sabato 24 giugno 2006
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Personaggi. Riaffiora una vicenda del 1980: Marras pubblicò in inglese un testo di Massimo Consoli
Il calvario di Amerigo
nell’America di Reagan
ra il 1980, New York. Il
cagliaritano Amerigo MarE
ras, allora poco più che trentenne, terminava la traduzione di un opuscolo di quindici
pagine scritto dal giornalista
Massimo Consoli su “omosessualità e comunisti” e sul “Comune di Roma e gli omosessuali”. Nasceva così un libretto, The Italian Communist
Party and the Massimo Consoli Gay International Archives,
che per Marras si sarebbe
tramutato in una nera condanna.
In seguito alla pubblicazione di quelle poche righe e a
causa della sua militanza di
sinistra, il giovane cagliaritano subì una pesante inchiesta
da parte dell’FBI. Ricorda lucidamente la vicenda lo stesso Consoli: «Omosessualità e
Comunismo erano le due parole più proibite nell’America
maccarthiana e reaganiana.
Averle messe insieme, per
Amerigo Marras, è stato fatale. Subì un’inchiesta, la sua libreria e la sua abitazione furono perquisite due volte,
sempre illegalmente e sotto la
minaccia delle armi, e lui soggetto ad una straziante procedura giudiziaria che lo costrinse ad abbandonare il
Paese».
Il testo sul Partito comunista e sull’archivio del movimento gay internazionale è
ancora in vendita. Dopo una
breve ricerca in Rete la pubblicazione spunta fuori in una
libreria di San Francisco all’incredibile cifra di 75 dollari, all’incirca 60 euro: niente
male per un saggio di sole
venticinque pagine.
«Ho avuto modo di vedere i
documenti che riguardavano
Marras, rilasciati dall’FBI al
suo avvocato, con parecchie
strisce nere di pennarello o
d’inchiostro laddove la polizia federale non voleva che si
conoscessero determinate co-
Un cagliaritano perseguitato per aver tradotto
un opuscolo su omosessualità e comunismo
In alto, il cagliaritano
Amerigo Marras
(foto dal sito
www.massimo
consoli.com)
A destra, immagine
da un Gay Pride
se», continua Consoli: «Per
anni, quando mi raccontava
per l’ennesima volta quanto
gli era accaduto, Amerigo ne
era ancora terrorizzato, traumatizzato, non riuscendo a
capacitarsi che una cosa del
genere fosse potuta capitare
proprio a lui, la persona più
tranquilla e pacifica e non
violenta che ci fosse al mondo».
A ben vedere, il libro di
Amerigo Marras e di Massimo Consoli non conteneva
un’apologia del PCI. Piuttosto
la traduzione dell’intellettuale cagliaritano metteva in rilievo criticamente e obiettivamente i contrasti tra il partito e il movimento gay italiano
esplosi negli anni Settanta.
La tensione di chi si sente
costantemente controllato e il
terrore di finire in cella per
chissà quale imputazione
spinsero Amerigo Marras ad
abbandonare New York e a
trasferirsi in Francia. Ed è
proprio in questo Paese, esat-
tamente a Nizza, che Massimo Consoli lo ha incontrato
per l’ultima volta: «Il 21 settembre del 2000 stavo all’ospedale Pasteur, reparto neurologia D, primo piano, camera 199. Lì Amerigo, sforzandosi per riuscire a farsi capire in maniera intelligibile, mi
chiese di vendicare la sua memoria. Morì tra il 13 ed il 14
ottobre successivo».
Nato il 19 dicembre del
1948, Marras si trasferì giovanissimo in Canada, a To-
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LE GUIDE ESCLUSIVE DE L’UNIONE SARDA
SCAFFALE SARDO
Due volumi della “Laterza”
ronto, dove si laureò in Architettura. Diede vita a un circolo culturale polifunzionale e
multimediale insieme a vari
attivisti che si incontravano a
casa sua. «Il Glad Day Bookstore, il primo Gay Pride canadese, il prestigioso “The
Body Politic”, negli anni Settanta una delle più importanti pubblicazioni gay: tutto
questo nacque a casa sua», ricorda ancora Consoli.
