VERSO
UNA NUOVA
LEGGE SULLA
DEMOCRAZIA DIRETTA
Aprile 2015
1
1
COMMITTENTI
Membri della prima commissione
legislativa del Consiglio della
Provincia autonoma di Bolzano
Magdalena Amhof, Brigitte Foppa,
Myriam Atz Tammerle (precedentemente Eva Klotz ), Ulli Mair, Josef
Noggler, Dieter Steger, Veronika
Stirner, Christian Tschurtschenthaler,
Alessandro Urzì
FACILITAZIONE PROCESSO
blufink – cooperativa sociale per
processi innovativi
Katharina Erlacher e Katherina
Longariva, in collaborazione con
Georg Senoner e Thomas Pichler
Foto: Consiglio della Provincia BZ & blufink
Grafica: Manuela Dasser
Traduzione: Monica Acherer
LISTA DEI/DELLE PARTECIPANTI
Ambiente Salute, Arbeitsgemeinschaft Lebenswertes Unterland,
Arbeitsgemeinschaft der Jugenddienste, ARCI, ASGB, Associazione di
promozione sociale e culturale ME-MMT, Gemeindebeirat der AusländerInnen von Bozen, AVS, Beirat für Chancengleichheit, Bürgerwelle, Centaurus,
CGIL - AGB, CLS, Consulta provinciale per l´immigrazione, Dachverband für
Natur und Umweltschutz, Dachverband für Soziales, Dt. Bildungsressort Politische Bildung, Eurac, Familienverband, Verein für Gemeinwohlökonomie,
Giovani Bolzanini, GIT – Banca etica, Handelskammer, Associazione
commercio turismo,Heimat Brixen, Heimatbund, Heimatpflege, HGV,
Hollawint, Iniziativa per più democrazia, Intergas, Curia, KVW, Landesbeirat
der Eltern, Landesbeirat der SchülerInnen (ted. e ital.), Legacoopbund,
Medianda, Rete per la partecipazione, Plattform Pro Pustertal, Politis,
Se non ora quando, SSG, Stiftung Ilse Waldthaler, Südtiroler Bildungszentrum,
Südtiroler Bäuerinnenorganisation, Unione agricoltori e coltivatori diretti
sudtirolesi, Unione giovani agricoltori e coltivatori diretti sudtirolesi, Asus,
Südtiroler Jugendring, Südtiroler Schützenbund, Südtiroler Wirtschaftsring,
Tangram, UIL - SGK, Umweltschutzgruppe Vinschgau, Assoimprenditori, UPAD,
USEB, Associazione dei liberi professionisti, Centro tutela consumatori, VSS;
CONTENUTI
Pagina | 4 - 5
Descrizione del processo –
per comprendere l’origine
delle dichiarazioni
Pagina | 6
Glossario redatto in collaborazione con esperti
legali del Consiglio Provinciale, Iniziativa
per Più Democrazia e Rete Partecipazione
– per utilizzare un linguaggio uniforme.
Pagina | 7 - 9
Commento dell’assistente al processo:
origine, sviluppo e accordo
CASA 1
dagli STRUMENTI DELLA DEMOCRAZIA
DIRETTA alla DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA
Pagina | 10 - 12
Commento dell’assistente al processo:
origine, opinioni divergenti e accordo
CASA 2
sulla composizione della COMMISSIONE,
L’ESCLUSIONE DI TEMI e gli strumenti di
DEMOCRAZIA DIRETTA
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Commento dell’assistente al processo:
origine, opinioni divergenti e accordo
CASA 3
su PROMOTORI E PROMOTRICI, LA
BARRIERA DELLE FIRME, il QUORUM
DI PARTECIPAZIONE, il TEMPO PER LA
RACCOLTA, i TERMINI VINCOLANTI,
sulle DATE DI VOTAZIONE ed il COINVOLGIMENTO DEL CONSIGLIO PROVINCIALE
Pagina | 16 - 18
Commento dell’assistente: origini,
accordo e questioni aperte
CASA 4
sul diritto di INFORMAZIONE,
TRASPARENZA e PARI OPPORTUNITA‘
DESCRIZIONE DEL PROCESSO
Noi moderatori/moderatrici abbiamo inteso l’incarico
conferito dalla commissione legislativa come segue:
„Ascoltare e documentare l’opinione di diversi rappresentanti di organizzazioni della società civile in merito
alla democrazia diretta in particolare e alla partecipazione dei cittadini in generale ed elaborare insieme a
loro delle proposte per la nuova legge.“
Non era espressamente scopo di questo processo
prendere delle decisioni o di giungere ad un‘ opinione
maggioritaria dei/delle partecipanti.
Per questo motivi si è rinunciato anche ad un invito
mirato dei/delle partecipanti, al fine di riunire un
campione rappresentativo della popolazione altoatesina. Ciò avrebbe comportato un onere organizzativo
impossibile da sostenere, considerati il budget minimale e i tempi stretti.
Associazioni ed organizzazioni della provincia sono
state pertanto invitate a partecipare ad un processo
di quattro fasi e ad investire complessivamente più di
dodici ore a persona per elaborare proposte da sottoporre alla commissione legislativa. Hanno aderito
all’invito più di 80 persone. Erano rappresentate quasi
tutte le associazioni economiche nonché una grande
varietà di associazioni sociali e culturali. Ogni organizzazione era chiamata ad inviare due rappresentanti, uno
dei quali doveva presentare un atteggiamento positivo
verso la democrazia diretta, l’altro invece un atteggiamento piuttosto scettico.
L’alto numero di partecipanti può essere considerato un
segnale importante dell’interesse dimostrato da parte
dei cittadini/delle cittadine a voler partecipare attivamente alle decisioni politiche.
A fronte di ciò va menzionata la scarsissima presenza
dei/delle rappresentanti politici/politiche eletti/e, fatto
che è stato constatato più volte con stupore e sconcerto
da parte dei/delle partecipanti.
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1. Workshop
Scopo del primo workshop era quello di avvicinare
i/le partecipanti all’argomento e di prepararli ad
una cultura del dialogo. Dovevano poi acquisire
consapevolezza su desideri e timori, aspettative
e pregiudizi.
In gruppi misti di sei persone è stato simulato lo
svolgimento di un referendum propositivo e di uno
abrogativo, dapprima secondo le leggi vigenti e poi
secondo la proposta di legge da parte dell’Iniziativa
per più democrazia. I due testi di legge sono stati
scelti per due motivi:
1 - il motivo politico: un testo era la legge
attualmente in vigore e la proposta di legge
doveva ancora essere discussa e deliberata
dal consiglio provinciale.
