“RIPENSARE
I PROCESSI
PER MIGLIORARE
I SERVIZI”
FORUM P.A.
FORUM DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Roma
21-25 Maggio 2007
Quartiere Fieristico
Edizioni MP MIRABILIA srl
Direzione Generale per l’Innovazione
Tecnologica e la Promozione
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RIPENSARE
I PROCESSI
PER MIGLIORARE
I SERVIZI
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Il programma di partecipazione al Forum P.A.
18ª Mostra Convegno dei Servizi
ai Cittadini e alle Imprese
è stato organizzato dalla:
Direzione Generale per l’Innovazione Tecnologica
e la Promozione
Direttore Generale Antonia Pasqua Recchia
Nuova Fiera di Roma
Roma 21-25 maggio 2007
Servizio II - Comunicazione, Promozione e Marketing
Dirigente ad interim Raffaele Sassano
Il coordinamento generale per la Progettazione e realizzazione
opuscolo, materiali grafici e stand, organizzazione
degli incontri allo stand è a cura della:
Unità Organica I - Comunicazione, Grandi Eventi
e Manifestazioni Fieristiche
Responsabile Antonella Mosca
con Monica Bartocci, Vassili Casula, Antonella Corona,
Maria Tiziana Natale, Amedeo Natoli, Maria Siciliano, Laura Simionato
Organizzazione convegni
Anna Maria Stramondo
Comunicazione multimediale
Alberto Bruni, Renzo De Simone, Francesca Lo Forte, Emilio Volpe
Segreteria Amministrativa
Cristina Brugiotti, Annarita De Gregorio, Mauro De Santis,
Loredana Nanni, Laura Petracci, Rosaria Pollina, Silvia Schifini,
Teresa Sebastiani, Fabiana Vinella
Rapporti con i media
Fernanda Bruno con Chiara de Angelis
Supporto logistico
Edoardo Cicciotto, Maurizio Scrocca
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“U
na PA nuova non affianca il vecchio al nuovo ma ripensa radicalmente i processi sulla base dell’innovazione tecnologica e organizzativa e dell’utilizzo
ottimale delle risorse umane. FORUM PA si propone quindi …., di mettere
al centro della sua riflessione la necessità di un cambiamento profondo
delle amministrazioni pubbliche e di una reingegnerizzazione dei processi di servizio,
fondata sul pieno utilizzo dell’innovazione organizzativa e tecnologica, quali fattori di
sviluppo e garanzia dei diritti. FORUM PA ‘07 vuole mostrare una pubblica amministrazione leggera, amica, capace di accompagnare cittadini ed imprese nella realizzazione dei propri obiettivi. Una pubblica amministrazione che non usi le risorse pubbliche per la propria sopravvivenza ma per restituire valore ai contribuenti. Un’amministrazione che garantisca la qualità dei servizi pubblici, che elimini sprechi e inefficienze, dia certezze ai diritti dei cittadini e alla competitività delle imprese e sia lo
strumento di più forti ed efficaci politiche pubbliche”.
Aderendo profondamente a questa impostazione degli organizzatori il MiBAC partecipa al FORUM 2007 con un ricco programma di iniziative e progetti, sviluppati con
consapevolezza e motivazione, perché la partecipazione è correttamente intesa
come un’opportunità da non perdere, sia perché è una straordinaria occasione di
“contatto” tra i diversi soggetti protagonisti della scena amministrativa del Paese (quindi cittadini, amministrazioni pubbliche centrali e locali, aziende) sia perché induce la
singola amministrazione a riflettere sulla propria missione e sull’organizzazione, a rileggere i percorsi progettuali ma anche le singole attività secondo un’ottica che di anno
in anno può cambiare ma che mantiene fede all’assunto fondamentale di porre il cittadino al centro dell’interesse: il soddisfacimento della domanda di efficienza e di
efficacia, insomma di qualità, dei servizi pubblici e amministrativi in senso lato è ancora un obiettivo fondamentale da raggiungere.
La riflessione è quanto mai opportuna per un’amministrazione che sta attraversando un
periodo di trasformazioni sul piano organizzativo e su quello normativo.
- La riforma del Ministero è in una fase di elaborazione avanzata, ha dato origine ad
un vivace dibattito a cui stanno partecipando vaste componenti del mondo istituzionale e culturale, presumibilmente verrà varata in tempi non lunghi.
- La normativa su cui si fonda l’azione amministrativa, cioè il Codice dei Beni culturali
e del paesaggio, è oggetto di una verifica di aggiornamento per migliorarne ulteriormente l’efficacia, a poco più di tre anni dalla sua emanazione e ad un anno dalla
prima integrazione.
- Il tema della qualità è stato posto al centro dell’attenzione a livello politico, tanto da
determinare l’istituzione di una Commissione, articolata in sottocommissioni, finalizzata ad individuare le problematiche e a suggerire le migliori soluzioni, anche normative, per aumentare la qualità dei servizi culturali. In questo ambito si colloca
anche la Carta della qualità dei servizi, già oggetto di ampia sperimentazione negli
istituti territoriali e in prospettiva di adozione.
Questo è il quadro di cambiamento che riguarda il settore specifico, e che si innesta
nel più ampio quadro di cambiamento che si sta delineando con grande incisività per
tutta la P.A..
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“Il rilancio e lo sviluppo della competitività del nostro Paese sono strettamente dipendenti dalla nostra capacità di dare un impulso decisivo ad una generalizzata
Innovazione di Sistema centrata a sua volta su tre pilastri portanti: la ridefinizione dei
processi organizzativi e gestionali, l’approfondimento e l’accelerazione di una altrettanto generalizzata innovazione tecnologica e la formazione di un capitale umano
capace di attuarla e di trasformarla in fattore decisivo di sostenibile crescita economica, di sviluppo e coesione sociale, di produzione di buon lavoro”. Così l’incipit delle
“Linee strategiche per il sistema nazionale di e-government” emanate dal Ministero
per le riforme e l’innovazione nella Pubblica Amministrazione a marzo 2007 chiarisce
il percorso da seguire per raggiungere l’obiettivo ambizioso ma obbligato di maggiore competitività, trasparenza ed efficienza.
Il Codice dell’amministrazione digitale, i cui diversi istituti si stanno laboriosamente
attuando attraverso la Conferenza permanente per l’innovazione tecnologica, rappresenta lo strumento fondamentale per questo processo.
Il MiBAC, con tutta la sua complessità organizzativa, con le diverse, varie e vaste aree
territoriali e settoriali di criticità mostra comunque di bene interpretare le direttive di
innovazione: i grandi temi come la qualità, l’efficienza, la produttività e la lotta agli
sprechi si stanno declinando non come slogan ma come concreti obiettivi, che si raggiungono attraverso il riposizionamento senz’altro faticoso dei processi organizzativi,
ma anche attraverso l’utilizzo di strumenti di innovazione tecnologica.
Come nel 2006 le buone pratiche presentate sono numerose e questa raccolta, che
non è esaustiva, espone quelle maggiormente significative:
• i progetti e i servizi per la conoscenza e la catalogazione, sviluppati nel settore del
patrimonio storico, artistico architettonico e archeologico;
• analoghi progetti e servizi, ancor più finalizzati al cittadino-utente, realizzati e in
corso di realizzazione nel settore degli archivi e delle biblioteche, con ampio uso
delle ICT;
• le tecnologie innovative, come quelle della radiofrequenza, sperimentate in alcune
applicazioni come la gestione dei depositi archeologici;
• le tecnologie connesse alla telefonia mobile sperimentate per la migliore fruizione
del patrimonio;
• infine le sperimentazioni di nuovissime metodologie di miglioramento nella gestione delle risorse umane attraverso i “circoli di ascolto” e il “benessere organizzativo”.
Quindi un panorama ricco e vario, reso possibile dalla partecipazione unitaria e coordinata delle varie “anime” dell’amministrazione, a valle di un processo di riconoscimento di identità e senso di appartenenza istituzionale che si è rafforzato in questi ultimi
anni, anche e soprattutto mediante il lavoro di raccordo, di comunicazione e di informazione, viste queste ultime quali componenti strategiche per la missione istituzionale, con la consapevolezza che comunicare e informare è indispensabile infine per tutelare, conservare e rendere fruibile un patrimonio comune di beni e di attività culturali.
Antonia Pasqua Recchia
Direttore Generale per l’Innovazione Tecnologica e la Promozione
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Sommario
8
Servizio per la didattica e la formazione
Cinthia Macrì
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Nuove tecnologie per la gestione dei depositi di beni culturali:
l’esperienza della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Ostia
Flavia Ferrante, Elena Plances, Elizabeth J. Shepherd
13
“Progetto per la sicurezza e la tutela del Patrimonio Culturale”
Paolo Iannelli
14
“Progetto per la sicurezza e la tutela del Patrimonio Culturale”
Sergio Tomasino
16
La verifica degli standard museali: un’indagine sulle attività di valorizzazione
negli istituti statali
Adelaide Maresca Compagna
18
Ricerche e Inventari nelle Gallerie Fiorentine. L’informatizzazione
degli inventari delle opere: “Inventario generale dei dipinti, 1890”,
“Inventario Galleria Palatina, 1912”
Maria Sframeli in collaborazione con Parallelo sas di Filippo Fineschi
20
Un portale web per la storia degli italiani
Daniela Grana
22
GAUSS: la gestione automatizzata delle sale di studio
Daniela Grana
23
Gli archivi degli architetti - Il progetto nazionale
Elisabetta Reale
25
Gli archivi degli architetti - I disegni di Cesare Bazzani presso L’Archivio
di Stato di Terni
Luigi Di Sano
27
Catasto ottocentesco e assetto del territorio nell’Agro
e nella provincia di Roma
Luisa Falchi
29
Progetti e programmi della Direzione Generale per i Beni Librari
e gli Istituti Culturali
Adriana Martinoli
34
Nuovi servizi on-line per gli studiosi dei manoscritti laurenziani
Sabina Magrini
36
La formazione del personale come leva di sviluppo dell’Amministrazione
Annarita Orsini
37
Il Valore della competenza informatica
Fulvia Sala
39
“SIMI” - Sistema Integrato per il Monitoraggio degli Investimenti
Annarita Orsini
40
Blueinfo®
Alberto Bruni
41
Qualità, benessere, soddisfazione ed ascolto: Cantieri di innovazione
Anna Maria Stramondo
44
I “Circoli di ascolto organizzativo”: una sperimentazione per la valorizzazione
del lavoro e delle persone
Nadia Tamasi
46
Le attività condotte nel 2006 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici
di Napoli e Caserta
Maria Luisa Nava, Floriana Mele
49
Progetto ARTPAST - Inizio Progetto: 1 febbraio 2006 - Fine Progetto:
31 Dicembre 2007 Proroga per conclusione e invio schede alla D.L. nazionale:
30 aprile 2007
Patrizia Di Maggio
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Il Piano di Comunicazione Anno 2007 per ripensare i processi
e migliorare i servizi.
Stefania Ugatti
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Itinerari Turistico-Culturali In Emilia-Romagna
Paola Monari con Monica Bettocchi, Licia Giannelli, Chiara Magalini, Annalisa Sabattini, Barbara Vernia
58
I giorni della Repubblica. Sessantesimo della Repubblica Italiana (1946-2006)
Rocco Marzulli, Anna Riva
60
“I trasporti terrestri, Storia e Istruzioni per l’uso”
Anna Riva
61
La strada europea della pace da Lubecca a Roma. Il percorso italiano
Fase regionale: Migranti verso la pace-Il patrimonio culturale quale
veicolo di pace
66
Una preziosissima “utenza”: la scuola
Simonetta Druda
67
Un’esperienza di educazione al patrimonio:
il concorso “C’era una volta… secondo me”
Simonetta Druda
70
Forum P.A. 2007 - Ripensare i processi per migliorare i servizi
Il sito web del Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L. Pigorini”
Gianfranco Calandra
73
Progetto “La strada europea della pace Lubecca Roma”
ACQUA - Ostia: i sistemi portuali e l’approdo fluviale”
Lucia Piastra
75
Carta Informatizzata dei vincoli archeologici, architettonici e paesaggistici
della Liguria
Maria Di Dio
78
Le zone umide come risorsa culturale per la pianificazione paesaggistica
Roberto Maggi e Stefano Rossi
80
Un website per i beni architettonici e per il paesaggio della Liguria
Mauro Moriconi
82
Colombo/Colon un uomo tra vecchio e nuovo mondo.
Percorso multimediale interattivo permanente
Paola Caroli, Alfonso Assini
85
Beni Culturali e Nuove Tecnologie: un rapporto dalle grandi potenzialità
Marina Mengarelli, Michela Mengarelli
87
Le Residenze Sabaude: nuove opportunità di fruizione dopo dieci anni
di iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO
Mario Turetta
89
Costi e risultati: una banca dati in continuo aggiornamento
Emanuela Zanda
91
Nella direzione del cambiamento
Carla Palomba
93
URP - Ufficio per le Relazioni con il Pubblico
Gaspare Carlini
95
Il CCTPC Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
99
Il Call Center del MiBAC
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Reply
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Cofathec: la competenza al servizio della Pubblica Amministrazione
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Servizio per la didattica e la formazione
ICCD - Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
Ufficio del Segretario Generale
Area Ricerca Innovazione e Organizzazione
Cinthia Macrì
ICCD - Istituto Centrale per il
Catalogo e la Documentazione
Direttore
Maria Rita Sanzi Di Mino
Responsabile
Cinthia Macrì
Via di San Michele, 18
00153 ROMA
Tel. 06 585521
Fax 06 58332313/58552308
[email protected]
www.iccd.beniculturali.it;
[email protected]
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I
l Servizio per la didattica e la formazione dell’Istituto Centrale per il
Catalogo e la Documentazione ha partecipato, in base ai suoi compiti istituzionali, al progetto “Percorso italiano della pace Lubecca – Roma”
illustrando le metodologie impiegate per la catalogazione informatizzata dei beni culturali insistenti su tutto il territorio nazionale.
Le procedure studiate e applicate dall’Istituto per la catalogazione
dei beni culturali si inseriscono perfettamente nel processo di rinnovamento in atto nella Pubblica Amministrazione nell’utilizzo delle
nuove tecnologie attraverso le quali è possibile una maggiore fruibilità delle risorse statali.
L’esigenza di conoscere e far conoscere il patrimonio culturale italiano con l’ausilio delle nuove tecnologie è stata resa possibile attraverso la progettazione del SIGEC.
Il Sistema Informativo Generale di catalogazione ha proprio come
compito precipuo quello di ottimizzare i processi connessi alla catalogazione del patrimonio culturale, assicurando, con specifiche procedure, la qualità dei dati prodotti e la loro rispondenza agli standard definiti a livello nazionale, garantendo così l’omogeneità delle
informazioni, presupposto indispensabile per un loro corretto utilizzo e per la loro condivisione.
L’obbiettivo dell’evoluzione del Sistema per il Catalogo è, in primo
luogo, assicurare a tutti i soggetti che operano nell’ambito dei beni
culturali la disponibilità delle infrastrutture tecnologiche necessarie,
indipendentemente dall’acquisizione di specifiche dotazioni
hardware e software nelle loro sedi.
Tale necessità di diffondere e rendere disponibile il SIGEC il più velocemente possibile alle strutture preposte alla catalogazione, ha portato alla formulazione di un modello integrato del sistema del catalogo, nel quale le Direzioni regionali, in considerazione del ruolo
assunto nel quadro dell’Amministrazione, sono candidate a concentrare all’interno della loro struttura i sistemi associabili alle varie
Soprintendenze presenti sul territorio.
Tale organizzazione garantirà a tutti gli utenti la disponibilità di strutture di supporto centralizzate, al fine di svincolare l’attività istituzionale da problematiche connesse alle infrastrutture tecnologiche
(hardware, software, rete); fornirà, inoltre, la necessaria assistenza
tecnico-operativa, alleggerendo il carico a livello centrale.
I servizi offerti dai poli SIGEC istallati presso le Direzioni regionali
saranno fruibili mediante un’interfaccia WEB da tutti i soggetti presenti sui rispettivi territori di competenza. Ciò apporterà due ordini
di vantaggi:
• un progressivo e significativo aumento delle informazioni relative
alla schedatura dei beni culturali, attraverso un’alimentazione delle
informazioni controllata, standardizzata ed assistita su un’unica
banca dati centralizzata (a livello regionale);
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• la possibilità di condividere efficacemente le informazioni catalografiche fra tutti gli enti interessati, agevolandone il lavoro di gestione del patrimonio e di programmazione degli interventi conservativi e di tutela.
Va considerata, inoltre, con interesse ed attenzione, la prospettiva di
“costruire” un polo regionale del Ministero per i beni e le attività culturali che possa costituire il luogo ideale di incontro, confronto e
scambio con gli Enti pubblici territoriali e locali (Regioni, Province,
Comuni) e con gli altri soggetti - come la CEI, le Università - da tempo
attivamente coinvolti nelle attività di catalogazione. Il SIGEC 'web' si
presenta, quindi, come uno strumento esenziale nel processo di
armonizzazione e integrazione delle varie componenti del MIBAC,
grazie al quale sarà possibile disporre delle conoscenze fondamentali per la gestione e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale.
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Nuove tecnologie per la gestione dei depositi
di beni culturali: l’esperienza della Soprintendenza
per i Beni Archeologici di Ostia
ICCD - Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
Soprintendenza per i Beni Archeologici di Ostia
Ufficio del Segretario Generale
Area Ricerca Innovazione e Organizzazione
Flavia Ferrante, Elena Plances, Elizabeth J. Shepherd
ICCD - Istituto Centrale per il
Catalogo e la Documentazione
Direttore
Maria Rita Sanzi Di Mino
Coordinatori
del progetto espositivo:
Flavia Ferrante
Elena Plances
Elizabeth J. Shepherd
Via di San Michele, 18
00153 Roma
Tel. 06 585521
Fax 06 58332313
[email protected]
www.iccd.beniculturali.it
Soprintendenza per i Beni
Archeologici di Ostia
Soprintendente
Alessandro Bedini
Responsabile
del progetto archeologico:
Paola Germoni
con la collaborazione
di Paola Olivanti
Viale dei Romagnoli, 717
00119 Ostia Antica
Tel 06 56358043
[email protected]
www.itnw.roma.it/ostia/scavi
10
L’
Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) è interessato a tutti gli aspetti conoscitivi legati all’attività di gestione,
conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale nazionale, al
fine di ottimizzare le procedure per l’implementazione del Sistema
Informativo Generale del Catalogo dei beni culturali.
Pur riconoscendo la specificità delle problematiche gestionali delle
singole realtà territoriali, e nello specifico della complessa gestione
dei materiali in deposito nei musei, l’ICCD ha rilevato in alcune esperienze già realizzate sul territorio elementi di forte congruenza con il
processo di catalogazione. Un esempio che l’ICCD ha ritenuto particolarmente attinente è quello che viene qui presentato che, oltre a
manifestare elementi confacenti alla gestione del bene utilizza
modalità innovative quali l’uso della tecnologia RFId. La partecipazione inoltre dell’ICCD al Progetto “Catalogazione speditiva dei beni
mobili conservati nei depositi dei Musei statali storico artistici”, e
della Direzione Generale Patrimonio storico artistico ed etnoantropologico, consente all’Istituto di osservare nel dettaglio le modalità di
gestione e l’eventuale sperimentazione di etichettatura digitale (RFId)
per la gestione dei beni patrimoniali e culturali.
Già l’Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di
funzionamento e sviluppo dei musei (D.M. 238, 10.5.2001), che si
occupa in specifico anche dei depositi, dedica lucide indicazioni
all’interno dell’ambito VI (Gestione e cura delle collezioni), sottoambito 4.2 (Regolamentazione dell’esposizione permanente e temporanea/Depositi). Nello stesso Atto anche il sottoambito 3 (Registrazione e documentazione), curato con particolare attenzione dagli
esperti dell’ICCD, enuncia nei Principi generali che “All’atto del loro
ingresso nel museo gli oggetti devono essere convenientemente
registrati e documentati, a fini patrimoniali e di sicurezza. La catalogazione e la documentazione delle collezioni devono rientrare nelle
attività ordinarie del museo, e deve essere posta ogni cura affinché
essa, a predeterminate condizioni, sia accessibile e disponibile. Il
ricorso a forme di automazione e informatizzazione della documentazione deve essere incentivata ricorrendo alle molte potenzialità
offerte dalla tecnologia per migliorarne la qualità, la durata e la fruibilità”. Nessuna definizione può essere più chiara di questa riguardo
alla sinergia e alla uniformità di obbiettivi cui tende il coordinamento dell’ICCD, pienamente recepito dalla Soprintendenza ostiense.
È stato osservato che i dati identificativi essenziali dei beni mobili
(nella fattispecie ostiense, quelli archeologici) vengono ripetuti tal
quali in più operazioni: nella catalogazione, nella registrazione di
nuovo accesso ai depositi, nelle schede di denuncia di furto o smarrimento, nella soggettazione fotografica, nelle schede di prestito per
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mostre o altre iniziative culturali, nella rendicontazione amministrativo/patrimoniale e così via.
Si è quindi pensato di creare un sistema unitario di immissione dei
dati che permettesse, con poco più di un’unica compilazione, di
ottenere tutti i formati di uscita necessari.
La prima sperimentazione di gestione integrata del catalogo e dell’inventario è stata realizzata nel 1994, per approdare nel 2004
all’Archivio Informatizzato Dati Archeologici (AIDA) realizzato con
tecnologie open source, web based in ambiente Linux, scritto con
linguaggio Php e Posgress quale motore dati. AIDA permette di
inventariare e catalogare con una sola immissione, ed è in grado di
produrre schede inventariali, schede ICCD, schede di denuncia di
furto TPA-ICCD, il registro inventariale (o RCE, Registro Cronologico di
Entrata) e vari altri formati di stampa; inoltre effettua i calcoli e la suddivisione in classi necessarie per predisporre annualmente il “modello 15” usato dal Ministero BBCC e dalla Ragioneria Centrale dello Stato
per verificare le variazioni patrimoniali dello Stato.
Ad AIDA è stato quindi affiancato il programma di gestione di
magazzino RILEVArcheo, sviluppato per la Soprintendenza da Enrico
Benes della Internet Now (marchio di FC Consulting) con la stessa
tecnologia impiegata per AIDA. I due programmi interagiscono nella
creazione della banca-dati di inventario/catalogo e di quella di
gestione dei depositi: RILEVArcheo cattura da AIDA i dati identificativi degli oggetti inventariati; AIDA viene aggiornata da RILEVArcheo
per quello che riguarda la collocazione; inoltre RILEVArcheo gestisce
sia i contenitori, sia i singoli oggetti in attesa di inventariazione, attribuendo una numerazione univoca progressiva in automatico, evitando così errori di duplicazione.
In questo particolare aspetto del controllo continuativo dell’identità,
della collocazione e della movimentazione degli oggetti - che costituisce il problema più pesante da risolvere nella gestione di un
deposito - RILEVArcheo trae vantaggio dall’applicazione della tecnologia RFId (Radio Frequency Identification), che permette di identificare gli oggetti a distanza e/o in movimento. Nel caso ostiense sono
Ostia Antica. I Nuovi Depositi.
Un’operatrice effettua la lettura
dell’etichetta RFId con il palmare.
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in uso delle c.d. smart tags, o “etichette intelligenti”, nel cui interno è
inserito un microchip, un’antenna miniaturizzata che, attraversando il
campo magnetico generato dai dispositivi di lettura/scrittura, trasmette le informazioni opportunamente memorizzate. Il microchip
all’interno della smart tag memorizza i dati identificativi del singolo
reperto, o di una cassetta contenente più reperti, grazie ad uno scrittore collegato al programma di gestione dei depositi RILEVArcheo.
Con un palmare avvicinato al tag è possibile leggere il contenuto
della cassetta e/o l’identità del reperto.
Il sistema sarà completato da un varco che può rilevare automaticamente tutto ciò che entra o che esce dal deposito, riversando i dati
direttamente in RILEVArcheo, che a sua volta segnala il cambiamento
di collocazione ad AIDA. Il varco risolve il problema di registrare
velocemente ed automaticamente nuclei ingenti di reperti o cassette in entrata o in uscita da un deposito.
Uno sviluppo futuro prevede l’impiego del sistema come tecnologia
al servizio della repressione dei furti d’arte. I tag, infatti, possono
avere varie forme, supporti e dimensioni che li rendono ideali per
essere mimetizzati e consentire la segnalazione dell’eventuale uscita
non autorizzata di beni, garantendo all'Amministrazione un'efficace
sistema di sicurezza e controllo contro i furti.
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Progetto per la sicurezza
e la tutela del patrimonio culturale
Servizio I - Affari generali, tematiche trasversali, coordinamento,
gestione delle risorse umane
I
l patrimonio culturale (edifici tutelati, musei, aree archeologiche,
archivi e biblioteche) oltre ad avere una intrinseca necessità di conservazione, valorizzazione e tutela, presenta tutte le problematiche
connesse con le esigenze di fruizione da parte di utenti sempre più
numerosi ed esigenti.
Affrontare e risolvere tale esigenza, si sostanzia nella necessità di un
approccio integrato che inserisca la sicurezza nell’ambito della
gestione più generale del patrimonio e degli stessi immobili, spesso
essi stessi patrimonio sottoposto a tutela.
È fondamentale quindi la predisposizione di strumenti innovativi che
permettano una visione completa dei vari aspetti connessi alla
gestione degli impianti (documentali, normativi, economici, ecc.) e
che siano di ausilio nella pianificazione delle risorse umane ed economiche, permettendo di integrare la gestione del patrimonio e
degli stessi immobili con il rispetto delle disposizioni legislative sulla
sicurezza per i luoghi di lavoro e le attività aperte al pubblico nonché delle specifiche norme tecniche di settore.
Allo scopo nell’ambito dello sviluppo del “Progetto per la sicurezza
e la tutela del patrimonio culturale” si stanno predisponendo appositi moduli che elaborando i dati della banca dati per la Sicurezza
del Patrimonio Culturale, predisposta nel corso degli anni dal 2000 al
2006, permetteranno una gestione integrata e flessibile del patrimonio di pertinenza del Ministero.
La banca dati contiene già le informazioni necessarie alla valutazione
delle condizioni di sicurezza dei vari insediamenti del Ministero:
stato degli edifici, consistenza e stato degli impianti tecnologici di
servizio e di sicurezza, organizzazione del personale con particolare riferimento alla gestione della sicurezza.
La disponibilità di report di sintesi, di statistiche incrociate in riferimento alle specifiche destinazioni d’uso, di immagini ed elaborati
grafici digitalizzati, consentono una gestione facile ed immediata
delle numerose informazioni presenti ed una pianificazione e razionalizzazione degli interventi, e quindi un ottimale sfruttamento delle
risorse umane ed economiche.
Ufficio del Segretario Generale
Area Ricerca Innovazione e Organizzazione
Paolo Iannelli
Dirigente
Raffele Sassano
Referente
Paolo Iannelli
Via del Collegio Romano,
2700186 Roma
Tel. 06 67232003
Fax 06 67232103
[email protected]
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Progetto per la sicurezza e la tutela
del Patrimonio Culturale
Sergio Tomasino
L’
Cofathec Servizi S.p.A.
Direttore generale aggiunto
Sergio Tomasino
Via Ostiense, 333
00146 Roma
Tel. 06 549231
[email protected]
www.cofathec.it
14
ingresso di Cofathec nel settore dei Beni Culturali avviene nel 1990,
con la convenzione con il Comune di Roma per il recupero funzionale, l’adeguamento tecnologico e la gestione integrata del Palazzo
delle Esposizioni, primo esempio in Italia di partnership pubblicoprivato in materia di valorizzazione e gestione di spazi culturali.
A questa prima, importante esperienza fanno immediatamente seguito altre, analoghe ed importanti, a Genova per il Palazzo Ducale,
a Venezia per il complesso de Le Zitelle, ad Orvieto per il Pozzo di
S. Patrizio ed il Museo Emilio Greco.
Il know how e la sensibilità acquisite nel corso dell’esecuzione di tali
contratti costituiscono il presupposto naturale e necessario per la
realizzazione del “Progetto per la sicurezza e la tutela del patrimonio
culturale”, iniziato nel 2000 con la sottoscrizione di una convenzione quinquennale tra Cofathec ed il MiBAC e proseguito, a seguito di
aggiudicazione di gara d’appalto, nel 2006 e 2007.
Il progetto, come è noto, nel primo quinquennio, oltre alla progettazione ed esecuzione di 200 interventi di adeguamento impiantistico
e messa a norma di altrettanti siti di pertinenza del MiBAC, ha portato alla realizzazione, previa rilevazione ed analisi dei sistemi di protezione attiva e degli impianti tecnologici dei 1021 siti di pertinenza
del MiBAC, di una Banca Dati dedicata con oltre un milione di dati
informatizzati.
Nel corso dell’ultimo biennio la Banca dati è stata arricchita con l’inserimento di planimetrie informatizzate, relative ai suddetti siti, che
supereranno i 900 mila mq entro il 2007. Nel frattempo il software di
gestione, denominato SecurArt, ha assunto nuove funzionalità, rappresentate da strumenti di analisi dei rischi e dalla produzione di
report di sintesi e statistiche.
Gli ulteriori sviluppi del SecurArt attualmente in corso, ne potenzieranno significativamente la fruibilità, attraverso la nuova modalità web
oriented, mentre la creazione di nuovi moduli, nati attraverso il sempre più affinato rapporto sinergico fra Cofathec ed i tecnici del
MiBAC, consentirà un ulteriore utilizzo della Banca Dati orientato
verso la pianificazione gestionale ed economica, lasciando comunque intatta la specifica originale vocazione della stessa.
Cofathec, filiale servizi del gruppo Gaz de France, con i suoi 2.200
collaboratori, le sue filiali presenti ovunque sul territorio e gli oltre
500 M€ di fatturato annuo, è oggi uno degli operatori leader in Italia
nella realizzazione di progetti ad alto contenuto tecnologico e nell’erogazione di servizi di Facility Management, di cui la recente partecipazione ai Giochi Olimpici invernali di Torino 2006, in qualità di
fornitore unico ufficiale del Facility Management, ha costituito l’esperienza più emblematica e rappresenta pertanto il partner più qualificato nella strategia di sviluppo intrapresa dal MiBAC.
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La volontà innovativa dell’Area per la Ricerca, l’innovazione e
l’Organizzazione, unitamente all’esperienza e alla competenza dei
tecnici dell’Ufficio per la Sicurezza del Patrimonio Culturale ed
Emergenze, vanno a comporre, con l’esperienza ed il know how tecnico maturato da Cofathec in anni di fattiva collaborazione con le
Pubbliche Amministrazioni, un articolato mosaico di competenze
integrate, in grado di assecondare e garantire un forte e qualificato
sviluppo nell’ambito della sicurezza dei Beni Culturali e nella gestione del relativo patrimonio, rafforzando gli strumenti finalizzati alla
qualità e all’efficienza della pianificazione tecnica ed economica.
