Anno 3° - N. 6 -
Notiziario del Gruppo Alpino ANGET -
Marzo 2005
Cari soci e amici,
la situazione finanziaria del
Gruppo mi consente, questa
volta, di inserire una pagina a
colori, così ho ritenuto giusto e
doveroso premiare la gentilezza , la fantasia e la “mano” del
Generale “Mimmo” (Girolamo)
Scozzaro, ultimo comandante
della Brigata Alpina Tridentina
oltre che carissimo amico, che
ha aderito al mio invito ed ha
realizzato, appositamente per il
nostro notiziario, questa immagine di un Alpino che non ha
bisogno né di commenti né di
elogi: parla da sola.
Bravo Mimmo e grazie
da parte di tutto il
Gruppo Alpino ANGET.
SOMMARIO
L’attività fisica in montagna
Tutti al lavoro
La campagna acquisti 2005
Ricordiamo un grande
L’Istituto Storico e di Cultura
dell’Arma del Genio
2 - 6
7
8
9
10 - 15
Quattro passi in cucina
WWW - Che passione
Tempo di musica
Lettere al Capo Gruppo
Buon Compleanno
Appuntamenti
Finale a colori
16
17
18 - 20
21
22
23
24
La preparazione tecnico-professionale del
soldato futuro non potrà prescindere da una
idonea esperienza addestrativa in alta quota.
Sulla “Rassegna dell’Esercito” supplemento al n. 6/2004 della Rivista Militare
pervenutomi soltanto pochi giorni prima di andare in stampa c’è un bellissimo
articolo dal titolo “L’attività fisica in montagna” che non posso riportare nella
sua interezza sia perché occuperebbe tutto il notiziario, sia perché troppo
“tecnico e scientifico” in alcune parti del testo e nelle tabelle esplicative.
Poiché è convinzione di molti che nelle Truppe Alpine non si faccia più attività
in montagna, ritengo utile farvene una sintesi per rendere noto come si è modificato nel tempo l’approccio alla montagna da parte degli Alpini (compresi Genieri e Trasmettitori Alpini), da un sistema valido ma in sostanza molto
“empirico” e affidato spesso alla capacità ed alla buona volontà di singoli Comandanti o Istruttori, a un sistema più scientifico e tecnico, fondato
sull’acquisizione di rigorosi dati tecnici e antropometrici e sulla trattazione di
questi dati da parte di studiosi di rara competenza e passione.
Pagina 2
Premessa
Durante il mio periodo di comando
delle Truppe Alpine (fine 2000 - fine
2002) sono stato contattato, per
l’avvio di un’attività di studio, da una
coppia di studiosi dell’Università degli Studi di Perugia particolarmente
appassionati di questo genere di
approfondimenti: si tratta della
Dott.sa Paola Gigliotti, delegata internazionale presso l'Unione Internazionale Associazioni Alpinistiche
(UIAA) e del Prof. Francesco Michele Coscia, docente di Fisiologia applicata presso la Facoltà di Scienze
Motorie dell'Università di Perugia, ai
quali ho subito affiancato il Cap. Alessio Cavicchioli, istruttore di alpinismo delle Truppe Alpine e particolar-
mente appassionato di tutto ciò che
ha a che fare con la montagna.
Questa attività di studio prevedeva il
controllo periodico di un campione di
alpini, poco più di un centinaio, che
svolgesse un determinato tipo di attività fisica, per verificare con misurazioni tecnico-scientifiche-anatomiche
le modifiche intervenute sul loro fisico a seguito dell’addestramento/allenamento effettuato e quindi, a
posteriori, come eventualmente modificare le citate attività per conseguire i migliori risultati.
In sostanza, l’approccio “da praticoni” per anni adottato in merito al problema di quale attività fisica far svolgere ai nostri uomini per addestrarli
alla vita, al movimento ed al combattimento in montagna, diventava un
approccio “scientifico” fondato non
tanto sulla sensibilità e sulla capacità
intrinseca dei singoli istruttori, quanto sui risultati di rilevamenti tecnici
effettuati su un probante campione
di uomini prima e dopo una certa
attività.
E’ appena il caso di notare che, quasi contemporaneamente, analoghe
attività venivano svolte anche in altri
paesi e, soprattutto negli Stati Uniti.
L’11 settembre poi ha amplificato la
necessità di preparare soldati di tutti
gli eserciti (noi ci preoccupiamo del
nostro ma il problema è comune con
tanti altri) ad operare in zone e terreni montani o di alta quota (si prenda
ad esempio il teatro afghano).
Una proficua collaborazione
Una mattina, in una delle tantissime
«palestre al sole» delle nostre Dolomiti, i citati esponenti dell'Università
degli Studi di Perugia e personale
Pagina 3
delle Truppe Alpine danno avvio al
lavoro in comune. La sensazione di
comunione di interessi non stupisce
nessuno (tutti quelli che vivono la
montagna condividono interessi.. ),
quello che impressiona è la piena
convergenza di sinergie sfruttabili
per il conseguimento di obiettivi comuni.
Il lavoro, iniziato proprio quella mattinata, si inquadrava nell'ambito del
programma scientifico EV- K2 del
Centro Nazionale Ricerche rispondente alla voce «Sicurezza in montagna». In termini più specifici, partendo dall'analisi e dalla valutazione
delle capacità fisiche di professionisti
della montagna, l'obiettivo era quello
di determinare gli standard fisici minimali per la pratica, in sicurezza, di
attività in quota.
