UNIVERSITA' DI VENEZIA - ISTITUTO DI STUDI CLASSICI
PUBBLICAZIONI DEL SEMINARIO DI STORIA ANTICA
ATTILIO MASTROCINQUE
MANIPOLAZIONE DELLA STORIA
IN ETA' ELLENISTICA:
I SELEUCIDI E ROMA
« L'ERMA « di BRETSCHNEÏDER
ROMA 1983
Opera pubbUcata con il contributo del
Consiglio Nationale délie Ricerche
ISBN 88-7062-550-8
COPYRIGHT 1983 «
L'ERMA
» DI BBETSCHNEIDER - ROMA
Via Cassiodoro, 19
PREFAZIONE
In questo libro ho cercato una sintesi delle ricerche di storia ellenistica che
mi hanno più assiduamente impegnato negli Ultimi tempi.
Argomento della terza parte del libro, quella che ho maggiormente sviluppato e che mi è costata le fatiche maggiori, è la guerra tra Antioco III e Roma. Ho cercato di scrivere una storia di questo conflitto non tanto come susseguirsi di fatti ed episodi militari, quanto piuttosto come scontro tra due civiltà, la greca ellenistica e la romana, come contrapposizione di argomenti
giuridici, propagandistici, di temi letterari o di oracoli a sfondo politico.
La propaganda e la letteratura influenzata dalla propaganda sono pure
I'argomento delle prime due sezioni dell'opera, la prima riguardante le figure
di Antioco I e di Stratonice nella storia, nella leggenda e nel mito; la seconda
riguardante le tendenze che hanno ispirato le fonti sulla morte di Antioco II e
sulla guerra Laodicea che ne seguí.
Intendo qui ringraziare per i loro consigli i professori Lorenzo Braccesi,
Emilio Gabba e Dante Nardo. Particolarmente grato sono al prof. Piero
Trêves, per il suo incoraggiamento e il suo sostegno, alia signora Alda Croce
e airamico Giuseppe Palermo dell'Istituto Italiano per gU Studi Storici, miei
evergeti napoletani.
ATTILIO MASTROCINQUE
Venezia, 24 settembre 1981
ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI
ADAWBerlin
AlV
Amer. Journ. of Ane. Hist.
ANET
Ann. Ec. Prat. Hautes Etudes
Ann. Ist. It. Num.
Anz. Ak. Wien
Arch. Jahrb
ASAA
Ath. Mitl.
BMC
Bull. Acad. Royale de Belgique
Bull. ép.
CAH
Calif. Stud. Class. Ant.
CPh
OQ
CW
Diet, des Ant.
GGA
GGM
GRBS
Hist. Ztschr.
IC
IG
Inscr. Délos
Abhandlungen der deutschen Akademie der Wissenschaften zu
Berlin (Philos.-hist. Klasse).
Atti deiristituto Véneto di Scienze, Lettere ed Arti.
American Journal of Ancient History.
Ancient Near Eastern Texts relating to the Old Testament (a cura di J.B. Pritchard), Princeton 1969'.
Annuaire de l'Ecole Pratique des Hautes Etudes (IVe Section).
Annali dell'Istituto Italiano di Numismática.
Anzeiger der Akademie der Wissenschaften in Wien (Philol.-hist.
Klasse).
Jahrbuch des deutschen archäologischen Institutes (con
Archäologischer Anzeiger).
Annuario della Scuola Italiana di Atene.
Mitteilungen des deutschen archäologischen Institutes (Athenische
Abteilung).
Bulletin de Correspondence Hellénique.
Bulletin of the Institute of Classical Studies of the University of
London.
A Catalogue of the Greek Coins in the British Museum.
Bulletin de l'Académie Royale de Belgique.
Bulletin épigraphique, in «REG» a cura di J. e L. Robert.
Cambridge Ancient History.
California Studies in Classical Antiquity.
Classical Philology.
Classical Quarterly,
"
Classical Weekly.
Dictionnaire des antiquités grecques et romaines, IV voll., Paris
1877 — a cura di Ch. Daremberg ed E. Saglio.
F. Jacoby, Die Fragmente der griechischen Historiker, Berlin,
Leiden 1923 -.
C, e Th. Müller, Fragmenta historicorum Graecorum, Paris
1855-8(1841-1924).
Göttingische gelehrte Anzeigen.
C. Müller, Geograph! Graeci minores, Paris 1855-61.
Greek, Roman and Byzantine Studies.
Historische Zeitschrift.
Inscriptiones Creticae, a cura di M. Guarducci, 1935-1950.
Inscriptiones Graecae.
Inscriptions de Délos, Paris 1926,
10
JHS
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Neue Jahrbb.
Num. Chron.
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Rom. Mitl.
Rev. Num.
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Roscher, Ausf. Lex.
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SCO,
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Ztschr. f. Num.
AnUIO MASTROCINQUB
Journal of Hellenic Studies.
Journal of Roman Studies.
Neue Jahrbücher für das klassische Altertum.
Numismatic Chronicle and Journal of the Numismatic Society.
Orientis Craecis Inscriptiones Selectae, a cura di W. Dittenberger, Leipzig 1903-1905.
Proceedings of the Cambridge Philological Society.
La Parola del Fassato.
Past and Present.
Revue Archéologique.
Rendiconti dell'Accademia Nazionale dei Lincei (Classe di scienze
moraU, storiche, filosofiche).
Real-Encyclopädie der klassischen Altertumswissenschaft, Stuttgart 1892 - a cura di C. Pauly-G. Wissowa-W. Kroll.
Revue des études anciennes.
Revue des études grecques.
Revue des études juives.
Revue des études latines.
Mitteilungen des deutschen archäologischen Institutes (Römische
Abteilung).
Revue Numismatique.
Rivista di filología e di istruzione classica.
Revue de l'histoire des religions.
Ausführliches Lexikon der griechischen und römischen Mythologie, Leipzig 1884 - a cura di W. H. Roscher.
Revue de philologie, de littérature et d'histoire anciennes.
Rivista storica dell'antichità.
Sitzungsberichte der bayerischen Akademie der Wissenschaften
(philos.-hist. Klasse).
Sitzungsberichte der preussischen Akademie der Wissenschaften
zu Berlin (philos.-hist. Klasse).
Studi classici e orientali.
Supplementum epigraphicum Graecum, 1923-.
Sammlung der griechischen Dialektinschriften, a cura di H. Collitz e F. Bechtel.
