Per Informazioni e Prenotazioni:
0341 1695111
Egregio cittadino,
Gentile cittadina,
La Clinica San Martino è ormai una solida realtà del territorio. Una Clinica moderna,
dinamica ed in costante espansione. Non passa giorno che nuovi esperti medici, accuratamente
selezionati dalla nostra Direzione Sanitaria, vengano a prestare la loro opera ampliando così
ulteriormente le opportunità di prevenzione, monitoraggio e terapia, anche grazie all’ausilio di
tecnologie all’avanguardia.
Al momento sono già operativi i seguenti reparti:
Chirurgia Maxillofacciale
Chirurgia Generale
Cardiologia
Dermatologia
Otorinolaringoiatria
Ostetricia-Ginecologia
Fisioterapia
Osteopatia-Fisioterapia
Medicina e Chirurgia Estetica
Centro Prelievi- Convenzione SSN
Odontoiatria
Diagnostica per Immagini
Oculistica
Urologia
Senologia
Ortopedia
Medicina Interna
Endocrinologia-Diabetologia
Medicina del Sonno
Nutrizionista
In questo opuscolo troverà delle interviste ad alcuni nostri specialisti.
Per informazioni e prenotazioni non esiti a contattarci alla nostra linea telefonica dedicata:
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(Lun-Ven
7.30-18.30,
Sabato
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Malgrate
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Poliambulatori Specialistici
Radiologia – Prossima Apertura
Centro Prelievi – Convenzionato SSN
Centro prelievi
Esami del sangue
Esami di laboratorio
In convenzione con il SSN
Dal Lunedì al Sabato dalle 7.30 alle 9.30
Accesso diretto – senza prenotazione
In collaborazione con
CARDIOLOGIA
Tecniche Non Invasive per un Cuore Sano
La valutazione
si basa sulla
ecocardiografia:
così si
visualizzano
le strutture
cardiovascolari
Le
cardiopatie
costituiscono
la
principale causa di malattia e di morte
negli uomini e nelle donne dei paesi
industrializzati. La prevenzione, la
diagnosi precoce, il trattamento
efficace e individualizzato e la
formulazione della prognosi sono
essenziali per allungare e migliorare la
qualità della vita nei soggetti con
cardiopatia sospetta o accertata.
«Nella nostra clinica - spiega Massimo
Pozzoli,
cardiologo
stiamo
sviluppando un programma che sia
capace di attraversare i confini delle
varie tecnologie e delle varie subspecialità.
Crediamo
che
la
collaborazione dei professionisti e
l’integrazione di differenti tecniche
diagnostiche sia essenziale per
raggiungere l’obiettivo di fornire un
servizio veramente “incentrato-sul
paziente”.
Uno dei caposaldi della valutazione
cardiologica
non-invasiva
è
l’ecocardiografia.
Questa
tecnica,
utilizzando ultrasuoni, è capace di
visualizzare le strutture cardiovascolari
e le velocità dei flussi ematici al loro
interno, con piani tomografici multipli.
In questo modo è possibile quantificare
le dimensioni e il funzionamento delle
camere cardiache e delle valvole in
tempo reale e senza esporre il paziente
a radiazioni ionizzanti. Inoltre, questa
tecnica è versatile e può essere
utilizzata sia a riposo che in
combinazione con uno
stress fisico o farmacologico per
indagare
la
riserva
funzionale,
l’ischemia e la vitalità del muscolo
cardiaco. Con la stessa metodica è
possibile valutare le arterie periferiche.
Le più complesse tecniche di immagine
come
la
risonanza
magnetica
cardiovascolare
o
tomografia
computerizzata sono state di recente
introdotte
nell’armamentario
cardiologico. Oltre a integrare le
informazioni
ottenute
con
l’ecocardiografia,
possono
essere
utilizzate per una più accurata
caratterizzazione dei tessuti cardiaci
e una visualizzazione non-invasiva
dell’albero coronarico, dell’aorta e dei
vasi periferici. Il clinico, in questo
modo, è facilitato nell’assumere le
decisioni appropriate per prevenire,
diagnosticare, curare e prevedere il
decorso della maggior parte delle
patologie cardiache. Le metodiche noninvasive sono destinate a espandersi e
giocheranno un ruolo importante nel
programma di cardiologiadella nostra
clinica».
CONTATTI
Dr. Massimo Pozzoli
Medico Chirurgo
Specialista in Cardiologia
Clinica San Martino – Malgrate
Tel. 0341 695111
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OSTETRICIA - GINECOLOGIA
Nuove Frontiere/ DNA e Biologia Molecolare
Mappatura del DNA
e
biologia Molecolare, quali
riscontri si trovano in
campo
ginecologico
nell’ambito
della
prevenzione del tumore
del collo dell’utero, una
patologia
sempre
più
frequente tra le donne?
Mappatura
del
DNA e Biologia
Molecolare
per
migliorare cure e
attenzione
alle
pazienti
Il tumore del collo dell’utero – spiega il
Dottor Gregorio Del Boca - è la seconda
causa di morte per tumore nelle donne
giovani e l’eziologia della malattia è
legata al virus dell’HVP, una famiglia di
100 virus di cui 13-15 sono identificati
ad alto rischio. Lo stato dell’arte ad ora
prevede il pap test il cui apporto nella
prevenzione ai tumori è stato
fondamentale nel corso degli ultimi
trent’anni e non a caso non sono
mancate campagne a tema. Tuttavia il
test è gravato da una possibile
incidenza di falsi negativi, mentre con
la metodica del DNA è possibile
individuare
Virus ad alto rischio
eseguendo esami più sensibili e
maggiormente predittivi.
Per quanto
prenatale?
riguarda
la
Si tratta tuttavia di esami invasivi che
presentano
un rischio dell’1% di
perdere il frutto del concepimento.
Nell’ambito dello screening da qualche
anno è inoltre attuata la translucenza
nucale che è un esame ecografico che
mette in correlazione lo spessore della
cute sulla nuca al rischio che il
nascituro presenti la sindrome di
Down. Recentemente infine grazie ad
un semplice prelievo di sangue è
possibile ricavare delle cellule fetali e
con questa metodica è possibile
diagnosticare alcune malattie con
elevate percentuali di successo, ad
esempio
la sindrome di Down è
riscontrabile con un’accuratezza del
99%. Naturalmente se l’esame è
positivo deve essere confermato con
l’Amniocentesi, ma in questo modo è
possibile
evitare
un
numero
significativo di esami invasivi.
PRINCIPALI CAMPI DI
INTERVENTO


diagnosi
Nella diagnosi prenatale è possibile
verificare se il nascituro presenta una
patologia nei cromosomi. La patologia
più frequente è la Trisomia 21 –
Sindrome di Down - che è riscontrabile
con Amniocentesi e Villocentesi che
sono due esami invasivi che, in estrema
sintesi, a seguito dell’estrazione del
liquido amniotico o di villi coriali
consentono di effettuare la mappa
cromosomica.


Visita Ginecologica
Ecografia Ginecologica
Transvaginale
Ecotomografia Ostetrica
Pap Test
CONTATTI
Dr. Gregorio Del Boca
Medico Chirurgo
Specialista in Ostetrica-Ginecologia
Clinica San Martino – Malgrate
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OSTETRICIA - GINECOLOGIA
Ostetricia – Ginecologia/ La prevenzione è Donna
Riservare
uno
spazio annuale per
effettuare controlli
specialistici
è
diventata una realtà
indiscussa
nell'ambito
ginecologico
Il concetto di prevenzione per la tutela
della salute è ormai un’esperienza
acquisita per la maggior parte delle
donne. Riservare quindi uno spazio
annuale per effettuare controlli
specialistici è diventata una realtà
indiscussa nell'ambito ginecologico.
Il Dott. Valerio Mariani, Specialista in
Ostetricia e Ginecologia, consiglia di
effettuare annualmente:
“La visita ginecologica dove è possibile,
dopo una accurata anamnesi familiare
e personale, consente di individuare le
possibili problematiche inerenti le varie
fasce di età e, con un esame clinico
dell’apparato genitale, trovare la
corretta terapia preventiva e/o
curativa.
L’ecografia ginecologica transvaginale
è l’ indispensabile completamento della
visita. L’ecografia infatti non sostituisce
la visita, ma
fornisce dettagli e
particolari fondamentali per una
corretta valutazione dell’apparato
genitale femminile.
Il PAP TEST inoltre è un esame
semplice ed indolore da eseguire, ma
fondamentale per lo screening dei
tumori
della
cervice
uterina.
Utilizzando una piccola spatola ed un
normale tamponcino si prelevano
alcune cellule dal collo dell’utero e dal
canale cervicale. Analizzate le cellule al
microscopio si è in grado di individuare
le possibili lesioni causate da infezione
da papilloma virus (HPV). Il pap test va
ripetuto ogni 2/3 anni ( dai 20 ai 65
anni).
Recentemente viene anche consigliata
l’esecuzione ogni 5 anni di un HPV-PAP
TEST.”
L’OSTETRICIA - prosegue il Dott.