Breve cenno meritano le succitate
sinergie.
La prima sinergia è determinata dalla turnazione annuale del personale
(sussistenza, nella fase iniziale, del
reclutamento di leva). Essa ha consentito la possibilità di una verifica
iniziale dei valori medi di riferimento
in un campionamento rappresentativo della popolazione «giovane» e la
modificabilità, nel breve periodo, di
tali valori (ovvero la valutazione
dell'incidenza dell'allenamento).
L'ambiente di riferimento ed i correlati compiti istituzionali hanno permesso inoltre la strutturazione di
verifiche reali dei cosiddetti dati di
laboratorio. Campionati sciistici delle
Truppe Alpine (CaSTA), attività addestrative prolungate, biathlon, corsa in montagna, pentathlon, sci alpinismo ed altro hanno rappresentato
naturali tavole di confronto. Inoltre,
Pagina 4
per lo specifico militare, la condivisione degli obiettivi sopra esposti
non escludeva l'estensione della
sfera di interesse. Anzi, la qualifica
di professionista militare della montagna porta con se l'impossibilità
della scelta, in termini temporali e
climatici, della frequentazione
dell'ambiente e la considerazione
che l'obiettivo stesso travalica quasi
sempre il mero operare. In altri termini, le funzioni operative
«muovere» e «vivere» richiedono la
loro naturale implementazione nella
funzione «combattere». Il lavoro ha
prospettato la possibilità di gestire
strumenti operativi e scientifici di
screening iniziale (eventuale futura
selezione di reclutamento), di individuare strumenti operativi e scientifici
di valutazione periodica di standard
prestazionali, di generare tavole di
verifica della bontà delle scelte e
degli adattamenti metodologici di
preparazione fisica (allenamento o
addestramento?).
Il lavoro è iniziato nel 2001: sono
stati monitorizzati 127 militari appartenenti alle Truppe Alpine attraverso
475 valutazioni. I gruppi di analisi,
per coerenza espositiva, sono stati
categorizzati in Alpini ed Istruttori
Alpini (l'incremento della specifica di
definizione è ovvio indice di un'azione di selezione qualitativa progressiva). Il ricorso alla visualizzazione
grafica è stata una scelta obbligata
nella ricerca della massima neutralità valutativa dei dati rilevati.
Metodi di studio
Lo studio è stato condotto secondo
le linee guida dell'American College
of Sports Medicine. Per semplificare
al massimo, mi limiterò ad indicare
solo che l'utilizzo di particolari test ha
consentito la valutazione dei seguenti parametri correlati:
- composizione corporea
(percentuale di massa magra,
massa grassa e loro distribuzione);
- aerobic fitness, per individuare la
capacità aerobica durante una
prova da sforzo, con monitoraggio della frequenza cardiaca e
della pressione arteriosa;
- flessibilità della colonna vertebrale per individuare l'elasticità
dei muscoli cervico-dorsolombari e degli arti inferiori;
- forza muscolare degli arti superiori;
- valutazione del tono muscolare
dei quadricipiti;
- Total Fitness, dato che riassume
tutti i precedenti e che individua
in % la capacità fisica totale di
appartenenza del soggetto.
Analisi di variazione
Senza addentrarsi in troppi particolari, è importante sottolineare come
valori quali la flessibilità del dorso, la
forza dei bicipiti e la massa grassa
subiscano incrementi immediati
(riferibili cioè a range temporali limitati) ad opera di programmi di allenamento specifici. Altri parametri, quali
la frequenza cardiaca e la capacità
aerobica risultano invece modificabili
solo con tempistiche prolungate e
con correlati lavori di allenamento di
lungo periodo (essi evidenziano cioè
tendenza alla permanenza nello stato).
Conclusioni
Il lavoro svolto ha dato la soddisfazione di trovare soggetti con ottime
capacità fisiche generali e non soltanto per specifiche discipline sportive, evidente segno di un allenamento pluridisciplinare. Inoltre il test eseguito, proprio perché consente la
Una squadra
partecipante al
Trofeo Mezzalana impegnata in un passaggio in cresta.
Questa gara è
sicuramente
una delle più
dure in cui addestramento
fisico e addestramento psichico devono
essere felicemente
congiunti.
Pagina 5
programmazione dell'allenamento ed
il successivo controllo a distanza di
tempo, è risultato ulteriore stimolo
per soggetti già motivati. È’ importante notare anche il valore medio
degli indici di capacità fisica: Gruppo
Istruttori 84%, Gruppo Alpini 79%
rispetto a quello di una popolazione
di giovani sana valutata nell'ambito
civile tra studenti (55%).
La considerazione che i militari di
leva, sottoposti alle prime valutazioni, presentavano valori molto vicini a
quelli degli studenti civili e che al
termine dell'anno di servizio gli stessi
avevano migliorato le loro capacità
fisiche a valori medi intorno al 79%
permette di estendere la discussione. Questi giovani, infatti, vengono
«restituiti» alla società con delle capacità fisiche migliorate in maniera
significativa, superiori a quelle della
media di un gruppo di pari età di studenti. Ma è ancora più importante
pensare al fatto che queste capacità
fisiche sono migliorate attraverso
attività fisico-sportive pluridisciplinari
in ambiente alpino, che hanno indotto una mentalità rivolta all'esercizio
fisico ed allo sport come stile di vita.
