26 settembre 2004
Giornata mondiale per il cuore
Il cuore della famiglia.
La famiglia per il cuore.
Con il patrocinio di
Ministero della Salute - Croce Rossa Italiana - Associazione Nazionale Carabinieri
Lega Nazionale Professionisti Calcio - Federazione Italiana Giuoco Calcio
Unione delle Federazioni Calcistiche Europee (UEFA)
Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI)
E’ un’iniziativa promossa e realizzata da
I testi
sono stati forniti da:
Adele Borghi
Società Italiana di Cardiologia Pediatrica
Centro per la Diagnosi e il Trattamento delle Cardiopatie Congenite,
AO Ospedali Riuniti di Bergamo
Palma Bregani
Centro di Endocrinologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza
Università Vita-Salute San Raffaele, Milano
Emanuela Carissimi
Dipartimento Funzionale di Pediatria, AO Ospedale Civile, Vimercate (MI)
Giuseppe Chiumello
Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale
Centro di Endocrinologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza
Università Vita-Salute San Raffaele, Milano
Luigi Colombo
Cardiologo dello Sport - Lega Calcio Professionisti
Scuola di Specializzazione di Medicina dello Sport dell’Università di Milano
Marcello Giovannini
Società Italiana di Nutrizione Pediatrica
Clinica Pediatrica, Università di Milano, Ospedale San Paolo
Antonio Pelliccia
Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Roma
Enrica Riva
Associazione per la Prevenzione Malattie Metaboliche Congenite
Neonatologia - Patologia Neonatale, Università di Milano, Ospedale San Paolo
Gian Filippo Rondanini
Società Italiana di Pediatria
Dipartimento Funzionale di Pediatria, AO Ospedale Civile, Vimercate (MI)
sono stati rielaborati da:
Rodolfo Paoletti
Presidente Fondazione Italiana per il Cuore
Andrea Peracino
Vice Presidente Fondazione Italiana per il Cuore
Andrea Poli
Segretario Scientifico Fondazione Italiana per il Cuore
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Introduzione e presentazione
Qualche anno fa, qualcuno chiese al premio Nobel della Medicina Michael
S. Brown cosa fosse necessario fare per vivere a lungo in buona salute. La
risposta, lapidaria, fu “Scegliersi dei Buoni Genitori”. Brown naturalmente si
riferiva all’importanza del patrimonio genetico (trasmesso dal padre e dalla
madre) nel determinare la salute degli individui, ma noi vogliamo interpretare il suo suggerimento in modo più ampio.
Avere dei Buoni Genitori vuol dire infatti beneficiare, fin dall’infanzia (nella
quale, non lo si ricorda mai abbastanza, si gettano le basi per il benessere
dell’individuo adulto), anche dell’educazione ad una cultura della prevenzione e della salute. Al sentirsi responsabili del proprio benessere in modo attivo, considerando il proprio organismo e la propria salute con rispetto e con
attenzione, come un patrimonio che ci è dato e di cui dobbiamo, in qualche
modo, rendere conto.
La famiglia è il luogo elettivo dove si formano e si consolidano questi concetti: ed il nostro ambizioso obiettivo, con questo fascicolo, è di fornirvi un
piccolo aiuto, e qualche elemento in più, per essere dei Buoni Genitori (scritto, non casualmente, ad iniziali maiuscole).
Ad essere, in altre parole, partners efficaci dei vostri figli nell’aiutarli a
costruirsi una consapevolezza della propria salute e dell’impegno, cui tutti
siamo chiamati, di mantenerla nel tempo.
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Gravidanza e allattamento al seno:
l’imprinting del metabolismo
Molte malattie dell’età adulta, ed in particolare quelle cardiovascolari (come
l’ictus cerebrale e l’infarto di cuore) sono certamente condizionate da
quanto succede nei primissimi anni di vita: secondo informazioni recenti,
esse affondano addirittura le loro radici fino nelle prime fasi della vita intrauterina.
