LA DIRETTIVA QUADRO EUROPEA SUI RIFIUTI E I PROGRAMMI DI PREVENZIONE Rosanna Laraia ISPRA Rimini, 30 ottobre 2009 Produzione dei Rifiuti l’EEA, nella Quarta valutazione dell’ambiente in Europa, ha rilevato che la produzione annuale di rifiuti nell’UE a 25 + EFTA (Associazione Europea del Libero Scambio) è stimata tra i 1.750 e i 1.900 milioni di tonnellate, che corrispondono a 3,8 - 4,1 tonnellate di rifiuti pro capite Secondo le informazioni raccolte con il primo reporting del Regolamento sulle statistiche dei rifiuti, Eurostat stima che nel 2004 in Europa (UE 25) si siano prodotte in totale circa 2.379 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui circa 2.011 milioni nell’UE 15. Paesi come Francia, Germania e Regno Unito producono più di 300 milioni di tonnellate ciascuno. La quantità di rifiuti pericolosi ammonta a circa 87 milioni di tonnellate per i 25 Stati membri, di cui 74 milioni generati nell’UE 15 La quota di rifiuti pericolosi prodotta costituisce circa il 3% dei rifiuti totali, ma si registra una notevole variabilità tra i 25 Stati Membri (in Estonia costituisce circa un terzo, in Belgio il 9,8%, in Spagna, Francia ed Austria l’1,9%) Produzione dei Rifiuti Rifiuti prodotti per attività economica, 2006 (percentuale sulla produzione totale rifiuti) Fonte: Eurostat 2009 Produzione dei Rifiuti Rifiuti prodotti nei tre settori industriali nel 2006 (minerario, manufatturiero, idrico, elettrico e gas) Fonte: Eurostat 2009 Produzione dei Rifiuti urbani Secondo i dati Eurostat relativi agli anni 1995-2006 si registra una leggera ma costante crescita della produzione dei rifiuti urbani negli Stati UE 15, correlabile coll’aumento della ricchezza, del reddito disponibile dei consumatori, e dell’adozione di standard di vita che richiedono progressivamente un maggior utilizzo delle risorse naturali I 25 Stati membri hanno prodotto, nel 2006, circa 243 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, con una crescita di circa l’1,5 % rispetto al 2005. Dal 1995 al 2006 si è registrato un aumento di circa 30 milioni di tonnellate, corrispondenti ad un incremento del 14,2% Quasi l’80% dei 220 milioni di tonnellate di rifiuti urbani prodotti nel 2006 nell’UE 15 è generata da cinque Stati Membri: Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Spagna La produzione procapite di RU nell’UE 15 risulta, per il 1995, di circa 505 kg/abitante per anno (476 kg/abitante per anno nell’UE 25), ed è aumentata fino a raggiungere, nel 2006, il valore di 563 kg/abitante per anno (525 kg/abitante per anno nell’UE 25), con un tasso di incremento, pari al 10,3% nell’UE 25 Au st ria Be Da lg ni io m a Fi rca nl an d Fr ia a G ncia er m an ia G re cia Irl an da Lu ss Ita em lia Pa bu es rg o iB Po ass i rt Re oga llo gn o Un Sp ito ag n Sv a Re ezi p. a C ec a Ci p Es ro to n Le ia tto n Li ia tu an ia M al t Po a Sl lon ia ov ac c Sl hia ov e Un nia gh er ia Produzione dei Rifiuti Urbani Produzione pro-capite di rifiuti urbani (kg/ab*anno) nell’UE 25, anno 2006 900 800 700 600 500 400 300 200 100 0 Fonte: Eurostat 2009 Produzione dei Rifiuti urbani Nell’UE 15 i maggiori valori di pro capite si evidenziano in Irlanda (804 kg/abitante per anno, in Danimarca (737kg/ abitante per anno), in Lussemburgo (702 kg/abitante per anno) e nei Paesi Bassi (625 kg/abitante per anno). I Paesi UE 15 che mostrano i valori meno elevati di produzioni pro capite sono Portogallo (435 kg/abitante per anno), Grecia (443 kg/abitante per anno) e Belgio (475 kg/abitante per anno) Nel 2006 la produzione di rifiuti di imballaggio nei paesi UE 25 ha raggiunto circa 79,6 milioni di tonnellate, corrispondenti a circa un terzo dei rifiuti urbani prodotti. Le quantità