2 - il motivo di contenuto: entrambi i testi
descrivono sia un regolamento restrittivo sia
uno approfondito in merito alla procedibilità
degli strumenti della democrazia diretta.
In conclusione ogni partecipante è stato invitato
a predisporre per iscritto un riassunto del workshop secondo una scaletta predefinita.
3. Workshop
Scopo del terzo Workshop era, da un lato, elaborare
dei punti in comune e favorire l’avvicinamento di posizioni contrastanti e dall’altro sviluppare aspetti nuovi
ed integrativi.
Nell’ambito di due tavoli di confronto della durata di
ca. 60 minuti, i/le partecipanti avevano la possibilità
di discutere, organizzandosi pressoché autonomamente, in linea con il metodo open space.
I risultati dei primi tre workshop sono poi stati
raccolti e riassunti da parte dei/delle moderatori/
moderatrici.
4. Workshop
Scopo dell’ultimo workshop era quello di precisare e
integrare quanto scaturito dai workshop precedenti.
A questo scopo ad ogni partecipante è stato consegnata una copia del riassunto e a loro fu chiesto,
scambiandosi con il/la collega della propria organizzazione, di valutare e ponderare le singole dichiarazioni. Ognuno ha poi scelto una „casa“ nella quale nel
corso di un dialogo sono stati approfonditi gli aspetti
più importanti.
2. Workshop
2. Workshop
Scopo del secondo workshop era quello di stabilire le diverse posizioni dei/delle partecipanti in
merito alle varie fasi degli strumenti di DD, favorendo un interscambio di queste posizioni.
Le cinque fasi sono state analizzate in cinque
diverse „case“ (tavoli di confronto). La moderazione seguiva il modello dei “Rooms of Change” di
Claes Janssen, il quale prevedeva la suddivisione
in quattro prospettive.
Il documento seguente cerca di riportare in modo più
accurato e completo possibile i risultati del lavoro
svolto. Purtroppo molto di quello che è stato detto
e soprattutto l’atmosfera e lo sviluppo della cultura
del dialogo sono aspetti che difficilmente si possono
rendere in un documento scritto. Questa esperienza,
che forse è ancora più importante del risultato
documentato, rimane riservata a coloro che si sono
impegnati a partecipare ai quattro workshop.
1 - Soddisfazione con la situazione in essere:
cosa va mantenuto?
2 - Opposizione: Cosa disturba e non soddisfa
nella situazione attuale?
3 - Dubbi: quali sono le questioni e gli aspetti
ancora da chiarire?
4 - Innovazioni: Quali sono le nuove proposte da
valutare?
Nel corso dei quattro workshop molti/molte partecipanti erano consapevoli del fatto che il loro bagaglio di conoscenze non era sufficiente per elaborare
proposte convincenti per una regolamentazione
dettagliata di questa materia complessa. Quello che
comunque è emerso e che sarà illustrato in seguito
è l’orientamento di base dei/delle rappresentanti
della società civile in merito alla partecipazione dei
cittadini alle decisioni politiche. Sarà sicuramente
un contributo prezioso per la commissione legislativa quando sarà chiamata a trattare la materia nel
dettaglio.
Nel corso di quattro tavoli di confronto concatenati, in quattro „case“ diverse e in gruppi di
diversa composizione, i/le partecipanti avevano la
possibilità di uno scambio di opinioni. In questa
fase si intendeva evitare una discussione accesa
e favorire piuttosto l’ascolto e la comprensione
dell’altra opinione. Ne è scaturita una vasta
gamma di opinioni e proposte a confronto.
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GLOSSARIO
Petizione:
Ogni cittadino/a italiano residente in Alto Adige
e i cittadini di paesi UE residenti in Alto Adige
possono, secondo le competenze, sottoporre le
proprie esigenze di ordine generale (richiedere il
regolamento giuridico della materia) al consiglio
ovvero alla giunta provinciale e hanno diritto al
trattamento dell’argomento e ad una risposta
entro un termine prestabilito.
Referendum propositivo (iniziativa popolare)
Con un referendum propositivo i cittadini/le
cittadine hanno la possibilità di votare tramite
referendum per una legge (o una delibera) da
loro stessi elaborata. Il risultato del referendum
è vincolante per le istituzioni politiche.
Iniziativa popolare:
I cittadini possono elaborare una propria proposta
di legge e sottoporla (proporla) al consiglio
provinciale, il quale ha l’obbligo di trattare questo
disegno di legge. Può accoglierlo con o senza
modifiche, rifiutarlo oppure elaborarne uno
proprio. Non si darà corso ad un referendum.
Referendum confermativo
Con il referendum confermativo i cittadini
possono decidere se una legge emanata dal
consiglio provinciale (o una delibera della giunta
provinciale) deve entrare in vigore oppure no.
Referendum consultivo:
Il referendum consultivo può essere richiesto per
tutti i progetti rientranti nelle competenze del
consiglio o della giunta provinciale. Il risultato di
questo referendum non è vincolante.
Democrazia partecipativa
Modello di democrazia secondo il quale il maggior
numero possibile di persone diverse tra loro e
attualmente non partecipanti, vengono coinvolte
nei processi decisionali che interessano il maggior
numero possibile di settori della vita sociale e
politica. In questo processo vengono considerati
i diversi gradi di partecipazione che vanno dalla
semplice informazione fino ad arrivare ad una
estesa autoamministrazione.
Referendum abrogativo
(iniziativa popolare):
Con un referendum abrogativo i cittadini/le cittadine hanno la possibilità, tramite un referendum,
di abrogare una legge (o una delibera) esistente.
Il risultato del referendum è vincolante per le istituzioni politiche.
Democrazia, deliberativa
Modello democratico secondo il quale passa in
primo piano lo scambio di argomentazioni e le
persone coinvolte in una decisione, nel corso
di vasti processi di trattativa (il termine latino
„deliberare“ significa „ponderare“, „riflettere“),
illustrano i diversi aspetti della questione in
oggetto, per addivenire insieme ad una decisione
o quantomeno a una opzione di decisione.
¹ Per l’iniziativa popolare si conoscono le seguenti differenziazioni.
Iniziativa di ordinamento: il disegno di legge ha per oggetto la forma di governo
(ad esempio legge elettorale) della provincia. Iniziativa di legge: il disegno di legge
ha per oggetto una semplice legge o una norma di attuazione di una legge.
Iniziativa amministrativa: la proposta ha per legge la bozza di un atto amministrativo (delibera) di interesse provinciale. Iniziativa statutaria: il disegno di legge ha
per oggetto una proposta al consiglio regionale in merito alla modifica dello Statuto
di Autonomia ai sensi dell’art. 103, comma 2.