Gli scambi di sostanze nutritive tra la mamma ed il feto, durante la gravidanza, procedono infatti in maniera ottimale (ponendo le basi per uno sviluppo armonico di organi e tessuti del feto stesso) se la madre ha avuto la
possibilità di assumere, sin dall’inizio della gravidanza (e probabilmente
addirittura prima dell’inizio della gravidanza stessa) quantità adeguate di
tutti i nutrienti essenziali. Il mantenimento di un peso adeguato e di una
dieta corretta e variata, durante tutta l’età fertile della donna, sono importanti quindi non solo per il benessere della mamma, ma anche per ottimizzare lo sviluppo dell’organismo dei figli e condizionarne così in modo favorevole la salute futura.
Dopo la nascita, è il latte materno l’alimento previsto dalla natura per il
cucciolo della razza umana. Il latte materno assicura infatti non solo l’apporto dei nutrienti necessari per la crescita, ma anche di tutta una serie di
sostanze (acidi grassi, proteine nobili, sostanze ad azione immunoprotettiva) che contribuiscono al migliore sviluppo degli organi del bambino.
È stato chiaramente dimostrato (e negli ultimi anni la conoscenza di questi
temi si è molto diffusa tra le donne) che l’allattamento al seno si associa a
distanza di anni a valori più bassi di pressione arteriosa sistolica, a minore
sviluppo di obesità e sovrappeso e a un profilo lipoproteico più favorevole:
quindi, ad una minore frequenza di comparsa di tutte quelle condizioni (i “fattori di rischio”) che facilitano lo sviluppo delle malattie cardiovascolari.
Un termine chiave: imprinting
Il concetto di imprinting descrive la possibilità di lasciare un’impronta permanente su
molti aspetti dell’organismo e della psicologia dei piccoli.
In altre parole nelle prime fasi della vita, interventi specifici (per esempio di carattere
nutrizionale o sullo stile di vita) possono influenzare il metabolismo (la trasformazione
delle sostanze assunte con l’alimentazione in energia e strutture cellulari), la salute ed
il comportamento futuro di un individuo.
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Sovrappeso ed obesità:
una malattia sociale
Il sovrappeso e l’obesità interessano oggi tutte le fasce d’età e stanno
estendendosi in modo preoccupante tra i bambini, fino a costituire,
secondo molti esperti, una vera e propria “malattia sociale”. E’ un problema importante e spesso bonariamente (ma pericolosamente) sottovalutato
da tutti coloro che si occupano del bambino, che insistono a voler vedere
nel suo eccesso di peso un segno, invece, di “florida” salute.
In realtà, un bambino sovrappeso ha purtroppo grandi probabilità di
diventare un adulto obeso e di correre quindi rischi superiori alla media di
incappare in una malattia cardiovascolare o in una delle altre innumerevoli conseguenze tardive dell’obesità stessa (diabete, artrosi delle ginocchia,
problemi respiratori, ecc.). Le conseguenze di una alimentazione squilibrata
(e più in generale di uno scorretto stile di vita) in questa età hanno purtroppo anche ricadute di tipo psicologico se conducono al sovrappeso: è ben
nota la maggior tendenza alla depressione e la difficoltà nei rapporti
sociali dei bambini affetti da obesità.
Attenzione, in particolare, ai bambini che nascono un po’ sottopeso, o
comunque “piccoli per la loro età”. L’organismo, in questi casi, tende a recuperare rapidamente il tempo perduto (aiutato, comprensibilmente, dalla
mamma). Ma è facile che il risultato finale sia di squilibrare la crescita verso
il sovrappeso: il bimbo che nasce piccolo diventa, facilmente, un po’
troppo cicciottello. Parlarne con il proprio pediatra, o il proprio medico, è
quindi particolarmente importante per anticipare questi fenomeni.
In Italia:
In età scolare un bambino ogni quattro è sovrappeso o obeso e questa condizione sta
portandosi verso il rapporto di un bambino ogni tre.
La presenza di obesità in età infantile aumenta la probabilità di essere obesi da adulto,
condizione che comporta maggiore morbilità e mortalità per:
• malattie cardiovascolari
• diabete
• malattie respiratorie
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L’alimentazione corretta
Dar da mangiare ad un bambino può essere un’operazione complicata
(molte mamme lo sperimentano direttamente ogni giorno) e spesso fonte di
incertezze e preoccupazioni. Non a caso, più della metà del tempo di una
normale visita pediatrica di controllo è in genere dedicata all’alimentazione.