Un recente articolo uscito in
“Medicine & Science in Sports & Exercise”, rivista dell'American
College of Sports Medicine, riporta le
valutazioni delle capacità fisiche,
rilevate con metodica simile a quella
da noi utilizzata, di un gruppo di militari americani.
Le capacità fisiche rilevate sui militari italiani delle Truppe Alpine sono
equivalenti a quelle del campione dei
colleghi americani riportate sulla rivista, se assunto come parametro di
riferimento il generico gruppo Alpini,
Pagina 6
superiori se il parametro assunto è il
gruppo Istruttori Alpini.
In sostanza, non vedremo i nostri
Alpini andare in giro per le montagne
con sensori appiccicati alla pelle,
elettrodi infilati da tutte le parti e fili di
tutti i colori sulla tuta da combattimento o sulla tenuta da roccia, ma
sicuramente da questo studio e da
altri che potranno essere effettuati
per ampliarne o completarne i risultati, nascono le basi “scientifiche”
per nuove metodologie addestrative
e soprattutto per un controllo periodico adeguato del personale chiamato
ad effettuare attività in montagna, sia
per una più ampia disponibilità di
dati conoscitivi statistici, sia per conseguire risultati migliori in tempi ridotti sia ancora, e non è certo
l’ultimo elemento quanto ad importanza, per garantire una maggior
sicurezza del personale stesso evitando di impiegare in attività eccessivamente pesanti chi non dovesse
averne le capacità.
(sintesi di Roberto Scaranari)
Qui a lato è riportata (in
bianco e nero ma in realtà
c’è un po’ di verde ed un
po’ di rosso) la sovracopertina del libro “Cronache
del Genio Alpino” edito da
Mursia nel 1980 e, come
indicato nell’immagine qui
a destra, riferito al periodo
1935-1980.
Quella edizione era stata
prodotta in un numero di
copie piuttosto limitato,
anche in relazione ad un
mercato prevedibilmente
alquanto ristretto, per cui
già da qualche anno non
se ne trova più una copia
in circolazione.
Da ciò è scaturita la necessità di farne una nuova
edizione e, con l’occasione, di aggiornarla fino ai
giorni nostri, inserendo il
periodo dal 1980 in poi e
correggendo le imprecisioni emerse nel tempo.
Si è messo al lavoro un
gruppetto di volenterosi
formato dai Generali Stefanon, Ranieri, Di Donato,
Resce e Scaranari che
hanno raccolto un po’ di
dati dalle memorie storiche dei vari reparti e che
stanno completando testo
ed immagini per dare la nuova bozza alla
Casa Editrice entro la fine di aprile in modo da avere il nuovo libro pronto entro la
fine dell’anno.
Chi avesse episodi, aneddoti, foto o altro
materiale che ritiene meritevole di entrare
a far parte del libro per rendere meglio
l’idea di che cosa fossero le nostre compagnie di Brigata ed i battaglioni Orta ed Iseo
mi mandi il tutto entro il 30 marzo.
R.S.
Pagina 7
Ma come è formato, al 20 febbraio 2005, questo numero : 226 ‘
72
64
7
18
65
avevano rinnovato entro il 20 novembre 2004
hanno rinnovato da allora al 20 febbraio 2005 (pochini)
erano i nuovi soci alla data del 20 novembre 2004
sono i nuovi iscritti dal 20 nov. al 20 feb. 2005 (bene)
sono gli iscritti 2004 che ancora non hanno rinnovato
ai quali, immaginando che possano aver perso il numero
_____ di CC postale, ho allegato un bollettino pre-stampato.
226
(nessuno si offenda: le Poste ci mettono un mese a
comunicarmi gli accreditamenti)
Bellezza Quater
Bellezza Quater
Bellezza Quater
Bellezza Quater
Bellezza Quater
Bellezza Quater
Nuovi Soci Simpatizzanti Montuoro
Canova
Bellezza Quater Natale
Delvecchio
Bellezza Quater Paolo
Manella
Bellezza Quater Giorgio
Nuovi Soci effettivi
Borgheresi Aldo
Catalano Giovanni
Sperati
Alessandro
Zampieri Fabrizio
Zedda
Ranieri
Silvia
Luca
Matteo
Sara
Francesca
Carlo Alberto
Francesca
Luciano
Santo
Silvano
Non posso fare a meno di mettere in evidenza (se mai ce ne fosse bisogno) la partecipazione corale della famiglia “Bellezza Quater” (+ Francesca Montuoro che fa parte della famiglia) con il suo capostipite “Dott. Natale”, titolare della Soc. ARIS di Lombardore (TO), da anni amici degli Alpini ma soprattutto estimatori di chi fa le cose con serietà e con passione,
di chi ha dei valori interni da mostrare e da difendere, di chi crede nelle
istituzioni e fa di tutto perché queste possano migliorare e funzionale al
meglio, insomma, sono estimatori di gente fatta come loro.
Siamo felici ed orgogliosi di averli così massicciamente presenti nel nostro Gruppo e saremmo anche preoccupati, vista la loro presenza percentuale, per una eventuale ascesa al potere nel Gruppo se la leadership dei
soci effettivi non fosse difesa dal nostro Statuto.