Mariani - con la gravidanza necessita
ovviamente un discorso a parte. I
controlli clinici e laboratoristici devono
essere periodici. Le ecografie suddivise
secondo
le
differenti
epoche
gestazionali ( tra la 12 e 14 settimana
per la translucenza nucale- Tra la 19 e
21 settimana per la Morfologia fetale –
tra la 30 e 32 settimana per la crescita
fetale etc.). In ostetricia tutti i controlli
clinici e strumentali devono sempre
mirare al benessere materno- fetale,
non esistono quindi regole valide per
tutti.”
PRINCIPALI CAMPI DI
INTERVENTO




Visita Ginecologica
Ecografia Ginecologica
Transvaginale
Ecotomografia Ostetrica
Pap Test
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Dr. Valerio Mariani
Medico Chirurgo
Specialista in Ostetrica-Ginecologia
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DERMATOLOGIA
I Tumori della Pelle: consigli per la prevenzione
I tumori della pelle, alcuni consigli per
la prevenzione dal dottor Carlo
Bornacina-Dermatologo.
“Un melanoma
escisso e trattato
nelle sue prime fasi
è una malattia
assolutamente
curabile”
“È molto importante sottoporsi a visite
di screening anche perché i tumori
della pelle sono il classico esempio
dell’importanza della prevenzione. Un
melanoma escisso e trattato nelle sue
prime
fasi
è
una
malattia
assolutamente curabile, seguono poi
dei controlli e degli esami strumentali
poco complessi. Maggiori problemi
invece ne derivano se passa troppo
tempo prima che venga effettuata una
corretta diagnosi. La maggior incidenza
da Melanoma si riscontra nell’età
adulta , da 30 a 60 anni, ma è meglio
che tutti si sottopongano a controlli
periodici specie in presenza di fattori di
rischio. La visita è semplice e poco
invasiva e lo specialista si avvale di uno
strumento
importante,
il
dermastoscopio, che permette di
vedere con una luce particolare le
lesioni pigmentarie.”
Come si interviene nel caso di un
tumore della pelle? Ci sono soggetti
maggiormente predisposti?
“Quando si riscontra il sospetto di un
tumore della pelle è importante
disporre di un esame istologico e quindi
in primo luogo la terapia è chirurgica,
anche se per alcune patologie non
mancano terapie topiche. In linea di
massima è bene sottoporsi a visite
periodiche sia per chi ha già avuto un
tumore della pelle sia per chi presenta
determinati fattori di rischio,
quali la familiarità o un alto numero di
precancerosi o di nei. Le abitudini di
vita inoltre
hanno sicuramente
contributo ad aumentare l’incidenza
dei tumori della pelle e sia l’esposizione
al sole sia l’utilizzo di lampade ne
hanno aumentato la diffusione. Si
consiglia di proteggere la propria pelle
dal sole con creme solari o anche dei
fotoprotettori che si possono prendere
per bocca; buona norma è anche
quella di esporsi al sole in determinati
orari evitando quelli più caldi. Oltre ai
controlli
periodici
infine
è
fondamentale imparare a osservare
attentamente
il
proprio
corpo
percependo così dei segnali che
potrebbero
condurre
ad
una
tempestiva diagnosi. Per quanto
riguarda i nei rimane valida “la regola
dell’alfabeto”: A come asimmetria: il
neo deve balzare all’occhio quando ha
una forma strana; B come Bordi,
devono insospettire i bordi frastagliati;
C come Colore, con attenzione per un
colore nero o per la presenza di più
colori all’interno dello stesso neo; D, le
Dimensioni se sopra i 6 mm. E,
evoluzione in modo di intercettare
cambiamenti di uno stesso neo oppure
la comparsa di una nuova lesione
CONTATTI
Dr. Carlo Bornacina
Medico Chirurgo
Specialista in Dermatologia
Clinica San Martino – Malgrate
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OCULISTICA
Glaucoma: Il Danno Silenzioso
Si pensa che il 50%
dei malati di
glaucoma non sia al
corrente di avere la
malattia
“Fra le patologie oculari, certamente il
glaucoma occupa le prime posizioni per
quel che riguarda la sintomatologia –
Illustra il Dottor Tommaso Putignano,
oculista - nella forma più frequente ,
quasi assente, e il danno irreversibile
che procura al nervo ottico. E’ una
patologia molto grave che se non
diagnosticata in tempo può provocare
seri danni alla vista e, in alcuni casi,
ipovisione e cecità. Negli stadi più
avanzati si ha una visione cosiddetta
“tubulare” poiché
viene persa la
visione periferica del campo visivo.
La forma più frequente di glaucoma
detto primario a angolo aperto ha un
andamento lento, silenzioso, ma
inesorabile e viene riscontrata in
occasione di una visita oculistica al
controllo della pressione oculare
(tono). I meccanismi attraverso i quali
si sviluppa un glaucoma sono ancora in
parte sconosciuti, ma sono stati
individuati fattori di rischio che si
associano alla malattia, tra i quali, in
particolare ricordiamo la pressione
oculare elevata, l’età, la familiarità, la
miopia e i fattori sistemici. La pressione
oculare è il primo fra i fattori di rischio;
non esiste un valore “normale” di
pressione in quanto varia a seconda dei
singoli individui e il medico oculista
valuta tale valore interpretandolo con
altri parametri. La frequenza della
malattia nella popolazione aumenta
sensibilmente con l’età, è quindi
fortemente consigliata per tutti una
visita oculistica dopo i 40 anni; in
particolare le persone con familiarità di
primo grado (rischio di malattia fino a
10 volte maggiore) e altri fattori di
rischio devono sottoporsi a controllo
specialistico prima di tale età.
Si pensa che il 50% dei malati di
glaucoma non sia al corrente di avere la
malattia. Pazienti affetti da malattie
croniche sistemiche come diabete e
ipertensione arteriosa hanno più
possibilità di sviluppare la malattia.
Per la diagnosi ci si avvale
dell’osservazione della papilla ottica
(testa del n. ottico), dello studio del
campo visivo, della pachimetria (studio
dello spessore corneale), dell’ OCT e del
HRT per lo studio del n. ottico e per
l’analisi quantitativa dei fasci del nervo.
Un altro esame importante è la
gonioscopia che permette di valutare
una zona dell’occhio chiamata angolo
irido-corneale.
La
terapia
si
basa
sulla
somministrazione quotidiana di colliri
specifici e su eventuali trattamenti
chirurgici qualora la terapia medica non
fosse più sufficiente. Le aree del campo
visivo perse a causa dei danni provocati
al n. ottico non possono essere
recuperate da alcun trattamento; la
terapia ha esclusivamente funzione
conservativa o preventiva.
CONTATTI
Dr. Tommaso Putignano
Medico Chirurgo
Specialista in Oculistica
Clinica San Martino – Malgrate
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UROLOGIA
Prostata, controlli <<obbligatori>> dopo i 45
anni
La visita
dall’urologo è
consigliata una
volta l’anno per
prevenire
patologie
oncologiche e
funzionali
C’è un’età nella vita di un uomo in cui
prendersi cura di sè e sottoporsi a visite
accurate diventa “obbligatorio”.
«Dai 45 anni in poi - spiega Salvatore
Scuzzarella, specialista in Urologia,
Chirurgia generale e Sessuologia clinica
- è utile eseguire l’esame del Psa,
l’ecografia all’addome e ai testicoli
oltre che l’esame della prostata
transrettale e l’uroflussometria. Tranne
l’esame del sangue per il Psa, tutte le
altre indagini diagnostiche possono
essere eseguite in un’unica visita. In
questo modo si ha un quadro completo
delle condizioni di salute del paziente,
sia che quest’ultimo abbia manifestato
sintomi specifici, sia che non ve ne
siano affatto. La sintomatologia più
frequente annovera difficoltà nella
minzione, bisogno di urinare molte
volte durante il giorno e anche la notte,
calo della libido, difficoltà ad espletare
il rapporto sessuale e problemi nella
sfera della riproduzione.
La visita dall’urologo andrebbe fissata
una volta l’anno. I controlli permettono
di cogliere per tempo l’insorgenza di
patologie oncologiche o funzionali, che,
se scoperte precocemente, possono
essere guarite facilmente grazie alle
nuove
tecniche
chirurgiche
laparoscopiche eseguite con i robot.
In questo modo è possibile intervenire
sul tumore alla prostata, renale e della
vescica. Solo quest’ultimo, ad ogni
modo, ha una vera sintomatologia
(sanguinamento nelle urine)
mentre le altre due neoplasie sono prive
di sintomi, per questo è ancora più
importante sottoporsi a controlli
periodici.
Inoltre, non è sempre necessario
intervenire chirurgicamente. In alcuni
casi, le patologie possono richiedere solo
un’attenta osservazione, oppure può
bastare la terapia medica (ormonale) o
alternativa
(brachiterapia
o
radioterapia). Normalmente, per la
prostata si tende a non operare dopo gli
80 anni, mentre più il paziente è
giovane, più l’intervento è indicato.
Imperativa, invece, indipendentemente
dall’età, l’operazione per asportare il
tumore al rene».
Ma l’urologo può intervenire anche in
caso di infertilità. «Se la gravidanza non
arriva nell’arco di due anni dall’inizio dei
tentativi - precisa lo specialista - si può
valutare la fertilità dell’uomo grazie allo
spermiogramma (esame del seme). Se
questo risulta alterato, si passa a un
secondo
livello
con
ecografia
dell’apparato
uro-genitale
e
dopplerscrotale».