Sylloge inscriptionum Graecarum, a cura di W. Dittenberger, terzaedizione. 1915-1924.
Tituli Asiae Minoris, a cura di E. Kalinka, R. Heberdey e altri,
1901.
Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik.
Zeitschrift für Numismatik.
capitoïo 1
Variazioni sul tema di Stratonîce,
Introduzione.
La vicenda di due innamorati, la fíglia di Demetrio Poliorcète, Stratonice, e il figlio di Seleuco Nikator, Antioco, è un tema di indagine storica
piuttosto inconsueto, nel senso che la storiografia difficilmente ha Toccasione di intrattenersi sui sentîmentî di due giovani, anche se fígli di re.
II fatto è che la vicenda ha commosso profundamente i contemporanei
ed ha avuto un seguito político della più grande rílevanza. Seleuco infatti
cedette in isposa la sua seconda moglie Stratonice al fíglio innamorato e
concesse ai due il titolo regale e Teredità al trono. II caso fece scalpore, e
ciascuno raccontava la vicenda a modo proprio, fíno a che non toccô agli
storici di proporre le loro versioni. Versioni che crediamo fossero abbastanza vicine alia realtà. Ma purtroppo non possediamo i testi ellenistici
che parlavano délia vicenda: possiamo soltanto capire che due importanti
autori, leronimo di Cardia e Filarco, offrirono due visioni antitetiche del
«caso Stratonice», Tuna favorevole ai Seleucidi, Taltra ostile. Dopo di loro moltî si applîcarono a narrare deiramore di Antioco, rendando trágico
il loro soggetto, e contaminándolo con quelle di Fedra, innamorata di Ippolito.
II racconto fu letto dai Greci e dai Romani e fu narrato nelle opere di
molti autori d*età impériale. Ma intanto c'erano stati altri che avevano trasformato questo racconto «trágico» — apprendendolo da una delle versio-
12
ATTaiO MASTROCINQUE
ni che circolavano nei primi secoli della nostra era — in un esercizio di retorica, nel quale si dovevano rendere con parole appropriate 1 sentimenti
del padre, del fígiio e deiramata. Qualcun altro aveva scritto addirittura
un romanzo, prendendo lo spunto dalla storia di Stratonice e contaminándola con il tema di Mirra e Cinira. Narró cosí di un re crudele, Antioco,
che s*era innamorato della fíglia e ne uccideva tutti i pretendenti. Sulle trame di questo motivo ebbe svolgimento il romanzo, il quale aveva come
protagonista uno dei pretendenti, ApoUonio.
La storia di Stratonice era nota a chiunque, era una tragedia, una fiaba, una novella, un romanzo, un brano di storia e di retorica. Divenne poi
anche un mito, cioè una storia sacra. Nel tempio della città santa di Bambyke si sapeva che la fertUità dei campi doveva essere assicurata con il rito
deirevirazione, un rito antico, che risaliva almeno alie culture del Tardo
Bronzo siriano e anatolico. Ed era consuetudine che a Bambyke i sacerdoti
evirati, i «Galli», fossero «amati» dalle donne. Cosi era quasi fatale che la
storia di Stratonice fosse riadattata in modo tale da divenire íl primo
esempio, Vaiíion, del rito dei «Galü». Solíante, al posto di Antioco figuró
nel mito un eroe dal nome simile al nome di Cibele-Cibebe: Kombabos, e
dalla funzione mitico-rituale simile a quella di Esmunos e di Attis. E simile
ad Attis divenne pure la figura di Antioco, come eroe fondatore di Antiochia sul Meandro.
Ma che cosa avvenne realmente nella reggia di Seleuco nel 294? Si presero decisioni in base a calcoli politici, poiché Seleuco aveva abbandonato
allora l'alleanza con Demetrio, oppure fu il sentimento di Antioco a determinare le cose, oppure fu la nécessita di assicurare la successione al trono?
Antioco tradi la fíducia del padre oppure soffri fino alia morte pur di non
tradirla?
Nessuno lo puó dire con certezza e a ciascuno è lecito proporre la sua
versione.
L 'amore di Antioco e Stratonice in funzione della dinastía
Questa indagine prende lo spunto e Tawio da un recente articolo di
Franca Landucci', che studia il modo in cui venne usata dalla propaganda
' Problem'! dinastici e opiníone pubblica nel «caso di Stratonice)*, in Aspeííi deU'opinione pubbllca nel mondo antico (a cura di Marta Sordi), Milano 1978, pp. 74 ss.
CAPITOLO I
13
di Seleuco I la vicenda di Stratonice. Costei, figlia di Demetrio Poliorcète
e di Fila, fu data dal padre in isposa a Seleuco, nel 299, per consolidare
Tamicizia, stipulata a Rhossos, tra i due sovrani^ Antioco pero, figlio di
Seleuco, innamoratosi perdutamente di Stratonice, si ammalô. Soltanto il
medico Erasistrato, che notó la frequenza del polso alterata per la vista di
Stratonice, capi che l'origine della malattia era Tamore e cosi Seleuco, venuto a conoscenza della cosa, di buon animo accondiscese alle nozze di
Antioco con Stratonice. In un discorso alle truppe, Seleuco avrebbe allora
fatto leva sulla nécessita della coesione e della continuità della dinastía,
che veniva consolidata non soltanto da questo matrimonio, ma soprattutto
dairaver proclamato Antioco re coreggente e Stratonice regina^
Seleuco seppe dunque trasformare un episodio "scandaloso" per la
mentalité dei Macedoni in un esempio di generosità e di nobiltà d'animo
dei due re: lui stesso che non puni, ma anzi comprese e gratifícó Antioco,
e Antioco che si sarebbe lasciato moriré pur di non commettere adulterio
con la matrigna"*. La storia di Antioco e Stratonice fu certamente riplasmata poi secondo i canoni del romanzo ellenistico e il testo di Valerio
Massimo fa intravedere che ne esistevano più versioni^ ma la fonte del
«romanzetto edificante» quäle è riportato da Plutarco, Appiano e Luciano
va identificata con lo storico filoantigonide leronimo di Cardia*. Quanto
al passo di Giuliano {Misop. 347-8), Ja Landucci' vi riconoscerebbe una
fonte diversa, forse Posidonio.
Due osservazioni in mérito potrebbero subito essere avánzate: la paternité di leronimo per i passi di Plutarco e Appiano riceve indiretta confer' Plut., Dem. 31; 32; cf. Justin. XV. 4. 23 s. Cf. J. SEIBBRT, Historische Beiträge zu den dynastischen Verbindungen in hellenistischer Zeit, Wiesbaden 1967, pp. 48 ss.
