili anche dei <riccioli>
sopra l’orecchio”. Visione in fluorescenza di raggi UV:
“Con questo tipo di analisi che permette di riconoscere
la presenza di pellicole, vernici, alcuni pigmenti e ridipinture, si è evidenziato il fatto che gli incarnati delle
due figure si possono distinguere in due gruppi sulla
base della loro fluorescenza. I volti della Madonna e del
Bambino Gesù mostrano una fluorescenza nettamente
maggiore di quella in corrispondenza delle mani della
Madonna o dei piedi di Gesù, come pure degli sfondi e
dei tessuti. Nel caso della tunica del Signore la fluorescenza è attribuibile all’uso di un pigmento tipo <Bianco
di Piombo>”. Immagine radiografica ai raggi X: Nella
interessantissima foto che è stata presentata ai presenti “è visibile la presenza di materiali radiopachi in corrispondenza dei chiodi ribattuti presenti nella pala. Nel
volto della Madonna si scorge bene l’originario andamento della palpebra che era abbassata a guardare il
figlio mentre sembrerebbero posticci gli occhi attuali
con delle pupille non coerenti con il volto. Inoltre sono
state individuate delle zone più radio-opache (in figura
più chiare) che potrebbero indicare zone in cui si sia
conservata parte della stratificazione pittorica originale e
che quindi potrebbero essere
sede di saggi di restauro”. Un
intervento dal pubblico di un
esperto d’arte ha suggerito di
studiare anche i chiodi che
sono serviti per sostenere la
pala perché potrebbero fornire dettagli non secondari sulla
datazione dell’opera. Questi i
risultati emersi.
Adesso, fatta salva la dimensione religiosa e devozionale
che merita rispetto e rientra
nella dimensione spirituale
della fede, tentiamo alcune
riflessioni relative al monastero e all’icona. Il monastero, i
cui resti erano visibili ai visitatori tra ‘700 e ‘800, con molta
probabilità esisteva nel sesto
secolo, nel posto in cui,
secondo la tradizione, i monaci con appresso un’icona della
Vergine caricata sopra una
giumenta, si fermarono allorchè comparve una “vena”
d’acqua.Una delle lapidi che
si trovavano originariamente
sulla fonte, infatti, dice:
“Aquae vena erupit hic, dum sistit Imago Virginis et
Claustrum protinus aedificant” (Qui, mentre si ferma
l’Immagine della Vergine, scaturì una vena di acqua e
tosto edificano il Monastero).Un’altra lapide sulla porta
esterna del corridoio che conduceva alla sagrestia del
vecchio santuario, dice: “Hic sistis, dat aquas, templum
vult Virginis Icon, Aedes Gregorius Silvia Sancta
nemus” (Qui l’Immagine di Maria si ferma, dà l’acqua,
vuole un tempio, S. Gregorio dona il Monastero e S.
Silvia il bosco). L’anno si fa risalire tra il 570 e il 580,
qualcuno ipotizza sia stato fondato per volere di San
Gregorio Magno papa, nel 597 o,come scrive il sac.
Paolo Cannavò (1981),”forse anche più tardi dai suoi
discepoli”. Mons. Giuseppe Alessi nel 1946 riferisce che
il monastero fu fondato da Gregorio prima che venisse
assunto al Pontificato (590). Come fonte probante si
riporta la lettera del 593 di Gregorio al Vescovo
Secondino di Taormina (Epistola 59) con la quale chiede di eliminare il battistero del monastero di S. Andrea
“super Mascalas” e di erigere al suo posto un altare.
Aggiungo ancora che dal 2 al 12 settembre dell’anno
1897 fu rievocato il decimoterzo anniversario della
“Traslazione della prodigiosa Immagine di Maria
Santissima della Vena” con straordinaria affluenza di
devoti, come risulta dalla sintesi dell’evento religioso
pubblicata dal periodico diocesano “Zelatore Cattolico”
nell’ottobre del 1897. Il XIV Centenario è stato celebrato dal settembre 1996 al settembre 1997 con un “Anno
di Grazia”, concesso da papa Giovanni Paolo II, in vista
del Giubileo del 2000. Si pongono due questioni dal
punto di vista storico. Se si vuol accreditare la tesi che
sia stato S. Gregorio Magno a volere la fondazione del
monastero, si deve giocoforza escludere l’anno 597,
preso atto che la lettera n. 59 risale al 593 e non poteva essere riferita ad un monastero non ancora esistente. E’ preferibile riferirsi agli anni intorno al 580. Tuttavia
non è pacifico che Gregorio nella lettera al vescovo di
Taormina, che stimava molto, si riferisse al nostro
monastero. Nell’interessante opuscolo “Il Santuario di
Santa Maria della Vena”, pubblicato nel 1956 ed ora
ristampato (2008) a cura di Don Carmelo La Rosa a
p.5 è scritto: “Il luogo del Monastero è chiaramente precisato: non solo si trova nel territorio del Vescovo di
Taormina, ma sopra Mascali e non c’è altro Monastero
in questi dintorni, di cui si conservano memoria e tradizioni, eccetto quello legato al santuario della Madonna
della Vena”. Ma ribatte al sac. P. Cannavò (che riprende nel 1981 la tesi sopra riportata) la studiosa di storia
locale Maria Tropea nella ben documentata opera
“Santa Venerina” (2007):”Evidentemente l’autore non
aveva avuto conoscenza dei tanti studi sui resti paleocristiani di Santo Stefano di Dagala del Re e né aveva
avuto occasione di leggere la Cronaca di Michele da
Piazza dove si ricorda il penoso girovagare per i nostri
boschi del duca Giovanni”. La Tropea si riferisce al duca
Giovanni D’Aragona che, essendo stato colpito dalla
peste, si rifugiò nel 1348 “a Mascali Castello Regio e si
ritirò nella casa addetta alla chiesa di Sant’Andrea che
egli aveva edificato…” , a sue spese dopo i danni ripor-
tati a seguito del terremoto-eruzione del 1329 , come
riporta G.E. Di Blasi nella “Storia del regno di Sicilia”
(1821-1828). La localizzazione dell’eremitario di
Sant’Andrea è stata individuata dalla Tropea nel fondo
sottostante alla Chiesa di Miscarello, come risulta da
documenti probanti del XVII secolo (p.233), nei pressi
esisteva una delle torri della terra di Mascali, rilevabile dal dipinto dell’Immacolata di Baldassare Grasso
nella chiesa di Dagala del Re (non si ha notizia di un
monastero di Sant’Andrea a Milo a quell’epoca e il sito
viene citato a proposito del duca Giovanni solo come
elemento di individuazione topografica). Nelle vicinanze
c’era, invece, la chiesetta bizantina di Santo Stefano
(VI-VII secolo), a forma di trifoglio e per questo chiamata “cella trichora” (tra Blanchardu –oggi Bongiardo di
Santa Venerina - e Dagala del Re). I monaci basiliani
successivamente vi aggiunsero un nartece con uno o
due fonti battesimali.Aggiungiamo a margine che tra le
due costruzioni citate c’era il cosiddetto “Palazzello”
(nella strada che porta da Macchia a Monacella e
Miscarello), di cui rimangono parte delle mura perimetrali, il pozzo e sulla parete esterna gli anelli di “attracco” per i cavalli. Si tramanda che proprio lì c’era una
grande cucina che ospitava per il pranzo il seguito dei
sovrani aragonesi, che spesso si fermavano in quei luoghi per cacciare i daini. Per quanto riguarda la testimonianza di Teofane Cerameo, grande predicatore le cui
omelie sono state raccolte ed esaminate, dagli studi
attribuibili a Mons. F. Pelluzza e Mons. I. Cannavò , possiamo confermare che visse entro il IX secolo, originario di questi luoghi nei quali si era formato nella scuola
del monastero e nei quali tornava volentieri a rivedere
l’Immagine “non manufatta” della Vergine Maria. Il riferimento alla Madonna ci obbliga a supporre che se il riferimento è a Vena, alla luce delle risultanze delle indicazioni sopra riportate, l’icona originaria doveva essere
un’altra, probabilmente distrutta non tanto per la lotta
iconoclastica, che in Sicilia non ebbe effetti disastrosi,
quanto piuttosto per l’invasione araba che con la conquista di Taormina (902) e Rometta (965) espanse il
dominio islamico a tutta l’isola. Dalla fine dell’XI secolo
e per tutto il secolo seguente i vecchi monasteri basiliani della Sicilia, con il sostegno dei principi normanni,
furono ripristinati e, in alcuni casi, portati al loro massimo splendore, altri ne furono fondati. Era il secolo del
classicismo bizantino e le chiese furono abbellite con
mosaici o, come nei monasteri e nelle piccole chiese,
con affreschi, che comportavano minori costi, anche se
la tecnica era meno valida artisticamente. A questo
periodo sono ascrivibili, solo per portare qualche esempio, le pitture (XII-XIII sec.) della chiesetta semirupestre
di San Marco d’Alunzio (ME), ora nel museo della cittadina, o gli affreschi rupestri delle Grotte del Crocifisso di
Lentini (seconda metà dell’XI sec.-prima metà del XII) e
ancora, per riferirci al nostro territorio, gli affreschi (sec.
Giovanni Vecchio
“Briciole” : un itinerario lirico e spirituale nuovo
“Briciole”, l’ultimo nuovo libro di poesie di Pio Vittorio
Vigo, Vescovo della nostra diocesi, è stato presentato
nella sala “Cosentini” della Biblioteca Zelantea, da
don Orazio Barbarino e dal prof. Casimiro Nicolosi,
davanti ad un folto pubblico. Il dott. Giuseppe
Contarino, presidente dell’Accademia, nel porgere il
saluto all’illustre ospite, ai vescovi Cannavò e
Malandrino ed alle autorità presenti, ha messo in
L’ “Opus Dei” compie ottanta anni
Le istituzioni della Chiesa hanno una vita di almeno
qualche secolo (la regola dei Benedettini risale al quinto secolo); dire quindi che la “Prelatura Santa Croce e
Opus Dei” compie ottanta anni è come dire che è giovanissima. San Josemaria Escrivà de Balaguer durante
la sua vita diceva sempre che il 2 ottobre 1928 “vide
l’Opus Dei”: una visione dunque, un fatto straordinario.
E di miracoli nella storia dell’Opus Dei ce ne sono stati
tanti. Non è cosa da poco che uomini e donne, persone
appartenenti a diverse condizioni sociali che svolgono
qualunque tipo di lavoro intellettuale o manuale abbiano
a puntare alla santità da semplici battezzati ovvero
senza ne voti ne distintivi. Questo messaggio è stato
trasmesso a parole e con vari scritti dal fondatore
dell’Opus Dei prima, durante e dopo la guerra civile
spagnola in cui furono uccisi svariate migliaia di sacerdoti e religiosi dai comunisti in odio alla Chiesa. Nessun
legame in tale messaggio con situazioni socio politiche
del secolo passato, e alla fine della seconda guerra
mondiale si diffuse lentamente in Europa e nel continente americano. Oggi è diffuso nei cinque continenti.
A quelli che lo seguivano negli anni trenta diceva che
bisogna “santificare il lavoro, santificarsi nel lavoro e
santificare gli altri con il lavoro”. Alcuni ecclesiastici
ritennero tutto ciò una eresia mentre negli anni sessanta i Padri Conciliari non solo lo hanno accettato ma
hanno dichiarato che costituisce il fondamento della vita
dei laici nella Chiesa. Tra i primi a seguirlo: Isidoro
Zorzano, ingegnere ferroviario morto nel 1943 in fama
XII) della Chiesa della Nunziatella di Nunziata (Mascali),
che forse apparteneva ad un monastero basiliano. Molti
monaci, emigrati in Calabria al tempo dell’invasione
arabo-islamica (la Calabria era rimasta in mano agli
imperiali), con la riconquista normanna rientrarono in
Sicilia. A tal proposito è importante quanto afferma L.
Cracco Ruggini secondo cui questi monaci siciliani
manifestarono ampiezza e libertà di orizzonti e fecero
da trait d’union fra l’elemento greco-bizantino e la
Chiesa di Roma, che sentivano ancora vicina nonostante i dissidi e le divisioni tra Occidente e Oriente. A
tal proposito occorre aggiungere che l’iconografia neobizantina dell’eparchia di Lungro tra Calabria e Lucania
presenta dall’XI al XIII secolo frequenti raffigurazioni
della theotokos glicofilusa e ancora ai giorni nostri artisti come Partenio Pawlyk o Falina Papula realizzano
icone simili per le chiese secondo lo stile neo-bizantino,
come ho potuto constatare direttamente. Allora, per tentare una prima conclusione, in attesa di ulteriori studi e
ricerche sull’icona della Madonna della Vena, possiamo
affermare che la “glicofilusa” (o, in latino, “suaviter
amans” e in italiano “Madonna della Tenerezza”), tenuto conto che l’icona dal punto di vista artistico non raggiunge i livelli della migliore pittura dell’epoca, può farsi
risalire effettivamente al XII-XIII secolo, forse opera di
pittore locale, dato il modo di modellare la materia pittorica. Peraltro G. Recupero nella “Storia naturale
dell’Etna” (1815), vol. II, dopo essersi chiesto quali
monaci avessero potuto abitare da principio quel monastero, che consisteva in un piccolo corridoio rustico e
malridotto unito alla chiesa piccola e rustica, scrive che
“si conserva…un’immagine della Santa Vergine molto
antica e di rozza pittura di stile greco” e F. Ferrara nella
“Storia generale di Sicilia” (1834), tomo VII, a sua svolta, testimonia che a Vena “vi è una chiesa con dirupo e
deserto monastero; sopra un altare vi è un’immagine
della Madonna dello stile greco dei bassi tempi…”. Il
bizantinista rumeno Vasile Mutu, adesso residente a
Riposto, sostiene che “il pittore (dell’icona di Vena)
coglie l’aspetto esteriore della rappresentazione canonica bizantina e non il significato teologico, ciò significa
che il dipinto o è veramente molto antico(?), prima della
stabilizzazione dei canoni formali, oppure è un’interpretazione libera di un’icona bizantina”. Rimane sorprendente l’immagine radiografica ottenuta dal dott. Lo
Presti, che rivela un’originale, che sembrerebbe più
armonico e spirituale, al di sotto dell’intervento pittorico
che ha riallineato gli occhi e il volto della Madonna e del
Bambino Gesù. A parte qualsiasi altro rilievo storico-artistico, mi sento di condividere l’opinione di Vasile Mutu,
il quale così conclude la sua analisi: “Non ha molta
importanza se il dipinto è proprio quello donato da
Gregorio Magno e cantato da Teofane Cerameo o è
un’opera di pittore locale… Questo dipinto si identifica
con la fede popolare in una tale misura da acquistare
potere di sottrarsi a qualsiasi indagine scientifica, come
un oggetto sacro e santo che non accetta altro che la
venerazione. Questo è il vero significato del dipinto”.