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La verifica degli standard museali:
un’indagine sulle attività di valorizzazione
negli istituti statali
L’
Servizio III - Ufficio Studi
Ufficio del Segretario Generale
Area Ricerca Innovazione e Organizzazione
Adelaide Maresca Compagna
Segretario Generale
Giuseppe Proietti
Dirigente
Velia Rizza
Responsabile del progetto
Adelaide Maresca Compagna
Referente
per il progetto informatico
Silvana C. Di Marco
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
Tel. 06 67232399/2397
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Atto di indirizzo sui Criteri tecnico-scientifici e standard di funzionamento e di sviluppo dei musei, emanato con Decreto Ministeriale 10 maggio 2001, ha sollecitato in tutto il Paese un’ampia riflessione
sulle caratteristiche e le attività di queste istituzioni e ha reso evidente l’opportunità di analizzare i livelli di qualità raggiunti dai singoli
musei, con riferimento alla tipologia, alle dimensioni, ai territori.
Molte Regioni hanno avviato o realizzato processi di riconoscimento
o accreditamento di musei e raccolte locali che garantiscono alcuni
requisiti minimi – individuati con leggi o direttive di settore – e
sostengono con aiuti finanziari e tecnici gli istituti che si impegnano
a raggiungerli, promuovendo al contempo iniziative di formazione,
convegni, pubblicazioni.
La Corte dei Conti (Sezione delle Autonomie) ha effettuato nel 20052006 una ricognizione sulla realtà museale italiana, focalizzando l’attenzione sui musei degli enti locali e analizzando, in alcuni istituticampione, aspetti specifici dell’attività gestionale.
Il Dipartimento Ricerca, Innovazione e Organizzazione del Ministero
ha fornito un contributo importante alla conoscenza della situazione
nell’Italia meridionale, promuovendo e coordinando (con finanziamenti previsti all’interno del PON ATAS 2000-2006 Mis. 1.2), lo studio e il rilevamento di dati sulla domanda e l’offerta relativa ai musei,
aree archeologiche e monumenti non statali nelle Regioni obiettivo 1.
Le diverse Associazioni museali italiane, ICOM-Italia, AMACI, AMEI,
ANMLI, ANMS E SIMBDEA (riunite in Conferenza permanente), dal
canto loro, hanno intrapreso un cammino comune per affrontare
questioni vitali per il funzionamento dei musei, a partire dall’individuazione di ruoli e figure professionali qualificate. La Carta delle professioni museali, presentata a Roma nell’ottobre 2006, costituisce un
significativo contributo in tal senso.
In questo quadro, che testimonia una rinnovata attenzione ai musei
(ai quali il Codice dei beni culturali e del paesaggio ha conferito
finalmente una soggettività come “istituti di cultura”che svolgono un
servizio pubblico o di pubblica utilità) si inserisce il progetto di
Verifica degli standard museali, realizzato dall’Ufficio Studi, d’intesa
con la Direzione generale per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e con la Direzione generale per l’Archeologia, e finanziato dal CIPE nell’ambito delle attività di assistenza tecnica e azioni
di sistema – Risorse aree sottoutilizzate (delibera Cipe 20/2004).
L’indagine, condotta sulla base di una metodologia in gran parte già
sperimentata in alcuni musei afferenti ai Poli museali di Napoli, Roma,
Firenze e Venezia, e rivista da un apposito gruppo di lavoro costituito presso la Direzione PSAE, interessa tutti i musei archeologici, storico-artistici e demoetnoantropologici dipendenti dal Ministero e
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tende a verificare l’applicazione degli standard e delle linee guida
emanate dall’Atto di indirizzo del 2001, con particolare riferimento
ai Servizi per il Pubblico e ai Rapporti con il territorio.
La rilevazione – relativa all’anno 2006 - è effettuata attraverso l’autocompilazione, da parte dei direttori dei singoli musei, di questionari analitici informatizzati che confluiranno in una banca dati appositamente predisposta.
Tra i punti qualificanti passati in rassegna figurano: l’accessibilità e
l’accoglienza, gli strumenti di comunicazione primaria e i sussidi alla
visita, i servizi speciali (servizi educativi, centro di documentazione,
biblioteca), i servizi accessori (negozio-libreria, ristorazione, etc.), la
comunicazione esterna del museo (sito web, rapporti con i mass
media e le agenzie di promozione turistica), le attività di divulgazione e promozione, conoscenza del pubblico e rilevazione del gradimento della visita. Sono inoltre indagati i rapporti del museo con il
territorio, sul piano della ricerca, della documentazione e della valorizzazione integrata.
I risultati saranno elaborati e analizzati – anche in relazione alla tipologia, dimensione, area geografica dei musei coinvolti – e diffusi
entro l’anno in una pubblicazione a cura dello stesso Ufficio Studi.
Le Direzioni generali, d’altra parte, avranno a disposizione una banca
dati facilmente aggiornabile nel tempo, che potrà costituire un riferimento per orientare le politiche di settore e promuovere eventuali
progetti di miglioramento.
La ricognizione sulla situazione complessiva dei musei statali potrà
essere utile, inoltre, ai fini della definizione, in concorso con gli Enti
territoriali e con le Università, dei livelli uniformi delle attività di valorizzazione, come previsto dall’art. 114 del Codice dei beni culturali
e del paesaggio. Su questa problematica, tra l’altro, sta già lavorando
una Commissione ministeriale - presieduta dal professore Massimo
Montella e composta da esperti e rappresentanti del Ministero, degli
enti territoriali e del mondo universitario - che dovrà formulare a
breve delle proposte al Ministro.
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Maria Sframeli in collaborazione con Parallelo sas di Filippo Fineschi
Direttore Generale
Bruno De Santis
Via di San Michele, 22
00153 Roma
Tel. 06 58434344
Fax 06 5882472
Soprintendenza Speciale
per il Polo Museale Fiorentino
Soprindente
Cristina Acidini
Ufficio Catalogo e Ufficio
Ricerche del Polo Museale
Fiorentino
Direttrice
Maria Sframeli
Via della Ninna, 5
50122 Firenze
Tel. 055 23885
Fax 055 2388699
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Ricerche e Inventari nelle Gallerie Fiorentine.
L’informatizzazione degli inventari delle opere:
“Inventario generale dei dipinti, 1890”
“Inventario Galleria Palatina, 1912”
Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino
Direzione Generale per il Patrimonio Storico Artistico
ed Etnoantropologico
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L
e Gallerie Fiorentine possiedono oltre 300.000 opere conservate
nei musei che costituiscono il ‘Polo Museale’ (dagli Uffizi all’Accademia, dalla Palatina a San Marco, dal Bargello ai Cenacoli e alle Ville
medicee), nei depositi degli Uffizi, di San Salvi e di Pitti, oltre una
consistente parte dislocata in chiese e istituzioni statali (Camera e
Senato, Prefetture e Ambasciate) in Italia e all’estero.
A offrire una completa documentazione storica e iconografica delle
opere d’arte delle Gallerie è dal 1970 – fondato da Evelina Borea,
diretto poi da Silvia Meloni e attualmente da Maria Sframeli – l’Ufficio
Ricerche della Soprintendenza, che conserva i principali inventari,
tiene la documentazione cartacea e fotografica delle opere, ne registra la movimentazione, riceve e dà informazioni a studiosi di tutto il
mondo. L’avvio dei processi di informatizzazione delle opere d’arte
– sono già da tempo in rete le schede prodotte dall’Ufficio Catalogo
della Soprintendenza e alcuni inventari di musei – ha reso necessario
un processo di aggiornamento nelle modalità di lavoro dell’Ufficio.
Allo scopo di una migliore tutela, conoscenza e gestione del patrimonio, l’Ufficio Ricerche ha già realizzato il catalogo elettronico
dell’Inventario Generale dei dipinti, universalmente conosciuto come
“Inventario 1890” (10.205 opere inventariate), che comprende la
maggioranza dei dipinti che si trovano nei musei del Polo, strumento indispensabile per le ricerche sulle opere delle Gallerie Fiorentine
frequentemente consultato da studiosi e ricercatori di tutto il mondo.
E, in una fase successiva, è stata completata l’informatizzazione dell’inventario della Galleria Palatina (887 opere inventariate)
Con questo progetto si è inteso creare uno strumento nuovo per la
gestione del patrimonio. La conversione in uno strumento informati-
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co degli inventari e degli altri documenti dell’Ufficio semplifica e
arricchisce le possibilità delle ricerche e facilita il confronto tra le
opere d’arte e la documentazione di riferimento, aggiungendo
nuove informazioni relative alle attribuzioni più recenti, ai passaggi di
collocazione, ai restauri, ai precedenti inventari, alle mostre (dal 1865
al 2007) e naturalmente alla documentazione fotografica digitale: è
dunque una importante occasione di aggiornamento e verifica dei
dati e delle conoscenze su ognuna delle 11.092 opere.
L’opportunità di utilizzare le tecnologie offerte dall’informatica è stata
colta senza dimenticare l’importanza degli inventari originali, che
sono stati completamente digitalizzati per permettere il confronto tra
la voce inventariale e la sua nuova rappresentazione elettronica, sfruttando tutte le potenzialità dell’ipertestualità e aprendosi anche al di
fuori degli uffici istituzionali per essere consultabile sul sito internet
del Polo Museale Fiorentino.
Attualmente l’Ufficio sta procedendo - grazie anche al progetto speciale del nostro Ministero di ‘catalogazione speditiva’ - all’informatizzazione degli altri inventari delle Gallerie fiorentine, e in particolare
sull’inventario delle Sculture, 1914, delle Gemme, 1925, degli inventari del Museo del Bargello, di Palazzo Martelli.
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Un portale web per la storia degli italiani
Daniela Grana
Direzione Generale per gli Archivi
I
Direttore
Maurizio Fallace
Coordinamento
per la comunicazione
Patrizia Ferrara
Via Gaeta 8
00185 Roma
Tel. 06 4969928
Fax 06 4882356
[email protected]
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l Portale per la storia degli italiani, realizzato dall’Istituto Centrale per gli
Archivi e dall’Archivio di Stato di Cosenza, consentirà
• la fruizione di un servizio pubblico di utilizzazione delle fonti ad una
vasta tipologia di utenti: studiosi di discipline storico – demografiche,
cittadini italiani residenti in Italia e all’estero, discendenti di cittadini
italiani residenti all’estero
• attraverso la ricerca, la visualizzazione e il rilascio on line di informazioni anagrafiche relative alla popolazione, tratte da una pluralità di
fonti demografiche conservate negli archivi storici.
Obiettivo fondamentale del progetto è dunque la realizzazione di un
sistema informativo che consenta indagini a carattere storico – demografico, attraverso la costituzione e l’implementazione di una banca dei dati
anagrafici e delle immagini digitali dei relativi documenti.
Il sistema informativo prevede il collegamento tra le schede informative e
la riproduzione digitale dei registri descritti, che implica la creazione di un
software gestionale dedicato alla implementazione dei metadati sulle
immagini digitali prodotte nell’ambito del progetto, il loro collegamento
con il sistema informativo, la verifica di qualità e la marcatura elettronica
per attestarne autenticità e provenienza.
Oltre alle informazioni anagrafiche il sistema gestirà un thesaurus delle
professioni (denominazioni delle professioni nel tempo) e un thesaurus
dei toponimi (denominazione dei comuni nel tempo, loro aggregazioni
e/o separazione nel tempo).
In questa prima fase è stata realizzata una banca di dati e di immagini
digitali di documenti relativi alle fonti demografiche tratte dai fondi documentari dello Stato Civile (1809-1865), del Distretto Militare (18421902) e dell’Ufficio di Leva (classi 1842-1900) conservati presso l’Archivio di Stato di Cosenza.
Allo stesso Archivio è stato affidato il compito di sperimentare la funzionalità del sistema, che potrà poi essere esteso ad altri istituti di conservazione di fonti demografiche statali e non statali, che ne facciano richiesta.
La necessità di recuperare le banche dati anagrafiche pregresse e di utilizzare al meglio i tempi del progetto hanno portato
• allo sviluppo di una soluzione informatizzata (via web) per l’inserimento delle informazioni anagrafiche che ha permesso, nell’attesa
della messa a punto del sistema definitivo, di continuare a implementare la banca dati da parte del personale interno all’Archivio di Stato
di Cosenza, con tutti i benefici di una soluzione centralizzata di controllo e di gestione;
• lo sviluppo di una serie di procedure di recupero dei dati anagrafici
informatizzati già disponibili. Questi insiemi di dati, sviluppati nel
corso degli anni, disomogenei per struttura e per contenuti, verranno
elaborati e normalizzati prima del loro inserimento nel sistema definitivo.
Questi interventi fanno prevedere che, entro la data di fine progetto, il
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portale potrà essere testato e reso disponibile on line con circa 300.000
record anagrafici.
Sotto il profilo tecnico il progetto prevede l’utilizzo di architetture software totalmente open source e l’utilizzo di strumenti di sviluppo e di
manutenzione anch’essi totalmente open source. Particolare enfasi ed
evidenza è stata data alla necessità di aprire il sistema al collegamento
con l’esterno, in un’ottica di federazione fra applicativi e al fine di garantire la necessaria interoperabilità. La proprietà del software realizzato è
dell’amministrazione dei beni culturali. Le immagini gestite nel sistema
saranno provviste di una marcatura elettronica (watermarking) per attestarne autenticità e provenienza.
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GAUSS: la gestione automatizzata delle sale di studio
Daniela Grana
Direzione Generale per gli Archivi
L
Direttore Generale
Maurizio Fallace
Coordinamento
per la comunicazione
Patrizia Ferrara
Via Gaeta 8
00185 Roma
Tel. 06 4969928
Fax 06 4882356
[email protected]
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o sviluppo delle applicazioni intese a rendere efficace l’esplorazione su web del patrimonio documentario rende necessario
rispondere all’esigenza del pubblico di interagire con gli istituti di
conservazione per prenotare unità documentarie da consultare.
Pertanto, nell’ambito del Sistema Informativo degli Archivi di Stato,
(http://archivi-sias.it), l’Istituto Centrale per gli Archivi ha sviluppato
un pacchetto integrato per la gestione informatica dei servizi delle
sale di studio degli Archivi di Stato, che permetta fra l’altro una più
efficace comunicazione con l’utente remoto.
Scopo dell’applicazione è migliorare la qualità di questi servizi e
offrire nuove opportunità al pubblico, agevolandolo nelle operazioni di ricerca, di selezione e di prenotazione dei documenti e permettendo al personale degli istituti di gestire le richieste e di monitorare e elaborare le attività legate alla consultazione del materiale
documentario.
Le interfacce previste dal sistema permettono infatti all’utente di
accedere anche in linea ai servizi della sala di studio, dopo aver ricevuto una tessera magnetica, che consente l’iscrizione annuale.
L’applicazione permette infatti allo studioso in sala di studio o da
remoto di indicare, attraverso la descrizione normalizzata del patrimonio offerta da SIAS, le unità documentarie che intende consultare, verificando in tempo reale la loro effettiva disponibilità.
I responsabili delle sale di studio, acquisendo tramite l’applicazione
i dati riguardanti l’utente e le sue richieste, possono organizzare il
servizio in modo più semplice e efficiente. La gestione del movimento dei documenti permette di seguire e di controllare l’intero ciclo
dello spostamento, dal prelievo fino alla ricollocazione.
Al sistema di gestione è associato l’inventario topografico dei depositi dell’istituto, che affianca e supporta la rappresentazione del
movimento delle scritture.
Monitorando tramite elaborazioni statistiche presenze, temi di ricerca
e richieste del materiale, l’istituto può disporre di strumenti più efficaci per migliorare i servizi al pubblico e per predisporre piani per lavori archivistici funzionali alla qualità e alla quantità della domanda e per
gli opportuni interventi di conservazione e di valorizzazione.
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Gli archivi degli architetti - Il progetto nazionale
Elisabetta Reale
Direzione Generale per gli Archivi
L
a rilevanza delle fonti documentarie per la storia dell’architettura, ai
fini della ricostruzione sia delle vicende architettoniche ed urbanistiche dei territori sia dell’attività stessa dei professionisti, è un fatto.
Proprio da questa consapevolezza è nato il relativo progetto nazionale, mirato a garantire la buona conservazione e a promuovere la
conoscenza e la fruizione di questa specifica tipologia di archivi.
Diverse le linee di azione attivate: dal censimento della documentazione ad interventi di inventariazione e di restauro. Sono stati creati
strumenti di descrizione quali inventari e basi dati, realizzando riproduzioni ad alta fedeltà degli elaborati grafici. Gli strumenti sono
accessibili anche in rete per una più ampia fruizione.
Numerosi gli archivi degli architetti acquisiti dagli Archivi di Stato,
ricordiamo l’Archivio Centrale dello Stato con oltre 20 archivi privati
(tra cui Moretti, Paniconi Pediconi, Marconi) e l’Archivio di Stato di
Firenze (Ravioli, Cetica, Detti, Coppedè).
Il progetto ha fatto emergere dunque un notevole patrimonio documentario strettamente correlato a quello architettonico, in un’ottica
di salvaguardia congiunta delle due categorie di beni culturali: architettonici e archivistici, addetti a conservarne la storia.
I risultati degli interventi realizzarti dalle diverse Soprintendenze
Archivistiche coinvolte sono riversati nel Sistema Informativo delle
Soprintendenze Archivistiche (SIUSA) accessibile in internet, dove
sarà possibile trovare informazioni correlate sui complessi archivistici e sui rispettivi soggetti produttori e conservatori.
L’obiettivo finale è infatti, la creazione, nell’ambito del SIUSA, di
un’area dedicata, dove sono già presenti circa 400 fondi e che è in
continuo incremento.
Tale strumento di accesso e comunicazione ci conduce in un articolato percorso attraverso le fonti documentarie alla scoperta degli
autori: architetti ed ingegneri di varie generazioni, la cui opera ha
lasciato una traccia nella storia dell’architettura, quali Luigi Moretti,
Riccardo Moranti, Mario Ridolfi, Luigi Piccinato, Gustavo Giovannoni,
Pier Luigi Nervi, Armando Brasini, Achille Castiglioni, Luca Beltrami,
Gae Aulenti, e così via.
Opere pubbliche, edilizia residenziale e di servizi, impianti industriali, complessi sportivi, edifici per il culto, questi i loro ambiti d’intervento. È dunque possibile, una ricerca appassionante per la storia
architettonica ed urbanistica dei territori attraverso i progetti realizzati e quelli non realizzati, i piani urbanistici, i vari interventi. Non solo
disegni, però, con il loro indubbio fascino anche artistico, ma anche
studi, carteggi, testimonianze fotografiche e tutto il complesso di
testimonianze conservate negli archivi. Una storia che si dispiega
lungo un arco cronologico che va dal secolo XIX (con testimonianze
anche di epoca precedente) ai giorni nostri.
La Direzione generale per gli Archivi intende proporlo al pubblico
Direttore Generale
Maurizio Fallace
Coordinamento
per la comunicazione
Patrizia Ferrara
Via Gaeta 8
00185 Roma
Tel. 06 4969928
Fax 06 4882356
[email protected]
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del Forum, proprio per le caratteristiche appena citate, adatte a rappresentare la politica di tutela e valorizzazione delle fonti documentarie promossa dall’Amministrazione a vantaggio di una ampia fruizione da parte di un pubblico sempre più vasto, mediante la creazione di strumenti di comunicazione immediata ed accattivante, grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie.
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Gli archivi degli architetti
I disegni di Cesare Bazzani presso
l’Archivio di Stato di Terni
Luigi Di Sano
Direzione Generale per gli Archivi
L’
archivio dei disegni dell'architetto Cesare Bazzani è stata un'acquisizione significativa per il patrimonio archivistico nazionale, e
in particolare per la città di Terni. È relativo a quasi tutta l'attività del
Bazzani, coprendo un arco temporale che va dal 1884 al 1938, ed è
costituito da 5600 disegni.
La rilevanza di Cesare Bazzani nel panorama architettonico italiano e
la frequente e qualificata consultazione (Università di Firenze, Messina, Ascoli Piceno, Roma, L’Aquila, Taranto, Comuni di Forlì, Pescara
e le notevoli richieste di duplicazioni), ha indotto l’Amministrazione
archivistica a finanziare un progetto di conservazione e valorizzazione dei disegni.
Il lavoro ha previsto l’acquisizione in formato digitale dei documenti
e la costituzione di un archivio di immagini per la consultazione delle
stesse da parte degli studiosi tramite terminali in maniera interattiva,
e la realizzazione di un database multimediale contenente numerose informazioni per ogni singola unità documentaria associata alla
corrispondente immagine.
Il progetto è stato anche caratterizzato dalla sperimentazione su un
ampio campione di disegni realizzati su supporto cartaceo, di indagini diagnostiche multispettrali comunemente utilizzate per valutare
lo stato fisico di conservazione di tele, dipinti, monumenti.
Gli esiti della ricerca costituiscono un punto di riferimento per ulteriori sviluppi di queste tecniche applicate agli archivi e hanno consentito nel caso dei disegni del Bazzani di avere elementi per procedere ad un restauro più puntuale e alla creazione di migliori condizioni conservative dei disegni, tanto più che la riproduzione digitale
evita la consultazione degli originali.
L'acquisizione digitale ad alta risoluzione in formato TIFF (300ppi24bit) delle diverse unità è stata eseguita secondo le normative
vigenti in accordo con gli aspetti tecnico-artistico degli originali.
Consente di identificare le tracce di invecchiamento naturale e di
eventuali interventi di restauro del documento. Inoltre sono state realizzate tre tipologie di immagini in formato Jpeg con specifiche
caratteristiche, da utilizzare in tre ambiti diversi: Intranet, Internet e
Icona a corredo del database.
La microfilmatura è stata eseguita per fornire all'Archivio una riproduzione su pellicola dell'intero fondo, come previsto dalle normative
ministeriali.
La costruzione del database conferma l'inventariazione già esistente,
integrandola con note e specifiche indagini sugli aspetti fisici e progettuali dei singoli documenti. Nel database viene specificato il
comune di riferimento ed eventualmente la località.
La ricerca permette di rintracciare e vedere subito le unità archivisti-
Direttore Generale
Maurizio Fallace
Coordinamento
per la comunicazione
Patrizia Ferrara
Via Gaeta 8
00185 Roma
Tel. 06 4969928
Fax 06 4882356
[email protected]
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che e unità documentarie attraverso gli elenchi di riferimento.
Impostando la ricerca libera si ha la possibilità di ricostruire virtualmente alcune unità progettuali che nel tempo sono state smembrate.
Tale strumento consente una fruibilità completa dei documenti originali, salvaguardandone la conservazione. È prevista la diffusione sulla
rete Internet e Intranet per allargare ad un’utenza più ampia la possibilità di accedere alla banca dati.
Archivio di Stato di Terni. Archivio Cesare Bazzani, cartella 356 unità 001,
Progetto di sistemazione di piazza Tacito, sullo sfondo il realizzato
Palazzo del Governo.
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Catasto ottocentesco e assetto del territorio
nell’Agro e nella provincia di Roma
Luisa Falchi
ASR Catasto Gregoriano, Comarca n.16: mappa catastale di Frascati, elevata nel 1819.
Direzione Generale per gli Archivi
D
al 2002 - grazie all’attività di riproduzione digitale di cartografia
catastale promossa dall’Archivio di Stato di Roma - sono consultabili su internet, nell’ambito del servizio “imago”, le piante del seicentesco Catasto Alessandrino relative alla Campagna romana, le mappe
ed i registri descrittivi del Catasto urbano di Roma attivato nel 1824,
porzioni di mappa del Catasto Gregoriano relative a seicento centri
urbani dello Stato pontificio popolati nel 1817 da almeno 1000 abitanti, i fogli di mappa del cessato Catasto rustico dell’intera provincia
di Roma (Vecchio Catasto Terreni), utilizzati dagli uffici catastali ed
aggiornati dal 1835 sino all’inizio degli anni Cinquanta del ‘900.
A tale patrimonio di immagini che assomma alla cifra di circa 10.700
unità per il solo materiale cartografico, viene ad aggiungersi oggi la
scansione delle mappe originali del Catasto Gregoriano relative alle
aree dell’Agro Romano e dell’antica «Comarca» che costituivano nel
1817 - e cioè al momento in cui prese l’avvio l’elevazione del catasto
- i territori del Comune e della Provincia di Roma. Si tratta di 497 mappe
geometrico particellari di grande formato, che possono raggiungere
anche dimensioni di m 3 x 4, realizzate in inchiostro di china ed
acquerello tra il 1818 ed il 1820. La rappresentazione grafica, alla scala
1/2000, oltre a fornire nel dettaglio il mosaico costituito dai singoli
appezzamenti, mostra nell’insieme l’assetto del territorio, con i centri
abitati e la campagna, la rete di strade, fiumi, fossi e corsi d’acqua, l’andamento dei confini comunali, le controversie in essere tra comuni, il
definitivo assestarsi del confine di Stato con il Regno di Napoli.
Trattandosi del primo catasto modernamente inteso - rimasto in vigo-
Direttore Generale
Maurizio Fallace
Coordinamento
per la comunicazione
Patrizia Ferrara
Via Gaeta, 8
00185 Roma
Tel. 06 4969928
Fax 06 4882356
[email protected]
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re per quanto attiene al rustico fino al Nuovo catasto terreni (N.C.T.)
attivato per i comuni della provincia di Roma tra il 1926 ed il 1952 costituisce la premessa del cessato Catasto rustico e risponde alle
più diverse esigenze, tanto della ricerca storica quanto dei privati
che intendano ricostruire le vicende delle loro proprietà.
Il progetto di digitazione, in linea con quanto già realizzato, mira
quindi ad offrire agli studiosi ed ai cittadini uno strumento di migliore conoscenza del territorio, rendendo più accessibile un patrimonio
di informazioni indispensabile per acquisire coscienza delle trasformazioni verificatesi negli ultimi due secoli e necessario per progettare interventi futuri capaci di inserirsi in modo più armonico in un contesto storicamente determinato.
La riproduzione digitale delle mappe di Agro e Comarca di Roma è,
in quest’ottica, solo una prima realizzazione di un programma più
ambizioso che vorrebbe rendere disponibili sul web anche gli
apparati descrittivi delle mappe stesse tramite la digitalizzazione dei
brogliardi coevi alla rappresentazione grafica e mira ad estendere la
campagna di riproduzione a tutte le mappe delle province pontificie comprese nell’attuale Lazio, quelle cioè delle delegazioni pontificie di Viterbo, Civitavecchia, Rieti e Frosinone.
Sempre per fornire all’utenza chiavi d’accesso che facilitino l’individuazione della mappa che si cerca, è stato inoltre realizzato un
inventario grafico delle mappe di Lazio ed Umbria (non ancora fruibile on line) riportando su base cartografica IGM i confini delle
mappe del Catasto Gregoriano, con le relative segnature archivistiche, in modo che si possa agevolmente individuare, anche grazie
alla georeferenziazione, in quale antica mappa ricada un sito localizzato sulle moderne carte topografiche.
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Progetti e programmi della Direzione Generale
per i Beni Librari e gli Istituti Culturali
Adriana Martinoli
Il Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN)
Attivo dal 1992 e in continua espansione, è stato promosso dal
Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la cooperazione delle
Regioni e del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Il catalogo SBN è consultabile attraverso l’OPAC (Online Public
Access Catalogue) delle biblioteche Italiane, cui aderiscono oltre
3.000 biblioteche pubbliche statali, universitarie, ecclesiastiche, di
enti locali, di archivi, di conservatori, di istituti di ricerca e di cultura.
Nel 2000 è stata realizzata la versione dell’OPAC SBN denominata
SBN OnLine che permette la ricerca anche su altri cataloghi di
biblioteche italiane e straniere che utilizzano lo standard Z39.50.
Le biblioteche che partecipano a SBN sono raggruppate in Poli locali
costituiti da un insieme più o meno numeroso di biblioteche che
gestiscono tutti i loro servizi con procedure automatizzate. I Poli sono a loro volta collegati al sistema Indice SBN, nodo centrale della rete, gestito dall’ICCU, che contiene il catalogo collettivo delle pubblicazioni delle biblioteche aderenti al Servizio Bibliotecario Nazionale.
Nel 2002 con l’avvio del progetto Evoluzione dell’Indice SBN oltre a
razionalizzare, integrare e ristrutturare la base dati centrale dell’Indice, è stata prevista l’apertura ad altri sistemi e la gestione di livelli
di cooperazione diversificati.
SBN offre l’opportunità di ricercare i documenti per tipologia, utilizzando specifici canali. La Ricerca Bibliografica è disponibile attraverso canali specifici relativi a: Libro Antico, Libro Moderno, Musica,
Grafica e Cartografia per un totale di 52 milioni di localizzazioni. La
ricerca nei Cataloghi storici digitalizzati consente la consultazione di
215 cataloghi storici conservati in 35 biblioteche pubbliche. La raccolta comprende cataloghi a volume e a scheda di diversa tipologia
(alfabetici per autore e titoli, topografici, sistematici, misti) oltre ai
cataloghi generali, nella collezione sono presenti alcuni cataloghi di
materiali speciali (manoscritti, carte geografiche, stampe, musica
scritta) e di singoli fondi o raccolte. Sui Cataloghi speciali è possibi-
Direzione Generale per i Beni Librari
e gli Istituti Culturali
L
a Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali (DGBLIC)
del Ministero per i Beni e le Attività Culturali svolge funzioni e compiti in materia di biblioteche pubbliche statali, di servizi bibliografici e bibliotecari nazionali, di istituti culturali e di promozione del
libro e della lettura (art. 12, comma 1 del DPR 173/2004).
Al fine di valorizzare e rendere fruibile il patrimonio culturale posseduto da biblioteche, archivi e altre istituzioni culturali italiane, sono
stati sviluppati programmi e progetti realizzati attraverso l’uso delle
più avanzate tecnologie informatiche e telematiche: il Servizio
Bibliotecario Nazionale – SBN; la Biblioteca Digitale Italiana –
BDI; il portale Internet Culturale; il sito Italia Pianeta Libro.
Direttore Generale
Luciano Scala
Via Michele Mercati, 4
00197 Roma
Tel. 06.36216300
Fax 06.3216437
[email protected]
29
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le effettuare una ricerca tematica sulle basi dati relative al Censimento
delle Edizioni italiane del XVI secolo (Edit16), alla Bibliografia dei
manoscritti in alfabeto latino conservati in Italia (Bibman), al
Censimento dei manoscritti delle biblioteche italiane (Manus), e al
Progetto di censimento, descrizione e riproduzione digitale dei
palinsesti greci (Rinascimento Virtuale). Il modulo Altri Cataloghi
permette la ricerca simultanea su Cataloghi italiani e stranieri conformi allo standard Z39.50.
La base dati dell’Indice SBN è consultabile gratuitamente in Internet,
24 ore su 24, agli indirizzi: http://opac.sbn.it, http://sbnonline.sbn.it
e http://www.internetculturale.it/, e tramite il gateway Z39.50 della
Library of Congress
Ulteriori informazioni sulla struttura SBN sono reperibili sul sito
dell’ICCU.