' Plut.. Dem. 38; App., Syr. 59-61; Luc, De dea Syria 17-18; Val. Max. V. 7 Ext. I, Julian.,
Misop. 347-8; Syncell., p. 520 Bonn; Suid., s.v.'EpaaC<iTpaToe.
' Cf. J. MESK, in «Rh. Mus. 68, 1913, pp. 371-2; A.B. BREEBAART, in «Mnemosyne» 20, 19(S7,
pp. 154-5; LANDUCCI, p. 80,
' LANDUCCI, pp. 74-5.
* E. MEYER, Blüte und Niedergang des Hellenismus in Asien, Leipzig 1924, p. 44; W. SWBET, in
«CW» 44, 1951, pp. 177 ss.; E. GABBA, in «RAL» 12, 1957, p. 348; LANDUCCI, pp. 80-1. A Filarco
pensavano invece il BREEBAART, p. Í57 e il MANNI. Plutarco. «Vita di Demetrio Poliorcète», Firenze
1953, p. 69. Nello stesso senso: G. Marasco.' Appiano e la storia dei Seleucidi, Firenze 1982, p.
105 (ho ricevuto questo lavoro troppo tardi per poterlo utilizzare adeguatamenle in questa sede). A
Duride pensano R. SCHUBERT, Die Quellen Ptutarchs in den Lebensbeschreibungen des Eumenes,
Demetrius und Pyrrhus, «Jahrbb.f.klass.Phil.» Suppl. 9, 1877-78, pp. 738-9 e R. KEBRIC, ¡n the
Shadow of Macedón: Duris of Samas, Wiesbaden 1977, pp. 57-8.
' Pp. 83-84.
14
ATTIUO UASTROCÏNQUE
ma da un*indagine di R.A. Hadley\ riguardante l'aneddotica e il genere
leggendario di matrice filoseleucidica, dei quali Tascendenza ieronimiana
pare assai probabile. Fra questi aneddoti e leggende filoseleucidiche si inserirebbe cosí anche la storia di Antioco e Stratonice. Questo permette di inferiré che la stesura deïla storia medesima ad opera di leronimo non poté
essere anteriore aU'epoca in cui il suo sovrano Antigono Gonata strinse alleanza con Antioco I, cioè nel 278 ca.^ Né va dimenticato che Antioco ed
Antigono erano cognati, proprio tramite Stratonice. Secondo punto: il
«caso Stratonice» ebbe luogo dopo il 299 (nozze di Seleuco e Stratonice),
prima del 294 o 293 (coreggenza di Antioco'"), e con buone probabilité va
situato intorno al 294. Questo fu proprio l'anno in cui Seleuco abbandonô
l'alleanza con Demetrio, padre di Stratonice. Gü strappó la Cilicia e non
mosse un dito mentre Tolemeo e Lisimaco si dividevano i restanti suoi
possedimenti asiatici". II divorzio dalla figlia di Demetrio assumeva pertanto anche dei risvolti politici.
Le nostre fonti principali, Valerio Massimo, Plutarco, Appiano, Luciano e Giuliano, sonó, nonostante le molte ma lievi varianti, abbastanza
concordi nel riferire la vicenda'^ Tuttavia sonó convinto che tali fonti, di
età impériale, non derivino direttamente da leronimo, o dalla versione originaria di leronimo, ma da un testo che ha in qualche modo resa più trágica o piíi romanzesca la materia esposta dallo storico filoantigonide. Non
è concepibile che un autore serio come leronimo abbia attribuito ad Erasistrato la diagnosi del male di Antioco. Infatti Erasistrato, nato fra il 310 e
il 300 (forse nel 304, cf. Plin., N.h. XIV. 73) raggiunse la sua akmé intorno al 258/7'^ Considerato che leronimo scrisse qualche tempo dopo il
278, è da ritenere che nelle sue pagine comparisse non il famoso medico
Erasistrato, ma il meno noto padre (cf. Suid,. s.v. 'Epaa.) di lui Cleombroto che, secondo Plinio, guarí Antioco'*. Valerio Massimo (V. 7 Ext.I),
* In «Historie) 18, 1969, pp. 142 ss.
» Cf. E. WoL, Histoire politique du monde hellénistique, I, Nancy 1979^ pp. 142-3.
'• Cf. Wm, o.e., p. 88.
" MJ^TROCINQUE, in «Aun. 1st. It. Num.» 1980-81, pp. 61 ss. Cf. K. J. BELOCH, Griechische
Geschichte, IV. 1, Berlin 1925, pp. 219-220 e SEIBERT, o.e., p. 50, n. 20. Contro l'opinione del Beloch, ma a torto, cf. F. GEYER, in RE !V. A. 1, s.v. Stratonike, c. 319.
'* Cf. MESK, o.e., pp. 370 s?. 11 MBSK, p. 378, isolerebbe pero Giuliano; tuttavia, a mio awiso,
del racconto di Giuliano andrebbe isolate únicamente l'inizio, di cui si parlera ira breve.
" Cf. WELLMANN, in RE, VI. t, s. v. Erasistratos. ce. 333-334; cf. Id., in «Hermes» 35, 1900, p.
380.
'* Cf. Plin., N.h, VII. 37. WBLLMANN, C. 333: «Dann kann aber die bekannte, ihm von der Sage
CAPITULO I
15
per altro verso, accenna ad una versione che attribuiva la diagnosi ad un
terzo personaggio, il matemático Leptine. Dijnque, già nel I secólo circolavano racconti su Stratonice variamente riadattati. Ma vi è di più. Il Mesk''
ha dimostrato che il quadro delle nostre fonti principali permette di inferiré che la vicenda era stata riplasmata suU'esempio dell*«Ippolito» di Euripide.
Il tema euripideo di Fedra innamorata, anzi, malata d'amore per il figliastro Ippolito, fu il modello, anche lessicale, per Pautore al quale attinsero poi Valerio Massimo, Plutarco e gli altri. E inoltre, il motivo delle
pulsazioni agitate quale sintomo d'amore è probabilmente ispirato al più
famoso canto di Saffo (fr. 2), quello tramandato dairAnónimo del Sublime". Siamo dunque davanti ad un caso esemplare di «storiografía trágica», quel genere letterario tanto avversato da Polibio, e che aveva trovato
invece degü interessati adepti soprattutto in Duride e poi in Filarco". Non
risulta, al contrario, che leronimo fosse particularmente incline a drammatizzare le pagine della sua storia.