CONTATTI
Dott. Salvatore Scuzzarella
Specialista in Urologia,
Chirurgia Generale, Sessuologia
Clinica San Martino – Malgrate
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ENDOCRINOLOGIA
Osteoporosi e Tiroide “sorvegliati speciali”: ci pensa
l’Endocrinologo
Le disfunzioni del
sistema endocrino
svolgono un ruolo
primario nella
genesi di molte
condizioni
patologiche
L'endocrinologia è la branca della
medicina che si occupa delle ghiandole
a secrezione interna e del loro
prodotto: gli ormoni. Tramite gli
ormoni, l’organismo mantiene il
proprio equilibrio, regolando la
crescita, lo sviluppo, il metabolismo e
l’attività riproduttiva.
“Le disfunzioni del sistema endocrino
svolgono un ruolo primario nella genesi
di molte condizioni patologiche –
spiega
Alessandro
Rossini,
endocrinologo – tra queste il diabete, i
distiroidismi, l’obesità, le dislipidemie,
l’osteoporosi, l’infertilità, i disturbi
dell’accrescimento e dello sviluppo
sessuale. La nostra attenzione si
focalizza in particolar modo nella cura
delle malattie della tiroide, che sono
molto diffuse nella popolazione
italiana, specialmente nel sesso
femminile. Nelle forme più lievi esse
causano disturbi poco specifici
(stanchezza, variazioni del peso
corporeo,
alterazioni
del
tono
dell’umore) che possono passare
inosservati anche per molto tempo e
condurre
a
ritardi
diagnostici.
L’intervento dello specialista è quindi
necessario per porre una diagnosi
corretta e per consigliare il trattamento
più adatto in ciascuna situazione.
Un altro settore di interesse
endocrinologico è rappresentato dalle
alterazioni del metabolismo osseo, fra
cui spicca l’osteoporosi.
L’osteoporosi rappresenta attualmente
una malattia di rilevanza sociale; si
stima che in Italia colpisca circa 3,5
milioni di donne e 1 milione di uomini,
cifre destinate ad aumentare in futuro
a causa dell’allungamento della vita
media. Essendo asintomatica nelle fasi
iniziali, l’osteoporosi può sfuggire alla
diagnosi per molto tempo e divenire
evidente solo tardivamente, dopo la
comparsa di fratture a carico delle
vertebre o del femore. Da qui
l’importanza dello screening e degli
interventi di prevenzione primaria e
secondaria;
nell’ambulatorio
specialistico presso la Clinica abbiamo
la possibilità di fornire a ciascun
paziente un inquadramento e un piano
di cura appropriato e personalizzato.
PRINCIPALI CAMPI DI INTERVENTO





patologia tiroidea (possibile
integrazione con ecografia)
osteoporosi e malattie del
metabolismo osseo
disordini del ciclo mestruale
diabete e alterazioni del
metabolismo lipidico
patologia ipofisaria e surrenalica
CONTATTI
Dr. Alessandro Rossini
Medico Chirurgo
Specialista in Endocrinologia
Clinica San Martino – Malgrate
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NUTRIZIONISTA – Piani dietetici personalizzati
Focus/ Alimentazione in alta quota e in
Ambiente estremo
CONTATTI
Dott.ssa
Polvara
Donatella
Clinica San
Martino –
Malgrate
Tel. 0341
695111
www.clinicasm
artino.it
info@clinicasm
artino.it
*articolo da
montagnatv.it
Ambienti nuovi e luoghi incontaminati hanno
sempre affascinato l’uomo.. Come alimentarsi
per ottenere maggiori prestazioni dal nostro
corpo oltre i 3000 metri? Quando freddo, vento
e fatica si fanno sentire, quali alimenti sarebbe
meglio preferire per mantenere le performances
ad alto livello, in caso di trekking ad alta quota?
In fondo basta solo introdurre la miscela giusta
per ottenere il massimo dei giri.
“Nei paesi nordici è molto diffuso il consumo di
alcool e l’uso di cibi grassi - sottolinea la Dott.ssa
Donatella Polvara Biologa Nutrizionista Entrambe sono sostanze molto caloriche, i grassi
richiedono molto più tempo dei carboidrati per
essere digeriti e necessitano di maggiori quantità
di ossigeno per essere trasformati in energia.
Richiamano sangue allo stomaco e lo
sottraggono ai muscoli. Sarebbe meglio evitarli
in caso di intensa attività fisica a bassa
temperatura od in alta quota.
Messner quando conquistò il Polo Nord adottò
una dieta molto ricca di grassi: il 40% della dieta
era composto da cibi con alto contenuto lipidico.
L’alto contenuto calorico di tali cibi 9Kcal/gr
consente di fornire all’organismo le calorie
giuste per far fronte al dispendio energetico
durante la termoregolazione corporea a bassa
temperatura. Ad alta quota, quando la pressione
di Ossigeno si riduce notevolmente, soprattutto
sopra i 4000 metri, risulta più difficoltoso per
l’organismo trasformare in energia tali alimenti
per questo sarebbe eccessivo consumarne in
abbondanti quantità. L’alcool causa una
vasodilatazione periferica, sottrae sangue agli
organi interni e lo porta in superficie. Causa una
ipoperfusione interna, ci da una sensazione di
caldo di breve durata ma non è in grado di
aumentare la temperatura corporea in modo
ottimale. Non è il miglior metodo per scaldarsi a
bassa temperatura! Le richieste energetiche
dell’alpinista, oltre i 4000 metri sono molto
elevate, dovute oltre che allo sforzo fisico anche
agli adattamenti richiesti al corpo in tali
condizioni estreme: termoregolazione, battito
cardiaco, respirazione, produzione di globuli
rossi.
L’alpinista durante l’attacco alla cima può
richiedere anche 5000/6000 calorie al giorno.
Difficile mantenere tale apporto calorico in quanto
ad una certa altezza subentra un rallentamento
delle attività gastro-intenstinali che spesso
comporta inappetenza. Inoltre si deve far fronte
anche a problemi pratici legati a stanchezza,
temperatura e difficoltà nella preparazione dei
cibi. La lontananza da casa può inoltre influire sulle
abitudini alimentari e sull’alimentazione. E’ stato
stimato che al rientro delle imprese in alta quota
il corpo subisca un calo fisiologico del peso come
per gli astronauti dopo le missioni nello spazio.
Prodotti sotto forma di gel, barrette liofilizzati,
pasti completi con i principi nutrizionali adeguati
alle esigenze energetiche, ricchi in trigliceridi a
catena
media,
fruttosio,
isomaltulosio,
maltodestrine e vitamina C, tutti
utili da
consumare nei trasferimenti in alta quota.
Durante la sosta al campo base indispensabile è il
reintegro con pasta, patate, riso e legumi. Carne e
uova non possono mancare importante fonte
proteica. La carne di Yak per esempio consente un
buon apporto di vitamina B e Ferro utili per la
formazione dei globuli rossi e il trasporto di
emoglobina,
indispensabili
per
imprese
alpinistiche di alto livello.
Il reintegro dei liquidi è fondamentale soprattutto
ad una certa altezza. L’alpinista dovrebbe bere
acqua con un buon contenuto di Sali RF>1000 in
quanto acque con basso Residuo Fisso o acque
iposodiche dissetano ma aumentano la diuresi
facilitando la disidratazione. Per imprese
alpinistiche di alto livello sarebbe accurato
attenersi ad una corretta alimentazione in
funzione al proprio metabolismo basale e al
proprio dispendio energetico sotto sforzo; utile
per mantenere le performances il supporto di
esperti nel settore che garantiscano un apporto
calorico mirato.
Il prossimo appuntamento con la nutrizionista sarà
ad Alma do Pico (Azzorre) dove nel mese di
settembre la Dott.ssa Donatella Polvara, per gli
amanti del trekking e delle immersioni, dedicherà
un’intera settimana al tema “Alimentazione e
performances”(www.almadopico.com).
DIAGNOSTICA PER IMMAGINI - ECOGRAFIA
“Ecografia, Esame di base per Cura e Prevenzione”
Dott. Andrea
Raspanti
“L’ecografia è un
sistema di indagine
diagnostica medica
che non
utilizza radiazioni
ionizzanti
”
La Diagnostica per Immagini comprende
l’insieme delle tecniche attraverso cui è
possibile osservare parti del corpo
umano, valutandone aspetti non visibili a
occhio nudo e quindi non osservabili
direttamente.
Con il progredire della tecnologia dei
macchinari impiegati ha raggiunto livelli di
precisione tali da renderla indispensabile
per la prevenzione e la cura di moltissime
patologie. Tra le immagini che si possono
acquisire una posizione di primo piano è
occupata dalle Ecografie.
Con l'ecografia è possibile studiare gran
parte degli apparati e dei tessuti corporei
tranne alcuni come le ossa e gli organi che
contengono aria o gas (stomaco, intestino)
per via di una riflessione totale.
“L'ecografia o ecotomografia – introduce
il dottor Andrea Raspanti, medico
chirurgo, ecografista e epatologo - è un
sistema di indagine diagnostica medica
che non utilizza radiazioni ionizzanti,
ma ultrasuoni e si basa sul principio
dell'emissione di eco e della trasmissione
delle onde ultrasonore. Tale metodica
viene considerata come esame di base o
di filtro rispetto a tecniche più complesse
come TAC e risonanza magnetica.