Biblioteca Digitale Italiana – BDI
Il programma Biblioteca Digitale Italiana (BDI), promosso dalla
Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali, è una piattaforma di iniziative integrate nell’ambito delle collezioni del patrimonio culturale. Il coordinamento è affidato a un Comitato Guida
(composto da rappresentanti delle biblioteche statali e regionali, dei
musei, dell’università e della ricerca) con il compito di definire le
linee guida del programma, fissandone i principi fondamentali e
delineando il quadro di riferimento culturale e scientifico entro cui
collocare le iniziative esistenti ed avviare quelle nuove.
Negli anni di attività (dal 2001 a oggi), sono stati conclusi numerosi
progetti di digitalizzazione che hanno riguardato, in particolare, tre
aree tematiche: musicale, storico-letteraria e scientifica.
In riferimento all’area musicale sono stati digitalizzati oltre 12.000
documenti tra i quali si possono citare le seguenti collezioni:
• la collezione della Biblioteca del Conservatorio S.Pietro a Majella
di Napoli, che raccoglie oltre un milione di immagini digitali.
Contiene oltre 3.500 volumi manoscritti e numerose partiture autografe di compositori quali Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi, Cimarosa, Paisiello, Pergolesi, Jommelli e dei principali esponenti
della scuola musicale napoletana;
• gli autografi di Pierluigi da Palestrina conservati presso l’Archivio
musicale del Capitolo Lateranense di Roma;
• i Corali miniati medioevali della congregazione di S. Domenico di
Perugia custoditi presso la Biblioteca Augusta di Perugia;
• il Fondo manoscritti musicali che comprende volumi di musica sacra
corale dal ‘500 all’800 della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma;
• le partiture di Alessandro Stradella (Biblioteca Estense di Modena);
• gli autografi di Antonio Vivaldi (Biblioteca Nazionale Universitaria
di Torino);
• i fondi Contarini e Canal, nonché il corpus di sonate per clavicembalo di Domenico Scarlatti (Biblioteca Nazionale Marciana di
Venezia);
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• il Fondo Clementina Sala dell’Accademia Filarmonica Romana;
• gli autografi di Gaetano Donizetti e di Giovanni Simon Mayr
(Civica Biblioteca Mai di Bergamo);
• i manoscritti liturgici del Museo Internazionale e Biblioteca della
Musica e della Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna;
• i manoscritti musicali di pregio della Biblioteca del Conservatorio
Cherubini di Firenze;
• l’Archivio storico Ricordi è il più importante archivio privato musicale in Italia che conserva una variegata documentazione (registrazioni audio, video, manoscritti autografi, partiture, materiale teatrale, foto, lettere etc…) relativa a personalità come Verdi e Puccini;
• la principale collezione pubblica italiana di documentazione
sonora ed audiovisiva della Discoteca di Stato – Museo dell’Audiovisivo;
• la fortuna di Verdi: ricezione e cultura musicale attraverso la stampa e i periodici coevi (Casa della musica – Parma);
• progetto Giacomo Puccini: dagli anni di formazione ai primi traguardi attraverso le fonti musicali e documentarie lucchesi (Istituto
musicale Boccherini – Lucca).
L’area storico-letteraria comprende:
• completa riproduzione della collana “Scrittori d’Italia” creata da
Benedetto Croce nel 1910, edita da Laterza. Si tratta di 179 opere
letterarie in 288 volumi con 135.000 immagini scansionate;
• la Biblioteca Italiana, con 1.600 opere in formato testo dalle origini della letteratura all’inizio del XX secolo;
• corpus sulla Lingua italiana che comprende testi digitalizzati dal
XVI secolo al XIX secolo (Accademia della Crusca);
• Viaggi nel testo. Ipertesti sulla vita di scrittori famosi e percorsi
web di grande interesse turistico e culturale, Petrarca, Giacomo
Leopardi, Giuseppe Verdi, Leon Battista Alberti e altri;
• 67 pubblicazioni periodiche storiche antecedenti il 1860
(Biblioteca Nazionale centrale di Roma e Biblioteca di Storia
Moderna e contemporanea e la Biblioteca Universitaria di Pisa), con
integrazioni da parte di numerose biblioteche italiane;
• database dei periodici storici (Biblioteca di Archeologia e Storia
dell’Arte) 115 periodici specializzati per ca. 900.000 scansioni;
• completa digitalizzazione della collezione Muratori della Società
Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino (S.I.S.M.E.L.);
• inventari delle biblioteche medioevali italiane (sec.IX – XVI) del
S.I.S.M.E.L, per un totale di 15.000 immagini e oltre 3.800 schede
dei singoli documenti.
Le collezioni digitalizzate e disponibili che rientrano nell’area scientifica sono:
• Galileo//thek@ è un progetto che offre la biblioteca digitale tematica della collezione galileiana per un totale di 70.000 pagine
(Istituto e Museo della Storia della Scienza di Firenze in collaborazione con la BNCF);
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• Itinerari scientifici in Toscana: 18 itinerari tematici, 2 biografici e
itinerari geografici che toccano circa settecento luoghi della Scienza previsti nella Regione. (Regione Toscana e IMSS di Firenze);
• Testi matematici – Promosso dalla Biblioteca Digitale della Scienza
Italiana con il contributo della Biblioteca Europea di informazione
e Cultura di Milano;
Sono inoltre in fase di avanzamento significativi sviluppi tecnologici che riguardano:
• ReMI – Rete della Musica Italiana, progetto, sviluppato in collaborazione con il Laboratorio di Informatica Musicale dell’Università
di Milano, volto alla conservazione dei contenuti musicali (partiture, libretti, materiale epistolare, bozzetti, fotografie di scena, etc.)
e alla fruizione integrata dei supporti informativi (manoscritti, edizioni a stampa, audio e video);
• Percorsi 3D - veri e propri viaggi tridimensionali che offrono
all’utente la possibilità di muoversi in ambienti virtuali, popolati da
oggetti “parlanti” corredati da dettagliate schede di approfondimento. Grazie all’ausilio di tecnologie all’avanguardia, è possibile
esplorare in modo totalmente innovativo gli ambienti descritti nella
Divina Commedia e affrontare le diverse tematiche attinenti all’universo dantesco in un viaggio didascalico - evocativo, passeggiare
per le sale della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, straordinaria opera architettonica progettata da Michelangelo, visitare la
tribuna di Galileo a Firenze, oppure ascoltare le musiche e l’Opera
di Parma, riassunte attraverso le immagini dei compositori, i libretti
d’opera e le locandine d’epoca. È previsto inoltre un percorso
enogastronomico nelle regioni d’Italia.
Nell’ambito della conservazione della memoria digitale, la Direzione
Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali collabora nell’azione
coordinata, sotto la guida della Commissione Europea, relativa al
progetto “Digital preservation Europe” (DPE).
Il Portale Internet Culturale
Nato dal progetto “Biblioteca Digitale Italiana e Network Turistico
Culturale” (BDI&NTC) approvato e cofinanziato dal Comitato dei
Ministri per la Società dell’Informazione (CMSI) nel marzo del 2003,
il portale rende fruibili i risultati delle attività nell’ambito della digitalizzazione e offre l’accesso integrato alle risorse digitali e tradizionali di biblioteche, archivi e altre istituzioni culturali italiane, oltre a
informazioni relative alle attività, ai progetti, alle collezioni e ai contenuti digitalizzati. Al momento attuale le immagini digitali acquisite
e disponibili dalle pagine di Internet Culturale sono 9.350.000 di cui
6.850.000 relative ai cataloghi storici e 2.500.000 relative alle aree
tematiche su menzionate. A marzo 2006 è stato rilasciato in forma
sperimentale un servizio di e-commerce che consente l’acquisto
on-line di un primo nucleo di oggetti digitali messi a disposizione da
alcune istituzioni culturali italiane.
Oltre ad un’accesso particolarmente amichevole alle banche dati di
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SBN, il portale offre la ricerca dei documenti digitalizzati attraverso le
sezioni Collezioni Digitali (con una descrizioni dei principali fondi)
e Contenuti Digitali (che premette di interrogare i repository e la
banca dati digitale).
Il portale permette, attraverso i suoi Percorsi Culturali, di accedere
alla versione digitale di mostre (Mostre), a ipertesti (Viaggi nel
Testo), a itinerari che coniugano contenuti culturali nel territorio
(Itinerari Turistico-Culturali) fino a veri e propri viaggi tridimensionali all’interno di ambienti virtuali (Percorsi 3D).
Italia Pianeta Libro
Creato nel maggio 2005, il sito web Italia Pianeta Libro,
http://www.ilpianetalibro.it, è un osservatorio sull’editoria e sulla lettura in Italia. Comprende banche dati di case editrici, libri del mese,
riviste di cultura, la versione on-line dei periodici Libri e Riviste d’Italia
e Accademie & Biblioteche d’Italia, laboratori di lettura per le scuole e numerose altre informazioni sul mondo del libro.
All’interno del sito si trova “Ottobre piovono libri”, un panorama d’insieme sulla prima importante campagna di promozione della lettura,
che ha coinvolto nel 2006 oltre 250 “luoghi della lettura” dei Comuni
italiani (http://www.ilpianetalibrosbn.it/meselibro) e che anche quest’anno, verrà rilanciato nel prossimo mese di ottobre.
Siti web di riferimento
- Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti
Culturali - DGBLIC:
www.librari.beniculturali.it
- ICCU:
www.iccu.sbn.it
- Internet culturale:
www.internetculturale.it
- Biblioteche pubbliche statali:
www.bibliotechepubbliche.it
- Istituti culturali:
www.istituticulturali.it
- Comitati Nazionali per le celebrazioni
e le manifestazioni culturali:
www.comitatinazionali.it
- Italia Pianeta Libro:
www.ilpianetalibro.it.
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Nuovi servizi on-line per gli studiosi
dei manoscritti laurenziani
Sabina Magrini
Biblioteca Medicea Laurenziana
Direzione Generale per i Beni Librari
e gli Istituti Culturali
N
Direttore
Franca Arduini
Referente dei progetti
Luciana Bigliazzi
Piazza San Lorenzo 9
50123 Firenze
Tel. 055 210760
Fax 055 2302992
[email protected]
[email protected]
www.bml.firenze.sbn.it
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el corso degli ultimi anni la Biblioteca Medicea Laurenziana ha
moltiplicato gli sforzi per implementare ed offrire al suo pubblico una variegata gamma di servizi fruibili sia in locale che da remoto
grazie alle potenzialità della rete Internet. Sempre più, infatti, il pubblico della biblioteca non si identifica esclusivamente in quello contenuto, seppure internazionale, che la frequenta ‘fisicamente’, ma
comprende anche quello dei suoi visitatori virtuali, potenzialmente
infiniti. Allo scopo di ‘accorciare’ le distanze tra i suoi ‘tesori’ e il suo
pubblico, quindi, la digitalizzazione parziale o integrale delle collezioni manoscritte e l’indicizzazione dei rispettivi cataloghi sono attività in cui la biblioteca si cimenta quotidianamente e da tempo.
Così, a partire dal 2003 è possibile accedere liberamente alla versione digitale dei vari percorsi espositivi allestiti dalla biblioteca. Si è
mirato in questo modo a promuovere la conoscenza e conservare la
memoria delle mostre organizzate ben oltre i limiti della loro durata
e a prescindere dall’acquisto dei rispettivi cataloghi cartacei. Dal giugno 2005, è consultabile dal sito web della biblioteca la versione
digitalizzata del catalogo di uno dei fondi più cospicui della biblioteca, il catalogo manoscritto Del Furia, un’opera preziosissima che
non essendo a stampa sino a quella data poteva venire consultata
soltanto in sede.
Tra i progetti laurenziani più recenti appena portati a termine o in
dirittura di arrivo e che vengono presentati in quest’occasione ad
esemplificare l’operato di una P.A. che sfrutta l’innovazione tecnologica per essere più vicina ai cittadini vanno annoverati la Bibliografia
dei manoscritti laurenziani e Dedalus.
Come la digitalizzazione del Catalogo Del Furia anche questi due
progetti hanno mirato a rendere disponibili in linea dati posseduti
dalla Biblioteca in forma cartacea – il catalogo a schede della bibliografia dei manoscritti e i registri dei lettori – e in passato consultabili
esclusivamente in loco.
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Si tratta in entrambi i casi di iniziative importanti che sicuramente
faciliteranno lo studio dei manoscritti laurenziani e apriranno nuovi
percorsi di ricerca per la storia degli studi filogico-eruditi. Eccone in
breve le principali caratteristiche:
Bibliografia dei manoscritti laurenziani
• è una banca dati comprendente ca. 53.782 citazioni;
• è il risultato dello spoglio sistematico di documenti (monografie,
periodici, ‘poligrafie’) compiuto in Biblioteca Medicea Laurenziana
a partire dal 1970 (autonomamente e in formato cartaceo) e dal
1990 (in collaborazione con il progetto BibMan promosso
dall’I.C.C.U. e in formato elettronico);
• concerne tutti i manoscritti della Biblioteca, a prescindere dal supporto o dall’alfabeto usato; permette ricerche di vario livello per
campi predeterminati, full text o con impiego di operatori booleani; è gestita mediante il software Alexandrie ed è interamente compatibile con il software BibMan;è consultabile liberamente sia in
locale (LAN della Biblioteca) sia in Internet dall’URL
www.bml.firenze.sbn.it/Bibliografia_dei_manoscritti;
Dedalus
• è una banca dati comprendente 22.000 immagini corrispondenti
agli ‘schedoni’ dei ca. 13.000 manoscritti della Biblioteca Medicea
Laurenziana (11.000 codici + 2.000 papiri) compilati sino a tutto il
1999 e i dati ricavati dal sistema di gestione informatizzata della
movimentazione adottato dal 2000 ad oggi;
• permette di conoscere la storia della movimentazione (consultazione, riproduzione, prestito, restauro) di ciascun manoscritto laurenziano dalla fine del secolo XIX (post Regolamento del 1886 e
introduzione dello schedone ideato da Desiderio Chilovi) ad oggi;
• concerne tutti i manoscritti della Biblioteca, a prescindere dal supporto o dall’alfabeto usato;
• prevede una politica di tutela della privacy ai sensi del D.Lgs.
196/2003;
• da settembre 2007 sarà consultabile liberamente sia in locale (LAN della
Biblioteca) sia in Internet dall’URL www.bml.firenze.sbn.it/Dedalus;
Quanto al prossimo futuro, la biblioteca è in procinto di avviare la digitalizzazione ed indicizzazione del proprio fondo storico, ossia dei
più di 3.000 manoscritti che erano collocati sui plutei (banchi lignei)
della biblioteca di Michelangelo alla sua apertura al pubblico nel 1571.
Anche in questo caso la banca dati ottenuta è destinata alla pubblicazione in Internet nell’ambito della Biblioteca Digitale Italiana e dal sito
laurenziano dove andrà ad integrarsi con la Bibliografia dei manoscritti e Dedalus che ne costituiscono il naturale completamento.
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La formazione del personale come leva
di sviluppo dell’Amministrazione
Annarita Orsini
Direzione Generale per l’Innovazione
Tecnologica e la Promozione
I
Direttore Generale
Antonia Pasqua Recchia
Servizio I – Affari generali,
statistica, sistemi informativi
e nuove tecnologie
Dirigente
Annarita Orsini
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
Tel. 06 67232493
Fax 06 67232499
[email protected]
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l MiBAC, attraverso la Direzione generale per l’innovazione tecnologica e la promozione, ha puntato sulla la formazione del personale
quale elemento cardine per lo sviluppo dell’Amministrazione in
chiave digitale. La Direzione generale per l’innovazione tecnologica
e la promozione, istituita nel 2004, ha immediatamente deciso di
impostare la propria attività facendo leva sul capitale umano e sulla
necessità, quindi, di diffondere una cultura basata sulla conoscenza.
Agli inizi del 2005 è stata infatti avviata una massiccia attività di formazione informatica, articolata in corsi base, avanzati e specifici,
con lo scopo di consentire un utilizzo completo ed esaustivo degli
strumenti necessari per l’automazione del lavoro d’ufficio. Al termine, i dipendenti saranno in grado di utilizzare gli applicativi del pacchetto Microsoft Office, di navigare in Internet e di servirsi della
posta elettronica.
L’intento è ancor più ambizioso, in quanto il progetto prevede, alla
fine, l’acquisizione da parte del personale della Certificazione della
competenze informatiche secondo lo standard ECDL (Europea
Computer Driving Licence).
Allo scopo è stata sottoscritta con AICA una convenzione, che incoraggerà il personale ad accrescere le proprie competenze informatiche certificandone il livello di conoscenza attraverso il conseguimento della patente ECDL.
Il Ministero dei Beni Culturali, sulla base della positiva esperienza
maturata, nel settore ECDL di base (level core) ha stretto un significativo rapporto di collaborazione con AICA per lo sviluppo della
conoscenza informatica.
Per il 2007 AICA ha intenzione di avviare un’indagine sul “Valore della
Conoscenza Informatica” nell'ambito della Pubblica Amministrazione. L’obiettivo è quello di fornire elementi indicativi per la definizione delle strategie necessarie ad un’adeguata valorizzazione del
peronale attraverso le conoscenze informatiche, conducendo una
valutazione dello stato effettivo delle competenze informatiche
rispetto a quelle necessarie alle esigenze delle Amministrazioni, nonché del ritorno delle attività formative.
Ed ancora per il 2007, AICA prevede il lancio della certificazione
ECDL GIS, istituendo un rapporto di collaborazione con MiBAC che
a tale certificazione è particolarmente interessato.
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Il Valore della competenza informatica
Fulvia Sala
AICA - Associazione Italiana per l’Informatica
e il calcolo automatico
N
ell’attuale contesto economico e sociale le nuove tecnologie
informatiche e di telecomunicazione vengono ad assumere un
ruolo pervasivo, in grado di modificare non solo le attività economiche delle imprese ma anche il comportamento dei singoli individui.
Nel nuovo modello di sviluppo assume quindi grande rilievo l’alfabetizzazione generalizzata alle tecnologie dell’informazione.
A tale riguardo, AICA in collaborazione con SDA Bocconi, ha avviato, nel 2003, un progetto periodico ad ampio respiro con l’obiettivo di valutare, il più possibile in termini quantitativi, il costo che il
“non sapere” informatico comporta per la collettività o, in altri
termini, il valore della competenza informatica.
La prima ricerca, rivolta al mondo del lavoro in generale, ha dimostrato che in Italia, dove circa il 50% della popolazione attiva usa il
computer per motivi di lavoro, il tempo improduttivo perso per scarsa conoscenza degli strumenti informatici comporta un costo annuo,
per il sistema economico italiano, pari a 17,6 miliardi di euro.
Questa cifra è talmente rilevante che, pur considerandola un indicatore di larga massima, si pone il problema di come riuscire a ridimensionarla. Gli investimenti formativi sono una delle strade che l’Italia
deve percorrere con maggiore convinzione. A questo proposito lo
studio si è posto l’obiettivo di valutare il ROI della formazione informatica degli utenti, in particolare nell’ottica della certificazione
ECDL Base (Core Level).
Le analisi condotte hanno dimostrato come, a fronte di un costo relativamente modesto per la formazione di base, si possano ottenere
aumenti di efficienza e, in termini correlati, risparmi economici
estremamente significativi (pari a oltre 18 miliardi di euro) che
compensano abbondantemente i costi sostenuti, specie nell’ottica
di un arco temporale di media–lunga durata.
Nel 2004 l’indagine si è focalizzata su un’area di grande rilevanza
sociale, quale è la Sanità, avendo ben chiaro che gli obiettivi di efficienza e produttività assumono, in questo settore, connotazioni assai
particolari che lo distinguono dagli altri comparti economici.
Il “non sapere” informatico comporta il rischio di un mancato adeguamento delle specifiche professionalità ad
L’indagine 2005, svolta anche con la collaborazione di ABI Lab,
(il Centro di Ricerca e Sviluppo delle Tecnologie per la Banca promosso dall’Associazione Bancaria Italiana), ha riguardato un settore di
punta nell’uso delle tecnologie informatiche, quale il settore bancario.
Nello svolgimento delle attività bancarie si è rilevato un livello generalmente molto elevato di conoscenza degli strumenti informatici da
parte degli utilizzatori. Ma, anche in questo settore, la ricerca dimostra come vi siano dei margini di recupero di produttività.
Viene cioè confermato, anche per un settore tecnologicamente avanzato come quello bancario, quanto già emerso dalle indagini prece-
SDA Bocconi
School of Management
Pier Franco Camussone,
SDA Bocconi
Via Sarfatti, 25
20136 Milano
Referente
Fulvia Sala
AICA
Associazione Italiana
per l’Informatica
e il calcolo automatico
P.le Rodolfo Morandi 2
20121 Milano
Tel. 02 76455026
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denti: la formazione rappresenta un investimento con ritorni, in termini monetari, decisamente significativi.
Nel 2007, AICA sta sviluppando l’indagine sul “Valore della Conoscenza Informatica” nell’ambito della più grande struttura produttiva
del nostro Paese, la Pubblica Amministrazione. L’obiettivo - condiviso da CNIPA - è quello di fornire elementi significativi per la definizione delle strategie necessarie ad un’appropriata valorizzazione del
capitale umano attraverso le conoscenze informatiche; a tale fine
viene effettuata una valutazione dello stato effettivo delle competenze informatiche rispetto a quelle necessarie alle esigenze delle
Amministrazioni, nonché del ritorno delle attività formative.
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“SIMI” - Sistema Integrato per il Monitoraggio
degli Investimenti
Annarita Orsini
Direzione Generale per l’Innovazione
Tecnologica e la Promozione
I
l Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha sentito la necessità di
monitorare i propri progetti di investimento, seguendone l’evoluzione non solo finanziaria, ma anche realizzativa, attraverso una
costante visione “integrata” dei due aspetti della tematica.
Appare di fondamentale importanza poter seguire l’evoluzione degli
elementi finanziari, entrate ed uscite, adottando una contabilità di
cassa anziché di competenza, mentre, per la parte relativa all’andamento della realizzazione, è importante disporre dello stato d’avanzamento lavori (SAL) costantemente aggiornato. La conoscenza continua di entrambi gli elementi consentono di ottenere un elevato
grado di controllo dello sviluppo di ogni progetto e la concreta possibilità di prevedere ed attuare tempestivamente le azioni opportune per la loro finalizzazione.
La Direzione generale per l’innovazione tecnologica e la promozione
ha avviato un’attività congiunta con la Direzione generale per gli affari generali, il bilancio, le risorse umane e la formazione, ed il Servizio
II – Intese istituzionali e rapporti con il CIPE al fine di individuare tutti
gli aspetti tecnico-amministrativi necessari a definire uno strumento
ottimizzato per le esigenze specifiche del Ministero e coerente con
le scelte che si stanno delineando, in materia, all’interno della
Pubblica Amministrazione.
Direttore Generale
Antonia Pasqua Recchia
Servizio I – Affari generali,
statistica, sistemi informativi
e nuove tecnologie
Dirigente
Annarita Orsini
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
Tel. 06 67232493
Fax 06 67232499
[email protected]
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Bluinfo®
Alberto Bruni
Direzione Generale per l’Innovazione
Tecnologica e la Promozione
I
l MiBAC e l’ACI presentano al FORUM PA 2007 una innovativa soluzione per la comunicazione di “prossimità”, mediante l’utilizzo
della tecnologia Bluetooth sulla telefonia mobile. Il progetto consiste nella possibilità di ricevere sul proprio cellulare, in prossimità dei
luoghi d’arte statali, informazioni audio e video sui siti stessi.
Il progetto sarà sperimentato nell’ambito della Fiera, in prossimità
dello stand MiBAC, attraverso l’invio, in modalità Bluetooth, di
informazioni relative ai programmi e calendari fieristici.
Finalità del servizio
• Realizzare la prima piattaforma nel campo del “content multimediale” in grado di offrire servizi multimediali innovativi.
• Orientare ed ad offrire servizi che vengano recepiti dall’utenza in
modo pratico ed utile.
• Distribuire gli apparati BlueBox in prossimità o all’interno di Aree
archeologiche, Musei, Edifici di interesse storico-architettonico, Parchi etc.
• Inviare Comunicazioni di svariato contenuto quali:
- mappe di siti archeologici
- mappe Museali
- database di gestione Musei e siti Archeologici
- videoguide
Il Centro Servizi può gestire la piattaforma in tempo reale, modificando inserendo o eliminando i contenuti anche in base al contesto
del momento.
La piattaforma può inviare qualunque tipo di file, il limite è dato solo
dai cellulari.
Caratteristiche funzionali
I servizi offerti possono essere scaricati sui cellulari senza bisogno di
investire in hardware da consegnare agli utenti.
Grazie al sistema di controllo e gestione centralizzato, l’installazione
dei punti di accesso viene gestita come se ci fosse un unico
apparato.
I punti di accesso offrono:
Direttore Generale
Antonia Pasqua Recchia
Servizio I – Affari generali,
statistica, sistemi informativi
e nuove tecnologie
Dirigente
Annarita Orsini
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
Tel. 06 67232252
Fax 06 67232347
[email protected]
40
• interazione non intrusiva nei telefoni cellulari dei clienti, nel
pieno rispetto della privacy secondo le norme vigenti;
• invio di più e diversi contenuti alle varie apparecchiature
Bluetooth identificate;
• conformità al sistema operativo (Symbian, Windows Mobile,
Java, Palm, ecc.) e alle specifiche tecniche del cellulare (dimensioni video, formati supportati, altro);
• contenuti multimediali con voci, immagini e video adattati alle
caratteristiche dei singoli cellulari
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Qualità, benessere, soddisfazione ed ascolto:
Cantieri di innovazione
Anna Maria Stramondo
Direzione Generale per l’Innovazione
Tecnologica e la Promozione
C
antieri è una rete di innovatori che opera presso il Dipartimento
della Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri
e che sperimenta con gli Enti pubblici tematiche, modalità operative e
percorsi di lavoro tesi ad agevolare la modernizzazione della pubblica amministrazione e il processo di riforma del pubblico impiego.
Quest’anno la Direzione Generale Innovazione Tecnologica e Promozione ha aderito all’iniziativa “Cantiere di innovazione Competenze
per l’ascolto organizzativo” attuando una sperimentazione tesa ai
seguenti obiettivi:
• acquisire la capacità di rilevare e utilizzare al meglio opinioni e
contributi dei dipendenti
• sviluppare strategie e competenze di ascolto finalizzate al miglioramento del clima e delle performance dei gruppi di lavoro
• facilitare lo sviluppo di comportamenti nuovi e la diffusione omogenea di una cultura del lavoro di gruppo e della gestione del gruppo.
L’adesione della Direzione Generale al progetto Cantieri sull’ascolto
pone le sue basi nella missione istituzionale che le è propria, nell’aver
individuato anche tra i propri obiettivi un’organizzazione del lavoro
basata sull’innovazione dei processi e la diffusione di buone pratiche.
L’innovazione tecnologica non può essere disgiunta dall’innovazione
e dal cambiamento. Tale cambiamento deve essere letto in forma
attiva, anche nella gestione del personale per un nuovo modo di
essere dell’Amministrazione.
Da dove potrebbe arrivare la spinta propulsiva al nuovo se non dagli
stessi operatori?
Il quadro di riferimento in cui si innesta l’ascolto è dato dall’insieme
di indicazioni contenute nelle più recenti direttive sulla qualità dei
servizi. Andando a ritroso si può partire dalla direttiva 2006 del
Ministro Nicolais che, impegnando le amministrazioni ad inserire
precisi obiettivi di miglioramento della qualità nelle loro attività di
programmazione strategica e operativa ed a valutare anche su questa base i propri dirigenti, sollecita le amministrazioni ad assicurarsi
che l’intera organizzazione sia orientata a ad attuare politiche di qualità ed ad autovalutarsi. Troviamo poi la direttiva sul benessere che,
oltre all’obiettivo immediato di far stare meglio le persone, vuole
migliorare la qualità complessiva dei servizi forniti, diffondendo la
cultura della partecipazione, quale presupposto dell’orientamento al
risultato al posto della cultura dell’adempimento. Ed infine non per
ultimo, la direttiva 24 marzo 2004, che chiede di comprendere i
bisogni dei destinatari a cui vengono erogati i servizi, progettando e
svolgendo periodiche rilevazione della qualità percepita.
Dalla qualità della pubblica amministrazione dipende la qualità
delle politiche pubbliche e la qualità dei servizi resi ai cittadini ed
alle imprese.
Direttore Generale
Antonia Pasqua Recchia
Servizio II – Comunicazione,
Promozione e Marketing
Dirigente ad interim
Raffaele Sassano
Unità Organizzativa
Accoglienza Qualità
e Mercato
Responsabile
Anna Maria Stramondo
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Il livello qualitativo delle prestazioni rese all’utenza dipende dalla
capacità delle amministrazioni pubbliche di perseguire il miglioramento continuo. Per promuovere l’effettivo miglioramento continuo
e per elevare la qualità dei servizi erogati è necessario innescare
sistemi di autovalutazione che, per essere attuati, devono vedere
coinvolti tutti gli attori, certamente i portatori di interessi ma in primo
luogo il personale. Tutti i collaboratori ad un progetto devono essere partecipi delle specifiche politiche che il progetto persegue e
devono essere adeguatamente motivati ai risultati da raggiungere.
Devono essere ascoltate tutte le voci: la voce del visitatore e dello
studioso, ovvero di colui che usufruisce del servizio, e la voce del
personale, ovvero di chi quel servizio garantisce.
A fine 2005, guardando al suo interno, la Direzione, insieme ad altri
uffici dell’ex Dipartimento per la ricerca e l’innovazione e con i servizi del Gabinetto del Ministro, ha partecipato all’indagine sul benessere organizzativo e, guardando all’esterno, sta attualmente studiando metodi di rilevazione della soddisfazione dell’utenza.
La lettura dei questionari somministrati nell’ambito dell’indagine sul
benessere organizzativo ha permesso di misurare le percezioni dei
dipendenti rispetto all’amministrazione nel suo complesso, consentendo di individuarne le aree critiche presenti.
I dati visualizzati dai questionari hanno consentito di individuare i
punti di criticità e quelli di positività, restituendo un’immagine dell’amministrazione filtrata da una lettura in termini di benessere-malessere organizzativo.
Tra i fattori di criticità si sono riscontrati: la mancata disamina di errori compiuti, lo scarso sviluppo di competenze innovative, l’assenza
di sperimentazione di nuove forme di organizzazione del lavoro, il
non confrontarsi con altre organizzazioni. È risultata forte la sensazione di non essere valutato adeguatamente e di contare poco nell’organizzazione, fattore, d’altronde, riscontrato a livello nazionale in
tutto il pubblico impiego.
La scelta del primo circolo d’ascolto costituito presso il Ministero è
caduta, di conseguenza, su un gruppo eterogeneo, formato da componenti di commissioni e comitati, sia alla luce dei risultati dell’indagine sul benessere, che evidenziava la necessità di ricorrere a nuove
modalità organizzative di lavoro offrendo la parola e facendo contare chi si sentiva scarsamente valutato e creando attraverso la rete
degli innovatori un contatto con altre realtà amministrative, sia per la
specifica tendenza dei circoli d’ascolto al miglioramento della funzionalità dei gruppi.
