USO DEI CELLULARI
E CAMPI ELETTROMAGNETICI:
parliamone
USO DEI CELLULARI
E CAMPI ELETTROMAGNETICI:
PARLIAMONE
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INDICE
PAGINA
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PAGINA
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PAGINA
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PAGINA
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BAMBINI, ADOLESCENTI
E COMUNICAZIONE
GLI ASPETTI FISICI E
RADIOBIOLOGICI DEI
CAMPI ELETTROMAGNETICI
UTILIZZATI NELLA
TELECOMUNICAZIONE
EFFETTI SANITARI DEI
CAMPI ELETTROMAGNETICI
LA SITUAZIONE DEGLI
IMPIANTI DI
RADIOTELECOMUNICAZIONE
SUL TERRITORIO COMUNALE
DI VARESE
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Nell’ultimo decennio, lo sviluppo dei sistemi di comunicazione è stato inarrestabile: basti pensare a quanto siano divenuti comuni nella nostra prassi
quotidiana, lavorativa e non, parole e funzioni come internet e tv satellitare.
Conseguentemente a questo processo, le città hanno inevitabilmente assistito alla comparsa di impianti per le telecomunicazioni elettroniche.
L’installazione di ogni nuovo impianto è accompagnata dalla nascita di uno o
più comitati di cittadini che, comprensibilmente, sollevano timori sul potenziale depauperamento dei valori paesaggistico-ambientali e sull’innocuità dei
campi elettromagnetici.
Per rispondere alle esigenze della cittadinanza, in questi anni il Comune di Varese si è costantemente e tenacemente impegnato sul tema della telecomunicazione elettronica, portando a frutto un apposito regolamento, forse unico
nel panorama regionale, che prende a cuore e disciplina tanto gli aspetti della
compatibilità paesaggistica quanto quelli della comunicazione trasparente con
il cittadino e della tutela della sua salute, attraverso una meticolosa campagna di monitoraggio dei livelli di campo elettromagnetico sul territorio.
Purtroppo questo non è sufficiente. I dati sulla diffusione dei telefoni cellulari
e, soprattutto, sulle relative modalità di utilizzo, parlano chiaro: esiste un rapporto di connessione causa-effetto tra le esigenze di comunicazione e l’utilizzo
del tutto personale che viene fatto degli strumenti di comunicazione, soprattutto da parte dei più giovani.
Da qui l’idea del progetto Camelet e, quindi, del presente opuscolo, che vede
l’apporto sinergico ed interistituzionale tra Comune di Varese, Azienda Sanitaria Locale, Università dell’Insubria ed Ufficio Scolastico Territoriale nella promozione di una corretta informazione sul tema dell’elettromagnetismo, innanzitutto e, conseguentemente, di un consapevole utilizzo dei telefoni cellulari.
L’impegno per promuovere stili di vita consoni al mantenimento di una buona
salute, sul piano fisico oltre che psichico e relazionale, ha coinvolto negli ultimi
anni tutta l’ASL nelle sue diverse articolazioni organizzative. I progetti finalizzati alla diffusione di una cultura attenta alla prevenzione potranno dare i loro
frutti negli anni a venire, quando i giovani, ai quali abbiamo parlato di salute
come bene assoluto e primario, entreranno attivamente nella vita civile dotati
di un sapere utile alla valorizzazione del benessere.
Tutto questo potrà tradursi in una vera risorsa per il futuro a patto che i cittadini di oggi e di domani siano veramente in grado di scegliere con consapevolezza l’uso e non l’abuso delle nuove modalità di comunicazione, con uno
sguardo competente alla sostenibilità ambientale ed alla salute individuale e
collettiva.
Il sindaco
Attilio Fontana
Il direttore generale dell’ASL di Varese
Pierluigi Zeli
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BAMBINI, ADOLESCENTI
E COMUNICAZIONE
Alcuni dati...
BAMBINI, ADOLESCENTI
E COMUNICAZIONE
a cura di Alessandra Mammano
Responsabile U.O. Comunicazione e Marketing
ASL della Provincia di Varese
Bambini e adolescenti stabiliscono un rapporto sempre più stretto con i nuovi
strumenti di comunicazione. Il telefonino, in particolare, detiene il primato anche in funzione delle mutate dinamiche familiari e delle capacità attrattive di
prodotti tecnologicamente avanzati che, continuamente, si arricchiscono di
nuove potenzialità. Dall’ultimo Rapporto Eurispes1 emerge che nel 2003 era il
51,6% ad averne uno tutto per sé; la percentuale è andata aumentando negli
anni successivi. A partire dal 2006, ad essere dotati di un cellulare, tra i 7 gli
11 anni, era il 54,8% per attestarsi al 57,5% nel 2008. I bambini utilizzano il telefonino principalmente per essere sempre raggiungibili dai genitori (88,2%); il
69,9% lo utilizza per chiamare o essere chiamato e non è da sottovalutare l’abitudine ad usare il cellulare per scattare foto (72,6%) o giocare (69,9%). L’invio
di messaggi è diventato frequente anche in questa fascia d’età: nel 2006 usava gli sms il 52,1% dei bambini, percentuale salita quindi nel 2008 al 67,2%.
Tra gli adolescenti, il 97,5% dichiarava nel 2006 di avere a disposizione un
telefonino e la percentuale non è mai scesa al di sotto del 95,9% registrato
nel 2008. Sempre tra gli adolescenti, aumenta in maniera significativa la
percentuale di coloro che usano il cellulare per navigare in internet, arrivata al
20,7% registrato nel 2009.
Qualche riflessione...
Non è stato difficile per il “telefonino” diventare in pochi anni un oggetto indispensabile per tutti, adulti e bambini, poiché semplifica molti aspetti del vivere
quotidiano, ma anche perché risponde ad un’esigenza universalmente condivisa:
pensarsi in relazione costante con gli altri.
Comunicare ed essere sempre “connessi”, dunque, per avere la certezza di esistere, per soddisfare il bisogno di una buona presa sulla realtà stravolgendo le
coordinate spazio-temporali. Un bisogno spesso non riconosciuto ed inespresso
che si avvale di una mediazione tecnologica di cui, oggi, tutti possono fruire.
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Rapporto Nazionale sulla condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza, “Bambini e adolescenti: un quadro
degli ultimi 10 anni” Indagine Eurispes - Telefono Azzurro 2010.
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A differenza di quanto avveniva in passato, inoltre, manca la consegna ai più
giovani, da parte degli adulti, di strumenti e modalità espressive in qualche
modo consolidati. Sono i giovanissimi, piuttosto, ad alfabetizzare gli adulti
nell’uso delle nuove risorse tecnologiche, e sono essi stessi condizionati da
pressanti inviti a tenere il tempo nell’adeguamento al vertiginoso susseguirsi
di novità nell’ambito delle telecomunicazioni.
Distanti ma raggiungibili sempre e ovunque: condizione impensabile solo alcuni
decenni fa a cui ci siamo presto abituati ed assuefatti. Come sottrarsi ad una
rete che tutti contiene e interconnette, senza provare almeno un po’ di vertigine
e di smarrimento che parla di isolamento e di solitudine?
Il telefono mobile rappresenta, senza ombra di dubbio, una grande opportunità
in tutti i settori ed in tutte le età della vita: per realizzare progetti che richiederebbero tempo e spostamenti sovrapponendo anche diverse attività, per acquisire informazioni in tempo reale, per mantenere vivi i legami affettivi, per essere
presenti idealmente, per sedare ansie da separazione, per gestire situazioni di
emergenza e di pericolo oppure per coordinare attività di soccorso.
Il bisogno di essere sempre in rete, tuttavia, si configura talvolta come una
vera dipendenza, soprattutto negli adolescenti che avvertono forte il bisogno
di sperimentare le proprie capacità relazionali e di sentirsi adeguati rispetto ai
contesti di riferimento. E così, spesso, in rete passano emozioni che potrebbero attivare ben altre soluzioni relazionali, in uno scenario di vita reale, non
mediato necessariamente da strumenti ad altissima tecnologia, ma in grado
di riportare la comunicazione in una dimensione interpersonale fatta anche di
gestualità e di sguardi reciproci.
I nuovi strumenti di comunicazione rappresentano, ormai, risorse insostituibili anche per i più giovani, ma il loro uso richiama ad un accompagnamento
competente nell’acquisizione di informazioni e consapevolezza rispetto ai rischi
che meritano di essere considerati anche, semplicemente, sulla base di un
principio di precauzione.
BAMBINI, ADOLESCENTI
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GLI ASPETTI FISICI E RADIOLOGICI
DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI
UTILIZZATI NELLA TELECOMINICAZIONE
L’elettromagnetismo, il concetto di campo e
di onda.
L’elettromagnetismo è un fenomeno fisico caratterizzato dalla generazione,
naturale e artificiale e dalla successiva propagazione nello spazio, sotto forma
di onda, delle grandezze elettriche e magnetiche, con modalità variamente
articolata.
Un esempio di elettromagnetismo naturale è la luce solare, in cui la sorgente
è il sole; un esempio di elettromagnetismo “artificiale” è rappresentato dalle
onde radio o televisive e dalle onde per la comunicazione a distanza, in generale,
in cui la sorgente è l’antenna di trasmissione radiofonica, televisiva, ovvero un
radar o, infine, la stazione radio base (s.r.b.) per la telefonia cellulare.
GLI ASPETTI FISICI
E RADIOBIOLOGICI
DEI CAMPI
ELETTROMAGNETICI
UTILIZZATI NELLA
TELECOMUNICAZIONE
a cura di Nadia Bianchi
Responsabile U.O. Radioprotezione
e Attività Territoriali Correlate
Si definisce: “campo” una qualsiasi regione dello spazio in cui, puntualmente, è
definibile una grandezza fisica; quindi, il “campo elettromagnetico” corrisponde
ad una regione dello spazio, in ogni punto del quale, è definibile un valore
di grandezze fisiche quali il campo elettrico ed il campo magnetico generati
da una sorgente. In determinate condizioni, il campo elettrico (E) ed il campo
magnetico (H) sono correlati tra loro da una specifica relazione matematicofisica che, nel caso specifico di propagazione dell’onda nel vuoto, assume il
seguente valore:
E [V/m]= H [A/m] . 377 [Ω]
Il prodotto E . H è definito: densità di potenza (S)
e si misura in W/m 2.