L’abate Gaetano Selvaggi, cappellano dell’esercito
regio investito del beneficio dell’Abbazia dal re
Ferdinando II Borbone, purtroppo, tra il 1838 e il 1849
depredò il monastero e la chiesetta di Vena portando
via lapidi con iscrizioni greche e latine che ci avrebbero
aiutato a dare certezza storica alle nostre supposizioni.Tale grande quantità di preziosi reperti confluì (nella
migliore delle ipotesi) nel museo dei Borboni a Napoli.
Ma, se dobbiamo collocare tra l’XI e il XIII secolo la
tavola di Vena, come mai non si ebbe notizia alcuna da
quella data del monastero e dei monaci? Con molta probabilità il monastero fu abbandonato soprattutto a
causa di frequenti eventi naturali devastanti che si susseguirono, dal terremoto del 1169 a quello molto distruttivo collegato all’eruzione del 1329, senza dimenticare
le eruzioni dell’Etna del 1381, 1408, 1446. Il castiglionese Antonio Filoteo de Omodei nella “Topografia
dell’Etna” del 1558 accenna ad un cenobio “supra
Mascharis” dedicato a “Sanctae Mariae de Vena” (non a
Sant’Andrea), ma non si ha notizia alcuna sull’epoca del
passaggio da monastero ad abbazia. Il Sac. Paolo
Cannavò tra il 1950 e il 1953 pubblicò su l’ “Eco del
Santuario di Maria SS. della Vena” le vicende successive dell’Abbazia dal settecento fino all’estinzione della
stessa nel 1867 per l’incameramento dei beni ecclesiastici da parte del nuovo Stato italiano, all’avvento della
nuova Diocesi di Acireale e alla nomina il 31 agosto
1879 da parte di Mons. Genuardi del primo rettore dell’ex abbazia nella persona del Sac. D. Ignazio Leotta
Cannavò. Mi riprometto di affrontare prossimamente
l’interessante argomento in un saggio storico-artistico,
supportato da puntuali riferimenti archivistici e bibliografici.
di santità e i primi tre sacerdoti, anch’essi ingegneri,
ordinati nel 1944 che lasciarono il regolo calcolatore per
dedicarsi interamente al lavoro sacerdotale. Negli anni
del Concilio Mons. Escrivà ebbe la gioia di assistere alla
formulazione giuridica delle Prelature Personali, ma
chiuse gli occhi nel 1975 senza vedere l’attuazione
della “Prelatura Opus Dei” avvenuta nel 1982. Alla sua
morte erano in 60.000 a chiamarlo “Padre” e nel 2002,
anniversario della sua nascita, un mare di persone delle
diverse lingue provenienti da tutto il mondo gremivano
Piazza S. Pietro e Via Conciliazione fino a Castel Sant’
Angelo (si parla di 400.000 presenze) hanno assistito
alla sua proclamazione da parte del Papa Giovanni
Paolo secondo. Antonino Ortolani
risalto l’opera poetica e missionaria del “poeta” introducendo, poi, i due i relatori. Alcune poesie sono
state lette dagli attori Carola Colonna e Beppe Spoto.
Nella foto Akis un momento dell’incontro.
4
AKIS
Sabato 4 ottobre 2008
Pillole Acesi
ph Nuccia Leotta
e Studio Consoli
Turi Consoli
[email protected]
Convegno Polizia Municipale - Con un eccellente
risultato (di iscritti, ben 424 e di corpi di polizia, 84) si è
chiuso il 3° Convegno Regionale della Polizia
Municipale tenutosi nella splendida sede dell’Excelsior
Terme Palace Hotel di Acireale. A fare gli onori di casa
un soddisfattissimo colonnello dott. Alfio Licciardello
S.E.R. Mons. Pio Vittorio Vigo, Arcivescovo-Vescovo
di Acireale, ha ricevuto
in udienza il nuovo
Comandante della Compagnia dei Carabinieri di
Acireale, Cap. Dott. Fabio De Rosa. Mons. Vescovo, a
nome della comunità diocesana, ha formulato al Sig.
Capitano gli auguri di un proficuo lavoro a beneficio
della collettività. Il Sig. Capitano, nel ringraziare il
Vescovo per l’amabile accoglienza, ha dichiarato il suo
personale impegno per un’azione di tutela e difesa del
territorio. Dopo l’incontro con il Vescovo, il Sig.
Capitano – accompagnato dal Maresciallo Vito
Polignano - si è recato in visita nella Basilica
Cattedrale, accolto dall’Arciprete-Parroco, Can.
Roberto Strano.
a
ro
t
Sogip: Sul pronunciamento della Corte Costituzionale
: “Abbiamo applicato una legge che ritenevamo ingiusta”. Una recentissima sentenza della Corte
Costituzionale ha dichiarato illegittima la legge Galli
nella parte in cui obbliga i cittadini al pagamento della
tariffa di depurazione anche in assenza del servizio. I
vertici della Sogip, l’amministratore unico Rosario
Musmarra e il direttore generale Salvatore Messina,
appresa la notizia, esprimono soddisfazione: “Siamo
particolarmente contenti di non dover più applicare una
legge che abbiamo sempre ritenuto ingiusta.
Finalmente questa sentenza ci mette nelle condizioni
di avere un rapporto più sereno con gli utenti e ci facilita la operatività nella gestione. Noi abbiamo applicato
la legge ed era giusto applicarla: adesso sarà nostra
premura comunicare agli utenti le novità sulla bollettazione”. I responsabili della Sogip, ricordano che le
somme già incamerate per effetto della legge ora
dichiarata illegittima sono state vincolate e
accantonate.
P.S. Sulla vicenda sfidiamo chiunque a dire o a
scrivere che era d’accordo con la “tassa”: una
marea di comunicati, di tutte le forze politiche, a
dire che si trattava di iniquità, di balzelli, di “soperchierie”, di : “noi l’avevamo detto…”. Bè, ora è
giunto il momento di finirla e di scomodare questo
e quello per comunicati che valgono poco meno di
un centesimo. Aspettiamo che la Sogip mantenga
la parola (non c’è da dubitarne) visto e considerato
che le somme incamerato sono state vincolate ed
accantonate e che le attenzioni dei cittadini si rivolgano a cose ben più gravi ed urgenti.
Referendum - Sabato 11 e Domenica 12 Ottobre
2008 anche in Acireale, come in tantissime altre piazze d’Italia, è partita la
raccolta delle firme per il
Referendum abrogativo del cosiddetto Lodo Alfano, la legge che
prevede l’immunità per le quattro
più alte cariche dello Stato.
L’iniziativa, che verrà riproposta
nelle prossime settimane, è stata
promossa da Italia dei Valori e sostenuta anche da Liberacittadinanza, Rifondazione
Comunista, Comunisti Italiani, Sinistra Democratica e
Verdi. Sono state oltre seicento le firme raccolte nelle
prime due giornate; firme apposte da cittadini di tutti gli
orientamenti politici, compresi tanti sostenitori del
Partito Democratico. Si potrà comunque firmare fino al
10 Dicembre anche presso l'Ufficio Elettorale del
Comune, sito in Piazza Cappuccini.
Questo il messaggio di Don Roberto Strano ai suoi
parrocchiani:
Parrocchiani e amici carissimi,
il 4.10.2008 si compiono 9 anni
dalla mia nomina a Parroco della
nostra Chiesa Cattedrale e
secondo la normativa canonica il
mio mandato - ricevuto nel 1999
da S.E.R. Mons. Salvatore
Gristina, allora Vescovo di
Acireale – termina. Mons. Pio
Vittorio Vigo, nostro amato pastore, ha voluto fiduciosamente
riconfermarmi nell’incarico, per cui riinizio con gioia e
trepidazione questo nuovo periodo. In questi giorni ho
ripensato tanto a questi 9 anni “volati” in mezzo a voi.
Anni che ci hanno visto costantemente impegnati nella
ristrutturazione materiale del tempio e dei locali parrocchiali, usurati dal tempo e dall’incuria dell’uomo; anni di
progettazione e sperimentazione di nuove forme pastorali; anni di impegno per un passaggio da una pastorale di conservazione ad una missionaria. Il nuovo tempo
che si apre innanzi non vuole essere solo una semplice e scontata continuità che ci porterebbe, inevitabilmente, ad un appiattimento di entusiasmo, ma, sulla
scia di un passato che abbiamo vissuto, vogliamo puntare sempre più per fare della nostra Parrocchia la
“casa e la scuola della comunione”. Procedamus in
pace, in nomine Christi. Amen!
PILLOLE DEL CASALOTTO
Consiglio comunale- Approvata in sessione straordinaria ed urgente con
15 voti favorevoli la variazione di bilancio, finalizzata ad impinguare alcuni
capitoli che necessitavano una maggiore attenzione. Passata anche la salvaguardia degli equilibri di bilancio, seppur con qualche polemica della
minoranza, che per protesta ha abbandonato l’aula. Registrata, inoltre, la
surroga di un componente dimissionario del Collegio Revisori dei conti, che
ha visto l’elezione con 14 preferenze del commercialista Mario Cavallaro,
espressione della maggioranza.
Cimitero -Si sono registrati in questi giorni presso il cimitero comunale interventi di manutenzione straordinaria
per la messa in sicurezza degli imponenti alberi siti nel
piazzale antistante il luogo sacro. Interventi che si sono
resi necessari, come ha precisato l’ass.re al ramo
Finocchiaro, per la salvaguardia della pubblica incolumità, visto che le piante, seriamente danneggiate dalla
grandinata di qualche settimana fa, rappresentavano un
serio pericolo per gli utenti. Interventi, invece, di riqualificazione stanno interessando l’antico chiostro interno in
vista dell’imminente Commemorazione dei defunti.
che assieme all’ass. Antonino,Garozzo ha organizzato
la manifestazione la quale “è andata oltre le più rosee
previsioni”. Diversi i temi trattati durante la tre giorni: le
Autoraduno Fiat 500 d’epoca - La calda giornata di
domenica ha visto protagoniste le storiche Fiat 500 d’epoca, in occasione di una sfilata automobilistica organizzata dall’Ass. catenota “Alba Nuova” . Alla manifestazione, patrocinata dalla Provincia di Catania e dai Comuni di
Acicatena ed Aci S. Antonio, hanno preso parte il sindaco, dott. Pippo Cutuli, e parte della Giunta. Ospite illustre
è stato il direttore d’orchestra M° Roberto Pregadio.
responsabilità penali del personale della pi, le innovazioni in materia di controlli ecologici e ambientali, le ultime novità sul codice della strada. Nelle foto alcuni
momenti del convegno.
Quartiere
S.
Cosmo
Su
iniziativa
dell’Amministrazione Garozzo e grazie ad un finanziamento erogato dal Dipartimento della Protezione civile,
hanno avuto inizio nel quartiere Iacp di San Cosmo i
lavori di manutenzione delle condotte di deflusso dell’acqua piovana. Sino ad oggi, infatti, ad ogni acquazzone si sono verificati notevoli disagi non solo a carico
della transitabilità delle strade, ma anche a danno della
stessa vivibilità dell’area fortemente urbanizzata. I
lavori rispondono ad un preciso impegno assunto dal
sindaco Nino Garozzo e dall’assessore alla Protezione
civile Antonino Garozzo, con gli abitanti del popoloso
quartiere Iacp nell’ambito del più ampio rapporto di collaborazione con l’Istituto proprietario delle aree in questione. “Il nostro interessamento per gli amici di S.
Cosmo non solo non è venuto mai meno ma cresce
sempre di più, non solo per mero fatto istituzionale ma
soprattutto per ragioni sociali emergenti nella vasta
comunità dei residenti - sottolinea il sindaco Nino
Garozzo – All’impegno delle Istituzioni deve però corrispondere anche quello dei cittadini residenti destinatari certo di diritti ma anche di doveri. La vivibilità del
quartiere dipende dall’impegno di tutti, Istituzioni e cittadini residenti senza esclusioni”. Tra qualche mese
inoltre “l’ apertura al culto della nuova chiesa rappresenti una straordinaria occasione per rinnovare in
ognuno di noi, e insieme a don Mario, l’impegno per la
nostra cara comunità di S.Cosmo”.
OSSERVATORIO MEDITERRANEO
CENTRO STUDI FORMAZIONE ONLUS
A Palazzo di Città si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del progetto ECIS - Educazione
e
Cittadinanza
Sociale. IL PROGETTO ECIS
Educazione e Cittadinanza Sociale intende realizzare
una rete integrata di servizi educativi ed azioni preventive per l’inclusione sociale e la lotta alla dispersione
scolastica.
Mini peach - È stato ufficializzato il progetto che prevede la realizzazione di un campetto mini peach nella frazione di Lavinaio.
L’iniziativa prevede lo stanziamento di € 12.000 da parte dell’ ANCI
e della FICG, che patrocineranno la struttura con il proprio marchio,
e di € 18.000 da parte dell’Amministrazione. Un’opportunità, secondo il vice sindaco Finocchiaro, che metterà in vetrina il paese in
occasione dei tornei che saranno organizzati dalle suddette organizzazioni. Motivo di vanto sarà l’inserimento di questa struttura
sportiva nel circuito nazionale degli unici 107 campi mini peach presenti in Italia.
Campionati Europei under 17 - Si svolgeranno ad Aci S. Antonio,
in programma per il 23 ed il 25 ottobre, due partite di qualificazione
ai Campionati Europei under 17. I due match in questione, che
saranno ospitati allo stadio comunale, sono Italia-Lettonia ed
Olanda-Lettonia. Onorata per l’importante manifestazione,
l’Amministrazione Cutuli ha predisposto degli interventi straordinari
in funzione del completo recupero del manto erboso.
Giuseppe Finocchiaro
[email protected]
Cominciano a dare i primi risultati positivi i servizi di controllo del territorio comunale, disposti dall’amministrazione Nicotra, assessorato alla Polizia Municipale retto da
Orazio Fiamingo, effettuati dagli agenti della Polizia
Municipale con il supporto dei Carabinieri. In questi giorni
è stato stilato un consuntivo provvisorio dell’attività svolta
dalle forze dell’ordine. Sono stati controllati numerosi
automobilisti, elevate sanzioni e posto sotto sequestro un
veicolo. “I controlli continueranno anche nei prossimi giorni e settimane – commenta l’assessore Orazio Fiamingo
– stiamo cercando di trasmettere una giusta mentalità di
educazione civica prima ancora che stradale agli automobilisti catenoti, a tutti, quindi – prosegue Fiamingo –
ricordiamo di usare il casco, allacciare le cinture di sicurezza, evitare di parlare al telefono cellulare durante la
guida”. Festa dei nonni a Piano Umberto. Ad organizzare la simpatica iniziativa l’associazione musicale “Settenote”
con il patrocinio del comune di Aci Catena, assessorato allo Spettacolo retto da Giovanni Pulvirenti. La serata sarà
presentata da Maurizio Caruso tra giochi balli e tanto divertimento.
