ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ
Prevenzione degli incidenti
da ustione in età scolastica (progetto PRIUS):
quadro epidemiologico
A cura di
Alessio Pitidis (a), Eloïse Longo (a), Sabina Cedri (a),
Giuseppe Balducci (a), Gianni Fondi (a), Michele Masellis (b),
Gioacchino Briguglio (c) e Gruppo di lavoro PRIUS
(a) Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria,
Istituto Superiore di Sanità, Roma
(b) Euro-Mediterranean Council for Burns and Fire Disasters, Palermo
(c) Associazione SPES Speranza Onlus, Palermo
ISSN: 1123-3117 (cartaceo) • 2384-8936 (online)
Rapporti ISTISAN
15/20
Istituto Superiore di Sanità
Prevenzione degli incidenti da ustione in età scolastica (progetto PRIUS): quadro epidemiologico.
A cura di Alessio Pitidis, Eloïse Longo, Sabina Cedri, Giuseppe Balducci, Gianni Fondi, Michele Masellis,
Gioacchino Briguglio e Gruppo di lavoro PRIUS
2015, vi, 67 p. Rapporti ISTISAN 15/20
Gli incidenti e le ustioni rappresentano in Italia e nei Paesi industrializzati un problema rilevante dal punto di
vista delle conseguenze sanitarie, soprattutto per i bambini. L’1% di tutte le morti in età pediatrica è dovuto a ustioni.
In particolare i bambini, soprattutto dagli 0 ai 4 anni sono, insieme agli ultrasessantacinquenni, i più esposti al rischio
di incidente domestico, sia perché trascorrono più tempo in casa, sia perché le acquisizioni motorie in questa fase
della vita precedono la capacità di riconoscere ed evitare le potenziali situazioni a rischio. In Italia muoiono circa 400
persone all’anno per ustioni, oltre il 70% di queste in ambito domestico. Nelle età pediatriche il 16% delle morti in
casa sono secondarie a ustioni, più della metà delle quali relative a bambini fino ai 4 anni di età. Dalle evidenze
epidemiologiche e dalle rilevazioni 2005-2009 del Sistema SINIACA (Sistema Informativo Nazionale sugli Incidenti
in Ambienti di Civile Abitazione) dell’Istituto Superiore della Sanità, è nato il progetto PRIUS che si è posto come
obiettivo quello di aumentare la conoscenza dei rischi di ustione nei bambini e negli adulti, elaborando un percorso
didattico ad hoc per la loro prevenzione, morbosità e la promozione di norme di primo soccorso e buone pratiche.
Parole chiave: Incidenti domestici; Ustioni in età pediatrica; Prevenzione primaria
Istituto Superiore di Sanità
Prevention of accidents caused by burns in school-age (project PRIUS): epidemiological data.
Edited by Alessio Pitidis, Eloïse Longo, Sabina Cedri, Giuseppe Balducci, Gianni Fondi, Michele Masellis,
Gioacchino Briguglio and PRIUS working group
2015, vi, 67 p. Rapporti ISTISAN 15/20 (in Italian)
In Italy and in the industrialized countries accidents and burns are a significant problem from the point of view of
the health consequences, especially for children. One per cent of all deaths in children are due to burns. Children aged
0 to 4 years and elderly over sixty five years are the most exposed to the risk of home accident, either because they
spend more time at home, or because motor skills at this stage of life anticipate the ability to recognize and avoid
potential situations in risk. In Italy, about 400 people per year die from burns; over 70% of these at home. In pediatric
patients, 16% of deaths in the home are caused by burns, more than half of which related to children up to 4 years of
age. The project PRIUS derives from the epidemiological evidence and results acquired from 2005 to 2009 by
SINIACA surveillance system (National Information System on Domestic Accidents) of the National Institute of
Health, setting the goal of increasing awareness of the risks of burns in children and adults by developing an
educational programme ad hoc for their prevention, morbidity and promotion of standards and best practices of first
aid.
Key words: Domestic accidents; Burns in pediatric age; Primary prevention
Si ringraziano Gianni Fondi e Maria Masotina per il lavoro di editing di tabelle e figure ed elaborazione dei dati.
Per informazioni su questo documento scrivere a: [email protected]
Il rapporto è accessibile online dal sito di questo Istituto: www.iss.it.
Citare questo documento come segue:
Pitidis A, Longo E, Cedri S, Balducci G, Fondi G, Masellis M, Briguglio G e Gruppo di lavoro PRIUS (Ed.). Prevenzione degli
incidenti da ustione in età scolastica (progetto PRIUS): quadro epidemiologico. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2015.
(Rapporti ISTISAN 15/20).
Legale rappresentante dell’Istituto Superiore di Sanità: Gualtiero Ricciardi
Registro della Stampa - Tribunale di Roma n. 114 (cartaceo) e n. 115 (online) del 16 maggio 2014
Direttore responsabile della serie: Paola De Castro
Redazione: Paola De Castro e Sandra Salinetti
La responsabilità dei dati scientifici e tecnici è dei singoli autori, che dichiarano di non avere conflitti di interesse.
© Istituto Superiore di Sanità 2015
viale Regina Elena, 299 – 00161 Roma
Rapporti ISTISAN 15/20
Gruppo di lavoro PRIUS
ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ
Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria
Reparto Ambiente e traumi
Alessio PITIDIS, Responsabile SINIACA-IDB
Giuseppe BALDUCCI, Cinzia CEDRI, Sabina CEDRI, Susanna CONTI, Antonella CRENCA,
Gianni FONDI, Marco GIUSTINI, Eloise LONGO, Valerio MANNO, Stefania TRINCA
EURO-MEDITERRANEAN COUNCIL FOR BURNS AND FIRE DISASTERS (MBC)- PALERMO
Michele MASELLIS, Alessandro MASELLIS
SPES SPERANZA ONLUS, PALERMO
Gioacchino BRIGUGLIO, Elisabetta BRIGUGLIO
RESPONSABILI CENTRI GRANDI USTIONATI
Maurizio STELLA, Città della Salute – CTO, Torino
Vincenzo RAPISARDA, Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda, Milano
Bruno AZZENA, Azienda Ospedaliera, Padova
Maurizio GOVERNA, Azienda Ospedaliera Universitaria integrata, Ospedale “Borgo Trento”,
Verona
Paolo PALOMBO, Riccardo PIETRANTONI, ASL Roma C – Ospedale S. Eugenio, Roma
Roberto D’ALESSIO, Dario D’ANGELO, AORN “A. Cardarelli”, Napoli
Luigi MARASCO, Ospedale “Di Summa-Perrino”, Brindisi
Giuseppe CAPUTO, ARNAS, Ospedale Civico di Palermo, Palermo
ISTITUTI SCOLASTICI
Patrizia GIACHINO, Direzione Didattica “Angiolo Gambaro”, Torino
Giovanna ANGELINI, Istituto comprensivo “Vittorio Locchi”, Milano
Stella BRENNA, Scuola dell’Infanzia “Cesari”, Milano
Raffaele PICCINATO, Nicoletta Dalle Vedove, Istituto Comprensivo 5 “S. Lucia”, Verona
Giuseppe MOLLICA, II Istituto Comprensivo Statale “Ardigò”, Padova
Anna LUSUARDI, Donato Di Donato, Istituto Santa Giuliana Falconieri, Roma
Stefania CONTINILLO, 3° Direzione Didattica “De Amicis”, Napoli
Angela CITIOLO, Anna Mazzeo Istituto Comprensivo “Centro”, Brindisi
Giovanna BADALAMENTI, Istituto Comprensivo Statale “Karol Wojtyla – Pontefice”, Palermo
i
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Rapporti ISTISAN 15/20
INDICE
Premessa .............................................................................................................................................
v
PRIMA PARTE
Analisi quantitativa e qualitativa del fenomeno delle ustioni
Epidemiologia degli incidenti da ustione in età pediatrica in Italia (2005-2009)
Giuseppe Balducci, Gianni Fondi, Stefania Trinca, Alessio Pitidis ........................................
3
Caratteristiche degli incidenti da ustione in età pediatrica rilevati
in Pronto Soccorso in Italia (SINIACA, 2005-2009)
Sabina Cedri, Antonella Crenca, Cinzia Cedri .......................................................................
9
Analisi qualitativa dei referti di Pronto Soccorso degli incidenti da ustione
in età pediatrica in Italia (SINIACA, 2005-2009)
Eloïse Longo............................................................................................................................ 17
SECONDA PARTE
Esperienze di alcuni Centri Grandi Ustionati
Trattamento delle cicatrici patologiche da ustione in età pediatrica:
esperienza del Centro Grandi Ustionati di Torino
Valeria Malvasio, Maurizio Stella........................................................................................... 29
Accessi al Centro Grandi Ustionati per incidente in età pediatrica
nella Sicilia occidentale: l’esperienza dell’Ospedale Civico di Palermo
Nicola D’Arpa, Giovanni Alessandro, Alessandro Masellis, Giuseppe Caputo...................... 35
Sorveglianza epidemiologica del Centro Grandi Ustionati
del Presidio Ospedaliero "Di Summa-Perrino" di Brindisi
Luigi Marasco, Alessio Pitidis, Eloïse Longo, Sabina Cedri................................................... 41
Appendice A
Opuscolo informativo per genitori e insegnanti............................................................................... 49
Appendice B
Gruppi di lavoro e Centri di Pronto Soccorso SINIACA-IDB......................................................... 61
iii
Rapporti ISTISAN 15/20
iv
Rapporti ISTISAN 15/20
PREMESSA
Il Progetto PRIUS (Prevenzione degli Incidenti da Ustione in età Scolastica) è un progetto
CCM 2011, finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie del
Ministero della Salute e condotto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), con il supporto di EuroMediterranean Council for Burns and Fire Disasters (MBC) e il coinvolgimento della SIUst
(Società Italiana Ustioni) e con l’Associazione SPES Speranza Onlus.
Gli incidenti e le ustioni rappresentano, infatti, in Italia e nei Paesi industrializzati un
problema rilevante dal punto di vista delle conseguenze sanitarie, soprattutto per i bambini.
Nell’Unione Europea gli incidenti sono la prima causa di morte in età pediatrica e le sole ustioni
rappresentano una delle prime cinque cause di mortalità per incidente, pari al 3% di tutti i morti
per incidenti e violenza in queste età. L’1% di tutte le morti in età pediatrica è dovuto a ustioni.
In particolare i bambini, soprattutto dagli 0 ai 4 anni sono, insieme agli ultrasessantacinquenni, i
più esposti al rischio di incidente domestico, sia perché trascorrono più tempo in casa, sia
perché le acquisizioni motorie in questa fase della vita precedono la capacità di riconoscere ed
evitare le potenziali situazioni a rischio. In Italia muoiono circa 400 persone all’anno per
ustioni, oltre il 70% di queste in ambito domestico. Nelle età pediatriche il 16% delle morti in
casa sono secondarie a ustioni, più della metà delle quali relative a bambini fino ai 4 anni di età.
È dalle evidenze epidemiologiche di cui sopra che prende avvio il progetto PRIUS,
ponendosi come scopo quello di aumentare la conoscenza dei rischi di ustione nei bambini così
come negli adulti. A tal fine il progetto ha individuato ed elaborato un percorso didattico ad hoc
per la prevenzione degli incidenti domestici da ustione e per la promozione di norme di primo
soccorso e best practices.
Obiettivo principale del progetto PRIUS è quello di sperimentare un kit didattico/informativo
per bambini e adulti (insegnanti e genitori) per la prevenzione degli incidenti da ustione in età
pediatrica (4 e 7 anni) da realizzare didatticamente nelle scuole. Si tratta, infatti, di un progetto
pilota per la sperimentazione dell’efficacia comunicativa del modulo didattico/informativo
messo a punto per la prevenzione delle ustioni nei bambini.
Il progetto vede il coinvolgimento di otto Centri Grandi Ustionati italiani:
1) Torino: Città della Salute e della Scienza di Torino;
2) Milano: Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda;
3) Padova: Azienda Ospedaliera di Padova;
4) Verona: Azienda Ospedaliera Universitaria integrata, Ospedale “Borgo Trento”;
5) Roma: Azienda Sanitaria Roma C, Ospedale S. Eugenio;
6) Napoli: Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale “A. Cardarelli”;
7) Brindisi: Ospedale “Di Summa-Perrino”;
8) Palermo: Azienda di Rilievo Nazionale di Alta Specializzazione, Ospedale Civico;
e di otto corrispondenti istituti scolastici:
1) Torino: Istituto A. Gambaro;
2) Milano: Istituto comprensivo “Vittorio Locchi”;
3) Padova: Secondo Istituto Comprensivo Ardigò;
4) Verona: Istituto Comprensivo n. 5 “Santa Lucia”;
5) Roma: Istituto S. Giuliana Falconieri;
6) Napoli: Istituto “E. De Amicis”;
7) Brindisi: Istituto Comprensivo “Centro”;
8) Palermo: “Istituto Scolastico Karol Wojtyla Pontefice” di Santa Flavia.
v
Rapporti ISTISAN 15/20
Il kit didattico/informativo contiene i seguenti materiali:
‒ manuale per i formatori di I e II livello in formato CD;
‒ poster per l’affissione nelle classi partecipanti al progetto;
‒ opuscoli informativi;
‒ album illustrati (a colori con parti da colorare) per i bambini.
Trattandosi di un progetto sperimentale, sono stati predisposti per la valutazione un
questionario pre- e post-valutazione dell’intervento formativo e informativo: uno destinato agli
adulti e due schede illustrate per i bambini distinti per target di età (4 e 7 anni).
Il progetto è articolato in 6 fasi:
‒ Fase preliminare
reclutamento classi-campione partecipanti al progetto (una per la scuola dell’infanzia e
una per la scuola elementare); invio questionari pre-valutazione.
‒ Fase formazione dei formatori
presentazione kit didattico ad insegnanti e genitori; formazione degli insegnanti e dei
genitori.
‒ Fase laboratorio ludico-didattico
affissione poster nelle classi; lezione interattiva sui principali fattori di rischio di
incidente da ustione e sui comportamenti preventivi da adottare; presentazione e consegna
ai bambini del kit didattico; consegna questionari post-valutazione.
‒ Fase raccolta dati
raccolta e invio dei questionari pre e post-valutazione all’ISS per l’inserimento e l’analisi.
‒ Fase presentazione dei risultati e Consensus Conference
organizzazione dell’evento promosso dall’ISS e patrocinato dal Ministero della Salute per
la prevenzione degli incidenti domestici da ustione delle scuole e presentazione delle
“Linee guida PRIUS”.
‒ Fase diffusione dei risultati
rapporti tecnici, pubblicazioni scientifiche, diffusione del kit didattico e delle Linee Guida
su pagina web dedicata dell’ISS.
Il presente rapporto è costituito da due parti:
‒ Prima Parte
Analisi quantitativa e qualitativa del fenomeno delle ustioni.
‒ Seconda Parte
Esperienze di alcuni Centri Grandi Ustionati.
Seguono due Appendici:
‒ Appendice A - Opuscolo informativo per genitori e insegnanti
Presenta uno dei materiali prodotti e validati nell’ambito del progetto PRIUS: un kit
didattico/educativo finalizzato a incrementare la capacità di riconoscimento dei rischi di
ustione da parte dei bambini (3-5 anni) e anche a promuovere sia il livello di competenze
di primo soccorso che appropriate norme comportamentali preventive da parte dei bimbi
più grandi (6-9 anni) e degli adulti (genitori e insegnanti).
