Periodico della Congregazione
delle Suore di San Giuseppe di Cuneo
Settembre 2014 n. 2
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I ro Amici
La speranza è la finestra che al mattino
ti consegna un giorno tutto nuovo.
Basta che la apri. T. Lasconi
Editoriale
Editoriale
Spiritualità
La speranza cristiana
p. 2
p. 3
Notizie storiche
Missionarie fra gli emigrati
italiani in Europap.4
Attualità
Un nuovo stile di vita
p. 7
Testimonianze
Binningen - Svizzera
p. 9
Sensazioni di una mammap. 10
Un giorno speciale
p. 10
Condividere è bello
p. 11
Donare: il coraggio
di seminare
p.12
Intervista ad una mammap.13
Campo famiglie
a Villabassa
p.15
Notizie
...dalle nostre comunità
Un'occasione formidabilep. 16
Giubilei di consacrazionep. 17
Flash dalle comunità
p. 19
Desidero ringraziare
p. 20
25° di Professione
p. 20
Suor Claire p. 21
La nostra esperienza alle
origini della Congregazione p.21
Professioni religiose
in Congo
Spazio giovani
p.22
Risonanze
p. 23
Semi di Comunione
Progetti 2014
p. 24
Appuntamenti
p. 29
Nuovo opuscolo
p. 29
Per riflettere
p. 30
Per pregare
p. 31
2
Spalanchiamo
le finestre ai sogni
E
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Sommario
un invito; è necessario sognare per non lasciarci paralizzare dalle tante situazioni difficili che stiamo vivendo. I
conflitti, le guerre, i sequestri di persone e le atrocità contro
le minoranze religiose, i continui
sbarchi di profughi sulle coste italiane, tengono il
mondo con il fiato
sospeso,
generando inquietudine, paura, timori,
insicurezza. L’impotenza umana
è sempre più evidente, accompagnata dalla tentazione di ‘chiudere
le finestre’ per
non vedere e non
sentire. Sognare è
liberante. Sognare è una possibilità che tutti abbiamo, un’ opportunità che
niente e nessuno ci può rubare. “Se tu desideri fare una cosa
e ti accorgi di non esserne capace… sognala! In un certo
senso è come se l’avessi già fatta”, diceva qualcuno.
Guardiamo oltre e, anche se è impegnativo, sogniamo la
pace, la fratellanza, la tolleranza, l’amore fedele, il rispetto,
la bontà. Il mondo ha bisogno dei sogni di tutti. Desideriamo farlo insieme, percorrendo le pagine che seguono. Testimonianze di sogni già compiuti o di cose che si vedono
solo con il cuore; perché la grande famiglia umana abbia un
futuro sereno, i bambini accoglienza e attenzione amorosa,
braccia sicure per imparare a camminare e una casa stabile,
protetta dall’amore fedele di una mamma e di un papà: un
regalo di nome famiglia.
L’équipe della comunicazione
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Spiritualita
LA SPERANZA CRISTIANA
“Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a
chiunque vi domandi ragione della speranza che
è in voi” (1 Pt. 3,15)
Così scriveva San Pietro
ai cristiani che “soffrivano
a causa della giustizia” e
li esortava a non temere
e non turbarsi, ma adorare Dio e custodire nel
cuore la speranza, pronti
a darne ragione.
Sperare quando la fede è perseguitata, quando
la ricerca del bene e del vero incontrano opposizione, o il dolore e la prova feriscono la vita, richiede trovare dentro di sé un ancoraggio sicuro,
una roccia affidabile su cui porre le proprie fondamenta; occorre spingere le ‘radici’ in profondità,
fino a incontrare l’acqua viva, fino a essere raggiunti da una luce che nulla può spegnere.
La speranza che
resiste alle intemperie
non assomiglia tanto a una nuvola leggera, sospesa nel vento; è più simile ad una polla d’acqua
che sale fresca e pulita da una sorgente nascosta.
La speranza vera ha sempre bisogno di essere
generata e più la terra da cui nasce è feconda e
generosa, più essa è grande e forte.
La speranza cristiana
sgorga dall’adorazione
del Signore nella profondità del nostro spirito;
nasce e vive nell’anima di chi riconosce Dio Creatore e Padre dell’universo, Signore di tutto ciò
che esiste. Sperare è il respiro di ogni cuore puro
e semplice che sa dire, come un figlio al proprio
Padre: “È cosa buona quanto hai fatto, è cosa
molto buona” la mia vita e figliolanza a te, la mia
fratellanza al prossimo e all’universo; è buono tutto ciò che è uscito dalle tue mani e io ti benedico
e ringrazio!
Per adorare e sperare abbiamo bisogno di essere innestati in Cristo, come un tralcio alla vite;
Lui solo è il vero Figlio di Dio e fratello nostro e in
Lui abbiamo vita e futuro.
La speranza infatti
é inscindibile dalla vita
Quante volte abbiamo
detto:
“Speriamo…”
come conclusione di
un’analisi un po’ amara
di una situazione difficile che vorremmo vedere
risolta presto e bene; altre volte abbiamo sentito
dire di una persona cara:
“Purtroppo non c’è speranza”, oppure: “Speriamo ancora, abbiamo
fiducia, la cosa sembra
evolversi in meglio”.
Sperare è, in fondo, desiderare la vita; cercare,
agire, pregare perché quanto abbiamo per mano
migliori, diventi sicuro, ci renda felici, realizzi i nostri sogni più belli.
E quale speranza più grande possiamo avere
se non superare le difficoltà che intristiscono la
nostra esistenza, penalizzano o addirittura spengono la nostra vita e quella delle persone a cui
vogliamo bene? Quale via possiamo trovare per
non arrestarci davanti alla morte contro la quale
s’infrange ogni speranza umana?
Gesù, l’Inviato del Padre per la nostra salvezza, ci amò fino alla fine costituendosi l’unico vero
fondamento della nostra speranza:
guardando a Lui
crocifisso e risorto, possiamo sperimentare, e anche testimoniare, che la morte è stata sconfitta,
che il Cristo Signore è il “Primogenito di coloro
che risorgono dai morti”, che in Lui ci è offerta la
Vera Via per la Vita e “se moriamo con Lui, con
Lui anche vivremo”. Nessuno può toglierci questa
sicura speranza e nessuno può darci la pienezza
di vita che sgorga dall’avvenimento pasquale di
Gesù.
Preghiamo gli uni per gli altri con le parole di
S. Paolo, affinché “il Dio del Signore nostro Gesù
Cristo, il Padre della gloria, ci dia uno spirito di sapienza e rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del nostro cuore per farci comprendere a quale speranza siamo chiamati,
quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra
i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua
potenza verso di noi che crediamo”.
Suor Irene Botasso
3
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Notizie storiche
MISSIONARIE FRA GLI EMIGRATI ITALIANI IN EUROPA
Le suore giuseppine di Cuneo,
all’inizio
del 1900, rispondendo
a
una ‘chiamata’
particolare
di
quel momento
storico, si aprirono alla collaborazione con
l’Opera Bonomelli per una
presenza attiva
fra i connazionali
emigrati
in Europa. Nei primi due decenni del XX
secolo, infatti, l’Italia aveva intrapreso la
costruzione di nuove ferrovie, all’interno e
in collegamento con i Paesi confinanti, impiegando molti minatori e muratori italiani,
che si spostavano lungo la catena alpina
secondo le esigenze del lavoro.
La Congregazione delle Suore di San Giuseppe, che fin dal suo sorgere si era dimostrata sensibile al servizio educativo e
vicina ai problemi sociali che affliggevano
i più poveri, si è fatta presente fra gli ope-
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rai e le loro famiglie, dedicandosi
all’assistenza dei
bambini più piccoli, all’insegnamento scolastico
e
catechistico,
alla formazione
dei giovani e alla
loro preparazione alla vita, alla
cura dei malati
negli ospedali e a
domicilio.
Le preziose e interessanti ‘Memorie’ che riguardano questa meravigliosa
pagina storica sono state raccolte da suor
Sacro Cuore Liboà, lei stessa missionaria
in Svizzera, in un manoscritto, poi dattiloscritto, “Le Missioni Europee”, redatto nel
1950, in occasione del Tricentenario della
Fondazione della Congregazione di San
Giuseppe. Tantissime sarebbero le cose da
dire per dimostrare come
la speranza nel futuro
si costruisce sporcandosi le mani nel presente e la consistenza della famiglia si mantiene e cresce grazie ad un’infinità di attenzioni
rivolte ai genitori, distintamente
e insieme, ai figli, alla loro formazione umana e cristiana, alla
preparazione del loro avvenire
valorizzando il più possibile le
esperienze della vita che forgiano la persona e rendono l’animo forte e generoso.
Calarsi nella vita degli altri,
provare sulla propria pelle le
loro sofferenze e fatiche, crea
solidarietà e costruisce quella
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Notizie storiche
fratellanza che rende non maestri ma
testimoni. Niente più delle parole stesse delle prime suore andate a Preda,
nel Cantone dei Grigioni, può dirci cosa
ha significato ‘condividere’ il duro pane
dell’emigrato e farsi quotidianamente
disponibili al suo servizio. Ecco la descrizione del loro viaggio “durato due
giorni e mezzo” e, a dir loro, “andato
benissimo”.
Preda, 18.11.1900
“Molto Rev.da e Carissima Madre,
ringraziando il Signore, le preghiere che
si fecero per noi furono esaudite poiché
facemmo molto buon viaggio. Il tempo ci
accompagnò sempre bello. Partendo alle
5 da Cuneo arrivammo a Torino circa le 8.
Ci attendevano alla stazione il Molto Reverendo Canonico Sorasio e il Rev.mo Sacerdote Giovanni Grossi. Ci usarono molta
bontà e furono contenti di vederci tutte di
buona volontà, disposte a qualunque sacrificio. Facemmo colazione in un vicino
caffè e alle ore 8,45 partimmo per Milano
dove giungemmo che erano le 2 (pomeridiane). Il treno per Chiavenna non partiva
che alle ore 5,30. Andammo a trovare le
suore giuseppine. Ci ricevettero con molta
cortesia ed affabilità; ci diedero pranzo e,
dopo aver visitato il loro collegio, andammo a vedere il Duomo.
