VI RIVEDRÒ
IN GALILEA!
di
Robert G. Ardis
Diritti d’autore © Luglio 2004
Church of God’s Faithful
Tutti i diritti riservati
Questo opuscolo non è in vendita.
È un servizio educativo gratuito
nel pubblico interesse, pubblicato dalla
Church of God’s Faithful
Chiesa del Fedele di Dio
CFD
Versione riveduta dal testo
originale della Sacra Bibbia
dal Dott. Giovanni Luzzi
Libreria Sacre Scritture Roma
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Perché era necessario per il profeta Giona di rimanere tre giorni e
tre notti nella pancia del grande pesce? Gli ci volevano 72 ore per
pentirsi o per fuggire e non seguire le istruzioni di Dio? Non si sarebbe
potuto pentire dopo un giorno, un’ora o un minuto?
Perché tre giorni e tre notti?
E cosa dire sulla resurrezione dalla morte di nostro Signore Gesù
Cristo! Non dichiarava Egli che sarebbe stato nella Sua tomba tre giorni
e tre notti come Giona era stato nella pancia del pesce? Ma molti
“cristiani” credono che Egli sia stato nella fossa soltanto un giorno e due
notti, dal Venerdì Santo alla Domenica di Pasqua! Cosa credete voi, e
perché credete a ciò che credete?
Perché il nostro Signore avrebbe dichiarato che Egli sarebbe stato
nella tomba tre giorni e tre notti se non era vero?
Qual’è il significato di tre giorni e tre notti?
Né la Chiesa di Dio, né il mondo hanno compreso che la storia
mondiale è stata seriamente alterata per la non conoscenza del vero
significato di perché erano necessari tre giorni e tre notti. In questo
libretto voi leggerete la storia fantastica e la lezione veramente
importante del porre la più stretta attenzione alla Parola di Dio, come
rivelato nella risposta a questa domanda: PERCHÉ TRE GIORNI E TRE
NOTTI?
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Indice
Capitolo Uno
Ascoltate attentamente la Parola di Dio! .............................................................. 5
Capitolo Due
Le parole che Io vi dico ........................................................................................... 9
Capitolo Tre
Perché credete alle cose a cui credete? ................................................................ 11
Capitolo Quattro
Vi precederò in Galilea! ........................................................................................ 22
Capitolo Cinque
Se avessero seguito le istruzioni ........................................................................... 25
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Capitolo Uno
Ascoltate attentamente le Parole di Dio!
“Perché tutto quello che fu scritto per l’addietro, fu scritto per nostro ammaestramento,
affinché mediante la pazienza e mediante la consolazione delle Scritture, noi riteniamo la speranza.”
Questa affermazione viene dalla Sacra Bibbia come registrato in Romani 15:4. Veramente, c’è molto
scritto nella Parola di Dio che l’umanità dovrebbe avere imparato ma che in fondo non ha imparato!
1 Corinzi 10:11 spiega che le lezioni agli antichi israeliti che non hanno mai imparato sono anche
esempio per noi oggi: “Or queste cose avvennero loro per servire d’esempio, e sono state scritte per
ammonizione di noi, che ci troviamo agli ultimi termini dei tempi.” Registrati nella Parola di Dio ci
sono molti meravigliosi esempi di fede e di verità dagli uomini e dalle donne di Dio. Sono anche
ricordati tragici esempi della mancanza di fede e di verità in Dio.
Ascoltatori attenti
La fede e l’obbedienza del patriarca Noè sono state un esempio ispiratore attraverso tutte le ere
dei tempi. Genesi 6:9, 14, 17, 18 e 22 descrivono la completa sottomissione di Noè al suo Creatore:
“Questa è la posterità di Noè. Noè fu uomo giusto, integro, ai suoi tempi; Noè camminò con Dio.....
Fatti un’arca di legno di gofer; falla a stanze, e spalmala di pece, di dentro e di fuori.....Ed ecco, io sto
per far venire il diluvio delle acque sulla terra, per distruggere di sotto i cieli ogni carne in cui è alito di
vita; tutto quello ch’è sopra la terra, morrà. Ma io stabilirò il mio patto con te; e tu entrerai nell’arca: tu
e i tuoi figliuoli, la tua moglie e le mogli de’ tuoi figliuoli, con te.....E Noè fece così; fece tutto quello
che Dio gli avea comandato.”
Dio parlò e Noè obbedì!
Anche le prove e i test di Abramo, il padre dei fedeli, sono esempi di compiacimento della
volontà di Dio senza questionare. Genesi 12 comincia la storia di Abramo (Abraham) e della sua
immediata attenzione alle istruzioni che Dio gli ha dato. Il versetto 1 dichiara l’ordine che Abramo
ricevette da Dio: “Or l’Eterno disse ad Abramo: ‘Vattene dal tuo paese e dal tuo parentado e dalla casa
di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò’...” Il versetto 4 registra la pronta azione di Abramo: “E
Abramo se ne andò, come l’Eterno gli avea detto, e Lot andò con lui. Abramo aveva settantacinque
anni quando partì da Charan.”
Dio disse di lasciare Charan; Abramo fece i bagagli e partì senza fare domande! Attraverso tutti i
successivi 100 anni, Abramo camminò fedelmente con Dio. L’Eterno fece questa affermazione
complimentandosi in maniera meravigliosa con quest’uomo, conosciuto come il padre dei fedeli:
“Perché Abrahamo ubbidì alla mia voce e osservò quello che gli avevo ordinato, i miei comandamenti,
i miei statuti e le mie leggi.” (Genesi 26:5).
Noè e Abramo sono due esempi autentici di ascolto e di ubbidienza alle istruzioni di Dio, in tutta
sincerità. Ora rivediamo l’esempio di uno che non ascoltò con attenzione e l’intensa sofferenza che ne
risultò.
Il profeta Giona
Il profeta Giona visse nella città di Gathhepher, a circa due miglia da Nazareth, nella nazione di
Israele, durante l’ottavo secolo a.C. Prima leggiamo su Giona come profetizzò sul regno di Geroboamo,
il figlio di Joash, in 2 Re 14:23-25: “L’anno quindicesimo di Amatsia, figliuolo di Joas, re di Giuda,
cominciò a regnare a Samaria Geroboamo, figliuolo di Joas, re d’Israele; e regnò quarantun anni. Egli
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fece quello ch’è male agli occhi dell’ETERNO; non si ritrasse da alcuno dei peccati con cui
Geroboamo, figliuolo di Nebat, avea fatto peccare Israele. Egli ristabilì i confini d’Israele dall’ingresso
di Hamath al mare della pianura, secondo la parola che l’ETERNO, l’Iddio d’Israele, avea pronunziata
per mezzo del suo servitore il profeta Giona, figliuolo di Amittai, che era di Gath-Hefer.”
Il nome di Giona significa “colombo” e forse caratterizzava la sua personalità per essere un
uomo di pace o probabilmente timido. Tuttavia, egli aveva compiuto la sua consegna di profetizzare al
re Geroboamo e la sua azione positiva è registrata nelle scritture.
Comunque, le sue successive istruzioni da Dio erano di portare un messaggio d’avvertimento alla
città di Ninive, la capitale dell’Assiria. Era stato istruito di “predicare contro di essa”, di informare con
forza le persone di quella grande città che si dovevano pentire delle loro vie malvagie o Dio li avrebbe
distrutti completamente. Questo allarmante messaggio doveva essere consegnato durante il tempo della
grande rinascita della potenza dell’impero assiro. L’Assiria si poneva come una immediata minaccia
per Israele e il desiderio di Giona era che Dio li distruggesse, non di offrire loro una possibilità di
pentirsi. Egli sapeva che Dio era molto misericordioso e che Egli poteva perdonarli se si fossero pentiti.
Giona aveva “parzialità per le persone”. Anche la spietatezza degli assiri era ben conosciuta e poteva
aver causato a Giona una reale paura. Egli non era d’accordo con Dio e si risentì del suo compito, così,
senza fede, scappò.
Secondo il libro di Giona al capitolo 1:1-2, Dio disse a Giona queste parole: “La parola
dell’ETERNO fu rivolta a Giona, figliuolo di Amittai, in questi termini: ‘Lèvati, va’ a Ninive, la gran
città, e predica contro di lei; perché la loro malvagità è salita nel mio cospetto’.” Stupidamente, Giona
pensò che egli potesse correre a nascondersi da Dio. Il versetto 3 continua: “Ma Giona si levò per
fuggirsene a Tarsis, lungi dal cospetto dell’ETERNO; e scese a Giaffa, dove trovò una nave che andava
a Tarsis; e, pagato il prezzo del suo passaggio, s’imbarcò per andare con quei della nave a Tarsis, lungi
dal cospetto dell’ETERNO.”
Tarsis era nella costa ovest di quella che oggi è conosciuta come Spagna. Dio disse a Giona di
andare a est, verso Ninive, ma Giona cercò di scappare il più lontano possibile. Non funzionò! Il
versetto 4 mostra chiaramente che un uomo non può nascondersi da Dio: “Ma l’Eterno scatenò un gran
vento sul mare, e vi fu sul mare una forte tempesta, sì che la nave minacciava di sfasciarsi.”
Veloce pentimento
Come la nave fu in pericolo di affondare, Giona fece sapere all’equipaggio che la potente
tempesta era mandata come risultato del suo peccato. Egli era in colpa e lo sapeva! Stava tentando di
scappare dall’Eterno Dio. Nella disperazione, essi urlarono a Giona: “E quelli gli dissero: ‘Che ti
dobbiam fare perché il mare si calmi per noi?’ Poiché il mare si faceva sempre più tempestoso.”
(Versetto 11). Giona allora offrì questa spaventosa risposta: “Egli rispose loro: ‘Pigliatemi e gettatemi
in mare, e il mare si calmerà per voi; perché io so che questa forte tempesta vi piomba addosso per
cagion mia’.” (Versetto 12). Come ultima risorsa di salvezza, alla fine, essi fecero come Giona aveva
detto loro e “...Poi presero Giona e lo gettarono in mare; e la furia del mare si calmò.” (Versetto 15).
Dal film dell’orrore, molto realistico, di Steven Spielberg degli anni ’70 “Lo squalo”, quando
penso alla situazione di Giona, il versetto 1 del capitolo 2 diventa la scrittura più terrificante nella
Bibbia. “E l’ETERNO fece venire un gran pesce per inghiottir Giona; e Giona fu nel ventre del pesce
tre giorni e tre notti.”
Giona descrive il suo travaglio spaventoso nel capitolo 2 ai versetti 4, 6 e 7 come ha lottato
contro le onde e la violenza del mare, affondando infine sotto la superficie: “Tu m’hai gettato
nell’abisso, nel cuore del mare; la corrente mi ha circondato e tutte le tue onde e tutti i tuoi flutti mi son
passati sopra... Le acque m’hanno attorniato fino all’anima; l’abisso m’ha avvolto; le alghe mi si sono
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attorcigliate al capo. Io son disceso fino alle radici dei monti; la terra con le sue sbarre mi ha rinchiuso
per sempre...”.
Terrore inimmaginabile
Quando leggo queste scritture, la musica del film “Lo squalo” si introduce nella mia mente e
posso immaginare il povero Giona dibattersi, i suoi polmoni quasi scoppiare, quando tutto
all’improvviso precipita. Inoltre, sembra che Giona non avesse perso la conoscenza, ma fosse cosciente
che un pesce gigantesco lo stava inghiottendo!
Un pesce persico nero gigante può crescere ad enormi taglie. Essi facilmente sono capaci di
inghiottire un essere umano adulto intero. Interessante, perché del racconto di Giona inghiottito, un
pesce persico gigantesco è anche conosciuto come il “Pesce dei giudei”. Tuttavia, qualunque cosa fosse
questa creatura marina, Dio l’ha preparata per questo scopo speciale e così non ci sarebbe voluto molto
tempo per Giona di pentirsi dal disobbedire al suo Creatore.
