Ottobre 2006
LA FESTA DELLA CITTA’
La prima domenica di ottobre ricorre la Festa della Città.
Come è ormai tradizione il nostro giornale esce con un numero speciale ad essa dedicato.
L
a festa della città nel corso degli anni ha perso la sua
“rappresentatività cittadina” per diventare un evento che
interessa solo la parte centrale di San Giuliano, costituita essenzialmente dal circondario della Parrocchia del Martire. Infatti è da giugno che si stanno rincorrendo le feste delle varie frazioni e quartieri
cittadini, ciascuna vissuta intensamente ma senza alcun legame l’una
all’altra.
Più volte da queste pagine abbiamo sottolineato l’importanza di dare alla nostra città iniziative che possano fare
riscoprire una propria identità (culturale, storica, sociale)
fatta sì da cittadini di diverse provenienze, ma che sembrano essere accomunati solo dal fatto abitare in un uno stesso
territorio. Anche le attività organizzate quest’anno da un
misterioso “comitato per la festa” ruotano attorno alla solita
lotteria e a ben poco altro, il tutto condito da una messaggio/slogan di solidarietà che di fatto serve solo a fare bella
mostra di sé in qualche manifesto o volantino.
Non vogliamo ripetere cose già dette, ma ci permettiamo di offrire qualche suggerimento. Sarebbe opportuno che
per il prossimo anno il comitato organizzatore venisse scelto in maniera più trasparente e rappresentativa delle realtà
locali, e venisse coinvolta non solo la zona centrale ma anche le altre frazioni e quartieri. Ci piacerebbe che nel programma non vi fossero solo mostre di pittura su tematiche a
volte un po’ astratte, ma che si cogliesse questa opportunità anche
per fare comunità sui problemi concreti, facendo riscoprire il gusto
del dialogo, del confronto e anche della festa.
Accanto alle bancarelle, ai giochi, alle luci, che tempo permettendo, accompagnano la nostra festa, sarebbe bello che questa avesse
un senso ed una continuità con i 364 giorni che la precedono, e fosse
di impulso e di motivazione agli altri 364 che la seguiranno.
VIBOLDONE CI RIGUARDA
Il progetto di recupero di Viboldone: riprendiamo il cammino, dopo la bocciatura del piano integrato da parte
dell’Amministrazione Provinciale, facendo tesoro del dibattito che si è sviluppato.
L
a vicenda urbanistica di Viboldone sembrava giunta all’ultimo
atto con la presentazione, da parte della società proprietaria
dei terreni, di un nuovo piano di intervento integrato, approvato non
senza aspri dibattiti dal Consiglio Comunale di San Giuliano Milanese.
La contrarietà al piano di recupero espressa dalle forze politiche di opposizione e dalle associazioni operanti sul territorio ha trovato fortunatamente orecchie attente nell’Amministrazione Provinciale di Milano, che
ha bocciato il suddetto piano. La ragione è che per redigerlo è stato utilizzato uno strumento urbanistico riservato alle aree dismesse, quindi
non idoneo per Viboldone. Il borgo di Viboldone infatti è classificato
all’interno del Piano Territoriale del Parco Agricolo Sud Milano quale
“Nucleo Monumentale”, da preservare per le future generazioni, oltreché
naturalmente per le attuali.
Di fatto si è perduta l’occasione per avviare un nuovo dialogo fra le
parti interessate, ovvero il Parco Sud e la Soprintendenza ai Beni Ambientali, le suore Benedettine, le associazioni che in questi anni si sono
adoperate, prima per impedire operazioni urbanistiche speculative, e
successivamente per sollecitare la necessità del recupero del borgo.
Il dialogo avrebbe consentito di definire le modalità di utilizzo dello spazio pubblico consistente nella cascina Corte Grande, dato che a
tutt’oggi il Comune non ha ancora:
− definito le modalità di utilizzo della cascina;
− valutato le effettive necessità di utilizzo degli spazi disponibili;
− approntato un piano finanziario per il recupero edilizio, dal momento che manca la finanza.
L’obiettivo del dialogo è quello di giungere a una soluzione so-
stenibile, remunerativa per l’investimento privato e soddisfacente per la
conservazione del bene e per la sua valorizzazione. A questo scopo prima di approvare qualsiasi piano di recupero (il piano presentato prevedeva la realizzazione di una volumetria complessiva di circa 42.000 metri
cubi, ben superiore a quella indicata nel progetto approvato nel marzo
1995 dal Consiglio Comunale che, se fosse realizzata, snaturerebbe la
fisionomia del borgo) si dovrebbe avviare la procedura di valutazione
d’impatto ambientale e paesaggistico per definire l’incidenza delle nuove edificazioni e la loro compatibilità con il tessuto esistente.
