COMPENDIO DEL CATECHISMO
Non di sola
morale...
Il Compendio del catechismo della Chiesa cattolica usa le stesse parole del Catechismo
“ufficiale”, cambia solo la forma, che torna al sistema di domande e risposte facilmente
memorizzabili. Eppure la grande stampa se ne impossessa subito per rimacinare slogan
stantii. L’obiettivo è ancora una volta quello di relegare il magistero della Chiesa alla sola
sfera morale, così da potersene disfare come questione privata. O peggio ancora si tenta
di leggerlo in chiave politica e addirittura in una improbabile logica di schieramenti.
Tanto più che c’era da spargere un po’ del veleno accumulato nella tornata referendaria
recentemente conclusa
l “Compendio del Catechismo della Chiesa
Cattolica”: ecco un bell'esempio di
disinformazione frutto, allo stesso tempo,
di ignoranza, di malafede, di provincialismo e
di paura. È il modo in cui la maggior parte dei
quotidiani cosiddetti “laici” hanno dato e
commentato la notizia della pubblicazione
del “Compendio”. La serie di sostantivi con
cui questa nota s'inizia (ignoranza ecc.) non
è esagerata. Vediamo perché. Questo
Compendio, preparato dall'allora cardinale
Ratzinger, è redatto con le stesse parole del
grande Catechismo della Chiesa Cattolica
(quello pubblicato nel 1992), di cui è una
sintesi, proprio perché non possa essere
scambiato per un “nuovo” catechismo ed era
in preparazione dal 2002, vale a dire quando
la legge sulla fecondazione artificiale non
esisteva ancora e nessuno pensava a lanciare
i relativi referendum.
Tuttavia ecco i titoli con cui alcuni giornali
l'hanno annunciato: «Nuovo catechismo,
vecchia Chiesa», «Embrioni e nuovo
catechismo»; «Il nuovo Catechismo: difendete
l'embrione», «L'embrione va al catechismo»,
I
Sì alla vita
«“Gli Stati difendano i diritti degli embrioni”».
La vignetta di uno dei nostri massimi
quotidiani mostrava «Papa Ratzinger mentre
catechizza gli embrioni» (ma sta parlando a
uno spermatozoo…).
Qualche giornale ha esplicitato il
riferimento al referendum: «Va da sé che la
riproposizione di alcuni punti fermi della
dottrina cattolica nel clima del postreferendum è tale da suscitare reazioni». Un
importante quotidiano ha confuso, in un
riferimento, il Catechismo di San Pio X (1912)
con il Catechismo tridentino di San Pio V
(1566). C'è chi ha scritto: «Ci fa respirare
l'odore della regressione […] che fa leva su
contenuti reazionari e aggressivamente
antimoderni» e «sull'alleanza neomoderata
con i poteri esistenti o in via di neocostituzione». E chi ne ricava l'idea di «un
Vaticano oscurantista e medievale» che
continuerebbe nelle sue indebite
«ingerenze» nella vita politica italiana. Un
giornale si è scandalizzato perché la prima
voce dell'indice analitico alfabetico è
«aborto» e ha confuso il «voto» (dei religiosi)
44 giugno-agosto 2005
BASTA BAMBINI NEI CASSONETTI
on abbandonarlo, non sei sola: è il messaggio semplice
e diretto diffuso attraverso locandine ed opuscoli, in
quattro lingue (compreso l’arabo), nei principali luoghi
pubblici del nostro Paese, per convincere le donne a non
lasciare nel cassonetto il proprio figlio dopo il parto. Per far
sapere loro che si può partore in ospedale, in totale anonimato, ed avere garanzie per la propria salute e quella del
neonato. Questo bambino sarà immediatamente adottato
da una famiglia italiana.
Con questi pressuposti parte la campagna di informazione contro l’abbandono dei neonati promossa dal ministero
per le Pari opportunità. Un milione di opuscoli e 250mila
locandine saranno diffuse in tutti quei luoghi pubblici in cui
potenzialmente potrà andare una donna in gravidanza ed in
stato di difficoltà (come enti locali, consultori, associazioni di
donne e di immigrati).
