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FARMACI
• Le nuove vaccinazioni - Il Sole 24 Ore del 07/09/2009 , di Gian Vincenzo Zucconi
INFLUENZA A/H1N1
• «Ma sul vaccino dobbiamo attendere i test» - Gente del 07/09/2009 , di SILVIO GARATTINI
• Fazio: arrivati i primi 500 mila vaccini - La Stampa del 07/09/2009 , di BIANCA SABATINI
• Virus, arrivate 500 mila dosi di vaccino Fazio: ora manca il nulla osta dell'Europa - Il
Messaggero del 07/09/2009 , di VALENTINA ARCOVIO
• Quali sono le terapie possibili contro la nuova influenza? - Il Messaggero del 07/09/2009
• Il virus dell'influenza A è mutato ed è più pericoloso? - Il Messaggero del 07/09/2009
• «Così ho battuto il virus dell'influenza A» - Il Giornale del 07/09/2009 , di Simona Calvi
• "Donne in gravidanza subito il vaccino per l'influenza A" - La Repubblica del 07/09/2009
• «Basta allarmismo sull'influenza A È come la stagionale» - Corriere della Sera del
06/09/2009 , di Margherita De Bac
• "Dottore,mi dica se sono infetto" - La Stampa del 06/09/2009
• Morto di suina è sepolto come un appestato - La Stampa del 06/09/2009
Le nuove vaccinazioni
Il Sole 24 Ore del 07/09/2009 , articolo di Gian Vincenzo Zucconi MEDIA PLANET SALUTE DEL BAMBINO p.
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Poche misure di medicina preventiva possono essere comparate alle vaccinazioni in termini di efficacia,
rapporto costo-beneficio e impatto sulla salute pubblica. L'attuazione su larga scala delle vaccinazioni può
consentire non solo il controllo delle malattie bersaglio, ma anche la loro eliminazione o addirittura
reradicazione dell'infezione a livello mondiale.
Le vaccinazioni, pur differendo nelle modalità e nei tempi di somministrazione, offrono una protezione
completa e persistente. La maggior parte delle vaccinazioni è praticata nei bambini, con l'obiettivo di
proteggerli dalle gravi malattie infettive tipiche dell'infanzia. È bene ricordare, però, che i vaccini non
riguardano solo la fascia d'età pediatrica e che possono essere somministrati con successo a qualsiasi
età. Le caratteristiche principali di un vaccino efficace sono la sicurezza, la facilità di somministrazione,
ma soprattutto la capacità di fornire una protezione efficace. Accanto alle vaccinazioni offerte da tempo
alla popolazione, recentemente si sono resi disponibili in commercio nuovi vaccini la cui efficacia e
sicurezza è supportata da studi clinici che hanno coinvolto vastissime coorti di soggetti. . Uno dei più
recenti vaccini introdotti in commercio è quello contro il Rotavirus. L'infezione da Rotavirus rappresenta la
causa più frequente di gastroenterite nei bambini in tutto il mondo è colpisce principalmente sotto i due
anni di età. Grazie all'assistenza sanitaria capillare disponibile nei paesi industrializzati, la mortalità per
l'infezione da Rotavirus è trascurabile mentre purtroppo, rimane molto elevata nei paesi in via di
sviluppo. Tuttavia, oltre al disagio causato alle famiglie, Rotavirus rappresenta una delle principali cause
di ospedalizzazione nei paesi sviluppati e quindi si associa a enormi costi sanitari nonché "psicologici" se
pensiamo all'ansia generata nella gestione di un'infezione acquisita in una così tenera età. I due vaccini
orali contro rotavirus attualmente in commercio vengono somministrati a partire dal secondo mese di
vita, proprio per proteggere i bambini più piccoli nei quali l'infezione ha un decorso più severo.
L'esperienza di vaccinazione universale contro Rotavirus maturata in altri paesi, in particolare in America
(USA ed America Latina) fornisce già segnali molto positivi con una riduzione notevole della patologia in
pochissimi anni. Un altro vaccino recentemente commercializzato è il vaccino quadrivalente contro
morbillo- parotite-rosolia e varicella che ha come principale vantaggio quello di favorire l'adesione alla
vaccinazione contro la varicella poiché combinato al vaccino morbillo-parotiterosolia già offertola più anni
nei centri di vaccinazione. Pertanto, questo nuovo vaccino si affianca a quelli già disponibili: il vaccino
trivalente morbilloparotite- rosolia, per il quale è in atto una campagna mondiale per l'eliminazione del
morbillo e della rosolia congenita, ed il vaccino monovalente contro la varicella, di introduzione più
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recente nelle strategie di vaccinazione. Infatti, la varicella, seppur considerata benigna, è una malattia
che presenta delle complicanze nel 3-5% dei casi. Il decorso può essere grave in tutte le fasce di età ma
lo è particolarmente negli adulti (per esempio gravi complicanze in gravidanza), perciò una ridotta
circolazione del virus attraverso la vaccinazione dei bambini può indirettamente proteggere gli adulti che
non hanno mai avuto la malattia. Negli ultimi tempi si è sentito parlare spesso di infezioni provocate dal
Papillomavirus (HPV). Questo virus si trasmette per via sessuale ed è responsabile di molte patologie del
tratto genitale, quali il cancro del collo dell'utero, il cancro della vulva e della vagina, i condilomi
(verruche) genitali. Il cancro della vulva e della vagina, meno diffusi di quello cervicale, sono malattie
devastanti per la qualità di vita delle donne, che spesso richiedono interventi mutilanti e per le quali non
esiste un programma di screening organizzato che ne consenta la diagnosi precoce. I condilomi genitali
sono una patologia non tumorale, che colpisce sia donne che uomini in giovane età e che spesso incide
pesantemente sulla vita di relazione di chi ne è colpito. Esistono molti tipi di Papillomavirus, distinti
tramite un numerQ; tra questi i principali responsabili delle patologie sopra menzionate sono i tipi 6,11,
16e18. I due vaccini antipapillomavirus attualmente in commercio, uno bivalente e uno quadrivalente,
proteggono entrambi dai tipi di Papillomavirus 16 e 18 responsabili di circa il 70% dei casi di tumore del
collo dell'utero. Il vaccino quadrivalente è indicato anche nella prevenzione delle lesioni precancerose
della vulva e della vagina e dei condilomi genitali causati nel 90% dei casi dai tipi 6 ed 11 di
Papillomavirus. L'epoca ideale per la somministrazione del vaccino HPV è l'inizio della pubertà, quando la
probabilità di aver contratto l'infezione naturale è quasi nulla. In Italia, tutte le regioni offrono
gratuitamente la vaccinazione contro il papillomavirus per le ragazze dodicenni. Molte regioni prevedono
la somministrazione gratuita anche ad altre fasce di età o comunque l'accesso alla vaccinazione a prezzo
agevolato fino ai 26 anni. I vaccini sono infatti indicati per la somministrazione fino ai 26 anni.