Nel frattempo Marras mise
in piedi un importante archivio sulla storia dei movimenti omossessuali. Dopo il trasferimento a New York questi
materiali fecero capo alla libreria “WW3” che Marras
aprì insieme ad altri collaboratori, e in seguito furono donati parte al “Lesbian & Gay
Community Services Center”
e parte alla “New York Public
Library”, costituendo il nucleo fondamentale di una delle più grosse collezioni al
mondo nel suo genere. «Ma
stranamente, da questo lavoro di assoluta dedizione Marras non ha mai ricevuto nemmeno un grazie», lamenta
Consoli.
Ora lo scrittore-giornalista,
storico fondatore del movimento gay italiano, autore di
libri di successo come Homocaust (Kaos) sulla persecuzione subita dagli omosessuali
sotto il regime nazista, negli
ultimi tempi ha sentito il dovere di riportare alla luce
questa storia. Seppure, dice,
forse con troppa autocritica,
«mi resta l’amaro in bocca
per non essere stato capace
di vendicare la memoria di un
amico carissimo».
L’auspicio di Consoli: presentare ora una richiesta ufficiale al governo degli Stati
Uniti affinché riconosca di
aver sbagliato nel giudicare
Marras e porga delle scuse
postume.
WALTER FALGIO
Storia della Sardegna
di studiosi autorevoli
di Gianni Filippini
curatori di Storia della
(pubblicata
IinSardegna
due volumi da Laterza)
sono Manlio Brigaglia, Attilio Mastino e Gian Giacomo Ortu. Ma a questi
storici di prestigio altri se
ne aggiungono in un fitto
elenco di specialisti, autori di specifici interventi
(elenco nel quale, peraltro, figurano con scritti
particolari gli stessi curatori, rispettivamente docente di storia contemporanea, Brigaglia, di storia
romana, Mastino, e di storia moderna, Ortu). Questi
gli autori dei saggi: Bruno
Anatra, Luciano Carta,
Roberto Coroneo, Giovanni Lupinu, Francesco
Manconi, Luciano Marrocu, Giuseppe Meloni, Alberto Moravetti, Giovanni
Murgia, Giulio Paulis,
Paola Pittalis, Luisa Maria
Plaisant, Sandro Ruju, Simone Sechi, Pier Giorgio
Spanu, Salvatore Tola,
Gianfranco Tore, Raimondo Turtas, Raimondo Zucca. E già il semplice riferimento ai nomi equivale a
una solida conferma dello
spessore e dell'interesse
dell'opera.
Pubblicati nella Collana
laterziana “Storia e Società” (che ha già ospitato
con vasti consensi un centinaio di titoli), ai due volumi di Storia della Sardegna i curatori hanno
dato il compito di raccontare le vicende isolane:
“Dalle origini al Settecento” il primo e “Dal Settecento ad oggi” l'altro. E va
sottolineato che di racconto si tratta e non di
arida e scostante raccolta
di saggi: lo stile scorrevole - per evidente scelta di
fondo - assume infatti il
valore di comune denominatore e se ne avvantaggia il semplice lettore che
rimane coinvolto. Anche
la titolazione - soprattutto
nel secondo volume - appare ispirata da un meritorio intento di garantire
un carattere divulgativo
alla rigorosa ricostruzione: esempi, “L'ora del Bogino”, “La faticosa uscita
dall'ancien regime”, “I
misuratori di crani”, “I
viaggiatori di professione”.
