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Indice
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Perché una Settimana
di Prevenzione Andrologica
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Dizionario di Medicina sessuale
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Comuni patologie andrologiche
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Malattie sessualmente
trasmissibili
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Consigli pratici per la prevenzione
delle malattie a trasmissione
sessuale
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Informazioni e consigli dall’Andrologo: il medico dell’uomo per tutta la vita
interno
Informazioni e consigli dall’Andrologo: il medico dell’uomo per tutta la vita
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Perché una Settimana
di Prevenzione Andrologica
Vincenzo Gentile
Presidente della Società Italiana di Andrologia
Il progetto della Settimana di Prevenzione Andrologica nasce nel 1999
partendo dalla considerazione che in Italia si dovessero portare a
conoscenza della popolazione le problematiche dell’apparato genitale
maschile, informando al tempo stesso della possibilità per gli uomini
di disporre di un medico esperto nel settore: l’Andrologo.
Vari studi evidenziavano come difficilmente maschi con disfunzioni
sessuali o in condizioni di infertilità si rivolgessero al medico, in generale, e all’andrologo, ed era evidente la mancanza anche di una cultura andrologica di base.
Molte persone in questi primi sei anni della SPA hanno beneficiato di
un controllo andrologico gratuito, basti pensare che solo nelle prime
tre edizioni sono stati visitati circa 20.000 pazienti.
È essenziale che la persone acquisiscano un concetto semplice ma
fondamentale: l’andrologia si occupa di varie e complesse patologie –
oltre a quelle legate alla distribuzione erettile – molte delle quali sono
di grande impatto sociale: dall’infertilità alla contraccezione maschile,
dai disturbi della libido e dell’eiaculazione alle infezioni genitali e alle
malattie sessualmente trasmissibili, dalle tematiche andrologiche legate alle neoplasie dell’apparato genitale maschile alla neuro-andrologia,
dai disordini di genere alla chirurgia estetica dei genitali maschili oltre
che dall’andrologia pediatrica e dalla sessualità nella terza età. Si calcola che circa cinque milioni di maschi italiani siano affetti da una o più
di queste condizioni.
Di fatto, l’andrologo è per l’uomo ciò che il ginecologo è per la donna.
Questo opuscolo scritto in un linguaggio semplice, di agile lettura e
consultazione, contiene anche un dizionario andrologico e sessuologico che può facilitare la comprensione delle principali patologie
andrologiche e delle malattie sessualmente trasmissibili.
Perchè una settimana di consigli?
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Informazioni e consigli dall’Andrologo: il medico dell’uomo per tutta la vita
Perchè questi consigli?
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Dizionario di Medicina Sessuale
Aborto: interruzione della gravidanza che si verifica entro i primi 3
mesi dalla data dell’ultima mestruazione. Può essere spontaneo o
indotto volontariamente.
Afrodisia: eccitazione sessuale morbosa. Erotismo esagerato.
Afrodisiaci: tutte le sostanze che stimolano e provocano desiderio e
eccitazione sessuale.
Afrodisiaco: sostanza ritenuta capace di accrescere lo stimolo e la
potenza sessuale. Si tratta per lo più di un fenomeno di suggestione,
dato che dal punto di vista farmacologico non è provata l’efficacia per
nessuno dei prodotti venduti come afrodisiaci. Il miglior afrodisiaco
sembra rimanere l’essere innamorati e avere un partner attraente!
Albuginea: involucro di tessuto connettivo fibroso che riveste i corpi
cavernosi e il testicolo.
Alcool: è credenza diffusa, ma errata, che il ricorso a sostanze alcoliche migliori le prestazioni sessuali. Questo non è vero perché in realtà l’alcol, assunto per lunghi periodi, abbassa la quantità degli ormoni nel sangue (il testosterone nell'uomo, gli estrogeni nella donna).
Tale credenza popolare è probabilmente legata al fatto che una modica quantità può avere effetti disibinitori; superata la quantità di alcool
attiva in questo senso, esso provoca una riduzione della libido, danneggiando, specialmente nei maschi, la reattività sessuale. Anche per
questo l'abuso di sostanze alcoliche è spesso associato a disfunzioni
sessuali.
Amenorrea: assenza di mestruazioni.
Amore ablativo: forma di amore caratterizzata da un eccessivo
annullamento di se stessi a scopo di donazione e servizio per il bene
altrui.
Amore platonico: forma di amore puramente spirituale e asessuale
per una persona di sesso opposto. Termine derivante dal filosofo
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greco Platone.
Amore possessivo: amore infantile ed egocentrico. Può persistere
come amore esclusivo per tutta la vita come bisogno di attaccamento ad una persona per trarne beneficio, sicurezza, godimento.
Amore sessuale: manifestazione corporea di affetto e di attaccamento reciproco tra due individui.
Amplesso: termine utilizzato dalla sessuologia per indicare l’atto sessuale. Letteralmente significa abbraccio.
Anafrodisia: mancanza congenita o acquisita del desiderio sessuale
e impossibilità di ottenere l’orgasmo durante il rapporto pur avendone desiderio. Le cause possono essere soprattutto psicologiche. Può
trattarsi di una condizione sia temporanea che permanente. Da non
confondere con la frigidità.
Anafrodisiaco: sostanza che inibisce il desiderio sessuale.
Analisi del seme: meglio definita come spermiogramma, consiste
nell’analisi microscopica del liquido seminale che determina il numero per centimetro cubo, la forma, le dimensioni e la capacità di movimento degli spermatozoi.
Androgeni: ormoni sessuali maschili che controllano lo sviluppo e
la funzioni degli organi sessuali. I più importanti sono il testosterone,
il diidrotestosterone (DHT), l’androsterone e l’androstenedione.
Androgino: individuo che ha contemporaneamente le caratteristiche dell’uno e dell’altro sesso. Con tale termine si indica spesso una
donna con aspetto, voce e modi tipicamente maschili, oppure un
uomo che assomigli o agisca come una donna.
Andrologo: specialista in andrologia.
Andropausa: termine usato in maniera impropria ad indicare un
corrispettivo della menopausa e in particolare il climaterio. In realtà
si può avere una riduzione della produzione del testosterone maschi-
le ma a differenza della donna, l’uomo mantiene la propria capacità
riproduttiva. Più propriamente di parla di PADAM (Partial Androgen
Deficiency of Aging Male) o ADAM (Androgen Deficiency of Aging
Male).
Anedonia: assenza di ogni sensazione del piacere. Spesso è un sintomo prodromico di depressione.
Anestesia sessuale: incapacità ad eccitarsi di fronte a stimoli sia fisici che psichici validi per quella persona, nel suo contesto e nella sua
cultura.
Anilingus: pratica sessuale che consiste nella stimolazione orale dell’ano. Dal latino anus (=ano) e lingere (=leccare).
Anorchia: mancanza di testicoli con assenza di sviluppo dei caratteri sessuali secondari.
Anorgasmia: disturbo sessuale caratterizzato da mancanza di orgasmo. Presente soprattutto nelle donne, le quali pur provando desiderio sessuale ed eccitamento, non riescono a raggiungere l’orgasmo
durante il rapporto sessuale. Le cause sono soprattutto psicologiche.
Ansia da prestazione: condizione di tensione psichica e di agitazione presente in un individuo al momento dell’atto sessuale, dettata dalla paura di non riuscire a portare a termine in modo soddisfacente il rapporto sessuale.
Ansia anticipatoria: condizione di tensione psichica e di agitazione
presente in un individuo giorni od ore o comunque prima di un atto
sessuale, dettata dalla paura di non riuscire a portare a termine in
modo soddisfacente il rapporto sessuale.
Anticoncezionali (contraccettivi o antifecondativi): Tecniche di
diversa natura mirate ad evitare la fecondazione. Si é soliti classificarli in metodi naturali (Ogino-Knaus o astinenza periodica, temperatura basale, Billings o del muco cervicale), che non garantiscono l’effi-
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cacia; metodi di barriera (condom o preservativo maschile, diaframma, spirale o IUD, tamponi), metodi chimici (creme, spray, candelette, lavande, compresse, gelatine, preservativo solubile) e metodi
ormonali (pillola estroprogestinica, sequenziale, trifasica, postcoitale,
mensile, minipillola progestinica). Tra i metodi naturali viene erroneamente considerato anche il coito interrotto, che in realtà non rappresenta un metodo contraccettivo efficace.
Aspermia: mancata emissione di liquido seminale durante l’orgasmo maschile.
Astenospermia: termine che si riferisce ad una minore mobilità
degli spermatozoi che risulta spesso in infertilità.
Autoerotismo: Comportamento erotico rivolto su se stessi, finalizzato alla ricerca del piacere senza ricorrere al rapporto sessuale con
altri.
A zoospermia: assenza di spermatozoi nell’eiaculato.
Bisessuale: individuo (maschio o femmina) che trae soddisfazione
sessuale da rapporti con persone di entrambi i sessi.
