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Capitolo 3
Organizzazione e pianificazione del primo soccorso
3.1 Premessa
Nei capitoli precedenti si è indicato che uno degli obblighi fondamentali del datore di lavoro risulta quello di predisporre le misure di emergenza da attuare in caso
di necessità di intervento di primo soccorso.
I provvedimenti da intraprendere, specifici caso per caso, devono essere previsti
nell’ambito di uno studio preliminare per la gestione del primo soccorso; tale studio
si inserisce nel più ampio capitolo che riguarda la stesura del Piano di gestione delle
emergenze (ad esempio il sistema antincendio o il sistema di evacuazione rapida del
luogo di lavoro) all’interno del quale, pertanto, uno spazio importante deve essere
dedicato alla pianificazione ed alla gestione delle emergenze sanitarie. Questo specifico piano viene identificato nel testo come Piano di primo soccorso.
L’esperienza insegna che l’organizzazione preliminare di un adeguato servizio di
pronto soccorso d’azienda o di cantiere rappresenta l’aspetto probabilmente più importante per garantire all’atto dell’infortunio un intervento efficace; le maggiori perdite di tempo (ed in questi casi il tempo può condizionare la possibilità di salvare
l’infortunato) sono infatti da addebitare alla disorganizzazione ed alla mancanza di
un piano d’azione che preveda il “chi”, il “cosa” ed il “come” in ordine all’attuazione
dell’intervento di emergenza.
A questo proposito e nonostante le frequenti lamentele relative al ritardo del Servizio di Pronto Intervento, si può spesso dimostrare che tali inefficienze sono attribuibili alla omissione o al ritardo di chiamata dei soccorsi proprio perché non erano
state in precedenza definite idonee procedure di comportamento in caso di emergenza sanitaria; il caso che segue è infatti emblematico.
3.2 Il caso
Presso una grande azienda il cui ciclo lavorativo comportava da parte dei lavoratori la manipolazione di sostanze contenenti solventi si era verificata un’esplosione
con crollo parziale dell’opificio ed un inizio di incendio.
La tipologia dell’attività aveva, anche in sede preventiva, fatto ipotizzare un ri-
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schio di scoppio ed incendio. Per questo motivo un efficientissimo servizio antincendio aveva posto in breve tempo, sotto controllo i focolai minimizzando quindi
ulteriori danni alle persone.
Il giorno dopo l’evento veniva dato grande risalto su tutti gli organi di stampa e
televisivi, locali e nazionali, ad una polemica innescata dal direttore dello stabilimento il quale sosteneva che si era verificato un grave ritardo, più di mezz’ora,
nell’intervento dei mezzi di soccorso sanitario. Il responsabile della struttura che faceva capo al centralino del servizio di Pronto Soccorso coinvolto nella polemica, rispondeva, sempre a stretto giro di stampa, che dal momento della prima chiamata,
annotata sui tabulati, all’arrivo dei soccorsi in realtà erano passati 10 minuti. Il resto
del tempo, circa 20 minuti, si era perso in azienda: nessuno aveva infatti pensato di
chiamare il soccorso sanitario, ciascuno ritenendo che qualcun altro l’avrebbe fatto.
In conclusione: non si può organizzare il servizio di primo soccorso al momento
(tanto basta una telefonata!), ma deve essere preparato e predisposto con cura prima
dell’evento.
Quanto affermato trova poi un particolare riscontro nell’attività edile. La difficoltà di intervento è infatti tanto maggiore in un cantiere vuoi per le dimensioni, vuoi
per la complessità di coordinamento del personale che vi lavora, vuoi per la molteplicità di attività che vi si svolgono.
Sulla base di queste considerazioni si ritiene pertanto opportuno fare il punto sinteticamente sulle problematiche che si devono affrontare e sulle azioni che si devono
intraprendere per garantire un’adeguata organizzazione del servizio finalizzata principalmente ad attuare una corretta gestione del problema.
Di seguito si definiscono pertanto le azioni fondamentali che devono essere prese in
considerazione per organizzare il servizio di primo soccorso in ambito occupazionale.
Tale schema può rappresentare un adeguato punto di partenza anche per la redazione documentale del Piano di primo soccorso.
Nei capitoli che seguono si prenderanno in considerazione i singoli punti delle
regole proposte analizzando in modo estensivo le misure che si devono intraprendere
per promuoverli ed attuarli.
3.3 Le regole del primo soccorso aziendale
Le regole del primo soccorso aziendale sono le seguenti:
a) effettuare una valutazione del rischio mirata alla definizione delle caratteristiche
del servizio di primo soccorso presso l’azienda/impresa:
1) designare gli addetti al primo soccorso;
2) definire i compiti di ogni lavoratore ed in particolare le procedure di coinvolgimento degli addetti al primo soccorso;
3) definire i compiti degli addetti al soccorso;
4) definire le procedure di attivazione del soccorso esterno;
5) individuare i presidi minimi richiesti per il Pronto Soccorso aziendale e la loro
ubicazione;
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6)
7)
8)
9)
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individuare la documentazione necessaria da allegare al piano di primo soccorso;
prevedere una cartellonistica adeguata ed organizzarne l’affissione;
informare tutti i dipendenti;
formare ed addestrare gli addetti al primo soccorso e curarne l’aggiornamento.
3.3.1 Effettuazione di valutazione del rischio
1) Effettuazione di una valutazione del rischio mirata alla definizione delle caratteristiche del servizio di primo soccorso presso l’azienda/impresa (fase preliminare
alla redazione del piano di primo soccorso).
Nello stesso modo in cui il cardine di ogni azione preventiva in ambiente di lavoro
risulta essere la valutazione del rischio (ed il conseguente documento redatto a norma
dell’art. 4 del D.Lgs. 626/1994) anche per la gestione del servizio di primo soccorso (e
per la redazione del piano di primo soccorso) l’aspetto preliminare, e di estrema importanza, è rappresentato dall’esame delle situazioni specifiche d’attività d’impresa con riferimento alle possibili ripercussioni che queste possono comportare sul servizio stesso.
In particolare, e molto schematicamente, questa peculiare “valutazione del rischio mirata alla organizzazione e gestione del servizio di primo soccorso” dovrà
prendere in considerazione in linea generale i seguenti aspetti:
•
•
•
•
•
Valutazione della tipologia d’attività; si pensi, ad esempio, al caso concreto presentato nel paragrafo precedente; è evidente che nell’ambito di un’azienda chimica, in cui si producono o si manipolano solventi, uno dei principali rischi è
rappresentato dalla potenziale formazione di miscele esplosive; l’evidenziazione
di questo particolare tipo di rischio deve pertanto orientare, in tema di primo soccorso, all’adozione di specifiche modalità d’approccio all’infortunato, di peculiari attrezzature e materiali di primo soccorso ecc.
Valutazioni inerenti il luogo in cui si svolge l’attività lavorativa; si deve soprattutto evidenziare, a questo riguardo, la raggiungibilità del potenziale infortunato
all’interno dell’azienda o dell’azienda all’interno del territorio in cui è situata: è
importante quindi verificare la lontananza del sito o le difficoltà nel raggiungere
il sito stesso con i mezzi di pubblica emergenza comunemente disponibili.
Valutazione della “numerosità” dei lavoratori potenzialmente a rischio di infortunio in rapporto anche alle caratteristiche di ricezione del servizio territoriale di
pubblica emergenza.
Valutazione delle caratteristiche idrogeologiche e/o meteorologiche della zona in
cui è situata l’unità produttiva o il cantiere; è evidente infatti che, anche in questo
caso, questi aspetti possono condizionare le modalità di intervento e la tipologia
dei mezzi utilizzati per il soccorso.
Valutazione di qualsiasi altro aspetto possa condizionare specifiche scelte organizzative o gestionali del servizio di primo soccorso.
Il Caso
Il caso che si presenta è molto semplice, ma estremamente drammatico per le
conseguenze che esso ha comportato. Riguarda un’impresa di lattonieri ed in parti-
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IL PRIMO SOCCORSO NELLE AZIENDE E NEI CANTIERI EDILI
colare un dipendente che, come può capitare quando non si adottano le più elementari misure di sicurezza, cade dal tetto di una villetta sul quale sta lavorando.
L’urto a terra è molto violento il soggetto sviene, ma ancora respira. I compagni,
che non hanno evidentemente ricevuto nessuna nozione di approccio a questo tipo di
infortunio, tentano di risvegliarlo sollevandolo, dandogli degli schiaffi, spruzzandogli un po’ d’acqua sulla faccia (!).
Nonostante l’intempestività dell’intervento dei colleghi, l’infortunato si salva...;
l’unico problema è che ora si trova su una sedia a rotelle completamente paralizzato
per una lesione a carico del midollo spinale in corrispondenza delle vertebre cervicali; non si può dire con certezza se i compagni di lavoro hanno procurato il danno o se
questo si sarebbe comunque verificato: è tuttavia possibile affermare che il loro
comportamento è risultato potenzialmente molto lesivo ed assolutamente insensato.
Il problema è derivato comunque nella mancanza di informazione: la valutazione
del rischio infatti avrebbe dovuto evidenziare un elevato rischio di caduta dall’alto
con conseguente possibilità di frattura della colonna e lesione del midollo. In questo
caso, invece, non si è fatta nessuna valutazione, non si è stabilita nessuna specifica
modalità di intervento, non si è fornita alcuna informazione a tutti i lavoratori...
Il risultato, penso, vi è ben evidente!
Con il caso appena descritto ho quindi tentato di dimostrare quanto, la fase di valutazione preliminare, sia importante anche al fine di determinare le successive scelte organizzative e gestionali del servizio di primo soccorso d’azienda e
conseguentemente per la redazione del Piano di primo soccorso; è anche evidente
che questa verifica deve essere effettuata dal datore di lavoro in stretta collaborazione, in primo luogo, con il medico competente d’azienda e con il coordinatore o con
gli addetti al primo soccorso, ma anche con il RSPP e con gli Rls.
Infine va ricordato che, proprio in questa fase della valutazione, si effettua la verifica relativa agli adempimenti previsti per la gestione del primo soccorso d’impresa
dal vigente D.P.R. 303/1956 (vedi a questo proposito il paragrafo inerente l’individuazione dei presidi minimi richiesti per il Pronto Soccorso aziendale e la loro ubicazione) ovvero secondo quanto previsto dall’emanando Decreto Ministeriale ex
articolo 15 D.Lgs. 626/1994 (vedi “Novità legislative in materia di primo soccorso).
3.3.2 Designazione degli addetti al primo soccorso
Il primo passo per la creazione del servizio di primo soccorso è rappresentato
dalla designazione dei lavoratori addetti al servizio stesso.
Si tratta, oltre che di un atto logico nella costituzione di un sistema organizzativo
che deve comprendere al suo interno non solo attrezzature, ma anche persone competenti, di un obbligo di legge per tutti i datori di lavoro.
Anche ai datori di lavoro delle singole imprese edili si applica questa disposizione. Si è già ricordato, infatti, che l’articolo 17 del D.Lgs. 494/1996 (vedi capitolo relativo alla legislazione in materia di primo soccorso) non esonera mai i datori di
lavoro da tale obbligo per quanto riguarda il servizio della singola impresa.
D’altro canto quando sia previsto nel contratto di affidamento dei lavori che il
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committente o il responsabile dei lavori gestiscano direttamente il servizio (oltre a
programmarne l’organizzazione tramite il fascicolo di primo soccorso di cantiere),
tali soggetti sono tenuti anche alla designazione degli addetti prima dell’inizio
dell’attività presso il cantiere. A questo fine possono essere nominati sia dipendenti
dell’impresa capo commessa che quelli delle imprese subappaltanti purché adeguatamente formati. In questo caso, comunque, la singola impresa edile non è costretta a
rinominare preventivamente propri addetti al primo soccorso.
Solo nel caso in cui non sia prevista l’attività di gestione diretta del servizio di
primo soccorso da parte del committente, ciascun datore di lavoro (o meglio il datore
di lavoro dell’impresa capo commessa - vedi il capitolo relativo all’organizzazione e
pianificazione del servizio di primo soccorso in cantiere) dovrà preventivamente designare gli addetti destinati all’incarico presso quello specifico cantiere. Le lettere di
incarico dovranno essere contenute all’interno del Piano di primo soccorso allegato
al Piano operativo di sicurezza.
In conclusione, pertanto, in qualsiasi azienda o unità produttiva (compresa l’impresa edile) e presso ogni cantiere è necessario procedere comunque alla designazione degli addetti di primo soccorso redigendo il documento di incarico.
Successivamente viene proposto un facsimile di modello per la nomina degli addetti al primo soccorso che andrà riprodotto, con le modifiche che si renderanno
eventualmente necessarie (per esempio nel caso di un cantiere sarà opportuno identificarlo con il codice o con il nome della via; oppure nel caso di una grossa azienda
sarà opportuno precisare il reparto o l’area di intervento dell’addetto), su carta intestata della ditta.
È bene che il Piano di primo soccorso contenga la copia, controfirmata per accettazione, dai lavoratori di tale documento.
La legge inoltre prevede che i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza siano
consultati preventivamente riguardo a tali designazioni. È utile pertanto che anche la
firma di tali lavoratori compaia sul modulo di designazione o comunque sul documento generale di valutazione dei rischi che comprende anche il Piano di primo soccorso.
MODELLO DI DESIGNAZIONE DEGLI ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO
Con la presente si designa quale addetto agli interventi di primo soccorso
il sig. <...>
a cui è assegnato in particolare il seguente compito:
prestare il primo soccorso immediato all’infortunato, in attesa del servizio ambulanza che
verrà chiamato su disposizione dell’addetto stesso (vedi piano di primo soccorso).