Prof Gian Vincenzo Zucconi Direttore Clinica Pediatrica Direttore Dipartimento Matemo-lnfantile
Università di Milano- AO Luigi Sacco
«Ma sul vaccino dobbiamo attendere i test»
Gente del 07/09/2009 , articolo di SILVIO GARATTINI N.37 - 15 SETTEMBRE 2009 p. 26
«Soltanto quando verrà ultimata questa fase potremo sapere quale sarà la dose da somministrare», dice
lo scienziato Silvio Garattini
Si fa un gran parlare dell'impiego in tempi brevi del vaccino in grado di proteggere dal virus H1N1 che
quest'anno è in preparazione accanto alla vaccinazione influenzale stagionale. Questo vaccino punta a
neutralizzare il virus dell'influenza suina che si è propagato a partire dal Messico e ha invaso molti Paesi
generando una pandemia. Questo virus non è del tutto nuovo perché una infezione era già avvenuta negli
Stati Uniti e in altri Paesi nel 1976. La prima considerazione da fare è questa: il vaccino non è ancora
stato testato, cioè non ha ancora compiuto tutte le fasi dei test necessari per ottenere l'approvazione da
parte dell'Autorità europea, l'Emea. E si tratta di una circostanza davvero importante perché soltanto
quando verrà ultimata la fase dei test si potrà sapere qual è la dose da somministrare e l'effettivo
numero delle somministrazioni da effettuare. Resta II fatto che il vaccino non sarà disponibile per tutti e
perciò devono essere stabilite delle priorità e per questo il Governo ha indicato che debbano essere
vaccinati per primi gli operatori sanitari, perché, se si ammalassero contemporaneamente, verrebbero a
mancare le cure non tanto per gli "influenzati", quanto per gli ammalati di malattie gravi che necessitano
di esami diagnostici e interventi chirurgici da realizzare con rapidità. Analogamente, verranno vaccinati
altri operatori che assicurano servizi fondamentali. Il fatto che non vi siano vaccini per tutti non deve
preoccupare, perché i dati disponibili indicano che l'influenza H1N1 è benigna e quindi potrebbe essere
curata con i soliti tarmaci antifebbrili e con qualche giorno di riposo. Fra l'altro, poiché il virus H1N1 si
diffonde molto rapidamente, è possibile che, quando alla fine dell'anno sarà disponibile il vaccino, sia già
passato il picco dell'influenza. È importante che non si diffonda invece la caccia al vaccino e che si
seguano le disposizioni che verranno date dall'autorità sanitaria, perché, almeno per ora, questa
influenza sembra essere meno grave di quella stagionale. Infine, per evitare inutili timori o prevenzioni di
tipo psicologico è bene chiarire qual è il vero ruolo dei vaccini: sono fra i farmaci più efficaci perché
bastano poche dosi per ottenere effetti che durano a lungo nel tempo. Hanno un effetto preventivo e
quindi in generale non servono per curare. Si basano sull'impiego di virus, come nel caso dell'influenza,
che vengono coltivati su uova o su cellule per utilizzarne poi alcune proteine che, iniettate nell'organismo,
sono in grado di indurre immunizzazione senza manifestare effetti patologici. L'immunizzazione si attua
attraverso la produzione di anticorpi da parte dei soggetti trattati. Gli anticorpi sono delle particolari
proteine che hanno la capacità di legarsi a proteine complementari del virus, impedendone l'entrata nelle
cellule e quindi bloccandone la crescita. È ciò che accade ogni anno quando, arrivando il virus
dell'influenza, se ne previene la diffusione soprattutto nei soggetti a rischio. Sono a rischio pazienti affetti
da malattie croniche debilitanti quali malattie polmonari, cardiache, renali o metaboliche come il diabete.
In questi soggetti la somministrazione del vaccino antinfluenzale, impedendo la diffusione del virus, evita
l'aggravamento della patologia. Il vaccino antinfluenzale è utilizzato anche nei soggetti anziani, perché
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l'età avanzata potrebbe essere un fattore negativo quanto alla severità dell'influenza. Va detto che il
vaccino antinfluenzale, che si utilizza tutti gli anni e che si può definire "stagionale", non è efficace in
tutti coloro che vengono trattati. Comunque, anche se si viene infettati, la precedente esposizione al
vaccino riduce i sintomi: tosse, raffreddore, disturbi intestinali.