‒ Appendice B - Gruppi di lavoro e Centri di Pronto Soccorso SINIACA-IDB
Riporta i partecipanti al SINIACA-IDB (Sistema Informativo Nazionale sugli Infortuni in
Ambienti di Civile Abitazione-Injury DataBase) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e i
relativi Centri di Pronto Soccorso Ospedaliero.
vi
Rapporti ISTISAN 15/20
PRIMA PARTE
Analisi quantitativa e qualitativa
del fenomeno delle ustioni
1
Rapporti ISTISAN 15/20
2
Rapporti ISTISAN 15/20
EPIDEMIOLOGIA DEGLI INCIDENTI DA USTIONE
IN ETÀ PEDIATRICA IN ITALIA (2005-2009)
Giuseppe Balducci, Gianni Fondi, Stefania Trinca, Alessio Pitidis
Dipartimento di Ambiente e connessa Prevenzione Primaria, Istituto Superiore di Sanità, Roma
Gli incidenti e le ustioni rappresentano, in Italia e nei Paesi industrializzati, un problema assai
rilevante dal punto di vista delle conseguenze sanitarie, specialmente per i bambini. In generale
nell’Unione Europea gli incidenti sono la prima causa di morte in età pediatrica e le sole ustioni
rappresentano una delle prime cinque cause di mortalità per incidente, pari al 3% di tutti i morti
per incidenti e violenza in queste età. L’1% di tutte le morti in età pediatrica è dovuto a ustioni. In
particolare i bambini, soprattutto dagli 0 ai 4 anni sono, insieme agli ultrasessantacinquenni, i più
esposti al rischio di incidente domestico, sia perché trascorrono più tempo in casa, sia perché le
acquisizioni motorie in questa fase della vita precedono la capacità di riconoscere ed evitare le
potenziali situazioni a rischio. In Italia muoiono circa 400 persone all’anno per ustioni, oltre il
70% di queste in ambito domestico. In età pediatrica il 16% delle morti in casa sono secondarie a
ustioni, più della metà delle quali relative a bambini fino ai 4 anni di età.
Mortalità
Nel periodo 2006-2008 il tasso di mortalità per ustione nei bambini è inferiore ai 3 decessi
per milione di residenti all’anno. Nel medesimo periodo la proporzione di morti per ustioni sul
totale dei decessi per incidente o violenza è pari all’1,6% nella popolazione generale (tutte le
età). Tale proporzione sale a picchi del 3,5% nei maschi e nelle femmine di età 1-4 anni, del
5,6% nelle femmine di 5-9 anni, del 6,1% in quelle di 10-14 anni e del 9,3% nei maschi di 5-9
anni d’età (Figura 1).
10
9
maschi
8
femmine
7
6
% 5
4
3
2
1,6%
1
0
0-0
1-4
5-9
10-14 15-29 30-49
Classi di età (anni)
50-69 70-120
Figura 1. Mortalità (%) per ustioni (n. 1.117) sul totale della mortalità per incidenti e violenza
(n. 70.491). Italia, 2006-2008 (fonte: ISTAT)
3
Rapporti ISTISAN 15/20
Le Regioni italiane dove secondo i certificati di morte forniti dall’ISTAT si registra
un’elevata mortalità sono, ad esempio, la Lombardia, il Piemonte, il Veneto, la Toscana, la
Campania e la Sicilia.
Ricoveri ospedalieri
Ricoveri per ustione ogni 100.000 residenti
Ogni 100.000 persone residenti in Italia 13,7 sono state ricoverate nell’anno 2009 in
ospedale per ustione. Tale tasso di ricovero ospedaliero è molto più alto nei bambini piccoli,
pari a 34,4 pazienti ogni 100.000 residenti fino a 1 anno d’età, a 46,8 da 1 a 4 anni, a 10,9 da 5 a
9 anni e 8,1 da 10 a 14 anni. Nei bambini, come nel resto della popolazione, il tasso di ricovero
per ustione dei maschi è sistematicamente superiore a quello delle femmine. Ad esempio nella
classe di età 1-4 anni il tasso di ricovero dei maschi è uguale a 56,8 pazienti per 100.000
residenti, rispetto al 36,3 per 100.000 delle femmine (Figura 2).
60,0
56,8
Tasso Maschi
50,0
Tasso Femmine
40,0
37,2
Tasso totale
30,0
20,0
12,4
15,6
16,9
16,7
19,8
10,8
10,0
0,0
0
1-4
5-9
10-14
15-29
30-49
50-69
≥70
Classi età (anni)
Fonte: Ministero della Salute – Schede di Dimissione Ospedaliera
Figura 2. Tassi (x 100.000 residenti) di ricovero ospedaliero per ustioni per sesso e classe d’età.
Italia, 2009
In termini di frequenza nel periodo 2005-2009 le ustioni in età pediatrica (circa 2.000 casi
all’anno) rappresentano circa il 22% di tutti i ricoveri ospedalieri per ustione (circa 9.000
casi/anno). Tra i bambini ricoverati per tale causa, il 72% ha un’età inferiore ai 5 anni. Laddove
l’ambiente di accadimento dell’incidente sia indicato nelle schede di ricovero, nei bambini sotto
ai dieci anni d’età oltre il 70% delle ustioni è avvenuto in casa. Le ustioni in ambiente
domestico che hanno comportato ricovero in oltre l’80% dei casi sono relative a bambini di età
inferiore ai 5 anni.
Per quanto riguarda la gravità delle ustioni si è fatto riferimento alla Abbreviated Injury
Scale (AIS), una scala che descrive la lesione in termini di sede anatomica, natura specifica e
gravità relativa:
4
Rapporti ISTISAN 15/20
Le ustioni considerate “gravi” ai fini della scala AIS (≥3) sono:
‒ negli adulti
- ustione ≥ 2° grado su faccia, testa, collo, mani, genitali
- ustione chimica occhio e suoi annessi
- ustione ≥ 3° grado NAS tronco, parete toracica, parete addominale, dorso (natiche,
reg. interscapolare)
- ustione ≥ 3° grado profondo arti superiori e inferiori
- ustione ≥3° grado NAS (Non Altrimenti Specificato) sedi multiple
- ustione estesa ≥ 20% superficie corporea totale
‒ nei bambini
- ustione ≥ 2° grado tronco, parete toracica, parete addominale, dorso (natiche, reg.
interscapolare)
- ustione ≥ 2° grado arti superiori e inferiori
- ustione ≥ 2° grado sedi multiple
- ustione estesa ≥ 10% superficie corporea totale
Si noti, inoltre, che il 45% del complesso dei ricoveri per ustione è dovuto a ustioni estese
almeno di terzo grado o a tutto spessore. Mentre nel complesso delle età di ricovero la
condizione dell’ustionato è valutabile come grave (Abbreviated Injury Scale ≥ 3) nel 62% dei
pazienti ricoverati, nei bambini da 0 a 4 anni la quota dei casi gravi sale al 79% (Tabella 1).
Tabella 1. Ricoveri ospedalieri da ustioni (n. e %) per gravità e classe d’età. Italia, 2005-2009
Classe di età
(anni)
Ustioni (n.)
Ustioni (%)
non grave
grave
totale
non grave
grave
totale
0-4
5-9
10-14
15-19
20-29
30-39
40-49
50-59
60-69
70-79
80+
1759
991
746
897
2202
2746
2644
2247
1960
2039
1597
6556
825
789
1264
3345
4232
4286
3703
3050
2778
1954
8315
1816
1535
2161
5547
6978
6930
5950
5010
4817
3551
21,2
54,6
48,6
41,5
39,7
39,4
38,2
37,8
39,1
42,3
45,0
78,8
45,4
51,4
58,5
60,3
60,6
61,8
62,2
60,9
57,7
55,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Totale
19828
32782
52610
37,7
62,3
100,0
Fonte: Elaborazione Istituto Superiore di sanità su dati Schede di Dimissione Ospedaliera Ministero della Salute
Le Regioni in cui si sono registrati il maggior numero di ricoveri per ustione in età pediatrica
nel periodo 2005-2009 sono nell’ordine: Campania (13,3%), Sicilia (12,9%), Lombardia
(11,7%), Lazio (9,3), Toscana (9,1%), Veneto (7,7%), Puglia (6,2%), Piemonte (5,4%), Calabria
(5,1%), Emilia-Romagna (5,0%). Insieme queste 10 Regioni rappresentano oltre l’85% dei
ricoveri ospedalieri per ustione pediatrica in Italia (Figura 3).
I tassi (medi) età-specifici annuali di ricovero ospedaliero per ustione pediatrica ogni
100.000 residenti nel periodo sono rispettivamente per Regione: Toscana 39,5; Calabria 33,1;
Sicilia 31,4; Campania 26,0; Lazio 23,6; Veneto 22,5; Piemonte 19,4; Puglia 19,2; EmiliaRomagna 18,0; Lombardia 17,2 (Tabella 2).
5
Rapporti ISTISAN 15/20
Sardegna
Sicilia
Calabria
Basilicata
Puglia
Campania
Molise
Abruzzo
Lazio
Marche
Umbria
10-14 anni
Toscana
5-9 anni
Emilia Romagna
1-4 anni
Liguria
0 anni
Friuli-Venezia Giulia
Veneto
Trentino-Alto Adige
Lombardia
Valle d'Aosta
Piemonte
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1000
Fonte: Ministero della Salute – Schede di Dimissione Ospedaliera
Figura 3. Ricoveri ospedalieri (n.) per ustione per Regione. Italia, 2005-2009
Tabella 2. Ricoveri ospedalieri per ustione (n., %) e tassi per 100.000 abitanti. Italia, 2005-2009
Regione
Toscana
Calabria
Sicilia
Campania
Lazio
Veneto
Piemonte
Puglia
Emilia Romagna
Lombardia
Totale
Ricoveri
Popolazione
n.
%
1.057
596
1.504
1.556
1.080
901
634
726
578
1.360
9.992
9,1
5,1
12,9
13,3
9,3
7,7
5,4
6,2
5,0
11,7
85,7
445.697
299.697
798.930
999.259
762.973
667.242
544.551
630.471
533.890
1.314.449
Fonte: Ministero della salute – Schede di Dimissione Ospedaliera
6
Tasso x 100.000 residenti
39,5
33,1
31,4
26,0
23,6
22,5
19,4
19,2
18,0
17,2
Rapporti ISTISAN 15/20
Riguardo ai dati di morbosità, l’analisi della casistica corrente di ricovero ospedaliero
(Schede di Dimissione Ospedaliera, SDO) del periodo 2005-2009 ha orientato la scelta della
casistica di Pronto Soccorso (PS) da prendere in considerazione. Infatti, dai dati SDO
disponibili risulta che il 71% dei ricoveri per ustione in età pediatrica (0-14 anni) riguarda
bambini di età non superiore ai 4 anni, se consideriamo gli ustionati fino a 9 anni d’età, tale
quota sale al 86%. Laddove la tipologia generale d’incidente è indicata nelle SDO, fino ai 14
anni d’età l’ustione in oltre il 90% dei casi è avvenuta in incidente domestico o del tempo
libero, essendo l’ambiente domestico largamente prevalente (Figura 4).
80,0
Incidente domestico
69,4
70,0
Incidente stradale
Violenza altrui
60,0
Altro
54,9
50,0
50,0
40,0
34,2
30,4
30,0
29,1
25,0
11,8
10,0
17,3
17,5
20,0
10,3
12,5
10,8
12,5
8,0
6,3
0,0
0 anni Fonte: Ministero della
1-4 anni
5-9 anniOspedaliera
Salute – Schede di Dimissione
10-14 anni
Figura 4.Ricoveri ospedalieri (%) per ustione per classe d’età per tipo incidente o violenza.
Italia, 2005-2009
Per questo motivo sono state prese in considerazione le casistiche di PS del Sistema
SINIACA (Sistema Informativo Nazionale sugli Infortuni in Ambienti di Civile Abitazione)
dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
Bibliografia
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Kuratorium
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2. Istituto Nazionale di Statistica. Cause di morte. Anno 2009. Roma: ISTAT; 2009.
7
Rapporti ISTISAN 15/20
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Rapporto del Sistema Informativo Nazionale sugli Infortuni in Ambienti di Civile Abitazione
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Sanità; 2010. (Rapporti ISTISAN 10/38).
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Ministero della Salute; 2009. Disponibile all’indirizzo: http://www.salute.gov.it/portale/temi/
p2_6.jsp?lingua=italiano&id=1284&area=ricoveriOspedalieri&menu=vuoto; ultima consultazione
02/02/15.
6. Ministero della Salute – Dipartimento della Qualità. Rapporto annuale sull’attività di ricovero
ospedaliero – Dati SDO 2008. Roma: Ministero della Salute; 2009. Disponibile all’indirizzo:
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1253_allegato.pdf;
ultima
consultazione
02/02/15.
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a proposal for a new protocol. Annals of the MBC 1988;1:29-33.
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Annals of the MBC 1988;1:35-7.
10. Amico M, Caputo G, Geraci V, Ferrara MM. 10 years of bums in children: a statistical study with a
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11. Ferrara MM, Masellis M, Amico M, Caputo G, Geraci V, Sferruzza G. La prevenzione delle ustioni
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12. Ferrrara MM, Masellis M, Conte F. Prevenzione delle ustioni elettriche nella vita quotidiana.
[videotape]. Palermo: Mediterranean Burns Club; 1988.
13. Ferrara MM, Masellis M, Conte F. Difendiamoci dagli incendi. [videotape]. Palermo: Mediterranean
Burns Club; 1988.
14. Masellis M, Ferrara MM, Gunn SWA. Immediate assistance and first aid on the spot in fire disaster education of the public and self-sufficiency training. Annals of the MBC 1992;5:200-6.
8
Rapporti ISTISAN 15/20
CARATTERISTICHE DEGLI INCIDENTI DA USTIONE
IN ETÀ PEDIATRICA RILEVATI IN PRONTO SOCCORSO
IN ITALIA (SINIACA, 2005-2009)
Sabina Cedri, Antonella Crenca, Cinzia Cedri
Dipartimento di Ambiente e connessa Prevenzione Primaria, Istituto Superiore di Sanità, Roma
Accessi al Pronto Soccorso
Al sistema di sorveglianza SINIACA (Sistema Informativo Nazionale sugli Infortuni in
Ambienti di Civile Abitazione) hanno partecipato nel periodo 2005-2009 circa 40 centri di
Pronto Soccorso (PS) ospedaliero distribuiti lungo il territorio nazionale (Figura 1).
Trento
Aosta
S. Daniele del Friuli
Pieve di Soligo
Dolo-Mirano
Thiene-Schio
Lodi
Rovigo
Fidenza
Chiavari
Forlì
Genova
Forlimpopoli
Santa Sofia
Pontremoli
Fivizzano
Carrara
Massa
Pesaro
Senigallia
Osimo
Spoleto
Camerino
Pescara
Chieti
L’Aquila
Teramo
Isernia
Agnone
Termoli
Larino
Campobasso
Nuoro
Centri di PS ospedaliero
8 Centri di PS ospedaliero
Figura 1. Centri di PS SINIACA. Italia, 2005-2009
9
Barletta
Rapporti ISTISAN 15/20
Ad esempio nel 2007 hanno partecipato 22 centri di PS, con un bacino d’utenza complessivo
pari al 3,6% della popolazione italiana distribuito per sesso ed età in modo strettamente
concordante con tale popolazione (maschi: tau di Kendall = 0,9295 p<0,0000; femmine: tau di
Kendal = 0,8408 p<0,0000) (Figura 2).
MASCHI
18
M campione
M Italia
16
14
12
tau Kendall = 0,9295 p<0,0000
10
%
8
6
4
2
0
0-0
1-4
5-9
10-14 15-19 20-29 30-39 40-49 50-59 60-69
Classi di età (anni)
70 +
FEMMINE
12
F campione
F Italia
10
8
%
6
tau Kendall = 0,8408 p<0,0000
4
2
0
0-0
1-4
5-9
10-14
15-19
20-29
30-39
40-49
50-59
60-69
Classi di età (anni)
Figura 2. Concordanza per età e genere del bacino di utenza dei Centri PS
tra campione SINIACA e popolazione. Italia, 2007
10
70 +
Rapporti ISTISAN 15/20
Il SINIACA ha rilevato nel proprio campione di sorveglianza ospedaliera per gli anni 20052009 che su oltre 110.000 pazienti acceduti al PS per incidente domestico, 2.807 lo erano a
seguito di ustione (il 2,6%) (Figura 3).