Bondage: insieme di attività sessuali basate sulle costrizioni fisiche
realizzate con legature, corsetti, cappucci, bavagli o più in generale
sull’impedimento consenziente alla libertà fisica, di muoversi, di
vedere, di parlare, di sentire.
Candida albicans: specie di miceti (funghi) normalmente presenti
sulla cute, a livello della mucosa intestinale e nel microambiente vaginale che in condizioni particolari di deficit immunitario possono provocare gravi infezioni (Candidosi), principalmente a livello genitale
sia nell’uomo che nella donna (uretriti, prostatiti, vulvo-vaginiti).
Caratteri sessuali: insieme di caratteristiche fisiche e psichiche che
differenziano i maschi dalle femmine. Si distinguono in primari (quelli che servono alla procreazione come le ghiandole genitali e gli orga-
ni della riproduzione) e secondari (es. peli e voce profonda nell’uomo e seni e fianchi larghi nella donna).
Castrare: asportare i testicoli di un maschio o le ovaie di una femmina.
Ciclo mestruale o ovarico: Periodo intercorrente dal primo giorno della mestruazione al giorno precedente la mestruazione successiva, caratterizzato da modificazioni degli organi genitali che si verificano a causa delle differenze nella secrezione ormonale. Molto schematicamente, si può dividere in una prima fase (follicolare) caratterizzata dalla secrezione di estrogeni che conducono alla maturazione
della cellula uovo e all’ovulazione, e da una seconda fase (luteinica),
che si verifica dopo l’ovulazione e nella quale oltre agli estrogeni
viene secreto anche il progesterone, per preparare la donna ad un’eventuale gravidanza. Il ciclo, la cui lunghezza varia dai ventuno ai quaranta giorni (la media è di ventotto giorni) si instaura con la prima
mestruazione (menarca) che si verifica nella pubertà e cessa con la
menopausa.
Circoncisione: asportazione chirurgica del prepuzio, ossia della
pelle che circonda il glande. Viene praticata a scopo terapeutico o
igienico o come rito di stampo religioso presso alcune civiltà (ebrei e
musulmani).
Climaterio: periodo della vita comune sia all’uomo che alla donna
in cui a seguito di un’involuzione nella funzionalità delle ghiandole
sessuali, si hanno nell’organismo delle modificazioni in senso riduttivo nella produzione di ormoni e dei meccanismi legati alla capacità
riproduttiva.
Clitoride: organo erettile dell’apparato esterno sessuale della
donna, situato a livello della parte anteriore e superiore della vulva
nel punto di congiungimento delle piccole labbra. Ricco di termina-
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zioni nervose, è, dunque, sensibilissimo alle stimolazioni erotiche
(orali, manuali, coitali).
Coito: atto sessuale in cui l’organo sessuale maschile viene introdotto in quello femminile. Culmina nell’orgasmo, il massimo delle soddisfazioni erotiche.
Coito interrotto: metodo contraccettivo che consiste nell’interruzione brusca e repentina del rapporto in prossimità dell’eiaculazione.
Utilizzato come metodo anticoncezionale, non offre particolari garanzie in quanto é sempre possibile la fuoriuscita di qualche goccia di
sperma sufficiente per la fecondazione.
Coito anale: l’atto sessuale che comporta la penetrazione del pene
nell’ano del partner. Non essendo una zona naturalmente lubrificata
è necessario provvedere in tal senso con l’impiego di sostanze lubrificanti; è inoltre fondamentale che il rapporto anche all’interno di
una coppia fedele sia profilassato, in quanto i batteri presenti nel
retto possono provocare l’insorgere di infiammazioni al pene che
possono essere successivamente trasmesse al partner per altre vie
(vaginale e/o orale); è inoltre una delle pratiche a più alto rischio di
trasmissione del virus HIV.
Coito orale: pratica sessuale che consiste nella stimolazione dei
genitali del partner attraverso la lingua e la bocca. Più precisamente
si parla di fellatio quando è la donna a stimolare l’uomo e di cunnilingus in caso contrario. La stimolazione reciproca contemporanea è
indicata, in gergo popolare, col termine allusivo di "69". In situazioni
di salute non costituisce pratica igienicamente pericolosa.
Condilomi: infezione venerea comunemente conosciuta come “creste di gallo”, causata dal papilloma virus, caratterizzata da escrescenze carnose che si sviluppano al livello dei genitali e dell’ano.
Condom: guaina peniena in lattice di gomma, usata durante il rap-
porto sessuale per prevenire il concepimento o le infezioni.
Corpi cavernosi: cilindri di tessuto erettile situati da ciascun lato e
sul dorso del pene. Sono circondati dalla tunica albuginea e attraversati sulla loro superficie uretrale dal corpo spongioso del pene e sulla
loro superficie dorsale dalla vena dorsale profonda del pene.
Cunnilinctus, cunnilingus, cunnilinguo: stimolazione dei genitali femminili (specialmente clitoride e orifizio vaginale) tramite la
bocca, la lingua o le labbra per provocare l’orgasmo. È l’equivalente
della fellatio.
Cromosoma: microscopiche strutture in cui è organizzato il DNA
degli organismi eucarioti, che contengono le informazioni necessarie
alla trasmissione dei caratteri ereditari. L’Uomo ha 23 coppie di cromosomi, contenuti nel nucleo di ogni cellula, di cui 22 coppie sono
cromosomi omologhi (cioè simili) detti autosomi ed una coppia di
cromosomi diversi che sono i cromosomi sessuali; nell’ambito di ciascuna coppia, un elemento deriva dal padre e l'altro dalla madre.
Cromosomi sessuali: cromosomi che determinano il sesso. Si presentano diversi, per numero e struttura, in individui di sesso diverso.
La femmina ha due cromosomi identici di grandi dimensioni, chiamati X. Il maschio ha un cromosoma X e un cromosoma Y più piccolo.
Deflorazione: atto mediante il quale il pene penetra per la prima
volta nella vagina lacerando l’imene che ne chiude parzialmente l’accesso. Si tende a considerare ancora oggi la rottura dell’imene come
segno della perdita della verginità.
Diaframma: dispositivo contraccettivo meccanico usato dalla
donna. E’costituito da una membrana di gomma di forma rotonda o
ovale che viene inserita nella vagina prima del rapporto sessuale per
impedire il passaggio dello sperma nell’utero.
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Disfunzione Erettile: incapacità del soggetto di sesso maschile a
raggiungere e/o mantenere un’erezione sufficiente a ottenere un
rapporto soddisfacente.
Disfunzioni orgasmiche: disturbi della sessualità maschile e femminile relativi all’orgasmo.
Disfunzioni sessuali: tutti quei disturbi che riguardano la sfera sessuale e che impediscono di avere un rapporto soddisfacente e pienamente appagante.
Dismenorrea: mestruazione particolarmente dolorosa con crampi
addominali.
Dispareunìa: indica l’insorgenza di dolore durante il rapporto sessuale. Colpisce sia la donna che l’uomo. La dispareunìa è esterna
quando si manifesta all’inizio della penetrazione; è profonda quando
si manifesta dopo la penetrazione nel fondo della vagina.
Dispermìa: termine generico che si riferisce ad una qualche alterazione della qualità e/o quantità del liquido seminale.
Eccitazione sessuale: condizione mentale e fisica che prepara l’individuo alla attività sessuale. Può essere provocata da immagini,
suoni, pensieri, contatti o odori e può essere messa in relazione con
l’amore. L’eccitazione sessuale raggiunge il culmine nell’orgasmo.
Edonismo: ricerca del piacere in tutte le sue forme.
Effeminato: uomo con caratteristiche, tendenze ed atteggiamenti
femminili.
Eiaculatio ante portam: termine non più in uso che indica tuttavia
una eiaculazione che avviene prima dell’introduzione del pene in
vagina.
Eiaculazione: è il riflesso associato di solito all’orgasmo maschile
con la fuoriuscita dello sperma attraverso l’uretra. Oltre che nel rapporto sessuale completo, l’eiaculazione può avvenire per polluzione,
per masturbazione, per giochi sessuali o per stimoli vari.
Eiaculazione precoce: definita più modernamente eiaculazione
rapida (rapid ejaculation) Emissione di sperma prima o immediatamente dopo la penetrazione. Disfunzione sessuale molto comune.
Eiaculazione retrograda: disturbo dell’eiaculazione di origine
organica o iatrogena (diabete, malattie neurologiche, alcuni farmaci),
per cui il liquido seminale non viene espulso all’esterno, ma si riversa nella vescica invece che nell’uretra.
Eiaculazione ritardata: persistente o ricorrente ritardo, o assenza
dell’orgasmo, dopo una normale fase di eccitazione sessuale nell’ambito di attività sessuale che il clinico, tenendo conto dell’età del soggetto, giudica adeguata per localizzazione, intensità e durata.