Fazio: arrivati i primi 500 mila vaccini
La Stampa del 07/09/2009 , articolo di BIANCA SABATINI ed. NAZIONALE p. 16
ROMA
Influenza A, la marcia alla vaccinazione di massa è ufficialmente cominciata. «Una prima fornitura di 500
mila dosi di vaccino è già arrivata», ha detto il viceministro della Salute Ferruccio Fazio. Secondo il
responsabile della sanità, che ha parla con il settimanale Gente, «si tratta di vaccini quarantenati, cioè
che non possono essere utilizzati prima dell'autorizzazione dell'Emea, l'Agenzia europea del farmaco. Non
appena l'Emea darà le autorizzazioni necessarie, inizieremo la campagna di vaccinazioni per 8,6 milioni
di italiani».
Sull'inizio della vaccinazione Fazio ha spiegato che «c'è stato garantito che i vaccini ci saranno
consegnati entro il 15 novembre, anche se probabilmente potremmo averli già dal 15 ottobre». A questo
punto, sottolinea il viceministro «le mamme italiane potranno mandare tranquillamente i loro figli a
scuola. E'stato organizzato un sistema di monitoraggio per limitare al massimo i rischi».
Quanto alla vaccinazione dei più piccoli, Fazio chiarisce che «non esiste una valutazione completa per i
ragazzi sotto i 18 anni e per le donne in stato di gravidanza. Abbiamo chiesto come comportarci al
Consiglio superiore di sanità dove siedono i massimi esperti italiani. A febbraio, comunque, quando
saranno completati i test vaccineremo anche i più giovani».
E proprio sulle vaccinazioni ai giovani si è aperto un nuovo fronte di dibattito. Ne ha parlato ieri il premio
Nobel per la Medicina, Luc Montagnier: secondo il Nobel «con l'arrivo dell'inverno la nuova influenza
diventerà più pericolosa» e le misure finora adottate per evitare il contagio «non saranno più sufficienti».
Per Montagnier anche bambini e anziani, esclusi dalla prima ondata di vaccinazioni per i gruppi di rischio,
dovrebbero invece prendere il vaccino.
Gli ha fatto eco il virolo Fabrizio Pregliasco: «È giusto e opportuno vaccinare i giovani contro l'influenza,
contro quella normale e in particolare contro quella da AH1N1. Sono proprio i giovani, a non avere il
sistema immunitario pronto a difendersi dall'attacco di un nuovo virus».
Ma per l'esperto italiano la ragione è anche quella di evitare che proprio loro, che frequentano le scuole e
che hanno una vita sociale intensa, diventino gli «untori, una bomba biologica». Il 40% dei casi di
influenza, ricorda Pregliasco, avviene proprio nella fascia 0-14. «Non hanno ancora sviluppato una
carriera immunitaria rispetto alle precedenti influenza, in particolare quella del 1977 che aveva una
variante simile è questa.
Intanto tre casi sospetti di influenza A sono stati riscontrati tra i passeggeri sbarcati dalla nave da
crociera Costa Concordia a Savona. I primi test rapidi già fatti a bordo della nave sono stati negativi,
tuttavia sono scattate le procedure da parte dell'autorità marittima anche per sei loro accompagnatori.
Nessuno di loro è dovuto ricorrere alle cure dei sanitari in ospedale e insieme ai tre passeggeri sottoposti
al test sono già potuti tornare a casa.
Virus, arrivate 500 mila dosi di vaccino Fazio: ora manca il nulla
osta dell'Europa
Il Messaggero del 07/09/2009 , articolo di VALENTINA ARCOVIO ed. Nazionale p. 13
Grave una disabile a Cesena, ma nella sua comunità sono tutti guariti LA CAMPAGNA DI VACCINAZIONE
Prevista la vaccinazione di 8,6 milioni di italiani
ROMA - Il vaccino contro il virus della nuova influenza è arrivato in Italia. La prima fornitura è di 500 mila
dosi che però non possono essere ancora utilizzate prima di un formale via libera. «Si tratta di vaccini
quarantenati, cioè che non possono essere utilizzati prima dell'autorizzazione dell'Emea, l'Agenzia
europea del farmaco - spiega il viceministro della Salute Ferruccio Fazio - Infatti, finché non verrà
dimostrata la loro totale sicurezza i vaccini non potranno essere somministrati. Non appena l'Emea darà
le autorizzazioni necessarie inizieremo la campagna di vaccinazioni per 8,6 milioni di italiani». Nel
frattempo però il ministero della Salute sta cercando di raccimolarne il più possibile. «C'è stato garantito
che i vaccini ci saranno consegnati entro il 15 novembre - dice Fazio anche se prob a b i l m e n t e
potremmo averli già dal 15 ottobre». Sul fronte della prevenzione negli istituti scolastici Fazio ribadisce
che al momento non c'è la necessità di prendere misure drastiche, come quella della chiusura
generalizzata delle scuole. «Le mamme italiane - dice - potranno mandare tranquillamente i loro figli a
scuola. E' stato organizzato un sistema di monitoraggio per limitare al massimo i rischi». Quanto alla
vaccinazione dei più piccoli, Fazio chiarisce che «non esiste una valutazione completa per i ragazzi sotto i
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18 anni e per le donne in stato di gravidanza». «Abbiamo chiesto - continua il viceministro - come
comportarci al Consiglio superiore di sanità dove siedono i massimi esperti italiani. A febbraio,
comunque, quando saranno completati i test vaccineremo anche i più giovani». Ed è proprio su questo
punto che è intervenuto il premio Nobel per la medicina, Luc Montagnier. «Sono proprio i giovani a non
avere - dice lo scienziato - il sistema immunitario pronto a difendersi dall'attacco di un nuovo virus».