di rifiuti di imballaggio prodotte nei Paesi UE 15, che costituiscono più del 90% del totale prodotto in UE 25, assommando a 72 milioni di tonnellate, con un incremento del 3% rispetto al 2005 Nell’arco dell’intero periodo 1997-2006 l’incremento della produzione dei rifiuti di imballaggio nell’UE 15 raggiunge i 13 milioni di tonnellate, corrispondenti ad una crescita percentuale dell’ordine del 21,6% Germania, Francia, Italia, Regno Unito e Spagna producono 82% del totale dei rifiuti di imballaggio; Austria, Belgio, Danimarca, Grecia e Svezia hanno stabilizzato la produzione di rifiuti di imballaggio Gestione dei Rifiuti Urbani 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% Discarica Incenerimento Riciclaggio incluso Compostaggio Fonte: Eurostat 2009 EU25 EU10 EU15 PO LT CY EL MT RO SI BG HU CZ SL LV PT UK EE IE FI IT ES FR LU AT BE SE DK NL 0% DE 10% Andamento della produzione nazionale di rifiuti urbani e speciali anni 1997-2006 180 160 140 120 Mt 100 80 60 40 20 0 1997 urbani 1998 1999 2000 2001 speciali non pericolosi 2002 2003 2004 speciali pericolosi 2005 2006 C&D Tipologia Quantità (tonnellate) Rifiuti Urbani 32.547.543 Rifiuti Speciali non pericolosi 73.409.253 Costruzione & Demolizione (non pericolosi) 52.082.805 Rifiuti Speciali pericolosi Totale Produzione Rifiuti (RU 2007; RS 2006) 9.235.407 167.275.008 Andamento della produzione di rifiuti speciali 134,7 milioni di tonnellate in Italia nel 2006 di cui circa 125,5 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi 9,2 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi oltre 52 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione Crescita del 23% nel biennio 2005-2006 produzione pro capite 1.397/abitante nel 2006 (esclusi i rifiuti da costruzione e demolizione)di cui 1.241 kg/abitante anno sono rifiuti non pericolosi e 156 kg/abitante anno sono pericolosi (+16,4%) Maggiori produttori di rifiuti speciali rifiuti speciali non pericolosi: 43,6 milioni di tonnellate, pari al 59,4% del totale da attività manifatturiere rifiuti pericolosi, 6,5 milioni di tonnellate, pari al 70,1% del totale da attività manifatturiere 3,1 milioni di tonnellate pari al 48,3% circa del totale, dal settore chimico attività di servizio: circa 1,4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, pari al 15,1% del totale Andamento della produzione nazionale di rifiuti urbani Tra il 2004 ed il 2006 la produzione degli RU ha mostrato un aumento percentuale doppio rispetto a quello degli indicatori socio-economici (+4,3% contro il +2,4% del PIL ed il +2% dei consumi delle famiglie) Nel 2007, per la prima volta una crescita inferiore rispetto all’aumento del PIL e dei consumi delle famiglie (+0,1% contro +1,5% e +1,3% rispettivamente) I motivi del rallentamento della crescita dei RU Contrazione dei consumi derivante dalla particolare congiuntura economica (inizio della fase di recessione) Politiche di de-assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani (D. Lgs n. 4/2008) Attivazione, in diversi contesti territoriali, di specifiche misure di prevenzione Attività locali di prevenzione sistemi di tariffazione puntuale dei servizi di raccolta settore degli imballaggi: sistemi di erogazione di prodotti alla spina, promozione dell’uso dei contenitori a rendere, sostituzione dei tradizionali shopper in plastica con sacchetti in plastica biodegradabile, oppure in carta, o in tessuto riutilizzabili, limitazione dell’uso dei prodotti usa e getta compostaggio domestico un sistema non omogeneo con situazioni estremamente diversificate e realtà in cui si riscontrano difficoltà nell’avviare azioni efficaci per la prevenzione della produzione dei rifiuti Produzione pro capite