5,0
Maschi
4,5
Femmine
4,0
3,5
3,0
% 2,5
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
0
1-4
5-9
10-14 15-19 20-29 30-39 40-49 50-59 60-69 70-79
≥ 80
Classi di età (anni)
Figura 3. Accessi (%) in PS da ustioni (n. 2.807) sul totale accessi
per incidenti domestici (n. 110.064). SINIACA; Italia, 2005-2009
Proiettati alla popolazione italiana 41.100 casi di accesso in PS per ustione riportata in casa
ogni anno. Le ustioni in età pediatrica (0-14 anni) rappresentano il 26% di tutti gli accessi in PS
per ustione nel campione SINIACA e, tra i bambini osservati in PS per tale causa, il 74% ha
un’età inferiore ai 5 anni (Figura 4).
>14 anni
26%
0-14 anni
74%
Figura 4. Accessi per ustione (%) al PS per gruppi di età. SINIACA; Italia, 2005-2009
11
Rapporti ISTISAN 15/20
Nello specifico, i casi di ustione in età pediatrica osservati in PS riguardano bambini inferiori
all’anno d’età nel 12% dei casi, da 1 a 4 anni nel 61%, da 5 a 9 anni nel 15% e da 10 a 14 anni
nel 12% della casistica pediatrica. Gli accessi in PS per ustione in età pediatrica nel 58% dei
casi sono relativi a maschi (Figura 5).
Femmine; 42%
Maschi; 58%
Figura5. Accessi (%) per ustione al PS in età pediatrica (0-14 anni).
SINIACA; Italia, 2005-2009
Gravità degli incidenti
Rispetto alla gravità degli eventi al triage oltre il 20% di tutti i casi di ustione (per tutte le età)
con codice giallo (mediamente critico) e oltre il 30% di quelli con codice rosso (pericolo di vita
immediato), riguarda bambini nella fascia di età 1-4 anni. Rispettivamente il 24% dei bambini
sotto l’anno d’età e il 21% di quelli da 1 a 4 anni erano almeno in codice giallo contro il 12% ad
esempio delle donne in età lavorativa e il 14% dei bambini di 10 a 14 anni d’età (Figura 6).
35
bianco
verde
giallo
30
25
rosso
% 20
15
10
5
0
0
1-4
5-9
10-14 15-19 20-29 30-39 40-49 50-59 60-69 70-79
Classi d’età (anni)
Figura 6. Accessi (%) per ustione al PS per età e triage.
SINIACA; Italia, 2005-2009
12
≥80
Rapporti ISTISAN 15/20
Le ustioni sono inoltre tra le cause che comportano le maggiori quote di ricovero ospedaliero
in età pediatrica per incidente domestico: 11 ricoveri ogni 100 accessi in PS per le ustioni in età
pediatrica verso i 7 ricoveri in media ogni 100 accessi per tutte le età e i tipi d’incidente
domestico.
Ambiente di accadimento
Con riferimento all’ambiente di accadimento il 77% per cento delle ustioni pediatriche sono
avvenute in cucina, il 5% in bagno e il resto in altri locali interni e nelle pertinenze esterne della
casa (Figura 7).
scale, ballatoi
(interni, esterni)
1%
camera da letto
4%
bagno soggiorno,
8%
sala da pranzo
5%
altri locali
interni alla casa
5%
cucina
77%
Figura 7. Accessi per ustioni (%) al PS per ambiente domestico in età pediatrica (0-14).
SINIACA; Italia, 2005-2009
L’attività svolta dal bambino al momento dell’incidente era nel 29% dei casi un’attività di
vita quotidiana quale mangiare, bere, etc., nel 20% dei casi il bambino giocava, il 7% delle volte
il caregiver (genitore, parente, collaboratore domestico, etc.) svolgeva attività di lavoro
domestico (preparazione del cibo, pulizie, ecc.), nel 3% dei casi si era dediti ad attività di igiene
personale del bimbo (Tabella 1).
Tabella 1. Accessi per ustioni (%) al PS per attività domestica in età pediatrica (0-14 anni).
SINIACA; Italia 2005-2009
Attività
%
Lavori domestici
Fai-da-te
Gioco
Camminare
Igiene personale
Attività vita quotidiana (mangiare,bere, ecc.)
Altre attività
Non nota
Totale
7
1,6
19,7
3,1
3,4
29
18
18
100
13
Rapporti ISTISAN 15/20
Distretti corporei colpiti
I distretti corporei più frequentemente colpiti dalle ustioni in età pediatrica sono stati: arti
superiori (40% dei pazienti), volto (17%), arti inferiori (16%) (Figura 8).
area toracica; 1%
addome/bacino; 4%
torace; 7%
collo; 1%
arti superiori; 40%
volto; 17%
testa; 3%
non noto; 3%
altro; 8%
arti inferiori
16%
Figura 8. Principale distretto corporeo (%) interessato dall’ustione in età pediatrica (0-14).
SINIACA; Italia, 2005-2009
Prodotti coinvolti
Per gli anni 2007 e 2009 sono stati codificati anche gli oggetti e le sostanze coinvolte in
incidente domestico. Tra i bambini si è trattato prevalentemente di: acqua bollente 25% (di cui
4% da rubinetto), alimenti o bevande calde 18%, altri liquidi caldi in cucina 13%, oggetto
rovente 11% (forno, fornello, piano di cottura, ferro da stiro), apparecchio per il riscaldamento
5%, olio o grasso bollente da cucina 4%, fiamme libere 4% (Figura 9).
Complessivamente si è rilevato che le ustioni, specie nella classe di età che va dai 0 a 4 anni,
sono causate nella maggioranza dei casi per contatto accidentale con acqua bollente e bevande
calde, liquide e solide o con superfici termiche. Non si segnalano particolari differenze tra
femmine e maschi sia per quanto riguarda la dinamica che per i prodotti coinvolti.
Per quanto riguarda i prodotti coinvolti tra le sostanze liquide bisogna distinguere quelle
generiche come le bevande calde: acqua, tè, camomilla, latte, caffè, brodo, liquido caldo non
specificato; e quelle semi-solide come il cibo bollente: zuppa, besciamella, minestrina, pappa,
pastina, riso, pizza, formaggio fuso, riso, pollo. La gran parte dei casi è dovuta alle sostanze
liquide (il 77,3% di questo tipo di sostanze).
Al secondo posto in generale per quanto riguarda i prodotti coinvolti, troviamo le superfici
termiche. I prodotti coinvolti in termini di frequenze riguardano principalmente il ferro da stiro,
la stufa e il forno/fornelli. Gli altri casi riguardano il contatto con piastra, griglia, pentole e
tegami, vetro (del forno, camino, stufa) e utensili roventi da cucina o da barbecue come palette,
pinze.
14
Rapporti ISTISAN 15/20
Altro
2,4
Tostapane elettrico
0,4
Attrezzatura per la cura della persona
1
Attrezzatura domestica
1
Elementi o apparecchiature per l'illuminazione
1
Vapori o gas caldi
1
Sostanze esplosive o infiammabili
1
Veicoli a motore*
1,4
Sostanze detergenti o caustiche
1,4
Pentola, tegame o altri utensili per la cucina
3
Fiamme libere**
3,8
Olio o grasso bollente da cucina
4,3
Acqua calda rubinetto
4,3
Oggetto o sostanza calda
5,2
Apparecchiature per riscaldamento o areazione
5,2
Ferro da stiro
5,2
Forno, fornello, piano cottura
5,7
Liquido caldo cucina
13,4
Alimenti o bevande
18
Acqua bollente
21
0
5
10
15
20
%
25
* motocicletta, ciclomotore, motorino, vespa, motore del veicolo
** accendino, fiammiferi, camino, sigaretta, sigaro, pipa, barbecue, grill per esterno, forno in muratura
per esterno, altro specificato fuoco o fiamma
Figura 9. Prodotti (%) causa dell’ustione in età pediatrica (0-14).
SINIACA; Italia, 2007 e 2009
I prodotti coinvolti sono legati principalmente all’attività domestica di preparazione del cibo.
I casi riguardano ancora una volta l’ustione causata dall’acqua bollente sia per contatto diretto,
sia indiretto, nel classico esempio il caso in cui la madre scola la pasta e rovescia
accidentalmente l’acqua bollente sul bambino. Molti casi, sempre in quest’ambito, riguardano
l’ustione da caffè.
Per le sostanze liquide semisolide, l’ustione è solitamente causata dal cibo (sugo, minestra,
brodo, riso, ecc.). Sono, infatti, la madre e/o il padre a preparare il pasto per il bambino e
l’ustione, nella dinamica dell’incidente, avviene per mancata vigilanza e/o distrazione da parte
del genitore, oppure per un gesto incauto del bambino/a.
15
Rapporti ISTISAN 15/20
Conclusioni
In conclusione, si tratta di una tipologia d’infortunio di rilevante gravità sia per le
implicazioni fisiche e psicologiche che l’ustione comporta nei soggetti in età pediatrica, sia
perché, all’interno della fascia 0-14 anni, le ustioni, anche gravi, riguardano in larga parte i
bambini in tenera età (0-4 anni) per i quali costituiscono una delle principali cause di mortalità e
morbosità.
Le ustioni impattano sui bambini anche dal punto di vista sociale e c’è, inoltre, da
considerare che l’ustione grave è una patologia complessa che richiede competenze specifiche e
il ricovero presso Centri Ustioni opportunamente attrezzati. Si può stimare un costo diretto di
assistenza sanitaria a carico del Servizio Sanitario Nazionale di almeno 15 milioni di euro
all’anno per le sole ustioni in età pediatrica.
16
Rapporti ISTISAN 15/20
ANALISI QUALITATIVA DEI REFERTI DI PRONTO
SOCCORSO DEGLI INCIDENTI DA USTIONE IN ETÀ
PEDIATRICA IN ITALIA (SINIACA, 2005-2009)
Eloïse Longo
Dipartimento di Ambiente e connessa Prevenzione Primaria, Istituto Superiore di Sanità, Roma
Premessa
Lo sviluppo di azioni mirate di prevenzione degli incidenti domestici in età pediatrica è
strettamente connesso alle evidenze epidemiologiche e alle conoscenze acquisite in campo
sociale relativamente all’ambiente domestico e ai comportamenti, atteggiamenti culturalmente
appresi.
La letteratura socio-antropologica ha da tempo messo in luce il significato dell’ambiente e,
in particolare, quello domestico, quale spazio di vita rispetto al quale va inquadrata la
problematica individuo-ambiente-società. Il rapporto tra individuo e ambiente domestico va,
dunque, visto in un’ottica bidirezionale: l’ambiente che influenza l’individuo e l’individuo che
agisce sull’ambiente. Secondo una prospettiva prettamente antropologica, infatti, è di
fondamentale importanza studiare le attribuzioni di senso e le differenti funzioni simboliche che
l’ambiente svolge per gli individui che in esso vivono e agiscono. L’attenzione è diretta alla
percezione quale punto di incontro tra il sistema culturale di riferimento del soggetto e la sua
esperienza. Nella prospettiva per cui ciò che “sentiamo”, conosciamo e valutiamo è per buona
parte “plasmato” dal sistema socio-culturale, il fenomeno “incidenti domestici” e i rischi
conseguenti assumono una valenza particolare. L’attenzione ai comportamenti individuali, ai
pericoli insiti all’interno dello spazio domestico (quali, ad esempio, per i bambini, le ustioni
causate da acqua e/o bevande bollenti, pentole, bollitori; l’ingestione di alcuni farmaci, l’uso di
elettrodomestici, ecc.), impongono una visione olistica del fenomeno e, in generale, della
sicurezza degli ambienti domestici. È in base alla valutazione dei rischi dell’ambiente casa che
si ha una diversificazione dei comportamenti protettivi. Negare e/o minimizzare tali rischi è
controproducente. Al riguardo un’area interessante d’indagine è quella che studia la diversa
strutturazione dello spazio domestico in funzione del comportamento individuale. Capire la
diversa utilizzazione degli spazi domestici può fornire indicazioni utili ai fini della prevenzione.
È con riferimento, quindi, al concetto di cultura antropologicamente inteso che si può impostare
un discorso sull’ambiente domestico quale spazio fisico che non è solo l’elemento di sostegno
delle attività umane, ma è anche il risultato delle stesse e l’obiettivo di alcune scelte politiche,
sociali, economiche e, soprattutto, sanitarie.
Metodi
Alla luce di questo scenario si è ritenuto utile analizzare le risposte aperte dei referti degli
accessi al Pronto Soccorso (PS) del SINIACA (Sistema Informativo Nazionale sugli Infortuni in
Ambienti di Civile Abitazione) per gli anni 2005-2009. Sono state analizzate singolarmente le
descrizioni aperte (dall’anamnesi o dalla patologia prossima delle schede di accettazione di PS)
17
Rapporti ISTISAN 15/20
sul campione complessivo di 738 casi di ustione in età pediatrica suddivisi secondo 4 classi di
età: 1) ≤ 1 anno; 2) 1-4 anni; 3) 5-9; anni; 4) 10-14 anni.
Complessivamente si è rilevato che le ustioni, specie nella classe di età che va dai 0 a 4 anni,
sono causate nella maggioranza dei casi per contatto accidentale con bevande calde, liquide e
solide o con superfici termiche. Non si segnalano particolari differenze tra femmine e maschi sia
per quanto riguarda la dinamica che per i prodotti coinvolti.
Il campione per questa classe di età è più vasto rispetto alle altre classi di età e da solo
raccoglie la maggioranza dei casi, in valori assoluti 453 sul totale del campione ustioni 738, pari
al 61,4% dei casi).
Per quanto riguarda i prodotti coinvolti tra le sostanze liquide bisogna distinguere quelle
generiche come le bevande calde: acqua, tè, camomilla, latte, caffè, brodo, liquido caldo non
specificato; e quelle semi-solide come il cibo bollente: zuppa, besciamella, minestrina, pappa,
pastina, riso, pizza, formaggio fuso, riso, pollo.
Le ustioni, dunque, causate da sostanze calde sia liquide, sia semi-solide contano in valori
assoluti 150 casi, pari al 33,1% di tutti i casi. Tuttavia, la gran parte dei casi è dovuta alle
sostanze liquide (116 casi, pari al 77,3% di questo tipo di sostanze), mentre le sostanze semisolide contano 34 casi. Al secondo posto in generale per quanto riguarda i prodotti coinvolti,
troviamo le superfici termiche, che da sole contano 101 casi, pari al 22,3% di tutti i casi. I
prodotti coinvolti in termini di frequenze riguardano principalmente il ferro da stiro (28 casi), la
stufa (20 casi) e il forno/fornelli (13 casi). Gli altri 40 casi riguardano il contatto con piastra,
griglia, pentole e tegami, vetro (del forno, camino, stufa) e utensili roventi da cucina o da
barbecue come palette, pinze.
Questi prodotti e la descrizione delle modalità di accadimento dell’incidente hanno permesso
di caratterizzare la dinamica del medesimo, nonché i prodotti coinvolti, una base informativa
importante per fornire indicazioni di carattere preventivo.
I prodotti coinvolti sono legati principalmente all’attività domestica di preparazione del cibo.
I casi riguardano ancora una volta l’ustione causata dall’acqua bollente sia per contatto diretto,
sia indiretto, nel classico esempio il caso in cui la madre scola la pasta e rovescia
accidentalmente l’acqua bollente sul bambino. Molti casi, sempre in quest’ambito, riguardano
l’ustione da caffè.
Per le sostanze liquide semisolide, l’ustione è solitamente causata dal cibo (sugo, minestra,
brodo, riso, ecc.). Sono, infatti, la madre e/o il padre a preparare il pasto per il bambino e
l’ustione, nella dinamica dell’incidente, avviene per mancata vigilanza e/o distrazione da parte
del genitore, oppure per un gesto incauto del bambino/a.
Le aree corporee interessate riguardano generalmente gli arti superiori (mano, braccio) e
quelli inferiori (gamba, piede), raramente il torace.
Per ciascuna classe di età sono state, inoltre, riportate a titolo esemplificativo le descrizioni
dei casi più frequenti distinti per sesso e classe di età.
Risultati
Di seguito vengono presentati i principali risultati acquisiti distinti per le quattro classi di età
considerate. A titolo esemplificativo in allegato al capitolo si riportano le schede riepilogative
dei principali elementi caratterizzanti ogni classe di età presa in considerazione.
