Was
hierdella
Geld?
Allaheisst
scoperta
moneta
La Banca nazionale in breve
«Banca nazionale svizzera» – tutti i giorni, su ogni banconota,
in tutte e quattro le lingue nazionali leggiamo questo nome. Forse
proprio per questo non ci interroghiamo quasi mai sull’origine
del denaro.
Avanti, dunque, con le domande!
Che cos’è il denaro, la moneta? Chi la produce? A che serve
la Banca nazionale? Il presente opuscolo vuole rispondere in modo
comprensibile e divertente a queste e altre domande.
Partiamo alla scoperta! Buon divertimento!
Indice riassuntivo
Il capitolo Moneta a pagina 4 descrive che cos’è la moneta, a cosa serve e da dove
proviene. [moneta > usi della moneta > baratto > valore di scambio > mezzi di pagamento >
banconote > banche d’emissione > riserve auree]
Il capitolo Banche a pagina 14 spiega cosa sono gli interessi, come le banche
moltiplicano la moneta e come la Banca nazionale funge da banca delle banche
[banche commerciali > interessi > banche come intermediari > moltiplicazione della moneta > legge
sulle banche > collegamento con la Banca nazionale > sistema di pagamento elettronico]
Il capitolo Politica monetaria a pagina 24 rivela come la Banca nazionale
approvvigiona il Paese di moneta e perché la sua attività si ripercuote sul nostro
portamonete [approvvigionamento monetario > inflazione, deflazione > previsione d’inflazione
> gestione dell’approvvigionamento monetario > operazione pronti contro termine, swap di valute >
esempio concreto di politica monetaria > cambio > euro]
Il capitolo BNS a pagina 36 presenta la BNS come azienda.[compiti della BNS >
fondamenti giuridici > autonomia > prestazioni di servizi alla Confederazione > organizzazione]
Moneta ➜ Banche ➜ Politica monetaria ➜ BNS ➜ Moneta ➜ Banche ➜ Politica monetaria ➜ BNS
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La moneta, che cos’è?
Prima di tutto c’è il denaro che conosciamo tutti: monete metalliche e banconote
nel portamonete e nel salvadanaio. E la Postcard e la carta della banca?
Sono tessere di plastica che rappresentano il denaro sul nostro conto. Questo tipo
di denaro è detto moneta scritturale. Può essere adoperata direttamente oppure
essere convertita in contanti in ogni momento.
Senza moneta non si fa nulla.
La moneta ci occorre per fare acquisti e pagamenti. Per comprare merci, dal panino
al palazzo, e per pagare servizi, dalla telefonata al viaggio organizzato.
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«Offro patate – cerco taglio di
capelli»
Prima che esistesse la moneta, si praticava il baratto. Immaginiamo un villaggio,
dove tutti producono qualcosa di preciso: cereali, pane, lana, attrezzi e altre cose
necessarie per vivere. Chi produce più di quel che gli occorre, scambia il resto
contro altre merci. Ma per farlo deve prima trovare un partner corrispondente: chi
vuole un taglio di capelli deve ad esempio trovare un parrucchiere che cerca patate.
Ben più semplice è invece trovare un parrucchiere che ci taglia i capelli in cambio di
un bene generalmente apprezzato, come ad esempio una conchiglia. È così che è nata la moneta, il mezzo di pagamento accettato da tutti.
La moneta è il mezzo di scambio e di pagamento accettato da tutti. Ma la moneta
funge anche da riserva di valore, poiché si può metterla da parte per più tardi. La moneta consente di risparmiare.
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La moneta non si deteriora, è vero, ma
può perdere potere
d’acquisto: dopo un
certo tempo, la quantità di beni che si
riceve per una data
somma si riduce. Affinché un’economia
funzioni bene, è indispensabile che il
potere d’acquisto
della moneta resti
il più possibile costante per parecchio
tempo.
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Quanto costa?
Per chi pratica il baratto non è facile stabilire il valore di scambio dei beni, vale
a dire il loro prezzo. Quanti chili di cereali posso chiedere per un tavolo? Quanta
lana costa un’accetta? Dovremmo sempre avere in mente una tabella di conversione
complicatissima, con il valore di ogni bene per rapporto ad ogni altro. Se si scambiano tutte le merci contro il medesimo mezzo, la moneta, fissare e paragonare
i prezzi diventa più facile.
La moneta funge quindi anche da misura del valore. Consente di confrontare i prezzi e
di fare i propri calcoli.
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Le tre funzioni della moneta: mezzo di pagamento, riserva di valore e misura del valore.
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E se pagassimo in conchiglie?
Civiltà diverse dalla nostra hanno impiegato come moneta non solo conchiglie, ma
anche denti di animali, pietre rare o addirittura lastre di tè essiccato. In fin dei conti, qualsiasi cosa può fungere da moneta – a tre condizioni. Dev’essere riconosciuta
da tutti i partecipanti al commercio. Si deve aver fiducia nel suo valore. E, infine,
deve trattarsi di un bene raro, perché soltanto quel che è raro ha valore. La sabbia si
presterebbe male come moneta – a differenza, per esempio, dell’oro e dell’argento.
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Affinché un bene diventi moneta, deve rispondere a tre presupposti:
accettazione generale, fiducia nel valore e quantità adeguata.
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La moneta dev’essere
un bene scarso, ma
non troppo. Un’economia funzionante
deve sempre disporre
di una quantità di
moneta sufficiente
affinché acquisti
e vendite si svolgano
senza intoppi.