RU produzione pro capite: 546 kg/abitante nel 2007 a fronte di un valore pari a 550 kg/abitante nel 2006 popolazione residente che cresce, tra il 31 dicembre 2006 ed il 31 dicembre 2007, di 488.003 unità (+0,8%) Toscana, oltre 694 kg Emilia Romagna 673 kg Umbria 639 kg Liguria 610 kg Lazio 604 kg Valle d’Aosta 601 kg Produzione RU principali città Nei 27 comuni con popolazione residente superiore a 150 mila abitanti, pari a quasi 11,8 milioni di abitanti (20% totale nazionale) - la produzione di RU è pari a circa 7,3 milioni di tonnellate (- 0,6% rispetto al 2006) Quasi la metà della produzione totale di rifiuti urbani dei 27 comuni generata dalle città di Roma, Milano, Napoli e Torino Pro capite medio: circa 623 kg nel 2007 (630 kg del 2006) + 77 kg rispetto alla media nazionale Produzione procapite 2007 Catania 840 kg Prato 785 kg Ravenna 773 kg Reggio Emilia 752 kg e Venezia 744 kg i più bassi: Foggia, Trieste, Reggio Calabria, Genova, Messina e Verona Roma e Torino, oltre 600 kg (Roma 649 kg, in calo rispetto 2004-2006 -dal 2004 al 2007 il pro capite è complessivamente diminuito di circa 12 kg) I Comuni di Reggio Emilia, Venezia e Torino sono molto attivi nelle politiche di prevenzione Gestione totale dei rifiuti urbani anno 2007 compost da frazioni selezionate 49,3% totale smaltito considerando le "ecoballe" stoccate in Campania 2,6 10,5 trattamento meccanico biologico digestione anaerobica 6,1 22,7 incenerimento utilizzo come fonte di energia* 46,7 0,6 10,3 0,4 discarica ecoballe stoccate in Campania altre forme recupero Gestione totale dei rifiuti speciali anno 2006 11,4% 49,3% 19,8% 16,3% 0,9% 2,3% recupero materia recupero energia incenerimento discarica trattamento chimico-fisico o biologico deposito preliminare o messa in riserva Recupero di materia: 57,7 milioni di tonnellate (49,3%) Trattamento di tipo chimico-fisico e biologico: 23,1 milioni di tonnellate (19,8%) Smaltimento in discarica: 19 milioni di tonnellate (16,3%) Incenerimento con recupero di energia: 2,7 milioni di tonnellate (2,3%) Deposito preliminare o messa in riserva: 13,4 milioni di tonnellate (11,4%) Gestione dei rifiuti speciali pericolosi anno 2006 9,9% recupero materia 17,1% 1,4% recupero energia 5,2% incenerimento discarica 6,3% 60,0% trattamento chimicofisico o biologico deposito preliminare o messa in riserva Trattamento di tipo chimico-fisico e biologico: 5,9 milioni di tonnellate (60%) Recupero di materia: 1,7 milioni di tonnellate (17,1%) Smaltimento in discarica: 614 mila tonnellate (6,3%) Incenerimento senza recupero di energia: 512 mila tonnellate (5,2%) Incenerimento con recupero di energia: 139 mila tonnellate (1,4%) Deposito preliminare o messa in riserva: 973 mila tonnellate (9,9%) Risoluzione del Parlamento 13 febbraio 2007 Prevenzione Deplora la mancanza di obiettivi quantitativi e qualitativi indicati come una delle azioni prioritarie nel Sesto programma d'azione per l'ambiente Chiede alla Commissione di presentare misure concrete di prevenzione dei rifiuti nei settori della politica sui prodotti, della politica sulle sostanze chimiche e della progettazione ecologica Sottolinea l'importanza di promuovere prodotti e tecnologie che siano meno dannosi per l'ambiente e prodotti che siano più adatti al riutilizzo e al riciclaggio Sottolinea l'interazione della strategia in materia di rifiuti con altre strategie tematiche (consumo delle risorse, sviluppo sostenibile,politica integrata dei prodotti) Sottolinea l’importanza dell’applicazione della responsabilità estesa del produttore Sottolinea il ruolo importante delle campagne di informazione e di sensibilizzazione della popolazione ai vantaggi di una gestione sostenibile dei