² Referendum In Italia questa nozione viene utilizzata per tutti i tipi di voto
plebiscitario e per questo motivo dà spesso luogo a una certa confusione. Originariamente ha il significato di „re-ferre„ vale a dire „riportare“. Le decisioni assunte
dai rappresentanti politici in parlamento venivano riportate al popolo, chiedendo
la sua approvazione. Solo con il consenso del popolo le decisioni potevano entrare
in vigore. Qui la nozione viene utilizzata proprio in questo senso (come nell’uso
giuridico svizzero)
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DICHIARAZIONI RESE NEI
WORKSHOP/OPINIONI DEI/
DELLE PARTECIPANTI
Gli argomenti sono stati ripartiti su quattro
case tematiche. Questa ripartizione ha seguito le modalità di un processo di democrazia
diretta. Gli argomenti sono stati integrati
con i temi informazione, trasparenza, pari
opportunità e democrazia partecipativa,
non previsti nell’attuale LP n. 11 del 2005.
Nel seguente riassunto abbiamo ripreso,
per quanto possibile, le formulazioni riportate sui flipchart da parte dei/delle partecipanti o dai/dalle moderatori/moderatrici nel
corso del workshop. Il nostro sforzo era teso
a riportare le diverse posizioni ed opinioni e a
rinunciare a una selezione e interpretazione
da parte nostra. Contiamo sulla comprensione del lettore/della lettrice se la leggibilità
e l’omogeneità stilistica ne dovessero aver
risentito per questo motivo. 7
>>
CASA 1
Dagli STRUMENTI DELLA
DEMOCRAZIA DIRETTA alla
DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA
In seguito si è discusso su vantaggi e svantaggi del
referendum consultivo nonchè sui referendum abrogativi
e su quelli propositivi.
Le dichiarazioni di base rese dai partecipanti al dibattito
sono state sorprendentemente simili in entrambi i giri
di discussione. Sia nel primo che nel secondo giro si è
posto l’accento sulla necessità di una disciplina che
regoli anche la democrazia partecipativa.
Pertanto nel quarto workshop abbiamo trasformato la
Casa 1 nel luogo di dibattito „Democrazia partecipativa“.
Gli strumenti della democrazia diretta sono stati
trattati nella Casa 2, assieme ai temi di esclusione e alla
distribuzione della commissione.
Nel corso del quarto Workshop è stata raggiunta
un’intesa su importanti dati salienti per il terzo
pilastro della democrazia: la democrazia deliberativa,
partecipativa.
Questa casa è partita nel secondo workshop con la
discussione sugli strumenti della democrazia diretta.
I risultati sono stati fissati sulla base di quattro
prospettive. In questo contesto ci sono state alcune
dichiarazioni che ritenevano insoddisfacente la
disciplina attuale. Ci sarebbe troppo poco margine di
azione per gli strumenti della democrazia diretta e i
diversi effetti di questi strumenti non sarebbero chiari.
Soprattutto sono stati messi in discussione gli elementi
della consultazione popolare e del referendum
confermativo come proposti dalla Iniziativa per
più Democrazia. La richiesta di fondo, chiaramente
desumibile, era l’introduzione di processi deliberativi,
partecipativi e la loro regolamentazione per legge.
Nel terzo workshop, partendo dai punti cardine del
secondo workshop, sono state affrontate due tematiche.
Nel primo giro di discussione i partecipanti si sono
confrontati sul tema “Modelli di partecipazione”.
Patecipanti al quarto workshop
KVW – Andreas Lamprecht
Eurac – Elisabeth Alber
Südtiroler Jugendring – Kevin Hofer
Iniziativa per più democrazia – Erwin Demichiel
Heimat Brixen, Pro Alt Vor – Hans Hofer
Rete per la partecipazione – Sabina Frei
Rete per la partecipazione – Bernd Karner
Commissione provinciale
per le pari opportunità – Anna Rastner
Commissione provinciale
per le pari opportunità – Franca Toffol
Südtiroler Schützenbund – Franz Josef Roner
Facilitatrice – Katharina Erlacher
8
Partecipazione
3 - la qualità dei processi partecipativi è data
dalla loro apertura ad ogni tipo di soluzione;
4 - elementi partecipativi possono essere utilizzati in aggiunta, come parte del processo, o in
sostituzione di votazioni di democrazia diretta
o anche dopo;
5 - devono essere previsti processi e metodi al
fine di coinvolgere i cittadini in processi deliberativi PRIMA della decisone politica;
6 - se non si raggiunge un accordo si svolgerà
la procedura di votazione. I risultati di processi
partecipativi devono essere accolti ovvero
concretizzati dal consiglio provinciale. Se ciò
non avviene si deve procedere ad un referendum
obbligatorio.
Accordo
In generale
Il gruppo si è accordato sul fatto che
1 - occorrono modelli di partecipazione;
2 - questi processi vanno svolti sistematicamente
e periodicamente, soprattutto prima di scrivere
delle leggi.
Partecipanti al processo partecipativo
Il gruppo si è accordato sul fatto che
1 - ai processi partecipativi dovrebbero
partecipare non solo gli aventi diritto al voto,
ma tutti i residenti, anche i giovani minorenni in
riferimento alla legge regionale del 22 dicembre
2004, n. 7, «Riforma dell’ordinamento delle autonomie locali », art. 1, comma 2 n. 1-ter;
2 - dovrebbero partecipare non solo i/le
rappresentanti di interessi, ma tutti coloro che
hanno un interesse costruttivo alla relativa
tematica. L’ interesse si intende quindi orientato alle esigenze e ai fabbisogni e non solo alle
persone direttamente coinvolte;
3 - bisogna evitare che processi partecipativi vengano dominati da lobbisti o che si
assista ad una mera spaccatura in due frazioni;
4 - devono essere considerati diversi livelli,
ad esempio per quale territorio di riferimento
è rilevante la tematica e di chi è la competenza
(comune, comprensorio, provincia ecc.).
Disciplina della democrazia partecipativa
Accordo
In generale
Il gruppo si è accordato sul fatto che
1 - va emanata una legge sulla partecipazione di
cittadini e cittadine che disciplina nel complesso
sia la democrazia diretta sia la democrazia deliberativa;
2 - la democrazia diretta deve svolgere un ruolo
di garante dei processi partecipativi;
3 - i processi partecipativi vanno utilizzati sia
autonomamente sia come arricchimento in
abbinamento alla democrazia diretta.