Non possiamo immaginare il terrore e lo shock che Giona ha provato quando egli tirava calci e
veniva flagellato nella bocca del pesce. Boccheggiando e urlando, era completamente senza aiuto da
quando il pesce l’aveva inghiottito fino al profondo della sua pancia. Nel buio totale, stando in mezzo
ai succhi digestivi di questo pesce che l’aveva preso per un cibo, tutto quello che egli avrebbe potuto
fare era sentire la puzza delle interiora della pancia del pesce e sguazzare nel viscidume digestivo in
una crescente pressione che lentamente lo schiacciava. Evidentemente avrebbe potuto respirare mentre
strillava ad alta voce le più sincere preghiere che mai avesse pronunciato! Le sue ferventi preghiere
sembra abbiano contenuto molti riferimenti, che ricordava, direttamente dai Salmi, che si applicavano
perfettamente alla sua terribile situazione. I versetti 2 e 3 del capitolo 2 registrano la sua insopportabile
condizione, ma con la speranza che soltanto lo Spirito di Dio avrebbe potuto dargli: “E Giona pregò
l’Eterno, il suo Dio, dal ventre del pesce, e disse: ‘Io ho gridato all’Eterno dal fondo della mia distretta,
ed egli m’ha risposto...”. I versetti 5, 8, 9, 10 e l’ultima frase del versetto 7 sono una lezione di
speranza per tutti noi: “E io dicevo: Io son cacciato via lungi dal tuo sguardo! Come vedrei io ancora il
tuo tempio santo?... Quando l’anima mia veniva meno in me, io mi son ricordato dell’Eterno, e la mia
preghiera è giunta fino a te, nel tuo tempio santo... Quelli che onorano le vanità bugiarde abbandonano
la fonte della loro grazia... ma io t’offrirò sacrifizi, con canti di lode; adempirò i voti che ho fatto. La
salvezza appartiene all’Eterno.....ma tu hai fatto risalir la mia vita dalla fossa, o Eterno, Dio mio!”
Leggete ancora le Sacre Scritture che mettono l’intera dura prova di Giona nei tre versetti. Il
capitolo 2:1-2 e il versetto 11 li riassumono: “E l’Eterno fece venire un gran pesce per inghiottir Giona;
e Giona fu nel ventre del pesce tre giorni e tre notti... E Giona pregò l’Eterno, il suo Dio, dal ventre
del pesce.... E l’Eterno diè l’ordine al pesce, e il pesce vomitò Giona sull’asciutto.”
La fuga di Giona da Dio cominciò quando egli fece vela verso la parte più lontana del Mar
Mediterraneo, dalla città di Giaffa, approssimativamente a 80 km a nord-ovest di Gerusalemme. La
strada migliore per via terra, verso la città di Ninive, dalla costa del Mediterraneo sarebbe iniziata in un
punto non ben definito tra le città di Tiro e Sidone, circa 160 km a nord di Giaffa. I fenici erano gente
di mare. Uno dei loro tanti idoli era il dio pesce Dagon. Potete immaginare la vista scioccante di un
pesce gigante che si sta dibattendo nelle acque poco profonde, mentre sta sputando un essere umano
vivo sulla riva? Pensate che ci sia stato un adoratore di Dagon, testimone dello spettacolo stupefacente
di un uomo vomitato che si dibatteva ai suoi piedi, orribilmente raggrinzito e sbiancato dai succhi
digestivi del pesce, che poi osservava il gran pesce ritorcersi e rigettarsi nelle acque profonde. Che
impatto avrebbe avuto questa visione per un adoratore di Dagon?
Quali storie affascinanti avrebbero preceduto il profeta Giona, quando si precipitò verso la gran
città di Ninive, per dare l’avvertimento che Dio gli aveva detto di consegnare all’inizio, se fosse vero
che lì c’era un adoratore di Dagon a testimoniare questa insolita vista? Non stiamo dicendo esattamente
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come sono effettivamente andate le cose, ma il messaggio di avvertimento fu consegnato, e i niniviti
udirono, ebbero paura e si pentirono!
Dobbiamo ascoltare attentamente ciò che Dio ci dice! Giona non ascoltò e subì un terribile
richiamo per svegliarsi. Ora, chiediamoci ancora, perché furono necessari tre giorni e tre notti nella
tomba d’acqua? Giona si pentì prima di essere buttato nell’acqua e allora perché Dio gli ha dato 72 ore
nella pancia del pesce? Il Nuovo Testamento ci darà la risposta fantastica, prima trascurata!
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Capitolo Due
Le parole che Io vi dico...
Il Grande Dio Eterno del Vecchio Testamento sapeva che la Parola sarebbe diventato Gesù
Cristo, il Figlio di Dio, nel Nuovo Testamento. L’apostolo Giovanni scrive, nel racconto del suo
Vangelo, le seguenti parole ispirate: “Nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era
Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una
delle cose fatte è stata fatta. In lei era la vita; e la vita era la luce degli uomini” (Giovanni 1:1-4). Poi il
versetto 14: “E la Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di
verità...”.
Il nostro Signore Gesù, come Eterno Dio, ha preparato il grande pesce che avrebbe inghiottito un
Giona impaurito. Egli era pienamente consapevole che Giona sarebbe rimasto nella pancia del pesce
per un periodo completo di 72 ore, praticamente tre giorni e tre notti completi! Era anche ben conscio
che il segno di Giona era il segno che Gesù avrebbe usato per provare che Egli era il Messia!
I capi religiosi di quel tempo non avrebbero accettato Gesù come Messia, ma lo avrebbero visto
come competitore. Essi furono testimoni di molti dei miracoli potenti che Gesù fece per la Sua grande
compassione verso la moltitudine di gente che Lo seguiva ovunque. Matteo 4:23-25 registra la fama
che lo precedeva, attraverso tutta la terra: “E Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle
loro sinagoghe e predicando l’evangelo del Regno, sanando ogni malattia ed ogni infermità fra il
popolo. E la sua fama si sparse per tutta la Siria; e gli recarono tutti i malati colpiti da varie infermità e
da varî dolori, indemoniati, lunatici, paralitici; ed ei li guarì. E grandi folle lo seguirono dalla Galilea e
dalla Decapoli e da Gerusalemme e dalla Giudea e d’oltre il Giordano.”
Questi capi religiosi rifiutavano di associare i miracoli di Cristo con le profezie che chiaramente
descrivevano quello, che i loro occhi avrebbero potuto vedere come il Messia. In uno di questi
confronti con i farisei, nostro Signore fece un miracolo stupefacente ma, invece di glorificare Dio, i
farisei tentavano di discreditare Cristo, dichiarando che Egli era un falso profeta, sotto l’influenza di
Satana.
Matteo 12:22-24 registra quella disgraziata attitudine di questi stupidi leaders: “Allora gli fu
presentato un indemoniato, cieco e muto; ed egli lo sanò, talché il mutolo parlava e vedeva. E tutte le
turbe stupivano e dicevano: Non è costui il figliuol di Davide? Ma i Farisei, udendo ciò, dissero: Costui
non caccia i demonî se non per l’aiuto di Beelzebub, principe dei demonî.”
Che miracolo stupefacente! E quale accusa pericolosa!
I versetti 32 e 34-37 danno la risposta potente di Cristo a questi accusatori: “Ed a chiunque parli
contro il Figliuol dell’uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà
perdonato né in questo mondo né in quello avvenire... Razza di vipere, come potete dir cose buone,
essendo malvagi? Poiché dall’abbondanza del cuore la bocca parla. L’uomo dabbene dal suo buon
tesoro trae cose buone; e l’uomo malvagio dal suo malvagio tesoro trae cose malvage. Or io vi dico che
d’ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderan conto nel giorno del giudizio; poiché dalle
tue parole sarai giustificato, e dalle tue parole sarai condannato.”
Occhi ciechi e orecchie sorde
Per favore comprendete ciò che era successo. Il miracolo che era stato fatto alla presenza di
quegli uomini vani, era il compimento meraviglioso della scrittura: il demonio che aveva reso cieco e
muto l’uomo era stato mandato via, e una gran folla di persone l’aveva anche testimoniato!
Il Figlio di Dio, attraverso l’approvazione del Dio Onnipotente, aveva dimostrato un atto di
misericordia. Era un miracolo, un segno e una grande meraviglia! Invece di lodare Dio, questi capi
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spiritualmente ciechi e sordi, cercavano un altro segno! “Allora alcuni degli scribi e dei Farisei presero
a dirgli: Maestro, noi vorremmo vederti operare un segno.” (Matteo 12:38). Luca 11:16 mostra la
profondità della gelosia che riempiva i capi giudei quando suggerivano che i miracoli compiuti erano
stati fatti attraverso il potere di Satana: “Ed altri, per metterlo alla prova, chiedevano da lui un segno
dal cielo.” Questi uomini stupidi, attraverso la durezza dei loro cuori, non conoscevano con chi stavano
parlando. Comunque ricevettero una risposta molto rivelatrice, come dichiara Matteo 12:39-40: “Ma
egli rispose loro: Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno; e segno non le sarà dato,
tranne il segno del profeta Giona. Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre
notti, così starà il Figliuol dell’uomo nel cuor della terra tre giorni e tre notti.”
Perché il nostro Signore dovrebbe mettere in relazione il tempo di Giona nella pancia del pesce
con la Sua sepoltura? Cosa hanno a che fare tre giorni e tre notti come l’unico segno che Egli, Gesù di
Nazareth, era veramente il Messia dal cielo?
“Le parole che Io dico...”
E un’altra volta il nostro Signore ha fatto un altro spettacolare miracolo! Gli erano stati dati
cinque pani e due piccoli pesci e con essi nutrì cinquemila uomini più le donne e i bambini. A quel
punto, coloro che avevano mangiato volevano Gesù come loro re, ma Egli li deluse e andò dall’altra
parte del Mare di Galilea. Più tardi, le persone Lo trovarono ed erano perplesse su come Egli fosse
arrivato lì. Il nostro Signore leggeva i loro cuori. Egli sapeva che essi non erano interessati a Lui per il
vantaggio spirituale che avrebbe potuto dare loro; essi cercavano di essere ancora sfamati! Giovanni
6:26-27 dice questo chiaramente: “Gesù rispose loro e disse: In verità, in verità vi dico che voi mi
cercate, non perché avete veduto dei miracoli, ma perché avete mangiato de’ pani e siete stati saziati.
Adopratevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna, il quale il Figliuol
dell’uomo vi darà; poiché su lui il Padre, cioè Dio, ha apposto il proprio suggello.”
Ancora, essi non avrebbero potuto afferrare le meravigliose parole di verità che Egli stava
dicendo. Egli stava esponendo princìpi spirituali che le menti carnali di quelle persone non avrebbero
potuto capire. I versetti 48-53 e 59 enfatizzano questo punto: “Io sono il pan della vita. I vostri padri
mangiarono la manna nel deserto e morirono. Questo è il pane che discende dal cielo, affinché chi ne
mangia non muoia. Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà
in eterno; e il pane che darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo. I Giudei dunque
disputavano fra di loro, dicendo: Come mai può costui darci a mangiare la sua carne? Perciò Gesù disse
loro: In verità, in verità io vi dico che se non mangiate la carne del Figliuol dell’uomo e non bevete il
suo sangue, non avete la vita in voi... Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga di
Capernaum.”
Queste erano potenti parole spirituali che perfino i discepoli di Gesù non compresero. “Onde
molti dei suoi discepoli, udite che l’ebbero, dissero: Questo parlare è duro; chi lo può ascoltare? Ma
Gesù, conoscendo in se stesso che i suoi discepoli mormoravan di ciò, disse loro: Questo vi
scandalizza? E che sarebbe se vedeste il Figliuol dell’uomo ascendere dov’era prima? È lo spirito quel
che vivifica; la carne non giova nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita.” (Versetti 60-63).