Denti di capidoglio per le isole Figi. Una
volta, i denti di capidoglio costituivano un
mezzo di pagamento assai diffuso nell’Arcipelago delle Figi. Quando quest’ultimo
divenne una colonia della Gran Bretagna,
fu introdotta una nuova moneta, composta
da banconote e monete metalliche. Per
accelerare il riconoscimento e la diffusione
presso la popolazione locale di questo
mezzo di pagamento inusitato, si pensò di
raffigurare su banconote e monete qualcosa
a cui gli abitanti delle isole Figi attribuissero un elevato valore di scambio: denti di
capidoglio!
✱
La moneta può essere trasferita, senza
alcun problema, per
via elettronica. In
tal caso, si parla di
operazioni di pagamento elettroniche.
È un sistema rapido,
sicuro ed economico.
Al giorno d’oggi, in
Svizzera, la moneta
scritturale trasferita
elettronicamente è
superiore al contante
in circolazione.
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Con il passaggio
dall’oro alla carta,
il valore intrinseco
lasciò il posto al
valore di scambio.
Una moneta d’oro
o d’argento è un
oggetto di valore
anche senza conio.
La banconota, invece, non è che un
pezzo di carta. L’importo indicatovi,
il valore di scambio,
è assai più elevato
del valore intrinseco della carta. Il
valore di scambio
determina quanto
vale il biglietto nel-
lo scambio con altri
beni. Oggigiorno,
la maggior parte
della moneta non ha
più assolutamente
alcun valore intrinseco. Si tratta di
moneta scritturale,
che esiste unicamente come voce
sui conti bancari e
postali.
Moneta e bestiame. In latino, «pecunia»
non significa soltanto «denaro», ma
anche «gregge».Originariamente, infatti,
gli antichi Romani erano un popolo di
contadini e non conoscevano il denaro in
forma di moneta. La ricchezza di una persona si deduceva dai capi di bestiame
in suo possesso. Con il diffondersi della
moneta, il termine «pecunia» acquistò
un significato metaforico che mantenne
anche quando i Romani non erano orm
ai più allevatori, bensì i signori di buona
parte del mondo antico.
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Carta che vale oro
Per lungo tempo, si impiegarono come mezzi di pagamento oro, argento e altri metalli
preziosi. I metalli preziosi sono rari e difficili da estrarre e quindi beni scarsi. Sono
beni richiesti. Possono essere conservati per un periodo indefinito. E consentono di
coniare monete.
Le monete erano tuttavia piuttosto pesanti e difficili da trasportare. Era più semplice
depositare l’oro e l’argento in una banca, ottenendone una ricevuta su carta, un
«biglietto di banca» o «banco-nota». Ben presto, le banconote furono impiegate come
mezzi di pagamento. Con l’oro al sicuro, era più facile scambiare le carte. Nacque
così la cartamoneta. Per parecchio tempo, d’altronde, le banconote di diversi Paesi
recarono la scritta: «Pagate al latore di questa nota il seguente importo in oro».
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Se una banca centrale non riesce a
mantenere stabile
il valore della
moneta, la gente
perde fiducia nella
valuta nazionale.
Le persone incominciano a utilizzare
valute estere, ad
esempio il dollaro,
come mezzo di
pagamento, anziché
la propria moneta.
11
Banconote diverse in quasi ogni città
Una volta, diverse banche potevano emettere banconote proprie. Nel 1870 ancora,
esistevano in Svizzera 28 banche d’emissione. Questo sistema risultò tuttavia
troppo complicato e si decise perciò di creare un istituto unico per l’emissione delle
banconote, una banca centrale. La Banca nazionale svizzera, che iniziò la sua
attività nel 1907, ottenne dalla Confederazione il diritto esclusivo di emettere
banconote.
In Svizzera, soltanto la Banca nazionale svizzera ha il diritto di far produrre e di
emettere banconote.
Banconote convertibili in oro – son
tempi passati
In passato, la Banca nazionale aveva l’obbligo di convertire, su richiesta, le sue banconote
in oro. I biglietti erano considerati sostituti dell’oro la cui scarsità naturale ne garantiva
il valore: la moneta era ancorata all’oro. Oggi, l’oro ha perso questa sua funzione di ancora
monetaria. La Banca nazionale non detiene perciò più riserve auree così consistenti, ma
provvede a conservare il valore della moneta per mezzo della sua politica monetaria.
Altre domande?
Curiosità sul tema «moneta»
E le monete?
Si devono …
per forza adoperare
le banconote della
BNS?
La Banca nazionale non produce monete, ma le mette in circolazione per mandato della Confederazione. Il conio di
monete è infatti compito della Confederazione, che ha affidato l'incarico a
swissmint, la Zecca federale. In passato
si coniavano monete d'argento o di rame; oggi si ricorre invece a leghe metalliche meno costose.
In Svizzera, il franco svizzero è il mezzo
di pagamento prescritto dalla legge. Se
qualcuno effettua un pagamento con le
banconote emesse dalla Banca nazionale,
gli altri devono accettarle. Possono rifiutarle unicamente se sospettano che
si tratti di un falso. Ovviamente, è permesso pagare anche con carte di credito
o con monete diverse dal franco svizzero – purché il venditore sia d’accordo.
Perché …
in Svizzera si
emettono in
continuazione
nuove banconote?