Pagina 8
Secondo le nostre regole, questo
è il primo notiziario del 2005 ma è
anche l’ultimo che mando a chi
non si è ancora messo in regola
per il 2005 e non lo dovesse fare
entro il prossimo 20 maggio,
quando cioè dovrò andare in
stampa per la spedizione del 1°
giugno. Non si tratta di qualche
Euro in più o in meno per la stampa o per i francobolli (i soldi ci so-
no tanto è vero che ci siamo permessi una paginata a colori) ma è
una questione di principio e di
giustizia nei confronti di chi si è
ricordato del Gruppo Alpino, ha
perso tempo a compilare il modulo di Conto Corrente e, probabilmente, si è fatto una bella coda
all’Ufficio Postale della sua città o
paese per riuscire a spedirlo.
Il Capo Gruppo
Il 16 novembre dello scorso anno “è andato avanti”
il Generale Mario Gariboldi. Ho scritto ai familiari
quello che sentivo esprimendo il cordoglio mio
personale e quello di tutto
il Gruppo Alpino.
Nel ringraziarmi per le parole scritte ma soprattutto
per i sentimenti che erano
nascosti dietro di esse, i
familiari mi hanno mandato questa fotografia che mi
affretto a pubblicare per
dare l’opportunità di rivederlo a chi lo aveva conosciuto e per farlo conoscere, sia pure in una occasione così triste, a chi ne
aveva soltanto sentito parlare
senza
avere
l’opportunità, meglio dire
“la fortuna”, di operare alle
sue dipendenze.
Roberto Scaranari
Generale C.A. Mario Gariboldi : 28.2.1920 - 16.11.2004
Pagina 9
Scartabellando tra le carte che
invadono disordinatamente la
stanza lasciata libera da mio
figlio quando si è sposato nel
2003 alla ricerca di argomenti
per completare questo notiziario, considerata la pressoché
totale assenza di “soci scrittori”, ho avuto la fortuna di imbattermi in un opuscolo illustrativo
dell’Istituto Storico e di Cultura
dell’Arma del Genio ed ho pensato che molti di voi saranno
venuti a Roma chi sa quante
volte e potrebbero non averne
mai conosciuta l’esistenza, né
l’ubicazione né che cosa può
offrire alla vostra voglia di sapere.
Pagina 10
Oggi rimedio a questa grave lacuna e trascrivo, quasi fedelmente,
le informazioni inserite nel citato
opuscolo, nella speranza di invogliare qualcuno ad andarlo a visitare perché, vi assicuro, ne vale
proprio la pena.
Prima di iniziare la descrizione
vorrei evidenziare che si parla in
genere più dell’Arma del Genio
che non di quella delle Trasmissioni ma ciò è dovuto al fatto che per
tanti anni esse hanno costituito
un’arma sola. Vi garantisco che i
reperti e le esposizioni relative alla
Trasmissioni sono abbondanti ed
interessantissimi.
L’Istituto Storico e di Cultura
dell’Arma del Genio dipende dal
Ministero della Difesa tramite il
Comando Militare della Capitale.
È depositario di cimeli e documenti
relativi alla storia dell'Arma del Genio, dell'architettura e dell’ingegneria militare. Assolve pertanto il
principale compito di raccoglierli,
custodirli ed esporli al pubblico.
Oltre al Museo Storico delle Armi
del Genio e delle Trasmissioni, al
Museo Storico dell’Architettura
Militare ed alla Mostra "Genieri e
Trasmettitori per il Paese”, l'Istituto
dispone di:
- Archivio documentale sull'attività del Genio Militare, dal 1800
ai giorni nostri;
- Archivio storico-iconografico
sull'architettura e l'ingegneria
militare, con 15.000 documenti
a partire dal XIV secolo;
- Archivio fotografico, con 20.000
lastre fotografiche;
- Archivio dei decorati dell'Arma;
- Biblioteca specializzata sull'ar-
Stazione radiotelegrafica a scintilla con rivelatore a coherer, risalente a
Guglielmo Marconi.
Pagina 11
Plastico di Castel Sant’Angelo a Roma.
chitettura, sull'ingegneria militare, nonché sulla vita e attività
dell'Arma, con oltre 24.000 volumi.
MUSEO STORICO DELLE ARMI
DEL GENIO E DELLE
TRASMISSIONI
Occupa tutto il pianterreno dell'edificio per una superficie di circa
4400 mq.
Poiché il Genio Militare è l'Arma
tecnica per eccellenza e la più
strettamente connessa con la vita
civile, il tema principale che il Museo svolge non è tanto quello di
esaltare le glorie, che pure sono
copiose, conquistate sui campi di
battaglia, quanto quello di testimoniare l'intima connessione che vi è
Pagina 12
sempre stata tra Società civile e
Genio militare. Tale connessione si
manifesta principalmente in tutti i
campi dell'Ingegneria e della Architettura e si esalta in occasione di
pubbliche calamità. La testimonianza è fornita da pezzi autentici e da
moltissimi modelli e plastici che
con la loro tridimensionalità meglio
aiutano la comprensione. Essi sono stati, per la quasi totalità, realizzati dall'Istituto stesso e molti di
essi costituiscono veri capolavori
nel loro genere.
Preceduto da due sale d'onore in
cui fanno spicco cimeli del Tenente
del Genio Cavour e del Generale
Menabrea, scienziato e Primo Ministro, il Museo è diviso in due grandi
settori: il primo riguarda il Genio in
tutte le sue specialità, quelle del
tempo di pace, quelle che si formano in tempo di guerra e quelle
che si sono tanto evolute nel tempo da diventare Armi o Corpi autonomi, quali l'Aeronautica Militare,
L'Arma dei Trasporti e Materiali, il
Servizio Chimico Militare e L’Arma
delle Trasmissioni.