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Se l’idea di campo è qualcosa di statico, con il termine di onda si configura
una propagazione e quindi un trasferimento di una grandezza fisica o di una
“informazione” nello spazio. Peculiarità fondamentale del campo elettromagnetico è la sua possibilità di propagazione anche in un’atmosfera rarefatta
o nel vuoto.
GLI ASPETTI FISICI E RADIOLOGICI
DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI
UTILIZZATI NELLA TELECOMINICAZIONE
In particolare la lunghezza d’onda è legata alla frequenza dalla costante “c” =
velocità della luce nel vuoto = 300000000 m/s = 3 x 10 8 m/s.
Lunghezza d’onda x frequenza = c
la lunghezza d’onda è misurata in metri
la frequenza è misurata in 1/s = hertz.
L’Energia è legata alla frequenza dalla seguente relazione:
Energia = h x frequenza
“h“ è una costante, detta costante di Plank che ha valore pari a 6,626 x 10-34
Joule/s, il Joule è l’unità di misura dell’energia, nel sistema internazionale
MKS.
Il campo elettromagnetico.
E’ definito campo elettromagnetico la radiazione nucleare, la radiazione X utilizzata in radiologia medica, la radiazione solare, la luce prodotta da una lampada,
la radiazione utilizzata per la cottura dei cibi nel forno a microonde.
Tutti i fenomeni fisici descrivibili sotto forma di onda, sono definiti dalle seguenti
grandezze: la lunghezza d’onda, la frequenza e l’energia; quest’ultimo è il
parametro che caratterizza in modo univoco l’onda poiché è “assimilabile ad
una targa”.
Lo schema grafico riportato nella pagina seguente, mostra la divisione del
campo elettromagnetico in funzione della frequenza: in alto sono indicate le
frequenze più elevate e quindi le lunghezze d’onda inferiori, a finire, in basso,
sono indicati i campi magnetici statici, in cui non vi è in uno stesso punto un
valore oscillante della grandezza di campo (esempi di campi magnetici statici
sono: il campo terrestre, il campo magnetico artificiale presente attorno alla
Risonanza Magnetica).
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GLI ASPETTI FISICI E RADIOLOGICI
DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI
UTILIZZATI NELLA TELECOMINICAZIONE
Nello schema, sotto la voce: “Radiazioni non ionizzanti” sono indicate le frequenze
di interesse per il presente opuscolo poiché utilizzate per la comunicazione;
queste onde sono denominate radiofrequenze, sotto i 300 MHz (1 MHz = 10 6 Hz
e microonde dai 300 MHz ai 300 GHz (1 GHz = 10 9 Hz).
Facciamo qualche conto:
Una frequenza in uso sui telefoni cellulari di tipo GSM è dell’ordine dei 900 MHz.
Qual è l’energia trasportata e la lunghezza d’onda del fenomeno di propagazione?
Moltiplicando 9.10 8 s-1 x 6,626.10-34 J/s si ottiene 5,96.10-25 J.
Espressa in elettronvolt, questa energia equivale a 3,72 10-6 eV e questa è
un’energia dell’ordine del micro-elettronvolt, non in grado di ionizzare la materia:
la ionizzazione deve partire da energie dell’ordine dell’eV o della decina di eV,
questo fatto è importante in termini di radiobiologia.
La lunghezza d’onda legata alla telecomunicazione con i “telefonini” è pari a:
3 10 8 m/s / 9.10 8 s-1 = 0,33 m = 33 cm.
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I sistemi di telefonia cellulare e le microonde.
I sistemi radiomobili consentono la comunicazione tra utenti in movimento ed
utenti collegati alla rete pubblica sfruttando le onde radio. Nella seconda metà
degli anni 70, la crescente domanda del servizio di telefonia mobile ha stimolato lo sviluppo dei cosiddetti sistemi cellulari, il nome deriva dalla ripartizione
del territorio in celle e sulla possibilità di poter riutilizzare in celle adiacenti lo
stesso insieme di frequenze portanti.
Quando un utente mobile, nel corso di una conversazione esce da una cella
servita da una stazione radio base ed entra in una nuova cella, la conversazione
viene automaticamente trasferita dal canale radio della vecchia cella ad un
canale disponibile nella nuova cella, così non vi è interruzione nella conversazione: questo costituisce il cosiddetto roaming. Ogni cella di forma idealmente
esagonale copre un’area di raggio circa 0,5 ÷ 1 Km ed ha, al centro, un sistema
portante di antenne, ricetrasmittenti, di forma rettangolare, posizionate
ciascuna in modo da coprire un settore di 120 gradi per coprire interamente
lo spazio per tutti i 360 gradi. Tale sistema portante è la stazione radio base
che vediamo diffusa nel territorio. Presso la stessa stazione radio base si trova
il centro di commutazione radiomobile; infine, il sistema terminale mobile
(telefonino) chiude il processo di comunicazione. Sulla stazione radio base
possono essere posizionate anche delle parabole che servono da ponti radio
di comunicazione con centrali operative; la loro banda di emissione è 18 e
23 GHz e la loro emissione non ha rilevanza sanitaria.
Nel 1982, l’interesse di avere in Europa, un unico sistema di comunicazione,
ha portato la Conferenza Europea delle Poste e Telecomunicazioni a creare un
apposito Gruppo di Studio chiamato GSM che ha definito le specifiche di un
sistema radiomobile digitale pan-europeo, noto come GSM Global System for
Mobile Comunication funzionante nella banda 935-960 MHz. Questo sistema,
rispetto a quello analogico precedente, noto come TAT che ha costituito la prima generazione dei sistemi di telefonia mobile, consente, tra gli altri vantaggi,
GLI ASPETTI FISICI E RADIOLOGICI
DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI
UTILIZZATI NELLA TELECOMINICAZIONE
il roaming internazionale ed un maggiore
contenimento dei costi.
Successivamente, si è aggiunto il sistema
DCS (Digital Communication System) nella
banda da 1808-1880 MHz e, come terza
generazione, nelle frequenze 2110-2170
MHz, il sistema UMTS, Universal Mobile
Telecommunications System (UMTS) per la
trasmissione delle immagini e la connessione internet. In futuro, i sistemi di quarta
generazione utilizzeranno microonde di frequenze ben più elevate dei 2 GHz e questo
ottempera ad un duplice aspetto: migliorare
la comunicazione, diminuendo le interferenze e produrre un impatto, radiobiologico,
meno profondo nell’organismo.
La stazione radio base, dunque, è una sorgente nello spazio di onde elettromagnetiche nelle frequenze delle microonde su
esposte.
Per evitare sovrapposizione di segnali, la
potenza di ciascuna radio base non può
essere aumentata oltre un limite imposto
dalle caratteristiche della rete. Sono stati fissati, inoltre, limiti di legge da rispettare che impongono una limitazione sulla
potenza emessa.
La componente più significativa, ai fini sanitari, del campo elettromagnetico che si
propaga come onda nello spazio, è la componente elettrica.
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USO DEI CELLULARI
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GLI ASPETTI FISICI E RADIOLOGICI
DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI
UTILIZZATI NELLA TELECOMINICAZIONE
Dallo studio condotto dal Comune di Varese emerge che i valori di campo
elettrico nello spazio, dovuti alle stazioni radio base sono molto contenuti,
(mediamente, inferiori a 1 V/m) corrispondenti al 13%, circa, dei livelli di
“attenzione” stabiliti della legge.
Se poi pensiamo che molte conversazioni avvengono non nello spazio aperto,
ma all’interno di edifici, possiamo rimanere ulteriormente tranquilli perché gli
edifici costituiscono una specie di schermo e quindi attenuano l’intensità della
radiazione. A meno che non siamo noi stessi ad usare il “telefonino”!
dell’esposizione a stazioni radio base, anche relativamente vicine.
I costruttori di telefoni cellulari indicano, negli opuscoli illustrativi per l’utente,
le caratteristiche di emissione che vanno sempre controllate. In particolare
è importante ricercare il valore di un parametro di interesse radiobiologico e
radioprotezionistico che è nominato SAR = Rateo di Assorbimento Specifico ed
è misurato in W/Kg.
Non è infrequente un valore di SAR di 0,62 W/kg, localizzato alla testa, valore
questo che rappresenta il 31% del valore limite di base, pari a 2 W/Kg.
L’apparecchio per la telefonia mobile.
La radiobiologia delle microonde nel corpo
umano.
Il terminale della comunicazione è l’apparato mobile che ha funzioni ricetrasmittenti. Durante la fase di trasmissione il cellulare è una vera e propria sorgente
di onde “radio” o meglio microonde nella banda dai 960 MHz a 2000 MHz.
L’intensità di emissione e quindi la potenza generata è funzione della distanza
dalla stazione radio base: maggiore è la distanza relativa, maggiore è la potenza
sviluppata, quindi l’avere il territorio diviso in molte celle, di piccole dimensioni,
invece che poche celle di ampie dimensioni, non solo facilita la comunicazione,
ma teoricamente permette di diminuire la potenza, al terminale mobile, teoricamente perché per motivi commerciali se una conversazione è in corso, gestita
da una stazione radio base prossima, la conversazione viene trasferita ad una
stazione radio base più lontana, per consentire alla prima di “prendersi” in
carico un nuovo utente che inizia la comunicazione.
