L’AC
QUE
REL
LO
TACCUINO
DI VITA ARTISTICA
DELL’ASSOCIAZIONE
ITALIANA
ACQUERELLISTI
n °6
Gennaio 2013
___________
In questo numero
Direttore responsabile
Giovanni Carabelli
Redazione
Angelo Gilardoni
Luigi Zucchero
Augusta Magni
Grafica e impaginazione
Angelo Gilardoni
Fotografie
L’EDITORIALE ………………………………….…pag.
3
ECWS DALLE ORIGINI AD OGGI…...………… pag.
4
GENOVA 2012 Un autorevole commento.….........pag.
5
GENOVA 2012 Storia di un festival………………...pag.
6
LE NOSTRE INTERVISTE ……………………….pag.
8
WINDSOR & NEWTON……………………………pag. 13
Autori vari
In I e IV di copertina:
Acquerelli di Lucia Bottini
RASSEGNA STAMPA ………..………….……….pag. 17
IN RICORDO DI VALERIA ……………...………..pag. 21
MUSEO GUATI ROJO 2013…..…………………pag. 22
Indirizzo:
A.I.A
LA POSTA DEI SOCI……………………………...pag. 23
Associazione
Italiana Acquerellisti
Via Ciardi n° 25
20148 MILANO
tel. 02 95380382
IL COLORE E’ NELLE STELLE…………………..pag. 27
www.acquerello-aia.it
[email protected]
Sponsor ufficiale AIA
Lucia
Bottini
Intervista di
Augusta Magni
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L’ editoriale
Giovanni Carabelli
Milano Gennaio 2013
Carissimi Soci
Si è concluso il 2012, anno di intensa attività associativa, rivolgo a tutti un sincero
augurio per il nuovo anno, che possa essere proficuo di rinnovate soddisfazioni pittoriche.
Abbiamo organizzato e concluso, in settembre, il convegno ECWS a Genova con un grandioso successo.
Il grande impegno profuso è stato ripagato con unanimi giudizi positivi dai partecipanti e dal pubblico: oltre
2000 i visitatori a Palazzo Ducale, 223 opere esposte e 130 presenze al simposio. La rivista l’Art de
l’Aquerelle ci ha dedicato pagine di elogio e di presentazione, inserendoci tra le più grandi associazioni
acquerelliste a livello mondiale.
Il mio unico e grande rammarico: la scarsa partecipazione al convegno dei soci AIA a una manifestazione
di tale interesse artistico.
Il 12 novembre si è riunita la commissione per giudicare le opere pervenute dai 22 candidati, 13 sono stati
ammessi, a loro rivolgo il mio benvenuto, oggi l’AIA conta ben 150 soci.
Successivamente, il 24 e 25 novembre in sede si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Acquerello con
dimostrazioni di pittura tenute da soci con un notevole afflusso di pubblico.
Le lezioni di acquerello in sede continuano e sono in aumento, si è inaugurata anche una prima mostra
con notevole successo di partecipazione e di visitatori.
La situazione economica dell’AIA è soddisfacente e i dettagli arriveranno alla presentazione del bilancio.
La proiezione di bilancio a fine anno fatta a settembre ci vedeva positivi di circa 20.000 € per cui si è deciso di dar seguito al rifacimento degli infissi della sede, intervento procrastinato durante la ristrutturazione
per mancanza di copertura finanziaria.
Si è attentamente valutata la possibile riduzione della quota associativa ma, si è deciso di lasciarla invariata alla luce delle ben note difficoltà economiche degli Enti, vedi Province, Comuni e sponsor, costretti a
ridurre drasticamente le erogazioni o anche ad eliminarle.
Porremo comunque la massima sensibilità e attenzione sulle quote di partecipazione alle mostre.
Riscontrata la totale inadeguatezza e carenza del nostro attuale statuto, ci siamo messi in contatto con
una associazione specializzata alla formulazione di statuti coerenti con l’attuale legislazione riferita alle
associazioni a noi simili. Appena definita la nuova versione, convocheremo regolare assemblea per la
presentazione della nuova proposta.
Il programma degli eventi per il 2013, ancora in fase di definizione, ci porterà a giugno a Fabriano con una
mostra al Museo della Carta e della Filigrana e lezioni di acquerello, in agosto siamo invitati a Loten in
Norvegia con 9 opere per il convegno ECWS e a fine settembre a Maccagno, incontro internazionale, con
mostra e attività collaterali nella settimana.
Contiamo, anche se al momento è solo una speranza, di disporre di un docente di Brera per tenere conferenze in sede su diverse tematiche inerenti l’acquerello e non solo.
Per concludere, vorremmo rivitalizzare lo spirito associativo dei soci anche lontani, organizzando incontri,
durante il fine settimana, presso la sede organizzando estemporanee, conferenze e altro ancora.
Rinnovo a tutti i miei migliori auguri per l’anno in corso.
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European confederation of watercolour societies
Dalle origini ad oggi
Di Angelo Gorlini
Genova 29 settembre 2012
Genova ha onorato
l’Associazione Italiana Acquerellisti ospitandola presso il Palazzo Ducale, il luogo più
prestigioso della città.
Oltre duecento opere di
artisti provenienti da tutta
Europa, sapientemente
distribuite lungo le pareti di una accoglientissima quanto
immensa sala, hanno reso omaggio ad un'importante
cerimonia della European Confederation of Watercolour
Societies, nella quale il belga Piet Van Leuven ha passato il testimone della leadership all’italiana Cristina Bracaloni, attuale nostra vicepresidente.
Per mettere a fuoco le origini della confederazione è necessario tornare nel lontano 1996, quando la nostra associazione organizzava per la seconda volta un convegno di
tenore internazionale, a Feltre, rinnovando il successo del
precedente nel 1992 a Telio.
Nessun paese europeo fino a quel momento aveva radunato così tante realtà pittoriche. In quell'occasione, tra i
boschi del Passo Avena ai confini delle Dolomiti, nell'hotel
che per l'occasione accoglieva acquerellisti provenienti da
vari paesi europei, incontrai Piet Van Leuven: scienziato,
artista e grande uomo.
Con Piet mi trovai subito a mio agio, sulla stessa lunghezza d'onda.
Da questo incontro, tempo due anni, nacque a Mol, in
Belgio, la European Confederation of Watercolour
Societies che oggi raggruppa ben tredici associazioni.