Il Figlio di Dio disse loro chiaramente: “Le parole che vi ho dette sono Spirito e Vita.”Essi non
posero attenzione a quelle parole di vita e alterarono la storia, a causa del fatto che non hanno tenuto
conto della Parola del loro Salvatore!
Per capire dobbiamo guardare profondamente, per mezzo dello Spirito di Dio, nelle parole di
vita e porre attenzione a ciò che dice!
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Capitolo Tre
Perché credete le cose a cui credete?
La Pasqua del 31 d.C. si stava avvicinando. Gesù, il nostro Signore, sapeva che Egli avrebbe
dovuto concludere il Suo ministero molto presto. Era consapevole che Gli sarebbe stato richiesto di
dare la Sua Vita a Gerusaleme come Agnello di Dio. In Matteo 16:21-23 Egli informa i Suoi discepoli
degli eventi imminenti: “Da quell’ora Gesù cominciò a dichiarare ai suoi discepoli che doveva andare a
Gerusalemme e soffrir molte cose dagli anziani, dai capi sacerdoti e dagli scribi, ed esser ucciso, e
risuscitare il terzo giorno. E Pietro, trattolo da parte, cominciò a rimproverarlo, dicendo: Tolga ciò
Iddio, Signore; questo non ti avverrà mai. Ma Gesù, rivoltosi, disse a Pietro: Vattene via da me, Satana;
tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini.”
Pietro non voleva credere che il suo Signore avrebbe dovuto essere ucciso; egli lo voleva per
essere RE!
Prima che essi lasciassero la Galilea, Cristo disse loro ancora del pericolo che si trovava davanti:
“Or com’essi percorrevano insieme la Galilea, Gesù disse loro: Il Figliuol dell’uomo sta per esser dato
nelle mani degli uomini; e l’uccideranno, e al terzo giorno risusciterà. Ed essi ne furono grandemente
contristati.” (Matteo 17:22-23).
Poi, alla fine, nel Suo ultimo viaggio nella carne, verso Gerusalemme, Egli ricordò una volta di
più ai Suoi discepoli: “Poi Gesù, stando per salire a Gerusalemme, trasse da parte i suoi dodici
discepoli; e, cammin facendo, disse loro: ‘Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e il Figliuol dell’uomo
sarà dato nelle mani de’ capi sacerdoti e degli scribi; ed essi lo condanneranno a morte, e lo metteranno
nelle mani dei Gentili per essere schernito e flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà’.”
(Matteo 20:17-19).
Cos’è in un “GIORNO”?
Nel principio Gesù Cristo, come Parola di Dio, creò tutte le cose (Giovanni 1:1-4). Dopo la
ribellione di Satana, il diavolo fu gettato sulla terra e gran parte del nostro sistema solare cadde in
rovina. Allora Dio rinnovò la terra e la preparò per l’uomo. Al quarto giorno della settimana della
ri-creazione, Egli posizionò la luna per orbitare intorno alla terra e mise entrambi questi corpi celesti ad
orbitare intorno al sole, in un movimento preciso, per essere una misurazione del TEMPO! Genesi 1:14
dichiara: “Poi Dio disse: ‘Sianvi de’ luminari nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; e
siano dei segni e per le stagioni e per i giorni e per gli anni....’ Così fu sera, poi fu mattina: e fu il
quarto giorno.” (versetto 19).
Dio creò una condizione chiamata TEMPO che avrebbe avuto un effetto non solo sulla terra ma
anche sull’intero universo. Un giorno dovrebbe consistere approssimativamente di 12 ore di buio e 12
ore di luce. Il “fu sera e poi fu mattina” era un “giorno” secondo la Parola di Dio. Sette “giorni”
avrebbero fatto una settimana, con il settimo giorno come TEMPO Santo di Dio, il Sabato. Un anno era
messo come lunghezza di TEMPO, con la quale la terra avrebbe dovuto fare una completa rivoluzione
intorno al sole: 365 giorni , 5 ore, 48 minuti e 46 secondi.
La Parola che era con Dio ed era Dio e che creò tutte le cose al TEMPO specifico, dopo 4000
anni, divenne il Figlio di Dio, Gesù Cristo: “Nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la
Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei
neppure una delle cose fatte è stata fatta.” (Giovanni 1:1-3). Versetto 14: “E la Parola è stata fatta carne
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ed ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiam contemplata la sua gloria,
gloria come quella dell’Unigenito venuto da presso al Padre.”
Mentre la Pasqua del 31 d.C. si avvicinava, Gesù sapeva che il TEMPO, in cui Lui doveva dare
la Sua vita, come Agnello di Dio, era imminente. Lui sapeva che stava andando a Gerusalemme e che lì
sarebbe stato fatto prigioniero, sarebbe stato deriso, flagellato e crocifisso ma, dopo tre giorni e tre
notti, Egli sarebbe risorto come la Primizia, il Primo nato dalla morte! Egli ripeteva questa seria
affermazione di tempo in tempo!
Giovanni 11:7-10 chiaramente ci informa che Colui che ha creato la sera e il mattino sapeva la
lunghezza del TEMPO che occorreva in un “giorno” e in una “notte” ... “poi dopo, disse a’ discepoli:
Torniamo in Giudea! I discepoli gli dissero: ‘Maestro, i Giudei cercavano or ora di lapidarti, e tu vuoi
tornar là?’ Gesù rispose: ‘Non vi son dodici ore nel giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa,
perché vede la luce di questo mondo; ma se uno cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in
lui’.”
Quindi, quando i capi giudei Gli chiesero un segno, Egli categoricamente replicò che l’unico
segno che essi avrebbero potuto ricevere era la durata del TEMPO che Egli avrebbe trascorso nella
tomba. Proprio come Giona era stato nella pancia del pesce per “tre sere e tre mattine” o tre “giorni” di
24 ore, espresse come “tre giorni e tre notti”, Egli sarebbe stato nella tomba tre giorni e tre notti, cioè
72 ore!
Credete quello che Cristo insegnava?
Quelle sono le parole di Gesù Cristo! Egli dichiarò enfaticamente che l’unico segno che avrebbe
dato per provare che Egli era il Cristo, il Messia, il Figlio di Dio e il Salvatore del mondo, era la
lunghezza del TEMPO che Egli sarebbe rimasto nella tomba, cioè tre giorni e tre notti!
Dall’ultimo pomeriggio di venerdì fino al mattino presto di domenica non si possono immaginare
che siano tre giorni e tre notti. Egli fu messo nella tomba, provveduta da Giuseppe di Arimatea, mentre
il sole tramontava nel giorno di Pasqua. Se questo fosse stato di venerdì, Egli avrebbe dovuto giacere
nella tomba tutto venerdì notte, tutto Sabato notte e tutto il giorno di Sabato, il che sarebbe soltanto un
giorno e due notti! Questi non sono tre giorni e tre notti e NON è in accordo con il segno del profeta
Giona.
Se voi credete che la crocefissione fosse di venerdì e la resurrezione fosse la domenica di Pasqua,
PERCHÉ lo credete? Questo NON è quello che Cristo, il Signore, ha detto! NON avete messo
attenzione alle parole di vita dette dal vostro Salvatore? Sapete PERCHÉ credete le cose che credete?
Io chiedo ancora: COS’È COSÌ IMPORTANTE CIRCA I TRE GIORNI E LE TRE
NOTTI? PERCHÉ le chiese “cristiane” insegnano che Cristo fu nella tomba soltanto metà del tempo
che Egli predisse? Noi abbiamo necessità di provare attentamente, dalla Parola di Dio, che Gesù Cristo
è stato nella tomba precisamente TRE GIORNI E TRE NOTTI e che la crocefissione di venerdì e la
resurrezione di domenica è totalmente falsa ed è stata usata con pieno successo da Satana, il diavolo,
per “ingannare il mondo intero”.
Siete stati ingannati?
Il principale avvertimento del nostro Signore ai cristiani è: “E Gesù, rispondendo, disse loro:
Guardate che nessuno vi seduca.” (Matteo 24). Siete stati capaci di evitare gli inganni in questo mondo
confuso? Siete assolutamente certi che voi non siete stati ingannati nelle vostre credenze religiose?
Perché credete le cose a cui credete? Come sapete che non siete stati ingannati? Se voi foste stati
ingannati, veramente, potreste non saperlo?
Apocalisse 12:9 dichiara: “E il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato Diavolo e Satana,
il seduttore di tutto il mondo....” Satana vi ha sedotto? Voi vivete in questo mondo! Come SAPETE che
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voi non siete stati ingannati? Siete stati in piena consapevolezza delle parole di vita? Se siete stati
ingannati volete comprendere l’inganno e andare via dall’errore e ritornare alla Verità?
Fatevi le seguenti domande: ‘Sono un Vero Cristiano? Seguo gli insegnamenti di Gesù Cristo?’
Conosco veramente il Signore, Gesù Cristo? Sapete che Gesù ci avvertiva riguardo a “falsi Cristi” che
si sarebbero presentati per ingannare l’umanità? Il nostro Signore ci avvertiva fortemente in Matteo
24:24: “perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno gran segni e prodigî da sedurre, se fosse
possibile, anche gli eletti.”
Questo è un test!
Perciò, se voi dite che conoscete il Signore siete certi che conoscete il Vero Cristo, oppure siete
stati esposti ad un “falso Cristo”? Questa è una domanda estremamente importante! La Parola di Dio, la
Sacra Bibbia, rivela un test veramente chiaro e semplice per determinare se voi realmente conoscete il
Vero Cristo o se siete stati ingannati nell’adorare un “falso Cristo”! 1 Giovanni 2:4 dichiara: “Chi dice:
Io l’ho conosciuto e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo, e la verità non è in lui;” Questo è il
test! OSSERVATE I COMANDAMENTI DI DIO? Il versetto 3 dice: “E da questo sappiamo che
l’abbiam conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti.” Molte delle chiese “cristiane” di questo
mondo insegnano che i Comandamenti sono stati aboliti. Tuttavia, questo è l’esatto opposto di ciò che
la Parola di Dio insegna chiaramente.
Un cristiano deve seguire Cristo!
Il peccato è definito come la trasgressione alla Legge di Dio (1 Giovanni 3:4). La Legge di Dio è
spirituale (vedere Romani 7:14 e 2 Corinzi 4:18) ed è in pieno vigore oggi e se infrangiamo la legge,
noi pecchiamo! Comprendete pienamente questa VERITÀ basilare della Bibbia? Infatti, voi non potete
comprendere pienamente la verità della Parola di Dio FINCHÉ NON ritenete i Suoi Comandamenti.
Salmi 111:10 dice: “...buon senno hanno tutti quelli che mettono in pratica la sua legge....” Ma QUALE
legge? Il nostro Signore dichiara in Giovanni 15:10: “Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel
mio amore; com’io ho osservato i comandamenti del Padre mio, e dimoro nel suo amore.” 1 Giovanni
5:3 dice: “Perché questo è l’amor di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti
non sono gravosi.” L’apostolo Paolo aggiunge in Romani 7:12: “Talché la legge è santa, e il
comandamento è santo e giusto e buono.” Osservate i Suoi Comandamenti, santi, giusti e buoni?
Dimorate nell’amore di Dio e di Cristo? 1 Giovanni 2:6 dice: “Da questo conosciamo che siamo in lui:
chi dice di dimorare in lui, deve, nel modo ch’egli camminò, camminare anch’esso.” Come cristiano,
camminate come ha fatto Lui? Seguite l’esempio di Gesù e vivete dei Comandamenti come fece Lui?
In Giovanni 8:28-29 Egli ci dice: “...quando avrete innalzato il Figliuol dell’uomo, allora
conoscerete che son io (il Cristo) e che non fo nulla da me, ma dico queste cose secondo che il Padre
m’ha insegnato. E Colui che mi ha mandato è meco; Egli non mi ha lasciato solo, perché fo del
continuo le cose che gli piacciono.” Rispettate i Comandamenti del Padre e vi sforzate di piacerGli
sempre? Cristo rispettò tutti i Comandamenti, per tutto il tempo e non ha mai peccato! Il peccato È
infrangere la Legge di Dio. Gesù insegnava assoluta obbedienza alla legge di Dio! Egli diceva ad un
giovane uomo in Matteo 19:17: “...ma se vuoi entrar nella vita osserva i comandamenti!”
