casa • residenza • politiche sociali • economie informali • diritti • intercultura sociale • cultura • teatro • laboratori • corsi
Anno IX
tiratura
6.000 copie
Offerta libera
Giornale di strada di Bologna fondato dai senza fissa dimora
Pubblicazione periodica mensile Aprile 2002
LO ZOO DI
VENERE
L’ALTRA META’ DELLA STRADA
Donne in strada. Donne nei guai.
Per una donna finire in strada è un dramma molto più intenso che per un uomo. La strada è un luogo non necessariamente in mano a violenti, ma è comunque un posto dove
occorre sicuramente imparare a difendersi dalla violenza.
Per un uomo è già difficile e una donna da sola non può farcela, e allora si aggrappa al primo che può darle fiducia, ma
non sempre la scelta è giusta e si entra in una spirale infinita da cui diventa difficile, se non impossibile, uscire. E la
salute? Non possiamo immaginare cosa voglia dire avere le
mestruazioni in strada, o l’esposizione, sicuramente più
forte nel caso delle donne, a malattie infettive; è terribile
pensare a quello che può soffrire la donna in una situazione
che se per un uomo è difficile per una donna è proprio pericolosa. Questo mese ci occupiamo delle donne, che sono
silenziose, discrete, ma in strada soffrono come nessun
essere umano dovrebbe.
La strada più difficile
Piazza Grande LIVE
Due cuori, una capanna...
Abbiamo vinto!
Cercheremo di dare una rappresentazione della vita di strada vissuta dall’altra metà del cielo, le donne. Dai dati
scopriamo che solo il 18% delle persone
senza dimora, in Italia, è femmina.
La grande bandiga! Il giorno
11 maggio con partenza alle
sedici, cucineremo, suoneremo
e d a v re m o d i v e r s i o s p i t i d i
musica e teatro...
...e tanta brutta intolleranza e
violenza in questa storia raccontata da chi ha subito
un’aggressione dai bravi
ragazzi di questa città.
Il progetto Avvocato di Strada ha
vinto il premio della fondazione
italiana del volontariato come
miglior progetto di volontariato
per l’anno 2001.
pag 2, 3, 5 e 9
pag 6
pag 7
pag 8
PRODURRE QUESTO GIORNALE CI COSTA 0,52 EURO • QUELLO CHE DATE IN PIU’ E’ IL GUADAGNO DEL DIFFUSORE
qualsiasi richiesta di soldi al di là dell’ Offerta libera non è autorizzato
aprile duemiladue
1
se c o n d a
Nelle prossime pagine cercheremo di dare una rappresentazione della vita di strada vissuta dall’altra metà del cielo, le donne. Dai dati scopriamo
che solo il 18% delle persone senza dimora, in Italia, è femmina; dalle storie e dalle emozioni che ci sono arrivate in redazione cercheremo di
capire perchè. Per una donna non è meno difficile trovarsi senza un tetto, purtroppo spesso l’emarginazione porta solo in luoghi più nascosti.
DONNE SULL’ORLO DI UNA STRADA
di Wolly’66
Ho avuto un incubo stanotte, meno
male mi sono svegliata. Ma forse
l’incubo è questo, svegliarsi la mattina con un gusto amaro in bocca. Il
sapore della realtà e la consapevolezza di dover affrontare un’altra
giorn a t a
all’insegna
d e l
rischio
e dello
sbattersi
p e r
r a g granell a r e
qualc h e
soldo,
come
tutti i
giorni. La vita di strada è dura per
tutti ma penso lo sia ancora di più
per chi come me appartiene al cosiddetto “sesso debole” ossia quello
femminile. Comunque sia, devo
uscire da questo sacco a pelo perché
tutte le mie vesciche hanno urgenza
di essere svuotate e questo è il primo
problema della giornata. Mi sento un
animale, senza nulla togliere alla
categoria, ma la sensazione che
provo quando mi abbasso dietro una
macchina è questa. Vorrei lavarmi,
ma dove? I servizi messi a disposizione sono talmente pochi che rischi
di stare in fila tutto il giorno per poi
2
non riuscire nemmeno a lavarti.
Forse mi conviene per oggi cercare
una fontanella, ma per quanti chilometri faccia, non riesco a trovarne
una o almeno una che dia acqua,
forse il Comune di Bologna ha deciso di
farci
morire
di sete?
(saremmo un
problema in
meno).
H
o
deciso,
p e r
oggi va
b e n e
c o s ì
anzi, mi
hanno
detto
che ci sono dei bagni pubblici due o
tre, gli unici che offrono un servizio
per gente come me, uno di questi
esercizi è gestito da Piazza Grande,
così mi hanno detto. Ben vengano
queste iniziative, almeno qualcuno ci
pensa. Dopo aver espletato i
miei bisogni e alla buona
essermi sciacquata, con il mio
amico a quattro zampe ci
avventuriamo per la città cercando un modo di svoltare
anche solo qualcosa da mangiare per me e per il mio
amico. Pensare che tutto è successo da un momento all’altro.
Un momento vivevo a casa
con quello che consideravo il
mio ragazzo, il momento dopo
mi trovavo per strada (dopo un
litigio con lui) a dovermi
arrangiare. Lo spirito di
sopravvivenza ha avuto la
meglio però, quante umiliazioni e magoni mandati giù per
paura di mostrare la mia debolezza ed essere calpestata. Per fortuna fra noi “gente di strada” non
manca un pizzico di solidarietà che
ci fa stare insieme e sentire più uniti
e forti per affrontare le giornate,
sempre uguali e a volte senza speranza. Ho provato a cercare un lavoro ma, l’età, la presenza e i pregiudizi (giusti o sbagliati non sto a giudicare) non lo permettono e poi, tanti
aprile duemiladue
DAVANTI AL
MARE
L’innocenza di quel pianto
disperato annega ogni
lacrima di dolore e, mentre
ascolti le mute parole da
quell’amico immortale,
i tuoi silenzi che si confondono con le grida,
che il cuore forzatamente
reprime.
Anche se troppo male
hanno fatto ai tuoi sogni,
se troppe ferite hanno lacerato le tue speranze,
non spezzare le ali ai tuoi
desideri,
per vedere solo ciò che gli
occhi vedono,
accecando lo sguardo
alla fantasia.
Non diventare come l’incostante sabbia,
lì, apparentemente immobile,
in attesa di essere sfiorata
dalle mani del vento,
e tu… da quelle di un altro
insensibile destino.
Non lasciare che la vita
ti dipinga con falsi principi,
nell’innocenza con la quale
il tuo corpo ancora si
veste…..di
un falso amore.
Fulvia
anni vissuti per strada lasciano dei segni indelebili e riconoscibili dalle persone “normali”. Una cosa per me
“buona” è che non ho figli,
nelle mie condizioni non ne
ho mai voluti ma non per
egoismo forse è l’unica cosa
saggia della mia vita. Ho
visto tante amiche soffrire
perché dopo aver partorito gli
è stato tolto il bimbo dagli
Assistenti Sociali, per affidarlo ad un’altra famiglia, senza
nemmeno provare a dare a
queste ragazze una possibilità
di recupero. E’ dura essere
donne per strada ma purtroppo è una realtà che tanti
fanno finta di non vedere.
IO PER TE
Io per te…
Cercherò nell’intimità
dell’impossibile,
il più misero e derelitto degli
uomini,
ruberò al tempo sconosciute
confidenze
e farò di un frammento di
nulla
il nostro rifugio.
Io per te…..
Traccerò il nostro cammino
seguendo la traccia
della coscienza,
perché insaziabile è il desiderio della tua scoperta.
Io per te…
Sconfiggerò l’esistenza
della tua identità
che sprigiona la mia anima,
suonerò la musica del vento
che ride nel cuore del tuo
silenzio.
Io per te….
Illuminerò le tenebrose
stanze, sepolte di antiche
felicità
e distruggerò i pensieri più
pesanti,
e sentimenti più umilianti.
Io per te….
Abbraccerò nel tempo l’intera esistenza,
e farò di una triste lacrima
un dolce oceano,
farò di un attimo l’eternità.
Fulvia
t e rza
Parlami di te...
La povertà
è femmina
Leggiamo e cerchiamo di
comprendere i dati sulla
povertà in Italia.
di Leonardo Tancredi
Sono poche le famiglie povere in
Emilia-Romagna, ma le donne
ultracinquantenni restano la categoria più a rischio. Il rapporto su
“Mercato del lavoro ed esclusione
sociale” (http://www.regione.emilia-romagna.it/fr_lavoro.htm), presentato ad un convegno promosso
dall’Assessorato regionale di competenza, ha evidenziato ancora una
volta il legame diretto tra povertà e
nuove dinamiche di mercato.
Solo il 3% delle famiglie emiliane
(contro il 10% nazionale), dal ’96
al 2000, ha varcato la soglia della
povertà, ma i problemi nascono
quando si esce dalla famiglia d’origine e si prova ad acquistare una
casa propria. Il 30,4% dei residenti
in regione ha incontrato difficoltà
di questo tipo, risolte nel corso
degli anni nell’85,7% dei casi.
Paradossalmente la causa principale delle difficoltà economiche deriva dalla “vivacità del tessuto economico regionale”: le ristrettezze,
che riguardano poco più di 100.000
persone, sono dovute all’avvio di
nuova attività, dall’acquisto di un
immobile, da un precariato che si
protrae troppo a lungo o nei casi
peggiori da una grave malattia. In
alcune delle situazioni descritte il
passaggio dal benessere al disagio
può essere anche repentino.
In questo quadro, tutto sommato
poco allarmante, le donne più degli
uomini si muovono pericolosamente sul filo dell’esclusione sociale. In
questo caso l’Emilia_Romagna
segue il trend nazionale. Si registrano, infatti, situazioni di povertà
nell’8,6% delle famiglie con a capo
una donna, a fronte del 5,9% di
quelle a dominanza maschile. Il
rischio povertà aumenta per le
donne sole con figli a carico.
Per l’assessore Bastico la soluzione
è da trovare in una formazione “a
ciclo continuo”, capace di coinvolgere sia giovani, sia anziani in un
aggiornamento costante delle proprie capacità professionali e culturali, in modo da essere appetibili
per il mercato. A questo, però, è
necessario affiancare una politica di
sostegno per le categorie disagiate,
soprattutto nella fase critica del
distacco dalla famiglia.