Montagnier sottolinea poi che, se esiste la probabilità che il virus muti in «una forma ancora più
perniciosa», la responsabilità sarebbe «nelle mani di chi non applica la prevenzione, ma soprattutto di chi
non si vaccinerà, in particolar modo i giovani». D'accordo con questa lettura è anche Fabrizio Pregliasco,
virologo dell'Università statale di Milano, secondo cui bisogna evitare che i giovani diventino gli «untori,
una vera e propria bomba biologica». Ma aldilà di ogni polemica, la realtà dei fatti è che la prima vittima
della nuova influenza in Italia è un 51enne, Gaetano D., già molto malato prima del contagio. Una
persona adulta, quindi, affetta da diverse patologie debilitanti. Ed è per lo stesso motivo che ora una
disabile di 50 anni, contagiata dal virus dell'influenza A, si trova ricoverata in gravi condizioni nel reparto
di Rianimazione dell'ospedale Bufalini di Cesena. La paziente è infatti affetta da una patologia del sistema
immunitario, una malattia che ha reso più critiche le sue condizioni di salute. La donna era ospite di una
comunità residenziale per disabili adulti in cui nei giorni scorsi si sono registrati alcuni casi di nuova
influenza. «Ma sono tutti guariti», precisa il responsabile dell'Igiene Pubblica di Cesena, Luigi Salizzato,
spiegando che per le cure è intervenuto il medico di famiglia e i malati si sono ristabiliti dopo alcuni
giorni trascorsi a letto. «Attorno all'influenza A - aggiunge Salizzato - si sta creando un panico
ingiustificato, che porta a eccessi come quelli di Napoli, caso in cui la persona morta non ha potuto
neppure avere un funerale normale. Ma le morti per l'influenza classica sono molte di più».
ITALIA
1.517
SONO I CASI DI INFLUENZA A IN ITALIA SECONDO I DATI DIFFUSI DAI CENTRI EUROPEI PER IL
CONTROLLO DELLE MALATTIE
EURO
800 MILIONI
DOVREBBERO ESSERE SPESI DALL'ITALIA PER I VACCINI. PER IL PRESIDENTE DI FARMINDUSTRIA ALLA
FINE SI SPENDERA' LA META'
MONDO
182.000
SONO I CASI DI CONTAGIO DELL'INFLUENZA A NEL MONDO. I MORTI SONO STATI FINORA 1.800 IL
DATO E' DELL'AGOSTO SCORSO
Come si cura un malato a casa
Influenza A , i consigli del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) di Atlanta, Stati
Uniti PER EVITARE LA DIFFUSIONE DEL VIRUS... - tenere il più possibile in isolamento il malato ricordargli di portare sempre la mano alla bocca prima di starnutire o tossire - far lavare spesso le mani
ai famigliari - se a contatto con gli altri, far indossare sempre al malato una mascherina - stanza
separata - porta della camera sempre chiusa - bagno separato DOVE TENERE LA PERSONA MALATA nessuna visita, meglio le telefonate - chi accudisce il malato deve indossare la mascherina - usare
asciugamani separati - arieggiare bene i locali di uso comune (sala e cucina) COME PROTEGGERE CHI
VIVE IN CASA CON IL MALATO LA PULIZIA DELLA CASA - gettare i fazzoletti usati dal malato e lavarsi
bene le mani - tenere le superfici, soprattutto dei giocattoli e in bagno, sempre pulite - lavare sempre
con il detersivo i piatti prima che vengano usati da altri componenti della famiglia - lavare in lavatrice le
lenzuola e gli asciugamani evitando di toccarle troppo prima di lavarle
Foto: La disinfezione dell'Asl nell abitazione del 51enne morto a Secondigliano
Quali sono le terapie possibili contro la nuova influenza?
Il Messaggero del 07/09/2009 ed. Nazionale p. 13
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Sono solo due le molecole che sono in grado di attenuare la replicazione del virus influenzale e quindi di
accorciare la durata dell'infezione. Si tratta dell'oseltamivir e del zanamivir, due molecole
commercializzate con nomi differenti in Italia. Sono farmaci che possono essere acquistati dietro
prescrizione del medico e che sono disponibili in diversi formati: pillole, gocce o spray. Questi antivirali
hanno però importanti effetti collaterali per cui è bene prenderli solo sotto controllo medico. Inoltre dai
dati rilevati sul campo pare che il virus pandemico H1N1 abbia ormai acquisito una discreta resistenza a
questi farmaci.
Il virus dell'influenza A è mutato ed è più pericoloso?
Il Messaggero del 07/09/2009 ed. Nazionale p. 13
No per il momento non si è registrato nessun tipo di mutazione genetica del virus. In centinaia di
campioni prelevati in tutto il mondo gli esperti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità gli esperti hanno
analizzato migliaia di campioni provenienti da tutto il mondo e non hanno rilevato nessun cambiamento
della struttura genetica del virus. Sembra poi da escludere che questo virus possa ricombinarsi con
quello dell'influenza stagionale e dar vita ad un nuovo ceppo ancora più aggressivo. Al momento tutte le
ricerche hanno escluso questa possibilità.