Il telefono cellulare, nel momento in cui trasmette, è anch’esso sorgente delle
medesime radiazioni generate dalle stazioni radio base, altrimenti non potrebbe
avere lo stesso “linguaggio”. Il cellulare si differenzia dalla stazione radio base
per una emissione più localizzata, anche se più intensa. Le esposizioni, durante
l’uso del telefonino sono molto più alte a causa della vicinanza dell’antenna (del
telefonino - di fatto occultata) al corpo: l’assorbimento locale di energia elettromagnetica (misurato come potenza assorbita per unità di massa corporea,
attraverso il tasso di assorbimento specifico o SAR) è di gran lunga superiore
(tipicamente da 100 a 1000 volte) a quello che si può avere, per effetto
Le onde elettromagnetiche, nel campo delle microonde, interagiscono con un
organismo biologico, ad esempio il nostro corpo, producendo fenomeni “fisici”
di riflessione, rifrazione, diffrazione e assorbimento.
Questi fenomeni sono in relazione alle dimensioni del corpo, alla sua composizione biologica, alla frequenza ed alla intensità della radiazione. Il dato
interessante consiste nell’energia depositata e nelle conseguenti interazioni
con l’organismo.
Si è già dimostrato al paragrafo “Il campo elettromagnetico“, che l’energia delle
microonde non è sufficiente, per intensità, a creare ionizzazione con la materia
con cui interagisce, quindi non crea radicali liberi né è in grado di interagire con
il DNA della cellula, l’interazione avviene con le molecole e, in particolare, con
le molecole di acqua. L’energia nel campo delle microonde crea dei movimenti vibratori che nel contesto circostante, poiché le molecole non sono libere,
hanno effetti di natura viscosa e si manifestano, microscopicamente, con un
innalzamento della temperatura. Questo fenomeno è ben noto e sfruttato per
la cottura di cibi. La penetrazione dell’onda è inversamente correlata alla frequenza: all’aumentare della frequenza, diminuisce la profondità di penetrazione
così che sopra i 10 GHz vi è un assorbimento a livello della pelle. Questo
innalzamento termico è dell’ordine di qualche decimo di grado e viene contra-
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stato dall’organismo attraverso l’attivazione di meccanismi di termoregolazione,
come la vasodilatazione che permettono la dispersione del calore.
In tutto l’ambito delle radiazioni si definiscono delle grandezze di base che
sono indicatori di una dose, come avviene in ambito farmacologico. Si intende
qui, come dose, una quantità di energia (o di potenza) assorbita in una massa
di tessuto, diviso per la massa stessa.
Nel campo delle microonde l’indicatore dosimetrico, come già indicato al
paragrafo “L’apparecchio per la telefonia mobile”, va sotto il nome di Rateo di
Assorbimento Specifico (SAR); è una potenza divisa per la massa e l’unità di
misura è il [W/Kg]; può essere determinata sia sul corpo intero che su aree
specifiche localizzate, come ad esempio la testa ed il tronco. Si può dimostrare
che il SAR è proporzionale alla variazione di temperatura nel tempo e quindi è in
qualche modo misurabile attraverso sistemi termici. Questo rilievo strumentale
non è però sempre agevole e quindi per una protezione pratica (radioprotezione
operativa) si misura il campo elettrico esterno all’organismo poiché, attraverso
modelli di calcolo numerici, è possibile rapportarlo al SAR. Altri fenomeni di
interazione, non legati agli aspetti termici, sono gli acufeni, soprattutto legati
alle emissione ad impulsi.
Le interferenze.
Più critico sotto l’aspetto sanitario appare invece l’effetto dell’interferenza degli
apparati di telefonia mobile con pace-makers e defibrillatori, pompe per l’infusione, impianti cocleari.
Si deve notare che, parimenti alla diffusione delle sorgenti “interferenti”, telefonino ma anche reti Wi.Fi, si è sviluppata una tecnologia adeguata e regolamentata da norme tecniche di riferimento per le caratteristiche di compatibilità
elettromagnetica a cui i dispositivi vitali devono adeguarsi.
I valori di immunità per interferenza, desunti dalla norma più recente, sono di
10 V/m e precedentemente di 3 V/m. Dispositivi medici messi in commercio
anteriormente al 2004 possono non essere stati testati nel campo di frequenze
1000-2500 MHz ed avere livelli di immunità inferiori a 3 V/m.
GLI ASPETTI FISICI E RADIOLOGICI
DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI
UTILIZZATI NELLA TELECOMINICAZIONE
A questo proposito, si rammenta che la norma EN 60601-1-2 (2007) prevede
che i fabbricanti di dispositivi medici indichino, sul manuale d’uso, le distanze
minime raccomandate: “la norma, infatti, riconosce la necessità di fornire
all’utilizzatore le informazioni necessarie a garantire un ambiente elettromagnetico idoneo”.
Vengono riportati, di seguito, alcune raccomandazioni dell’Istituto Superiore di
Sanità che fanno riferimento a studi condotti recentemente in materia:
“I terminali WiFi ed i telefoni DECT hanno mostrato una sostanziale compatibilità
con la strumentazione di sostegno vitale, a meno di giungere ad un contatto diretto.
Si raccomanda in via prudenziale di rispettare un distanza tra dispositivi vitali e
terminali WiFi o telefoni DECT di 10 cm.”
“Più critico appare il discorso interferente tra telefoni cellulari GSM, in particolare
alla frequenza di 900 MHz e dispositivi di supporto vitale, in particolare come la
pompa a siringa. Per questi apparati si raccomanda la distanza prudenziale di 1
metro. Mentre per il pace-makers è considerata sufficiente una distanza di 10 cm.
“Le interferenze con gli impianti cocleari possono costituire più un disturbo che
un danno”.
Bibliografia.
CNIRP 16/2009 - Review of the scientific evidence on dosimetry, biological effects, epidemiological observation and health consequences concerning exposure to high requency
electromagnetic fields (100 KHz to 300 GHz) - www.icnirp.org
ISS Rapporto Istisan 97/18 Valutazione delle interferenze elettromagnetiche indotte dai
telefoni cellulari digitali GSM sugli stimolatori cardiaci impiantabili.
ISS Rapporto Istisan 09/15 Tecnologia GSM, Wi Fi e Dect in ambito Ospedaliero, valutazione della compatibilità elettromagnetica con dispositivi medici di supporto vitale.
www.iss.it/pubblicazioni/
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USO DEI CELLULARI
E CAMPI ELETTROMAGNETICI:
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EFFETTI SANITARI
DEI CAMPI
ELETTROMAGNETICI
a cura di Andrea Calbi
Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica,
Università dell’Insubria
EFFETTI SANITARI
DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI
Effetti sanitari dei Campi Elettromagnetici
a radiofrequenza: considerazioni alla luce
dei dati attualmente disponibili nell’ambito
della letteratura scientifica internazionale.
I campi elettrici e magnetici interagendo con le particelle cariche elettricamente
di cui è costituita la materia determinano effetti biologici, che possono manifestarsi come effetti sanitari, siano essi a breve o a lungo termine (ad insorgenza
immediata o differita nel tempo).
Sulla base delle conoscenze scientifiche attualmente a disposizione, i soli
effetti certamente correlabili all’esposizione a campi elettromagnetici di intensità generalmente superiore a quelli riscontrabili negli ambienti di vita e tipici di
alcuni ambienti di lavoro, sono effetti a breve termine, in particolare, effetti di
stimolazione ed effetti termici.
Gli effetti di stimolazione si concretizzano nella perturbazione di tessuti e fluidi
corporei, normalmente carichi elettricamente e attraversati da correnti a bassa
frequenza, indotta da campi elettrici e magnetici di modestissima intensità (da
1 mA/m2 a 1 A/m2); i tessuti maggiormente interessati da tali effetti risultano
quelli eccitabili elettricamente come il tessuto muscolare striato (volontario e
cardiaco) e il tessuto nervoso.
Gli effetti termici sono legati ad un innalzamento della temperatura interna
all’organismo, secondaria al riscaldamento dei tessuti indotto da campi elettromagnetici a frequenza più elevata (generalmente superiore a 10 MHz) che
agiscono in un intervallo di tempo prolungato, superiore a 6 minuti. Tali effetti si
concretizzano in aumenti di temperatura nell’ordine di alcuni gradi ed interessano
principalmente strutture sensibili (tessuti di conduzione nervosa e giunzioni
neuromuscolari), l’occhio (danni corneali e cataratta), strutture caratterizzate
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USO DEI CELLULARI
E CAMPI ELETTROMAGNETICI:
PARLIAMONE
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da elevato ricambio cellulare quali cellule del sangue e del sistema immunitario,
ed organi riproduttivi quali i testicoli (compromissione della fertilità fino alla
sterilità), nonché strutture scarsamente vascolarizzate e conseguentemente
meno in grado di dissipare calore.
Caratteristica peculiare degli effetti sanitari a breve termine sopramenzionati,
è quella di presentare una “soglia”: vi sono valori minimi dosimetrici di esposizione (limiti di base), il cui rispetto assicura dal punto di vista radioprotezionistico l’assenza di conseguenze sulla salute. Ai fini della protezione dalle
radiazioni, la grandezza utilizzata per esprimere l’assorbimento di energia elettromagnetica è il SAR - Specific Absorption Rate, o tasso di assorbimento
specifico, definito come quantità di energia elettromagnetica trasformata in
calore, nell’unità di tempo, nell’unità di massa (potenza assorbita per unità
di massa).
INTERVALLO
DI
FREQUENZA
DENSITÀ DI
CORRENTE
(mA / m2)
SAR MEDIO CORPO INTERO
(W / Kg)
SAR LOCALE TESTA / TRONCO
(W / Kg)
SAR LOCALE -
10
20
ARTI
(W / Kg)
LAVORATORI
10 MHz
10 GHz
-
0,4
10 MHz
300 GHz
Densità di potenza (W / m2)
Lavoratori
50
-
0,08
Nella tabella sono riportati i limiti di base per l’esposizione a campi elettromagnetici variabili nel tempo secondo le raccomandazioni dell’ICNIRP. Si focalizza
l’attenzione sulle frequenze di esposizione più elevate, tra 10 MHz e 300 GHz,
di impiego per le telecomunicazioni, notando la distinzione tra lavoratori e
popolazione.