Raduno FIAT 500 - Le strade cittadine e dell’hinterland sono state “illuminate” dalle fiammanti Fiat 500 d’epoca,
grazie al raduno organizzato dall’associazione Alba Nuova, con il patrocinio del comune catenoto. L’appuntamento
ha riunito tutti gli appassionati e collezionisti delle mitiche auto che hanno segnato la storia di intere generazioni.
Festa dei nonni a Piano Umberto. Ad organizzare la simpatica iniziativa l’associazione musicale “Settenote” con
il patrocinio del comune di Aci Catena, assessorato allo Spettacolo retto da Giovanni Pulvirenti. La serata è stata
presentata da Maurizio Caruso tra giochi balli e tanto divertimento.
Circolo di scacchi - Il sindaco on.Raffaele Pippo Nicotra e l’assessore allo Sport Giovanni Pulvirenti, hanno inaugurato il circolo di scacchi dell’A.S.D.”Aci Catena scacchi” del presidente prof.Angelo Pennisi. Campo Sportivo
“Nino Bottino”- Un commissario delegato dalla F.I.G.C. ha provveduto all’omologazione del campo di gioco della
struttura sportiva comunale “Nino Bottino”, di recente ristrutturata e migliorata nei servizi. L’assessore allo Sport
Giovanni Pulvirenti era presente al momento del sopralluogo del tecnico federale, unitamente ad alcuni dirigenti di
società sportive catenote.
Nozze d’Oro - Nella Chiesa Parrocchiale Matrice di Aci Catena, i coniugi Francesco Fichera e Giuseppa Torretta
hanno festeggiato il loro 50°anniversario di matrimonio alla presenza dei figli, nipoti, parenti e amici, tutti stretti alla
coppia, giunta al prestigioso "traguardo". Ad officiare la S.Messa Don Sebastiano Privitera, dopo, la coppia ed un
gran numero di amici si sono ritrovati in un noto locale della riviera ionica per
il tradizionale banchetto. Alla coppia, gli auguri della redazione di Akis.
Gaia Montagna
AKIS
Sabato 18 ottobre 2008
La Libreria di Akis
La voce delle formiche! Chi l’ha mai sentita? Qualcuno ha mai sentito la
voce delle formiche? Forse le formiche non hanno una voce o, se ce l’hanno, è così infinitamente flebile che è impossibile all’orecchio umano percepirla. Ma il non riuscire a percepirla non è sicurezza assoluta che le formiche non debbano avere una voce. D’altra parte la nostra voce è simile
alla loro, infinitamente fioca. Chi ci sente? Per quanto acutto sia l’urlo di
protesta o di dolore degli esseri umani , nessuno lo ascolta. Forse nessuno lo sente. Sicuramente non lo sentono i potenti della terra. Ma allora è
inutile parlare di pace? Che io sia amante della pace mi pare abbastanza
evidente in alcune di queste mie poesie e credo che il mio pensiero sia
palese ed il mio messaggio chiaro. Ma è sufficiente “parlare” di pace o si
deve anche lottare per ottenerla? Qualcuno ha detto che “per ottenere la
pace bisogna fare la guerra”. A volte, spaventato da queste parole, mi
sono rifugiato nel mondo della poesia, come una lumaca che si ritrae dentro il guscio; ma ho sempre trovato conforto nella parola di Gesù che dice:
“Io vi do la mia pace, non quella che vi da il mondo”.In una delle mie poesie ho detto a me stesso: “Parla! Forse sari quel piccolo fiammifero che
incendia l’immensa foresta dell’indifferenza…” Io ho parlato. Non spetta a
me giudicarmi. Sarà la mia la voce delle formiche? Dipenderà dall’orecchio di chi ascolta.
“Le parole dei saggi ascoltate nella tranquillità valgono più delle grida di chi domina fra gli stolti”
Salomone
E sono già 51...
Sarà stato anche un caso ma la ricorrenza del
Centenario del San Luigi e l’annuale raduno della
“mitica” (si dice così!) Terza Liceo dell’anno 1957
dello stesso istituto sono stati festeggiati in due
momenti diversi ma con un unico scopo, quello di perpetuare il più possibile il fraterno ed appassionato incontro
che da ben cinquantuno anni viene quasi magicamente rinnovato con la classica “scusa” di rivederci. Patron di questo revival è Saretto Lucchesi, detto l’avvocato, anche perché avocato lo è veramente (e di grido!). Ci accoglie
nella sua splendida terrazza sul mare di Stazzo, con una splendida luna che illumina le nostre facce (nascondendo le rughe) deliziandoci con una splendida cena che la dolce mogliettina prepara a noi tutti. Quest’anno ci siamo
ritrovati in undici (qualche defezione più o meno mascherata da una improbabile malattia non fa testo!) mentre le
signore che pazientemente ci accompagnano non possono fare a meno di risentire, per la….esima volta, le “storie” di Santo Cristaldi, le “sparate” di Orazio Patanè, i silenziosi monologhi di Angelo Garozzo. Quest’anno la novità,
a parte lo scoprire le prelibatezze del pranzo, un cantante-chitarrista del posto, bravo, molto bravo…che ci ha fatto
sognare al chiaro di luna…poi, un ricordo affettuoso per coloro che non ci sono più ma che certamente erano con
noi a guardarci dal cielo… un arrivederci al prossimo anno… Nella foto non ci sono…qualcuno però doveva scattarla!
Turi Consoli
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Sandro Nicolosi: un gentleman acese
Il 17 ottobre del 1958 muore Sandro Nicolosi. Il tempo trascorre velocemente come l’acqua di un fiume. Fugaces
labuntur anni. Fugaci se ne vanno gli anni. E’ l’oraziana panta rei della vita. Sono trascorsi cinquanta anni. Da allora ad oggi molta acqua è passata sotto i ponti. Tutto è accaduto, direi con Corrado Alvaro,. Mutano i tempi e con
i tempi mutiamo anche noi. Eppure, il ricordo di Sandro Nicolosi rimane ancora vivo nella memoria di coloro i quali
hanno saputo apprezzarlo. Sapere apprezzare non è facile. Dipende da tanti requisiti di cui non tutti dispongono.
Tra i tanti, la gratitudine e un certo grado di sensibilità. Parola abbastanza rara la gratitudine. Tristano Bolelli, insigne studioso di linguistica, osserva con acume che il dizionario della lingua latina
registra ingratitudo, non gratitudo. Prova evidente, questa, che per lo più l’essere
umano è portato, per natura, a dimenticare i benefici ricevuti. Anticamente, per indicare un uomo prestigioso dedito al servizio del suo paese, i nostri nonni ricorrevano
alla parola “patriota”, un termime abbastanza significativo, inequivocabile. E Sandro
Nicolosi fu un “patriota” nell’accezione più nobile del termine. Era un gran signore,
dal tratto fine, disponibilissimo, un autentico filantropo. “Era uno di quegli uomini che
la Natura ha provvisto delle qualità migliori e che lasciano un segno marcato nel
tempo della loro esistenza terrena. Aveva avuto il privilegio di nobili natali e questa
nobiltà aveva intesa in senso profondamente umano e sociale, estrinsecandola in un
modo di fare e di essere cordiale, amichevole, affettuoso, senza affettazioni e compiacimenti ma con sincera semplice comunicativa” (Vito Finocchiaro).A Sandro
Nicolosi si debbono l’istituzione dell’Azienda di Cura e Soggiorno, la Fondazione
della Fiera dell’Jonio e la regionalizzazione delle Terme “Santa venera”, prima di proprietà della famiglia Pennisi di Floristella. Oggi le Terme versano in condizioni non
certo invidiabili: sono divenute “Terme di Acireale spa” e dei 98 dipendenti presenti
solo pochi continuano a svolgere la loro attività, mentre il resto ( è storia degli ultimi
giorni) dovrà prestare servizio negli uffici catanesi della regione. L’Azienda di Cura, sfrattata dalla prestigiosa sede
di corso Umberto, è ormai una regina senza più corona, umiliata e bistrattata dopo i fasti del passato. In qualsiasi
circostanza Sandro Nicolosi si è comportato da perfetto gentiluomo. Allorché il Prefetto Paolo Strano lo nominò
Commissario Straordinario per la costituzione di un’Opera Pia su un cospicuo lascito del dottore Sangiorgi
Gualtieri, medico molto ricco, celibe e senza eredi diretti, Nicolosi volle essere collaborato da Andrea Leonardi.
Dopo tre anni di lavoro, non certo facili, Nicolosi consegnò al Prefetto tutte le carte rinunziando all’assegno bancario di trenta milioni spettategli per legge, perché fossero devoluti per opere di beneficenza. Andrea Leopardi si
comportò nello stesso modo per quanto gli era dovuto. Si era ancora ben lontani miliardi di anni luce da tangentopoli quando si speculava non solo sulle opere pubbliche ma anche su quelle caritative del Pio Albergo Trivulzio
di Milano, di tanti altri enti assistenziali e persino sulla salute pubblica. Acese puro sangue, Nicolosi difese sempre
con pacate e signorile fermezza i diritti della sua Città. Gran parte di quello che venne realizzato sotto il regime
fascista, nell’immediato dopoguerra e ai primi albori degli anni cinquanta, porta la sua inconfondibile impronta.
Quel che chiedeva egli lo otteneva solo grazie alla sua autorevolezza. Quando gli alleati sbarcarono in Sicilia non
venne nemmeno sfiorato dalla epurazione. Come Cristoforo Filetti, l’ultimo segretario politico del P.N.F. di Acireale
dal 1939 al 1943. Da segretario della sezione Centro della Democrazia Cristiana di Acireale, Nicolosi continuò la
sua opera con impegno e serietà. E’ risaputo che aiutava volentieri i meno abbienti che si rivolgevano a lui per
essere aiutati tutte le volte in cui si trovassero in gravi ambasce. In taluni momenti sostenne il partito con lauti contributi personali per risolvere problemi di ogni genere. Tutto l’opposto di quel che sarebbe avvenuto in seguito…Non mirò mai a spiccare il volo verso Montecitorio o Palazzo Madama per non fare torto a Gaetano Vigo e ad
Agostino Pennisi di Floristella. Unica sua ambizione: quella di diventare Presidente della Provincia per fare di più,
non per fumo o per ridicola vanità. Così lo ricorda Andrea Leopardi, suo collaboratore:” Sandro Nicolosi ha lasciato un ricordo ed un segno indelebile in tutti coloro che lo hanno conosciuto, che con lui hanno lavorato, che sono
stati alle sue dirette dipendenze ed anche in quelli che lo hanno solo conosciuto per fama e per sentito dire da
altri”.Nel corso di un’assemblea della D.C. svoltasi nel salone parrocchiale della Chiesa di San Giuseppe, un tale
con fiero cipiglio e con tanta prosopopea proclamò: “ Qualche gerarca fascista è diventato ora gerarca democristiano”: Immediata la reazione all’indirizzo di quell’incauto che si atteggiava a moralizzatore. A proposito del termine “gerarca”, si obiettò che sotto la camicia nera di Sandro, ancor giovane, batteva il cuore di un vero gentleman, volto unicamente al bene della comunità acese, per nulla arrivista.
Antonino Arcidiacono.
AX ACCIDENT
Le gelosia si sa è un sentimento profondo e devastante di chi a
torto oppure a ragione dubita fortemente della fedeltà, dell’amore,
dei favori, di un più fortunato rivale. Non a caso Caino uccide il fratello Abele perché più stimato di lui. Nasce infatti così il primo in
senso assoluto, delitto di cui si è macchiata l’umanità. Nel frattempo, la storia di tutti i giorni spende calamai d’inchiostro per descrivere fatti e novelle della quotidianità che purtroppo interessa la cronaca nera. Desidero offrire una narrativa fresca e flessibile; insomma una lettura adatta ad ogni lettore appassionato d’affacciarsi
nella circostanza al mondo misterioso dai mille risvolti e contrattempi dell’Africa. Per allargare le conoscenze del lettore, aggiungo
che durante la mia vita di maratoneta estremo del deserto stracarico d’avventure talora molto pericolose, ho lavorato in questo
immenso Paese in via di sviluppo per circa un quarto di secolo.
Anzi,ho lavorato nella terra di poveri,di umili,di senza diritti ed
oppressi ,dopotutto senza sapere e senza potere ma soprattutto
ove vi manca davvero la speranza! Stavolta, voglio raccontarvi,
sperando nella vostra lettura e benevolenza, quanto mi è successo
mentre mi trovavo in servizio quale unico chirurgo d’un bacino di
utenza vasto quasi 4.000.000 d’abitanti. Il Tana-Bèles (Ethiopia), è
una vasta pianura coltivata e feconda di cui la toponomastica prende nome dalla presenza del lago Tana: splendido e grande più del
lago di Garda ubicato a circa 250 km. dal luogo in cui esercitavo la
mia molto nobile professione lasciataci in eredità per farne un buon
uso, da Ippocrate. Il ministero italiano della “Cooperazione allo sviluppo dei Paesi Emergenti”, lo aveva completamente trasformato rendendolo ospitale nonché proficuo. Erano state costruite strade, fogne, dighe, palazzi, telecomunicazioni, elettricità, sevizi pubblici. La presenza delle dighe avevano persino reso potabili le acque mentre la sussistenza di un aeroporto in terra battuta di circa 2500mt. collegato con Addis Abeba, Bardar, Asmara, lo avevano tolto
dall’isolamento. C’era in quel deserto assolato un ospedale nuovo di zecca costruito da una ditta italiana. Proprio in
esso mi capitò uno dei fatti molto dolorosi ed obbrobriosi determinati dall’odio e dalla ferocia che contrassegnano le
diversità dell’uomo, che tuttora la mia valida memoria non riesce a cancellare. In un pomeriggio afoso e accaldato
dai 45° del calore solare, assommato a un tasso d’umidità pari a 70% mentre mi trovavo nella mia stanza a riposare, d’un colpo sento arrivare una macchina, due sportelli che si aprono e si chiudono con violenza a dimostrazione
della fretta e del panico di cui gli occupanti erano afflitti. Poi un correre trafilato verso la mia stanza a cui seguiva un
bussare frenetico e violento contro la mia porta in ferro antiscasso. Si presentarono in due e nella parlata davvero
concitata smorzata dall’emozione, riesco solo a decifrare: emergency, emergency, the bighest emergency!