«Così ho battuto il virus dell'influenza A»
Il Giornale del 07/09/2009 , articolo di Simona Calvi ed. Nazionale p. 17
Quando il ragazzo di 24 anni è arrivato da Parma era in condizioni disperate: insufficienza renale e
polmoni fermi «Solo grazie ad una tecnica usata nel nostro ospedale siamo riusciti a sconfiggere
l'infezione. Ma non è ancora finita» L'ATTESA «Era lucido, gli ho detto "ti devo addormentare"». Sono
passate due settimane Giuseppe Foti "È stato il Tamiflu l'antidoto più efficace Guarigione La certezza
l'avremo solo la settimana prossima DEBOLEZZA Al momento non ci preoccupa l'H1N1, ma le condizioni
cliniche
«Ora dovremo intubarti. Poi ti addormenteremo perché i tuoi polmoni non riescono a funzionare come
dovrebbero». Era lucido, cosciente e queste sono state le ultime parole che ha sentito. Pronunciate con
fiducia e calma da chi è abituato ad affrontare le situazioni peggiori. E la sua, quella di F. F., il 24enne di
Parma ricoverato all'ospedale San Gerardo di Monza a causa dell'influenza da virus H1N1, era questo: un
caso gravissimo. Il primo in Italia di attacco virulento da parte del morbo. Quel sonno dura da due
settimane. Lui nulla sa e neppure immagina di essere diventato un caso nazionale. Semplicemente lotta
per la vita. Sabato sono arrivati i risultati dei test inviati all'Istituto virologico di Milano. Un primo esame
aveva dato esito negativo. Niente più virus. Gli ultimi hanno rilevato ancora delle tracce minime. Ma
potrebbe non trattarsi di un ritorno. Su questa possibilità conta Giuseppe Foti, responsabile dell'unità
operativa del reparto di Terapia intensiva del San Gerardo. Lui è uno dei medici che lo hanno assistito fin
dai primi istanti. Dottor Foti, qual è la situazione a oggi? «Il secondo test ha dato un risultato che non va
però considerato sicuro al 100%. In questo campione è stata rinvenuta una quantità bassissima che fa
pensare si possa trattare del "cadavere" del virus stesso. La sensazione clinica ci fa pensare a
quest'ipotesi anche se la certezza l'avremo la prossima settimana. Comunque quello che stiamo vedendo
non è più il risultato dell'infezione virale». Significa che l'influenza è stata debellata o almeno quasi
debellata? «La battaglia non è più contro l'H1N1 e di questo sono abbastanza convinto. Sono le condizioni
cliniche del paziente, l'insufficienza renale, parzialmente risolta, e quella polmonare che è ancora forte.
Fa quasi ridere dirlo, ma l'influenza l'abbiamo combattuta con il Tamiflu che ha dimostrato di funzionare
benissimo». Con quello che sta succedendo sembra paradossale... «Non lo è. Noi riconosciamo
un'infezione e la curiamo con un antimicrobico o un antivirale. Ma se questa è una condizione necessaria,
non è però sufficiente. Spesso dobbiamo ricorrere a tecniche aggressive. In questo caso siamo stati molto
aggressivi. Abbiamo utilizzato tutte le nostre armi. E il gioco, se così si può dire, è proprio questo.
L'organismo viene liberato dal virus, ma ha bisogno di recuperare dai danni generati da cure molto
invasive. La terapia antibiotica sembra stia funzionando». Qual è l'aspetto più preoccupante? «Le
montagne russe. I pazienti di questo tipo migliorano e peggiorano, ma è normale. Nei cittadini, invece,
queste notizie possono creare confusione e paure ingiustificate. Bisogna pensare a una partita di calcio: si
attacca, si pareggia, magari si incassa un gol, ma alla fine si vince la partita». Una partita che avete
temuto di perdere? «Ricordo quando siamo stati chiamati dai colleghi di Parma. Avevano fatto tutto il
possibile, avevano lavorato in modo eccellente e aggiungo che non meritavano di essere messi sotto
pressione come è accaduto in questi giorni. La situazione era gravissima. Ci hanno contattato perché
sanno che utilizziamo la tecnica dell'extracorporea e dal 2004 riusciamo anche a trasportarla in altri
ospedali. Quando siamo arrivati abbiamo tentato prima con l'ossido nitrico, ma non ha funzionato. A quel
punto abbiamo attivato la circolazione artificiale». Parliamo di Ecmo giusto? «Senza questa tecnica il
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ragazzo sarebbe morto di lì a poco, probabilmente entro le 24 ore. I polmoni erano fermi, un rene non
funzionava, la pressione era bassissima. Si stava sfasciando, in gergo medico un'insufficienza
multiorgano. Non appena abbiamo attivato il macchinario, la situazione è migliorata. In questo caso non
bastavano le tecniche convenzionali». Una macchina salvavita... «Una tecnica innovativa e importante.
Come medico sono cresciuto a pane ed Ecmo anche se in realtà non è ancora diffusa per una questione
di know how . È una modalità di intervento delicata che prevede il prelievo di sangue attraverso una
vena dell'inguine, la sua ossigenazione e poi il ritorno nell'organismo del paziente». Quando avete capito
che si trattava di H1N1? «Due giorni dopo. A Parma avevano fatto esami a tappeto, alcuni erano ancora
in corso. Dopo averlo stabilizzato, abbiamo consultato lo pneumologo e a quel punto tra le ipotesi è
emersa anche quella dell'influenza suina. Confermata poi dai test». Qual è stato il momento peggiore?