Epididimo: formazione anatomica a forma di cappuccio allungato
sul margine posteriore e superiore del testicolo (didimo).
Erezione: processo fisiologico che, a seguito di aumento dell’afflusso sanguigno al pene, ne provoca un consistente aumento di dimensioni accompagnato da inturgidimento allo scopo di consentire l’atto
sessuale.
Ermafroditismo: presenza in uno stesso individuo di entrambi i
caratteri sessuali maschili e femminili.
Eros: termine greco che indica l’amore e il Dio Amore.
Erotismo: atteggiamento dell’individuo nei confronti della sessualità caratterizzato dall’insieme di istinti, passioni, desideri e ricerca del
piacere.
Erotomania: esasperato desiderio sessuale caratterizzato da un erotismo patologico.
Eteroerotismo: tendenza erotica verso il sesso opposto.
Fallo: indica il pene nella sua posizione eretta.
Fecondazione: unione dello spermatozoo con l’ovulo femminile da
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cui ha origine un nuovo essere vivente.
Fellatio: stimolazione orale dei genitali maschili.
Feromoni o ferormoni: sostanze chimiche che esercitano un forte
richiamo sessuale per il loro odore caratteristico, secrete da ghiandole situate nei genitali o nella pelle, sia del maschio che della femmina.
Feticismo: deviazione sessuale per la quale l’eccitamento sessuale è
determinato da un oggetto inanimato (feticcio), per lo più parti del
corpo o un capo d’abbigliamento qualsiasi.
Fimosi: restringimento della pelle del prepuzio, tale da rendere
dolorosa o impossibile la scopertura del glande e quindi il rapporto
sessuale.
Fornicazione: termine desueto ad indicare un rapporto sessuale
illecito riferito per lo più all’adulterio e all’incesto.
Frigidità: termine desueto, usato spesso in maniera dispregiativa,
per indicare una mancanza di desiderio e piacere sessuale nella
donna per lo più di origine psichica.
Frenulo: lembo cutaneo che salda il glande al prepuzio del pene.
Frotteurismo: parafilia atipica caratterizzata da impulso a toccare e
a strofinarsi contro una persona non consenziente e totalmente vestita e da palpeggiamento di parti del corpo in luoghi affollati.
FSH (ormone follicolo-stimolante): ormone prodotto dall’ipofisi,
in grado di promuovere la spermatogenesi nell’uomo e la maturazione del follicolo ovarico nella donna.
Gamete: cellula matura che partecipa alla riproduzione sessuale
(spermatozoo = gamete maschile), (ovulo = gamete femminile).
Gay: sinonimo inglese di omosessuale.
Gene: unità fondamentale del sistema genetico d'ogni individuo con
possibilità di indurre e dirigere sia caratteri somatici sia reazioni biochimiche sia psichiche.
Genitali: organi sessuali e riproduttivi.
Gerontofilia: attrazione sessuale morbosa per le persone anziane.
Ginecomania: amore esasperato per le donne.
Glande: parte terminale del pene, collegata al prepuzio per il tramite di un lembo di tessuto elastico detto frenulo. Sul glande si apre un
orifizio che permette la fuoriuscita di urina e sperma.
Grandi labbra: pliche cutanee prominenti, allungate e arrotondate
presenti su entrambi i lati della rima vulvare.
Herpes genitale: malattia a trasmissione sessuale provocata dal
virus Herpes simplex caratterizzata da vescichette sulle mucose genitali che danno origine a piccole piaghe dolorose.
Imene: membrana mucosa che limita l’accesso all’ostio vaginale.
Impotenza: termine desueto, usato spesso in maniera dispregiativa,
per indicare un disturbo dell’erezione. Meglio usare il termine
Disfunzione Erettile.
Incesto: rapporto sessuale tra un individuo e un parente stretto,
proibito e condannato in quasi tutte le società.
Infertilità: incapacità maschile e femminile di procreare.
Infibulazione: pratica primitiva, tuttora praticata a scopo rituale in
varie parti del mondo, che consiste nella sutura delle piccole e grandi labbra della vulva con gravi conseguenze sul piano psichico, fisico
e sessuale della donna.
Inseminazione artificiale: meglio definita come PMA, ovvero
Procreazione Medicalmente Assistita, si riferisce a una serie di metodiche volte a ottenere una fecondazione non attraverso vie non naturali.
Ipofisi: ghiandola endocrina posta sotto la base dell'encefalo.
Ipotalamo: parte dell'encefalo in cui ha sede importanti funzioni
vegetative. È situato sulla base cranica in corrispondenza dell’ipofisi.
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Kamasutra: dottrina (sutra) dell’amore (kama). Antico testo sanscrito dedicato a regole di condotta matrimoniale, divenuto famoso
per la parte dedicata alle posizioni dell’amplesso e per i consigli sulle
pratiche sessuali.
Lesbismo: omosessualità femminile.
Lesbica: donna omosessuale.
Leucorrea: secrezione biancastra degli organi sessuali femminili
comunemente indice di infezione.
LH (ormone luteinizzante): ormone ipofisario che stimola l'ovulazione, mantiene la secrezione di progesterone da parte del corpo
luteo e regola la secrezione di testosterone da parte delle cellule testicolari di Leydig.
Libido: termine latino che indica voglia e desiderio, si riferisce al
desiderio sessuale. Definita anche da autori americani come sexual
drive.
Lubrificazione: processo di secrezione dal pene e dalla vagina di
liquido organico che agisce come lubrificante naturale per facilitare il
rapporto sessuale. In generale di usa il termine Lubrificazione ad
indicare anche la fase di eccitazione femminile.
Masochismo: parafilia o deviazione sessuale che comporta pratiche
sessuali consistenti nel trarre piacere dal ricevere sofferenza (fisica e
non solo psichica) e umiliazione dal partner
Masturbazione: pratica sia maschile, sia femminile consistente nella
sollecitazione manuale dell’organo sessuale al fine di ottenere piacere.
Menarca: indica la prima mestruazione.
Menopausa: cessazione dell’ovulazione e delle mestruazioni, secondaria a modificazioni dell’assetto ormonale dell’organismo femminile, che si manifesta nelle donne in età tra i 45 e i 55 anni.
Mestruazione: perdita ematica fisiologica periodica della donna in
età feconda, non in gravidanza, causata dallo sfaldamento dell’endometrio e dalla sua espulsione.
Necrofilia: perversione sessuale caratterizzata dal piacere prodotto
dalla vista o dal contatto sessuale con un cadavere.
Ninfomania: deviazione sessuale femminile caratterizzata da una
ricerca compulsiva di partner con cui avere rapporti sessuali.
Oligozoospermia: riduzione del numero degli spermatozoi nell’eiaculato
Omofobia: paura e avversione per l’omosessualità.
Omosessualità: tendenza a rivolgere attenzioni erotiche e sessuali
verso persone del proprio sesso.
Orgasmo: sensazione fisico-emotiva che accompagna il culmine di
un atto sessuale.
Parafilia: indica la presenza di fantasie ricorrenti o atti comportanti
attività sessuale con uso di oggetti inusuali, persone non consenzienti, minori o animali.
Pedofilia: attrazione sessuale morbosa che ha per oggetto i bambini.
Pene: organo esterno dell'apparato genito-urinario maschile.
Petting: indica pratiche erotiche masturbatorie reciproche che possono culminare nell’orgasmo ma in assenza di penetrazione.
Piccole labbra: sottili pliche cutanee situate internamente alle grandi labbra. Anteriormente formano, unendosi il cappuccio del clitoride e il frenulo.
Pornografia: trattazione e/o la raffigurazione di soggetti erotico-sessuali in maniera esplicita.
Prepuzio: lembo di pelle scorrevole che ricopre il glande nell’uomo.
Nella donna, è il lembo cutaneo formato dalle piccola labbra che rico-
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pre il clitoride.
Preservativo o profilattico: vedi condom.
Priapismo: erezione protratta e dolorosa. Può esitare in disfunzione
erettile, motivo per cui bisogna ricorre rapidamente alle cure specialistiche.
Prolattina: ormone prodotto dall’ipofisi che alla fine della gravidanza determina la secrezione di latte da parte della ghiandola mammaria.
Prostata: ghiandola dell'apparato genitale maschile, situata nella
cavità pelvica, subito al di sotto della vescica. La sua funzione principale è quella di produrre ed emettere il liquido seminale, uno dei
costituenti dello sperma, che contiene gli elementi necessari a nutrire e veicolare gli spermatozoi.
Rete testis: insieme di strutture presenti a livello del testicolo, che si
canalizzano per dare origine ai tubuli seminiferi e che convogliano gli
spermatozoi nei dotti deferenti.
Sadismo: parafilia o deviazione sessuale che comporta pratiche sessuali consistenti nel trarre piacere dal provocare sofferenza (fisica e
non solo psichica) e umiliazione nel partner.