Partite da Milano alle 5,30 di sera, giungemmo a Chiavenna alle 11. Il Canonico
che Ella, Rev.ma Madre ci aveva nominato,
non si fece per inteso poiché alla stazione
non trovammo nessuno. Andammo in un
vicino albergo dove trovammo gente molto affabile e buona. Dopo un po’ di cena,
andammo a letto. L’indomani alle 8 prendemmo la diligenza e partimmo per Preda. Quel viaggio fu un vero incanto. Viaggiammo un giorno e mezzo, sempre in
mezzo a montagne altissime e bellissime.
Dapprima erano montagne coperte di pini
e praterie, con molte casupole di legno
pel bestiame. Poi tutte pini e rocce con la
vetta coperta di neve. D’intanto in tanto si
presentavano al nostro sguardo piccoli e
pittoreschi villaggi. Era una delizia. Sempre
salendo in quel cammino, ecco che la neve
non ci fu più lontana, bensì proprio vicina.
Più andavamo in su, più cresceva, cresceva.
Giunte a Majorca lasciammo la vettura e
prendemmo la slitta. Quando fummo alla
cima di quei monti altissimi, ecco apparire
un grande lago che costeggiammo per circa un’ora. I villaggi si cangiarono allora con
piccole città, con ricchi ed eleganti castelli
e palazzi che era una meraviglia. Non so
capire come, su monti alti, tanto possano
fabbricare palazzi così stupendi. Bisogna
che questi svizzeri abbiano denari a bizzeffe. Alle 5 e mezza giungemmo a Samaden.
Andammo ad alloggiare all’albergo del
Cervo, diretto da una famiglia italiana e
cattolica. L’indomani alle 7 partimmo per
Preda. Giunte a Ponte, piccolo villaggio,
lasciammo la slitta coperta e prendemmo
la scoperta, non più tutte e quattro insieme, ma divise due a due. Ci coprimmo
bene e poi, avanti di nuovo a salire in mezzo a gran monti tutti coperti di neve che
quasi toccavamo con le mani. Il freddo che
ancora non si era fatto sentire, cominciò a
sentirsi, però non molto vivo. Circa le 11
5
Notizie storiche
finalmente arrivammo alla desiderata Preda. In un subito vedemmo molta gente che
pareva ci aspettasse e stava ad osservarci.
La casa la trovammo abbastanza decente e
fornita quasi di tutto. È da tre giorni che si
va a fare visita all’ospedale e a sentire conferenze. La scuola, che credevo in casa o
almeno vicina, è invece lontana, è in fondo
al villaggio, quasi vicina alla galleria. Sono
due giorni che l’ho incominciata.
Venne a fare conoscenza un Membro del
Consiglio scolastico di Bergunn. Ci disse
che la scuola sarà piuttosto difficile e numerosa poiché vi saranno allievi ed allieve
di tutte le classi ed età. Finora non ne ho
che ventiquattro, dai 7 ai 17 anni; li trovo
tutti molto intelligenti e di buona volontà.
Tre ragazzi sono protestanti; guarderò, con
belle e buone maniere e poco alla volta, di
attirarli al Signore e specialmente alla nostra cara mamma Maria SS.
Da quel che pare, si farà anche un po’ d’Asilo poiché in Svizzera i bambini non possono frequentare la Scuola se non dopo i
7 anni. Ci aggiusteremo nel modo più conveniente. Abbiamo tutte buona volontà,
speriamo che il Signore ci aiuterà a sempre
fare l’amabile Sua volontà…
Affezionatissime figlie Suor Silvestra, Suor
Teodora, Suor Gioconda e Suor Damiana”.
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Era appunto così che le
volevano i Sacerdoti responsabili delle missioni
europee. Nel settembre
precedente, proprio da
Preda Bergunn, era pervenuta alla Superiora
generale la richiesta del
Sac. Giuseppe Bottassi,
il primo inviato dall’Opera Bonomelli in quella
zona; convinto che le religiose potevano intervenire molto positivamente
fra gli emigrati e avendo
conosciuto le giuseppine a Peveragno, suo
paese natio, domandava che gliene fossero
“inviate tre, di buono spirito e disposte al lavoro e al sacrificio per fare un po’ di bene
presso gli operai italiani…”, soprattutto nella
cura dei malati dell’Ospedale.
Si può dire che ogni riga delle ‘Cronache’ di
questa particolarissima esperienza, racconta
come le suore non si sono mai risparmiate
ma, con creatività ed iniziativa, hanno saputo
affrontare il molto lavoro rendendo visibile “il
loro amore per Dio e la cordiale carità per il
prossimo”. Con questo ‘programma’ si sono
fatte lievito nella pasta e sale che sparisce
per dare un buon pane; hanno promosso la
vita, ridato fiducia e speranza, si sono attirate affetto e stima, e il loro generoso servizio
è rimasto nel ricordo riconoscente di tanti.
Con suor Sacro Cuore possiamo dire: “…
ben sapendo che la nobiltà e il merito delle
nostre azioni dipende dall’amore con cui si
opera, la Congregazione delle giuseppine
di Cuneo è grandemente riconoscente per
il bene che ha potuto compiere per mezzo
delle sue suore, a gloria di Dio e in favore di
tanti connazionali. È anche riconoscente per
le abbondanti benedizioni che le loro fatiche
apostoliche le hanno attirato dal cielo”.
a cura di Suor Irene Botasso
'
Attualita
UN NUOVO STILE DI VITA
In questi tempi, tutti siamo
responsabili di cooperare
“a salvare il nostro mondo”.
La consapevolezza di essere cittadini del mondo ci fa
sentire in sintonia con tanti
fratelli, sorelle, gruppi che
adottano ‘un nuovo stile di
vita’ che, semplicemente, ci
riporta a uno stile evangelico. Don Adriano Stella è
uno degli animatori di questo cammino; condividiamo
le sue riflessioni, proposte,
sfide. ([email protected])
I nuovi stili di vita
I nuovi stili di vita stanno diventando sempre più gli strumenti che la gente comune
ha nelle proprie mani per cambiare la vita
quotidiana e anche per poter influire sui
cambiamenti strutturali che devono accadere mediante le scelte dei responsabili
della realtà politica e socio-economica.
I nuovi stili di vita vogliono far emergere il
potenziale che la gente comune ha di poter cambiare la vita feriale mediante azioni e scelte quotidiane che rendono possibili cambiamenti, partendo da un livello
personale per passare necessariamente
a quello comunitario fino a raggiungere i
vertici del sistema socio-economico e politico verso mutazioni strutturali globali.
Gli obiettivi
1. Nuovo rapporto con le cose: da una
situazione di servilismo alla relazione di
utilità, dal consumismo sfrenato al consumo critico, dalla dipendenza all’uso sobrio
ed etico.
2. Nuovo rapporto con le persone: recuperare la ricchezza delle relazioni umane
che sono fondamentali per la felicità e il
senso della vita, costruire rapporti interpersonali non violenti e di profondo rispetto della diversità, educare all’alterità
non come minaccia ma come ricchezza,
superare la solitudine della vita urbana
con la bellezza dell’incontro e della convivialità.
3. Nuovo rapporto con la natura: dalla
violenza ambientale al rispetto del creato,
dalla mercificazione della natura alla relazione con la “nostra madre terra”, dall’uso
indiscriminato alla responsabilità ambientale.
4. Nuovo rapporto con la mondialità:
passare dall’indifferenza sui problemi
mondiali alla solidarietà e responsabilità, dalla chiusura e dal fondamentalismo
all’apertura e al coinvolgimento, dall’assistenzialismo alla giustizia sociale, dalle
tendenze nazionalistiche all’educazione
alla mondialità.
I TRE BINARI:
SOBRIETÁ: essenzializzare la vita e liberarsi del superfluo
TEMPO: da vittime dell’ora a protagonisti
del tempo
SPAZIO: da luoghi di conflitto a oasi di
pace
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Attualita
Proponiamo a tutti un segnalibro che ci può aiutare a entrare in ‘un nuovo stile di vita’
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Testimonianze
Binningen - Svizzera
Ricordo nostalgico di una suora superiora speciale
Nel lontano 1955,
quando si viveva
ancora la miseria
della guerra e gli
italiani cercavano
lavoro all’estero,
Suor Nativitas si
adoperava con
cuore ed anima
per aiutare tutti:
nel corridoio della Missione e nelle scale c’era sempre la fila di noi emigranti.
Lei era sempre là a disposizione di tutti dalla
mattina alla sera, sabato e domenica. Era
sempre sorridente; portava un grembiule
grande sul suo vestito e lo teneva tirato su
da un lato fino alla vita, proprio come quelli
che lavorano sempre. La porta del suo ufficio era sempre aperta, quasi un segno che
voleva servire tutti. Da lei andavano quelli
che spedivano i soldi, quelli che non sapevano scrivere una lettera alla propria famiglia,
altri che cercavano lavoro, un’abitazione o
semplicemente conforto. Sì, perché quegli
anni erano difficili e freddi, non solo per la
temperatura: noi che ci recavamo all’estero
eravamo disprezzati dalla gente del posto e
soffrivamo tanto di nostalgia e solitudine.
La nostra Suor Nativitas leggeva nel cuore di
tutti, era veramente gentile e comprensiva
verso tutti, sempre pronta a sollevare le pene
altrui. Qualche volta l’ho vista accompagnare qualcuno persino al Consolato d’Italia,
poco distante in quegli anni dalla nostra
Missione. Era sempre paziente e sorridente,
anche se i suoi occhi lasciavano trasparire i
gravi problemi che conosceva e conservava
nel suo cuore.
Suor Nativitas era anche una bella persona
che faceva bene agli occhi solo nel guardarla; rappresentava la bontà in persona, sempre umile e disponibile. Con le sue parole
semplici riusciva
a infondere fiducia nella nostra
triste vita fatta
solo di sacrifici e umiliazioni.