Da quando esistono le banconote, esistono
anche persone che le falsificano. Per far
fronte a questo problema gli istituti
d'emissione sviluppano caratteristiche di
sicurezza sempre più raffinate e le inseriscono nelle nuove serie di banconote. Se un
tempo si trattava soprattutto di falsificatori con notevoli abilità manuali, oggi, con
l'avvento del computer, sempre più dilettanti si mettono a produrre falsi. Il progresso tecnologico ha pertanto reso necessario
sostituire le serie di banconote circa ogni
quindici anni.
Chi …
ha inventato la
cartamoneta?
Gli ideatori della moneta cartacea sono
i Cinesi. Le prime forme di banconote
si diffusero in Cina nel settimo secolo.
In Europa, le banconote furono dapprima introdotte come espediente provvisorio, nel caso in cui, durante l’assedio
di una città, non ci fossero monete statali a sufficienza. Le prime banconote
regolari nacquero in Europa nel diciasettesimo secolo.
Quanto …
costa la produzione
di una banconota?
Non …
si potrebbe fare a
meno dei contanti?
Produrre banconote costa: circa 30 centesimi per ogni biglietto, non importa
se da dieci o da mille franchi. La produzione consiste in diverse tappe: dai
primi progetti alla produzione della carta, dalla stampa all’inserimento delle
caratteristiche di sicurezza. Ogni anno,
la Banca nazionale spende da 20 a 30
milioni di franchi per sostituire le
banconote logore.
Oggigiorno, si può acquistare la maggior parte dei beni e servizi senza contanti. Monete e banconote mantengono
tuttavia un ruolo importante per i pagamenti di piccole somme, per il semplice
fatto che sono pratici. Ci sono poi affari
che si regolano spesso in contanti, ad
esempio nel commercio di auto usate o
sul mercato del bestiame.
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14
Il normalissimo conto presso la
normalissima banca
I privati non possono aprire un conto presso la Banca nazionale. A questo scopo
esistono le «normali» banche commerciali. Le banche custodiscono per noi il nostro
denaro. Se abbiamo bisogno di contanti, possiamo prelevarli dal nostro conto. Se,
per un determinato progetto, ci occorre più di quel che possediamo, la banca può
eventualmente concederci un credito. La banca effettua inoltre i nostri pagamenti,
senza contanti, utilizzando direttamente la moneta scritturale sul nostro conto.
Un conto in banca è una cosa pratica e sicura. E, oltretutto, il denaro sul conto
frutta interessi.
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Di che cosa vivono le banche?
Quando un cliente versa una somma sul suo conto, la banca non si accontenta di
tenere il denaro in cassaforte. Lo mette a disposizione di altri clienti e ne trae un
certo profitto. La banca concede un credito per il quale chiede un prezzo. Questo
prezzo si chiama interesse. L’interesse che la banca versa ai risparmiatori per il denaro depositato è inferiore all’interesse che chiede ai propri clienti per il denaro
che cede in prestito. La differenza costituisce il guadagno della banca.
Le banche commerciali custodiscono il denaro dei loro clienti e versano loro interessi.
Se prestano denaro ai clienti, riscuotono interessi.
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Il tasso d’interesse
dipende dalla domanda e offerta di
moneta. Se l’offerta di moneta è
scarsa e la domanda forte, il prezzo
del denaro aumenta: gli interessi
crescono. Se vi è
invece un eccesso
di moneta, il suo
prezzo diminuisce:
gli interessi si
riducono.
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Intermediarie della moneta
Un ruolo importante delle banche è quello di far circolare liberamente la moneta.
Grazie ad esse, il denaro che gli uni hanno di troppo è ripartito tra coloro a cui serve
proprio in quel momento. Le banche accettano i risparmi e trasferiscono questo denaro, in forma di crediti, a imprese, a privati o allo Stato. Per la maggioranza delle
persone sarebbe troppo complicato cercare esse stesse debitori degni di fiducia. Inversamente, le imprese farebbero fatica a racimolare grandi importi dai risparmiatori
privati. Le banche fungono perciò da intermediarie tra questi due gruppi.
Le banche svolgono una funzione economica importante: dirigono la moneta là
dove occorre.
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Le banche e la moltiplicazione
della moneta
Le banche possono moltiplicare la moneta. Ecco come fanno. Ammettiamo che un
cliente versi 20’000 franchi sul suo conto. La banca è ora in grado di cedere
questa somma in prestito ad un altro cliente. Per sicurezza, ne tratterrà una parte,
ad esempio 4’000 franchi, come riserva. Può infatti darsi che il primo cliente voglia
prelevare presto parte dei suoi averi dal conto. Il secondo cliente è un’impresa che
ha bisogno di denaro per l’acquisto di nuovi computer. La banca le accorda un
credito di 16’000 franchi. L’avere in conto del primo cliente non è diminuito: ammonta sempre ancora a 20’000 franchi. Alla quantità complessiva di moneta esistente si sono tuttavia aggiunti i 16’000 franchi in possesso dell’impresa. In questo
modo, le banche possono moltiplicare la moneta. La Banca nazionale può influenzare
la creazione monetaria delle banche aumentando o diminuendo i crediti che
concede loro.
Le banche possono moltiplicare la moneta cedendo in prestito gli averi versati sui
conti, tranne una parte che trattengono come riserva.