Scroto: sacco cutaneo che contiene i testicoli, diviso da un setto
mediano in due parti, ciascuna delle quali contiene, oltre alla ghiandola genitale, le varie formazioni anatomiche annesse, col rivestimento della tunica vaginale.
Sepsi o setticemia: invasione nel sangue di microbi e delle loro tossine.
Sessuofobia: paura eccessiva nei confronti delle pratiche sessuali.
Sieropositivo: soggetto che ha sviluppato gli anticorpi HIV ma che
non ha ancora manifestato l’AIDS.
Sodomia: pratica sessuale caratterizzata da penetrazione anale.
Sperma: sostanza organica liquida che costituisce veicolo degli elementi fecondanti maschili, emessa attraverso l’eiaculazione.
Spermicidi: sostanze lubrificanti in grado di distruggere gli spermatozoi a scopo contraccettivo, che possono essere applicati direttamente in vagina o rivestire i preservativi.
Sterilità: impossibilità maschile o femminile alla procreazione per
cause organiche o iatrogene.
Stupro: rapporto sessuale imposto con violenza a una persona non
consenziente.
Tabù: termine indicante un atto che per convenzione sociale viene
considerato severamente proibito.
Testicolo: ciascuna delle ghiandole sessuali maschili contenute nello
scroto, destinate alla produzione degli spermatozoi e degli ormoni
sessuali maschili.
Testosterone: principale ormone maschile, dotato d’essenziale azione nello sviluppo dei caratteri sessuali e del sistema genitale.
Partecipa al metabolismo ed è usato per la cura delle patologie genitali e ormonali.
Transessuale: individuo che presenta le caratteristiche fisiche di un
sesso ma psicologicamente sente di appartenere all’altro sesso.
Uretra: canale che collega la vescica urinaria con l’esterno permettendo il deflusso dell’urina. Nell’uomo al suo interno si aprono anche
i dotti eiaculatori che riversano in uretra il liquido seminale. Nella
donna il canale è più breve e sbocca nel vestibolo della vagina.
Utero: organo muscolare cavo piriforme situato nella piccola pelvi
tra la vescica ed il retto. L’utero funge da sede d'impianto dell’ovulo
fecondato e rende possibile lo sviluppo dell’embrione e del feto.
Vagina: organo copulatore femminile, costituito da un canale muscolo-membranoso a cavità virtuale allo stato di riposo, esteso dalla vulva
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all’utero.
Vaginismo: spasmo doloroso che durante il rapporto genera dolore
o impedisce la penetrazione del pene in vagina.
Vaginite: infiammazione acuta o cronica della vagina.
Verruca: piccolo rilievo circoscritto e duro della cute o delle mucose a struttura variabile di natura virale.
Vescichetta seminale: piccole cavità contenenti liquido seminale
situate dietro e a ridosso della vescica. Svolgono una funzione secretoria producendo sostanze indispensabili alla maturazione ed alla
sopravvivenza degli spermatozoi.
Voyeurismo: perversione sessuale caratterizzata dalla ricerca di piacere tramite l’atto dello spiare rapporti sessuali altrui.
Vulva: il complesso degli organi femminili esterni, costituito da quattro pliche cutanee (piccole e grandi labbra) combacianti sulla linea
mediana e da alcuni organi erettili (clitoride e bulbi del vestibolo).
Zone erogene: parti del corpo estremamente sensibili all’eccitamento sessuale.
Zoofilia: parafilia o deviazione sessuale che consiste nella ricerca del
piacere attraverso stimolazioni e rapporti sessuali con animali.
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Comuni patologie andrologiche
Testicolo ritenuto o criptorchidismo
Si definisce criptorchidismo la mancata discesa del testicolo nel sacco
scrotale. Il criptorchidismo può associarsi ad altre anomalie del tratto
genito-urinario. Questa patologia rappresenta l’anomalia più frequente dell’apparato urogenitale in età pediatrica e colpisce il 3-5%
dei nati a termine ed il 9-30% dei pre-termine. In Italia, dove ogni
anno vi sono circa 300.000 nati a termine e 200.000 pretermine, si
possono ipotizzare dai 10.000 ai 90.000 casi.
Si definisce, invece, ritenzione testicolare la condizione per cui i testicoli sono localizzati in una delle regioni percorse normalmente nella
loro “discesa” nello scroto ed ectopia testicolare quando invece si
arrestano in un punto al di fuori del tragitto del percorso previsto per
la loro “migrazione” dalla cavità addominale allo scroto.
Il testicolo anomalo si trova in un punto qualsiasi del tragitto che normalmente compie durante la vita fetale dal polo inferiore del rene
allo scroto attraversando il canale inguinale. L'interruzione di questo
cammino fisiologico porta ad avere il testicolo situato in una loggia
diversa da quella normale che è quella costituita dallo scroto: il più
delle volte il testicolo nel sottocutaneo della regione inguinale od in
sede sottofasciale in pieno canale inguinale. In tali casi nello scroto
esiste un solo testicolo (quello disceso normalmente) e quindi l'altro
è “nascosto” ( dal greco cryptos, nascosto).
Questa condizione si associa ad una alterazione del funzionamento
del testicolo con effetti non solo sulla produzione degli spermatozoi,
ma per la maggiore tendenza allo sviluppo di tumori maligni del testicolo.
Il criptorchidismo può essere sostenuto da diverse cause, come quelle anatomiche rappresentate principalmente dalla brevità congenita
dell’arteria spermatica, dall’inserzione anomala del gubernaculum
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testis, dall’agenesia dell’orifizio inguinale e da un’insufficiente pressione intraddominale del feto. Nella maggior parte dei casi peraltro si
ritiene che il criptorchidismo si presenti in soggetti affetti da disgenesia gonadica, cioè un quadro complesso di anomalie dello sviluppo dell’apparato sessuale e urinario nel corso della gravidanza. In
molti testicoli criptorchidi, infatti, si rilevano lesioni istologiche già
alla nascita, suggerendo che l’anomalia è intrinseca al testicolo piuttosto che essere secondaria alla sua localizzazione anomala. La sua
incidenza sembra essere aumentata in questi ultimi 30 anni, verosimilmente a causa di anomale esposizioni ambientali, soprattutto agli
estrogeni, pesticidi, radiazioni etc. Questo aumento, sarebbe anche
correlato anche ad un aumento di incidenza di cancro del testicolo,
ad una riduzione della qualità seminale e ad un incremento dei casi
di ipospadia.
La diagnosi precoce ed una corretta gestione del testicolo non disceso sono necessari per preservare la fertilità e per migliorare le possibilità diagnostiche precoci di malignità testicolari.
Varicocele
Il varicocele è una dilatazione varicosa delle vene nello scroto. I testicoli ricevono il sangue dall'arteria testicolare che è situata all'interno
dell'addome; il sangue viene quindi trasportato via attraverso una
serie di piccole vene localizzate nello scroto (plesso pampiniforme).
Da qui il sangue refluisce nella vena spermatica interna (vena testicolare), che a sua volta trasporta il sangue di ritorno al cuore attraverso la vena cava fino al cuore.
Il varicocele è piuttosto comune. Appare in circa il 15% dei ragazzi tra
i 15 e i 25 anni, e inizia prevalentemente durante la pubertà. Nella
maggior parte dei casi non si hanno sintomi evidenti. Un ragazzo può
non accorgersi affatto di avere un varicocele. Fino a quando la leva
militare è stata obbligatoria molti ragazzi scoprivano la patologia in
sede di visita medica. Tuttavia, ora che questo obbligo è stato eliminato, è opportuno un controllo in età adolescenziale anche in assenza di sintomi. I segni più comuni includono un dolore sordo al testicolo, un senso di pesantezza allo scroto o la percezione di vene dilatate nello scroto e si accentuano con il caldo, dopo l’esercizio fisico o
un rapporto sessuale, a seguito di stazione eretta o seduta troppo
prolungata.
Pertanto, più che per la rilevanza clinica dei sintomi, il varicocele riveste una grandissima importanza per le possibile conseguenze sulla
fertilità. Attualmente il varicocele viene considerato come la prima
causa di infertilità maschile. I soggetti con varicocele, infatti, vanno
incontro, quasi invariabilmente, ad un peggioramento dei parametri
seminali con riduzione del numero e, soprattutto, della motilità degli
spermatozoi. Una pronta correzione chirurgica nella maggior parte
dei casi è in grado di arrestare la progressione del danno, permettendo un recupero della funzione riproduttiva.
Diagnosi
La prima diagnosi dovrebbe essere dal medico di famiglia o dal pediatra che segue il bambino nel corso della sviluppo. Successivamente ,
è opportuno rivolgersi ad uno specialista come l’andrologo per la
successiva gestione , sia in termini di patologia locale sia per la prevenzione della infertilità.