Nella realtà, tuttavia, le cose non sono in genere così difficili. Oltre i due
anni, un bimbo può iniziare a seguire lo stile alimentare generale della
famiglia nella quale vive: si tratta di un periodo aureo per aiutarlo a formarsi, in modo intelligente, gusti e preferenze personali in sintonia con un’alimentazione orientata al benessere.
La mamma potrà quindi utilizzare questa fase della vita per aiutare il bambino a consumare più frutta e verdura; evitando di aggiungere troppo sale o
troppo zucchero ai cibi (ciò permette al bimbo di abituarsi ad apprezzare
sapori delicati, non coperti da sale o zucchero in eccesso); iniziando a trasmettere la cultura del “piatto unico” (combinando per esempio pasta o
riso e piselli o fagioli: piatti intelligenti e gustosi, poco “pubblicizzati” da
mamme e cuoche) e limitando il consumo di grassi “solidi” (burro, margarina, ecc) e dei prodotti che ne sono ricchi.
In generale, lo sappiamo tutti, dovremmo riscoprire le ricette che hanno fatto
crescere i nostri genitori ed i nostri nonni (con un po’ di carne in più, certo,
ma anche arricchendo la dieta di pesce e di altre fonti di proteine, come i
legumi già ricordati).
Un paio di suggerimenti pratici: mantenete la colazione nelle abitudini dei
vostri figli (è importante, specie durante il periodo scolastico) basandola, se
possibile, su una tazza di latte, e non utilizzate i dolci come “premio”
(meglio un frutto, o una visita al parco giochi).
In sintesi:
• Scegliete con cura i grassi alimentari, preferendo gli oli vegetali: sia l'olio di oliva
extravergine sia gli oli di semi come il mais, la soia, il girasole.
• Moderate il consumo di carne (non più di 3-5 pasti settimanali), salumi, uova e fate
spazio al pesce (2-3 volte la settimana) nella vostra alimentazione.
• Ricordatevi il latte, lo yogurt e i latticini, importanti anche per l’apporto di Calcio.
• Aumentate il consumo di verdura, legumi, frutta.
• Consumate pasta di grano duro “all’italiana”: è la vera base della dieta mediterranea.
• Attenzione a non usare troppi grassi e sale nei condimenti.
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Giocare a palla o guardare la TV?
La prevenzione delle malattie cardiovascolari, nel bambino prima e nell’adolescente e nel giovane più tardi, non può basarsi solo sulla pur cruciale educazione alimentare. La promozione dell’attività fisica, secondo gli esperti,
gioca infatti un ruolo almeno altrettanto importante.
L’attività fisica, infatti, svolge una serie di effetti favorevoli per la salute
(migliora per esempio il trasporto dei grassi nel sangue, aumentando il
colesterolo “buono” trasportato dalle HDL e rende più efficiente la risposta dell’organismo ad ormoni importanti come l’insulina). Essa facilita anche
l’adesione ad una sana alimentazione, aumenta il dispendio energetico
(favorendo il controllo del peso corporeo) e tende a prevenire l’inizio dell’abitudine al fumo.
Inoltre l’attività fisica facilita la socializzazione; se condotta come attività
sportiva, migliora l’autostima ed attiva la formazione di una rete di relazioni
sociali “positive”, solidamente cementate da un importante elemento condiviso: la pratica di un’attività agonistica.
Ma non necessariamente per attività fisica si deve intendere lo sport agonistico, e nemmeno ore di estenuanti esercizi in palestra; in realtà, un’attività
fisica eccellente sul piano preventivo è quella moderata, che tecnicamente si chiama “aerobica”. E’ sufficiente (per cominciare) ridurre l’inattività
tipica della nostra vita quotidiana (e di quella dei nostri figli), ricominciando
a salire le scale, a fare passeggiate, ad usare la bicicletta.
Anche solo guardando meno televisione e giocando meno alla playstation si
possono ottenere risultati eccellenti su molti parametri fisici e psicologici del
bambino.
Quale esercizio per i bambini?