Ringraziamo Dio
che ci regalò una
persona così intelligente
per
aiutare gli ultimi
come gli emigranti, dimenticati allora come ancora oggi
dai Governi.
Io avevo solo 16 anni quando la conobbi.
Come per gli altri, anche per me era un raggio di sole. Mi vedeva volentieri e mi consigliava i libri della biblioteca della Missione.
Non posso mai dimenticarmi di lei per come
era. Nel 1964, il 15 di maggio, mi visitò all’ospedale dopo aver saputo da mio marito
che mi trovavo in una situazione disperata:
mi trovavo delirante con la febbre alta in seguito a un parto prematuro. La vidi entrare
nella stanza d’ospedale e mentre camminava verso di me sembrava un angelo, bello e
grandioso. Non so cosa ci siamo dette. So
che fece celebrare una Messa per me, che
stavo morendo proprio la domenica della festa della mamma. Il mio Sandro morì, perché
troppo piccolo e il dottore stesso lo battezzò. Dopo tanto potei tornare a casa, dove
mi aspettavano con tanta speranza mio marito ed Eva, la mia primogenita di solo un
anno e mezzo. Forse il Signore ha ascoltato
le preghiere della nostra cara Suor Nativitas,
affinché una mamma di soli 22 anni potesse
ritornare a essere felice con la sua famiglia.
So che Suor Nativitas non è più tra noi, appartiene alla schiera degli Angeli di Dio.
Però chi l’ha conosciuta è stato fortunato e
sono certa che mai nessuno la dimenticherà.
Cignacco Maria
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Testimonianze
SENSAZIONI DI UNA MAMMA
Un giorno, una cara
persona mi disse: “Non
temere, il Signore ci darà i
segni giusti per tuo figlio”.
Io sono sincera: subito ero
titubante perché conoscendo la disabilità e il passato
di Deniel, non le ho creduto; noi poveri uomini
spesso non crediamo o abbiamo paura di credere in
qualcosa che per noi sembra impossibile.
Nel nostro caso specifico, dopo un lungo periodo
di catechesi da Suor Ester
a Stella Mattutina, mi sono
ricreduta molto. Il Signore è
veramente grande e si fa vivo, si percepisce la
sua grandezza e la sua presenza nelle piccole
cose, come è successo a noi: abbiamo visto
Gesù negli occhi e nei gesti di Deniel nel giorno della sua Prima Comunione, un giorno speciale vissuto con molta semplicità e umiltà da
parte di tutti.
È sempre commovente vivere i bei momenti della vita dei nostri figli ma vi assicuro,
e l’ho provato sulla mia pelle, che l’emozione
di vederlo negli occhi di un figlio disabile, di
vedere quanto impegno
mette nel riuscire a fare le
cose, nel battere le proprie
mani come segno di festa e
di presenza viva, è impagabile!!!
Io ringrazio tutte le persone che hanno creduto in
Deniel e me ne vergogno
se all’inizio del percorso
catechistico non ho subito
creduto in lui; è stato mio
figlio a far sì che cambiassi
idea!
Come umile mamma ringrazio chi per neanche un
momento ha esitato a continuare questo bellissimo percorso.
Questa è la nostra piccola testimonianza e
vogliamo dire che tutti questi bambini sono
una ricchezza; tocca a noi genitori scoprirne le
meraviglie! Bisogna avere fiducia in loro e noi
ne abbiamo nei nostri figli; solo così tutti, ma
specialmente loro si sentiranno vivi, rispettati e
amati!
Romina e Alessandro
Genitori di Deniel e Edoardo
Un giorno speciale!
Ho partecipato alla festa della prima Comunione di due bambini molto speciali. Non conoscevo direttamente le famiglie.
Sono stata invitata da alcune suore di “Stella
Mattutina” che, qui a Cuneo, si occupano della
catechesi per persone con gravi disabilità.
La cappella era gremita. Segno che, accanto
alle due famiglie, c’è una piccola comunità di
amici che cammina con loro.
La funzione è stata molto bella: il clima era di
festa (certo, era la prima Comunione, penserete voi che state leggendo).
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Non conoscevo nulla di quelle vite, fino al momento della messa, eppure mi sentivo “contagiata” da quel clima di festa.
Perché sentivo tanta gioia dentro, nel solo assistere alla funzione? Senza effetti speciali, una
Testimonianze
“comunissima” messa, eppure capace di suscitare in me una commozione profonda! E, come
hanno fatto queste due famiglie ad accompagnare due bambini così speciali in tutto questo
tempo?
Guardo intorno a me in cerca di risposte.
A un certo punto osservo due bambini (i così
detti “normali”) farsi largo tra gli adulti per
vedere da vicino i loro coetanei nel momento
clou.
E, d’improvviso, tutto si fa chiaro!
È l’Amore. Esso rende tutto possibile. È l’Amore che permette a una delle due mamme di
parlare, senza preamboli, delle difficoltà incontrate e del sostegno ricevuto, proprio quando
tutto sembrava perduto.
Sì, ora lo vedo anch’io. È possibile. C’è un’équipe dedita all’Amore, che rende possibile supportare questo. Non siamo soli. Queste famiglie non sono sole. Vorrei, di cuore, che questo
messaggio raggiungesse tutti quei genitori
che si trovano in difficoltà, in situazioni come
queste, e pensano di non potercela fare!
Chiudo questa condivisione facendo un appello a chi mi sta leggendo. Se conoscete famiglie,
che vorrebbero far partecipi dei sacramenti i
loro figli e vivere con loro un cammino di fede,
ma faticano in queste situazioni, non esitate:
fatevi “i fatti loro” comunicandogli che, a Cuneo, esistono persone che le possono aiutare.
Sonia
Condividere è bello!
In un tempo in cui
la famiglia vive difficoltà di ogni tipo,
situazioni di conflitto e di crisi, per
i giovani che pensano al matrimonio
ci vuole una buona
dose di speranza,
di fiducia. Solo un
rapporto solido,
una relazione profonda, un dialogo
vero possono aiutare a costruire insieme la Famiglia. Nel cammino di coppia la dimensione di fede è un supporto indispensabile
per guardare con fiducia e serenità l’avvenire.
Abbiamo chiesto a una coppia che si sposa in
questi giorni, di raccontarci qualcosa del loro
cammino.
"GRAZIE perché, con l’opportunità dataci nello
scrivere di noi, ci avete dato un’occasione in
più per confrontarci e condividere.
Scrivere di noi non è facile, ma ci permette di
andare più in profondità e di conoscere meglio
le nostre vite singole e insieme.
Le nostre strade,
a lungo diverse,
sono convogliate
verso Una, creata e
voluta da Dio.
Umanamente parlando, le strade
della vita sono
tutt’altro che facili,
è difficile trovare la
via da soli, figuriamoci in due. Abbiamo però dalla
nostra, il miglior
Navigatore di tutti
i tempi, Colui che chiede a noi di caricare le
pile restando in disparte dal mondo, Colui che
ci chiede di prendere indicazioni sulla via da
percorre con la Parola quotidiana ed è sempre
Colui che ci ammonisce quando le nostre speranze in Lui cadono. Il cammino che ci aspetta
insieme continua a esigere preghiera; da soli
si va più veloci ma, insieme, si va più lontano
e noi, con la mano nella speranza, possiamo
andare lontano solo se guidati da quell’amore
che Gesù ci ha donato con la sua vita.
GRAZIE!”.
Una coppia in cammino
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Testimonianze
Donare: il coraggio di seminare
Carissimi amici,
sono quasi cinque anni che sono partita per
unirmi al piccolo gruppo delle Suore di San
Giuseppe presenti in terra brasiliana.
Partire richiede il coraggio di lasciare quello che
conosci e il coraggio di aprirti al nuovo, all'ignoto. Un coraggio che non ti dai da solo, ma
che ricevi come dono dal Signore che ti chiama
a servire altri fratelli, altre realtà, altre povertà.
Alimentare con la preghiera la fiducia che il Signore cammina accanto in ogni momento, che
Lui custodisce la nostra vita e che "tutto concorre al bene di coloro che amano il Signore"
è la forza che piano, piano è cresciuta in me e
che mi ha aiutata ad andare verso le "periferie"
di Curitiba (nei primi due anni e mezzo) e ora
nell'interno del Paranà - Rio Bonito do Iguacu
- a circa 500 i Km dalla capitale. Vivere il dono
in questa realtà di campagna, in una parrocchia cha ha solo venti anni e con un’estensione
quasi come la nostra Provincia, mi e ci chiede
di contemplare molto Gesù che ha vissuto il
dono di se stesso senza aspettarsi niente dalle
persone. Infatti, noi suore, cerchiamo di vivere
il dono di noi stesse nella gratuità, come "un
seminare senza la pretesa di raccogliere i frutti". Cerchiamo di amare chi incontriamo per la
strada e ci chiede un aiuto; chi di mattino presto ci sveglia con una telefonata per avvisarci
che è morto qualcuno e ci chiede di andare a
far pregare e celebrare il funerale. Cerchiamo
di aiutare gli animatori delle varie pastorali che
vengono nella nostra casa per preparare celebrazioni, processioni, incontri, rosari, feste...
Ci prendiamo cura dei giovani incostanti e con
poca responsabilità, ma che se stimolati sono
ricchi di sete di Dio e di voglia di vivere esperienze diverse. Seguiamo più di duecento catechiste che hanno bisogno di formazione e di
essere incoraggiate per riuscire a trasmettere la
bellezza di Gesù e anche ci interessiamo delle
molte famiglie che chiedono il Battesimo senza
conoscerne il significato e quindi non si compromettono con gli impegni che questo Sacra-
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mento richiede. Siamo presenti nella pastorale
del Bambino che accompagna le mamme incinte e poi continua fino ai sei anni del bambino.