«L'intubamento, a Parma. Avevamo solo la tranquillità di stare facendo tutto il possibile».
"Donne in gravidanza subito il vaccino per l'influenza A"
La Repubblica del 07/09/2009 ed. Torino p. 02
LE DONNE in gravidanza devono avere la priorità per quanta riguarda il vaccino per l'influenza A. Lo dice
il ginecologo e medico radicale Silvio Viale che aggiunge: «Non vorrei che il silenzio del ministero sul
rapporto tra la nuova influenza e la gravidanza, magari dietro il falso alibi di non creare panico, finisca
per gettare nell'angoscia decine di migliaia di donne che partoriranno nei prossimi mesi, quelli del picco
di H1N1».
«Le donne in gravidanza - aggiunge Viale - devono avere la priorità per il vaccino per poter
potenzialmente proteggere anche i neonati». «Il ministero - continua Viale - deve dire se è in grado di
fornire il vaccino alle donne in gravidanza»"
«Basta allarmismo sull'influenza A È come la stagionale»
Corriere della Sera del 06/09/2009 , articolo di Margherita De Bac ed. NAZIONALE p. 19
Richiamo di Garattini. Disinfettante nei metrò
IL COMMENTO
di Mario Pappagallo
nelle Idee&Opinioni ROMA - «Niente di diverso rispetto all'influenza stagionale, tanta enfasi è
ingiustificata», polemizza Silvio Garattini nel commentare quanto è accaduto a Napoli, dopo la morte di
un uomo al Cotugno. Prima vittima «indiretta» della pandemia. L'uomo era infatti gravemente ammalato
(insufficienza renale, cardiomiopatia dilatativa, problemi psichiatrici) e avrebbe rischiato la vita con
qualsiasi altro virus. Eppure nel capoluogo partenopeo si sono avute reazioni irragionevoli.
«Trovo ingiustificata la corsa all'acquisto di antibiotici, che non sono efficaci contro i virus e servono
unicamente quando compaiono infezioni batteriche. Non c'è motivo di allarmarsi. In Italia l'A H1N1 ha
colpito poche persone», dice il farmacologo. Questa settimana il ministero del Welfare approverà la
campagna di informazione, con spot, cartellonistica e opuscoli, coordinata dal sottosegretario alla
presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti. Altri Paesi sono già partiti. Da noi l'ondata pandemica sta
avanzando con lentezza, il numero di casi e di morti è inferiore ad altre realtà europee (uno su 5 mila
casi segnalati) e non c'era ragione di anticipare troppo la diffusione di messaggi che si sarebbero persi e
che rischiavano di dover essere aggiornati in base all'evoluzione della malattia.
Nei prossimi giorni la riapertura delle scuole costituirà il primo vero banco di prova. Da questo momento
c'è da attendersi un aumento di infezioni perché l'aggregazione favorisce la trasmissione del virus specie
tra i più piccoli. I pediatri però raccomandano ai genitori di non lasciarsi condizionare da timori infondati:
«Lasciate tornare i vostri ragazzi in aula», consiglia l'infettivologo Salvatore Catania. E dà qualche
suggerimento sulla preparazione dello zainetto dove non dovrebbero mancare fazzoletti di carta e
salviettine disinfettanti.
Sì alla vaccinazione, non appena il farmaco sarà disponibile. Se il calendario verrà rispettato la fascia di
popolazione tra 2 e 27 anni verrà protetta a partire da gennaio ma non è escluso un anticipo. Tutto
dipende dalla consegna delle dosi, si spera già a fine settembre. Scadenza che permetterebbe di
cominciare a vaccinare malati cronici (adulti e bambini) e personale dei servizi essenziali già a metà
ottobre. Scatta questa settimana il piano di sorveglianza nei pronto soccorso, un altro dato per
monitorare il cammino dell'epidemia. Mercoledì l'Unità di crisi coordinata dal viceministro al Welfare
Ferruccio Fazio prenderà nuove decisioni.
A Milano, intanto, scatta l'«Operazione mani pulite» contro la nuova influenza A. «Ci stiamo attivando
per verificare la fattibilità» di un progetto che prevede «l'installazione in luoghi pubblici, mezzanini della
metropolitana e scuole, di dispenser per la disinfezione delle mani, principale veicolo di diffusione delle
malattie aeree, come il virus H1N1». Lo ha annunciato l'assessore alla Salute del Comune, Giampaolo
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08/09/2009
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Landi di Chiavenna, dopo la riunione della task force anti-pandemia a Palazzo Marino.
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"Dottore,mi dica se sono infetto"
La Stampa del 06/09/2009 ed. NAZIONALE p. 9
NAPOLI Viaggio tra le paure degli italiani in coda al pronto soccorso "Sono stato all'estero, voglio
imedicinali contro il virus"
Dario è un omone di 32 anni. Quando esce dal varco dell'accettazione la fidanzata gli lancia le braccia al
collo. Malcela un certo imbarazzo, complice anche la mascherina verde che stona con la maglietta blu
che indossa. Due giorni in isolamento per sentirsi dire che lui non ha contratto il virus H1N1. «Una
liberazione. - spiega - Non è bello restare in isolamento per due giorni a contemplare un soffitto bianco».