Partimmo con l’ambulanza in direzione dell’ospedale distante circa 15’ di sterrato. L’autista in preda al panico e perfino sudorante alle tempia dallo stress che dalla prostrazione psicologica, guidava in maniera sfegatata in modo ché
era sordo ad ogni mio richiamo che lo invitava a una guida moderata di modo ché a nulla valevano i miei più consoni richiami : slowly please. Mentre tutte le volte che chiedevo What happened (che cosa è successo ?), percepivo la solita affermazione: A very big extemporary happening, event, <an ax accident in the deep brain>; we’re very
sorry for what happened (siamo davvero dispiaciuti per l’accaduto). Non capivo e nel contempo aspettavo migliori
chiarimenti. La folla enorme tumultuosa ed incuriosita già si era radunata dinanzi alla sala operatoria mentre aspettava impaziente cercando di carpire in mezzo a quel frastuono di gente che correva trafelata a dritta e a manca, l’esito. Seppure oramai temperato a qualsiasi emergenza e forte della mia pluriennale esperienza maturata e pronta
ad affrontare ogni catastrofe eppure ciò che si presentò ai miei occhi in quel triste pomeriggio, fu incancellabile!
Giaceva su di una barella in posizione supina un giovane in stato di profonda incoscienza che aveva conficcata nella
regione occipitale una accetta, insomma una scure pesante di boscaiolo. Sebbene il colpo di fendente fosse stato
intenzionalmente ben assestato per causare la morte all’istante del rivale in amore, così che l’aggressore avrebbe
chiuso i propri problemi sentimentali definitivamente, eppure incredibile la enorme lama si era conficcata tra i due
emisferi encefalici separandoli biologicamente. Lo spavento fu enorme. La tortura sostanziale inevitabile. Sia ben
chiaro che non voglio mistificare la verità. Io stesso in quel momento ero shoccato dalla emozione e della compassione dell’orrendo delitto, perché nessuno è solo bensì ciascuno è dentro gli altri e viceversa per interagire con gli
altri Ve lo lascio immaginare. Chiunque capisce i sentimenti di ansia e di terrore che dialogano con l’anima in siffatte circostanze. Beninteso, glissavo frattanto, sui provvedimenti terapeutici da adottare. Avvertivo senso di nausea
irrefrenabile e frattanto trattenevo con malcelato panico il vomito. L’accettatore era stato un suo collega maestro di
scuola di base, compagno di cordata nell’acquisire sia la tenerezza d’una graziosa fanciulla dai capelli corvini sia il
sorriso consumato pieno di malìa e fascino amoroso. Va da sé che il mondo da quando esiste ha sempre creato nell’uomo questi gravosi problemi esistenziali Per il filosofo olandese Baruch Spinoza; nel cosmo visto con i suoi occhi,
tutte le forze erano una sola. Ahinoi! “Cambia il vento eppure il cuore non invecchia mai e respira con l’anima, dando
un aspetto poetico alla vita, peraltro non tralasciando l’intensità di tale interazione ” Un filo di vecchiaia ormai si è
depositata sui miei capelli tuttavia il mio spirito si rinnova ad oltranza,in ogni caso sempre aperto alla cultura dell’altro e tra costoro dei più deboli e dei più umili, che tuttavia sono coloro che stupiscono di più. I giovani soprattutto
vanno capiti e ascoltati e talora aiutati a superare le loro incertezze e a sperare nel loro investimento futuro e nel
frattempo scoprire nel cuore segni tangibili di speranza e di ragione. . E’ vero che investire in un giovane può essere una incertezza eppure vale sempre la pena dargli fiducia e stima. Disponibilità è un bene comune che purtroppo
è in via di esaurimento,forse per la vita frenetica che ciascuno di noi conduce sicché t’impedisce di fermarti a tendere la mano. Insomma; durante il riposo pomeridiano dentro un’ infausta capanna africana ,in un gazebo remoto,
si era consumata la consueta gelosia amorosa! Erano stati i due colleghi ed amici magari intimi tuttavia non sinceri.
Insomma la realtà dei fatti si è incaricata di utilizzare un linguaggio nuovo, diverso, nel contempo terribile ad oltranza sotto ogni aspetto. Una energia spasmodica ha armato la sua mano d’omicida. Immagina la vita come una lotta
che vince il più subdolo. Insomma con il suo cuore freddo, cinico, amorale e premeditato, ferisce a morte il suo caro
amico e gli toglie la sacra vita chiudendogli gli occhi alla luce del sole per sempre. Sebbene si resta esterrefatti
dinanzi a siffatta ferocia, in ogni caso vale sempre la pena di continuare a sperare nel bene e nel buono e pregare
per emendare le coscienze giacché nel vangelo San Matteo ha scritto: <……se due di voi sopra la terra si ricorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà>”
peva
6
Sabato 18 ottobre 2008
Ufficio Marketing e Pubblicità Akis - Franco Pulvirenti - tel. 328 8115194 - Grafica: MP - 347 1433135
.
956..
dal 1
AKIS
di D’Agata
e-mail: [email protected]
Scuola di ladri su YouTube
Antonio Coniglio
Di federalismo hanno scritto in tanti: da Ricolfi a Berselli, da
Manzella ad Eugenio Scalfari. Probabilmente affrontare la questione sul terrazzino circoscritto di una testata locale potrebbe apparire accessorio e velleitario ma saranno così concrete e materiali le
conseguenze sulla vita di ciascuno di noi da imporre alcune brevi
considerazioni.
1. Quali saranno le implicazioni immediate e future del ddl delega
approvato qualche giorno fa dal consiglio dei ministri?
2. Quali saranno i costi per il meridione e la nostra terra di Sicilia?
3. Questo federalismo in salsa italiana è una risposta adeguata alle
avvisaglie ed ai danni della crisi economica e finanziaria internazionale?
Il sistema federale dell'assetto dei poteri di uno stato, nelle migliori
tradizioni pubblicistiche, implica una spinta forte ad un decentramento responsabile: iniziativa impositiva autonoma, responsabilizzazione nell'utilizzo della spesa pubblica. Il tutto implementato da
un fondo perequativo che consenta di di attenuare i divari tra le
varie parti del paese. Sino a quì tutto fila liscio in direzione della cultura della buona amministrazione, sennonchè:
Siamo abituati alle
brutte notizie, all’apocalisse quotidiana, e
ci sfuggono delle
informazioni positive
che potrebbero aiutarci
ad individuare soluzioni
e comportamenti utili per
rendere più vivibile la quotidianità con i suoi problemi e le
sue sofferenze psico-fisiche. Ultimamente è passato quasi sotto silenzio il risultato di una ricerca di un
gruppo di scienziati svedesi, presentata al British
Association’s Festival of Science di Liverpool; questi scienziati hanno dimostrato che la pelle quando
è riscaldata da un altro corpo con un abbraccio fa
diminuire di molto il dolore. Può sembrare l’uovo di
Colombo, ma è molto importante per il benessere
corporeo e non solo. In sostanza è stato dimostrato che nella pelle sono presenti moltissime fibre
nervose che vengono attivate con un abbraccio,
una carezza o le coccole in genere. Quando la
pelle viene anche solo sfiorata si dipartono delle
informazioni verso il centro emotivo del cervello, che determinano sensazioni di piacere a tutto
il corpo. Per dirla in breve, queste “fibre del piacere” bloccano il passaggio di altre che inviano messaggi di dolore. La buona salute si può allora agevolare
senza troppe difficoltà e, soprattutto, evitando farmaci inutili e
Giovanni Vecchio
talora dannosi. Provare per credere.
Il disegno è di Viola Di Massimo, g.c.
Incontro di studio promosso dal Lions Club di Acireale
sulla gestione dei rifiuti solidi urbani
1. Non si conoscono le dinamiche di un'operazione, quella avviata
da questo governo, che Umberto Bossi ha accompagnato con un
monito tanto manifesto quanto allarmante: "bisogna accelerare l'iter
parlamentare". Ci chiediamo: è possibile procedere alla ratifica di
una riforma così radicale attraverso lo strumento della decretazione, esautorando di fatto le camere dalla serenità di un dibattito
improcrastinabile? Ed ancora e soprattutto: quanto costerà la riforma? Qual è il rapporto tra costi standard e spesa storica delle regioni? Insigni costituzionalisti hanno fatto notare come condizione del
federalismo sia una "intelaiatura regolata"(Giarda) da parte delle
regioni. Alcune delle nostre regioni possono oggi garantire il buon
funzionamento di settori come la scuola e la sanità? Sono interrogativi inquietanti che segnalano l'assenza di un progetto organico
ed esaustivo in grado di calcolare potenziali implicazioni. Insomma:
questo ddl è una "noce vuota".
2. Il meridione ed in particolare la Sicilia saranno ustionati da questa riforma. La Sicilia arriva all'appuntamento con delle finanze non
certo floride ed un disegno economico ambiguo ed equivoco. Non
basterà la fiscalità compensativa ed il fondo perequativo. Non è
ancora stata pensata concretamente una vera riforma della pubblica amministrazione e la classe politica si limita a gestire l'esistente
senza immaginare gli unici volani utili: il mediterraneo, la "via della
seta", il dialogo con i paesi arabi. Il caso Catania diventerà ben presto il caso Sicilia. Finirà la stagione del clientelismo protettivo e del
"neopopolarismo": chi ha creato questo sistema ne resterà invischiato e forse stritolato: non sarà possibile sostenere i costi della
macchina regionale, la povertà aumenterà , crescerà inevitabilmente il disagio sociale. Intanto si inaugurano sagre di paese e si
fa passerella televisiva in ossequio alle indicazioni di Brecht: "quando si è nella merda, non resta che cantare". Unica nota positiva di
un epitafio anticipato ai caduti che ci saranno: i provvedimenti
approvati questa estate dal governo regionale che hanno ridotto i
dirigenti e cercato di sfoltire delicatamente il sottobosco nostrano.
3. E' davvero strano pensare al federalismo proprio nel mese del
crollo delle borse e della crisi economica internazionale. E' strambo farlo in un momento in cui, in tutto il mondo, consci di quanto sta
avvenendo e potrebbe avvenire, si pensa ad una rinazionalizzazione delle economie, alla fine della deregulation, alla promozione
della solidarietà nazionale ed internazionale. Evidentemente non
esiste più un' agenda delle priorità, forse qualcuno doveva accontentare la Lega, sicuramente non esiste un nesso logico(solo populistico) tra abolizione dell'ici (definito da Fanfani "il provvedimento
delle autonomie") e riforma federalista da parte dello stesso governo. Ci sarebbe bisogno di un chiarimento: se non lo farà il governo,
nazionale regionale provinciale e locale, a breve tutto sarà precisato alle tasche degli Italiani.
Il Lions Club di Acireale, presieduto dal prof. ing. Salvatore Barbagallo organizza, nell’ambito
del programma del club di stimolo e proposta sui temi più scottanti di interesse collettivo, un
incontro di studio su: “La gestione dei rifiuti solidi urbani in Sicilia: problemi e prospettive”, con
gli interventi del prof. Emilio Giardina, del Centro Studi di Economia applicata all’Ingegneria,
su : “La gestione dei RSU in ambiti ottimali: problemi e opportunità”, dell’avv. Felice Crosta,
dell’Agenzia Regionale Rifiuti e Acque della Sicilia, su: “Organizzazione e linee di intervento
nella gestione dei RSU in Sicilia”; del prof. ing. Federico Vagliasindi dell’Università di Catania
su: “Valutazione delle prestazioni dei servizi di igiene urbana”. Seguiranno degli interventi programmati.
G.V.
Nella Chiesa Parrocchiale di
S.Tecla, nella frazione a mare
di Acireale, nei giorni scorsi, i
coniugi Turi Cannavò e Anna
Ardito hanno festeggiato il
loro 45°anniversario di matrimonio alla presenza dei
figli,nipoti, parenti e amici, tutti
stretti alla coppia, giunta al
prestigioso "traguardo". Ad
officiare la S.Messa Don
Privitera, dopo, la coppia ed
un gran numero di amici si
sono ritrovati in una delle terrazze a mare della rinomata
"Bettola dei Marinai" dove,
unitamente al titolare Lorenzo
Pennisi, hanno apprezzato
gustosissime pietanze a base
di pesce. Alla coppia, ed in
particolare al simpaticissimo
Turi Cannavò, apprezzato e
conosciutissimo
artigiano
Maestro del ferro battuto, gli
auguri della redazione di Akis.
ph Vincenzo Reitano
Nel numero scorso, alle pagine 1 e 3, il titolo riportato e relativo ai due scenziati acesi, Salvatore e Giuseppe Arcidiacono, è
stato erroneamente scritto; si trattava invece, non del centenario, bensì del decimo anniversario dalla morte dei due. Ci
scusiamo con i familiari e i lettori per l’involonrtaria svista.
La redazione
La rubrica del micio
Cari a…mici lettori, oggi una puntatina
nel paese del casalotto, del carretto, dell’artigianato puro, delle brioches e dei
cornetti giganti e del “dolce far niente”.
Proprio il “dolce far niente“, forse, spinge
Santi Caruso, leader dell’opposizione in
consiglio, ad Aci S.Antonio, ad andare a
spulciare l’albero genealogico di ogni
componente la giunta, e di conseguenza
del consiglio, per andare a ricercare e
collegare parentele ed anche, in seguito,
amicizie, arrivando, sempre forse, nel
tempo, anche alle eventuali relazioni…pericolose! Un manifesto,
con lettere cubitali rosse ( e ti pareva!) è stato affisso sui muri, e
non solo, della cittadina del casalotto, con un “Vergognatevi”
grosso quanto una…casa! Non sappiamo cosa ne pensano gli
interessati gratificati di tale pubblicità, né ci interessa saperlo, ma
ci piace pensare che finalmente un componente il consiglio
comunale fa qualcosa di buono ad Aci S. Antonio attivandosi
grandemente per la costituzione dell‘albero genealogico “comunale“. veniamo infatti a sapere che l‘assessore Santamaria è
sorella del consigliere Santamaria, che gli assessori Licciardello,
Di Stefano, Privitera sono parenti (fratelli, padre e figlio) degli
omonimi e che, udite, udite, anche l‘assessore Finocchiaro è
nientedimenoche cugino di un altro consigliere. Roba da matti,
direte voi, roba, anzi robba,
da farli incarcerare tutti
per…scegliete voi il capo
d’accusa. Per la verità ci
siamo rimasti male: non
abbiamo trovato, nel manifesto, alcun legame di
parentela del sindaco
Cutuli con alcuno…ma se
andiamo a spulciare nel
prossimo elenco dell’albero
genealogico in corso di
stampa ne vedremo delle
belle: forse il sindaco Cutuli
è parente del premier
Berlusconi che ci risulta imparentato con Raffaele Lombardo, il
quale, a sua volta ha interessi molto stretti, siamo in fase di accertamento! con alcuni parenti vicini al sindaco. Mah! Come vedete…a…mici lettori, anche in questo caso ci sarà sicuramente corruzione, e di quella spicciola. Io consiglierei una grossa inchiesta
appoggiando in toto l’azione, benedetta, del consigliere Caruso il
quale a sua volta farebbe anche meglio dedicarsi a qualcosa di
più serio a favore del paese: leggere e far conoscere anche, ad
esempio, l’oroscopo di tutti i consiglieri comunali. Io, per adesso,
me ne vado a cercare la mia “negrina”, una bella gatta tutta nera
ma dagli occhi verdi, verdi come quelli di Miss Italia…da lei, e con
piacere, cercherò di appurare di che segno sono. Non si sa mai.