Osservando le unità di misura utilizzate è possibile notare come per campi
elettromagnetici di frequenza inferiore a 10 GHz l’unità di misura utilizzata per
esprimere l’assorbimento di energia è il SAR, mentre per campi elettromagnetici a frequenza superiore a 10 GHz, la grandezza utilizzata per esprimere
l’assorbimento di energia è la densità di potenza, in quanto, a tali frequenze,
l’assorbimento è limitato ai soli tessuti corporei superficiali. Questo significa
che man mano la tecnologia di comunicazione utilizzerà frequenze più elevate
delle attuali, la penetrazione della radiazione sarà sempre più superficiale.
Fermandoci, invece, alle frequenze al di sotto di 10 GHz, quelle attualmente
impiegate nella telefonia cellulare, possiamo osservare come la grandezza di
base SAR, abbia valori diversi, per le diverse zone corporee: valore medio sul
corpo intero, a livello della testa/tronco e a livello degli arti. Va precisato che
nella pratica radioprotezionistica si rilevano valori di campo elettrico, magnetico o elettromagnetico, esterni al corpo, ricavati “modellisticamente” dai su
citati limiti di base. Il non superamento del livelli di riferimento “ambientali”
garantisce che i limiti di base siano rispettati.
I dati, ricavati dalle numerose misurazioni effettuate nella quasi totalità degli
ambienti di vita, e legati alle emissioni delle stazioni radio base evidenziano
come i limiti di base siano ampiamente rispettati.
POPOLAZIONE
10 MHz
10 GHz
EFFETTI SANITARI
DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI
2
10 MHz
300 GHz
Densità di potenza (W / m2)
Popolazione
10
4
Con specifico riferimento alla telefonia mobile possiamo escludere con
certezza che i campi elettromagnetici transitoriamente generati da antenne
fisse e stazioni radio-base siano direttamente responsabili di effetti sanitari
a breve termine sull’utente.
25
USO DEI CELLULARI
E CAMPI ELETTROMAGNETICI:
PARLIAMONE
26
I campi elettromagnetici legati all’utilizzo
del telefono cellulare.
EFFETTI SANITARI
DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI
Per quanto concerne l’utilizzo di apparecchi di telefonia mobile, l’intensità
del campo elettromagnetico da essi generato è soggetta a controlli da parte
delle case produttrici, effettuati mediante misurazione sperimentale su
modelli simulati.
Gli apparecchi di telefonia mobile, oltre ai segnali trasmessi alle stazioni radio
base che determinano l’esposizione transitoria a campi elettromagnetici di
intensità estremamente moderata, durante le chiamate espongono l’utente
a campi elettromagnetici ad elevata intensità che investono selettivamente i
Tale intensità non può superare lo specifico livello soglia previsto per la
popolazione, corrispondente a un SAR pari a 2 W/Kg mediati su 10 g di
tessuto.
tessuti e le strutture adiacenti all’apparecchio stesso.
Tale esposizione è pertanto influenzata, oltre che da fattori intrinseci propri
del singolo utente (sensibilità individuale) anche da fattori estrinseci quali
la tipologia di apparecchio, la frequenza di utilizzo, la durata delle chiamate,
Effetti ritardati di natura genotossica e
neoplastica.
nonché dispositivi alternativi che permettano l’esposizione ad un campo elettromagnetico più lontano, di intensità e concentrazione inferiori (ad esempio
l’auricolare).
Al fine di ottenere dati attendibili, negli ultimi anni sono stati avviati differenti
tipologie di studi utili a dimostrare una eventuale correlazione fra esposizione
a campi elettromagnetici e rischio di sviluppare patologie neoplastiche: studi
osservazionali sulla popolazione generale o su specifiche classi di lavoratori, ricerche sperimentali condotte sia in vitro su campioni cellulari, sia in vivo su animali da laboratorio o direttamente su volontari umani in condizioni controllate.
La probabilità di sviluppo di tali patologie, sia essa aumentata o diminuita, è
misurata attraverso il cosiddetto rischio relativo (RR), calcolato come rapporto
tra tasso di incidenza negli esposti e nei non esposti, ovvero, più semplicemente, un indice che esprime l’aumento di rischio rispetto alla popolazione
generale.
A tal proposito, lo studio di maggiore interesse e su più larga scala è senz’altro
rappresentato dal “Progetto INTERPHONE” avviato nel 2000, che rappresenta
il più vasto studio caso-controllo sull’argomento; esso coinvolge ben 13 paesi
del mondo (Australia, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Israele,
27
USO DEI CELLULARI
E CAMPI ELETTROMAGNETICI:
PARLIAMONE
28
EFFETTI SANITARI
DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI
Italia, Giappone, Nuova Zelanda, Norvegia, Svezia e Regno Unito), è coordinato
Bias ed errori metodologici tuttavia, limitano la forza delle sopramenzionate
da un Gruppo Internazionale formato da 21 esperti in materia ed ha l’obiettivo
conclusioni che potranno essere oggettivate e potranno acquistare credibi-
di individuare un eventuale aumento del rischio relativo (RR) di sviluppare
lità scientifica unicamente attraverso ulteriori studi futuri e la successiva
tumori cerebrali (glioma e meningioma), tumori al nervo acustico (schwannoma)
correlazione dei dati da essi ricavati.
e della ghiandola parotide in soggetti utilizzatori abituali di apparecchi di telefonia mobile da almeno 10 anni.
Sulla base del crescente utilizzo del telefono cellulare da parte di soggetti
in età giovanile, il Gruppo di Coordinamento dello studio INTERPHONE ha
Nel corso di tale studio i casi, segnatamente 2708 soggetti affetti da glioma
espresso la necessità di proseguire nella raccolta dei dati concernenti l’uti-
e 2409 da meningioma, sono stati incrociati, mediante un protocollo comune
lizzo di apparecchi di telefonia mobile da parte di tali fasce di popolazione,
ai 13 paesi rappresentati, con soggetti utilizzatori di apparecchi di telefonia
giudicate meritevoli di attenzione, al fine di operare un monitoraggio dei dati
mobile da almeno 10 anni.
prospettici direttamente ricavabili da tale indagine.
Dai dati direttamente ricavati dallo studio pubblicato da IARC il 17.5.2010,
Inoltre, considerando i risultati di numerosi altri studi promossi in materia,
si è osservata addirittura una riduzione del rischio relativo correlato allo svi-
qualsiasi sia la tipologia di studio alla quale ricondurre specifici risultati, siano
luppo di gliomi e meningiomi in abituali utilizzatori di apparecchi di telefonia
essi epidemiologici o sperimentali, in vivo o in vitro, su animali o sull’uomo,
mobile da meno di 10 anni, dato probabilmente dovuto a limiti metodologici
nonché dai dati ricavabili dalla letteratura scientifica a nostra disposizione,
e all’azione di bias (errori/criticità nell’analisi dei risultati).
allo stato attuale è possibile concludere che non esistono dati scientifici
sufficienti, certi e univoci, per considerare l’esposizione a campi elettroma-
Non è stato altresì osservato un aumento del rischio relativo di sviluppare
gnetici a frequenze sino a 300 GHz, potenzialmente responsabile di fenomeni
gliomi o meningiomi anche in caso di utilizzo di apparecchi di telefonia mobile
genotossici o di induzione di effetti cancerogeni per l’uomo.
superiore ai 10 anni.
In considerazione dell’utilizzo sempre maggiore ed intensivo (superiore a 1 ora
Sono state unicamente individuate deboli evidenze di un aumentato rischio
al dì) di apparecchi di telefonia mobile da parte di soggetti in età giovanile,
di sviluppare gliomi e, in misura ancora inferiore, meningiomi, in soggetti
nonostante non sussistano attuali evidenze indicative di potenziali effetti
abituali utilizzatori di apparecchi di telefonia mobile, in corrispondenza del
genotossici o cancerogeni per l’uomo legati all’esposizione a campi elettro-
medesimo lato di utilizzo a livello cranico e, con specifico riferimento ai
magnetici, la Comunità Scientifica Internazionale ha espresso l’opportunità
gliomi, a livello del lobo temporale.
di proseguire la raccolta di dati da tali fasce di popolazione, che per età e
incipiente sviluppo somatopsichico risulterebbero maggiormente vulnerabili
ad eventuali effetti cumulativi.
29
USO DEI CELLULARI
E CAMPI ELETTROMAGNETICI:
PARLIAMONE
30
EFFETTI SANITARI
DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI
Infine, per quanto concerne il fenomeno della ipersensibilità da campi elettromagnetici - sindrome caratterizzata da una sintomatologia estremamente
eterogenea e da una definizione clinica peraltro non univoca - in assenza
di concrete evidenze, tali da correlare direttamente e univocamente tali
Bibliografia.
Polichetti A. Effetti sanitari dei campi elettromagnetici a radiofrequenza: stato delle
conoscenze scientifiche.
manifestazioni cliniche all’esposizione a campi elettromagnetici, sia essa
ambientale o lavorativa, è tutt’ora in corso la raccolta di dati utili ad individuare una eventuale correlazione tra i due fenomeni sopramenzionati e
Mariutti GF. La radiazione ottica: aspetti fisici ed effetti biologici.
Le onde elettromagnetiche nelle telecomunicazioni: gli aspetti fisici, tecnici e radiobiologici .
pragmaticamente si tende, in prima istanza, ad effettuare una diagnosi differenziale per escludere patologie in atto e non manifeste, sia a livello cardiaco
Kundi M. The controversy about a possible relationship between mobile phone use and
cancer. Environ Health perspect 2009; 117:316-324.
che ortopedico.
Lonn S, Ahlbom A, Hall P et al. Long-term mobile phone use and brain tumor risk;
Am J Epidemiol 2005; 161:526-535.
Coble JB, Dosemeci M, Stewart PA et al. Occupational exposure to magnetic fields and the
risk of brain tumors. Neuro-oncology 2009; 11:242-249.