Data <...>
Firma del Responsabile Legale <...>
Firma per presa visione del Rls <...>
Firma per accettazione dell’addetto <...>
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IL PRIMO SOCCORSO NELLE AZIENDE E NEI CANTIERI EDILI
Una delle richieste che, nella pratica, più frequentemente ci si sente rivolgere dai
datori di lavoro circa la designazione degli addetti al primo soccorso riguarda il loro
numero (quanti ne dobbiamo designare?) ed i loro “requisiti professionali” (posso
designare solo infermieri; devo assumere un infermiere?).
Allo scopo di rispondere a queste domande vengono sinteticamente fornite alcune indicazioni pratiche su chi e su quanti lavoratori designare.
Riguardo a chi designare si deve notare innanzitutto che non esistono precise indicazioni di legge al riguardo. È opportuno tuttavia coinvolgere preferibilmente soggetti con eventuale esperienza nel campo (volontariato nelle croci, servizio militare,
ecc.) e di effettuare una ricerca preliminare sulle disponibilità individuali (è meglio
non imporre l’incarico a chi non se la sente). Va anche individuata la disponibilità a
frequentare un corso di formazione specifico sull’argomento anche per quei soggetti
che abbiano già ricevuto una generica formazione sulle nozioni di primo soccorso.
È molto importante infine fornire, prima dell’accettazione della designazione,
chiare indicazioni circa le “responsabilità” dell’incarico.
Anche riguardo a quanti addetti designare non esistono precise disposizioni di
legge. Indicativamente ed in linea generale si può consigliare di designare almeno 2
incaricati per squadra e/o per turno lavorativo. La regola generale è comunque rappresentata dal fatto che in ogni momento deve essere presente un soggetto preparato
(meglio 2 o più di due) a gestire un’emergenza sanitaria.
In edilizia sarebbe, per questo motivo, buona norma designare e formare il maggior numero di operatori possibile al fine di garantire che in qualsiasi cantiere ognuno sia in grado di intervenire correttamente su un infortunato. Si deve tenere conto in
questo caso specifico, infatti, della estrema frammentazione delle attività e della lontananza tra squadre di lavoratori nell’ambito del singolo cantiere. In particolare sulla
base dell’esperienza personale la situazione che più frequentemente si incontra è
quella di un lavoratore che svolge la propria attività col supporto di un solo aiutante:
la situazione ideale, quindi, è quella in cui ogni singolo lavoratore sia preparato ad
intervenire adeguatamente in caso di emergenza sanitaria.
È infine importante che tutti i lavoratori che svolgono questi compiti siano vaccinati contro il virus dell’epatite B: il rischio per loro di venire a contatto con sangue
infetto è, di fatto, anche se solo leggermente, più elevato rispetto a quello della popolazione in genere; per questo motivo è anche importante che, tra i presidi di primo
soccorso, non manchino mai i guanti in lattice e che una formazione specifica, in
materia di profilassi delle malattie infettive trasmesse tramite sangue, venga indirizzata a questi lavoratori.
3.4 Definizione dei compiti di ogni lavoratore
Una volta effettuata la designazione formale degli addetti al primo soccorso si
devono definire semplici procedure per attivarli, da parte dei lavoratori che assistono
all’infortunio. Infatti ogni lavoratore deve imparare a coinvolgere il personale adeguatamente addestrato in ogni occasione anche quando l’infortunio possa apparire
banale. In modo molto brutale, ma efficace, è necessario far passare l’idea che nes-
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ORGANIZZAZIONE E PIANIFICAZIONE DEL PRIMO SOCCORSO
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suno, se non gli incaricati al primo soccorso entro i limiti che verranno più avanti discussi, può mettere le “mani addosso” all’infortunato.
Invece tutti i lavoratori, indipendentemente dal fatto di essere formalmente incaricati, devono essere in grado di intervenire immediatamente sulla situazione che ha
causato l’infortunio per arrestarne la causa ed evitare un aggravamento del danno o
un coinvolgimento di altre persone (se ad esempio l’infortunato è stato investito da
materiale proveniente da una struttura pericolante che minacci di travolgerlo in modo
più grave, è evidente che qualsiasi lavoratore è autorizzato ad intervenire per evitare
il peggio). A questo scopo si ritiene che sia particolarmente importante identificare,
nell’ambito del piano di primo soccorso dell’unità produttiva o del cantiere, le principali fonti di rischio infortunistico (ad esempio rischio elettrico, caduta dall’alto,
schiacciamento, intossicazione da sostanze chimiche, incendio, ecc.).
A fronte dei rischi di infortunio identificati si dovranno quindi fornire delle procedure specifiche, accanto a quelle più generali che verranno delineate in questo capitolo, che indichino a tutti i lavoratori ad esempio come avvicinarsi al luogo
dell’infortunio, come eliminare la causa che lo ha provocato, come e quali addetti attivare (addetti al soccorso sanitario e/o all’emergenza), ecc. Queste procedure devono essere trasferite a tutti i lavoratori nell’ambito di appositi incontri e tramite la
distribuzione di tutto o di parte del fascicolo di primo soccorso (in particolare dovrà
essere, perlomeno, distribuita la sezione riguardante i compiti di tutti i lavoratori).
Quanto affermato risulta applicabile anche alla realtà dei cantieri edili: prima
dell’inizio dei lavori, infatti, è necessario che tali procedure (che devono entrare a far
parte del piano operativo di sicurezza della singola impresa) siano trasferite a tutti i
lavoratori che entreranno in cantiere (per il tramite del datore di lavoro o eventualmente suoi preposti) nel corso di apposite riunioni preliminari all’inizio dell’attività.
A questo riguardo risulta impossibile fornire delle procedure di dettaglio che si
adattino a tutte le realtà e tipologie produttive. Pertanto di seguito si suggeriscono alcune procedure generali, valide praticamente in ogni circostanza che possono essere
utilizzate come base per gli incontri informativi rivolti a tutti i lavoratori.
Procedure per tutti i lavoratori: cosa fare in caso di infortunio o malore
• Tutti i lavoratori devono conoscere i nomi delle persone incaricate di effettuare
gli interventi di primo soccorso, il loro numero di telefono e/o l’area di lavoro
presso il reparto/cantiere/azienda/impresa.
• Si fornisce quindi l’elenco ed il recapito degli addetti al primo soccorso presso il
reparto/cantiere/impresa/azienda:
Rossi Paolo
0338/213562/ufficio marketing
Bianchi Giovanni
0330/206748/baracca capo cantiere
Verdi Giuseppe
2321 (teledrin)
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36
•
IL PRIMO SOCCORSO NELLE AZIENDE E NEI CANTIERI EDILI
Questi dati sono anche riportati in appositi cartelli affissi nelle seguenti aree di
reparto/cantiere/impresa/azienda ad esempio: portone ingresso principale, vano
scale ai piani, centralino, ecc.
Il lavoratore che assiste ad un infortunio deve prima di tutto intervenire sulle
cause che lo hanno prodotto, in modo che non si aggravi il danno e/o non vengano coinvolte altre persone. Nell’effettuazione di questo intervento ogni lavoratore è comunque tenuto prima di tutto a proteggere se stesso per non infortunarsi.
Casi specifici
1) infortunio per caduta di materiale dall’alto in cui sussista ancora pericolo
grave ed immediato di ulteriori cadute; è evidente che la prima azione dovrà
riguardare la soluzione di questo problema per tutelare sia il lavoratore infortunato sia il soccorritore e gli altri dipendenti: quindi spostare l’infortunato o
mettere in sicurezza il materiale in bilico;
2) infortunio da scossa elettrica dove il primo intervento deve essere quello di
togliere la corrente o comunque di tentare di “staccare” l’infortunato dal contato elettrico.
•
•
Dopo essere intervenuto sulle cause che hanno prodotto l’infortunio il lavoratore
deve prendere contatto prima possibile con un addetto al primo soccorso e richiederne l’intervento urgente utilizzando i numeri di telefono e/o le informazioni
ricordate nel punto precedente.
Ogni lavoratore deve mettersi a disposizione degli incaricati di primo soccorso in
caso di infortunio: quando occorre, infatti, l’addetto al primo soccorso è autorizzato a richiedere l’aiuto di altri lavoratori che possono risultare utili (preposto,
capo officina, capo cantiere, addetto sicurezza, ecc.) e che devono adeguarsi alle
indicazioni ricevute.
Come premesso, inoltre, nelle aziende o nei cantieri dove esistono particolari rischi devono essere definite, oltre a quelle descritte, delle procedure peculiari da mettere in atto in funzione delle specifiche condizioni di rischio infortunistico
individuate.
L’organizzazione degli interventi nelle emergenze sanitarie deve essere infatti
adeguato alla natura dell’attività oltre che alla dimensione dell’impresa (cantiere) ed
al numero di persone presenti.
In particolare le misure organizzative e le indicazioni procedurali dovranno riguardare in funzione dello specifico intervento:
•
•
•
•
particolari modalità di attivazione degli addetti di Pronto Soccorso
modalità di avvicinamento al luogo dell’infortunio per tutti i lavoratori con definizione dei mezzi di protezione individuali da utilizzare durante l’intervento;
particolari modalità di intervento finalizzate alla eliminazione delle cause che
hanno prodotto il danno;
coinvolgimento di altro personale specificamente attrezzato per l’emergenza (ad
esempio squadra antincendio).
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ORGANIZZAZIONE E PIANIFICAZIONE DEL PRIMO SOCCORSO
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Tutte le informazioni, sia di carattere generale che specifico, dovranno sempre
essere formalizzate ed entrare a far parte del piano di primo soccorso.
3.4.1 Definizione dei compiti degli addetti al primo soccorso e delle procedure
di attivazione dei soccorsi esterni
Un aspetto spesso trascurato, ma di notevole importanza, nella gestione del servizio di Pronto Soccorso consiste nella definizione di indicazioni e procedure che
precisino i limiti ed i compiti degli addetti al primo soccorso.
Si vuole a questo punto sottolineare un concetto che verrà più volte ripreso nel corso della trattazione: gli addetti al primo soccorso non sono e non possono diventare,
anche dopo la frequenza ad un corso di formazione, dei sanitari con capacità di curare i
pazienti infortunati. Il loro ruolo deve esclusivamente limitarsi ad una gestione
dell’emergenza sanitaria nell’attesa che siano portati i soccorsi da parte di medici interni o esterni; il loro compito consiste, quindi, soprattutto nella organizzazione, prima
che si verifichi l’infortunio, e nella attuazione, durante l’infortunio, di adeguate misure, procedure ed azioni tese a garantire che il paziente possa raggiungere nelle migliori
condizioni possibili e nel più breve lasso di tempo un adeguato luogo di cura.
Per questo motivo nel testo si preferisce parlare di “servizio di primo soccorso”
ovvero di “incaricati di primo soccorso”; ciò che questi soggetti devono essere messi
nelle condizioni di fare è soltanto il primo intervento, il gradino più basso, ma non
per questo meno delicato ed importante, dell’intervento di pronto soccorso classicamente inteso. I gradini successivi spetteranno agli infermieri specializzati, ai sanitari
dei servizi di ambulanza, ai medici del Pronto Soccorso ospedaliero, agli specialisti
chirurghi, ortopedici, internisti, tossicologi, ecc.
Nonostante questo “limite operativo” gli incaricati rivestono comunque un ruolo
molto delicato in quanto sono il primo anello della catena del soccorso. Per esperienza tale anello è anche il più debole vuoi per la scarsa o assente formazione di questi
soggetti, vuoi per la scarsa consapevolezza dei confini operativi del loro intervento.
L’esperienza di docente in corsi di formazione e di medico competente d’azienda
mi ha insegnato che una adeguata informazione e formazione degli addetti su questi
argomenti contribuisce a velocizzare i tempi e a migliorare la qualità del soccorso effettuato sull’infortunato.
L’informazione deve, come sempre, essere trasmessa in modo chiaro e schematico (solo in pochi casi si ha a che fare con persone che sanno qualcosa di medicina).
La formazione deve essere corredata da prove in azienda o sul cantiere, simulazione di infortuni ed emergenze, attività su manichino, ecc. e deve soprattutto trasmettere motivazioni “forti” ed entusiasmo a questi soggetti che sono spesso umiliati
e sbeffeggiati dai compagni (“allora dottorino mi dai la pastiglia?”). Per quanto mi
riguarda, a questo proposito ho sempre tentato anche di conferire una particolare
“onorabilità” a questo tipo di ruolo in azienda.
Naturalmente tutte le procedure e informazioni trasmesse agli incaricati dovranno entrare a far parte del Piano di primo soccorso.
Proprio in considerazione delle necessità sopra ricordate, di seguito si è voluta
proporre una serie di procedure ed indicazioni generali rivolte agli addetti al primo
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IL PRIMO SOCCORSO NELLE AZIENDE E NEI CANTIERI EDILI
soccorso di un’ipotetica azienda; in realtà si tratta di schemi di base che nel corso
dell’attività professionale ho messo a punto modificandoli poi nelle specifiche realtà
secondo le esigenze del caso.
Tali suggerimenti risultano finalizzati ad un utilizzo pratico immediato e per
questo motivo ci si è attenuti ad una trattazione con indirizzo molto sintetico.
In particolare nella parte “Procedure per gli addetti al primo soccorso: cosa fare
in situazioni di emergenza sanitaria” viene proposta una schematizzazione riassuntiva delle principali e generiche azioni che ogni addetto al primo soccorso dovrà mettere in atto nel caso si verifichi un’emergenza sanitaria. Nel prosieguo del capitolo le
singole voci dello schema saranno di volta in volta riprese ed approfondite.