Dimenticavo. L’assessore D’Anna di chi è parente? Miao
Lunedì 29 Settembre 08 è venuto alla luce Orazio Cerra di ben 3
Kg., a dare la lieta notizia dello splendido bambolotto in modo
festante il fratellino Francesco il papà Nico e mamma Vera
Barbagallo. Ad aiutare la mamma e Orazio all’ospedale di
Acireale, è stata la dott.ssa Maria Concetta Luca, l’ostetrica Rita
Patanè e la signora Antonella Butticè. Alla felicità dei nonni, paterni Francesca ed a quelli materni Maria La Rosa e Orazio
Barbagallo, dinamico Dirigente Capo Area Economica Finanziaria
del Comune di Aci Catena, si associa la redazione di “Akis”.
AKIS
7
Sabato 18 ottobre 2008
Arbitri a raduno alle pendici dell’Etna
Nei giorni 26 e 27 settembre si è tenuto nella graziosa cittadina di Nicolosi il tradizionale Raduno precampionato 2008 - 2009 della Sezione Arbitri di Acireale.
Come sempre accurato è stato il programma dei due giorni di lavoro predisposto dal Presidente Saro D'Anna, coadiuvato dai componenti il Consiglio
Direttivo Sezionale, con in testa i due Vice, Pippo Raciti ed Olindo Ausino. Ben
45 i giovanissimi arbitri verificati nella conoscenza regolamentare, tramite quiz
tecnici, e nelle condizioni atletiche, con le apposite prove svolte nel campo
sportivo “Montirossi”. A loro sono stati altresì dati suggerimenti pratici inerenti il
ruolo e le funzioni arbitrali da parte di alcuni colleghi più anziani e con maggiore esperienza. Peraltro sullo stesso terreno di gioco è stata organizzata una
mini partitella fra gli stessi ragazzi, nella quale essi, cimentandosi a turno nella
direzione arbitrale, sono stati opportunamente istruiti nelle varie posizioni e
negli spostamenti più razionali da assumere in relazione alle riprese ed agli sviluppi del giuoco; senza trascurare, tra l’altro, il grado di preparazione atletica,
lo stile di corsa ed il modo di fischiare. Anche gli Osservatori Arbitrali di ruolo
O.T.S. hanno dovuto dimostrare il loro grado di aggiornamento tecnico con
appositi quiz scritti. Con essi il Presidente D’Anna ed il Componente del CRA
Sicilia, Giorgio Vitale (in rappresentanza del Presidente regionale, Nicola Saia),
hanno ampiamente discusso sulle novità di valutazione della prestazione arbitrale, così come riportate nelle nuove Relazioni O.T.S. ed O.T.R. stilate dal
INIZIO STAGIONE EDIL TOMARCHIO BASKET
Sabato scorso, presso il palazzetto della cittadella universitaria di
Catania è iniziata la stagione sportiva della EDIL TOMARCHIO
BASKET,con l’anticipo della prima giornata di campionato che
vedrà i ragazzi di coach Nicolosi opposti alla matricola Catania
basket 2003. L’obiettivo che si pone la società biancoazzurra è di
migliorare il piazzamento finale dello scorso anno,provando a
centrare la promozione passando per gli spareggi playoff. Un grazie da parte del presidente Pennisi va allo sponsor EDIL TOMARCHIO dei fratelli PUGLISI,che hanno deciso di sposare l’ambizioso progetto della società sanluigina.
I Federiciani – A Milano di scena i Federiciani
1° Raduno Scout Acesi
Una giornata assolata, un maestoso pennone di otto metri che attendeva
impettito di essere vestito dalle tre bandiere (Italiana - ASCI – AGESCI), che di
lì a qualche ora sarebbero state issate, un altare che aspettava ansioso di scoprire chi avrebbe celebrato la Santa Messa, l’ombra discreta delle tantissime
querce centenarie e il continuo arrivo di tanti fazzolettoni di diverso colore,
stretti da fermagli vari ai colli di numerosi giovani e meno giovani che volevano rivivere le emozioni, per tanti ormai remote, di una “Giornata al Campo”.
Gli ingredienti quindi c’erano tutti per un incontro speciale, che così é stato.
Domenica 5 ottobre ha avuto luogo, presso il centro Mater Redemptoris di
Caselle (Milo), il “ 1° Raduno degli Scout Acesi ”, che ha visto la partecipazione di numerosissimi scout, da quelli che nel lontano 1944 sono stati i pionieri
dell’ASCI ad Acireale a quelli che oggi vivono questa meravigliosa esperienza
di vita nelle fila dell’Agesci. La giornata ha avuto inizio con l’alzabandiera,
subito seguita dalla S. Messa celebrata da Mons. Alfio Scuto. Quindi tutti i presenti, divisi in squadriglie, hanno partecipato con goliardia alle varie attività
previste nel programma della giornata, ritornando per un giorno ragazzi.
Il raduno si è concluso con l’ammaina bandiera, cui hanno fatto seguito le note
accorate del canto dell’addio, che ha suscitato in tutti i presenti grandi emozioni. Nell’occasione sono state consegnate pergamene ricordo agli scout
iscritti negli anni dal 1944 al 1948. Tutti i partecipanti hanno altresì ricevuto una
cartolina ricordo della giornata, realizzata per l’occasione su disegno dell’ing.
Aldo Scaccianoce.
Settore Tecnico e sulla relativa importante gradualità del voto finale attribuito.
Alla conclusione dei lavori hanno presenziato il Coordinatore regionale del
Settore Giovanile e Scolastico, Aldo Violato, il Delegato Provinciale della
F.I.G.C., Carmelo Pergolizzi, il Presidente del CONI di Catania, Giuseppe
Crisafulli ed il Collaboratore del S.G.S., Sebastiano Re.
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acesi con in testa il Presidente S.A don Salvatore Coco. Tra gli
innumerevoli ospiti della serata, che si è svolta alla presenza di
Maria Antonietta Berlusconi (sorella del premier) c’è stata l’elezione di Miss Megàle Hellas 2008; inoltre la stilista acese Grazia
Vinci ha presentato le sue ultime creazioni dopo l’eccezionale
exploit del Premio Aci e Galatea 2008 durante il quale ha “vestito” Miss Italia, Miriam Leone.
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Pallanuoto, il S. Tecla vince il trofeo delle frazioni
Il S. Tecla vince il 1° Trofeo “Aci e le sue frazioni marinare” di pallanuoto disputato il 13 ed il 20 settembre presso la piscina delle terme. Una simpatica iniziativa che ha riportato in vasca alcune vecchie glorie e richiamato sulle tribune
parecchi appassionati. Il Trofeo organizzato dalla Polisportiva Pozzillo è stato
articolato in due gironi; nel girone A si sono incrociate le squadre di S. Maria la
Scala, di Pozzillo e di Capomulini, mentre in quello B erano incluse Acireale, S.
Tecla e Stazzo. Le vincenti dei gironi hanno dato vita alla finale, che ha visto il
S. Tecla battere il Capomulini per 9-6. Le altre finali sono state: Acireale –
Pozzillo =8-9 e Stazzo – S. Maria la Scala = 11-4. La classifica finale ha visto
così al primo posto S. Tecla, 2° Capomulini, 3° Pozzillo, 4° Acireale, 5° Stazzo
e 6° S. Maria la Scala. Alla fine delle gare una premiazione all’insegna dell’amicizia e dei valori dello sport. Il S. Tecla rinverdisce una buona tradizione in
ambito pallanotistico e molti dei presenti alla due giorni di gare ricordavano con
nostalgia quando nello specchio d’acqua dello Scalo Pennisi, oltre 30 anni fa,
erano disputate appassionate sfide di water-polo. E non di rado finivano in mare
anche gli arbitri ed i cronometristi! Altri tempi, quando era consentito giocare a
pallanuoto in mare e quando non c’erano tante imbarcazioni di diporto ormeggiate nel porticciolo, così come accade oggi.
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AKIS: Anno IV, numero 27 del 18 ottobre 2008, in vendita a € 1.00 - Editore e Direttore Responsabile: Turi Consoli - Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania
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AKIS
Sabato 18 ottobre 2008
LIBERATE LE “CANDELE” DEL COLLEGIO SANTA VENERA
Ma tanti altri sfregi, vecchi e nuovi, offendono l’artistico edificio
Sono state finalmente rimosse la lanterne sulla facciata
del collegio Santa Venera, quelle che erano state applicate senza tanti scrupoli sulla pietra lavica e sulla pietra
bianca delle “candele”, ovvero quegli elementi decorativi
della facciata che partendo dai portali del piano terra salgono fino al tetto inglobando le finestre, contornate
appunto in pietra bianca. Qualche giorno fa infatti, con
grande dispiegamento di uomini e mezzi, l’Enel ha fatto
rimuovere le tre lanterne applicate sulla facciata del collegio ed altre due collocate nell’attiguo palazzo Rossi
(anche queste collocate sui montanti in pietra) e le ha
fatte ricollocare sulla parete intonacata, a poche decine di
centimetri dalla originaria collocazione, e dove era giusto
che venissero poste fin dall’inizio. La primitiva collocazione avevano suscitato numerosi risentimenti e proteste, tra
cui due interventi (su “La Sicilia” e su questo giornale) del
dott. Giuseppe Contarino, presidente dell’Accademia
degli Zelanti e Dafnici, che io ho apprezzato moltissimo
perché il dott. Contarino rappresenta una voce dotta ed
autorevole del mondo della cultura acese. Anch’io, che abito proprio di fronte al collegio S. Venera, quel giorno di
fine maggio in cui l’Enel ha effettuato i lavori di posa delle lanterne, ritornando a casa e vedendo ciò che era stato
fatto, mi sono preso un “colpo di bile”. Ma mi risulta che proprio quel giorno qualche vicino di casa abbia immediatamente chiamato telefonicamente sindaco, assessori, vigili urbani e forse anche la Sovrintendenza per segnalare quel che stava accadendo; ma i vigili urbani intervenuti hanno affermato che l’Enel poteva fare ciò che stava
facendo e poteva collocare la lanterne dove voleva (evidentemente fornito di autorizzazione!!!). Adesso, dopo
tutte le proteste, pare che le cose siano state messe a
posto. C’è anzi da meravigliarsi della rapidità con cui tutto
sia avvenuto, ben conoscendo (e qui concordo con quanto espresso dal dott. Contarino) i tempi delle lungaggini
burocratiche. Sono rimasti però i segni della precedente
collocazione, con i ferri di sostegno rimasti piantati nella
pietra – come artigli infilati nella carne viva –, dal momento che, non essendo possibile estrarli, essi sono stati soltanto tagliati. Certo, tutto questo, volendo, poteva anche
essere evitato in altro modo, magari collocando il tutto
dall’altra parte della strada, con effetti illuminanti altrettanto efficaci e con danni architettonici più limitati. Vero è
che sono stati eliminati i vecchi fili elettrici, con relativi
supporti metallici, che attraversavano sia la facciata del
convento che la stessa chiesa, ma quelli nuovi che li
hanno sostituiti, collocati a mezza altezza in corrispondenza con le finestre del primo piano, non sono tanto da meno, dal punto di vista estetico. Ed anche questo poteva essere evitato collocando il tutto sul palazzo di fronte, ed evitando anche il doppio passaggio di cavi attraverso
la strada, che poteva, così, essere ridotto al minimo. C’è da dire, però, che questa situazione rappresenta solo l’ultimo sfregio, in ordine di tempo, fatto ai danni del settecentesco edificio del collegio Santa Venera, perché basta
osservarlo con un po’ d’attenzione per accorgersi di quante situazioni – vecchie e nuove – ci siano ad offendere
la struttura dell’edificio. A cominciare dai fregi posti in cima agli stipiti in pietra lavica dei portali della facciata, scalpellati ed appiattiti chi sa quando perché probabilmente le botteghe del piano terra erano state dotate di porte che,
aprendo verso l’esterno, venivano ostacolate nel loro movimento da tali fregi sporgenti. E che dire della torretta
all’angolo tra via Dafnica e via S. Martino, con le aperture murate nella parte sommitale (a cui tra l’altro sono state
addossate delle bruttissime costruzioni e delle vasche per la raccolta dell’acqua) e totalmente rivestita a piano terra
con una sovrastruttura liberty che, oltre a stonare con il resto della costruzione (in stile barocco), ha ricoperto il
portale in pietra lavica ed il mascherone che funge da chiave di volta. La facciata est, quella che dà su via S.
Martino, è poi totalmente irriconoscibile, dal momento che gli occupanti delle varie botteghe, nel corso degli anni,
hanno pensato bene di “personalizzare” il loro pezzo, pitturandolo con colori improbabili ed intonacando pietra
bianca e pietra lavica a proprio piacimento, senza che nessuna autorità dicesse mai alcunché. E che dire infine
(ma l’elenco potrebbe ancora continuare a lungo) della spazzatura ormai quasi costantemente depositata davanti
all’ingresso, in barba a qualunque disposizione ed a qualunque logica di buon senso? Infatti i cassonetti sono stati
tolti dalle strade del centro storico perché erano antiestetici (probabilmente, per chi ha preso tale decisione, la
spazzatura buttata liberamente per le strade è più “pittoresca” ed interessa maggiormente i turisti) e sostituiti con
la raccolta porta a porta. La raccolta, in effetti, funziona, mentre non funziona affatto il “deposito”, che viene effettuato senza limiti di spazio e di tempo. Ma questa – come diceva qualcuno – è un’altra storia. AD
100 Eccellenze del Bel Paese
I LOVE SICILIA
Non lo posso negare. E’ una grande soddisfazione, e non
è la prima volta, che un “Premio Aci e Galatea” assurge alla
ribalta della cronaca. L’elenco che racchiude le “100
Eccellenze del Bel Paese” ha inserite ben due “aziende”
che sono state insignite del “Premio di Acireale ai Siciliani”.