È evidente come l’adesione al progetto Ascolto di Cantieri sia solo
uno dei diversi momenti di ascolto che le Amministrazioni devono
attuare per contribuire alla modernizzazione del sistema pubblico e
costituisce solo uno dei diversi momenti che la Direzione generale
per l’innovazione tecnologica e promozione ha dedicato al proprio
percorso di miglioramento, perseguendo obiettivi sia interni che
esterni alla struttura ministeriale.
In un sistema basato sul lavoro intellettuale le relazioni tra le persone
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hanno un valore fondamentale; le iniziative di Cantieri sul benessere
e sull’ascolto organizzativo forniscono suggerimenti e prospettano
soluzioni su come aumentare la motivazione, come migliorare i rapporti con la dirigenza, come accrescere il senso di appartenenzae di
soddisfazione dei lavoratori.
Dare importanza alle condizioni emotive, all’ambiente in cui si lavora, favorire un clima che stimoli la creatività e l’apprendimento, permette agli operatori di lavorare in un’organizzazione che favorisce gli
scambi, la trasparenza e la visibilità del lavoro.
L’indagine sul benessere ha dimostrato la necessità di rilevare con
metodologie e strumenti appropriati situazioni e fenomeni dalle persone nel proprio contesto lavorativo, analizzando i dati in modo
sistematico. La sperimentazione dei circoli d’ascolto organizzativo,
allena le persone a guardarsi dentro e intorno, dedicando attenzione
ai colleghi ed al proprio posto di lavoro, per diventare consapevoli
del proprio ruolo e partecipi del cambiamento.
Le persone che lavorano nelle organizzazioni costituiscono un fattore determinante per il successo dell’organizzazione stessa. Per poter
fornire questo contributo i lavoratori devono sentirsi parte di un sistema che si prefigge obiettivi condivisi, trovando motivazioni forti per
svolgere i propri compiti e devono percepire la valorizzazione della
loro specifica dimensione individuale: ascoltiamoci dunque per
vivere bene svolgendo al meglio il nostro lavoro.
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I “Circoli di ascolto organizzativo”:
una sperimentazione per la valorizzazione
del lavoro e delle persone
Nadia Tamasi
Direzione Generale per l’Innovazione
Tecnologica e la Promozione
L
Direttore Generale
Antonia Pasqua Recchia
Servizio II – Comunicazione,
Promozione e Marketing
Dirigente ad interim
Raffaele Sassano
Unità Organizzativa
Accoglienza Qualità e Mercato
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a Pubblica Amministrazione si trova ad affrontare sempre più
spesso problemi legati al cambiamento, e deve saper gestire in
parallelo sia la complessità dell'innovazione tecnologica legata alle
strutture, sia il benessere delle persone e degli ambienti di lavoro.
Inoltre le relazioni professionali sono diventate più numerose e
complesse ed è necessario ed urgente acquisire nuove competenze per migliorare la loro qualità, in modo che diventino una risorsa
e un nuovo strumento di crescita per le amministrazioni, e non un
problema. Infatti da sempre le risorse umane hanno contribuito alla
risoluzione delle criticità interne delle amministrazioni, e hanno
spesso definito strategie e azioni volte al miglioramento della vita
organizzativa.
Partendo da questa premessa, il Programma Cantieri del Dipartimento della Funzione Pubblica ha progettato una sperimentazione
di innovazione sull’ascolto organizzativo, per dare una risposta alle
esigenze di miglioramento della Pubblica Amministrazione, proponendo un modello sistematico di lavoro centrato sulla qualità delle
relazioni umane.
Nascono così “i circoli d'ascolto organizzativo”, luoghi di incontro e
confronto sui temi della valorizzazione delle persone e del lavoro,
formati da persone interne all'amministrazione, provenienti da
ambiti e funzioni diverse, motivate ad utilizzare le proprie risorse
relazionali e ad acquisire un metodo di facilitazione e un modello
di lavoro per trasferirlo all'interno del contesto lavorativo.
I circoli, dieci incontri di due ore ciascuno, sono guidati e strutturati da esperti di Cantieri, che forniscono un kit operativo sul metodo
di facilitazione e di ascolto organizzativo. I partecipanti al circolo,
non più di dieci, condividono pratiche innovative che facilitano lo
sviluppo di comportamenti nuovi e di una cultura del lavoro di
gruppo e della gestione del gruppo.
Il progetto utilizza il metodo di “facilitazione dei gruppi” che nasce
dall'applicazione del counseling di processo (process counseling),
un approccio teorico e un sistema di tecniche per la relazione di
aiuto e lo sviluppo delle potenzialità delle persone, nato negli anni
cinquanta negli Stati Uniti d'America ad opera dello psicologo Carl
Rogers, diffuso in Europa ed infine approdato negli anni ottanta
anche in Italia. Il metodo parte dal presupposto che le persone
hanno in sé le risorse necessarie per migliorare, si tratta di creare
delle condizioni che facciano emergere le loro qualità, attraverso lo
sviluppo di un insieme di abilità, atteggiamenti, per "aiutare le persone ad aiutarsi". Il rapporto di counseling è una situazione, dove
presupposti importanti sono il calore umano, l'accettazione obiettiva dell’altro, l'assenza di pregiudizi che permettono alle persone di
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esprimere in piena libertà, pensieri, sentimenti, esperienze utili alla
comprensione delle criticità e dei problemi.
Quindi l'elemento fondamentale del metodo è la "qualità dell'ascolto" la capacità di ascoltare se stessi e gli altri, visto come principio
di miglioramento delle persone, dei gruppi, e delle organizzazioni.
Affinché l'attività del circolo sia pienamente efficace è necessario
che abbia due caratteristiche preliminari: avere il forte mandato
della dirigenza, e utilizzare la presenza e il supporto della figura del
"facilitatore". Il facilitatore partecipa a tutte le fasi del progetto: sceglie i componenti del gruppo in base alle problematiche specifiche
del contesto di sperimentazione, partecipa alle attività della sperimentazione, utilizza il kit di facilitazione, cura il setting di lavoro,
gestisce il contatto operativo con i referenti nazionali del progetto,
utilizza schede di reporting previste dal progetto, opera una supervisione del livello di integrazione tra il circolo e l'organizzazione nel
suo complesso. Il suo scopo non è solo quello di presentare i temi
di discussione, ma anche quello di applicare un modello di lavoro
centrato sulla valorizzazione delle relazioni positive ed empatiche
tra i partecipanti. È quindi utile che il facilitatore abbia delle competenze specifiche quali la capacità di mediazione positiva all’interno del gruppo, sia rispetto alle componenti cognitive che a quelle
emotive, di apertura verso il cambiamento, di orientamento al lavoro di gruppo, di realizzazione di processi di sintesi del lavoro e di
altro ancora. Pertanto, un’amministrazione che voglia davvero operare il cambiamento, ha l‘opportunità, nella scelta del facilitatore, di
riconoscere ed utilizzare persone già presenti al suo interno che
abbiano competenze adeguate.
La Direzione Generale per l’Innovazione Tecnologica e la Promozione ha avviato il progetto sull’ascolto organizzativo a febbraio del
2007 e la sperimentazione si concluderà a luglio 2007, con un’ipotesi di piano di miglioramento per quelle criticità che possono risultare presenti nell’amministrazione nel suo complesso.
Nel nostro Ministero il “circolo d’ascolto” che sta attuando la sperimentazione è costituito da otto partecipanti provenienti dall’Area
Ricerca Innovazione e Organizzazione, che operano all’interno di
gruppi di lavoro, commissioni, comitati. La scelta di un circolo con
queste caratteristiche nasce, dall’esigenza di migliorare il lavoro di
gruppo e dalla necessità di trovare nuove modalità organizzative di
lavoro. Al termine del percorso, la nostra Amministrazione potrà
confrontare l’ esperienza dell’ascolto anche con i progetti di altre 96
amministrazioni nazionali pubbliche distribuite su tutto il territorio
nazionale, che aderiscono come noi alla sperimentazione e appropriarsi dei risultati prodotti dal progetto al fine di rendere stabile il
lavoro sul miglioramento. L’auspicio è quello di avviare in un prossimo futuro altri “circoli d’ascolto” all’interno del nostro Ministero, allo
scopo di far diventare la sperimentazione un’attività sistematica e un
percorso formativo permanente.
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Le attività condotte nel 2006
dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici
di Napoli e Caserta
Maria Luisa Nava, Floriana Mele
Soprintendenza per i Beni Archeologici
delle Province di Napoli e Caserta
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici della Campania
L
Direttore Regionale
Stefano De Caro
Coordinatore
per la Comunicazione
Maria Rosaria Nappi
Via Eldorado, 1
80132 Napoli
Tel. 081 24643211
Fax 081 7645305
Soprintendente
Maria Luisa Nava
Piazza Museo, 19
80135 Napoli
Tel. 081 442200
Fax 081 440013
[email protected]
46
e attività condotte dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici
delle province di Napoli e Caserta nel corso del 2006, per il miglioramento del livello di efficienza dei servizi svolti nell’ambito dei
compiti istituzionali di competenza, sono consistite in interventi di
carattere sia interno sia esterno all’Amministrazione di appartenenza,
connessi e conformi agli orientamenti, agli obiettivi e ai progetti condotti a livello nazionale dal Superiore Ministero nelle sue articolazioni centrali e territoriali.
Nel primo caso, si è provveduto ad adottare misure per l’adeguamento strutturale e funzionale delle infrastrutture e delle strumentazioni di lavoro ordinario, innanzitutto per quanto riguarda il potenziamento degli impianti di connettività attiva e passiva, telefonica e
telematica della rete LAN Intranet / Internet della Soprintendenza,
allo scopo di favorire le relazioni non solo nell’ambito dell’Istituto,
come da e con gli altri Uffici del Ministero, ma anche da e verso
l’utenza esterna, consentendo una più agevole e diretta raggiungibilità reciproca tra mittente e destinatario, della comunicazione informativa inerente le attività istituzionali ordinarie e straordinarie.
Nel quadro, infatti, del programma per la realizzazione della Rete
Unica per la Pubblica Amministrazione adottato dal Ministero, si è
provveduto all’installazione di nuovi centralini telefonici predisposti per la funzione IP Voice e la trasmissione di dati e immagini,
all’ampliamento della rete LAN, al potenziamento dei sistemi di
sicurezza attivi e passivi del CED e delle banche dati custodite, alla
sostituzione e aggiornamento progressivo del parco tecnologico e
applicativo di carattere informatico in uso, sia per il lavoro ordinario, sia per le attività sperimentali condotte in collaborazione con
Enti di ricerca pubblici.
Tali interventi di adeguamento strutturale e funzionale sono stati
affiancati da corsi programmati di addestramento e formazione del
personale per accelerare il processo di informatizzazione nello svolgimento dei compiti istituzionali, con l’introduzione estesa a regime
dei servizi di posta elettronica e nel prossimo futuro del protocollo
informatico, per incentivare la crescita professionale dei dipendenti
e innalzare il loro livello di produttività e di qualità delle prestazioni,
per migliorare e velocizzare le procedure interne ed esterne, rendendole più rispondenti alle esigenze del pubblico e soddisfacenti
all’utilità del cittadino e destinatario finale dell’azione amministrativa
di specifica competenza.
Nel caso dei servizi resi al pubblico, si è provveduto a progettare un
piano articolato di sviluppo delle attività, anche interistituzionali, di
comunicazione e informazione di contenuti culturali integrandole
all’interno di progetti condotti a livello nazionale e regionale, per
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valorizzare il patrimonio archeologico e storico-artistico esposto e
custodito nei musei, nei siti, monumenti e nelle sedi compresi nell’ambito del territorio della Soprintendenza, per promuoverne una
diffusa fruizione didattica e turistica, per favorire i processi di sviluppo del livello socio-economico e culturale delle comunità nel contesto di riferimento e della collettività anche internazionale, per
rispondere adeguatamente agli accresciuti bisogni conoscitivi e
intellettuali il più possibile generali e particolari di settore.
In tale ottica sono stati intrapresi interventi e progetti di immediata o
prossima esecutività, coordinati dalla Direzione Generale per
l’Innovazione Tecnologica e la Promozione del Superiore Ministero,
e in convenzione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma
e di Napoli, delle Università e della Regione Campania, sia per la sperimentazione e l’applicazione di tecnologie innovative non solo finalizzate alla tutela e alla conservazione del patrimonio archeologico e
museale, mediante la realizzazione di un sistema informativo territoriale e catalografico strutturato, ad uso interno e degli studiosi, di dati
informatizzate, basi cartografiche e immagini digitali riguardanti i
beni culturali e paesaggistici della Campania, all’interno del “Centro
Regionale dei Beni Culturali” istituito presso la Direzione Regionale, sia
soprattutto per la fruizione pubblica di contenuti e documenti culturali, mediante l’integrazione e l’adeguamento funzionale alle attuali
normative di accessibilità del sito Web istituzionale della Soprintendenza, auto sussistente e al contempo inserito all’interno del
Portale Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici della Campania e
del futuro Portale Nazionale della Cultura Italiana.
In particolare sono in corso di esecuzione i seguenti progetti:
• “Sistema Informativo Geografico Territoriale della regione
Campania”, cofinziato dalla U.E. e dal C.I.P.E. nell’ambito del Programma Operativo Nazionale 2000-2006 “Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia”, per la conoscenza e la tutela dei siti
e dei monumenti di interesse archeologico, architettonico, storicoartistico e paesaggistico a rischio ambientale e antropico, attraverso la realizzazione di un G.I.S. integrato per la gestione, l’implementazione e l’elaborazione di banche dati cartografiche vettoriali e raster e il posizionamento geo-referenziato delle entità di interesse storico-culturale, vincolate e non, ovvero individuate tramite
ricognizioni sul campo e ricerche archeologiche nel territorio campano, collegato alle relative banche dati catalografiche, fotografiche e documentarie;
• “ARTPAST e ARISTOS”, finanziati con fondi C.I.P.E., per l’informatizzazione o la normalizzazione di schede già informatizzate di beni
di interesse storico-artistico (nello specifico: gli acquerelli e i disegni del fondo storico della Soprintendenza relativi a Pompei e
all’area vesuviana, nonché le stampe e le matrici di rame incise
delle “Antichità Ercolanesi”, conservate nel Museo Archeologico
Nazionale, databili tra il XVIII e il XIX secolo);
• “Centro Regionale dei Beni Culturali”, istituito presso la Direzione
Regionale in convenzione con il Consorzio Glossa, finanziato con
Struttura della banca dati del
Sistema Informativo di catalogo
realizzato nel progetto per la
costituzione del “Centro
Regione per i Beni Culturali”
della Campania.
Visualizzazione di mappe
geografiche geo-referenziate
e relative schede di catalogo
relativi a beni di interesse
archeologico e culturale
a Napoli e nel territorio
regionale, realizzate nel
progetto per la costituzione
del Sistema Informativo
geografico Territoriale
della Campania.
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Home page interna dei
Musei di competenza
nell’attuale sito Web della
Soprintendenza per i Beni
Archeologici
di Napoli e Caserta.
Home page del Museo
Archeologico Nazionale di
Napoli nel nuovo sito Web
della Soprintendenza per i
Beni Archeologici di Napoli
e Caserta, sviluppato nel
progetto “Archeologia on
line e siti Web istituzionali”.
Struttura interna del nuovo
sito Web della
Soprintendenza per i Beni
Archeologici di Napoli
e Caserta Soprintendenza
per i Beni Archeologici
di Napoli e Caserta.
Modello vettoriale
tridimensionale
dell’Anfiteatro Campano,
sviluppato nell’ambito
del Progetto
“Archeologia on line”.
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fondi M.I.U.R. e C.I.P.E., per la costituzione di un sistema informativo di catalogo dei beni culturali della Campania;
• “M.I.C.H.A.E.L.., Archeo Atlante, Archeologia on line e siti Web istituzionali”, finanziati con fondi C.I.P.E., nell’ambito dei quali la
Soprintendenza sta sviluppando il proprio sito web e alcune
applicazioni con modelli tridimensionali virtuali, nell’ambito della
realizzazione del Portale Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici
della Campania, a prosieguo del progetto “REMUNA - Rete Virtuale
dei Musei di Napoli” e già in rete con l’URL www.napolibeniculturali.it (in futuro www.campaniabeniculturali.it), destinato a sua
volta a connettersi con il Portale Nazionale della Cultura Italiana.
• “S.I.A.BE.C”, che ha tra l’altro previsto, oltre a corsi di formazione
per il personale e per stagisti, l’installazione di un complesso
impianto tecnologico di “teatro virtuale” nella Sala del Plastico del
Museo Archeologico Nazionale di Napoli, per la visione interattiva
e immersiva di applicazioni in 3D e in realtà virtuale, a beneficio del
pubblico sia locale che remoto del Museo e degli altri istituti
museali di competenza della Soprintendenza.
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Inizio Progetto: 1 febbraio 2006 - Fine Progetto: 31 Dicembre 2007
Proroga per conclusione e invio schede alla D.L. nazionale: 30 aprile 2007
Patrizia Di Maggio
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici della Campania
N
el corso del 2006, tra gli altri progetti promossi dal Ministero per
i Beni e le Attività Culturali, è stata attuata la prima fase di ARTPAST,
acronimo di Applicazione informatica in rete per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale nelle aree sottoutilizzate. Il Progetto ha impegnato l’Amministrazione Centrale e periferica del
Ministero poiché è stato ideato e diretto a livello nazionale dalla
Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio e per il
Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico di Pisa e Livorno,
finanziato dal Dipartimento per la Ricerca, l’Innovazione e l’Organizzazione, coordinato dalle Direzioni Regionali, e realizzato dalle
Soprintendenze territoriali che hanno proceduto all’informatizzazione e normalizzazione delle campagne di schedatura, antiche e
recenti, sui beni mobili.
Com’è noto, il Catalogo è uno strumento fondamentale per la conoscenza del territorio, costituisce la prima fonte per l’acquisizione di
notizie relative all’aspetto storico, artistico ed architettonico, al
restauro ed alla manutenzione ordinaria di ciascun bene e, se corredato esaustivamente dal punto di vista fotografico, è lo strumento
primario di monitoraggio dell’intero patrimonio. La conoscenza delle
schede è infatti utile sia nella ricerca scientifica, come dimostra la frequente domanda, da parte di studenti e studiosi, di consultare e
riprodurre le schede ed il materiale fotografico di corredo, sia nel
lavoro interno: è infatti un preliminare indispensabile nella stesura dei
programmi di restauro e nell’ipotesi di valorizzazione dei monumenti, e rappresenta, inoltre, l’unico riscontro in caso di furti e/o manomissioni sulle opere.
Il riordino e la revisione di tutte le schede O.A. (Oggetti d’Arte) di
Napoli e Provincia finalizzato all’obiettivo 1 del Progetto ARTPAST
può essere perciò considerato un utile esempio dei vantaggi derivanti dalla corretta informatizzazione del Catalogo e dei problemi
affrontati, e di volta in volta risolti, nella gestione della notevole quantità di schede che lo compongono.
Le schede considerate - circa 80.000 a partire dal modulo cartaceo
del 1972 - sono confluite nel Catalogo della Soprintendenza di
Napoli nel 2002, a seguito dell’allargamento delle competenze al
patrimonio mobile, e sin dal primo censimento effettuato per la definizione quali - quantitativa del materiale da inserire nel Progetto ne è
emersa l’eterogeneità, poiché le schede erano sia in formato cartaceo che informatizzate. Per non perdere i dati acquisiti nella precedente informatizzazione, il database utilizzato, compatibile con i
programmi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è stato
aggiornato, allineato e adottato per il Progetto.
In via preliminare va sottolineato che il confronto tra i dati raccolti nel
Soprintendenza pei i Beni Architettonici ed il Paesaggio e per il
Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico di Napoli e Provincia
Progetto ARTPAST
Soprintendente
Enrico Guglielmo
Piazza del Plebiscito, 1
80100 Napoli
Tel. 081 5808111
Fax 081 403561
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censimento iniziale (giugno 2005), desunti dagli elenchi delle schede numerate e/o informatizzate, rapportato ai dati finali delle schede
lavorate per ARTPAST mostra una notevole differenza, come si legge
nel seguente specchietto:
Censimento giugno 2006
TOT. sk. Cartacee
6.702
TOT. sk. Informatizzate
66.149
TOT. foto da scansire
Schede e foto risultanti a fine Progetto
TOT. sk. cartacee
12.313
TOT. sk. informatizzate
66.149
(escluse sk. di oggetti complessi)
TOT. foto scansite
54.520
57.964
Differenza
5.611
0
3.444
Tale differenza deriva da vari fattori, di cui si segnalano i casi ricorrenti: le schede più antiche non erano state correttamente numerate e di
molte la documentazione fotografica risultava incompleta perché
priva di negativo; le schede di oggetti complessi (circa 1.500 per la
sola città di Napoli) non erano numerate; alcuni gruppi di schede
realizzate tra il 1991 ed il 1997 in occasione di Progetti Speciali non
erano state compilate con i campi minimi, che sono stati aggiunti.
L’immissione delle schede cartacee si è svolta senza difficoltà, ma nel
lavoro di validazione sono stati necessari interventi sostanziali sulle
schede precedentemente informatizzate, tra cui la normalizzazione
dei vocabolari, la correzione delle schede di oggetti complessi, la
revisione e correzione degli agganci schede - foto, la revisione e
aggiornamento dei file relativi ad autori e bibliografia, tutte operazioni che, sebbene compiute nel lavoro di routine dell’Ufficio Catalogo,
sono state ultimate in maniera più veloce ed efficace grazie all’utilizzo della tecnologia informatica.
Per i motivi fin qui brevemente esposti è parso opportuno segnalare
il Progetto nel Forum perché rispondente agli obiettivi di rinnovamento, funzionalità, semplificazione ed efficacia del lavoro, e utilizzo dell’innovazione organizzativa e tecnologica, finalizzati alla
modernizzazione della Pubblica Amministrazione. In particolare,
l’esperienza della Soprintendenza BAP PSAE di Napoli e Provincia, in
fase conclusiva, può essere considerata un utile promemoria nell’auspicabile riproposizione di ARTPAST su tipologie di schede relative
ad altri beni e, pur senza entrare nel merito delle singole problematiche emerse durante questa prima fase di lavoro, ne vanno sottolineati gli esiti positivi in relazione ad almeno quattro differenti parametri: la sinergia tra uffici centrali e periferici del Ministero per i Beni
e le Attività Culturali; l’aggiornamento ed il riordino del Catalogo territoriale, che ha reso possibile quantificare in maniera capillare le
urgenze per completare la schedatura e/o il restauro del Patrimonio
Storico Artistico ed Etnoantropologico; l’adozione della più corretta
e proficua metodologia di acquisizione dati nelle prossime campagne di documentazione; l’aggiornamento di personale, interno ed
esterno all’Amministrazione, su programmi informatici di nuova e
nuovissima generazione.
L’utilità della revisione periodica del Catalogo d’Istituto è innegabile,
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e la schedatura informatizzata, che rende possibile intervenire sul
pregresso in maniera estremamente veloce, va pertanto considerato
un fondamentale strumento di lavoro che consentirà, con la predisposizione della rete nazionale, l’acquisizione, in tempo reale, di
tutte le informazioni necessarie ad ogni aspetto legato alla conoscenza ed alla tutela del patrimonio culturale e, di conseguenza, ne faciliterà anche la complessa gestione.
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Il Piano di Comunicazione Anno 2007
per ripensare i processi e migliorare i servizi
Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio,
per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico
per le Province di Salerno e Avellino
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici della Campania
Stefania Ugatti
Soprintendente
Giuseppe Zampino
Settore Promozione
e Attività Culturali
Ufficio Comunicazione Stefania Ugatti
Via Botteghelle, 11
Palazzo D’Avossa
Tel. 089 2573227
Fax 089 251727
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L
a Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il
Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico per le province
di Salerno e Avellino ha iniziato nel 2006 un progetto mirato al
miglioramento della comunicazione interna per garantire una buona
attività d’informazione e comunicazione ai cittadini. Grazie a questo
progetto, che prevede di applicare le norme contenute nella direttiva sul Benessere Organizzativo, si è stabilito un rapporto strategico
tra la Direzione Generale per l’Innovazione Tecnologica e la Promozione e la Soprintendenza rinsaldato dalla partecipazione congiunta alla Manifestazione Fieristica Forum PA 2006 a Roma.
Allo scopo di garantire continuità al lavoro già intrapreso ed illustrato nel Piano di Comunicazione per l’anno 2006, si è previsto con il
Piano di Comunicazione 2007 l’istituzione dell’Ufficio per le Relazioni con il Pubblico, ed in particolar modo l’attivazione di un URP
Telematico.
Le principali fasi che hanno consentito l’elaborazione del Piano di
Comunicazione sono state:
Analisi del contesto: una visione integrata della situazione in cui
l’Amministrazione va ad operare, per verificare i punti di forza e i
punti di debolezza rispetto al progetto da realizzare e per verificare
i vincoli e le opportunità offerte dall’ambiente di riferimento.
Analisi di S.W.O.T.: uno strumento efficace per il nostro processo
conoscitivo.
Definizione della Mission: chiarire i valori a cui si ispira e cosa vuole
“rappresentare” per i propri cittadini /utenti l’Ufficio per le Relazioni
con il Pubblico.
Soluzioni e modelli organizzativi: l’intento dell’Amministrazione è
quello di strutturare un modello organizzativo in maniera semplice
per fornire un’informazione di primo livello al pubblico circa i servizi offerti e gli uffici che ne sono preposti. Si vuole, inoltre, attivare sul
sito Istituzionale un URP Telematico che consentirà tramite la posta
elettronica di avere informazioni in tempo reale.
Comunicazione istituzionale on-line: A tal proposito è importante
ricordare che la Soprintendenza per i BAPPSAE di Sa e Av, mantenendo fede agli impegni presi nel 1° piano di comunicazione 2006,
che prevedeva un piano mirato al miglioramento della comunicazione interna ed esterna, sta realizzando il Sito Web Istituzionale.
Il beneficio del sito web consiste nella specifica proprietà di essere
uno strumento interattivo “a due vie”, quindi, particolarmente adatto
ad una amministrazione attenta ai bisogni degli utenti ed in costante
dialogo con i cittadini.
La struttura del sito prevede l’area istituzionale, ovvero l’area che
descrive i compiti della Soprintendenza, il suo contesto istituzionale e territoriale. In questa sezione viene presentata la struttura ammi-
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nistrativa sia nazionale che locale, vengono descritte le funzioni ed i
servizi della sede di Salerno e Avellino.
Altro importante contenuto di questa area è la sezione graficamente
ed iconograficamente descrittiva sia dei beni culturali locali che
delle iniziative culturali messe in atto dalla Soprintendenza.
L’area di servizio esterno, invece, prevede una sezione specifica per
i bandi, concorsi e gare, un’altra sezione dinamica relativa alle news
e una sezione modulistica on line particolarmente utile per le richieste di accesso agli atti (Legge 241/90) e per le richieste di materiale
cartaceo o fotografico per motivi di studio e ricerca.
Il sito è strutturato, rispettando le linee guida del progetto Minerva,
con percorsi brevi, omogenei, facilmente individuabili e con funzioni di ricerca semplici ed efficaci. Presenta una mappa chiara e sempre aggiornata, fornisce l’accesso ai servizi progettati in funzione dei
diversi segmenti di utenza ai quali si rivolgono.
Comunicazione esterna: strumento fondamentale per garantire un
canale permanente di ascolto e verifica del livello di soddisfazione
del cittadino/utente, tale da consentire alla Soprintendenza di adeguare di volta in volta il servizio offerto.
Comunicazione interna: processo necessario per condividere il
maggior numero di informazioni e dati che consente alla Soprintendenza di raggiungere livelli di efficienza ed efficacia molto alti.
Ascolto e customer satisfaction: elementi necessari per una valutazione della qualità dei servizi erogati e per un’eventuale rimodulazione degli stessi, sulla base del feedback che esse forniscono.
Home page del sito internet
della Soprintendenza BAPPSAE
di Salerno e Avellino
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Itinerari turistico-culturali in Emilia-Romagna
Paola Monari
con Monica Bettocchi, Licia Giannelli, Chiara Magalini, Annalisa Sabattini, Barbara Vernia
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici dell’Emilia Romagna
U
Direttore Regionale
Maddalena Ragni
Coordinamento
per la comunicazione
Paola Monari
Via Sant’Isaia, 20
40123 Bologna
Tel. 051 3307011
Fax 051 3397077
[email protected]
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n sondaggio condotto da Paolo Sergardi (PRAGMA Market Research
Company) e Alberto Biraghi (TNS Infratest), L’Italia e il turismo
culturale presentato a Venezia il 17 aprile 2007 nell’ambito del convegno “Il ruolo del turismo culturale e del turismo d’affari nell’Incoming internazionale dell’Italia”, rileva, fra il 2004 e il 2006, una
crescita di presenze straniere in Italia pari al 13%, dividendole in presenze per lavoro, per turismo culturale, per turismo tradizionale. In
tale ambito, le presenze per turismo culturale registrano un aumento
del 25%. Fra i fenomeni che questo incremento ha prodotto, occorre
sottolineare la destagionalizzazione, se pur ancora modesta, della
domanda turistica (crescono le presenze nei periodi tradizionali, ma
anche fra ottobre e dicembre); la maggior diffusione delle presenze
sul territorio (i turisti culturali toccano in media nel corso di una settimana tre province che salgono a sette nell’arco di tre settimane); la
migliore valutazione dell’Italia da parte degli stranieri rispetto al passato, salita da un voto di 8,28 ad uno di 8,33. Un giudizio che, secondo il sondaggio, avrebbe potuto essere migliore se non fosse stato
così considerevole l’aumento dei viaggiatori culturali e dei viaggiatori
per lavoro. I primi, in particolare, hanno dimostrato di essere i più critici nei confronti del nostro paese a causa della cattiva informazione,
della mancanza di materiale illustrativo, delle limitazione degli orari di
apertura dei musei e dei monumenti, dell’inefficienza delle infrastrutture, quali il sistema dei trasporti e di mobilità interna.
La ricchezza del Patrimonio italiano attira dunque molti visitatori, ma
sono ancora in troppi a scegliere le solite note mete e, fra i motivi
sottolineati da Paolo Sergardi e Alberto Biraghi, la mancanza di informazione e di materiale illustrativo relativo a tante realtà diffuse sul territorio ha un peso notevole. Per ovviare a questo problema e favorire
la conoscenza, la valorizzazione e la fruizione del Patrimonio culturale
è di primaria importanza la creazione di Portali della Cultura in cui tutti
i settori e istituti del Ministero (centrali e territoriali), ma anche le Regioni
e le Università, e i più importanti enti di ricerca e detentori di banche
dati di qualità sul patrimonio culturale sono impegnati, proprio allo
scopo di farlo conoscere. Occorre ricordare, però, che il patrimonio
culturale, genera di per sé una domanda di conservazione a prescindere dall’uso, il che non esclude una fruizione futura, ma non
la presuppone come necessaria. È quella che si definisce come
option demand o option value e si basa sulla coscienza che il
patrimonio culturale è fondamento costitutivo delle civiltà umane,
delle identità individuali e collettive, nazionali e globali. (Gestione
del patrimonio culturale: ben oltre il turismo, Antonia Pasqua Recchia - Direttore Generale per l’Innovazione Tecnologica e la Promozione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, FORUM PA, L’altra
PA, del 05/04/2007).