Colgo l'occasione per ricordare anche che quell’anno
a Feltre era presente un altro grande personaggio: il
Maestro Guati Rojo, fondatore del Museo dell’Acquerello di Città del Messico.
Con il suo visionario pensiero di "far diventare l’acquerello una tecnica che risplenda della stessa luce
della pittura ad olio”, propose l'istituzione della
“Giornata Mondiale dell’Acquerello” alla quale noi
abbiamo tenuto fede.
Ricordo questa figura perché credo che la sua opera
sia stata importante e che l'internazionalità che oggi
stiamo riuscendo a far respirare all'acquerello gli sia
sicuramente debitrice.
Ringrazio quindi Piet per il lavoro che ha svolto e
faccio i miei migliori auguri a Cristina per il futuro,
sicuro che saprà mantenere fede all’incarico ricevuto
con entusiasmo e professionalità.
Un doveroso grazie anche al direttivo tutto in particolare a Fernando Cavalieri che ha proposto il Palazzo
Ducale come sede della manifestazione, e che con
infaticabile lavoro è stato tra gli organizzatori più assidui.
Cari Soci
ho da poco assunto la carica di coordinatore dell’ECWS. Desidero ringraziare le persone che hanno creduto in me e
che mi hanno scelto per questa importante funzione: Piet van Leuven, naturalmente, ma anche Giovanni Carabelli e
Fernando Cavalieri.
Ringrazio anche Angelo Gorlini per la bella lettera e l’incoraggiamento personale.
Mi impegno a continuare il lavoro nel rispetto di ciò che ha fatto il mio predecessore ricordando a tutti noi che
l’ECWS è un importante network, anzi, “il network” degli acquerellisti Europei e invitando a partecipare numerosi al
prossimo festival di Loten 2013.
Cristina Bracaloni
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Il Festival internazionale di Genova
Un autorevole commento
Di Piet Van Leuven
Nella
storia
dell’ECWS la mostra
a
Genova
è
certamente stata una
delle più prestigiose.
Se la superba sede
di Palazzo Ducale ha
co n tr ib u ito a lla
raffinatezza dell’evento, il livello delle opere è stato
all’altezza della location.
La sistemazione dell’esposizione
era perfetta :
ampiezza della sala, pareti bianche, illuminazione
indiretta, spaziatura tra quadri. La disposizione delle
opere “a casaccio” potrebbe essere esposta a critiche.
Benché questo modo di presentazione fosse vivace e
pieno di sorprese, paragonare gli stili dei paesi diversi
era molto difficile. .Dall’altro lato, l’incorniciatura senza
vetro ha presentato tanti vantaggi : assenza di riflesso,
nessun rischio di rottura, maggiore possibilità di
valutare la tecnica utilizzata , peso molto ridotto.
Peró il vetro protegge l’acquerello, ma sopratutto gli
ridà una certa lucentezza che si è perduta dopo
l’asciugatura Comunque penso che nel futuro il
metodo dell’acquerello “nudo” sarà adottato
dappertutto. Per di più, si potrebbe pensare alla
presentazione senza cornice.
Per quanto riguarda il vernissage, c’è sempre il
problema dei discorsi. Anche in questo caso non è
stato un gran successo : troppe parole, acustica
mediocre e conseguente perdita di attenzione della
maggior parte del pubblico.Forse l’aspetto
più
importante della mostra è stato l’aspetto umano : la
squadra dei volontari dell’AIA, sempre presenti, con
un accoglienza calorosa per ogni visitatore. Durante
la settimana del simposio è stata creata un’atmosfera
di amicizia
indimenticabile. Ora che la
confederazione sta ampliandosi rapidamente, la
reputazione del “modello italiano” sarà divulgata in
tutta Europa.
Competere con la mostra di Genova diventerà difficile
per i successori !
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Il Festival internazionale di Genova
Storia di un festival
di Fernando Cavalieri
Quando vedi un aereo volare, od attraversi un ponte, o
leggi un giornale, o comperi un oggetto, probabilmente non
ti rendi conto e neppure ti chiedi cosa c’è dietro l’oggetto
della tua attenzione e quante attività si sono rese necessarie per realizzarlo.
Anche la realizzazione di un festival di acquerelli comporta
una serie di attività che certamente non appaiono; per
questo abbiamo pensato di raccontare la storia del Festival
Internazionale ECWS di Genova recentemente conclusosi.
I preliminari
Nell’Aprile 2010, in occasione del Festival in Anversa, durante la riunione ECWS, il Presidente Carabelli ed il sottoscritto furono invitati, ed accettarono, con grave atto di
incoscienza, di organizzare il Festival 2012; incoscienza
perché allora nessuno di noi era consapevole di come e
dove sarebbe stato possibile preparare l’evento.
Il progetto
Da allora iniziarono le attività necessarie allo scopo, prima
fra tutte la individuazione della città e della struttura necessaria.
E’ ovvio che la prima idea fu quella di organizzare il tutto a
Milano, idea che fu presto abbandonata consapevoli, per
esperienze passate, che la soluzione era impraticabile;
nascono così due progetti: uno su Maccagno ed uno su
Genova, luoghi ritenuti possibili in virtù delle amicizie e
conoscenze godute dal Presidente e dal sottoscritto. Presentati entrambi i progetti al Consiglio Direttivo, completi di
programmi preliminari e di previsioni economiche, passa ai
voti, anche se di stretta misura la soluzione di Genova; a
questo punto inizia la ricerca del luogo espositivo, puntando inizialmente sul Museo del Mare, sfruttando i contatti
ottenuti in occasione di una precedente mostra benefica ivi
realizzata. Dopo vari incontri, cene di lavoro ed altro abbiamo la sensazione che le cose vadano troppo per le lunghe,
per cui cerchiamo un contatto alternativo con il Palazzo
Ducale, dove, con l’aiuto dell’amico Prof. Henriquet, ci
viene concesso, a titolo gratuito, la sala del Sotto porticato
( già da noi utilizzata qualche anno prima per un’altra mostra benefica a favore del suddetto amico Locale disponibile solo nel mese di Settembre, quando noi puntavamo alla
primavera 2012. Non ritenevamo che il mese di Settembre,
a ridosso delle ferie estive, fosse il periodo migliore per
raccogliere una grande adesione.
I primi contrattempi
Definita finalmente la sede della esposizione, ci sembra
opportuno cercare di avere sponsor per raccogliere fondi;
pertanto per contattare i vari Enti pensiamo di dotare l’evento di un logo che lo caratterizzasse.