Si tratta della “Fratelli Averna” che già nel 1999 partecipò
alla manifestazione acese e della “Antica Dolceria
Bonajuto” di Modica, quest’anno rappresentata sul palco di
Piazza Duomo dal suo titolare, Francesco Ruta. L’Eurispes
ha presentato, a Roma, nella sede della Biblioteca
Nazionale, il 3* Rapporto sull’Eccellenza segnalando ben
5 nominativi siciliani che entrano in questa speciale classifica dei 100 casi di successo nell’Italia che funziona, produce e crea posti di lavoro. Nella foto di Fabio Consoli il
momento della consegna del Premio al titolare della
“Bonajuto”, Franco Ruta.
L'Eurispes, Ispes fino al gennaio 1993, è un ente senza
fini di lucro ed opera dal 1982 nel campo della ricerca
politica, economica, sociale e della formazione.
L'Istituto realizza studi e ricerche per conto di imprese,
enti pubblici e privati, istituzioni nazionali ed internazionali. Nello stesso tempo, promuove e finanzia autonomamente indagini su temi di grande interesse sociale, attività culturali, iniziative editoriali, proponendosi
come centro autonomo di informazione ed orientamento dell'opinione pubblica e delle grandi aree decisionali che operano nel nostro Paese.
No, non è l’elenco (classico) dei “paperoni” di Sicilia,
ma l’elenco delle persone più “potenti” dell’Isola,
anche se, alla fin fine, con i “paperoni” hanno molto
a che spartire. Un elenco, pubblicato dalla bella rivista “I love Sicilia”, che certamente sorprende ( ma
non tanto) allorquando ti trovi al primo posto l’editore catanese Mario Ciancio che surclassa quello che
viene considerato da alcune classifiche nazionali
“l’uomo più amato tra i presidenti di provincia” (evidentemente prima delle elezioni regionali!). Non
suscitano meraviglie invece le altre “posizioni” :
Schifani, Alfano, Ivan Lo Bello….Delude un poco,
personalmente la ammiro, Stefania Prestigiacomo
(la troviamo al 32° posto) mentre mi aspettavo qualcosa in più anche dalla Bertolino. Per il resto ordinaria amministrazione ma anche una gran soddisfazione: il primo posto ( su 124) è catanese, di Mario
Ciancio, editore e direttore del quotidiano “La
Sicilia”. Un bel primato, non c’è che dire (nella foto
mentre guarda il nostro giornale durante la presentazione dell’Herbarius alla Zelantea) . T.C.
Intervista al D.S. Patrizia Magnasco
-Come ha vissuto i primi giorni da dirigente scolastico in una scuola per lei nuova? Credevo che l’assunzione del nuovo incarico mi avrebbe portato qualche ansia nei confronti non solo del nuovo ruolo ma
anche del nuovo ambiente di lavoro. In realtà più si
avvicinava il giorno della presa di servizio più mi preoccupava il fatto di non essere preoccupata. Il mio ingresso a scuola, poi, è stato connotato da un clima di festa
e da un benvenuto caloroso da parte del personale
tutto e dei docenti collaboratori della presidenza.
Questo clima non si è esaurito con i primi giorni, ma, al
contrario, ho continuato a sentire intorno a me le attese elevate dei docenti, ma anche la loro benevolenza
e considerazione. Senza dubbio il personale del mio
istituto comprende che , nonostante provenga da un’esperienza intensa nel mondo della scuola (impegnata
su vari fronti come la didattica e l’autoaggiornamento
continuo, le progettazioni complesse, la valutazione e
la gestione del sistema qualità, l’organizzazione e la
formazione avanzata nel settore tecnologico-informatico), la mia esperienza sul campo come dirigente
comincia solo adesso, ma credo che avverta anche
l’impegno, la dedizione e il senso di appartenenza che
ho subito sviluppato, accogliendo la sfida di un istituto
che ha tutti i requisiti per affermarsi nel territorio, superando il pregiudizio culturale che oggi ha creato un
trend sostenuto soltanto verso i licei, attraverso un progetto d’istituto qualificato, che sappia coniugare
approfondimento teorico e laboratorialità, nel proficuo
interscambio tra la dimensione locale e quella nazionale e sopranazionale, per rendere gli allievi più competitivi nel mondo del lavoro e avere più facile accesso
alle facoltà universitarie.
-Come intende indirizzare il Progetto d’Istituto:
quali conferme e quali proposte innovative e/o integrative? Il Piano dell’Offerta Formativa si sta strutturando, attraverso gli incontri collegiali, e tramite il lavoro di commissioni, sulle linee imprescindibili tracciate
dalla nostra carta costituzionale e dalla dichiarazione
internazionale dei diritti dell’uomo, attorno ai valori condivisi del benessere e della centralità della persona,
dell’importanza dell’ascolto e di relazioni e comunicazioni chiare e trasparenti, improntate al rispetto, per se
stessi e per l’altro, del superamento delle barriere
sociali e culturali, del riconoscimento della diversità (di
genere, cultura, razze, lingua, abilità, ecc.) come risorsa, dell’educazione alle cittadinanze, dell’attenzione
alle intelligenze multiple degli allievi, della sensibilità ai
temi e alle cause del disagio giovanile, dello spirito di
servizio. Ho trovato una struttura organizzativa nell’istituto ben avviata e consolidata durante la presidenza
del Preside Lorenzo Marotta che mi ha preceduta e
che per questo ringrazio. Io ho solo aggregato referenti singoli all’interno di commissioni che potessero perseguire mete comuni perché credo nel lavoro di squadra o, a volte, semplificato gli incarichi laddove mi sembrava che fosse necessario suddividere compiti piuttosto gravosi, ma nel complesso l’impianto organizzativo
è stato riconfermato. Dal punto di vista dei percorsi curricolari questo in corso sarà un anno di studio, per i
rispettivi Comitati tecnico-scientifici, sul proseguimento
nel triennio delle sezioni con curvature didattiche sulle
energie alternative e sulla robotica, la cui sperimentazione giunge quest’anno, con due classi seconde, al
compimento del primo biennio. Con il POF 2008-09
stiamo presentando una nuova curvatura sui linguaggi
e le tecnologie multimediali che darà, al biennio, una
formazione di base omogenea sui nuovi linguaggi di
comunicazione e nuovi media per la gestione del
suono e del video e avvierà almeno due specializzazioni in due terze classi, quali Audioregistrazione e tecnico del suono,di studio e di palco e
Videoproduzione,Tecnico di progettazione/gestione di
archivi multimediali e siti web per la diffusione audiovideo. Oltre all’approfondimento degli aspetti tecnici, fin
dal biennio, verranno potenziate e valorizzate attività
che completino il profilo culturale degli studenti attraverso un percorso formativo che integra gli aspetti storico-culturali con quelli tecnici. Grazie ai percorsi definiti nell’area di progetto ed alle attività extracurriculari
verranno introdotte materie quali storia della musica,
del teatro, del cinema che accompagneranno il percorso tecnico e laboratoriale. I percorsi così strutturati,
nell’ambito dell’autonomia con ampi spazi di flessibilità,
saranno finalizzati all’acquisizione di quelle competenze tecnico/teoriche che permettano di creare una figura completa altamente qualificata a livello tecnico e culturale in grado , alla fine del corso di studi, di inserirsi
nel crescente mercato delle produzioni audio/video live
o broadcast, o di scegliere in autonomia di proseguire
la strada di un’ulteriore qualificazione professionale o
rivolgersi a percorsi accademici anche impegnativi, in
Italia o all’estero.
-Quali sono, a suo parere, i principali problemi da
risolvere? Come dicevo, la priorità la daremo alla
diversificazione dell’offerta formativa con curvature
didattiche, nell’ambito dell’autonomia, che riescano ad
intercettare l’utenza femminile, riequilibrando l’assetto
delle classi con un clima favorevole all’apprendimento
e allo sviluppo di competenze personali e sociali, oltre
che conoscitive e metodologiche, da un lato e , dall’altro, la capacità di leggere i bisogni del territorio e le trasformazioni del mondo del lavoro, per realizzare un’offerta didattica che colleghi la scuola ai nuovi profili professionali richiesti anche dalla piccola e media impresa
presenti nel territorio, nonché agli studi accademici più
innovativi nel campo delle energie alternative, della
robotica e dei linguaggi multimediali che gravitano
intorno al mondo del cinema, della musica e della
scena in generale. Inoltre, dovremo acquisire una più
adeguata capacità di comunicazione del nostro progetto d’istituto, dinamico e innovativo sia nei contenuti che
nelle metodologie, attraverso proficui rapporti con i
media, ma anche con una maggiore presenza sul territorio. Infine, non di minore importanza, stiamo combattendo alacremente, ma con ottimismo, la dispersione
scolastica, problema che condividiamo con molti altri
istituti, e che stiamo affrontando con progetti di orientamento anche in rete, con politiche sensibili alle problematiche giovanili, e puntando sulla qualità dei servizi e
della scuola nel suo complesso, pur mantenendo
bassa la tassa d’iscrizione. Riusciamo per esempio a
sostenere interamente a carico della scuola le visite d’istruzione, a compartecipare con le famiglie per la
spesa per i viaggi di studio all’estero, per la visione di
spettacoli teatrali come quelli del “Palchetto Stage”, a
sostenere il costo delle certificazioni informatiche per
gli alunni meritevoli della sezione informatica e a realizzare molte altre iniziative pregevoli a titolo gratuito.
Tra queste, va ricordato per esempio che siamo stati
tra i primi istituti nell’Italia meridionale ad offrire i libri di
testo in comodato d’uso gratuito per tutti gli studenti
bisognosi o meritevoli.
-Cosa ne pensa della collaborazione in rete tra gli
istituti secondari di 2° grado della città? Mi sembra
che la cultura di rete, soprattutto tra i neo dirigenti, sia
del tutto naturale. Noi, infatti, siamo parte di associazioni e di mailing list che utilizziamo per un continuo
mutuo supporto, ma anche per accordi di rete a fini
progettuali. Tuttavia anche con i dirigenti degli altri istituti superiori, in servizio da più tempo sul territorio
acese, sono riuscita ad instaurare ottimi e fattivi rapporti che speriamo di concretizzare subito intorno ad
un tavolo di servizio, di cui mi sono fatta promotrice,
con il Comune e le autolinee per cercare di risolvere
l’annosa questione del servizio di trasporto e degli orari
dei mezzi pubblici che ci costringono a riduzioni dell’orario didattico per cause di forza maggiore, senza porre
rimedio ai disagi notevoli a cui la maggior parte degli
alunni pendolari va incontro e spesso intralciando il
loro diritto allo studio, dal momento che in massa chiedono il permesso di uscite anticipate. Siamo anche in
rete, capofila l’IPSIASS di Via delle Terme, per combattere la dispersione scolastica e abbiamo progetti di
raccordo per altre iniziative, relative anche alla formazione degli insegnanti.
-Come intende raccordare la scuola da
Lei diretta con il territorio?
Innanzitutto
considerando la scuola come una risorsa
del territorio. Quindi
dimostrando apertura
per tutte quelle manifestazioni che necessitano dell’appoggio o
dei locali della scuola,
che, con le dovute
garanzie, vanno considerati un bene che
appartiene alla città,
soprattutto per iniziative che contribuiscono
alla formazione dei
giovani. Mi riferisco
allo sport ma anche a
quegli eventi artisticoculturali che contribuiscono ad arricchire
l’offerta culturale rivolta alla comunità. L’ITIS di
Acireale, quest’anno, con il nulla osta del Consiglio d’istituto, e la piena adesione del Collegio dei docenti, ha
aperto la palestra alle società sportive, superando non
pochi ostacoli materiali, e ha in programma una stagione concertistica con l’apporto di vari generi musicali
nella formula della lezione-concerto. Stiamo realizzando progettazioni congiunte con alcune scuole medie
aprendo i nostri laboratori e la palestra alle loro necessità; stiamo lanciando un progetto in rete con scuole
del comprensorio etneo, finanziato con i fondi CIPE,
per favorire l’incontro tra l’esperienza, la cultura e le
tradizioni di cui gli anziani della comunità sono depositari e le competenze tecnologiche dei giovani, che
coinvolgerà, Enti, associazioni del mondo del volontariato e delle parrocchie e i nostri docenti di informatica
e gli allievi nel contesto strutturale dei nostri laboratori.
Con le aziende e l’Università abbiamo rapporti consolidati e protocolli d’intesa che cerchiamo di allargare a
sempre nuove esperienze, tramite convenzioni e
accordi che si sostanziano soprattutto negli stage, nei
corsi PON e IFTS. A proposito di questi ultimi siamo
una delle scuole polo in Sicilia per lo sviluppo di progetti IFTS per l’information technology, centro di certificazione ECDL e Microsoft e stiamo ponendo le basi
per divenire anche Local Academy Cisco Systems. Il
rapporto con gli Enti locali verrà tenuto in seria considerazione nell’ottica di una coprogettazione delle iniziative formative e culturali di cui il tessuto sociale
necessita. Come vede, gli obiettivi sono tanti e ambiziosi grazie anche alle preziose risorse umane e strutturali di cui dispone il mio istituto.
-Cosa ci può dire a proposito delle risorse strutturali e strumentali dell’Istituto e soprattutto sulle
risorse umane disponibili? L’istituto dispone di 13
laboratori attrezzati, moderni e climatizzati e di un’ampia palestra con attrezzature anche per il fitness, corsie
per la corsa e un campetto di calcio. Stiamo anche
progettando di completare un laboratorio musicale (
abbiamo già in dotazione un pianoforte a mezza coda
e numerosi altri strumenti ) e di realizzare una sala di
registrazione professionale, come dotazione delle
sezioni che creeremo a partire dall’anno prossimo, e
che speriamo di poter mettere presto a disposizione
dei giovani della scuola e della città. L’Ufficio Tecnico
mi collabora per ogni gara o acquisto con sollecitudine
ed efficienza. Da un punto di vista informatico la rete è
gestita con metodologie all’avanguardia e il sito
www.itisferraris.eu è molto usato da docenti e studenti
non soltanto per facilitare la comunicazione, ma anche
come strumento di lavoro. Ho uno staff con ottime
competenze anche riguardo la sicurezza dell’edificio,
degli impianti e delle infrastrutture e siamo tra le
poche scuole pilota prescelte dalla Provincia, per la
specificità degli indirizzi e le professionalità presenti,
per l’installazione di pannelli solari fotovoltaici che ci
rendono quasi autosufficienti dal punto di vista energetico. Il corpo docente presenta competenze pedagogiche, metodologiche e disciplinari pregevoli. Molti
provengono da una solida formazione pedagogicodidattica realizzata già a partire dagli anni delle dirigenza del Preside Elio Marotta e sono disponibili all’aggiornamento se si pensa che a giorni partiranno ben
due corsi PON di formazione sulla didattica individualizzata delle discipline umanistiche e scientifiche.