Per far questo è necessario tenere conto dei flussi veicolari dei
mezzi leggeri e pesanti sulla nuova viabilità di progetto; recuperare il
patrimonio edilizio esistente, evitando demolizioni di strutture delle cosiddette “residenze povere” dei salariati agricoli e soprattutto della “ca’
de parol”, fatta costruire (come rivelano le scritte in latino) per godere
della quiete della campagna; riconsiderare attentamente l’ipotesi del
passaggio di tutta la Corte Grande alla proprietà pubblica, definendo nel
dettaglio destinazione degli spazi e impegno finanziario per il Comune.
Per chi voglia approfondire gli aspetti delle vicende storiche, artistiche e urbanistiche del borgo potrà esaminare il volume che sarà tra
breve presentato al pubblico: “Il patrimonio rurale vernacolare ai margini della metropoli. Analisi di quattro insediamenti nell’area metropolitana milanese”, Milano 2006.
Paolo Rausa
Presidente della associazione per la salvaguardia
e la valorizzazione di Viboldone
2
ROCCA BRIVIO
QUALE E’ IL FUTURO?
occa Brivio è il castello
posto ai confini meridionali del Comune di San Giuliano;
la sua storia e le sue vicende sono un nostro patrimonio davvero
invidiabile. Per questo, alla fine
del 1997 i tre Comuni lungo l’asse della Via Emilia (San Donato,
San Giuliano e Melegnano), insieme
all’Associazione
Culturale
Rocca Brivio, decisero di acquistare questo bene architettonico
insieme con i possedimenti appena fuori il maniero e i terreni che
circondano l’edificio principale.
L’idea progettuale che stava
alla base dell’accordo di programma firmato dalle parti era
quello di restituire all’uso pubblico l’intero bene storico, proponendo al suo interno eventi, mostre, manifestazioni e cercando di
promuovere, cominciando dalla
Rocca, alcuni tra i beni più significativi che si trovano in ambiti
limitrofi (per citarne alcuni: Viboldone, Chiaravalle, Zivido, il
castello di Melegnano, ecc.). Con
questa ipotesi progettuale si era
cercato di dare forza e sostegno
ad un progetto che sulla carta
aveva tutte le prerogative per
potersi realizzare.
Tuttavia il progetto s’è scontrato inizialmente con difficoltà di
natura economica, di sostenibilità, in poche parole, di scarsa
concretezza gestionale. Ma in
questi ultimi anni la
Società “Rocca Brivio
Sforza Srl”, incaricata
della gestione del bene, e di cui il sottoscritto è Presidente
del Consiglio d’Amministrazione, ha cercato di individuare strategie ed operatività
nuove che riuscissero
a garantire, da una
parte la gestione ordinaria del bene stesso, dall’altra continuassero ad assicurare la sua fruizione
pubblica, legandosi in
prospettiva a partner
significativi e che si
R
prendessero a cuore i destini del
bene storico.
Poco più che un anno fa, a
metà luglio del 2005, all’interno
della compagine societaria è entrato un nuovo membro, la TASM
(la società Tutela Ambientale Sud
Milanese); un ente che, nonostante la sua natura giuridica di
società per azioni, è a totale capitale pubblico, partecipato dalla
Provincia di Milano insieme a 24
Comuni dell’hinterland, e si occupa della gestione delle acque di
superficie. L’ingresso di questo
nuovo socio rappresenta diverse
cose: da una parte l’arrivo di
nuove risorse all’interno della società Rocca Brivio, che saranno
impiegate sia per realizzare la
nuova
sede
operativa
della
TASM, sia per migliorare l’accessibilità alla Rocca [leggi parcheggio]; dall’altra la possibilità di
interloquire più direttamente con
soggetti istituzionali (in primis la
Provincia) a questo punto pienamente coinvolti nel progetto; in
ultimo una maggiore promozione
del bene storico per eventi di natura culturale e ambientale non
ancora realizzati.
Mi piace segnalare come lo
staff che lavora in Rocca è riuscito in quest’ultimo periodo a mettere in cantiere diversi progetti
particolarmente significativi: innanzitutto, grazie all’interessa-
mento della Provincia di Milano,
si vuole realizzare un’area del
Parco Sud “forte”, in grado di
coinvolgere parecchi enti ed associazioni che lavoreranno sui
temi ambientali, storici e di promozione turistica; sempre su
questi ultimi temi è notizia di
questi giorni che il progetto presentato la primavera scorsa dalla
società
Rocca
Brivio
in
partnership con il Consorzio di
Formazione Professionale di San
Donato, ha ottenuto il finanziamento di € 650.000 da parte della Fondazione Cariplo. Questo
progetto prevede la realizzazione
in Rocca Brivio di un “Centro per
il turismo culturale ed ambientale” che consentirà di mettere in
rete e di promuovere tutti i beni
storico-ambientali di cui è ricco il
nostro territorio.