Una nostra socia accetta di disegnare tale logo, ma dopo
svariate settimane di promesse a vuoto chiediamo ad un
esterno di provvedere: dopo alcuni giorni abbiamo la nuova
carta intestata dedicata all’evento e inoltriamo le richieste
alle Autorità cittadine ed ai maggiori Enti della città. Otteniamo molti complimenti ed auguri ma nessun aiuto concreto,
tranne un altro amico che ha offerto il suo prezioso contributo. Dal Comune e dalla Regione, nuovamente contattati ci
viene concesso il Patrocinio; peraltro, ottenuto il Patrocinio
della Regione Liguria per poterne utilizzare il logo, è necessario ottenere una seconda autorizzazione!
La fase operativa
Capito che l’evento dovrà essere autofinanziato prepariamo
un programma temporale delle attività che dovranno essere svolte e delle relative interconnessioni: per capirci meglio, per esempio, per fare il catalogo occorre prima avere
gli acquerelli, ma il corniciaio non può fare cornici e passepartout se gli acquerelli sono dal tipografo, mentre il tutto
deve essere pronto prima della inaugurazione, e così via.
Allo scopo di predisporre tale programma temporale di interventi ci avvaliamo di tecniche di Ricerca Operativa (le stesse addirittura messe a punto dagli americani per organizzare lo sbarco in Normandia) ed alla fine abbiamo il nostro
diagramma temporale con le date di inizio e fine di ogni
attività; questo diventa il nostro piano di lavoro.
Contemporaneamente ci occupiamo dell’aspetto economico
del problema , per cui prepariamo diverse simulazioni di
entrate ed uscite di risorse economiche, con diversi valori
delle quote da richiedere ai partecipanti alla Esposizione ed
al Simposio e con varie presenze al Simposio; pensavamo
allora che avremmo avuto circa 70 aderenti al Simposio e
su tale base abbiamo determinato le quote di partecipazione
per raggiungere il pareggio di esercizio.
Vengono nel frattempo diramati gli inviti ai Soci AIA ed alle
Associazioni dell’ECWS, nel rispetto delle scadenze preventivamente determinate, e ci preoccupiamo per le Associazioni straniere che l’invito arrivi a destino, perché non abbiamo
la certezza di avere gli indirizzi aggiornati.
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Il nostro timore si avvera per cui per un paio di Associazioni
dobbiamo fare ricerche telefoniche ma poi tutto va a posto:
abbiamo le conferme di partecipazione che volevamo.
Sul piano interno, definito il programma degli eventi ed intrattenimenti per la Esposizione ed il Simposio, inizia la
richiesta di preventivi specialmente per le attività economicamente più importanti, quali catalogo, cornici, cena di gala,
noleggio battello, preventivi richiesti a due o più fornitori, in
modo da poter utilizzare la soluzione più conveniente in una
ottica globale di qualità prezzo e logistica.
Una volta ottenuti i preventivi, vengono, in maniera collegiale, definiti i fornitori ed emessi i relativi ordini, sempre con le
scadenza dettate dal suddetto piano di lavoro.
Oltre a ciò, si decidono gli omaggi che per consuetudine
vengono offerti ai partecipanti al Simposio, ossia la solita
borsa contenente gadget vari, utili per dipingere e opuscoli
sulla città di Genova; questi opuscoli, da noi ordinati in quattro lingue diverse ci vengono consegnati in quantitativi sbagliati per cui dobbiamo provvedere a ritornare quelli sbagliati
e ritirare quelli nella lingua giusta.
Numerose attività minori si aggiungono a quelle principali:
compilare tabelle con la lista dei partecipanti, preparare le
targhette per gli acquerelli, definire il menù della Cena di
gala, del cocktail dell’inaugurazione e del pack et lunch che
sarà distribuito a bordo del battello, pianificare la rotta del
battello e le tappe lungo la navigazione, stabilire le dimensioni dei due gonfaloni che saranno appesi al Palazzo Ducale,
concordare con le guide la composizione e gli orari dei sei
gruppi che effettueranno la visita della città, controllare a
Verona, presso la tipografia, le bozze del catalogo, inoltrare
a Genova, presso il corniciaio, i cataloghi ivi occorrenti e
l’altro materiale spicciolo, per averlo a disposizione presso il
Palazzo Ducale quando servirà.
Altro contrattempo
Un mese prima della data dell’inaugurazione si presenta un
grave problema: il Palazzo Ducale ci informa che le Autorità
cittadine, con la arroganza tipica dei politici, ci hanno scippato i locali del Sotto porticato per cui noi siamo dirottati altrove, in locali di cui non conosciamo la capienza e la struttura.
Passiamo alcuni giorni di terribile angoscia prima di ottenere
un appuntamento per verificare sul posto cosa ci aspetta:
con grande sollievo constatiamo che la nuova sistemazione
nei locali del Munizioniere è adeguata alle nostre necessità e
non ha nulla da invidiare ai locali del Sotto porticato, quindi
l’allarme rientra.
In contemporanea vengono sul posto preparate le borse
suddivise in base alle quattro lingue degli opuscoli; precedentemente erano stati preparati i vari gadget ( inserire le
cordicelle alle chiavette USB e confezionarle nelle bustine
di plastica, preparate i badges per i vari partecipanti, confezionare i fogli di carta da dipingere entro le relative buste,
etichettare tutte le borse per poterle consegnare rapidamente, noleggiare le piante, etc. Finalmente tutto è pronto,
nei tempi e nei costi previsti.
Bilancio dell’evento
Mi pare che tutto sia andato bene: abbiamo avuto molti
complimenti e non mi risulta che nessuno si sia lamentato,
anche se è ancora in tempo per farlo.
Il tempo ci ha
aiutato nel senso che abbiamo avuto, in occasione della
minicrociera mare piatto, e niente pioggia.
Per passare ai numeri, abbiamo esposto 222 acquerelli, su
una richiesta di 225, ed una partecipazione al Simposio di
136 persone, contro i 70 inizialmente previsti; ciò ci permetterà di chiudere i conti in attivo.