Gesù afferma molto chiaramente in Matteo 5:19: “Chi dunque avrà violato uno di questi minimi
comandamenti ed avrà così insegnato agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno de’ cieli; ma chi li
avrà messi in pratica ed insegnati, esso sarà chiamato grande nel regno dei cieli.” Quale considerate
essere il minimo dei Comandamenti? Quale considerate essere il più grande Comandamento? O forse
neanche conoscete i Comandamenti?
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La Legge d’Amore!
In risposta alla domanda: qual’è il più grande Comandamento, il nostro Signore dichiara: “...ama
il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua. Questo è il
grande e il primo comandamento. Il secondo, simile ad esso, è: Ama il tuo prossimo come te stesso...”
(Matteo 22:37-39). Giacomo, il fratello del Signore, allarga la Sua dichiarazione in Giacomo 2:8, 10 e
11: “Certo, se adempite la legge reale, secondo che dice la Scrittura: Ama il tuo prossimo come te
stesso, fate bene... poiché chiunque avrà osservato tutta la legge, e avrà fallito in un sol punto, si rende
colpevole su tutti i punti. Poiché Colui che ha detto: Non commettere adulterio, ha detto anche: Non
uccidere. Ora, se tu non commetti adulterio ma uccidi, sei diventato trasgressore della legge.”
I primi quattro dei Comandamenti spiegano COME amare Dio! Gli ultimi sei dei Dieci
Comandamenti definiscono COME amare i nostri simili! Se noi trasgrediamo anche UNO dei DIECI
Comandamenti, li violiamo tutti. Come cristiani non dovremmo avere nessuna disputa riguardo al
rispettare la Legge d’Amore verso il nostro prossimo.
Romani 13:8-9 ci dice: “Non abbiate altro debito con alcuno se non d’amarvi gli uni gli altri;
perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge. Infatti il non commettere adulterio, non uccidere,
non rubare, non concupire e qualsiasi altro comandamento si riassumono in questa parola: Ama il tuo
prossimo come te stesso.” 1 Giovanni 4:20-21 lo fà chiaro: “Se uno dice: Io amo Dio, e odia il suo
fratello, è bugiardo; perché chi non ama il suo fratello che ha veduto, non può amar Dio che non ha
veduto. E questo è il comandamento che abbiam da lui: che chi ama Dio ami anche il suo fratello.”
Dal Quinto Comandamento fino al Decimo: l’Amore verso il prossimo
I Comandamenti di Dio che insegnano Amore verso i nostri simili sono:
#5 -Dobbiamo onorare i nostri genitori.
#6 -Non dobbiamo commettere omicidio.
#7 -Non dobbiamo commettere adulterio.
#8 -Non dobbiamo rubare.
#9 -Non dobbiamo mentire.
#10-Non dobbiamo concupire.
I primi Quattro Comandamenti: l’Amore verso Dio
I primi quattro Comandamenti mostrano l’Amore verso Dio, nostro Padre:
#1 -Non dobbiamo avere altri “dèi” al di fuori di Lui.
#2 -Non dobbiamo inginocchiarci per adorare idoli.
#3 -Non dobbiamo nominare il Suo nome invano.
#4 -Dobbiamo rispettare il Suo Sabato come Giorno Santo.
Molti “cristiani” non hanno problemi con i Comandamenti eccetto che per il Quarto
Comandamento, così diamo uno sguardo alla quarta legge cardinale di Dio: rispettare il Sabato come
Giorno Santo. Molti “cristiani” sanno molto poco riguardo il giorno del Sabato! SAPETE quale
GIORNO È IL GIORNO DEL SABATO? Siete stati ingannati nel rispettare un altro giorno, piuttosto
che rispettare quello che Dio ha fatto SANTO? O siete stati ingannati nel pensare che potete rispettare
qualunque giorno in modo “santo”? Dio ha fatto SANTO soltanto un giorno della settimana! Per
favore, realizzate che l’uomo non può fare “santo” niente!
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Il giorno di Sabato o la Domenica....Quale?
Quale GIORNO osservava Gesù? Egli non ha peccato su qualunque giorno e rispettava come
Santo, l’unico giorno della settimana che era stato fatto Santo! Quale GIORNO gli apostoli e la chiesa
originale osservavano come, Giorno di Sabato Santo di Dio?
La Bibbia mostra chiaramente che Gesù Cristo rispettava il giorno di Sabato! Luca 4:16 dichiara:
“E venne a Nazaret, dov’era stato allevato; e com’era solito, entrò in giorno di sabato nella sinagoga, e
alzatosi per leggere...” Quale giorno è il Sabato settimanale che Gesù era solito osservare? Genesi 2:1-3
dà la risposta definitiva: “ Così furono compiti i cieli e la terra e tutto l’esercito loro. Il settimo giorno,
Iddio compì l’opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatta. E Dio
benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso si riposò da tutta l’opera che aveva creata e
fatta.”
Questo Grande Dio Creatore che si fermò nel Settimo Giorno era “la Parola che divenne carne e
abitò tra noi”, Gesù Cristo. Vedere ancora Giovanni 1:1-3 e 14. Colossesi 1:16 rende questo chiaro:
“poiché in lui (Gesù Cristo) sono state create tutte le cose, che sono nei cieli e sulla terra; le visibili e le
invisibili; siano troni, siano signorie, siano principati, siano potestà; tutte le cose sono state create per
mezzo di lui e in vista di lui.” Gesù Cristo ha creato il giorno del Sabato, il settimo giorno della
settimana! Inoltre, il ciclo settimanale di sette giorni non è stato mai rotto.
Marco 2:28 dichiara: “perciò il Figliuol dell’uomo è Signore anche del Sabato.” Il settimo giorno
è il giorno del Signore, il Santo giorno di Sabato!
Il Quarto Comandamento tuonò per tutti ed è da leggere in Esodo 20:8-11 (La ersione Nuova
Diodati traduce correttamente dall’originale): “Ricordati del giorno di sabato per santificarlo (era
santificato come tempo SANTO alla creazione). Lavorerai sei giorni e in essi farai ogni tuo lavoro; ma
il settimo giorno è sabato, sacro all’Eterno, il tuo Dio; non farai in esso alcun lavoro..... poiché in sei
giorni l’Eterno fece i cieli e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e il settimo giorno si riposò; perciò
l’Eterno ha benedetto il giorno di sabato e l’ha santificato.” Gesù Cristo ha creato il Settimo giorno
come il Suo giorno Santo di Sabato e comanda che gli uomini debbano rispettarlo come santo! Marco
2:27 riferisce le parole di Gesù: “Poi disse loro: Il sabato è stato fatto per l’uomo (non solo per i giudei,
ma per l’umanità) e non l’uomo per il sabato.”
L’apostolo Paolo, sotto l’ispirazione di Dio, scrive nel libro degli Ebrei del Nuovo Testamento,
che i cristiani, come popolo di Dio, (la Sua Chiesa, chiamata l’Israele di Dio, in Galati 6:16) deve
rispettare il Sabato: “Resta dunque un riposo di sabato per il popolo di Dio; poiché chi entra nel riposo
di Lui (il Sabato settimanale) si riposa anch’egli dalle opere proprie, come Dio si riposò dalle sue”
(Ebrei 4:9-10). Il Sabato è un ricordo della Creazione, e noi, rispettandolo, onoriamo Dio! Il Sabato è
un segno d’identità tra Dio e il Suo popolo (vedere Esodo 31:12-17). Se noi non lo rispettiamo,
trasgrediamo la Legge di Dio, pecchiamo e la ricompensa del peccato è la morte (Romani 6:23)!
L’esempio di Paolo
Anche Paolo scrive in 1 Corinzi 11:1: “Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo.” Se
Paolo seguiva Cristo, avrebbe anche osservato il giorno del Sabato di Dio. Questo è esattamente ciò che
ci viene detto in Atti 17:2: “e Paolo, secondo la sua usanza, entrò da loro, e per tre sabati tenne loro
ragionamenti tratti dalle Scritture.” Paolo era in Tessalonica, una città gentile e a quel tempo insegnava
ai giudei. Comunque, in Atti 13:42 e 44 Paolo predica ai gentili di Sabato: “Or, mentre uscivano, furon
pregati di parlar di quelle medesime cose al popolo il sabato seguente... E il sabato seguente, quasi tutta
la città si radunò per udir la parola di Dio.” Paolo non provò a persuaderli ad andare di domenica, il
giorno dopo il Sabato; egli aspettò un’intera settimana fino al Sabato successivo, secondo il
comandamento! Ma PERCHÉ i “cristiani” di oggi devono rispettare la domenica, quando non ci sono
assolutamente istruzioni bibliche al riguardo per osservare il primo giorno della settimana (la
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domenica)? Molti sinceri “cristiani” non sanno perché osservano la domenica invece del Sabato, essi
lo fanno a causa della loro tradizione!
Il nostro Signore dà un potente avvertimento, relativo all’osservanza delle tradizioni umane,
invece dei Comandamenti di Dio. Marco 7:7 e 9 registrano il Suo avvertimento: “Ma invano mi
rendono il loro culto insegnando dottrine che son precetti d’uomini... E diceva loro ancora: Come ben
sapete annullare il comandamento di Dio per osservare la tradizione vostra!” Pensate su questo: voi
adorate Cristo invano, se state seguendo le vie degli uomini invece delle vie di Dio, se voi non state
tenendo conto delle parole di vita.
La domenica non è menzionata nella Bibbia!
Non c’è comando, nella Bibbia, di rispettare la domenica! Infatti la parola domenica NON appare
in nessuno dei manoscritti originali della Bibbia. Il “primo giorno della settimana” è menzionato
soltanto otto volte, e in cinque di questi posti, il “primo giorno della settimana” è menzionato come il
giorno DOPO il giorno di Sabato! Le scritture sono elencate sotto:
1)
Matteo 28:1: “Dopo il sabato, verso l’alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena e
l’altra Maria andarono a vedere il sepolcro.”
2)
Marco 16:1-2, questo è il racconto di Marco degli stessi eventi registrati in Matteo 28:1.
3)
Marco 16:9: “Or Gesù, essendo risuscitato la mattina del primo giorno della settimana, apparve
prima a Maria Maddalena...” Notate la corretta puntualizzazione della parola piazzata dopo la
parola risuscitato!
4)
Luca 24:1 è lo stesso racconto che troviamo ai punti 1 e 2 sopra.
5)
Giovanni 20:1 descrive lo stesso episodio come gli scrittori degli altri Vangeli.
6)
Giovanni 20:19 elenca il primo giorno della settimana ma ancora il giorno DOPO il Sabato.
7)
Atti 20:7 qui, finalmente, è un incontro nel “primo giorno della settimana”. Comunque, non è un
servizio di domenica mattina. Questo avveniva durante i Giorni dei Pani Azzimi (versetto 6), una
delle Stagioni Sante di Dio nell’anno. Vedremo questo ancora un po’ più in là. Paolo stava
visitando i fratelli a Troas per la stagione dei Giorni Santi e aveva osservato il servizio del giorno
del Sabato con loro. Dopo il Sabato, essi, evidentemente, hanno preparato un pasto e hanno
“rotto il pane” insieme. Il Sabato settimanale di Dio è dal tramonto del sesto giorno (venerdì)
fino al tramonto del settimo giorno (Sabato). Tutti i giorni della Bibbia finiscono al tramonto, poi
comincia un altro giorno (vedere Levitico 23:32). Alla fine del pasto, Paolo continuò a parlare
con loro della Parola di Dio, fino a mezzanotte. Questo non era un servizio della domenica
mattina, ma un “continuare insieme” il Sabato notte. Egli stava per partire alla mattina successiva
e cercava di trascorrere più tempo possibile con loro. Comunque, l’incontro fu interrotto quando
“Eutico”, addormentandosi, cadde giù dalla finestra ed evidentemente morì. Dio attraverso Paolo
risanò quel giovane, e quando Paolo ritornò a parlare, albeggiava. La mattina dopo, “nel primo
giorno della settimana”, l’apostolo camminò da Troas fino ad Asso, una distanza di circa 30 Km.