Due sono dunque i motivi che impediscono di individuare leronimo'*
come fonte díretta di Valerio Massimo, Plutarco, Appiano, Luciano e
Giuliano: costoro attinsero ad una versione impostata secondo i caratteri
della «storiografía trágica», e attinsero ad una versione posteriore, probabilmente di parecchio, al 258/7, quando la figura di Erasistrato aveva cominciato ad oscurare quella di Cleombroto. Tuttavia questo non rende lecito negare, in ultima analisi, la paternità ieronimiana dell'impostazione filoseleucidica della storia. Si deve postulare perianto una «fonte intermedia». Proporre un nome per questa fonte sarebbe, pensó, un'impresa piuttosto azzardata. Al pari di leronimo, la cronología di Erasistrato induce
ad escludere anche Topera di Duride.
zugeschriebene Heilung des syrischen Prinzen Antiochos I. (um 294) unmöglich auf historischer Grundlage beruhen». Ma dubbi sulla storícitá delta leggendaria diagnosi di Erasistrato aveva espresso lo
stesso Galeno (XVUI, B. 18).
" O.e., pp. 386 SS. Cf. anche M. BRAUN, History and Romance in Graeco-Oriental Literature,
Oxford 1938, p. 73.
'* MBSK, p. 370.
" Sulla storiografía «trágica» o «romanzata», cf. soprattutto te anatisi di F.W. WALBANK, in
«BICS» 2, 1955, pp. 4 ss.; in «Historia» 9, 1960, pp. 216 ss.; Polybios, Berkeley 1972. pp. 34 ss.,
ove riferimenti bibliografici alle attre trattazioni del problema.
'• È da rilevare che Plin. XXIX. I fa accenno ad una versione della storia nella quale compare
Erasistrato; ma net libro I, lo stesso Plînio, citando te fonti del suo libro XXIX, non menziona leronimo, né, tanto meno, Filarco.
16
ATTILIO HASTROCINQUE
L'amore di Antioco infunzione antiseleucidica
Vi è un punto per il quäle non si pu6 essere d*accordo con le conclusioni della Landucci: si traita del tono nettamente antiseleucidico con il
quale GiuUano l'Apostata introduce il racconto deU'amore di Antioco, e
questo tono viene attribuito ad una ínnovazione di Giuliano stesso, spinto
dal desiderio di confermare la tesi, sostenuta nel Misopogon^ che la scarsa
moralità degli Antiocheni suoi contemporanei rispecchiasse i costumi del
fondatore stesso della loro città'. II passo di Giuliano è questo {Misop. 347
B): «dicono che Antioco, per la smodata moUezza ed effemminatezza sempre innamorato ed oggetto d'amore, fu preso infine da un colpevole amore per la propria matrigna». Se è vero che il tono ostile di Giuliano si mitiga alquanto nel seguito della narrsizione del «caso Stratonice», non si puà
considerare come isolate questo passo, né ascriverlo únicamente alla penna
di Giuliano. La mollezza di Antioco e il suo amore adulterino per la matrigna furono infatti due terni piuttosto diffusi, anzi, direi topic! nella propaganda antiseleucidica (ripresi e riadattati poi dalla propaganda contro
Antioco III). La mollezza imbelle de! re compare corne esemplare in Luciano (De hist, conscribenda 35), quando paria délie doti naturali di uno
storico, che dovrebbero poi essere educate con Tesercizio, e porta un paragone con gli atleti, i quali debbono necessariamente avère délie doti fisiche
per essere poi sottoposti ad un adeguato allenamento: «Icco, Erodico,
Teone o qualunque altro allenatore, se prendesse con se Perdicca^ - se è lui
rinnamorato della matrigna, tutto smunto per amore, e non invece Antioco figlio di Seleuco — non ti potrebbe prometiere di trasformarlo in un
olimpionico». La colpevolezza del suo amore per Stratonice ricompare
núVïcaromenippus (§ 15) di Luciano, dove Menippo dall'alto del cielo
puô scoprire tutte le pecche nascoste delPumanità, e in particolare: «Tolemeo c'ie se la fa con la sorella, Lisimaco insidiato dal proprio figlio, Antioco che ammicca di nai-costo alla matrigna Stratonice, Alessandro tessalo
tolto di mezzo dalla moglie e Antigone in adulterio con la moglie del figlio». Interessante poi un altro passo di Luciano (Calumn. non temeré
cred. 14) relativo ad una maldicenza che, sembra, veniva riferita a Seleuco e riguardava Antioco: «Ha ammiccato a tua moglie durante il pranzo.
' LANDUCCI, p. 83.
' Cf. Pseudosoranus, Vita Hippocr. 2 OVestcrmann, Biogr., p. 450). Cf. E. ROHDB, Der griechische Roman, Leipzig 1914*, p. 58. Su Icco ed Erodico: Plat., Protag. 317 E.
CAPITOLO I
11"
e quando da lontano la guardava piangeva, e neanche Stratonice è certo
maldisposta verso di lui»; e Luciano continua: «Le accuse contro di lui riguardavano ï'amore e ¡'adulterio». Lo scolio relativo (p. 26 Rabe) espone
in sintesi la vicenda della malattia di Antioco. Tuttavia bisogna riconoscere che in questo passo lucianeo si potrebbe intravedere un accenno ad una
versione del romanzo di Antioco e Stratonice di derivazione ieronimiana, e
dunque filoseleucidica, perché le accuse contro i due protagonisti sono bollate come calunnie e maldicenze, e dunque preludono ad una riabilitazione
dei due giovani.
«Qui habebat duosfilios duxit uxorem. alter ex adolescentibus cum aegrotaret et in ultimis esset, medid dixenint animi vitium esse, intravit ad
filium stricto gladio pater, rogavit ut indicaret sibi causam. ait amari a se
novercam. cessit Uli uxore sua pater, ab altero accusatur dementiae». Questo è I*accenno alia medesima vicenda, resa in chiave drammatica, che si
puô trovare in Seneca {Controv. VL 7). In questo caso si ha Pimpressione
che Seneca abbia seguito una versione della storia non perfettamente fedele alia tradizione ieronimiana, anzi, una versione che accentuava i dissidi
aH'interno della casa régnante. Seneca continua nel proporre la "controversia", dalla quale risulta aggravata la colpa del figlio e la stoltezza del
padre che per sanare un male ne ha provócate uno peggiore: «quaedam
remedia graviora ipsis periculis sunt. Omnia inter privignum et novercam
conposita; simulatum morbum et deriso mimo turpissimo patrem». Difficile, in questo caso, giudicare se si tratti di una trovata di Seneca o di una
tradizione più antica. Nel secondo caso, che è tutt'altro che improbabile,
saremmo di fronte all'unica testimonianza di una versione apertamente
ostile ad Antioco, che avrebbe simulate la malattia e ingannato vergognosamente il padre. Con questo passo di Seneca abbiamo un primo esempio
dell'uso del «tema di Stratonice» come soggetto di esercitazioni retoriche.