Interlocutori/interlocutrici e periti
Il gruppo si è accordato sul fatto che
1 - per l’elaborazione della legge bisogna avvalersi
del supporto di periti quali Eurac, Rete Partecipazione e Südtiroler Jugendring.
Punto di riferimento
Il gruppo si è accordato sul fatto che
1 - va istituito un punto di riferimento indipendente per la partecipazione di cittadini e cittadine (sul modello del “Büro für Zukunftsfragen
Vorarlberg”).
2 - Che gli iniziatori/le iniziatrici possono rivolgersi a questo punto di riferimento per ottenere
delucidazioni e una consulenza specifica, ad
esempio una perizia tecnica.
Processi partecipativi
Accordo
In generale
Il gruppo si è accordato sul fatto che
1 - devono essere comunicati in modo chiaro gli
scopi di ciascun strumento di democrazia diretta
e dei processi partecipativi. Ogni interessato/a
(il termine interesse è stato specificato nel paragrafo precedente) deve conoscere a fondo gli
obblighi e le ripercussioni del processo partecipativo;
2 - la tematica ed i quesiti devono essere posti in
forma chiara (comprensibile a tutti), esatta e concisa.
Iniziativa
Il gruppo si è accordato sul fatto che
1 - deve sussistere un diritto di iniziative per la
società civile organizzata e non organizzata;
2 - I processi partecipativi devono essere avviati
o a partire da un determinato volume di investimenti oppure su incarico di determinati cittadini/cittadine o mandatari e che va comunque
assicurato il loro finanziamento.
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CASA 2
Sulla composizione della COMMISSIONE,
l’ESCLUSIONE DI TEMI e gli STRUMENTI
DELLA DEMOCRAZIA DIRETTA
l’argomento “temi” non poteva essere approfondito.
I/le partecipanti ai quattro workshop presentavano
diverse conoscenze preliminari e potevano contare anche
su diverse conoscenze specifiche.
Sia l’argomento Strumenti sia quello della Commissione
è stato fortemente caratterizzato da concetti giuridici,
pertanto nella discussione si trattava di bilanciare il
disequilibrio di conoscenze preliminari e di dar luogo ad
una discussione alla pari. Il contenuto di questi temi ha
attratto sia sostenitori/sostenitrici che scettici e le poche
concordanze sono state raggiunte dopo dibattiti in parte
equilibrati, in parte accesi.
Dopo il quesito basilare sugli strumenti della DD (Casa
1 - Workshop 2) nella Casa 2 si è svolta l’analisi della
commissione e delle tematiche che potevano essere
oggetto di uno strumento della DD.
Nel terzo workshop nella seconda casa dovevano essere
approfonditi gli argomenti “commissione” e “temi”.
Vista la nuova suddivisione delle singole tematiche
dovevano essere approfonditi anche gli strumenti
della DD. Questa tematica ha evidenziato nuovamente
presso i/le partecipanti del quarto workshop nella casa
2 l’esigenza di una discussione approfondita. Il tempo
limitato a disposizione ha consentito l’approfondimento
dei soli argomenti “strumenti” e “commissione”, mentre
Partecipanti al quarto workshop
Bürgerwelle Südtirol - Hubert Comploi
VSS - Günther Andergassen
Legacoopbund - Elisabeth Kostner
Unione albergatori e pubblici esercenti - Thomas Gruber
Unione commercio turismo - Christoph Rainer
Südtiroler Wirtschaftsring - Alexandra Silvester
Memmt.Info - Thomas Vaglietti
USEB - Loris Molin Pradel
Iniziativa per più democrazia - Stephan Lausch
Umweltschutzgruppe Vinschgau - Greti Egger
Südtiroler Bildungszentrum - Anton von Walther
Facilitatore – Thomas Pichler
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Commissione
verifica spettava al tribunale e non alla commissione. In questo ambito è stato anche discusso se e
in quale misura la commissione dovesse avere anche
una funzione consultiva. Se, ad esempio, dovesse
fare presente ai partecipanti eventuali contrasti con
la costituzione. Alla fine la funzione consultiva della
commissione non venne presa in considerazione, in
quanto in quel caso perderebbe la sua neutralità. I/le
partecipanti erano del parere unanime che un organo
consultivo abbia un’importanza primaria. In questo
modo si potevano risparmiare risorse.
Sia la LP 11/2005, sia la proposta di legge della Iniziativa per più democrazia, nel frattempo respinta,
prevedono una „ Commissione per i procedimenti
referendari“ (Art. 8 LP 11/2005) ovvero una „Commissione per la valutazione dell’ammissibilità della
proposta). (Art. 4 Disegno di legge provinciale sulla
democrazia diretta). Si trattava ora di verificare come
doveva essere composta questa commissione e quali
mansioni affidarle.
Accordo
Pertanto il gruppo si è accordato sul fatto che
la commissione doveva verificare che la proposta
dal punto di vista contenutistico risulti conforme
alla Legge sulla Democrazia Diretta. (ad esempio
che non presenti uno dei temi esclusi ecc.).
a - Composizione
Le posizioni sulle quali entrambe le „frazioni“ si
sono soffermate, all’inizio riguardavano soprattutto
la funzione dei membri della commissione. Da un
lato si vedeva nei giudici le uniche persone adatte a
queste mansioni, dall’altro si intendeva formare la
commissione anche con diverse „personalità della
vita pubblica”. Si trattava dunque di spostare il focus
dalle funzioni dei membri ai requisiti che questi
dovevano possedere. Da questo punto di vista il gruppo
poteva dunque elaborare alcuni criteri che garantivano
la competenza specifica della commissione ma d’altro
canto consentivano a tutte le persone di diventare
membri della commissione.
Minoranza
Un piccolo gruppo di partecipanti desidera affidare
alla commissione anche la verifica della conformità
alla costituzione italiana e alle direttive UE.
Strumenti della democrazia diretta
Accordi
Il gruppo dei/delle partecipanti al quarto workshop
nella seconda casa si sono accordati sul fatto che
i membri della commissione dovevano presentare i
seguenti requisiti:
1 - presentare una formazione tecnica e giuridica;
2 - essere neutrali;
3 - essere indipendenti politicamente. Su questo
punto la discussione è stata molto intensa.
Venne sollevata la domanda se non tutte le
persone della società siano politicamente
„dipendenti“; per definire la nozione di indipendenza politica il gruppo si è accordato sulla
imparzialità ai sensi dell’art. 30 LP 17/1993).
La LP n. 11/2005 prevede i seguenti strumenti di DD:
iniziativa popolare; referendum abrogativo, referendum propostivo e refendum facoltativo consultativo. La LP Nr. 10/2002 prevede in alcuni settori il
referendum confermativo.