rifiuti; Invita la Commissione a rafforzare gli aspetti relativi alla prevenzione dei rifiuti nei BRef sulle BAT Risoluzione del Parlamento 13 febbraio 2007 Riutilizzo Invita la Commissione a presentare misure concrete per promuovere le attività di riutilizzo e di riparazione attraverso: La creazione di centri di riutilizzo accreditati L’introduzione di un'aliquota Iva ridotta sui prodotti venduti da centri di riutilizzo accreditati La definizione di standard di riutilizzo La sorveglianza ed il monitoraggio sulle attività di riutilizzo Consiglio Europeo – Ambiente 2 marzo 2009 The fall in demand for recycled materials” : Azioni e misure Mantenere gli attuali obiettivi di riciclo (abbassare gli obiettivi potrebbe ulteriormente deteriorare l’attuale situazione di mercato e creare un impatto negativo sul pubblico) Rafforzare le misure di prevenzione e minimizzazione attraverso l’ecoprogettazione Definire i criteri di cessazione della qualifica di rifiuto Ridurre l’IVA per i prodotti di riciclo Incentivare gli acquisti verdi (pubblici e privati) Accelerare le iniziative guida sul riciclo attraverso R&S best practice La nuova direttiva rifiuti DIRETTIVA 2008/98/CE DEL Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti Attuazione: Gli Stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative necessarie per conformarsi alla presente direttiva entro il 12 dicembre 2010 Il Sesto programma di azione in materia di ambiente, sollecita l'estensione o la revisione della normativa sui rifiuti, in particolare ai fini dello sviluppo di misure in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti, compresa la fissazione di obiettivi Direttiva quadro (8)È necessario procedere a una revisione della direttiva 2006/12/Ce … per rafforzare le misure da adottare per la prevenzione dei rifiuti, per introdurre un approccio che tenga conto dell'intero ciclo di vita dei prodotti e dei materiali, non soltanto della fase in cui diventano rifiuti, e per concentrare l'attenzione sulla riduzione degli impatti ambientali connessi alla produzione e alla gestione dei rifiuti, rafforzando in tal modo il valore economico di questi ultimi. Inoltre, si dovrebbe favorire il recupero dei rifiuti e l'utilizzazione dei materiali di recupero per preservare le risorse naturali. Per esigenze di chiarezza e leggibilità, la direttiva 2006/12/Ce dovrebbe essere abrogata e sostituita da una nuova direttiva Strategia gestione rifiuti (7)Nella risoluzione del 24 febbraio 1997 sulla strategia comunitaria per la gestione dei rifiuti, il Consiglio ha confermato che la priorità principale della gestione dei rifiuti dovrebbe essere la prevenzione Obiettivi (6)L'obiettivo principale di qualsiasi politica in materia di rifiuti dovrebbe essere di ridurre al minimo le conseguenze negative della produzione e della gestione dei rifiuti per la salute umana e l'ambiente. La politica in materia di rifiuti dovrebbe altresì puntare a ridurre l'uso di risorse e promuovere l'applicazione pratica della gerarchia dei rifiuti Principi (30)Ai fini dell'attuazione dei principi della precauzione e dell'azione preventiva di cui all'articolo 174, paragrafo 2 del trattato, occorre fissare obiettivi ambientali generali per la gestione dei rifiuti all'interno della Comunità. In virtù di tali principi, spetta alla Comunità e agli Stati membri stabilire un quadro per prevenire, ridurre e, per quanto possibile, eliminare dall'inizio le fonti di inquinamento o di molestia mediante l'adozione di misure grazie a cui i rischi riconosciuti sono eliminati Responsabilità estesa del produttore (27) L'introduzione della responsabilità estesa del produttore nella direttiva è uno dei mezzi per sostenere una progettazione