L’immagine che più di altre
sintetizza questa nuova fase, è la
possibilità di realizzare a Rocca
Brivio un “Palazzo delle Stelline
nel Sud Milano”, un luogo cioè in
cui i cittadini e i visitatori, oltre
alla possibilità di poter visionare
mostre o partecipare a meeting
in un contesto storico ed ambientale davvero suggestivo, possano
anche trovare servizi d’accoglienza e di ristorazione, oltre che di
ricettività per periodi brevi, di un
certo livello, assicurando in questo maniera una nuova “vita” del
bene storico, insieme ad una
maggiore fruibilità di cui ancora
oggi esso non gode pienamente.
Dr. Andrea Checchi
Presidente Rocca Brivio
3
L
e prime testimonianze documentate e facilmente
consultabili sulla nostra città, le
troviamo nel “Liber Notitiae Sanctorum Mediolani” scritto da Goffredo da Bussero. Esse fanno riferimento alla costruzione di una Chiesa pievana dedicata a “Sancti Juliani”, martire cristiano. Nel XIV
secolo si radicò nella diocesi ambrosiana il culto di San Giuliano
Martire, trasmesso dai missionari
orientali rifugiatisi in Italia tra il VI
ed il VII secolo per sfuggire alle
persecuzioni in atto nei loro paesi.
La difficoltà a reperire maggiori informazioni storiche derivano
dal fatto che il nostro Comune purtroppo non dispone di archivi ai
quali attingere. Gli amministratori
che si sono succeduti al governo
della nostra città hanno pensato ad
altro, dimenticandosi di salvaguardare e tramandare le memorie della gente, le sue storie, i suoi ricordi, i suoi documenti, e tutto quello
che sarebbe servito oggi per raccontare il passato ai giovani e meno giovani. Le uniche testimonianze (poche) si possono trovare
quindi a Milano, nell’Archivio Storico Nazionale, e credetemi, con
grande fatica.
Per dare una idea di cosa era
un tempo la Festa Patronale, leggiamo nel “Liber Cronicum” dell’archivio parrocchiale che la domenica
della festa del 1900 (ricorrente
nella terza domenica di ottobre e il
lunedì successivo) la piazza della
Chiesa e il giardino della casa del
Prevosto Don Giovanni Penuti vennero ornati con vasi di fiori, coccarde e nastri multicolori. Per avere una visione del nostro paese a
quel tempo è giusto ricordare che
SAN GIULIANO MARTIRE
CENNI DI STORIA DI SAN GIULIANO
San Giuliano, appena sette anni
prima, era passato da frazione di
Viboldone a vero e proprio comune. Nella festa patronale di inizio
secolo fu abbellita la zona della
piazza centrale (attorno alla quale
si raccoglievano non più di una
ventina di abitazioni) ma anche le
cinque grosse aziende agricole che
possedevano un numero elevato di
capi di bestiame.
La Santa Messa in quella festa
di inizio secolo fu celebrata dal
Priore dei Carmelitani di Milano, e
la chiesa della piazza era gremita
di contadini, dispensati per l'occasione dal lavoro. La processione
per le vie del paese ebbe luogo il
lunedì con molti sacerdoti, seguiti
dai vessilli delle varie associazioni
esistenti come la confraternita maschile e quella femminile, le associazioni dei figli di Maria, dei Luigini, eccetera. La processione si
chiudeva con la banda musicale di
Melegnano seguita dai fedeli.
In ogni ricorrenza patronale
veniva costituito un comitato che
raccoglieva i fondi per organizzare
la festa. I fondi venivano consegnati al Prevosto che provvedeva
poi a ripartirti per lo svolgimento
dei festeggiamenti. Non sempre
questa raccolta era facile: durante
la guerra 1915-18 venne incaricato
della raccolta il sagrestano; nel
1921 la festa minacciò di sfumare
a causa della mancanza di volontari per il comitato. In aiuto del par-
roco di allora, don Antonio Colombo, vennero alcuni giovani disoccupati che si prestarono alla raccolta,
mettendo insieme ben 1.000 lire.
Alla processione di quell’anno partecipò la Banda Vecchia di Melegnano in seguito al rifiuto di quella
di Rogoredo (a causa degli scontri
avvenuti in giugno fra gli operai di
San Giuliano e quelli del Vigentino).
Problemi si manifestarono anche in pieno regime fascista. Il
Prevosto minacciò di sospendere la
festa se il podestà, Angelo Albetario Biraghi, non gli avesse garantito il divieto dei balli pubblici. Avute
le debite rassicurazioni (e dopo
aver visto una circolare nella quale
il podestà vietava i balli tranne
che in occasione del Carnevale,
della Sagra e delle feste di Pasqua
e Natale), il Prevosto si indusse a
organizzare la festa patronale.