Hardell L, Carlberg M, Soderqvist F et al. Long term use of cellular phones and brain tumors:
increased risk associated with use for ≥10 years. Occup environ med 2007; 64:626-632.
Kan P, Simonsen SE, Lyon JL et al. Cellular phone use and brain tumor: a meta-analysis.
J neurooncol 2008; 86:71-78.
Lahkola A, Salminen T, Auvinen A. Selection bias due to differential participation in a
case control study of mobile phone use and brain tumors.
Ann epidemiol 2005; 15:321-325 10.
Press release n.200; 2010; Interphone study reports on mobile phone use and brain
cancer risk; International agency for research on cancer; World Heath Organization 11.
SCENIHR comitato scientifico sui rischi sanitari emergenti e di nuova identificazione.
Possibili effetti dei campi elettromagnetici sulla salute; Direzione generale per la salute e
la protezionedei consumatori. Commissione europea.
Atti del XXI Congresso Nazionale AIRM; Il medico autorizzato: attore di radioprotezione; a
cura di Moccaldi R, Trenta G; 18-20.06.2009
31
USO DEI CELLULARI
E CAMPI ELETTROMAGNETICI:
PARLIAMONE
LA SITUAZIONE DEGLI IMPIANTI
DI RADIOTELECOMUNICAZIONE
SUL TERRITORIO COMUNALE DI VARESE
Sul territorio del comune di Varese sono attualmente presenti 137 impianti per
la radiotelecomunicazione 2: si tratta di 38 impianti radio, 45 impianti televisivi,
44 impianti dei gestori di telefonia mobile e 10 microcelle, queste ultime
utilizzate per incrementare la capacità del sistema di comunicazione mobile nei
momenti di picchi di traffico.
Una situazione apparentemente invariata rispetto al dato relativo al mese di
settembre 2005, che registrava un numero complessivo di impianti pari a 138
unità, così suddiviso: 39 radio; 45 TV; 47 telefonia e 7 microcelle.
IMPIANTI TELECOMUNICAZIONE NEL COMUNE DI VARESE - ANNO 2005
LA SITUAZIONE
DEGLI IMPIANTI DI
RADIOTELECOMUNICAZIONE
SUL TERRITORIO
COMUNALE DI VARESE
a cura di Valeria Marinoni
Capo Attività Prevenzione, Progettazione,
Riqualificazione Ambientale
Comune di Varese
Elaborazione Ambiente Italia su dati Comune di Varese
(Rapporto sullo Stato dell’Ambiente Agenda 21 Locale - Cap. 9 - 2006).
In realtà, per quanto attiene la telefonia mobile, negli ultimi 5 anni, a parità di
impianti si sono registrate numerosissime istanze per la variazione della potenza
o la coubicazione tra più gestori presso strutture preesistenti in ragione della
sempre maggiore richiesta di copertura della rete da parte dell’utenza telefonica, dovuta in parte anche alla nuove funzioni offerte (connessione internet,
videomessaggi etc.), oppure ancora per la modifica delle tecnologie operative.
A differenza degli impianti per la telefonia mobile, che hanno iniziato a diffondersi in un’epoca relativamente recente, evidentemente in maniera proporzionale alla domanda di tale servizio,3 gli impianti per le radiotelecomunicazioni
2
3
Dato aggiornato al mese di novembre 2010.
Secondo il “Rapporto Federcomin-Anie, e-family 2003” dal 1995 al 2003 la penetrazione di linee cellulari
nelle famiglie italiane (4 cellulari/famiglia) è passata dal 7% al 86%.
33
USO DEI CELLULARI
E CAMPI ELETTROMAGNETICI:
PARLIAMONE
34
e le trasmissioni televisive risalgono a diversi decenni, quando ancora non
sussistevano specifiche norme di carattere urbanistico-radioprotezionistiche
in materia, né tantomeno i vincoli di natura paesistico-ambientali oggi gravanti
su tali siti.
In sintesi gli impianti per le trasmissioni radio-televisive risultano in massima
parte allocati in corrispondenza del Grande Albergo Campo dei Fiori, con una
piccola minoranza in zona Sacro Monte (Loc. Montorfano, I e XIII Cappella).
Altri siti radiofonici, all’interno del centro abitato, sono situati in viale Borri e
viale Ippodromo (solo ponte radio).
La normativa in materia di radiotelecomunicazione elettronica.
La normativa specifica sull’argomento, che disciplina sia le procedure amministrative per l’installazione degli impianti di radiotelecomunicazione dal punto di
vista urbanistico, sia i limiti ed i livelli di campo elettromagnetico dal punto di
vista della tutela della salute, è alquanto recente.
In primis la Legge quadro n. 36/20014 che, dettando sostanzialmente la ripartizione delle competenze in materia tra Stato, Regioni e Comuni, definisce gli
“Obiettivi di qualità” quale insieme di criteri localizzativi, standard urbanistici,
prescrizioni ed incentivazioni per l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili.
Alle Regioni viene demandato il compito di definire gli strumenti e le azioni per il
raggiungimento degli obiettivi di qualità; ai Comuni è conferita invece la possibilità di adottare un proprio regolamento “per assicurare il corretto insediamento
urbanistico territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici”.
La Regione Lombardia ha approvato, sempre nello stesso anno, la L.r. n.
11/20015, che stabilisce modalità, termini e procedure specifiche in merito
4
5
Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.
Norme sulla protezione ambientale dall’esposizione a campi elettromagnetici indotti da impianti fissi per
le telecomunicazioni e per la radiotelevisione.
LA SITUAZIONE DEGLI IMPIANTI
DI RADIOTELECOMUNICAZIONE
SUL TERRITORIO COMUNALE DI VARESE
all’installazione di impianti di radiotelecomunicazione in capo all’Amministrazione comunale, nonché i procedimenti sanzionatori in caso di omessa autorizzazione all’installazione e/o superamento dei limiti di emissione.
Sostanzialmente, a parte il rimando ad una successiva pianificazione comunale, la legge regionale individua quale unico espresso divieto “l’installazione di
impianti per le telecomunicazioni e la radiodiffusione in corrispondenza di asili,
edifici scolastici nonché strutture di accoglienza socio assistenziali, ospedali,
carceri, oratori, parco giochi, orfanotrofi e strutture similari, e relative pertinenze, che ospitano soggetti minorenni” (art. 4, comma 8). Pertanto, secondo la
relativa circolare esplicativa regionale,6 la prescrizione di cui sopra “è da ritenersi soddisfatta quando gli impianti per le telecomunicazioni siano installati in
punti che non ricadano in pianta entro il perimetro degli edifici e strutture di cui
al suddetto comma e loro pertinenze”.
Inoltre, ai sensi dell’art. 4, commi 11-13 della L.R. 11/01, la Regione Lombardia pone in capo ai Comuni anche l’obbligo di provvedere a “forme di pubblicazione” dei singoli piani di localizzazione proposti dai gestori entro il 30
novembre di ogni anno; piani di localizzazione che - occorre precisare - non
corrispondono necessariamente ad una precisa e localizzata richiesta di installazione di impianto, ma indicano solamente un’area di interesse per l’espansione della propria rete.
La presentazione dei piani di espansione della rete dei singoli gestori costituisce uno strumento utilissimo per l’Amministrazione comunale in fase di pianificazione, ovvero nel cercare di individuare siti di interesse comune nell’ottica
del principio di razionalizzazione e della relativa coubicazione, obiettivo anche
questo imposto dalla normativa regionale.
Per quanto attiene invece la verifica dell’impianto sotto il profilo radioprotezionistico, sempre ai sensi dell’art. 4, comma 2^ della L.R. n. 11/01, spetta
all’ARPA territorialmente competente il compito di valutare preliminarmente la
rispondenza degli impianti ai limiti di esposizione, ai valori di attenzione e agli
6
Regolamento regionale 19 novembre 2001 n. 6 “Attuazione di quanto disposto dalla L.R. n. 11/01”.
35
USO DEI CELLULARI
E CAMPI ELETTROMAGNETICI:
PARLIAMONE
36
obiettivi di qualità di cui alla L. n. 36/01 e all’art. 6 comma 1 della normativa
regionale medesima.
Infatti ad oggi tali parametri, per quanto attiene i campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici compresi tra 100 kHz e 300 gHz, sono disciplinati a livello
statale attraverso il D.P.C.M. 8 luglio 20037 che definisce in particolare:
limite di esposizione: valore di immissione, che non deve essere superato in
alcuna condizione di esposizione della popolazione e dei lavoratori per la
tutela della salute per quanto concerne gli effetti acuti;
valore di attenzione: valore di immissione, che non deve essere superato
negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze prolungate.
In particolare è misura di cautela ai fini della protezione da possibili effetti a
lungo termine.
In quest’ultimo caso, “all’interno di edifici adibiti a permanenze non inferiori
a quattro ore giornaliere, e loro pertinenze esterne, che siano fruibili come
ambienti abitativi quali balconi, terrazzi e cortili esclusi i lastrici solari”, deve
essere sempre rispettato, per il campo elettrico, il valore di attenzione di 6 V/m.
I parametri di cui sopra si richiamano a loro volta al “principio di precauzione”,
principio fondamentale in base al quale sono stati stabiliti - a livello nazionale
- i limiti di emissione delle radiazioni elettromagnetiche. Infatti l’ICNIRP 8 aveva
fissato, già nel 1998, il valore limite di esposizione pari a circa a 42 Volt/
metro, assunto anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Unione
Europea in materia di impianti di radiotelecomunicazione.
LA SITUAZIONE DEGLI IMPIANTI
DI RADIOTELECOMUNICAZIONE
SUL TERRITORIO COMUNALE DI VARESE
In seguito, nell’estate del 2003, è stato promulgato il D.Lgs. n° 259 del 1
agosto 2003 “Codice delle comunicazioni elettroniche” che, in sostituzione del
precedente D.Lgs. n. 198/02 9, detta, agli artt. 86 e 87, i principi fondamentali in materia di installazione e modifica delle infrastrutture per le radiotelecomunicazioni.