Lavoriamo nel mondo dell'educazione; la suora
brasiliana che vive con me, suor Sandra, è insegnante e vive la faticosa missione della scuola
perché le strade sono impraticabili, dove a volte, più che insegnare portoghese, deve "curare" ferite profonde che si sono create a causa
di una famiglia distrutta dove regna la violenza,
l'alcolismo, la droga, l'abuso sessuale... Accogliamo le persone e le mamme che bussano
alla nostra porta per chiedere un po' di cibo o
dei vestitini per i loro bambini... "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date", "Vi è
più gioia nel dare che nel ricevere", "Vi ho dato
l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi"; questi sono solamente alcuni esempi
della Parola di Dio che danno senso al donarsi
e che alimentano la mia e la nostra missione.
Per vivere il dono non è necessario fare grandi
cose, ma vivere con semplicità e amore le piccole cose che la provvidenza ci chiede, come
ha fatto Maria, che premurosamente ha visitato sua cugina Elisabetta, l'ha aiutata il tempo
necessario ed è stata accanto a suo Figlio con
umiltà e amore.
GRAZIE perché sostenete il mio e il nostro donare, perché con me, con noi credete che "c'è
più gioia nel dare che nel ricevere".
Con amicizia suor Anna Martini
Testimonianze
INTERVISTA AD UNA MAMMA DAVVERO SPECIALE!
Ciao a tutti, mi chiamo
Betty Liotti, sono sposata con Mauro dal 1981.
Abbiamo un figlio, Matteo, diversamente abile
(ma molto abile nel farsi
amare) che a me piace
definire “un giovane gabbiano”.
Il mio Angelo Matteo è
nato dopo dodici anni.
Lavoro come disegnatrice a tempo alterno;
ho collaborato con le Edizioni San Paolo
(ex Paoline) e, attualmente, lavoro per varie
congregazioni religiose, svolgendo tavole su loro commissione. Nel tempo libero
mi dedico al mio sito www.baby-flash.com
e a un forum didattico, didatticannalaura.
forumattivo.com, che ho aperto insieme a
due carissime amiche Anna Laura e Cristina.
Cosa vuol dire avere un figlio diversamente abile?
Per me è una cosa naturale, fare da madre
a un bambino normale o diversamente abile
è la stessa cosa, l’amore è sempre “amore”,
solo che il secondo ha molto più bisogno di
attenzioni, specialmente se non è autosufficiente, ma soprattutto perché è molto più
esposto ai pericoli e non capisce che certe
cose che sembrano innocue possono far
male. Ed è questo che lo rende speciale…
lui ha bisogno di te, della tua protezione in
qualsiasi momento. La sua ingenuità, a volte, è preoccupante: si fida di tutto e di tutti,
senza riuscire a distinguere il bene dal male.
Per Matteo non esistono persone cattive, lui
non conosce la cattiveria o la malizia che tutti i bambini, di solito, acquisiscono con l’età. Tutto questo lo rende vulnerabile. Lui è
dolcezza infinita, è sempre sorridente. Ogni
tanto durante la giornata… mi viene vicino,
mi abbraccia, mi stringe forte, poi torna nella sua cameretta a continuare ciò che stava
facendo e lo fa con una
tenerezza che mi scalda il
cuore. Lui ama tutti… per
esempio, quando siamo
per strada vorrebbe baciare e abbracciare tutti,
ma questo non si può fare
e fatichiamo molto a farglielo capire. Matteo non
parla, ma cerca di farsi capire con gesti inventati da
lui, anche perchè ha sempre rifiutato qualsiasi altra
forma di comunicazione alternativa e, a volte,
è molto difficile comprenderlo. In compenso
ha una memoria fantastica nel riconoscere le
vie… anche se c’è stato solo una volta. Ha
una grande passione: "la musica". Conosce
tutti i cantanti italiani e stranieri, riconosce
una canzone ascoltandone solo la prima
nota, sa scrivere il titolo, il nome del cantante
e il numero di traccia, specificando fra tantissimi il disco in cui si trova la canzone (penso
che su questo non lo batta nessuno). Però
non sa scrivere frasi intere, scrive solo parole
senza articoli, aggettivi o preposizioni. Quando sta male riusciamo a capirlo soltanto toccandogli le mani perchè gli diventano gelide
e non si lamenta mai. Avrei tante altre cose
da aggiungere, ma mi prolungherei troppo.
Tutto questo significa avere un figlio diversamente abile! La domanda che mi pongo
spesso è: “a cosa mi serviva vivere prima che
nascesse Matteo?”. Penso che la mia vera
vita sia cominciata allora… quando è nato
lui… il mio Sole. Matteo è figlio unico e io
non so se avrei provato per un figlio normale questo amore indescrivibile…, perché le
persone speciali come lui ti regalano ogni
giorno qualcosa, arricchiscono la tua vita di
amore, di sentimenti rari e per tutto questo
io e mio marito siamo stati molto fortunati
ad essere stati scelti da Dio per accudire e
vedere crescere ogni giorno accanto a noi un
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Testimonianze
Angelo senza ali.
La scuola fa abbastanza per gli alunni diversamente
abili? Qual è l’esperienza di suo figlio?
La struttura “scuola” dà un aiuto, sì… ma molto generico per ogni alunno diversamente abile. L’ideale
sarebbe creare un percorso diverso e personalizzato
alle esigenze di ogni bambino. Deve esserci una stretta collaborazione fra scuola e famiglia, in modo che il
bambino sia stimolato con un lavoro continuativo, sia
nell’ambito scolastico che a casa. Inoltre, penso che gli
insegnanti di sostegno dovrebbero avere a disposizione più materiale e ausili didattici adatti per essere in
grado di svolgere il proprio lavoro. Devo ammettere
però che noi siamo stati molto fortunati, perché sia alle
scuole dell’Istituto ‘Monsignor Andrea Fiore’ e, adesso,
al liceo abbiamo trovato insegnanti di sostegno veramente competenti e molto sensibili alle problematiche
di Matteo, che hanno instaurato da subito con lui un
rapporto fantastico.
Come genitore, cosa senti di voler dire alle famiglie?
Ai docenti? E agli studenti?
Mi rivolgo alle famiglie con il mio stesso problema, e
voglio dir loro: abbiate più fiducia nei vostri figli, e in voi
stessi; se i risultati tardano a venire... non abbattetevi,
il vostro impegno e il vostro amore un giorno saranno
premiati, perché alla fine i risultati si vedranno, anche
minimi, ma ci saranno sicuramente! Perché con l’amore,
la pazienza e la costanza... si ottiene tutto! Ai docenti
vorrei solo dire un “Grazie”, grazie di cuore per l’amore
che mettete nello svolgere il vostro difficile lavoro, sì,
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lo so... ci vuole tanta pazienza,
impegno, passione e tantissima
sensibilità... queste ultime sono
doti che non tutti purtroppo hanno, ma quando ci sono... i risultati sono meravigliosi. Agli studenti non so proprio cosa dire...
vorrei creare tante cose per voi,
davvero... vorrei potervi offrire
tanto materiale per aiutarvi nello
studio, mi piacerebbe tanto che
le mie giornate potessero durare
48 ore per realizzare questo, ma
purtroppo il tempo a disposizione è sempre lo stesso, e a me
non basta mai.
Invii un messaggio a tutte le
madri:
Non arrendetevi mai, abbiate tanta pazienza. Forse non lo sapete
ma in ogni mamma si nasconde
una forza inimmaginabile, meravigliosa, capace di superare ogni
ostacolo. Lavorate con impegno,
anche se i vostri figli sembrano
non ascoltare perché assorti nel
loro mondo… e vedrete che prima o poi verrete ricompensate
del vostro grande lavoro.
Betty Liotti
Testimonianze
Campo-famiglie a Villabassa - (5-12 luglio 2014)
Il campo-famiglie promosso da padre Antonio
Grasso della Parrocchia San Pio X di Basilea,
nel periodo dal 5 al 12 luglio scorso, si è svolto nel migliore dei modi. A Villabassa, in località
Pian di Maia nella Val Pusteria nelle Dolomiti di
Sesto – in uno scenario d’incomparabile bellezza – alcune delle famiglie del gruppo parrocchiale di Basilea hanno avuto l’occasione di trascorrere una straordinaria settimana di fede e di
grandi riflessioni; una settimana a contatto con
la natura incontaminata ad ammirare le magnificenze del creato. In un clima di assoluta serenità
e con animo disteso abbiamo visitato luoghi incantevoli come il lago di Braies, le tre cime di Lavaredo e il lago di Dobbiaco. Abbiamo abbinato
escursioni e visite a città come Lienz, Brunico,
San Candido e Cortina d’Ampezzo a preghiere
e riflessioni. Un connubio perfetto! Fin da subito, le famiglie si sono trovate in perfetta sintonia tra di loro e con padre Antonio. La pace e
le meraviglie di questa vallata hanno contribuito
a instaurare, in ogni membro del gruppo, uno
stato d’animo di grazia, leggerezza e solidarietà.
Prendendo spunto dal libretto delle Suore di San
Giuseppe di Cuneo – alle quali va il nostro più
sentito ringraziamento – sono stati discussi temi
di attualità come:
1.Non ho tempo (la cultura della fretta e dell’affanno).
2.Non mi piace (la cultura del piacere, dell’immediato).
3.Non m’interessa (la cultura della superficialità).
4.Non tocca a me (la cultura dell’irresponsabilità).
Lo scopo principale delle varie riunioni era di
coinvolgere genitori e figli in riflessioni profonde. Le famiglie si sono aperte al dialogo e si
sono messe a confronto tra di loro. Sono emersi,
più volte, nei nostri incontri, sentimenti di solidarietà verso il prossimo bisognoso di cure e di attenzioni; sentimenti di altruismo, di semplicità e
soprattutto di responsabilità verso il mondo che
ci circonda. Questi nobili valori – dettati principalmente dalla fede – da trasmettere di genitore in figlio, possono essere una grande ancóra
di salvezza per il futuro delle famiglie cristiane.