Ma ve ne sono altri.
Di incerta interpretazione è la lettera di Eutychobulos ad Akestodoros,
che figura nella silloge (libro I, 13) di lettere di Aristainetos^ composta
probabilmente verso la fíne del V secólo". Si traita di un tardo riadatta' Che SI púa leggere in Epistolographi Graeci, ed. R. HBRCHER, Paris 1873, rist. Amsterdam
1965, pp. Í44-146. Non mi pare sia possibüe proporre un confronto tra la lettera e la «controversia»
senecana (cf. MBSK, in «Rh. Mus. 68, 1913, p. 380) se non per ¡1 fatto che ambedue testimoniano che
la storia di Stratonice divenne un tema di esercizi retorici. Ma Seneca documenta, a differenza di Aristainetos, un tagUo fortemente antiseleucidico.
* Cf. W. ScHMiD, in RE, II. 1, s.v. Arístainetos, c. 851.
18
ATTILIO MASTROCINQUE
mentó del tema di Stratonice, senza precise connotazioni politiche o propagandistiche. II nome dei personaggi è mutato: il re è Policle, il figlio Caricle, e il medico Panaceo, il cui nome significa «il guaritore di tutti i mali».
Nella lettera, I'amata dal fíglio non è la moglie, ma la concubina del
padre.
Un'altra versione fantasiosa del tema della diagnosi sul mal d*amore è
dovuta ad Eliodoro (probabilmente III secólo) (Aeíhiop. IV. 7). Qui i!
«Balanzone» si chiama Achesino e la fanciulla Cariclea'. Un'altra versione
è di Quintiliano (Decl. CCXCI), che pero parla di un giovane innamorato
della moglie del frateilo.
Antioco e Stratonice nel romanzo
A quanto sembra, Antioco fu un personaggio popolare nella ietteratura. Fu protagonista di pagine di storiografia trágica o di esercizi retorici,
ma lo fu anche di romanzi.
In primo luogo va ricordato che Antioco fa la sua comparsa nel «Romanzo di Alessandro»', neU'episodio della richiesta del tributo persiano al
re Alessandro. Questi, tutt'altro che incline ad obbedire agli inviati del
Gran Re, mandó loro il tredicenne Antioco, affídandogli la sua leuicia di
sommo imperatore, perché ordinasse ai legati di venerarla con la proskynesis. La presenza di Antioco in un simile episodio costituisce un anacronismo, il quale non pu6 che attestare il ruólo svolto da questa figura di giovane dinasta nella letteratura antica.
Se nel «Romanzo di Alessandro» Antioco compare in un'ottima luce,
altrettanto non si puô dire della sua comparsa in un altro romanzo, la Historia Apollonii regis Tyri^. Come tutte le favole, anche questa inizia con
«c'era una volta un re», ma si tratta di un re particolare... «In civitate
Antiochia rex fuit quidam nomine Antiochus, a quo ipsa civitas nomen
accepit Antiochia. Is habuit unam ßliam, virginem speciosissimam (...)
* Cf. RoHDE, p. 59; MBSK, pp. 381-2; Héliodore, «Les Ethiopiques», II, Ed. RATTENBURY-LUMB,
París 1960, p. 12, n. 1.
'Recensio y I. 26, p. 80, 2 L. Si veda in proposito F. PFISTBR, Kleine Schriften zum Alexanderroman, Meisenheim am Glan 1976, p. 88. La miniatura ríprodotta nella sovracopertina illustra questo
episodio.
' Edizione A. RmsB, Lipsiae, Teubner, 1893.
CAPITOLO I
W
Muiti earn in matrimonium petebant et cum magna dotis pollicitione currebant. Et cum pater deliberaret, cui potissimum filiam suam in matrimonium daret» cogente iniqua cupiditate ßamma concupiscentiae incidit in
amorem filiae suae et coepit earn aliter diligere quam patrem oportebat.
Qui cum luctatur cum furore, pugnat cum dolore, vincitur amore; excidit
Uli pietas, oblitus est se esse patrem et induit coniugem. Sed cum sui pectoris
vulnus ferre non posset, quadam die prima luce vigilans inrumpit cubiculum filae suae... »
Questo re Antioco è, evidentemente, Antioco I, al quale viene ascritta la
fondazione di Antiochia pure da Giovanni Malala% anche se le altre fonti
attribuiscono la fondazione a Seleuco, in onore del padre suo Antioco"*.
Ma è importante notare che anche Giuliano {Misop. 347 A), nella sua invettiva contro Antiochia attribuisce l'origine del nome della città ad Antioco «fíglio di Seleuco», dal quale essa avrebbe ereditato la lussuria e l'effemminatezza. Questa attribuzione ad Antioco del nome e del carattere
della città, presente in Giuliano, Malala e nel romanzo, rispecchia una tradizione ostile ad Antioco e ad Antiochia.
II romanzo di Apollonio continua (§3): «Qui (Antioco) cum simulata
mente ostendebat se civibus suis pium genitorem, intra domésticos vero
parietes maritum se filiae gloriabatur. Et ut semper impio thoro frueretur,
ad expellendos nuptiarum petitores quaestiones proponebat dicens 'quicumque vestrum quaestionis meae propositae solutionem invenerit, accipieí
filiam meam in matrimonium, qui autem non invenerit, decollabitur», Nel
seguito del romanzo la figura di Antioco scompare quasi del tutto' per fare spazio alie peripezie di Apollonio e dei suoi.
Appare dunque chiaro che la vicenda di Stratonice è stata rielaborata*,
in senso peggiorativo, ed adattata a temi mitici e leggendari. II primo tema
è quelle deU'incesto tra padre e figlia, del quale il Rohde' ha indicate molti confront! nella mitología greca: Ginomao e Ippodamia, Sithon e Pallene. Side e il padre. Foco e la figlia, Eveno e Marpessa, Piaso e Larissa,
ma ha tralasciato il mito che forse costituí il modello per il riadattamento
della storia di Antioco, e cioè il mito di Mirra, che commise incesto col
> 204.2 Bonn.