’Non abbandonarlo puoi partorire senza dare il tuo
nome. Il suo futuro sarà protetto’ è lo slogan della campagna
che utilizza, a livello d’immagine, la foto di un neonato che
dorme. L’iniziativa ha l’obiettivo di diventare permanente.
Sarà avviato un monitoraggio per valutarne l’impatto.
Secondo stime del ministero sarebbero circa 300 ogni anno
i neonati abbandonati dalla mamma dopo la nascita, la maggioranza dei quali ritrovati ancora in vita. ’Non sono molti i
casi - ha commentato il ministro - ma anche questi pochi rappresentano un fenomeno scottante, terribile, la cui lotta
N
con il voto alle elezioni politiche. Si può dire
che tutti i giornali, anche i più seri, ne hanno
fatto un testo di morale. Ecco infatti qualche
altro loro titolo: «Sesso, lavoro e vita: ecco la
morale della Chiesa», «Il riassunto del
catechismo: inflessibili contro il sesso, duttile
sulla guerra». Un grosso filosofo impegnato in
politica lo ha definito «Un decalogo da
propaganda che offusca il Vangelo».
Nessuno che si sia preoccupato di vedere
che cosa il Compendio dica di Dio, di Gesù
Cristo, dello Spirito Santo, della vita eterna,
della Chiesa, dei Sacramenti. Eppure prima di
affrontare i sacramenti e, con alcuni di essi, la
vita morale, ben 497 formule su 598 sono
dedicate alla fede e alla preghiera. E nessuno
che si sia accorto che il numero 525 (a
proposito dell'ottavo comandamento) alla
domanda: «Come dev'essere l'uso dei mezzi
di comunicazione sociale?» risponde
testualmente: «L'informazione mediatica deve
essere al servizio del bene comune e nel suo
contenuto dev'essere sempre vera e, salve la
giustizia e la carità, anche integra. Deve
inoltre esprimersi in modo onesto e
Sì alla vita
passa per l’informazione. Il nostro Paese - ha proseguito promuove
la maternità
e ci sono
una serie di
norme all’avanguardia
a
livello
internazionale che
tutelano le
donne in
difficoltà.
Queste
donne devono saperlo. Con la campagna vogliamo tutelare
il bambino ma anche la donna perché la non assistenza al
parto può rappresentare un rischio per la sua salute’. Per i
promotori dell’iniziativa (collabora la commissione nazionale
per le pari opportunita’), le madri che abbanonano i figli nel
cassonetto ‘sono comunque delle vittime. Sono donne che
hanno deciso di non abortire ma poi sono evidentemente
spaventate all’idea della maternità. Si tratta di donne da aiutare’.
La campagna contro l’abbandono dei neonati usufruirà
anche del numero verde contro la violenza alle donne che il
ministero per le pari opportunità attiverà a breve.
conveniente, rispettando scrupolosamente le
leggi morali, i legittimi diritti e la dignità della
persona».
Si è parlato, all'inizio, anche di
provincialismo e di paura. Se il provincialismo
è un vizio antico e tipico dei laicisti, i quali
misurano ogni gesto del Papa secondo un
metro meschinamente italiano e politico, la
paura, anzi «le paure dei laici» sono
l'argomento, per qualche aspetto
sorprendente, di un fondo del Corriere della
sera. Pier Luigi Battista vi denuncia proprio i
timori di «ingerenze» manifestati anche da
«laici non prigionieri del neodogmatismo
laicista», che «equipara un libro - niente più
di un o strumento di divulgazione dottrinaria
- a un atto aggressivo di intromissione
vaticana nelle cose italiane» o a una
«dichiarazione di una guerra di religione […]
con il risultato sconcertante di vedere i laici
impegnati a dettare ai cattolici l'agenda che i
cattolici dovrebbero seguire» e «con il
risultato non esaltante dal punto di vista degli
stessi laici».
(a cura del Copercom)
45 giugno-agosto 2005
Scarica

Non di sola morale... - Movimento per la Vita