L'ecografia è una procedura operatoredipendente, poiché vengono richieste
particolari doti di manualità e spirito di
osservazione,
oltre
a
cultura
dell'immagine ed esperienza clinica.
POSSIBILITÀ DIAGNOSTICHE
Gli ultrasuoni utilizzati sono onde
generate da un cristallo piezoceramico
inserito in una sonda mantenuta a diretto
contatto con la pelle del paziente con
l'interposizione di un apposito gel (che
elimina l'aria tra sonda e cute del
paziente, permettendo agli ultrasuoni di
penetrare nel segmento anatomico
esaminato); la stessa sonda è in grado di
raccogliere il segnale di ritorno, che viene
opportunamente elaborato da un
computer e presentato su un monitor
come immagine.
Con la funzione color doppler è possibile
studiare i liquidi corporei in movimento
come vasi sanguigni (vene, arterie e cuore).
Presso la Clinica San Martino vengono
eseguiti diversi studi ecografici a sostegno
e integrazione dell’attività degli specialisti.
Tra questi:
-ECOGRAFIA INTERNISTICA
-ECOGRAFIA TIROIDEA
-ECOGRAFIA CARDIOLOGICA
-ECOGRAFIA UROLOGICA
-DIAGNOSTICA MAMMOGRAFICA
-ECOGRAFIA ADDOMINALE
- ECOGRAFIA ADDOME SUPERIORE
-ECOGRAFIA ADDOME INFERIORE
-DIAGNOSTICA PER IMMAGINI
TESTA-COLLO
- ECOGRAFIA MUSCOLO-TENDINEA
-ECOGRAFIA CUTANEA
- ECOGRAFIA SOTTOCUTANEA
- ECOGRAFIA ARTI SUPERIORI
-ECOGRAFIA ARTI INFERIORI
CONTATTI
Dott. Andrea Raspanti,
Medico Chirurgo, epatologo, ecografista
Clinica San Martino – Malgrate
Tel. 0341 1695111 www.clinicasmartino.it
[email protected]
DIAGNOSTICA PER IMMAGINI - RADIOLOGIA
PROSSIMA
APERTURA
TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA
POSSIBILITA’ DIAGNOSTICHE
Studio Dentale
Encefalo con/senza Mezzo Contrasto
Capo-Collo con/senza Mezzo Contrasto
Studio Vascolare Vasi Intracranici
Studio Vascolare Vasi Carotidei
Studio del Torace in alta risoluzione
Studio Vascolare del Torace e Cardiologico
Studio Addominale superiore con/senza contrasto
Tomografia Computerizzata – Siemens Definition AS+
Studio Addominale inferiore con/senza contrasto
Studio Vascolare Addominale
Tomografia
Computerizzata
(TC):
Siemens
Definition AS+ a scansione volumetrica di 128 strati
con rotazione in grado di acquisire 180 cm in solo
10 secondi. Tecnologia che permette acquisizione
d’immagini ad altissima risoluzione, ma con dosaggi
di radiazioni estremamente bassi.
Studio Fegato Trifasico
Studio ‘Total Body’ con/senza contrasto
Studio Vascolare dei Vasi Periferici
Studio del Cuore
Studio Osteo-articolare Bacino e Colonna
Studio Osteo-articolare Arti Superiori e Inferiori
MAMMOGRAFIA DIGITALE DIRETTA
RADIOLOGIA MAXILLO FACCIALE - ODONTOIATRICA
– Gendex
TC Come Beam – Ortopantomografia teleradiografia
POSSIBILITA’ DIAGNOSTICHE
DIAGNOSTICA
ECOGRAFICA
IN FUNZIONE
ECOGRAFIA INTERNISTICA
ECOGRAFIA CARDIOLOGICA
ECOGRAFIA UROLOGICA
DIAGNOSTICA MAMMOGRAFICA
ECOGRAFIA ADDOME
DIAGNOSTICA PER IMMAGINI TESTA-COLLO
ECOGRAFIA MUSCOLO-TENDINEA
Quando un’Immagine può salvare la Vita
DIAGNOSTICA PER IMMAGINI - RADIOLOGIA
PROSSIMA
APERTURA
RISONANZA MAGNETICA
POSSIBILITA’ DIAGNOSTICHE
Encefalo con/senza Mezzo Contrasto
Articolazione temporo-mandibolare
Capo-collo con/senza Mezzo Contrasto
Studio Vascolare vasi intracranici
Studio Vascolare vasi carotidei
Studio Mediastino con/senza Mezzo Contrasto
Studio Vascolare Addominale di vari distretti
Studio Addominale Superiore Con/Senza contrasto
Risonanza Magnetica – Siemens Magnetom Essenza
Studio Fegato Trifasico con Contrasto
Studio Dotti Biliari
La Clinica è dotata di Risonanza Magnetica da 1,5
Tesla, apparecchiatura ultra soft di soli 145cm con
magnete molto leggero dotata
di 25 elementi
integrati di bobina con esclusiva Tecnologia Tim
(Total Imaging Matrix) per esami rapidi e di altissima
qualità.
Tale apparecchiatura, estremamente
confortevole, si presta anche a pazienti ansiosi o
claustrofobici.
Studio Addominale Inferiore Pelvi maschile e femminile
Studio Prostatico con/senza Mezzo Contrasto
Studio Vascolare dei vasi periferici
Studio Colonna in toto- distretti per patologia midollare
Studi Osteo-articolare Colonna Vertebrale e Bacino
Studio Osteo-articolare arti superiori e inferiori
Studio Mammella con/senza Contrasto
Studio protesi mammarie con/senza Contrasto
SISTEMA RADIOLOGICO TELECOMANDATO – “Radiografie
convenzionali”
PROSSIMA
APERTURA
Sistema radiologico telecomandato – Luminos RF Classic
Quando un’Immagine può salvare la Vita
SENOLOGIA
Tumore al Seno, Mammografia Fondamentale
L’esame è
consigliato con
cadenza annuale
tra i 40-50 anni,
poi ogni 12-18
mesi
Il tumore più diffuso tra le donne è
quello al seno. Frequente sì, ma
identificabile precocemente, grazie
all’esame mammografico.
«La mammografia - spiega Giuseppe Di
Giulio, senologo - è un esame
radiologico delle mammelle che
consente di valutare la mammella nella
sua completezza. Si esegue utilizzando
appositi
apparecchi,
attualmente
prevalentemente
digitali,
che
consentono un netto risparmio della
dose di irradiazione. Deve essere
correttamente eseguita da personale
tecnico dedicato e specializzato. Ha una
elevata sensibilità per la diagnosi
precoce dei tumori della mammella.
Può essere eseguita anche in donne
con protesi. Nelle mammelle dense
deve essere sempre integrato da
ecografia».
Perché è così importante per una
donna sottoporsi a tale esame?
«La mammografia - risponde lo
specialista – è l’esame proponibile per
la diagnosi precoce dei tumori della
mammella e la diagnosi precoce,
assieme alla adeguata terapia, aumenta
la sopravvivenza nelle donne che si
ammalano di tumore della mammella.
L’incidenza dei tumori della mammella
è attualmente dell’8-10% nella
popolazione femminile: significa che 810 donne su 100 sono destinate ad
ammalarsi di tumore della mammella
nella loro vita e quindi la diagnosi
precoce diventa molto importante per
la programmazione chirurgica e
terapeutica».
A che età una donna deve sottoporsi
alla prima mammografia e con che
frequenza va ripetuta?
«Le donne attorno ai 40 anni devono
sottoporsi a una prima mammografia
per la prevenzione secondaria dei
tumori - illustra Di Giulio - È consigliata
mammografia con cadenza annuale tra
i 40 e i 50 anni, poi ogni 12-18 mesi».
Cosa mette in evidenza?
«La mammografia, con l’integrazione
dell’ecografia quando occorre, può
evidenziare opacità o distorsioni
irregolari anche di piccolissime
dimensioni che possono essere la prima
spia di una lesione tumorale in fase
iniziale - conclude lo specialista - Talora
il tumore può rendersi evidente solo
con microcalcificazioni più o meno
irregolari».
Sta al radiologo esperto di imaging
senologico individuare correttamente
la lesione e molto spesso occorre
procedere a biopsia in regime
ambulatoriale, per prelevare materiale
da far analizzare all’anatomo-patologo
per la diagnosi di certezza.
CONTATTI
Dr. Giuseppe Di Giulio
Specialista in Radiologia
Clinica San Martino – Malgrate
Tel. 0341 695111
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CHIRURGIA ESTETICA
Sentirsi Bene- Medicina e Chirurgica Estetica
Dott. Stefano
Cattabeni
CHIRURGIA DEL
VISO
-CHIRURGIA
DEL CORPO
-MEDICINA
ESTETICA
Quando si parla di chirurgia esteticaIntroduce il Dottor Stefano Cattabeni ci si riferisce non solo ad interventi
chirurgici di ringiovanimento o di
abbellimento, ma anche a trattamenti
di medicina estetica rivolti alla cura
della pelle, sottoposta a modifiche
indotte dal passare degli anni e da
fattori esterni che determinano la
comparsa degli inestetismi a tutti noti
(rughe, macchie, ridotta elasticità).