Quasi 1000 persone hanno firmato il quaderno a disposizione dei visitatori, il che fa pensare ad un numero di presenze triplo ed anche di più; ogni giorno abbiamo avuto un
flusso continuo di ospiti di varie provenienze, italiani e stranieri che talvolta erano già in coda per poter entrare prima
dell’orario di apertura e che alla sera bisognava fare uscire
ad orario abbondantemente scaduto; ugualmente nell’intervallo le tre ore di chiusura previste nell’orario si sono praticamente ridotte ad una. Ci hanno particolarmente commosso i bambini di una scuola materna che ,visitata la mostra,
sono ritornati dopo alcuni giorni armati di pennelli ed acquerelli per copiare i lavori esposti.
Molta gente quindi, con molte richieste di informazioni su
tutto, il che ci ha ripagato del lavoro fatto.
Condivido
questa soddisfazione con
tutti quelli che
hanno collaborato
alla
riuscita dell’evento, e che
hanno dato il
loro
fattivo
contributo.
La fase finale
Arriva il tempo dell’allestimento: due nostri soci, con l’aiuto di
un esterno, in due giorni e con la predisposizione di un progetto predisposto sui disegni dei locali avuti in precedenza,
provvedono a sistemare gli acquerelli alle pareti.
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Le nostre interviste
Lucia Bottini
di Augusta Magni
- Ciao Lucia. E' un piacere incontrarti.
Certo intervistare te non è semplice: sei una professionista dell'acquerello, una Maestra che insegna
da anni e una socia AIA fin dagli albori. Quale di
questi aspetti consideri prevalente o più
importante?
Una professionista dell'acquerello... non lo so. Ho svolto
per diversi anni il lavoro di disegnatrice tessile in proprio,
come free lance: in questo senso mi ritengo una professionista.
L'acquerello è una vera passione che coltivo fin da giovane.
Ho iniziato ad insegnarlo anni fa, in Toscana, durante il
periodo estivo, grazie all'opportunità creatami da una
carissima amica.
Continuo ad insegnarlo con entusiasmo, anche come
volontaria, e proprio in questi corsi ho l'occasione di incontrare persone fantastiche che, per una vita, hanno
avuto un sogno nel cassetto: poter dipingere e proprio ad
acquerello. Sono felice di dare loro questa opportunità e
di instaurare un bellissimo rapporto di amicizia.
Per quanto riguarda la mia annosa appartenenza all'AIA
sono contenta e motivata di farne parte perché incontro
persone con i miei stessi interessi nella pittura..
L'anno successivo sono stata accettata nell'Associazione. Prima di questo momento già dipingevo ad
acquerello, per diletto, nel mio poco tempo libero.
- Prima di entrare nel merito della tua pittura mi
piacerebbe parlare della tua disponibilità, della
tua serenità e del tuo entusiasmo. Da dove attingi tutta questa positività?
- Tu sei nata dipingendo ma, certamente, avrai avuto
anche tu una “iniziazione”: ce ne parli?
Effettivamente ho sempre dipinto utilizzando tutte le tecniche: pastello, graffite, olio, acrilico...ma c'è stato un
episodio. Molti anni fa mi è capitato di visitare una mostra
dell'AIA all'Arengario di Milano (quando era presidente
Anna Pavesi) e ho visto un suo acquerello che mi ha
lasciato senza fiato. In quel momento ho deciso di diventare allieva di quella grande pittrice e persona che per me
è stata Anna Pavesi.
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Io ho una filosofia di vita molto
semplice e sono anche una credente convinta: questi due punti
fermi mi aiutano a vivere positivamente. C'è però un'altra cosa
importante che voglio aggiungere
e che riguarda mio marito.
Fin dalla prima giovinezza (ci siamo conosciuti giovanissimi alla
Scuola del Castello), Artemio mi
ha lasciata libera di realizzarmi
nella mia passione per la pittura,
mi ha sempre spronata, sostenuta
ed aiutata: senza di lui non sarei
Lucia Bottini di oggi: sarei una
persona diversa e oggi noi non
saremmo qui a parlare.
- Possiamo azzardare una si-
militudine fra il tuo carattere e i tuoi dipinti che
“sprizzano gioia da tutti i pori?” In particolare mi
riferisco alla freschezza della tua mano e alla luminosità dei tuoi colori.
Direi proprio di sì perché naturalmente dipingo ciò che
mi piace e quindi mi viene spontaneo trasferire le mie
emozioni. Grazie all'esperienza, la tecnica viene da sola.
- Una tua peculiarità è quella di spaziare fra i vari
soggetti pittorici a 360°. Dipingi benissimo anche la
figura e il ritratto. Cosa ti porta a cimentarti in campi
molto diversi e quali sono i soggetti in cui ti esprimi
meglio?
Io amo la vita in tutti i suoi aspetti e quindi, quando dipingo, non ne voglio tralasciare nemmeno uno: che si tratti
di paesaggio, di animali, di figura, di ritratto, tutto mi entusiasma.
- Torniamo sui colori. I tuoi acquerelli presentano
una vasta gamma di colori, comprese moltissime
tonalità di verde (colore ritenuto difficile): segui regole stabilite nel mix dei colori oppure preferisci
“crearli” al momento?
Non mi pongo alcun problema di questo tipo. Di volta in
volta scelgo di utilizzare quello che ritengo possa darmi il
risultato che voglio ottenere. In particolare, il verde, mi consente di ottenere tutte le tonalità della natura: boschi, fiumi,
laghi...che amo molto.
- Da una Maestra ci si aspetta un insegnamento: ci
puoi svelare i principi, le teorie, gli accorgimenti
che ritieni fondamentali nella pittura ad acquerello, a
cui tu stessa ti attieni?
Innanzitutto devo dire che, a mio parere, il modo migliore di
dipingere è quello “dal vero”. Non sempre è possibile, purtroppo, tuttavia l'osservazione della natura (fiori, piante,
animali, paesaggi e persone) dà stimoli fantastici.
In secondo luogo direi che è fondamentale individuare le
zone di luce e le zone d'ombra ponendosi davanti al soggetto pittorico, per un momento, con un atteggiamento razionale (è il momento in cui io dico ai miei allievi ed anche
a me stessa: “ragioniamo”).
Terzo fatto fondamentale è l'interpretazione del soggetto
che, ciascuno, a seconda della propria attitudine e sensibilità deve mettere in campo per cercare di “far uscire” la
poesia del dipinto cioè l'aspetto emozionale.
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- In una tua “Personale” mi è capitato di vedere un
roseto, dipinto dal vero, in dimensioni quasi reali.