Le nostre Interviste: Ragazze per strada
Questo mese la nostra rivista tratragazzi, se siamo sole cerchiamo di
Wolly ‘66
terà principalmente argomenti
aggregarci a dei ragazzi come noi, per
riguardanti le donne che, o per scelprotezione e a volte anche per appoggio
ta o per forza di cose, si sono trovate a vivere la strada.
economico. (Secondo me un ragazzo riesce a cavarsela
Ho deciso di entrare in confidenza con una di queste meglio di una ragazza)
ragazze che ebbi l’occasione di conoscere alcuni anni fa.
Per poter fare questo mi trovo in Piazza Puntoni, zona PG: Quali difficoltà incontri e quali sono le tue paure in
centrale di Bologna che, oltre ad essere un punto di ritro- questo contesto di vita?
I: Le difficoltà iniziano
appena mi sveglio. Il
mio pensiero fisso
quando apro gli occhi è
sempre lo stesso: come
arrangiarsi per la giornata. Le paure sono
tante, fra queste lo stare
da sola, non avere un
posto dove andare a
mangiare o a passare
qualche ora, a volte non
sapere dove andare a
dormire.
Io per fortuna sono
ospite di un dormitorio
dove sono riuscita ad
entrare dopo non so
quante richieste e,
comunque, ci sono
ancora tante ragazze
che dormono per strada
e che devono affrontare
ogni giorno tante difficoltà.
vo di tanti senza fissa dimora, ospita le varie facoltà universitarie quali l’Accademia delle Belle Arti. Qui ho appuntamento con la mia vecchia conoscenza che mi da tutta la
sua disponibilità per farsi intervistare.
PG: Non è necessario mantenere l’anonimato, anzi è
disposta a dire il suo nome e la provenienza.
I: Mi chiamo Maria, ho 35 anni e vengo da
un paesino dell’entroterra Sardo.
PG: Da quanto tempo ti trovi per strada?
I: Da quando ho deciso di lasciare la
Sardegna ero ragazza, avevo si e no 17
anni tanta voglia di viaggiare e conoscere
altri posti. Ho cominciato a viaggiare per
l’Italia con un sacco a pelo e un ragazzo
conosciuto in Sicilia durante uno dei miei
viaggi.
PG: Cosa ti ci ha portato?
I: E’ stata una mia scelta, non che abbia
scelto la strada ma, a quell’età il mio
paese mi stava stretto e volevo andare via
a tutti i costi, conoscere altre città, altre
persone. La mia posizione economica non
mi permetteva di prendere una pensione
o anche una stanza in affitto, così, la strada e per campare, colletta ecc.
PG: In strada solo il 18% è donna, perché
questa minoranza?
I: Non ho una risposta precisa, posso
immaginare il perché basandomi sulla mia
storia.
Una ragazza, a meno che non abbia vissuto parecchi anni per strada facendo
esperienza e traendo qualche insegnamento da questa, si ritrova a dover subire
e sottostare alla legge del più forte, regola
principale per chi sta per strada. Di solito
veniamo maltrattate e a volte menate dai
PG: Quali sono le tue
esigenze, le più concrete per una ragazza che vive per strada?
I: Che esigenze? Fisiche soprattutto, di pulizia personale,
lavaggio di indumenti e soprattutto, dove mangiare? Per
avere dei buoni mensa devi appartenere ad un Ser.T
(Servizio Tossicodipendenza) e per di più metterti in terapia di metadone altrimenti, secondo loro, non hai bisogno
e non si preoccupano per te.
Senza dimora in Italia
Sesso
%
Valori ass.
Maschi
Femmine
Altro (non rilevabile, transessuale, travestito)
Dato non disponibile
Totale
2.126
480
261
36
2.668
Valori
79,7
18,0
1,3
100,0
Senza dimora in Italia
Per classe di età
Età
Minorenni
18-27
28-37
38-47
48-57
58-64
65-74
Ultra 75enni
Dato non disponibile
Valori ass.
17
345
722
539
374
204
111
26
330
Totale 2.668
Valori %
0,6
12,9
27,1
20,2
14,0
7,6
4,2
1,0
12,4
100,0
Fonte: indagine nazionale “persone senza dimora” Anno 2000-Fondazione
Cancan. Commissione di indagine sull’esclusione sociale – Indagine sulle persone senza dimora. Rilevazione realizzata nel periodo 1999/2000 su dati del ’97
–’98, su un campione di 2.668 persone prive di dimora stabile, in precarie condizioni materiali di esistenza, prive di un’adeguata rete formale o informale di
sostegno.
Ringraziamo l’agenzia www.redattoresociale.it
aprile duemiladue
3
q u a rt a
DAL BASSO VERSO L’ALTO
La pagina degli articoli e dei contributi “dal basso”, dalla strada riesce sempre meno
a contenere tutto il lavoro dei nostri redattori: tutte le pagine di questo giornale sono
nate grazie a una redazione sempre più unita e vicina ai nostri temi. Oltre al lavoro
di Wolly, presente con ben tre articoli, ci sono poesie e ancora tanti disegni, ma c’è
una grande mole di lavoro che non si vede, non si legge ma che ogni giorno viene
affrontata nonostante una quotidianità non facile.
Ci speravamo
tutti
tanto
di
entrare a far
parte
della
Comunità
Europea a tutti i
costi,
poi
come per
magia c’è
l’abbiamo fatta e siamo diventati
così: Cittadini Europei , ora, in tutto
questo cambiamento, dal Codice
Stradale alla Moneta Unica Europea
(così appunto chiamata Euro), dalle
Leggi alla tecnologia, c’è una cosa
che doveva essere cambiata prima
di tutte, quella del rispetto totale per
l a
più
provare
sentimenti,
emozioni,
gioie e dolovita umana, invedi S. L. Angelo
spargere nessun ri, allora dico
ce le uniche cose
che sono cambiate, sono i costi tipo di violenza, è ora di cambiare io: perché
della vita (sempre più cara) e anche il nostro arsenale di guerra, al dobbiamo contiad
appunto legato a questo, gli stipendi posto di mine, mitra e bombe, ora nuare
per tutti i Politici, e noi cosa faccia- usiamo penne, fogli e dialoghi, que- o d i a r c i ,
ad uccimo per cercare di vivere meglio? le sto la Redazione degli Amici di
Piazza
Grande
lo
fa
già,
seguiamo
il
derci
l’un
l’altro,
per quale motivo,
guerre, le guerre e poi ancora le
stramaledette guerre, ma dico io, loro esempio e sicuramente le cose non pensate che sia più facile fare
l’amore invece di fare la guerra?
non vi sembra che sia arrivata l’ora andranno molto meglio.
di cambiare una volta per sempre, L’essere umano per vivere bene ha Allora cosa stiamo aspettando,
siamo veramente molto stanchi, bisogno di amare e di essere amato prima che arrivi la distruzione totastufi e scocciati di fare sempre e e non di uccidere e distruggere tutto le, armiamoci di carta e penna e
quello che è stato creato e costruito combattiamo contro tutti quelli che
solamente le guerre.
Penso che sia arrivata l’ora di fare dai suoi simili, proprio così, dai vogliono fare solo la guerra, comla (Pace e suoi simili sì, perché non importa di battiamo per i nostri diritti, mantel’Amore), che colore sia la sua pelle, di che nendo sempre il nostro dovere:
di rispettar- lingua parla o a quale religione esso quello di amare e rispettare tutti gli
si a vicen- appartenga, abbiamo tutti due brac- esseri viventi di questo nostro picda senza cia, due gambe, due occhi, un cuore colo grande mondo.
e un cervello, tutti siamo in grado di
E’ ora di cambiare
SCIOPERO GENERALE DEI FUMATORI
di
ar
N
o
ili
m
E
di
ia
Po
es
Strade bianche come neve
conducono alla fredda città
gente gelida come ghiaccio
mi oltrepassa,
pronunciando parole sconnesse
disperse dal vento
non chiedo a nessuno il braccio
ma a tutta la massa, un aiuto
per alleviare il mio tormento.
Che è in me, da un lontano passato
che con il trascorrere del tempo
non ho ancora pagato
con ansia e tristezza
attendo la sorte
che sia per me
la vita o la morte.
ni
di Valeria
4
aprile duemiladue
Scioperano tutti ed anche noi fumatori
abbiamo buoni motivi per farlo.
Soprattutto quando si leggono certe
cose tipo l’articolo apparso su un mensile bolognese che riguardava appunto
una multa fatta all’interno della stazione ferroviaria per giunta all’aperto, ad
una persona sorpresa a fumare. Questo
grazie all’approvazione di una legge
finanziaria da parte del Ministro della
Salute, Girolamo Sirchia, che sancisce
i trasgressori con multe salatissime.
Quello che lascia un po’ interdetti è
l’incoerenza da parte di chi approva
queste leggi e di chi mentalmente sprigiona queste idee rubasoldi cioè la
legge che vieta di fumare, ma se il
tabacco viene venduto tranquillamente
vuol dire che è una cosa lecita mentre
ne diventa illegale il consumo, non è
questa una incoerenza? Si dovrebbe
multare allora chi il tabacco lo vende o
addirittura bisognerebbe vietarne la
vendita (parlo da accanita fumatrice).
Se smettessimo tutti di fumare anche
solo per un mese, pensate che duro
colpo sarebbe per le casse dello Stato.
Non ci sarebbero più entrate ne’ per la
vendita del tabacco ne’ per le supermulte imposte. Sarebbe bello e
costruttivo ma la verità è che il
“fumo” è un vizio che piace e al quale
non riusciremmo a resistere e rinunciare tanto facilmente. Ragionandoci
sopra ci si rende conto che lo stesso
discorso potrebbe estendersi anche ad
altri vizi quali l’alcool e le droghe,
allora si che si potrebbe giocare a rimpiattino con quello che prima ci è concesso e che con il passare del tempo ci
si ritorce contro perché di punto in
bianco ci viene vietato forse proprio
per poterci multare.
A questo punto, perché non far fare a
noi una scelta? Una volta tanto, si
potrebbe decidere noi quello che
vogliamo fare secondo la regola principale di non danneggiare nessuno.
Si potrebbe accontentare un po’ tutti
creando degli spazi, aprendo degli
appositi locali per chi, come noi, ha
fatto una scelta e, anche se contestabile non può essere giudicata.