Nell'ambito della chirurgia e in quello
della medicina le nostre primarie
attenzioni sono il rispetto e la ricerca
dell'armonia con proposte equilibrate,
mai eccessive, e la sicurezza di ogni atto
medico per i suoi effetti sia nel
presente che nel futuro.
CHIRURGIA DEL VISO
Nell'ambito delle proposte chirurgiche
per gli inestetismi del viso riconosciamo
due gruppi di interventi: quelli di
abbellimento, rivolti soprattutto ai più
giovani, e quelli di ringiovanimento. Il
nostro contributo per superare il
disagio psico-fisico generato dalle
cosiddette orecchie a sventola o da un
naso pronunciato e disarmonico è
rivolto generalmente ai giovani grazie
agli interventi di otoplastica (consentito
anche ai minorenni) e di rinoplastica
(dopo il raggiungimento della maturità
scheletrica).
CHIRURGIA DEL CORPO
Molte sono le opportunità di
rimodellamento corporeo attraverso
interventi che possono essere eseguiti
in anestesia locale con chirurgia
giornaliera o in anestesia generale con
ricovero notturno.
Per quanto riguarda le mammelle ci
occupiamo sia dell'aumento di volume
(mastoplastica additiva),
con protesi in silicone di ultima generazione,
che della loro riduzione o rimodellamento
(mastoplastica riduttiva e mastopessi), talvolta
integrando il risultato con innesti sottocutanei
di grasso (lipostruttura). A livello addominale
le possibilità di intervento comprendono la più
semplice e delicata microliposuzione , la
correzione delle cicatrice da parto cesareo e
l'eliminazione di eccessi cutanei più o meno
abbondanti fino alla vera e propria
addominoplastica. Infine per armonizzare in
modo stabile il profilo corporeo ci si avvale
delle raffinate tecniche di microliposuzione e
liposcultura che in casi specifici possono
essere integrate con innovative metodiche di
tonificazione della pelle.
MEDICINA ESTETICA
E' noto che l'invecchiamento cutaneo è dovuto
in parte al patrimonio genetico, nei confronti
del quale non è possibile intervenire, ma
anche allo stile di vita e a fattori esterni,
migliorando i quali anche la pelle ne trarrebbe
beneficio. I principali cambiamenti che si
osservano quando la pelle invecchia sono
senza dubbio la comparsa di rughe e di
macchie, il suo assottigliamento e la perdita di
elasticità. Questi quindi sono i primi e più
semplici ambiti di intervento della medicina
estetica: dopo un'opportuna valutazione
dermatologica, che escluda la presenza
sospette neoplasie cutanee, le macchie
possono essere efficacemente rimosse con
metodiche esfolianti (peeling o laser); le
rughe, che appaiono come solchi più o meno
profondi, vengono riempite con gel di acido
ialuronico (una sostanza già presente nella
pelle, biocompatibile e che lentamente si
riassorbe nell'arco di alcuni mesi, senza i rischi
delle sostanze permanenti) oppure, quelle
causate dalla contrazione dei muscoli mimici
(zampe di gallina, rughe della fronte e della
glabella tra le sopracciglia), possono essere
migliorate con moderate dosi di botulino.
CHIRURGIA GENERALE
Clinicasanmartno
Focus/ Ernia: Sintomi, cenni storici, cure
e rimedi del male dei giorni nostri
Clinica San martino
“L’ernia – Introduce il Dottor Mario Benedetti,
affermato chirurgo - è la fuoriuscita di un viscere
dalla cavità che normalmente lo contiene. E’ una
patologia con un elevata incidenza di cui ne soffre
circa il 45% della popolazione. L’ernia è avvertita dal
paziente come una sensazione di tensione o peso in
determinate condizioni quali, ad esempio, stare in
piedi prolungatamente o fare sforzi particolari. Nella
prima fase la malattia può accompagnarsi a fitte
dolorose che cessano al rientrare dell’ernia nella
cavità addominale e clinicamente sono distinte:
punta d’ernia, corrispondente all’impegno iniziale
dell’ernia nell’ orifizio interno; ernia interstiziale:
quando il sacco e quindi l’ernia hanno interessato il
canale inguinale e ernia inguino-scrotale.
CENNI STORICI E NUOVE FRONTIERE
Nel papiro di Ebers, circa 3500 anni fa, si cita la
patologia erniaria. In epoca romana Celso e Galeno
parlano di cedimenti della parete addominale e Paolo
di Egina, grande chirurgo di scuola greca del VII sec.
d.C., è stato il primo a distinguere le ernie inguinali
da quelle scrotaIi. Nel Medioevo tra i grandi cultori di
questa patologia Guy de Chauliac, Abulcasis e, della
Scuola Medica Salernitana, Rogerio Frugardi e
Rolando de Capelluti. Questi chirurghi si limitavano
all’asportazione dell’ernie e ne conseguiva una
recidiva abituale che accresceva le perplessità
sull’opportunità e validità dell’intervento. Non vi
furono successivamente grandi progressi nel
trattamento chirurgico tanto che alla fine
dell’Ottocento William Stewart Halsted affermava
che la chirurgia dell’ernia dei suoi tempi non fosse
assolutamente cambiata dall’epoca degli imperatori
romani. Le grandi scoperte dell’anestesia (Horace
Wells e William Green Morton) e dell’asepsi (Ignaz
Philipp Semmelweis e Joseph Lister) resero
finalmente possibili e sicuri gli interventi. Alla fine del
XIX
secolo,
contemporaneamente
ed
autonomamente, Halsted negli Stati Uniti e Edoardo
Bassini in Italia propongono un metodo di chirurgia
radicale dell’ernia caratterizzato dalla ricostruzione
della parete posteriore del canale inguinale.
Intervento non solo più di erniotomia ma soprattutto
di ernioplastica. Con questa tecnica, recepita
rapidamente, si riduce il tasso di recidiva al 10-15%.
Le altre tecniche messe a punto successivamente da
Mc
Vay,
Postemski,
Madden,
Shouldice,
rappresentano
varianti ed evoluzioni della tecnica di Bassini. La svolta
avviene 100 anni dopo, negli anni ’80 con l’impiego di
protesi di propilene da parte di I.L. Lichtenstein e di E.
Trabucco. Il "Metodo Trabucco" consiste nel trattare
chirurgicamente
l'ernia ponendo nella regione
interessata una protesi di rete in Polipropilene -Plug +
Mesh- posizionata in regione inguinale in anestesia locale.
Tale rete provoca un'utile reazione dell'organismo che
irrobustisce stabilmente la parete addominale.
Il trattamento è improntato a minimizzare il trauma
chirurgico e ridurre i tempi di degenza, con il paziente che
effettua gli esami di routine preoperatori in regime
ambulatoriale ed esegue in autonomia, mediante crema,
la depilazione della regione interessata. Viene ricoverato
lo stesso giorno dell'intervento, non esegue digiuno
preoperatorio né
clisteri evacuativi, né sospende
eventuali terapie in corso, tranne i farmaci che
interferiscono con la coagulazione. L’operazione dura di
norma 30 - 50 minuti e durante l'intervento si può
colloquiare con l'equipe, ascoltare musica o riposare. Il
paziente si alza dal letto operatorio da solo e viene
dimesso di solito il giorno stesso dell'intervento.
Mediante tale tecnica, che non altera l'anatomia del
canale inguinale, il dolore postoperatorio è minimo, i
tempi di degenza sono estremamente brevi per cui è
rapida la ripresa delle attività usuali. L'anestesia locale,
grazie al paziente sveglio e collaborante, consente un
accurato controllo della riparazione e riduce il rischio
operatorio praticamente a zero. Per tale ragione può
essere applicata in tutti quei casi in cui per patologie
concomitanti
(cardiopatie,
malattie
respiratorie,
discopatie, ipertrofia prostatica, neuropatie, ecc.)
l'anestesia generale o spinale è controindicata. La
percentuale di recidive con tale metodica è inferiore al
1% contro al 8% delle metodiche tradizionali (Plastica
Bassini, Metodo Shouldice, ecc.), pur correttamente
applicate.
ATTIVITÀ SPECIALISTICA

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Visite specialistiche Chirurgiche
Malattie dell’Apparato Digerente
Patologie della Parete Addominale
Patologie Mammarie e annessi cutanei
Cisti e fistole pilonidali
Patologie dell’Ano e del Perineo
Patologie delle Unghie (onomicosi,
onicocriptosi, onicogrifosi)
ORTOPEDIA
FOCUS/ Infiltrazioni Articolari e Chirurgia della Mano
La mano, come affermano molti autori
è lo strumento della mente e ci
permette di interagire con il mondo
esterno. La sua correlazione con il
cervello è molto stretta e il suo ruolo è
fondamentale nella comunicazione sia
attraverso i gesti che attraverso il
linguaggio scritto. Spesso tuttavia le
patologie alla mano influenzano la
qualità della vita.