Questa straordinaria esperienza ci ha rafforzato
nella fede e nell’unione e, negli anni a venire,
servirà da supporto ai nostri figli. Ed è senz’altro
un esempio da seguire, soprattutto in un mondo dove sembra che non ci sia più speranza per
le famiglie. Un mondo malato, dove i dissapori
e i gesti estremi sembrano aver preso il sopravvento; dove si sentono ogni giorno storie tristi
di separazioni e di follia. Abbiamo sperimentato
come si vive in una famiglia allargata, dove in
caso di necessità ci si aiuta reciprocamente. Le
preghiere sono state sempre il perno su cui gravitavano le nostre riflessioni. Abbiamo recitato,
tutti insieme, le preghiere del mattino e quelle
della sera; abbiamo cantato e lodato più volte
il Signore, ringraziandolo della grazia ricevuta. La grazia di poter stare insieme, lontani dal
tran-tran quotidiano; insieme per volerci bene e
scambiarci pensieri intimi e profondi. Le nostre
anime si sono affinate, ci hanno predisposto al
colloquio, all’amicizia profonda, alle riflessioni
su tutto quello che il Signore ci ha dato. Non
potevamo trascorrere una settimana più bella e
appagante!
Arrivederci al prossimo campo-famiglie.
Maria e Pietro Cardente
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Notizie
... dalle NOSTRE COMUNITÀ
ITALIA
Un’occasione formidabile
Pellegrinaggio ad Annecy: un’occasione formidabile per conoscere meglio
s. Francesco di Sales e s. Francesca di
Chantal.
Due figure di Santi che hanno risvegliato in me meraviglia, stupore e desiderio di comprenderli maggiormente.
Ho colto in loro una grande ricchezza
umana e spirituale, la forza interiore,
il coraggio, la creatività, l’intuizione e
la docilità allo Spirito Santo. Caratteristiche che hanno permesso loro di
raggiungere grandi vette a livello spirituale.
Mi sono chiesta come mai oggi non
esistono più figure di questo calibro. Oppure
ci sono ma noi non abbiamo occhi per riconoscerle e capirle.
Ho pregato il Signore di rendermi docile alla
volontà di Dio, affinché lo Spirito possa compiere in me grandi cose, secondo i suoi disegni.
Suor Ida Mana
Nonostante il viaggio un po’ lungo e stancante, questa esperienza mi ha permesso di conoscere meglio la vita di s. Francesco di Sales e
s. Francesca di Chantal. Lo stupore e l’entusiasmo per queste vite donate hanno suscitato in
me un grande desiderio di collaborare con più
generosità e docilità allo Spirito Santo per re-
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alizzare quel progetto che Gesù, chiamandomi
alla sua sequela, si attende da me.
Suor Bartolomea
A conclusione del biennio di spiritualità, l’equipe della formazione ha organizzato un pellegrinaggio ad Annecy. Con noi c’era don Gianni
Ghiglione, un sacerdote esperto nella spiritualità salesiana che ha scritto libri sulle figure di
san Francesco di Sales e di Santa Giovanna
di Chantal. Durante il viaggio di andata ci ha
presentato la vita di questi due santi con una
competenza ed un entusiasmo che ci ha lasciate colme di stupore. Giunte ad Annecy, don
Gianni ci ha guidate a visitare le varie basiliche e alle ore 12, nella cappella delle suore di
San Giuseppe, ha celebrato l’Eucarestia. Dopo
aver consumato il pranzo al sacco, in un clima
di gioia e di condivisione, abbiamo visitato la
Galleria, “culla dell’Ordine della Visitazione”.
Nella piccola cappella con i due grandi quadri
di San Francesco di Sales e di santa Francesca
di Chantal abbiamo sostato in preghiera personale per affidare all’intercessione di questi
santi tutte le sorelle e quanto ci sta a cuore;
soprattutto abbiamo chiesto di far crescere in
Notizie
noi il desiderio di una più grande santità quotidiana.
Grazie davvero di cuore alle sorelle dell’équipe
che ci hanno offerto questa opportunità.
Suor Ritantonia
Questo pellegrinaggio, nei luoghi dove è vissuto e ha svolto la sua missione san Francesco
di Sales, ha colmato il mio cuore di stupore e
di gratitudine. È cresciuto in me il desiderio di
vivere con più intensità una delle frasi più ricorrenti che San Francesco di Sales ha seminato
nelle sue numerose lettere “Tutto quello che noi
facciamo riceve il suo valore dalla nostra conformità alla volontà di Dio”.
Ringrazio di cuore le sorelle che hanno organizzato tutto cosi bene!
Suor Anna Maria Dallorto
A conclusione del biennio di spiritualità abbiamo avuto la gioia di visitare i luoghi significati-
vi di due grandi santi. Ammirando gli ambienti
della casa dove ha avuto origine la Visitazione,
in particolare l’archivio, mi ha colpito la straordinaria coincidenza delle date con cui la divina
provvidenza conduce i suoi piani misteriosi. Infatti nel 1610 la Baronessa di Chantal giunge ad
Annecy per iniziare la sua fondazione con l’aiuto
e l’ispirazione del santo Vescovo Francesco di
Sales. E il 1610 è lo stesso anno della nascita di
Padre Médaille, il nostro fondatore.
Davvero si rimane senza stupore nel constatare
come l’opera iniziata da queste figure straordinarie cresce e si sviluppa con grande fervore,
nonostante le prove e gli ostacoli che sono chiamati a vivere a motivo delle leggi della Chiesa
di quel tempo.
La divina Provvidenza, che ha realizzato i suoi
miracoli nella storia, continui a guidare i nostri
passi perché sappiamo essere una testimonianza gioiosa dell’amore di Dio nella chiesa di oggi.
Suor Sandra Piretro
Giubilei di Consacrazione
“Non sia turbato il vostro cuore, abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me”. Tante
volte, nel corso di questi 25
anni, Gesù mi ha ripetuto questa Parola: “Non sia turbato il
tuo cuore, abbi fede, io sono
con te”. Vivere questa tappa
della mia vita ha significato
per me, innanzitutto, rendere
grazie al Signore, al suo amore
fedele; riconoscere che veramente Lui é stato ed é sempre
presente, anche quando il cuore è ‘turbato’.
Quando cammino ‘in valle oscura’... il buon
Pastore cammina accanto a me, sostiene, illumina i miei passi verso ‘pascoli erbosi e acque
ristoratrici’. È stato un momento importante
anche per fare memoria dei benefici ricevuti,
delle cose belle che il Signore ha compiuto in
me e intorno a me, nelle persone incontrate
e nelle tante situazioni di vita quotidiana. La
possibilità di partecipare alla celebrazione dei
giubilei in Casa madre mi ha permesso di uni-
re la mia riconoscenza a quella
delle altre sorelle e, insieme,
gioire e ringraziare il Signore,
Dio fedele, che continua a ripetere: “Non temete, Io sono con
voi tutti i giorni, fino alla fine
dei giorni”.
Suor Jose Giorgis
“Rimanete in me, rimanete nel
mio amore”. A distanza di 25
anni sento che questo invito
del Signore ha accompagnato
le mie giornate e mi ha sostenuta nel cammino
quotidiano, in modo particolare nei momenti di fatica. Per questo benedico e con fiducia
continuo ad affidarmi alla sua bontà, a mettere
i miei passi dietro ai suoi... certa che Lui vede
più lontano di me. Desidero anche ringraziare
di cuore la mia famiglia, le sorelle e gli amici
che con la preghiera e la vicinanza affettuosa
hanno condiviso con me questo importante
momento di festa!
Suor Marina Lamberti
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Notizie
Con tanto amore e riconoscenza ringrazio di
cuore tutte le persone che mi hanno accompagnata con scritti e preghiere, partecipando
alla mia gioia per la celebrazione del mio cinquantesimo di Consacrazione religiosa.
Il sentimento più forte che ho provato è stato
quello della gratitudine. Gratitudine per il Signore, che mi ha chiamata a seguirlo in questa
Congregazione delle Suore di San Giuseppe;
per la mia famiglia; per le sorelle con le quali
ho fatto un tratto di strada nelle varie comunità in Italia e in Argentina e che mi hanno
aiutata a crescere nel dono a Dio e al “caro
prossimo” con la loro testimonianza.
Gesù è l’autore di tante belle esperienze che
ho fatto in questi cinquant’anni. Ho ricevuto
molto di più di quanto ho saputo dare.
Con gioia e gratitudine grande ho rinnovato
il mio ‘Sì’.
Con la Madonna ho cantato il mio Magnificat
e a Gesù ho ripetuto: “Non potrò tacere, mio
Signore, i benefici del tuo Amore! ”.
Oggi, guardo avanti, mi riconsegno con fiducia al Signore che sempre mi sarà vicino e ripeto: “nelle tue mani è la mia vita, si compia
sempre in me la tua volontà!”.
Suor Anna Maria Dallorto
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La celebrazione del sessantesimo
di Consacrazione mi ha offerto la
possibilità di fermarmi, ancora una
volta, per far memoria della fedeltà
di Dio e dire con tutto il cuore:
“Il Signore è buono e grande
nell’amore. Da sempre e per sempre, benedetto il suo nome”.
In questi lunghi anni al suo servizio, nel “Piccolo Disegno”, ho sperimentato con gioia che il Signore
non si lascia vincere in generosità.
Ho toccato con mano il centuplo
che lui dona a chi si dà con amore.
Ho rinnovato il mio ‘Sì’ con il cuore colmo di gioia e di grazie per il
molto ricevuto.
Chiedo al Signore, per il tempo
che ancora mi donerà, di camminare verso il suo abbraccio, in una
vita generosa, vera, sempre in risposta al suo amore fedele.
Un grande grazie a madre M. Nives
e alle sorelle del Consiglio per il loro servizio e
la pace che trasmettono incontrandole.
Suor Maddalena Correndo
La festa dei sessant’anni di consacrazione è
stata per me un cantico di grazie al Signore
che mi ha chiamata, accompagnata con tanta fedeltà e mi ha mandata ad annunciare il
Vangelo, amando i fratelli del Congo e del Cameroun.
Nei trentacinque anni vissuti in Congo e negli
otto in Cameroun, il Signore mi è stato vicino,
mi ha guidata e sostenuta. La sua fedeltà e il
suo amore sono stati sempre la mia forza, soprattutto nelle difficoltà.
Ora voglio continuare a vivere il mio ‘eccomi’
con gioia e abbandono fiducioso nelle sue
mani.