e una produzione dei beni che prendano pienamente in considerazione e facilitino l'utilizzo efficiente delle risorse durante l'intero ciclo di vita, comprendendone la riparazione, il riutilizzo, lo smontaggio e il riciclaggio senza compromettere la libera circolazione delle merci nel mercato interno Principio del "chi inquina paga“ (25)È opportuno che i costi siano ripartiti in modo da rispecchiare il costo reale per l'ambiente della produzione e della gestione dei rifiuti (26)Il principio "chi inquina paga" è un principio guida a livello europeo e internazionale. Il produttore di rifiuti e il detentore di rifiuti dovrebbero gestire gli stessi in modo da garantire un livello elevato di protezione dell'ambiente e della salute umana Programmi di prevenzione (40) Per migliorare le modalità di attuazione delle azioni di prevenzione dei rifiuti negli Stati membri e per favorire la diffusione delle migliori prassi in questo settore, è necessario rafforzare le disposizioni riguardanti la prevenzione dei rifiuti e introdurre l'obbligo, per gli Stati membri, di elaborare programmi di prevenzione dei rifiuti incentrati sui principali impatti ambientali e basati sulla considerazione dell'intero ciclo di vita dei prodotti e dei materiali Tali misure dovrebbero perseguire l'obiettivo di dissociare la crescita economica dagli impatti ambientali connessi alla produzione di rifiuti. Programmi di prevenzione (40) Le parti interessate e il pubblico in generale dovrebbero avere la possibilità di partecipare all'elaborazione di tali programmi e dovrebbero avere accesso ad essi una volta elaborati, come previsto dalla direttiva 2003/35/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 maggio 2003, che prevede la partecipazione del pubblico nell'elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale. La prevenzione dei rifiuti e gli obiettivi di dissociazione dovrebbero essere perseguiti includendo la riduzione degli effetti negativi dei rifiuti e della quantità di rifiuti prodotti Strumenti economici (42) Gli strumenti economici possono svolgere un ruolo cruciale nella realizzazione degli obiettivi di prevenzione e gestione dei rifiuti. Spesso i rifiuti hanno un valore in quanto risorse e un maggiore ricorso agli strumenti economici può consentire di massimizzare i benefici ambientali Il ricorso a tali strumenti dovrebbe quindi essere incoraggiato al livello appropriato sottolineando al tempo stesso che i singoli Stati membri possono decidere circa il loro impiego Gerarchia dei rifiuti (art.4) La gerarchia si applica quale ordine di priorità della normativa e della politica in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti Prevenzione Preparazione per il riutilizzo Riciclaggio Recupero di altro tipo (ad esempio recupero di energia) Smaltimento Nell'applicare la gerarchia dei rifiuti, gli Stati membri adottano misure volte a incoraggiare le opzioni che danno il miglior risultato ambientale complessivo. La gerarchia può essere disattesa laddove ciò sia giustificato dall'impostazione in termini di ciclo di vita in relazione agli impatti complessivi della produzione e della gestione di tali rifiuti Nuove definizioni Raccolta differenziata: la raccolta in cui un flusso di rifiuti è tenuto separato in base al tipo e alla natura dei rifiuti al fine di facilitarne il trattamento specifico prevenzione: misure, prese prima che una sostanza, un materiale o un prodotto sia diventato un rifiuto, che riducono: la quantità dei rifiuti, anche attraverso il riutilizzo dei prodotti o l'estensione del loro ciclo di vita gli impatti negativi dei rifiuti prodotti sull'ambiente e la salute umana oppure il contenuto di sostanze pericolose in materiali