In fondo siamo liberi e consapevoli
dei danni e le conseguenze che il fumo
comporta, allora, secondo
questa consapevolezza, vorremmo avere
la possibilità di poter
fumare tranquillamente
senza
la
paura
di
venire beccati
per poi dover
pagare una supermulta.
quinta
Da Firenze ci scrive Fuori Binario giornale di strada.
Perché un gruppo “istituzioni totali” all’interno del Social Forum?
All’interno del
Firenze Social
Forum abbiamo
costituito da
alcuni mesi il
“gruppo istituzioni totali”,
composto da
persone impegnate o comunque interessate
alle questioni
politiche
e
sociali sottese
alla funzione e
alla gestione
completa delle
istituzioni totali,
vecchie
e
nuove.
In particolare,
abbiamo ritenuto
necessario concentrarsi sul sistema carcerario, su quello psichiatrico esul settore delle tossicodipendenze, individuando in essi alcuni dei “luoghi” attraverso i quali passa
l’attuale progetto politico di trasformazione di uno Stato sociale già largamente carente, a vantaggio di uno Stato più apertamente repressivo, in cui i soggetti deboli e soprattutto quelli emarginati, vengono considerati solo come
fonte di pericolo e dunque come oggetto privilegiato di criminalizzazione.
Dinamiche, queste, derivate dal prevalere di ideologie e politiche neoliberiste
che contribuiscono pesantemente a produrre quella ingiustizia sociale che è
alla base della devianza come del disagio mentale, producendo disoccupazione di massa, licenziamenti facili e precarizzazione del lavoro, tagli alle spese
per la sanità e l’istruzione, la consegna al mercato della politica abitativa.
Si tratta peraltro di una tendenza non limitata all’Italia, ma inserita nel quadro
complessivo della globalizzazione economica, come dimostra anche la situazione paradigmatica delle migrazioni internazionali: fenomeno epocale derivato in primo luogo dagli impressionanti squilibri esistenti tra i vari paesi del
mondo, di fronte al quale gli Stati “a capitalismo avanzato” rispondono innalzando barriere giuridiche e materiali, imponendo di fatto clandestinità, segregazione e condizioni di assoluta precarietà nella vita quotidiana e di supersfruttamento sul lavoro. Un processo che, nella totale assenza di politiche
sociali degne di questo nome, culmina appunto nella criminalizzazione dei
migranti, resa esplicita in tutto l’occidente dalla barbarie dei cosidetti “ centri
di permanenza temporanea” e dal ricorso alla carcerazione di massa dei
migranti, che anche nelle prigioni delle principali città italiane costituiscono
oggi
più
della
metà
dei
detenuti.
Ecco dunque le basi della situazione che ci troviamo difronte, nella quale sempre maggiore è il ricorso all’istituzione chiusa, totale, dove i problemi sociali
possono essere nascosti dietro mura robuste.
Il numero delle persone detenute in Italia è così raddoppiato negli ultimi
quindicianni, mentre “le misure alternative alla detenzione”- esse stesse una
forma di controllo sociale, benché meno incidente sulla libertà personale- vengono continuamente attaccate e conoscono una applicazione molto diversificata sul territorio nazionale. Nel campo psichiatrico, i disegni di legge BuraniProcaccini (F.I) e Cé (Lega) ripropongono con forza l’ideologia organicista e
medica del disagio mentale, attaccando frontalmente la legge 180 e l’intero
assetto dei servizi territoriali a vantaggio di nuovi “piccoli manicomi” e del
rafforzamento del “trattamento sanitario obbligatorio” (TSO).
Relativamente al problema della tossico dipendenza, il governo ha ripetutamente esplicitato la sua volontà di depotenziare i Ser. T. per favorire le “comunità” private, da ristrutturare sulla base del funesto modello di S. Patrignano,
in cui affarismo, violenza e stigmatizzazione si incontrano.
Di fronte a questa situazione, il gruppo “istituzioni totali” del Firenze Social
Forum si propone come spazio di discussione, inchiesta e denuncia, auspicando di divenire luogo di elaborazione di una piattaforma politica di opposizione
ai processi in atto, e in questo senso mira anche a stimolare la nascita di un
coordinamento tra le realtà che a livello nazionale agiscono in questi campi
con lo scopo di trasformarli.
Coerentemente con questa impostazione, la prima iniziativa che intendiamo
organizzare è quella di una assemblea nazionale sul tema Dalla sicurezza sociale alla sicurezza dell’esclusione? che si terrà il 9 aprile
2002 presso l’Università di Firenze: in mattinata (10,30-13,30) è prevista la partecipazione di Alessandro Margara e Massimo Pavarini; nel
pomeriggio (14,30-18,30) quella di Susanna Ronconi e Paolo
Tranchina. Una giornata nella quale la lettura complessiva dei fenomeni sopra ricordati dovrà emergere dall’insieme delle voci di studiosi e
militanti,degli operatori e dei protagonisti -loro malgrado- della vita
nelle istituzioni totali, nel tentativo di creare un coordinamento che
punti a invertire l’attuale tendenza delle politiche sociali e repressive.
L’assemblea nazionale costituirà un primo significativo momento in un percorso più ampio che, facendo leva sull’interpretazione generale che da essa
emergerà, dovrà entrare più direttamente nel funzionamento delle singole
Istituzioni totali, per individuare una piattaforma di opposizione più specifica
e le modalità più concrete di intervento.
Hanno aderito finora: L’altro Diritto, Pantagruel, Fuori Binario, Comunità Il
Porto di Genova (Don Gallo).
Per informazioni e adesioni: Christian De Vito tel. 055 213775, e-mail [email protected]
- Redazione Fuori Binario (Mariapia Passigli) tel. 055220903 / 055 579516, fax. 055 579516, e-mail [email protected]
Gruppo Istituzioni Totali — Firenze Social Forum
SEDE DELLA COOPERATIVA
VIA ANTONIO DI VINCENZO 26/F (BO)
TELEFONO E FAX
051 372 223 OPPURE 051 4158 361
SITO INTERNET:
www.cooplastrada.it
E - MAIL:
[email protected]
SEDE REDAZIONALE
della testata e dell’Associazione
Amici di Piazza G rande
Via Libia, 69 tel. 051/342328
SIT O INTERNET:
www.piazzagrande.it
E - MAIL:
[email protected]
aprile duemiladue
5
se st a
L’INVERNO...
E’ FINITO!
Sabato 11 Maggio 2002
Piazza Grande
LIVE
Festa di
INAUGURAZIONE
La grande Bandiga
di Piazza Grande
Lavori in corso
Il nostro obbiettivo è ancora puntato sulla salute dentale in strada.
Vogliamo arrivare al più presto a fornire cure stomatologiche gratuite
ai senza fissa dimora; per far questo siamo in contatto con l’Ordine
provinciale dei medici dentisti, che si è detto disponibile a collaborare,
e con i medici volontari del Sokos. La nostra idea è mettere in rete
queste strutture per realizzare un progetto di assistenza. Intanto, ci
siamo accorti di non essere stati gli unici a preoccuparci di questo problema: i bravissimi giornalisti di Report lo scorso ottobre hanno dedicato una puntata alle disfunzioni del sistema sanitario nazionalerigurdo
alle cure dentistiche. Il testo dell’intero reportage si trova su Internet
(www.report.rai.it). Vale davvero la pena dare un’occhiata.
Tutti insieme... alle Officine!
Finalmente ci siamo! Mesi di lavoro per
preparare gli ambienti per i laboratori e
le iniziative. Tutti i ragazzi si sono rimboccati le maniche; la redazione si è
stretta in uno stanzino impossibile per
due mesi; i ragazzi delle Officine hanno
murato, stuccato, verniciato, operatori
esterni e interni hanno sfacchinato, e le
persone che seguiamo ci hanno aiutato e
aspettato. Grazie a tutti! Il giorno 11 maggio con partenza alle sedici, cucineremo, suoneremo ed avremo diversi ospiti di musica e teatro. Siccome
adesso toccherà all’Amministrazione (di Piazza Grande) trovare il modo
di ripagare i “debiti” che abbiamo fatto, vi chiediamo di partecipare numerosi: mangiare, ascoltare, offrire e comprare o se volete anche regalare.
L’11 di maggio Piazza Grande si vestirà a festa.
Programma
ore 16.00 animazioni, mercatino e concerti.
ore 18.00 aperitivo e danze
ore 19,30 cena
0re 21,30 Le spacconate di Capitan Fracassa a cura della
Fraternal Compagnia
Chiunque fosse interessato a esibirsi ci
telefoni.
al 051 342328
e-mail:
[email protected]
(chiedere di
Massimo,
Massimiliano o
Leonardo)
6
aprile duemiladue
by
An
ge
lo
S.
L.
se t t i ma
A proposito di intolleranza
Ecco una storia per riflettere su cosa significa intolleranza oggi in
questa città; naturalmente nascondiamo l’identità della persona e ascoltiamo la sua storia:”dormivamo in una tenda, io la mia ragazza, in un
giardino comunale dietro via Ponchielli, da ormai un anno. Con gli abitanti del quartiere vi era un buon rapporto perchè non chiedavamo nulla e
pagavamo tutto. Alle ore 6 smontavamo la tenda e alla 19 la rimontavamo.
Una sera sentiamo arrivare tre macchine, del trambusto e poi una frase:
Schifosi uscite o vi diamo fuoco”.
Poco dopo sentiamo puzza di bruciafuoco
to, usciamo dalla tenda in fiamme e scappiamo rincorsi da questi ragazzi
con i bastoni. Riusciamo a chiamare i Carabinieri, ma non facciamo la
denuncia per paura di ritorsioni. Erano le 4 del mattino” Il tutto è successo una ventina di giorni fa nella nostra grassa, dotta, e rispettabile
città: Qualcuno ne ha saputo qualcosa?
AL.MO.
incontra tante persone sulla
sua strada ...alcune decidono di apri- S i
prere il proprio cuore e raccontare la s e n t
a
v a
loro storia
ogni mattina davanti la vetrina del negozio che Lù gestiva nel centro del paese imperterrito stazionava immobile in attesa di vedere “Priscilla”,
cagnolina meticcia raccolta ed accudita dalla sua padrona, per manifestare il suo interessamento dell’essere
maschio “Tommy” il suo nome.