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Bancarotta. Non solo in italiano, buona
parte della terminologia bancaria proviene
dalla lingua in uso nelle città commerciali
italiane del Medioevo, dove sorsero le prime
banche d’Europa. La stessa parola «banca»
designa originariamente il banco sul quale
si contavano e si cambiavano le monete.
Se un banchiere non era più in grado di
rimborsare i suoi clienti, l’autorità pubblica decretava che gli si spaccasse il banco
a colpi di scure – la «banca rotta»: un
provvedimento drastico, ma inequivocabile!
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I risparmi sono protetti!
Le banche amministrano una quantità considerevole di denaro ed hanno quindi una
grande responsabilità. In Svizzera, esiste perciò una legge sulle banche che protegge
i risparmiatori e impone alle banche di disporre di sufficienti liquidità. L'Autorità
federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA), un gruppo di esperti scelti,
vigila inoltre sul sistema bancario, affinché rimanga degno di fiducia.
In Svizzera, i risparmi sono protetti dalla legge sulle banche. La FINMA sorveglia
inoltre l’attività della banche.
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Una banca per le banche
Le banche devono disporre di sufficienti riserve di contanti e di un conto per effettuare i loro pagamenti e quelli dei loro clienti. Questo conto è il conto giro che le
banche detengono presso la Banca nazionale. Con i loro averi in conto giro, le banche acquistano dalla Banca nazionale le banconote di cui necessitano per i loro versamenti in contanti.
I conti giro hanno tuttavia anche un’altra funzione: quella di immettere la moneta
dalla Banca nazionale nel sistema bancario. Mentre le banche moltiplicano la moneta
concedendo crediti alla loro clientela, la Banca nazionale crea moneta nuova accordando crediti alle banche. A tal scopo, le banche e la Banca nazionale concludono
uno scambio: le banche forniscono alla Banca nazionale cartevalori o valute estere
in cambio di moneta nazionale. Non appena concluso lo scambio, l’importo in questione è accreditato sul conto giro della banca. In tal modo, la moneta della Banca
nazionale entra in circolazione. La Banca nazionale è la «banca delle banche».
La moneta si crea in un’operazione di scambio tra una banca e la Banca nazionale.
Cartevalori o valute estere vengono scambiate contro moneta nazionale.
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In sé, le banconote
fresche di stampa, immagazzinate nei sotterranei della Banca
nazionale, sono prive
di valore. Soltanto
quando le banche le
comprano per mezzo
dei loro averi in conto
giro, facendole dunque
uscire dalla Banca nazionale, le banconote
diventano moneta e
acquistano un valore.
I biglietti entrano poi
in circolazione, quando le banche li trasferiscono ai loro clienti.
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Attraverso la Svizzera per via
elettronica
Ogni giorno, milioni di pagamenti si svolgono in Svizzera senza contanti, per via elettronica – per banca o per posta. Affinché questo sia possibile, tutti i partecipanti ai
pagamenti elettronici sono collegati tra loro per mezzo di uno speciale sistema di
computer, lo Swiss Interbank Clearing (SIC). Il SIC sottostà alla vigilanza della Banca nazionale ed è reputato uno dei sistemi di pagamento più efficienti del mondo. I
partecipanti al SIC effettuano i pagamenti grazie ai loro averi in conto giro presso la
Banca nazionale.
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La Banca nazionale approvvigiona le banche di moneta. Le banche
commerciali possono moltiplicare la moneta concedendo crediti.
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Altre domande?
Curiosità sul tema «banche»
Chi…
sono i proprietari
delle banche
svizzere?
Senza…
banche, funzionerebbe l’economia?
La maggior parte delle banche sono
possedute da azionisti. Le grandi banche appartengono ad azionisti privati,
le banche cantonali sono, totalmente
o per la maggior parte, di proprietà dei
Cantoni. Esistono tuttavia anche banche
private, appartenenti ad un numero ristretto di persone, chiamate soci.
In teoria, un’economia senza banche è
concepibile. A finanziare la casa possono aiutare i parenti e le ditte possono
assumere crediti da altre ditte. Le banche presentano tuttavia vantaggi determinanti rispetto alla mediazione privata di capitali: dispongono di conoscenze specialistiche e di risparmi in
grandi quantità e sono perciò in grado
di servire parecchi debitori. È perciò
difficile immaginare un’economia moderna senza banche.
Perché…
a volte il conto
frutta più interessi
e a volte meno?
L’interesse, il prezzo del denaro prestato, oscilla a dipendenza della domanda
e dell’offerta. Se i risparmiatori versano
sul conto parecchio capitale e la richiesta di crediti è piuttosto debole, le banche pagano meno interessi. Se invece
l’afflusso di risparmi è scarso e i crediti
sono molto richiesti, le banche aumentano gli interessi.
Chi…
ha fondato la
prima banca?
E dove?
Cambiavalute e prestatori di denaro
esistevano in parecchie culture antiche.
Nel Medioevo, il commercio prosperò
in Europa, e con esso crebbe anche il bisogno di servizi bancari professionali.
Tra le prime banche si trovano gli istituti
bancari nelle città commerciali italiane
di quel tempo.
Che…
differenza c’è
tra un istituto
d’emissione e una
banca centrale?
Che…
cosa succederebbe
se, di colpo, tutti
volessero prelevare
i propri averi?
