Fonti e metodi per la storia
medievale moderna e
contemporanea
4 OTTOBRE 2013
Rapporti biunivoci

 L’incomprensione del presente nasce
inevitabilmente dall’ignoranza del passato.
Ma non è forse meno vano affaticarsi nel
comprendere il passato, se non si sa niente
del presente.
 Marc Bloch, Apologia della storia, p. 36
Croce
 Diceva Benedetto Croce che “ogni vera storia è storia
contemporanea”.
 “Quando lo svolgimento della cultura del mio momento
storico (e sarebbe superfluo, e forse anche inesatto,
aggiungere: di me come individuo) apre innanzi a me il
problema della civiltà ellenica, della filosofia platonica, o di un
particolare atteggiamento del costume attico, quel problema è
così legato al mio essere come la storia di un negozio che sto
trattando o di un amore che sto coltivando, o di un pericolo
che m’incombe; ed io lo indago con la medesima ansia, sono
travagliato dalla medesima coscienza d’infelicità, finché non
riesco a risolverlo”.
 Benedetto Croce, Teoria e storia della storiografia, p. 15

Come articolare il percorso dal presente al
passato
 dopo l’11 settembre, un senso di incertezza pervade
il nostro sguardo sul futuro…
 Ci si poteva chiedere: Quali sono i fattori di
incertezza e quali le possibili garanzie di stabilità?

 diversi esponenti dell’ISLAM accusano l’occidente di
essere una società atea
 ci si poteva chiedere:
 È vero o no?

 Le domande storiche sono quelle che trasformano gli
interrogativi sul presente in interrogativi sul passato.
 In altre parole, si cercano nel passato le radici del
presente.

le domande vengono anche in corso d’opera
 quando si inizia una ricerca storica, si parte
 sempre da una domanda, ma le domande si
moltiplicano
 in genere le domande sorgono quando ci si trova davanti
un atteggiamento che non sembra di facile
interpretazione.
Alcuni espempi
 alcuni esempi

 Il grande storico francese Philppe Aries, si è
imbattuto nel racconto di Lev
Tolstoj “Morte di
Ivan Ilic” (1889) e vi ha trovato degli atteggiamenti
nei confronti della morte, diversi da quelli di oggi
 Si è messo allora a studiare l’atteggiamento nei
confronti della morte nei tempi passati
 Si è accorto così che nel medioevo si moriva in modo
diverso sia dall’età romantica (quella di Tolstoj) sia
dall’età contemporanea.
 le domande storiche sono quelle che trasformano gli
interrogativi sul presente in interrogativi sul passato.
 In altre parole, si cercano nel passato le radici del presente.
 parlando di “radici” nel passato, abbiamo usato un’immagine,
ovvero, una metafora
 Abbiamo sottinteso che la storia è come una pianta, o un
albero, le cui radici sono nel passato.
 L’immagine, e quindi la metafora, è calzante, perché le
radici…
 …non si vedono e bisogna scavare per trovarle

 Quante volte, anche nel linguaggio comune si dice
“scavare nel passato”
 L’idea sottintesa è che la ricerca storica altro non sia
che la rimozione di tutte le scorie del tempo per
ritrovare qualcosa
 Un po’ come dopo un terremoto: si scava tra le
macerie non solo per trovare superstiti, ma anche
per recuperare gli oggetti che hanno segnato la
propria vita.

 Senza volerlo, abbiamo usato un’altra immagine:
quella delle macerie
 Non è raro sentire parlare delle “macerie della storia”
 Ma, a ben pensarci, la stessa parola “ricerca” è una
metafora: a significare che lo studio dei documenti
antichi somiglia ad una caccia
La metafora dello specchio
 lo specchio
 si tratta di un’immagine molto usata nel Medioevo: cf.
lo Speculum hisotriale di Vincenzo da Beauvais

 il documento è un riflesso della realtà
 spesso è un riflesso di un riflesso ( = gioco di specchi)
 chi si riflette, vede se stesso (ogni incontro con l’altro è sempre
anche un incontro con sé).
 Il verbo riflettere usato per descrivere l’attività intellettuale, ha
due significati:


l’intelligenza è un riflesso di un’illuminazione dall’alto
la cultura viene dal flettersi sui libri
la caccia

 spesso, parlando della metodologia storica,
si usano immagini venatorie:
I documenti sono tracce
 La ricerca è seguire le orme degli uomini del passato

 si tratta di ritrovare i resti.
 Georges Duby descriveva così il suo mestiere: “Ecco: gli uomini di
cui mi occupo, che sono vissuti nel XII secolo, hanno lasciato delle
tracce. Alcune di queste tracce sono decisamente «concrete»,
sono inscritte nel paesaggio, sono oggetti materiali… Inoltre vi
sono altre tracce, e si tratta delle tracce di discorsi. Discorsi che i
contemporanei facevano su se stessi, parole, segni posti l’uno
accanto all’altro, frasi…. Queste tracce sono rare per i periodi
antichi… tutto è molto usurato dal tempo, molto degradato, si tratta
di un tessuto sgualcito, consunto, stracciato. Squarci enormi che la
ricerca storica è per sempre incapace di ricucire. La maggior parte
delle volte non si può neanche misurare l’estensione di ciò che
manda. Non si sa ciò che è sprofondato, che si è cancellato.
Pertanto, io che parlo mi trovo di fronte a questi frammenti, a questi
relitti.”
 Il sogno della storia, p. 40

 si parla spesso di identificare i fili che ci
legano al passato
 ricostruire il tessuto degli avvenimenti
 tagliare gli avvenimenti più rilevanti
 ricucire le fonti per ritrovare la trama degli
avvenimenti
 interessanti le osservazioni di Topolski:


 “la metafora del filo non significa tuttavia che si debbano
equiparare le fonti ai fili nel senso che si può tessere qualche
cosa per mezzo di essi. Il ‘filo’ non è un paniere pieno di fili da
cui lo storico possa attingere e tessere l’immagine del passato;
è soltanto un filo nel senso stretto del termine, dunque un
legame che, come abbiamo detto, riguarda il passato. Ed è
così, poiché soltanto una parte delle informazioni attinte dalle
fonti può essere paragonata al nostro filo metaforico.”

 Jerzy Topolski, Narrare la storia, p. 218
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Lezione del 4 ottobre 2013 A (vnd.ms