In particolare occorre sottolineare che l’art. 86 definisce tali impianti “opere di
urbanizzazione primaria” in quanto appartenenti alla più ampia categoria delle
“opere di pubblica utilità”.
Pertanto, in conseguenza di quanto sopra, all’Amministrazione comunale
è demandato sostanzialmente l’onere dell’accoglimento delle istanze (per
impianti con potenza superiore a 20 watt), o delle denunce di inizio attività
(per impianti inferiori a 20 watt), e la verifica della relativa documentazione,
con particolare riguardo all’accertamento da parte di ARPA della compatibilità
del progetto con i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di
qualità sopra richiamati.
Di conseguenza, la possibilità conferita da Regione Lombardia agli enti locali
di regolamentarsi per gestire la localizzazione degli impianti sul proprio territorio, deve - necessariamente - trovare conciliazione con quanto consentito
dalle norme nazionali di ordine superiore, ovvero tradursi in provvedimenti che
esulino dalla considerazione di limiti di esposizione diversi da quelli fissati
dallo Stato e dalla scelta di localizzazioni urbanistico-territoriali che non
arrechino comunque pregiudizio al piano nazionale di sviluppo della rete delle
telecomunicazioni.
A questo proposito, occorre rilevare che la normativa italiana è in assoluto la
più rigorosa in quest’ambito, poiché dimezza questi limiti generali a 20 V/m
alle aree che non sono soggette ad una presenza costante dell’uomo, riducendoli ulteriormente a 6 V/m per le aree che invece prevedono una permanenza
minima di quattro ore.
7
8
Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione
della popolazione dalla esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze
comprese tra 100 kHz e 300 gHz.
Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti.
9
Meglio noto come “Decreto Gasparri”, dichiarato nel 2003 incostituzionale per Pronuncia della Corte
Costituzionale.
37
USO DEI CELLULARI
E CAMPI ELETTROMAGNETICI:
PARLIAMONE
38
Le iniziative del comune di Varese “per
assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai
campi elettromagnetici” : il regolamento
comunale per la disciplina degli impianti di
radiotelecomunicazione.
10
Sin dal 2001 l’Amministrazione comunale si è prontamente attivata nel dare
attuazione alle disposizioni dell’art. 8 della L. 36/2001, che demandava ai
Comuni il compito di redigere uno specifico regolamento finalizzato ad “assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici”.
Enunciato questo formalmente semplice, ma assai arduo da tradursi concretamente, solo considerando la contraddizione lessicale intrinseca nella disposizione normativa, laddove i criteri localizzativi non possono comunque pregiudicare “lo sviluppo della rete” ed i limiti di esposizione a tutela della salute
rimangono una prerogativa dello Stato.
Il testo regolamentare, che ha dunque cercato di introdurre criteri interpretativi
ed applicativi della norma innovativi, è stato tuttavia più volte rimaneggiato ed
il relativo procedimento interrotto sia a causa del subentrato D.lgs 198/02 11,
sia a causa di varie impugnative avanti il TAR da parte dei gestori del servizio
di telefonia. Il relativo procedimento si è concluso definitivamente, con l’approvazione da parte del Consiglio comunale, nel 2008, con deliberazione n. 44 del
15 settembre. Tale regolamento, oltre a meglio disciplinare le varie fasi del procedimento amministrativo per il rilascio delle autorizzazioni per l’installazione
degli impianti di radiotelecomunicazione elettronica, contiene alcuni elementi
giuridici altamente innovativi dal punto di vista metodologico, e volti ad integrare
alcune aporie lasciate dalla normativa precedentemente citata.
10
11
Legge n. 36/2001, art. 8, comma 6.
(c.d. Decreto Gasparri) “Disposizioni volte ad accelerare la realizzazione delle infrastrutture di telecomunicazioni strategiche per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese, a norma dell’articolo 1, comma 2,
della legge 21 dicembre 2001, n. 443”.
LA SITUAZIONE DEGLI IMPIANTI
DI RADIOTELECOMUNICAZIONE
SUL TERRITORIO COMUNALE DI VARESE
Consulta comunale.
L’art. 8 del Regolamento disciplina la costituzione di una “Consulta comunale sulle emissioni elettromagnetiche”12, quale organismo consultivo e di
partecipazione finalizzato alla costituzione di una sede ufficiale di reale confronto e dibattito tra rappresentanti delle istituzioni, cittadini e gestori di
impianti di telecomunicazione, cui partecipano anche ASL e ARPA, ovvero
i soggetti pubblici istituzionalmente competenti in materia di tutela della
salute e di accertamento del rispetto dei valori previsti per legge.
L’istituto della Consulta rappresenta uno strumento particolarmente
importante ed efficace nell’ambito della partecipazione al procedimento
amministrativo relativo all’installazione di un nuovo impianto di radiotelecomunicazione da parte di tutti i soggetti dai quali potrebbe potenzialmente
“derivare un pregiudizio”,13 sia nell’ottica della massima trasparenza, sia
nell’ottica della convergenza di tutte le problematiche di natura giuridica,
urbanistica, ambientale e sanitaria ivi implicate.
Criteri di pianificazione paesaggistica.
Caratteristica principale degli impianti di radiotelelcomunicazione è quella
di dover necessariamente trovare collocazione in posizioni visibili da tutta
l’area servita dalla rete; è pertanto inevitabile l’insorgenza di situazioni di
conflitto con lo skyline del paesaggio e la percezione visiva e, a volte affettiva, del paesaggio.
Al fine di poter meglio analizzare i giudizi estetici e soggettivi nella valutazione
del paesaggio, anche secondo le linee guida regionali,14 il regolamento
comunale è stato corredato di una apposita tavola che indica i vincoli paesaggistici, le sensibilità paesistiche, i vincoli ambientali, le proprietà pubbliche e
private oggetto di particolare tutela; ad una maggiore sensibilità dei siti, deve
corrispondere una minore incidenza degli impianti, i cui progetti dovranno
prevedere idonee opere di mitigazione o di compensazione.
Nell’individuare il grado di “Sensibilità del sito” si dovrà fare riferimento
alla “Carta delle sensibilità paesistiche” allegata al regolamento, nonché a
tutti i documenti disponibili che illustrano le peculiarità paesaggistiche.
12
13
14
Istituita formalmente ai sensi dell’art. 93, comma 2, dello Statuto Comunale, quale organismo consultivo
e di partecipazione.
Cfr. artt. 7, 9, 10 - Legge 7 agosto 1990 n. 241 “Nuove norme sul procedimento amministrativo” e s.m.i.
Regione Lombardia, Piano del Paesaggio Lombardo, Piano Territoriale Paesistico Regionale, Vol. 7, B.U.R.L.
n. 32 del 06.08.2001, pp. 53-65.
39
USO DEI CELLULARI
E CAMPI ELETTROMAGNETICI:
PARLIAMONE
40
LA SITUAZIONE DEGLI IMPIANTI
DI RADIOTELECOMUNICAZIONE
SUL TERRITORIO COMUNALE DI VARESE
valutazione economico-finanziaria, che tenga conto delle previsioni d’introito
derivanti dai proventi dei contratti di affitto di edifici e terreni comunali stipulati per l’installazione degli impianti SRB, nonchè dei proventi delle sanzioni
amministrative.
Il Piano prevede interventi per l’espletamento delle seguenti funzioni:
La Commissione per il Paesaggio, esprime un giudizio sull’impatto delle
opere, confermando o rivedendo il giudizio del progettista, restituendo un
parere positivo, neutro o negativo. Qualora l’impatto sia negativo o sopra
la soglia di tolleranza, l’amministrazione comunale può richiedere in modo
motivato modifiche progettuali o l’intera riprogettazione delle opere. In
ogni caso, i progetti devono indicare le misure di mitigazione percettiva
ed analizzare i profili tipologici, morfologici, orografici dell’intorno, per tale
intendendo l’ambito da cui il manufatto da inserire si renderà comunque
percepibile.
Infine il regolamento prevede che, laddove la richiesta di installazione di
nuovi impianti riguardi la copertura di un edificio in eternit, il rilascio del
provvedimento sia subordinato alla rimozione e smaltimento dell’amianto,
da parte del proprietario, secondo le normative vigenti.
Piano economico finanziario per interventi di controllo e compensazione
dell’inquinamento elettromagnetico.
Sulla scorta delle disposizioni della L.R. 11/01, che impartisce ai Comuni
l’obbligo di perseguire gli obiettivi di razionalizzazione e di coubicazione
degli impianti, il Regolamento prevede - all’art. 21 - l’elaborazione di un
“Piano degli interventi di controllo e di compensazione dell’inquinamento
elettromagnetico” soggetto ad aggiornamento annuale, comprendente una
A - interventi compensativi di recupero e riqualificazione ambientale;
B - misure varie che abbiano attinenza alla razionalizzazione della distribuzione
degli impianti sul territorio comunale e al loro corretto inserimento nel
contesto ambientale;
C - sviluppo di forme di sinergia per il controllo dell’inquinamento elettromagnetico e di forme di tutela della salute dei cittadini;
D - sviluppo di forme di comunicazione ed informazione ai cittadini sul tema
dell’inquinamento elettromagnetico e sulla situazione degli impianti
installati e da installarsi.
A - Interventi compensativi di recupero e riqualificazione ambientale.