PROCEDURE PER GLI ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO:
COSA FARE IN SITUAZIONI DI EMERGENZA SANITARIA
I principi generali del primo soccorso si applicano ad ogni infortunio o malore
indipendentemente dalla gravità.
Qualunque sia la tipologia dell’incidente, quindi, il soccorritore deve porsi nelle
condizioni di:
1)
2)
3)
4)
5)
effettuare l’approccio adeguato alla persona infortunata;
salvaguardare se stesso;
salvaguardare l’infortunato;
chiamare il soccorso esterno;
soccorrere l’infortunato.
1) Effettuare l’approccio adeguato alla persona infortunata
L’avvicinamento al luogo dell’incidente rappresenta una fase molto delicata
dell’intervento perché da questo momento scatta la “presa in carico dell’infortunato” da parte del securista. La sua responsabilità terminerà solo quando l’infortunato
verrà affidato alle cure ad un sanitario qualificato (se la gravità dell’infortunio lo richiede).
L’approccio è anche un momento psicologicamente molto complicato perché
proietta l’incaricato al soccorso in una situazione improvvisa di stress in cui deve
prendere decisioni rapide e ragionate. Per questo, molto spesso, quando ci troviamo
sul luogo di un incidente il primo impulso, umano e spontaneo, risulta quello di scappare, di convincersi che quello che sta succedendo non ci riguarda (anche se magari
siamo attratti come spettatori dalla situazione). È quindi molto importante, soprattutto nel caso si prospettino interventi in situazioni ad alto rischio che richiedano interventi immediati, prepararsi a questa fase con specifiche esercitazioni e tenendo
conto di alcune regole generali valide in ogni occasione.
È bene ricordare, innanzitutto, che un approccio deciso trasmette calma e sicurezza anche all’infortunato, mentre un avvicinamento titubante lo può sprofondare
nel panico. Questi aspetti psicologici sono particolarmente rilevanti soprattutto nel
caso di incidenti gravi e devono essere tenuti ben presenti da chi effettua il soccorso.
È fondamentale poi che il soccorritore imponga immediatamente il proprio ruolo
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ORGANIZZAZIONE E PIANIFICAZIONE DEL PRIMO SOCCORSO
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all’interno del gruppo delle persone che assistono all’infortunio per fare in modo che
quella “massa informe di individui” che di solito provoca più danni che benefici possa invece organizzarsi al fine di affrontare l’emergenza.
Tutto questo si può ottenere anche con un buon approccio al paziente. Di seguito,
pertanto, si descrivono le modalità di avvicinamento da consigliare agli addetti al
primo soccorso.
Procedure di primo soccorso - Approccio
• Mantenere la calma (non piangere, gridare, correre, mostrare a tutti la gravità del
danno).
• Sul luogo dell’infortunio qualificarsi subito come addetto al soccorso.
• Iniziare a pensare alle cose da fare (avvertire il soccorso esterno, prelevare la
cassetta di primo soccorso, rianimazione cardio-polmonare ecc.) e sulla base di
ciò reclutare altre persone che vi diano una mano a svolgere tutti i compiti richiesti dallo specifico intervento.
• Fare allontanare i curiosi e le persone che non sono utili all’intervento.
2) Salvaguardare se stesso
Durante l’effettuazione di un intervento in condizioni di emergenza il soccorritore dovrebbe preoccuparsi soprattutto di proteggere se stesso. Sembra paradossale, ma
spesso la più grande fortuna dell’infortunato è rappresentata dall’avere un soccorritore che prima di tutto ha pensato “alla pelle”.
Chi si occupa di interventi in emergenza sa quanto questo fatto sia importante e
potrebbe raccontare di moltissimi altri casi simili a quello che si descrive di seguito.
Il caso
Il caso che si propone riguarda un’azienda del nord Italia nel cui deposito, per
problemi legati ad un non adeguato stoccaggio di alcuni prodotti chimici, si era sviluppato un gas estremamente tossico. Il primo lavoratore entrato del deposito per
prelevare del materiale, non appena messo piede nel magazzino, moriva sul colpo. I
compagni che avevano assistito al fatto, senza pensare alle conseguenze, si erano
precipitati l’uno dopo l’altro per soccorrerlo e, l’uno dopo l’altro erano deceduti togliendo a tutti una minima possibilità di sopravvivenza.
Conclusione: nel film “Eroe per caso” il nostro eroe salva una bella telecronista
televisiva intrappolata nella carlinga dell’aeroplano precipitato ed in fiamme; dopo
pochi secondi il velivolo esplode. Nella realtà, spesso, l’esplosione avviene pochi secondi prima...
È opportuno pertanto, al fine di trasferire ai soccorritori l’indicazione alla salvaguardia della propria integrità personale, comunicare alcuni semplici suggerimenti di
prudenza la cui conoscenza dovrebbe essere estesa a tutto il personale e non soltanto
agli addetti al primo soccorso.
Tali procedure di prudenza vanno trasferite, attraverso idonei corsi di informazione e formazione, ai soggetti interessati e vanno inserite, come sempre, nel Piano
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IL PRIMO SOCCORSO NELLE AZIENDE E NEI CANTIERI EDILI
di primo soccorso dell’azienda. I suggerimenti che in linea generale possono essere
trasmessi ai lavoratori sono riportati di seguito.
Procedure di primo soccorso - Salvaguardare se stessi
• Osservare bene la situazione ed individuare con precisione tutti i pericoli che si
potranno incontrare durante l’effettuazione dell’intervento di primo soccorso.
• Adottare prima di effettuare l’intervento di soccorso le misure idonee per ridurre
o eliminare i pericoli individuati.
• Indossare i mezzi di protezione individuale eventualmente utili per il soccorso
(ad esempio autorespiratori) prima di iniziare l’intervento: tali mezzi sono disponibili (ad esempio) presso l’armadietto accanto alla cassetta di pronto soccorso.
• Evitare comunque di fare gli eroi a tutti i costi e di infortunarsi.
Un aspetto molto importante da prendere in considerazione nella emanazione
delle procedure atte a salvaguardare il soccorritore riguarda l’individuazione e la
messa a disposizione di idonei dispositivi di protezione individuale per gli addetti al
primo soccorso (vedi anche articolo 4, comma 1 della bozza del Decreto Ministeriale
ex articolo 15 del D.Lgs. 626/1994).
I dispositivi devono risultare idonei a favorire un intervento adeguato per tutte le
tipologie di incidente che è ipotizzabile si possano verificare durante una determinata attività lavorativa.
Il caso
Lo scenario di questo caso si colloca in un’attività di manutenzione straordinaria
a cura di un’impresa specializzata (si fa per dire!) nella bonifica di serbatoi interrati;
si tratta di grosse cisterne (un po’ come quelle del gasolio da riscaldamento, ma di
dimensioni considerevolmente maggiori) che per motivi diversi possono richiedere
delle operazioni di bonifica che hanno bisogno di una pulizia interna di solito effettuata da un lavoratore che si cala nel pozzo. Nel caso in questione non erano state rispettate alcune regole di prudenza e di buon senso quali il monitoraggio dei tossici e
della concentrazione in ossigeno, l’aerazione tramite immissione d’aria a pressione,
ecc. Il lavoratore si era quindi calato nella cisterna con una maschera naso-bocca (le
mascherine di carta) e legato alla meglio con una corda intorno alla vita; non erano a
disposizione del collega all’esterno, che aveva il compito principalmente di rimuovere i secchi di fanghi prelevati dalla vasca, mezzi di protezione individuali ed in particolare autorespiratori. Come potete immaginare ad un certo punto il malcapitato
all’interno della cisterna perde i sensi e sviene: il lavoratore all’esterno, più o meno
tempestivamente, tenta di tirarlo fuori, ma lo sforzo è immane e con scarsi risultati;
la corda si sfila dal corpo dell’infortunato, per lui non c’è più niente da fare: solo
dopo 45 minuti viene estratto esanime dai vigili del fuoco: inutile la corsa disperata
all’ospedale.
Cosa è mancato: un po’ tutto per la verità, ma per limitarci al problema delle attrezzature di primo soccorso sostanzialmente due cose: un’imbracatura con moschettone legata ad una corda fissata ad un argano in corrispondenza della bocca della
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cisterna e la messa a disposizione di un autorespiratore per i soccorritori dell’impresa: quando queste cose sono arrivate era troppo tardi.
Esempi di mezzi di protezione individuale possono quindi essere: autorespiratori, imbracature con corde, particolari scarpe o guanti antinfortunistici oltre che specifici equipaggiamenti per l’effettuazione del soccorso (ad esempio particolari tipi di
barella o dispositivi particolari per il trasporto di barella, tipo teleferica o altro).
Tali dispositivi devono essere messi a disposizione, e controllati periodicamente,
dal datore di lavoro o da un preposto (ovvero nella realtà di un cantiere dal committente/responsabile di cantiere/datore di lavoro dell’impresa, capo commessa, ecc.)
che li sceglie in collaborazione con il medico competente (vedi anche a questo proposito l’articolo 4, comma 2 della bozza del Decreto Ministeriale).
Naturalmente la messa a disposizione di tali dispositivi deve accompagnarsi alla
effettuazione di un idoneo programma di informazione e formazione degli addetti ed
alla emanazione di procedure specifiche di utilizzo; un esempio di una procedura
specifica è riportato di seguito e si riferisce evidentemente all’utilizzo di autorespiratori ed a mezzi atti ad allontanare velocemente il lavoratore da un ambiente fortemente inquinato da sostanze altamente tossiche.
L’esempio di procedura specifica descritta serve anche per ricordare che le prescrizioni generali spiegate in questo capitolo devono essere naturalmente perfezionate con procedure specifiche correlate a rischi peculiari dell’attività lavorativa. In
particolare, quindi, si devono elaborare procedure di prudenza ad hoc per far fronte
ad eventuali infortuni dei quali si può prevedere l’accadimento ad esempio sulla base
di quanto emerge dalla valutazione dei rischi redatta a norma del D.Lgs. 626/1994.
Procedure di soccorso in ambiente saturo di fumo o gas letali: come proteggere
se stessi
•
•
Indossare l’imbracatura e legarla ad una corda che viene data per lo svolgimento
ad un altro soccorritore che resta in un’area sicura; stabilire un sistema di segnali
col soccorritore esterno in modo da poter essere recuperato in caso di bisogno
(ad esempio un forte strattone per il recupero).
Indossare se necessario l’autorespiratore (un fazzoletto umido sulla bocca non
protegge dai fumi se non nei film americani).
3) Salvaguardare l’infortunato
Accanto alla preoccupazione legittima di protezione di se stessi si deve tenere
conto anche della responsabilità e del dovere morale di prestare un soccorso adeguato alla persona in difficoltà.
Si forniscono anche in questo caso alcune procedure schematiche di comportamento per tutelare per quanto possibile la salute dell’infortunato; è opportuno ribadire comunque che il primo “comandamento” di ogni persona che presta soccorso è:
non nuocere.
Tutti i lavoratori (e non soltanto gli addetti alla emergenza sanitaria) dovrebbero
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IL PRIMO SOCCORSO NELLE AZIENDE E NEI CANTIERI EDILI
essere messi al corrente per lo meno delle procedure più semplici di intervento. Tali
criteri entreranno, come sempre, a far parte del Piano di primo soccorso.
Le indicazioni riportate di seguito sono, come precedentemente affermato, eventualmente da completare con altre procedure orientate a specifiche modalità di infortunio.
Si devono quindi elaborare degli iter specifici di salvaguardia dell’infortunato
per far fronte ad eventuali infortuni dei quali si può prevedere l’accadimento ad
esempio sulla base di quanto emerge dalla valutazione dei rischi.
Procedure di primo soccorso - Salvaguardare l’infortunato
• Intervenire con la massima rapidità possibile.
• Osservare bene il luogo dell’infortunio (come sempre la regola di “tenere gli
occhi bene aperti” vale in tutte le occasioni della vita: su un autobus affollato
come sul lavoro!) per individuare tutti i pericoli che possono aggravare la condizione dell’infortunato.
• Intervenire per ridurre o eliminare i rischi per l’infortunato possibilmente senza
spostare l’infortunato se si sospetta una lesione della colonna vertebrale.
• Spostare l’infortunato dal luogo dell’incidente solo in caso di assoluta necessità
o se c’è pericolo che, restando in quella posizione, il danno si aggravi.
• Fare assumere la posizione di sicurezza più adeguata alla specifica situazione
(vedi Manuale di primo soccorso).
4) Chiamare il soccorso
Fatta eccezione per gli infortuni più banali, l’intervento del soccorritore ha come
scopo principale quello di fare in modo che il lavoratore infortunato venga avviato al
più presto presso una struttura attrezzata di pronto soccorso dove possa ricevere cure
adeguate (il lavoratore incaricato deve quindi occuparsi del primo soccorso). A questo proposito non va mai dimenticato che l’addetto al primo soccorso non è un sanitario, ma è una persona con conoscenze soprattutto organizzative e gestionali che, in
caso di infortunio, persegue l’obiettivo di indirizzare l’infortunato verso un’area sanitaria attrezzata, nel più breve tempo possibile, gestendo nel migliore dei modi il
periodo di attesa del soccorso.
Nella maggior parte delle realtà industriali (e cantieristiche) soprattutto di medie
e di piccole dimensioni si fa riferimento al sistema di emergenza del servizio sanitario nazionale.