e prodotti Nuove definizioni Riutilizzo: qualsiasi operazione attraverso la quale prodotti o componenti che non sono rifiuti sono reimpiegati per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti Preparazione per il riutilizzo: le operazioni di controllo, pulizia e riparazione attraverso cui prodotti o componenti di prodotti diventati rifiuti sono preparati in modo da poter essere reimpiegati senza altro pretrattamento Articolo 9 Prevenzione dei rifiuti Previa consultazione dei soggetti interessati,la Commissione presenta al Parlamento europeo e al Consiglio le seguenti relazioni corredate, se del caso, di proposte concernenti le misure necessarie a sostegno delle attività di prevenzione e dell'attuazione dei programmi di prevenzione dei rifiuti di cui all'articolo 29 comprendenti: a) entro la fine del 2011, una relazione intermedia sull'evoluzione della produzione dei rifiuti e l'ambito di applicazione della prevenzione dei rifiuti, che comprende la definizione di una politica di progettazione ecologica dei prodotti che riduca al contempo la produzione di rifiuti e la presenza di sostanze nocive in essi, favorendo tecnologie incentrate su prodotti sostenibili, riutilizzabili e riciclabili b) entro la fine del 2011, la formulazione di un piano d'azione per ulteriori misure di sostegno a livello europeo volte, in particolare, a modificare gli attuali modelli di consumo c) entro la fine del 2014 la definizione di obiettivi in materia di prevenzione dei rifiuti e di dissociazione per il 2020, basati sulle migliori prassi disponibili, incluso, se del caso, un riesame degli indicatori di cui all'articolo 29, paragrafo 4 Programmi di prevenzione dei rifiuti Sono rafforzate le disposizioni riguardanti la prevenzione dei rifiuti Obbligo, per gli Stati membri, di elaborare entro il 12 dicembre 2013 programmi di prevenzione dei rifiuti basati sulla considerazione dell'intero ciclo di vita dei prodotti e dei materiali Obiettivo: dissociare la crescita economica dagli impatti ambientali connessi alla produzione dei rifiuti I Programmi fissano gli target di prevenzione Le parti interessate e il pubblico in generale devono avere la possibilità di partecipare all'elaborazione di tali programmi e dovrebbero avere accesso ad essi una volta elaborati Programmi di prevenzione dei rifiuti I programmi sono valutati almeno ogni sei anni e, se opportuno, riesaminati Gli Stati membri dovranno monitorare i progressi ottenuti in tema di prevenzione, individuando specifici traguardi e indicatori qualitativi o quantitativi delle misure adottate L‘EEA deve includere nella sua relazione annuale un riesame dei progressi compiuti nell'attuazione dei programmi di prevenzione Programmi di prevenzione dei rifiuti Anche gli strumenti economici possono svolgere un ruolo cruciale nella realizzazione degli obiettivi di prevenzione e gestione dei rifiuti. Il ricorso a tali strumenti deve quindi essere incoraggiato Gli Stati membri descrivono le misure di prevenzione esistenti e valutano l’utilità degli esempi di misure di cui all’allegato IV o di altre misure adeguate La Commissione crea un sistema per lo scambio di informazioni sulle migliori pratiche di prevenzione dei rifiuti ed elabora orientamenti per assistere gli Stati membri nella preparazione dei programmi Allegato IV - Esempi di misure di prevenzione dei rifiuti di cui all'articolo 29 Misure che possono incidere sulle condizioni generali relative alla produzione di rifiuti 1. Ricorso a misure di pianificazione o ad altri strumenti economici che promuovono l'uso efficiente delle risorse 2. Promozione di attività di ricerca e sviluppo finalizzate a realizzare prodotti e tecnologie più puliti e capaci