• Godersi almeno un’ora di attività fisica ogni giorno.
• Incoraggiare la partecipazione a sport di gruppo.
• Coinvolgere il bambino in attività regolari di sport con i genitori e la famiglia.
• Sostituire, ove possibile, gli spostamenti “meccanici” (automobile, ascensore, ecc) con
il movimento fisico.
• Incoraggiare passatempi che siano più attivi del guardare la televisione e dei giochi
elettronici.
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Fumo: che fare?
Negli ultimi anni si è chiarito in maniera certa ed inequivocabile che il fumo
di sigaretta aumenta (oltre al rischio di altre patologie fra cui alcune tumorali) anche il rischio di infarto e di ictus: le morti per queste patologie cardiovascolari associate al fumo sono più numerose di quelle causate dal cancro
del polmone.
Smettere di fumare (chi ci è riuscito lo sa bene) è difficile. Il fumo dà dipendenza (va detto con chiarezza): sia di tipo farmacologico (la nicotina dà
tolleranza o assuefazione), sia di tipo psicologico (legata a fattori sociali e
culturali, alla gestualità, all’effetto rilassante ed alla conseguente aspettativa
di “migliore performance”).
La strategia, quindi, è di prevenire, nei giovani, il primo contatto con il
fumo. Grande preoccupazione, ai giorni nostri, nasce quindi dal rilevare che
il 30% dei bambini di prima media ha provato la prima sigaretta e che la percentuale dei ragazzi (e soprattutto delle ragazze) dell’ultimo anno delle
superiori che fuma correntemente è molto elevata.
E’ molto importante quindi che già nella famiglia si generi una cultura di controllo nei confronti della tendenza al fumo e che i giovani vengano informati, in modo sereno e competente, dei danni del fumo e della necessità di adottare misure di prevenzione. Può non sembrare molto, ma è la
migliore strategia disponibile: importanza notevole hanno poi anche le campagne di educazione-prevenzione nelle scuole, che possono ridurre la percentuale di nuovi fumatori.
Ovviamente, è d’obbligo, per qualunque adulto, “dare il buon esempio” su
questo tema.
I numeri
Nel decennio 1990-1999 il fumo ha provocato circa 15 milioni di morti tra l’Europa
occidentale, l’Europa orientale e gli USA.
L’abolizione del fumo determinerebbe la scomparsa del 90% dei tumori del polmone ed
una riduzione del 30% della cardiopatia ischemica.
In Italia
Il fumo di tabacco produce circa 90.000 morti l’anno di cui 20.000 per tumore del
polmone e 25.000 per malattie cardiovascolari.
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Le droghe e la dipendenza:
la pressione sociale
Quando si parla di giovani e droghe, non si può non parlare di dipendenza
e di pressione sociale.
Le droghe, innanzitutto, sono sostanze che per definizione danno dipendenza: un insieme di comportamenti provocati dall’interazione tra specifiche sostanze chimiche e l’organismo umano che si traducono nella tendenza-costrizione a continuare a ri-assumere la droga stessa.
L’aumento del consumo di droghe nella Società è un fenomeno dalle spiegazioni complesse ma probabilmente dovuto anche alle false informazioni che portano i giovani a credere di risolvere i loro problemi o le loro
paure mediante il loro uso.
La tossicodipendenza nei giovani è spesso dovuta infatti al bisogno di
approvazione sociale, o ad un malinteso senso di “appartenenza”: non a
caso l’assunzione di droga è spesso un rituale di gruppo. Anche la necessità di esprimere la propria autonomia e ribellione, di apparire “duro”, “grande”, “forte” ed “amante del rischio” possono indurre al primo, tragico, passo
verso la droga.
E’ evidente quindi l’importanza dell’educazione e della diffusione di
informazioni sui rischi associati all’uso di droghe, sui loro effetti collaterali, spesso terribili, sulla dipendenza fisica e psichica che esse provocano.
La conoscenza approfondita di questi fenomeni, pur non sufficiente ad evitarli
completamente, è il presupposto necessario per un loro cosciente rifiuto.