Il secondo settore è dedicato al
Genio Militare nelle varie guerre
che si sono succedute già nel Regno di Sardegna e poi nello Stato
Italiano, sino a tutto il secondo
conflitto mondiale.
Non è possibile riportare il contenuto di ogni singola sala. Si vuole
soltanto richiamare l'attenzione
sulla documentazione che si incontra lungo il percorso e che meglio testimonia l'importanza di certi
aspetti tecnici e storici.
Cosi è per l'ampia panoramica dei
ponti stradali regolamentari e di
circostanza per il rapido superamento delle interruzioni e subito
dopo l'analoga documentazione
sui ponti galleggianti in dotazione
ai Pontieri, tra cui fa spicco il Ponte n° 160/14, protagonista di epici
forzamenti di fiumi, quali il Piave
nella prima Guerra Mondiale e il
Dnyeper in Russia, nella seconda.
Meritano poi attenzione i Dirigibilisti e gli Aerostieri che con i loro
fragili mezzi preannunciarono la
nascita dell'Aeronautica e, in particolare, una pala di elica del Dirigibile Italia e un monoplano Bleriot
XI uguale a quello che attraversò
la Manica nel 1909. Risalta poi un
prototipo di aliscafo che nel 1907
raggiunse la velocità di 80 km/h.
Un vasto settore è dedicato alle Direzioni del Genio Militare per la Marina che hanno realizzato tutte le
Basi Navali dello Stato Italiano.
Dopo il salone riguardante le Colonie, l'Arma dedica a tutti i propri Caduti un grande Sacrario impreziosito
da un'Ara, donata da tutti gli Ufficiali
del Genio, e da nove vetrate istoriate dal Maestro Duilio Cambellotti.
Seguono le sale dedicate alle Campagne di Guerra e ai loro cimeli; ad
iniziare dalla Repubblica Romana
del 1848 - ‘49 per continuare con la
Campagna di Crimea (1855 - 56) e
con l’Assedio di Gaeta (1860 - 61),
ove spiccano le grandi opere ossidionali del Gen. Menabrea ed i primi cannoni rigati del Gen. Cavalli.
Quasi 600 mq. sono dedicati alla
prima Guerra Mondiale, illustrata da
plastici di eccezionale bellezza e
precisione.
Una piccola saletta è dedicata a S.
Barbara, con 112 interpretazioni iconografiche.
Segue una straordinaria carrellata
documentale dei mezzi di trasmissione, dai segnali a fuochi dell'epoca omerica, all'impiego dei colombi
viaggiatori, ai mezzi ottici sempre
più perfezionati e quindi al telegrafo,
alla radio e al suo geniale inventore,
Guglielmo Marconi, Capitano del
Genio, e ai suoi rivoluzionari apparecchi.
Fuori di questa ultima sala, quattro
bellissimi cannoni fusi in Cina nel
secolo XVII ci ricordano quella straordinaria civiltà.
Pagina 13
MUSEO STORICO
DELL'ARCHITETTURA MILITARE
Questo Museo occupa gran parte
del primo piano per una superficie
di 2800 mq. È a sé stante e, con
dovizia di plastici e modelli, vi è
esposta la storia dell'architettura
militare italiana ed europea, a cominciare dai castellieri preistorici e
i nuraghi sardi, per continuare con
le fortificazioni romane, i castelli
medioevali, i forti delle varie epoche sino ad oggi. Menzione particolare meritano i modelli delle
macchine ossidionali e dei mezzi
mobili di offesa romani, ricavati
dalle sculture della Colonna Traiana. Così pure il modello del Ponte
sul Reno, costruito dalle Legioni di
Cesare presso l'odierna Bonn
nell'anno 55 a.C., e gli splendidi
plastici di alcuni noti castelli e di
Castel S.Angelo, in particolare.
Una saletta è dedicata agli architetti e ingegneri militari italiani che
svolsero la loro opera in tutta l'Europa e nel Nord Africa, tra il 1100
e il 1700.
Chiude la visita il Salone Giulio
Cesare, dedicato al Primo Grande
Geniere della storia.
Modello di ponte pensile in legno sul Fiume Piave realizzato nel 19181919 per il ripristino della viabilità.
Pagina 14
Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio
Lungotevere della Vittoria, 31 - 00195 Roma
Tel./Fax 06.3725446 e Tel. 06.47353149
Modalità di accesso
- Direzione: nei giorni feriali (escluso il sabato) dalle ore 08,30 alle
12,30.
- Musei: ingresso libero dal lunedì al venerdì dalle 08,30 alle 12,30. (per
i Festivi e per visite guidate, prendere accordi con la Direzione).
- Archivi e Biblioteca: martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 08,45 alle
11,45 e dalle ore 13,15 alle 15,15 (solo su appuntamento).
E, per concludere, ecco il testo della Lapide dedicatoria della nuova sede
iniziata il 20 marzo 1937 su progetto del Ten. Col. g. Gennaro De Matteis.
Con sovrana determinazione del Re Vittorio Emanuele III
si costituì nel 1906 in Roma,
nel maschio di Castel Sant’Angelo,
il Museo dell'Ingegneria Militare Italiana
Successivamente, con decreto del 5 febbraio 1911,
venne trasformato in
“ Museo Storico dell’Arma del Genio”
con sede nelle fabbriche dette di Urbano VIII
nel recinto di Castel Sant’Angelo
In seno al Museo venne costituito nel 1928
l'Istituto di Architettura Militare
Nel 1934 i due enti anzidetti furono trasferiti
nella Caserma Piave
allora esistente sul Lungotevere della Vittoria
Con decreto del 28 giugno 1934 i due enti citati
furono uniti nell'attuale
“Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio”
che nell'anno 1940 prese stanza in questa sede.