Questo legame di amicizia è il perno su cui ruotano le
vicissitudini di vita di Lù e Renèe. Infatti la loro conoscenza ed in seguito amicizia si sviluppano dal momento
in cui Lù si chiede di chi possa essere quel simpatico
cagnolino. Domanda a destra e a manca senza scoprire
nulla e solo dopo parecchio tempo decide di seguire
Tommy per scoprirne la provenienza. Individua la porta
d’ingresso della casa anche perché l’atteggiamento del
cane era come se cercasse di far capire qualcosa, ma
incomprensibile al momento. Lù suonò il campanello e
venne ad aprire una signora gentile, cordiale e sorridente.
La fece accomodare per ringraziarla dell’aver riportato
Tommy. Dopo i convenevoli si salutarono. Dopo qualche
tempo, Renèe si presentò nel negozio di Lù e fu lei che
rinfrescando la memoria le ricordò di quel giorno in cui si
mostrò così gentile. Da quel momento iniziarono un più
stretto rapporto con una frequentazione quasi quotidiana.
Lù era distesa sul letto e dopo una giornata di lavoro cercava di rilassarsi chiudendo gli occhi senza addormentarsi. I suoi pensieri la portarono a quando bambina abitava
a Gambassi Terme (FI), paese circondato da immensi
prati e dolci colline.Il suo divertimento consisteva nel
correre nei campi di erba i quali emanavano profumi naturali. A 5 anni venne portata in collegio perché,dopo la 2^
guerra mondiale non per tutti vi erano le possibilità economiche sufficienti al mantenimento della famiglia, allora
numerosa.Rammentò il trascorso di anni d’inferno in cui
il potere ecclesiastico si manifestò in tutte le sue forme
possibili: orari da osservare non confacenti alle forze fisiche dei bambini; rigidità quasi militaresca nell’esprimere
ordini; imposizioni assurde da recepire per dei cervelli
così piccoli; alimentazioni che scarse ed improprie obbligavano a deglutire; gesti ed atti che solo con la maturità
avevano il giusto significato. Lù cresceva e nel frattempo
la sua famiglia aveva abbandonato la terra natia per trasferirsi nel territorio dell’empolese ove fabbriche e lavorazioni artigianali garantivano un lavoro ed una migliore
economia. La sua famiglia era semplice e modesta ma
lavoratrice con convinzioni di essere parte di quel settore
umano che solo tribolazioni poteva aver loro riservato il
destino. Ultimate le scuole uscì dal collegio per iniziare
un lavoro. Siamo alla metà degli anni ’50 : tempo
di ricostruzione, tempo anche di nuove attività lavorative.
Sceglie di frequentare la scuola per parrucchieri ove
impara l’essenziale per acquisire la qualifica di “lavorante”. Suona il campanello alla porta d’ingresso. Vorrebbe
non rispondere ma….” ciao Renèe, entra “. L’amicizia
,ormai consolidata,porta ad una relazione confidenziale :
“ sai, ho deciso di morire “, sbotta Renèe. Sbigottita Lù
resta immobile senza accorgersi che la sua pelle stava
accapponandosi per i brividi di freddo che in quel
momento sconvolgevano il suo corpo. “ La mia vita è
stata un fallimento ,stava raccontando Renèe “. Orfana di
Lù e Renée
madre fin dalla tenera età, abbandonata a se stessa dal
padre anziano e dai fratelli molto più grandi di lei, scendeva in strada per cercare fra i rifiuti qualcosa da mangiare. Un torsolo di cavolo era quello che nella stragrande
maggioranza delle volte riusciva a masticare. Per alcuni
mesi si prese cura di lei una signora, Concetta, che amorevolmente la accudiva lavandola,vestendola e rifocillandola quotidianamente. Purtroppo, però, anche per lei riaprirono le porte dell’orfanotrofio ove, tra quelle mura,
visse in solitudine e paura. Piangeva continuamente chiedendo conforto alla madre morta. Convinta della vicinanza della congiunta, si tranquillizzò e continuò a pregare
perché rimanesse al proprio fianco. Durante questo periodo si avvicinò ad una convinzione di fede anche se l’ordine ecclessiastico manifestò, verso di lei, sofferenze continue: totale sottomissione al volere impartito, frustrazioni
di cui solo in seguito capì il vero significato (la morbosità
con cui certe suore , perverse e frustrate, toccavano il
suo corpo, quando ancora non aveva dieci anni e di cui
non capiva l’abuso ma che accettava passivamente).
Quando poi, le cominciò a crescere il seno venne sottoposta al supplizio della fasciatura perché, dicevano , che
non poteva diventare prominente.
Accettò tutto questo perché sperava in un futuro migliore
e libero. Le due amiche, da questi narrati di vita, capirono
di avere in comune similitudini di vissuto e soddisfatte si
rilassarono fumando entrambe una sigaretta e godendosi
la reciproca compagnia . Quelle delle due che soffriva
maggiormente, all’apparenza, sembrava Renèe perché
non riusciva ad essere completamente se stessa. I sacrifici l’avevano gratificata facendole ottenere quel diploma di
scuola Magistrale che, in un qualche modo, l’avrebbe elevata ad un ceto sociale più qualificato : con il proprio
lavoro si potè permettere di acquistare una casa in cui
nacque il figlio avuto da un matrimonio fallimentare.
Nonostante tutto riuscì a lavorare e a portare a termine la
gestazione. Aveva sempre immaginato di rappresentarsi
nel futuro con una vita tranquilla al fianco di un uomo
(unico e per sempre) amabile e sensibile.
Avendo avuto una infanzia senza affetti, non avendo
avuto nessuno che le trasmettesse concretamente l’amore, non avendo avuto il modo di essere una serena bambina, non avendo avuto la possibilità di acquisire il senso
di fiducia e le altre considerazioni a formazione del carattere, era diventata remissiva ed accettava, con rassegnazione, il sacrificio. Incontrò Gaetano che sposò. Ben presto si accorse che non era il principe azzurro ma una persona prepotente, perversa e gelosa. L’esperienza lascerà
impressa nella sua mente quelle scene che più hanno
significato l’umiliazione di donna: fu costretta causa una
malattia al midollo osseo a portare un busto di gesso per
parecchio tempo. Durante questo inferno se ne accostò
un altro : la richiesta, da parte del marito, di prestazioni
sessuali in difficilissime posizioni a cui non poteva sottrarsi perché non libera nei movimenti.
Maturò in lei il concetto che il sesso era una forma di violenza per cui sconfitta come moglie, amareggiata e ferita
come donna si convinse a chiedere la separazione.
Purtroppo non erano finite le amarezze….. entra in un
mondo scolastico di gestione clericale.
Vi entrò con timidezza perché sapeva di non appartenere
ad una dinastia di intellettuali, anzi sapeva di venire dalla
più bassa casta sociale : il sottoproletariato. Questa differenza gliela fecero subito misurare : venne tenuta a debi-
ta distanza dai
suoi colleghi.
Altro
crollo
anche per quella che era la sua
fede! Per suo figlio, comunque, il meglio che le potesse
dare. La profonda influenza dell’educazione ricevuta dalla
quale mai si allontanò, la portò ad una convinzione irrazionale e dannosa che si ripercosse sul suo carattere
debole ed insicuro. Cominciò a bere fino a diventare alcolista e se non fosse stato un bimbo al quale stava insegnando a scrivere che l’apostrofò nel rilevare il tremito
alle mani,probabilmente, sarebbe riuscita a nascondere la
sua patologia per più lungo tempo. Il figlio vedendola
spesso a letto pensò che fosse malata. In seguito, però,
si rese conto della reale situazione di sua madre, accorgendosi di una bottiglia che voleva gettare. Renèe, allora,
lo implorò, gli offri dei soldi, gli offri il suo corpo pur di
finire l’ultima goccia rimasta. In quel tafferuglio il ragazzo
capì di aver perso quella madre a cui aveva sempre voluto bene e riversato il massimo rispetto e considerazione.
Quella madre non esisteva più. Ora era lui che doveva
salvarsi e decise di abbandonarla. Lù bussò alla porta
diverse volte senza avere risposta. Decise allora di aprirla
con una spallata : in una stanza di quella casa che era
diventata evanescente, piena di umidità e freddo, completamente in disordine, trovò riversa sul pavimento, nuda,
la donna che aveva concluso la sua vita.
Renèe, consapevole lei stessa, aveva deciso così di raggiungere finalmente la pace, facendosi trovare circondata
da centinaia di bottiglie vuote come fossero a rappresentare i fiori del suo giardino. Da quel momento per Lù iniziano tormenti interiori, sensi di colpe, domande senza
risposta anche se per lei non esistono parole per definire
l’amicizia nata con Renèe e può solo trasmettere ciò che
le è rimasto come insegnamento : amore, comprensione,
affetti e la sensazione di sentirsi vivi.
Ho sempre dubitato degli altri, continua Lù, tant’è che
della mia vita ne ho fatto un uso materiale: non ho mai
accettato nessun tipo di vincolo personale in quanto volevo e voglio continuare ad essere libera di godere con chi
voglio e quando voglio,nonostante si viva in un mondo
estraneo ed ostile. L’esperienza di vita con Renèe mi ha
arricchita nei sentimenti. Scoprire di essere amata senza
dover nulla in cambio mi ha profondamente emozionata
perché abituata alla quantificazione maschile. Ho acquisito, inoltre, maggior consapevolezza dei
valori della vita, esperienze queste,
che nell’età adulta lasciano segni
indelebili da manifestare con
segni di gioia, di soddisfazione
e con quel senso di leggerezza
che tranquillizza l’animo.
Renèe è riuscita, anche se
donna fragile con se stassa,
ad essere forte ed intelligente
da capire l’interiorità nascosta
che governana in me e che da
sola non sarei mai riuscita a
scoprire. La sua morte mi ha
lasciato vita ma con un senso
d’impotenza, di vuoto e
di……..profonda rabbia.
Stefano Ricci TUFO
aprile duemiladue
7
ottava
Abbiamo vinto!!!
Il Bazar di Pasqua
Antonio Mumolo / AL.MO.
Il
progetto
Avvocato
di
Strada, nato
all’interno della
nostra associazioe e già funzionante da un
anno, ha vinto il
premio
della
Fondazione italiana
del
Volontariato
(FIVOL) come
miglior progetto
di volontariato
per l’anno 2001.