I numeri
Negli ultimi anni il numero dei consumatori (anche solo occasionali) della cannabis
(spinello) ha raggiunto il 33% degli adolescenti delle scuole superiori. L’ecstasy e le
sostanze analoghe sono consumate dal 4-5% della stessa popolazione giovanile.
L’uso di eroina è da tempo stabile, e pari a 8 casi per 1000 abitanti.
Droghe e malattie
Il consumo di droghe provoca gravi cardiopatie, con effetti anche mortali, malattie del
fegato, dei reni e del cervello. L’iniezione di sostanze stupefacenti può portare, inoltre,
per la disattenzione delle norme di sterilità, anche a gravi complicanze tossiche
o infettive quali virus dell’epatite C (HCV) o dell’AIDS (HIV).
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Cardiopatie congenite
e diagnosi precoce
L’apparato cardiovascolare è un circuito idraulico chiuso, formato da una
pompa (il cuore) e da una rete di vasi (arterie e vene), che hanno, insieme, il compito di distribuire il sangue a tutto l’organismo, assicurando l’approvvigionamento di ossigeno e di sostanze nutritive a cellule e tessuti.
La formazione del cuore del feto nell’utero materno è un processo molto
complesso, che può subire alterazioni per “errori di progettazione” o di sviluppo. Le malformazioni cardiache che ne risultano possono essere più o
meno gravi e, poiché già presenti alla nascita, sono dette cardiopatie congenite.
Una cardiopatia congenita è presente alla nascita in circa 8 bambini ogni
1000 nati vivi. Nella maggior parte dei casi si tratta per fortuna di malformazioni non gravi: alcune, invece, possono impedire o disturbare (prima o
poi) il normale funzionamento dell’apparato cardiovascolare e richiedere
quindi una terapia (e talora un intervento) che in qualche caso deve essere
tempestivo ed urgente, a volte addirittura nel neonato.
Anche le cardiopatie non gravi, che sono le più comuni, vanno precocemente identificate perché, anche se possono essere a lungo ben tollerate,
con il passare del tempo possono provocare danni gravi o irreversibili.
Per un’ottimale impostazione della terapia è perciò necessario disporre della
diagnosi in tempo utile.
Diagnosi precoce
Le procedure per una diagnosi precoce delle cardiopatie congenite nel neonato sono oggi
ben note ai pediatri: tuttavia alcuni casi, per vari motivi, possono sfuggire.
E’ necessario quindi che i genitori e/o gli insegnanti riferiscano tempestivamente al
pediatra eventuali sintomi o comportamenti anomali (cianosi – cioè la comparsa di
un colore bluastro della pelle - da pianto o da sforzo, eccessivo affaticamento a compiere
attività fisica normale, difficoltà di respirazione), osservati nel neonato e/o nel bambino
piccolo. Il pediatra o il medico indicheranno l’opportunità di procedere ad indagini
specifiche nei casi di sospetta cardiopatia congenita.
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L’educazione familiare
alla difesa del valore della salute.
Tutti sappiamo che importanti fattori genetici predispongono i piccoli a sviluppare un organismo più o meno sano, ma spesso trascuriamo che anche
gli stimoli ambientali sono determinanti nel favorire o nell’ostacolare tali
tendenze, sia in senso positivo che negativo.
Questi concetti, ben noti agli esperti, non sono spesso considerati con la
necessaria attenzione nella nostra cultura. Spesso ci comportiamo come se
ci mancasse la consapevolezza che le condizioni in cui vivono i nostri figli e
gli stimoli che quotidianamente essi ricevono, contribuiscono a favorire o
ad ostacolare il loro stato di salute, nel presente e nel futuro, come (e
forse più) di quanto non facciano i geni (naturalmente immodificabili) che
abbiamo loro trasmesso. Come genitori, dobbiamo essere ben consapevoli
di questa situazione, e delle responsabilità che essa comporta.
Spesso non è un compito facile. Non sempre, per esempio, è facile accettare l’importanza della dieta e dello stile di vita nel controllo del peso (è
più facile e comodo pensare ad una “predisposizione” che non può essere
cambiata): mentre queste abitudini, come abbiamo più volte ripetuto in queste pagine, sono invece cruciali. Molti bambini sovrappeso, sia perché non
viene data troppa importanza a questo aspetto, o perché non vi sono adeguate risorse ambientali per offrire loro attività alternative, passano per
esempio molto tempo davanti alla televisione: un atteggiamento erroneamente “indulgente” o “comprensivo” verso questi comportamenti può,
in perfetta buona fede, peggiorare la situazione, in modo anche grave.