In alcuni casi (realtà industriali di grandi dimensione e/o con particolari rischi e/o
con distanze notevoli dal servizio di pubblico soccorso) il primo livello di gestione
dell’emergenza sanitaria può essere rappresentato da un servizio di pronto soccorso
medicalizzato interno all’unità produttiva, o interaziendale, che garantisca la reperibilità continua di un sanitario con particolari conoscenze nel campo della gestione
delle emergenze infortunistiche in generale ed in particolare di quelle correlate con i
rischi infortunistici individuati presso l’unità produttiva (o il cantiere). Sulla base di
questa struttura organizzativa, quindi, il primo livello di intervento viene garantito
dai medici che gestiscono tali strutture che possono poi, in seconda battuta, fare rife-
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ORGANIZZAZIONE E PIANIFICAZIONE DEL PRIMO SOCCORSO
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rimento a servizi di pubblico soccorso di zona o regionali. In questi casi, quindi, gli
addetti all’emergenza devono essere istruiti a contattare il servizio sanitario interno
all’azienda sollecitando l’intervento del medico di turno: il Pronto Soccorso interno
all’azienda ha evidentemente lo scopo di demoltiplicare l’afflusso di pazienti alle
strutture di pubblica emergenza risolvendo i casi più “semplici”.
Nelle realtà in cui non è richiesta né prevista tale complessità organizzativa il riferimento deve essere costituito dai servizi di pubblico soccorso generici di zona oppure con particolari specializzazioni richieste dalla tipologia dell’infortunio.
A questo proposito si deve ricordare che in molte regioni è disponibile un numero unico di chiamata di pronto soccorso: il 118 attraverso il quale si garantisce la disponibilità di un’unità di soccorso che risponde ad una chiamata in ogni momento
del giorno e della notte. È bene ricordare che questo numero copre un territorio spesso ad estensione provinciale ed è pertanto necessario che la persona che chiama i
soccorsi sia in grado di fornire informazioni sulle condizioni dell’infortunato (al fine
di consentire la scelta della struttura ospedaliera più idonea alla quale avviare il paziente) e precisi riferimenti per raggiungere il luogo dell’infortunio.
A proposito dell’importanza di indicare con precisione i riferimenti spaziali per
identificare il luogo dove è avvenuto l’incidente si presenta un caso curioso realmente accaduto in un’azienda dalla quale mi è stato richiesto, in seguito e molto opportunamente, un corso di primo soccorso in ambiente lavorativo.
Il caso
Negli uffici tecnici di una grossa impresa edile di Milano un lavoratore accusa un
violento dolore al petto e appare molto sofferente. Opportunamente gli addetti al primo soccorso telefonano tempestivamente al servizio di emergenza sanitaria di un
ospedale di zona. Dopo 20 minuti di attesa l’ambulanza non si è ancora vista. Uno
dei dipendenti si piazza davanti all’ingresso dello stabile sede dell’impresa e, dopo
10 minuti circa, nota un’ambulanza che sta girando come una trottola su una piazza
adiacente; si stampa una manata sulla testa e poi si dà da fare sbracciandosi e gridando per attirare l’attenzione.
Il paziente è riuscito ad arrivare al pronto soccorso circa 40 minuti dopo l’inizio
dei sintomi (fortunatamente si trattava di una banale indigestione!).
Penso vi stiate chiedendo cosa possa essere successo.
Una cosa molto semplice. Gli addetti al primo soccorso hanno fornito al centralino l’indirizzo preciso dello stabile che ha come numero civico un numero riferito
alla piazza, quella intorno alla quale girava l’ambulanza, ma in realtà l’indirizzo si
trova spostato in uno slargo eccentrico che sembra l’inizio di una via più che
un’adiacenza della piazza stessa.
Conclusioni:
a) con il numero civico indicate sempre anche dei punti di riferimento (che devono
essere pensati prima della chiamata, nel momento in cui si organizza il servizio)
per identificare l’azienda o il cantiere; se è il caso descrivete l’itinerario più adeguato per raggiungere il luogo dell’infrotunio;
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b) mandate qualcuno all’ingresso che accolga i soccorritori e faciliti l’individuazione del luogo dell’infortunio;
c) soprattutto nelle grandi città date sempre l’indicazione completa della via. Se ad
esempio a Milano dite: “Venga in Via Rossi al 41” può voler dire:
− Via Rossi (E.);
− Via Rossi (P.);
− Via Rossi (M.);
− Via Rosso (di Sansecondo).
Le conseguenze possono essere anche peggiori di quelle che abbiamo visto!
Fatte queste premesse è opportuno quindi proporre delle procedure chiare che
dovranno essere trasmesse a tutti i dipendenti, ma che in particolare saranno rivolte
agli addetti alla gestione dell’emergenza sanitaria. Un esempio generico di procedure al riguardo viene proposto di seguito.
Come si può vedere si sono suddivise le indicazioni procedurali in due fasi distinte.
La prima riguarda la raccolta di informazioni, che deve avvenire sul luogo
dell’infortunio, da trasmettere in una fase successiva ai servizi di assistenza sanitaria
di emergenza. L’esperienza insegna che questa è una fase molto delicata vuoi perché,
spesso, c’è un’impreparazione di base ad affrontarla, vuoi perché la tensione nervosa
ed il panico (che raggiungono il massimo proprio all’inizio dell’intervento) giocano
spesso brutti scherzi (il consiglio è di dedicare molto tempo nei corsi di formazione
alla gestione di questo momento dell’intervento).
La seconda riguarda la comunicazione delle predette informazioni in maniera
chiara e precisa ai servizi di assistenza sanitaria di emergenza.
Tali istruzioni dovranno entrare a far parte del Piano di primo soccorso.
Procedura di primo soccorso - Raccogliere informazioni
L’addetto al primo soccorso deve cercare di rendersi conto di:
• cosa è successo:
a) chiedendo all’infortunato se in grado di parlare;
b) chiedendo ai lavoratori che hanno assistito all’infortunio;
c) valutando rapidamente le caratteristiche del luogo dell’infortunio al fine di
acquisire tali informazioni (ad esempio: la presenza di un’apertura non dotata
di parapetto al di sopra - ad alcuni metri d’altezza - del punto in cui si trova
disteso ed incosciente il paziente che perde sangue dal naso e/o dalla bocca
depone per una caduta dall’alto con un probabile trauma a carico della testa);
• quante persone risultano coinvolte;
• qual è il loro stato di gravità (per esperienza si può affermare che tale valutazione
è spesso molto complessa: le indicazioni fornite dal manuale di primo soccorso
unite alla formazione specifica di ogni addetto dovrebbero porlo nella condizione perlomeno di effettuare una prima grossolana valutazione in merito allo
stato di coscienza, alla situazione cardio-polmonare ed alla presenza di gravi
lesioni esterne e/o interne).
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ORGANIZZAZIONE E PIANIFICAZIONE DEL PRIMO SOCCORSO
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Procedura di primo soccorso - Chiamare il soccorso esterno
• L’addetto al primo soccorso deve sempre fare in modo che, in ogni caso, accanto
all’infortunato rimanga un soccorritore.
• L’addetto al primo soccorso, se la gravità dell’infortunio lo consente (lussazione,
distorsione, frattura composta dopo idonea immobilizzazione, tagli non trattabili
sul posto, scheggia nell’occhio dopo bendatura, ecc.) ed è stato predisposto un
mezzo idoneo dell’azienda, deve avviare in modo rapido l’infortunato presso il
Pronto Soccorso più vicino.
• L’addetto al primo soccorso non deve mai, tranne nei casi in cui ci sia un pericolo
grave che può coinvolgere il luogo dell’infortunio, permettere che si sposti o si
muova l’infortunato incosciente o che abbia ricevuto un colpo forte alla testa o
alla schiena: in questi casi aspettare l’ambulanza. Nel dubbio chiamare sempre
l’ambulanza e non muovere l’infortunato!
• Nel caso l’addetto al primo soccorso decida di richiedere l’intervento dell’ambulanza deve recarsi il più rapidamente possibile al telefono abilitato più vicino
(consegnare agli addetti, eventualmente, la mappa con segnalate le posizioni dei
telefoni abilitati).
• Deve comporre il numero telefonico della Centrale di Soccorso (o il 118) ed
eventualmente anche il 113 o il 112 ed ancora se utile il numero dei Vigili del
Fuoco, dei tecnici dell’ENEL, ecc.
• Deve riferire al centralino del soccorso sanitario possibilmente tutte le seguenti
informazioni:
− che cosa è successo (ad esempio infortunio sul lavoro: specificare se caduta
dall’alto, scossa elettrica ecc., malore: specificare se possibile: infarto, colica, ecc.);
− quante persone sono coinvolte;
− quali sono le loro condizioni;
− dove è avvenuto l’incidente (azienda/cantiere: via, numero civico, comune,
eventuali punti di riferimento, numero telefonico da cui si chiama, ecc.);
− specificare se esistono condizioni particolari di accesso o logistiche del cantiere/dell’impresa che rendono difficile il soccorso o situazioni che possano
facilitare l’accesso eventualmente anche dell’elicottero o di altri mezzi particolari di soccorso;
• Deve ricordarsi di non riattaccare prima che l’operatore abbia dato conferma del
messaggio ricevuto.
Queste istruzioni possono essere completate con altre indicazioni, anche più complesse, di attivazione del soccorso. Si è infatti già ricordato che si devono elaborare
procedure specifiche per far fronte a particolari tipologie di infortuni dei quali si possa
prevedere l’accadimento o per ovviare a particolari caratteristiche logistiche dell’unità
produttiva/impresa/cantiere o per adattarsi alla realtà socio-sanitaria in cui si opera.
Oltre alla definizione delle indicazioni per il coinvolgimento del servizio di assistenza sanitaria di emergenza è molto importante sottolineare un altro aspetto fondamentale nell’organizzazione di un sistema di attivazione rapida del soccorso esterno:
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IL PRIMO SOCCORSO NELLE AZIENDE E NEI CANTIERI EDILI
ovvero la ricerca preliminare di alcune informazioni e la predisposizione di semplici
accorgimenti finalizzati a consentire un intervento rapido nel momento del bisogno.
Pertanto di seguito si forniscono alcuni consigli pratici, dettati dal buon senso,
che possono risultare molto utili nel momento in cui vi sia la necessità di coinvolgere
i servizi di pubblica emergenza.
In primo luogo è opportuno cercare sull’elenco telefonico o sulle pagine gialle
ovvero su opuscoli informativi, tipo Carta dei Servizi del comune, della provincia o
della regione, i numeri dei servizi di emergenza:
− il 118 (coordinamento delle emergenze) è un numero anche molto semplice da
memorizzare. È attivo ovunque in Lombardia, ma non in tutto il territorio nazionale: verificare quindi se nella zona di attività dell’impresa/cantiere è possibile
accedere a tale servizio;
− numero telefonico ospedali più vicini;
− numero telefonico dei centri più vicini attrezzati con ambulanze;
− numero telefonico di ospedali attrezzati per specifiche emergenze (ad esempio il
Centro antiveleni);
− numero telefonico dei Vigili del Fuoco;
− numero telefonico di Polizia e Carabinieri (112 e 113).
I numeri telefonici devono quindi essere raccolti su un unico documento/cartello
che va esposto nelle principali aree dell’impresa, del reparto o del cantiere (ad esempio nei punti di passaggio) e comunque sempre in corrispondenza di postazioni telefoniche abilitate alle chiamate esterne (eventualmente memorizzare per la chiamata
rapida sul cellulare o sull’apparecchio telefonico tali numeri).
Sullo stesso cartello, se possibile, elencare il numero di telefono o di teledrin e
l’area di lavoro di cantiere/impresa degli addetti interni al primo soccorso (specificando eventuali modifiche intervenute o turnazioni) come nell’esempio riportato di seguito:
Rossi Paolo
0338/213562/ufficio marketing
Bianchi Giovanni
0330/206748/baracca capo cantiere
Verdi Giuseppe
2321 (n. interno)
Andranno inoltre ricordate le indicazioni con le nozioni più importanti da fornire
ai soccorritori esterni (l’evento, il numero di persone coinvolte, la gravità, il luogo di
accadimento, ecc.).
Il cartello deve possibilmente essere affisso in diverse aree del reparto,
dell’azienda, del cantiere (in luoghi ben visibili, sopra le postazioni telefoniche ecc.)
in modo che l’informazione sia costantemente trasmessa e comunque facilmente disponibile al bisogno. Dovrà inoltre essere garantita un’opera di informazione specifica di tutti i dipendenti. Vengono a questo proposito riportati degli esempi di
cartellonistica da utilizzare per gli scopi sopra ricordati tenendo conto che in questi
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ORGANIZZAZIONE E PIANIFICAZIONE DEL PRIMO SOCCORSO
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modelli si forniscono indicazioni del tutto generali che dovranno essere eventualmente integrate secondo le specifiche necessità.
ESEMPIO DI CARTELLONISTICA
Gli addetti al pronto soccorso sono:
Rossi Paolo
0338/213562/ufficio marketing
Bianchi Giovanni
0330/206748/baracca capo cantiere
Verdi Giuseppe
2321 (n. interno)
TELEFONO PRONTO SOCCORSO ESTERNO: 118
DATI DA COMUNICARE:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Cosa è accaduto: ..............................................................................................................
N. persone coinvolte: ........................................................................................................
Stato degli infortunati: .......................................................................................................
Indirizzo dell’azienda/cantiere dove è richiesto il soccorso:...............................................
N. telefonico del luogo dal quale si chiama: ......................................................................
Nome di chi chiama: .........................................................................................................
Nome di chi risponde: .......................................................................................................
Annotare l’ora esatta della chiamata: ................................................................................
RESTARE VICINO AL TELEFONO E TENERE LE LINEE TELEFONICHE LIBERE.
AVVERTIRE LA PORTINERIA (TEL ................) PERCHÈ FACILITI L’ENTRATA
DELL’AMBULANZA.
La persona che avverte il 118 (o altro numero di emergenza sanitaria) deve in
particolare fornire le indicazioni più chiare e precise soprattutto sulle condizioni
dell’infortunato (oltre che sul numero degli infortunati coinvolti).