Il premio ci è
stato consegnato
il 4 Aprile 2002
direttamente dal
sindaco di Roma
Walter Weltroni e alla presenza del sottosegretario al welfare e del presidente della fondazione.
Le considerazioni che vengono spontanee
dopo essere stati riconosciuti artefici di un
progetto premiato a livello nazionale, sono
quelle dell’umiltà. Questa è necessaria per
poter continuare ad essere se stessi in un contesto sociale che ha bisogno continuamente di
supporti specifici e di studi continui per far si
che il ricoscimento dei diritti sia esteso a tutti.
Il riconoscimento dei diritti e la tutela conseguente è la base su cui porre i rapporti fra le
istituzioni e le persone in stato di disagio. E’
sicuramente vero che il riconoscimento porta
ad una gioia interiore da condividere con tutti
gli artefici, volontari, ed attori partecipanti al
progetto. Non dobbiamo dimenticare che ogni
realtà territoriale necessita di sviluppo progettuale atto ad incontrare le problematiche
cercando le soluzioni positive che portino ad
un totale recupero e reinserimento dell’individuo in stato di necessità. Il progetto
“Avvocati di strada” infatti mira non solo a
cercare una soluzione giuridica ma a essere
l’inizio del percorso dell’auto aiuto, perché
non devono sussistere soggetti attivi e passivi. Uno dei nostri obbiettivi è la predisposizione di un un manuale dei diritti della
povertà. Abbiamo gia redatto un opuscolo
informativo che rappresenti il nostro lavoro
nelle diverse applicazioni in cui abbiamo operato. Comunichiamo, con grande piacere, di
essere stati interpellati dall’ organizzazione di
Don Ciotti per conoscere il progetto
“Avvocati di strada” e per poterne verificare
le potenzialità sul territorio Torinese.
Anche i media si stanno interessando a questa
vittoria: siamo stati ospiti negli studi di LA7 e
ci ha contattato la redazione del Maurizio
Costanzo Show. Speriamo con questo di dare,
come sempre, voce e volto a chi non ce l’ha.
Mobili vecchi e nuovi, quadri, lampadari,
posate,sopramobili, televisori,e indumenti tutto
quello che cerchi tutto quello che ti può servire
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USATO
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ingresso sotto il Ponte di via Libia di fronte
fronte al N° 68 - 70
Telefono 051 342 328
Orario di apertura:
9.00 - 13.00
14.00
9.00 - 13.00
14.00
9.00 - 13.00
14.00
9.00 - 13.00
14.00
9.00 - 13.00
14.00
chiuso
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
8
aprile duemiladue
-
18.00
18.00
18.00
18.00
18.00
Recupero e vendita di
abbigliamento usato o seminuovo
di ogni genere.
Riparte dal 1° maggio il
mercatino dei vestiti usati che
prende il nome da una ragazza che
ha ricominciato la sua vita con noi
e che ormai è nei nostri cuori.
Vestiti usati sì, ma con molti capi
di pregio.
Il bazar di Pasqua sarà aperto
dalle 9.30 alle 15.00.
I ricavi ci serviranno per aiutare
altre persone come Pasqua
attraverso l’invenzione di sempre
nuove attività.
nona
Kathleen
“Ti adoro Kathleen, stanne certa”
ADORARE : onorare di un culto religioso, d’ illimitata dedizione e obbedienzaAmare appassionatamente,
ADORARATORE : chi adora, ovvero chi ammira con entusiasmo e dedizioneCorteggiatore costante e appassionato.
ADORAZIONE : riverenza grandissima, associata ad un senso di spontanea e
illimitata dedizione.
Era forse lei l’ incarnazione di un Dio, icona Kitch coperta di velo e veste verginale, soffocata da una espressione inebetita e desiderosa di donare la propria tolleranza come simbolo di arrendevolezza?
Kathleen sognava . Le parole, pregne del loro reale significato, sfilavano sotto
forma di grasse definizioni contorte, e non poteva liberarsi della loro vera natura .
La dedizione è totale . La dedizione Lei crede sia espressa tramite timide genuflessioni di un amante devoto . Guardava l’ Uomo che produceva ogni morfema
come se liberasse dalla sua bocca stupidi animali impazziti che per una qualche
strana ragione si trovava nel posto sbagliato nel momento sbagliato .
La spontaneità non riusciva ad afferrarla . Il suo corteggiatore aveva costruito con
Ingenua razionalità la frase in discussione e perseguiva determinato il suo scopo
di ripossederla . Tutte queste consapevolezze uccidevano la semplicità di un delicato assemblaggio di parole .
Presto l’ immagine dell’ icona scomparve . Kathleen tolse il velo blu e ripose l’
Espressione beatificata per sostituirla con un teso ghigno malvagio , quasi fosse
pronta ad indossare le vesti del demonio .
“ Sei un bastardo . Di nulla sono certa.” disse Lei .
BASTARDO : Ibrido fra due razze d’ animali o piante – di regola, spregiativo di
Persona, nato da unione illegittima- di arnesi che si discostano dalla forma e dalla
grandezza comune .
Era forse lui mezzo porco e mezzo agnello, simbiosi assolutamente improbabile,
visto la rozzezza del primo e la dolcezza di atteggiamento del secondo ?
La metamorfosi era avvenuta . In passato la bellezza del suo corteggiatore aveva
Circuito i sensi di Kathleen , quando ancora l’esperimento da laboratorio non era
stato compiuto . La trasformazione non l’aveva turbata, ma era deciso ad accettarlo in tutta la sua stravaganza d’aspetto, corpo d’agnello, faccia da porco . Lei
incarnava le vesti del fattore, pronto ad ingrassare il maiale e mangiarselo appena
fosse stato pronto.
Forse la stravaganza era degna di contenere grande bontà di sapore. Tiepidi organisucculenti intrisi di genialità e stupidità insieme. Come il tacchino ripieno nel
giorno del ringraziamento, fumante ed invitante, capace
di nutrire e risanare l’umanità.
Kathleen inseguiva il torbido ritratto dell’amante fabbricando inaspettatamente la soluzione al suo caso.
Alimentava a gran velocità il suo disgusto, fissando lo
sguardo e il ricordo sui suoi difetti sproporzionati : il
grande naso aquilino incassato nel suo viso magro ed
insignificante, le sue mani lunghe e tentacolari come
rami prominenti su un tronco di piccole dimensioni.
La casa delle donne a Bologna è una vera e
propria casa, con un accogliente salotto-cucina
e delle stanze al piano di sopra, dove trovano
ascolto e assistenza le donne che hanno subito
violenza oppure vogliono liberarsi dalla prostituzione. Le 14 operatrici che lavorano al centro,
aiutate da altrettante volontarie, nel 2001 hanno
accolto 397 donne e ricevuto 182 segnalazioni
telefoniche. Cosa intendono per accoglienza e
come è nata l’associazione lo ha raccontato a
Piazza Grande Elsa Antonioni.
“La prima convenzione che stipulammo col
Comune risale al 1990, ma un gruppo più piccolo di 8- 9 persone era già attivo dall’85 e si
incontrava presso il Centro documentazione
delle donne. Oltre la modifica delle legge sulla
violenza sessuale, recentemente passata da
reato contro la morale (secondo il codice fascista di Rocco) a reato contro
la persona, c’era un
grande vuoto nelle iniziative concrete a
sostegno delle donne
soggette a maltrattamenti o violenza. Così,
partendo dall’esperienza
dei molti centri stranieri nati già negli anni
Settanta pensammo di attivare qualcosa di simili a Bologna. Il primo passo fu la pubblicazione
di un libro nel’87 S.O.S donna, promosso
dall’Assessorato comunale alle politiche sociali,
il quale conteneva un’ampia documentazione
sulle case delle donne in Europa e soprattutto il
nostro progetto locale.”
Bologna ha rappresentato un modello per
questo genere di iniziative in Italia o è restato un caso isolato?
Per la verità, il punto di partenza anche è stato
il grosso lavoro di documentazione e di formazione svolto dall’associazione milanese “Casa
di accoglienza delle donne maltrattate” che
aveva accumulato una grande esperienze, ma
non disponeva di risorse sufficienti a creare
delle strutture di accoglienza. A Bologna c’era
una situazione politica più favorevole ed infatti a
insieme alla casa delle donne bolognese nacquero centri simili prima a Modena poi in quasi
tutte le province della regione. Attualmente in
Italia ci sono 94 centri anti-violenza, sparsi un
po’ ovunque, purtroppo con un buco al Sud, colmato dalla casa di Palermo, che peraltro
funziona benissimo, quella di Napoli,
Salerno e poche altre.
La sensibilità delle istituzioni locali
a questo genere di problemi resta
comunque fondamentale.
Certo, ma ancora più importante è la
diffusione del know how. È ovvio che
senza il sostegno di amministrazioni comunali o
regionali sarebbe tutto molto più difficile, ma a
monte deve esserci l’acquisizione di competenze di vario tipo che vanno dall’rientamento legale a quello psicologico. Anche per noi operatrici
c’è il rischio di essere “fagocitate” dai problemi
Lui, colpito dalla frase nella sua superficialità, inglobava il tutto come un grande
Semplice insulto. Replicò :
“Sei una gran puttana. Mai mi sono permesso di ferire i
tuoi sentimenti mentendoti.”
PUTTANA : meretrice, sia in senso proprio, sia come
epiteto ingiurioso contro una donna.
PUTTANEGGIARE : far la puttana , comportarsi in
modo equivoco, ambiguo .
Kathleen batteva le strade della superbia del corteggiatore sfoggiando lunghissim egambe ben depilate e facendo roteare una borsetta
color oro .
La santa e la meritrice passeggiavano a braccetto nell’ idea che si era fatta lui di
Kathleen . Era un binomio perfetto per un uomo del suo genere, e lei, divertita,
annusava gli odori fumosi delle auto che si fermavano nel tentativo di sedurla .
Vendeva il suo corpo per recuperare la sua anima . L’avrebbe riacquistata pian
piano,insulto dopo insulto, crescendo la consapevolezza di detestare l’uso che il
corteggiatore faceva delle sue parole.
Guardandosi allo specchio Kathleen poteva percepire l’ambiguità. Vedeva il suo
corpo inequivocabilmente sferrare note di mascolinità, che ora rifletteva negli
occhi del bastardo seduttore, per irrompere loro con fare da uomo.