Pagina 15
Carlo Alberto Bruschi ha lasciato il segno anche in questa rubrica. Fra le
tante ricette che ci ha inviato ne sono
state scelte due ai vertici di un pranzo:
un primo piatto ed un dolce.
Ingredienti (per 4 persone):
2 salsicce morbide - 4 o 5 zucchine - 1 cipolla - olio extravergine di oliva - formaggio grana - 400 gr. di “mezze maniche” o
“maccheroncini”.
Preparazione
Mettere sul fuoco una pentola con abbondante acqua per la cottura della pasta
(aspettare a salarla fino a quando inizierà
a bollire).
Intanto
preparare
la
salsiccia
“sbriciolandola” con le dita aiutandosi con
un po’ di farina per non farla appiccicare.
Tagliare a pezzetti le zucchine e tritare la
cipolla.
In una padella che poi possa contenere
anche la pasta, fare rosolare per bene la
cipolla con un po’ d’olio, poi aggiungere le
zucchine e la salsiccia lasciando cuocere
e dorare per bene.
Quando la pasta è quasi cotta (tenerla al
dente) scolarla e metterla nella padella per
amalgamarla con il sugo ormai cotto aggiungendo una bella manciata di formaggio grana. Servire calda aggiungendo (a
seconda dei gusti) un filo d’olio d’oliva ed
ancora un po’ di formaggio grattugiato.
Pagina 18
16
Ingredienti
150 gr. di farina - 150 gr. di
zucchero - 2 uova - 1/2 bicchiere di latte - 1 bustina di lievito - 50 gr. di burro - 1 pizzico
di sale - buccia di limone - 6
mele golden.
Preparazione
Mescolare insieme lo zucchero, le uova e quasi tutto il burro. Aggiungere la farina (tenerne un pizzico) aiutandosi con il
latte in modo da mantenere il
composto fluido. Tagliare le
mele sbucciate a listarelle e
aggiungerle al composto.
Imburrare la teglia da forno
con il pochissimo burro avanzato e spolverarlo con un pizzico di farina per non fare aderire la torta al fondo.(Volendo
si può aggiungere uva sultanina ed un po’ di yogurth).
Per ultimo, sciogliere il lievito
nel po’ di latte avanzato, metterlo nell’impasto, mettere il
tutto nella teglia, livellarla bene e mettere subito in forno
ben caldo (190°) per 1 ora o
poco più.
Aggiornamenti sul nostro sito “www.gruppalpanget.it” per
chi non “smanetta” regolarmente su INTERNET.
Il nostro sito è attivo da circa
un anno ed ha avuto oltre 2000 visitatori: non molti, ma se consideriamo che è un sito dedicato ad una
cerchia abbastanza ristretta di appassionati, non offre lauti guadagni
né donnine facili né pozioni miracolose (a parte le nostre ricette di cucina), possiamo essere contenti.
Nello spazio riservato alla
“posta”, le comunicazioni più recenti, o più particolari, sono state:
14.2.2005 - Cipollone Pietro (nostro
socio)
“Cari Genieri Alpini. Su comunity di
ANA.it si è aoerto un nuovo Forum
dedicato a Genieri Alpini. Ci tengo a
farlo sapere a chi può essere interessato. Grazie e buon lavoro a tutti.”
23.1.2005 - Orlando F.Bruno
“Ho visitato il vs. sito, molto bello. Io
non sono un alpino, anche se abito
a Bardonecchia, ma sono orgoglioso di essere stato un trasmettitore
(33° btg. Guerra Elettronica Falzarego). Se fra di voi c’è qualcuno che
ha prestato servizio negli anni
1978-1979 nel 33° Falzarego, sarei
felicissimo di salutarlo.”
9.12.2004 - Cap.Corv. Pasquale
Sperandeo
“Egregi Signori,
ho approfondito la conoscenza del
vostro mondo e delle vostre qualità
grazie a mio suocero, Col. Genio
Alpino Luciano Salerno (n.d.r.
“nostro socio”) e volevo porgere a
tutti voi, genieri alpini, i miei calorosi
saluti, uniti alla stima che nutro nei
confronti di tutti gli alpini. Forse non
sapete che in Marina Militare spesso diamo dell’ “Alpino”W ai marinai
poco avvezzi alle cose di mare, ma
mi rendo conto che probabilmente
in realtà si fa un grosso complimento all’imbranato di turno per tutto
quello che contraddistingue un alpino nel panorama militare.
Ad abbundantiam quindi, con
l’augurio che l’ANMI (n.d.r.
“Associazione Nazionale Marinai
d’Italia”) possa prendere spunto ed
esempio dalle vostre attività associative, che mantengono alto lo spirito e l’orgoglio delle penne nere.”
Ce ne sono altre legate soprattutto
al periodo Natalizio ed una del Gen.
Scozzaro che non pubblico per modestia e anche perché non ho più
altre pagine libere.
R.S.
Pagina 17
Si tratta di un canto scherzoso, sicuramente di antica origine, con cui i trentini (lo si capisce dal dialetto e dalla
terz'ultima riga dove si dice "ma da 'sta banda") deridevano i sudtirolesi e, in senso lato, tutti i montanari ed i vallidi lingua tedesca.