Si forniscono qui di seguito alcuni esempi delle modalità con cui trasmettere le
informazioni da dare a questo riguardo:
1) paziente cosciente o incosciente; respira o non respira; ha il battito cardiaco o
non ha il battito cardiaco; è già cominciata la rianimazione o no;
2) paziente con emorragia: segnalare la sede dell’emorragia e la gravità della
stessa;
3) paziente con sospetta frattura della colonna vertebrale: segnalare con chiarezza
anche il solo sospetto di frattura (o comunque riferire le modalità dell’incidente,
ad esempio caduta dall’alto);
4) paziente con fratture degli arti: segnalare la sede della lesione;
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IL PRIMO SOCCORSO NELLE AZIENDE E NEI CANTIERI EDILI
5) paziente con ustione importante: segnalare la/e zona/e del corpo coinvolta/e ed
eventualmente l’estensione;
6) intossicazione da inalazione di vapori tossici: segnalare l’agente responsabile,
preparare la scheda tossicologica da consegnare ai soccorritori;
7) trauma cranico: segnalare la presenza di segni quali nausea, vomito, perdita di
coscienza e modalità dell’infortunio.
Un altro aspetto di particolare importanza è poi rappresentato dal fatto che ogni
addetto al primo soccorso deve essere posto nelle condizioni di poter telefonare ad
un servizio di primo soccorso. Il problema può essere banale e di facile soluzione in
tutte le attività presso unità produttive “stanziali” (il tipico caso del capannone in cui
si svolgono le attività produttive dell’impresa) o nelle attività cantieristiche di lunga
durata in cui sono presenti numerosi telefoni fissi dai quali è possibile effettuare la
chiamata (talvolta con la possibilità che si tratti di apparecchi autoidentificanti come
quelli delle autostrade). Nei casi, invece, di lavoratori dell’impresa che svolgono attività esterne (ad esempio trasporti di materiale) o di piccoli cantieri di ristrutturazione
o di cantieri stradali di brevissima durata è fondamentale che venga messo a disposizione dell’incaricato al primo soccorso un telefonino o comunque un apparecchio
(ad esempio dispositivo di chiamata automatica del soccorso ovvero un sistema radio) attraverso il quale poter contattare i servizi esterni deputati alla gestione
dell’emergenza.
Un’evenienza particolare è poi rappresentata dal caso previsto nell’articolo 2,
comma 5 del Decreto Ministeriale (la bozza riportata nel cap. 2). Si tratta in questo
caso di lavoratori che prestano la propria opera al di fuori della sede dell’impresa e in
luogo isolato (ad esempio lavoratori di aziende di servizi forestali). Anche in questo
caso deve essere messo a disposizione un idoneo mezzo di comunicazione oltre al
pacchetto di medicazione.
Modalità particolari di collegamento con i servizi di assistenza sanitaria di emergenza devono poi essere elaborate, come già ricordato, anche sulla base della situazione logistica o in funzione della realtà socio-sanitaria del luogo in cui ha sede
l’unità produttiva o il cantiere stesso. Ad esempio nel caso di aziende o cantieri situati lontano da posti pubblici di prima assistenza sanitaria può risultare opportuno organizzare il trasporto dell’infortunato con modalità che ne consentano il rapido
accesso ai servizi di pronto soccorso (per esempio tramite elicottero).
Questo problema è stato affrontato anche nel commento al Decreto Ministeriale
elaborato nel capitolo precedente, relativo alle novità legislative in materia di primo
soccorso. In questo contesto il concetto di “non raggiungibilità” dell’azienda o
dell’unità produttiva è stato identificato in termini di tempo e si è posto il limite di 20
minuti per definire troppo lontano il servizio di assistenza sanitaria di emergenza.
Per questo motivo, quindi, anche aree di lavoro lontane in termini di spazio dal pronto soccorso possono in realtà risultare vicine se si sono messi in atto dei sistemi non
convenzionali (ad esempio Elisoccorso) che garantiscono il trasporto rapido dell’infortunato.
Nel caso le distanze e/o i vincoli di intervento non permettano un collegamento
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rapido è ovvio che si dovranno sviluppare delle strategie di intervento diversificate in
collaborazione ed in accordo con la ASL così come previsto dall’articolo 2, comma
4 del Decreto Ministeriale citato. In concreto si potrà prevedere l’istituzione di un
servizio medico di emergenza interno all’azienda o di riferimento per un gruppo di
aziende consociate (vedi il capitolo relativo alle novità legislative in materia di primo
soccorso).
Infine si vogliono fornire alcuni consigli riguardo la definizione delle situazioni
in cui è opportuno chiamare l’ambulanza, oppure trasportare l’infortunato con un
mezzo predisposto dall’azienda, oppure effettuare le piccole medicazioni sul posto
senza coinvolgere i servizi sanitari.
L’argomento è stato inserito in maniera molto sintetica anche nelle procedure per
il coinvolgimento del soccorso esterno anche se è evidente che non si può dare in
questo contesto una risposta esaustiva in quanto la decisione deve essere presa caso
per caso.
Comunque, in linea generale è opportuno chiamare l’ambulanza in tutte le situazioni di grande urgenza (◆AL 6) o nei casi in cui si sospetta una lesione della colonna vertebrale per cui risulta inopportuno spostare il paziente. Nei casi dubbi meglio
chiamare l’ambulanza inutilmente che non chiamarla quando serve!
Il trasporto con mezzo privato si può attuare nei casi senza urgenza (fratture non
scomposte, lussazioni, distorsioni, ecc.).
In alcuni casi banali (ad esempio svenimento da caldo, piccole ferite, punture di
insetti senza complicanze) l’addetto al primo soccorso potrà effettuare gli interventi
necessari anche sul luogo senza necessità di attivare il servizio esterno di emergenza
sanitaria.
Per ulteriori dettagli su questo argomento si rimanda alle note specificamente riferite alle singole condizioni patologiche nell’ambito del Manuale di primo soccorso.
5) Soccorrere l’infortunato
Sulla base della logica comune il primo compito (ed il più importante) da attribuire all’addetto alla gestione dell’emergenza in ambiente di lavoro dovrebbe essere
quello di soccorrere, di portare le prime cure, al soggetto infortunato.
A questo proposito, tuttavia, si vuole ulteriormente ribadire che gli addetti al primo soccorso non sono in realtà dei sanitari ovvero infermieri professionali o medici,
ma persone che hanno ricevuto una specifica formazione teorica ed applicativa finalizzata ad una buona organizzazione del servizio di Pronto Soccorso ed alla gestione
momentanea degli infortuni più gravi in attesa dell’intervento medico. Le azioni di
tali addetti devono quindi essere volte a garantire le migliori e più rapide condizioni
di trasporto dell’infortunato nel luogo ove si praticheranno le cure del caso.
Nei casi più banali e di semplice gestione (ad esempio piccoli tagli) l’addetto al
primo soccorso potrà fornire alcuni semplici consigli e mettere a disposizione il materiale della cassetta oltre che, eventualmente, applicare piccole medicazioni (ad
esempio disinfettanti, garze, ecc.).
È evidente, d’altro canto, che l’addetto al primo soccorso dovrà avere anche una
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IL PRIMO SOCCORSO NELLE AZIENDE E NEI CANTIERI EDILI
specifica formazione teorica e pratica riguardante la gestione delle situazioni di
emergenza estrema ed in particolare le condizioni di arresto cardio-respiratorio. In
questi casi specifici, infatti, è difficilissimo che qualsiasi intervento qualificato possa essere praticato sull’infortunato entro il tempo massimo di 5 minuti (che è il tempo oltre il quale i tessuti nobili del nostro corpo, ad esempio il cervello, vanno
incontro a danni non reversibili, cioè la morte delle cellule), pertanto l’addetto
all’emergenza deve essere in grado di riconoscere tali condizioni e di saper intervenire tempestivamente (vedi anche Manuale di primo soccorso).
Alla filosofia sopra delineata si ispirano i suggerimenti che vengono forniti di
seguito. Tali indicazioni, di carattere generale, che potranno essere utilmente integrati dalla lettura del Manuale di primo soccorso e dovranno essere trasmesse ai soggetti
interessati (i soccorritori o anche tutti i lavoratori) mediante un’idonea informazione
e formazione a cura di un sanitario competente.
Tali procedure dovranno inoltre entrare a far parte del Piano di primo soccorso.
Procedure di soccorso dell’infortunato
• Mantenere sempre un atteggiamento calmo: ragionare sempre prima di agire,
dare l’impressione (perlomeno!) che tutto è sotto controllo, che si sa esattamente
quello che si sta facendo; rassicurate l’infortunato; se possibile spiegate quello
che state facendo. (A questo riguardo si suggerisce, per abituarsi a tali evenienze,
di simulare le principali situazioni di infortunio che si possono verificare presso
l’azienda o il cantiere e di provare a gestirle proprio sul luogo in cui si possono
verificare; al momento tali esercitazioni possono sembrare ridicole, ma quando
succede l’infortunio “vero” l’aver meccanizzato certi comportamenti aiuta moltissimo ed in particolare permette di mantenere i nervi saldi e una maggiore rapidità di gestione dell’intervento).
• Effettuare solo gli interventi strettamente necessari: seguire a questo proposito le
indicazioni del manuale di primo soccorso eventualmente integrate da quelle più
specifiche fornite dai sanitari che effettuano i corsi di formazione.
• Valutare le condizioni dell’infortunato: controllare lo stato di coscienza, il
respiro, il polso, la presenza di gravi emorragie, la presenza di fratture; valutare
la possibilità di frattura vertebrale.
• Se l’infortunato è cosciente parlargli per tranquillizzarlo e se possibile, senza
affaticarlo, chiedergli notizie utili ai fini del soccorso (cosa è successo, soffri di
cuore, dove ti fa male, sei diabetico, hai battuto la schiena o la testa, ti fa male la
testa, ti viene da vomitare, ecc.).
• Se l’infortunato è incosciente e vomita, o comunque rischia il soffocamento:
liberare le vie aeree (allontanare corpi estranei dalla bocca, ruotargli il capo di
lato e/o iperestenderlo).
• Se l’infortunato è incosciente e non respira, iniziare la respirazione artificiale; se
il cuore non batte, iniziare il massaggio cardiaco.
• Spostare o collocare in posizioni più sicure l’infortunato solo per evitare un
danno più grave (ad esempio: se l’ambiente risulta saturo di gas nel caso di
un’intossicazione da CO per saldature effettuate in spazi angusti e poco aerati; se
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ORGANIZZAZIONE E PIANIFICAZIONE DEL PRIMO SOCCORSO
51
si prospetta un rischio di caduta di materiale dall’alto che possa investire l’infortunato ed i soccorritori, ecc.) soprattutto se si sospetta una frattura vertebrale.
Come sempre si dovranno prevedere specifiche modalità di gestione dell’azione
di soccorso orientate a particolari tipi di infortunio che si possano ipotizzare nel corso dell’attività dell’azienda o del cantiere (ad esempio intossicazione acuta in caso di
saldatura in ambiente angusto) sulla base dei pericoli emersi dalla valutazione del rischio o dal piano di sicurezza e coordinamento.
In questo contesto appare apportuna una raccomandazione generale che dovrebbe
essere sottolineata nell’ambito di tutti i corsi rivolti agli addetti al primo soccorso e
dovrebbe essere sempre tenuta in buona considerazione in ogni caso in cui ci troviamo
ad assistere a qualsiasi tipo di incidente: non sottovalutare mai un infortunio di grave
entità quanto alle modalità di accadimento che sembri invece aver procurato esiti poco
significativi: è meglio, in questo caso, rischiare di portare un sano al pronto soccorso
piuttosto che mettersi un morto sulla coscienza. Il caso che segue è uno dei molti
eventi che potrebbero essere citati a dimostrare l’assunto precedentemente enunciato.
Il caso
In un cantiere edile un lavoratore cade in uno scavo profondo alcuni metri e rimane a terra privo di sensi per qualche minuto. I compagni si buttano nello scavo e
tentano in ogni modo di svegliarlo. Alla fine a sberle ed acqua fredda sulla faccia riescono a farlo rinvenire. L’infortunato si alza, è un po’ ammaccato, un po’ rintronato,
ma tutto sommato sta bene e vuole riprendere a lavorare. La grande paura è passata
tutti ritornano alle loro occupazioni. Nel pomeriggio al termine del turno di lavoro
l’infortunato chiede ad un collega di accompagnarlo al pronto soccorso perché ha
l’impressione di non aver digerito bene (quella birra troppo fredda!); il collega si
scusa, ma ha fretta di tornare a casa. La notte un passante trova nelle vicinanze del
cantiere un uomo riverso sul volante di un’autovettura, morto. Si tratta, l’avrete intuito, del nostro infortunato.
L’autopsia dimostra che la morte è intervenuta per un’emorragia cerebrale. Il
malcapitato presenta inoltre due costole fratturate ed un ematoma al fegato.
In questo caso si è commessa una serie incredibile di errori di cui si elencano i
principali:
1) non si sono chiamati i soccorsi adeguati (un’ambulanza attrezzata ed il concomitante intervento dei Vigili del Fuoco per rimuovere il corpo);
2) si sono effettuate delle manovre di soccorso al limite del codice penale, ma
senz’altro oltre il limite di ogni stupidità;
3) non si è comunque avviato al pronto soccorso il paziente sulla base della gravità
oggettiva delle cause dell’infortunio;
4) nel pomeriggio si è pensato ad un’indigestione quando i sintomi erano chiaramente da compressione del cervello.
Conclusioni: i cimiteri sono pieni di gente che è morta perché gli altri si sono
sbagliati.