Tra le principali obiezioni che la cittadinanza formula in caso di installazione
di un nuovo impianto di telecomunicazione vi sono anche quelle che
attengono l’inserimento paesaggistico-ambientale nel contesto urbano, a
causa delle precipue caratteristiche intrinseche di tali manufatti che, tuttavia, dipendono dalle correlate esigenze impiantistico-tecnologiche. Proprio
tenendo conto di queste criticità, il Comune di Varese, oltre ai criteri di
pianificazione e mitigazione paesaggistica sopra accennati, ha introdotto
una ulteriore disposizione regolamentare che, nell’ambito del principio di
razionalizzazione e coubicazione degli impianti, predilige l’allocazione dei
medesimi su aree di proprietà comunale. I relativi canoni di locazione,
considerata l’inevitabile incidenza degli impianti sul contesto urbano in
termini di percezione del paesaggio, sono vincolati per il finanziamento
di inziative a vantaggio dell’intera collettività, sia sotto forma di interventi
formativi-informativi sul tema dell’elettrosmog, sia sotto forma di concreti
interventi di riqualificazione-compensazione ambientale delle aree circostanti agli impianti medesimi. Tra l’altro tali interventi sono in linea anche
41
USO DEI CELLULARI
E CAMPI ELETTROMAGNETICI:
PARLIAMONE
42
con gli obiettivi del Piano Territoriale degli Orari,15 tenuto conto del fatto
che gli interventi di riqualificazione-compensazione ambientale incidono
fortemente sul grado di accoglienza e di vivibilità sociale della città.
B - Piano di delocalizzazione degli impianti di radiotelelcomunicazione
dalla sommità del Campo dei Fiori.
Nel luglio 2007 Regione Lombardia, Provincia di Varese, Comuni di Varese
e Luvinate, unitamente al Consorzio Parco Campo dei Fiori, hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa per la redazione di uno “Studio prodromico
alla delocalizzazione degli apparati di TLC presenti sulla porzione sommatale del Campo dei Fiori”, e finalizzato alla successiva definizione di uno
specifico Accordo di programma.
Il primo sviluppo di tale studio, comprensivo di un accurato censimento di
ogni singolo impianto, prospettava la necessità tecnologico-impiantistica
di realizzare cinque nuovi tralicci sulla sommità del Campo dei Fiori, al fine
di ottenere la completa riallocazione di tutti gli impianti posizionati sia sul
Grande albergo, sia lungo la via Sacra. Tale ipotesi, ovviamente, non trovava sufficiente rispondenza nelle esigenze di tutela dei valori paesaggisticoambientali del Parco, esigenze che si sono tradotte in un più accurato
approfondimento di tutte le possibili soluzioni alternative volte ad ottenere
una maggiore mitigazione degli impianti.
Nel dicembre 2009 lo studio ha pertanto prospettato una nuova proposta
di delocalizzazione degli impianti che contempla - convergendo plurime
valutazioni riguardo gli aspetti paesistico territoriali, di fattibilità trasmissiva, e di ammissibilità giuridico-amministrativa - una loro razionalizzazione
quasi totalmente su strutture già esistenti attraverso un adeguamento
strutturale ed estetico.
La prima fase dello studio si è conclusa il 15 ottobre 2010, con la sottoscrizione dello studio prodromico, cui seguirà la seconda fase metodologi15
P.T.O. ex L.R. 28/2004, approvato dal C.C. con deliberazione n. 45 del 22.11.2007 - Capitolo 3 “Rivitalizzazione sociale e qualità urbana degli spazi pubblici”.
LA SITUAZIONE DEGLI IMPIANTI
DI RADIOTELECOMUNICAZIONE
SUL TERRITORIO COMUNALE DI VARESE
43
co-attuativa di co-pianificazione tra gli Enti ed i soggetti coinvolti, mediante
sottoscrizione di specifico Accordo di programma, in attuazione dei nuovi
principi della “perequazione territoriale”, secondo le ultime disposizioni
della L.R. 11 febbraio 2005 n. 12
C - Campagna di monitoraggio dei livelli di campo elettromagnetico.
Nel corso del 2006 l’Amministrazione comunale ed il Dipartimento ARPA
di Varese hanno collaborato nell’attuazione del progetto nazionale per la
costituzione di una rete di monitoraggio dei livelli di campo elettromagnetico sul proprio territorio per mezzo di centraline a banda larga, attraverso
il Centro di Raccolta Nazionale del Ministero delle Comunicazioni, che ha
previsto la dislocazione sul territorio di 4 centraline di misura, alternate a
rotazione in corrispondenza degli impianti di radiotelecomunicazione esistenti, al fine di monitorare nel tempo tutte le zone adiacenti e potenzialmente esposte ai campi elettromagnetici.
SEZIONE VERTICALE DEI VOLUMI DI RISPETTO PER UNA STAZIONE SRB
60,00
SRB
40,00
20,00
00,00
00,00
50,00
volume a 6 V/m
100,00
150,00
200,00
volume a 3 V/m
Raffigurazione della propagazione di onde elettromagnetiche emesse da una SRB - ARPA Varese
(Rapporto sullo Stato dell’Ambiente - Agenda 21 Locale - Cap. 9 - 2006).
USO DEI CELLULARI
E CAMPI ELETTROMAGNETICI:
PARLIAMONE
44
Successivamente, in attuazione delle disposizioni dell’art. 21 del Regolamento comunale per la disciplina degli impianti di radiotelelcomunicazione, l’Amministrazione Comunale ha avviato nella primavera 2009 una
specifica e più capillare Campagna di monitoraggio dei campi elettromagnetici sul proprio territorio, attuata mediante rilevazioni in continuo
di ogni singolo sito per un periodo di 15 giorni continuativi, con il duplice
fine di verificare sia la rispondenza delle potenze dichiarate dai gestori
degli impianti in sede autorizzativa, sia analizzare il livello di campo elettromagnetico diffuso (specie nelle aree cosiddette sensibili e/o particolarmente interessate da una pluralità di impianti) e darne informazione
trasparente ai cittadini.
La campagna di monitoraggio - che non rientra tra i compititi istituzionali
assegnati ai Comuni dalle norme vigenti - ma costituisce al contrario
una iniziativa volontaria ed autonoma del Comune di Varese ha visto nel
corso del primo anno di attuazione il monitoraggio di quasi tutti i siti sensibili (oltre 130 siti, tra scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado,
ospedali, parchi gioco etc.); successivamente è stata estesa anche ai
cittadini varesini, con priorità ai residenti nelle aree immediatamente
adiacenti agli impianti e/o ai soggetti che presentano particolari patologie
di elettrosensibilità.
Per ogni monitoraggio viene predisposta una scheda che contiene informazioni sul periodo di acquisizione, il luogo di installazione e riporta i
valori medi e massimi nel periodo sulle differenti bande di misura.
Per la diffusione delle informazioni è stato attivato un sito web dal quale
si può accedere attraverso il portale del Comune di Varese: dal sito è
possibile recuperare i risultati dei monitoraggi ed avere la visibilità su
tutti i punti misurati.
LA SITUAZIONE DEGLI IMPIANTI
DI RADIOTELECOMUNICAZIONE
SUL TERRITORIO COMUNALE DI VARESE
www.comune.varese.it
(Servizi ambientali - infrastrutture
di comunicazione elettronica).
Il primo risultato evidente è che nel Comune di Varese è presente un
livello di fondo elettromagnetico generato dagli impianti radiotelevisivi del
Campo dei Fiori che oscilla tra 0,7 e 1,2 V/m.
Tale valore è presente in modo anche accentuato in quei punti che sono in
visibilità con i suddetti impianti raggiungendo in alcune isolate posizioni
valori anche superiori a 2V/m, ma comunque sempre di gran lunga inferiori al limite di 6 V/m. Per contro, le misure eseguite in prossimità degli
impianti di telefonia mobile non hanno mai mostrato, almeno fino ad ora,
valori di campo superiori a 1V/m.
D - Progetto Camelet (Campi elettromagnetici).
La crescente proliferazione sul territorio degli impianti di radiotelecomunicazione risulta strettamente correlata alla sempre più ampia diffusione ed
utilizzo dei cellulari - anche da parte dei soggetti minorenni per funzioni,
tra l’altro, non strettamente connesse alle mere comunicazioni telefoniche
- come ampiamente rilevato da recenti indagini da cui emergono dati che
lasciano ampi spunti di riflessione.
45
USO DEI CELLULARI
E CAMPI ELETTROMAGNETICI:
PARLIAMONE
46
L’utilizzo dei cellulari tra gli 11-17enni risulta infatti cresciuto, tra il 2000
ed il 2008, dal 55,6% al 92% (83,6% nel 2005), con un trend ancor più
marcato per i più piccoli (dal 35,2% al 83,7% tra i ragazzi di età compresa
tra 11-14 anni). Di questi, la maggior parte possiede un proprio cellulare
(59,4% di ragazzi di 6-17 anni, contro il 49,6% nel 2005).16
USA IL CELLULARE
FREQUENZA DI UTILIZZO
no
si
tutti i
giorni
una o più volte
a settimana
qualche volta
al mese
qualche volta
all’anno
16,0
81,2
76,2
18,4
3,8
1,6
23,6
19,9
73,9
77,4
71,0
73,6
22,3
20,3
4,6
4,2
2,1
1,8
66,3
28,7
26,2
43,1
21,0
9,6
17,0
2,8
2,8
80,0
93,1
94,4
70,1
89,3
94,4
23,0
9,7
5,0
5,0
0,9
0,4
1,9
0,1
0,2
1,9
2,4
95,1
95,1
94,5
89,6
5,0
9,6
0,4
0,6
0,3
3,9
7,7
93,4
89,8
81,7
73,7
16,2
21,7
1,6
3,3
0,5
1,3
16,2
22,8
81,6
74,8
64,1
53,9
27,8
33,4
6,3
9,3
1,8
3,4
39,6
71,2
19,9
58,5
26,6
77,4
39,7
28,8
73,6
42,2
43,6
20,3
11,9
16,7
4,2
6,2
10,8
1,8
SESSO
maschi
femmine
totale
BAMBINI E RAGAZZI DI 6 - 17 ANNI CHE UTILIZZANO IL CELLULARE
PER SESSO E CLASSE DI ETÀ - ANNO 2005
(per 100 bambini e ragazzi di 6 - 17 anni dello stesso sesso e classe di età)
CLASSI DI ETÀ
6 - 10
11 - 14
15 - 17
18 - 19
20 - 24
25 - 34
35 - 44
45 - 54
55 - 59
60 - 64
65 - 74
75 e più
totale
91,2
18,1
78,8
70,1
21,9
5,4
2,6
21,3
17,6
22,8
76,8
80,0
74,2
69,6
73,1
78,2
22,7
21,0
18,3
5,1
4,5
2,5
2,5
1,4
1,0
19,9
19,9
77,6
77,4
80,4
73,6
15,6
20,3
2,8
4,2
1,3
1,8
77,7
61,2
18,9
ISTAT: Indagine Multiscopo “La vita quotidiana dei bambini - anno 2005” (Ministero del lavoro e delle
politiche sociali, Centro Nazionale di documentazione e analisi per l’Infanzia e l’adolescenza, Istituto
Innocenti di Firenze). ISTAT: Indagine Multiscopo “La vita quotidiana di bambini e ragazzi - anno 2008”
(Ministero del lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, Centro nazionale di documentazione e analisi
per l’infanzia e l’adolescenza).