Il disegno di legge provinciale per la democrazia
diretta prevede invece, oltre agli strumenti appena
citati, anche la petizione, l’iniziativa comunale e il
referendum in parti della provincia
Come già citato all’inizio, da un lato vi era l’esigenza di
informazione sugli strumenti della democrazia diretta
stessa e dall’altro una grande esigenza di discussione sui pro e contra di ciascun strumento. E stato
discusso su quali strumenti introdurre e quali no. Quali
presupposti dovevano sussistere per i singoli strumenti e come utilizzare i singoli strumenti era oggetto
di discussione nelle altre case e quindi questi aspetti
non sono stato trattati in questa sede.
Alcuni/alcune partecipanti erano del parere che ai
cittadini/alle cittadine andavano messi a disposizione
tutti gli strumenti; dovevano, infatti, avere la possibilità di utilizzare uno degli strumenti a seconda delle
esigenze. Questa apertura era considerata ancora più
importante della previsione di strumenti partecipativi.
Una parte del gruppo intendeva mettere a disposizione dei cittadini/delle cittadine solo alcuni strumenti concreti.
Questione aperta
Al quesito sul numero di membri della commissione
non è stata trovata una risposta univoca. Mentre la
maggioranza dei/delle partecipanti ritenevano sufficienti tre membri, una piccola minoranza preferiva
dotare la commissione di cinque membri.
b - Mansioni
Accesa è stata la discussione su quali mansioni
affidare alla commissione. Considerato il fatto che
l’esecuzione di un referendum propositivo costa
svariati milioni di euro, una parte dei/delle partecipanti richiedeva che la commissione doveva valutare
la conformità della proposta alla costituzione italiana
e alle direttive UE anche dal punto di vista contenutistico. Questa richiesta è stata rifiutata da una parte
dei/delle partecipanti, dato che a loro parere questa
Accordo
Il gruppo si è accordato sul fatto che nella nuova
legge dovevano essere previsti i seguenti strumenti di
democrazia diretta:
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1 - Il referendum propositivo e abrogativo
2 - La proposta di iniziativa popolare
3 - Il referendum confermativo
Minoranza
Il senso di un referendum consultivo non è stato
condiviso da tutto il gruppo. Visti gli alti costi previsti
per l’esecuzione (secondo informazioni dell’Ufficio
Legale del Consiglio ca. tre milioni di euro), una parte
del gruppo ha rifiutato questo strumento. Una maggioranza intende mettere a disposizione dei cittadini /
delle cittadine anche il referendum consultivo.
Temi
Il tempo a disposizione e l’accesa discussione sugli
strumenti di democrazia diretta hanno impedito la
trattazione dell’argomento „Temi“. La seguente analisi
si appoggia dunque sui risultati del secondo workshop, al quale hanno partecipato anche altri/altre
partecipanti.
Il gruppo di partecipanti al secondo workshop nella
seconda casa era composto in maniera similare a
quello del terzo workshop. Le dichiarazioni quindi,
anche se non discusse appieno, possono essere
benissimo rispecchiate su questo gruppo.
Accordo è stato raggiunto sul fatto che tutti i temi,
sui quali può deliberare il consiglio provinciale,
possono essere anche oggetto degli strumenti di
DD. La tutela delle minoranze e dei diritti umani
nonché leggi fiscali non devono esserne oggetto.
Si possono evidenziare le seguenti dichiarazioni:
„Se tutte le posizioni politiche possono essere
impugnate, sussiste insicurezza legale“,
„acconsentire comunque ad atti amministrativi più
voluminosi“ e „ci deve essere la possibilità di non
rieleggere delibere della giunta provinciale“
„non votare tramite atti amministrativi le limitazioni
a leggi“
„ammettere possibilmente un gran numero di temi:
mantenere la possibilità di sfruttare al massimo i
margini previsti dalle leggi “ e „si può deliberare anche
sugli stipendi ai politici“
„Recall Right: così i mandatari possono essere esonerati “
„tutto quello che decide la giunta provinciale“
„dichiarazioni di interesse comune (interesse sufficiente tramite firme)“
12
CASA 3
Sui PROMOTORI, la BARRIERA DELLE FIRME, il
QUORUM DI PARTEICPAZIONE, i TEMPI DI RACCOLTA
e TERMINI VINCOLANTI, su DATE DI VOTAZIONE e il
COINVOLGIMENTO DEL CONSIGLIO PROVINCIALE
Pertanto il dialogo all’inizio è stato molto difficile e
caratterizzato in larga misura da timori e diffidenza. Da
una parte c’era il timore che un aumento incontrollato
dei referendum provocasse il blocco di qualsiasi novità e
delle decisioni politiche in generale.
Dall’altra parte sussisteva il timore che barriere
troppo elevate potessero impedire i referendum, com’è
attualmente il caso.
Nel corso dei tre workshop il trattamento degli argomenti
si è svolto in un clima sempre più sereno e si è raggiunto
un accordo su diversi aspetti.
E‘ stato soprattutto raggiunto un accordo sul fatto
che si dovesse garantire in modo trasparente il senso
di un referendum tramite un giusto equilibrio tra
numero richiesto di firme e quorum. In nessun caso
la procedibilità doveva essere intralciata da barriere
burocratiche. Dovevano invece essere utilizzati tutti
i mezzi elettronici a disposizione per agevolare sia la
raccolta delle firme che l’esercizio del diritto di voto.
In questa casa sono state discusse prevalentemente
delle regolamentazioni che dovrebbero garantire che i
temi di un referendum siano importanti per una grande
parte della popolazione e che le decisioni popolari
vengano prese da una maggioranza rappresentativa di
cittadini / cittadine.
Le opinioni dei / delle partecipanti erano e sono
rimaste contrastanti. La differenza sostanziale nelle
posizioni, da quanto abbiamo potuto osservare, stava
nell’atteggiamento di base rispetto allo strumento
di democrazia diretta. Se gli uni consideravano il
referendum popolare come un correttivo alla democrazia
rappresentativa in casi eccezionali, per gli altri era
piuttosto una parte integrante del processo decisionale
politico.
I/le rappresentanti del primo gruppo sono soprattutto
da associare a quelle organizzazioni, che grazie alla loro
struttura sono già adesso ben integrate nel processo
decisionale politico. I/le rappresentanti del secondo
gruppo si sentono invece esclusi/e dalle decisioni
politiche e cercano nella democrazia diretta una
possibilità di contribuire attivamente.
In seguito utilizziamo il referendum come termine
generico per tutti gli strumenti di democrazia diretta.