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52
IL PRIMO SOCCORSO NELLE AZIENDE E NEI CANTIERI EDILI
Esempi di procedure elaborate sulla base di rischi specifici
Nei paragrafi precedenti si sono fornite delle indicazioni generali che delineano
le procedure cui gli addetti al primo soccorso devono attenersi in situazioni di emergenza sanitaria. Come è già stato più volte ripetuto, tuttavia, si vuole ribadire che
questi criteri devono essere sottoposti ad integrazioni elaborate caso per caso sulla
base ad esempio di specifici pericoli emersi dalla valutazione del rischio o dal piano
operativo di sicurezza o dal fascicolo di sicurezza e coordinamento.
A titolo esemplificativo ed in modo molto sintetico e generale si vogliono di seguito fornire alcuni esempi di procedure specifiche riferite a rischi peculiari
dell’azienda.
In particolare si presentano tre casi ipotetici ma di contenuto maggiormente specifico rispetto alla generalità delle aziende. In particolare il primo evento è esaminato in maggior dettaglio mentre gli altri sono delineati in modo più schematico. Il caso
2 bis riporta inoltre una condizione di rischio ubiquitaria e dovrebbe essere quindi
essere integrato nelle indicazioni generali nel piano di primo soccorso.
Caso 1
Azienda con attività che comportano l’utilizzo e/o la possibilità di esposizione a sostanze chimiche
È utile prima di tutto consultare la scheda di sicurezza della sostanza o delle sostanze chimiche stesse. Tale scheda, che rappresenta una vera e propria guida alla
manipolazione sicura, deve obbligatoriamente accompagnare l’immissione sul mercato di ogni sostanza o preparato pericoloso. Le voci previste nella scheda sono 16
tra cui quelle di interesse specifico sono rappresentate da:
−
−
−
−
−
identificazione dei pericoli;
misure di pronto soccorso;
misure in caso di fuoriuscita accidentale;
controllo dell’esposizione/protezione individuale;
proprietà chimico fisiche: in particolare a questo riguardo va ricordato che molte
sostanze volatili, cioè che si disperdono facilmente nell’aria come vapori, possono saturare un ambiente chiuso, specie se angusto, e conseguentemente comportare rischio di asfissia e/o di esplosione.
Sulla base di questa e di altre informazioni raccolte si dovrà quindi predisporre
una modalità di intervento specifica per la situazione presa in esame.
Procedure di intervento in caso di intossicazione acuta con perdita di coscienza
dovuta ad uno scorretto utilizzo di sostanze volatili (ad esempio sostanze contenenti solventi) o alla liberazione/formazione di gas tossici (ad esempio in corso di saldatura ossiacetilenica) in ambiente chiuso e/o angusto
Il soccorso dell’infortunato deve prevedere diverse fasi e deve essere preferibilmente eseguito da personale qualificato ed adeguatamente formato:
1) Prima di intervenire è obbligatorio indossare idonei autorespiratori (il datore di
lavoro dell’azienda o il responsabile dei lavori per lo specifico cantiere devono
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ORGANIZZAZIONE E PIANIFICAZIONE DEL PRIMO SOCCORSO
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
53
fornire adeguato dispositivo di prevenzione individuale, tale dispositivo deve
essere mantenuto in buono stato di conservazione ed efficienza tramite controlli
periodici e deve trovarsi in vicinanza dell’area di lavoro a rischio; i lavoratori
devono essere addestrati all’utilizzo rapido e corretto di detti dispositivi).
Prima di intervenire deve essere valutata la necessità di indossare idonea imbracatura e di legarsi ad un collega appostato in un’area sicura.
Coinvolgere se necessario anche altro personale addestrato per affrontare situazioni specifiche (ad esempio addetti all’emergenza antincendio in caso di
un’intossicazione legata a fumo prodotto da fiamma o in caso di rischio di incendio per esalazioni da solventi).
Coinvolgere immediatamente strutture di pronto intervento esterno eventualmente selezionando il numero di telefono relativo alla realtà ospedaliera specializzata nella problematica specifica (ad esempio un centro antiveleni eventualmente dotato di camera iperbarica). Nell’evenienza oltre ai dati standard si
dovranno fornire indicazioni relative al prodotto o al preparato o alla sostanza
presumibilmente in causa nell’intossicazione.
Coinvolgere i Vigili del Fuoco (ad esempio in caso di un’intossicazione legata a
fumo prodotto da fiamma o in caso di rischio di incendio per esalazioni da solventi).
Predisporre la scheda tossicologica del prodotto/i causa dell’intossicazione; tali
schede vanno consegnate ai sanitari del centro antiveleni.
Trasporto dell’infortunato in area di sicurezza (non contaminata, luogo aperto)
ed interventi di primo soccorso se necessari (a questo proposito si veda il
Manuale di primo soccorso).
Avviare il più rapidamente possibile, con un’ambulanza attrezzata, l’infortunato
presso idonea realtà ospedaliera.
Caso 2
Azienda in cui si configura un rischio di scariche elettriche ad alta tensione.
Procedura d’intervento
• Di solito tale contatto provoca immediatamente la morte dell’infortunato; non
fare gli eroi: non avvicinarsi mai a meno di 20 metri da una persona che sia rimasta folgorata da corrente ad alta tensione o ad esempio alla gru che ha accidentalmente toccato i cavi dell’alta tensione.
• Avvisare immediatamente i tecnici specializzati dell’ENEL.
• Tenere lontani gli altri lavoratori e non avvicinarsi fino a che non si abbia la sicurezza che la corrente è stata interrotta.
• Attuare le procedure standard sulla base delle condizioni del paziente.
Caso 2-bis
Azienda o ufficio in cui si configura un rischio da scariche elettriche a bassa tensione (tensione domestica)
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54
IL PRIMO SOCCORSO NELLE AZIENDE E NEI CANTIERI EDILI
Procedura d’intervento
• Interrompere la corrente a livello del contatore o dell’interruttore; se non è possibile o l’operazione richiede troppo tempo: mettere sotto i piedi un giornale o
un’asse e con un bastone o un’asse allontanare il filo o comunque la sorgente di
elettricità dal contatto con il soggetto infortunato. Prevedere sempre le precauzioni necessarie ad evitare altri incidenti.
• Chiamare immediatamente il servizio di emergenza sanitaria: se sono presenti
estese ustioni coinvolgere un centro specializzato contro le ustioni.
• Se l’infortunato non respira e non sentite il polso: iniziare la respirazione bocca a
bocca e il massaggio cardiaco.
Caso 3
Cantiere con attività di demolizione in cui si può configurare il rischio di crollo di
pareti o edifici
Procedura d’intervento
• Valutare bene la situazione ed in particolare la presenza di elementi pericolanti o
in bilico o la possibilità imminente di frana.
• Allontanare immediatamente l’infortunato verso luogo sicuro o meglio cercare,
se è possibile, di stabilizzare il materiale in bilico.
• Chiamare l’ambulanza (fare riferimento eventualmente ad ospedali con specializzazione traumatologica e neurologica).
• Soccorrere secondo le necessità riscontrate.
3.4.2 I presidi minimi per gli interventi di Pronto Soccorso e la loro ubicazione
Disposizioni attuali
Le caratteristiche delle attrezzature di Pronto Soccorso che devono essere a disposizione in ogni azienda, e quindi anche nelle imprese e nei cantieri edili, sono definite, allo stato attuale, ancora dal D.P.R. 303/1956 oltre che, in casi specifici dai
D.P.R. 321/1965 e 320/1956.
Tali norme, a seconda delle caratteristiche dell’azienda, impongono l’obbligo di
disporre del pacchetto di medicazione, della cassetta di pronto soccorso o della camera di medicazione (◆AL 1).
In sostanza secondo le indicazioni congiunte contenute negli articoli 28, 29 e 30,
risulta che le aziende commerciali (e quindi anche uffici, supermercati, sedi tecnicoamministrative di imprese edili, ecc.) fino a 25 dipendenti non sono tenute a garantire presidi di primo soccorso; in questo caso tuttavia è opportuno che comunque siano
garantiti i presidi previsti dalla bozza di decreto ministeriale (vedi il capitolo “Novità
legislative in materia di primo soccorso”).
Le aziende commerciali con più di 25 dipendenti e tutte quelle industriali sono
invece obbligate a garantire la presenza di detti presidi sulla base di una valutazione
di alcune variabili tipiche di ciascuna azienda o cantiere. In particolare i criteri utiliz-
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ORGANIZZAZIONE E PIANIFICAZIONE DEL PRIMO SOCCORSO
55
zati per definire la modulazione dei presidi da tenere a disposizione dei lavoratori risultano di tre tipi:
1) dimensione dell’azienda definita dal numero di lavoratori impiegati: in questo
numero rientrano naturalmente non solo i lavoratori dipendenti, ma anche gli
eventuali artigiani che prestano la loro opera in cantiere, i lavoratori che svolgono attività in appalto presso l’azienda e per i quali il soggetto appaltante si
impegna a garantire la gestione del primo soccorso, i lavoratori “in affitto”, ecc.;
2) lontananza da un posto pubblico di primo soccorso: in questo caso si può ritenere
sensato, anche sulla base di indicazioni della letteratura, che un centro di emergenza sanitaria possa ritenersi lontano o difficilmente accessibile se non si
garantisce il trasferimento dell’infortunato entro 20 minuti con i mezzi comunemente a disposizione per attuare l’intervento d’emergenza;
3) rischi presenti in azienda: come più volte ribadito l’organizzazione e la gestione
del primo soccorso deve essere conseguente ai reali rischi presenti in azienda:
non si può infatti affermare che esista un servizio di primo soccorso standard che
vada bene per ogni realtà produttiva. Per questo motivo è importante in ogni caso
riferirsi alla valutazione del rischio al fine di dimensionare correttamente il proprio servizio: sulla base di un ragionamento di questo tipo il D.P.R. 303/1956 ha
formulato una serie di “richieste minime di presidi di primo soccorso” in relazione alla presenza o meno di rischi di asfissia (presenza di sostanze chimiche
volatili o per la possibilità d’incendio), di scoppi (presenza di materiali, di vapori
o gas o condizioni particolari che possano provocare esplosioni), di infezioni
(presenza di agenti biologici patogeni nel ciclo produttivo) e di avvelenamenti
(presenza di sostanze chimiche classificate come tossiche o nocive).
Sulla base di questi criteri è quindi possibile modulare ed individuare il presidio
che risulti più adatto alla propria unità produttiva. Data una definizione dei criteri di
scelta, mi sembra si tratti di una norma molto dettagliata e relativamente semplice da
attuare e per questo motivo se ne omette un ulteriore commento. Bisogna, peraltro,
anche ricordare che molti datori di lavoro preferiscono far ricorso alla cassetta di primo soccorso anche nei casi in cui sarebbe strettamente necessario il solo pacchetto di
medicazione.
In merito all’interpretazione delle norme, nello specifico settore edile, circa la
necessità del pacchetto di medicazione, ovvero della cassetta di pronto soccorso o
della camera di medicazione, facendo riferimento agli articoli 27, 28, 29 e 30 del
D.P.R. 303/1956 si può affermare quanto segue:
•
•
La sede tecnico-amministrativa dell’impresa edile si può considerare azienda
commerciale, senza obblighi di alcun presidio fino a 25 dipendenti (si consiglia
comunque un pacchetto di medicazione semplificato come quello proposto dalle
linee guida descritte in seguito.
Le sedi logistiche (magazzini, autoparchi, ecc.) si considerano aziende industriali
e quindi in ogni caso dovranno per lo meno dotarsi di un pacchetto di medicazione.
029-066.fm Page 56 Tuesday, March 22, 2005 4:02 PM
56
•
IL PRIMO SOCCORSO NELLE AZIENDE E NEI CANTIERI EDILI
Il singolo cantiere si considera azienda industriale. Il numero dei lavoratori, che
può condizionare la scelta del tipo di presidio da adottare, viene calcolato
tenendo conto della giornata di massimo affollamento possibile del cantiere. Per
gli altri due criteri si fa riferimento a quanto visto sopra: in particolare un rischio
aggravato di seppellimento deve essere considerato come situazione che condiziona la presenza di un pericolo di asfissia.
Interpretando rigorosamente la norma, nella maggior parte dei comuni cantieri si
dovrebbe quindi adottare il pacchetto di medicazione.
In cantieri di maggiori dimensioni o ubicati lontano da posti pubblici di Pronto
Soccorso si dovrà prevedere la presenza della cassetta di pronto soccorso.
Si dovrà prevedere la camera di medicazione nei cantieri di bonifica di cisterne
contenti materiali infiammabili, cisterne di benzina/gasolio, situati lontano da posti
pubblici di pronto soccorso o in cantieri con presenza contemporanea di più di 50 lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria periodica ai sensi degli articoli 33, 34 e
35 del D.P.R. 303/1956 ovvero in cantieri di scavo di gallerie o di scavi sotterranei
(ad esempio per la metropolitana) sulla base degli specifici decreti.
Queste distinzioni, naturalmente, perderanno importanza in occasione dell’emanazione del Decreto Ministeriale riportato nel capitolo relativo alle novità legislative
in materia di primo soccorso.
Il contenuto del pacchetto di medicazione, della cassetta di pronto soccorso, della camera di medicazione viene, allo stato attuale, stabilito dal D.M. 28 luglio 1958 e
dal D.M. 12 marzo 1959 per i cantieri sotterranei (◆AL 1).
L’articolo 6 del D.M. 28 luglio 1958 prevede tuttavia la possibilità di autorizzazione a “sostituzioni” di tali contenuti ad opera degli organi di vigilanza (◆AL 1).