Con il cuore colmo di gioia e di riconoscenza al Signore, voglio anche dire grazie a tutti
voi che avete condiviso questo giubileo con
auguri, espressi a voce e per scritto; mi sono
giunti molto graditi e di cuore ricambio con la
mia preghiera, rivolta a Colui che sempre ci
accompagna con amore.
Grazie!
Suor Natalina Sandri
Notizie
Flash dalle comunità
che hanno accolto le sorelle congolesi
Grazie alla permanenza di suor Francesca nella
nostra comunità dei Sordomuti, ho potuto vedere i colori dell’Africa impressi nei suoi abiti;
osservare la freschezza di un cuore attratto dal
Signore; toccare con mano il miracolo del seme
del Piccolo Disegno che, attraversato l’oceano,
ha planato nella terra buona di Banzalute, sprigionando la sua energia; e mi sono rallegrata nel
contemplare la risposta gioiosa di questa sorella
che, quale spiga cresciuta, desidera farsi pane
per la fame dei fratelli.
Suor Mercedes
La nostra comunità della Casa della Giovane è
abituata ad accogliere persone di varie provenienze e culture, ma quello che di diverso ci ha
portato l’arrivo di suor Odette è l’averla accolta
come sorella nella nostra esperienza di vita quotidiana. Abbiamo condiviso con lei la preghiera, i
pasti, gli incontri fraterni. Ci ha fatto dono del suo
sorriso, della sua serenità, della serietà con cui
ha vissuto gli impegni dei tre mesi di formazione
che condivideva con noi molto semplicemente,
superando l’ostacolo della lingua. Ci siamo arricchite vicendevolmente dei doni di ciascuna e ci
siamo anche allenate ad accettarci nelle nostre
diversità che si esprimevano nella vita di ogni
giorno. Suor Odette ha dimostrato interesse per
la nostra attività con le ragazze e, nei limiti del
tempo che viveva in casa, ha creato buoni rapporti con le opsiti. Riteniamo di aver vissuto una
bella esperienza di comunione nella diversità.
Suor Giovanna, suor Anna Maria e suor Luigia
Abbiamo avuto la gioia di accogliere, nella nostra comunità della Sorgente, suor Micheline
Toto, proveniente dalla Repubblica Democratica
del Congo. Grazie all’uso della lingua francese,
di quella italiana e del dialetto piemontese ci
siamo comprese e aiutate. È stata un’esperienza
significativa e ricca per noi e per lei. Con la sua
giovinezza e semplicità ha portato una ventata di
allegria e di speranza anche per noi. Per questi
giorni trascorsi insieme ‘rendiamo grazie al Signore!’.
Le sorelle della comunità
Suor Marie Hélène è rimasta con noi, nella comunità San Giuseppe agli Angeli, per la durata di tre
mesi. Una giovane piena di vita e di salute; ha saputo creare un clima di comprensione, di servizio,
di amicizia. Il problema della lingua, che sembrava essere un ostacolo, è stato occasione di risate
e aiuto reciproco. Ha lasciato un ricordo pieno di
affetto, tanto che le nostre sorelle speravano che
rimanesse con noi per sempre. ‘Grazie, sr. Marie
Hélène’, ti accompagniamo nel tuo cammino verso la consacrazione.
Le tue sorelle maggiori
Come comunità di Stella Mattutina, che ha accolto suor Nicole, sentiamo che questa sorella ha
portato in mezzo a noi una ventata di freschezza,
di novità e di stimolo a una fedeltà più vera. Ci
ha offerto l’opportunità di accostarci a una cultura
diversa, per scoprire varie sfumature e ricchezze.
Il suo allegro e, nello stesso tempo, delicato suono del tam-tam ha donato alle nostre celebrazioni
comunitarie e agli incontri con i disabili un tocco
di vivacità ed eleganza, ed è stato gustato da tutti. A suor Nicole il nostro ‘Grazie’ fraterno e cordiale, mentre chiediamo al Signore di aiutarci a
trarre profitto da questa preziosa esperienza.
Le sorelle della comunità
Tutte noi abbiamo apprezzato la scelta della Delegazione Africa: ha voluto esprimere la riconoscenza alla Congregazione per le tante sorelle
che si sono susseguite come missionarie in quella
terra, chiedendo a suor Sidonie di venire in Italia
in aiuto alle nostre sorelle che curano le ammalate. Lei stessa ha voluto condividere con noi alcune suggestioni maturate durante questo primo
periodo di servizio insieme alla sua riconoscenza.
Il grazie è anche nostro che abbiamo beneficiato
di questa presenza.
Le sorelle della comunità
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Notizie
DESIDERO RINGRAZIARE
Dopo quasi due anni di
servizio all’Infermeria della
Casa Madre, accanto alle
sorelle ammalate, sento
un bisogno profondo di
ringraziare Dio perché è
stato un padre per me e,
nella sua misericordia, mi
ha resa capace di rispondere al Suo amore che dona se stesso, col
dono della mia vita e mi ha fatta partecipe del
mandato di Cristo, apostolo per eccellenza
(cfr. Cost.78).
Sono riconoscente verso le Superiore per l’occasione che mi hanno offerto di fare questa
esperienza e ringrazio tutte le sorelle e le persone che hanno sostenuto con la preghiera la
mia risposta missionaria e la mia integrazione
in questa realtà.
Sento più che mai, con chiarezza e forza, come
questa esperienza mi abbia ‘dilatato’ il cuore
e la mente: è come se percepissi di avere un
campo visivo più ampio! Ritengo che questo
periodo sia stato molto significativo e ricco di
tante cose: emozioni, persone, storie diverse,
incontri e giornate formative…; sicuramente,
tempo di crescita spirituale, professionale e
umana.
Il dolore disarmante, l’essere testimone di
tanta sofferenza delle sorelle… non lo voglio
dimenticare. Ma questo è quello che tutti sanno della persona anziana e ammalata. Voglio
parlare invece della sua bellezza delle sue
potenzialità, di tutto quello che noi possiamo
imparare.
Ho capito prima di tutto che la vita è nella sua
concretezza, nel compiere le azioni di tutti i
giorni e le parole sono solo uno strumento.
Dalla quotidianità trascorsa con loro, ho imparato che bisogna essere umane e attente, che
la vita è un dono meraviglioso ed è molto più
semplice di quello che crediamo e anche più
bella. Vedere l’impegno di fedeltà e di missione delle sorelle, nonostante l’età e la malattia, sento che è uno stimolo per noi giovani e
una conferma di quanto si afferma nelle Cost.
art. 76 che: “l’anzianità e la malattia sono un
tempo di grazia in cui la vita, interiorizzandosi,
diventa più feconda”.
Suor Sidonie Mafwaya
ARGENTINA
Venticinquesimo di professione
“La donna che cosparge di profumo i
piedi di Gesù e riempie di questo aroma
tutta la casa, mi rappresenta in questa
celebrazione.
Convinta del bene che Gesù ha realizzato nella mia vita, celebro con gioia questi
25 anni di cammino. Lo faccio con la certezza che Dio mi ha sostenuta e ha appianato le mie strade, regalandomi sorelle e fratelli che, durante questi anni, sono
stati partecipi della mia storia e della mia
ricerca. Li porto tutti nel mio cuore, vicini
e lontani e ringrazio Dio per tutto ciò che
mi hanno donato”.
Hna Paulina Oviedo
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Notizie
AFRICA
Suor Claire M. Ntunu, suora da 50 anni
Nella stessa celebrazione
eucaristica, nella quale 8
giovani congolesi hanno
fatto professione, suor Claire M. Ntunu ha festeggiato
50 anni di vita religiosa. Rivolgendosi alle consorelle,
ai parenti, agli amici e a
tutti i presenti suor Claire
M. ha detto: “Ho vissuto 50 anni di gioia, di
sorrisi e di pace interiore, ma anche 50 anni
di sofferenze e di prove, 50 anni di lavoro, di
fatiche e di lotte, 50 anni di fedeltà, di perseveranza e di pazienza, 50 anni accompagnati
dalla preghiera, dall’abbandono confidente
in Dio e dalla speranza di un giorno nuovo
e pieno di sole. Nel mio cammino, durante
questi 50 anni di vita consacrata a servizio del
Signore, ho sentito la sua presenza nella mia
vita e ho gustato il suo amore, la sua amicizia, il suo sostegno e la sua protezione. Ora
dal mio cuore scaturisce in grazie per questo
grande dono che mi ha fatto: un mezzo secolo al suo servizio!”.
Attraverso le pagine d’Incontro Amici suor
Claire M. vuole far giungere il suo grazie a
tutta la Congregazione e a tutte le persone
che, da vicino e da lontano, l’hanno incoraggiata e aiutata a crescere nel cammino della
vita consacrata: “Ringrazio di cuore tutte le
suore che mi hanno scritto, grazie per i vostri
messaggi profondi e incoraggianti. Un grazie
particolare alle suore del mio stesso anno di
Professione per il loro ricordo pieno di affetto. Vi porto tutte nel mio cuore e nella mia
preghiera e chiedo al Signore che ci aiuti a
camminare insieme, unite nel suo amore e
nella sua amicizia!”.
LA NOSTRA ESPERIENZA ALLE ORIGINI DELLA CONGREGAZIONE
Siamo molto riconoscenti verso la madre generale, madre Maria Nives, e il suo Consiglio
per questi mesi di formazione prossima ai voti
perpetui. Ringraziamo di cuore suor Lucia
Gallo che ci ha accompagnate durante questo periodo, le comunità che ci hanno accolte, senza dimenticare le sorelle che ci hanno
aiutate, trasmettendoci le loro conoscenze nei
diversi temi accostati e approfonditi.
L’esperienza alle nostre origini ci ha permesso
di rafforzare la nostra identità di suore di San
Giuseppe attraverso i suoi tratti caratteristici
di umiltà, di semplicità e di cordiale carità.