La mano
permette di
esprimere
emozioni e
lesioni
comportano a
perdite di
equilibrio
“La mano ci permette di esprimere le
nostre emozioni – spiega la Dott.ssa
Roberta
Nolli, Medico Chirurgo
Ortopedico - ecco perché quando si
verifica una sua lesione o una
disfunzione questa si tramuta in
un’importante perdita di equilibrio. Le
patologie delle mani sono frequenti sia
nei lavoratori, negli sportivi ed anche
negli anziani dove è possibile
riscontrare patologie legate alla
degenerazione cartilaginea come l
‘artrosi o l’osteoporosi. Diventa
fondamentale ripristinare in tempi
brevi la funzionalità perduta e in modo
sinergico possono essere utilizzate
sia terapie farmacologiche allopatiche
che omeopatiche o fitoterapiche, sia
applicazioni di terapie fisiche con
apparecchiature innovative, ma di
comprovata efficacia. Tra le soluzioni la
medicina rigenerativa e infiltrativa che
negli ultimi anni hanno fatto passi da
gigante e consentono di ripristinare il
tessuto alterato in modo fisiologico e
anatomico. Laddove tuttavia il danno
sia grave diventa assolutamente
necessario un approccio chirurgico. La
chirurgia della mano dovrà sempre
essere eseguita solo da professionisti
con notevole esperienza nonché grande
conoscenza anatomica e biomeccanica
dell’arto e delle tecniche chirurgiche più
innovative. Il recupero funzionale inoltre
va sempre completato dal lavoro
di fisioterapisti specializzati.”
Non solo chirurgia della mano, quando
rivolgersi
a
un
ortopedico?
“Essenzialmente per due problemi
fondamentali: quando si accusa dolore a
un distretto osteoarticolare o a seguito
di un trauma violento e importante. Si
protende ad una visione completa e
sistemica del paziente e non unicamente
alla sede del dolore né alla singola
articolazione o al muscolo interessato e
quindi si valuta l’insieme delle cause che
hanno portato alla dolenza nel distretto
corporeo: ad esempio se questo sia
determinato dall’usura, da una postura
alterata o da un sovraccarico articolare.
Nel caso di eventi traumatici si cerca
invece di risalire all’origine e all’entità
del danno ed è quindi
possibile
completare la diagnosi attraverso i mezzi
diagnostici.”
CONTATTI
Dott.ssa Roberta Nolli
Medico Chirurgo
Specialista in Ortopedia-Traumatologia
Clinica San Martino – Malgrate
Tel. 0341 1695111
www.clinicasmartino.it
[email protected]
ORTOPEDIA
Artroscopia e tecniche mini invasive
per dolori articolari
In artroscopia è
possibile risolvere
alcuni casi di
lussazione
abituale della
spalla
Dietro ai piccoli gesti quotidiani un
complesso sistema di movimenti
che interessa muscoli, tendini e
legamenti.
Le articolazioni della spalla e del
gomito – introduce il Dottor
Stefano Cattaneo, Specialista in
Ortopedia - permettono alle nostre
mani di raggiungere oggetti in tutte
le direzioni dello spazio, in alto, in
basso e accanto a noi. Movimenti
così ampi sono permessi da una
strutture anatomiche particolari: la
spalla è simile ad una sfera sospesa
nello spazio e unita al nostro corpo
mediante legamenti e tendini; il
gomito ci consente di afferrare
oggetti lontani e di avvicinarli a noi,
o di traslarli e ruotarli in una
moltitudine di diverse posizioni.
Spesso tuttavia si avvertono dolori
alla articolazioni, cosa si può fare e
quali sono le tecniche che
assicurano un maggior beneficio.
Le patologie che colpiscono, per
usura o per un trauma, queste
strutture anatomiche sono la causa
più comune di dolore e disturbi
della funzione della spalla e del
gomito. Oggi, molte patologie
dell’arto superiore sono curate in
modo mini-invasivo e in artroscopia.
E’ possibile inserire una telecamera
dentro la spalla o il gomito
attraverso una incisione di 3-4
millimetri,
studiare le strutture articolari
danneggiate in modo estremamente
dettagliato e, attraverso altre tre,
quattro incisioni delle stesse
dimensioni, riparare la lesione.
In particolare, in artroscopia è
possibile risolvere alcuni casi di
lussazione abituale della spalla; la
rottura dei tendini della cuffia dei
rotatori si ripara con tecnica
artroscopica, senza bisogno di grandi
incisioni. L’impianto di protesi della
spalla (anatomica o inversa) e il
trattamento di alcuni casi complessi
di lussazione abituale della spalla,
richiedono un trattamento a cielo
aperto che si avvale di tecniche mini
invasive e con risparmio dei tessuti.
L’artroscopia del gomito permette di
curare l’epicondilite (gomito del
tennista), di asportare corpi
mobili articolari, rimuovere piccoli
osteofiti (prominenze di osso in
eccesso che limitano il movimento e
producono dolore) e pliche sinoviali.
La riabilitazione e la ripresa
dell’attività sportiva e quotidiana
sono discusse in modo personalizzato
con ciascun paziente
CONTATTI
Dott. Cattaneo Stefano
Specialista in Otorinolaringoiatria
Clinica San Martino – Malgrate
Tel. 0341 1695111
www.clinicasmartino.it
[email protected]
ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA
L’anca si opera con il "BIKINI"
Dott. Claudio
Bonizzoni
specialista in
Ortopedia
Traumatologia
CLINICA SAN
MARTINO
0341 1695111
Fomi,
La chirurgia protesica dell’anca è ormai
effettuata con tecniche consolidate da
anni ed è in grado di assicurare risultati
funzionali eccellenti a un numero sempre
maggiore di Pazienti, grazie anche
all’incessante evoluzione degli impianti e
delle tecniche chirurgiche che ha
contraddistinto l’ultimo ventennio.
È assodato che la corretta indicazione
chirurgica ed il corretto posizionamento
dell’impianto costituiscano la premessa
indispensabile per la durata negli anni
della protesi ma la chirurgia a cosiddetto
risparmio e conservazione tessutale,
intesa anche come risparmio dei tessuti
muscolari, ha assunto negli ultimi anni un
ruolo sempre più preminente. Lo scopo è
chiaro: minimizzare il trauma chirurgico
sui tessuti per accelerare la riabilitazione.
Il minor trauma a carico dei tessuti
assume un’ulteriore ed importante
valenza oggigiorno dato che le indicazioni
chirurgiche si estendono a Pazienti
sempre più giovani che probabilmente
saranno sottoposti ad una ulteriore
procedura chirurgica.
La via chirurgica mini-invasiva anteriore
diventa quindi di grande attualità.
L’accesso anteriore diretto può essere
utilizzato in buona parte dei Pazienti. Le
indicazioni sono quelle classiche per cui
un Paziente viene sottoposto ad
intervento di protesi d’anca: coxartrosi
primaria, necrosi della testa femorale e
coxartrosi post-traumatica.
I vantaggi della via anteriore sono
sostanzialmente:
• Minore perdita di sangue
• Modesto dolore post-operatorio
• Mobilizzazione precoce del paziente
• Ridotto rischio di trombosi venosa
profonda
• Ridotta incidenza di infezioni
• Ridotta incidenza di lussazioni
• Possibile Incisione estetica
La riduzione del dolore e la conseguente
mobilizzazione attiva dell’arto
nell’immediato post-operatorio sono
eclatanti. I Pazienti possono camminare
con carico parziale progressivo, fino a
totale, già nei primi giorni post-operatori;
la riabilitazione è maggiormente facilitata
ed il periodo di ospedalizzazione spesso è
notevolmente.
Noi utilizziamo, insieme a pochi altri Centri
Protesici nazionali, la via anteriore
mininvasiva con incisione estetica bikini
ormai da tre anni.
Presso l'Ortopedia di Sondalo effettuiamo
circa 110 interventi di protesi totale d'anca
all'anno in elezione ( oltre alle protesi
impiantate su frattura di femore). Usiamo
la via anteriore bikini nel 30% circa dei casi.
Non è infatti indicata in tutti i pazienti,
anche se prevediamo di utilizzarla almeno
nella metà dei casi operati nel corso del
2014.
Cosa vuol dire incisione bikini?
L'incisione anteriore è solitamente
longitudinale, ma ciò porta spesso a
cicatrici poco estetiche. Oltre ai vantaggi
funzionali la tecnica "Bikini" offre un
vantaggio estetico; l'incisione di circa 10
cm viene praticata sulla piega inguinale
lungo le linee di Langer con un risultato
estetico migliore.
La cicatrice e' praticamente invisibile anche
con indosso solamente la biancheria
intima.
Tecnica interessante che stiamo appunto
praticando da tre anni con estrema
soddisfazione.
Riteniamo infatti che ,soprattutto nelle
giovani
donne,
oltre
ovviamente
all'ottenimento del risultato funzionale,
anche il risultato estetico sia un aspetto
curativo che non si può trascurare.
OSTEOPATIA
Muscoli, tendini e legamenti, con l’osteopatia massaggi
personalizzati per tutte le età
Trattamenti specifici inoltre anche per
Un approccio
naturale che riduce
le recidive e
previene problemi
futuri
L'Osteopatia è la disciplina della salute
che enfatizza la capacità recuperativa,
innata nel corpo, di guarirsi da sé senza
medicinali o interventi chirurgici. La
“La nostra Arte – spiega Martina Ricci
Petitoni - consiste nella capacità di
trovare le disfunzioni vertebrali di cui
soffre il paziente e nell' effettuare il
trattamento osteopatico appropriato
per
correggerle.”
“Occorrono anni di studi, pratica e
osservazione
–
prosegue
Luca
Mariconda - per acquisire tali capacità
e ancora più formazione e pratica per
acquisire la maestria necessaria per
sistemarle.”