Il piazzale davanti all'ospedale Cotugno di Napoli è battuto da un vento fresco che rompe l'afa e che
contribuisce a rendere gli animi più sereni. «Avevo la febbre a 39 - spiega Dario - ed ero tornato da un
viaggio in Croazia. Sono andato prima all'ospedale San Paolo (nel quartiere Fuorigrotta ndr) e lì mi
hanno detto di venire al Cotugno». Qui, nella zona ospedaliera del capoluogo partenopeo, Dario era
ricoverato da giovedì. Ieri mattina i medici lo hanno dimesso. «E' stato davvero avvilente, senza parlare
poi della paura. Per fortuna è finito tutto. Adesso torno a casa per riposare un po'».
Dall'inizio della diffusione del virus H1N1 l'azienda ospedaliera napoletana ha predisposto un'area
dedicata del pronto soccorso, a cui si accede rigorosamente indossando la mascherina di protezione. Alla
palazzina si accede percorrendo un viale alberato lungo duecento metri. Somiglia molto ad un edificio
gotico, con quel misto di grigio e rosso sbiadito e gli angoli a vista. Nel piazzale antistante si radunano
amici e parenti di chi, all'interno, viene sottoposto agli accertamenti di rito.
Una padre è alla ricerca disperata di una sigaretta. E' qui dalle 11 e attende che i medici sciolgano la
riserva sulle condizioni di salute del figlio. Trova assistenza da una signora che gli porge la sigaretta con
un sorriso. L'uomo aspira la prima boccata e si calma. «Paura? Sicuramente sì, penso che la situazione si
normalizzerà quando si apriranno le scuole. Solo allora la paura passerà a tutti». Intanto arriva il figlio,
mascherina d'ordinanza, reduce da un viaggio in Spagna. «Sono stato ad Ibiza - spiega il giovane di 23
anni - e sono tornato lo scorso 23 agosto. Da allora ho iniziato ad accusare febbre alta e crisi
respiratorie». Si è deciso così a salire questa specie di collina della speranza e a sottoporsi al tampone.
«Erano due i medici, con mascherina e guanti. Mi hanno prima chiesto come mi sentivo, poi mi hanno
ascoltato le spalle e visto la gola. Infine il tampone: al naso e alla gola». Un po' guascone dice di non
avere paura della malattia. Ma forse è un modo per esorcizzarla. «Voglio solo sapere che malattia ho,
così per curarmi bene. La suina? Non ho paura».
Sono le 16.30, un infermiere chiama padre e figlio: dopo mezz'ora escono con un sorriso a metà. «Un
medico ha quasi escluso il contagio - spiega il padre - ma solo lunedì conosceremo i risultati del
tampone. Intanto dovrà sottoporsi ad una terapia medicinale». E a 10 giorni di isolamento, così come è
scritto sul referto. Gioia, paura e speranza si mischiano in un questo piazzale dove il profumo degli alberi
è inebriante. Una donna varca l'accesso mostrando a tutti un foglio. Viene da Salerno e ha
accompagnato il figlio che stava male. «Bronchite» si legge sul quel pezzo di carta, insieme ad una lunga
lista di farmaci. Nelle stanze dietro a questa palazzina di mattoni restano quattro i ricoverati
«ufficialmente» affetti da influenza A, accertata dai test - in condizioni non preoccupanti come ripetono i
medici - ma il bollettino, il numero dei pazienti varia di ora in ora. «E' una situazione estremamente
"fluida" - spiega il direttore sanitario dell'ospedale napoletano, Cosimo Maiorino - per un paziente che
viene momentaneamente ricoverato, magari ne vengono dimessi due. Non ha senso fare questi calcoli».
Un giovane alto e biondo esce quasi urlando con il pugno alzato. Tutti lo guardano e sorridono. Due
donne gli aprono le braccia: sono la madre e la zia. Ha 23 anni, professione modello, è ricoverato da
cinque giorni e non ne può più. «Aveva la febbre alta e ci hanno detto di venire qui», spiega la zia. La
madre è un trionfo di gioia: «Guardate quanto è bello, per fortuna non gli è successo nulla». Solo il
tempo di una piccola critica al sistema antipandemia: «Solo al Cotugno fanno il tampone, è assurdo.
Dovrebbero attrezzare altri ospedali per questo tipo di accertamenti».
In attesa dell'autorizzazione ministeriale per effettuare i test anche al Monaldi e al Secondo Policlinico,
l'ospedale Cotugno è l'unico ospedale della Campania dove è possibile recarsi: «Qui - dicono i sanitari affluiranno tantissime persone preoccupate anche solo per un banale raffreddore, perciò è necessario che
un primo screening venga fatto dai medici di base e dai Pronto soccorso degli altri ospedali».
Morto di suina è sepolto come un appestato
La Stampa del 06/09/2009 ed. NAZIONALE p. 8
Napoli, al funerale solo la madre e due parenti I portantini arrivano con le mascherine sul viso
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NAPOLI
Nella chiesa di Sant'Antonio da Padova a Napoli ci sono poche persone e una bara al centro della navata.
Si celebra il funerale di Gaetano, il «paziente zero», il primo caduto italiano, vittima di un quadro clinico
grave reso disperato dal virus H1N1.
In chiesa c'è la mamma Antonietta, la zia e la cugina. Sono in fondo al tempio, timorose e chiuse nel loro
dolore composto. Don Giuseppe officia la messa e benedice la salma in clima surreale. Niente manifesti,
nessun fiore. A dare man forte soltanto un paio di fedeli che si recano sempre in chiesa per le preghiere
del mattino. Dieci minuti prima cinque portantini dell'impresa funebre avevano portato la bara ai piedi
dell'altare su un carrello, indossando delle mascherine.