Con la fine della seconda
guerra mondiale e l’inizio di un forte processo migratorio verso di
noi, San Giuliano assume un altro
aspetto,. Nascono nuove vie e
nuovi quartieri. Borgolombardo si
espande verso San Donato, iniziano a sparire le cascine, i lavori nei
campi vengono abbandonati e le
aree una volta agricole vengono
edificate. Spariscono i mestieri legati ai lavori nei campi e ne compaiono di nuovi legati al lavoro nelle fabbriche e nel terziario. Nel 1958 San Giuliano arriva a 10.586
abitanti, che nel 1961 diventano 14.999 (dei quali
2.536 sono immigrati). Il
nuovo Prevosto, don Luigi
Carcano, si rende conto che
la festa del paese, che si
svolge nel mese di agosto,
ha perso di interesse. Con
un benessere sempre più
diffuso, la gente preferisce
andare in vacanza. Per
questi motivi sposta la festa alla prima domenica di
ottobre, consuetudine che
vive ancora oggi.
(Per notizie più dettagliate
si rimanda al libro “San
Giuliano Milanese. Dalle
cascine alla città” del prof.
Stefano Sportelli che si può
anche richiedere alla redazione di “Città Nuova”).
4
I NUMERI DEL VERDE
A SAN GIULIANO
I
l Comune ci comunica (via
Tam Tam) che a San Giuliano ci sono 570.000 metri quadrati
di superfici verdi, ovvero 17 metri
quadri per abitante. Questa superficie complessiva è così composta:
270.000 metri quadri nelle abitazioni residenziali, ovvero giardini
privati, 68.000 nelle scuole, 58.000 consistono di aiuole spartitraffico, 3.600 sono di verde
“sportivo”; infine 180.000 metri
quadri sono di parchi e giardini.
Non è soltanto il nostro Comune a
inserire nel verde pubblico anche
quello privato, i cortili delle scuole,
il verde delle aiuole spartitraffico:
nella situazione dell’Italia soffocata
dal cemento, tutto fa brodo. Ma il
nostro punto di vista è un tantino
diverso. Cioè che il verde pubblico
dovrebbe conteggiare soltanto i
parchi e i giardini, ovvero luoghi
usufruibili come tali, soprattutto
per gli abitanti dei grossi palazzi e
dei falansteri che di verde ne hanno ben poco, per un effettivo sollievo del corpo e dello spirito. In
questo caso i metri quadri per persona sarebbero in effetti a San
Giuliano 5,5 e non 17.
Qualcuno ci ha detto che sì, c’è
un progetto di un “Parco dei Giganti”, che verrebbe bello e grande, ma che il costo è proibitivo,
ben otto milioni di euro, ovvero
sedici miliardi delle vecchie lire. La
cosa ci pare strabiliante. E’ ovvio
che bisogna intenderci su che cosa
Zivido - Il Parco dei Giganti
vuol dire parco. Parco è una zona
verde della città composta di alberi, prati e sentieri. Tutt’al più qualche panchina. Punto. Certo che se
cominciamo
a
parlare
di
“attrezzature”, “di impianti”, di
“costruzioni”, di “giochi”, di muretti di cemento o di mattoni e quant’altro per far felici i soliti fornitori
del Comune, siamo su una strada
sbagliata. Chi abbia visitato i parchi di Londra, Parigi, Berlino (oggi,
con i voli low cost , non bisogna
essere ricchi per andarci) sa che i
parchi sono fatti di prati, alberi,
magari un laghetto, panchine, un
piccolo chiosco per i rinfreschi. E
che i parchi devono essere grandi,
grandi, grandi…
Sappiamo per certo che con un
milione di euro si possono comprano 50.000 piante di pregio. Avete
letto bene: 50.000 piante, ovvero
alberi e cespugli. Se si considera
che tutto il patrimonio verde del
Comune di San Giuliano è composto da 7.000 alberi, 400 arbusti (?)
e due chilometri di siepi, viene un
po’ da ridere. Non c’è bisogno di
50.000 piante per fare il Parco dei
Giganti. Non c’è bisogno di sedici
miliardi per fare un parco, anche
con tutto il movimento terra che ci
vuole. E in ogni caso la spesa potrebbe essere ripartita su più esercizi. Ci vogliono idee e capacità
operativa. E meno subordinazione
ai fornitori.
PARCHI E
GIARDINI
N
on dubitiamo che sia ottima la decisione del Comune di affidare a Genia <<le redini
del servizio di gestione e riqualificazione del verde pubblico>>, come ci dice il penultimo numero di
Tam Tam. Ciò significa che possiamo aspettarci <<una attenta manutenzione, attraverso l’utilizzo di
tecniche innovative, e un piano
complessivo per usufruire al meglio di parchi e giardini pubblici>>,
non solo, ma <<una particolare
attenzione all’impatto estetico e
alle esigenze funzionali>>.