Le strofe che seguono sono quelle verosimilmente più
vicine allo spirito del canto.
giani
'Na volta gh'era 'na brutta vecia
che la gh'aveva do' denti soli.
Ghe palpa uno, el ghe scorlava
ghe palpa st'altro, e 'l ghe resta in man.
Zwanwig personen in automobil,
das ist zu viel, das ist zu viel.
In eine svolten l'auto se volten,
zwanzig personen alles kaputt.
"Kommen mit mir" dis ‘na todesca,
"sull'erba fresca a fare l'amor".
Mi no capisso ne si e ne no
e come 'n'asin ghe digo: "Yo, Yo!"
Sprechen sie deutsch fino a Bolzan,
ma da 'sta banda, ma da 'sta banda,
sprechen sie deutsch fino a Bolzan,
ma da 'sta banda se parla Italian!
Pagina 18
Ancora nel campo della musica, vorrei proporvi l’Inno della
Brigata “Sassari” dal titolo “DIMONIOS”. Mi potrete obiettare: “ma che c’entra questa Brigata non Alpina con noi ?” .
NIENTE, è vero, se non che questi Sardi hanno uno spirito
da tenerci allegramente testa. Non vi metto anche la musica,
primo perché non ce l’ho e secondo perché non so quanti
sarebbero capaci di leggerla (io no e me ne dispaccio molto,
….. ma c’è sempre tempo). Chi volesse averne un’idea, mi
telefoni e gli farò ascoltare il brano via filo.
Dimonios
Diavoli
China su fronte
si ses sezzidu, pesa !
ch'est passende
sa Brigata Thatharesa.
boh...boh...
E cun sa manu sinna
sa mezus gioventude
de Sardigna.
Abbassa la fronte
se sei seduto ,alzati !
perchè sta passando
la Brigata Sassari.
boh...boh...
E con la mano benedici
la migliore gioventù
della Sardegna.
Semus s’istiga
de cudd'antica zente
ch'a s'inimigu
frimmaiat su coro
boh...boh...
Est nostra oe s'insigna
pro s'onore de s'Italia
e de Sardigna.
Siamo la traccia
di quell'antica gente
che al nemico
fermava il cuore.
boh...boh...
Oggi le loro insegne sono nostre
per l'onore dell'Italia
e della Sardegna.
Da sa trincea
Finas’a sa Croazia
sos "thatharinos"
han' ‘iscrittu s'istoria.
boh...boh...
Sighimos cuss'ormina
onorende cudd'erenzia
"thatharina".
Dalla trincea
fino alla Croazia
i "sassarini"
hanno scritto la storia.
boh...boh...
Seguiamo le loro orme
onorando quell'eredità
"sassarina".
Pagina 19
Ruju su coro
e s'animu che lizu
cussos colores
adornant s'istendardu.
boh...boh...
E fortes che nuraghe
a s'attenta pro mantennere
sa paghe.
Rosso il cuore
e l'animo come il giglio
quei colori
adornano il nostro stendardo.
boh...boh...
E forti come i nuraghi
sempre all'erta per mantenere
la pace.
Sa fide nostra
no la pagat dinari
Ajò..Dimonios..
avanti..Forza Paris!
La nostra fedeltà
non ha bisogno di essere pagata
Alè..Diavoli..
avanti..Forza Insieme!
Il compositore, cui va tutta la mia stima ed il mio apprezzamento (il vostro dopo che avrete sentito il brano, intanto apprezzate il testo) è il
Ten.Col. Luciano Sechi, del 45° Reggimento “Reggio”.
Pagina 20
Premessa
del Capo Gruppo
Questa volta le lettere, quelle vere
e proprie, cioè con domande o argomenti di un certo rilievo, sono
state estremamente scarse mentre
sono stati abbondantissimi i biglietti, più o meno variopinti e più o meno pieni di parole, per gli auguri di
Natale.
Io mi scuso con tutti ma, a meno di
casi particolarissimi che non possono essere sbandierati ai quattro
venti, le mie risposte non possono
essere fatte altro che in questa rubrica.
Se dovessi infatti rispondere singolarmente nascerebbero problemi di
tempo (uno contro 226 oltre a tutti
gli altri amici, parenti e colleghi al
di fuori del Gruppo) ma anche di
spese che, se addebitate al bilancio del Gruppo finirebbero per metterlo in ginocchio e se sostenute
dal mio bilancio finirei prima o poi
sul lastrico (e poi, sono
“genovese”, ricordatevelo).
Per tutto quanto precede, ringrazio
tutti quelli che mi hanno scritto anche per gli apprezzamenti che molti hanno fatto per la mia attività di
Capo Gruppo.
E con questo argomento chiudiamo ma, mi raccomando, non ripetetevi in occasione della Santa Pasqua.
--------
Ci scrive (una delle tante lettere) il
consueto Carlo Alberto Bruschi.
Nella sua lettera racconta della sua
abitudine di comprare e leggere
libri ma anche di ritagliare pagine
di giornale che poi distribuisce ad
amici e conoscenti per il piacere di
divulgare notizie che ritiene di
grande interesse.
Il suo argomentare scivola poi sui
ricordi della Val Visdende e di Cima Sappada (siamo nel regno della Julia) per finire con una ricetta di
tortelli alla zucca, il testo di
“Bombardano Cortina” ed un brano
di Indro Montanelli sulle qualità degli Alpini.