D’altro canto le “Linee guida per l’applicazione del D.Lgs. 626/1994 della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome” hanno proposto un
elenco aggiornato dei presidi sanitari da inserire nel pacchetto di medicazione e nella
cassetta di pronto soccorso sulla base delle indicazioni fornite dai Servizi di Prevenzione e Vigilanza delle Aziende ASL della Provincia di Bologna.
Di seguito si riportano integralmente gli elenchi di tali presidi:
La cassetta di Pronto Soccorso
• guanti monouso in vinile o in lattice (di diverse misure);
• 1 visiera paraschizzi o occhiali;
• 1 confezione di acqua ossigenata F.U. 10 volumi;
• un disinfettante non alcoolico (ad esempio citrosil);
• 10 compresse di garza sterile 10 × 10 in buste singole;
• 5 compresse di garza sterile 18 × 40 in buste singole;
• 2 pinzette sterili monouso;
• 1 confezione di cotone idrofilo;
• 2 confezioni di cerotti pronti all’uso (di varie misure);
• 2 rotoli di benda orlata alta cm 10;
• 1 rotolo di cerotto alto cm 2,5;
• 1 paio di forbici;
• 2 lacci emostatici;
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ORGANIZZAZIONE E PIANIFICAZIONE DEL PRIMO SOCCORSO
•
•
•
•
57
5 confezioni di ghiaccio “pronto uso”;
1 coperta isotermica monouso;
5 sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari;
1 termometro.
Il pacchetto di medicazione:
• guanti monouso in vinile o in lattice (di diverse misure);
• 1 confezione di acqua ossigenata F.U. 10 volumi;
• un disinfettante non alcoolico (ad esempio citrosil);
• 10 compresse di garza sterile 10 × 10 in buste singole;
• 5 compresse di garza sterile 18 × 40 in buste singole;
• 2 pinzette sterili monouso;
• 1 confezione di cotone idrofilo;
• 2 confezioni di cerotti pronti all’uso (di varie misure);
• 2 rotoli di benda orlata alta cm 10;
• 1 rotolo di cerotto alto cm 2,5;
• 1 paio di forbici;
• 2 lacci emostatici;
• 5 confezioni di ghiaccio “pronto uso”;
• 5 sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari;
• 1 termometro.
L’esperienza dimostra che questi presidi, con particolare riferimento alla cassetta
di medicazione, sono spesso presenti presso l’azienda, l’impresa o il cantiere senza
che sia stata preventivamente richiesta l’autorizzazione alla ASL territorialmente
competente.
L’utilizzo di questi presidi, diversi rispetto a quelli previsti dal Decreto Ministeriale 28 luglio 1958, dovrebbe comunque essere preventivamente autorizzato dalla
ASL di competenza territoriale dell’unità produttiva, dell’impresa o del cantiere.
È opportuno inoltre ricordare che gli elenchi sopra ricordati tendono a modificare in parte il contenuto del pacchetto o della cassetta, mentre l’articolo 6 del D.M. 28
luglio 1958 prevede soltanto la possibilità di “sostituzione”.
Nel caso quindi la ASL territorialmente competente, attenendosi peraltro ad una
precisa indicazione di legge pretenda una formale l’autorizzazione all’utilizzo dei
materiali sopra descritti si propone di seguito un modello di richiesta aderente al dettato normativo.
RICHIESTA DI SOSTITUZIONE DEI PRESIDI DI PRONTO SOCCORSO
Spett. ASL <...>
Servizio PSAL
Via <...>
CAP - Città
Il sottoscritto <...> datore di lavoro dell’azienda/impresa edile/committente del cantiere <...>
sito in Via <...>
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58
IL PRIMO SOCCORSO NELLE AZIENDE E NEI CANTIERI EDILI
visto
che presso l’azienda/impresa/cantiere si richiede la presenza di un pacchetto di medicazione/
cassetta di pronto soccorso,
considerato
quanto richiesto a proposito dal D.M. 28 luglio 1958 relativo ai “Presidi chimici e farmaceutici
aziendali”
considerato
che sulla base dell’articolo 6 del citato Decreto Ministeriale “L’ispettorato del lavoro (ora le
ASL, ex USSL che con la legge 833/1978 hanno assorbito compiti e funzioni dell’ispettorato
del lavoro N.d.R.) può autorizzare la sostituzione di taluni presidi elencati negli articoli precedenti con altri di riconosciuta pari efficacia”.
CHIEDE
DI POTER SOSTITUIRE ALCUNI PRESIDI DEL PACCHETTO DI MEDICAZIONE/DELLA
CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO.
In accordo con le indicazioni fornite dalle Linee guida per l’applicazione del D.Lgs. 626/
1994 della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome la Cassetta di Pronto Soccorso conterrà quindi i seguenti presidi sanitari:
•
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•
•
Cassetta di pronto soccorso
guanti monouso in vinile o in lattice (di diverse misure);
1 visiera paraschizzi o occhiali;
1 confezione di acqua ossigenata F.U. 10 volumi;
un disinfettante non alcoolico (ad esempio citrosil);
10 compresse di garza sterile 10 × 10 in buste singole;
5 compresse di garza sterile 18 × 40 in buste singole;
2 pinzette sterili monouso;
1 confezione di cotone idrofilo;
2 confezioni di cerotti pronti all’uso (di varie misure);
2 rotoli di benda orlata alta cm 10;
1 rotolo di cerotto alto cm 2,5;
1 paio di forbici;
2 lacci emostatici;
5 confezioni di ghiaccio “pronto uso”;
1 coperta isotermica monouso;
5 sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari;
1 termometro.
La cassetta di pronto soccorso conterrà inoltre: spille di sicurezza (spille da balia); un
dispenser di sapone liquido (o cinque saponette) al posto del tubetto di sapone in polvere;
un preparato antistaminico al posto delle fiale di ammoniaca; un preparato antiustione;
una boccetta da 25 g di tintura di iodio; cinque bustine di amuchina al posto di cinque
dosi per un litro ciascuna di ipoclorito di calcio stabilizzato per la preparazione di liquido di
Carrel-Dakin; una confezione di analgesico (ad esempio una scatola di Voltaren fiale) al
posto della morfina; due confezioni di un cortisonico da somministrare per via endovenosa al
posto dell’adrenalina; una confezione di farmaco cardiotonico ed una di analettico respiratorio
(ad esempio Effortil gtt. e Micoren gtt) al posto delle fiale di caffeina, canfora e sparteina; una
confezione di pomata antibiotica (ad esempio Aureomicina) al posto di un astuccio conte-
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ORGANIZZAZIONE E PIANIFICAZIONE DEL PRIMO SOCCORSO
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nente gr 15 di preparato antibiotico-sulfamidico stabilizzato in polvere; tre matite emostatiche al posto di tre fialette di preparato emostatico; due siringhe monouso da 5 e 10 cc al
posto di due siringhe per iniezione da 2 cc e da 10 cc con 10 aghi di numerazione diversa;
una bacinella di metallo smaltato; due paia di diversa forma e lunghezza di stecche per
frattura; una copia del Manuale di primo soccorso; l’ebollitore viene sostituito dal fatto
che si utilizzano solo materiali monouso.
•
•
•
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Pacchetto di medicazione
guanti monouso in vinile o in lattice (di diverse misure);
1 confezione di acqua ossigenata F.U. 10 volumi;
un disinfettante non alcoolico (ad esempio citrosil);
10 compresse di garza sterile 10 × 10 in buste singole;
5 compresse di garza sterile 18 × 40 in buste singole;
2 pinzette sterili monouso;
1 confezione di cotone idrofilo;
2 confezioni di cerotti pronti all’uso (di varie misure);
2 rotoli di benda orlata alta cm 10;
1 rotolo di cerotto alto cm 2,5;
1 paio di forbici;
2 lacci emostatici;
5 confezioni di ghiaccio “pronto uso”;
5 sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari;
1 termometro.
Il pacchetto di medicazione conterrà inoltre: spille di sicurezza; un dispenser di sapone
liquido (o cinque saponette) al posto del tubetto di sapone in polvere; un preparato antistaminico al posto delle fiale di ammoniaca; un preparato antiustione; una copia del Manuale
di primo soccorso.
Distinti saluti
Data <...>
Firma <...>
In questo caso l’autorizzazione si ritiene possa essere concessa senza difficoltà.
In azienda/impresa e presso il cantiere deve sempre essere conservata copia dell’autorizzazione.
Sulla base di quanto affermato, si riporta quindi (◆AL 7) l’elenco aggiornato dei
presidi che dovranno essere contenuti nel pacchetto di medicazione e nella cassetta
di pronto soccorso previa concessione alla sostituzione dalla ASL territorialmente
competente.
Una volta ottenuta l’autorizzazione da parte della ASL territorialmente competente il datore di lavoro ovvero il committente (o responsabile dei lavori) del cantiere
può formulare una richiesta del materiale sanitario del pacchetto di medicazione o
della cassetta di pronto soccorso (◆AL 7) presso una farmacia.
Per quanto riguarda i farmaci che possono essere dispensati solo dietro presentazione di ricetta medica (ad esempio Voltaren, Flebocortid, Effortil) si prospettano
due possibilità di richiesta:
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60
IL PRIMO SOCCORSO NELLE AZIENDE E NEI CANTIERI EDILI
1) il medico competente che per altro dovrebbe essere presente in ogni impresa
edile, formula la richiesta su ricettario medico dopo aver comunque impartito
istruzioni scritte sui limiti di utilizzo dei farmaci stessi (vedi Manuale di primo
soccorso – norme generali di comportamento degli addetti al primo soccorso);
2) il datore di lavoro richiede il materiale sanitario direttamente alla farmacia specificando che si tratta di presidi che entreranno a far parte della cassetta di medicazione a norma del D.M. 28 luglio 1958; a questa richiesta il datore di lavoro deve
allegare l’autorizzazione della ASL territorialmente competente alla sostituzione
di alcuni presidi originariamente previsti nella cassetta stessa con altri di riconosciuta pari efficacia.
I requisiti della camera di medicazione devono tenere conto del D.M. 28 luglio
1958 tenendo presente che comunque è opportuno in questo caso un aggiornamento
dei contenuti, sulla base delle indicazioni degli organi di vigilanza competenti per
territorio.
Un cenno specifico, inoltre, deve essere dedicato alle attività cantieristiche per
lavori in sotterraneo. Anche in questo caso al posto dei presidi descritti per la cassetta di medicazione dal D.M. 12 marzo 1959 si potranno utilizzare quelli descritti per
la cassetta di pronto soccorso, autorizzati con le modalità sopra considerate, integrati
da ulteriore materiale come previsto dal D.P.R. 320/1956 e sulla base dei rischi emersi nella valutazione dei rischi e del piano di pronto soccorso (utili per esempio barelle adattabili alla situazione). Lo stesso discorso vale anche per la camera di
medicazione (◆AL 1).
Una volta definito il contenuto minimo dei vari presidi di pronto soccorso, deve
essere comunque ribadito che tali materiali rappresentano una base minimale ed obbligatoria richiesta dalla legge. È opportuno pertanto valutarne l’eventuale integrazione con altri maggiormente specifici quando la tipologia infortunistica presente
nell’impresa/cantiere, secondo le indicazioni della valutazione dei rischi, ne evidenzi
la necessità. In questa fase diventa, quindi, di primaria importanza il ruolo del medico competente sia nella segnalazione dei presidi più adeguati che nella definizione
del personale più idoneo alla gestione degli interventi di primo soccorso e nella proposta di specifici e più complessi programmi di formazione.
Per concludere l’argomento relativo ai contenuti ed alle caratteristiche dei presidi
di primo soccorso da tenere presso l’azienda/impresa/cantiere, va ribadito che un’importante innovazione in materia potrà essere apportata dall’approvazione del Decreto
Ministeriale riportato in bozza nel capitolo relativo alle novità legislative in materia
di primo soccorso.
In attesa pertanto della emanazione del Decreto Ministeriale potrebbe essere logico suggerire (anche se va ribadito che non è corretto dal punto di vista di quanto
strettamente richiesto dalla normativa attualmente vigente) di adottare presso
l’azienda, il cantiere o l’impresa edile i presidi della cassetta di pronto soccorso così
come definiti dalle “Linee Guida” per l’applicazione del D.Lgs. 626/1994 della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome (che per altro ricalcano abbastanza fedelmente i presidi richiesti nell’Allegato 1 della bozza di Decreto
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Ministeriale ex articolo 15, comma 3 del D.Lgs. 626/1994) indipendentemente dal rilascio di uno specifico atto autorizzativo. Tuttavia, in questo caso, si ritiene opportuno che le singole aziende o imprese investano del problema le associazioni di
categoria al fine di contattare le ASL del territorio di competenza. In quest’ottica le
associazioni di categoria potrebbero eventualmente farsi promotrici di richieste cumulative a nome e per conto degli associati sulla base di un contenuto minimo dei
presidi di primo soccorso preliminarmente concordati con le ASL del territorio ed in
particolare con i sanitari del Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di
Lavoro.
Novità legislative
L’emanazione del Decreto Ministeriale semplificherà di fatto i problemi legati
alle dotazioni minime dei presidi di pronto soccorso.
Infatti si prevedono solo due tipologie di dotazioni sanitarie: la cassetta di pronto
soccorso per le aziende ed unità produttiva di gruppo A e di gruppo B ed il pacchetto
di medicazione per le aziende di gruppo C (circa il significato e le modalità di classificazione delle unità produttive in tali gruppi si rimanda a quanto riportato nel capitolo relativo alle novità legislative in materia di primo soccorso).
La quantità e la specie del corredo sanitario contenuto rispettivamente nella cassetta di pronto soccorso e nel pacchetto di medicazione sono invece chiaramente
identificate negli Allegati 1 e 2 del Decreto Ministeriale citato.