* Justín. XV. 4. 8.; Strab. XVI. 794 EXTR.; Liban. I. 301. 12 ss. Cf. ROHDE, p. 449. n. 1.
' RoHDB, pp. 445 ss.
• Cf., per es., RmsE, p. XVHI; ROHDE, p. 449, n. 1.
' P. 448, n. 1.
2Ú
ATTILIO MASTROCINQUE
padre Teia, re d'Assiria (o Cinira, re di Cipro)*. II secondo tema mítico è
quello del concorso nuziale e deirindovineílo. II concorso nuziale richiama
alia mente i miti di Oinomao, Ippodamia e Pelope (Paus. VI. 21.10 ss.),
di Penelope e Odisseo (Paus. III. I2.I), di Idas e Marpessa (Schol. // IV.
557)". II tema deirindovinello, unitamente a quello dellMncesto, ha un illustre precedente nel mito di Edipo.
A mió avviso, fu la fama di questo romanzo e della storía degli amori
di Antioco che causó una affermazione storicamente errata nella versione
armena di Eusebio, secondo cui Antioco I «rapi la figlia Apama e la fece
sua sposa»'". L'errore è apparso evidente a tutti i commentatori, i quali
hanno notato come Antioco abbia dato Apama in isposa a Magas di drene (Paus. i.7.1) e come probabilmente, in un testo di Porfirio, «Y[p\io<sz»
(maritô) fosse diventato «fípTtaae» (rapi) (Gutschmid). Ma, visti i precedenti, possiamo capire bene perché si verifico questa specie di lectio facUior.
A guale época risale la versione antiseleucidica dell'amore di Antioco?
Questa dunque la figura di Antioco I, nel «rovescio della medaglia».
Ma il problema sorge quando si cerca di stabilire un riferimento cronológico per questa tradizione ostile al re di Siria.
I moderni non sonó d'accordo se il romanzo di Apollonío risalisse ad
un originale in greco o ad uno in latino. Per il Klebs' era in latino, anzi,
l'originale sarebbe il testo stesso che possediamo; pure ad un originale latino pensano lo Schanz^ e il Klotz^ Ad un originale greco pensano invece il
' Ovid., Met X. 298 ss.; Anton. Lib. 34; Apollad. III. M. 4.; Sul mito cf. RöSCHER, in Röscher,
Ausf. Lex. I, s.v. Adonis, ce. 69-70; M. DETIBNNE, / giardini di Adone, tr. it., Torino I97S, pp. 3 ss.
' Cf. A. BRBUCH, CU eroi greci, Roma 1958, pp. 105-106. Confront! con la favolistica di culture
diverse da quella greca presso V. J. PROPP, Le radicî storiche dei racconti difate, tr. it., Torino 1972,
pp. 483 ss.
" Chron. I, p. 249 Schoene. II KARST (Porphyr., FGH 260, fr. 32. 6) presenta una traduzione giàemendata: «es waren ihm geworden Kinder von der Síratonik, der Tochter des Demetrios, ein männliches Antiochos und Tochter Stratonik und Apam, von welchen, die Apam Magas heiratete und die
Stratonik Demetrios der Makedonierkönig».
' Die Erzählung von Apollonius aus Tyrus, Berlin 1899.
' SCHANZ-HOSIUS-KRüOBR, Geschichte derröm. Literatur, V. 4. 2., MtJnchen 1920, p. 20.
' Geschichte der röm. Literatur, Bielefeld 1930, p. 361.
CAPrroLO I
21
Rohde*, lo Svoboda^ lo Enk* e il Lesky'. Ed ho Timpressione che gli argomenti addotti dallo Enk siano probanti. Vi è invece maggiore accordo
sulla datazione del núcleo principale del romanzo al III secólo dopo Cristo^ Una seconda versione del romanzo è riconoscibile dalle aggiunte ad
opera di un autore latino cristiano. Tali aggiunte e tale redazione secondaria (che è quella che possediamo) sono dátate dal Rohde' al III secólo,
dallo Enk'" e dal Reardon" al VI secólo d.C.
Secondo il Rohde'^ anche le vicende amorose di Antioco e di sua figlia
sarebbero da ricondurre alia rielaborazione latino-cristiana, che avrebbe
insistito sulla colpevolezza delPincestó attribuito al re pagano. Ma mi pare
difficile attribuire ad un auíore che ora si assegna al VI secólo un'aggiunta
COSí importante alIMnizio stesso del romanzo. Probabilmente al rielaboratore cristiano è lecito attribuire, semmai, únicamente, gli accenti peggiorativi della vicenda, che certamente era presente neU'originale greco.
Stando cosi le cose, il romanzo di Apollonio attesterebbe che intorno
al m secólo d.C. la storia di Antioco e Stratonice, seppure riplasmata,
aveva già assunto una caratteristica fortemente negativa. Ma è verosimile
che l'autore del romanzo abbia creato ex novo una versione antiseleucidica
della vicenda? Mi pare proprio di no, visto che già nel II secólo d.C. Luciano poteva annoverare il «caso Stratonice» tra gli esempi di nefandezze
compiute nelle case regali ellenistiche. Ma neppure Luciano fu il responsabile di questa versione ostüe ad Antioco, visto che nel suo opuscolo sul
modo di scrivere la storia appare incerto se l'amatore rammollito della
matrigna fosse Perdicca oppure Antioco. È evidente dunque che sia Lucia- '
no, sia l'autore del romanzo di Apollonio, sia Giuliano attinsero ad una
tradizione anteriore al II secólo d.C, diversa e antitética rispetto a quella
• Pp. 441-5. 452.
' Ueber die Geschichte des ApoUonius von Tyrus, in Charisteria Fr. Novotny, Praga 1962, pp.
220-1.
* In «Mnemosyne» Ser. IV, 1, 1948, pp. 224 ss.
' Storia della ¡etteratura greca. III, tr. it., Milano 1969, p. 1060 (originale greco del II secólo).
' RoHDB, pp. 452, 445; EN£, p. 235 (non dopo il III secólo); B.P. RBA&DON, Courants littéraires
grecs des He et life siècles après J.-C, Paris 1971, p. 369) (l'epoca dei romanzi del tipo di quello di
Apollonio e di quello, simile, di Cantone, sono i secoli I, II e III d.C.) cf. L. CRAcco-Ruaoim, in
«Athenaeum» 39, 1961, p. 305.