di generare meno rifiuti; diffusione e utilizzo dei risultati di tali attività 3. Elaborazione di indicatori efficaci e significativi delle pressioni ambientali associate alla produzione di rifiuti volti a contribuire alla prevenzione della produzione di rifiuti a tutti i livelli, dalla comparazione di prodotti a livello comunitario attraverso interventi delle autorità locali fino a misure nazionali Allegato IV - Misure che possono incidere sulla fase di progettazione e produzione e di distribuzione 4. Promozione della progettazione ecologica (cioè l'integrazione sistematica degli aspetti ambientali nella progettazione del prodotto al fine di migliorarne le prestazioni ambientali nel corso dell'intero ciclo di vita) 5. Diffusione di informazioni sulle tecniche di prevenzione dei rifiuti al fine di agevolare l'applicazione delle migliori tecniche disponibili da parte dell'industria 6. Organizzazione di attività di formazione delle autorità competenti per quanto riguarda l'integrazione delle prescrizioni in materia di prevenzione dei rifiuti nelle autorizzazioni rilasciate a norma della presente direttiva e della direttiva 96/61/Ce Allegato IV - Misure che possono incidere sulla fase di progettazione e produzione e di distribuzione 7. Introduzione di misure per prevenire la produzione di rifiuti negli impianti non soggetti alla direttiva 96/61/Ce. Tali misure potrebbero eventualmente comprendere valutazioni o piani di prevenzione dei rifiuti 8. Campagne di sensibilizzazione o interventi per sostenere le imprese a livello finanziario, decisionale o in altro modo. Tali misure possono essere particolarmente efficaci se sono destinate specificamente (e adattate) alle piccole e medie imprese e se operano attraverso reti di imprese già costituite Allegato IV - Misure che possono incidere sulla fase di progettazione e produzione e di distribuzione 9. Ricorso ad accordi volontari, a panel di consumatori e produttori o a negoziati settoriali per incoraggiare le imprese o i settori industriali interessati a predisporre i propri piani o obiettivi di prevenzione dei rifiuti o a modificare prodotti o imballaggi che generano troppi rifiuti 10. Promozione di sistemi di gestione ambientale affidabili, come l'Emas e la norma Iso 14001 Allegato IV Misure che possono incidere sulla fase del consumo e dell'utilizzo 11. Ricorso a strumenti economici, ad esempio incentivi per l'acquisto di beni e servizi meno inquinanti o imposizione ai consumatori di un pagamento obbligatorio per un determinato articolo o elemento dell'imballaggio che altrimenti sarebbe fornito gratuitamente 12. Campagne di sensibilizzazione e diffusione di informazioni destinate al pubblico in generale o a specifiche categorie di consumatori 13. Promozione di marchi di qualità ecologica affidabili 14. Accordi con l'industria, ricorrendo ad esempio a gruppi di studio sui prodotti come quelli costituiti nell'ambito delle politiche integrate di prodotto, o accordi con i rivenditori per garantire la disponibilità di informazioni sulla prevenzione dei rifiuti e di prodotti a minor impatto ambientale Allegato IV Misure che possono incidere sulla fase del consumo e dell'utilizzo 15.Nell'ambito degli appalti pubblici e privati, integrazione dei criteri ambientali e di prevenzione dei rifiuti nei bandi di gara e nei contratti, coerentemente con quanto indicato nel manuale sugli appalti pubblici ecocompatibili pubblicato dalla Commissione il 29 ottobre 2004 16.Promozione del riutilizzo e/o della riparazione di determinati prodotti scartati, o loro componenti in particolare attraverso misure educative, economiche, logistiche o altro, ad esempio il sostegno o la creazione di centri e reti