Bene, ci crediamo. E ci auguriamo che questo significhi, per esempio, un intervento di robusta
alberazione di un piccolo pezzo di
parco fra le vie Civesio e Giotto,
proprio all’imbocco del borgo di
Civesio, caratterizzato ora da tre
sparuti ciuffi di verzura che sembrano i peli sulla testa dell’elefantino Dumbo; o la cura del pezzo di
parco ben più importante fra le vie
Basilicata e Toscana a Sesto Ulteriano, anche esso caratterizzato da
una certa desolazione; o ancora di
più, il giardino lungo la via Campoverde proprio nel centro di San
Giuliano, piuttosto spelacchiato,
con un triste muretto in mattoni di
cui non si capisce lo scopo; o il
collegamento viario del cosiddetto
Parco Nord con la via Emilia, perché altrimenti ci vuole il navigatore
per trovarlo (che ci sia ciascun lo
dice, dove sia nessun lo sa…), essendo tutto accuratamente circondato da palazzi e palazzetti e palazzine (un parco pubblico è un’altra cosa)….
5
A
bbiamo ricevuto in omaggio dall’Assessorato alla Cultura di San
Giuliano un gradevole libretto che parla dei
luoghi più belli e interessanti della nostra
città. L’opuscolo è ben fatto, le fotografie
sono eccellenti. Sono tratte dal materiale
del corso fotografico “Occhio all’obiettivo”. L’intento della pubblicazione è quello
di richiamare l’attenzione sui luoghi storici
e di bellezza di San Giuliano: insomma si
vuol ricordare, in particolare ai ragazzi delle scuole, che San Giuliano non ha solo
palazzacci, ma luoghi storici, che poteremmo chiamare “del cuore”.
Guardando il bel librino, una cosa salta
all’occhio: con qualche eccezione, come la
chiesa parrocchiale di San Giuliano e l’Abbazia di Viboldone, si tratta di reperti archeologici in stato di grave decadenza. Inoltre
Sestogallo sta per essere travolta da una
ondata di nuove costruzioni (per Viboldone
il rischio sembra per ora accantonato). Noi
non sosteniamo che le cascine dismesse non
debbano essere recuperate e sistemate anche ad uso di abitazioni civili. Ma qui i privati ci vuole guadagnare alla grande. E allora addio alla pace e serenità che ispira quel
luogo.
I “posti del cuore” andrebbero recuperati con il criterio che usa il Fai, Fondo per
l’Ambiente Italiano, che opera a livello
nazionale: è fondamentale che ci sia una
fascia di rispetto intorno agli edifici storici,
per mantenere intatta la magia dei luoghi. E
poi ci vuole un restauro sapiente. E poi un
minimo di servizi, da quelli igienici a quelli
C
osa offre San Giuliano ai suoi giovani? La prima reazione istintiva di
un qualsiasi sedicenne di San Giuliano è
questa: ti sorride, ti guarda divertito e ti
risponde candidamente “niente!”.
Nessuna proposta culturale? Nessun centro di aggregazione? Eppure qualcosa ci
deve essere... mi vengono in mente gli oratori e il centro di aggregazione giovanile,
l’Arena del Sole, che ha aperto i battenti un
paio d’anni fa. Ero stata anche all’inaugurazione del nuovo centro: nuova costruzione,
ampi spazi, sale prove insonorizzate al piano inferiore, lo spazio accoglienza e la sala
teatro al pianterreno, aula informatica e
aula laboratorio al piano superiore, un paio
di band giovanili sangiulianesi che suonavano, un buffet, un comico di Zelig per
inaugurarlo degnamente e gli educatori per
farlo funzionare… Che mancava? Mi era
stato detto che l’Arena del Sole apriva i
battenti per attività musicali e di ampio
respiro culturale e sociale e che i giovani
sangiulianesi avrebbero potuto, finalmente,
avere un centro di aggregazione tutto loro,
in via Marzabotto. Però qualcosa forse non
ha funzionato se ancora oggi un sacco di
ragazzini non sanno neppure l’esistenza di
questo centro e se molti, pur conoscendolo,
non lo frequentano!
Proprio su “Il Sabato” (un settimanale di
informazione locale), del 2 settembre 2006,
a pagina 31, trovo una lettera di alcuni sedicenni del nostro comune, che dicono: “Vi
I POSTI DEL CUORE
OCCHIO ALL’OBIETTIVO
di ristoro. Chi abbia visitato i castelli inglesi e soprattutto scozzesi, fonte di grande
reddito per i privati come per il famoso
British National Trust, a cui il Fai si ispira,
avrà notato il perfetto mantenimento degli
edifici, la bellezza dei giardini, le panchine,
i bagni, il ristoro: insomma tutto quello che
noi non abbiamo. Allora è inutile organizzare gite per vedere questi luoghi, se poi
questi si presentano abbastanza tristi e ab-
bandonati, e non sono organizzati a ricevere
i visitatori, sia sotto il profilo estetico che
dei servizi.
