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31/07: S. Ignazio di Loyola, fondatore dei gesuiti (memoria)
[Ignazio López de Loyola, cavaliere dal carattere impetuoso (molto “spagnolo”),
dopo essere rimasto ferito in un combattimento visse un’esperienza straordinaria di
cavaliere di Cristo. Fondò la “Compagnia di Gesù”, che sempre si è distinta nella difesa dei valori autenticamente cristiani ed ecclesiali. Morì a Roma nel 1556.
Il cambiamento di vita di s. Ignazio iniziò con la lettura di un opuscolo medievale
intitolato «De imitatione Christi». Se finora non l’hai avuto ancora in mano, il periodo dell’ozio estivo può darti una buona occasione per misurarti con il messaggio
spirituale di questo testo che ha ispirato generazioni e generazioni di cristiani prima
di te!]
01/08: S. Alfonso Maria de’ Liguori, dottore della Chiesa (memoria)
[Fu figlio di una stimata famiglia napoletana, e diventò un avvocato, piuttosto brillante, fino a che, ad un certo momento, non decise di abbandonare la carriera terrena
e di farsi “avvocato di Cristo”, al quale dedicò il resto della sua vita. Divenne famoso
per i suoi scritti di teologia morale, nei quali ribadisce il concetto della “santità universale”: Dio vuol tutti santi e ognuno nello stato suo: il religioso da religioso, il secolare da secolare, il mercante da mercante, il soldato da soldato, uno slogan che nei
nostri tempi ha reso celebre un altro santo della Chiesa di Roma, Josemaria Escrivá,
il fondatore dell’“Opus Dei”.
I “redentoristi”, fondati proprio da s. Alfonso, sono ritenuti ancora nella comunità
ecclesiale i maestri della teologia morale!]
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26 Luglio 2015
XVII DOMENICA OR DINARIA
(colore verde; salterio I settimana)
MESSA DEL GIORNO
NARIA
Antifona d’Ingresso (cf. Sal 67/68, 6-7.36):
Dio sta nella sua santa dimora;
ai derelitti fa abitare una casa,
e dà forza e vigore al suo popolo.
Prima lettura (2 Re 4, 42-44):
[In quei giorni], da Baal–Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo
di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia.
Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». Ma il suo servitore disse: «Come posso
mettere questo davanti cento persone?». Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente.
Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”».
Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola
del Signore.
[L’episodio scelto dalla raccolta antico-testamentaria annuncia un altro – simile –
episodio miracoloso operato da Gesù, descritto da tutti gli evangelisti (proposto
oggi dalla liturgia nella versione di Giovanni).
Come nei testi evangelici, così in questo – più antico, ma parallelo – chi è attento
può notare alcuni elementi caratteristici dell’azione divina in mezzo agli uomini.
Innanzitutto, che è la benevolenza, gratuita e senza limiti, quella Visit Card con
cui Dio ama presentarsi al mondo degli uomini, da sempre. La seconda caratteristica è la collaborazione della parte umana, che in un rapporto interattivo la grazia
di Dio implementa, amplifica e santifica tanto da farlo diventare veramente un
segno del divino, non più solo umano.
È il caso dell’offerta delle primizie dell’uomo di Baal–Salisà, ma anche del pane e
del vino, che – nell’esperienza sacramentale della Chiesa – lo stesso Dio trasforma
in segno eucaristico della sua benevolente presenza in mezzo ai suoi, fino al ritorno glorioso del Signore…]
Salmo responsoriale (Sal 144/145):
Rit.: Apri la tua mano, Signore, e sazia ogni vivente.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa
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e tu dai loro il cibo a tempo opportuno.
Tu apri la tua mano
e sazi il desiderio di ogni vivente.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.
Seconda lettura (Ef 4, 1-6):
Io dunque, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera
degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità
dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati
chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo
battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo
di tutti ed è presente in tutti.
[Chi oserebbe negare la perfezione concettuale nella riflessione di Paolo, e mettere
in questione la sua perenne attualità per la comunità cristiana!
Infatti, ci sono certi impegni che derivano dalla nostra specifica “vocazione”, cioè
dal ruolo che ricopriamo nella società (non solo di credenti cristiani). E questo
lo sanno tutti, e cercano probabilmente anche di metterlo in pratica, ma pochi
(mi sembra) riescono a non dimenticare che tutto ciò va fatto con umiltà, mansuetudine e pazienza – non finte. Solo così, infatti, le virtù umane sono in grado
di attivare l’amore – quell’Amore (non dimenticarlo!) in cui Dio sempre si rivela
all’uomo.]
Canto al Vangelo (Lc 7, 16):
Alleluia, alleluia.
Un grande profeta è sorto tra noi,
Dio ha vivitato il suo popolo.
Alleluia.
Lettura del Vangelo (Gv 6, 1-12 passim):
Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea…, e lo seguiva
una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul
monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa
dei Giudei.
Allora Gesù, alzati gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a
Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?».
Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti nep2
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pure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora… Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha
cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose
Gesù: «Fateli sedere»… Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede
a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati,
perché nulla vada perduto».
[Conosci il resto della storia, no? Dunque, ‘mangiarono tutti, e ne avanzarono
ancora tante ceste’… Allora i presenti sbalorditi, meditavano di farlo re, al che
egli lasciò tutti e «si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo».
Ti prego, fratello/sorella, di notare questo splendido aspetto dell’Eucaristia che
(spero) vivi anche tu ogni domenica, e forse anche nei giorni feriali. Non è un
picnic (ci mancherebbe altro!), ma è certamente un raduno di gente, di amici, di
fratelli. E Gesù, mi sembra, non vuole togliere nulla a questo aspetto umano che
è già in se stesso un valore, ma lo benedice facendolo diventare sacramento (sempre miracoloso) della presenza di Dio in mezzo a noi… E non è nemmeno la
quantità quella che conta (né delle persone presenti, né – come vedi – la quantità
dei pani e dei pesci!), ma la sua benedizione che consacra tutto e trasforma anche
il cibo materiale in un cibo spirituale che non si esaurisce…
Importante è non dare a tutto ciò una lettura unilaterale, terrena, egoista, in
fondo stupida, che, ovviamente, rattrista il Signore e (mi piace immaginarlo) lo
fa fuggire «di nuovo sul monte, lui da solo»...]
questa settimana la chiesa ricorda:
29/07: S. Marta (memoria)
[Era una delle due sorelle di Lazzaro, amico di Gesù, abitante a Betania, dove il Signore volentieri passava e si fermava… I Vangeli hanno registrato alcuni particolari
– molto belli – della vita di questa donna ebrea: il primo, quello del servizio sollecito
durante una visita dell’amato Rabuni (Lc 10, 38-42); il secondo, la sua corsa verso il
Maestro durante la malattia del fratello Lazzaro, che Giovanni ha trasformato in una
splendida catechesi (Gv 11, 1-44).
Stranamente la tradizione ecclesiale non unisce le due sorelle nel ricordo liturgico,
forse a causa di un’altra tradizione (non del tutto chiara) che tende ad identificare
Maria, sorella di Marta, con la “donna peccatrice” che versò l’olio profumato sui
piedi del Maestro durante un pranzo.
Comunque, Marta resta uno splendido esempio – femminile – di servizio amorevole,
che continua (grazie a Dio!) nell’opera pregevole, benché nascosta e non sempre apprezzata, di molte nostre madri, mogli, sorelle…]
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