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Di conseguenza, la conservazione riscuote la maggiore attenzione
nel lavoro degli operatori del settore (la sequenza conoscenza-tutela-conservazione-valorizzazione), anche se esso è ormai visto come
un insieme di attività, prodotti, lavori, servizi diversi da strutturare in
una vera e propria filiera produttiva, il cui ciclo si apre e si chiude nel
territorio. Ciò, unito ad una intensa attività di sensibilizzazione e di
comunicazione, quest’ultima resa possibile dall’utilizzo delle nuove
tecnologie, in cui il Ministero sta investendo moltissimo, facilita l’approccio e la fruizione del bene da parte di chi viaggia per motivi culturali e, di conseguenza, un possibile ritorno economico.
In questo ambito, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha avviato la revisione del sito istituzionale e la revisione o creazione di quelli dei suoi Istituti. All’interno del generale progetto di innovazione,
anche la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici
dell’Emilia-Romagna, ha creato la sua pagina web sulla base del CMS
Open Source, “Museo & Web”, seguendo tutte le indicazioni relative
all’accessibilità e fruibilità da parte dell’utente che sarà attiva dalla
fine di giugno 2007 (Corrado Azzollini, La pagina Web, in
“Relazione illustrativa per MINERVA sui progetti avviati dalla Direzione
Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna: la
pagina web con i relativi contenuti”, febbraio 2007), in cui è stato
dato largo spazio alla valorizzazione e alla promozione, anche con
la creazione di itinerari turistico-culturali lungo la Via Emilia, l’antica
strada che esercita da secoli un potere unificante nel territorio compreso fra Rimini e Piacenza.
I Contenuti della pagina web: la promozione e la valorizzazione
La Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’EmiliaRomagna ha ritenuto importante, nell’ambito del Portale della Cultura
Italiana dare ampio spazio alla valorizzazione e alla promozione dei
Beni Culturali. Per questo, seguendo tutte le indicazioni relative all’accessibilità e fruibilità da parte dell’utente, ha avviato attività di catalogazione per realizzare itinerari turistico-culturali lungo la Via Emilia
e altri prodotti multimediali da pubblicare anche in lingua inglese.
Itinerari turistico-culturali lungo la Via Emilia da inserire nel sito
web tramite il CMS
Coordinamento: Paola Monari
Realizzazione degli itinerari e delle schede a cura del gruppo di
lavoro composto dalle schedatrici: Monica Bettocchi, Licia Giannelli, Chiara Magalini, Annalisa Sabattini e Barbara Vernia.
Bologna Chiostro del convento
di S. Mattia - sede Direzione
Regionale
La scelta del tema ha lo scopo di diffondere presso il pubblico la
conoscenza del patrimonio della regione Emilia-Romagna, considerata quale ambito territoriale, su cui si esplica l’attività di tutela e valorizzazione della Direzione Regionale. I percorsi hanno tra le proprie
finalità quella implicita di evidenziare e rappresentare la particolare
identità di un soggetto Culturale Pubblico, quale appunto la
Direzione Regionale, allo scopo di raggiungere una maggiore familiarizzazione dell’utenza con gli oggetti su cui si esplicano le funzioni
ministeriali di gestione e tutela: funzioni spesso erroneamente per-
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cepite, per alcuni aspetti normativi e coercitivi, che fanno perdere di
vista il fatto che si interviene su un patrimonio culturale collettivo che
deve essere preservato e trasmesso alle generazioni future.
Nel definire gli itinerari, si è posta la massima cura nel delineare il
profilo territoriale, tenendo conto della stretta connessione che lega
fra loro i vari elementi - archeologici, architettonici, artistici e paesaggistici - rappresentati nelle diverse tappe, in linea con la funzione di
coordinamento tra i diversi ambiti, propri della Direzione Regionale.
Gli itinerari sono stati elaborati sia per essere fruibili in modo diretto,
proponendo all’utente le informazioni di base necessarie per raggiungere e visitare le tappe proposte, sia come viaggi “virtuali”, come
percorsi ideali da seguire con la semplice navigazione tra le pagine
del sito per avere una panoramica di quanto la regione possa offrire
sul piano artistico e culturale. Dunque, la scelta di non presentare
solo itinerari sviluppati su brevi tratte stradali, percorribili in una o più
giornate, ma di suggerire anche percorsi tematici di più ampio respiro, che collegano emergenze diffuse sull’intero territorio regionale, è
stata fatta nel preciso tentativo di raggiungere sia coloro che cercano
una proposta di percorso predefinita nelle singole tappe, sia coloro
che vogliono più liberamente crearsi un proprio itinerario, cogliendo
spunti, idee e stimoli dalle nostre proposte. Gli itinerari turistico-culturali, che spaziano fra il barocco e il moderno, fra le città murate e
le stazioni ferroviarie, fra la religiosità e l’enogastronomia, contengono oggetti illustrati sulla base di documenti d’archivio conservati
presso le Soprintendenze, ma descritti con un linguaggio accessibile al grande pubblico.
Le ragioni del viaggio
L’Emilia-Romagna è da sempre per la sua posizione e la sua conformazione geofisica, un luogo di transito e di passaggio, di confluenza e di smistamento, di scambio e di incontro fra popoli, culture,
correnti commerciali e artistiche. E’ una regione che, per la sua particolare posizione nella penisola italiana, si pone come ponte tra nord
e sud del Paese e tra le sponde del Tirreno e dell’Adriatico. Questa
sua caratteristica si esplicita nella rete di vie di comunicazione che
l’hanno attraversata e l’attraversano, da quelle fisiche, del passato e
del presente, a quelle “virtuali” e immateriali, fatte di tradizioni e di
movimenti culturali e artistici. In questo senso la Via Emilia, posta a
poca distanza dalle pendici dell’Appennino, è la principale via di
comunicazione dell’Emilia-Romagna e costituisce, fin dall’epoca
romana, un punto di riferimento per le popolazioni locali, esercitando da secoli un potere unificante, grazie alla fondazione di numerosi insediamenti che ancora oggi sono tra i principali centri della
Regione, a partire da Ariminum (fondata nel 268 a. C.) fino ad arrivare a Placentia (fondata nel 218 a. C.). Molti castra e fora romani sorsero poi allo sbocco delle valli appenniniche create dai fiumi che alimentano il Po o sfociano direttamente nell’Adriatico, nel medesimo
sito ove esisteva un villaggio di Umbri, Etruschi o Celti. Nel loro impianto, ancora oggi, il maggior asse viario rimane la Via Emilia, a testimonianza della sua ininterrotta efficienza nel sistema dei traffici e
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della sua importanza nello sviluppo delle città.
La conferma definitiva di come il tracciato della Via Emilia rappresenti ancora oggi la vocazione di “transito” e “incontro” che caratterizza
la regione è stata la decisione, in epoca recente, di affiancarvi la ferrovia, aperta tra il 1858 e il 1861 e distante in media circa un chilometro, e l’Autostrada (A.1. tra Piacenza e Bologna e A. 14 fra Bologna
e Rimini), realizzata fra il 1959 e il 1967.
I percorsi legati alla Via Emilia
I percorsi proposti sono legati all’ambito territoriale della regione
Emilia-Romagna, sulla quale si esplica la funzione di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale da parte della Direzione Regionale,
organo periferico del MiBAC.
Il tracciato della Via Emilia sarà rispettato per quel che riguarda la
realtà archeologica, la presenza delle fortificazioni e delle stazioni,
ma saranno indagate anche le vie di comunicazione che la intersecano o che da essa prendono avvio.
Elenco provvisorio dei percorsi che si stanno elaborando (la realizzazione di tutti quelli indicati, dipende da eventuali futuri finanziamenti):
- Le città murate lungo la via Emilia e lungo le valli che sfociano sulla
via Emilia
- Santuari mariani e percorsi rogazionali: il percorso bolognese e il
contesto regionale
- Abbazie e monasteri benedettini in Emilia-Romagna: luoghi di preghiera, di lavoro e di accoglienza
- I castelli raffigurati nella camera d’oro del castello di Torrechiara:
testimonianze architettoniche e valenze paesaggistiche
- Interpreti del Settecento Emiliano: Alfonso Torreggiani e Cosimo
Morelli architetti
- Le stazioni ferroviarie lungo la via Emilia
- Architettura pubblica in Emilia-Romagna durante il Ventennio: città
sulla via Emilia ed esempi significativi in Romagna
- Appennino piacentino: emergenze storico artistiche sulla strada
dei vini
La struttura del sito relativa agli itinerari, che saranno messi on-line nel
sito web tramite il CMS a partire dal luglio 2007, risulterà così articolata:
- una pagina di introduzione generale in cui si chiariscono, all’interno del sito, il motivo e il significato della proposta di itinerari di
questo tipo
- pagine di presentazione dei percorsi tematici con descrizione di ciascuno di essi ed eventuale mappa sinottica degli itinerari collegati
- pagine di presentazione degli itinerari, con scheda introduttiva sintetica per ciascuno, mappa complessiva del percorso ed elenco
delle tappe collegate
- pagine di presentazione delle singole tappe, con descrizione di
ciascuna e corredo di immagini
- pagina con maschera di ricerca degli itinerari
- pagina con maschera di ricerca di eventuali opere d’arte (ovvero
eventuali schede di approfondimento collegate alle singole tappe)
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I giorni della Repubblica.
Sessantesimo della Repubblica Italiana (1946-2006)
Rocco Marzulli, Anna Riva
Archivio di Stato di Piacenza
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici dell’Emilia Romagna
M
Direttore
Gian Paolo Bulla
Piazza Cittadella, 29
29100 Piacenza
Tel 0523/338521/385184
Fax 0523/384916
[email protected]
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ostra, Archivio di Stato di Piacenza, 3 giugno 2006-28 febbraio
2007, Con catalogo e quaderno didattico, a cura di Rocco Marzulli e Anna Riva
Il sessantesimo della Repubblica italiana è oggetto di celebrazione in
tutto il Paese per l’importanza che il 2 giugno 1946 ha rivestito nella
costruzione della nuova Italia.
Tra le iniziative promosse, a Piacenza, presso l’Archivio di Stato, si è
scelto di realizzare una mostra documentaria e didattica per offrire
agli studenti e agli insegnanti, ai ricercatori, a tutte le cittadine e a tutti
i cittadini della nostra provincia una serie di spunti di ricerca e di
riflessione su un periodo cruciale nella storia dell’Italia contemporanea, per certi versi ancora poco conosciuto.
La mostra raccoglie documenti dell’epoca riguardanti il referendum
istituzionale del 2 giugno 1946, il cui esito sancì l’attuale forma istituzionale del nostro Paese. Quel giorno, però, si votò anche per eleggere l’Assemblea costituente, incaricata di redigere la nostra carta
costituzionale. Inoltre tale data si inserisce in un ampio contesto,
quasi decennale, di ricostruzione politica e materiale dell’Italia, dopo
la dittatura del Ventennio, a partire dalla sua caduta il 25 luglio 1943.
La mostra - con le pubblicazioni annesse - prende perciò in considerazione i principali eventi politici e sociali del dopoguerra in Italia e a
Piacenza: le votazioni sulla forma istituzionale dello stato e per l’elezione dell’Assemblea costituente, le elezioni amministrative, la ripresa del lavoro, l’assistenza, la ricostruzione, l’espansione urbanistica.
Lo studio condotto per la mostra ha portato a inaspettate scoperte di
materiali inediti. La mostra rappresenta, inoltre, l’occasione per avviare un sistematico scavo che attinga nuove informazioni da complessi di documenti ancora poco esplorati o poco noti, come ad esempio alcune recenti acquisizioni dell’Archivio di Stato, archivi di parrocchie, documentazione delle scuole, raccolte private ecc.
La prima sezione Guerra, Resistenza, Lliberazione presenta diverse
tipologie documentarie – giornali, manifesti, volantini, francobolli,
documenti personali – relativi al periodo dal 1940 al 1945, dall’entrata in guerra dell’Italia alla fine della seconda mondiale. Accanto a
materiali della Repubblica sociale italiana, del CLN di Piacenza, del
Comando militare alleato vengono presentati documenti dell’archivio
SIFT-SEA, l’unico archivio d’impresa in cui siano ancora interamente
conservate le pratiche relative all’epurazione dei dipendenti collusi
con il fascismo; la sezione successiva Le prime votazioni libere
(1946) è dedicata alle elezioni amministrative, che nella nostra provincia si tennero nel marzo del 1946, alla formazione delle liste elettorali, alla presentazione dei candidati, tra i quali figurano, per la
prima volta, alcune donne. La terza sezione Il referendum istituzionale, l’Assemblea Costituente e la Costituzione affronta il tema cruciale
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della mostra, presentando, oltre a due urne originali che furono utilizzate nelle votazioni del 2 giugno 1946, manifesti dei candidati
all’Assemblea costituente, manifesti, volantini, opuscoli dei partiti,
Gazzette ufficiali, copie della Costituzione; la sezione quattro Il voto
alle donne, con il significativo sottotitolo diventare cittadine pone
l’accento sul diritto al voto e ad essere elette conquistati dalle donne
nella primavera del 1945; sono esposti volantini diretti all’elettorato
femminile, le prime liste delle elettrici del comune di Gragnano
Trebbiense e una significativa testimonianza di alcune religiose piacentine; Le elezioni del 1948 è il titolo della quinta sezione che oltre
a presentare manifesti, volantini e giornali di una delle più infuocate
campagne elettorali dell’Italia repubblicana offre inedita documentazione sulla Madonna pellegrina conservata in un archivio parrocchiale mai esplorato fino ad ora; la sezione de Il dopoguerra (1946-1953)
presenta le immagini e i documenti di una Piacenza ancora molto
povera con le case distrutte dalla guerra, i disoccupati, gli argini del
Po lesionati dall’alluvione del 1951, la prima Vespa in circolazione e
le colonie marine e fluviali per i bambini della città.
Poiché questo catalogo è rivolto in particolare agli studenti delle
scuole di ogni ordine e grado, i testi delle sezioni sono stati infine
corredati da Le parole della Repubblica, un glossario con i termini pi
ricorrenti nella mostra (referendum, repubblica, monarchia ecc.); da
due cronologie distinte, per l’Italia e per Piacenza, che ripercorrono
in sintesi il periodo dal 1943 al 1953; da I principali partiti politici
dell’Assemblea costituente, un indice dei partiti dell’epoca, che ne
riporta in breve la storia e la posizione assunta nei confronti del referendum; e infine dalla Bibliografia, per approfondire i temi cruciali
della nascita della Repubblica italiana.
Al catalogo è abbinato il quaderno didattico a schede contenente
giochi, esercizi e approfondimenti che permettono di studiare a
fondo, divertendosi, gli argomenti trattati nella mostra.
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“I trasporti terrestri, Storia e Istruzioni per l’uso”
Anna Riva
Archivio di Stato di Piacenza
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici dell’Emilia Romagna
T
Direttore
Gian Paolo Bulla
Piazza Cittadella, 29
29100 Piacenza
Tel 0523/338521/385184
Fax 0523/384916
[email protected]
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empi Agenzia SPA, società che si occupa del trasporto pubblico
nella provincia di Piacenza, ha organizzato un laboratorio didattico volto a sensibilizzare i ragazzi sull'uso dei mezzi pubblici per la
riduzione del traffico motorizzato e dell'inquinamento.
Il laboratorio ha coinvolto, nei mesi dai dicembre 2006 e gennaio
2007 otto classi elementari delle scuole elementari di Piacenza "Due
Giugno" e "Pezzani", già capifila nel progetto "Percorsi sicuri di scuola". Esso si avvale di un quaderno didattico che tratta brevemente
della storia del trasporto e delle sue ricadute nella società moderna
a cura di Armando Brignolo. Nel progetto sono state coinvolte diverse istituzioni culturali tra cui l'Archivio di Stato di Piacenza, che ha
proposto a sua volta un intervento basato su alcuni documenti dei
propri fondi. L’Archivio di Stato ha aderito con vivo interesse mettendo a disposizione il proprio patrimonio documentario, in modo particolare il fondo dell’impresa SIFT-SEA (Società Italiana Ferrovie
Tramvie – Società Emiliana Autoservizi la quale società è stata concessionaria di alcune linee di trasporti nella provincia di Piacenza dal
1906 mentre la SEA è subentrata per la gestione dei servizi su
gomma, successivamente la loro attività fu rilevata dall’azienda consortile ACAP, oggi diventata TEMPI SPA), per aiutare i giovani studenti a scoprire che il trasporto, esigenza e necessità dell’uomo, nel
tempo ha goduto di miglioramenti tecnologici per rispondere alle
domande di mobilità. Nei documenti d’archivio si trovano tracce
dell’evoluzione dei trasporti e degli stili di vita ad essi collegati. Il
progetto in archivio è stato coordinato dalla dott.ssa Anna Riva, la
quale ha lavorato specificamente su disegni e fotografie di tram e
autobus, sugli orari ufficiali delle corse, su un verbale d’incidente ferroviario avvenuto in Piacenza l’11 dicembre del 1922 e su documenti del 1944 relativi al rinvenimento di oggetti smarriti sui tram.
Per quanto riguarda l’evoluzione e le metodologie dei trasporti, gli
studenti hanno potuto analizzare alcuni lasciapassare, tra cui un
documento del Secolo XVIII del doge di Venezia Luigi Mocenigo il
quale concede agli eredi di Giovanni Battista Anguissola, Nunzio
Apostolico morto in quella città, un libero passaggio affinché i suoi
mobili siano trasportati a Piacenza lungo il Po, senza pagare alcun
dazio. Grazie anche a questo singolare “supporto” di studio, gli studenti hanno appreso che nel 1706 il Po era largamente utilizzato
come via d’acqua per passeggeri, e per merci. Al termine il percorso effettuato in archivio dai bambini è stato incluso in una mostra itinerante a bordo di un autobus.
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La strada europea della pace da Lubecca a Roma.
Il percorso italiano.
Fase regionale: Migranti verso la pace
Il patrimonio culturale quale veicolo di pace
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Lazio
N
ell’ambito del progetto nazionale La strada europea della pace
da Lubecca a Roma1, la Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Lazio e l’Istituto Regionale di Ricerca Educativa del
Lazio hanno ideato il progetto regionale Migranti verso la pace. Il
patrimonio culturale quale veicolo di pace, finalizzato all’educazione alla pace attraverso il patrimonio culturale e nel contempo all’educazione, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale,
nella sua più ampia accezione.
Il progetto, che si caratterizza per il suo carattere profondamente
organico e innovativo, si fonda sul principio che educare al patrimonio culturale significa promuoverne la conoscenza e una fruizione di
qualità, diffondere la consapevolezza del valore e dei significati del
“bene culturale”, come strumento di conoscenza, come forma di
espressione, come varco tra realtà sensibile e mondo dell’immaginario, come patrimonio collettivo da tutelare e conservare, come veicolo di pace.
Presentato l’8 maggio 2006 presso il Complesso Monumentale del
San Michele a Roma e avviato nello stesso anno, il progetto, di durata biennale e con prospettiva interdisciplinare, è indirizzato ai
docenti di tutte le aree disciplinari e agli alunni delle scuole di ogni
ordine e grado del territorio regionale attraversato dalla strada della
pace che da Lubecca porta a Roma e prevede anche la fruizione da
parte di genitori, dirigenti scolastici e altre componenti delle comunità scolastiche.
L’iniziativa, che ha accolto il favore degli Enti locali del tratto interessato, di cui è stato chiesto il coinvolgimento, ha, tra le altre sue finalità, la valorizzazione degli aspetti storico-artistici, paesaggistici,
etnoantropologici, turistici ed economici del territorio.
Le scuole coinvolte sono state invitate a operare, anche lavorando in
rete, per la diffusione dell’educazione al patrimonio nel proprio
ambito scolastico e sul territorio e a divenire, al termine del percorso,
punto di riferimento territoriale anche per iniziative in altre scuole.
A tale scopo è prevista l’attivazione di un sito internet per il collegamento in rete e lo scambio di esperienze tra le varie realtà coinvolte
nel progetto.
Il progetto è stato elaborato con la prospettiva di migliorare l’offerta
formativa e i relativi servizi per renderli più efficienti ed efficaci. Uno
degli aspetti più fortemente innovativi si può riscontrare nella metodologia del progetto regionale che si configura come percorso integrato di formazione / autoformazione, ricerca e sperimentazione
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in cui interagiscono e si intrecciano tre livelli :
• corso unitario (di formazione sui nuclei teorici) per i docenti di
tutte le aree disciplinari delle scuole di ogni ordine e grado;
Direttore Regionale
Luciano Marchetti
Coordinamento
per la comunicazione
Anna Maria Romano
Piazza di Porta Portese, 1
00153 Roma
Tel. 06 5843/5441/5434
Fax 06 5810700
[email protected]
Gruppo regionale di progetto
e di coordinamento scientifico
ed organizzativo
Direttore IRRE del Lazio
Massimo Radiciotti
Funzionario Direzione
Regionale del Lazio
Gabriella Belli
Funzionario Direzione
Regionale del Lazio
Fabiana Capozucca
Ricercatrice IRRE del Lazio
Michela Costantino
Ricercatrice IRRE del Lazio
Claudia Gabrielli
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• seminari con moduli operativi differenziati per fasce di scolarità
(scuola dell’infanzia e scuola primaria; scuola secondaria di I grado;
scuola secondaria di II grado) che richiedono approcci diversificati
alla didattica del patrimonio culturale e metodologie differenziate;
• laboratori di sperimentazione didattica nelle classi o gruppi-classe (alunni guidati da docenti e operatori del patrimonio culturale).
CFR schema grafico allegato.
Sono previste verifiche intermedie e finali, autovalutazione, valutazione, monitoraggio dell’intero percorso.
Particolarmente rilevante è la documentazione, con molteplici modalità (grafica, fotografica, video, etc...), da parte delle scuole (docenti,
operatori, classi) del percorso realizzato e dei materiali prodotti.
Il percorso, in cui i tre livelli - corso unitario, seminari differenziati e
laboratori - non si pongono in successione lineare ma si incrociano
in uno sviluppo dinamico, si fonda sul partenariato, come interazione tra professionalità diverse: tra il ruolo tecnico-scientifico degli
operatori del patrimonio culturale e la funzione propriamente
didattica degli insegnanti.
Efficace sul piano culturale e professionale, il percorso intende:
• saldare la dimensione teorica al momento operativo
• legare il rinnovamento metodologico-didattico a quello dei
contenuti
• favorire la cooperazione tra professionalità diverse
• promuovere la ricerca metodologica e la valorizzazione delle
vocazioni personali
• formare, nelle scuole, figure di riferimento con competenze sulla
didattica del patrimonio culturale
• intrecciare la formazione con l’autoformazione, la ricerca e la sperimentazione sul campo, collegando la qualità del percorso formativo dei docenti con la ricaduta sull’esperienza degli alunni
• promuovere la pedagogia del patrimonio, oltre l’arco della scolarità, nella prospettiva dell’educazione degli adulti e dell’educazione permanente.
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Con tale proposta formativa, organica, complessa e articolata, a carattere partecipativo, si Intende altresì promuovere, accanto all’educazione alla pace attraverso il patrimonio culturale,la costruzione di
un ambiente culturale generoso di motivazioni e di relazioni nonché
configurare la scuola come laboratorio di sviluppo professionale,
luogo di valorizzazione degli insegnanti e di crescita culturale di
tutte le componenti della comunità.
•••
Ripercorrere la strada della pace, oggi, permette di intraprendere un
viaggio a più dimensioni: reale, virtuale, spirituale, che si snoda
attraverso gli stessi luoghi toccati dagli antichi pellegrini.
La dimensione reale permette di entrare in contatto con il territorio
e con il patrimonio culturale nella sua concezione estesa ed allargata e nella sua complessità: non solo con “cose” di interesse storico,
artistico, architettonico, archeologico, etnoantropologico e paesaggistico ma anche con realtà, ambiti espressivi, opere che non sono
percepite come beni culturali. Incontro, quindi, con i beni materiali
ma anche con quel patrimonio di saperi ed espressioni tradizionali,
con i beni immateriali: la musica, il canto, la tradizione orale, i riti e le
diverse espressioni etnoantropologiche. In tal modo la dimensione
reale del viaggio favorisce il contatto con il patrimonio culturale inteso, anche, nelle interrelazioni tra fattori ambientali e umani.
La dimensione virtuale consente di ricostruire il viaggio tramite la
ricerca e lo studio di fonti iconografiche, documentarie, stabilendo
un legame tra passato e presente e aprendo un varco verso il futuro;
permette di riflettere sull’importanza di ciò che è andato perduto
per comprendere il valore della tutela e della salvaguardia del patrimonio culturale.
La dimensione spirituale comporta una riflessione sul significato di
pace che oggi si è allargato a comprendere anche il soddisfacimento dei bisogni primari (educazione, salute, rispetto dei diritti), una
riflessione su un modo nuovo, evoluto, di percepire la pace quale
convivenza civile tra tutti i popoli e sviluppo armonioso nell’assoluto rispetto della natura e dei suoi equilibri.
Le tre dimensioni si intrecciano con dei rimandi continui e configurano un percorso dinamico tra presente, passato e futuro in cui i fruitori “divengono migranti”.
L’itinerario proposto per il Lazio, ripercorrendo il vecchio tracciato
della Via Flaminia, tocca luoghi densi di storia e di cultura, portatori
di valori civili, storico-artistici e religiosi e di pace, rimandando a
testimonianze quali: le comunità monastiche e gli eremi del Monte
Soratte, i fenomeni di pellegrinaggio ed i luoghi destinati all’accoglienza e all’integrazione sociale, il paesaggio analizzato nella sua
continua evoluzione, realtà complessa naturale, antropizzata e storicizzata, infine il passaggio di popoli appartenenti ad altre culture.
I contenuti del progetto regionale, elaborati con la collaborazione
degli esperti dei Servizi educativi delle Soprintendenze, dei Musei
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Statali e degli Istituti Centrali del territorio laziale, sono articolati in tre
aree tematiche:
1. Le vie di comunicazione,
2. Il pellegrinaggio,
3. Dall’incontro al dialogo. CFR programma allegato
Ciascun tema è affrontato sia teoricamente con interventi mirati di esperti provenienti anche dal mondo universitario, durante il corso unitario, sia attraverso le proposte operative presentate nelle attività seminariali. Si creano così le premesse per la progettazione e l’attivazione dei
laboratori di sperimentazione didattica nelle classi o gruppi-classe. La
fase laboratoriale ha, quale elemento innovativo e caratterizzante, il
lavoro in partenariato tra gli operatori dei Servizi educativi ed i docenti
per la progettazione, l’attuazione e la valutazione dei laboratori.
È previsto, inoltre, l’inserimento dei dati raccolti nel sito web del
MiBAC, con la compilazione di apposite schede tecniche, in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.
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Al termine del percorso biennale si prevede la realizzazione di uno
o più prodotti che potranno consistere in una pubblicazione su carta
o in dvd, un video, una mostra degli elaborati eseguiti, una rappresentazione teatrale, una mostra itinerante.
La fase conclusiva prevede un convegno aperto alle scuole, alle
istituzioni nazionali ed europee, alle università, agli enti locali, con
i seguenti obiettivi:
1) presentazione dell’attività svolta
2) valutazione delle attività, delle metodologie utilizzate, del percorso realizzato e dei suoi risultati; esiti del monitoraggio
3) indicazioni di linee guida utili a diffondere percorsi di educazione alla pace attraverso il patrimonio culturale nelle scuole di ogni
ordine e grado e a disseminare le esperienze significative
4) avviare e sviluppare forme di cooperazione con paesi europei su
progetti relativi alla pedagogia del patrimonio.
L’iniziativa, una volta realizzata e valutata positivamente, potrebbe
essere riproposta in altre realtà territoriali, con eventuali modifiche ed
integrazioni, nel rispetto dei diversi contesti e delle esperienze formative già effettuate.
(1) La strada europea della pace ripercorre un antico tracciato che, da Lubecca,
passando dalla Germania alla Svizzera alla Francia e attraversando, in Italia, la
Lombardia, l’Emilia Romagna, le Marche l’Umbria e il Lazio, ha portato in passato fino a Roma flussi di pellegrini in un viaggio di ispirazione religiosa, promotore di scambi culturali, sociali e commerciali.
Il progetto nazionale è promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali –
Dipartimento per i Beni Culturali e Paesaggistici – Servizio IV; dalle Direzioni
Regionali per i Beni e Paesaggistici di Lombardia, Emilia Romagna, Marche,
Umbria, Lazio; dagli IRRE (Istituti Regionali di Ricerca Educativa) delle stesse
regioni; dal CIFRE (Consorzio Innovazione Formazione Ricerca Educativa).
(2) Tale metodologia, proposta dall’IRRE del Lazio, è stata efficacemente utilizzata nel
Piano nazionale per la promozione della didattica del linguaggio cinematografico e audiovisivo nella scuola, progetto promosso dal MPI – IRRE del Lazio e
Università Roma Tre, Dipartimento Comunicazione e Spettacolo e realizzato sul
territorio nazionale dal Sistema IRRE per due annualità (2000-2002).
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Una preziosissima “utenza”: la scuola
Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio
per il Comune di Roma - Servizio Educativo
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Lazio
Simonetta Druda
Soprintendente
Federica Galloni
Responsabile
Simonetta Druda
Via di San Michele, 17
00153 Roma
Tel. 06 588951/318/327
Fax 06 5883340
[email protected]
[email protected]
www.ambienterm.arti.beniculturali.it
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I
l Servizio Educativo della Soprintendenza per i Beni Architettonici e
per il Paesaggio per il Comune di Roma opera in materia di educazione al patrimonio in ottemperanza agli articoli 118 e 119 del Codice dei
Beni Culturali (D. Lgs. 42/2004). Obiettivo principale del Servizio
Educativo è la diffusione del patrimonio culturale nelle scuole, attraverso un contatto diretto con gli istituti di ogni ordine e grado. Tale attività,
formalizzata da apposite convenzioni, è strutturata attraverso progetti
che si articolano in periodi di almeno un anno scolastico, seguendo fasi
di studio, ricerca, produzione di elaborati (testi, disegni, fotografie,
audiovisivi, ecc.) e verifica della conoscenza acquisite. È abbandonata
dunque la logica della visita guidata sporadica che, se non è accompagnata da una opportuna preparazione e successiva rielaborazione in
classe, non trova più alcuna utilità didattica. Il Servizio Educativo offre
assistenza scientifica, avviando rapporti sinergici con i docenti nella finalità comune di far crescere nei ragazzi di ogni età la consapevolezza che
i beni culturali sono patrimonio di tutti, e che pertanto vanno rispettati e
tutelati. Nell’a.s. 2005-2006 il Servizio Educativo ha stipulato una convenzione con l’Istituto Comprensivo “Regina Margherita” di Roma, che ha
avviato l’adozione del Complesso del San Michele (progetto biennale),
nell’ambito del progetto comunale “La scuola adotta un monumento”.