Stazza imponente
Antonietta non si avvicina mai al feretro: è silenziosa e pare distratta. Forse pensa che adesso campare
con la sua sola pensione minima si fa davvero dura, anche se orgogliosamente ha sempre rifiutato
qualsiasi aiuto. Suo figlio nel quartiere era conosciuto come Gaetanone per via della stazza fisica
imponente. Capelli biondi, occhi azzurri e un pantalone di tela tirato sempre fin sopra all'ombelico,
passeggiava sotto casa a Secondigliano facendo la spola tra gli esercizi commerciali della zona.
Lui, che da vivo, a causa della sua oligofrenia, una patologia mentale, era considerato un tipo molto
strano, da morto ha provocato lo spostamento di mezz'ora di un matrimonio per evitare un imbarazzante
incontro tra due riti completamente opposti.
«Non m'aspettavo di fare questo funerale stamattina - dice don Giuseppe Nicodemo - credevo che
Gaetano e la madre frequentassero un'altra chiesa. Non li conoscevo, in quarant'anni non ho mai visto
una cosa del genere. È un fatto molto triste vedere poca gente che ti è vicina nella preghiera e che rende
l'ultimo saluto a un fratello che è andato via. Questo deve far riflettere tutti».
L'alibi
Ma forse non è stata la paura del contagio a far disertare la chiesa. Alcuni abitanti del quartiere, infatti,
erano convinti che i funerali si fossero già celebrati. Altri, invece, ignoravano il luogo dove il rito funebre
sarebbe stato celebrato. Perché a Secondigliano la paura sembra che stia passando. Gli stessi vicini di
casa di Gaetano si sono tranquillizzati dopo che la loro richiesta perentoria di disinfettare il monolocale
nel quale viveva l'uomo, insieme con la madre, è stata esaudita.
Un clima tranquillo sia per il presidente dell'Ordine dei medici, Gabriele Peperoni, sia per il presidente di
Federfarma Napoli, Michele Di Iorio. «Non c'è affatto un clima di psicosi in città, le farmacie non sono
state prese d'assalto - commenta Di Iorio - c'è solo qualcuno che arriva con la prescrizione del Tamiflu o
che acquista prodotti per l'igiene, disinfettanti, ma parliamo di un minimo aumento, neanche del dieci
per cento».
Negli studi medici sono soprattutto gli anziani a chiedere informazioni. «Vogliono sapere quando è
possibile vaccinarsi, come è possibile prevenire - spiega Peperoni - molti chiedono la prescrizione di
prodotti antivirali ma, al momento, non si registra un clima da psicosi».
Allarme scuola
La preoccupazione serpeggia invece tra le madri che, con l'avvio dell'anno scolastico, temono un
contagio per i figli. Il pediatra Alfredo Ponticelli, assessore comunale allo Sport, traccia il quadro della
situazione: «Se prima, quando i bimbi avevano la febbre, si aspettava qualche giorno prima di farli
visitare, ora le mamme ce li portano subito perché hanno paura che si tratti della nuova influenza. Ci
chiedono che si può fare per evitarla, se ci sono medicinali. Un aumento di telefonate e di visite negli
ultimi giorni c'è stato». \
[FIRMA]PAOLO POLETTI
GINEVRA
«Il virus pandemico continua a essere predominante rispetto ai virus dell'influenza stagionale circolanti,
sia nell'emisfero Sud sia in quello Nord». Per l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il virus della
suina non è mutato. «Tutti i campioni di H1N1 analizzati - scrive l'Oms nel suo bollettino - si sono rivelati
simili al campione di riferimento. Dunque non si è ancora verificata la temuta mutazione in un patogeno
più virulento».
In questo contesto la notizia secondo cui una piccola compagnia farmaceutica cinese avrebbe pronto un
vaccino contro la suina desta «grande preoccupazione a livello mondiale», afferma Walter Pasini,
direttore del Centro Global Health.
Pasini sottolinea che «è altamente improbabile che tale azienda possa aver superato per tempistica i
colossi multinazionali del farmaco che hanno investito miliardi di dollari in tecnologia». E avverte: «È
possibile che la piccola azienda cinese non abbia rispettato appieno i protocolli di sicurezza del vaccino. È
possibile quindi che il vaccino possa provocare effetti collaterali, anche seri, a breve distanza».
Intanto continua a salire il bilancio dei decessi legati all'influenza A/H1N1. Alla data di ieri «sono almeno
2837», sostiene il bollettino dell'Oms il cui direttore generale è la cinese Margaret Chan. Seicento casi in
più rispetto a dieci giorni fa. Quelli accertati sono 254.206 in tutto il mondo, 48.269 in Europa. Il
continente americano resta la zona più colpita, con 116.046 casi di cui 2234 mortali. Ma i dati sembrano
sottostimati, visto che ai Paesi non è più richiesto di testare ogni singolo caso d'influenza.
Secondo gli esperti il picco dell'epidemia è già stato superato in diverse regioni dell'emisfero meridionale
(Cile, Argentina, Australia e Nuova Zelanda). Ma un'attività sostenuta del virus si registra ancora in Sud
Africa e nelle aree occidentali del continente australiano. In Giappone l'influenza è in crescita. In Europa
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la situazione è variegata: benché sia registrata un'attività piuttosto bassa del virus pandemico, in alcuni
Paesi risulta più elevata, come in Austria. I decessi europei sono finora 120.
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Influenza H1N1: Rassegna AIFA