Sentiva la tristezza da prostituta che batteva per necessità. Era quello il sentimento che trapelava dalla sua espressione. Mendicava denaro per allontanarsi dal
nemico del passato, e trasformare tutto in misera materia da mercanteggiare.
Ostentava il suo seno perfetto, le labbra ben riuscite, i folti capelli che nascondevano a volte un timido sorriso di compiacimento. Voleva vendersi come le suggeriva lui, per sentirsi semplicemente gratificata, e risultare agli occhi degli altri
uomini come un facile oggetto di lussuria. Lui fu il primo acquirente. Kathleen
aveva mostrato la sua anima bella come dono per un cliente assolutamente speciale.
“E tu sei uno stronzo. Usi le parole proprio come uno stronzo” disse lei.
STRONZO: cilindro fecale – come ingiuria, di persona stupida o inetta (dal longobardo strunz “sterco”)
L’aveva calpestato con i suoi tacchi altissimi. Ne aveva sentito l’odore pungente
capace di trapassare il suo amor proprio e la sua dignità.
Giacque su quella oscenità fino al momento in cui si sentì svenire dal senso di
disgusto.
Vomitò sudore di rabbia. Defecò attimi di indecisione, e la visione di lui
Come valido inetto la sollevò dall’ idea di voler trascorrere con quell’uomo la sua
Breve eternità. Volle raccogliere senza inibizione l’escremento, per riporlo con
attenzione nel giusto posto di appartenenza. Ripercorse anni, luoghi ed esperienze
co il mucchietto maleodorante tra le mani, senza provare orrore, ma carica di una
forza mai conosciuta prima. Correva tra attimi di felicità incommensurabile, e
girava la testa frettolosamente per paura di perdere anche un solo istante di tutto
ciò che di bello era stata quella storia. Arrivò al capolinea, al momento subito
prima il loro primo incontro.
Per non subire violenza
di chi richiede il nostro aiuto, bisogna riuscire
sempre a mantenere un certo distacco. Non è
facile e voi a Piazza Grande dovreste saperlo.
Puoi raccontarci come si svolge, in pratica,
la vostra attività riguardo alle due categorie
di donne in difficoltà?
I maltrattamenti e la prostituzione sono due progetti distinti, ma nel concreto hanno molti punti
in comune, soprattutto nella fase iniziale, quella
che noi chiamiamo di accoglienza. Con questo
intendiamo sia tutto ciò che riguarda il contatto
con la persona, la prima telefonata, il colloquio,
la creazione di una relazione diretta con la
donna, sia l’individuazione di un progetto di
uscita dalla situazione di violenza, quindi orientamento legale, rapporto con i servizi sociali, e
con i consolati per le donne straniere ecc. Un
altro aspetto del progetto è l’ospitalità nella
“casa rifugio”, cioè la possibilità per le donne
che si rivolgono a noi, di usufruire di un domicilio segreto in modo da staccarsi anche fisicamente dalla situazione di pericolo.
Come avviene il primo contatto? Avete un
rapporto diretto con la vita di strada?
Noi raccogliamo solo richieste dirette o segnalazioni, attraverso le quali cerchiamo di instaurare
un rapporto personale. Le vittime dello sfruttamento della prostituzione sono spesso indirizzate dalle forze dell’ordine, dal telefono verde
(800 290 290), frequentissime anche le richie-
ste di uomini, a volte ex clienti, che stabiliscono
legami affettivi con queste donne e le aiutano a
liberarsi. Si tratta quasi sempre di donne straniere, nigeriane o dell’Est europeo (25-35mila, il
50% di chi si prostituisce in Italia, dati Parsec),
con una situazione terribile di sfruttamento che
spesso comincia dal loro paese di origine, in
Nigeria soprattutto, da dove partono cercando
una soluzione alla miserie delle loro famiglie. In
Italia, però, conoscono solo la violenza, mentre
per chi gestisce questo business c’è un giro di
11 miliardi di euro l’anno (dati Parsec).
Potresti dirci qual è la peculiarità del vostro
lavoro?
Un punto su tutto. Agiamo direttamente ed
esclusivamente con le donne, in autonomia da
qualunque influenza. Il nostro modo di intendere il problema della violenza sulle donne esula
da ogni interpretazione psicopatologica, piuttosto è una questione sociale. È troppo facile
dare del pazzo a chi picchia o a chi si fa’ picchiare, mentre ha ben altre conseguenze ricondurre la violenza nella relazione uomo-donna a
rapporti di potere squilibrati, ancora presenti
nella nostra società.
www.women.it/casadonne
[email protected]
aprile duemiladue
Leonardo Tancredi
9
d e c i ma
L a Fra t e rn a l C o m p a g n i a
Metti una sera a teatro
di M.M.
Sono le 20.30, apro il canceletto di Via del Gomito supero il brontolio dei cani ed entro in questa
casona di campagna che funge da dormitorio. L’operatrice di turno mi comunica che Pasqua è
pronta “ la vado a chiamare ” mi dice. Ed eccola vestita, truccata, come forse da mesi non riusciva a fare. E’ contenta. Saliamo in macchina passiamo a prendere Tonino. E via verso il Teatro
San Martino; abbiamo avuto dei biglietti, richiesti per loro, per le persone come Pasqua, quando
mai andrebbero a teatro, altrimenti? Questo non vuole certo dire che muoiono dalla voglia di
venire, anzi sono anche un pò terrorizzato per le reazioni incontrollate che nel buio della sala
possono intervenire. Ridiamo e scherziamo, fino ad accomodarci ai nostri posti, Tonino e Pasqua
perdono un po’ della loro tranquillità:
Tonino- Sarà da ride? Na vorta al Dheon è uscito un tizio cor cappello; a n’do vai cor cappello.E
tutti a dirme sst, silenzio. Da ride ”.
Lui si diverte molto io comincio a preoccuparmi.
P è stranamente calma, mmh cova qualcosa!
Finalmente il buio, cala il silenzio nella sala, un personaggio drammatico urla ai quattro
venti un nome; Rocco! E poi di nuovo buio e silenzio. A questo punto un telefonino stridulo e insistente. Il mio primo pensiero come quello di tutti è: ma chi è l’imbecille?
Quando vedo armeggiare P. nella borsa, estrae il telefonino, lo guarda, lo fa uscire lentamente dalla borsa, osserva con calma il numero e poi: “Proooontooo”, una telefonata da
Catania. Mi sento l’interprete di una terribile pubblicità, il pubblico rumoreggia io strappo il telefono dall’orecchio di P. Schiaccio tutti i tasti possibili fino a quando la maledetta luce che ci identifica non si spegne. Ancora tre minuti di casino, tutto il mio agitarmi
ha fatto ridere P. che è indecisa se prendersela per la tefonata mancata o ridere per il mio
imbarazzo isterico. Ride, monella di 40 anni. Dopodichè tra sbuffi, soffi e dita dei piedi
che fanno a pugni nelle scarpe, tutto procede bene, senonchè Santagata il regista di
“C’est tojour nuit ”, l’opera a cui assistiamo, ha inserito uno streap-tease maschile che
sembra fatto apposta per stimolare la parlata romanesca di T, lo vivo malissimo ad ogni
contorcimento dell’attore (fra l’altro molto bravo) la mia mano si prepara a scattare alla
bocca di T. Non ce n’è bisogno. Lo spettacolo finisce, P è disperata non ha capito nulla,
T è entusiasta, alcune scene lo hanno proprio colpito.
Si esce, sono esausto, P. è disperata perchè ha perso la sua telefonata, T gli dà della
bambina. Vado a letto convinto che anche se un pò a forza facciamo bene a portare le
nostre persone a teatro, domani se ne riparlerà, se ne riderà e, finalmente persone che
hanno conosciuto solo drammi si sentiranno un pò più ”normali”, un pò più come gli
altri, giorno per giorno attraverso grandi piccoli episodi.
Un ringraziamento particolare
a:
Soffitta
Teatro del Navile
Teatri di vita
Dheon
Teatro delle Moline
Teatro delle Celebrazioni
per i biglietti gratuiti che
hanno messo a disposizione dei
ragazzi di Piazza Grande.
Il Calendario definitivo dei laboratori di Giornalismo sociale
GIORNALISMO
Mercoledì 13 e giovedì 14 Marzo
In questi primi due incontri tratteremo il
rapporto tra scrittura e
verità: perché è
difficile oggi fare il giornalista? Un mestiere dalla reputazione precaria; le vie della
cattiva informazione: cosa spinge gli operatori dell’informazione a derivare verso il
luogo comune fino ad arrivare alla falsità?
Infine, parleremo dei padroni della parola,
gli interventi sono a cura di Daniele
Barbieri. (CARTA)
Martedì 19 e Giovedì 21 Marzo
I ferri del mestiere del giornalista sociale
con Paolo Klun, socio fondatore della
nostra Associazione e di questo giornale.
Giovedì 28 Marzo
Piazza Grande: dal basso verso dove? Il
nostro giornale di strada ( a cura della
redazione di Piazza Grande.
Giovedì 4 Aprile
Giornalismo senza condotta: l’esperienza
bolognese di Zero in condotta, il quindicinale di Bologna che ha scelto la militanza politica e sociale divenendo allo stesso
tempo cronista e protagonista della politica
alternativa in città, a cura di Rudi Ghedini
e Valerio Monteventi.
Giovedì 11 e Giovedì 18 Aprile
La mente della redazione: cosa significa
creare un gruppo redazionale, la suddivisione dei compiti ecc,. Ed ancora la foresta delle fonti: come orientarsi nella selva
delle fonti sempre più potenti ma lontane.
A cura di Nico Perrone codirettore de “Il
Domani”.
10
RADIO
Martedì 23 e Mercoledì 24 Aprile
Lezioni ancora in via di definizione.
Giovedì 2 e Venerdì 3 Maggio
La città e la sua radio: l’esperienza bolognese di Radio Città del Capo; fare informazione: è possibile una radio veramente
libera? A cura di Radio Città del Capo.
TELEVISIONE
Giovedì 9 e Venerdì 10 Maggio
Più vero del vero: saper interpretare
l’informazione televisiva. Come si costruisce un servizio; le fonti delle immagini;
spettacolo o informazione? A cura di
Fulvio Grimaldi (Rai)
Giovedì 16 Maggio
Il Re è nudo! L’informazione dalla faccia
tosta delle IENE: la iena Enrico Lucci.