Inoltre partecipa al progetto “Lubecca-Roma, la strada europea della
pace”, promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Direzione
Generale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio) e dal
Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (IRRE Lazio), con una proposta di studio riguardante i luoghi dell’accoglienza e della solidarietà a
Roma, dal Medioevo all’età contemporanea (“La Roma degli altri”).
Attualmente su tale progetto sono coinvolte due scuole secondarie
superiori: il Liceo Scientifico “Talete” e l’Istituto Professionale per i Servizi
Turistici “Stendhal”. Nel gennaio 2007 il Servizio Educativo ha curato l’attività didattica legata alla mostra “C’era una volta…” dell’artista Antonio
Nocera, allestita presso l’Antica Casa di Correzione di Carlo Fontana.
Oltre alle attività di assistenza alle scolaresche in visita alla mostra, il
Servizio Educativo ha organizzato un Concorso letterario per la scuola
primaria legato ai temi delle opere esposte (le favole). Nel novembre
2006 la Soprintendenza ha stipulato una convenzione triennale con
l’Università “La Sapienza” di Roma che consente al Servizio Educativo di
avvalersi della collaborazione di tirocinanti per la laurea specialistica in
Scienze Storico-artistiche – Cattedra di Didattica del Museo e del
Territorio (prof.ssa Lida Branchesi). Il Servizio Educativo si occupa anche
della produzione di strumenti didattici legati alle competenze della
Soprintendenza. Nel 2003 è stata realizzata la guida per ragazzi
“Sognando il Pantheon…in una pioggia di petali di rose”, mentre nel
2006 è stato pubblicato “Sognando la Roma Barocca… una passeggiata
nel Seicento”, entrambi nella collana Gangemi Junior.
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Un’esperienza di educazione al patrimonio:
il concorso “C’era una volta… secondo me”
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Lazio
D
al 16 gennaio al 16 febbraio 2007 ha avuto luogo a Roma, nelle
sale dell’antica Casa di Correzione di Carlo Fontana presso il
Complesso Monumentale di San Michele a Ripa Grande, la mostra di
Antonio Nocera “C’era una volta…”. La rassegna si è svolta sotto
l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio
del senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Provincia di Roma, del
Comune di Roma e della Fondazione Nazionale Carlo Collodi.
Protagonista della mostra è stato il mondo delle fiabe: Pinocchio,
Cappuccetto Rosso, il Gatto con gli stivali, Pollicino, Pulcinella, Cenerentola, Biancaneve, Alice nel Paese delle Meraviglie, la Sirenetta
sono stati tra i personaggi delle favole che hanno ispirato il Maestro,
riportandolo alle radici della sua infanzia e accompagnandolo nel
suo viaggio artistico. Le opere del Maestro Nocera, realizzate con
tecniche e materiali diversi, sono state allestite in uno scenario fortemente contrastante, che evocava storie di sofferenza legate al
mondo minorile. Da questa contraddizione tra “contenuto” e “contenitore” si è voluto esorcizzare la paura e la tristezza attraverso la
fantasia, l’immaginazione, la poesia e l’arte.
La Mostra, strutturata come evento artistico che ha coinvolto il
pubblico degli adulti, si è posta parallelamente l’obiettivo di interessare e fare partecipare in modo attivo all’esperienza artistica
anche i bambini.
Per questo motivo è nata l’idea di organizzare un concorso artisticoletterario per la scuola primaria, in collegamento con la Mostra. Ne è
scaturito un progetto di educazione al patrimonio che ha visto la partecipazione, insieme all’Archivio Opere Uniche, del Servizio
Educativo della Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio
di Roma (Istituto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali che ha in
consegna l’antica Casa di Correzione, sede espositiva) e dell’Ufficio
Scolastico Regionale, che ha sostenuto l’iniziativa curandone la comunicazione alle scuole attraverso i canali istituzionali.
La finalità del concorso (che si è chiamato “C’era una volta…
secondo me”) è stata quella di creare un’occasione per stimolare la
creatività dei bambini attraverso la rielaborazione di testi tratti dalla
letteratura favolistica mondiale. Attratti dall’idea della competizione,
i ragazzi si sono avvicinati con piacere all’arte di Antonio Nocera,
peraltro particolarmente adatta al pubblico infantile. Le opere, in un
allestimento suggestivo e accattivante, mostravano personaggi facilmente riconoscibili dai bambini. Le tecniche e i materiali hanno
suscitato vivo interesse. Infine il luogo (un ex carcere minorile) ha
destato molta curiosità, sollecitando i piccoli a porre domande agli
operatori didattici.
Non è la prima volta che il Servizio Educativo “approfitta” dell’occa-
Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio
per il Comune di Roma - Servizio Educativo
Simonetta Druda
Responsabile
Simonetta Druda
Via di San Michele, 17
00153 Roma
Tel. 06 588951/318/327
Fax 06 5883340
[email protected]
[email protected]
www.ambienterm.arti.beniculturali.it
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sione-evento in svolgimento presso l’antica Casa di Correzione, partecipando con un progetto didattico. Già nel 2003 collaborò alla
mostra fotografica “Monelli banditi”, organizzata dal Ministero della
Giustizia (Dipartimento della Giustizia Minorile), dall’Archivio di
Stato di Roma e dall’Istituto Luce, con un progetto di educazione alla
legalità per le scuole superiori che prendeva spunto dalla visione di
foto scattate negli anni Cinquanta nelle carceri minorili italiane, in un
ambiente così fortemente evocativo come l’ex Carcere al San
Michele. Anche quella fu un’esperienza molto stimolante, che dimostrò come l’antica Casa di Correzione di Carlo Fontana poteva prestarsi ad interessanti letture multidisciplinari.
Gli obiettivi del Servizio Educativo sono quelli di avvicinare i ragazzi
al bene culturale, stimolarli all’osservazione, alla comprensione e al
rispetto dell’opera, nella consapevolezza che essa fa parte del patrimonio culturale della collettività, e che pertanto va difesa e rispettata.
Il Servizio Educativo ha curato la redazione del bando di concorso,
la prenotazione delle visite delle scuole e l’organizzazione del servizio di assistenza alle classi in visita alla mostra, avvalendosi della presenza di due tirocinanti per la laurea specialistica in Scienze Storicoartistiche – Cattedra di Didattica del Museo e del Territorio
dell’Università “La Sapienza” di Roma.
Il concorso era rivolto alle classi III-IV-V della scuola primaria. A conclusione della visita alla mostra, che rappresentava il primo step di
tutto il progetto didattico, le classi ricevevano le istruzioni per la partecipazione al concorso: si trattava di “riscrivere” le fiabe della nostra
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tradizione, secondo la fantasia dei bambini, utilizzando gli strumenti di comunicazione testuale preferiti, dal racconto alla filastrocca.
Dati quantitativi totali*
Distribuzione delle classi partecipanti
giorni di visita
19
scuole
27
classi
58
classi III
26
classi IV
20
classi V
11
classi
Totale studenti
1105
classi
classi
durata media di una visita
1 h 30 min.
gradimento medio
alto
*Dati ricavati dalle schede di registrazione,
appositamente elaborate dal Servizio
Educativo e compilate in fase di visita.
Dagli oltre mille piccoli visitatori della mostra sono stati inviati quasi
duecento elaborati (molti dei quali realizzati in gruppo). Un’apposita
giuria ha selezionato i migliori componimenti, che saranno premiati
alla fine del mese di maggio, in occasione di un incontro conclusivo
con i rappresentanti degli Istituti scolastici partecipanti, che sarà
anche un momento di verifica di tutta l’esperienza didattica. I premi
consisteranno in alcune litografie del Maestro Nocera, più una pubblicazione dei migliori elaborati, illustrati appositamente dall’artista.
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Forum P.A. 2007
Ripensare i processi per migliorare i servizi
Il sito web del Museo Nazionale Preistorico
Etnografico “L. Pigorini”
L
Soprintendenza al Museo Nazionale
Preistorico Etnografica “Luigi Pigorini”
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Lazio
Gianfranco Calandra
Direttore
Maria Antonietta
Fugazzola Delpino
Piazzale Guglielmo Marconi, 14
00144 Roma
Tel. 06 549521
Fax 06 54952310
[email protected]
www.pigorini.arti.beniculturali.it
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eggiamo dalla home page del sito del Museo
(www.pigorini.arti.beniculturali.it):
Grande o modesto, nazionale o locale, pubblico o privato, il
museo deve interrogarsi sulla sua vocazione, sullo sviluppo delle
sue collezioni e del suo pubblico, sul suo ruolo nella città o nella
regione, sul suo posto sulla scena nazionale e internazionale. In
breve, il museo, ogni museo, deve definire la sua missione, il suo
progetto culturale.
Il Museo Nazionale Preistorico Etnografico è un’istituzione pubblica al servizio della società multiculturale e del suo sviluppo civile
che fa ricerca, assicura la salvaguardia e promuove la comunicazione, a fini conoscitivi, educativi e ricreativi, del patrimonio materiale e immateriale d’interesse paletnologico ed etnoantropologico.
Questo progetto culturale ha portato la Soprintendenza a costruire
nel 2000 il suo primo sito web, sito che viene pubblicato in rete nel
gennaio del 2001. Questa prima esperienza è stata la base per un
sempre più attento sguardo al rapporto tra rinnovamento tecnologico e servizi.
Nel novembre 2003 viene presentato a Parma, alla Conferenza
Europea del Progetto Minerva (www.minervaeurope.org), il
“Manuale per la qualità dei siti Web pubblici culturali”. Nel marzo
2004, alla presentazione del Manuale a Roma, il team del Progetto
Minerva inserisce il Museo tra i casi studio per la sperimentazione del
manuale. Nello stesso anno viene presentata la legge sull’usabilità e
l’accessibilità dei siti web della Pubblica Amministrazione (Legge
4/2004). Inizia un processo di lavoro dove lo staff della
Soprintendenza incaricato di costruire il nuovo sito si interroga sui
punti chiave del Manuale sia per quanto riguarda i contenuti, sia per
l’integrazione tecnologica alla legge Stanca:
Identità dell’istituzione e sua attività culturale
Informazione e divulgazione culturale e scientifica, adoperandosi
per un ampia diffusione della cultura
Strumento per la formazione, l’educazione e la ricerca scientifica, utilizzando i nuovi canali di comunicazione
Qualità come risultato del processo di incontro tra Museo e utenti
Accessibilità e usabilità dei contenuti e navigabilità del sito
Vengono analizzate le politiche e le strategie di una applicazione
web culturale attraverso i 12 obiettivi del Progetto Minerva e, nel
novembre del 2006, viene pubblicato il nuovo sito.
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Navigazione principale
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Navigazione secondaria
Sottolivelli
Museo
Storia
Fondazione
Personaggi
Missione
Allestimenti
Ricerche
Il luogo e la sede
Il Museo nel territorio
Il Museo nella città
L’edificio
Attività
Scavi e ricerche
Acquisizioni
Catalogo e documentazione
Pubblicazioni
BPI
Laboratori
Orari
Chi siamo
Struttura
Organizzazione – Uffici
Le collezioni
Percorsi espositivi
Didattica
Formazione
Sezioni
Cataloghi
Indici e tematismi – Area riservata
Preistoria
Sezioni
Etnografia
Sezioni
Servizi educativi
Attività
Progetti
Risorse
Parole chiave
Materiali
Servizi
Biblioteca
Indice dei periodici
Archivi
Storico
Fotografico
Videoteca
Affitto sale
Contratti-tipo L. Ronchey
Planimetrie
Risorse in rete
Eventi – news
In Museo
Mostre temporanee
Convegni e conferenze
Calendario
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16000
14000
12000
10000
8000
6000
4000
2000
0
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Le indagini statistiche, attivate già nel 2001, hanno dimostrato come
l’interesse per il Museo si è via via incrementato e, a cinque mesi
della pubblicazione del nuovo sito, abbiamo riscontrato un feedback positivo da parte degli utenti che ci conforta per la strada intrapresa e ci sprona a migliorare il servizio.
2006
2007
+28,0%
3000
+45,8 %
2500
+54,7 %
+19,7%
2000
1500
1000
500
0
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Lungi dall’aver terminato il nostro lavoro, mancano ancora alcuni
punti chiave del Progetto Minerva (multilinguismo, accessibilità agli
archivi, servizi differenziati ai professionisti del settore, …), l’aggiornamento del sito è costante e l’impegno del Museo è un continuo
divenire nel rispetto della sua missione.
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Progetto
“La strada europea della pace Lubecca Roma”
ACQUA-Ostia: i sistemi portuali e l’approdo fluviale”
Lucia Piastra
Il sito archeologico di Ostia ed il tracciato del fiume Tevere visti dall’alto.
Soprintendenza per i Beni Archeologici di Ostia
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Lazio
I
l Servizio Educativo della Soprintendenza per i Beni Archeologici di
Ostia ha, nel corso degli anni, impostato un rapporto di collaborazione con le Scuole del territorio mirato alla realizzazione di progetti educativi il cui nucleo fondante è l’educazione al Patrimonio.
Tali progetti, annuali o pluriennali, gratuiti per le scuole che aderiscono mediante convenzione, offrono la possibilità ai docenti e agli alunni di migliorare ed arricchire il curricolo di studio con la conoscenza
diretta del patrimonio archeologico del territorio ostiense anche con
l’utilizzo di tecnologie informatiche per produrre elaborati.
L’impostazione delle attività, la creazione dei laboratori è dunque
occasione, per i ragazzi, di contatto diretto con i reperti archeologici (manipolazione di campioni selezionati, conoscenza del lavoro
dei tecnici della Soprintendenza, utilizzo di cartografia e piante
archeologiche degli edifici antichi).
In questo contesto si colloca il Laboratorio “Acqua” con il quale la
Soprintendenza di Ostia ha aderito al Progetto del MiBAC “La strada
europea della pace da Lubecca a Roma. Percorso italiano”. Lo studio
della via d’acqua che collegava il Mediterraneo a Roma in epoca
romana è un’importante occasione per avvicinare gli studenti alla
metodologia di ricerca della moderna disciplina archeologica: raccogliere dati, condurre esperimenti, formulare ipotesi, verificare le
ipotesi rispetto ad ulteriori dati per costruire un modello ed, infine,
far ragionare sulla difficoltà di dare risposte univoche laddove non è
possibile avere la certezza del dato archeologico (ad esempio il
problema dell’identificazione degli approdi fluviali in prossimità
della città di Ostia).
Il territorio ostiense è così un ricco campo di ricerca dove si vuole
provare, con le nuove generazioni, a capire il perché vissero in quella maniera.
Soprintendente ad interim
Alessandro Bedini
Funzionario responsabile
Servizio Educativo
Margherita Bedello
Viale dei Romagnolo 717
00119 Ostia Antica Roma
Tel. 06 54228099/ 56358092
Fax 06 5651500
www.itnw.roma.it/ostia/scavi
[email protected]
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Non ci si limita più a ricostruire il come (la cultura materiale del passato), il nuovo obiettivo è la ricostruzione del modo di vita delle
persone che produssero resti archeologici.
Spiegare i cambiamenti, questa è la nuova frontiera dell’archeologia
processuale che, dopo essersi specializzata in tante archeologie
(subacquea, etnoarcheologica, ambientale, ecc..) ora scopre l’interesse per i processi culturali.
Il Servizio Educativo di Ostia, fa proprio questo rinnovamento cercando di proporlo al mondo della Scuola.
Ricognizione archeologica con pianta
del sito archeologico di ostia durante
la fase pratica del “Laboratorio ACQUA”.
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Carta Informatizzata dei vincoli archeologici,
architettonici e paesaggistici della Liguria
Maria Di Dio
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici della Liguria
I
l 22 gennaio 2007 la Regione Liguria e la Direzione Regionale per
i Beni Culturali della Liguria hanno messo in rete internet, nel sito:
www.liguriavincoli.it, la Carta Informatizzata dei Vincoli Archeologici, Architettonici e Paesaggistici della Liguria.
Finalmente oggi, dopo anni di lavoro congiunto, grazie a un visualizzatore cartografico è possibile, in pochi istanti, localizzare sulla Carta
Tecnica Regionale tutti questi vincoli, suddivisi per tipo, decidere il
tipo di visualizzazione (ortofoto, CTR 1:5000 o CR 1:25000), scegliere il Comune o indicare direttamente un oggetto specifico (un castello piuttosto che un parco, una chiesa piuttosto che una pineta). È
inoltre possibile leggere una scheda sul vincolo e scaricare il decreto che lo ha istituito, vedere le foto e consultare la planimetria.
La Carta è stata realizzata in base al Protocollo d’Intesa fra Ministro
e Presidente della Regione siglata il 5 novembre 1999 e delle
successive due Convenzioni sottoscritte dalla Regione Liguria
con la Soprintendenza Regionale e le Soprintendenze interessate in data 15 luglio 2003. la sua realizzazione è stata possibile
perché sin dall’inizio della collaborazione con la Regione Liguria
(1999 circa) gli Uffici disponevano, per ciascun edificio vincolato, di
schede inventariali ICCD, informatizzate grazie a fondi ICCD e ICR.
Essa costituisce un fondamentale strumento per la tutela del patrimonio culturale e per la pianificazione territoriale, a servizio degli Enti
interessati e dei cittadini tutti che così possono disporre di informazioni relative ai vincoli architettonici, archeologici e paesaggistici e
allo stesso tempo fruire di un accesso facilitato ai dati tramite visualizzatore cartografico.
L’inserimento e il collaudo dei dati sui beni archeologici e architettonici è stato attuato dalle due Soprintendenze competenti.
Cosa sono i vincoli dei beni archeologici e architettonici
Il patrimonio nazionale di “beni culturali” è riconosciuto e tutelato dal
D.Lgs.42 del 22/01/2004 Codice per i Beni Culturali e del
Paesaggio, come modificato ed integrato dal D. Lgs. 156 del
24/03/2006.
Sono soggetti a tutela tutti i beni culturali di proprietà dello Stato,
delle Regioni, degli Enti pubblici territoriali, di ogni altro Ente ed
Istituto pubblico e delle Persone giuridiche private senza fini di lucro
sino a quando l’interesse non sia stato verificato dagli organi del
Ministero. Per i beni di interesse architettonico, storico, artistico,
archeologico o etnoantropologico tale verifica viene effettuata dalla
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici.
La verifica può essere effettuata su iniziativa degli organi competenti
del Ministero o su richiesta del Soggetto interessato secondo le
modalità concordate con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e
Direttore
Liliana Pittarello
Coordinamento
per la comunicazione
Laura Giorgi
Via Balbi, 10
16126 Genova
Tel. 010 2488016
Fax 010 2465 532
[email protected]
www.liguria.beniculturali.it
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Paesaggistici; l’eventuale esito positivo viene formalizzato con l’emanazione di un Decreto del Direttore Regionale, debitamente notificato e trascritto alla C.RR.II.
Sono altresì soggetti a tutela i beni di proprietà di persone fisiche o
giuridiche private per i quali è stato notificato l’interesse ai sensi della
L. 364 del 20/06/1909 o della L. 778 del 11/06/1922 (“Tutela delle
bellezze naturali e degli immobili di particolare interesse storico”),
ovvero è stato emanato il vincolo ai sensi della L. 1089 del
01/06/1939 (“Tutela delle cose di interesse artistico o storico”),
della L. 1409 del 30/09/1963 (relativa ai beni archivistici: la si indica
per completezza), del D. Lgs. 490 del 29/10/1999 (“Testo Unico
delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali”) e infine del D. Lgs. 42 del 22/01/2004.
Le notifiche effettuate prima dell’entrata in vigore della L. 1089 del
01/06/1939 sono in corso di rinnovo e quindi i dati di riferimento
devono essere verificati presso le Soprintendenze competenti.
La dichiarazione d’interesse sottopone il bene cui fa riferimento alle
norme di tutela previste dal D. Lgs. 42 del 22/01/2004, impone norme
di salvaguardia e valorizzazione, consente la corresponsione di
benefici economici e fiscali e prevede l’irrogazione di sanzioni
amministrative e penali ai trasgressori.
Nel sito sono geo-referiti i beni oggetto di “notifica” o “dichiarazione
di interesse” per i quali sussisteva la “scheda inventariale” di catalogo
dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.
I dati riguardanti i beni architettonici ed archeologici sono aggiornati
al 31 dicembre 2006 e quindi non sono stati tutti geo-referiti. In particolare mancano: a) alcuni beni architettonici ancor privi della scheda “inventariale” ICCD informatizzata; b) i beni oggetto di verifica
positiva ai sensi dell’art.12 del Codice, emanati con un programma
informatico (www.benitutelati.it) al momento ancora non compatibile. Pertanto gli utenti, al momento, devono comunque chiedere chiarimenti alle competenti Soprintendenze, alle quali è riservata la certificazione del riconoscimento di interesse, cioè del vincolo.
Nella Carta non sono stati inseriti i vincoli relativi ai beni culturali
mobili (di interesse storico-artistico, archivistico, bibliografico, etnoantropologico ed anche archeologico), che, insieme ai beni “immobili” archeologici, architettonici e paesaggistici, costituisce il
“Patrimonio culturale nazionale”, riconosciuto e tutelato dal D.Lgs.42
del 22/01/2004 Codice per i Beni Culturali e del Paesaggio, come
modif. ed integr. Dai D. Lgs. 156 e 157 del 24/03/2006.
Cosa sono i vincoli paesaggistici
I vincoli paesaggistici allo stato della legislazione nazionale sono
disciplinati dal Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, Codice
dei beni Culturali e del Paesaggio (il quale all’art.2, innovando
rispetto alle precedenti normative, ha ricompreso il paesaggio nel
“Patrimonio culturale” nazionale), modificato con D. Lgs. 24 marzo
2006, n. 157. Tale Codice ha seguito nel tempo l’emanazione del D.
Lgs. n. 490/1999, il quale era meramente compilativo delle disposi-
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zioni contenute nella L. n. 1497/1939, nel D.M. 21.9.1984 (decreto
“Galasso”) e nella L. n. 431/1985 (Legge “Galasso”),norme sostanzialmente nei presupposti.
Infatti, la legge n. 1497/1939 (sulla “Protezione delle bellezze naturali
e panoramiche”) si riferiva a situazioni paesaggistiche di eccellenza,
peculiari nel territorio interessato per panoramicità, visuali particolari,
belvederi, assetto vegetazionale, assetto costiero. Tali particolarità
paesaggistiche per loro natura non costituivano una percentuale prevalente sul territorio, le situazioni da tutelare erano soltanto quelle
individuate dai provvedimenti impositivi del vincolo paesaggistico.
A ciò sono seguiti provvedimenti statali che hanno incrementato in
misura significativa la percentuale di territorio soggetta a tutela paesaggistica (in Liguria si è passati da circa 25% a circa 80% del territorio vincolato): il D.M. 21.9.1984 e la L. n. 431/1985. In particolare, dal
D.M. 21.9.1984 è conseguita l’emanazione dei Decreti 24.4.1985
(c.d. “Galassini”), i quali hanno interessato ampie parti del territorio,
versanti, complessi paesaggistici particolari, vallate, ambiti fluviali.
Ancora, la L. n. 431/1985 ha assoggettato a tutela “ope legis” categorie di beni (fascia costiera, fascia fluviale, aree boscate, quote appeniniche ed alpine, aree di interesse archeologico, ed altro), tutelate a
prescindere dalla loro ubicazione sul territorio e da precedenti valutazioni di interesse paesaggistico.
Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio ha inteso comprendere
l’intero patrimonio paesaggistico nazionale derivante dalle precedenti normative in allora vigenti e ancora di attualità nelle specificità
di ciascuna.
Le disposizioni del Codice che regolamentano i vincoli paesaggistici sono l’art. 136 e l’art. 142.
L’art. 136 individua gli immobili e le aree di notevole interesse pubblico da assoggettare a vincolo paesaggistico con apposito provvedimento amministrativo (lett. a) e b) “cose immobili”, “ville e giardini”, “parchi”, ecc., c.d. “bellezze individue”, nonché lett. c) e d)
“complessi di cose immobili”, “bellezze panoramiche”, ecc., c.d.
“bellezze d’insieme”).
L’art. 142 individua le aree tutelate per legge ed aventi interesse paesaggistico di per sé, quali “territori costieri” marini e lacustri, “fiumi e
corsi d’acqua”, “parchi e riserve naturali”, “territori coperti da boschi
e foreste”, “rilievi alpini e appeninici”, ecc.
Alcune are tra quelle indicate dall’art. 142, non sono ancora state
geo-referenziate a causa delle difficoltà di individuazione certa delle
perimetrazioni.
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Le zone umide come risorsa culturale
per la pianificazione paesaggistica
Roberto Maggi, Stefano Rossi
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici della Liguria
F
Direttore
Liliana Pittarello
Via Balbi, 10
16126 Genova
Tel. 010 2488016
Fax 010 2465 532
[email protected]
www.liguria.beniculturali.it
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in dalla seconda metà del XIX secolo la coltivazione industriale
della torba per trarne combustibile ha fatto conoscere che le torbiere, quali ambienti umidi organici colmatori di laghi e/o acquitrini,
sono siti particolarmente favorevoli per la conservazione di resti
archeologici. In Italia sono ben note la “Palafitte” prealpine e le
“Terramare” dell’Emilia, sviluppatesi soprattutto nell’Età del Bronzo.
È invece misconosciuto l’interesse archeologico delle numerose piccole torbiere alpine ed appenniniche, sia per la mancata estrazione
moderna della torba, sia perché eventualmente non utilizzate in antico con modi analoghi ai siti di pianura e fondovalle.
Le zone umide montane sono pertanto diffusamente apprezzate
soprattutto per la loro rilevanza biologica, quali habitat di specie
igrofile animali e vegetali talora rare.
Limitarsi a considerare solo l’aspetto cosiddetto “naturalistico” è tuttavia riduttivo, sia dal punto di vista scientifico e conoscitivo, sia, di
conseguenza, ai fini della corretta salvaguardia dei valori del paesaggio (art. 131 del Codice dei beni culturali e del paesaggio). Infatti,
indagini a scala locale storico- ecologiche e bioarcheologiche dimostrano che la realtà delle zone umide è molto più complessa di
quanto generalmente assunto, a cominciare, ad esempio, dagli stessi processi formativi.
Laddove studiato in dettaglio, il modello generalizzato di origine
quale conca glaciale impermeabilizzata da sedimenti argillosi risulta
valido per solo una parte dei casi. Infatti molte zone umide sono
state costruite dall’uomo, o direttamente, con sedimenti apportati
mediante la deviazione di corsi d’acqua: le colmate di monte,
descritte tra gli altri anche da Leonardo da Vinci, o indirettamente,
quale corollario di articolate pratiche di uso delle risorse ambientali.
Sistematici interventi dell’uomo neolitico e dell’Età del bronzo per
costruire col fuoco controllato spazi di pascolo nelle zone di alpeggio,
dettagliatamente dimostrate negli ultimi vent’anni dall’archeologia
ambientale, hanno congiuntamente implicato l’erosione e la traslocazione dei sedimenti fini dei suoli forestali, con effetti impermeabilizzanti, generatori di acquitrini e laghetti. Molte zone umide sono state
una componente attiva di sistemi produttivi agro-silvo-pastorali di
lunga durata costruiti a partire dal 5000 a.C., la cui evoluzione, talora
senza soluzione di continuità, è pervenuta fino a due o tre generazioni or sono. Degli usi delle zone umide fanno testo, oltre all’archeologia ambientale e all’ecologia storica, anche settori delle discipline storiche e geografiche.
Premesso quanto sopra, visto che il Codice dei beni culturali e del
paesaggio richiama la tutela delle zone umide comprese nell’elenco
derivante dalla convenzione di Ramsar del 1971 (art. 142, punto i),
considerato che le procedure applicative della convenzione enfatiz-
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zano il ruolo delle zone umide quali habitat per uccelli migratori
acquatici, considerate le esigenze di pianificazione paesaggistica
previste dal Codice (artt. 135 e ss.), la Direzione regionale per i beni
culturali e paesaggistici della Liguria, avvalendosi di un finanziamento ministeriale per le aree sottoutilizzate (delibere Cipe 36/2002 e
17/2003) e della collaborazione del Laboratorio di Archeologia e
Storia Ambientale (L.A.S.A.) dell’Università di Genova (Dipartimento
di storia moderna e contemporanea, Dipartimento di studio del territorio e delle sue risorse) ha avviato uno Studio di fattibilità di un
progetto per la conoscenza, conservazione e gestione delle zone
umide liguri, attualmente in avanzata fase di realizzazione.
Lo studio prevede un censimento di base (426 siti nella sola Liguria)
ed un approfondimento conoscitivo e gestionale in tre aree campione con un approccio interdisciplinare (geografico, geomorfologico,
etnobotanico, archeologico, storico-ecologico, storico, antropologico) che superi la dicotomia “interesse naturalistico”versus “interesse
storico” per delineare il valore delle zone umide quali elemento del
Paesaggio Culturale. Su tali basi è stato proposto di integrare gli
articoli 10, comma 4, e 142, comma 1, del Codice dei beni culturali
e del paesaggio.
Nelle more del recepimento della proposta, lo studio di fattibilità è
utilizzabile per la pianificazione paesaggistica ai fini di quanto previsto dall’art. 143, comma 1 lettera a) (ricognizione dell’intero territorio
considerato mediante l’analisi della caratteristiche storiche, naturali, estetiche e delle loro interrelazioni e la conseguente definizione
dei valori paesaggistici da tutelare, recuperare, riqualificare e valorizzare e lettera i) (tipizzazione ed individuazione……di aree…da
sottoporre a specifica disciplina di salvaguardia e utilizzazione).
Ai fini amministrativi, per organizzare in modo omogeneo la polimorfe e al tempo stesso unitaria gamma di interessi delle zone umide,
come emergenti dalle diverse interrogazioni disciplinari, è in corso di
definizione un Sistema Informativo integrato. Si tratta dello strumento
elaborato per mettere a disposizione del pianificatore e di chi opera
in genere sul territorio (architetti, ingegneri, committenti) informazioni
concrete di tutela e di conoscenza e suggerimenti di gestione.
Veduta aerea degli scavi
di archeologia ambientale
delle Mogge di Ertola
(Rezzoaglio - GE).
Si ringraziano l'Arma
dei Carabinieri e la Guardia
di Finanza che hanno
permesso la realizzazione
dei voli.
Le zone umide
come risorsa culturale.
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Un website per i beni architettonici
e per il paesaggio della Liguria
Mauro Moriconi
Soprintendenza per i Beni Architettonici
per il Paesaggio della Liguria
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici della Liguria
D
Soprintendente
Giorgio Rossini
Referente
Luce Tondi
Responsabile del procedimento
Mauro Moriconi
Via Balbi, 10
16126 Genova
Tel. 010 27101
Fax 010 2461937
[email protected]
www.sbapge.liguria.beniculturali.it
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all’inizio del 2007 è in funzione, in Liguria, un nuovo strumento per la
tutela: il sito internet all’indirizzo www.sbapge.liguria.beniculturali.it.