L’istituto adotta la progettazione modulare e ha implementato un buon sistema qualità che abbraccia tutti i
settori
,
compreso
quello
amministrativo.
Amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici, pur
essendo ridotti nelle unità rispetto al passato, mi sono
stati vicini fin dall’inizio e hanno offerto la loro massima
collaborazione per la realizzazione della mission dell’istituto e per creare un’organizzazione del lavoro e dei
servizi agli studenti e alle loro famiglie efficienti. Gli
ampi spazi, anche esterni, che stiamo cercando di qualificare meglio, l’accogliente sala bar, le aule luminose
ed attrezzate in buona parte con le lavagne interattive
e le più moderne attrezzature rendono, a mio avviso, l’
ambiente vivibile e adatto a perseguire sempre meglio,
insieme al personale, il bene comune. Inutile dire che,
pur convinta della complessità che siamo chiamati a
governare, sono contenta della nuova professione e
soprattutto dell’Istituto che ho avuto in assegnazione.
Corrado Patti
AKIS
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Sabato 18 ottobre 2008
4a Edizione dell’estemporanea
Tanto tuonò che…piovve!
Le “Iene” hanno colpito ancora.
Conoscendo il loro “feroce” modo
di fare il sindaco Pippo Cutuli,
stavolta, si è trovato a mal partito
durante l’intervista durante la
quale è stato rinvangato il poco
diplomatico intervento dell’opposizione ad Aci S. Antonio, intervento che ha tirato in ballo
Verdone e la pubblicità (occulta)
che Akuana aveva sfruttato a proprio intendimento. La “diatriba” la
conoscete certamente tutti: che
il sindaco Cutuli sia caduto nel
tranello è anche vero ed il suo
poco…elegante sfogo davanti alla telecamera ha indispettito tanti…ma
bisogna anche considerare che il “buon” Verdone non poteva e non doveva assolutamente far finta di non conoscere o di sconoscere(quasi) l’ex vice
ACI CATENA. Premiati gli artisti vincitori della quarta edizione dell’estemporanea di pittura, scultura e pittura su pannelli di legno, svoltasi nel corso
della manifestazione voluta da Nello Cutuli, ex assessore al Commercio
dell’amministrazione Maesano ed attuale consigliere provinciale. Le opere
realizzate dagli “artisti per caso”, nell’arco di due giorni, sono state giudicate da una commissione composta da Nello Cutuli, Filippo Pulvirenti e Santo
Parisi, che al termine ha decretato sei vincitori. Per la sezione pittura il
primo classificato è stato Emanuele Montanucci, con la seguente motivazione: buone capacità tecnico-pittoriche ben applicate ad una composizione ricca di fantasia con un ottimo impatto comunicativo; al secondo posto
Stefania Ortu con un’opera dal forte impatto cromatico, risultata suggestiva
e con una forte carica emotiva. Per la scultura a vincere è stato Placido
Calì, al secondo posto Orazio Vecchio con la realizzazione di un presepe
composto seguendo un giusto equilibrio di forme.. Per la pittura su pannelli di legno la prima classificata è stata Maria Piera Cristaldi seguita da Maria
Spampinato. “ Questa manifestazione vuole far emergere il talento nascosto dei nostri concittadini- a parlare Nello Cutuli – così da proporlo al pubblico”. Le targhe ricordo sono state consegnate
nella sala Francesco Strano alla presenza del sindaco Raffaele Pippo Nicotra.
Gaia Montagna
ph Studio Barbagallo
BELLA D’AUTUNNO
presidente del consiglio provinciale e “tenutario” della Film Commission
(con la quale ha avuto rapporti). Che l’abbia mandato a quel paese è stato
quasi un “atto dovuto”. Poi, come sapete tutti, la vicenda si è chiusa davanti ad un buon caffè tra sorrisi, strette di mano e molta…molta ipocrisia da
parte di qualcuno che in Italia va per la maggiore!
Le terapie di Pamela Anderson
Ci sono tanti metodi per curare un paziente, ma il terapista di Pamela
Anderson ne aveva uno molto particolare: strillare a squarciagola. "Era un
uomo adorabile e molto irascibile - ha raccontato Pam alla rivista Glamour . Era dalla scuola junghiana e il suo metodo consisteva nello scuotermi il più
possibile, urlandomi contro in ogni seduta". Aggressività fin di bene - "Lo
adoravo - ha aggiunto l'ex bagnina di "Baywatch" -. Mi ha insegnato ad
ascoltare la mia psiche, ad avere il controllo su quello che mi succede intorno e a fare scelte importanti. Gridava sempre 'se non la smetti, non metterai mai più piede qui dentro!', quando mi ostinavo a fare
qualcosa di sbagliato". L'esperienza della famosa ex
bagnina - Guardando al suo passato, Pam è critica,
pensando a un presente che le piace di più. "E' bello
avere 40 anni - ha aggiunto -. Posso guardarmi indietro con serenità e pensare che non voglio mai più
fare una cosa del genere". Niente paura, quindi, se
il vostro terapista dovesse iniziare a gridare per
scuotervi dai vostri malesseri. Sappiate che si rifà
a una scuola testata proprio dalla Anderson.
Lo capisco, poveretto! Parlo, anzi scrivo
del terapista di Pamela Anderson,
costretto ad urlare per “entrare” nella
psiche della bella diva. Lei, certamente felice dopo le varie sedute di
psicoterapia…lui certamente sfinito per avere tanto urlato. Ormai,
per me, non c’è più tempo, ma se
rinasco a nuova vita, credetemi
farò il fisioterapista. T.C.
E’ andata male, molto male. Le speranze che il sindaco Garozzo
e l’ass. Privitera (Sviluppo
Economico) riponevano nell’ottenimento del riconoscimento di “zona franca” per la città di Acireale si
sono perse nei meandri del Ministero che ha assegnato questo “titolo” a Catania e ad altre due città
siciliane. Sappiamo da fonti certe che la documentazione presentata da Acireale era compatibile con
l’ottenimento dell’importante riconoscimento (non
era un riconoscimento formale ma abbastanza considerevole come finanziamento per la nostra città)
ma dovevamo supporre che la presenza di Catania
MAL d ACI era certamente un handicap notevole da non potere
superare. Il clamoroso deficit che la città dell’elefante ha presentato nel suo palmares sarà stata la goccia che ha fatto traboccare il milionario contenuto a favore suo: oltre i 140 milioni di euro
Stancanelli si troverà a ricevere qualcosa come cinquanta milioni extra a
favore delle imprese di Catania. Acireale si leccherà la ferita mentre l’amministrazione acese si dovrà dare da fare per recuperare quest’handicap
strutturale ed economico.La miriade di cartelli “Affittasi” - “Vendita” -
Riceviamo e pubblichiamo:
Gran bella serata quella trascorsa dalla folla che ha assistito a “Bella
d’Autunno”, la manifestazione di fine estate che il patron Pippo Sciacca con
l’Ass. “La Svolta” organizza ad Aci Catena. La vincitrice per l’anno 2008 è
Giusy Mertoli (di Catania) che, assieme al presentatore Marco Liorni ha
Egregio Direttore
qualche tempo fa ho letto su Akis della visita delle Iene ad Aci S. Antonio
chiamate dall'opposizione per via di alcuni cartelloni. La breve nota più o
meno succintamente diceva che Rocca aveva fatto un buco nell'acqua, che
tutto si era risolto con un buon caffè o meglio a tarallucci e vino. Ebbene,
vedendo la puntata in questione, in realtà il sindaco Pippo Cutuli ha fatto
una figura barbina (anche se esistono altri termini per meglio rendere l'idea). L'ha fatta con Verdone, con l'inviato della Iena (anche se si sa che
questi cercano sempre di far risaltare il lato ridicolo, e ci sono riusciti anche
questa volta) e con i suoi amministrati cercando di negare l'evidenza.
Insomma una figura da soldi 3. Scrivo soltanto per fare risaltare che i collaboratori di un giornale dovrebbero essere più equidistanti dalle parti e non
prendere posizione per poi essere clamorosamente smentiti dalle immagini
o dai fatti. Un giornale di per sè, anche se non obiettivo, deve raccontare
fatti e non confutare la realtà, come ha fatto il sindaco di Aci S. Antonio. Ne
va della propria credibilità. Sinceramente, come sempre.
(lettera firmata)
Caro lettore,
non ho visto il servizio in TV ma ho sentito tante, tante “riflessioni”
sulla “figura barbina” (così Lei la definisce) del sindaco Cutuli sulla
questione. Nella breve nota che Lei cita (di un nostro collaboratore)
l’evento era stato sottoposto al lettore in maniera spiritosa e senza
alcun “leccamento” cui si riferisce quanto sopra riportato. I fatti, temporalmente, si sono svolti così come avevamo segnalato, prova ne è
la foto che ritrae il “buon” Verdone con due massimi responsabili dell’amministrazione santantonese (Cutuli ed il suo vice Finocchiaro) ben
felici di farsi ritrarre e non certamente incazzati di brutto come appare
nel video (così mi dicono). Fermo restando che, se provocati, alla fine
si perdono le staffe, è certamente “cosa buona e giusta” non dare
adito a chiacchiere e comportamenti poco ortodossi, anche se provocati e pesantemente. La verità, poi, nostro caro ed affezionato lettore,
è che il “buon” Verdone avrebbe dovuto ricordare, in tempo, cosa era
venuto a fare a Catania, e chi aveva incontrato, oltre ad avere avuto 2
giorni di catering per le riprese dalla Film Commission Così avrebbe
evitato di fare, anche Lui, una figura “barbina” ed una litigata con il
“suo” Veltroni. Cordialmente.
Turi Consoli
catalizzato l’attenzione del pubblico. Hanno partecipato allo spettacolo i violinisti Macrì e Di Guardo e l’attore Francesco Scimeni.
Le foto sono di Nuccia Leotta
“Locasi” - “Cedesi attività” e similari che hanno invaso, a destra e a sinistra,
corso Savoia adesso si sta allargando anche ad altre strade limitrofe: via
Paolo Vasta, corso Umberto (qualcuno), via Cavour….e l’elenco non finisce
qui. Cosa fare? Con chi prendersela? Normalmente il sindaco è il capro
espiatorio delle cose che non vanno…ma un po’ di autocritica non sarebbe
male farla: negozi “fatiscenti”, vetrine che “brillano” di poca luce e poco
attraenti, personale la cui professionalità è da considerare raramente…
professionale, “mercato” di piazza Commestibili nel quale regna indisciplina, sporcizia ed il caos più totale (i prezzi, però, tengono bene e sono concorrenziali)…L’apertura di un nuovo supermercato (nell’ex Upim) ha portato nuova linfa nella zona e se da un canto si sono levate molte critiche
verso l’ass. Privitera (incolpevole per avere dato l’autorizzazione che non
poteva assolutamente negare) è anche vero che moltissimi compratori si
sono riavvicinati al “mercato”. Ora tocca ai negozianti rendere “vivibili e visibili” le loro botteghe, invogliare gli acquirenti…in attesa della costruzione
del posteggio nell’ex mercato coperto. Una soluzione c’è già, bisogna soltanto aspettare e…non morire.
Dappertutto
Le condizioni del mercato del sabato
alla fine della giornata lavorativa!!!
10
AKIS
Sabato 18 ottobre 2008
LA RUBRICA SCIENTIFICA
LA VENERE DELL’ETNA
Quando il cibo diventa “veleno”
Le intolleranze alimentari sono una sorta di "allergia non allergica". Questa
definizione risale al 1991, quando l'allergologo Kaplan presentò un suo articolo in cui descriveva l'esistenza di stati allergici la cui causa non era la presenza di IgE specifiche. Se una sostanza verso la quale si è intolleranti raggiunge il nostro organismo le difese (i globuli bianchi, in particolare i linfociti) vengono distolte dai loro normali compiti per far fronte all'aggressore; in
tal modo si crea una diminuzione delle difese immunitarie generali. Oggi
sono presenti sul “mercato” (anche nelle farmacie) numerosi esami per le
intolleranze alimentari non riconosciuti dal Servizio Sanitario e quindi eseguiti solo a pagamento che saggiano centinaia di alimenti. Tuttavia, quello
che conta alla fine non è il numero di alimenti testati bensì l’affidabilità del
metodo diagnostico. Vi sono metodi i cui risultati inaffidabili inducono spesso il soggetto a praticare errati stili alimentari che alla lunga provocano l’insorgenza di anemia, osteoporosi e altre patologie. L’esame è stato messo
a punto dalla ditta tedesca Orpegen Pharma ed ha un’elevata efficacia diagnostica supportata da numerosi lavori scientifici pubblicati su diverse riviste internazionali. Il BASOTEST rileva qualsiasi reattività ad alimenti, sia
allergica che non allergica, superando i limiti dei tradizionali metodi. Esso si
Alla finale del Concorso Regionale di Bellezza “La Venere dell’Etna” svoltosi in Piazza Duomo di Acireale, hanno partecipato ben 30 finaliste selezionate nelle varie tappe precedenti in tutta la Sicilia. Madrina e ospite del
Concorso è stata Carmen Di Pietro. Durante la serata ci sono stati momenti di danza, comicità e sfilata in abiti da sposa. Fabio Manciagli è stato l’organizzatore, nonché presidente dell’Associazione “New Generation”. e
Giuseppe Calì il patron del Concorso. 1° Classificata: Enza Leonardi, di Aci
Catena , 19 anni. 6 Fasce assegnate: Miss New Generation: Carla Inserra Miss Metropolitan Generation: Arianna Testa - Miss Shr - Excelsior Palace
Terme: Graziella Signorelli - - Miss Hair Modarea: Linda Di Guardo - Miss
Chic: Egle D Errico - Marcognissanti- Miss Fotogenia: Claudia Occhipinti
AL DI LA’ DEL PREGIUDIZIO
basa sull’attivazione, indotta dagli alimenti, dei granulociti basofili, un particolare tipo di globuli bianchi, che viene rilevata tramite il flussocitometro, un
complesso strumento che identifica e conta le singole cellule del sangue. Lo
strumento evidenzia una particolare proteina che viene espressa sulla
membrana dei basofili ed evidenziata attraverso un particolare anticorpo
chiamato CD63. Quando questa proteina compare sulla superficie della cellula si ha il processo di degranulazione che rilascia istamina, triptasi, e altre
sostanze responsabili dell’infiammazione allergica sia locale che sistemica.