accreditati di riparazione/riutilizzo, specialmente in regioni densamente popolate Responsabilità estesa del produttore (art.8) Per rafforzare il riutilizzo, la prevenzione, il riciclaggio e l'altro recupero dei rifiuti, gli Stati membri possono adottare misure legislative o non legislative volte ad assicurare che qualsiasi persona fisica o giuridica che professionalmente sviluppi, fabbrichi, trasformi, tratti, venda o importi prodotti (produttore del prodotto) sia soggetto ad una responsabilità estesa del produttore Le misure possono riguardare : obbligo da parte dei produttori di ripresa dei prodotti restituiti e dei relativi rifiuti gestione a fine vita dei prodotti e conseguente responsabilità finanziaria Informazioni al pubblico sulla riutilizzabilità e riciclabilità dei prodotti Responsabilità estesa del produttore (art.8) Gli Stati membri possono adottare misure per incoraggiare: la progettazione di prodotti in grado di ridurre gli impatti ambientali e la produzione dei rifiuti, e di essere più facilmente recuperabili o smaltibili lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti adatti all’uso multiplo, tecnicamente durevoli e più facilmente recuperabili o smaltibili Gli Stati membri, nell’applicare la responsabilità del produttore, tengono conto della fattibilità tecnica ed economica, degli impatti complessivi sociali, sanitari e ambientali, dell'esigenza di assicurare il corretto funzionamento del mercato interno E’fatta salva la responsabilità del produttore sulla gestione dei rifiuti e la legislazione esistente su flussi di rifiuti e prodotti specifici Articolo 11 Riutilizzo e riciclaggio Gli Stati membri adottano le misure necessarie per promuovere il riutilizzo dei prodotti e le misure di preparazione per le attività di riutilizzo, in particolare favorendo la costituzione e il sostegno di reti di riutilizzo e di riparazione, l'uso di strumenti economici, di criteri in materia di appalti, di obiettivi quantitativi o di altre misure Guidelines for Waste Prevention Programmes for EU Member States Bruxelles 19 ottobre 2009 - primo workshop della Commissione con gli esperti nazionali coinvolti nella consultazione e presentazione primo draft delle Linee guida La commissione a valle della discussione attende feedback sulle linee guida dagli esperti partecipanti al workshop per compilare il documento definitivo entro la fine del 2009 Finalità delle linee guida Aiutare le autorità nazionali a redigere i programmi di prevenzione Indicare agli utenti le migliori opzioni di prevenzione dei rifiuti per determinati flussi di rifiuti e per i diversi livelli amministrativi Struttura delle linee guida Principi fondamentali Contesto politico – normativo Esempi di programmi di prevenzione dei rifiuti (Austria California England Finland Ireland Japan) Pianificazione di un programma di prevenzione dei rifiuti Strategie di prevenzione tipi di strategie stakeholders prioritari flussi di rifiuti prioritari Strategie di prevenzione Tre livelli strategici: Informazione e comunicazione (campagne di informazione/sensibilizzazione, informazione sulle tecniche di prevenzione rifiuti, Sistemi di etichettatura ecologica) Incentivazione e promozione di buone prassi (incentivi al consumo sostenibile, accordi volontari, promozione di prassi di riuso e riparazione, promozione di sistemi di gestione ambienatale) Regolazione (norme e divieti, responsabilità estesa del produttore, Green Public Procurement, pianificazione, ecofiscalità) Stakeholders prioritari Famiglie Imprese Pubblica amministrazione Flussi di rifiuti prioritari Rifiuti biodegradabili Rifiuti cellulosici Rifiuti di imballaggio Rifiuti da costruzioni e demolizioni Rifiuti pericolosi