È il sito della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Liguria, rinnovato e notevolmente ampliato. Da tempo l’esigenza di promuovere un adeguamento del sito web, precedentemente consistente in una pagina scarna, era tra le priorità delle iniziative dell’ente. Se è vero che in Italia la diffusione di questo canale di
comunicazione è minore che in altre nazioni avanzate, in pochi anni
si è però verificato un incremento del suo utilizzo che ha fatto entrare il media tra i canali d’uso comune. Non si è voluto, quindi, allinearsi ad una moda, che avrà la durata di una stagione; il problema ha
riguardato, piuttosto, la necessità di adeguarsi alla evoluzione della
società di massa, che impone la comunicazione ad una fascia di
ascolto sempre più ampia.
Che cosa contiene questo sito? L’intento è stato quello di offrire una
chiave di accesso, con successivi approfondimenti, a due aspetti del
lavoro dell’ufficio. Da un lato si è cercato di rendere più accessibile
le funzionalità e le articolazioni dell’ufficio, d’altro canto si è puntato
a valorizzare l’oggetto stesso del lavoro che vi si svolge: i beni culturali (in primis i beni architettonici).
Il menù del sito rappresenta la migliore esemplificazione della logica
con cui si è voluto strutturare il sito. Esso si articola in due livelli, il
menù principale, che rimane fisso nella banda sinistra dello schermo,
ed i menù secondari, che si succedono nella banda destra. Il menù
principale ha lo scopo di indirizzare, quanto più velocemente possibile, il visitatore verso l’oggetto della sua ricerca. È quindi importante che la sua concezione sia dettata da grande semplicità, ottenuta da una sintesi qualitativa e quantitativa dei percorsi di accesso alle
informazioni. Gli accessi pertanto sono stati concepiti secondo cinque indirizzi fondamentali.
• In primo luogo, la sezione Chi siamo introduce a tutte le informazioni che il sito contiene relative all’identità e agli obiettivi dell’ufficio stesso. In ciò si è cercato, per quanto possibile, di semplificare, nell’ottica divulgativa, i contenuti di legge. Partendo da una
sintesi sui Compiti istituzionali si può accedere a livelli più profondi di esposizione dei contenuti delle funzioni di tutela. La sezione
fornisce, inoltre, le informazioni circa l’articolarizzazione dell’Ufficio: dalla Struttura, dove sono reperibili le schede relative alle
singole unità operative, alla localizzazione (Dove siamo), per giungere alla Storia, un elenco cronologico delle tappe dell’Ufficio
lungo un secolo di vita. Infine si è cercato di offrire una panoramica sulle attività dell’istituzione: una sotto-sezione approfondisce i
Restauri e le relative Pubblicazioni.
• Un secondo indirizzo del menù principale è quello dei Servizi.
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Qui si è inteso fornire un set di istruzioni per l’uso rivolte al pubblico fruitore. Le sezioni sono diversificate ed implementabili. Si
passa da una pagina sui Permessi, ad una sui Finanziamenti, ad
una su questioni relative ai Vincoli, e ad altre ulteriori pagine. Da qui
si ottengono spiegazioni sintetiche, rimandi agli articoli di legge,
alla documentazione necessaria alle varie interazioni con l’ufficio
(schemi di domande, spiegazioni sulla documentazione standard
da presentare, etc.).
• Il terzo indirizzo riguarda alcuni aspetti di massima evidenza, ovvero: i Bandi e gli Eventi, costituiti da due database che raccolgono
e conservano, in un archivio digitale, i documenti relativi alle procedure di gara e alle schede delle iniziative culturali dell’ufficio;
inoltre, c’è una scheda in evidenza del Palazzo Reale di Genova,
che, oltre ad essere l’edificio monumentale che ospita l’Ufficio, è
anche la sede dell’omonimo museo, parte integrante dell’ufficio.
• Il quarto: Luoghi di interesse. In questa sezione ci si pone l’obiettivo ambizioso di costituire di un archivio di informazioni digitali
circa i beni architettonici e paesaggisti della regione. Detti dati
sono strutturati in schede che forniscono una breve descrizione
del bene e dei rimandi ad altri canali di informazione (bibliografica essenziale, siti correlati, restauri…). Questa parte rappresenta
una rara occasione di raccogliere, e necessariamente selezionare, i
più importanti beni della regione. Un luogo di smistamento delle
molteplici informazioni, rivolto tanto al fruitore dei servizi dell’ufficio, quanto al visitatore esterno, al turista. Ciò ha una valenza nell’ottica della valorizzazione culturale del patrimonio.
• L’ultimo indirizzo, che accomuna le sezioni Documenti, Links,
Contatti, è relativo alla raccolta di dati in gran parte reperibili altrove nelle pagine del sito ma che, secondo specifiche esigenze,
assumono un diverso significato qualitativo quando unificati in un
unico contenitore.
Il sito, così come formulato, rappresenta certamente un lavoro tra i
più approfonditi rispetto al panorama del Ministero. In primo luogo
il sito si configura con un ampio spettro di argomenti che, se non
esauriscono le possibilità, aprono certamente molte strade di comunicazione. Questo sito web, inoltre, è stato concepito come una
struttura aperta, ovvero contemplando progettualmente una continua evoluzione delle sue articolazioni. Ciò pur mantenendo un assetto compiuto ed evitando gli sfrangiamenti, le pagine vuote, che
spesso si incontrano nel web nazionale. Inevitabilmente, la formazione di questo sito comporterà l’onere di una continua manutenzione.
Tale preoccupazione ha rivestito un ruolo fondamentale in sede di
elaborazione, cercando di facilitare al massimo le procedure di trasformazione delle pagine, e rinunciando a configurazioni grafiche
complesse, certamente fascinose, ma che purtroppo non riescono a
mantenere le promesse.
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Colombo/Colon un uomo
tra vecchio e nuovo mondo
Percorso multimediale interattivo permanente
Paola Caroli, Alfonso Assini
Archivio di Stato di Genova
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici della Liguria
Direzione Generale per gli Archivi
L’
Direttore
Paola Caroli
Referente
Ignazio Galella
Piazza S. Maria in Via Lata, 7
16128 Genova
Tel. 010 5957581
Fax 010 5538220
www.archivi.beniculturali.it/AS
GE/asge/htm
[email protected]
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A rchivio di Stato di Genova, nell’ambito dei suoi compiti istituzionali di valorizzazione del patrimonio documentario conservato e
di diffusione della sua conoscenza a un vasto pubblico, al di là dell’attività di consulenza e ricerca che si svolge nelle sale di studio, ha
allestito, come ulteriore servizio, la Galleria “Colombo/Colón. Un
uomo tra vecchio e nuovo mondo”, un percorso multimediale
interattivo permanente, basato sulla documentazione relativa a
Cristoforo Colombo e sulla ricostruzione della Genova di fine
Quattrocento. Il visitatore, guidato da suoni e immagini, può rivivere
le emozioni della grande Scoperta attraverso le parole dei protagonisti stessi e decifrare gli antichi documenti. Con un semplice scorrere del dito sulla grafia antica, infatti, questa si trasforma nei corrispondenti caratteri contemporanei, in italiano, consentendo anche ai non
esperti di leggere e comprendere i documenti, calati nel loro contesto storico attraverso brevi commenti e immagini. Una delle postazioni interattive è dedicata alla Genova di fine Quattrocento: disegni
elaborati appositamente, grazie alla profonda conoscenza di esperti di storia urbanistica, restituiscono l’immagine complessiva e dettagliata della città, con particolare attenzione ai luoghi colombiani.
Attraverso altre immagini e commenti audiovisivi è possibile cogliere le successive profonde trasformazioni di tali luoghi e inserirli nell’attuale tessuto urbano.
L’apparato nel suo insieme, al di là delle tematiche trattate, permette
un uso didattico della documentazione e costituisce un esempio di
applicazione delle nuove tecnologie informatiche alle fonti archivistiche. È infatti utilizzato anche come esempio per illustrare più in
generale metodologie didattiche innovative e sistemi espostivi multimediali (per le scuole di ogni ordine e grado, compresi i master
sulla valorizzazione dei beni culturali e sui luoghi della cultura organizzati dall’Università di Genova, anche tramite convenzioni con
l’Archivio di Stato)
È un’occasione, inoltre, per ricordare che Genova e Savona sono le
uniche città d’Europa che conservano documenti su Cristoforo
Colombo prima del suo arrivo nella penisola iberica. Tutte le tesi che
negano le sue origini genovesi sono basate su ipotesi, congetture,
interpretazioni più o meno fantasiose di testi. Nessuna ha trovato il
sostegno di una traccia scritta. Il percorso, incentrato su sei leggii,
mostra invece proprio come dalla molteplicità, dalla diversa natura e
collocazione e dalla concordanza delle fonti nascano la forza e la
solidità della documentazione genovese. Se ne illustra una parte:
Con il primo leggio il visitatore si inoltra nel borgo dei lanaioli, ricco
di acque, brulicante di vita e attività, abitato da un mondo cosmopolita, dove si affollavano e si amalgamavano uomini delle più diver-
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se provenienze, fra cui gli inurbati delle riviere, come i Colombo. Lì
si apriva, nel 1439, la bottega di Domenico Colombo, futuro padre
di Cristoforo, che il 1 aprile di quell’anno assumeva un apprendista
tramite un atto notarile “fatto in Genova, nella piazza del Palazzo
Ducale…”. Vedrà inoltre un inventario dei beni di un lanaiolo (1408),
accompagnato da immagini, penetrando quindi nella quotidianità
del passato, attraverso una visione dettagliata, quasi una fotografia
della bottega e dell’abitazione: la sequenza delle stanze, gli oggetti,
i materiali e i colori. È commovente e nello stesso tempo brutale e
immediato il modo in cui il documento restituisce il senso e la mentalità dell’epoca. Troviamo, infatti, in fondo alla bottega, tra i sacchi
di lana e le gabbie per gli uccelli, un giovane schiavo tartaro, contato e inventariato tra le “cose”.
Colombo crebbe in una città in cui la presenza degli schiavi era normale, anche nelle case dei piccoli mercanti e degli artigiani.
Provenivano dal Mar Nero, dove Genova sino al 1475 ebbe colonie
e mercati potenti, ed erano soprattutto slavi e tartari, quei tartari che,
sulle orme dell’Orda d’oro, si erano insediati in Crimea.
Il visitatore viene poi condotto nella casa di Vico Dritto di Ponticello,
dove Cristoforo trascorse l’infanzia, dai tre anni, fino alla prima giovinezza, alla partenza per il Portogallo, fissata tradizionalmente nel
1476, e dove nacquero i fratelli Bartolomeo, Giacomo e Bianchina.
Vi è un documento del 1483, in cui Domenico, ormai anziano e solo
- ha 65 anni, i figli maschi sono lontani, la moglie è morta - affitta a un
calzolaio la propria bottega con la casa soprastante, riservandosi,
come abitazione, il primo solaio, esclusa la cucina, il solaio superiore e il giardino sul retro, nonché il diritto di attingere acqua dalla
cisterna che si trovava nella casa stessa.
Un secondo leggio presenta la prima testimonianza scritta che ci tramanda il nome di Cristoforo Colombo. Gerolamo da Porto trascina in
giudizio il giovane Cristoforo e suo padre Domenico, che, “l’anno
della Natività del Signore 1470, venerdì 28 settembre, all’ora
terza”, in Genova, a Banchi, sotto il portico dei nobili Di Negro, al
banco del notaio Giovanni Agostino de Goano, eletto arbitro dalle
parti, sono condannati a pagare 35 lire. Poi un salto in avanti di 36
anni: il 19 maggio 1506, a Valladolid, l’Ammiraglio, morente, corregge e integra il suo testamento: “… trovandosi infermo nel corpo
affermò che, per quanto avesse già dettato il suo testamento,
egli ora lo rettificava… Dico e comando a don Diego, mio figlio,
che paghi tutti debiti che ho annotato in un memoriale…
Innanzi tutto, agli eredi di Geronimo del Puerto, padre di Venito
del Puerto, cancelliere in Genova, venti ducati…”. Ecco che
accostando i due documenti nello stesso leggio emergono tutte le
concordanze; sono genovesi gli uomini che si affollano nella mente
dell’Ammiraglio morente, Gerolamo da Porto, Luigi Centurione, Paolo
Di Negro, Antonio Basso, Battista Spinola… I due estremi si toccano.
Il cerchio si chiude, riannodando i fili di un’unica storia.
Nel quarto leggio un documento riguarda una causa dell’Ufficio di
Mercanzia che, su richiesta di Luigi Centurione, acquisisce con urgen-
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za la deposizione a “futura memoria” di un testimone in procinto di
partire per un lungo viaggio: “Io, Cristoforo Colombo, cittadino
genovese, dopo aver giurato sulle sacre scritture, affermo che:”
l’anno passato mi trovavo a Lisbona e da lì fui inviato da Paolo Di
Negro nell’isola di Madera per comprare 2400 rubbi di zucchero.
Alla domanda se sia in procinto di partire il testimone risponde “sì,
domani, al mattino, per Lisbona”.
Alla domanda sulla sua età, risponde “Ho ventisette anni circa”.
La forma è diretta; è lui, Cristoforo, che parla
Tutte queste informazioni coincidono con quanto sappiamo di
Cristobal Colón. Nel diario del terzo viaggio è ricordato che
l’Ammiraglio era stato a Madera. Documenti conservati in Spagna
attestano che in quegli anni viveva a Lisbona ed era socio in affari di
Centurione e del Di Negro, citati anche nel testamento.
L’allestimento vuole, quindi, portare l’attenzione anche sulla centralità delle fonti documentarie per la ricerca e sul valore della conservazione della memoria storica. Nel 1670, quando i discendenti di
Nicolò Oderico, ambasciatore genovese in Spagna, donarono alla
Repubblica di Genova i libri dei privilegi e le lettere di Colombo che
fino ad allora avevano conservato nella propria casa, il Senato espresse il suo compiacimento non solo perché considerava quei documenti una “degna memoria d’un nazionale così glorioso”, ma perché
giudicò quel gesto “un attestato dell’affetto e zelo” della famiglia
Oderico verso il “serviggio pubblico”.
È per proseguire questo pubblico servizio che fin dal 1972 l’Archivio
di Stato di Genova, per impulso di Paolo Emilio Taviani, ha voluto
dedicare una mostra permanente alla documentazione colombiana.
Quest’esposizione si è ora trasformata in uno spazio multimediale,
che entra a far parte dell’offerta culturale di Genova.
La Galleria è stata inaugurata l’11 ottobre 2006 ed è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13.
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Beni Culturali e Nuove Tecnologie:
un rapporto dalle grandi potenzialità
Marina Mengarelli, Michela Mengarelli
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici delle Marche
L’
innovazione è un processo che deve coinvolgere il lavoro della
Pubblica Amministrazione in tutti i suoi aspetti: dal sistema normativo, allo sviluppo delle tecnologie, alla riorganizzazione dei processi operativi nonché alla razionalizzazione del capitale umano al fine
di ridurre tempi e costi dei procedimenti.
I settori attraverso cui il cambiamento inevitabilmente si realizza sono
l’incremento delle dotazioni infrastrutturali, l’utilizzo di tecnologie
che abilitano al loro uso quali siti web, firme elettroniche, protocollo informatico e lo sviluppo di servizi avanzati, in grado di realizzare
una maggiore interazione tra le amministrazioni pubbliche e tra queste e i cittadini basata su procedure informatizzate.
Dalle relazioni degli ultimi anni del CNIPA relative allo stato di informatizzazione nelle Pubbliche Amministrazioni emerge come i maggiori risultati siano stati conseguiti nella diffusione della strumentazione hardware e software che ha coinvolto, unitamente all’intero settore pubblico, anche il Mibac nelle sue strutture centrali e periferiche.
Effettivamente a partire dal 2004, si è avviato un costante incremento delle postazioni di lavoro informatizzate, nonché dello sviluppo
di reti intranet e di sistemi di sicurezza e antivirus.
Sembra inoltre che le Amministrazioni pubbliche abbiano fatto sensibili passi in avanti nell’utilizzo delle tecnologie abilitanti. In particolare, costante è la crescita dell’utilizzo della posta elettronica quale
canale preferenziale di interazione tra amministrazioni pubbliche,
statali e locali, e con i cittadini.
Per quanto invece attiene l’ambito dei servizi on line, la Direzione
Regionale per i beni culturali e paesaggistici delle Marche ha avviato,
coinvolgendo gli Istituti periferici della regione, lo sviluppo del
Portale della Cultura, punto di accesso alle informazioni relative al
patrimonio, alle attività e agli eventi culturali gestite dallo Stato e dagli
altri enti, pubblici e privati, presenti sul territorio.
L’attività della Direzione ha come obiettivo principale quello di realizzare i siti web di tutti gli Istituti periferici, adeguando anche quelli
esistenti, con specifica attenzione ai requisiti di accessibilità, fruibilità e qualità individuati dal Progetto Minerva.
È previsto inoltre il collegamento con altri sistemi informativi predisposti da Enti pubblici e privati della regione, nonché con il Sistema
Internet Culturale relativo alla Soprintendenza Archivistica, agli
Archivi di Stato ed alle Biblioteche statali delle Marche.
La realizzazione del Portale della Cultura senza alcun dubbio renderà
possibile azioni di promozione capaci di aumentare l’attrattiva delle
risorse culturali presenti sul territorio e, al contempo, permetterà di
raggiungere un numero molto ampio e diversificato di utenti, favorendo anche lo sviluppo on-line di servizi relazionali e commerciali.
Nell’accertamento dell’interesse culturale del patrimonio immobilia-
Direttore Regionale
Mario Lolli Ghetti
Coordinamento
per la comunicazione
Marina Mengarelli,
Michela Mengarelli
Via Birarelli, 35
60121 Ancona
Tel. 071 502941
Fax 071 50294240
[email protected]
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re di proprietà pubblica e di enti, così come disciplinato dall’art. 12
del D. Lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004, la Direzione Regionale ha provveduto, nel corso del 2006, oltre che alla messa a regime del procedimento già avviato, all’adeguamento alle nuove disposizioni legislative ed alle novità migliorative e integrative del sistema informatico.
In particolare, nel nuovo sistema on-line sono state attivate nuove
funzionalità per la verifica dell’interesse culturale sui beni mobili e sul
procedimento di autorizzazione ad alienare. Attualmente pertanto,
in adempimento alla normativa vigente, tutte le verifiche di interesse
procedono per via informatica consentendo di conoscere, in tempo
reale, i dati di sintesi richiesti dal Ministero. Attraverso l’accreditamento degli Enti proprietari, quest’ultimi hanno il costante controllo
degli elenchi dei beni iscritti alla procedura di verifica e, ad iter concluso, possono visionare direttamente l’esito finale.
Se le infrastrutture tecnologiche stanno entrando pur con consistenti
ritardi, in una fase di consolidamento, molto critica resta la situazione concernente le disponibilità di risorse umane specializzate.
È in tale direzione che si muovono i progetti nazionali sottoscritti dal
Ministero per i beni e le attività culturali “2L – Lifelong learning” ed
“ECDL” che si pongono l’ambiziosa finalità di fornire al personale strumenti cognitivi necessari a “governare” i processi di cambiamento in
atto. I destinatari del programma di alfabetizzazione informatica sono
tutti i dipendenti dell’Amministrazione, in modo di riuscire ad elevare le loro capacità nel settore informatico garantendo una omogeneizzazione delle competenze che renda possibile una maggiore efficienza nel raggiungimento della missione istituzionale del Mibac.
La formazione in aula è stata preceduta, al fine di garantire la massima omogeneità degli standard qualitativi, da un programma di formazione a distanza dei docenti individuati dai vari Istituti periferici.
In conclusione, nonostante il grande sforzo di cambiamento, ogni
tentativo risulterà vano se le risorse a disposizione continueranno a
subire significativi ridimensionamenti rispetto ai piani di spesa dell’anno precedente. Infatti, in assenza di adeguate risorse da destinare all’innovazione si potrebbero profilare due tipi di rischio: da un
lato, che la gestione dei sistemi venga trascurata limitando così l’effettiva utilizzabilità delle tecnologie ora a disposizione, dall’altro,
che le pubbliche amministrazioni si vedano costrette a concentrare i
propri sforzi sulla manutenzione della strumentazione informatica già
in loro possesso piuttosto che per il loro rinnovamento e sviluppo e
per la formazione continua di personale specializzato.
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Le Residenze Sabaude: nuove opportunità
di fruizione dopo dieci anni di iscrizione
nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO
Mario Turetta
Castello
di Racconigi
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Piemonte
I
l 6 dicembre 1997 le “Residenze Sabaude” sono state iscritte alla
Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco. A dieci
anni di distanza, possiamo constatare i risultati di un virtuoso circolo
di finanziamenti, restauri, riaperture al pubblico che ha avuto un
positivo riscontro sui flussi turistici e sull’immagine della città di
Torino e sull’intera regione Piemonte.
Soltanto per ricordare le riaperture degli ultimi due anni, il 28 novembre 2005 è stata inaugurata l’Armeria Reale, che rappresenta un unicum nel contesto dei grandi musei italiani ed europei, dopo un
accurato lavoro di recupero e ricostruzione dell’allestimento ottocentesco iniziato nel 2000. L’8 luglio 2006 è stato aperto al pubblico
dopo dieci anni di restauri degli edifici, del parco e dei giardini, il
complesso di Villa della Regina, luogo di straordinaria rilevanza storico-artistica, ambientale e paesaggistica.
Il 16 dicembre 2006 è stato inaugurato il Palazzo Madama, uno dei
più importanti edifici simbolo della città e sede tra del Museo Civico
d’Arte Antica di Torino che era chiuso al pubblico da diciannove
anni. Il 21 marzo 2007 è stata la volta di Palazzo Chiablese, sede
degli uffici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Dopo i
restauri sono stati inaugurati l’Atrio, il Cortile, lo Scalone d’Onore e gli
Appartamenti del piano nobile, ripristinando il cosiddetto “percorso
del Principe” che dagli appartamenti privati conduceva i duchi di
Chiablese alla cappella della Sindone e al Palazzo Reale. Le visite
organizzate per il pubblico stanno avendo un ottimo riscontro.
Il 28 marzo 2007 infine, è stato inaugurato l’appartamento dei Principi
di Piemonte del Palazzo Reale di Torino che occupa i locali situati al
secondo piano e finora utilizzato solo come sede di rappresentanza
e di incontri istituzionali.
Nel corso del triennio 2007-2009 è prevista poi la graduale apertura
al pubblico della Reggia di Venaria Reale, fulcro del Sistema delle
Residenze Sabaude.
Direttore Regionale
Mario Turetta
Coordinamento
per la comunicazione
Emanuela Zanda
Piazza S. Giovanni, 2
10122 Torino
Tel. 011 5220411
Fax 011 5220433
[email protected]
li.it
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La riapertura degli edifici, con gli annessi parchi e giardini, spesso
animata da iniziative ed eventi, è stata immediatamente recepita
dalla popolazione come una nuova opportunità di godimento del
patrimonio culturale. Ciò che abbiamo riscontrato è stato il positivo
mutamento di “percezione” di questi luoghi da parte della cittadinanza e non sono mancate occasioni di visibilità importanti con picchi di presenze e di visita in occasione del Giubileo del 1998 e
durante le Olimpiadi 2006.
La prossima data-evento è il 2011 quando per le celebrazioni del
Centocinquantesimo Anniversario dell’Unità d’Italia il Sistema delle
Residenze Reali dovrebbe costituire uno delle attrazioni principali
per motivare una grande affluenza di visitatori a Torino e in Piemonte.
L’idea è di riproporre la regalità della città e del territorio piemontese come riscoperta e allo stesso tempo progetto di identità del
Piemonte, utilizzando proprio apertura della Venaria Reale come lancio internazionale di questo percorso.
Castello di Moncalieri
Palazzo Chiablese
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Costi e risultati:
una banca dati in continuo aggiornamento
Emanuela Zanda
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Piemonte
L
e “eccellenti” testimonianze delle committenze del ducato e poi
del regno sabaudo tra il XVII e XVIII secolo, sono state riconosciute Patrimonio Mondiale Unesco per i loro i caratteri di pregio, rispondenti a ben quattro dei sei criteri. Tale importante riconoscimento ha
incentivato le azioni di conservazione, recupero e valorizzazione dei
beni da parte di tutte le istituzioni coinvolte, con una responsabile
sinergia tra organismi amministrativi di diverso livello, sia in senso verticale che orizzontale.
Delle ventidue Residenze infatti, tredici sono di proprietà del
Demanio dello Stato e in consegna agli uffici preposti alla conservazione e valorizzazione dei beni culturali, otto sono di proprietà di
altri enti pubblici (Regione Piemonte, Provincia di Torino, Comune di
Torino, Politecnico di Torino, Comune di Rivoli, Comune di Govone),
solo una - il Castello di Pollenzo - è di proprietà privata ed il sito è
solo parzialmente aperto al pubblico.
La collaborazione tra gli enti coinvolti è stata formalizzata con
l’Accordo di Programma Quadro tra Ministero per i Beni e le Attività
Culturali e la Regione Piemonte il 18 maggio 2001 e successivamente
sono stati stipulati Accordi attuativi con tutti i Comuni ove sono
materialmente ubicati i beni iscritti.
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, tramite la Direzione
Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte pone le
Residenze al centro della propria attività nel quadro della programmazione annuale e triennale e, a dieci anni di distanza dal prestigioso riconoscimento, si può ben dire che la situazione di conservazione, valorizzazione e fruizione dei beni facenti parte del sito ha subito enormi miglioramenti, stupefacenti in alcuni casi.
I lavori effettuati e quelli in corso o in progetto stanno recuperando
il contesto storico e ambientale originario delle Residenze, tenendo
conto anche dei parchi e giardini annessi, di cui si sta attuando una
ricostruzione fedele, rifacendosi in particolare alla cartografia e documentazione storica.
In occasione della stesura del Rapporto Periodico del 2004, è stata
effettuata una ricognizione sullo stato di avanzamento dei lavori nei
vari cantieri di restauro; sugli investimenti effettuati; sul flusso turistico
e le statistiche di visita. Risultavano così investiti circa 440 milioni di
euro e, per quanto riguardava il flusso turistico, veniva registrato sulle
10 residenze aperte al pubblico ben un quarto dell’intero volume
delle visite al sistema dei beni culturali del Piemonte. Un aggiornamento dei dati ad oggi, per il quale è stato messo a punto un apposito sistema di web gis, deve tenere conto di ulteriori riaperture.
Il progetto Residenze Sabaude ha oggi una funzione fondamentale
per l’imprenditoria dell’intera regione, in considerazione del carattere d’eccellenza, dell’entità degli investimenti impiegati, dell’impe-
Direttore Regionale
Mario Turetta
Coordinamento
per la comunicazione
Emanuela Zanda
con la collaborazione di
Alessia Panatta
Piazza S. Giovanni, 2
10122 Torino
Tel. 011.5220411
Fax 011.5220433
[email protected]
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gno dei soggetti coinvolti in termini di energie e risorse umane ed è
al primo punto della bozza di Quadro Strategico Beni Culturali della
Regione Piemonte, già condivisa dal Ministero Per i Beni e le Attività
Culturali nell’ambito dell’Atto integratico dell’Accordo di Programma
Quadro firmato nell’ottobre 2006.
Si sta ora anche lavorando ad una prima bozza di richiesta di ampliamento dei perimetri dei beni e delle aree tampone iscritte
all’UNESCO, proprio a seguito dei lavori finora effettuati che hanno
consentito la ricostruzione dell’integrità storica dei beni e della organizzazione dei dati sugli strumenti di tutela.
Mappa storica di Rivoli
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Nella direzione del cambiamento
Carla Palomba
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici della Sardegna
I
n uno scenario normativo segnato dai mutamenti amministrativi resi
necessari anche dall’adeguamento alle nuove tecnologie, la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Sardegna è
impegnata in un’attività di riorganizzazione delle procedure, sia a
livello interno che in ambito regionale, allo scopo di rendere più efficiente l’attività interna e di migliorare i servizi offerti all’utenza, sia nell’immediato che in prospettiva.
Per quanto riguarda l’ambito interno, l’adozione, dal 1° gennaio
2007, del sistema di protocollazione informatica dei documenti sulla
base del sistema ESPI, erogato attraverso la rete privata virtuale del
MiBAC, ha comportato una profonda innovazione procedurale e
organizzativa.
La registrazione e la classificazione della posta, prima svolta manualmente da non più di due operatori, è ora gestita con modalità
decentrata coinvolgendo un numeri di addetti molto maggiore.
All’Ufficio di protocollo centrale, sono stati infatti affiancati gli operatori di protocollo locali, che operano presso i diversi servizi della
Direzione. Inoltre sono stati coinvolti nel sistema anche i funzionari,
che registrano nel repertori informatizzati alcuni tipi di documenti.
Questa diversa organizzazione, che consente indubbiamente uno
snellimento dell’attività ed una maggiore efficienza del servizio, si è
tuttavia scontrata con alcuni aspetti di criticità legati all’attuale situazione di carenza delle risorse umane. Il Servizio per il protocollo
informatico deve essere quindi considerato ancora in fase di assestamento, alla ricerca di un equilibrio tra le potenzialità offerte dal
mezzo ed i limiti della situazione contingente.
L’esigenza di ripensare l’organizzazione del servizio archivistico sulla
base della nuova tecnologia e di dover predisporre un manuale per
la gestione del protocollo e dell’archivio ha inoltre comportato, in
generale, altre modalità di razionalizzazione, anche in relazione alle
procedure manuali, nella formazione dei documenti e nella loro registrazione ed archiviazione, che hanno reso più funzionale lo svolgimento dell’attività.
Considerato che l’adozione del protocollo informatico costituisce la
precondizione per l’attivazione di altre funzionalità previste dal Codice dell’Amministrazione Digitale (gestione elettronica del documento, firma digitale, posta elettronica certificata), la messa a punto
delle procedure connesse assume un’importanza strategica per rendere possibile in prospettiva l’accesso da parte dei cittadini all’iter
del procedimento e il raggiungimento dell’obiettivo della trasparenza amministrativa.
Certo, il passaggio dalla gestione cartacea dei documenti alla modalità informatica necessita di un approccio graduale, dato che si tratta
di una vera e propria rivoluzione nell’ambito dell’ufficio. Per il
momento vengono gestiti con modalità elettronica solo una parte
Direttore Regionale
Paolo Scarpellini
Coordinamento
per la comunicazione
Sandra Violante
Via dei Salinieri, 20/22
09126 Cagliari
Tel. 070 34281
Fax 070 3428209
[email protected]
Tel. 070 3428202
[email protected]
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minima dei documenti, quelli che vengono registrati nei repertori
informatici, ma si conta di estendere progressivamente il trattamento
a tutti gli altri documenti prodotti.
Anche le attività legate alla realizzazione e aggiornamento di siti web
delle Soprintendenze e della Direzione, connessi al progetto di realizzazione del Portale della cultura Italiana - coordinato a livello
regionale da questo Istituto - sono per alcuni aspetti connesse ad
una razionalizzazione delle procedure.