Certamente, non era un “giorno di riposo” ma un comune giorno di lavoro, un “primo giorno
della settimana”!
8) 1 Corinzi 16:2 è l’ultima scrittura dove il “primo giorno della settimana” è menzionato. Questo
non ha niente a che fare con un servizio di adorazione della domenica mattina. Paolo sta
istruendo le persone per raccogliere i vegetali o la frutta, ecc...dai loro giardini, da spedire come
soccorso ai loro fratelli, stretti dalla carestia in Gerusalemme (Atti 11:29 e Romani 15:26 e 28).
Questo non era denaro, perché stava andando a richiedere, a diverse persone, di trasportare il
cibo a Gerusalemme (versetti 2-3).
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Nessuna santificazione della domenica è ammessa dagli studiosi
Il Cardinale Cattolico Romano James Gibbons, arcivescovo di Baltimora, ammette che non c’è
santificazione per la domenica nelle Sacre Scritture. Egli scrisse nel suo libro del 1876 “La fede dei
nostri padri”: “...ma voi potete leggere la Bibbia da Genesi ad Apocalisse e non troverete una
singola riga che autorizza la santificazione della domenica. Le scritture rafforzano l’osservanza
religiosa del Sabato, un giorno che noi mai santifichiamo. La chiesa cattolica insegna
correttamente che nostro Signore e i Suoi apostoli hanno inculcato certi importanti doveri di
religione che non sono registrati dagli scritti ispirati. Per esempio, molti cristiani pregano allo
Spirito Santo, una pratica che nella Bibbia non trova nessun fondamento. Noi dobbiamo, perciò
concludere che le scritture, da sole, non possono essere una guida sufficiente e condurre la fede,
perché non possono essere, in qualsiasi momento, a portata di mano di chi indaga, perché esse
non sono, per se stesse, chiare e intelliggibili perfino in argomenti di maggior importanza e
perché non contengono tutte le verità necessarie per la salvezza.”
Ricordate che Cristo avverte che non dovete essere “ingannati dall’uomo”. La Parola di Dio ci
dice che “Satana ha ingannato il mondo intero” (Apocalisse 12:9). Il Cardinal Gibbons certamente è
stato ingannato, come mostrano i suoi scritti. Egli ammette apertamente che la Bibbia consacra il
Sabato, ma la sua chiesa insegna la domenica. La sua ultima dichiarazione, sopra sottolineata, è in
diretto contrasto con molte chiare scritture. 2 Timoteo 3:15-17 è veramente molto chiaro: “e che fin da
fanciullo hai avuto conoscenza degli Scritti sacri, i quali possono renderti savio a salute mediante la
fede che è in Cristo Gesù. Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile ad insegnare, a riprendere, a
correggere, a educare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni
opera buona.”
Matteo 15:8-9 avverte contro i leaders religiosi che mettono le loro tradizioni prima della Parola di
Dio: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il cuor loro è lontano da me. Ma invano mi rendono il
loro culto, insegnando dottrine che son precetti d’uomini.”
Per favore, considerate seriamente, se NON C’È alcuna menzione nella Bibbia, riguardo
all’adorazione della domenica e anche gli studiosi ammettono questo, PERCHÉ i “cristiani”
disubbidiscono ai comandamenti e osservano la loro tradizione della domenica? PERCHÉ?
Prima di tutto ricordate: Satana ha ingannato il mondo intero! In più egli ha ingannato il popolo
di Dio, attraverso i loro ministri, che sono stati anch’essi ingannati. Geremia 50:6 è soltanto una
delle molte, molte scritture relative a questo fatto: “Il mio popolo era un gregge di pecore
smarrite; i loro pastori le aveano sviate, sui monti dell’infedeltà....” Sì, il popolo era stato
allontanato dai loro stessi leader religiosi e stavano adorando un falso Cristo, seguendo le loro
tradizioni; tutto invano.
Tre giorni E tre notti
La semplice ragione data per l’adorazione alla domenica, uno dei primi inganni nel mondo
“cristiano”, è la credenza che Cristo fosse risorto di domenica, cosa completamente falsa. La
crocefissione NON è stata di venerdì e la resurrezione NON è stata di domenica! Se la resurrezione di
Cristo fosse stata di domenica, non dovrebbe essere una scusa per infrangere il Quarto Comandamento.
Comunque, il nostro Signore non è stato risorto di domenica e noi proveremo questo, dalle Sacre
Scritture.
Ricordate, l’unico segno che Gesù dava come prova che Egli era il Cristo (il Messia), il Figlio di
Dio, era la lunghezza del tempo in cui Egli sarebbe rimasto nella Sua tomba. Leggete ancora
l’affermazione di nostro Signore in Matteo 12:39-40: “Ma egli rispose loro: ‘Questa generazione
malvagia e adultera chiede un segno; e segno non le sarà dato, tranne il segno del profeta Giona.
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Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così starà il Figliuol dell’uomo nel
cuor della terra tre giorni e tre notti’.”
Come abbiamo dichiarato, non potete avere tre giorni e tre notti, cioè 72 ore complete, tra il
tramonto di “venerdì santo” e la domenica mattina della “pasqua”. Ci sono soltanto un giorno e due
notti in questo intervallo di tempo! Ma Cristo disse enfaticamente che l’unico segno che Egli avrebbe
dato, sarebbe stato tre giorni e tre notti nella tomba! Così, se Gesù fosse stato nella tomba soltanto metà
del tempo che aveva dichiarato, il Suo unico “segno” sarebbe fallito, la Sua dichiarazione non sarebbe
stata vera e noi non avremmo avuto un Salvatore! Comunque, Cristo RIMASE nella Sua tomba per tre
giorni interi e per tre notti intere! Ogni minimo dettaglio della Sua resurrezione era secondo le Sacre
Scritture ed Egli È il nostro trionfale Salvatore e Signore!
Mi spiego!
Giovanni 19:31 ci dà la risposta: “Allora i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce
durante il sabato (poiché era la Preparazione, e quel giorno del sabato era un gran giorno)....” Il giorno
di “preparazione” per il Sabato settimanale è venerdì, ma questo giorno di “preparazione” era un
Giorno Santo, uno dei SABATI ANNUALI di Dio! Gesù Cristo era l’Agnello di Dio e tutte le Scritture
che riguardano la Sua morte e resurrezione avrebbero dovuto essere compiute esattamente, come la
Parola di Dio dettava. L’ultima frase in 1 Corinzi 5:7 dichiara: “...Poiché anche la nostra pasqua, cioè
Cristo, è stata immolata.” Sì, assolutamente! Cristo ha compiuto la profezia dell’Agnello di Dio ed è
stato sacrificato come la VERA Pasqua, nel GIORNO di PASQUA del 31 d.C. La Pasqua in quell’anno
era un mercoledì ed era il “giorno di preparazione” per il primo SABATO ANNUALE DELL’ANNO,
il grande Giorno Santo, il primo giorno dei Pani Azzimi.
La Parola di Dio non fa menzione della Domenica, del Natale, di Halloween, del giorno di San
Valentino, della Pasqua di Resurrezione o di qualunque festa del mondo. Queste festività del mondo
derivano dal paganesimo e sono condannate da Dio, come i “giorni di Baal”! Per favore leggete Osea
2:13 dallaVersione Riveduta Standard dove è dichiarato: “E la punirò (Israele) a motivo de’ giorni de’
Baali...”
La Versione King James traduce erroneamente la parola greca Pasha come “Pasqua di
Resurrezione” in Atti 12:4, ma quasi tutte le altre versioni traducono la parola correttamente come
“Pasqua”. Cosa hanno a che fare le “uova” e i “conigli” con la Resurrezione? Assolutamente niente!
Comunque, essi sono sempre stati associati con la primavera pagana degli dèi della fertilità, Ishtar e
Easter. Potete facilmente provare questa dichiarazione con molte enciclopedie alla portata di tutti.
La Bibbia registra in modo definitivo i Giorni Santi di Dio. Come cristiani noi siamo “l’Israele di
Dio” (Galati 6:16 e 1 Pietro 2:9-10), così dobbiamo osservare i Giorni Santi di Dio, non i giorni pagani
di un falso dio e di falsi dèi. Dio ci avverte fortemente di non adottare nessuna delle stupide pratiche
del paganesimo (vedere Geremia 10:1-5 e Deuteronomio 12:29-32).
I Giorni Santi del Signore!
Levitico 23 elenca i Giorni delle Feste di Dio. In questo capitolo dodici volte il Signore (che
diventa Gesù Cristo) proclama che questi giorni di Festa sono i SUOI GIORNI! I versetti da 1 a 7
tuonano fuori la verità: “L’Eterno parlò ancora a Mosè, dicendo: ‘Parla ai figliuoli d’Israele e di’ loro:
Ecco le solennità dell’Eterno, che voi bandirete come sante convocazioni. LE MIE SOLENNITÀ
SONO QUESTE.” NON sono le feste dei giudei. Sono i Giorni di Festa di Dio, stabiliti dall’UNICO
che divenne Gesù Cristo!
“Durante sei giorni si attenderà al lavoro; ma il settimo giorno è sabato, giorno di completo
riposo e di santa convocazione. Non farete in esso lavoro alcuno; è un riposo consacrato all’Eterno in
tutti i luoghi dove abiterete.”
“Queste sono le solennità dell’Eterno, le sante convocazioni che bandirete ai tempi stabiliti.”
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“Il primo mese, il quattordicesimo giorno del mese, sull’imbrunire, sarà la Pasqua dell’Eterno”
(Questo giorno è nel mese di Nisan, il primo mese del Calendario Sacro che corrisponde a MarzoAprile del calendario gregoriano del mondo. Questo è il giorno in cui Gesù morì nel 31 d.C., come il
VERO AGNELLO DI PASQUA!)
“E il quindicesimo giorno dello stesso mese sarà la Festa dei Pani Azzimi in onore
dell’ETERNO; per sette giorni mangerete pane senza lievito.”
“Il Primo Giorno avrete una santa convocazione; non farete in esso alcuna opera servile.”
Pasqua, 31 d.C.
Il nostro Signore aveva partecipato alla Pasqua con alcuni Suoi discepoli quella stessa notte che
fu preso prigioniero. Luca 22:14-15 dichiara: “E quando l’ora fu venuta, egli si mise a tavola, e gli
apostoli con lui.” (Mentre il sole tramontava quel martedì pomeriggio del 13 di Nisan il 31 d.C.,
l’agnello di Pasqua era stato amazzato tra le due sere, e poi, il 14 del primo mese veniva preparato per
il pranzo di Pasqua. Naturalmente, quel piccolo agnello era il simbolo della vera Pasqua: Gesù Cristo
stesso.) “Ed egli disse loro: ‘Ho grandemente desiderato di mangiar questa Pasqua con voi, prima ch’io
soffra.” Cristo osservava la Pasqua nell’ora corretta e nel giorno corretto. Egli istituì i nuovi simboli
che avrebbero dovuto essere usati nel servizio di Pasqua da allora in poi. Invece di uccidere un agnello
ogni anno per ogni famiglia, Gesù, in quel giorno, divenne la vera Pasqua, ucciso per NOI! Il Pane
avrebbe rappresentato il Suo corpo lacerato, battuto e sacrificato per i nostri peccati fisici (1 Pietro
2:24) e il Vino avrebbe rappresentato il Suo sangue (Levitico 17:11) versato per il perdono dei nostri
peccati, la trasgressione della Legge di Dio (1 Pietro 1:18-19).