' P. 452, n. 4.
" Pp. 236-7.
" O.e., p. 369.
" Pp. 447-9. Sulla fortuna del romanzo in epoche successive, cf. ENK, pp. 222-3.
22
ATTBLIO MASTROCINQUB
di leronimo di Cardia. Questa tradizione sembra fosse suscettibile di riadattamenti per scopi letterari (romanzo di ApoIIonio) o di strumentalizzazioni a fini politici (Giuliano). Per cercare di stabilire una datazione più
precisa per la genesi letteraria della versione antiseleucidica ci si rifará a
tradizioni affíni o parallele, di análoga matrice antiseleucidica.
Altrí frammenti della propaganda contro Antioco e Stratonice
La notizia tramandata da Egesandro', secondo la quale Antioco avrebbe nominato guardie del corpo i figli del flautista Sostrato, non era certo
favorevole al Seleucide, data la cattiva stima in cui erano considerati i
flautisti nel mondo greco^ 11 medesimo Sostrato è definito parassita nei
Geloia di Aristodemo \ Altrettanto sfavorevole ad Antioco I" è la tradizione secondo la quale il re, avendo sottomesso Priene, avrebbe preteso
che Sostrato danzasse per lui \'«Eleutheria»; ma Sostrato asseri che non
era bello che si eseguisse quella danza mentre la sua patria era in servitù,
cosí Antioco sarebbe stato indotto a liberare Priene^ Vi è ragione di credere che questo aneddoto relativo alia liberazione di Priene sia collegabile
con Tattività del Seleucide in Asia minore^ durante il galatikàs polemos
(277 ca.-269/8 ca.)' o la prima guerra di Siria (274-271)^
11 quadro di questo re compiacente verso flautisti e danzatori, ma desposta capriccioso nei confronti di una città greca, potrebbe richiamare alia mente i temi della propaganda diffusa contro Demetrio', sul suo dominio tirannico sopra le città greche, suU'adulazione dei Greci che lo circondavano, soprattutto degh Ateniesi. I primi due temi antidemetriaci furono
' Egesandxo {FHGIV, p. 416) ap. Athen. 1. 19 d.
* Bastí leggere il secondo capitulo della vita plutarchea di Alcibiade. Cf. CO. STARR, in «PP» 33,
1978, pp. 401-2.
' FHG III, p. 310, ap. Athen. VI. 244 f.
* W. ORTH, Königlicher Machtanspruch und städtische Freiheit, München 1977, p. Hi.
' Sextus Emp., Adv. gramm. I. 293; ma anche (fonte dimentîcata dai modérai) Liban., LXIV
(Pro saitat.) 119. Sulla impredsíone e inattendibilità di questa tradizione, sîi CHR. HABICHT, Gottmenschentum und griechische Städte, München 1970S p. 89.
* Cf. ORTH, LC.
' Per la datazione, cf. M. WöRRIE, in «Chiron» 5, 1975, pp. 59 ss.
* Sülle operazioni di Antioco I in Caria durante questa guerra, cf. MASTRCCINQUB, La Caria e ¡a
Ionia méridionale in época ellenisíica (323-188 a.C), Roma 1979, pp. 75-78.
' Sui quali, MAsmociNQtJi, in «Athenaeum» 57, 1979, pp. 263-276.
CAPITOLO 1
23
usati, come s'è visto, anche contro Antioco. Ma pure il tema deiradulazione fu usato contro Antioco e i suoi clienti: Filarco {FGH 81, fr. 29 =
Athen. VI. 255 a), riprendendo forse la vecchia polémica antiateniese e antiadulatoria di Duride, asseriva che gli Ateniesi residenti a Lemno erano
degli adulatori di Seleuco e Antioco'**.
Di incerto valore è poi I'aneddoto risalente ad Egesandro {FHG, IV, p.
421), riportato da Ateneo (XIV. 652 f-653 a), in cui Antioco si rifiuta di
venderé al re Amitrochates un sofista, oltre che zucchero e fichi, perché
presso i Greci i sofisti non potevano essere venduti". Se ne puó dedurre
forse che, come Egesandro presentava Antioco compiacente ai danzatori
(ap. Athen. I. 19 d), cosi lo présentasse pure circondato da un'aitra categoría di dubbia dignità, i sofísti.
Quanto a Stratonice, in Luciano {De mag. 5-7) è riferito un raccontino, il cui fine (nella fonte di Luciano) era di metiere alia berlina la regina
seleucidica. Si diceva infatti che era calva, ma parimenti voleva che i poeti
decantassero le meraviglie della sua chioma. Si circondó cosa di adulatori
impegnati in un agone poético; volle anche essere raffígurata nei ritratti
senza alcun difetto físico. Soltanto non approvó, per deisidaimonia, l'immagine che la raffigurava simile a Hera e Afrodite. L'aneddoto certamente
si fondava sul fatto che Stratonice fu realmente un soggetto prediletto dagli artisti deirepoca. Infatti Plin., N.h. XXXV. 139 menziona un famoso
dipinto di Artemone raffígurante la regina. Lo stesso Plinio {N.h. XXXV,
140) ci dà poi una notizia di grande intéresse: il pittore Ctesicle fu famoso
al suo'tempo per un oltraggio fatto a Stratonice. Costui, risentito per gli
scarsi onori tributatigli dalla regina, la dipinse abbracciata con un pescatore, che si diceva fosse il suo amato •— quem reginam amare sermo erat —.
Ctesicle espose la sua tavola nel porto di Efeso e fuggi per mare. Stratonice non la volle far togliere perché la giudicava molto realística. II racconto
'* Cf. HABicïrr, o.e., pp. 89-90; H. KEINEN, Untersuchungen zur hellenistischen Geschichte des 3.
Jahrh. v. Chr., Wiesbaden 1972, pp. 43 ss.; ORTH, pp. 36 ss. Lo HABICHT, pp. 224-5, sottolinea la
falladtä delle tradizioni ehe ridurrebbero gU onon di culto per i sovrani a kolakeia e, in special modo, fa notare che quelli di Lemno avevano degli importanti motivi di riconoscenza verso Seleuco e
Antioco. Ma, a mió awiso, tali tradizioni suUa kolakeia sono da ricondursi, nella maggiorparte dei
casi, a fonti ostili ai sovrani onorati e perciä «adulati». Ad un risultato análogo è giunta la mia indagine sulla kolakeia nei confronti di Demetrio Poliorcète (in «Athenaeum» 1979).