Abbiamo apprezzato la semplicità delle suore
di san Giuseppe che si è manifestata fin dalla sua fondazione. La vita delle nostre prime
suore ci ha interpellate per la loro semplicità,
il nascondimento, la modestia e la costanza
nelle difficoltà. Al di là della lingua, delle differenze, abbiamo percepito che il carisma di
comunione ci fa sentire membri di una stessa
famiglia. Così anche noi possiamo rallegrar-
ci perché questa Parola di Gesù: “Che tutti siano uno” Gv 17, 21, è sempre attuale e
continua a realizzarsi. Nelle varie comunità
abbiamo sentito la gioia di appartenere alla
stessa famiglia, chiamate a seguire il Cristo
e a partecipare alla sua missione. Abbiamo
sperimentato la fedeltà alla vita comunitaria, il dialogo, il rispetto reciproco, la perseveranza e la tenacia nell’apostolato. I diversi
servizi visitati ci hanno fatto capire quanto la
Congregazione sia rimasta attenta a dare una
risposta ai bisogni attuali del caro prossimo,
e insieme abbiamo costatato la dedizione di
ogni suora per realizzarli. Siamo coscienti di
avere ricevuto una formazione molto ricca che
ci permetterà di vivere in modo responsabile
i nostri impegni come suore di san Giuseppe
con l’aiuto dello Spirito santo.
Con affetto
Le vostre sorelle congolesi:
Nicole, M. Hélène, Micheline,
Odette e Francesca
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Notizie
Professioni religiose in Congo
Il 9 agosto, in una parrocchia di Kinshasa, Notre Dame d’Afrique, 3 giovani
congolesi sono diventate suore, facendo la Prima professione e altre 5 giovani, che sono suore già da 7 anni, hanno
deciso, facendo la Professione perpetua, di impegnarsi definitivamente sulla
strada intrapresa della vita religiosa.
Durante la messa, all’inizio del rito della
professione, ognuna di queste giovani
ha risposto all’appello mettendosi in
piedi e andando verso l’altare accompagnata dai genitori oppure da uno zio
e una zia.
Nella cultura africana ogni scelta di
vita coinvolge tutta la famiglia che accompagna con parole e gesti i momenti più
significativi della vita di ognuno, come possono essere: il matrimonio, l’ordinazione sacerdotale o la professione religiosa.
I genitori di ognuna di queste giovani, oppure i parenti che li rappresentavano, davanti
al vescovo che presiedeva la celebrazione
e tutta l’assemblea, si sono rivolti alla loro
figlia con parole che esprimevano l’accordo
della famiglia per la scelta che stava compiendo, ma anche l’augurio per il suo futuro
cammino.
22
Alcuni genitori hanno espresso la loro gioia
e la loro accondiscendenza con un canto, altri hanno prodigato consigli, ma tutti hanno
offerto alla figlia che stava per impegnarsi
nella vita religiosa un oggetto, un simbolo,
che rimanga come augurio, richiamo o memoria del momento che si stava vivendo.
La lampada, le colombe, i fiori, la corona del
rosario, una statuetta, ma anche vari strumenti da lavoro sono stati i simboli che questi genitori hanno voluto lasciare alle loro figlie, quasi come una solenne benedizione e
segno d’invio per loro che
di lì a poco si sarebbero
impegnate in una nuova
famiglia: la nostra congregazione, per dedicarsi a
una missione che forse le
porterà anche molto lontano dalla loro famiglia di
origine.
Nella tradizione africana
il legame con la famiglia
di origine e l’etnia di appartenenza é forte, un vincolo sentito e significativo
che sostiene e accompagna la persona in tutti i
suoi passi!
Suor Lucia Gallo
Spazio Giovani
RISONANZE...
... ALPE 2014
Veramente all'Alpe si può vivere l'Incontro
Speciale con Gesù che sempre ci attende a
braccia aperte. Meravigliosamente bello è percepire quella presenza che è in grado di trasfigurare un sorriso che maschera una sofferenza
interiore in un sorriso così raggiante in grado di
illuminare anche le tenebre…
Infine grazie a tutti voi ragazzi e ragazze che
avete condiviso con me questo indimenticabile
week-end Alpe 2014!
Marco
Non ci ardeva forse il cuore...
Ho vissuto una magnifica esperienza all'Alpe di
Papa Giovanni a Limonetto (CN).
Un luogo incontaminato dove natura e fede
s’incontrano, dove il silenzio che tutto avvolge ci aiuta a ritornare a noi stessi e dove tutto
parla di Dio.
E quel Dio che viene alla nostra ricerca ci parla
attraverso i segni, attraverso la sua parola e ci
invita a non fermarci, a non indugiare, ma a vivere la vita secondo i suoi insegnamenti.
Cristian
Arrivare all’Alpe quando sta per iniziare la Messa... Intuire che Gesù ti sta parlando attraverso
le parole di chi è anche lì... Sentire che la Parola di Dio ha qualcosa da dire proprio a te...
Arrendersi a Lui e commuoversi... Stare seduta
su una pietra senza sapere che rappresenta le
mani di Dio...
Consegnarsi alle Sue mani...
Lasciarsi stupire fino a farsi venire i brividi...
Questo e altro ancora è ciò che mi sono portata a casa dall’Alpe dopo i 3 giorni di ritiro
organizzati dalla Sorgente l’11-12-13 luglio!
Cris
L'Alpe di papa Giovanni è per me un'oasi nella quale rifugiarsi dal frastuono del mondo,
un luogo dove finalmente si tace per ascoltare Dio… al quale mi sono potuta accostare in
modo nuovo, non pregando con parole, ma
contemplando "le meraviglie del Suo Amore";
e ho potuto percepire il Signore in ogni fiore,
nel vento leggero che accarezzava il prato, nelle ali di una farfalla che solo Dio poteva dipingere così belle! E in tutte queste cose ho visto
il Suo amore, la Sua tenerezza infinita per noi
uomini, perché ha riempito la Terra di meraviglie per farci felici.
Virginia
Questa è stata la mia prima volta all’Alpe. Virginia mi aveva accennato cosa fosse, ma viverla è un’altra cosa. Inutile dire che la cosa più
bella che mi ha colpito non appena arrivata è
stata la bellezza, l’immensità e la pace del creato, della natura. Sono sicura che l’Alpe mi ha
cambiata, ha cambiato la mia fede, la mia consapevolezza, mi ha tolto un po’ di prosciutto
dagli occhi… Perciò, grazie Alpe. Sabrina
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Semi di Comunione
PROGETTI 2014
I SEMI DI COMUNIONE
continuano a crescere grazie alla tua solidarietà:
Romania
Alla famiglia che sosteniamo, grazie
a “semi di comunione”, è stato
assegnato un piccolo appartamento
in un quartiere di prefabbricati che il
comune di Constanza ha predisposto
per aiutare, almeno in parte, le famiglie con gravi disagi socio-economici.
Finalmente c’è un tetto e un letto sicuro, ma è importante poterli mantenere!
Ogni mese ci sono le bollette
dell’affitto, dell’acqua e della luce,
quest`ultima sempre molto onerosa
perchè tutto funziona con la corrente
elettrica (acqua calda, riscaldamento e “cucina”); i piccoli sussidi che i
bambini ricevono dal comune sono
ben poca cosa.
La mamma, in gennaio, finito il concedo di maternità, dovrebbe riprendere il lavoro di pulizia in una scuola.
Con il nostro sostegno copriamo le
spese delle diverse bollette, li aiutiamo con alimenti, materiale scolastico
e al bisogno anche per le cure mediche. I bambini crescono e crescono
anche le necessità.
Rimane, come per molte altre persone, il problema di un posto di lavoro
dignitoso e giustamente retribuito,
problema che purtroppo va dilagando con gravi conseguenze sociali.
Tutta la famiglia è riconoscente per
l`aiuto che riceve e ringrazia tutti coloro che sostengono questa iniziativa.
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Semi di Comunione
Argentina
Desidero condividere con voi che, nel centro ricreativo “Rincòn de l’amistad”, continuiamo a
sostenere il progetto di arte per gli adolescenti.
Collabora con noi Nancy, una professoressa di
arte plastica che da un anno lavora con questi ragazzi e ragazze. La proposta è che, attraverso l’arte, possano scoprire diversi modi di espressione
che li aiutino a canalizzare le tensioni e i conflitti ai
quali sono esposti. Credo sia fondamentale questo spazio perché è l’unico centro nella zona che
apre ogni giorno le sue porte, offrendo un luogo
di ricreazione, sostegno e contenimento.
Abbiamo intenzione di favorire due progetti: uno
per costruire burattini con materiale riciclato e
l’altro per creare un murale con la tecnica StopMotion.
Appena il tutto sarà in cantiere, vi prometto fotografie per rendervi partecipi.
Tutta l’équipe è profondamente riconoscente
a ciascuno di voi per la collaborazione ricevuta: senza il vostro aiuto questo servizio sarebbe
impossibile. Grazie, perché ci accompagnate in
questo sogno, forse utopico, di voler migliorare
la qualità di vita di questi bambini e bambine. Rimaniamo uniti in Colui nel quale sono possibili
e si realizzano i desideri di un mondo più giusto
per tutti.
Hna. Viviana Villalba –
Bosques – Buenos Aires
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Semi di Comunione
Brasile
Nucleo SUOR AMELIA e
SPERANZA PER IL FUTURO
È bello essere presente in uno di questi Centri socio-educativi al momento dell’arrivo dei bambini/e
e adolescenti (7-13 anni), di solito in gruppetti di
amici o accompagnati da un adulto. Il loro sguardo
corre verso lo spazio preparato in cerca di novità.
E quest’anno le novità non sono mancate, anche
grazie ai Mondiali di calcio svoltisi “in casa”.
La “Copa” é entrata un po’ in tutte le attività, anche in quelle di matematica, di lettura, di formulazione di frasi e di geografia per visitare il Paese
delle altre squadre.
La magia del ‘calcio’ ha reso meno pesante l’attività scolastica. Di fatto, la fatica dell’apprendimento é grande per la maggior parte degli iscritti
e richiede una distinzione di proposte operative:
per i non alfabetizzati, i pre-alfabetizzati e gli alfabetizzati bisognosi di rinforzo.