Partecipanti al quarto workshop
AG Lebenswertes Unterland – Manfred Weger + Erika Rinner
Sovrintendenza scolastica tedesca – Walter Pichler
Gemeinwohl Ökonomie Verein – Susanne Singer
Camera del commercio – Georg Lun
Unione commercio e tursimo – Willy Vontavon
Legacoopbund – Heini Grandi
SBJ – Hannes Dosser + Cecilia Mittellberger
SH ASUS – Martin Fink
Südtiroler Bäuerinnenorganisation – Helga Lantschner
Umweltschutzgruppe Vinschgau – Ingrid Karlegger
Assoimprenditori – Nikolaus Tribus
VSF – Andreas Widmann
Facilitatore – Georg Senoner
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Promotori
legale facoltativa e gratuita da parte dell’ufficio legale
(vedi anche casa 1).
Il gruppo si è accordato sul fatto che
Un comitato di venti promotori/promotrici può
sottoporre la richiesta di un referendum.
Alcuni sono del parere di richiedere un numero congruo
di firme per garantire un’opinione rappresentativa.
Se tutti le posizioni politiche possono essere
impugnate troppo facilmente, sussiste insicurezza
legale.
La regolamentazione vigente di 13.000 firme in 4 mesi è
giustificata.
Accordo
Termini vincolanti e date
Accordo
Il gruppo si è accordato sul fatto che
1 - non possono essere eseguiti dei referendum sei
mesi prima di elezioni provinciali e che solo un
mese dopo le elezioni provinciali si può iniziare
con la raccolta di firme.
Altri fanno notare che 4 mesi sono troppo pochi anche
per 8.000 firme.
Meno tempo per la raccolta di firme significa meno
tempo per informazioni e dibattiti.
La raccolta di firme deve svolgersi entro un orizzonte
temporale gestibile ma comunque sufficiente di 5-6 mesi.
2 - per i referendum, fuori dai termini vincolanti,
devono essere previste quattro date fisse.
Coinvolgimento del consiglio provinciale
Motivazioni e altre opinioni e proposte
I termini vincolanti devono impedire che i referendum
vengano utilizzati per la campagna elettorale e che la
campagna elettorale venga focalizzata su un unico tema.
Accordo
Il gruppo si è accordato sul fatto che:
Il consiglio provinciale può mettere al voto una
controproposta alla richiesta dei promotori/delle
promotrici. Non deve comunque essere possibile
impedire il referendum con un emendamento alla
legge.
Alcuni considerano un problema anche i referendum
prima di elezioni politiche, europee e comunali.
Altri invece sono favorevoli al cumulo per contenere i
costi. Per motivi organizzativi il cumulo pare comunque
problematico.
Sul punto perché e come un referendum possa inficiare
una campagna elettorale non tutti sono d’accordo.
Motivazioni e ulteriori opinioni e proposte
Il cittadino deve poter decidere tra valide alternative.
Si devono valutare anche più proposte alternative
tramite il „consenso sistemico“.
Raccolta e numero di firme
Accordo
Il gruppo si è accordato sul fatto che
1 - La raccolta delle firme deve essere agevolata.
Deve essere sicura, tracciabile, veloce, digitale
e il meno burocratica possibile. La raccolta di
firme non deve essere una barriera artificiale.
2 - Che il numero di firme necessarie deve essere
adeguato al mandato plenario all’ultima elezione
provinciale. Per i referendum consultivi il numero
di firme richieste deve essere più basso.
Quorum
In merito al quorum non si è giunti ad un accordo, ma
almeno ad un avvicinamento: I/le partecipanti alla
discussione hanno espresso le seguenti posizioni e
motivazioni:
Quorum zero:
4 partecipanti – per supportare la partecipazione
politica dei cittadini – la barriera viene già eretta con
il numero di firme.
Motivazioni ed ulteriori opinioni e proposte
L’attuale modalità di raccolte delle firme è praticamente ineseguibile.
Devono essere raccolte troppe firme in un lasso di
tempo troppo esiguo.
L’autentificazione ai sensi dell’attuale legge è troppo
complessa.
Quorum di 20% voti favorevoli:
1 partecipante – affinché coloro che non si
esprimono non possano influire sul risultato.
Quorum 25% voti favorevoli:
1 partecipante – la soluzione si è dimostrata valida
a Bressanone.
La raccolta di firme deve essere possibile sia in
comune, sia sulla strada. Sindaci/sindache devono
poter delegare l’autentificazione a diverse persone.
E‘ necessaria la raccolta di firme elettronica con la
carta del cittadino.
La raccolta di firme non deve essere soggetta ad alcuna
tassa comunale (TOSAP).
Per una richiesta redatta va garantita una consulenza
Quorum 25% voti favorevoli:
2 partecipanti – come compromesso accettabile.
Quorum 25-30% voti favorevoli:
2 partecipanti – affinché decida una parte rilevante
della popolazione.
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Quorum 40% dei partecipanti:
3 partecipanti – perchè va bene così com‘è – perché
è la soluzione più sostenibile – perché giustifica la
democrazia rappresentativa.
Alcuni preferiscono il quorum di voti favorevoli a quelli
dei partecipanti. A seconda della formulazione del
quorum di voti favorevoli vale come riferimento (100
%) il numero di aventi diritto al voto o anche il numero
di elettori alle passate elezioni provinciali. In caso di
referendum con un quorum di voti favorevoli del 25%
degli aventi diritto significa, che un quarto degli aventi
diritto deve essere favorevole alla proposta, altrimenti
questa viene considerata come non accettata.
A prescindere da ciò ovviamente devono risultare più
SI che NO per poter accettare la proposta.
Motivazioni e ulteriori opinioni e proposte
Sostenitori di un quorum più elevato
A parere dei sostenitori / delle sostenitrici di un quorum
più elevato, il quorum ha lo scopo di garantire che una
decisione venga sostenuta da una maggioranza della
popolazione.
Il quorum deve rispecchiare la rilevanza dell’argomento
per la popolazione.
Il quorum difende il diritto del cittadino di delegare
quesiti complessi ad esperti scelti.
Il quorum fornisce un incentivo alla responsabilità dei
promotori, di portare al voto delle richieste che sono
rilevanti per la popolazione.
Alcuni esprimono il timore che ogni progetto possa
essere impedito da una minoranza.
Con un quorum basso una piccola minoranza decide su
argomenti che riguardano l’intera popolazione.
La democrazia diretta deve essere un correttivo e non
un sostituto della democrazia rappresentativa.
Per agevolare la partecipazione devono essere rese
possibili diverse modalità di voto, come ad esempio
il voto per lettera e il voto tramite internet.