L’educazione familiare, che non dovrebbe basarsi solo sull’informazione/formazione, ma anche sull’ascolto, ha in fondo proprio questo obiettivo: creare le basi di un dialogo costante con i propri figli per essere loro di aiuto
quando si faranno una propria opinione delle cose. Si tratta di una fase
della vita affascinante ma pericolosa: e se opinioni e scelte si formeranno
anche alla luce del nostro contributo, avremo dato loro un aiuto insostituibile.
Educare alla salute
L’attività educativa dei genitori per promuovere la salute dei figli deve tener conto
della complessità del mondo in cui essi vivono e deve contribuire allo sviluppo delle
conoscenze, dei giudizi e degli atteggiamenti dei figli stessi in modo sereno e responsabile,
facilitando la scelta di stili di vita e di un atteggiamento verso la salute, positivo e
consapevole.
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La famiglia per il cuore.
Il cuore della famiglia.
...qualcosa da ricordare...
• Una nutrizione ottimale della donna durante l’età fertile e la gravidanza,
proseguita dall’allattamento al seno, è una strategia vincente per costruire
la salute del bambino.
• Nelle fasi iniziali della vita i genitori hanno la possibilità (e quindi anche la
responsabilità) di plasmare le abitudini alimentari e lo stile di vita del
piccolo nella direzione desiderata. E’ molto più facile educare un bambino
ad un corretto stile di alimentazione e di vita che cercare poi (con fatica)
di correggere queste abitudini una volta che si sono istituite.
• L’area elettiva della prevenzione sta nella famiglia, nel cui ambito si
sviluppano le abitudini alimentari e lo stile di vita come prodotti della
cultura specifica della famiglia stessa. La prevenzione deve basarsi
tanto sull’educazione alimentare quanto sulla promozione
dell’attività fisica.
• Il fumo di tabacco è il più importante fattore di rischio rimovibile
delle malattie cardiocerebrovascolari: infarto di cuore, ictus cerebrale
ecc. Gli altri fattori modificabili sono: l’ipertensione, l’ipercolesterolemia,
il diabete.
• La mamma fumatrice provoca danni importanti al bambino sia durante
la gravidanza sia dopo (i bambini sono molto sensibili al “fumo passivo”).
L’uso di droghe, in gravidanza, crea problemi ancora peggiori.
• Attraverso l’informazione e la discussione, i genitori possono comprendere
le ragioni che portano al fenomeno dell’obesità infantile, legate alla
cultura familiare, al proprio comportamento ed alla risposta dei figli e di
intervenire quindi in modo appropriato per controllare questo fenomeno.
• Un bambino sano oggi sarà probabilmente un adulto sano domani, in
grado di trasmettere un corretto comportamento alimentare e buone
abitudini di vita alle generazioni future.
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Messaggio finale
Individuare e realizzare un progetto di educazione e di preparazione dei propri figli alla vita
da adulto è, come tutti i genitori sanno, difficile: ma è l’elemento centrale, caratterizzante, dell’essere, consapevolmente, padri e madri.
E’ necessario abituarsi a considerare che anche la
salute ed il benessere di cui i nostri figli godranno una volta adulti, si costruisce nella loro
infanzia e giovinezza.