18
Rapporti ISTISAN 15/20
Classe di età ≤ 1 anno
Nei bambini di questa classe di età le ustioni sono causate nella maggioranza dei casi per
contatto accidentale con bevande calde e sostanze calde, liquide e semi-solide (in valori assoluti
35 casi su 86 pari allo 40,7%) o con superfici termiche (in valori assoluti 21 casi su un totale di
86 pari al 24,4%). Non si segnalano particolari differenze tra femmine e maschi sia per quanto
riguarda la dinamica che per i prodotto coinvolti.
Per quanto riguarda i prodotti coinvolti tra le sostanze liquide bisogna distinguere quelle
generiche come le bevande calde: acqua, tè, camomilla, latte, caffè, brodo, liquido caldo non
specificato; e quelle semi-solide come il cibo bollente: zuppa, besciamella, minestrina, pappa,
pastina, riso, pizza, formaggio fuso, riso, pollo. Questi prodotti e la descrizione della dinamica
sono legati all’attività domestica di preparazione del cibo. È, infatti, la madre e/o il padre che
preparano il pasto per il bambino e l’ustione nella dinamica dell’incidente avviene per mancata,
vigilanza e/o distrazione da parte del genitore, oppure per un gesto incauto del bambino/a. Due
casi riguardano, invece, l’ustione causata dal bagnetto bollente.
Le superfici corporee interessate riguardano generalmente gli arti superiori (mano, braccio) e
quelli inferiori (gamba, piede) e raramente al torace.
A titolo esemplificativo si riportano alcune descrizioni dell’evento da parte dell’operatore del
PS (tra parentesi il genere del bambino ustionato):
«Mentre la mamma gli dava da mangiare gli cadeva accidentalmente la pentola della pappa
bollente sulla mano» (maschio).
«Accidentalmente ustionava il bambino mentre scolava la pasta» (maschio).
«La bimba si infortunava accidentalmente in casa con il tè caldo» (maschio).
«Si ustionava con acqua bollente del biberon» (femmina).
«Si ustionava accidentalmente con il formaggio fuso della pizza» (femmina).
Per quanto riguarda le superfici termiche i prodotti coinvolti sono: stufa, forno, fornello,
ferro da stiro, piastra, vetro e/o sportello (camino, forno, generico), tostapane, coperchio
tegame, pentola, tazza, lampada, piastra per capelli, phon lampada, pinza griglia.
Anche qui gli arti interessati sono principalmente quelli superiori (braccio, mano) e inferiori
(gamba, piede).
Trattandosi di bambini che non hanno ancora raggiunto l’anno di età la cui mobilità è
abbastanza statica, dalla descrizione si evince anche qui una responsabilità dei genitori e/o un
atteggiamento imprevisto del bambino/a.
Le descrizioni aperte sono:
«Alle 18.45 di oggi appoggiava entrambe le mani sulla stufa calda» (maschio).
«Si infortunava appoggiando la mano sul vetro del forno caldo» (maschio).
«Oggi al proprio domicilio si ustionava toccando il vetro del camino» (femmina).
«Si ustionava con il ferro da stiro imparando a camminare» (femmina).
Tra le sostanze gassose bisogna distinguere quelle di origine liquida (dove i prodotti
coinvolti sono vapore nella forma di vapore sterilizzatore, ferro da stiro, acqueo) e quelle di
origine solida (ghiaccio). In questa classe di età si registra un solo caso.
A conclusione si segnala un’altra categoria di ustioni derivanti da sostanze caustiche
(candeggina, detergenti liquidi o solidi, soda caustica, alcol, profumo, deodorante per ambienti o
per l’igiene personale, permanganato di potassio, smalto unghie, detergenti per forno o vetro,
ipoclorito di sodio, sgrassatori generici, citronella, benzina) e farmaci (Otalgan) che per questa
classe di età interessa fortunatamente solo 3 casi, ma che tende a crescere con l’aumentare
dell’età a partire dalla classe 1-4 anni.
19
Rapporti ISTISAN 15/20
I prodotti coinvolti per questi casi riguardano: deodorante spray, farmaci (Otalgan) e
profumo.
Le superfici corporee interessate riguardano principalmente il viso e, in particolare, l’occhio.
La descrizione dell’evento accidentale per questa classe di età rivela un’inequivocabile
responsabilità del genitore. La mancata vigilanza e/o sottovalutazione del rischio in cui può
incorrere il bambino è causa dell’evento stesso e questo nel 70% dei casi.
Per questa classe di età si riportano alcuni casi emblematici che potrebbero costituire utile
materiale informativo per la prevenzione:
«Si ustionava appoggiando il piede su un pollo caldo» (maschio).
«Si ustionava accidentalmente con la ceretta» (femmina).
«Si ustionava con il vapore dello sterilizzatore del biberon» (femmina).
I casi di cui sopra potrebbero rientrare nella categoria di eventi definibili come “Strano, ma
vero!”. Ciò che può sembrare paradossale o impossibile come evento accidentale, in realtà ha
delle gravi conseguenze per cui ci si può ustionare con del vapore acqueo, con un deodorante,
venendo a contatto con bevande calde liquide o semi-solide, toccando un pollo, ecc.
Di seguito si riportano le descrizioni aperte dei casi più comunemente osservabili:
«La paziente veniva a contatto con gli occhi con un deodorante» (femmina).
«Erronea somministrazione Otalgan nell’occhio» (femmina).
«Si ustionava con acqua bollente del biberon» (femmina).
«Il bimbo si ustionava con del tè caldo» (maschio).
«Si ustionava con dell’acqua calda mentre veniva lavata dalla mamma» (femmina).
«Si ustionava il piede destro con acqua bollente» (maschio).
Le superfici termiche comunemente usate nell’ambiente domestico (es. ferro da stiro e
macchina del caffè) devono essere lontane dalla portata dei bambini come si può vedere nelle
descrizioni della dinamica dell’evento di seguito riportate:
«Caduta in casa appoggiando i piedi contro ferro da stiro» (femmina).
«La paziente si ustionava toccando la macchina per il caffè» (femmina).
I pasti rappresentano un momento importante nella vita di un bambino/a non soltanto dal
punto di vista nutrizionale, ma anche dal punto di vista ludico. Il bambino a questa età gioca e
manipola la pappa. È compito dei genitori controllare la temperatura dei cibi e vigilare affinché
il bambino con gesti improvvisi non si rovesci addosso i pasti.
Le descrizioni aperte della dinamica riportate di seguito evidenziano bene tale realtà:
«Ustionato mentre si accingeva a mangiare una zuppa appena cotta» (maschio).
«Si ustionava con il formaggio fuso della pizza» (maschio).
«Ustionato con pastina» (maschio).
«Si è rovesciata sulla gamba e il piede sinistro la minestra bollente» (femmina).
Classe di età 1-4 anni
In questa classe di età tra i prodotti coinvolti si registrano nuove sotto-categorie: tra le
sostanze gassose, l’aria intesa come vapore acqueo (dello sterilizzatore, del biberon, del ferro da
stiro) o gassoso (fiammata); l’elettricità (presa della corrente). Tra le superfici termiche si
registrano gli oggetti comunemente usati in ambito domestico (pentola, coperchio, tegame,
padella, oppure oggetti da barbecue utilizzati per la preparazione del cibo (paletta, pinza griglia,
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Rapporti ISTISAN 15/20
padella) o i materiali utilizzati per il barbecue (brace del camino). Infine sono coinvolti nelle
ustioni accidentali oggetti comuni come il rubinetto da bidet, la lampada, l’accendino, la
sigaretta, o mezzi da trasporto come la motocicletta (marmitta della moto):
«Si infortunava accidentalmente, saltando sulla brace» (femmina).
«Ustione di I e II grado al palmo della mano destra e sinistra. Ustione di minima entità al
labbro superiore perché poggiava le mani sulla marmitta della moto» (femmina).
«Tre giorni fa si ustionava la mano sinistra afferrando una sigaretta accesa» (femmina).
Per quanto riguarda le sostanze liquide tra le bevande (budino, cioccolata, tisane), tra le
sostanze semi-solide quelle legate alla preparazione del cibo abbiamo: olio, polenta, marmellata,
sugo.
Il campione per questa classe di età è più vasto rispetto alle altre classi di età e da solo
raccoglie la maggioranza dei casi, in valori assoluti 453 sul totale del campione ustioni 738, pari
al 61,4% dei casi).
Complessivamente le ustioni causate da sostanze calde sia liquide che semi-solide contano in
valori assoluti 150 casi pari al 33,1%. Tuttavia la maggioranza dei casi è dovuta alle sostanze
liquide (116 casi pari al 77,3%), mentre le sostanza semi-solide contano 34 casi pari al 2,3%.
I casi riguardano ancora una volta l’ustione causata dall’acqua bollente sia per contatto
diretto che indiretto nel classico esempio caso in cui la madre scola la pasta e si rovesci l’acqua
bollente sul bambino. Molti casi sempre in questo ambito riguardano l’ustione da caffè. Per le
sostanze liquide semisolide, l’ustione è solitamente causata dal cibo (sugo, minestra, brodo, riso,
ecc.).
Le superfici corporee interessate interessano gli arti inferiori e superiori e in alcuni casi
anche il torace. I casi più gravi (due in tutto) riguardano l’ingestione di latte bollente o il
rovesciarsi dell’olio sul volto. In questi casi le superfici corporee coinvolte sono il volto e
l’apparato digerente. Alcuni esempi chiariscono meglio la dinamica dell’incidente e rilevano la
gravità di una mancata sorveglianza che in, alcuni casi, può comportare serie conseguenze come
si può vedere nelle descrizioni aperte sottostanti:
«Si ustionava con acqua bollente che rovesciava da una pentola in cucina» (femmina).
«Verso mezzogiorno si versava della minestra bollente sul volto. Visita presso PS di
Albenga dove ha effettuato visita oculistica, poi presso PS di Pietra Ligure dove è stata
vista dal chirurgo plastico» (femmina).
«Si rovesciava addosso la moka con caffè bollente» (maschio).
«Si ustionava versando la marmellata in un barattolo di vetro» (maschio).
Il cibo che culturalmente e socialmente è un simbolo di affetto e amore si può trasformare in
un potenziale pericolo. I genitori opportunamente informati dovrebbero aumentare il grado di
sorveglianza.
Al secondo posto in generale per quanto riguarda i prodotti coinvolti, troviamo le superfici
termiche che da sole contano 101 casi, pari al 22,3%. I prodotti coinvolti in termini di frequenze
riguardano principalmente il ferro da stiro (28 casi), la stufa (20 casi) e il forno/fornelli (13
casi). Gli altri 40 casi riguardano il contatto con piastra, griglia, pentole e tegami, vetro (del
forno, camino, stufa) e utensili roventi da cucina o da barbecue come palette, pinze.
Le superfici corporee interessate riguardano anche qui gli arti inferiori e superiori.
Raramente, anche perché si tratta dei casi più gravi, il volto.
Alcuni esempi emblematici chiariscono la dinamica dell’incidente:
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Rapporti ISTISAN 15/20
«Stasera la mamma aveva il ferro da stiro sopra il letto e il bambino è caduto sopra con
ustione al volto e alla mano destra» (maschio).
«Camminava sopra un ferro caldo» (maschio).
Questi due esempi possono costituire un quadro tipico e rivelano una disattenzione da parte
del genitore. Solitamente chi stira è la madre, tuttavia, un avvertimento alle madri potrebbe
essere quello di stirare sempre sull’asse da stiro e possibilmente in una stanza diversa da quella
in cui può trovarsi il bambino.
Un monito ai genitori che fumano è quello di fare attenzione a quando si fuma perché il
bambino può essere attratto da questo oggetto.
Rispetto alla classe di età precedente, si registra un aumento delle sostanze caustiche che da
sole registrano 41 casi, pari al 9%. I prodotti coinvolti sono: la candeggina (ipoclorito di sodio),
i detergenti liquidi o solidi, la soda caustica, l’alcool, il profumo, il deodorante per ambienti o
per l’igiene personale, il permanganato di potassio, lo smalto per unghie, i detergenti utilizzati
per la pulizia del forno e dei vetri, gli sgrassatori generici, la citronella e la benzina.
Le superfici corporee interessate per questa categoria riguardano essenzialmente il volto e, in
particolare, gli occhi.
Anche qui i casi emblematici possono rappresentare delle tipologie significative. Si pensi ai
prodotti a base di citronella utilizzati comunemente nel periodo estivo:
«Si spruzzava accidentalmente spray di citronella negli occhi» (femmina).
Gli incidenti, tuttavia, per questa categoria di prodotti sono causati anche da gesti improvvisi
da parte di fratellini e/o sorelline:
«Ieri sera contatto con sgrassante agli occhi (le veniva spruzzato dal fratellino» (femmina).
I genitori dovrebbero tenere lontano dalla portata del bambino prodotti di bellezza.
Solitamente, infatti, si registrano casi il cui il bimbo si spruzza negli occhi il profumo.
Nell’ambito dei prodotti utilizzati per la pulizia della casa, si hanno ustioni causate dal
contatto con saponi e/o liquidi:
«Veniva a contatto questa mattina con detersivo per lavatrice» (femmina).
Particolare attenzione deve essere prestata anche per sostanze da gioco che vengono usate
dai bambini:
«Ieri sera alla 22.30 si rovesciava in testa flacone di sapone per le bolle che le andava negli
occhi e che da allora non ha più aperto» (femmina).
Infine due casi soltanto riguardano la folgorazione dovuta dal contatto con la presa di
corrente. Un indicatore per i genitori affinché si accertino che l’ambiente domestico sia a norma.
Classe di età 5-9 anni
In questa classe di età il campione è decisamente inferiore: 113 casi in tutto. Guardando alla
prevalenza dei prodotti si registrano più casi tra le sostanze liquide e semi-solide (46 casi pari al
70%), con una prevalenza per le bevande liquide (29 casi) rispetto alle semisolide (17 casi).
Le superfici termiche registrano nel totale solo 17 casi, pari al 15%. Per quanto riguarda le
sostanze caustiche vi sono solo 9 casi pari all’8% del totale.
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Da notare la comparsa di un nuovo prodotto: i petardi.
Le superfici corporee interessate riguardano principalmente come per le altre classi di età gli
arti superiori e inferiori.
Due casi emblematici potrebbero rientrare nella categoria degli eventi definibili come
“Strano ma vero!”:
«Questa sera, al proprio domicilio, appoggiava accidentalmente le labbra su una teglia
calda» (femmina).
«Ustione causa esposizione ai raggi solari» (femmina).
Una breve riflessione per quanto riguarda l’esposizione dei bambini ai raggi solari. Le
eccessive esposizioni ai raggi solari, possono provocare eritemi e ustioni di I e II grado e se
ripetute nel tempo causano la comparsa di lesioni cutanee precancerose. E’ di fondamentale
importanza, dunque, prendere alcuni accorgimenti per proteggere la pelle dei bambini dai raggi
ultravioletti utilizzando dei filtri solari ad alta protezione ed evitando le esposizioni nelle ore più
calde (dalle 11 alle 16).
Classe di età 10-14 anni
Per questa classe di età il totale dei casi e di 86 soggetti. Anche qui la maggior parte dei
prodotti coinvolti riguardano le sostanze liquide e semisolide (37 casi pari al 43%). E tra queste
prevalgono le bevande calde (26 casi) rispetto a quelle che implicano la preparazione del cibo
(11 casi).
Per le sostanze termiche si registrano nel complesso 18 casi (pari al 21%). Infine vi sono 10
casi (pari all’11.6%) tra le sostanze caustiche. Da notare anche qui la comparsa di un nuovo
prodotto: i petardi.
Alcuni casi emblematici forniscono utili spunti per il materiale formativo:
«Accidentalmente si infortunava l’occhio sinistro a causa del contatto con schiuma da
carnevale» (maschio).
In questa età il bambino essendo più autonomo e in occasione di festività quali il carnevale
e/o il Natale, ha la possibilità di manipolare o di venire a contatti con prodotti pericolosi per cui
bisogna vigilare e fare attenzione all’acquisto di prodotti non a norma:
«Riferisce di essere stato colpito dalla scintilla di un petardo» (maschio).