Andrebbero installate delle urne elettroniche, affinché
il voto diventi più conveniente e veloce, ci sia bisogno
di meno sezioni e si arrechi meno disturbo alle scuole.
Acceso è stato il dibattito sulla richiesta di lasciare
accedere al referendum i sedicenni.
I sostenitori sottolineavano l’esperienza positiva nel
coinvolgimento dei giovani in dibattiti politici. I contrari
erano dell’opinione che la piena capacità giuridica sia
il presupposto per avere il diritto al voto.
Sostenitori di un quorum basso o zero
Il quorum non deve impedire la possibilità di un
referendum.
La storia insegna: il quorum impedisce il voto referendario.
Accordo su aspetti parziali e aspetti integrativi
Il gruppo si è accordato sul fatto che:
1 - devono essere previsti processi e metodologie
tali da coinvolgere attivamente i cittadini nella
formazione dell’opinione prima della decisione
politica.
2 - Il quorum deve essere fissato in modo tale
da non impedire il referendum con l’astensione.
3 - Il quorum andrebbe differenziato a seconda
dello strumento. In caso di referendum non
vincolanti il quorum dovrebbe essere più basso.
4 - va sostenuta la formazione politica e che la
democrazia diretta va provata nella scuola.
Non serve un quorum in quanto anche l’astensione
viene equiparata ad un voto.
Un quorum elevato incentiva le campagne di boicottaggio con l’invito „non ci andate“.
Con un quorum elevato i voti contrari e le astensioni si
mescolano.
Un quorum basso incentiva la partecipazione della
popolazione a decisioni politiche.
La letteratura documenta: più basso il quorum, più alta
la partecipazione della popolazione alla vita politica.
Nei paesi senza quorum la partecipazione ai
referendum e simile a quella registrata alle elezioni
politiche.
Con quorum bassi decidono persone che si sono
dedicate intensamente all’argomento.
Proposte alternative ed integrative
Alcuni sono del parere che raccolta delle firme e
quorum devono essere armonizzati tra di loro.
La barriera deve essere eretta non alla fine del
processo, con un quorum elevato, ma all’inizio.
Altri sostengono che quorum e raccolta di firme devono
essere giustificati uno indipendentemente dall’altra. Le
firme raccolte garantiscono che un numero sufficiente
di cittadini/cittadine sia interessato all’argomento.
La logica del quorum è invece quella di impedire un
referendum.
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CASA 4
Sul DIRITTO DI INFORMAZIONE,
TRASPARENZA e PARI OPPORTUNITA’
metodologici, altri aspetti principali devono ancora
essere chiariti ed approfonditi.
Il gruppo è dell’opinione che la nuova Legge sulla
Democrazia diretta debba tenere in considerazione
l’argomento di questa casa per consentire un
procedimento trasparente e alla pari.
Un’ informazione equilibrata, comprensibile per
tutti i cittadini deve essere a disposizione in tutte e
tre le lingue della provincia. Una proposta concreta
è l’opuscolo di voto, il quale comprende anche
l’indicazione trasparente delle fonti finanziarie die
promotori/delle promotrici e degli oppositori. Devono
essere disponibili sufficienti mezzi finanziari per
l’intero processo. Le finanze non devono rappresentare
un fattore limitativo.
La legge vigente non prevede indicazioni su come
gestire informazioni, trasparenza e pari opportunità
nel processo di democrazia diretta. I/le rappresentanti
di organizzazioni ed associazioni nella casa 4 ovvero
5 (workshop 2 e 3) si sono espressi chiaramente sul
fatto che la nuova legge sulla democrazia diretta
deve disciplinare informazione, trasparenza e pari
opportunità.
Dato che si tratta di un argomento nuovo la
discussione era caratterizzata da un’analisi attuale,
proposte concrete, scambio di esperienze, soprattutto
al di fuori dall’Alto Adige, e dal confronto con il disegno
di legge dell’Iniziativa per più democrazia.
Il piccolo gruppo ha raggiunto un consenso sugli
aspetti principali più rilevanti. In parte sono già state
presentate delle proposte concrete per approcci
Partecipanti al quarto workshop
Plattform Pro Pustertal - Christine Baumgartner
Ilse Waldthaler Stiftung – Marco Tavernar
Iniziativa per più democrazia – Silvia Mair
CGIL - AGB – Doriana Pavanello
Ambiente Salute - Argante Brancalion
Katholischer Familienverband - Julia Obkircher
Katholischer Familienverband - Edith Reifer
Verein Gemeinwohlökonomie - Bernhard Oberrauch
Öffentliche Bedienstete im ASGB – Christian Olivo
SH ASUS - Fabian Frener
Consulta Provinciale Immigrati - Erjon Zeqo
Dachverband für Soziales - Simonetta Terzariol
Dachverband für Soziales - Dorotea Postal
Medianda - Karl Tragust
Facilitatrice - Katherina Longariva
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Informazione
5 - il team redazionale per l’opuscolo di voto deve
essere discolcato nel consiglio provinciale ed
essere composto pariteticamente da promotori/
promotrici e oppositori/oppositrici.
Accordo
Il gruppo si è accordato sul fatto che
1 - l’informazione deve essere, completa, equilibrata,
chiara, breve e comprensibile;
2 - l’informazione deve essere al di sopra dei partiti
e non polarizzare;
3 - l’informazione differenziata per target deve
essere elaborata dalle relative associazioni di interesse (giovani, persone con disabilità/limitazioni);
4 - va garantito il diritto di visione ed un accesso
semplice a tutti i documenti (pubblici) riguardanti
l’argomento del voto;
5 - I cittadini/le cittadine vanno informati/e attraverso canali diversi, anche tramite media locali.
6 - Prima di ogni voto devono aver luogo obbligatoriamente delle manifestazioni pubbliche, con pro
& contra, che sono supportate finanziariamente e
dal punto di vista organizzativo;
7 - la legge deve prevedere sufficienti mezzi finanziari per consentire senza problemi il lavoro di
informazione e l’intero processo.
Motivazioni ed ulteriori opinioni e proposte
La proposta, che nel team redazionale possa essere
accolta anche una „terza persona“, non è stata accettata, in quanto è stato espresso il timore che l’oggettività di un „TERZO“ non sia possibile e quindi diventa
un formatore di opinioni. Sono state elaborate le
seguenti due proposte:
1 - La scelta della terza posizione deve essere
motivata. Facoltativamente ci può essere un terzo
se questo è stato scelto di comune accordo tra le
due parti.
2 - Il terzo non serve.
L’opuscolo di voto deve contenere tre sezioni: sostenitori/
sostenitrici, oppositori/oppositrici ed amministrazione.