Il sospetto clinico di varicocele viene posto con un’accurata visita e
confermato successivamente con un’EcoColor Doppler scrotale che
evidenzia il reflusso patologico attraverso la vena spermatica. È buona
norma eseguire uno spermiogramma per verificare il danno apportato dal varicocele alla spermatogenesi e per poter valutare i risultati
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ottenuti dopo la correzione chirurgica.
Terapia
Esistono attualmente due opzioni di trattamento per i pazienti
ammalati di varicocele sintomatico. La prima opzione è l'intervento
chirurgico di legatura della vena spermatica, praticato da un Urologo.
La seconda opzione è rappresentata dalla scleroembolizzazione percutanea attraverso catetere che viene eseguita da un radiologo interventista. Attualmente però questa tecnica si è dimostrata meno affidabile della precedente, con elevato rischio di recidive.
Infertilità maschile
Si definisce infertilità di coppia la mancanza di concepimento dopo
12 mesi di rapporti liberi non protetti. Una coppia sana di circa 25
anni con rapporti sessuali regolari ha una possibilità su quattro di
riscontrare una gravidanza in qualsiasi mese dell'anno. E’ fondamentale che la frequenza dei rapporti sia adeguata, e cioè di almeno due
volte a settimana. In passato si riteneva che la mancanza di concepimento dipendesse soprattutto dalla donna. Gli studi condotti negli
ultimi anni hanno invece dimostrato che almeno nel 50% dei casi è
l’uomo ad avere una ridotta capacità riproduttiva. Si può distinguere
tra infertilità maschile primaria, quando l’uomo non ha mai fecondato alcuna donna, e infertilità maschile secondaria, quando l’uomo ha
già fecondato una donna (partner attuale o precedente). In questo
secondo caso, normalmente le chance di recuperare la fertilità sono
maggiori rispetto all’infertilità primaria. Secondo una stima
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 10-20% delle coppie nei paesi industrializzati soffre di problemi di fertilità. Per quanto
riguarda in particolare l’infertilità maschile in Italia, un dato certo è
che, nonostante negli ultimi anni gli uomini abbiano preso maggior
coscienza del loro ruolo primario nelle difficoltà legate al concepimento, nella gran maggioranza dei casi non fa prevenzione e non
consulta l’andrologo preventivamente, per cui la maggior parte dei
casi di infertilità maschile hanno origine da patologie uro-genitali, che
in diversi casi si possono prevenire o curare. Sebbene l’infertilità
maschile diventi oggetto di attenzione da parte degli uomini solo nel
momento in cui cercano un figlio, i problemi che potranno portare
ad alterazioni riproduttive possono sorgere fin da bambini. Si stima
infatti che il 50% dei giovanissimi soffra di affezioni genitali. Durante
la visita di leva, si scopre che il 10-20% dei ragazzi soffre di varicocele. Intorno ai 18 anni, 1 ragazzo su 2 è a rischio infertilità.
Sono numerosi i fattori di rischio che possono influenzare negativamente, per tutto l’arco della vita di un uomo, la sua capacità riproduttiva, determinando situazioni di infertilità transitorie o definitive.
Alcuni di questi fattori possono essere transitori e pertanto non incidere in maniera definitiva sulla capacità riproduttiva dell’uomo:
∑ Febbre: quando la febbre supera i 38,5 °C può alterare la spermatogenesi per un periodo fra i 2 e 6 mesi.
∑ Terapie: farmacologiche, chirurgiche, radianti. Alcuni tumori e il
loro trattamento possono avere un effetto soppressivo sulla fertilità.
L’arresto definitivo della spermatogenesi può essere causato dall’irradiazione in zona genitale o da farmaci antitumorali.
∑ Trattamenti chirurgici. Una depressione temporanea della spermatogenesi può verificarsi a seguito di un intervento chirurgico (sopratutto se effettuato in anestesia generale) e durare 3-6 mesi. Alcuni
interventi sull’apparato genito-urinario possono determinare in alcuni casi una riduzione definitiva della fertilità.
∑ Varicocele. La dilatazione venosa associata al varicocele si associa
frequentemente ad infertilità e rappresenta attualmente la causa più
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frequente di infertilità maschile
∑ Infezioni urinarie. Episodi ricorrenti e trattamenti inadeguati possono essere associati a danni testicolari e epididimari per reflusso
ascendente con conseguente scarsa qualità del liquido seminale.
∑ Malattie trasmesse sessualmente. Alcune malattie a trasmissione
sessuale, quali la sifilide, la gonorrea, le infezioni da Chlamydia trachomatis, Lymphogranuloma venereum e il virus HPV, possono rappresentare fattori di rischio per la fertilità. Occorre indagare durante
l’anamnesi del paziente il numero di episodi, il trattamento e i mesi
trascorsi dall’ultimo episodio.
∑ Infiammazioni Genitali. Un esempio è dato dalla epididimite.
L’epididimo è una formazione allungata posta lungo il margine posteriore del testicolo, i cui dotti allungati servono per il deposito, il transito e la maturazione degli spermatozoi. Si deve distinguere tra epididimo-orchite (dolore acuto, grave e generalizzato) e epididimite cronica (dolore subdolo, episodico, solo talora ben localizzato e ricorrente).
∑ Infezioni virali. Classica l’orchite postparotitica, solitamente associata alla parotite (orecchioni), ma può comparire anche in caso di
infezioni virali da coxsackie o herpes e più raramente forme batteriche. La parotite prima della pubertà, così come la parotite che non
determina orchite, non interferiscono con la fertilità e non sono quindi considerati veri fattori di rischio.
∑ Criptorchidismo
∑ Traumi e torsioni testicolari: sono fattori di rischio in particolare i
casi accompagnati da danno tissutale, come l’ematoma scrotale, emospermia, ematuria, atrofia testicolare conseguente al trauma. Per
quanto riguarda i microtraumi, solitamente più comuni, non è nota
la loro azione.
∑ Disturbi dell’erezione e dell’eiaculazione: quando particolarmente
gravi, possono rendere impossibili i rapporti sessuali.
∑ Psiche e Ambiente: lo stress, i fattori ambientali (inquinamento) e
gli stili di vita scorretti (abuso di alcool, fumo, uso di droghe, eccesso
di caffè) rappresentano importanti fattori di rischio per l’infertilità
maschile.
∑ Idiopatica: nella maggior parte dei casi risulta impossibile riconoscere una precisa causa per l’infertilità. Le forme idiopatiche sono più
difficilmente trattabili rispetto a quelle che riconoscono una causa
nota.
La torsione testicolare
La torsione del testicolo, meglio definita torsione del funicolo spermatico, rappresenta una vera e propria emergenza urologica, un
cosiddetto quadro di scroto acuto in quanto se la diagnosi e la terapia non vengono fatte rapidamente si può arrivare alla atrofia testicolare.
Quando il cordone spermatico si torce lungo il proprio asse, si verifica in un primo tempo il blocco venoso, seguito dall’edema e, successivamente, la perdita del flusso arterioso. La torsione del testicolo si
verifica sia nell'infanzia che nell'età adulta con un picco di frequenza
di 1 caso ogni 160, in un range di età compreso tra i 15 e 25 anni.
Con la torsione completa i tubuli seminiferi possono subire un danno
già entro 1 o 2 ore; questo peggiora dopo 4 ore, mentre già dopo 6
ore nella maggior parte dei casi il testicolo non è più vitale. Il testicolo può torcersi e detorcersi, in base a quanto lasso è il legamento che
lo ancora allo scroto, impedendogli normalmente movimenti anomali. Quando la condizione di torsione perdura da meno di 24 ore vi
sono maggiori probabilità di salvare il testicolo rispetto a pazienti che
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hanno i sintomi da più di 24 ore.
Le cause non sono sempre chiare: ad esempio nel periodo prima e
subito dopo la nascita la torsione ha è legata al fatto che il testicolo è
abnormemente mobile all’interno dello scroto, a causa della lassità o
della totale mancanza di supporti anatomici di fissazione allo scroto
(torsione extravaginale). Nelle successive età della vita, in alcuni casi
vi è una predisposizione alla torsione a causa di una anormalità dell’innesto della tunica vaginale sul funicolo (torsione intravaginale),
mentre fattori scatenanti possono risultare una attività, come uno
sforzo, i traumatismi, l’attività sessuale.