Anche una cena in compagnia con un piatto conviviale può rivelarsi pericolosa, così come
degli oggetti di uso comune tra le ragazze, come ad esempio, gli orecchini possono diventare
pericolosi come si evidenzia in questo caso:
«Durante il pranzo con Bourguignonne prendeva fuoco la tovaglia ustionando il ragazzo»
(maschio).
«Accidentalmente veniva colpita agli occhi da un liquido fosforescente che si trovava
dentro un orecchino» (femmina).
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Rapporti ISTISAN 15/20
Conclusioni
L’analisi delle descrizioni aperte ha permesso di caratterizzare in profondità la dinamica
dell’evento e di distinguere i prodotti coinvolti.
Per quanto riguarda la classe di età quella indubbiamente più coinvolta riguarda la fascia 0-4
anni dove ricade la maggioranza delle ustioni (70% circa) e anche quelle più gravi.
Le superfici corporee riguardano prevalentemente gli arti superiori (mano, braccio) e quelli
inferiori (gamba, piede). I prodotti coinvolti sono sia sostanze liquide (acqua, tè, caffè, brodo,
ecc.) che quelle semi-solide tra cui, ad esempio, il cibo bollente (zuppa, minestrina, pastina,
ecc.). Tra le superfici termiche, invece, figurano: il forno, fornello, ferro da stiro, piastra,
coperto tegame ecc.
Trattandosi di bambini molto piccoli la cui mobilità è ridotta, dalla descrizione della
dinamica emerge come la mancata sottovalutazione del rischio e sorveglianza del bambino da
parte del genitore è spesso causa dell’evento accidentale. Ciò significa che bisogna ancora
investire in formazione e campagne di prevenzione per evitare che l’incidente accada.
In una parola, è auspicabile una maggiore sensibilizzazione e diffusione della cultura della
sicurezza per rendere consapevoli tutti gli health operator e i soggetti coinvolti nell’incidente
sia dei rischi insiti nell’ambiente casa che quelli legati a comportamenti specifici (es. la
preparazione del cibo).
La valutazione e percezione del rischio non sono solo una questione di natura psichica, ma
sono soprattutto una questione sociale e culturale. L’ambiente socio-culturale è, infatti, il
prodotto di una determinata cultura e al contempo produttore di cultura secondo un rapporto
circolare alimentato dagli orientamenti che influenzano direttamente la percezione del rischio.
La costruzione di una percezione e conseguentemente corretta valutazione del rischio diventa un
impegno prioritario che attraverso la consapevolezza degli “incidenti” noti, rimanda all’analisi
delle responsabilità e all’individuazione di specifici interventi formativi e preventivi.
I rischi connessi all’innovazione tecnologica rappresentano certamente un valore aggiunto
per la società (si pensi, ad esempio, agli elettrodomestici oggi impiegati nelle usuali attività
domestiche), ma al contempo producono rischi. Si delinea sempre più una società del rischio
che deve imparare a gestire una pluralità di rischi. Al problema della gestione del rischio si
affianca quello più generale di una sensibilità al rischio che interseca una dimensione oggettiva
e una soggettiva. La dimensione oggettiva riguarda le probabilità concrete legate alle modalità
di comportamento dalle quali può scaturire l’evento accidentale; quella soggettiva, invece, fa
riferimento al grado di percezione del rischio da parte del soggetto. A seconda del tipo di
percezione, il soggetto elabora comportamenti che vanno dal più alto grado di prudenza al
massimo di incoscienza intendendo con questo termine un orientamento culturale che tende
sistematicamente a sottovalutare i possibili pericoli. Valga per tutti l’esempio generico riportato
in questa sede di una bambina che si “ustionava con il ferro da stiro mentre imparava a
camminare”.
L’obiettivo è quello di arrivare alla costruzione di comportamenti consapevoli dei rischio e
positivamente orientati verso la cultura della sicurezza.
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Allegato al capitolo
Schede riepilogative sulla casistica delle ustioni dei bambini considerati
CLASSE ETÀ ≤ 1 ANNO (86 casi)
35 casi (41%) ustioni causate dal contatto con sostanze liquide (solide e semi-solide)
21 casi (24%) ustioni causate dal contatto con superfici termiche
30 casi (35%) altre ustioni
Prodotti coinvolti
Sostanze liquide (solide/semi-solide)
si trovano quelle legate alla preparazione del cibo: acqua, tè, camomilla, latte, caffè, brodo,
liquido caldo non specificato, zuppa, besciamella, minestrina, pappa, pastina, riso, pizza,
formaggio fuso, riso, pollo.
Superfici termiche
stufa, forno, fornello, ferro da stiro, piastra, vetro e/o sportello (camino, forno, generico),
tostapane, coperchio tegame, pentola, tazza, lampada, piastra per capelli.
Superfici corporee interessate
arti superiori (mano, braccio); inferiori (gamba, piede); raramente al torace.
Esempi casi frequenti
“Mentre la mamma gli dava da mangiare gli cadeva accidentalmente la pentola della pappa bollente
sulla mano” (M)
“Accidentalmente ustionava il bambino mentre scolava la pasta” (M)
“Si infortunava appoggiando la mano sul vetro del forno caldo” (M)
“Si ustionava con il ferro da stiro imparando a camminare” (F)
Casi emblematici «STRANO, MA VERO!»
“Si ustionava appoggiando il piede su un pollo caldo” (M)
“Si ustionava con il vapore dello sterilizzatore del biberon” (M)
CLASSE ETÀ 1-4 ANNI (453 casi)
150 casi (33%) ustioni causate da contatto con sostanze liquide (solide/semi-solide)
101 casi (22%) ustioni causate da contatto con superfici termiche
41 casi (9%) ustioni causate da contatto con sostanze caustiche
161 casi (36%) altre ustioni
Prodotti coinvolti
Sostanze liquide (solide/semi-solide)
budino, cioccolata, tisane, olio, polenta, marmellata sugo, minestra, brodo, sugo (oltre a quelle già
menzionate)
Superfici termiche
pentola, coperchio, tegame, padella, oggetti da barbecue paletta, pinza griglia, padella: oggetti
comuni come il rubinetto da bidet, la lampada, l’accendino, la sigaretta, o mezzi da trasporto
come la motocicletta (marmitta della moto).
Sostanze caustiche
candeggina, detergenti liquidi o solidi, soda caustica, alcool, profumo, deodorante per ambienti o
per l’igiene personale, permanganato di potassio, smalto per unghie, detergenti utilizzati per la
pulizia del forno e dei vetri, ipoclorito di sodio, sgrassatori generici, la citronella e la benzina.
Superfici corporee interessate
arti inferiori e superiori, torace, volto (occhi).
Esempi casi frequenti
“Si ustionava con acqua bollente che rovesciava da una pentola in cucina” (F)
“Si ustionava versando la marmellata in un barattolo di vetro” (M)
Casi emblematici «STRANO, MA VERO!»
“Si infortunava accidentalmente, saltando sulla brace” (F)
“Tre giorni fa si ustionava la mano sinistra afferrando una sigaretta accesa” (F)
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Rapporti ISTISAN 15/20
CLASSE ETÀ 5-9 ANNI (113 casi)
46 casi (41%), ustioni causate da contatto con sostanze liquide (solide/semi-solide)
17 casi (15%) ustioni causate da contatto con superfici termiche
9 casi (8%) ustioni causate da contatto con sostanze caustiche
41 casi (36%) altre ustioni
Prodotti coinvolti
Da notare la comparsa di un nuovo prodotto: i petardi.
Superfici corporee interessate
arti superiori e inferiori, volto
Casi emblematici «STRANO, MA VERO!»
“Ustione causa esposizione ai raggi solari” (F)
“Questa sera, al proprio domicilio, appoggiava accidentalmente le labbra su una teglia calda” (F)
CLASSE ETÀ 10-14 ANNI (86 casi)
37 casi (43%) ustioni causate da contatto con sostanze liquide (solide/semi-solide)
18 casi (21%) ustioni causate da contatto con superfici termiche
10 casi (12%) ustioni causate da contatto con sostanze caustiche
21 casi (24%) altre ustioni
Superfici corporee interessate
arti superiori e inferiori, volto
Casi emblematici «STRANO, MA VERO!»
“Durante il pranzo con bourguignonne prendeva fuoco la tovaglia ustionando il ragazzo” (M)
“Accidentalmente veniva colpita agli occhi da un liquido fosforescente che si trovava dentro un
orecchino” (F)
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SECONDA PARTE
Esperienze di alcuni Centri Grandi Ustionati
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TRATTAMENTO DELLE CICATRICI PATOLOGICHE
DA USTIONE IN ETÀ PEDIATRICA: ESPERIENZA
DEL CENTRO GRANDI USTIONATI DI TORINO
Valeria Malvasio, Maurizio Stella
Dipartimento Chirurgia Plastica Ricostruttiva, Azienda Ospedaliero-Universitaria, Città della Salute e
della Scienza di Torino, Torino
Introduzione
La cicatrizzazione di una ferita cutanea è un complesso processo di riparazione tissutale
suddivisibile in fasi cronologiche precise, caratterizzate da articolate interazioni biochimiche,
cellulari e tissutali che conducono al ripristino dell’integrità cutanea. Durante le fasi della
cicatrizzazione possono talvolta verificarsi alterazioni qualitative e quantitative con conseguente
formazione di cicatrice patologica (Slemp & Kirschne, 2006).
Le ustioni, evento particolarmente frequente in età pediatrica, rappresentano le lesioni
cutanee con maggiore rischio di guarigione con formazione di cicatrici patologiche; queste
ultime vengono classicamente distinte in 4 tipi: cicatrici ipertrofiche, retraenti, ipertroficoretraenti e atrofiche (Magliacani et al., 1999).
La cicatrice ipertrofica compare in genere in un periodo compreso tra le 4 e le 8 settimane
dalla riepitelizzazione della lesione ed è caratterizzata da un aspetto eritematoso, fibroso e
rilevato con bordi netti che non oltrepassano il limite della lesione originale. Il paziente spesso
riferisce prurito e bruciore di diversa intensità. La cicatrice ipertrofica presenta due fasi
evolutive: la prima, detta fase attiva, caratterizzata da intensi fenomeni di tipo infiammatorio, ha
una durata variabile dell’ordine di mesi o anni e una seconda fase, detta fase di regressione,
caratterizzata da fenomeni di rimodellamento della cicatrice con scomparsa progressiva delle
disestesie e del rossore fino all’assunzione di un aspetto simile alla cicatrice normotrofica. In
relazione al tempo impiegato per ottenere la remissione, le cicatrici ipertrofiche possono anche
essere distinte in : cicatrice ipertrofica con evoluzione a breve termine quando la fase di attività
dura circa 6 mesi con una remissione completa nell’arco di un anno; cicatrice ipertrofica con
evoluzione a medio termine quando la remissione si completa in due anni e con evoluzione a
lungo termine quando la cicatrice permane attiva per molti anni.
Forma particolare di cicatrice ipertrofica con evoluzione a lungo termine è la cicatrice
cheloidea, caratterizzata da una tendenza a una progressiva estensione dei suoi confini verso la
cute sana circostante, bordi con decorso irregolare e aspetto cordoniforme, di consistenza dura,
talvolta lignea saltuariamente associata a una sintomatologia di tipo costrittivo, pruriginoso e
doloroso (Magliacani et al., 1999; Atiyeh et al., 2005).
La cicatrice retraente è una coartazione cutanea provocata da forze centripete che ne
riducono la superficie; origina di solito sulla cute flessoria delle articolazioni. In aggiunta si
descrive la cicatrice ipertrofico-retraente, caratterizzata da una cicatrizzazione ipertrofica in cui
si verificano anche fenomeni di retrazione.
Infine la cicatrice atrofica è caratterizzata da un aspetto sottile e congesto ed è spesso sede di
escoriazioni da grattamento per l’intenso prurito.
La patogenesi di una cicatrice patologica rimane poco compresa, ma la giovane età
rappresenta uno dei maggiori fattori predisponenti ad un alterato processo cicatriziale. La
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Rapporti ISTISAN 15/20
cicatrice ipertrofica post-ustione risulta infatti più frequente nei soggetti giovani (< 20 anni) e
con un’evoluzione più lunga, oltre l’anno, soprattutto nei bambini più piccoli (Gangemi et al.,
2008; Spurr, 1990; Stella et al., 2008; Jeshke et al., 2011).
Approccio terapeutico
Il trattamento delle cicatrici cutanee, che si fonda in larga misura sull’esperienza dei clinici,
deve prevedere l’utilizzo di presidi medico-chirurgici in base alle caratteristiche della cicatrice e
al paziente; inoltre un ruolo importante è rivestito dalla chirurgia. Tuttavia, in assenza di gravi
compromissioni funzionali, la possibilità di recidiva consiglia di effettuare le correzioni
chirurgiche dopo il completamento dello sviluppo corporeo del paziente.
Il silicone (gel o cerotto), gli indumenti elasto-compressivi, le iniezioni di corticosteroidi
intra-lesionali e i trattamenti riabilitativi, rappresentano i principali approcci terapeutici di primo
impiego nel trattamento delle cicatrici patologiche sia nell’adulto che, in maniera più incisiva,
nel bambino (Atiyeh, 2007; Mustoe et al., 2002). L’applicazione topica di silicone riduce la
gravità delle cicatrici ipertrofiche rendendo il tessuto cicatriziale più morbido e favorendo
l’induzione della remissione. Il meccanismo d’azione del silicone sembrerebbe basato
sull’idratazione della cicatrice: l’accumulo di un impercettibile strato di fluido al di sotto del gel
rende il sottile strato corneo della cicatrice un’importante riserva d’acqua che, non potendo
evaporare, aumenta la permeabilità all’ossigeno riducendo lo stimolo alla neo-angiogenesi
(sostenuta dall’ipossia) (Suetake et al., 2000; Mustoe, 2008). Grazie alla sua non invasività e
maneggevolezza il gel di silicone trova ampio utilizzo. Gli effetti collaterali riportati sono:
macerazione, rush cutaneo e prurito.
La pressoterapia praticata attraverso l’utilizzo di indumenti elasto-compressivi è la terapia
standard per le cicatrici ipertrofiche post-ustione di ampia superficie, per la sua capacità di
accelerare la maturazione del tessuto cicatriziale basata sull’effetto meccanico erogato sui
tessuti cicatriziali. Il meccanismo d’azione sarebbe quindi correlato a una diminuzione
dell’apporto ematico e dell’edema; inoltre lo stimolo meccanico ai fibroblasti sembrerebbe
indurre il rimodellamento del collagene della cicatrice (Steinstraessere et al., 2011). Fin dalla
loro introduzione nella pratica clinica però gli indumenti compressivi si sono dimostrati di non
sempre facile gestione, in particolar modo nel bambino, per la difficoltà di un controllo
periodico della pressione esercitata e per la ridotta compliance di alcuni pazienti.
Le iniezioni topiche di corticosteroidi rappresentano un’alternativa terapeutica da riservare a
casi selezionati con cicatrici di piccole dimensioni. Il meccanismo d’azione è basato
sull’inibizione della proliferazione dei fibroblasti e della produzione di collagene (Kelly, 2009).
Nei bambini tale trattamento risulta problematico per l’intenso dolore provocato al momento
dell’iniezione, dolore che può però essere gestito premedicando il paziente. Gli effetti collaterali
riportati sono: la comparsa di atrofia cutanea, depigmentazione e teleangectasie a fine
trattamento.
Il trattamento riabilitativo ricopre un ruolo sempre più importante nel trattamento
dell’ustione e dei suoi esiti, trovando ampio campo di azione sia nelle cicatrici ipertrofiche che
retraenti e ipertrofico-retraenti. La kinesiterapia, lo stretching, il posizionamento di splint,
permettono di controllare la tendenza alla retrazione e alla postura scorretta, prevenendo e
correggendo importanti limitazioni funzionali. I vari trattamenti, generalmente ben tollerati dal
bambino, rendono la fisioterapia un approccio terapeutico facilmente praticabile anche nelle più
giovani età.