INTERNET
Dal 28 al 31 Maggio
Seminario in Umbria presso la libera
Università di Alcatraz dove parleremo
con Jacopo Fo di libertà di informazione,
tecnologie dolci, C@c@o il quotidiano
delle buone notizie e molto altro!!
Tutti i Marterdì dal 21 Maggio al 18 Giugno
dalle 17.00 alle 19.00
Gli strumenti reali per un mondo virtuale. Il
computer: istruzioni per l’uso. Il personal
computer è solo una macchina: come
usarlo senza farsi male. Approccio generale al computer (struttura, periferiche, ecc.)
a cura di Marco Parmegiani.
La rete siamo noi. Internet non è un
mostro creato da mostri: è uno spazio da
riempire con le nostre idee, suoni, immagini. Come si naviga in rete, come si costruisce e si pubblica un sito; interpretare una
aprile duemiladue
pagina web e capire cosa sta dietro a mailing list, link, guestbook, ecc. (Marco
Dimitri)
Giovedì 23 Maggio e Giovedì 6 Giugno
Tornare alla città: la rete richiama la globalizzazione, ma occorre una informazione
locale, metropolitana. Come si costruisce
un notiziario sociale on-line: l’esperienza
di www.bandieragialla.it, a cura di Nicola
Rabbi, redazione di Bandiera Gialla.
Giovedì 13 e Giovedì 20 Giugno
Le agenzie di informazione in rete: non
basta un motore di ricerca per trovare tutto
ciò che occorre; storia dell’informazione
sociale in Italia; “giornali gratis” questi
sconosciuti; il lavoro delle agenzie di notizie e l’esperienza dell’agenzia sociale
www.redattoresociale.it (Mauro Sarti)
Giovedì 27 e venerdì 28 Giugno
Strategie di sfruttamento della rete. Fare
informazione in rete è qualcosa di più dell’abbandono della carta: come cambia il
modo di fare inchiesta? L’esperienza di
www.peacelink.it, a cura di Carlo
Gubitosa.
FOTOGRAFIA
Martedì 2 e Giovedì 4 Luglio
Senza parole: saper raccontare una storia
attraverso le immagini.
Come si costruisce una inchiesta fotografica; il fotografo è un giornalista? A cura di
Luciano Nadalini (Camera Chiara)
Martedì 9 e Giovedì 11 Luglio
Il reale è superfluo: le frontiere della fotografia digitale.
La realtà è ancora necessaria, cenni di
elaborazione digitale delle immagini. A
cura di Gilberto (Camera Chiara)
Giornale di strada di Bologna
fondato dalle persone
senza fissa dimora
Registrato presso il Tribunale
di Bologna il 15/09/1995 n°6474
Proprietà:
Associazione Amici di Piazza Grande
Direttore responsabile:
Antonino Palaia
Direttore Editoriale:
Massimo Macchiavelli
Caporedattore:
Massimiliano Salvatori
Redazione:
via Libia, 69
Tel. 051 342 328
Fax 051 372 223
Distribuzione: Antonino Palaia
Abbonamenti: Silvia Martini e
Leonardo Tancredi
Impaginazione:
Massimo Macchiavelli, Massimiliano
Salvatori e Angelo Di Lella
Idea Grafica:
Ass. Amici di Piazza Grande
Immagini:
La fotografia a pagina 1 è di Wolfang
Pietrzok (schiacciamento); a pag. 2
sono di H. Newton e Mary Ellen Mark;
la foto a pag. 3 è di Gilberto Veronesi; i
disegni a pag. 4 sono di Panta; le foto a
pag. 6 sono di M. Salvatori e i disegni
di D. Zezelj; a pag. 8 foto di M.S. e
H.P. Horst; l’immagine sfondo a pag. 9
è di H. Newton.
In Redazione:
Massimo Macchiavelli, Valeria, Angelo
S.L, Stefano (Panta), Massimiliano
Salvatori, Tonino, Leonardo Tancredi,
Al.Mo.
Hanno collaborato a questo numero:
Valeria (Wolly), Stefano (Panta),
Flavia, Redattoresociale, Fuori Binario,
Chiara, Antonio Mumolo, Elsa
Antonioni.
Chiuso in redazione il: 15-04-2002
Stampa: Nuova Cesat Firenze
u n d i c e si ma
L a Fra t e rn a l C o m p a g n i a
Fermate le rotative!
Il Teatro dell’Assurdo in Via Caracci di M.M.
senza casa ma con un televisore a carico
Una piece teatrale degna di Harold Pinter al
Centro di accoglienza notturna di Via Caracci,
cioè dove dormono i Senza Fissa Dimora. Stanno
arrivando le tasse della televisione! Il bello è
che non è arrivata una tassa per la struttura,
ne sono arrivate una a testa (per residente) di
80,38 euro! Il televisore è il moderno focolare
domestico, ma l’interpretazione della Rai di
questo concetto, ci
pare un po’ estrema.
Una notizia buona
per le Jene (che
avvertiremo)o per i
libri di sociologia...
Comunicato Stampa
Accademia di Belle Arti di Bologna
Corso di Antropologia Culturale - Prof. Mili Romano
SCRITTORI E ARTE
Divagazioni di poeti e scrittori intorno all’arte del ‘900.
Mercoledi 17 aprile
presso l’aula Guidi
dell’Accademia di Belle Arti, alle ore 15.00
la scrittrice
Francesca Ricchi
terrà un incontro sul:
Surrealismo
la scrittura surreale
L’incontro è organizzato dall’Associazione Scrittori Bologna in
collaborazione con il Corso di Antropologia Culturale presso
l’Accademia delle Belle Arti, tenuto dalla Prof. Mili Romano.
Con Francesca Ricchi si chiude il primo ciclo di incontri con gli
scrittori a confronto con i temi dell’arte del Novecento e dintorni.
Gli incontri precedenti hanno visto la partecipazione di Franco
Foschi (da Warhol a Haring, una certa scrittura pop), di
Gianfranco Nerozzi (figure e immaginario dell’orrore) e di
Gregorio Scalise ( Paul Klee e la poesia).Sono in programmazione altri incontri con Silvia Albertazzi, Enrico Palandri,
Stefano Tassinari, Grazia Verasani, Carlo Lucarelli, Emidio
Clementi, Vittorio Bongiorno, Giampiero Rigosi... Accademia
di Belle Arti di BolognaAssociazione Scrittori Bologna -
Fraternal Compagnia
il nuovo spettacolo
La Fraternal Compagnia ha preparato un nuovo spettacolo intitolato “Arlechin Batocio”:percorso nella Commedia dell’Arte
compiuto da 5 diversi personaggi: Zanni, Arlecchino,Capitan
Fracassa, Pantalone, Balanzone:
Lazzi, Scherzi e improvvisazioni
riproposti in strada in un percorso fedelmente legato a testi e
canovacci del medioevo. La
Fraternal Compagnia cerca date
per l’estate.
Info-Tania 349-2970142
[email protected]
11 Maggio spettacolo de “Fraternal Compagnia”
“Le spacconate di Capitan Fracassa”
E’ passato ormai un anno da quando ci venne l’idea di costruire una compagnia che partendo dalla povertà ricostruisse al suo interno il percorso
dei comici dell’arte, buffoni, ciarlatani, attori, che spadroneggiarono
la scena teatrale per per tutto il medioevo sino ai primi decenni del
1700. In questo anno la Fraternal Compagnia ha compiuto un giro di dimostrazione per i dormitori , è andata in teatro Firenze e a Bologna, e ha
partecipato a occasioni pubbliche come ospite, oltre ad aver lavorato ,
quasi ogni giorno sulle tecniche di improvvisazione e i corpi scenici e
la vocalità.
L’11 maggio 2002 la Fraternal Compagnia, presenterà una nuova Commedia
con gli immortali personaggi in maschera: “Le spacconate di Capitan
Fracassa”. Tratto dall’omonimo libro questo spettacolo di notevole difficoltà fisica e improvvisativa sarà per noi una prima vera prova attorica,a compendio di un anno di lavoro tra mille doifficoltà.
Vi aspettiamo numerosi e di buon umore.
marzo duemiladue
11
u l t i ma
NUMERI E INDIRIZZI UTILI
ASCOLTO
MANGIARE
Servizio Sociale Adulti Via Sabatucci, 2 ricevimento Assistenti Sociali ed Educatori
Professionali. Lunedì, Mercoledì, Venerdì,
Sabato dalle 9:00 alle 13:00 Martedì e Giovedì
dalle 14: alle 17:00 Bus 20 – 37
tel. 051/245156
Punto d’ascolto e indirizzo 1° binario stazione
centrale dal Lunedì al Sabato 9:00 alle 12:00 e
dalle 15:00 alle 18:30 tel. 051/244044
Centro ascolto italiani Via S. Caterina, 8
Lunedì, Martedì, Giovedì, Venerdì dalle 9:00
alle 11:30 Giovedì 14:00/16:00 Bus 20-32-3337 tel. 051/6448186
Primo Aiuto Dimissioni Carcere Centro G.
Venezian Via Solforino, 7 Venerdì mattina
tel. 051/582443
L.I.L.A. in caso di esito positivo Via Agucchi,
290/a Lunedì dalle 16:30 alle 20:00 Martedì al
Venerdì dalle 10:30 alle 14:00 Bus 13-18-92
tel. 051/6347644
Casa Delle Donne per non subire violenza
Vicolo Borchetta, 10 (traversa di Strada
Maggiore) dal Lunedì al Venerdì dalle 9:00 alle
18:00 Bus 14-19-25-2. Tel. 051/265700
Centro di Aiuto per la Libertà dalla
Violenza Via dei Poeti, 4 Lunedì al Venerdì
dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00
tel. 051/2960721 Reperibilità notturna e
festivi 333-4721541 Per Donne.
Centro d’ascolto immigrati Via Rialto, 7/2
Lunedì Giovedì Venerdì dalle 9:00 alle 11:00
Martedì dalle 15:00 alle 17:00 Navetta 50
tel. 051/235358 Stranieri
Sportello Sociale e delle Opportunità Via del
Porto, 15/b dal Lunedì al Sabato dalle 9:30 alle
16:30. Tel. 051/523494
Telefono Viola (abusi in campo Psichiatrico)
tutti i giorni feriali dalle 19:00 alle 21:00
tel. 051/342000
Servizio Immigrati, profughi e nomadi Solo
extracomunitari con permesso di soggiorno Via
Drapperie, 6 Lunedì dalle 9:00 alle 13:00
Martedì e Giovedì dalle 15:00 alle 18:00
Sabato dalle 9:00 alle 13:00 tel. 051/6564611
Associazione amici di piazza grande Via
Antonio di Vincenzo, 26/f tel. 051/372223
Avvocati di Strada, un gruppo appartamento,
inserimento lavorativo (Coop La Strada, Lab.