Nel testo seguente rispettivamente alla “Cassetta di pronto soccorso” ed al “Pacchetto di medicazione” si riporta l’elenco di tali presidi con alcune note di spiegazione ed integrazione a quanto previsto dal testo di legge (si tratta di “consigli
dell’autore” sulla base dell’esperienza personale e di linee guida regionali: per questo risultano scritte in corsivo).
Cassetta di pronto soccorso
• guanti monouso in vinile o in lattice (sono i cosiddetti “guanti del medico”, si consiglia di
averne a disposizione alcune paia di diverse misure);
• 1 visiera paraschizzi (o occhiali);
• 1 confezione di Betadine soluzione cutanea da 1 litro;
• 3 flaconi di soluzione fisiologica (cloruro di sodio 0,9%) da 500 ml;
• 10 compresse di garza sterile 10 × 10 in buste singole;
• 2 compresse di garza sterile 18 × 40 in buste singole;
• 2 pinzette sterili monouso;
• confezione di rete elastica di misura media;
• 1 confezione di cotone idrofilo;
• confezioni di cerotti pronti all’uso di varie misure (almeno 2 confezioni);
• rotolo di cerotto alto cm 2,5 (almeno 2);
• 1 paio di forbici;
• 3 lacci emostatici;
• confezioni di ghiaccio “pronto uso” (sono prescritte 2 confezioni: nelle realtà industriali di
maggiori dimensioni si consiglia di averne almeno 5);
• sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (almeno 5);
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•
•
IL PRIMO SOCCORSO NELLE AZIENDE E NEI CANTIERI EDILI
1 termometro;
Apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa.
NOTA: Si consiglia inoltre di tenere a disposizione le istruzioni sul modo di usare i presidi suddetti e di prestare i primi soccorsi in attesa del servizio di emergenza.
Il pacchetto di medicazione
• guanti monouso in vinile o in lattice (si consiglia di averne a disposizione alcune paia di
diverse misure);
• 1 confezione Betadine soluzione cutanea da 125 ml;
• 1 flacone di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0,9%) da 250 ml;
• compresse di garza sterile 10 × 10 in buste singole (almeno 3 confezioni);
• compresse di garza sterile 18 × 40 in buste singole (almeno 1 confezione);
• pinzette sterili monouso (almeno 1 confezione);
• 1 confezione di cotone idrofilo;
• confezioni di cerotti pronti all’uso di varie misure (almeno 2 confezioni);
• rotolo di benda orlata alta cm 10;
• rotolo di cerotto alto cm 2,5;
• 1 paio di forbici;
• 1 laccio emostatico;
• confezione di ghiaccio “pronto uso” (almeno 2 confezioni: è sempre molto utile);
• sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (almeno 1);
• 1 termometro
• istruzioni sul modo di usare i presidi suddetti e di prestare i primi soccorsi in attesa del
servizio di emergenza.
Come gestire e dove ubicare i presidi di primo soccorso
Un altro aspetto di grande importanza, accanto a quello di identificare con precisione il tipo di presidi da avere a disposizione, risulta quello di localizzare e gestire
correttamente tali dispositivi.
A questo proposito è interessante un’analisi dettagliata dell’articolo 2, commi 1 e
2, della bozza del Decreto Ministeriale. Vi si possono infatti trarre spunti significativi circa la corretta gestione di queste attrezzature che, indipendentemente dal fatto
che non siano ancora richieste “per legge” sono, comunque, indicazioni di estremo
buon senso.
Nelle pagine che seguono si è, appunto, cercato di fornire suggerimenti al riguardo sintetizzandoli in cinque azioni fondamentali.
1) Le attrezzature di primo soccorso devono essere tenute “presso ciascun luogo
di lavoro”.
Non è sufficiente, per esempio, nel caso di una squadra di operai edili che lavorano presso un cantiere stradale, che l’attrezzatura di soccorso sia presente presso la
sede legale dell’impresa (nel caso specifico in cui i lavoratori prestino la propria opera in luoghi isolati esterni alla sede dell’azienda si applicherà in particolare quanto
previsto dal comma 5 dell’articolo 2 della bozza del Decreto Ministeriale ex articolo
15 del D.Lgs. 626/1994).
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Allo stesso modo, se una singola azienda è composta da più unità produttive dislocate in aree diverse, è necessario che presso ogni sede sia garantita la presenza di
adeguati presidi di primo soccorso (si veda anche quanto prescritto a proposito dal
D.P.R. 303/1956).
2) Le attrezzature di pronto soccorso devono “essere adeguatamente custodite”.
Non è possibile quindi lasciare che tali dispositivi vengano utilizzati da tutti, in
modo indiscriminato e senza controllo.
I box che contengono materiale di primo soccorso devono quindi risultare chiusi e
le chiavi devono essere immediatamente disponibili ai soli addetti al primo soccorso.
Si ritiene inoltre che tali soggetti abbiano anche il compito, che deve tuttavia essere formalmente delegato da parte del datore di lavoro (ad esempio con la distribuzione delle procedure di seguito riportate), di verificare la scadenza, di reintegrare i
quantitativi minimi dei singoli presidi e di mantenere tutto il materiale in buona efficienza. Tale funzione è comunque svolta sotto la responsabilità del datore di lavoro
(che deve sempre controllare l’attività dei soggetti preposti) ed in collaborazione con
il medico competente della ditta a cui, a nostro avviso, spetta di elaborare idonee
procedure di verifica dei presidi che devono poi essere applicate dagli addetti al primo soccorso. Laddove non sia presente il medico competente tali attività sono di pertinenza del solo datore di lavoro.
Nei cantieri edili tali compiti dovranno essere svolti dal committente/responsabile dei lavori o dal datore di lavoro, eventualmente dell’impresa capo commessa, (o da
persona preposta quale il coordinatore degli addetti al primo soccorso) con la supervisione dei coordinatori per la sicurezza (al coordinatore in fase di progettazione
spetta la redazione del piano di primo soccorso ed il compito, quindi, di stabilire delle procedure; al coordinatore in fase di esecuzione di verificare, tra l’altro, l’effettuazione di tali procedure).
Di seguito viene proposto un compendio, a carattere generale, di indicazioni da
seguire per assicurare la custodia e garantire la integrità e la preservazione dei presidi di pronto soccorso.
Tali procedure, che dovranno essere consegnate agli addetti al primo soccorso,
devono naturalmente entrare a far parte del Piano di primo soccorso.
Procedure di custodia dei presidi sanitari
• I presidi di primo soccorso devono essere custoditi in idonei contenitori che ne
impediscano il deterioramento (cassetta di plastica dura, applicata saldamente al
muro e/o borsa facilmente trasportabile a mano custodite in luoghi adeguatamente protetti e nel rispetto delle norme igieniche).
• I contenitori dei presidi di primo soccorso devono risultare chiusi con lucchetto a
chiave o a combinazione. Chiave o combinazione devono essere in possesso
degli addetti al primo soccorso e sempre immediatamente disponibili.
• I presidi vanno verificati al termine di ogni intervento con particolare riguardo a:
a) eliminare il materiale scaduto, rovinato, aperto o comunque contaminato;
b) reintegrare immediatamente detto materiale.
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•
•
•
IL PRIMO SOCCORSO NELLE AZIENDE E NEI CANTIERI EDILI
I presidi vanno comunque verificati almeno una volta al mese indipendentemente dal loro utilizzo (a questo proposito è utile stabilire dei riflessi condizionati: ad esempio il giorno di paga si verifica il contenuto della cassetta di pronto
soccorso).
I compiti sopra delineati sono a carico degli addetti al primo soccorso (o a carico
di un preposto specificamente designato).
Ogni anomalia deve essere segnalata immediatamente al datore di lavoro ed al
medico competente.
3) I presidi di primo soccorso devono avere un’idonea ubicazione.
Il datore di lavoro deve individuare un’area o più aree di ubicazione dei presidi di
primo soccorso che siano facilmente e rapidamente raggiungibili da ogni punto
dell’azienda/cantiere e segnalate in modo adeguato (◆AL 1).
Al riguardo è anche utile ricordare che il D.P.R. 303/1956 prevede all’articolo 31
che “nei complessi industriali ove la distanza dei vari reparti di lavoro dal posto di
pronto soccorso dell’azienda è tale da non garantire la necessaria tempestività di
cure” si debba attuare un decentramento dei presidi. Si ritiene che questa indicazione
debba mantenere, anche dopo che verrà emanato il Decreto Ministeriale ex articolo
15 del D.Lgs. 626/1994, tutta la sua validità e che, quindi, in queste situazioni il datore di lavoro debba in ogni caso decentrare in due o più aree (secondo la necessità)
le attrezzature di primo soccorso. Naturalmente il datore di lavoro dovrà fornire
un’ampia informazione circa l’esistenza e l’ubicazione di tali presidi a tutti i propri
dipendenti e comunque a tutti i lavoratori (anche gli autonomi) presenti presso
l’azienda (lavoro in appalto) o in cantiere.
A questo punto è utile formulare qualche considerazione sul concetto di “idonea
ubicazione” sulla base di un’esperienza che mi è capitata durante l’attività professionale.
Il caso
Nel corso di un sopralluogo presso un cantiere di medie dimensioni (ristrutturazione di un vecchio edificio di 7 piani), ho chiesto al capo cantiere di mostrarmi la
cassetta di pronto soccorso. Il capo cantiere mi ha fatto scendere una scala molto
stretta, ingombra di calcinacci e senza corrimano portandomi nello scantinato dello
stabile in un cantinino angusto, umido, senza alcuna segnalazione e che fungeva da
deposito di ogni sorta di altro materiale.
Appesa al muro una cassetta di pronto soccorso con lo sportellino aperto e penzolante (la cerniera superiore era strappata); all’interno della cassetta solo qualche
benda sporca ed una bottiglietta di acqua ossigenata vuota.
Commenti:
La postazione di soccorso descritta non risulta adeguata (e quindi è passibile di
sanzione) in quanto:
1) il luogo risulta difficilmente raggiungibile;
2) il luogo non risulta idoneo (dal punto di vista igienico ed in relazione alla mancata protezione contro l’umidità che può deteriorare i presidi di soccorso);
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3) il luogo non risulta individuato da apposita segnaletica;
4) la cassetta risulta in cattivo stato di conservazione (vedi punto 2)
5) non sono presenti i presidi richiesti (vedi elenco dei presidi minimi in questo
capitolo);
6) non sono presenti le istruzioni sul modo di usare i presidi sanitari (vedi punto 4).
Sulla base delle considerazioni sopra formulate, quindi, gli ambienti in cui si collocano i presidi di emergenza sanitaria devono presentare almeno le seguenti caratteristiche:
a) devono essere facilmente raggiungibili in pochi minuti da qualsiasi punto
dell’azienda ove avvenga l’infortunio;
b) devono essere raggiungibili tramite percorsi sicuri (non devono incontrarsi pericoli nel transitarli) e non ingombri di materiale;
c) devono essere puliti, protetti dalle intemperie ed adeguatamente illuminati.
Le aree in cui si collocano i presidi sanitari devono essere adeguatamente segnalate (ad esempio tramite la presenza di una croce verde su fondo bianco). Nei punti
di maggior passaggio degli ambienti di lavoro (ad esempio vano scale o ascensore)
devono essere affisse delle piantine dell’azienda/cantiere con segnalati i punti in cui
si localizzano i presidi di emergenza sanitaria.
4) Collocazione in corrispondenza del presidio di primo soccorso di una copia
del Piano di primo soccorso ed in particolare del Manuale di primo soccorso.
Il Manuale di primo soccorso deve essere, infatti, sempre consultabile in ogni
momento e facilmente reperibile in corrispondenza del pacchetto di medicazione e
della cassetta di medicazione (secondo quanto espressamente previsto dall’Allegato
2 del Decreto Ministeriale ex articolo 15 del D.Lgs. 626/1994 e dal D.M. 28 luglio
1958).
5) Integrazioni alla dotazione minima di pronto soccorso.
I presidi richiesti per legge rappresentano una base minimale ed obbligatoria dello strumentario di pronto soccorso presso l’azienda.
Se ne deve valutare quindi l’eventuale integrazione con altre attrezzature, compresi i dispositivi di prevenzione individuali per l’effettuazione di operazioni di salvataggio, sulla base dei rischi infortunistici che risultano ipotizzabili a partire dalla
valutazione dei rischi dell’azienda o dal piano operativo di sicurezza dell’impresa, o
dal piano di sicurezza o di coordinamento di cantiere. Si ritiene che in questa fase diventi di primaria importanza il ruolo e l’apporto del medico competente nel suggerire le soluzioni e le attrezzature complementari più idonee (vedi anche articolo 4,
comma 1 del Decreto Ministeriale ex articolo 15 del D.Lgs. 626/1994, il D.M. 28 luglio 1958 ed il D.M. 12 marzo 1959).
Riguardo i dispositivi di prevenzione individuali per l’effettuazione di operazioni
di salvataggio bisogna ricordare che quanto previsto per i presidi sanitari vale anche
per tali attrezzature: l’articolo 4 del Decreto Ministeriale, in particolare, precisa che
tali presidi devono essere messi a disposizione degli incaricati di primo soccorso, da
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IL PRIMO SOCCORSO NELLE AZIENDE E NEI CANTIERI EDILI
parte del datore di lavoro, sulla base dei rischi infortunistici individuati nella valutazione dell’azienda e sentito il parere del medico competente; anche tali dispositivi,
inoltre, devono essere conservati in luoghi idonei, facilmente accessibili e segnalati
oltre ad essere mantenuti in stato di costante efficienza. Per le considerazioni relative
a tali requisiti si rimanda a quanto affermato per i presidi sanitari d’emergenza.
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