Ai cristiani è comandato di continuare questa solenne cerimonia di Pasqua fino al ritorno di
Cristo. 1 Corinzi 11:26 dichiara: “Poiché ogni volta che voi mangiate questo pane e bevete di questo
calice, voi annunziate la morte del Signore, finch’egli venga.” I cristiani dovrebbero fare questo come
ricordo della morte del nostro Signore, ogni anno, nello stesso giorno in cui Lui morì, il giorno di
Pasqua.
Gesù morì nel giorno di Pasqua e nello stesso tempo in cui i sacerdoti giudei stavano uccidendo i
loro agnelli pasquali nel tempio. I giudei osservano la “loro Pasqua” un giorno dopo! Attraverso i
secoli essi sono stati ingannati nel combinare la Pasqua e i setti giorni dei Pani Azzimi in un’unica festa
e chiamano gli interi sette giorni “Pasqua”. Comunque, questo non è ciò che la Legge di Dio istruisce
di fare. Numeri 28:16-17 comanda la seguente cosa: “Il primo mese, il quattordicesimo giorno del mese
sarà la Pasqua in onore dell’Eterno. E il quindicesimo giorno di quel mese sarà giorno di Festa. Per
sette giorni si mangerà pane senza lievito.” Queste sono istruzioni chiare ma, ripeto, col passare degli
anni, i giudei hanno unito la Pasqua e la Festa in un periodo di Festa di sette giorni, chiamandolo
impropriamente “Pasqua”!
Esattamente 72 ore nella tomba!
Cristo fu crocifisso alle 9 del mattino del giorno di Pasqua e morì all’incirca alle 3 del
pomeriggio allorché la popolazione giudea stava preparandosi per la loro Festa di Pasqua (vedere
ancora Giovanni 19:31). Nonostante la Festa dei giudei, la Festa di Dio dei Pani Azzimi sarebbe
cominciata al tramonto, appena cominciava il 15° giorno del primo mese. Questo era un GIORNO DI
SABATO SANTO ANNUALE! Quell’anno cominciava al tramonto di mercoledì e continuava per 24
ore fino al tramonto di giovedì. Il nostro Signore fu deposto dalla croce e messo nella tomba proprio
prima del tramonto di quel mercoledì. In Luca 23:53-54 leggiamo: “E (Giuseppe d’Arimatea) trattolo
giù di croce, lo involse in un panno lino e lo pose in una tomba scavata nella roccia, dove niuno era
ancora stato posto. Era il giorno della Preparazione, e stava per cominciare il sabato.” Sì! I giudei lo
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chiamavano “la Preparazione”, quando veramente era il Giorno di Pasqua e stava arrivando il Primo
Giorno dei Pani Azzimi, un SABATO ANNUALE.
Era un SABATO ANNUALE, non un SABATO SETTIMANALE, quello che cominciava al
tramonto del mercoledì. Il nostro Salvatore fu messo nella tomba, in quel tempo, proprio prima del
tramonto del mercoledì. Ora contate tre giorni e tre notti. Egli era nella tomba tutta la notte di
mercoledì, di giovedì e di venerdì. Egli era nella tomba tutto il giorno di giovedì, di venerdì e di
Sabato. Immediatamente prima del tramonto di Sabato, il trionfante Gesù Cristo fu RISORTO da Dio
Onnipotente e passò attraverso la solida pietra di quella tomba! Egli era stato morto, adagiato nella
tomba per tre giorni e per tre notti, ma ora Egli era il Primo Nato dai morti! Tutte le scritture erano
compiute completamente. Il Suo “unico segno”, il segno di Giona, provava che Egli ERA il Cristo!
Coloro che rispettano la domenica, supponendo sia il giorno della Sua Resurrezione, sono
ingannati per infrangere i Comandamenti di Dio. Mi ripeto: Gesù è stato nella tomba esattamente per
72 ore ma, attraverso il potere onnipotente del Padre, Egli fu risorto e camminò fuori dalla tomba alla
fine del Sabato pomeriggio (il Sabato settimanale), dopo tre giorni e tre notti!
Quando le donne vennero alla tomba il mattino presto della domenica, era ancora buio. “E
passato il sabato, Maria Maddalena e Maria madre di Giacomo e Salome comprarono degli aromi per
andare a imbalsamar Gesù. E la mattina del primo giorno della settimana, molto per tempo, vennero al
sepolcro sul levar del sole.” (Marco 16:1-2). Queste donne devote avevano sorvegliato che il corpo di
Gesù fosse deposto nella tomba (Luca 23:55). Da questo tempo al tramonto, era cominciato il Giorno
Santo, il Primo Giorno dei Pani Azzimi e tutti i giudei avevano chiuso i negozi. Così dove avevano
comprato le spezie, gli aromi, con i quali ungere il Suo corpo? Luca 23:56 ci porta a chiarire questo
punto: “Poi, essendosene tornate, prepararono aromi ed oli odoriferi. (In altre versioni dal greco è
tradotto: e durante il sabato si riposarono, secondo il comandamento.)
Per favore, comprendete. Il Gran Giorno di Sabato cominciava al tramonto di mercoledì, mentre
il corpo del nostro Signore veniva messo nella tomba. Poi la Pasqua giudea e la Festa dei Pani Azzimi
cominciò. Quel mercoledì notte e tutto il giorno di giovedì tutti i negozi dei giudei erano chiusi per il
Primo Giorno dei Pani Azzimi. Al venerdì, il lavoro era come al solito, così le donne comprarono gli
aromi e lavorarono tutto il giorno di venerdì, preparandoli per ungere il Suo corpo. Poi, esse si
fermarono nel SABATO SETTIMANALE e, prima che sorgesse il sole alla domenica mattina, esse
vennero alla tomba e la trovarono vuota!
Il punto importante qui è che c’erano DUE SABATI nella settimana della crocifissione, che
permetteva di avere quei tre giorni e tre notti nella tomba, in preciso accordo con le Scritture. Non c’è
NESSUNA cosa santa circa la domenica; comunque, i Giorni del Signore sono Santi! Satana è un
grande ingannatore e la domenica è la sua contraffazione del vero giorno di Sabato.
Sette punti da ricordare!
1)
2)
3)
4)
5)
Qui ci sono Sette Punti che enfatizzano l’importanza del rispetto del Sabato come tempo Santo:
Il Sabato fu fatto per l’uomo (Marco 2:27).
Il Sabato è un ricordo della Creazione. Dio si è riposato nel Settimo Giorno e lo ha creato come
Tempo Santo (Genesi 2:1-3).
In Esodo 16 Dio ha dimostrato potentemente a Israele quale giorno fosse il Sabato, mandando
miracolosamente la manna ogni giorno, ad eccezione del Sabato e la porzione extra che avrebbero
dovuto raccogliere nel sesto giorno non si sarebbe rovinata nel giorno di Sabato! Questo cominciò
parecchie settimane prima che vennero dati i Dieci Comandamenti e continuò per quarant’anni!
All’uomo è comandato di rispettare il Sabato come parte della Legge d’Amore (Esodo 20:8-11 e
Deuteronomio 5:12-15)!
Gesù Cristo, la PAROLA, creò tutte le cose, incluso il Sabato, e quando Egli era qui, nella “carne”,
20
lo rispettò in accordo al Comandamento (Colossesi 1:15-16 e Luca 4:16)!
6) Paolo e la prima Chiesa Cristiana rispettavano il Sabato (Atti 17:2 ed Ebrei 4:9)!
7) Il Sabato sarà rispettato dal mondo intero nel Governo Millenario di Gesù Cristo (Isaia 66:22-33).
Considerate attentamente questi sette punti. In una forma molto concisa, essi presentano la verità
relativa al volere di Dio e al Suo Sabato. Ora comprendete che, come cristiano, dovete rispettare il
Sabato di Dio, i Suoi Giorni Santi Annuali e i Suoi Comandamenti. Gesù Cristo è lo stesso oggi, ieri e
per sempre (Ebrei 13:8). Se Egli vive in voi, rispetterete il giorno Santo del Sabato! Ricordate, 1
Giovanni 5:3 ci dice: “Perché questo è l’amor di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi
comandamenti non sono gravosi.” La meravigliosa Legge di Dio non è gravosa, bensì è una fantastica
benedizione. Nell’ultimo capitolo dell’ultimo libro della Bibbia, è data questa promessa: “Beati coloro
che lavano le loro vesti... (Nella versione Nuova Diodati è tradotto: “Beati coloro che adempiono i Suoi
Comandamenti...)” (Apocalisse 22:14).
21
Capitolo Quattro
Vi precederò in Galilea!
La Pasqua finalmente venne ed era grande desiderio di Gesù di osservare l’occasione con i Suoi
cari amici. Luca 22:14-15 dichiara: “E quando l’ora fu venuta, egli si mise a tavola, e gli apostoli con
lui. Ed egli disse loro: ‘Ho grandemente desiderato di mangiar questa pasqua con voi, prima ch’io
soffra’...” Egli aveva detto loro più e più volte che stava andando ad essere arrestato, flagellato e
crocifisso e il TEMPO per tutto questo era arrivato. Il nostro Signore aveva molti punti importanti che
cercava di enfatizzare per loro su quella sera memorabile, ma un annuncio particolarmente importante
fu completamente ignorato dagli apostoli.
Durante la cena di Pasqua, Cristo cambiò i simboli per il servizio. Non sarebbe stato più
necessario uccidere i piccoli agnelli per la Pasqua. Da quel giorno Egli sarebbe diventato l’Agnello di
Pasqua! Egli sarebbe diventato la nostra Pasqua, sacrificato per noi! (1 Corinzi 5:7). Matteo 26:26-28
dichiara: “Or mentre mangiavano, Gesù prese del pane; e fatta la benedizione, lo ruppe, e dandolo a’
suoi discepoli, disse: ‘Prendete, mangiate, questo è il mio corpo’. Poi, preso un calice e rese grazie, lo
diede loro, dicendo: ‘Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso
per molti per la remissione dei peccati’.” Poi, un po’ più tardi, Egli li scioccò con queste parole nei
versetti 31-32: “Allora Gesù disse loro: ‘Questa notte voi tutti avrete in me un’occasion di caduta;
perché è scritto: Io percoterò il pastore, e le pecore della greggia saranno disperse. Ma dopo che sarò
risuscitato, vi precederò in Galilea.”
Pietro e gli altri affermarono la loro lealtà a Gesù, dicendo che Egli non li avrebbe mai offesi.
Ma, notate che nessuno chiede qualcosa sulla seconda parte del suo forte avvertimento!
“Io vi precederò.....” Dove?
Che cosa disse Egli? Questo era il Signore, Gesù Cristo, che stava facendo un’affermazione
molto importante, ma nessuno ascoltò questa vitale informazione! “...Dopo che sarò risuscitato, vi
precederò in Galilea!” Cosa significava questo? Egli chiaramente voleva dire che più tardi, quella
sera, sarebbe stato tradito, fatto prigioniero, deriso, flagellato e poi crocifisso e ucciso. Egli sarebbe poi
stato messo nella tomba per tre giorni e tre notti, come Giona, e poi, dopo quei tre “giorni” (72 ore),
Egli sarebbe risorto e uscito fuori dalla Sua tomba! COSA AVREBBE FATTO
SUCCESSIVAMENTE?
Gesù chiaramente disse che, dopo che Egli sarebbe risorto, Egli li avrebbe preceduti in
GALILEA! Sarebbe andato prima di loro in GALILEA: “Vi rivedrò in Galilea”! PERCHÉ? E per di
più, DOV’È LA GALILEA?
Dov’è la Galilea?
Il Signore Gesù era della città di Nazaret, nella provincia di Galilea. La Galilea era la regione più
a nord delle tre provincie della nazione di Israele. La Giudea era a Sud, la Samaria era localizzata al
centro e la Galilea al Nord..