Naturalmente il Comune non ha i quattrini per gli interventi. Bene, si usino i privati a cui verrà data un qualche tipo di concessione (ma non certo il permesso di costruire dei villaggi a ridosso di luoghi da
mantenere intatti e protetti). E in ogni caso,
i quattrini dovrebbero saltare fuori. Il Comune di San Giuliano riscuote ogni anno
ottanta miliardi di tasse e contributi: meno
spese effimere, meno denaro disperso in
mille rivoli, ma investimenti in bellezza che
Viboldone - La Corte Grande
LA REALTA’
GIOVANILE
scriviamo perché nella nostra cittadina non
c’è uno spazio di ritrovo tutto nostro. O
meglio, uno spazio pubblico. Il comune ci
ha regalato tempo fa un bel centro di aggregazione giovanile, peccato si trovi in una
zona fuori mano, la sera perciò non ci possiamo andare da soli. Se volessimo andarci
dovremmo farci scarrozzare tutte le volte
dai nostri genitori. Noi non lo troviamo
giusto….”. Il centro, infatti, si trova in via
Marzabotto, una zona di attività industriali
che alla sera rimane completamente isolata,
la strada è un po’ buia.
Ma la parte della lettera, a mio parere,
più triste è quella in cui dicono: “Il nostro
ritrovo abituale è diventato il centro commerciale della zona, ci troviamo lì dopo la
scuola soprattutto il sabato”. Davvero edificante trascorrere il sabato pomeriggio in
giro fra negozi; però l’alternativa è stare
seduti sulle panchine in piazza, e d’inverno
non è il caso. Insomma loro vorrebbero uno
spazio per organizzare concerti, guardarsi
insieme dei film e ascoltare della buona
musica, ma pare che non lo trovino e non
possono certo permettersi di andare sempre
al cinema perché ha un costo.
Poi concludono “Ogni tanto ci si ritrova
in biblioteca, ma lì come è noto non si può
parlare più di tanto”. Però la biblioteca è un
gran punto di ritrovo: studi, ti leggi il giornale e poi c’è sempre tempo per una pausa
caffè e per le chiacchiere con gli altri. Fortunatamente l’amministrazione ha pensato
di riaprirla per tre sere alla settimana (dal
trasferimento nella nuova sede di piazza
della Vittoria è sempre stata chiusa alla
sera), a seguito di un’indagine tra i fruitori;
ma per ora rimane una “prova”: alla fine
del mese di ottobre decideranno del futuro.
Devo dire che io problemi non ne ho mai
avuti: il mio punto di ritrovo era l’oratorio
con il mio gruppo, catechesi, domenica
pomeriggio con giochi organizzati, responsabili che ti ascoltavano e preparavano le
attività per la domenica.
Cos’altro c’è a San Giuliano? Un cinema,
un bowling aperto da poco e poi c’è
“Eterotopia”. Non ci sono mai entrata ma
spesso si trovano volantini in giro che pubblicizzano le loro iniziative come mostre
fotografiche, proiezioni di film o cene di
cucina etnica e altro. Può piacere o non
piacere, ma bisogna riconoscere che qualcosa organizzano. E allora un ragazzo che
fa a San Giuliano? “Niente!”. Poi però non
lamentiamoci se c’è chi ancora paragona
San Giuliano a un dormitorio!
Maria Elena Gala
6
SETTEMBRE
A ZIVIDO
ettembre è il mese zividese per
eccellenza. Nel giro di
pochi giorni, infatti, si
passa dalla festa patronale della Natività di Santa Maria alle celebrazioni
della leggendaria battaglia dei Giganti. Messi
alle spalle i due fine settimana di festeggiamenti,
e lasciato ai cronisti il
compito di ricordare che
il primo è trascorso in un
clima quasi estivo, mentre il secondo già lasciava
presagire l’arrivo dell’autunno, vorremmo cogliere
l’occasione per una breve
riflessione su quanto accade (o non accade) nella
nostra frazione.
Andando a rivisitare
gli interventi dell’ultimo
anno dell’amministrazione per migliorare la qualità della vita a Zivido,
siamo ancora una volta
S
SESTO
ULTERIANO
UNA FRAZIONE
ABBANDONATA
esto Ulteriano ha
sempre rappresentato, nell’ambito della nostra città, una realtà a sé.
Con i suoi 3176 abitanti, il
9,46% di tutta San Giuliano, dopo Zivido è la frazione più popolosa, con
S
Sesto Ulteriano - La chiesa
costretti a tracciare un
Dei grandi proclami e
bilancio non soddisfacen- dei grandi progetti degli
te.
anni scorsi ormai nessuBisogna dire che fino ne parla più. Il Blu
nalmente è stata ultimata Residence? È lì. Il Parco
la pista ciclabile da Serdei Giganti? Sterpaglia.
pent House al Cimitero,
L’ampliamento
della
primo passo, speriamo, di
scuola
e
l’edificazione
un nuovo orientamento
della scuola media? Nemdella viabilità, ma inutile
meno l’ombra. La fruibilise non collegata ad una
tà per tutti i cittadini delrete più ampia. Un altro
le parti comuni della Corrallentamento delle auto
te Invernizzi, come votaè stato poi aggiunto sulla
via Gorkij all’altezza della chiesa, che si aggiunge a quello che lo scorso
anno è stato posto all’incrocio con la via Gogol.