Il paziente affetto da torsione del funicolo avverte solitamente un
improvviso dolore in sede testicolare, seguito da tumefazione scrotale e da rossore. Il dolore si può propagare lungo il canale inguinale e
nel basso addome. Spesso sono presenti altri segni comuni a patologie acute come una appendicite o una colica renale, cioè la nausea e
il vomito. Il testicolo appare gonfio e molle e di solito è retratto in alto
ed inoltre difficilmente mobilizzabile lungo il proprio asse per l’eccessivo dolore. E’ di vitale importanza per la salvaguardia della integrità anatomica e funzionale del testicolo che la condizione di torsione testicolare sia trattata al più presto ovvero non appena di manifestano i sintomi , perché fatta la diagnosi è necessario eseguire la
detorsione e l’orchidopessi (posizionamento ed ancoraggio del testicolo in sede scrotale). La storia clinica di un dolore improvviso unilaterale ed ingravescente accompagnato o no da dolore addominale
nausea e vomito, con risalita evidente ed obiettivabile del testicolo
interessato spesso anche ingrossato, devono sempre far sospettare
tale evenienza. Anche nei casi dubbi, in cui la diagnosi di torsione non
viene posta in maniera certa, il paziente che presenta una sintomatologia acuta scrotale , deve essere sottoposto alle varie indagini del
caso (eco-color Doppler scrotale, ecografia scintigrafia scrotale con
radioisotopi etc).
Prostatite, prostatovescicolite, prostatodinia
Per prostatite si intende l'infiammazione della prostata, una ghiandola situata nel perineo maschile , che partecipa alla formazione del
liquido seminale, dalla cui possono derivare problemi di fertilità e di
minzione, per via della sua posizione sottostante la vescica urinaria.
La reale incidenza della prostatite è difficilmente stimabile, si ritiene
che almeno un terzo della popolazione maschile ne soffra ogni anno,
ma probabilmente si tratta di percentuali sottostimate.
I sintomi della prostatite sono abbastanza chiari solo in caso di condizioni infiammatorie acute, mentre nelle forme croniche sono spesso sfumati e confusi con altre patologie. Di conseguenza la valutazione e la terapia avvengono con molto ritardo, talora in corso di valutazioni periodiche o per generici fastidi in sede genitale o per eiaculazione precoce o deficit erettivo o in caso di controlli per infertilità..
Prostatite acuta
Si tratta di una condizione acuta secondaria a infezioni del sangue per
altre patologie o ad infezioni acute per via ascendente come le uretriti e le cistiti o a manovre chirurgiche. Si manifesta con febbre alta,
brividi, dolore perineale, disturbi della minzione. L'individuazione dei
germi responsabili si può ottenere attraverso l’esecuzione di una urinocoltura o una spermiocoltura. All'esplorazione rettale la prostata
appare molto dolente, calda e congesta. Una prostatite batterica è
sostenuta per lo più da organismi Gram-negativi, in particolare
Escherichia coli (80% dei casi), Klebsiella, Enterobacter, o, meno frequentemente da Gram-positivi, in special modo lo Streptococcus faecalis. In genere i microrganismi raggiungono la prostata a partire dal-
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l’uretra o dal retto. In alcuni casi, l’infezione è sostenuta da patogeni
atipici intracellulari come la Chlamydia trachomatis e l’Ureaplasma
urealyticum, la cui ricerca è sempre essenziale per una corretta diagnosi di prostatite.
Prostatite cronica
I sintomi della prostatite cronica decorrono in maniera più subdola
della forma acuta, non si accompagnano a febbre ed hanno la tendenza ad aggravarsi o a ricomparire ai cambi stagionali, soprattutto al
passaggio dall’autunno all’inverno e dall’inverno alla primavera. I disturbi principali sono rappresentati da sintomi dolorosi, sintomi urinari, sintomi che interessano la sfera sessuale e quella riproduttiva. I
più caratteristici sintomi dolorosi sono rappresentati dalla dolenza
testicolare mono o bilaterale, dal senso di pesantezza dolorosa al
perineo con occasionali trafitture brucianti e da senso di corpo estraneo nel retto. Talvolta il dolore è riferito al gluteo o alla parte bassa
della colonna vertebrale, localizzazione che può portare all’errata diagnosi di lombosciatalgia. I sintomi urinari possono far pensare ad una
ipertrofia prostatica benigna, da cui si differenziano solo perchè quest’ultima si presenta più frequentemente in soggetti di età più avanzata. Sono rappresentati, infatti, dal bisogno di urinare frequentemente e in scarsa quantità (pollachiuria) e dalla frequente minzione
notturna (nicturia). I sintomi della sfera sessuale sono rappresentati
da eiaculazione precoce, disturbi dell’erezione, presenza di sangue
nello sperma. La modificazione dovuta all’infiammazione cronica del
liquido prodotto dalla prostata che, miscelandosi allo sperma nell’ultima parte dell’eiaculazione, contribuisce alla mobilità e alla nutrizione degli spermatozoi, può provocare, infine, infertilità.
Prostatite abatterica/sindrome da dolore pelvico (prostatodinia)
I sintomi sono sovrapponibili a quelli della prostatite batterica croni-
ca, ma l'esame colturale risulta negativo. Si discute sul ruolo di
Chlamydia trachomatis e Ureaplasma urealyticum.
I diversi sottotipi citati hanno cause comuni in cui solo la sovrapposizione, le diverse intensità ed i tempi di persistenza danno luogo alle
tre diverse forme, le quali pertanto possono passare una all’altra in
continuo, soprattutto quando trascurate o non valutate o non trattate adeguatamente e risolte.Le cause principali sono: microrganismi
con un ruolo che sembra sempre meno essere il protagonista dello
stato infiammatorio, rivelandosi essi dei colonizzatori opportunisti
che crescono qualora ci siano le condizioni adeguate per il loro sviluppo; le disfunzioni intestinali, soprattutto quelle del sigma-retto
con evacuazione irregolare possono essere elemento favorente lo sviluppo di batteri e di congestione pelvica che poi inducono prostatite
o essere alla base del trasferimento interno per via linfatica dei
microrganismi; l'alimentazione irregolare e non equilibrata nei suoi
componenti; l'assunzione eccessiva e continua di alcoolici a dosi consistenti rappresenta un elemento importante di intossicazione che
favorisce la risposta infiammatoria prostatica o che ne riduce le capacità reattive e riparative per carenza di alcuni nutrienti;
il fumo che agisce sia a livello tossico diretto ( basti pensare all’azione di sostanze con la diossina a livello della parete vescicale), sia per
alterazione dei flussi vascolari che per inibizione delle capacità di riparazione e di difesa; uno stile di vita sedentario, particolarmente lo
stare seduti per molte ore, magari combinato al microtraumatismo da
scosse, tipico di chi sta alla guida per molte ore; il tipo di attività sessuale, una attività sessuale episodica o una astinenza eiaculatoria per
periodi medio-lunghi riduce tutta l’attività secretoria prostatica e l'eliminazione per espulsione degli spermatozoi invecchiati o degenerati, aumentando il rischio di produzione di residui tossici e iperossi-
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danti ad attività infiammatoria; diversi studi hanno dimostrato che
tale causa agisce con frequenza tanto maggiore quanto maggiore è
l'intervallo eiaculatorio, definendo l'intervallo massimo concorrente
alla prevenzione in 4-5 giorni . In altri casi possono alla lunga causare
uno stato di sofferenza prostatica la tecnica detta dello squeeze (lo
stop all'eiaculazione , effettuato con compressione manuale alla base
del glande, come metodo anticoncezionale o come metodo di blocco per il controllo dell'eiaculazione precoce; patologie uretrali e prepuziali tipo le stenosi dell'uretra e/o del meato uretrale esterno postinfiammatori, le disfunzioni dell'uretra prostatica con retrodiffusione
intraprostatica dell'urina, la fimosi e la parafimosi con le patologie
infettivo-infiammatorie connesse; lo stress, che si associa ad alterazione o produzione di varie sostanze, come le citochine in grado di
accentuare fenomeni infiammatori in vari organi;
manovre invasive come il cateterismo uretrale e possono avere un
effetto psicologico profondo.
Pene curvo congenito, Pene curvo acquisito, Malattia di La Peyronie,
Induratio penis plastica
Pene curvo congenito
Durante lo sviluppo del pene si possono creare dei difetti di spessore e di elasticità delle fasce di rivestimento del pene. Il pene curvo
congenito può essere associato o meno ad ipospadia (malformazione caratterizzata da uno sbocco urinario anomalo posto sulla parte
inferiore del pene).
L’incidenza del pene curvo congenito, secondo alcuni autori, è dello
0,037%. Il pene ha una curvatura ventrale nel 50% dei casi, laterale nel
25% (20% a sinistra e 5% a destra), una combinazione fra ventrale e
laterale nel 20% e dorsale nel 5% dei casi. Il grado di deviazione è
variabile: maggiore di 60° nel 16% dei casi; fra 30 e 60° nel 44%; meno
di 30° nel 40% dei casi. Nel recurvatum congenito il pene ha di solito
una lunghezza maggiore rispetto alla media.