66,1
84,0
57,2
59,8
48,1
51,1
84,0
23,1
8,5
12,8
10,4
10,3
9,9
11,6
7,2
4,7
9,1
8,7
maschi
femmine
maschi
femmine
maschi
femmine
maschi
femmine
6 - 10
Si, ne ha uno per sé
11 - 13
14 - 17
Totale
Si, usa quello degli altri
ISTAT: Indagine Multiscopo “La vita quotidiana dei bambini - anno 2005” (Ministero del lavoro e delle
politiche sociali, Centro Nazionale di documentazione e analisi per l’Infanzia e l’adolescenza, Istituto
Innocenti di Firenze).
ISTAT: Indagine Multiscopo “I cittadini e il tempo libero - anno 2006”, pag. 199.
16
88,7
71,1
RIPARTIZIONI
GEOGRAFICHE
Italia nord-occidentale
Italia nord-orientale
Italia centrale
Italia meridionale
Italia insulare
Italia
47
Inoltre i dati rilevati dimostrano come il cellulare non sia usato da bambini
e ragazzi solo per telefonare, ma al contrario venga utilizzato quale sorta
di “giocattolo tecnologico” interamente nelle loro mani: infatti si rileva che
i giovani fruitori sono “utilizzatori onnivori” di tutte le funzioni contenute
nei cellulari. In particolare, per i bambini dai 6 ai 10 anni la funzione più
utilizzata è giocare con i videogiochi (38,1%) seguita dall’invio e ricezione
di Sms (29,6%) e dalla fotocamera (19,2%). Tra i ragazzi tra gli 11 e i
14 anni, invece, la funzione principale diventa l’invio e ricezione di Sms
(70,1%), seguito dall’uso della rubrica telefonica (47,9%), dai videogiochi
(47,8%) e dalla fotocamera (43,6%). Tra i 15-17enni oltre alle funzioni
utilizzate dai più giovani assume rilevanza anche l’invio e ricezione di Mms
(47,4%) e l’utilizzo di suonerie polifoniche e loghi (40,4%) 17.
PERSONE DI 6 ANNI E PIÙ PER USO DEL CELLULARE, FREQUENZA CON CUI LO USANO,
SESSO, CLASSE DI ETÀ E RIPARTIZIONE GEOGRAFICA - ANNO 2006
(per 100 persone di 6 anni e più con le stesse caratteristiche)
SESSO, CLASSI DI
ETÀ E RIPARTIZIONI
GEOGRAFICHE
LA SITUAZIONE DEGLI IMPIANTI
DI RADIOTELECOMUNICAZIONE
SUL TERRITORIO COMUNALE DI VARESE
17
ISTAT: Indagine Multiscopo sulle famiglie “I Cittadini e il tempo libero - anno 2006” - L’uso del Media e
del Cellulare in Italia, pag. 202 - 203.
USO DEI CELLULARI
E CAMPI ELETTROMAGNETICI:
PARLIAMONE
48
Conseguentemente è stata rilevata la necessità di realizzare attività di
comunicazione rivolte, in primis, agli studenti delle scuole Secondarie
di primo grado, e successivamente a quelle di Secondo grado, insistenti
nel territorio del Comune di Varese, coinvolgendo inizialmente i rispettivi
docenti ai fini dell’inserimento di tali valutazioni all’interno del programma
didattico tecnico-scientifico, e successivamente anche i genitori, in un
panorama più ampio di informazione e responsabilizzazione sul tema dei
comportamenti che potenzialmente potrebbero anche essere pregiudizievoli per la salute.
BAMBINI E RAGAZZI DI 6 - 17 ANNI CHE UTILIZZANO IL CELLULARE PER MODALITÀ DI UTILIZZO,
SESSO E CLASSE DI ETÀ - ANNO 2008
(per 100 bambini e ragazzi di 6 - 17 anni dello stesso sesso e classe di età)
collegamento a internet
fare, inviare, ricevere videochiamate
registrare conversazioni
agenda diario
fare, inviare, ricevere filmati
ascoltare musica, radio
fare, inviare o ricevere fotografie
rubrica telefonica
cambiare suonerie
fare squilletti
giocare
invio / ricezione di messaggi
MODALITÀ DI UTILIZZO DEL CELLULARE
telefonare
si, ne ha uno tutto per sé
SESSO
CLASSI
DI ETÀ
si, usa quello degli altri
USA IL
CELLULARE
Il progetto, che prevede l’attuazione coordinata di azioni in un ambito
interdisciplinare e interistituzionale 18 si articola per fasi: una prima fase
di indagine conoscitiva sull’effettivo grado di utilizzo degli apparecchi per
la telefonia cellulare, e sul livello di conoscenza dei potenziali rischi per
la salute, cui segue una successiva fase informativa in materia di campi
elettromagnetici e sul corretto uso degli apparecchi telefonici.
MASCHI
6 - 10
12,1
21,8
92,0 50,5
58,6
25,9 34,8
13,1
16,8 17,4
3,6
1,3
7,8
3,5
0,7
11 - 13
12,2
71,5
94,4 81,6
59,3
40,9 52,7
40,0
39,9 40,5
25,4
8,1
13,7
5,3
5,8
14 - 17
6,0
91,2
94,4 89,4
55,6
53,7 50,7
51,4
42,7 41,0
21,3
13,4 11,2
6,1
5,8
totale
10,0
58,8
93,9 79,4
57,3
44,4 48,2
40,5
36,8 36,3
19,1
9,4
11,3
5,4
4,8
6 - 10
10,8
22,9
92,8 52,7
59,0
25,2 38,6
27,1
23,4 15,2
2,6
4,0
6,9
3,5
1,6
11 - 13
10,3
73,5
92,8 87,9
53,5
49,4 51,4
45,5
39,3 31,4
11,5
12,1 10,0
5,6
3,6
14 - 17
6,2
92,2
93,7 92,4
37,7
60,8 44,6
51,8
48,4 35,2
14,4
17,0
9,7
4,7
4,2
totale
9,0
60,0
93,3 83,4
46,6
50,4 45,5
45,1
40,9 30,2
11,2
13,0
9,2
4,8
3,5
2,6
LA SITUAZIONE DEGLI IMPIANTI
DI RADIOTELECOMUNICAZIONE
SUL TERRITORIO COMUNALE DI VARESE
FEMMINE
MASCHI E
FEMMINE
6 - 10
11,5
22,3
92,4 51,6
58,8
25,4 36,7
19,9
20,0 16,4
3,1
7,4
3,5
1,2
11 - 13
11,3
72,4
93,6 84,6
56,5
45,0 52,1
42,7
39,6 36,1
18,7
10,0 11,9
5,4
4,7
14 - 17
6,1
91,7
94,1 90,9
46,8
57,1 47,7
51,6
45,5 38,2
17,9
15,2 10,5
5,5
5,0
totale
9,5
59,4
93,6 81,3
52,1
47,3 46,9
42,7
38,8 33,3
15,2
11,2 10,3
5,1
4,2
ISTAT: Indagine Multiscopo “La vita quotidiana di bambini e ragazzi - anno 2008” (Ministero del lavoro, della Salute e delle
Politiche Sociali, Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza), pag. 18.
18
Accordo di collaborazione tra Comune di Varese, Azienda Sanitaria Locale, Dipartimento di medicina e
sanità dell’Università dell’Insubria e Ufficio Scolastico Territoriale di Varese.
49
50
CREDITS
Il presente opuscolo è stato redatto a cura di:
Nadia Bianchi
Resp. U.O. Radioprotezione e attività territoriali correlate - ASL Varese
Andrea Calbi
Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica - Università dell’Insubria
Alessandra Mammano
Resp. U.O. Comunicazione e Marketing - ASL Varese
Valeria Marinoni
Capo Attività Prevenzione, Progettazione e Riqualificazione Ambientale
Comune Varese
Coordinamento editoriale:
Mariangela Roncoroni
U.O. Comunicazione e Marketing - ASL Varese
Progetto grafico e impaginazione:
Stampa prima edizione: marzo 2011
PROGETTO CAMELET
(CAMPI ELETTROMAGNETICI)
è l’acronimo di un progetto nazionale promosso dal
Ministero della salute e dall’Istituto Superiore di Sanità,
orientato alla comunicazione tra le istituzioni ed i cittadini
sulle tematiche dei campi elettromagnetici.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
ASL della Provincia di Varese
Dipartimento di Prevenzione Medico
Radioprotezione e attività territoriali correlate
Via O. Rossi, 9 - 21100 Varese
tel. 0332.277240
www.asl.varese.it
Comune di Varese
Attività Prevenzione, Progettazione e Riqualificazione Ambientale
Area XI Patrimonio, Verde pubblico e Tutela ambientale
Via Copelli, 5 - 21100 Varese
tel. 0332.255352
www.comune.varese.it/serviziambientali
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Uso dei cellulari e campi elettromagnetici