Questi due termini designano la medesima istituzione, una banca responsabile
dell’approvvigionamento monetario di
un Paese. Il termine «istituto d’emissione» mette in risalto il monopolio
d’emissione. Il termine «banca centrale» descrive piuttosto il ruolo dell’istituto centrale incaricato di emettere la
moneta, regolare l’approvvigionamento
monetario del Paese e fungere da centro
di collegamento per i pagamenti.
Le banche si troverebbero in gravi difficoltà. È vero che le banche dispongono
sempre di liquidità a tutela dei risparmiatori. Tuttavia, in caso di un vero assalto agli sportelli questi mezzi liquidi
sarebbero insufficienti. In tal caso la
Banca nazionale e le banche dovrebbero
prendere provvedimenti d’emergenza.
Ma in un sistema bancario ben funzionante, con banche sane, una tale evenienza è assai improbabile.
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24
Quanta moneta per il Paese?
La moneta dev’essere scarsa, ma non troppo. Esercitare la politica monetaria significa regolare l’approvvigionamento monetario del Paese in modo tale da mantenere
prezzi stabili e consentire all’economia di crescere liberamente. I prezzi sono stabili
se una data somma consentirà domani e dopodomani di acquistare pressappoco la
medesima quantità di beni che oggi. Per questo ci vuole un dosaggio adeguato della
moneta. La Banca nazionale vi provvede con i mezzi della politica monetaria.
La politica monetaria della Banca nazionale serve ad approvvigionare l’economia della
giusta quantità di moneta. In media, l’aumento dei prezzi di beni e servizi dovrebbe
risultare inferiore al 2 per cento all’anno.
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Il troppo stroppia. In Africa occidentale,
il cauri, una conchiglia rara in questa
regione, fungeva un tempo da mezzo di pagamento. Verso la metà del XIX secolo,
commercianti astuti pensarono bene di fare
grossi affari con il cauri. Acquistarono le
conchiglie in grandi quantità lungo la costa
orientale dell’Africa e le trasportarono per
mare dall’altra parte del continente, dove
potevano rivenderle per otto volte il prezzo
d’acquisto. Tuttavia, più ne importarono e
più il cauri perse valore.
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Troppo non fa bene – troppo poco
neppure
Cosa succede se circola troppa moneta? Ammettiamo che, un giorno, la Banca
nazionale distribuisca in piazza dieci tonnellate di banconote nuove. Le gente si
ritroverebbe con le tasche piene di soldi. Soldi che vorrebbe ovviamente spendere.
Ma le cose che si possono comperare non aumenterebbero così di colpo. I negozianti potrebbero perciò vendere i loro articoli a prezzi più elevati. Nasce così
l’inflazione. L’inflazione reca danno a molte persone. Non sempre, infatti, i redditi
aumentano di pari passo con i prezzi.
Cosa succede se, invece, la Banca nazionale non mette a disposizione abbastanza
moneta? Le gente compra soltanto ancora lo stretto necessario. Ci sono troppi
prodotti e servizi. Per riuscire a venderli, bisogna ridurre i prezzi. In questo modo
sorge la deflazione. Il motore dell’economia funziona a singhiozzo, le ditte chiudono i battenti, la disoccupazione cresce.
Affinché il motore dell’economia giri bene, non dev’esserci né troppa né troppo poca
moneta. Entrambe le cose pregiudicano lo sviluppo economico.
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Durante l’inflazione, i prezzi aumentano. Durante la deflazione, calano.
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Per sapere come
varia il potere
d’acquisto del franco svizzero, ossia
se la moneta valga
più o meno di
prima, si ricorre
all’indice nazionale
dei prezzi al consumo. L’indice
viene calcolato
ogni mese in base
al costo di un determinato paniere
di merci e servizi,
necessari per la
vita di un’economia domestica in
Svizzera. Tale sistema permette
di misurare con
precisione se
merci e servizi
siano diventati
più o meno cari.
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Uno sguardo al futuro
L’inflazione non nasce dall’oggi al domani. Se la Banca nazionale vuole opporvisi
senza indugio, deve riconoscere per tempo i segni dell’evoluzione futura. Per questo motivo, essa osserva attentamente la situazione economica e i prezzi ponendosi
continuamente una serie di interrogativi. È possibile vendere quel che l’economia
produce? È facile trovare lavoro o c’è rischio di disoccupazione? Com’è la situazione
economica all’estero? Le risposte a tali domande consentono alla Banca nazionale
di farsi un’idea del futuro e di stimare l’evoluzione dei prezzi nei prossimi anni.
In questo modo, la Banca nazionale allestisce la cosiddetta previsione d’inflazione.
La Banca nazionale cerca di mantenere, in Svizzera, prezzi stabili. A tal scopo stima
il più esattamente possibile l’evoluzione futura dell’economia e dei prezzi, allestendo
una previsione d’inflazione.
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28
Meno interessi = più moneta –
e viceversa
Come fa la Banca nazionale per regolare l’approvvigionamento di moneta nel Paese?
È semplice. Se desidera accrescere la quantità di moneta a disposizione dell’economia, la Banca nazionale riduce il prezzo dei suoi scambi con le banche, chiedendo
loro minori interessi per i suoi crediti. Se ritiene che la moneta dovrebbe essere
più scarsa, fa il contrario: aumenta il tasso d’interesse e il credito diventa quindi più
caro.
La Banca nazionale regola la quantità di moneta, aumentando o riducendo il prezzo
dei suoi crediti alle banche commerciali.
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Tassi d’interesse bassi fanno aumentare la quantità di moneta, tassi
d’interesse elevati la riducono.