Pene curvo acquisito o Malattia di La Peyronie o Induratio
Penis Plastica
La malattia prende il nome dal chirurgo di Luigi XV di Francia,
Francois de La Peyronie (1743), ed è caratterizzata da una fibrosi circoscritta della tunica albuginea, la guaina scarsamente vascolarizzata
che riveste i corpi cavernosi del pene. L’area di fibrosi, definita genericamente "placca", costituisce una limitazione alla elasticità del pene
durante l'erezione determinando una curvatura verso il versante
malato. Le cause non sono note. Il riscontro frequentissimo delle
placche sulla linea mediana del pene nella regione ventrale o dorsale
di esso ha fatto ipotizzare che alla base della malattia vi siano traumi
o microtraumi ripetuti nel tempo a carico del pene eretto che determinano lesioni, anche minime, di quell’area della tunica albuginea
che si trova a livello del setto di separazione tra i due corpi cavernosi. Infatti, il rivestimento dei corpi cavernosi presenta fibre circolari
intorno a ciascuno di essi e fibre a decorso longitudinale che li rivestono consensual-mente. Sulla linea mediana queste fibre ad andamento ortogonale tra loro si incontrano nel setto intercavernoso. Un
trauma a pene eretto può scollare questi due strati di fibre lacerandoli. A queste lacerazioni, uniche o ripetute, conseguono i normali
processi riparativi dell’organismo che all’inizio producono fenomeni
di infiammazione locale e, nel tempo, probabilmente in individui predisposti, la formazione di una cicatrice. Questa costituisce la tipica
"placca" della IPP. Col passare del tempo questi processi cicatriziali si
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stabilizzano, vi si depositano sali di calcio col risultato finale di placche calcifiche immodificabili, tipiche delle IPP stabilizzate. La IPP colpisce prevalentemente uomini di mezza età, molto più raramente
soggetti giovani o anziani. Comunque insorga, la malattia conclamata
si manifesta con una fase acuta e una fase di stabilizzazione. Nella fase
di acuzie il paziente lamenta dolore spontaneo o all’erezione e curvatura del pene in erezione e, meno frequentemente, anche in stato
di flaccidità. A questa segue la fase di stabilizzazione in cui i processi
infiammatori sono risolti e residua una placca calcifica inattacabile
dalla terapia medica. E' dunque fondamentale aggredire la malattia
con la terapia idonea nella fase acuta, quella in cui l’infiammazione e
i processi cicatriziali sono ancora in atto, per ridurre la formazione
della cicatrice e il deposito dei sali di calcio. Alla malattia di La
Peyronie può associarsi un deficit erettile sia perché il dolore e la curvatura, con il conseguente dolore alla penetrazione per entrambi i
partner, hanno sull'attività sessuale un importante effetto psicologico
negativo, sia perché le modificazioni dei tessuti penieni che sono alla
base della possibile causa dell'IPP coincidono con quelle che concorrono al determinismo delle disfunzioni erettili organiche.
Diagnosi
La diagnosi va posta il più precocemente possibile. La diagnosi di IPP
si fa con 4 semplici modalità: 1) accurata raccolta della storia clinica
del paziente (modalità e tempi di insorgenza, sintomi, manifestazioni
associate, vita sessuale) 2) fotografie, in almeno due proiezioni, che il
paziente deve eseguire a pene eretto che permettono di calcolare l'esatto angolo di curvatura del pene 3) esame obiettivo che eseguito da
mani esperte permette valutazioni estremamente precise dello stato
di malattia; 4) ecografia peniena a pene flaccido e in erezione farmacoindotta.
Terapia
Attualmente la terapia dell'IPP comprende trattamenti suddivisibili in
4 categorie:
1) terapia farmacologica generale (es. vitamina E ed altri agenti
antiossidanti)
2) terapia farmacologica locale (es. terapia iniettiva con calcio antagonisti, ionoforesi)
3) terapia con mezzi fisici (es. terapia con onde d’urto – ESWT)
4) terapia chirurgica riservata ai casi più avanzati
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Malattie
sessualmente
trasmissibili
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La progressiva diffusione mondiale del virus dell’immunodeficienza
acquisita (HIV ) ha indotto gli Organismi Sanitari come
l’Organizzazione Mondiale di Sanità (WHO-OMS) o i Centri per il
controllo delle malattie (Centers for Deseases Control and
Prevention) preposti al controllo delle malattie sessualmente trasmissibili (MST) ad alzare di nuovo la guardia nei confronti di affezioni che troppo incautamente erano state considerate non epidemiche dopo la scoperta degli antibiotici. Recentemente , il WHO ha
emesso un report in cui si evidenzia che l’epidemia di infezioni da
HIV in Europa dell’Est e Asia continua ad espandersi con circa 1,5
milioni di persone affette alla fine del 2005, un numero di nuove infezioni in costante aumento, circa 20 volte di più rispetto alla decade
precedente e solo nel 2005 22000 nuovi casi.
Le MST- IST (Malattie sessualmente trasmesse o Infezioni
Sessualmente Trasmesse) comprendono infezioni e infestazioni che
hanno accompagnato l’umanità sin dai tempi più remoti, con vari e
profondi cambiamenti, non solo epidemiologici ma anche clinici a
seconda delle età della storia, delle condizioni socio-economiche
delle popolazioni, delle guerre di conquista e così via. L’attuale diffusione delle MST, per esempio, è sicuramente condizionata dall’emergenza di agenti patogeni nuovi e/o antibiotico-resistenti, dall’interessamento di distretti cutaneo-mucosi e non (orofaringe, retto, ano,
fegato) diversi da quelli abituali, dall’avvento di nuovi valori socio-culturali e demografico-economici che hanno sicuramente modificato le
abitudini sessuali , come cambi più frequenti del partner, rapporti tra
etnie diverse, abbassamento dell’età media del primo rapporto, allungamento della durata media della vita, adozione di altre pratiche sessuali, l’aumento della prostituzione legata al reperimento della droga
e la non adeguata informazione sanitaria di molti educatori e giovani.
Malattie sessualmente trasmissibili
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Malattie sessualmente trasmissibili
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Per definizione le MST-IST costituiscono un vasto gruppo di malattie
contagiose che hanno in comune la prevalente trasmissione per via
sessuale e la preminente localizzazione ai genitali esterni. Altre modalità di trasmissione da sottovalutare sono quella transplacentare,
durante la gestazione e transvaginale, quando avviene il passaggio del
neonato lungo il canale del parto e le trasfusioni di sangue. Oggi si
preferisce usare il termine di "malattie sessualmente trasmissibili",
piuttosto che "malattie a trasmissione sessuale"; in alcuni casi la
potenziale infettività viene sottolineata dal termine SIT, Sexually
Trasmitted Infections. Nel 1990 la World Health Organization (WHO)
ha stimato che ogni anno nel mondo si verificano più di 250 milioni
di nuovi casi di MST. Queste, ovviamente, sono più comuni nella
popolazione sessualmente attiva e in particolare nella fascia di età
compresa tra i 15 e i 29 anni. Gli uomini sono coinvolti più delle
donne, ma non durante l’adolescenza. La morbilità, comunque, è
maggiore per le donne e per gli omosessuali: il rischio di infezione,
pertanto, è fortemente influenzato dal comportamento sessuale. Le
MST sono presenti con maggiore frequenza nei Paesi in via di sviluppo, nelle popolazioni urbane, tra i soggetti a più basso livello socioeconomico, tra le prostitute e i poligami. Un recente report del 2006
riporta i rilievi di STD, soprattutto Chlamydia, Gonorrea e Sifilide, del
2004 negli USA, con una incidenza stimata di 19 milioni di nuovi casi
all’anno di STD, di cui circa la metà dei casi nei giovani tra 15 e 24
anni. La tricomoniasi, con oltre 100 milioni di nuovi casi all’anno, continua a essere la MST più frequente. La diagnosi e la terapia di una
MST-IST va effettuata il più precocemente possibile, sia per evitare al
soggetto interessato l’instaurarsi del quadro conclamato di recidive o
di conseguenze generalizzate, sia per prevenire il contagio di nuovi
individui;una regola imperativa è di curare sempre il partner, anche
se asintomatico, per evitare reinfezioni a "ping-pong".
HIV e AIDS
L’AIDS, abbreviazione di Acquirered Immuno-Deficiency Sindrome,
ovvero Sindrome da immunodeficienza acquisita, è una malattia complessa, caratterizzata dalla perdita delle difese dell’organismo umano
in conseguenza all’azione di un virus specifico: l’HIV (Human
Immudeficiency Virus). Le persone affette sono così molto più facilmente esposte a malattie che l’organismo sarebbe normalmente in
grado di combattere. Queste malattie possono diventare gravi e mortali. L’HIV è un virus che non resiste a lungo nell’ambiente esterno,
muore con l’essiccamento, a contatto con l’alcool o la candeggina per
almeno 10 minuti e anche alle temperature raggiungibili con i lavaggi in lavatrice. L’HIV si trasmette da una persona infetta ad una sana
attraverso lo scambio di sangue, sperma e secrezioni vaginali. L’HIV
può essere trasmesso anche dalla donna sieropositiva al feto
L’infezione si propaga in caso di contatto con il sangue del soggetto
esposto o uso di aghi, siringhe o accessori contaminati con sangue
infetto, oppure in caso di rapporti sessuali penetrativi senza profilattico con una persona infetta, o ancora con trasfusioni di sangue infetto.