Come ti attrezzi, dove dipingi, come affronti i problemi logistici in questi casi?
Sì, non è facile attrezzarsi.
Devo dire che sono molto aiutata da Artemio.
Certamente mi è capitato di dipingere in posizioni molto
scomode e nei modi più disparati: seduta a terra o su un
sasso, con l'acqua che si rovescia e via di questo passo.
Comunque, come ho detto, dipingere in esterni, per me è
sempre positivo.
Anche all'interno, a volte, ho adottato soluzioni fantasiose
tipo mettere una sedia sul tavolo da pranzo, appoggiarvi
dietro un pannello di circa due metri, spostabile con l'aiuto
di una scala a pioli fissata, a sua volta, con morsetti: insomma... un ambaradan.
- La tua arte può essere definita una bella espressione del genere figurativo (spero tu condivida).
Un genere a cui tu aderisci con convinzione ma che
oggi si deve confrontare con un certo...
“modernismo” (la definizione è criticabile ma spero di
farmi capire). Quale è la tua opinione in proposito?
A causa del mio lavoro ho spesso dovuto trattare questo genere pittorico ma sempre e solo per un fatto di
dovere. Non ne ho mai ricavato molto piacere.
- Facendo tesoro della tua esperienza, puoi dare
qualche consiglio a chi è alla ricerca di un proprio
linguaggio pittorico?
Implicitamente ho già risposto. Direi che non bisogna
farsi condizionare da mode o da tendenze e occorre
invece dipingere ciò che si sente, come si sente, ciò
che si ama e che dà piacere.
- Ti è mai capitato un periodo di “crisi pittorica”?
Hai qualche buon consiglio in questi casi?
Una crisi vera e propria no, non mi pare. Mi capita però
di fermarmi per trovare nuovi stimoli.
Una mia particolarità è quella, una volta individuata una
certa tecnica adatta ad un particolare soggetto, di studiarla, perfezionarla e applicarla ad altri soggetti analoghi. E per un periodo mi dedico alla nuova tecnica scegliendo soggetti idonei sui quali applicarla. Sono i miei
momenti di studio e sperimentazione.
Premetto subito: io non amo il confronto in arte. Ogni pittore è libero di esprimersi in
modo diverso e, se valido, va
sempre rispettato. Posso però
affermare di non essere particolarmente affascinata dalla pittura cosiddetta “astratta”.
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Fargliene omaggio ricevendone un sincero apprezzamento e un caloroso
ringraziamento.
Questo fatto mi ha reso particolarmente
orgogliosa.
Inoltre, un mio acquerello, dipinto dalle
terrazze del Duomo di Milano, in occasione della mostra dell'AIA “Omaggio al Duomo” ( organizzata per festeggiare il sesto
centenario della fondazione della Cattedrale) è stato donato, dalla “Veneranda
Fabbrica del Duomo”, all'allora Sindaco
di Milano Carlo Tognoli. Altri sono stati
donati alla Direzione dell'Hotel Michelangelo di Milano dalla Famiglia Artistica
Milanese. Alcuni si trovano in Mostre e
Gallerie in Italia e all'estero e, infine, devo
dire che...”ho perso il conto”.
- Tempo fa ho sentito un apprezzato
acquerellista dire testuali parole:
“Lucia non sbaglia mai un acquerello!”
Questo apprezzamento mi è rimasto
impresso. Significa che hai raggiunto
la “tua” perfezione artistica?
Nooo! Assolutamente no. Spero che
quello che dipingerò domani sarà meglio
di quello di oggi.
- Domanda problematica. Immagina
stia per arrivare il diluvio universale e
puoi salvare solo poche opere dei pittori che preferisci, antichi e moderni:
quale salvi?
- Negli anni hai partecipato a mostre nazionali ed
internazionali: c'è qualche opera di cui sei particolarmente orgogliosa, che è stata premiata con un
riconoscimento importante oppure che ha un significato speciale per te? (Metti da parte la modestia).
Va bene: ho diversi piacevoli episodi da raccontare.
Anni fa, in occasione dell'assegnazione del premio
Nobel a Rita Levi Montalcini decisi di dipingere il suo
volto, come omaggio alla sua grandezza.
Al compimento dei suoi 100 anni ho pensato di
Vorrei salvare S. Francesco che parla agli uccelli, affresco
del ciclo giottesco di Assisi. Poi, sicuramente, almeno una
parte della Cappella Sistina (Michelangelo per me è il più
grande).
Dico una parte perché temo che non riuscirei a salvarla
tutta: è troppo grande.
Poi salverei un impressionista e cioè Monet: in particolare il
dipinto che si intitola “Pie” (Gazza).
Non è uno dei più famosi ma a me emoziona molto al punto
che, andando a Parigi per visitare il Musée d'Orsay ho voluto ammirare questo quadro per ultimo e con calma, onde
conservarne meglio il ricordo.
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- Tu vivi l'Associazione da molti anni, vuoi cogliere l'occasione per dire qualcosa in merito?
Da quando sono entrata io ad oggi, l'Aia si è sviluppata e
arricchita di persone e quindi significa che siamo riusciti
nello scopo fondante.
Negli ultimi anni la mia partecipazione è stata più limitata
perché ho preferito lasciare spazio ai nuovi soci.
Trovo positivo, in particolare, gli scambi internazionali con
le altre Associazioni . Ritengo però importante che i pittori
dei vari Paesi mantengano quelle differenze stilistiche e
distintive, proprie delle diverse provenienze che, a mio parere, costituiscono la specificità del patrimonio artistico di
ciascun Paese.
- Siamo in chiusura della nostra intervista. Ci racconti
qualcosa che ti piacerebbe farci conoscere e che non
ti ho chiesto?
Ti racconto un aneddoto.
Premetto che non sono una persona invidiosa. Ma, da bambina, in un'occasione, ho sofferto un 'invidia feroce.
La mia compagna di banco dell'asilo (allora non si chiamava scuola materna) aveva una bellissima scatola di matite
colorate e aveva disegnato un viale con degli alberi lilla...bellissimi! (me li ricordo come fosse adesso e li potrei
rifare tali e quali) . Io , invece, avevo solo una matita nera.
Cosa potevo fare? Ho disegnato allora una casa tempestata dalla pioggia e tanta era l'invidia e la rabbia che, nel fare
la pioggia, ho bucato tutto il foglio, combinando un disastro.