Con riguardo ai trattamenti chirurgici delle cicatrici patologiche, in accordo con le
raccomandazioni internazionali, dovrebbero essere inseriti in un approccio combinato con i
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presidi medici descritti in precedenza, per ridurre al minimo le percentuali di recidiva. Le
procedure chirurgiche correttive devono essere scelte sulla base di diversi fattori legati al
paziente (età, sesso, condizioni cliniche generali) e alla cicatrice da trattare (tipo, sede ed
estensione). Le principali tecniche chirurgiche sono: la dermoabrasione, le plastiche con lembi
di alternanza, il confezionamento di lembi locali, regionali, liberi microchirurgici e peduncolati
a distanza e l’espansione cutanea (Ogawa, 2010; Sankale et al., 2011; Patel et al., 2012; Arun &
Prabhat, 2010).
Studio osservazionale
Di seguito riportiamo l’esperienza del Centro Grandi Ustionati di Torino nel trattamento
delle cicatrici patologiche in età pediatrica.
Uno studio osservazionale retrospettivo è stato eseguito su 34 pazienti (12 femmine e 22
maschi), di età compresa fra 1 anno e 17 anni, seguiti per il trattamento di cicatrici patologiche
presso l’Ambulatorio di Chirurgia Plastica-Centro Grandi Ustionati dal gennaio a dicembre
2011.
Le variabili analizzate per ciascun paziente sono state: l’eziologia della lesione iniziale, il
tipo di cicatrice patologica insorta, i trattamenti non chirurgici e chirurgici effettuati e il tempo
impiegato per la remissione completa della cicatrice.
Risultati
L’eziologia della lesione iniziale è risultata essere un’ustione nel 76% dei casi e un trauma o
intervento chirurgico nel 24% dei casi. Il tipo di cicatrice patologica insorta è stata una cicatrice
ipertrofica nel 73% dei casi (di cui il 12% a evoluzione cheloidea), una cicatrice ipertroficoretraente nel 18% dei casi e una cicatrice retraente nel 9% dei casi (Figura 1).
Retraente
9%
Ipertroficoretraente
Ipertrofica
18%
73%
Figura 1. Tipo di cicatrice patologica insorta.
Centro Grandi Ustionati - Torino, 2011
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Rapporti ISTISAN 15/20
Per il trattamento delle cicatrici ipertrofiche i trattamenti non chirurgici praticati sono stati il
gel di silicone nel 73% dei casi, l’elastocompressione nel 19% dei casi e la combinazione dei
due presidi nell’8% dei casi (Figura 2).
8%
Silicone
19%
Elastocompressione
Silicone+Elastocompressione
73%
Figura 2. Trattamento non chirurgico delle cicatrici ipertrofiche.
Centro Grandi Ustionati - Torino, 2011
Per il trattamento delle cicatrici ipertrofico-retraenti ci siamo avvalsi del gel di silicone
associato a al posizionamento di splinting nel 46% dei casi, dell’elastocompressione associata
alla kinesiterapia nel 27% dei casi e del gel di silicone associato anch’esso alla kinesiterapia
nell’altrettanto 27% dei casi (Figura 3).
27%
Kinesiterapia+Elastocompressione
46%
Kinesiterapia+Silicone
Splinting+Silicone
27%
Figura 3. Trattamento non chirurgico delle cicatrici ipertrofico-retraenti.
Centro Grandi Ustionati - Torino, 2011
Infine per il trattamento delle cicatrici retraenti la terapia è stata basata sull’utilizzo esclusivo
della kinesiterapia associata al posizionamento di splinting.
Il trattamento chirurgico effettuato nei casi di cicatrice ad evoluzione cheloidea, trattati
inizialmente con iniezioni locali di corticosteroidi, è stato l’exeresi diretta. Nelle cicatrici
ipertrofico-retraenti e retraenti si sono realizzate, nei casi associati a importante limitazione
32
Rapporti ISTISAN 15/20
funzionale (cicatrici localizzate a livello degli spazi interdigitali e a livello del collo), plastiche a
tridente (60% dei casi) e sbrigliamento o exeresi cicatriziale seguiti dalla copertura con innesti
dermo-epidermici a tutto spessore (40% dei casi).
La remissione completa della cicatrice ipertrofica è stata osservata secondo le seguenti
tempistiche: nel 53% dei casi è stata raggiunta entro l’anno; nel 38% dei casi entro i 2 anni e nel
restante 9% dei casi la remissione non è stata raggiunta entro i 24 mesi (Figura 4).
9%
Remissione lungo termine
Remissione medio termine
53%
Remissione breve termine
38%
Figura 4. Tempo di remissione delle cicatrici ipertrofiche.
Centro Grandi Ustionati - Torino, 2011
Conclusioni
L’alta incidenza della comparsa di cicatrici patologiche post-ustione in età pediatrica ha
stimolato la ricerca di metodi di prevenzione e trattamento sempre più efficaci che possono
prevenire la cicatrice o curarla (Ogawa, 2010). L’efficacia del silicone e
dell’elastocompressione, in combinazione o come trattamenti singoli nella correzione della
cicatrice patologica, è stata valutata da diversi Autori in maniera discordante (Steinstraessere et
al., 2011; Anzarut et al., 2009; O’Brien & Pandit, 2006). I dati emersi dal nostro studio
mostrano tuttavia come i trattamenti non chirurgici possano essere considerati importanti presidi
terapeutici di prima scelta nel trattamento della cicatrice patologica in età pediatrica,
permettendo una remissione delle cicatrici ipertrofiche entro l’anno nella maggior parte dei casi.
L’approccio chirurgico si è reso, infatti, necessario in limitati casi associati a importante
limitazione funzionale e nel trattamento di una limitata parte di cicatrici ipertrofiche a
evoluzione cheloidea. Dal nostro studio è emerso infine l’importante ruolo dei trattamenti
fisioterapici nella cura delle cicatrici ipertrofico-retraenti e retraente e nella prevenzione di
importanti limitazioni funzionali. La scelta adeguata del tipo di trattamento delle cicatrici
patologiche in età pediatrica deve comunque e sempre basarsi su una preventiva accurata
valutazione del paziente e della tipologia della cicatrice da trattare.
Bibliografia
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abnormal scarring after burn injury: a meta-analysis. J Plast Reconstr Aesthet Surg 2009;62(1):7784.
33
Rapporti ISTISAN 15/20
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34
Rapporti ISTISAN 15/20
ACCESSI AL CENTRO GRANDI USTIONATI
PER INCIDENTE IN ETÀ PEDIATRICA NELLA SICILIA
OCCIDENTALE: L’ESPERIENZA DELL’OSPEDALE
CIVICO DI PALERMO
Nicola D’Arpa, Giovanni Alessandro, Alessandro Masellis, Giuseppe Caputo
Divisione di Chirurgia Plastica e Terapia delle Ustioni, Azienda di Rilievo Nazionale di Alta
Specializzazione, Ospedale Civico di Palermo, Palermo
Il Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale Civico di Palermo raccoglie pazienti provenienti
principalmente dall’area geografica della Sicilia Occidentale comprendente le province di
Palermo, Agrigento, Trapani e Caltanissetta. Molti sono comunque i pazienti provenienti dalla
Sicilia orientale e da altre Regioni, in particolar modo dalla Calabria. Il Centro Grandi Ustionati
accoglie sia pazienti pediatrici che adulti ed è dotato di un Centro Grandi Ustionati Terapia
Intensiva (CUTI), di una degenza Post-Intensiva, e di una Degenza.
Risultati
Considerando i soli pazienti pediatrici (di età compresa tra 0 e 12 anni) transitati dal Centro
Grandi Ustionati nel decennio 2001-2010 è possibile osservare una progressiva riduzione
dell’incidenza degli incidenti in generale.
Nel decennio in questione sono stati ricoverati 3938 bambini di cui 1452 con ustioni inferiori
al 10%, pari al 37% degli accessi (Figura 1).
BSA <10%
37%
BSA >10%
63%
Figura 1. Distribuzione percentuale di ricoveri per ustione in età pediatrica 0-12 anni.
Centro Grandi Ustionati - Ospedale Civico di Palermo, 2001-2010
Per quanto concerne la mortalità sono stati registrati 13 decessi pari allo 0,6% dei ricoveri
per ustioni superiori al 10%. Analizzando le singole fasce di età si evidenzia come quella più
colpita sia stata quella 0-2 anni con quasi il 50% dei decessi registrati. Dall’analisi delle cartelle
di ricovero nel decennio 2001-2010 si evince come questa sia anche la fascia di età (0-2 anni)
con la maggiore incidenza di accessi di Pronto Soccorso 1652 su 6382 con diagnosi di ustione
(Figura 2).
35
Rapporti ISTISAN 15/20
900
800
700
600
500
400
300
200
100
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Figura 2. Accessi (n.) al PS per incidenti da ustione per età.
Centro Grandi Ustionati - Ospedale Civico di Palermo, 2001-2010
Tenendo in considerazione solo gli incidenti per cui è stato necessario il ricovero si osserva
come la distribuzione delle aree ustionate sia abbastanza omogenea con una leggera
preponderanza delle ustioni coinvolgenti gli arti inferiori e il tronco (Figura 3).
4500
4000
3500
3000
2500
2000
1500
1000
500
0
genitali
mano
volto
arti
superiori
tronco
arti
inferiori
>10%
totale
Figura 3. Ustionati (età 0-12 anni) per aree corporee coinvolte.
Centro Grandi Ustionati - Ospedale Civico di Palermo, 2001-2010
Analizzando la suddetta popolazione pediatrica si osserva una maggior prevalenza dei
bambini rispetto alle bambine, perfettamente in linea con i dati nazionali. I maschi
rappresentano, infatti, il 61,1 % degli accessi al Centro Grandi Ustionati (Figura 4).
36
Rapporti ISTISAN 15/20
femmine
38,9%
maschi
61,1%
Figura 4. Accessi (%) al Centro Grandi Ustionati di ustionati di età 0-12 anni per sesso.
Centro Grandi Ustionati - Ospedale Civico di Palermo, 2001-2010
Con riferimento alla dinamica degli incidenti, dai dati anamnestici si osserva come l’agente
ustionante maggiormente coinvolto sia rappresentato da liquido bollente responsabile nel 61%
delle ustioni, seguito da corpi roventi 26% e da fuoco 6% (Figura 5).
70
60
50
40
%
30
20
10
0
liquidi bollenti
corpi roventi
fuoco
vapore
elettricità
altro
Agenti ustionanti
Figura 5. Ustionati (età 0-12 anni) (%) per prodotti che hanno causato l’ustione.
Centro Grandi Ustionati - Ospedale Civico di Palermo, 2001-2010
Analizzando nel dettaglio i singoli agenti ustionanti si osserva come tra i liquidi bollenti
l’acqua calda sia responsabile di oltre il 60% degli incidenti da ustione, seguita dagli alimenti
liquidi e semisolidi, legati soprattutto alla preparazione del cibo o ad alimenti quali minestre,
caffè, tè (Figura 6).
Dall’analisi dettagliata della dinamica dell’incidente, così come descritta dai genitori e/o
dagli adulti presenti, si tratta spesso di disattenzioni o di momenti in cui il bambino si versa
addosso il contenuto di piatti, tazze o pentole malriposti o mentre sono mantenuti in precario
equilibrio dagli adulti.
37
Rapporti ISTISAN 15/20
Olio
5%
Vapori
2%
Alimenti
(tè, caffè, latte, ecc.)
31%
Acqua
62%
Figura 6. Ustionati (età 0-12 anni) (%) per agenti ustionanti liquidi bollenti.
Centro Grandi Ustionati - Ospedale Civico di Palermo, 2001-2010
Volendo scendere nel dettaglio delle ustioni da contatto con corpi roventi, dall’analisi dei
dati anamnestici, si osserva un coinvolgimento di oggetti roventi quali la stufa, il ferro da stiro e
il forno/fornelli. Si tratta di oggetti legati alla vita domestica e nello specifico alla cucina per i
bambini più piccoli, oggetti legati al tempo libero (griglie, marmitte, barbecue) per i bambini
più grandi. I prodotti coinvolti sono legati principalmente all’attività domestica di preparazione
del cibo (Figura 7).
60
50
40
%
30
20
10
0
fornelli,
piani cottura
ferro da stiro
stufe, vetro di
forno
pentole, tegami
marmitta
Superfici termiche
Figura 7. Ustionati (età 0-12 anni) (%) per superfici termiche, età 0-12 anni
Centro Grandi Ustionati - Ospedale Civico di Palermo, 2001-2010
38
Rapporti ISTISAN 15/20
Dalla dinamica degli incidenti è preponderante il rischio rappresentato dalla casa. Da 0 a 12
anni, infatti, la maggioranza degli incidenti avviene in ambiente domestico, circa il 95%. Nella
fascia di età compresa tra i 10 e i 12 anni invece aumenta l’incidenza nel tempo libero. Le
scuole risultano essere, invece, particolarmente sicure per gli incidenti da ustione con una
percentuale di incidenti inferiore all’1% (Figura 8).
Tempo libero
5,3%
Scuola
0,1%
Casa
94,6%
Figura 8. Ustionati (età 0-12 anni) (%) per luogo o situazione d’incidente.
Centro Grandi Ustionati - Ospedale Civico di Palermo, 2001-2010
La sempre maggiore abitabilità e la presenza di corpi roventi, liquidi bollenti e utensili fanno
della cucina il luogo più pericoloso della casa. È in questo ambiente che avviene la maggioranza
degli incidenti da ustione in età pediatrica, circa il 57% (Figura 9).
Ambiente domestico
esterno,giardino
sala da pranzo,soggiorno
camera da letto
bagno
cucina
%
0
10
20
30
40
50
60
Figura 9. Ustionati (età 0-12 anni) (%) per luogo o situazione d’incidente (ambiente domestico).
Centro Grandi Ustionati - Ospedale Civico di Palermo, 2001-2010
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Rapporti ISTISAN 15/20
Dall’analisi della dinamica il ruolo dei genitori è spesso cruciale con comportamenti non del
tutto prudenti. Come cucinare con in braccio il bambino, o lasciare i fornelli incustoditi. Per i
bambini sopra i 6 anni il pericolo si sposta in giardino, o comunque in spazi domestici
all’aperto, dove i giochi pericolosi causano circa il 15% degli incidenti da ustione.
Conclusioni
Dal confronto dei dati locali con quelli nazionali si osserva una sostanziale omogeneità in
termini di mortalità e morbilità. Dal punto di vista epidemiologico è possibile osservare qualche
piccola variazione sulla media nazionale da relazionare al maggiore tasso di natalità siciliano e
ad eventuali abitudini rurali locali.
40
Rapporti ISTISAN 15/20
SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA
DEL CENTRO GRANDI USTIONATI DEL PRESIDIO
OSPEDALIERO "DI SUMMA-PERRINO" DI BRINDISI
Luigi Marasco (a), Alessio Pitidis (b), Eloïse Longo (b), Sabina Cedri (b)
(a) Presidio Ospedaliero “Di Summa-Perrino”, Brindisi
(b) Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria, Istituto Superiore di Sanità, Roma
Introduzione
Il Centro Grandi Ustionati del Presidio Ospedaliero “Di Summa-Perrino” di Brindisi è un
reparto ad altissima specializzazione, centro di riferimento per il trattamento delle ustioni in
tutta la Puglia e il Sud Italia. Il reparto eroga prestazioni di chirurgia plastica ricostruttiva, posttraumatica, malformativa e oncologica, occupandosi inoltre del trattamento delle ustioni acute e
dei loro esiti. Dall’elaborazione dei dati epidemiologici relativi ai pazienti del 2013 (in totale 94
ricoveri), è risultata la seguente analisi descrittiva.
Risultati
Presso il Centro Grandi Ustionati di Brindisi nel 2013 sono stati riportati un totale di 94 casi
di ricovero per ustioni (58 maschi, 36 femmine) (Figura 1).
F 38%
M 62%
Figura 1. Ustionati (%) per sesso (n. 94).