Gesù fu chiamato il Nazareno come profetizzato. Matteo 2:22-23 dichiara: “Ma udito che in
Giudea regnava Archelao invece d’Erode, suo padre, temette d’andar colà; ed essendo stato
divinamente avvertito in sogno, si ritirò nelle parti della Galilea; e venne ad abitare in una città detta
Nazaret, affinché si adempiesse quello ch’era stato detto dai profeti, ch’egli sarebbe chiamato
Nazareno.” Vedere anche Matteo 21:11.
Il nostro Signore cominciò il Suo ministero in Galilea, come registrato in Marco 1:1, 9 e 14:
“Principio dell’evangelo di Gesù Cristo, Figliuolo di Dio.... Ed avvenne in que’ giorni che Gesù venne
22
da Nazaret di Galilea e fu battezzato da Giovanni nel Giordano.... Dopo che Giovanni fu messo in
prigione, Gesù si recò in Galilea, predicando l’evangelo di Dio...(In altre versioni viene tradotto:
predicando il vangelo del Regno di Dio.)”
Gesù scelse attentamente i discepoli che erano galilei, come confermato dagli angeli in Atti 1:11:
“Uomini Galilei, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù che è stato tolto da voi ed assunto
dal cielo, verrà nella medesima maniera che l’avete veduto andare in cielo.”
Il primo miracolo dimostrato dal Figlio di Dio fu in Galilea. Egli cambiò dell’acqua chiara in un
vino di alta qualità! “Gesù fece questo primo de’ suoi miracoli in Cana di Galilea, e manifestò la sua
gloria; e i suoi discepoli credettero in lui.” (Giovanni 2:11).
Si è pensato che il nostro Signore abitasse in una casa in Capernaum che era situata sul mare di
Galilea. “E, lasciata Nazaret, venne ad abitare in Capernaum, città sul mare, ai confini di Zabulon e di
Neftali...(Matteo 4:13). E dopo alcuni giorni, egli entrò di nuovo in Capernaum, e si seppe che era in
casa (Marco 2:1). Ed avvenne che, nel recarsi a Gerusalemme, egli passava sui confini della Samaria e
della Galilea.” (Luca 17:11).
Nazaret era a circa 30 Km a sud-ovest di Capernaum e Capernaum era approssimativamente a
135 Km a nord di Gerusalemme, in linea d’aria. Questa era la terra del nostro Signore ed Egli deve aver
molto amato quell’area. La Galilea ha le sue montagne, le colline, le ricche fattorie e la terra costiera
del meraviglioso mare di Galilea (anche chiamato mare di Gennesaret e mare di Tiberiade). Questa è
l’area in cui Egli passò molto della Sua vita nella carne. Durante gran parte del Suo ultimo ministero,
Egli sapeva che la Galilea era sicura per Lui e per i Suoi discepoli.
Questo è il motivo per cui Egli disse loro: “...dopo che sarò risorto vi precederò in Galilea!”
Ma essi non posero attenzione a queste importanti parole di vita.
Deriso, flagellato e crocifisso
Gesù Cristo, il Figlio di Dio, fu catturato quella sera di Pasqua, deriso, flagellato prima di morire,
falsamente condannato e crocifisso intorno alle 9 del mattino nel giorno di Pasqua del 31 d.C. La sua
intensa sofferenza finì intorno alle 3 del pomeriggio mentre un soldato romano, violentemente,
conficcò la sua lancia nel Suo addome e nel Suo costato. La lancia fece un brutto squarcio e una ferita
larga abbastanza da permettere, più tardi, all’apostolo Toma di toccare con la sua mano (Giovanni
20:27). Il nostro Salvatore morì per la perdita di sangue! Il Suo sangue si sparse fuori da quella terribile
ferita, come Isaia 53:12 dichiara: “Perciò io gli darò la sua parte fra i grandi, ed egli dividerà il
bottino coi potenti, perché8478, 834 Egli ha dato6168 se stesso5315 alla morte, ed è stato
annoverato fra i trasgressori; perch’egli ha portato i peccati di molti, e ha interceduto per i
trasgressori.”
Notate i numeri della Strong’s Concordance per anima #5315 che nella parola ebraica “nephesh”
è definita come: “Dalla #5314; propriamente una creatura che respira, che è animale o (in forma
astratta) vitalità; usato molto generalmente in senso letterale, adattato o figurativo....” Osservate come
la stessa parola ebraica in Levitico 17:11 è resa come vita e anima. Questa scrittura ci dice che la vita è
nel sangue e il nostro Salvatore ha sparso la Sua vita, il Suo sangue. Levitico 17:11: “Poiché3588 la
vita5315 della carne1320 è nel sangue:1818 Per questo 589 vi ho ordinato5414 di porlo5921
sull’altare4196 per far l’espiazione3722 per5921 le vostre persone:5315 perché3588 il sangue1818 è
quello1931 che fa l’espiazione,3722 mediante la vita.5315”
Matteo 27:45-49 registra gli ultimi momenti di Gesù prima della Sua morte: “Or dall’ora sesta si
fecero tenebre per tutto il paese, fino all’ora nona. E verso l’ora nona, Gesù gridò con gran voce: Elì,
Elì, lamà sabactanì? cioè: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Ma alcuni degli astanti, udito
ciò, dicevano: Costui chiama Elia. E subito uno di loro corse a prendere una spugna; e inzuppatala
23
d’aceto e postala in cima ad una canna, gli diè da bere. Ma gli altri dicevano: Lascia, vediamo se Elia
viene a salvarlo.”
Comunque, le parole seguenti sono registrate nei manoscritti Siniaticus e Vaticanus e dovrebbero
essere poste nel versetto 49 a questo punto: “ma un altro gli forò il costato, e ne uscì sangue e
acqua.”
Questa frase inserita correttamente rende comprensibile la lettura del versetto 50: “E Gesù,
avendo di nuovo gridato con gran voce, rendé lo spirito.” Mentre la lancia entrò nel Suo fianco Egli
urlò e disse: “È finita” e “Nelle tue mani rimetto lo Spirito mio”, mentre il Suo sangue (la Sua vita) fu
sparso, egli morì!
Anche Giovanni 19:34 avrebbe dovuto essere scritto: “ma uno de’ soldati gli forò il costato con
una lancia, e subito ne uscì sangue ed acqua.”
Questa corretta interpretazione delle scritture in Matteo e in Giovanni non è un’interpretazione
privata o “Nuova Verità” ma VECCHIA VERITÀ insegnata dalla Chiesa di Dio Universale circa 40
anni fa ed è in completa armonia e accordo con il Vecchio e il Nuovo Testamento.
La sepoltura e la resurrezione
Giuseppe d’Arimatea ricevette il permesso da Ponzio Pilato di rimuovere il corpo di Gesù dalla
croce e di seppellirlo nella sua propria tomba. Ricordate, questo avveniva nel giorno di Pasqua e al
tramonto si stava avvicinando il Sabato annuale del Primo Giorno dei Pani Azzimi. Giovanni 19:42
afferma questo chiaramente: “Quivi dunque posero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei,
perché il sepolcro era vicino.”
Gesù Cristo, il vero Agnello di Pasqua, era stato messo velocemente nella tomba di Giuseppe
prima del tramonto nel pomeriggio della Pasqua di mercoledì del 31 d.C. Come abbiamo dichiarato,
Egli, morto, fu in quella tomba per tre giorni interi e per tre notti intere: tutte le notti di mercoledì,
giovedì e venerdì e tutte le giornate di giovedì, venerdì e Sabato!
Allo stesso tempo esatto di quando Egli fu messo nella tomba, tre giorni più tardi, Gesù divenne
la Primizia dalla morte e trionfalmente uscì dalla Sua tomba! Il Padre, Dio Onnipotente, Lo risuscitò
dalla morte! Il segno di Giona fu pienamente realizzato e il nostro Salvatore, il Messia fu nuovamente
vivo per sempre!
Ora dovrebbe essere chiaro dalle scritture che Gesù venne fuori dalla Sua tomba nel tardo
pomeriggio di Sabato (il Sabato settimanale), appena prima del tramonto; NON la domenica mattina,
come la tradizione vorrebbe farvi credere. Ma dove andò quella notte, dopo il tramonto? Cosa fece
Egli nel tempo tra la Sua resurrezione e la Sua apparizione a Maria Maddalena, la domenica
mattina?
Egli fece proprio quello che aveva detto che avrebbe fatto: andò prima di loro in Galilea,
come aveva detto loro: “Vi rivedrò in Galilea”!
E la Galilea è a circa 130 Km a nord di Gerusalemme, a tre giorni di cammino!
24
Capitolo Cinque
Se avessero seguito le istruzioni....
La semplice ragione per cui il profeta Giona doveva trascorrere tre giorni e tre notti nella pancia
del pesce era che da Gerusalemme alla Galilea ci sono tre giorni di cammino. Gesù, il nostro Signore
disse che Egli sarebbe stato nella tomba tre giorni e tre notti, proprio come Giona è stato nella pancia
del pesce, per dare ai Suoi discepoli il tempo per raggiungere l’area della montagna in Galilea che Egli
aveva nominato! Gesù era interessato alla sicurezza dei Suoi amici. Egli voleva portarli fuori di città
immediatamente dopo la Sua morte. Egli disse “Vi rivedrò in Galilea”, ma essi non ascoltarono. Non
tenendo conto delle istruzioni di Cristo, persero tutto quello che era stato pianificato. Essi non erano lì a
salutare il loro Signore e per essere testimoni della Sua prima apparizione, in Galilea, non a
Gerusalemme! Forse Giovanni 17:24 era per essere compiuto in quel pomeriggio “Padre, io voglio che
dove son io, siano meco anche quelli che tu m’hai dati, affinché veggano la mia gloria che tu m’hai
data...” Comunque, qualunque cosa fosse pianificata per quel preciso tempo e luogo, venne annullata
perché i discepoli erano ancora in Gerusalemme e rimanendo lì, essi cambiarono il corso della storia.
Per paura dei giudei
Gli amici intimi e i discepoli di Cristo, uomini e donne, non avevano realmente ascoltato le Sue
istruzioni ed erano rimasti a Gerusalemme tre giorni e tre notti dopo la crocefissione e la sepoltura. Essi
non capivano o non credettero che il loro Maestro sarebbe stato ucciso e certamente non capirono che
Egli sarebbe risorto dalla morte. Essi proprio non lo avevano capito! Giovanni 20:9 lo relaziona:
“Perché non aveano ancora capito la Scrittura, secondo la quale egli dovea risuscitare dai morti.” Di
conseguenza, erano ancora in Gerusalemme, gli uomini in paura delle loro vite (Or la sera di quello
stesso giorno, ch’era il primo della settimana, ed essendo, per timor de’ Giudei, serrate le porte del
luogo dove si trovavano i discepoli...versetto 19), ma le donne erano intente ad occuparsi del corpo del
loro Signore.
Riprendiamo la storia cominciando da Matteo 28:1-7: “Or nella notte del sabato, quando già
albeggiava, il primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l’altra Maria vennero a visitare il
sepolcro. Ed ecco si fece un gran terremoto; perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò,
rotolò la pietra, e vi sedette sopra. Il suo aspetto era come di folgore; e la sua veste, bianca come neve.
E per lo spavento che n’ebbero, le guardie tremarono e rimasero come morte. Ma l’angelo prese a dire
alle donne: Voi, non temete; perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. Egli non è qui,
poiché è risuscitato come avea detto; venite a vedere il luogo dove giaceva. E andate presto a dire a’
suoi discepoli: Egli è risuscitato da’ morti, ed ecco, vi precede in Galilea; quivi lo vedrete. Ecco, ve
l’ho detto.”
Maria
Il racconto di Giovanni dà più dettagli della visita alla tomba. Giovanni 20:1-9: “Or il primo
giorno della settimana, la mattina per tempo, mentr’era ancora buio, Maria Maddalena venne al
sepolcro, e vide la pietra tolta dal sepolcro. Allora corse e venne da Simon Pietro e dall’altro discepolo
che Gesù amava, e disse loro: Han tolto il Signore dal sepolcro, e non sappiamo dove l’abbiano posto.