Anni e anni dopo (dipingevo già ad acquerello), col mio
primo stipendio ho acquistato una scatola degli stessi bellissimi pastelli e l'ho regalata a una bambina, brava a disegnare ma che non aveva la possibilità di acquistarseli.
- E questa sei proprio tu!
Abbiamo concluso. Ah... dimenticavo! A quando la
tua prossima mostra?
A marzo, prima quindicina. Sarete informati e tutti invitati.
Grazie Lucia della tua disponibilità. E' sempre interessante parlare con chi ha molto da dire.
P.S.
Mi era nota la bravura di Lucia Bottini e, trascorrendo con lei qualche ora, ho saputo e visto cose che
mi spiace di non potervi trasmettere come vorrei, sia
per limiti di spazio sia per opportunità. Molte bellissime sue opere sono infatti eseguite con tecniche diverse dall'acquerello.
Per esempio ho visto una stupenda tempera del famoso “Bacio” di Hayez (copiato da lei a 18 anni),
ho visto la fotografia di un dipinto raffigurante la
“Pietà” di Michelangelo che Lucia ha realizzato per
una Cappella privata: una meraviglia che dava l'idea
della tridimensionalità in modo eccezionale.
E poi i libri raffiguranti suoi acquerelli e, a fronte, le
poesie in dialetto milanese del marito. Mi viene una
considerazione: se “artista” è colui che esegue qualcosa “a regola d'arte” (definizione parziale e semplicistica ma giusto per rendere l'idea)... bene, questo
penso sia proprio il caso di Lucia. Per raccontarla
non basta qualche paginetta.
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PARLANO DI NOI
Rassegna stampa
Da L’art de l’ Aquarelle oct/nov 2012
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Rassegna stampa
Da: l’Art de l’ Aquarelle dic/gen 2013
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Rassegna stampa
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IN RICORDO DI VALERIA
La nostra Socia improvvisamente mancata
Valeria Brunelli ha pagato con la vita il suo grande amore per la montagna. Siamo rimasti letteralmente sconvolti ed increduli da
questo lutto che ha colpito la sua famiglia e tutti coloro che l’avevano conosciuta ed apprezzata per la sua professionalità
nell’ambito lavorativo e per le sue capacità artistiche espresse con sensibilità e grande personalità.
Siamo vicini al figlio Alessandro ed al marito Francesco ai quali rinnoviamo le nostre condoglianze ed inviamo un forte abbraccio
da parte di tutti i soci A.I.A.
Abbiamo chiesto al signor Francesco marito di Valeria di scrivere alcune righe in suo ricordo
Luigi Zucchero
Nella notte tra l'8 e il 9 ottobre Valeria Brunelli è stata travolta dal crollo di una parete rocciosa mentre dormiva nella sua tenda al
margine di un ghiacciaio nelle Dolomiti di Brenta. Si stava preparando per una spedizione alpinistica in Patagonia.
Valeria era socia dell'AIA dal 2007. Disegnava da sempre, ma negli anni '90 si era avvicinata all’acquerello, perfezionandone la
tecnica con Francois Oberfalcer, Michele Costantini e Angelo Gorlini.
Aveva tratto ampia ispirazione dall'ambito letterario e fantastico, con le fiabe della tradizione europea, con Pinocchio, Alice e
Peter Pan, con l'Iliade e l'Orlando furioso, col mondo del teatro, della danza, della musica.
Anche la sua passione per la montagna , (aveva compiuto circa cinquecento ascensioni nelle Alpi, oltre che nell'Atlante e nelle
Ande) ,si era naturalmente trasferita nella sua produzione, in cui avevano trovato posto anche la sua città, Milano, e negli ultimi
anni temi più astratti.
Aveva ottenuto riconoscimenti in alcuni concorsi e rassegne nazionali, aveva esposto delle opere in collettive a Milano, Pisa,
Luino e San Bernardino e in una personale a Madonna di Campiglio nel 2009. Valeria era ricca di passioni e di entusiasmi, che
sapeva trasferire anche nella sua professione di apprezzata pediatra ospedaliera.
Chi l'ha conosciuta la ricorda come una persona sensibile, che amava sognare e impegnarsi per i suoi progetti.
Francesco Della Beffa
Valeria.
Io non son buono a scrivere delle persone che mi sono state care.
Non voglio scrivere un ricordo
I ricordi non si scrivono, si vivono.
Io l'ho incontrata durante una scampagnata Gorliniana.
Non ricordo il nome della manifestazione ,
non ricordo neppure il nome del lago, ma ricordo Valeria.
Un lungo discorso seduti ad una tavola improbabile,
davanti ad un piatto diventato subito freddo per le troppe cose da dire.
Non ho avuto più occasione di incontrarla se non "di striscio",
ma non ha mai mancato di farmi avere i suoi calendari dipinti.
Quanto hai ragione Miki, impagabile amico e lettore di anime, nel definire
il suo modo di dipingere, ironico e fantastico ad un tempo.
Quanto hai saputo cogliere il suo modo di essere "sempre in punta di piedi"
quasi a voler sempre partire,
innamorata forse più del viaggio che della meta.
Io la ricordo così,
con il suo amore viscerale per la montagna.
Mi piace pensare che fosse un amore ricambiato,
Mi piace pensare che la montagna non l'abbia perduta,
Mi piace pensare che l'abbia voluta tenere
Per sempre
Claudio Bertona
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MUSEO GUATI ROJO 2013
Città del Messico – gli artisti selezionati
Gianfranco Magni
Papaveri 53 x 73
Graziella Mori
Emozioni 50 x 71
Paulina Kopestynska Splendido bar 55 x 75
Laura Colombo Metropoli 50 x 71
Cristina Bracaloni La spiaggia e i sui tesori 51 x 73
Anna Castiglioni Non ho fretta 50 x 70
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Tre soci ci hanno inviato le loro impressioni sulla manifestazione di Genova
Genova AIA e ...Giorgio Gaber
Orgoglio e rimpianto
Orgoglio per ciò che è stata ed è Genova, per noi italiani intendo. Qualcosa di cui andare ancora fieri, a distanza di
secoli. La sua bellezza si snoda tra vicoli e strade contorte, appese più che costruite, su un territorio ingeneroso al
quale Lei, la città, sembra avvinghiarsi, gigantesco polpo, per non finire risucchiata in quel mare che pure le ha dato
vita e benessere.
Bella, Genova.