Un approccio olistico quindi che senza
l’utilizzo di farmaci punta direttamente
alla causa e non unicamente alla
cessazione del sintomo, ma a chi è
rivolto?
“Il nostro è un approccio naturale che
riduce le recidive e aiuta a prevenire
possibili
problemi
futuri
in
praticamente tutte le fasi dello
sviluppo. In età pediatrica ad esempio il
trattamento per il mal di schiena con la
correzione precoce di alcune scoliosi, e
ancora il mal di testa, inoltre molti
bambini traggono beneficio dalla
osteopatia per altre affezioni comuni,
quali otiti, asma e le coliche del
neonato.
Per gli adulti invece l’osteopatia è la
risposta, tra le varie, per dolori
cervicali, lombalgia, sciatica, ma anche
nevralgia e più in generale quando si
riscontrano dolori articolari.
donne in gravidanza, con tecniche
particolarmente dolci e non invasive;
per gli sportivi, per il riequilibrio del
sistema muscolo-scheletrico e la
prevenzione di traumi; per gli anziani
l’obiettivo è l’eliminazione di dolori
acuti e cronici e l’aumento della
flessibilità.”
Durante la prima visita il terapeuta
effettua una valutazione in cui si
evidenziano i disturbi attuali e pregressi
del paziente, le abitudini posturali ed
eventuali esami diagnostici o referti
clinici. Successivamente il paziente
viene sottoposto ad un’indagine
posturale e biomeccanica attraverso
semplici movimenti. Infine l’osteopata,
per mezzo della palpazione e della
manipolazione, una volta identificati i
punti di debolezza nel corpo, procede
al trattamento nella zona interessata.
PRINCIPALI CAMPI DI INTERVENTO:
 Mal di Schiena
 Lombosciatalgia
 Dolori Articolari
 Vertigini
 Dolore Cervicale
 Problematiche Posturali
 Scoliosi
CONTATTI
Dott.ssa Martina Ricci Petitoni
Dr. Luca Mariconda
Osteopati Professionisti
Clinica San Martino – Malgrate
Tel. 0341 695111
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FISIOTERAPIA - OSTEOPATIA
Traumi, Distorsioni ed altro, un pronto aiuto con
Osteopatia e Fisioterapia
Un approccio
naturale che riduce
le recidive e
previene problemi
futuri
L’osteopatia, una disciplina terapeutica
che si va affermando, ne facciamo il
punto con il Dottor Guido Rolle –
Osteopata e Fisioterapista.
“L’osteopatia è nata nel 1874 negli Stati
Uniti, grazie al Dottor Andrew Taylor
Still.
Negli anni ’40 viene
riconosciuta oltreoceano, mentre nel
dopoguerra inizia ad essere studiata e
praticata anche in Inghilterra e Francia,
dove
viene
riconosciuta
e
regolamentata rispettivamente nel
1993 e nel 2004. In Italia è in via di
progressiva diffusione a partire dagli
anni ’80 e si pone come una terapia
manuale olistica e complementare
rispetto alla medicina tradizionale.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità
riconosce all’Osteopatia il ruolo di
partecipazione al mantenimento della
salute.
Quali i cardini I cardini della filosofia e
della pratica osteopatica?
Stimolare l’innata tendenza all’autoguarigione dell’uomo. Tutti i tessuti e
gli organi sono in collegamento tra loro,
nella struttura e nella funzione. La
conoscenza dell’Anatomia e della
Fisiologia, unite ad una manualità
percettiva, rispettosa e profonda,
inoltre consentono all’Osteopata di
favorire il riequilibrio e la guarigione
dell’organismo. Pertanto il trattamento
osteopatico non è minimamente
invasivo,
non
richiede
somministrazione di farmaci o altre
sostanze. Si basa esclusivamente sulla
pressione, mobilizzazione,
manipolazione
o
sollecitazione
manuale ed esterna del corpo. Produce
un miglioramento della funzionalità del
sistema
muscolo-scheletrico,
del
sistema cardiocircolatorio, del sistema
nervoso e degli organi interni.
Quando l’osteopata e il Fisioterapista
possono aiutare?
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dolore lombare, cervicale
lombosciatalgia
patologie o disturbi articolari
distorsioni
colpo di frusta, recupero esiti
traumatici
scoliosi
disturbi masticatori
mal di testa
disturbi di circolazione ematica
o linfatica
affezioni respiratorie croniche
o ricorrenti
disturbi funzionali a carico degli
organi interni
aderenze cicatriziali
neonato, lattante, bambino:
anomalie di forma, postura o
motricità,
coliche,
irrequietezza,
affezioni
respiratorie ricorrenti
gravidanza
e
puerperio:
mobilità del bacino per il parto,
disturbi circolatori o di
sensibilità cutanea, dolore
CONTATTI
Dr. Guido Rolle
Medico Chirurgo
Fisioterapista,Osteopata
Clinica San Martino – Malgrate
Tel. 0341 1695111
www.clinicasmartino.it
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OTORINOLARINGOIATRIA
Apnee del sonno, l’esame si fa a casa
La patologia si
manifesta con il
ripetersi di
episodio di
arresto della
respirazione per
più di 10 secondi
Smettere di respirare di notte. È la
sindrome delle apnee del sonno di tipo
ostruttivo. «Si tratta di un disturbo
della respirazione - spiega Alessandro
Garbellini,
otorinolaringoiatra
caratterizzato dal ripetersi di episodi di
arresto della respirazione per un tempo
superiore a 10 secondi e dalla
conseguente discesa dei valori di
ossigeno disciolto nel sangue. A
soffrirne sono soprattutto gli individui
di sesso maschile, over 45 e obesi».
Ma come ci si accorge di soffrire di
questa patologia?
«I sintomi che devono far sospettare la
presenza di un’eventuale sindrome
delle apnee del sonno - risponde lo
specialista - sono la presenza di forte
russamento, il riscontro da parte del
partner di pause respiratorie durante il
sonno, presenza di improvvisi risvegli
nella notte, la tendenza alla salivazione
sul cuscino e sonnolenza eccessiva
durante il giorno. L’importanza della
diagnosi precoce di questa malattia
è data dal fatto che questa determina
una netta riduzione della qualità della
vita in quanto può determinare deficit
di concentrazione, di memoria,
impotenza, tendenza ad avere colpi
di sonno e depressione. Inoltre è stato
dimostrato che i pazienti affetti da
questa malattia rischiano di sviluppare
un’ipertensione arteriosa resistente
alla comune terapia, malattie cardiache
(aritmie, infarti acuti del miocardio,
scompenso cardiaco destro) e ictus
cerebrali».
Come avviene la diagnosi e come si
interviene per porre rimedio alla
patologia?
«Questa si basa sull’esecuzione di un
esame chiamato polisonnografia, che
oggigiorno
può
essere
eseguito
comodamente nella maggior parte dei
casi nel proprio letto - illustra Garbellini
- Si porta a casa uno strumento a cui
sono collegati dei sensori che, posti sulla
pelle, permettono di registrare alcuni
dati importanti come il numero di apnee,
la percentuale di tempo in cui l’individuo
ha russato, la saturazione di ossigeno del
sangue. Il trattamento dipende dalla
gravità della patologia, che è chiarita
dalla polisonnografia. Esistono un
trattamento medico (CP AP, ortesi di
avanzamento
mandibolare,
calo
ponderale) e uno chirurgico, che hanno
lo scopo di risolvere le condizioni
anatomiche che favoriscono la chiusura
delle vie aeree (deviazione del setto,
ipertrofia dei turbinati, ipertrofia del
palato molle, ipertrofia della base
linguale, alterata posizione delle ossa
mascellari e mandibolari). Specialista di
riferimento per la valutazione del
paziente e per la programmazione del
trattamento
chirurgico
è
l’otorinolaringoiatra e in casi selezionati
il chirurgo maxillo-facciale».
CONTATTI
Dott. Alessandro Garbellini
Specialista in Otorinolaringoiatria
E Patologia Cervico-Facciale
Clinica San Martino – Malgrate
Tel. 0341 1695111
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OTORINOLARINGOIATRIA
Naso chiuso? E’ Tutta Colpa dei Polipi
L’intervento
avviene in
endoscopia, in
anestesia
generale. La
tecnica è miniinvasiva e
garantisce
degenze brevi.
Il naso chiuso. Non sempre solo un
fastidio stagionale, ma per molti una
vera e propria patologia dovuta alla
presenza di polipi nella sede nasale.
«La causa della poliposi - spiega
Alberto Dragonetti, otorinolaringoiatra
- non è ancora stata trovata. In genere
è associata alla forma asmatica da
rinite allergica, anche se, nella gran
parte dei casi, non si trovano positività
ai test allergologici. Sembra, insomma,
vi sia una certa iperreattività dovuta a
disordini immunitari, ma i polipi
possono venire a chiunque, allergici o
non».
Quali sono i sintomi più comuni?