Il soggetto soffre quindi di enteropatie, dermatiti o altri disturbi come cefalea e nausea e addirittura si può anche arrivare allo shock anafilattico che
viene definito trofoanafilassi. Il BASOTEST è stato ufficialmente riconosciuto in Europa in quanto ha ottenuto il marchio CE-IVD (IVD significa in vitro
diagnostic). L’esame si può considerare un test di provocazione in vitro, che
si fonda sul principio inconfutabile della Medicina Basata sull’Evidenza
(EBM) che, in questo caso, è l’avvenuta stimolazione cellulare da parte dell’alimento o dell’additivo verso cui l’individuo è intollerante. Al contrario del
test di provocazione in vivo che può essere pericoloso per il soggetto sul
quale viene effettuato il BASOTEST non comporta alcun rischio in quanto
non si esegue sull’organismo bensì sul sangue.
Giovanni Tringali, direttore sanitario dell’I.R.M.A. di Acireale
ph Nuccia Leotta
CORSO SICILIA, 3 - ACIREALE
IN PRIMAVERA RACCOGLIEREMO... I FIORI!!!
Cara Manuela ti scrivo per
avere un consiglio su un problema che da qualche tempo mi
affligge. Sono un uomo di 40
anni e fino a pochi mesi addietro mi ritenevo soddisfatto della
mia vita da tutti i punti di vista,
sono felicemente sposato da 3
anni ed ho un figlio di 9 mesi che adoro, faccio un lavoro
che mi piace e mi gratifica, la mia vita insomma procede
bene o almeno procedeva bene. Da un po’ di tempo, infatti, mia moglie è cambiata, non è più la stessa, ed io non so
cosa pensare e come comportarmi. E’ spesso giù di morale, pensierosa, nervosa, piange e mi accusa me di essere
cambiato, ma la cosa che più mi preoccupa è che “mi rifiuta” (prima non accadeva mai), non riusciamo più a trovare un momento d’intimità, sono anche arrivato a pensare che avesse un altro, ma per fortuna non è
così. Non so più cosa fare e cosa pensare, certe volte mi sento Don Chisciotte
contro i mulini a vento, puoi darmi un consiglio?
Ti ringrazio anticipatamente…………………………….Un marito frustrato!!!
“Non ci è permesso scegliere la cornice del nostro destino.
Ma ciò che vi mettiamo dentro è nostro”.
(Anonimo)
Caro marito frustrato, capisco bene la tua preoccupazione, in questi casi è normale pensare subito ad un terzo incomodo e paradossalmente combattere contro un altro uomo sarebbe stato forse più facile. Il tuo esempio di Don Chisciotte
è azzeccato più che mai, infatti, dalla descrizione che mia hai fatto sembra proprio che tu debba lottare contro un nemico subdolo ed impalpabile: la depressione post-partum. Normalmente accade che dopo un parto, il cosiddetto “crollo degli ormoni” ovvero una repentina e massiccia riduzione di alcuni ormoni nel
circolo sanguigno (ormoni che tra le tante cose influenzano anche il nostro
umore) sia causa di una depressione fisiologica denominata baby blues o blues
post-partum, che non è altro
che uno stato di malinconia e
che solitamente ha una durata
limitata nel tempo. Dico solitamente perchè, come in tutto ciò
che riguarda la nostra psiche,
buona parte delle cose dipendono da noi e da come siamo abituati ad affrontare e reagire agli
eventi, dal nostro modo di vedere, capire e “dare un nome alle
cose”, dopo un parto, per esempio, sapere che si piange con
maggiore facilità a causa del
baby blues e che fra un pò passerà è sicuramente d’aiuto. In
alcuni casi ( circa il 10-20%)
però può capitare che questa
“malinconia” duri più del previsto e si trasformi in una depressione post-partum (più duratura
e complicata del baby blues).
La d.d.p. può essere più o meno
grave ed ha varie sfaccettature,
in alcuni casi, i più gravi, richiede un’adeguata terapia farmacologica ed eventualmente una
psicoterapia, se sottovalutata
rischia di diventare cronica,
riducendo la possibilità di sviluppare una buona ed adeguata
sintonia con il bambino.
Indipendentemente o insieme a
tutto questo, non bisogna trascurare che l’arrivo di un bebè, per quanto meraviglioso sia, stravolge sempre la vita di una coppia, da tutti i punti di vista. Ci vuole
tempo e pazienza per abituarsi ai nuovi ritmi, non sempre è facile e se poi (non
so se questo sia il vostro caso) non si ha vicino qualcuno che possa essere
d’aiuto (genitori, parenti, amici...) tutto diventa più faticoso. Tieni presente che
avere cura di un bambino richiede quasi sempre sacrifici e fatica soprattutto se
lo si deve fare da soli e si lavora anche fuori casa, a maggior ragione, se si è
emotivamente fragili; per alcune donne i primi mesi sono frustranti e causano
sentimenti d’ inadeguatezza sia come madre che come moglie, tutto questo
complica sia la vita della neo-mamma sia i rapporti di coppia che spesso ne
escono inficiati. Tu naturalmente ti senti rifiutato e trascurato, se prima eri al centro dei pensieri di tua moglie adesso ti vedi messo da parte, tua moglie probabilmente è stanca, non riesce più a mantenere i ritmi di prima e temendo il giudizio, sia tuo sia degli altri, (non sei una brava madre o moglie…) si chiude in se
stessa. Quasi sicuramente si sente incompresa e, come te, trascurata e messa
da parte e se poi, come io sospetto, è affetta da depressione post-partum il tutto
si amplifica e complica. Il consiglio che posso darti è innanzi tutto di provare a
mettervi l’uno nei panni dell’altro per capire meglio i rispettivi punti di vista; parla
sinceramente con tua moglie e chiedile di fare lo stesso con te, stalle vicino,
sempre che lei lo desideri, come avrai capito questo è un momento molto delicato per una coppia, ma ancor di più per una donna; cerca di essere premuroso, abbracciala e baciala con affetto (non solo con passione o desiderio), falle
capire che comprendi il suo stato d’animo e che il tuo amore per lei va oltre “la
camera da letto”. Se non lo fai già offriti di aiutarla nella cura del bambino, della
casa o comunque renditi disponibile senza farla sentire incapace. Qualora fosse
possibile, affidate per qualche ora vostro figlio ai nonni o zii ecc…e uscite da soli
per delle passeggiate, cenette romantiche o quello che preferite, prendetevi,
insomma, del tempo per voi stessi. Non dimenticate di essere genitori, ma tenete ben presente di essere anche una coppia e cercate di vivere questo periodo
come momento di crescita più che di crisi, sempre che secondo voi ne valga la
pena !!! In ultimo, non volendo trascurare né sottovalutare la depressione di tua
moglie, vi esorto a rivolgervi al vostro medico che sarà sicuramente in grado di
valutare la presenza e l’eventuale gravità della d.p.p. e consigliarvi il giusto rimedio. Augurandovi di ritrovare presto la serenità vi
Manuela Leotta
saluto. Piacevolmente a vostra disposizione
[email protected]
Maneo nemini: “Non mi fermo per nessuno”
Da quando è stato ricostruito il piazzale del rifugio Sapienza, dopo le eruzioni del 2001 e 2002, si può ammirare una graziosa piramide sulla cui
facce vi sono elementi astronomici estremamente interessanti. Il meridiano dell’Etna passa proprio per il punto in cui si trova il vertice della piramide. Il fuso orario dell'Italia é il fuso orario dell'Europa centrale ed é proprio
quello del meridiano dell'Etna che passa per la piccola e graziosa piramide. I meridiani sono semicerchi massimi che hanno la massima lunghezza
possibile, pari alla semicirconferenza del globo terrestre. Essi vanno dal
Polo Nord chiamato Nadir della Terra a quello Sud definito anche Zenit
della Terra. Su ogni punto della superficie terrestre essi sono sempre perpendicolari ai Paralleli, mentre tra loro si congiungono ai due Poli. Il meridiano 0 costituisce il Fuso Orario iniziale ed é quello di Greenwich che
costituisce il primo fuso dell'Europa Occidentale e rappresenta il tempo di
riferimento (tempo GMT da Greenwich Mean Time). Ad esempio, le reti
sismometriche sono tarate sul tempo GMT ed i tempi di arrivo delle onde
P ed S di un terremoto si riferiscono sempre al tempo GMT altrimenti
sarebbe impossibile calcolarne l’epicentro. I Meridiani sono 360 o meglio
sono la somma di 180 da Greenwich verso Est, più 180 verso Ovest fino
all’antimeridiano di Greenwich che si trova all’esatto opposto del meridiano zero e coincide con il 180° meridiano. I Fusi Orari non corrispondono
esattamente a 15° di Longitudine ma si adattano generalmente ai confini
dei paesi nei quali sono adottate le ore locali. L’unità di misura è il grado e
si applica ai Meridiani ed ai Paralleli. Un grado è pari alla 360esima parte
di un cerchio. Un grado è a sua volta suddiviso in 60 primi (60‘) e in decimo di primo. La longitudine indica l’arco di parallelo che viene a determinarsi tra il Meridiano di riferimento Greenwich e il punto in cui ci si trova.
Nell'indicarlo dovrà essere accompagnata dall’indicazione E (Est) o W
(Ovest), sempre rispetto a Greenwich. Il Grado di Longitudine rappresenta
quindi la distanza angolare dall’uno all’altro dei 360 Meridiani considerati.
La superficie terrestre é stata suddivisa in 24 parti al fine di consentire ad
ogni paese di avere la sua ora convenzionale (ora locale). Ogni Fuso
Orario adotta l'ora del proprio Meridiano Centrale
che é in ritardo di un'ora
rispetto al Fuso limitante
ad Est, e in anticipo di
un’ora rispetto a quello
limitante a Ovest. Su una
delle facce della piramide
è stato scritto “Maneo
Nemini” ossia “non mi
fermo
per
nessuno”
(ovviamente riferito al
tempo), tuttavia la lava
dell’Etna potrebbe anche
dire “non mi ferma nessuno” e al posto della bella
piramide resta un’inospitale sciara lavica! Certamente speriamo che ciò non accada… l’uomo
comunque è temerario ed il sito dove si trova la piramide astronomica è tra
quelli più a rischio d’invasione lavica. Infatti si trova in una zona chiamata
rift sud storicamente sede di numerose eruzioni. Ricordo gli anni di alcune
di esse:1763 (Montagnola), 1766 (Monti Calcarazzi), 1883 (Monte Leone),
1886 (Monte Gemmellaro), 1892 (Monti Silvestri), 1910 (crateri Riccò oggi
scomparsi), 1983 (frattura Piccolo Rifugio), 1985, ecc… Speriamo che la
piramide del tempo resti ancora a lungo obiettivo delle foto dei turisti…
naturalmente Etna permettendo!
Giovanni Tringali, direttore dell’I.R.M.A. di Acireale
Notizie acesi in breve:
Giovedì 23 ottobre, alle ore 18, nella sala “Cristoforo Cosentini della Biblioteca
Zelantea, il prof. Francesco Calì, docente universitario e socio effettivo
dell’Accademia, parlerà su: “Acireale ed i viaggiatori stranieri”.
Ieri 17 ottobre nei locali del Centro Sociale Circuito Attivo ha avuto luogo una
Lectio Magistralis sul Lavoro Sociale di Walter Lorenz sul tema: “Ricostruire il
sociale, un processo possibile?”. L’incontro è stao organizzato dall’Ordine
Professionale degli Assistenti Sociali della Regione Sicilia, dal Consorzio “Il
Nodo” e dalle riviste “SottoTraccia” e “Dimensione Professionale”.
Oggi, Sabato 18 ottobre, nell’aula magna del Liceo Scientifico “Archimede” di
Acireale, sarà presentato il nuovo libro dell’avv. Salvatore Trovato “Acireale –
Corso Savoia e dintorni”. Relatori:
Prof. Don Salvatore Pappalardo - Prof. Alfonso Sciacca - Avv. Anna Ruggieri
Coordinerà il prof. Turi Consoli.
G.V.
42° Congresso Nazionale dell’AIS
Si apre la settimana dei Sommeliers italiani, in arrivo oltre 300 Soci che tra
mercoledì e domenica, si incontreranno a Catania per partecipare al 42°
Congresso Nazionale dell’AIS. L’apertura ufficiale, alla presenza delle
Autorità, si è svolta Venerdì 17 ottobre presso l’Auditorium dell’ex
Monastero dei Benedettini, mentre i lavori della Giunta e del Consiglio
Nazionale si svolgeranno al Romano Palace Hotel a cominciare da domani. Il programma congressuale prevede, otre agli incontri istituzionali e
all’Assemblea generale dei soci, numerosi appuntamenti che permetteranno ai partecipanti, e ai loro accompagnatori, di “vivere” la città attraverso
visite guidate nel suo cuore storico, di scoprire il Monastero e i suoi sotterranei, e di effettuare escursioni per la visita alle cantine e alle principali località turistiche. Nell’ambito del congresso saranno assegnati diversi premi e
riconoscimenti che sottolineano l’importanza dell’attività didattica dell’AIS
per la qualificazione professionale dei sommelier. Venerdì sera, nell’ambito
della cena sociale organizzata per i congressisti, la Bonaventura Maschio
ha consegnato i prestigiosi premi ai migliori corsisti che si sono diplomati
nell’anno in corso, e nel pomeriggio di Sabato si svolgeranno invece le finali del Concorso Miglior Sommelier d’italia 2008 che la Guido Berlucchi supporta da anni con importanti premi ai 3 finalisti ed al vincitore. Soci e sommelier resteranno nel fine settimana per partecipare a Enopolis, kermesse
giunta alla 7° edizione, organizzata dalla sezione siciliana dell’AIS e che ha
sempre registrato un notevole afflusso di pubblico, attratto dalla possibilità
di incontrare i produttori e degustare i loro vini , oltre che a partecipare ai
numerosi incontri che vedranno protagonista il vino, accompagnato dai
migliori prodotti della gastronomia siciliana. Grazie al supporto di enti e istituzioni, quali la Regione Siciliana, la Provincia di Catania, il Comune di
Catania, l’Istituto Regionale della Vite e del Vino, la Camera di Commercio
di Catania ed di importanti associazioni come l’ANCE catanese oltre alla
partecipazione di diversi sponsor tecnici tra i quali Surgiva, Bormioli, Caleca
e Alitalia, è stato possibile organizzare un Congresso che soddisferà, non
solo i partecipanti, ma anche quanti ne sono coinvolti attivamente nel fornirne i servizi per una migliore riuscita dell’evento.
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A IS K