Via Libia) lavoro di sostegno (distribuzione
giornale)
LAVARSI
Opera dei poveri delle Suore di S. Elisabetta,
Via Nosadella 32 lun. - sab. dalle 8:30 alle 9:00
(colazione).
Chiesa dei poveri, via Zamboni (colazione),
solo dom. ore 9:00
Antoniano, Via Guinizzelli, 3 ore 11:30 pranzo, bus 33, tel. 051/346756 Aperto a tutti
Parrocchia Cuore Immacolato, Via Mameli
5, dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle
18:00 (sportina cibo) tutti i giorni. Bus 13,
tel. 051/400201
Mensa della Fraternità Via S. Caterina 8 Tutti
i giorni alle 18:00 tel. 051/6448015 (si accede attraverso il centro d’ascolto italiani e il centro d’ascolto stranieri).
Parrocchia San Girolamo dell’Arcoveggio
Via Fioravanti 137 tutti i giorni sportina cibo
Bus 11/c tel. 051/356477
Parrocchia San Giuseppe Cottolengo Via
Marzabotto, 12 Giovedì dalle 16:00 alle 18:00
Bus 19-35-38 tel. 051/435119 (sportina cibo)
Parrocchia Santa Maria della Misericordia
Piazza Porta di Castiglione, 4 Sabato alle 8:00
distribuzione numero per sportina genere alimentari dalle 9:30 alle 11:00, Bus 30-32-33
tel. 051/332755
Parrocchia Santa Maria Maddalena Via
Zamboni, 47 Tutti i giorni dalle 9:00 alle 12:00
e dalle 17:00 alle 19:00 alimenti da cucinare
tel. 051/244060
Parrocchia Sacro Cuore Via Matteotti, 25 da
Lunedì a Venerdì dalle 9:00 alle 12:00 e dalle
15:00 alle 17:30 sportina Bus 10-11-25-27-35
tel. 051/364801
Parrocchia San Giuseppe lavoratore Via
Marziale, 7 Giovedì dalle 14:30 alle 17:30
sportina cibo Bus 27 a b c 95-97-98
tel. 051/322288
Centro Diurno Via del Porto, 15/c Tutti i giorni dell’anno dalle 12:30 alle 18:00 (si accede
attraverso il Servizio Sociale Adulti).
Emergenza Freddo dalle 18:30 alle 19:15
Link, dalle 19:30 alle 20:15 Montagnola.
DORMIRE
Centro San Petronio Via Santa Caterina, 8
Max 25 persone. UOMINI STRANIERI
Mercoledì dalle 15:00 alle 16:00 Martedì mattina prenotazione UOMINI ITALIANI Venerdì
dalle 15:00 alle 16:00 Venerdì mattina prenotazione DONNE Martedì dalle 15:00 alle 16:00
Venerdì mattina prenotazione.
tel 051/6448015 (distribuzione cambio intimo nuovo)
Antoniano Via Guinizzelli, 3 dal Lunedì al
Sabato alle 12:30 Autobus 33 tel. 051/346756
LAVANDERIA
Rifugio notturno della Solidarietà Via del
Gomito, 22/2 lun. – ven. 15:00 – 18:30
tel. 051/324285 Bus 25 (capolinea)
Lavanderie a gettoni Via S. Donato 4b/c; Via
Saragozza 34°/b; Viale Oriani, 12; Via Petroni,
38; Via Corticella, 90; Via Saragozza, 41
UNITA’
D’AIUTO
Casa del riposo notturno Madre Teresa di
Calcutta Viale Lenin, 20 aperto dalle 19:00
alle 24:00 Bus 14-34-37 tel. 051/531742 Si
accede dai servizi e dalla strada 19:00 – 20:00
Casa del riposo notturno Via Lombardia, 36
aperto dalle 19:00 alle 24:00 Bus 27-36
tel. 051/493923 Si accede dalla strada 19:00
– 20:00
Centro Beltrame (Servizio Sociale Adulti) Via
Sabatucci, 2 aperto 24h/24h Bus 20-37
tel. 051/245156 Si accede dai servizi
Casa del riposo notturno Via Carracci 69/2
aperto dalle 20:00 alle 24:00 Si accede tramite
lo Sportello sociale e delle opportunità.
Opera Padre Marella Via del Lavoro, 13 dalle
9:00 alle 12:00 tel. 051/234345
L’isola che non c’è Via Dell’industria aperta
24h/24h Bus 14 Si accede dalla strada pankabestia e senza fissa dimora.
Rifugio Notturno della Solidarietà Via del
Gomito, 22/2 aperto dal Lunedì al Venerdì
dalle 15:00 alle 23:00 Sabato dalle 17:00 alle
23:00 Domenica dalle 19:00 alle 23:00 Bus 25
(capolinea) tel. 051/324285 Si accede dalla
strad
Distribuzione caffè, succhi, biscotti, scambio
siringhe, preservativi, relazione e aggancio
dalle 16:00 alle 17:45zona universitaria dalle
18:00 alle 19:00 zona stazione (inps) dalle
19:15 alle 20:15 Carracci.
12
aprile duemiladue
CURARSI
Poliambulatorio Biavati Strada Maggiore, 13
(ingresso da vicolo Alemagna 21) Tutti i giorni
dalle 17:30 alle 19:00 Bus 14-27
tel. 051/226310,
051/226310 assistenza medica gratuita
per i Senza Fissa Dimora.
Pronto Soccorso Sociale Quadrifoglio Via
Cabaletta, 5 aperta 24h/24h Struttura domiciliare a bassa soglia d’accesso per tossicodipendenti. Si accede tramite l’unità mobile.
Pronto Soccorso Sociale Pettirosso Via de
Matuiani, 1 aperta 24h/24h Struttura domiciliare a bassa soglia d’accesso per tossicodipendenti. Si accede tramite l’unità mobile.
Sokos presso poliambulatorio Montebello Via
Montebello, 6 tel. 051/2869294 1° piano
scala A Mercoledì dalle 17:00 alle 19:00
Sabato dalle 9:00 alle 11:00 (assistenza medica
gratuita per SFD e tossicodipendenti)
Alcolisti Anonimi tel. 0335/820228 Gruppi
auto-aiuto
Narcotici Anonimi tel. 051/6344342 Gruppi
auto-aiuto
Croce Rossa Italiana Via del Cane, 9
tel. 051/581858 dal Lunedì al Venerdì dalle
9:00 alle 11:00 Servizio Infermieristico su presentazione di ricetta medica.
VESTIRSI
Parrocchia S. Egidio Via S. Donato, 38 da
lun. a sab. dalle 9:00 alle 10:00 e dalle 16:00
alle 17:00 (è richiesto un piccolo contributo
economico per i vestiti) Bus 18-20-37-93
tel. 051/244090
Opera San Domenico Piazza San Domenico
5/2 Lunedì e Giovedì dalle 8:30 alle 11:00 Bus
13-11-86 tel. 051/226170
Parrocchia San Giuseppe lavoratore Via
Marziale, 7 Giovedì dalle 14:30 alle 17:30 Bus
27 a b c 95-97-98 tel. 051/322288
Parrocchia Santa Maria Assunta Via Emilio
Lepido, 58 Martedì dalle 14:30 alle 17:30 Bus
13-86 tel. 051/405741
Parrocchia Cuore Immacolato di Maria Via
Mameli, 5 Mercoledì dalle 9:00 alle 11:00 (è
richiesto un piccolo contributo economico) Bus
13 tel. 051/400201
Parrocchia San Giuseppe Cottolengo Via
Marzabotto, 12 tel. 051/435119 Giovedì dalle
16:00 alle 18:00 Bus 19-35-38
Chiesa San Girolamo dell’Arcoveggio Via
Fioravanti, 137 Sabato dalle 16:00 alle 17:00
Bus 11/c tel. 051/356477
Antoniano Via Guinizelli, 3 Escluso il Martedì
dalle 9:00 alle 17:00 (è richiesto un piccolo
contributo economico) Bus 33
tel. 051/346756
Parrocchia San Bartolomeo Via Beverara, 88
Mercoledì dalle 14:00 alle 18:00 Bus 11
tel. 051/6345431
A S S O C I A R S I
Associarsi a Piazza Grande è
una condizione di incontro tra la
società, le sue culture e le sue
necessità.
Con sole £ 10.000 potete aderire
all’Associazione e diventare soci.
Basta telefonare allo 051 342328,
e lasciare i propri dati o fare un
versamento sul c/c postale n.
25736406,intestato
all’Associazione Amici di Piazza
Grande, specificando: “Adesione
associazione”
A B B O N A R S I
Per abbonarvi fate un versamento
sul c/c postale n. 25736406, intestato all'Associazione Amici di
Piazza Grande, specificando:
"Abbonamento giornale".
Potete anche telefonare allo 051
342328 dalle 9.00 alle 12.00 alla
Redazione del giornale.
Per i privati la quota di abbonamento è di 31€ (60.000£) annue.
Per enti, biblioteche e associazioni 51€ (100.000£)
Per l'estero 103€ (200.000£)
Le testate che aderiscono alla
Federazione Giornali di Strada:
Fuori Binario:
via Giano della Bella 22 - Firenze
Telefono e Fax: 055 220 903
Noi sulla Strada:
via Cremonio 38 - Padova
Telefono e Fax: 049 687 068
Strada Viva:
via Chisari 12 - Catania
Telefono e Fax: 095 437 429
ASSISTENZA
LEGALE
Associazione amici di piazza grande Via
Antonio di Vincenzo 26/f Mercoledì e Venerdì
dalle 15:00 alle 17:00 Bus 25
tel. 051/372223
Rifugio Notturno della Solidarietà Via del
Gomito, 22/2 1° e 3° Lunedì del mese dalle
18:00 alle 19:30 tel. 051/324285
Piazza Grande
via Libia 69 - Bologna
Telefono 051 342 328
Fax 051 372 223
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