Centro Grandi Ustionati di Brindisi, 2013
Considerando l’età, la fascia 0-17 anni è rappresentata da 18 soggetti (19%), quella dai 18 ai
35 anni da 15 soggetti (16%), i soggetti dai 36 ai 60 anni sono 32 (34%), mentre gli anziani dai
60 anni in poi sono 29 (31%) (Figura 2).
Nel 36,2% dei casi si tratta di un’ustione causata da liquidi infiammabili (utilizzo di alcol o
benzina, n. 34), seguiti dai liquidi bollenti (acqua o altro liquido, 33%, n. 31), dall’esplosione di
gas (da bombole o altro, 15%, n. 14), da fiamma libera (10,6%, n. 10), da agenti chimici (3,2%,
n. 3), da elettrocuzione (1%, n. 1) e da agente termico (1%, n. 1) (Figura 3).
41
Rapporti ISTISAN 15/20
0-17 anni
19%
>60 anni
31%
18-35 anni
16%
36-60 anni
34%
Figura 2. Ustionati (%) per fasce di età (n. 94).
Centro Grandi Ustionati di Brindisi 2013
Fiamma
libera
11%
Ustione
chimica
3%
Elettrocuzione
1%
Esplosione
15%
Agente
termico
1%
Liquidi
infiammabili
36%
Liquidi bollenti
33%
Figura 3. Ustionati (%) per tipo si sostanza ustionante (n. 94).
Centro Grandi Ustionati di Brindisi 2013.
Per quanto riguarda il luogo o l’occasione dove è avvenuta l’ustione, si tratta per la
maggioranza di incidenti avvenuti in casa (61%, n. 58), e questo vale soprattutto per le donne (il
92% delle donne ha avuto l’incidente in casa, contro il 43% degli uomini). Nel 17% dei casi,
invece, l’incidente da ustione è avvenuto in campagna (n. 16, tutti maschi). Anche l’occasione
“lavoro” vede soggetti a incidente da ustione quasi tutti maschi (totale 9 casi, 9.6%, 8 casi
maschi, 1 caso femmine). Infine, altre occasioni o luoghi dove si sono registrati incidenti da
ustione sono stati gli incidenti stradali (n. 4, 4%, tutti maschi), i tentati suicidi (n. 2, 2%), gli
hobby (n. 2, 2%), la barca (n. 2, 2%) e il campeggio (n. 1, 1%) (Figura 4).
L’ambiente domestico viene confermato quindi, come già indicato dai dati nazionali del
SINIACA, il luogo di maggior rischio per diversi tipi di incidente, tra i quali appunto quelli da
ustione.
42
Rapporti ISTISAN 15/20
Lavoro
10%
Campagna
17%
Incidenti stradali
4% Tentati suicidi Hobby
2%
2%
Barca
2%
Campeggio
1%
Casa
62%
Figura 4. Ustionati (%) per luogo o situazione d’incidente (o evento intenzionale) da ustione (n. 94)
Centro Grandi Ustionati di Brindisi 2013.
Gravità dei casi
Relativamente alla gravità dell’ustione, i parametri da prendere in considerazione sono tre: il
grado dell’ustione, l’estensione della stessa sulla superficie corporea e l’esito del ricovero.
Dei 94 casi afferenti al Centro Grandi Ustionati di Brindisi, 58 avevano riportato ustioni di II
grado (62% della casistica), 10 casi ustioni di III grado (11%). Un solo soggetto riportava
ustioni di I grado (1%). Vi erano poi soggetti che riportavano ustioni sia di I, sia di II grado (n.
5, 5%), e soggetti che avevano riportato ustioni di II e di III grado (n. 20, 21%) (Figura 5).
Considerando sia il gruppo con ustioni di III grado, sia quello con ustioni di II e III grado, cioè i
soggetti più gravi, notiamo come, nel complesso, si arrivi ad un 32% di casi ad elevata gravità
(n. 30 casi).
Ustioni
II e III grado
Ustioni
I grado
21%
1%
Ustioni
III grado
11%
Ustioni
II grado
Ustioni
I e II grado
62%
5%
Figura 5. Ustionati (%) per grado di ustione riportato dai soggetti (n. 94).
Centro Grandi Ustionati Grandi Ustionati di Brindisi 2013
43
Rapporti ISTISAN 15/20
Per quanto riguarda l’estensione, i casi del Centro Grandi Ustionati di Brindisi relativi al
2013 sono stati suddivisi in quattro gruppi: ustioni che riguardano fino al 15% della superficie
corporea, dal 16% al 30%, dal 31% al 50% e oltre il 50%. In totale, 49 soggetti (52% dei
pazienti) hanno riportato un’ustione estesa a una parte della superficie corporea che va dal 5% al
15% di quella totale, 27 casi (28.7% dei pazienti) dal 16% al 30%, altri 15 soggetti (16% dei
pazienti) dal 31% al 50% e 3 casi (3%) oltre il 50% (Figura 6).
Estensione corporea >50%
3%
Estensione corporea
31-50%
16%
Estensione corporea
dal 5-15%
52%
Estensione corporea
16-30%
29%
Figura 6. Ustionati (%) per grado di estensione delle ustioni riportate.
sulla superficie corporea (n. 94) CentroGrandi Ustionati di Brindisi 2013
Per quanto riguarda l’esito del ricovero, cioè il terzo parametro preso in considerazione per
valutare la gravità dell’incidente, si hanno soggetti che hanno dovuto o meno subire un
intervento chirurgico (considerando i primi ovviamente come più gravi), soggetti ricoverati in
rianimazione e soggetti deceduti. Su 94 soggetti afferenti al Centro Grandi Ustionati, 7 soggetti
sono deceduti (4 maschi e 3 femmine, tutti adulti, 7% in totale). Una percentuale piuttosto alta
di soggetti ha invece subìto un intervento chirurgico (n. 30, 32%). Di questi, 13 erano maschi,
tutti dai 18 anni in poi (43% di tutti i soggetti che hanno subìto intervento) e 17 femmine (57%),
di cui 4 in età pediatrica (13% di tutti i soggetti che hanno subìto intervento chirurgico). Infine,
3 soggetti (3%) sono stati ricoverati in rianimazione (n. 2 maschi, n. 1 femmina) (Figura 7).
60
54
50
40
30
30
20
10
7
3
0
Deceduti
Operati
Non operati
Rianimati
Figura 7. Ustionati (%) per tipo di esito (n. 94).
Centro Grandi Ustionati di Brindisi 2013
44
Rapporti ISTISAN 15/20
Volendo valutare il n. di casi più gravi, sono stati presi in considerazione i casi di decesso, i
soggetti che hanno subìto intervento chirurgico e quelli a cui è stata effettuata la rianimazione (per
quanto riguarda l’esito), le ustioni di III grado o II e III grado (per quanto riguarda il grado di
ustione) e i soggetti con un’ustione che ha occupato almeno il 30% della superficie corporea.
Unendo tutti queste tipologie di soggetti, si ha un gruppo diagnosi-trattamento specifico di 46 casi
gravi (49% di tutti i casi afferenti al Centro Grandi Ustionati). Tali casi sono equamente ripartiti
tra maschi e femmine (n. 23 maschi, 50%, n. 23 femmine, 50%). Per quanto riguarda invece la
distribuzione per età dei casi gravi, la maggior parte dei soggetti ha un’età maggiore di 60 anni (n.
20, 43,5% di tutti i casi gravi). Si tratta quindi di soggetti anziani. Al secondo posto ci sono i
soggetti adulti dai 36 ai 60 anni (n. 18, 39% di tutti i casi gravi), 5 sono i soggetti in età pediatrica
(0-17 anni, 11% dei casi gravi) e 3 i soggetti giovani dai 18 ai 35 anni (6,5%) (Figura 8).
25
20
20
18
15
10
5
5
3
0
0-17 anni
18-35 anni
36-60 anni
>60anni
Figura 8. Ustionati più gravi (n.) per gruppi di età (n. 94).
Centro Grandi Ustionati di Brindisi 2013
Se valutiamo i casi gravi all’interno di ciascuna classe di età, vediamo che, all’aumentare
dell’età, tranne che per il gruppo dei giovani (18-35 anni), la percentuale dei casi gravi aumenta,
arrivando a rappresentare, per la classe di età superiore ai 60 anni, quasi il 70% degli afferenti al
Centro Grandi Ustionati per quella età (Tabella 1).
Tabella 1. Casi di ustione gravi per ciascuna classe di età. Centro Grandi Ustionati di Brindisi 2013
Classe di età
(anni)
0-17
18-35
36-60
>60
Totale casi
(n.)
18
15
32
29
Casi gravi
(n.)
5
3
18
20
Casi gravi (% sul totale dei casi
per ogni singola classe di età)
28
20
56
69
Tipo di ustione e gravità secondo i diversi agenti ustionanti
Per valutare il tipo di rischio causato dai singoli agenti ustionanti, si è proceduto ad
effettuare un’analisi specifica all’interno di questi:
‒ Liquidi infiammabili
(benzina, alcol) (totale 34 casi)
per la maggior parte dei casi (n. 18) hanno causato ustioni di II grado (53% di tutte le
ustioni causate da liquidi infiammabili), seguite da ustioni di II e III grado (n. 10, 29%),
45
Rapporti ISTISAN 15/20
da 4 casi di ustione di III grado (12%) e da 2 casi di ustione di I e II grado (6%). La
superficie corporea interessata è di media il 26% (Deviazione Standard, DS=17,5) e l’età
media dei soggetti ustionati per tale causa è di 48 anni (DS =22,4). Gli anziani oltre i 60
anni sono il 32% di tutti i soggetti ustionati per tale causa (n. 11), mentre i soggetti in età
pediatrica rappresentano il 12% (n. 4). Si tratta per lo più di soggetti maschi (n. 27, 79%),
e i luoghi dove più spesso è avvenuto questo tipo di incidente sono la campagna (n. 15,
44%) e la casa (n. 10, 29%). Anche i due tentativi di suicidio presenti nella casistica del
Centro Grandi Ustionati di Brindisi del 2013 sono stati entrambi causati da liquidi
infiammabili. Il 38% delle ustioni causate da liquidi infiammabili (n. 13) ha necessitato di
intervento chirurgico. I decessi registrati sono 2 (6%), mentre le rianimazioni sono 3
(9%). Il 47% dei casi (n. 16) non ha necessitato di intervento.
Profilo medio del soggetto ustionato a causa di liquidi infiammabili: maschio, anziano,
incidente avvenuto in campagna, il soggetto ha riportato ustioni di II e III grado,
superficie corporea interessata 26%.
‒ Liquidi bollenti
(acqua bollente, olio, caffè) (totale 31 casi)
causano soprattutto ustioni di II grado (n. 25, 73,5% di tutte le ustioni causate da liquidi
bollenti), solo in 3 casi ustioni di II e III grado (9%) e in 2 casi ustioni di II grado (6%),
con una media di superficie corporea interessata del 15.4% (DS=7,9), un’età media dei
soggetti ustionati di 34 anni (DS=29,2). I soggetti anziani sono il 26% di questo gruppo
(n. 8), mentre i bambini fino ai 12 anni sono 13 (42% dei casi). I casi sono quasi
equamente ripartiti tra maschi (n. 15) e femmine (n. 16) e il luogo dove più spesso è
avvenuto questo tipo di incidente è la casa (n. 26, 84%). Il 32% delle ustioni causate da
liquidi bollenti (n. 10) ha necessitato di intervento chirurgico. Si è avuto un solo decesso
(3%) e nessun caso in rianimazione. I soggetti che non hanno avuto bisogno di intervento
sono stati 20 (64,5%).
Profilo medio del soggetto ustionato a causa di liquidi bollenti: anziano o più spesso
bambino, riporta ustioni di II grado causate da acqua bollente, con una media di
superficie corporea interessata dall’ustione del 15,4%, ma senza necessità
d’intervento chirurgico; incidente avvenuto in casa.
‒ Esplosione
(da gas di bombola o altro) (totale casi 14)
causano soprattutto ustioni di II grado (n. 6, 43%) o II e III grado (n. 5, 36%), oppure
ustioni meno gravi, di I e II grado (n. 3, 21%), con una media di superficie corporea
interessata del 25% (DS=20,2). e un’età media di 52 anni (DS=17,3). I soggetti in età
pediatrica sono assenti e pochi anche i giovani (n. 2, 14.3%). Più numerosi invece i
soggetti anziani (n. 5, 36%) e soprattutto le persone adulte (36-60 anni, n. 7, 50%). I
soggetti maschi sono un po’ più numerosi delle femmine (M=8; F=6) e il luogo dove più
spesso è avvenuto questo tipo di incidente è la casa (n. 11, 78%). La maggior parte degli
incidenti non ha necessitato d’intervento chirurgico (n. 10, 71%). Si è avuto un solo
decesso (7%) e nessun caso in rianimazione.
Profilo medio del soggetto ustionato a causa di esplosione: adulto (età media 52 anni)
maschio ma anche femmina, riporta ustioni di II grado, con una media di superficie
corporea interessata del 25%, ma per lo più senza necessità di intervento chirurgico.
L’incidente è avvenuto in casa.
‒ Fiamma libera
(da accendino, alcol nel camino, benzina, fuoco camino) (totale 10 casi)
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causano soprattutto ustioni di II grado (n. 5, 50%), in 3 casi di III grado (30%), in 2 casi
di II e III grado (n. 2, 20%), con una media di superficie corporea interessata del 28%
(DS=17,4), un’età media dei soggetti ustionati di 54 anni (DS=28,4). Tuttavia, pur
trattandosi di pochi casi, possiamo notare un certo aumento degli incidenti con
l’aumentare dell’età: si hanno infatti 4 soggetti anziani (40%), 3 soggetti adulti (36-60
anni, 30%), 2 soggetti giovani (18-35 anni, 20%) e 1 bambino di 5 anni (10%).
Anche in questo caso i soggetti sono perfettamente ripartiti tra maschi e femmine (n. 5
maschi, n. 5 femmine, 50% ciascuno). La maggior parte degli incidenti causati da fiamma
libera è avvenuta in casa (n. 7, 70%), gli altri al lavoro (n. 3, 30%). La metà degli
incidenti di questo gruppo non ha necessitato d’intervento chirurgico (n. 5, 50%). Si sono
avuti 3 casi di decesso (tutti e 3 anziani; l’incidente è stato causato dal fuoco del camino
in 2 casi, in uno dal fumare a letto).
Profilo medio del soggetto ustionato da fiamma libera: ha un rischio di ustionarsi per tale
causa con l’aumentare dell’età. Può essere uomo o donna. L’incidente è avvenuto in
casa. Il soggetto riporta soprattutto ustioni di II grado, con una media di superficie
corporea interessata del 28%. Tre dei 7 casi totali di decesso sono avvenuti a causa
di fiamma libera (tutti e tre anziani, per fuoco di camino in 2 casi e per aver fumato a
letto in 1 caso).
‒ Agenti chimici
(candeggina) (totale 3 casi)
provocano ustioni di II grado in tutti e tre i casi, con una superficie interessata media
dell’11% (DS=5,1), un’età media di 32 anni (DS=4,3). Il sesso è maschile in 2 casi,
femminile in 1. Gli agenti ustionanti sono stati candeggina, diluente e sgrassatore. Due
incidenti sono avvenuti nell’ambiente di lavoro, uno in casa. Nessuno degli ustionati ha
avuto bisogno d’intervento chirurgico.
‒ Elettrocuzione
unico caso di elettrocuzione ha interessato un soggetto di sesso maschile, di 32 anni, in
ambiente di lavoro. Il soggetto ha riportato ustioni di II grado al 15% della superficie
corporea e ha necessitato d’intervento chirurgico.
‒ Agenti termici
unico caso di ustione da agente termico ha interessato un soggetto di sesso femminile di
84 anni, che ha riportato ustioni di III grado sul 5% della superficie corporea, a causa di
contatto da termosifone. L’incidente è avvenuto in casa e ha necessitato d’intervento
chirurgico.