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Le banche non acquistano franchi
svizzeri soltanto
dalla Banca nazionale, ma anche da altre
banche commerciali.
Il mercato internazionale di maggior
rilievo per il franco
svizzero si trova a
Londra. Il tasso d’interesse di Londra per
franchi svizzeri e
altre monete si chiama «Libor». Al fine
di gestire l’approvvigionamento di mo-
neta, la Banca nazionale indica alle
banche commerciali,
dove dovrebbe all’
incirca situarsi il
Libor per il franco
svizzero. Può ad
esempio annunciare
di voler mantenere
il Libor tra il 3 e
il 4 per cento.
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Le banche pagano gli interessi
Tra gli affari che la Banca nazionale conclude con le banche commerciali, i più
importanti sono le operazioni pronti contro termine. In un’operazione pronti contro
termine, la Banca nazionale compra cartevalori dalla banca commerciale, concordando fin dall’inizio che la banca commerciale riacquisterà queste cartevalori più
tardi. In tal modo, la banca ottiene un credito, mentre la Banca nazionale entra
temporaneamente in possesso delle cartevalori. Per il credito, la Banca nazionale
riscuote un interesse, l’interesse pronti contro termine.
In un’operazione pronti contro termine, la Banca nazionale concede a una banca un
credito contro la consegna di cartevalori. Dopo qualche tempo, si procede allo scambio
inverso. Per il credito, la banca paga interessi.
Invece di cartevalori, la Banca nazionale può accettare dalle banche anche valute
estere. Quest’operazione si chiama swap di valute.
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Come ci si accorge di cosa fa la
Banca nazionale?
Noi tutti ci accorgiamo di come la Banca nazionale regola l’approvvigionamento di
moneta. Immaginiamo, ad esempio, che la gente stia bene e sia in vena di spendere.
C’è chi prenota vacanze, chi compra automobili, chi costruisce la casa. Può darsi,
tuttavia, che l’economia non sia preparata ad una domanda tanto vivace. L’offerta
scarseggia e i prezzi cominciano ad aumentare. La previsione d’inflazione per i prossimi anni annuncia un rincaro superiore al 2 per cento. La Banca nazionale decide
perciò di rendere la moneta più scarsa: innalza il tasso d’interesse che chiede alle
banche e mira ad un aumento del Libor. Le banche fanno minor ricorso a questi
crediti costosi ed esigono, dal canto loro, interessi più elevati dai loro clienti. Ben
presto, la gente si accorge che la moneta è diventata più scarsa. Alcuni rimandano
le vacanze, altri decidono di accontentarsi ancora per un po’ della vecchia automobile o di costruire la casa più tardi. I prodotti e servizi disponibili aumentano
per rapporto all’offerta di moneta. L’aumento dei prezzi è frenato.
La politica monetaria della Banca nazionale esercita i suoi effetti attraverso diversi
canali: interessi, crediti, consumo e investimenti.
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L’inflazione degli anni venti in Germania.
Dopo la prima guerra mondiale, la banca
centrale tedesca cominciò a stampare banconote a tutto spiano per pagare i debiti di
guerra nei confronti della Francia, dell’
Inghilterra e degli Stati Uniti. L’inflazione
crebbe a dismisura. Di giorno in giorno, la
moneta perdeva valore e la banca centrale
stampava banconote di taglio sempre più
elevato. Ben presto ci furono biglietti e
addirittura francobolli del valore di diversi
milioni o addirittura miliardi di marchi.
Questo fenomeno fu chiamato «inflazione
galoppante».
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Quanto costa il franco svizzero?
Per concludere affari con l’estero, occorre convertire franchi svizzeri in moneta
estera e viceversa. Il cambio indica quanto costa il franco. Il suo corso varia di
giorno in giorno.
Se il corso del franco rispetto ad altre monete sale, i prodotti esteri vengono a costarci meno. All’estero, d’altra parte, i prodotti svizzeri rincarano e diventano quindi
più difficili da vendere. Se invece il prezzo del franco in moneta estera cala, le merci
provenienti dall’estero costano di più. La Banca nazionale deve perciò sempre tener
d’occhio il corso del franco.
Il corso del franco rispetto ad altre monete influisce sui prezzi e sulla situazione
economica nel nostro Paese.
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Se il corso del franco sale, le merci importate costano meno, mentre le esportazioni rincarano.
Se il corso del franco scende, le merci importante costano di più, le esportazioni meno.
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Franco e euro
La maggior parte dei Paesi dell’Unione europea ha abolito la propria moneta nazionale, sostituendola con una moneta comune, l’euro. La Svizzera si trova in mezzo
all’area dell’euro. Non ne fa parte, ma è legata ad essa da stretti rapporti economici.
Il corso dell’euro è perciò rilevante per la politica monetaria della Banca nazionale.
Altre domande?
Curiosità sul tema «politica
monetaria»
Perché …
una bottiglietta
d’acqua minerale
costa fr. 3.70 e non
più fr. 1.20, come
ai tempi?
Perché …
la Banca nazionale
non riduce
l’inflazione a zero?
Non certo perché l’acqua minerale è
diventata più rara! La ragione risiede nel
deprezzamento, debole ma duraturo,
della moneta negli ultimi decenni. Un
fenomeno indesiderato, ma non sempre
evitabile. Finché i salari aumentano più
dei prezzi, il benessere generale continua nondimeno a crescere. Sebbene
i prezzi di parecchi beni siano aumentati, dobbiamo lavorare meno di una
volta per ottenerli.