Bella di una bellezza compassata e sicura di sé, tipica di chi sapendo d'essere stata una bella donna in gioventù
non dimentica mai di trovarsi al centro dell’ attenzione. Persino il Barocco, a me così inviso per la sua crassa ridondanza di forme, ha qui una connotazione tutta particolare e, caso forse unico, per nulla opulente.
Ricca, Genova.
Ricca di una ricchezza consapevole, come sempre lo è il benessere quando è frutto di un duro lavoro e non di una
fortuna effimera. Una abile guida turistica mi illustra case, ville principesche, chiese d'ogni genere e specie e scopro
una Genova insospettata, bellissima, sempre connotata da un approccio suo proprio alla vita sociale. Scopro così
che parte dei luoghi di culto sono proprietà del Comune (ovvero della comunità) e non di santa madre chiesa.
Curioso, annoto.
Questi genovesi, così attenti alle palanche, con il braccino spesso più corto del proprio alluce, ci danno tuttavia una
lezione importante: quando . serve per la comunità si costruiscono e si mantengono persino le chiese. Una delle
più belle è stata addirittura edificata al ... primo piano, riservando il piano terreno ad una serie di esercizi commerciali che, affittati, hanno fornito la necessaria copertura dei costi per l'edificazione, con buona pace del Padreterno
che ha dovuto attendere sui gradini per avere dimora. Un pragmatismo quasi protestante.
Genova rimpianto.
Per quello che sarebbe potuta divenire, se le fortune commerciali non fossero mutate, se non si fosse dovuta dissanguare in lotte fratricide con le altre repubbliche marinare nostrane, male nostro solito del fratello che combatte il
fratello. Rimpianto per il saccheggio quotidiano che ne fanno la malavita albanese e nostrana (sempre malavita è)
con buona pace delle istituzioni, così incerte e fragili, a dimostrare come ogni forma di società vive sempre in ragione dell’attenzione vigile del membri che la compongono. E qui arriviamo all'Associazione.
AIA Orgoglio e rimpianto.
Orgoglio è ciò che dovremmo tutti sentire per quanto l'Associazione è riuscita ancora una volta a fare nell'interesse
comune. La mostra ha suscitato un vivo interesse, il luogo ( Palazzo Ducale), meta obbligata di ogni turista presente in città, non ha mancato di offrire un numero di visitatori da primato ed è stata ottima vetrina per un pubblico più
internazionale che mai. Il Simposio ha vissuto poi momenti piacevolissimi, una gita in mare assolutamente gradevole con tanto di giornalista francese al seguito (per la rivista Aquarelle) con il quale è stato intrigante poter avere
uno scambio di opinione sulle tendenze in atto nel panorama internazionale dell'acquerello.
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per non dire infine della visita guidata della città che mi ha insegnato su Genova più di quanto abbia appreso
sui libri di scuola di tutta una vita. Quindi tutto perfetto?? Neanche per idea.
Ho avuto l'impressione che il peso sia stato lasciato sulle spalle di pochi (Scaringi, Cavalieri e Carabelli): poi
considerando meglio la complessità dell’evento, ho concluso che tutto il direttivo ha contribuito intensamente
e, a costoro in particolare, sento di dovere GRAZIE.
Quanto ai soci ho fatto qualche riflessione sui numeri: 222 erano le opere esposte (93 italiche e 129 straniere)
– 136 erano invece le persone presenti al simposio ( 16 italiani e 120 stranieri).
AIA rimpianto.
Sedici … sedici per una manifestazione di questa importanza e … a casa nostra !!! ( A Turku le sole hostess
erano in numero superiore….). Certo a cena siamo stati molti di più, peccato che ad una manifestazione artistica servirebbero più pennelli che forchette !
Se questo è l'interesse che riusciamo a dimostrare per una manifestazione di questo respiro non comprendo
neppure la necessità di associarsi. Una gita organizzata dall'oratorio di Truccazzano per la sagra delle salamelle da sugo avrebbe raccolto più adepti.
Non ci siamo proprio: le Associazioni vivono dell'interesse dei soci. Capisco che molti abbiano avuto altro da
fare: alcuni sono andati al mare (altrove) altri avevano i nipoti da curare qualcuno non era "ancora tornato"
altri avevano improbabili alunni a cui badare e, dulcis in fundo, c'è chi ha detto "in fondo sono libero di fare
come mi pare"
E Gaber ?
Che ci azzecca Gaber ? Che ci azzecca Gaber ?
Semplice: spero che qualcuno voglia ricordare le parole di un sua bella canzone:
"La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone ,
La libertà non è uno spazio libero,
libertà è PARTECIPAZIONE "
Claudio Bertona
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Ho visitato la mostra internazionale di Genova in due diverse occasioni.
La prima volta era il giorno dell’inaugurazione. E’ stata per me una esperienza molto particolare perché, essendo entrata
nell’Associazione Italiana Acquerellisti solo dall’inizio di quest’anno, avevo partecipato fino ad allora a 2 eventi: la Mostra di
Belgioioso e l’estemporanea di Maccagno. Per me era quindi una novità assoluta essere presente con un mio dipinto ad un
evento di importanza internazionale..
Arrivata da Milano in treno, insieme a Renata Bonzo, mia insegnante per tre anni, sono entrata nel Palazzo Ducale, dove
era stata allestita la Mostra. L’impressione è stata fantastica, perchè i dipinti, che erano tantissimi, erano ambientati in uno
spazio suggestivo, con una sala centrale circondata completamente da un percorso ad anello. Le pareti erano piene di quadri che davano una impressione di colore tutta particolare, anche grazie all’illuminazione. Per riuscire a vederli tutti è stato
necessario seguire un percorso regolare, altrimenti si rischiava di perderne qualcuno. Ogni acquerello aveva caratteristiche
sue, un tocco particolare, ma opere di acquerellisti della stessa nazione presentavano caratteri di somiglianza, forse
anche di scuola, diversi da quelli dei lavori di altra provenienza. Il livello qualitativo era decisamente elevato. La
disposizione dei quadri denotava una grande attenzione da parte degli organizzatori della mostra. Traspariva un
grande equilibrio di colori e forme dei dipinti. Ad esempio due quadri rossi astratti, posizionati in fondo alla sala
centrale lateralmente ad un arco, creavano una piacevolissima macchia di di colore, che certo non era capitata
per caso
Nella mattina, la visita della mostra è stata inframmezzata dai discorsi delle autorità, degli organizzatori e delle
personalità di spicco nel campo dell’acquerello. I presenti, pittori ed accompagnatori, erano moltissimi, le sale
erano piene di gente, a dimostrazione del grande interesse per questa manifestazione.