Dell'opera viene proposta e illustrata nella prefazione una stimolante
chiave di lettura. In sintesi, illustrare le ragioni documentate che sollecitano
il rifiuto di una serie di
luoghi comuni sulla Sardegna: “Da almeno due
secoli - si legge - la Sardegna è intensamente frequentata da ogni tipo di
studiosi della sua geografia e della sua storia, del
suo ambiente naturale e
umano: eppure, in un recente passato e ancora
oggi è vista da alcuni come una terra immobile,
estranea alle dimensioni
del tempo, quasi prigioniera dei ritmi ciclici della natura”. E dunque questa Storia della Sardegna
si è posta anche l'obbiettivo di contribuire alla
“costruzione di una nuova
immagine
dell'Isola:
un'immagine nella quale
la realtà prevalga sul mito, la storia sulla natura,
la complessità sul luogo
comune”. E va detto che
le circa 500 pagine dei
due volumi - proposte nell'accattivante veste editoriale di Laterza - raggiungono lucidamente anche
questo obbiettivo.
Letteratura. Lo ha scoperto la ricercatrice milanese Barbiellini Amidei, ma non mancano i dubbi sull’autenticità dell’opera
uò essere davvero attribuita a
Giovanni Boccaccio l’opera ineP
dita sull’amore scoperta dalla ri-
È spuntato un inedito del Boccaccio
cercatrice milanese Beatrice Bar- una ballata accompagnata da una
biellini Amidei? Su questa doman- prosa in forma di lettera amorosa
da è stato organizzato un convegno e una lode alle donne, anche queieri mattina all’Università Statale di sta in forma epistolare.
Milano. Scoperto casualmente dal«Studiando a lungo il manoscritla studiosa di Filologia romanza to, mi è sembrato che il suo matedurante lo studio di Griselda, altra riale stilistico, sintagmatico e foneopera di Boccaccio, il
tico, appartenesse manoscritto è vergaha spiegato la ricerPer
tema
to prima del 1372 e
catrice - a una fase
l’amor cortese
conservato alla Bigiovanile dello scritblioteca Riccardiana
tore. Una fase in cui
di Firenze. L’opera
si possono notare l’ucontiene una versione in volgare so di arcaismi, l’impiego di una lodei primi due libri del De amore di de, di stampo misticheggiante, alla
Andrea Cappellano, della seconda donna e un lessico “della cortesia”,
metà del XII secolo (una sorta di vicino a quello che lo scrittore usa
vademecum laico sul comporta- nelle varie opere volgari. Ma l’ipomento amoroso), alcune letterine tesi per me più valida è che il maamorose, quattro sonetti anonimi, noscritto, frutto di un Boccaccio
Un’immagine del Boccaccio
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centesco: quindi, se davvero è Boccaccio l’autore dell’opera, fa un microsalto nel passato, quasi un espeagli esordi, sia stato poi rivisto nel rimento privato, che potremmo
periodo della maturità: l’autore, in- chiamare prova di arcaicizzazione
fatti, negli anni del suo ritiro, ama- prestilnovistica. Con una voluta cava rivedere e riscrivere i testi pro- duta nel popolaresco».
dotti nel suo percorso letterario
Per Michelangelo Picone, studioprecedente. Non c’è dubbio, però, so del Boccaccio narratore, «il lavoche il Boccaccio maturo sia più ro della studiosa rappresenta un
complesso: è per
deciso passo avanti
questo che mi semverso un completaForse
un
lavoro
bra plausibile l’idea
mento della lacuna
su committenza autobiografica del
della riscrittura su
committenza».
Boccaccio, eppure i
Sono molti però i
dubbi non mancano:
dubbi: «L’unico elemento certo di è possibile che lo scrittore, che necui disponiamo - spiega lo studioso gli anni ’70 del 1300 si stava occudi letteratura medievale Francesco pando dell’esegesi morale del poeBruni - è la data di origine del libro, ma dantesco, potesse dedicarsi a
sicuramente anteriore al 1372. Il tematiche popolaresche che apparlibro è chiaramente ispirato a una tengono a una stagione passata
cultura cortese, ha un sapore due- della sua carriera letteraria?».
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