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Comitato d’Onore
Diana Bianchedi
Gianni Bona
Virginio Bosisio
Vittorio Carnelli
Michele Carruba
Giuseppe Chiumello
Luigi Colombo
Mario Condorelli
Fiorenzo Corti
Claudio Cricelli
Giuseppe Di Pasquale
Luigi Frati
Maria Antonia Fusco
Antonio Gaddi
Enrico Garaci
Marcello Giovannini
Sandra Giusti
Maurizio Guazzi
Stefano Inglese
Renato Lauro
Lucio Lucchin
Attilio Maseri
Alberto Notarbartolo
Giovannangelo Oriani
Rodolfo Paoletti
Francesco Perticone
Antonio Pontiroli
Pier Luigi Prati
Cesare Proto
Enrica Riva
Franco Rusticali
Giuseppe Saggese
Giorgio Santilli
Peter J. Schwartz
Carlo Schweiger
Roberto Sori
Giovanni Spinella
Elena Tremoli
Michele Tumiati
Franco Valagussa
Giacomo Vespasiani
Giovanni Battista Zito
14
Commissione Nazionale Atleti, CONI, Roma
Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica
Società Nazionale di Aggiornamento Medico InterDisciplinare
Associazione per il Bambino in Ospedale
Società Italiana Obesità
Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale
Cardiologo dello Sport, Lega Calcio Professionisti
Consiglio Superiore di Sanità, Ministero della Salute
Società Italiana Medicina di Famiglia
Società Italiana Medicina Generale
Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri
Facoltà di Medicina e Chirurgia - Università “La Sapienza” di Roma
Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica
Centro “G. C. Descovich” Dipartimento Medicina Clinica
Università di Bologna
Istituto Superiore di Sanità
Società Italiana di Nutrizione Pediatrica
Società Italiana di Cardiologia Pediatrica
Società Italiana di Cardiologia
Tribunale per i Diritti del Malato - Cittadinanzattiva
Facoltà di Medicina e Chirurgia - Università “Tor Vergata” di Roma
Federazione delle Società Italiane della Nutrizione
(ADI - SINPE - SINU - SINUPE - SISA)
Federazione Italiana di Cardiologia
Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare - Università Vita-Salute San Raffaele, Milano
Società Italiana per lo Studio dell’Arteriosclerosi
Società Italiana di Nutrizione Umana
Fondazione Italiana per il Cuore, Fondazione Giovanni Lorenzini
Associazione Nazionale Cardiologi Extraospedalieri
Società Italiana di Diabetologia
Centro per la Lotta contro l'Infarto - Fondazione Onlus
Società Italiana Cardiologia Ospedalità Accreditata
Associazione Prevenzione Malattie Metaboliche Congenite
Fondazione Cardiologica Myriam Zito Sacco
Società Italiana di Pediatria
Federazione Medico Sportiva Italiana
Cattedra di Cardiologia - Dipartimento di Cardiologia Policlinico
S. Matteo di Pavia
Heart Care Foundation
Associazione Nazionale Specialisti in Scienza dell’Alimentazione
CONACUORE - Coordinamento Operativo Nazionale Cuore
Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Università di Milano
Centro Cardiologico Monzino, Milano
AO Ospedale Treviglio - Caravaggio
Heart Care Foundation
Associazione Medici Diabetologi
Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali/ARCA
E’ un’iniziativa promossa e realizzata da
26 Settembre 2004
Giornata mondiale per il cuore 2004
“Le malattie di cuore nel bambino e nel giovane”
con il patrocinio di
S.I.S.A.
Ministero della Salute
Croce Rossa Italiana
Associazione Nazionale Carabinieri
Lega Nazionale Professionisti Calcio
Federazione Italiana Giuoco Calcio
Unione delle Federazioni Calcistiche Europee (UEFA)
Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI)
A
D
I
S.I.M.G.
Questa iniziativa educazionale
è stata realizzata grazie al contributo di
Fondazione Pfizer
Fondazione Giovanni Lorenzini
AstraZeneca
Aventis Pharma
Laboratori Guidotti
Bracco
Olio Cuore
St. Jude Medical
Fournier Pharma
Italfarmaco
Inoltre, si ringraziano
Supermercati SMA e CITYPER
Illustrazioni gentilmente offerte da Roberto Rolando
per il sostegno alle iniziative locali e per il supporto fornito dal “Call Center
SMA” in occasione dell’evento.
Per ulteriori informazioni contattare la
Segreteria Organizzativa e di Coordinamento:
Fondazione Italiana per il Cuore
Via Appiani, 7 - 20121 Milano
Tel. 02/29005297 • Fax 02/29063567
email: [email protected]
www.fondazionecuore.it
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opuscolo - Fondazione Italiana per il Cuore