Perché in tal caso l’approvvigionamento
di moneta sarebbe spesso insufficiente,
a danno dell’evoluzione economica.
Non è infatti solo l’inflazione che causa
aumenti di prezzo. Prodotti e servizi
possono costare di più perché sono migliorati. La misura dell’inflazione non
può tenere sempre conto con precisione
di tali miglioramenti qualitativi. Nel
mirare alla stabilità dei prezzi, la Banca
nazionale deve perciò disporre di un
certo margine.
La Banca …
nazionale
può influire sulla
borsa?
Direttamente, no. E neppure dovrebbe
provarci. A volte, tuttavia, i provvedimenti di politica monetaria hanno ripercussioni in borsa. La borsa reagisce
alle aspettative sull’evoluzione economica. Se la Banca nazionale rialza gli
interessi perché vede segni d’inflazione,
l’economia ne risulta frenata e la borsa
è perciò debole. Inversamente, un calo
degli interessi può ravvivare l’economia
e risvegliare la borsa dal suo torpore.
Che …
cosa si intende dicendo che il franco è «forte»?
Le valute si possono acquistare e vendere. Il prezzo di una valuta è determinato
dalla domanda e dall’offerta. Se la richiesta di franchi svizzeri da parte dei
clienti esteri è forte, questi ultimi dovranno cedere maggiori somme nella
loro moneta per un determinato importo
in franchi. Il franco è «forte» se il suo
prezzo per rapporto ad altre monete – il
cambio – rimane piuttosto elevato per
lungo tempo.
Non …
sarebbe meglio
una sola moneta
in tutto il mondo?
Non …
sarebbe bello,
se tutto costasse
sempre meno?
Certo, parecchie cose si semplificherebbero! Ma chi starebbe attento a far
sì che questa moneta mantenga il suo
valore? Valute diverse possono essere
paragonate tra di loro e fornire in
questo modo la prova della loro qualità.
Chi comprerebbe mai qualcosa oggi,
sapendo che domani dovrebbe pagar
meno? Il continuo calo dei prezzi
paralizzerebbe l’economia. Se i prezzi
continuassero a scendere, dovrebbero
inoltre ridursi anche i salari. Questa è
una spirale dalla quale risulteremmo
tutti perdenti. Il suo nome è deflazione,
un fenomeno che le banche centrali
devono combattere quanto l’inflazione.
Volete saperne
di più?
www.snb.ch
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Qui si fa moneta
La Banca nazionale svizzera esiste dal 1907. I suoi compiti sono definiti nella Costituzione federale e nella legge sulla Banca nazionale. La Banca nazionale non è dunque padrona di modificare i propri obiettivi aziendali. Eppure ha diversi elementi in
comune con altre aziende. La Banca nazionale occupa collaboratrici e collaboratori
ed è dotata di una direzione. I suoi proprietari partecipano all’utile. E, ogni anno,
la Banca nazionale deve pubblicare un rapporto di gestione con informazioni sull’
andamento dei suoi affari.
Il mandato della Banca nazionale è fissato nella Costituzione e nella legge sulla Banca
nazionale. La Banca nazionale è l’unica istituzione in Svizzera autorizzata ad emettere
banconote e deve provvedere a mantenere stabili i prezzi in questo Paese.
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Una società per azioni diversa dalle altre
Le azioni della Banca nazionale sono quotate in borsa. I Cantoni e le banche cantonali detengono assieme la maggioranza azionaria. Le azioni rimanenti appartengono a persone private e imprese. La Confederazione non detiene invece nessuna azione.
Come in ogni altra società per azioni, chi acquista un’azione della Banca nazionale partecipa
al suo utile. Gli azionisti della Banca nazionale non possono tuttavia decidere essi stessi
come ripartirlo. La ripartizione dell’utile è infatti regolata dalla Costituzione e dalla legge.
Poiché la Banca nazionale svolge una mansione pubblica, la Confederazione concorre alla
sua amministrazione.
La Banca nazionale è una società per azioni con un fondamento giuridico speciale: ripartizione
dell’utile, vigilanza e parecchi altri elementi sono regolati per legge.
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A corto di denaro. Ogni anno, la Banca
nazionale ripartisce utili consistenti
tra la Confederazione e i Cantoni. Ormai
ci siamo abituati, ma non è sempre stato
così. Fino alla prima guerra mondiale, le
entrate non bastavano a coprire le spese.
Malgrado la delusione per questa mancanza di utili, una cosa apparve chiara
fin dall’inizio: il compito della Banca
nazionale non era quello di conseguire
utili cospicui, bensì di praticare una
buona politica monetaria.
La vigilanza sull’
andamento degli
affari della Banca
nazionale è affidata al consiglio di
banca, eletto dal
Consiglio federale
e dall’assemblea
generale degli azionisti. I membri del
consiglio di banca
provengono da
varie regioni del
Paese.
Il consiglio di banca presenta al Consiglio federale proposte per le nomine dei membri
della direzione generale della Banca
nazionale.