Vanno elencate altre fonti di informazione.
Analisi SWOT delle proposte: punti di forza, di debolezza,
opportunità, rischi.
Motivazione e opinioni e proposte integrative
La maggioranza è dell’opinione che un importo sufficiente deve essere destinato a procedimenti di democrazia diretta, per non dover cercare i mezzi finanziari
per ogni singolo procedimento.
Ai promotori/alle promotrici va garantito un sostegno
finanziario, ad es. per ogni firma raccolta.
Il budget va utilizzato in modo sensato, quando ce n’è
bisogno.
Deve essere garantito che ogni cittadino/ogni cittadina riceva l’opuscolo di voto 1 mese prima della data
del voto.
É importante che venga inserita l’informazione sull’oggetto delle votazioni da parte di un organismo terzo
(comitato tecnico, non politico, esperti ) oltre alle posizioni favorevoli e contrarie.
I cittadini vanno informati anche tramite i media locali,
affinché ci sia un’ulteriore garanzia di informazione e
chiarimento.
Trasparenza e pari opportunità
Accordo
Lavoro di sensibilizzazione/formazione politica
Parallelamente al lavoro di informazione va messo
a disposizione anche un budget per il lavoro di sensibilizzazione, per favorire la formazione politica nella
provincia, ad es. nelle scuole.
Il gruppo si è accordato sul fatto che
1 - deve essere obbligatoria la pubblicazione delle
fonti finanziarie di sostenitori/sostenitrici ed
oppositori/oppositrici di un voto;
2 - deve essere garantita la trasparenza su ammontare e provenienza delle spese pubblicitarie dei
diversi gruppi di interesse, pubblicando queste
informazioni nell’opuscolo di voto e online.
3 - Va creato un meccanismo per un limite massimo
di campagna. Ci deve essere un limite e una
proporzione definita dai promotori.
4 - che 48 ore prima del voto non ci devono essere
interferenze di tipo politico, mediatico, pubblico;
5 - deve essere garantita la par conditio per inserzioni pubblicitarie. I media devono garantire
condizioni e prezzi uguali;
6 - vanno previsti un controllo della par conditio
anche per i media di stampa nonché delle
sanzioni in caso di violazione della par conditio.
Opuscolo di voto
Accordo
Il gruppo si è accordato sul fatto che
1 - ci deve essere un opuscolo di voto uniforme,
spazio uguale per i PRO ed i CONTRA, informazioni
in tutte le lingue della provincia;
2 - tutti i cittadini/le cittadine riceveranno l’opuscolo
di voto in forma cartacea e che ci deve essere la
possibilità di disdettare la forma cartacea e di
ricevere l’opuscolo in formato elettronico;
3 - il processo di disdetta deve essere il più semplice
possibile (per esempio con la carta dei cittadini ecc.);
4 - l’opuscolo di voto deve essere disponibile anche
online;
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Proposte integrative
La legge deve prevedere una chiara definizione della
par conditio.
Prevedere sanzioni amministrative per chi viola le
regole della trasparenza, pari opportunitá e informazioni.
Organizzazione del processo di voto
L’ufficio provinciale per elezioni e referendum non
deve essere dislocato nel commissariato del governo.
La composizione del servizio centrale e della commissione deve garantire un lavoro equilibrato e obiettivo.
Giro Feedback WS 4
Com’era il percorso e
come andrà avanti?
Iniziare l’elaborazione di una proposta di legge con
un’ampia consultazione della società civile organizzata
e non organizzata rappresenta sicuramente una novità
per l’Alto Adige. Questo tipo di lavoro pioneristico ha
fatto sì che i/le partecipanti al processo in quattro
fasi hanno dimostrato di essere cresciuti in termini
di capacità al dialogo e al compromesso. Il “poter
provare” ha indicato la strada verso una democrazia
viva. E’ pronto a intraprendere un percorso chi ha già
un obiettivo. L’obiettivo della prima fase del processo
era quello di fornire alla prima commissione legislativa
del consiglio provinciale una gamma possibilmente
vasta di visioni e opinioni, per elaborare una proposta
di legge capace di raggiungere una maggioranza.
Molti/molte partecipanti hanno espresso il desiderio
di continuare a collaborare in questo modo costruttivo
e consono alla democrazia di base anche nella fase
istituzionale. Alcuni/alcune partecipanti vogliono
essere coinvolti/e nel processo decisionale e altri/altre
volevano offrire ai cittadini/alle cittadine la possibilità
di votare su questo argomento. La prossima sfida sarà
la strutturazione concreta di un processo di lavoro, che,
oltre alle informazioni qui documentate, integri anche le
conoscenze specifiche di esperti/esperte in materia di
democrazia diretta e partecipativa e soprattutto abbia
bene in vista lo sviluppo nel tempo della democrazia
nella nostra provincia.
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DICHIARAZIONI
Il processo non è sempre
stato semplice, ci sono stati
dei momenti che si dovevano
superare e delle critiche da
sostenere, ma nel complesso
alla fine è stata un’esperienza
positiva.
Quello che abbiamo visto qui
è una novità per l’Alto Adige e
ci sarebbero davvero parecchi
cantieri politici dove un’iniziativa del genere sarebbe
necessaria.
Un grosso ringraziamento
agli iniziatori. Ho lavorato
con piacere a questa legge,
è stato un bell’arricchimento.
A mio parere questo processo era
positivo in quanto si è cercato di
informare i/le partecipanti, invitandoli a partecipare. Non deve finire
qui, ora la cosa deve proseguire in
consiglio provinciale con il contributo di rappresentanti della Iniziativa per più Democrazia.
Sono del parere che ci
vorrebbe il coraggio politico,
di lasciare che sia un voto
popolare a decidere tra i
due disegni di legge, quello
della Iniziativa e quello della
Commissione.
Posso dire apertamente che
non sono stato un sostenitore della democrazia diretta
e non lo sono tuttora. Sono
comunque convinto che
bisogna coinvolgere la popolazione nel processo decisionale politico e penso che qui
si sia trovato un approccio
sensato e valido.
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Un riconoscimento agli
organizzatori/organizzatrici
e ai moderatori/alle moderatrici. L’esito comunque non
è stato ottimale.
Questo lavoro può andare
avanti e credo che abbiamo
una forte responsabilità
politica di promuovere questo
percorso iniziato e continuare
con il metodo che abbiamo
sperimentato qui.
Sono rimasto piacevolmente
sorpreso da questo processo,
è stata un’esperienza buona
ed interessante. Ora si tratta di
vedere come lo continueranno i
politici.
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Documento definitivo - Democrazia diretta