Anche in questo caso
l’intervento è quasi inutile, se non accompagnato da progetti coerenti per il nostro sistema viario. Non ci viene
in mente null’altro purtroppo che possa essere
visto come un miglioramento della vita zividese, se non una maggior
cura di quelle poche
aiuole gestite dalla noZivido - La corte Invernizzi
stra municipalizzata.
ta in Consiglio Comunale?
Scordiamocela.
Dunque. Le feste zividesi di settembre stanno
giungendo al termine, i
costumi d’epoca tra poco
saranno riposti per il
prossimo anno, le autorità cittadine hanno fatto il
consueto bagno di folla.
Rimane solo la sensazione che dopo, tutto tornerà come prima…
una crescita lenta ma costante negli ultimi anni.
Fortunatamente l'edilizia
residenziale di Sesto non
ha raggiunto la stessa foga edificatoria del centro,
e l’insieme di piccole villette e palazzine contribuiscono a rendere piacevole
questa parte San Giuliano.
Purtroppo lo sviluppo
della frazione non è stato
accompagnato da un adeguato sviluppo dei servizi.
Sesto si trova praticamen-
zione, utilizzata probabilmente più come bacino di
voti a cui attingere durante le elezioni, che una comunità della quale tutelare il benessere. Da segnalare inoltre il problema
annoso della delinquenza
che ha sempre visto Sesto
Ulteriano come terreno
favorevole Ai propri esercizi.
La proposta caldeggiata alcuni anni fa di istituire i consigli di quartiere,
che nel caso di Sesto poteva essere una opportunità per mettere in rilievo
i propri problemi, è stata
abbandonata dall'attuale
maggioranza che la ritiene
troppo onerosa per le casse comunali.
Una frazione abbandonata quindi. Che però ha
tra i suoi abitanti la potenzialità
di
esprimere
rappresentanti capaci di
far sentire la propria voce
e tutelare gli interessi del
loro borgo. Se solo gli abitanti lo volessero.
te isolata, vuoi per via
della distanza, vuoi perché è circondata da capannoni industriali che
sono cresciuti negli anni in
maniera disordinata. Le
due vie di accesso che la
collegano a San Giuliano e
a San Donato sono caratterizzate da un elevato
traffico di mezzi pesanti
che in alcune ore della
giornata rendono difficile
uscire da Sesto, così come arrivarci. I mezzi pubblici sono scarsi ed insoddisfacenti. Qualche
tempo fa “Città nuova”
aveva presentato un
documento che impegnava l’amministrazione comunale ad attivarsi per la realizzazione della fermata ferroviaria sulla linea Milano
Genova.
Nonostante
numerose promesse, il
progetto è tuttora fermo.
Tutto questo nonostante diversi assessori
dell’attuale giunta provengano da questa fra-
7
LA STRADA PER CIVESIO
L
o scorso mese di luglio 2006 le autorità comunali hanno presentato un progetto di sistemazione
della strada di collegamento tra Viboldone e Civesio preparato dalla società Genia.
Il progetto dovrà ancora essere discusso in commissione urbanistica, ma dalla cartina allegata già si
intravede la proposta della nostra amministrazione. Verrà realizzata una rotonda sulla provinciale per Locate dove attualmente c’è il terzo
ingresso di Viboldone venendo da
San Giuliano (prima del cavalcavia). La strada costeggerà l’abitato
di Viboldone per unirsi alla vecchia
strada. Prima di arrivare a Civesio
la strada verrà però deviata verso
la rotonda della tangenziale.
La piantina riprodotta qui sotto riporta il tracciato della nuova strada. Con questo ci preoccupiamo di
rendere ai cittadini un servizio di
informazione, dal momento che il
bollettino ufficiale Tam Tam disperatamente latita (se a qualcuno di
voi capitasse per le mani l’ultimo
bollettino comunale di San Donato,
potrebbe apprezzare la differenza).
Restiamo in attesa di ricevere dagli
abitanti di Civesio commenti sulla
nuova proposta.
COSA E’ SUCCESSO
ALLA LINEA ARANCIO?
N
egli scorsi mesi si è sparsa a macchia d'olio la voce della
soppressione della linea arancio. E’ una linea di autobus
che ogni giorno trasporta circa 4000 persone essenzialmente tra
San Giuliano, San Donato e la fermata della metropolitana di Milano.
La notizia si era diffusa perché i concessionari della linea avevano lamentato un aumento dei costi di gestione (gasolio, eccetera) che, a fronte delle entrate, non gli permettevano di poter
continuare a mantenere il servizio.
