IL CORSO
La crisi economica e di valori della nostra
società ci costringe a cercare riferimenti di
senso universale, quali la gentilezza verso se
stessi e verso gli altri, e il coraggio di accettare
la morte e il cambiamento.
Ai tempi di Freud, il rimosso culturale afferiva
alla sessualità e relative manifestazioni, ossia
al mondo dell’eros. Questo comportava un
conflitto tra desiderio sessuale e la sua
soddisfazione, e lo si ritrova ancora oggi in altre
culture. Nella nostra attuale società, invece, ciò
che viene rimosso è il confronto con la morte:
un atteggiamento che non fa che aumentare la
nostra paura e il nostro dolore (diversamente
da quanto superficialmente si può credere) con
la conseguenza di farci perdere di vista il
contatto con la nostra parte più autentica e di
esporci a tutto ciò che viene ingannevolmente
proposto come oggetto compensatorio.
Nel buddhismo la causa radice del dolore sta
nell’errore di percepire il proprio io come
permanente e autoesistente; analogamente, la
psicoanalisi individua quella causa nell’aspetto
narcisistico e deviante dell’io, che va perciò
lasciato andare.
In accordo al sentiero graduale buddhista, è
estremamente utile all’inizio, a metà e alla fine,
praticare la consapevolezza dell’impermanenza
e della morte. Si dice che per chi non lo avesse
fatto, la morte sarà estremamente dolorosa; chi
lo ha fatto in media misura, morirà senza
rimpianti; e chi ha avuto la piena realizzazione
di quella pratica, la morte sarà simile a un
ritorno a casa.
Il poeta e terapeuta contemporaneo Stephen
Levine in un suo testo suggerisce di fissare una
data precisa supposta per la propria morte.
Immaginiamo allora di aver ricevuto una
prognosi di un solo anno ancora da vivere, e
impostiamo un programma di vita come se
quella data fosse effettiva. E questa sarà la
specificità del Corso: lavoreremo sull’idea e
sulle emozioni che sorgono pensando alla
nostra propria morte, e su come decidiamo di
vivere il tempo prezioso che ci resta.
Proveremo quindi a contattare e attivare il
nucleo essenziale di consapevolezza che
comunque possediamo, attraverso efficaci
pratiche di meditazione in accordo al sentiero
buddhista ma utili e valide per tutti, per
confrontarci – nella specificità della nostra
cultura – con l’angoscia latente in noi rispetto
alla nostra propria morte.
A CHI SI RIVOLGE: a tutte le persone che
desiderano impostare una realistica relazione
col proprio mondo interiore ed esterno; a chi ha
compreso come quell’aspetto paralizzante
dell’io che si ritiene immortale e onnipotente
distrugga la felicità in vita e amplifichi l’angoscia
di morte, e quindi voglia imparare a recuperare
i significati più autentici di ogni momento della
propria esistenza, integrando e non escludendo
dalla propria area di consapevolezza quello
fondamentale della morte.
STRUMENTI: partendo dal contatto profondo
ed elaborazione dei vissuti personali, verranno
proposte pratiche di meditazione focalizzate
sull’impermanenza e la morte, condivisioni di
gruppo, e la stesura di un diario personale tra
un modulo e il successivo. Per tale motivo è
consigliata l’adesione all’intero programma, ma
non si preclude la possibilità di frequenza a una
sola parte di esso.
In ogni modulo si porrà anche l’attenzione su
uno dei sei particolari stati di esistenza descritti
nella cosmologia buddhista, che però verranno
rivisti e intesi in particolare come manifestazioni
del nostro io narcisistico, come dolorose
ambientazioni psicologiche in cui anche in
diverse fasi della vita attuale ci si imbatte, e i
cui limiti vanno superati per godere di maggiore
felicità sia ora che in un futuro …
I Sei Regni di Esistenza sono quello Umano,
degli Dei Gelosi, degli Dei Mondani, degli
Animali, degli Spiriti Famelici e infine quello
degli Esseri Infernali. Attraverso la metafora dei
Sei Regni, i sei moduli procederanno via via
lungo un sentiero che conduce da uno stato di
confusione e offuscamento a uno più evoluto e
di maggiore chiarezza mentale, e sarà quindi
possibile per tutti usufruire di un tale approccio.
SCANSIONE e CALENDARIO: ogni singolo
Modulo inizierà il Venerdì sera e terminerà col
pranzo della Domenica. Il Modulo conclusivo
avrà un giorno in più di durata, e si svolgerà in
forma di ritiro.
23-25
GENNAIO 2015
20-22
MARZO 2015
15-17
MAGGIO 2015
10-12
LUGLIO 2015
02-04
OTTOBRE 2015
05-08
DICEMBRE 2015
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Istituto Lama Tzong Khapa
www.iltk.org
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… Un anno da vivere…
Il Loto e la Rosa
Conduce il Corso il Dr. Vincenzo Tallarico,
psicologo analista, terapista del Sand Play,
cofondatore e presidente del Mindfulness
Project, della cui Scuola di Counseling
Transpersonale è docente; insegnante di
meditazione secondo la tradizione buddhista
tibetana, iscritto al registro FPMT dei Dharma
Teachers. Nel 1978 ha incontrato il
buddhismo nella persona di Lama Thubten
Yesce e si è formato in ambito psicologico
con Dora Kalff, allieva diretta di C.G.Jung. Ha
quindi dedicato la propria ricerca personale e
professionale ad un lavoro di integrazione tra
la psicologia occidentale e orientale. Da
venticinque anni tiene corsi formativi di
carattere sia teorico che esperienziale in
diversi centri buddhisti italiani, europei, in
India, in Nepal, presso associazioni yoga,
università e scuole di formazione psicologica,
contribuendo alla diffusione di un approccio
comparativo tra tecniche e metodologie
occidentali ed orientali.
Per conoscerlo meglio e per contatti:
www.tallarico.it
Istituto Lama Tzong Khapa
Via Poggiberna, 15
56040 Pomaia (Pisa)
Percorso in sei incontri
con Vincenzo Tallarico
Per informazioni e prenotazioni:
Segreteria ILTK: 050-685654 int.1
e-mail: [email protected]
Per prenotare il soggiorno
presso il Borgo di Pomaia:
050-685035 oppure [email protected]
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Per quanti avranno frequentato tutti i primi cinque
moduli, la quota-corso di quello finale sarà in
omaggio; per chi ne avrà frequentato almeno
quattro, essa sarà scontata della metà.
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“Un aspetto sorprendente degli occidentali è
che vivono come se non dovessero mai
morire e muoiono come se non avessero
mai vissuto”.
(Tenzin Ghyatso, XIV Dalai Lama del Tibet)
FPMT
Fondazione per
la Preservazione della
tradizione Mahayana
“Come facciamo a permettere a noi stessi di
entrare nell’ignoto, senza la generosità e il
coraggio capaci di dare pienezza alla vita?”
(Stephen Levine)
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Opuscolo in stile classico