«L’ostruzione nasale - risponde lo
specialista - e in seconda battuta, con
l’andare del tempo, la perdita di
olfatto. Spesso la poliposi si associa a
problemi polmonari, come l’asma. Per
questo chi soffre di problemi asmatici è
bene che si sottoponga a una visita
specialistica, per escludere di avere
problemi nasali. Da qui la diagnosi, che
oggi avviene con endoscopia nasale,
esame diagnostico eseguito durante la
visita, con una piccola fibra ottica di 3
millimetri introdotta delicatamente
nelle fosse nasali, previamente
anestetizzate con spray o garzine
impregnate
di
anestetico
vasocostrittore. La telecamera montata
permette di visualizzare le cavità nasali
e vedere se sono presenti polipi o altre
anomalie del setto. La presenza di
polipi viene poi accertata con una Tac
senza mezzo di contrasto del massiccio
facciale.
L’alta tecnologia odierna fa sì che la dose
di radiazioni sia minima».
Segue a questo punto la terapia.
«Questa oggi è combinata: alla fase
medica con la somministrazione di
antibiotici, cortisone e spray nasali, si
associa, nei casi più gravi, il trattamento
chirurgico, a cui segue l’uso del solo
spray. Questo perché, non essendoci una
causa vera e propria della patologia,
possiamo solo agire sui sintomi.
L’intervento avviene in endoscopia, in
anestesia generale. La tecnica è miniinvasiva e garantisce perciò degenze più
brevi e minor dolore, evitando
l’inserimento dei tamponi nelle narici.
L’importante è che l’intervento sia
eseguito da mani esperte. La
complicanza
più
importante
è
l’emorragia, che viene però ben
controllata.
Esiste la possibilità di recidiva, ridotta
proprio grazie alla combinazione medica
e chirurgica: solo il 10% dei pazienti
necessita di un successivo intervento».
CONTATTI
Dott. Alberto Dragonetti
Specialista in Otorinolaringoiatria
Clinica San Martino – Malgrate
Tel. 0341 1695111
www.clinicasmartino.it
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ODONTOIATRIA
Terapie ENDODONTICHE che
si
occupano del trattamento dei canali
radicolari cosi da evitare (o curare)
infiammazioni dei tessuti vascolonervosi, granulomi ed ascessi
tramite asportazione del tessuto
ormai
necrotico,
detersioni,
modellazioni e sigillature dei canali
Terapie CONSERVATIVE volte alla cura e
conservazione degli elementi dentari andando a
ripristinare
l’integrità
anatomo-funzionale
avvalendosi anche di metodologie moderne
altamente estetiche:


otturazioni in composito eseguite con
materiale di colore pressoché identico a
quello del dente
intarsi e faccette in ceramica
ORTODONZIA che ha l’obiettivo di
correggere
le
anomalie
muscolari,
scheletriche e dentali favorendo, nel caso
di pazienti in fase di sviluppo, una crescita
armonica delle basi ossee facciali mentre,
nel caso di pazienti adulti, una corretta
occlusione cosi da prevenire traumi
parodontali e problemi all’articolazione
temporo-mandibolare.
PROTESI
FISSA
e
PROTESI
MOBILE necessarie per il ripristino di
elementi dentari mancanti o compromessi
sia da un punto di vista estetico che
funzionale. Nella nostra clinica vengono
eseguite protesi di qualsiasi tipo, realizzate
sia con tecniche tradizionali che moderne, a
seconda della necessità e casistica.
GNATOLOGIA che si occupa dei problemi
dell’articolazione temporo-mandibolare e di
quelli
posturali
della
mandibola.
In
collaborazione con l’ortodontista e tramite
l’utilizzo di strumenti quali bite, placche, lo
specialista in gnatologia si pone l’obiettivo di
risolvere o attenuare le problematiche quali mal
di testa e del collo frequenti, dolori e tensioni
muscolari, stati affaticamento muscolare.
IGIENE E TRATTAMENTI COSMETICI
DIAGNOSTICA E RADIOLOGIA
Terapie PARODONTICHE che consistono nella
cura e trattamento dei tessuti del parodonto,
ovvero il sostegno del dente (gengiva,
legamento parodontale, il cemento radicolare e
l’osso alveolare)
GLI SPECIALISTI
Dr. Giuseppe
Bertani
Dr. Federico
Cantarelli
Dr. Andrea
Spanò
IMPLANTOLOGIA
Dentiere addio, ora c’è l’implantologia
La nuova tecnica
permette di
sostituire i denti
naturali
mancanti. Rapido
il recupero del
paziente
Con l’implantologia dentale il sorriso
torna come nuovo. Il dottor Giorgio
Pedretti, specialista in chirurgia
d’urgenza e pronto soccorso che si
occupa da più di 20 anni di
implantologia, chirurgia maxillofacciale,
spiega che l’implantologia è una
metodica che permette di sostituire i
denti mancanti naturali. Mediante
l’utilizzo degli impianti dentali si
inseriscono chirurgicamente elementi
metallici
in
titanio
nell’osso
mandibolare
o
mascellare
per
permettere poi la connessione di
protesi fisse che restituiscano la
funzione masticatoria.
I materiali dentali utilizzati sono diversi,
titanio con materiale acrilico, titanio
con resina composita o ceramiche
metal-free.
Quando
si
può
ricorrere
all’implantologia?
«Quando si è in presenza di perdita di
uno o più denti naturali - risponde il
medico - Nel caso di edentulia parziale,
si evita così di procedere con tecniche
convenzionali che prevedono la
limatura dei denti sani per posizionare i
cosiddetti ponti. In questo modo si crea
però un danno biologico e il dente
ridotto non ha più lunghe prospettive
come un dente intonso.
Queste tecniche del passato si sono
rivelate insomma poco durature. Nel
caso invece di edentulia totale,
l’implantologia serve a dire addio alle
vecchie protesi. Gli impianti possono
variare da un minimo di quattro
nell’arcata inferiore a un massimo di sei
in quella superiore. Nel caso di gravi
atrofie dei mascellari si possono evitare
ricostruzioni ossee gravate da ulteriori
interventi di prelievo ed innesto, questo
è possibile mediante l’utilizzo di impianti
zigomatici, innovativa ma ben collaudata
tecnica chirurgica che permette di ridare
al paziente una dentatura fissa e
completa in pochi giorni. Chi può
affrontare l’intervento? «Tutti i pazienti
con pochissime esclusioni chi presenta
gravi
disturbi
metabolici
con
ripercussioni sulle ossa, le
persone in trattamento oncologico, i
cardiopatici gravi o i diabetici
scompensati. Per chi gode di buona
salute non ci sono controindicazioni e
l’implantologia è indicata a partire dal
termine della crescita scheletrica, quindi
dopo i 16 anni per le donne e dopo i 18
per gli uomini».
In
cosa
consiste
l’operazione?
«L’intervento è semplice e avviene in
anestesia locale anche se tutti i pazienti
sono costantemente monitorati da un
medico anestesista che valuta i
parametri vitali, respiratori e cardiaci. Il
paziente recupera in breve tempo
(massimo 10 giorni) la funzionalità
masticatoria e i denti sembrano a tutti
gli effetti naturali. Infine la Clinica San
Martino offre prestazioni, anche le più
complesse, con costi alla portata di tutti.
CONTATTI
Dott. Giorgio Pedretti
Specialista Chirurgia Maxillo-Facciale,
Orale, Paradontale e Implantologia
Clinica San Martino – Malgrate
Tel. 0341 1695111
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IMPLANTOLOGIA
PRIMA
DOPO 10 gg
dentizione mascellare
completamente
compromessa
Restauro funzionale
ed estetico definitivo
La mancanza degli elementi dentali parziale o totale (nota anche come edentulia) comporta importanti
disagi sia estetici che funzionali ed è anche causa di seri pericoli per la salute del paziente che ne è
affetto. Fin dall’antichità si è cercato di porre rimedio al problema, tanto che i primi reperti di restauro dentale
risalgono addirittura al periodo neolitico.
Le tecniche attuali di implantologia, hanno permesso di ottenere brillanti risultati tanto da farla riconoscere come
una delle branche della medicina che maggiormente consente di ottenere una perfetta risoluzione funzionale e allo
stesso tempo estetica del difetto anatomico. L’implantologia moderna deriva dagli insegnamenti di due importanti
scuole di pensiero, quella italiana che vanta i primi veri risultati clinici e ha dato il via alla moderna implantologia ,
ed ha pure permesso di ottenere riabilitazioni rapide (carico immediato), quella Svedese più recente ma che ha
permesso di conoscere i principi biologici dell’osteointegrazione.
TRATTAMENTI IMPLANTARI
ECONOMICAMENTE
ALLA PORTATA DI TUTTI
E CON GARANZIA A VITA
L’ implantologia si avvale di piccole protesi
metalliche metalliche in titanio puro,
denominate impianti, che vengono inserite
nelle ossa mascellari e mandibolari
sostituendo così le radici dei denti persi o
mancanti le quali servono ad ancorarvi i
nuovi denti.
Il Titanio puro permette l’osteointegrazione
ed
è
un
metallo
assolutamente
biocompatibile che non può causare reazioni
da corpo estraneo, quindi non può essere
causa di RIGETTO. La guarigione biologica
dell’osso sulla sua superficie è un processo
di guarigione noto appunto
come
OSTEOINTEGRAZIONE.
Il binomio Titanio - Osteointegrazione
permette una riabilitazione
masticatoria
duratura ed assolutamente paragonabile
alla dentatura naturale.
PRIMA
DOPO
Posizionamento
impianto e pilastro
canino dx superiore
Corona su impianto a
24 ore dall’intervento
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