Poiché la progettazione dell’architettura dei nuovi siti e la preparazione dei loro contenuti ha come costante riferimento l’utenza e
l’esigenza di migliorarne l’accesso ai servizi, questo Istituto ha colto
l’occasione per operare in ambito regionale nella direzione dell’uniformizzazione di alcune procedure che, da questo punto di vista,
presentano un più immediato interesse. Partendo dalla constatazione che molti istituti sono carenti di modulistica e che comunque,
anche nei casi in cui tale modulistica è presente, essa si presenta in
modo difforme per la stessa tipologia di procedura, è stato costituito un gruppo di lavoro con la partecipazione di rappresentanti di
tutte le Soprintendenze. Articolato sulla base di sottogruppi in relazione agli specifici ambiti, il gruppo ha l’obiettivo di unificare le
diverse procedure sottese alla modulistica da rendere disponibile
sui siti e di elaborare i modelli conseguenti in linguaggio chiaro e in
una forma grafica che faciliti la leggibilità e la compilazione da parte
degli utenti. Il risultato del lavoro sarà poi valutato dal direttore regionale, ed eventualmente dai soprintendenti, prima dell’inserimento
del materiale nei siti web.
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URP - Ufficio per le Relazioni con il Pubblico
Gaspare Carlini
- “Settimana della cultura”
- “Salone dell’arte del restauro e della conservazione dei beni culturali
e ambientali”
- “Giornata internazionale del disabile”
- “Giornata mondiale dell’alimentazione”
- “Giornate europee del patrimonio”
- “La notte bianca”
- “Cibi e sapori dell’Italia antica”
- “Le giornate dell’arte”
- “Giornata di S. Valentino”
- “Festa Europea della Musica”
Direzione Generale per l’Innovazione
Tecnologica e la Promozione
L’
Ufficio per le Relazioni con il Pubblico del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali si trova nella prestigiosa sede del Palazzo del
Collegio Romano, antica ‘università dei Padri Gesuiti,’ passata successivamente ad ospitare la Biblioteca Nazionale e da ultimo, per volere di Giovanni Spadolini, il Ministero stesso.
L’Ufficio rappresenta una prima struttura ricettiva per tutti coloro che
necessitano di informazioni circa l’assetto, l’organizzazione e la
gestione del Ministero nonché un “punto informa” circa i luoghi e gli
eventi culturali di sua pertinenza; è, inoltre, uno sportello reale e virtuale tra cittadini ed amministrazione.
Lo scopo primario dell’ufficio è quello di fornire un primo orientamento all’utente per districarsi nell’Amministrazione e per orientarsi
nella vasta scelta degli eventi e dei luoghi della cultura, cercando di
soddisfare al meglio i diversi tipi di richiesta e semplificando al massimo l’accesso di colui che si rivolge allo stesso, in cerca di una
risposta ai propri quesiti.
L’alta specializzazione del personale che vi è adibito, la sua versatilità nel settore informatico e la padronanza delle lingue straniere
hanno fatto in modo che l’Ufficio riscuotesse il plauso, oltre che degli
utenti, dei Responsabili Politici che si sono succeduti alla guida del
Dicastero, compreso l’attuale Ministro Francesco Rutelli.
Si riportano, a titolo indicativo, alcuni dati sulla entità del lavoro svolto:
- 36.419 sono i contatti intervenuti dalla istituzione dell’URP al 31
marzo 2007;
- i settori nei quali l’URP si è trovato a prestare la propria collaborazione con l’Amministrazione, oltre l’attività ordinaria, sono:
1. Riqualificazione del personale nell’ambito della quale l’Ufficio ha
prestato la propria opera di consulenza ed informazione alle risorse umane dipendenti dal Ministero, soprattutto in ordine alle
modalità di accesso alle aree economiche superiori;
2. Gestione del programma informatico, rivolto al pubblico, denominato “Fateci sapere”;
3. Gestione, previo approfondimento delle relative tematiche, delle
informazioni riferite, tra l’altro, ai seguenti eventi:
Direttore Generale
Antonia Pasqua Recchia
Servizio II- Comunicazione,
Promozione e Marketing
Dirigente ad interim
Raffaele Sassano
Responsabile
Gaspare Carlini
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
Tel 06 67232980/ 67232990
Fax 066798441
[email protected]
orario di apertura
lunedì - venerdì
ore 9.00-14.00/14.30-17.30
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L’Ufficio per le Relazioni con il Pubblico, attraverso il suo responsabile e su incarico dell’allora Capo del Dipartimento per la ricerca, l’innovazione e l’organizzazione, partecipa al progetto del CNR denominato “URPINSIEME”, collaborazione tra 10 Amministrazioni Pubbliche nel
campo della comunicazione e dei servizi resi al cittadino.
Il portale www.urpinsieme.it riporta, in maniera agile ed accattivante, quanto di meglio ed aggiornato figura nelle seguenti aree:
• Programmazione e finanziamenti
• Formazione
• Lavoro
• Internazionale
• Documentazione
• Servizi e appalti
• Manifestazioni ed eventi
Partecipano al portale:
- Consiglio Nazionale delle Ricerche - CNR
- Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente - ENEA
- Istituto per lo Sviluppo della Formazione professionale
dei Lavoratori - ISFOL
- Ministero dell’economia e delle finanze
- Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca
- Ministero delle infrastrutture e dei trasporti
- Ministero per i beni e le attività culturali
- Università degli Studi Roma Tre
- Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
- Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
L’Ufficio per le Relazioni con il Pubblico è stato coinvolto in un processo di trasformazione gestionale che ha visto, da una parte l’avvicendamento della Società aggiudicataria della gestione del Call
Center e dall’altra la riorganizzazione logistica della sede dell’Ufficio.
Dopo le ottime prestazioni professionali offerte dalla ITERSERVIZI, si
è passati alla gestione della OMNIANETWORK, società altamente
specializzata in servizi da fornire alle Pubbliche Amministrazioni e
quotata in Borsa dal febbraio 2007.
L’entrata in vigore dell’emanando Regolamento Organizzativo del
Ministero costituirà il banco di prova del nuovo assetto gestionale.
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Reparto
Indirizzo
Telefono/Fax
Comando CC
TPC Roma
Roma
Piazza di
Sant’Ignazio, 152
Tel.06.6920301 [email protected]
Fax 06.69203069
Reparto CC TPC Roma,
Roma
Via Anicia, 24
e-mail
Tel.06.585631
[email protected]
Fax 06.58563200
Comando Carabinieri
Tutela Patrimonio Culturale
CCTPC
N
el 1969 l’Arma dei Carabinieri istituì in Roma presso il Ministero
della Pubblica Istruzione quello che oggi è il Comando
Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (T.P.C.), precedendo in tal
modo di un anno la Convenzione Unesco di Parigi (1970), con la
quale s’invitavano gli Stati Membri ad adottare le opportune misure
per impedire l’acquisizione di beni illecitamente esportati e favorire
il recupero di quelli trafugati, nonché di predisporre uno specifico
servizio a ciò finalizzato. Su direttiva del Ministro per i Beni e le
Attività Culturali, dal quale dipende funzionalmente, il Comando
svolge compiti concernenti la sicurezza e la salvaguardia del patrimonio culturale nazionale, attraverso la prevenzione e la repressione
di ogni attività delittuosa rivolta in tale ambito. La struttura costituisce
nel particolare settore, comparto di specialità affidato all’Arma con
Decreto del Ministero dell’Interno del 12 febbraio 1992, polo di gravitazione informativa e di analisi per le altre Forze di Polizia, in base
al Decreto del Ministero dell’Interno del 28 aprile 2006.
Il Comando è composto da circa 300 militari che hanno una preparazione specializzata acquisita attraverso la frequenza di appositi
corsi in “Tutela del Patrimonio Culturale”, organizzati dal Ministero per
i Beni e le Attività Culturali.
L’attuale articolazione prevede un Ufficio Comando, che coordina le
sezioni “Operazioni”, “Elaborazione Dati” e “Segreteria e Personale” e
“Servizi”; un Reparto Operativo per le indagini di polizia giudiziaria a
sua volta suddiviso nelle sezioni Antiquariato, Archeologia,
Falsificazione e Arte Contemporanea; 12 nuclei territoriali ubicati a
Bari, Bologna, Cosenza, Firenze, Genova, Monza, Napoli, Palermo,
Sassari, Torino, Venezia ed Ancona, alle dipendenze del Vicecomandante. L’ultimo di questi Nuclei, quello con competenza territoriale sulle Marche, è stato istituito recentemente, nel giugno 2006.
Competenze
territoriali
Lazio
Abruzzo
Tel.011.5215636 [email protected] Piemonte
Nucleo CC TPC Torino,
Via XX Settembre, 88 Fax 011.5170000
Torino
Valle D’Aosta
Nucleo CC TPC Monza,
Monza
Via Brianza, 2
Tel.039.2303997 [email protected] Lombardia
Fax 039.2304606
Nucleo CC TPC Venezia
Venezia
P.zza S. Marco, 63
Tel.041.5222054 [email protected] Veneto
Trentino A.A.
Fax 041.5222475
F.V.Giulia
Nucleo CC TPC Genova,
Genova
Via S. Chiara, 8
Tel.010.5955488 [email protected] Liguria
Fax 010.5954841
Nucleo CC TPC Bologna,
Bologna
Via Castiglione, 7
Tel.051.261385
Fax 051.230961
Nucleo CC TPC Ancona,
Ancona
Via Pio II
Pal. Bonarelli
Tel.071/201322 [email protected] Marche
Fax 071/2076959
[email protected] Emilia
Romagna
Comandante
Gen. Giovanni Nistri
Piazza Sant’Ignazio, 152
00186 Roma
Tel. 06 6920301
Fax 06 69203069
www. carabinieri.it
[email protected]
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Nucleo CC TPC Firenze,
Firenze
Via Romana, 37/a
Tel.055.295330
Fax.055.295359
[email protected]
Toscana
Umbria
Nucleo CC TPC Napoli,
Tel.081.5568291 [email protected] Campania
Napoli
Via Tito Angelici, 20 Fax.081.5784274
Nucleo CC TPC Bari,
Bari
P.zza Federico II, 2
Tel.080.5213038 [email protected] Puglia
Fax.080.5218244
Molise
Basilicata
Nucleo CC TPC Cosenza,
Cosenza
Via Colletriglio, 4
Tel.0984.795548 [email protected] Calabria
Fax.0984.784161
Nucleo CC TPC Palermo,
Tel.091.422825
Palermo
C.so Calatafimi, 213 Fax.091.422452
Nucleo CC TPC Sassari,
Sassari
Strada Prov.le La
Crucca, 3
[email protected] Sicilia
Tel.079.3961005 [email protected]
Fax.079.395654
Sardegna
Per affinare ulteriormente la professionalità dei militari anche in
campo internazionale e favorire la collaborazione tra operatori che
trattano la medesima materia, il Comando organizza direttamente e
partecipa con frequenza a convegni specializzati unitamente a qualificati esponenti di Polizie straniere. Infatti, proprio la riconosciuta
esperienza acquisita nel settore e i significativi successi operativi
conseguiti hanno fatto si che varie Forze di Polizia straniere richiedano di organizzare specifici seminari addestrativi e di affinamento. In
particolare i seminari sono stati tenuti a favore di componenti delle
Forze di Polizia di Ungheria, Palestina, Messico, Guatemala, Cuba,
Cipro, Argentina, Perù e Bolivia.
I militari del Comando T.P.C. si sono altresì distinti nell’ambito delle
missioni internazionali in Kosovo ed in Iraq dove, spesso in difficili
contesti ambientali, hanno collaborato per il censimento e la tutela
delle vestigia culturali minacciate dagli eventi bellici.
In Iraq, in particolare, i Carabinieri hanno collaborato con archeologi
e tecnici del Museo Nazionale di Baghdad nella raccolta delle informazioni foto-descrittive di oltre 3000 beni saccheggiati durante le
concitate fasi belliche dell’aprile 2003 e, attraverso l’Interpol, ne
hanno dato diffusione all’Unesco. Nell’ambito della missione di pace
“Antica Babilonia”, con la collaborazione delle autorità locali, i
Carabinieri distaccati in zona Nassiriya hanno censito e documentato
621 aree archeologiche a rischio, recuperato 1636 reperti provento
di saccheggi, ed arrestato 53 responsabili di scavi clandestini.
Inoltre l’UNESCO, in considerazione della riconosciuta esperienza e
professionalità del Comando, ha chiesto di organizzare uno specifico corso di formazione finalizzato alla formazione di circa 50 componenti della Forza di Polizia irachena deputata alla protezione dei
siti archeologici, tenutosi nel 2004 ad Amman, in Giordania.
Per qualificare la propria attività operativa, fin dagli anni ‘80 il
Comando si è dotato di un potente strumento di ausilio alle indagini
di polizia giudiziaria nello specifico settore, predisponendo la
Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, contenente
oggetti d’arte da ricercare sia di provenienza italiana che estera ed
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informazioni circa gli eventi delittuosi collegati. Aggiornata quotidianamente dal personale della Sezione Elaborazione Dati, il sistema
contiene oltre due milioni e cinquecentomila records, con oltre duecentottantamila immagini digitalizzate, costituendo un database di
assoluto riferimento a livello internazionale. Stanno per essere ultimate le procedure per una sostanziale implementazione della citata
banca dati, che presto consentirà una maggiore versatilità nelle ricerche permettendone la consultazione, limitatamente a determinati
campi, anche ad altre istituzioni. In tale ottica sarà possibile l’immediata verifica nel data base da parte di Uffici Esportazione, altre forze
di Polizia e Soprintendenze ministeriali.
Lo sviluppo dell’attività investigativa, l’abbattimento delle barriere
doganali nell’ambito dell’Unione Europea, nonché una sempre maggiore facilità di trasferire nei cinque continenti persone e merci, ha
consigliato ormai da qualche anno il Comando di utilizzare le eccezionali potenzialità offerte dalla rete Internet per diffondere in qualsiasi
parte del mondo le informazioni relative ai beni culturali sottratti.
Il Comando ha curato la pubblicazione del bollettino “Arte in
Ostaggio” contenente le riproduzioni fotografiche dei più importanti beni da ricercare, corredate dei dati necessari per l’individuazione. Distribuito gratuitamente in Italia ed all’estero, con la venticinquesima edizione ne è terminata la stampa, poiché, a vantaggio di
un più rapido e tempestivo aggiornamento, le medesime informazioni sono facilmente consultabili nelle pagine web del sito Internet
dell’Arma (www.carabinieri.it). Qui infatti è ora presente un ben
strutturato motore di ricerca attraverso il quale possono essere consultati oltre 7.700 beni culturali di valenza artistica tra beni archeologici, dipinti, sculture, oggetti chiesastici, beni librari, tratti dalla
Banca Dati del Comando.
Peraltro nello stesso database i cittadini possono accedere ad un
cospicuo elenco di immagini e di descrizioni di beni archeologici saccheggiati durante i due conflitti bellici avvenuti negli ultimi anni in IRAQ.
Per facilitare la consultazione di tali informazioni e favorire il recupero dei beni culturali da ricercare, il data-base e le pagine web del
Comando sono in corso di duplicazione in lingua inglese, nonché è
in atto una loro ulteriore implementazione per offrire al cittadino la
possibilità di consultare un sempre maggior numero di opere d’arte.
Nell’apposita sezione tematica del sito www.carabinieri.it (Beni
d’interesse culturale) è possibile inoltre scaricare un modulo
“Documento dell’opera d’arte - Object ID” (vedasi foto) che peraltro può essere richiesto presso qualsiasi comando dell’Arma.
Compilando questa “scheda preventiva”, ciascuno può costituirsi un
archivio fotografico e descrittivo dei propri beni d’arte, determinante in caso di furto. Un’opera rubata, infatti, se fotografata ed adeguatamente descritta, può essere recuperata più facilmente.
All’interno di tale sezione, peraltro, i cittadini possono trovare validi
consigli e suggerimenti di carattere generale, che derivano soprattutto dall’esperienza maturata dal Comando nel particolare settore, per
conoscere meglio i diritti e prevenire spiacevoli situazioni.
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Per evitare di incorrere nell’acquisto di un bene d’arte trafugato,
ovvero di conoscere l’eventuale illecita provenienza di uno già posseduto, il cittadino può richiedere al Comando o ai Nuclei dislocati
sul territorio, un controllo presso la Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti. In caso di riscontro negativo il Comando rilascerà un’attestazione in cui è indicato che il bene controllato non risulta
segnalato tra le opere da ricercare presenti in Banca Dati. Un eventuale esito positivo dell’accertamento darà luogo ai dovuti riscontri di
polizia giudiziaria.
Esempio di modello
Documento dell’opera d’arte
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Call Center
N
ell’ambito delle competenze del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali si colloca il servizio di call center atto a migliorare l’accesso alla fruizione del patrimonio culturale nazionale da parte dei
cittadini italiani e stranieri nonché dei turisti in visita nel nostro Paese,
per fornire informazioni (in lingua italiana, inglese e spagnola) inerenti le attività di pertinenza del Ministero, su musei, mostre temporanee, archivi, biblioteche attraverso il numero verde 800 99 11 99.
Il Servizio è interamente affidato alla Società Omnia Network S.p.a.,
che gestisce le chiamate tramite il numero verde attivo tutti i giorni,
compreso i festivi, dalle 9 alle 19. L’operatore di front office, mediante la consultazione di Banche Dati ed un costante collegamento al
sito Internet del Ministero, è in grado di fornire tutte le informazioni
richieste, ivi comprese quelle relative alla struttura organizzativa del
Ministero ed alle competenze istituzionali dello stesso.
L’operatore ha a disposizione anche un banca dati integrata curata
dal personale di back office di Omnia Network contenente le informazioni relative a manifestazioni, beni, musei, eventi di pertinenza
non statale (comunali, privati, etc.).
Nello specifico, il front office svolge:
• un servizio di ricezione reclami da parte del Cittadino e di segnalazione all’Amministrazione;
• un servizio di supporto all’Ufficio Relazione con il Pubblico (URP);
• un servizio di supporto al Servizio II Comunicazione, promozione
e Marketing della direzione Generale per l’Innovazione Tecnologica e la promozione.
• un servizio di segnalazioni al Comando dei Carabinieri per la Tutela
del Patrimonio Culturale;
L’attività di back office consiste in:
• attività di verifica e segnalazioni delle necessità di aggiornamento
dei dati presenti sul sito del Ministero dei Beni culturali;
• acquisizione di informazioni sulle iniziative culturali in essere su
tutto il territorio nazionale con partecipazione diretta o indiretta
del Ministero;
• acquisizione di informazioni al servizio del cittadino sui principali
siti non statali mediante la creazione di un Data Base interno a favore del Front office;
• diffusione di informazioni mirate nei confronti di soggetti terzi
quali scuole, università, organismi culturali secondo valutazioni di
opportunità da parte del Ministero. Tali informazioni sono fornite
sul numero complessivo di 10.000 contatti annui.
A fronte delle suddette attività, vengono prodotti periodicamente
report statistici quantitativi e qualitativi, che consentono una continua
analisi e monitoraggio dei servizi resi.
OMNIA NETWORK SpA gestore del servizio, è uno dei principali
operatori italiani nel settore della progettazione, realizzazione e
gestione dei servizi di outsourcing alle imprese.
Omnia Network S.p.A
Referente
Stefania Subinaghi
Via Cristoforo Colombo, 6
20094 Corsico - MI
Tel. 335 7742381
Fax 06 784417333
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Reply
L
www.reply.it
Corso Francia, 110
10143 Torino
Tel. 011 7711594
Fax 011 7495416
[email protected]
www.reply.it
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a veloce evoluzione dei mezzi di comunicazione unita all’affermarsi di una economia digitale hanno imposto nuove modalità di
comunicazione, interazione e lavoro, fondate sulla capacità di scambiare dati ed informazioni in tempo reale con tutti gli attori coinvolti
nella catena del valore.
Reply mette al servizio della Pubblica Amministrazione le proprie
competenze sulle nuove tecnologie integrando sistemi multimediali
ed interattivi, progettando piattaforme applicative composte con
“servizi configurabili” e abilitando tecnologie di comunicazione sempre più complesse e differenziate.
Tra le più recenti attività sviluppate da Reply in tali ambiti vi sono il
progetto Leonardo per il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio
Culturale e l’attuale sviluppo del nuovo portale del Ministero per i
Beni e le Attività Culturali.
Il Progetto Leonardo ha visto Reply lavorare con il Comando Generale
dell’Arma dei Carabinieri, in un processo di adeguamento tecnologico e potenziamento del sistema informatico attualmente in uso presso il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (CCTPC), per
supportare i processi di investigazione e di pianificazione degli
interventi a salvaguardia delle opere d’arte.
Il risultato è la realizzazione di un nuovo sistema informativo,
“Leonardo”, che introduce nuove tecnologie emergenti per consentire di interagire con la banca dati in tempo reale attraverso apparecchiature di ultima generazione ed eseguire ricerche ed analisi su tutto
il patrimonio informativo raccolto in oltre venti anni di attività.
La nuova piattaforma alla base del Progetto Leonardo è dotata di una
interfaccia multilingue e rende accessibili funzionalità avanzate quali
la gestione documentale, la ricerca e l’analisi di tipo geografico e l’integrazione con un prodotto leader di mercato per l’analisi di tipo
investigativo.
Grazie al nuovo sistema informativo il personale dell’Arma, operativo
sul territorio, può interagire con la banca dati in tempo reale attraverso una applicazione wireless e apparecchiature di ultima generazione, come palmari e personal computer portatili.
Ciò consente, ad esempio durante una operazione di controllo, di
avere a disposizione direttamente sul posto tutte le informazioni utili
all’attività operativa, richiedendo eventualmente al sistema di verificare la lecita provenienza dell’opera d’arte a partire da una foto,
scattata sul momento con apparecchiature digitali. Inoltre, dal luogo
dell’intervento, l’operatore del Comando Carabinieri Tutela
Patrimonio Culturale può compilare un verbale su supporto elettronico e inviarlo al sistema centrale per successive operazioni di verifica
e analisi investigativa.
A livello centrale, ogni informazione inviata dal luogo dell’intervento
da parte dei Carabinieri, o proveniente da segnalazioni di altre Forze
di Polizia, è sotto il controllo della Sezione Elaborazione Dati del
Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
Qui personale altamente specializzato, utilizzando un complesso software di classificazione (basato su un database iconografico), cura l’in-
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serimento di ogni caratteristica peculiare del bene artistico di interesse, come ad esempio la sua tipologia (dipinto, scultura, libro antico,
ecc...), il soggetto raffigurato, gli autori, i materiali e la tecnica di esecuzione. Tali informazioni vengono ulteriormente arricchite attraverso
la consultazione di banche dati esterne, integrate nel sistema.
Il punto di forza del nuovo sistema si esprime nelle evolute capacità
di ricerca, in grado non soltanto di verificare e ritrovare termini lessicali utilizzati per la descrizione dell’opera, ma anche di confrontare
“immagini” o porzioni di immagini sulla base delle sue caratteristiche
grafi che, nonché di utilizzare come chiavi di ricerca “concetti” contenuti nel contesto da ricercare.
Il Portale Cultura Italia, principale punto di riferimento per la comunicazione sul canale Internet in ambito di Beni Culturali, vede Reply
impegnata come il partner scelto dell’Amministrazione con la
responsabilità tecnica e grafica della soluzione.
Il portale, online a partire dall’inizio del 2007, renderà disponibili
contenuti informativi ricercabili sia per area geografica sia per tematica: archeologia, architettura e monumenti, arti visive, design, cinema e multimedia, musica, spettacoli, tradizioni e folclore, cultura e
scienze umane, cultura scientifica, formazione e ricerca, biblioteche,
letteratura, archivi, mostre e musei.
Tramite questo nuovo punto di contatto il Ministero per i Beni e le
Attività Culturali renderà disponibile, ai cittadini, un gran numero di
servizi tra cui: accesso all’indice delle risorse in ambito dei Beni
Culturali, forum tematici, newsletter, piattaforma di e-commerce,
indice dei monumenti.
Il portale, grazie alla ricchezza di informazioni contenute e alla facilità di navigazione svolgerà inoltre un importante ruolo per la promozione turistica di località di interesse culturale grazie alla possibilità
di costruire “viste digitali” di percorsi ed itinerari personalizzati.
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Cofathec: la competenza al servizio
della Pubblica Amministrazione
Cofathec
C
Cofathec Servizi S.p.A.
Direttore generale aggiunto
Sergio Tomasino
Via Ostiense, 333
00146 Roma
Tel. 06 549231
[email protected]
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ofathec, filiale del Gruppo Gaz de France, è il gruppo europeo
specialista nei servizi energetici integrati e multitecnologici.
Con più di 8.000 collaboratori presenti in sette Paesi europei (Francia,
Italia, Gran Bretagna, Benelux, Svizzera, Spagna, Monaco), il Gruppo
ha acquisito numerose esperienze nella produzione di energia attraverso combustibili naturali, realizzazioni di reti di calore, alimentazioni di veicoli con gas naturale, produzione di energia elettrica,
Facility Management e realizzazione di progetti complessi attraverso
project financing.
In Italia, Cofathec è uno degli operatori leader nell’erogazione di servizi energetici, nel Facility Management e nella realizzazione di progetti ad elevato contenuto tecnologico.
Presente con 4 società principali – Cofathec Servizi, SI Servizi
Cofathec, APS Sinergia e Cofathec Reti Calore – il gruppo ha oltre 50
uffici su tutto il territorio nazionale.
Ad un portafoglio clienti di notevole spessore, dalle Amministrazioni
Pubbliche alle Industrie, dai complessi Immobiliari alle abitazioni private, Cofathec è vicino ai propri clienti, grazie alle sue filiali presenti ovunque in Italia e in Europa, proponendo soluzioni adatte alle loro esigenze e permettendo loro di concentrarsi sul proprio core business.
L’attenzione e la sensibilità di Cofathec per il patrimonio culturale hanno
permesso la realizzazione, insieme con il Ministero dei Beni Culturali,
del “Progetto per la sicurezza e la tutela del patrimonio culturale”.
Il progetto, iniziato nel 2001, ha portato alla realizzazione, previa
rilevazione ed analisi dei sistemi di protezione attiva e degli impianti tecnologici dei 1021 siti di pertinenza del MiBAC, di una Banca Dati
dedicata con oltre un milione di dati informatizzati; oltre alla progettazione ed esecuzione di 200 interventi di adeguamento impiantistico e messa a norma di altrettanti siti di pertinenza del MiBAC.
La competenza con cui gestisce il progetto per la Sicurezza e la
Tutela del patrimonio culturale, fa di Cofathec un partner eccellente
per la Pubblica Amministrazione, con la quale ha maturato negli anni
significative esperienze di collaborazione nell’erogazione di servizi.
Infatti, il Gruppo annovera, oltre al MiBAC, importanti esperienze
concretizzate nell’ambito del censimento immobiliare ed impiantistico, funzionale alla manutenzione preventiva e straordinaria,
mediante l’esecuzione di complessi ed evoluti sistemi informativi
per numerosi Enti Pubblici: la Provincia di Roma (480 edifici fra istituti superiori ed uffici), il Comune di Roma (900 impianti censiti fra
scuole ed uffici), la ASL di Latina (60 complessi gestiti tra ospedali,
ambulatori e uffici), l’Azienda Ospedaliera del San Camillo – Forlanini
(Complesso di oltre 350.000 mq. coperti), la ASL di Catania 3 (132
complessi immobiliari censiti e gestiti).
Anche nell’ambito dei servizi energetici e del Facility Management, il
Gruppo Cofathec ha maturato significative collaborazioni con impor-
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tanti soggetti pubblici, tra i quali la Regione Lazio, il Comune di
Roma, il Comune di Milano, il Comune di Firenze, la Provincia di
Milano, la Provincia di Firenze e quella di Pavia.
La competenza, la capacità e l’esperienza di Cofathec nell’erogare
servizi integrati e adatti alle specifiche esigenze della Pubblica Amministrazione, hanno contribuito, e contribuiscono
ancora oggi, alla valorizzazione e ad una migliore fruibilità del patrimonio pubblico nazionale.
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Il Patrimonio Culturale italiano, unico al mondo, è costituito da beni archeologici, architettonici, archivistici,
artistici e storici, librari e paesaggistici, nonché dalle diverse attività culturali promosse dallo spettacolo dal
vivo, con riferimento al cinema, al teatro, alla musica, alla danza, allo spettacolo viaggiante e alle tradizioni
popolari.
Il MiBAC, amministra e promuove la conoscenza di questo imponente patrimonio storico, artistico e
culturale di cui è custode con l’obiettivo di salvaguardarlo e valorizzarlo.
Alla Direzione per l’Innovazione Tecnologica e la Promozione, una delle novità della riforma del 2004, spetta
il compito nodale e impegnativo di attuare la modernizzazione dell’Amministrazione attraverso linee di
indirizzo e interventi operativi basati sulle più nuove e sofisticate tecnologie e su strategie di comunicazione
e marketing.
Nell’ambito di queste attività, la Direzione Generale partecipa annualmente, insieme a tutti gli Istituti centrali
e territoriali, ad una serie di manifestazioni fieristiche che sono un veicolo efficace per diffondere ad un
pubblico differenziato le attività ed i progetti più innovativi realizzati negli ultimi anni ed in corso d’opera.
Tali manifestazioni rappresentano anche un momento molto importante di incontro tra le realtà territoriali,
gli Enti locali, i settori delle imprese ed il privato.
Le fiere a cui partecipare vengono programmate in base alla tipologia delle attività istituzionali del MiBAC
– Tutela, Restauro, Comunicazione – e agli interessi di settore (Monumenti, Archivi, Biblioteche, Patrimonio
Storico-Artistico, Cinema, Teatro, Spettacoli, Paesaggio) che ogni anno si vogliono evidenziare.
Programmazione 2007
22-25 Marzo
FERRARA
Salone dell’Arte del Restauro e della Conservazione dei beni culturali
21-25 Maggio
ROMA
FORUM P.A. Forum della Pubblica Amministrazione
6-8 Novembre
BOLOGNA
COM.PA Salone Europeo della Comunicazione Pubblica dei servizi al cittadino e alle imprese
9-12 Novembre PARIGI
Salon du Patrimoine Culturel
15-18 Novembre PAESTUM
X Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico
30 Nov-2 Dic.
VENEZIA
XI Salone dei Beni e delle attività culturali
Via del Collegio Romano, 27
00186 Roma
Direzione Generale per l’Innovazione Tecnologica e la Promozione
Servizio II - Promozione, Comunicazione e Marketing
Unità Organica I - Comunicazione, Grandi Eventi e Manifestazioni Fieristiche
Tel. 06.6723.2851-2927 - Fax 06.6723.2358
[email protected]
URP - Ufficio Relazioni con il Pubblico
Tel. 06.6723.2980-2990 - Fax 06.6798.441
[email protected]
www.beniculturali.it
numero verde 800 99 11 99
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Pubblicazione Opuscolo - Ministero dei Beni e le Attività Culturali