A ciascuno dei pittori è stato consegnato il catalogo con tutte le opere esposte, che ha lasciato soddisfatti tutti
poiché la riproduzione dei quadri e dei colori era perfetta.
Ho rivisitato poi la mostra una seconda volta, insieme ad uno dei miei figli, qualche giorno dopo.
Questa volta forse me la sono goduta ancora di più. Non c’era la ressa del primo giorno, avevo già una idea della
disposizione degli acquerelli, che avevo memorizzati. Ho notato meglio, quindi, i particolari che mi erano sfuggiti
la prima volta. Mi sono divertita a
confrontare la tecnica degli italiani e
quella degli stranieri. Ho apprezzato
anche alcuni quadri astratti. Siamo
stati accompagnati nella visita anche
da Fernando Cavalieri e dalla sua
signora che vigilavano e davano informazioni sui quadri, i loro autori e
sull’Associazione. Ho apprezzato
ancora di più l’organizzazione del
Festival, e colgo l’occasione per
complimentarmi col Presidente e con
tutta la squadra del Direttivo che si è
impegnata per portare a questo alto
livello la manifestazione.
Franca Coppadoro.
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Dall'8 al 23 settembre, Genova ha ospitato il Festival Internazionale dell'Acquerello convegno annuale
dell'European Confederation Watercolour Societies (ECWS) organizzato dall'Associazione Italiana Acquerellisti (AIA).
L'inaugurazione si è tenuta il 9 settembre a Palazzo Ducale nella tarda mattinata alla presenza delle autorità
e di molti visitatori.
Oltre ai connazionali presenti hanno partecipato artisti di: Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia,
Islanda, Norvegia, Spagna e Svezia.
Gli oltre 220 quadri esposti, pur nella inevitabile diversità, erano di un ottimo livello. Ed hanno ottenuto un
buon successo dal pubblico che ha visitato, numeroso, la mostra.
Alcuni acquerelli sono stati venduti e parte del ricavato di queste vendite è stato devoluto all'associazione
"Gigi Ghirotti".
Lunedì 10, nell'ambito della manifestazione, gita dal porto antico a San Fruttuoso e Portofino con pranzo
sulla motonave.
A Portofino gli acquarellisti si sono cimentati in un'estemporanea nell'ora di sosta.
Martedì 11 i partecipanti alla manifestazione hanno potuto visitare la città di Genova con una visita guidata
nei punti più caratteristici della Superba: Palazzo San Giorgio, la Cattedrale, via Garibaldi coi palazzi cinquecenteschi e piazza Banchi.
Con l'ascensore del Castelletto la visita si è spinta sui tetti della città da cui abbiamo potuto ammirare lo
splendido paesaggio urbano del capoluogo ligure. Il clou della manifestazione è stata la cena di gala del 13
settembre cui hanno partecipato più di cento persone.
Queste giornate sono state intense e hanno contribuito a far conoscere fra loro artisti di Paesi, culture e formazioni diverse che hanno dialogato fra loro in uno spirito molto europeo.
Graziella Mori
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IL COLORE E’ NELLE STELLE
Il futuro degli acquerellisti nel 2013 secondo il noto astrologo Dorian Galliego
Ariete
Affrettatevi a realizzare i vostri capolavori entro la metà di marzo. Dopo non sarà più possibile il blu
cobalto vi odia. Non agite d’impulso. Rosso Arancio e Verde sono i colori dell’anno che verrà.
Toro
Le opposizioni di Mercurio influiranno sulle vendite. Sulla vostra tavolozza non deve mancare il
giallo cadmio Il Blu ceruleo ed il verde di hooker. Baruffe in vista con un acquerellista scorpione.
Gemelli
Evitate di dipingere sino ai primi di maggio. Poi buttatevi su un concorso PROLOCO. Una affermazione delle vostre qualità sarà palesata. I colori del momento verde smeraldo e terra di Siena.
Cancro
Bello sentirsi sicuri. E voi lo siete. Ma attenzione non affrontate l’informale con leggerezza non è
facile come sembra. Magenta e indaco sono i vostri colori per il 2013 . Lasciate stare china e tempere.
Leone
Faticoso nuotare contro corrente. Ma ce la farete, l’acqua vi è amica. Particolare attenzione al
giallo limone ed al rosso indiano. Una vostra ex allieva è innamorata di voi. Vedo viaggi in primavera.
Vergine Inizio anno stentato. Dovete reagire e cambiare marca di acquerelli. Passate ad un articolo tedesco.
I colori terrosi non fanno per voi. Marzo e giugno sono i mesi dove avrete soddisfazioni monetarie. Un acquerellista di lingua straniera vi circonderà di attenzioni.
Bilancia Un bel periodo per i confronti. Spiate i colleghi e copiate senza pietà. Modificate la vostra tavolozza
basta con i verdi , usate i grigi e qualche violetto. Non frequentate acquerellisti coniugati. In agosto farete un
viaggio nel grande nord.
Scorpione Presto avrete un contatto internazionale. Vi inviteranno ad esporre al di la del mare. Non abbiate
timore. Andate, ma prenotate per tempo. Verde chiaro ,verde smeraldo e stop. Non infierite sugli altri acquerellisti.
Sagittario Mercurio in trigono con la Luna vi infonde l’energia necessaria al passaggio dal figurativo all’astratto. Buttatevi tra le braccia dell’arcobaleno. Usate il rosso in tute le sue tonalità. Sarete selezionati per un progetto.
Capricorno Il progetto che avete in mente ( riaffrescare la Cappella Sistina) va accantonato. Il vostro sponsor
cambierà idea e vi lascerà in bianco. I colori primari vanno assecondati. In Europa vi aspettano.
Acquario Non vi piace adeguarvi alle regole, ma dovete farlo, vi tocca. Un quadro venduto non vi sarà pagato
ma non andrete in rosso. Vi regaleranno una confezione di godet.
Pesci
Ce la metterete tutta per superare la prossima selezione. Tenete una scorta di blu cobalto. Durante
i mesi estivi ricordatevi di usate la glicerina ed acquerellate nelle prime ore del mattino.
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dicembre 2012 quarta versione ridotta per sito