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Bisogno di libertà
La Banca nazionale deve attenersi a parecchie prescrizioni legali e le autorità vigilano sul suo operato. Nel suo ambito d’attività principale, essa gode tuttavia di una
vasta autonomia. È la Banca nazionale che decide della politica monetaria e a buona
ragione: soltanto se prende le sue decisioni autonomamente, la Banca nazionale
può resistere a pressioni in situazioni difficili. Nel contempo, essa è tuttavia tenuta
ad informare regolarmente il Consiglio federale e il pubblico sulla sua politica monetaria. Ancorata nella Costituzione federale, l’indipendenza della Banca nazionale
garantisce il rispetto degli interessi a lungo termine del Paese.
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La Banca nazionale è amministrata sotto la vigilanza della Confederazione.
Nell’ambito della politica monetaria, è tuttavia autonoma.
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La Banca nazionale
dà in credito alle
banche commerciali
la moneta che essa
stessa ha creato.
I suoi utili provengono soprattutto
dagli interessi delle
operazioni pronti
contro termine e
da investimenti in
franchi o in valuta
estera. L’obiettivo
principale della
Banca nazionale non
è tuttavia quello di
conseguire utili consistenti, bensì di
condurre la miglior
politica monetaria
possibile, per il bene
di tutta la Svizzera.
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Banca di fiducia della Confederazione
Se persone private o aziende hanno bisogno dei servizi di una banca, vanno dalla
loro banca di fiducia. La Confederazione ricorre ai servizi della Banca nazionale.
Per regolare i propri pagamenti, essa dispone di conti presso la Banca nazionale.
Quest’ultima emette inoltre le obbligazioni della Confederazione. Infine, la Banca
nazionale consiglia la Confederazione in materia di finanze e l’aiuta a investire
temporaneamente i propri averi.
La Banca nazionale effettua operazioni bancarie per la Confederazione, tra cui le
operazioni di pagamento e l’emissione di prestiti della Confederazione.
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Uno sguardo dietro le quinte
La Banca nazionale si suddivide in tre unità aziendali, dette dipartimenti. Il 1°
dipartimento prepara le decisioni di politica monetaria. Il 2° dipartimento provvede
all'emissione di banconote e alla vigilanza sui sistemi di pagamento. Il 3° dipartimento
mette in atto la politica monetaria: conclude operazioni pronti contro termine e svolge
operazioni in valute. Il 1° e il 3° dipartimento si trovano a Zurigo, il 2° prevalentemente a Berna.
La Banca nazionale ha inoltre rappresentanze in diverse regioni della Svizzera che osservano l’andamento dell'economica locale e riferiscono in merito. Circa 600 persone lavorano per la Banca nazionale, una delle più piccole banche centrali d’Europa.
La Banca nazionale dà impiego a circa 600 persone. Essa si compone di tre dipartimenti
con sedi a Zurigo e Berna e ha rappresentanze in diverse regioni della Svizzera.
Altre domande?
Curiosità sul tema «Banca
nazionale»
Esistono…
concorrenti della
Banca nazionale?
Perché…
la Banca nazionale
ha due sedi?
In Svizzera la Banca nazionale non
ha concorrenti. Disponendo del monopolio d’emissione, è l’unica istituzione
autorizzata e produrre e mettere in circolazione banconote. Sul piano internazionale, la Banca nazionale è tuttavia
esposta ad una specie di competizione
con le banche centrali di altri Paesi. La
qualità della sua politica monetaria è
messa a confronto con la qualità della
politica monetaria di altri Paesi.
Le due sedi di Zurigo e di Berna sono
legate alla storia della Banca nazionale.
Ai tempi in cui quest’ultima fu fondata,
trasporti e comunicazioni non erano
ancora evoluti come oggi. Si decise perciò di dotare il nuovo istituto di due
sedi: una a Zurigo, centro finanziario
della Svizzera, e una a Berna, capitale
e sede del governo.
Come…
posso sapere di
più sulla Banca
nazionale?
Informazioni sulla Banca nazionale e
la sua attività sono disponibili su
Internet all’indirizzo http://www.snb.ch,
dove si possono pure ordinare altre
pubblicazioni.
Che…
lavori fanno gli
impiegati della
Banca nazionale?
La Banca nazionale occupa economisti,
giuristi, specialisti bancari, informatici,
impiegati tecnici, cassieri e rappresentanti di parecchie altre professioni.
Non esiste dunque una formazione
professionale tipica per la Banca nazionale.
Chi…
sono i proprietari
della BNS?
Si può…
visitare la Banca
nazionale?
Proprietari della BNS sono i suoi azionisti. La maggior parte delle azioni è in
mano ai Cantoni e banche cantonali. Tra
gli azionisti della Banca nazionale si trovano inoltre diverse persone private.
La Confederazione non possiede invece
azioni della Banca nazionale. Il numero
dei voti di cui dispone un azionista privato è limitato. Non è perciò possibile
che un’impresa privata acquisti il controllo sulla Banca nazionale.
La Banca nazionale ha sportelli di
cassa con orari d’apertura regolari. Qui
si possono ottenere informazioni, ad
esempio sulle banconote, e cambiare
banconote logore per biglietti nuovi.
La Banca nazionale non offre tuttavia
visite guidate o giri pubblici dei suoi
edifici.
Volete saperne
di più?
www.snb.ch
Edizione
Banca nazionale svizzera
BNS 2002: tutti i diritti sono riservati
2a edizione, 2006
©
Progettazione e aspetto grafico:
Interbrand Zintzmeyer & Lux, Zurigo
Consulenza: Peter Eisenhut
Altre copie in italiano, tedesco, francese
e inglese sono ottenibili all'indirizzo:
http://www.snb.ch
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