Fortunatamente, grazie agli interventi delle amministrazioni dei
comuni interessati, compresa quello di Milano, questo pericolo è
stato scongiurato. Sta di fatto che in un momento di estrema
difficoltà sul versante del traffico cittadino, invece di discutere di
come potenziare i servizi pubblici locali si cerca di evitarne i tagli. Ne sanno qualcosa i molti studenti che ogni giorno fanno i
pendolari tra San Giuliano e
San Donato e che sono costretti ogni mattina a stare
letteralmente accatastati uno
sull'altro perché il servizio è
del tutto insufficiente a rispondere alle esigenze della
cittadinanza. A quando un
piano organico dei trasporti
per chi come noi vive ai confini della grande città?
IL PARCHEGGIO IN
VIA GOGOL
hi conosce il complesso
scolastico di via Gogol sa
bene che ai lati vi sono due aree
destinate a parcheggio. A sinistra
un bello spiazzo asfaltato, a destra, invece, uno sterrato con i
lampioni posti in posizione di estremo intralcio per le auto in
manovra. Forse pochi sanno che
quell’area non era inizialmente
prevista, ma è stata creata velocemente a causa della pressante
richiesta dei genitori degli alunni
nell’anno dell’apertura della scuola (2001), con la promessa della
sistemazione entro la primavera
successiva. Lambita dai lavori per
la creazione della pista ciclabile,
speravamo che fosse la volta
buona per la definitiva sistemazione dell’area. Il cantiere è oramai chiuso da settimane, il parcheggio è rimasto nella sua desolazione. Perché non è stato sistemato?
C
8
WWW.CITTANUOVA-SANGIULIANO.IT
C
ittà Nuova è on-line!
Da alcuni giorni è disponibile il nuovo sito dell’associazione, all’indirizzo di cui sopra nel titolo. E’ un
sito progettato per incontrare i gusti e gli stimoli di chi naviga abitualmente in rete. Ma soprattutto è nasce
con l’obiettivo incrementare i canali di comunicazione dell’associazione.
Con il sito Città Nuova si propone di completare un’offerta di comunicazione già molto ricca grazie al
giornale che state leggendo. Il sito ci consentirà di essere più rapidi e capillari, per raggiungere tutti coloro
che sono disponibili a navigare in rete.
La struttura del sito si sta consolidando ma sarà molto semplice. Ci consentirà di rendere disponibili
sul web il nostro materiale
istituzionale (chi siamo, quali
sono i nostri propositi e obiettivi) e le informazioni di
ciò che succede in consiglio
comunale. Sarà un archivio di
tutto ciò che concerne la nostra città, i problemi dei cittadini. le iniziative della nostra
associazione, notizie sulle
frazioni sui quartieri.
Saranno disponibili anche
tutti i numeri del giornale: in
questo modo potrete recuperare facilmente eventuali
arretrati. Il sito consentirà
infine a tutti coloro che sono
interessati al buon andamento della “cosa pubblica” di
inviarci osservazioni, spunti,
proposte, domande. Non resta con concludere con un
invito: vistate il nostro sito e
fateci avere i vostri commenti.
ARCHITETTURA
AFORISMI
RICCHEZZA E POVERTA’
Una architettura bella è un atto di civiltà nei confronti di chi ne
usufruisce. Ogni edificio dovrebbe esprimere la miglior cultura che lo
ha prodotto (Assam Fathi, architetto inglese).
Secondo un missionario comboniano, in Africa non esiste una parola
equivalente a povertà (in quanto contrapposta a ricchezza). Esiste una
parola povertà atta a designare la mancanza di amici.
La civiltà urbana è stata distrutta dalla barbarie delle periferie. La
barbarie moderna può essere sconfitta solo portando la civiltà urbana
nelle periferie (Leon Krier, architetto francese).
ASSOCIAZIONE
SAN GIULIANO MILANESE
CITTÀ NUOVA
Campagna tesseramento 2006
La quota associativa è di 10 €
Via Matteotti 6 - 20098 S.Giuliano Mil. (MI)
CITTÀ NUOVA
E’ possibile abbonarsi a
“CITTA’ NUOVA”
per ricevere direttamente a casa
il giornale, tramite posta o mail.
Scrivete all’associazione.
“CITTA’ NUOVA” è reperibile
in tutte le edicole di San Giuliano
Foglio dell’associazione San Giuliano Città Nuova
Registrazione n.363 del 2 febbraio 2006 presso il tribunale di Lodi
Direttore Responsabile:
Lorenzo Borla
Redazione :
Gabriella Achilli, Paolo Biffi, Marco Magri,
Rita Orfino, Harry Paradiso,
Filippo Tito, Mario Vicini
Impaginazione:
Mario Vicini
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al nostro indirizzo oppure via mail a:
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Ottobre 2006 - Citta` Nuova San Giuliano