Chlamydia
La Chlamydia è il microbo responsabile del tracoma e agente causale
di uretriti a trasmissione sessuale. Il periodo di incubazione varia da
una a tre settimane. Nella donna spesso l’infezione è priva di sintomi
o, se questi sono presenti, sono assai variabili (cistiti ricorrenti, disturbi uretrali, perdite vaginali, cerviciti, annessiti). Nell’uomo può
verificarsi un’uretrite di lieve entità, con disturbi urinari e modesta
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secrezione mucoide. I linfonodi vicini alle zone colpite si gonfiano e
sono dolenti. L’infezione da Chlamydia può colpire altri organi: occhi,
bocca, polmoni, cuore e articolazioni.
Condilomi acuminati
I condilomi acuminati, comunemente chiamati "creste di gallo", sono
causati dal virus HPV (Human Papilloma Virus) e sono trasmessi per
via sessuale e, raramente, anche al di fuori dei rapporti sessuali, tramite materiale infetto oppure al momento del parto. Il periodo di
incubazione varia da qualche settimana fino a mesi dopo il contagio.
Si presentano come piccole escrescenze di colore roseo, rotondeggianti, a superficie rugosa (da qui il nome cresta di gallo). Se non trattati tendono a crescere fino a dare masse a cavolfiore. Non danno sintomi eclatanti se non sensazione di fastidio o di bruciore. Si localizzano in qualsiasi zona dei genitali maschili , preferibilmente al glande
o femminili preferendo le zone più riparate ed umide. Nella donna
possono svilupparsi all’interno della vagina, e nell’uomo anche all’interno dell’uretra. In caso di rapporti oro-genitali possono localizzarsi
all’interno della bocca.
Epatite virale
L’epatite virale è un’infezione causata da più tipi di virus. L’epatite A
(HVA, Hepatitis Virus A), che si trasmette per via oro-fecale, è favorita dalla vita di comunità ed è influenzata dall’igiene personale, l’epatite B (HVB, Hepatitis Virus B) è quella che più frequentemente viene
trasmessa con i rapporti sessuali. Il virus è presente nel sangue, nello
sperma, nelle secrezioni vaginali, nell’urina, nelle lacrime e nella saliva. Ha un’incubazione variabile tra i 40 e i 180 giorni. I sintomi sono
caratterizzati da malessere generale, stanchezza, inappetenza, repul-
sione per i grassi, nausea e vomito, intolleranza al fumo di sigaretta.
La febbre generalmente non supera i 38.5° e scompare da 1 a 4 giorni prima della comparsa dell’ittero. L’ittero può durare 2-6 settimane.
Vi può essere ingrossamento del fegato e della milza. Nell’80% dei
casi l’infezione decorre asintomatica. La cronicizzazione è più facile
nei bambini. L’epatite C (HCV D Hepatitis C virus) e la (HDV D
Hepatitis D virus) sono clinicamente simile all’epatite B, ma con maggior tendenza a cronicizzare.
Gonorrea
La gonorrea (blenorragia o scolo) è un’infezione batterica che si trasmette attraverso i rapporti sessuali. Il periodo di incubazione è breve
e varia da 2 a 10 giorni. Nell’uomo si manifesta con un’uretrite, cioè
un’infiammazione dell’uretra, che provoca dolore intenso , accentuato al momento di urinare e perdite di liquido giallo verde (il cosiddetto scolo). Se non curata l’infezione può risalire e interessare la
prostata e le vie spermatiche. Nella donna i sintomi sono meno evidenti e qualche volta l’infezione passa inosservata. In genere il sintomo principale è la cervicite. Anche nella donna l’infezione non curata può risalire e colpire tutto l’apparato genitale.
La gonorrea può presentarsi anche in altre sedi come l’ano e il cavo
orale.
Herpes genitale
L’Herpes genitale è un’infezione causata da un virus Herpes simplex
tipo 1 (HSV-1) e tipo 2 (HSV-2). La maggior parte delle infezioni è
causata dal tipo 2. Si trasmette generalmente con i rapporti sessuali
e, raramente, attraverso un contagio indiretto. Dopo un periodo d’incubazione di pochi giorni (4-5), compare bruciore cui segue l’insor-
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Informazioni e consigli dall’Andrologo: il medico dell’uomo per tutta la vita
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genza di piccole vescicole che rapidamente si rompono. Le zone colpite sono arrossate, dolenti. Nella donna le lesioni si localizzano alla
vulva, vagina e, talvolta, alla cervice uterina. Nell’uomo le sedi colpite
sono il prepuzio, il glande e, più raramente, l’asta. Sono possibili localizzazioni nel canale anale. I linfonodi vicini alle zone colpite si gonfiano e sono dolenti. L’infezione primaria è molto dolorosa e perdura
per 2-4 settimane. Le infezioni erpetiche ricorrenti guariscono in 7-10
giorni.
Micosi
La Candidosi genitale (Genital Candidiasis - Vulvovaginal Candidiasis
VVC o vaginal yeast infections) causa infezioni alla vagina e alla vulva,
provoca perdite bianche, dolore nei rapporti, prurito e bruciore. Si
calcola che circa il 75% delle donne abbia avuto una candidosi nel
corso della vita. Nel maschio provoca chiazze rosse, prurito e bruciore al glande. Le lesioni possono essere localizzate sulla bocca con la
comparsa di placche biancastre, erosioni e bruciori.
Sifilide
La sifilide, chiamata anche "lue", è causata da un batterio, il
Treponema Pallidum. Il contagio avviene quasi esclusivamente per via
sessuale. Non ci si immunizza e la si può contrarre più di una volta.
La prima lesione (sifilide primaria), che compare generalmente dopo
2-4 settimane dal contagio, riguarda i genitali esterni e si presenta
come un nodulo rosso, un pò umido, che dopo alcuni giorni si trasforma in un’ulcera non dolorosa. Questa lesione si chiama "sifiloma". Il sifiloma può manifestarsi anche sulla bocca, sulle mani e sui
capezzoli ed anche in zone meno visibili (ano, uretra). Oltre al sifiloma, nella sifilide primaria, si verifica anche un ingrossamento dei lin-
fonodi vicini. Dopo uno o due mesi il sifiloma guarisce spontaneamente anche senza terapie. Dopo 60/70 giorni dal contagio compaiono le manifestazioni della sifilide secondaria, che consistono in
chiazze rosa pallido diffuse praticamente in tutto il corpo; non procurano né dolore né prurito. Anche queste lesioni scompaiono spontaneamente in 20-70 giorni senza lasciare alcun segno. Da ricordare
che la sifilide se non diagnosticata e curata può condurre a lesioni
generalizzate (sifilide terziaria) agli organi interni fino a condurre il
soggetto a morte.
Trichomoniasi genitale
La trichomoniasi genitale è causata da un microrganismo unicellulare, un protozoo flagellato (cioè con la coda) che nuota frequentemente nell'apparato genitale maschile e femminile.
Si stima che ogni ano ci siano circa 7 milioni e mezzo di nuovi casi al
mondo. Sopravvive pochissimo fuori dall'ambiente umano e si trasmette soprattutto tramite i contatti sessuali, anche se è possibile il
contagio mediante oggetti infetti come asciugamani, biancheria, etc.
Nell’uomo, dopo 1-3 settimane dal contagio, può comparire una lieve
uretrite con prurito e perdite chiare, di solito mattutine. Spesso l’uomo non ha sintomi e quindi può trasmetterla ad altri partners senza
saperlo. Nella donna causa una vulvo-vaginite, con perdite giallo-verdastre e schiumose, prurito, bruciore e dolore durante i rapporti sessuali.
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Consigli pratici
per la prevenzione delle malattie
a trasmissione sessuale
• Evitare i rapporti a rischio (rapporti non protetti)
• Usare il preservativo ad ogni rapporto
Consigli pratici
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• Curare l’igiene intima e dei sanitari
• Cambiare spesso gli assorbenti igienici
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• Evitare, quando possibile, l’uso di assorbenti interni
• Evitare biancheria intima e indumenti troppo stretti
• Usare sempre biancheria intima di cotone e fibre naturali. Le fibre
sintetiche fanno sudare molto, non lasciano traspirare la pelle e
trattengono i cattivi odori
• Non condividere mai biancheria intima e da bagno, spazzolini da
denti, aghi, siringhe, farmaci, cotone, etc
• Nei bagni pubblici o in casa di persone che non si conoscono, non
sedersi mai sull’asse del water
• Quando si prova un costume o della biancheria intima, farlo sempre sopra la propria biancheria
Informazioni e consigli dall’Andrologo: il medico dell’uomo per tutta la vita
interno
Consigli pratici
interno
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Cosa fare per essere
un uomo in salute
La piramide della salute maschile
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