Risposta
Caro Carlo Alberto,
la tua costanza nello scrivere merita almeno il premio di essere citato
in questa rubrica tuttavia devo dirti
che se vuoi che una tua lettera
venga pubblicata integralmente,
cioè così come me la scrivi, deve
trattare un argomento con un senso logico completo ovvero formulare una domanda cui potrei cercare
di dare una risposta ovvero di procurarmela da chi potrebbe essere
più preparato di me sullo specifico
argomento.
Io attendo fiducioso, anche da parte degli altri soci che, al contrario
tuo, “battono la fiacca”.
R.S.
Pagina 21
A partire da questo numero inizia questa nuova rubrica con cui,
di tre mesi in tre mesi, a nome di tutto il Gruppo, vengono formulati gli auguri di Buon Compleanno a tutti i soci che incapperanno nella lieta ricorrenza nei tre mesi
successivi. Purtroppo ci saranno delle
“dimenticanze” perché il Gruppo
non dispone delle schede
personali di tutti.
I soci di cui mancano le
schede personali ne troveranno una
da compilare allegata al presente notiziario.
Sarebbe auspicabile poterle ricevere tutte, così non
ci saranno più trattamenti differenziati tra i vari soci.
E intanto
Alessandro Sperati
Walter Fraticelli
Luigi Vitale
Giuseppe Valentini
Antonio Leoci
Franco Lusenti
Matteo Bellezza
Carlo Alberto Bruschi
Miro Andreani
Nunzio Marchetti
Alfio Faustinelli
Vincenzo Falco
Massimo Peloia
Gianluca Trippetta
3 marzo
6 marzo
7 marzo
9 marzo
13 marzo
14 marzo
14 marzo
16 marzo
20 marzo
24 marzo
25 marzo
26 marzo
30 marzo
31 marzo
Riccardo Ganz
Giuseppe De Chirico
G.Battista Puricelli
Emilio Mega
Franco Bellinazzi
3 aprile
4 aprile
5 aprile
7 aprile
9 aprile
Pagina 22
Luigi Buonerba
Mario Samorì
Davide Vanotti
Luigi Di Giulio
Guido Buonomini
Roberto Susanna
Giustiniano Cappellari
Giorgio Bellezza
Silvia Bellezza
Gianluca Gorla
Giovanni La Chiana
11 aprile
11 aprile
17 aprile
18 aprile
19 aprile
20 aprile
21 aprile
24 aprile
24 aprile
25 aprile
27 aprile
Renato Corrà
Salvatore Lombardo
Antonino Ciardo
Paolo Carosella
Massimiliano Scarcia
Rolando Ricci
Giuseppe La Placa
1 maggio
3 maggio
3 maggio
4 maggio
6 maggio
20 maggio
20 maggio
Nelle giornate del 5,6 e 7 maggio
si terrà a Chianciano il 50° Consiglio Direttivo Nazionale ANGET al
quale parteciperò in qualità di Capo Gruppo Alpino. In tale occasione presenterò la situazione del
Gruppo al 31.12.04 ma parlerò
anche di questo buon inizio 2005.
Presenterò inoltre la situazione
economica a fine 2004 e le previsioni di spesa per il 2005. Vi anticipo che sto adottando la politica di
far crescere, se possibile, il capitale del gruppo del 10% annuo e ci
stiamo riuscendo perché nono-
Anno 3° . N. 6 . Marzo 2005
Direzione e redazione
Via S.Erasmo 15—00184 Roma
Tel. 348.7924800
e-mail: [email protected]
Direttore
Roberto Scaranari
Collaboratori per questo numero
Luciano
Salerno
Girolamo
Scozzaro
Paola
Gigliotti
Francesco Michele Coscia
Alessio
Cavicchioli
stante le spese per le medaglie e
per i notiziari, in due anni abbiamo
quasi raddoppiato il patrimonio
iniziale (fra poco ci quoteremo in
Borsa).
Il 14 e 15 maggio ci sarà invece
l’Adunata Nazionale ANA a Parma. Come era stato proposto da
qualcuno, cogliamo l’occasione
per un incontro. L’appuntamento è
fissato per le ore 15,00 di sabato
14 nella sede dell’Ass.ne Naz.le
Marinai in Viale Piacenza 83/a.
Tel. 0521.995484 - Autobus n. 12
dalla Stazione ferroviaria al capolinea davanti all’Associazione.
Cari soci,
io continuo ad aspettarmi da
tutti voi grandi cose in tema di
proselitismo ma .................. !?!
DATEVI DA FARE !!
Carlo Alberto
Giuliano
Pietro
F.Bruno
Pasquale
Bruschi
Ferrari
Cipollone
Orlando
Sperandeo
Pagina 23
Sopra. La Caserma Vittorio Veneto di Bolzano in una immagine mandataci
dal Col. Luciano Salerno. La fotografia risale a molti anni fa ed è singolare
notare come nelle immediate vicinanze ci siano soltanto prati e vigne mentre adesso il comprensorio militare in questione è circondato da condomìni
in tutte le direzioni, con i connessi problemi di convivenza.
Sotto. La riconoscibilissima penna del Gen. Scozzaro ha colpito ancora,
questa volta prendendo di mira un Alpino impegnato nelle gare dei Ca.STA.
Pagina 24
Scarica

Bravo Mimmo e grazie da parte di tutto il Gruppo Alpino ANGET.