Pietro dunque e l’altro discepolo uscirono e si avviarono al sepolcro. Correvano ambedue assieme; ma
l’altro discepolo corse innanzi più presto di Pietro, e giunse primo al sepolcro; e chinatosi, vide i
pannilini giacenti, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva, ed entrò nel
sepolcro, e vide i pannilini giacenti, e il sudario ch’era stato sul capo di Gesù, non giacente coi
pannilini, ma rivoltato in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo che era giunto primo al
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sepolcro, e vide, e credette. Perché non aveano ancora capito la Scrittura, secondo la quale egli dovea
risuscitare dai morti.”
Essi ancora non l’avevano capito!
Pietro e Giovanni lasciarono l’area della tomba in uno stato di sconcerto e ritornarono al loro
luogo di residenza. Ora continuiamo con Giovanni 20:10-17: “I discepoli dunque se ne tornarono a
casa. Ma Maria se ne stava di fuori presso al sepolcro a piangere. E mentre piangeva, si chinò per
guardar dentro al sepolcro, ed ecco, vide due angeli, vestiti di bianco, seduti uno a capo e l’altro ai
piedi, là dov’era giaciuto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: Donna, perché piangi? Ella disse loro:
Perché han tolto il mio Signore, e non so dove l’abbiano posto.”
Maria era emozionalmente distrutta e incapace di comprendere quello che aveva visto e sentito.
“Detto questo, si voltò indietro, e vide Gesù in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Gesù le disse:
Donna, perché piangi? Chi cerchi? Ella, pensando che fosse l’ortolano, gli disse: Signore, se tu l’hai
portato via, dimmi dove l’hai posto, e io lo prenderò. Gesù le disse: Maria! Ella, rivoltasi, gli disse in
ebraico: Rabbunì! che vuol dire: Maestro! Gesù le disse: Non mi toccare, perché non sono ancora salito
al Padre; ma va’ dai miei fratelli, e di’ loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, all’Iddio mio e Iddio
vostro.”
La mannella agitata
Cristo il nostro Signore apparve prima a Maria molto presto, quella domenica mattina, e quella
domenica mattina era il tempo preciso dell’offerta della mannella agitata! Questa cerimonia
rappresentava un altro importantissimo evento nel piano di Dio che Cristo avrebbe compiuto
perfettamente! Le istruzioni per la cerimonia della mannella agitata erano date all’antico Israele per
essere osservate il primo giorno della settimana, dopo la Pasqua e durante i giorni dei Pani Azzimi.
Queste istruzioni sono in Levitico 23:9-11: “L’Eterno parlò ancora a Mosè, dicendo: ‘Parla ai
figliuoli d’Israele, e di’ loro: Quando sarete entrati nel paese che io vi dò e ne mieterete la raccolta,
porterete al sacerdote una mannella, come primizia della vostra raccolta; e il sacerdote agiterà la
mannella davanti all’ETERNO, perché sia gradita per il vostro bene; il sacerdote l’agiterà il giorno
dopo il sabato.”
Nel tempo preciso che il sacerdote levitico simbolicamente agitava la prima mannella del nuovo
grano, che era la Primizia del raccolto primaverile, Gesù Cristo, la vera mannella agitata e primo frutto
e primizia del raccolto spirituale, presentava Se Stesso a Dio Onnipotente. 1 Corinzi 15:20 e 23
spiegano chiaramente: “Ma ora Cristo è risuscitato dai morti, primizia di quelli che dormono..... Ma
ciascuno nel suo proprio ordine: Cristo, la primizia; poi quelli che son di Cristo, alla sua venuta.”
Gesù era la Primizia dalla morte. Anche quelli chiamati da Dio per il primo raccolto spirituale
alla prima resurrezione sono chiamati Primizie. La storia sbalorditiva di queste 144.000 Primizie è
presentata nel nostro libretto gratuito: La Festa delle Trombe O la Pentecoste.... Quale?
Il nostro Signore disse a Maria di non toccarlo perché Egli non era ancora asceso al Padre, ma
più tardi, in quella domenica mattina, dopo aver adempiuto la profezia della mannella agitata, Egli
apparve ad alcune delle altre donne discepole: “Quand’ecco Gesù si fece loro incontro, dicendo: Vi
saluto! Ed esse, accostatesi, gli strinsero i piedi e l’adorarono.” (Matteo 28:9).
Poi, ancora una volta, Gesù disse alle donne di ricordare ai discepoli dove dovevano andare per
vederLo (versetto 10): “Allora Gesù disse loro: Non temete; andate ad annunziare a’ miei fratelli che
vadano in Galilea; là mi vedranno.”
Tuttavia, dopo il tramonto di quel primo giorno della settimana, i discepoli erano ancora nella
città di Gerusalemme. Qui è dove Cristo ha fatto la Sua prima apparizione a coloro che erano raccolti in
gruppo. Giovanni 20:19-20 registra questo incontro: “Or la sera di quello stesso giorno, ch’era il primo
della settimana, ed essendo, per timor de’ Giudei, serrate le porte del luogo dove si trovavano i
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discepoli, Gesù venne e si presentò quivi in mezzo, e disse loro: Pace a voi! E detto questo, mostrò loro
le mani ed il costato. I discepoli dunque, com’ebbero veduto il Signore, si rallegrarono.”
La seconda apparizione di Cristo ai discepoli dà l’impressione che quegli apostoli erano ancora
incredibilmente nella città di Gerusalemme, otto giorni dopo. I versetti 24-27 descrivono questo
secondo incontro: “Or Toma, detto Didimo, uno de’ dodici, non era con loro quando venne Gesù. Gli
altri discepoli dunque gli dissero: Abbiam veduto il Signore! Ma egli disse loro: Se io non vedo nelle
sue mani il segno de’ chiodi, e se non metto il mio dito nel segno de’ chiodi, e se non metto la mia
mano nel suo costato, io non crederò. E otto giorni dopo, i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e
Toma era con loro. Venne Gesù, a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro, e disse: Pace a voi! Poi
disse a Toma: Porgi qua il dito, e vedi le mie mani; e porgi la mano e mettila nel mio costato; e non
essere incredulo, ma credente.”
Finalmente, in Galilea!
È praticamente incomprensibile che questi devoti discepoli di Gesù non seguirono il Suo piano
direttivo di “andare in Galilea” se non dopo due settimane. Forse le loro azioni possono essere
giustificate dal fatto di non avere ancora ricevuto il dono dello Spirito Santo di Dio. La loro
comprensione è stata aperta il pomeriggio della prima apparizione di Cristo a loro. Comunque,
l’importanza del fuggire in Galilea alla morte di Gesù o il chiaro comando di “andare in Galilea”, non
si materializzò nelle loro menti che molto più tardi.
Giovanni 21 registra la terza apparizione di Gesù a sette dei Suoi discepoli, dopo che essi hanno
lavorato tutta la notte pescando nel mare di Galilea! I versetti 1 e 14 sono sufficienti per provare questa
terza apparizione: “Dopo queste cose, Gesù si fece veder di nuovo ai discepoli presso il mar di
Tiberiade; e si fece vedere in questa maniera... Quest’era già la terza volta che Gesù si faceva vedere ai
suoi discepoli, dopo essere risuscitato da’ morti.”
Poi, gli undici discepoli originali e forse molti di più, alla fine incontrarono il loro Salvatore
esattamente dove egli aveva dato appuntamento: approssimativamente due settimane più tardi! La
descrizione di questo incontro è in Matteo 28:16-20 ed io includerò 1 Corinzi 15:6: “Quanto agli undici
discepoli, essi andarono in Galilea sul monte che Gesù avea loro designato. E vedutolo, l’adorarono;
alcuni però dubitarono. E Gesù, accostatosi, parlò loro, dicendo: Ogni potestà m’è stata data in cielo e
sulla terra. Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo
e dello Spirito Santo, insegnando loro d’osservar tutte quante le cose che v’ho comandate. Ed ecco, io
sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente....”1 Corinzi 15:6: “Poi apparve a più di
cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti.”
L’alterazione della STORIA!
Il fantastico racconto di Giona nella pancia del grande pesce non ha niente a che fare con il suo
pentimento o con la punizione di Dio su di lui. Egli si era pentito della disubbidienza a Dio prima che
egli avvisasse quei marinai impauriti che gli urlavano nel mare! L’allusione di Gesù a quei tre giorni e
tre notti, come riferimento al tempo della Sua sepoltura non era allo scopo di far sì che la Sua
resurrezione fosse il più grande dei miracoli a motivo di quel periodo di tempo. No davvero. I tre giorni
e le tre notti erano per lo scopo di fare scampare i Suoi amati discepoli i pericoli in Gerusalemme ed
essere nel posto dell’appuntamento in Galilea, per vedere la Sua trionfale resurrezione. Comunque, essi
non erano lì! Non hanno ascoltato o capito. E LA STORIA FU CAMBIATA!
Se fossero stati in Galilea avrebbero potuto vedere, come testimoni, quello che Cristo aveva
desiderato e pianificato! Quello che fu esattamente, non ci è stato detto. Tuttavia, se questi uomini e
queste donne fossero stati lì in Galilea tre giorni e tre notti dopo la Sua morte, mentre il Sabato stava
terminando, Egli sarebbe apparso a loro. Maria e le altre donne non sarebbero andate alla tomba vuota.
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Lo avrebbero visto in Galilea, come Egli disse! Inoltre, non ci sarebbe stata la tradizione universale
di una Domenica di Pasqua di Resurrezione!
Il “mondo cristiano” non avrebbe avuto scuse per rispettare la domenica come una contraffazione del
Sabato. Il mondo, invece, sarebbe potuto essere un posto diverso. Ma, questo è ancora il mondo! Satana
è il dio di questo mondo (2 Corinzi 4:4) e Dio permette che avvengano tante cose. All’umanità sono
stati dati 6000 anni per percorrere le proprie vie sotto l’influenza del diavolo. I seimila anni dalla
creazione di Adamo ed Eva sono finiti. Ora siamo nel Giorno del Signore! Ora Dio ha cominciato ad
intervenire, a portare alla fine il mondo di Satana e a stabilire il Regno di Dio e ora voi avete la vostra
chiamata!
Cosa avete imparato?
Nelle pagine di questo libretto sono state presentate tante informazioni complete. La vera ragione
per le informazioni in questo libretto può essere espressa in due punti.
Primo, realizzate che voi siete stati chiamati, proprio come lo è stato Giona! Voi siete stati
chiamati a studiare in preghiera la Parola di Dio, ascoltando e provando a capire esattamente quello che
Dio istruisce di fare. Noè ed Abramo ascoltarono attentamente e saranno grandemente ricompensati per
la loro ubbidienza. Giona provò a scappare da Dio. La sua disubbidienza è un avvertimento per noi,
oggi, perfino 3000 anni dopo; voi non potete scappare da Dio. I discepoli originali non ascoltarono le
parole e le istruzioni del loro Signore e Salvatore e alterarono la storia!
Secondo, assicuratevi di sapere ciò che credete. Da dove vengono le vostre credenze? Non
credete ad alcuno uomo, credete alla Bibbia, la Parola scritta di Dio! Non credete ad alcun uomo a
meno che egli segua Gesù Cristo, la Parola Vivente di Dio! Quando avete provato tutte le cose (1
Tessalonicesi 5:21) e sapete che state seguendo colui che segue Cristo, allora, camminate con lui in
fede!
Noi siamo la Chiesa del Fedele di Dio. Siamo qui per aiutarvi nei vostri studi della Parola di Dio
e in ogni altra necessità spirituale. Il nostro indirizzo è Church of God’s Faithful, PO Box 279,
Eutawville, SC 29048, USA. I nostri numeri di telefono sono 803-492-9061 e 843-462-7977. Vi
invitiamo ad accedere al nostro sito web: www.setapartbytruth.org
Aspettiamo di sentirvi.
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