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APPENDICE A
Opuscolo informativo per genitori e insegnanti
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APPENDICE B
Gruppi di lavoro e Centri di Pronto Soccorso
SINIACA-IDB
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Gruppo di lavoro SINIACA-IDB
(Sistema Informativo Nazionale sugli Incidenti in Ambiente di Civile Abitazione - Injury DataBase)
ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ
Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria
Reparto Ambiente e traumi
Alessio PITIDIS Responsabile SINIACA-IDB
Giuseppe BALDUCCI, Cinzia CEDRI, Sabina CEDRI, Luciana COSSA,
Antonella CRENCA, Gianni FONDI, Marco GIUSTINI, Eloise LONGO,
Stefania TRINCA
Reparto Qualità ambientale ed ittiocoltura
Silvana CACIOLLI
Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute
Reparto Salute della popolazione e suoi determinanti
Laura SETTIMI (responsabile del Sistema informativo nazionale per la sorveglianza delle
esposizioni pericolose e delle intossicazioni)
Elisabetta URBANI
PIEMONTE
Piera ROCCA Responsabile Settore Emergenza Sanitaria, Assistenza Specialistica e Ospedaliera,
Direzione Sanità, Regione Piemonte
Maria Teresa VALENTE Responsabile Struttura Complessa ICT, ASL TO2
Antonio SECHI Direttore Struttura Complessa Pronto Soccorso, Medicina e Chirurgia di Urgenza e
Accettazione, Ospedale “S. Giovanni Bosco”, Torino
Marco DALMASSO Dirigente Informatico Servizio Sovrazonale di Epidemiologia, ASL TO3
Carlo MAMO Medico Epidemiologo Servizio Sovrazonale di Epidemiologia, ASL TO3
Selene BIANCO Servizio Sovrazonale di Epidemiologia, ASL TO3
VALLE D’AOSTA
Gabriella FURFARO Capo Servizio dipendenze patologiche, salute mentale e promozione della
salute, Direzione della Salute, Assessorato Sanità, Salute e Politiche Sociali, Regione
Autonoma Valle d’Aosta.
Massimo PESENTI CAMPAGNONI Direttore S.C. Pronto Soccorso/ Medicina e Chirurgia
D’Urgenza e Accettazione, Ospedale Regionale “U. Parini”, Aosta
Cristina PIVOT Infermiere professionale, S.C. Pronto Soccorso/Medicina e Chirurgia D’Urgenza e
Accettazione, Ospedale Regionale “U. Parini”, Aosta
Tiziano TTEVISAN Referente per la comunicazione Dipartimento Emergenza e Accettazione
Ospedale Regionale “U. Parini”, Aosta
LOMBARDIA
Marina BONFANTI Dipartimento di Prevenzione, Assessorato Sanità, Direzione Generale Sanità,
Regione Lombardia
PROVINCIA AUTONOMA TRENTO
Silvano PIFFER Direttore Servizio Epidemiologia Clinica e Valutativa, Azienda Provinciale per i
Servizi Sanitari di Trento
Roberto RIZZELLO Dirigente Servizio Epidemiologia Clinica e Valutativa, Azienda Provinciale per i
Servizi Sanitari di Trento
Sergio DEMONTI Servizio Sistemi Informativi, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento
VENETO
Lorenza GALLO Direttore SOC Igiene e Sanità Pubblica Azienda ULSS 18 Rovigo
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LIGURIA
Paolo CREMONESI Direttore S.C. di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza, E.O.
Ospedali “Galliera”, Genova
Francesco ZANELLA Responsabile SSC Applicazioni e Flussi, E.O. Ospedali “Galliera”, Genova
Valentina ROCCATI Psicologa progetto Ginestra S.C. di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e
d’Urgenza, E.O. Ospedali “Galliera”, Genova
Marina SARTINI Dipartimento Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova
Gabriella PAOLI Dirigente Servizio Controllo di Gestione sulle Aziende Sanitarie-Dipartimento
Salute e Servizi Sociali, Regione Liguria
Carla DEBBIA Responsabile Servizio Epidemiologia Dipartimento Emergenza Accettazione, Istituto
Ricovero e Cura a Carattere Scientifico “G. Gaslini”, Genova
Federica ACCOMAZZO UO. SIA, Istituto Ricovero e Cura a Carattere Scientifico “G. Gaslini”,
Genova.
Pasquale DI PIETRO Coordinatore UOC Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza Pediatrica, Istituto
Ricovero e Cura a Carattere Scientifico “G. Gaslini”, Genova.
EMILIA-ROMAGNA
Marinella NATALI Servizio Sanità pubblica, Direzione generale Sanità e politiche sociali, Regione
Emilia-Romagna
Lamberto VENERI Responsabile Servizio di Prevenzione e sicurezza Ambienti di Lavoro UOPSAL,
Dipartimento Sanità Pubblica, Azienda USL della Romagna-Forlì
Emilio MARCHIONNI Responsabile Nucleo Epidemiologia del SISP, Dipartimento Sanità Pubblica,
AUSL Parma
Romana BACCHI Direttore di Dipartimento Sanità Pubblica, Azienda USL della Romagna-Forlì
Vittoria FABBRI Azienda USL della Romagna-Forlì
Paolo GHINI UOPSAL, Azienda USL della Romagna-Forlì
Emanuela ROCCA Servizio Igiene Pubblica, Distretto Sanitario di Fidenza, AUSL Parma
TOSCANA
Fabio VOLLER Dirigente Area Epidemiologia dei Servizi Sociali Integrati, Azienda Regionale Sanità
Toscana
Francesco INNOCENTI Osservatorio di Epidemiologia, Azienda Regionale Sanità Toscana
Alberto BARATTA Responsabile Dipartimento di Emergenza e Urgenza, ASL 1 Massa e Carrara
UMBRIA
Paola CASUCCI Dirigente responsabile Sistema Informativo e Mobilità Sanitaria, Direzione
Regionale Sanità e Servizi Sociali
Giulio AGOSTINELLI Servizio V - Sistema Informativo e Mobilità Sanitaria, Direzione Regionale
Sanità e Servizi Sociali
Enrica RICCI Dirigente responsabile UO Controllo di Gestione ASL 3 Umbria
Giorgio NICOLIC Responsabile Pronto Soccorso, Ospedale di Spoleto.
Annarita BUCCHI Dipartimento Prevenzione, ASL 3 Umbria.
Riccardo MARCOTULLI Servizio Informatico, ASL 3 Umbria.
MARCHE
Fabio FILIPPETTI Coordinatore Osservatorio Epidemiologico Regionale – Azienda Regionale di
Sanità, Regione Marche
Marco MORBIDONI Ufficio Osservatorio Epidemiologico, PS Osimo, Area Vasta 2 Ancona ASUR
Marche
Gianfranco MARACCHINI Ufficio Osservatorio Epidemiologico, PS Senigallia, Area Vasta 2
Ancona ASUR Marche
Giuliano TAGLIAVENTO Dirigente Funzione Sanità Pubblica, Servizio Salute, Regione Marche
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ABRUZZO
Adriano MURGANO Responsabile Ufficio Gestione Flussi Informativi - Servizio Gestione Flussi
Informativi, Mobilità e Emergenza Sanitaria – Direzione Politiche della Salute Regione
Abruzzo
Franca Chiola Dirigente DG - 13 - Gestione flussi informativi, mobilità sanitaria, procedure
informatiche e Emergenza Sanitaria
Ulisse MARTEGIANI Ufficio Gestione Flussi Informativi, Servizio Gestione Flussi Informativi,
Mobilità e Emergenza Sanitaria, Direzione Politiche della Salute Regione Abruzzo
Antonia PETRUCCI Ufficio Gestione Flussi Informativi, Servizio Gestione Flussi Informativi,
Mobilità e Emergenza Sanitaria, Direzione Politiche della Salute Regione Abruzzo
Rita ROSSI Direttore UO Pronto Soccorso dell’ospedale civile “San Liberatore” Atri, Teramo
M. Maddalena MARCONI Direttore Dipartimento di Prevenzione AUSL 4 Teramo
MOLISE
Roberto PATRIARCHI Referente Scientifico Progetto Sorveglianza Incidenti Domestici, Azienda
Sanitaria Regionale Molise
Ermanno PAOLITTO Responsabile Ufficio Piano Regionale della Prevenzione, Direzione Generale
per la Salute, Regione Molise
Vincenzo MELARAGNO EDP Molise Dati
SARDEGNA
Francesco FADDA Responsabile Pediatria di Comunità, ASL Nuoro
Francesco SAU Direttore Pronto Soccorso Ospedale “San Francesco” Nuoro
Antonietta MURRU Servizio Informativo Ospedaliero P.O. “San Francesco”, ASL Nuoro
Stefano LEDDA Ingegnere Servizio Sistema Informativo, osservatorio epidemiologico umano,
controllo di qualità e gestione del rischio, Assessorato
dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale, Regione Sardegna
Donatella CAMPUS Direttore Servizio Prevenzione Assessorato Igiene e Sanità e dell’Assistenza
Sociale, Regione Sardegna
Centri Pronto Soccorso Ospedaliero SINIACA-IDB
I Centri di Pronto Soccorso Ospedaliero partecipanti alle reti DATIS (DATi Incidenti Stradali), SINIACA
e INTEGRIS (INTEGRation of the Injury Statistics in the European Union) per le rilevazioni degli
incidenti ai fini dell’implementazione del JAMIE (Joint Action on Monitoring Injuries in Europe), sono:
‒ Periodo 2005-2010
Valle d’Aosta
Ospedale Generale Regionale “Umberto Parini” di Aosta (AO)
Veneto
Ospedale Civile di Dolo, Strutture ospedaliere ULSS 13 Mirano (VE)
Ospedale Civile di Mirano, Strutture ospedaliere ULSS 13 Mirano (VE)
Stabilimento Ospedaliero “Boldrini” Thiene (VI)
Stabilimento Ospedaliero “Camillo De Lellis” Schio (VI)
Presidio Ospedaliero di Vittorio Veneto, Ospedale ULSS 7 Pieve di Soligo (TV)
Presidio Ospedaliero di Conegliano, Ospedale ULSS 7 Pieve di Soligo (TV)
Liguria
Ente Ospedaliero Ospedali “Galliera” di Genova (GE)
Istituto “G. Gaslini” di Genova (GE)
Emilia Romagna
Presidio Ospedaliero Fidenza, San Secondo (PR)
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Ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì – Presidio Ospedaliero di Forlì (FC)
Ospedale di Forlimpopoli – Presidio Ospedaliero di Forlì (FC)
Ospedale “Nefetti” di Santa Sofia – Presidio Ospedaliero di Forlì (FC)
Toscana
Ospedale “S. Antonio Abate” di Fivizzano, Presidio ospedaliero della Lunigiana (MS)
Ospedale Civile “S. Antonio” di Pontremoli, Presidio ospedaliero della Lunigiana (MS)
Ospedale Civile di Carrara, Presidio Ospedaliero zona Apuana (MS)
Ospedale “SS. Giacomo e Cristoforo” di Massa, Presidio Ospedaliero zona Apuana (MS)
Umbria
Ospedale Civile “San Matteo degli Infermi”, Polo Ospedaliero di Spoleto (PG)
Marche
A.O. “San Salvatore” di Pesaro (PU)
Ospedale “SS. Benvenuto e Rocco” di Osimo (AN)
Ospedale di Senigallia (AN)
Ospedale “S. Maria della Pietà” di Camerino (MC)
Abruzzo
Ospedale Civile “S. Salvatore” di Aquila (AQ)
Ospedale Civile dello “Spirito Santo” di Pescara (PE)
Ospedali Riuniti “SS. Annunziata”di Chieti (CH)
Ospedale “G. Mazzini” (TE)
Ospedale Civile “S. Liberatore” di Atri (TE)
Molise
Presidio Ospedaliero “A. Cardarelli” di Campobasso (CB)
Ospedale “G. Vietri” di Larino (CB)
Ospedale “S. Timoteo” di Termoli (CB)
Ospedale “Ferdinando Veneziale” di Isernia (IS)
Presidio ospedaliero “San F. Caracciolo” di Agnone (IS)
Sardegna
Presidio Ospedaliero “San Francesco” di Nuoro (NU).
‒ Periodo 2011-2012
(gli ospedali contrassegnati con * registrano la variabile “oggetto/sostanza causa dell’incidente”)
Valle d’Aosta
Ospedale Generale Regionale “Umberto Parini” di Aosta (AO)*
PA Trento
Ospedale “ 3 Novembre” di Tione (TN)
Ospedale “Alto Garda e Ledro” di Arco (TN)
Ospedale di Cles (TN)
Ospedale “di Fiemme” di Cavalese (TN)
Ospedale “San Giovanni” di Mezzolombardo (TN)
Ospedale “ San Lorenzo” di Borgo Valsugana (TN)
Ospedale “Santa Maria del Carmine” di Rovereto (TN)
Presidio Ospedaliero “Santa Chiara” di Trento (TN)
Liguria
E.O. Ospedali “Galliera” di Genova (GE)*
Istituto “G. Gaslini” di Genova (GE)*
Emilia Romagna
Ospedale “Morgagni-Pierantoni” – Presidio Ospedaliero di Forlì (FC)*
Ospedale di Forlimpopoli (FC) – Presidio Ospedaliero di Forlì (FC)*
Ospedale “Nefetti” di Santa Sofia – Presidio Ospedaliero di Forlì (FC)*
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Umbria
Azienda Ospedaliera di Perugia (PG)
Ospedale di Perugia ASL2 (PG)
Ospedale “Branca” di Perugia (PG)
Ospedale di Città di Castello (PG)
Ospedale “San Giovanni Battista” di Foligno (PG)*
Ospedale “San Matteo degli infermi “ di Spoleto (PG)*
Azienda Ospedaliera di Terni (TR)
Ospedale di Narni-Amelia (TR)
Ospedale di Orvieto (TR)
Marche
Ospedale “SS Benvenuto e Rocco” di Osimo (AN)*
Presidio Ospedaliero di Senigallia (AN)*
Molise
Ospedale “San Timoteo” di Termoli (CB)*
Presidio Ospedaliero “A. Cardarelli” di Campobasso (CB)
Ospedale “G. Vietri” di Larino (CB)
Presidio Ospedaliero “San Francesco Caracciolo” di Isernia (IS)
Ospedale “Ferdinando Veneziale” di Isernia (IS)
Sardegna
Presidio Ospedaliero San Francesco di Nuoro*
Ospedale Civile di Sassari (SS)
Ospedale Civile di Alghero (SS)
Ospedale Marino Regina Margherita di Alghero (SS)
Ospedale A. Segni, di Ozieri (SS)
Presidio Ospedaliero Paolo Dettori di Tempio Pausania (OT)
Presidio Ospedaliero Paolo Merlo di La Maddalena (OT)
Presidio Ospedaliero Giovanni Paolo II di Olbia (OT)
Presidio Ospedaliero Nostra Signora della Mercede di Lanusei (OG)
Presidio Ospedaliero San Camillo di Sorgono (NU)
Presidio Ospedaliero A. G. Mastinò di Bosa (OR)
Presidio Ospedaliero San Martino di Oristano (OR)
Presidio Ospedaliero G.P. Delogu di Ghilarza (OR)
Presidio Ospedaliero Sirai di Carbonia (CI)
Presidio Ospedaliero Santa Barbara di Iglesias (CI)
Presidio Ospedaliero CTO di Iglesias (CI)
Presidio Ospedaliero San Giuseppe – di Isili (CA)
Presidio Ospedaliero Marino di Cagliari (CA)
Presidio Ospedaliero SS. Trinità – di Cagliari (CA)
Presidio Ospedaliero N.S. di Bonaria. (VS)
Presidio Ospedaliero San Marcellino di Muravera (CA)
Azienda Ospedaliera G. Brotzu di Cagliari (CA)
Azienda Ospedaliera Universitaria di Cagliari (CA)
– Dal 2013:
Ospedale S. Giovanni Bosco di Torino (TO)
Presidio Ospedaliero Fidenza-San Secondo (PR)
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Serie Rapporti ISTISAN
numero di luglio 2015, 2° Suppl.
Stampato in proprio
Settore Attività Editoriali – Istituto Superiore di Sanità
Roma, agosto 2015
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