E ci sono ragazzi/e della terza e quarta classe nel
primo e secondo gruppo! “Ma, dopo un periodo
d’impegno e non poco sforzo – dice un’educatrice – é gratificante vedere gioia e sorpresa stampate nel loro sorriso davanti a un buon risultato!”.
Nei due Nuclei socio educativi, anche le operazioni di aritmetica, il dettato o le frasi da completare devono essere ben interessanti e divertenti.
Altri centri d’interesse quest’anno sono risultati
particolarmente graditi e proficui:
UN QUARTIERE PIÚ BELLO: ANCH’IO AIUTO!
Educazione alla cura dell’ambiente, alla separazione dei rifiuti.
FAMIGLIA E ALBERO GENEALOGICO
Sorpresa nel sentirsi parte di un gruppo familiare più ampio, possibilità di esprimere con dinamiche e dialoghi il proprio vissuto e i desideri.
Ben riuscita e partecipata la “giornata di integrazione” con qualche membro della famiglia,
il cui programma prevedeva: una calorosa ac-
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Semi di Comunione
coglienza, preghiera insieme, lettura in piccoli gruppi di un racconto scelto dai bambini e
quindi sua drammatizzazione con il coinvolgimento di tutti e, infine, un delizioso piatto di
pastasciutta!
MARCIA PER IL BUON TRATTO – 18 maggio
– Giornata nazionale di lotta contra abuso e
violenza sessuale a bambini e adolescenti.
Organizzata dal Settore “PREVENZIONE SALUTE” del CECOM, con la partecipazione di
tutti i gruppi, é stata realizzata per le strade del
concentrico, con tanto di cappello e maglietta,
portando striscioni, cantando e distribuendo
foglietti illustrativi ai passanti e nelle case.
“RESILIENZA: interessa anche noi!”
Per alcuni mesi, un giorno della settimana anche i nostri bambini e adolescenti si sono cimentati a scoprire quella “capacità che é in noi
come individui, comunità, nazioni di sopravvivere e prosperare, affrontando difficoltà e avversità”.
Con la guida di un’educatrice specificamente preparata, hanno imparato a conoscere le
proprie risorse personali fisiche e psicologiche
attraverso esercizi di rilassamento, ascolto di
musica, momenti di riflessione, danze di gruppo. Giochi e dinamiche, video e film hanno aiutato a far esperienza che é meglio lavorare in
équipe, affrontare insieme il nuovo, i pericoli,
i rischi, superando le paure... Altri temi hanno
ripresentato il vivere quotidiano in famiglia,
nella strada, con gli amici: paura e coraggio,
tristezza e gioia, diritti e doveri, vendetta e
perdono, amicizia e indifferenza... Alcune uscite nel rione hanno permesso di conoscerne le
risorse e le più numerose carenze e precarietà
che rendono difficile una vita sana e felice.
Non sono tanti piccoli preziosi segni di speranza per un futuro più umano? Grazie anche a Te
che lo rendi possibile.
La comunità di Vila de Cava
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Semi di Comunione
Repubblica Democratica del Congo
Per i sordi di Kikwit
Anche quest’anno, grazie all’aiuto di
tanti amici e sostenitori, le nostre suore
di Kikwit, in Congo, hanno potuto continuare ad aiutare i ragazzi e giovani sordi
che frequentano la Scuola per audiolesi e i 19 bambini sordi che sono accolti
nel piccolo collegio, situato vicino alla
casa delle suore e alla scuola che essi
frequentano. Nel precedente numero di Incontro Amici avevamo attirato
l’attenzione dei lettori sui bisogni di
questi ragazzi perché la loro condizione di handicap li rende ancora più fragili e
vulnerabili, all’interno di una società in cui la
lotta per la sopravvivenza tende sempre a
marginalizzare chi è più debole.
Suor Brigitte, la responsabile della scuola e della comunità delle suore scrive:
“Quest’anno a scuola gli alunni erano 138 e
alcuni di loro provenivano da villaggi anche
molto lontani da Kikwit. All’inizio dell’anno
scolastico i sordi arrivano quasi tutti senza
materiale di scuola, mal vestiti e sovente
anche denutriti. Perché possano seguire meglio le lezioni bisogna prima dar loro da
mangiare. A questo scopo 3 volte la settimana, il lunedì, il mercoledì e il venerdì prepariamo a scuola, per tutti gli alunni, un pasto a base di riso con latte o zucchero. Quand’è
possibile si aggiunge anche della verdura. Questi pasti settimanali sono un grosso aiuto
per questi ragazzi sordi che, in genere, sono poco seguiti dalle famiglie che li ospitano”.
Per quanto riguarda gli alunni sordi accolti nel collegio, suor Brigitte dice: “L’edificio non
è molto grande e quest’anno abbiamo accolto e seguito 19 sordi, sia ragazzi che ragazze che hanno tutti meno di 20 anni. Hanno trascorso tutto l’anno scolastico in collegio,
seguiti da una mamma e da 2 suore che a turno li accompagnano nelle varie attività quotidiane. Malgrado il loro handicap questi bambini stanno bene, sono sereni e riescono
anche bene a scuola”.
Insieme a Brigitte, Cèlestine, Berthe e Rita, le nostre suore che si dedicano ai sordi, in
questa missione di Kikwit, vi ringraziamo di cuore per la vostra collaborazione e il vostro
sostegno.
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Appuntamenti
Appuntamenti
INCONTRO DI FAMIGLIA - DOMENICA 5 OTTOBRE 2014
Carissimi Laiche e Laici del Piccolo Disegno, amici, collaboratori, sostenitori dei Progetti Missionari. Desideriamo incontrarci per pregare insieme, conoscerci, condividere,
sentirci parte di questa grande famiglia delle Suore di San Giuseppe di Cuneo.
Alla SORGENTE: via Lorenzo Bertano n.19 – Cuneo – Tel. 0171-699497
Dalle ore 10 alle ore 17
Preghiera, condivisione, aggiornamento sui Progetti delle Missioni
Celebrazione dell’Eucarestia, pranzo al sacco (la casa offre il caffè)
TI ASPETTIAMO CON GIOIA
IL SOLE A MEZZANOTTE - Il coraggio della Felicità
25 OTTOBRE ‘14 Beati i poveri in spirito (don Derio Olivero)
22 NOVEMBRE ‘14 Beati quelli che sono nel pianto (don Marco Gallo)
31 DICEMBRE ‘14 CAPODANNO ALTERNATIVO con la S. Messa - Beati gli operatori di
pace (don Marco Giordy)
24 GENNAIO ’15 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia (don Flavio Luciano)
28 FEBBRAIO ’15 Beati i miti (don Carlo Occelli)
( 28 MARZO ’15
VEGLIA INTERDIOCESANA delle PALME - Beati i puri di cuore...)
18 APRILE ’15
Beati i misericordiosi (don Gianluca Zurra)
con la possibilità di seguirci su :
Il Sole a Mezzanotte @LaSorgente2008
Parole dal Silenzio
Nuovo opuscolo
FIDUCIA
Spesso le situazioni che viviamo, le realtà che vediamo
dentro e fuori di noi ci mettono affanno, agitazione e paura. Il domani, tinto di complessità e insicurezza, ci preoccupa. Preferiamo costruire l’esistenza secondo i nostri
desideri e progetti, chiudiamo il cerchio su noi stessi, rischiando di cadere nell’illusione dell’autosufficienza.
Sono le tentazioni dell’epoca attuale, in cui le Massime
di padre Jean-Pierre Médaille si rivelano particolarmente illuminanti, aprono a orizzonti di fiducia e di serenità.
L’abbandono alla Provvidenza è il cuore della sua spiritualità. Non poteva, dunque, mancare un
opuscolo su questo tema, il quarto della serie, tradotto in sette lingue.
Seguiamo il filo rosso della fede granitica di Jean-Pierre che porta un nome: «Provvidenza» e che ha
un volto: quello di una madre “che sa e che conosce bene ogni tua necessità e se ne prende cura”.
È la fiducia che noi siamo nelle buone mani di Dio, custoditi dal suo affetto. Una fiducia nella Provvidenza che non spartisce nulla con la passività, ma è un impegno costante di umile affidamento a
un Progetto di amore, il cui disegno ci supera e ci avvolge come un manto.
Lasciamo che Dio si preoccupi di noi! Sia l’augurio per te.
A cura di suor Silvia Canale
per la Federazione italiana delle Suore di san Giuseppe
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Per riflettere
Speranza
La speranza
è la finestra che al mattino
ti consegna un giorno
tutto nuovo.
Basta che la apri.
La speranza
è l'aria fresca
che ti ricarica i polmoni
di ossigeno nuovo.
Basta che la respiri.
La speranza è la forza
per amare la vita di ogni giorno,
fino al giorno
senza tramonto.
T. Lasconi
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Per pregare
Preghiera di speranza
Padre nostro
che sei la nostra speranza
e che continui a camminare con noi,
con la nostra storia e i nostri problemi,
facci sentire sempre la tua presenza
che ci hai rivelato in Cristo.
Non permettere mai che venga meno
la nostra confidenza in Te
soprattutto quando la tristezza
ci opprime e ci sgomenta.
Facci dono di scegliere sempre
la via della vita.
fa' che amiamo questo nostro tempo
e vi leggiamo sempre
i segni del tuo amore.
Dacci la forza per vivere la vita
come un dono ricevuto dalla tua bontà
e da spendere a servizio degli esseri umani
tuoi figli e nostri fratelli e sorelle.
G. Taliercio
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Siate sempre pronti
a rispondere a chiunque
vi domandi ragione
della speranza che è in voi.
1Pt 3,15
Congrega zione delle Suore di San Giuseppe di Cuneo - 12100 Cuneo - corso Giovanni XXIII, 17
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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 e 3 - CB-NO/CUNEO
INCONTRO AMICI Anno 61 n. 2/2014 - Direttore Responsabile: Don Antonio Gandolfo
Autorizzazione Tribunale di Cuneo n. 90 del 25-08-1954 - Stampa: MG Servizi Tipografici 12010 Vignolo (CN)
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Settembre - Suore San Giuseppe Cuneo