'• SuU'aneddoto: J.O. DROYSBN, Histoire de l'Hellénisme, tr. franc, lïl, Paris 1885, p. 340:
TARN, Antigonos Conatos, Oxford 1913, p. 337; BIKEHMAN, Institutions des Séleucldes, Paris 1938,
p. 40, il quale fa notare come l'aneddoto sottolineava che i soñsti si offrivano da loro stessi, e a
buon mércate.
24
ATHLIO MASTROCTNQUE
riferito da Plinio, anche se pieno di malizia, è una testiraonianza storica
preziosa, perché attesta che già al tempo di Stratonice erano diffuse voci,
vere o false, sul tema dei suoi amori, voci affatto discordi dalla versione
ufficiale seleucidica e ieronimiana délia sua vicenda amorosa. Si tratta
inoltre di una testimonîanza in più circa il dominio di Àntioco I su Efeso'^
L'origine storiografica dei terni letterari antiseleucidici
Considéralo il panorama degli scritti ostili ad Antioco che ci sono stati
tramandati, pare assai probabile che la versione antiseleucidica délia vicenda di Stratonice non sia sorta in età impériale, ma già in età ellenistica. Filarco (III secólo a.C.) ed Egesandro (II secólo a.C.) attestano che già nel
ni secólo esisteva una tradizione che si compiaceva di mostrare Antioco
circondato da adulatori, ñautisti, danzatori e sofisti. Vi sono percio buone
ragioni per credere che nel III secólo, quando ancora Antioco regnava, si
sia affermata una versione del «caso Stratonice» antitética a quella diffusa
dalla propaganda di Seleuco I e accolta da leronimo dopo il 278 ca. II racconto phniano su Ctesicle non puó che confermare tale supposizione. Indicare un autore che abbia accolto e diffuso questa tradizione ostile non è
facile. GH unici nomi che si potrebbero fare, per ora, sono Egesandro e
Filarco.
Egesandro di Delfi operô probabilmente verso la seconda meta del II
secólo a.C. Compose una raccoha di aneddoti intitolata Hypomnemata
(cf., per es. Athen. III. 107 e; 108 a), in cui comparivano talora i sovrani
Seleucidi e A^tigo^idi^ Se i suoi racconti su Antioco I non erano certamente encomiastic!, meno ancora lo erano quelli sugli Antigonidi. Il suo
quadro di Atene sotto Antigono Gonata non è dei più edificanti {FHG,
IV, p. 413 = Athen. IV. 167 e-f) e nella sua opera Filippo II (F//G, IV,
p. 413 = Athen. VI 248 e) e Antigono Gonata {FHG, IV, p. 416 =
Athen. VIII. 340 e-f) non sembra facessero délie brillanti figure. Al con" Essa si aggjunge a OGIS 222. Cf. MASTROCINQUE, La Caria^ p. 70'.
' MüLLER, FHG, IV, p. 412: il più tardo riferimento cronológico è ad un personaggio dell'epoca
di Perseo di Macedonia, perciô è probabile che Egesandro non fosse di molto posteriore alla seconda
meta del II secólo. Cf. JACOBY, in RE, VII. 2, s.v. Hegesandros, c. 2600.
' Lo JACOBY afferma (Ac): <íDie Ptolemäer fehlen gewiss nicht zufällig», questo è sostanziaimente
esatto, anche se, come vedremo, Tolemeo II non era assente nell'opera di Egesandro.
CAPITOLO I
Ä>
trario, Tolemeo II compare nell'atto di castigare giustamente Sotade per la
sua maldicenza nei confronti di Arsinoe {FHG, IV, p. 415 = Athen. XIV.
620 f - 621 a).
Nel caso si pensasse, invece, a Filarco, si dovrebbe chiamare in causa il
suo gusto per i terni drammatici sempre presente nei suoi racconti, e tanto
combattuto da PoIibio% e le inclinazioni fíloegiziane di questo autore", che
potrebbero dar ragione di racconti romanzeschi ostili sia ad Antioco I che
ad Antigone Gonata. Sappiamo, del resto, che non trattô benevolmente
Antioco II (fr. 6), mostró Seleuco II nei momento délia sua sconfitta ad
opera dei Galati e délia sua disperata fuga (fr. 30). Quanto agli Antigonidi, défini philoghelos Demetrio Poliorcète (fr. 12 e fr. 19) e lo dipinse circondato dagli adulatori (fr. 31), parimenti ad Antigono Gonata (fr. 46), la
cui crudeltà fu descritta da Filarco con i toni più foschi (fr. 53 = Fol. II.
56. 6: cf. fr. 56 = Fol. II. 59. 1.). Al contrario, Tolemeo Filadelfo fu da
lui definito il più illustre dei re (fr. 40).
Che si tratti, dunque, di Egesandro o di Filarco, saremmo, in ambo i
casi, di fronte ad autori che avevano poche simpatie per i Seleucidi e per
gli Antigonidi, e gravitavano nella sfera cultúrale dei Tolemei o, in ogni
caso, dovevano essere benevoli verso questa casa régnante. Il brano di Luciano {De imag. 5-7) relativo alia calvizie di Stratonice credo debba mettersi a confronto con la ben nota storia della chioma di Berenice, il cui ricciolo, dedicato nel 246/5 (alFépoca della «guerra Laodicea») e trasformato
in costellazione, fu cantato da Callimaco. La calvizie di Stratonice assume
plenamente la sua caratterizzazione e la sua funzionalità letteraria se messa
in parallele con il glorioso ricciolo egiziano. Anche in questo caso, dunque, si risale ad una fonte fílotolemaíca ed antiseleucidica.
Possiamo postulare, come s'è visto, due tradizioni principali sulle vicende di Stratonice, ispirate a sentimenti politici diversi. Giungiamo quindi
ad una conclusione análoga a quella che si puo trarre da un esame di altre
tradizioni romanzesche ellenistico-orientali, legate a personaggi di fama
leggendaria^
' Cf. tra le vasta bibliografía, E. GABBA, Studi su Filarco, in «Athenaeum» 35, 19S7, pp. 3 ss.
* Per qualche tempo operó in Egitto, cf. JACOBY, FGH II C (Kommentar), p. 134..
* Rinvio al capitolo I del libro di M. BRAUN, History and Romance in Graeco-Oriental Litarature,
Oxford 1938.
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manipolazione della storia in eta` ellenistica: i seleucidi e roma