CLUB ALPINO ITALIANO
SEZIONE DI MORTARA
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Alp in ist ico
CASELLA POSTALE N .7 - 27036
MORTARA
Sezione di Mortara
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Quindicinale della nostra attività alpinistica:
n. 18 del 15-09-2010
Escursionismo Domenica 15 agosto: otto irriducibili della montagna, sfuggendo alle
lusinghe di grigliate ferragostane, si incontrano a Riva Valdobbia: Lia, Piera e Giorgio G., Vittorio,
Aldo, Alberto, Anna e Luciano, quest'ultimo al battesimo dell'escursionismo.
Meta: il lago del Cortese in val Vogna, gita in calendario.
Ha smesso di piovere dopo 24 ore; dal Vogna, gonfio d'acqua e impetuoso, si alzano nuvole di
vapore e tutte le cime attorno sono abbondantemente imbiancate per una nevicata notturna.
Giunti al ponte Napoleonico, visto che il tempo non promette nulla di buono, optiamo per un
tranquillo Larecchio. Qui, in un ambiente sempre piacevole, ci consoliamo con un vero pranzo di
ferragosto, dagli antipasti al dolce. La temperatura, però, è decisamente scesa; Lia, nonostante la
giacca a vento invernale, ha freddo, Giorgio brontola (come da copione), persino Vittorio si scalda
come può (vedi fotografia, che, tra l'altro, è l'unica disponibile, perchè tutte quelle che scatto io
alla comitiva sono mosse causa tremito). Solo
Piera è veramente tosta e sfida il freddo in
pantaloncini corti. Luciano dice: "L'importante è
che non piova". Faremo quasi tutto il ritorno
sotto la pioggia e il temporale; speriamo resista e
non decida di chiudere alla prima esperienza.
Il giorno dopo, sperando in un tempo migliore,
parto per la morena Vigne (2800 m.), meta
classica per me da decenni, a due passi dai
ghiacciai del Rosa. Sono arrivata qui con la
pioggia, con il sole, con la grandine, con il buio e il
Vittorio che si fa scaldare .
silenzio innaturali della spettacolare eclissi di sole
del '99; mai mi era capitato, però, di trovarmi
sotto una nevicata da cinema. Il paesaggio è
invernale, i fiocchi sempre più fitti e stento a
vedere mio fratello che mi raggiunge a un quarto
d'ora dalla cima. Il nebbione che avvolgeva il Barba
Ferrero avrebbe dovuto farci desistere, tant'è......
L'ambiente, comunque, è suggestivo e
concludiamo che ne valeva la pena. Non riuscendo
neppure ad aprire il pacchetto dei biscotti per via
delle mani intirizzite, scendiamo all'invernale del
Alberto nella neve di Ferragosto
Barba, dove finalmente ci rifocilliamo.
Siamo più fortunati il giorno dopo, quando ritentiamo
il giro; finalmente sotto i raggi del sole, è davvero
come lo descrivono: una gemma verde racchiusa in
una conca ridente. Saliamo alla bocchetta, un colletto
aereo che ti dà la sensazione di essere in un nido
d'aquila e di dominare tutto. Il panorama è a 360
gradi, Rosa compreso.
Dal versante appena risalito vediamo il lago del
Cortese, affacciandoci all'altro, scorgiamo in
fondo
il lago del Tillio, altrettanto suggestivo,
nel vallone omonimo che poi percorreremo in
discesa.
Insomma, da riproporre! Anna
ESCURSIONISMO - PUNTA QUINSEINA Sud - domenica 05/09/2010
Si lascia l'autostrada a Ivrea e si imbocca la statale per
Cuorgnè fino a Castellamonte, poi si sale nel bosco
per stradetta asfaltata ma piccola fino a Santa
Elisabetta (santuario) e Pian del lupo (termine strada e
area pic-nic attrezzata).
Da Pian del lupo (1401m s.l.m.) si prende il sentiero
segnalatissimo e ben evidente per Punta Quinseina
sud 2231m s.l.m.
Durante la salita si passa accanto ad un alpeggio
ancora caricato.
Sia la vetta che il santuario sono ottimi balconi
panoramici sulla pianura peccato che domenica 5 il
tempo non fosse granchè... siamo saliti e scesi tra le nubi e in compagnia di un bel venticello
umido! Ritenteremo.
Michaela e Roberto
MONTE MARZO mt. 2756
Sabato 28 agosto 2010 ESCURSIONISMO
VALCHIUSELLA - FONDO
A finire in bellezza il mese di agosto, volevo organizzare la salita su una montagna di tutto rispetto.
Faccio correre la voce, anche in sezione il giovedì, convinco Franco e Claudio, allettati dalle mie
mirabolanti promesse di tempo stupendo all indomani, ideale,dico, per una escursione in alta quota
e con lungo avvicinamento (e così sarà poi). La scelta cade sulla selvaggia e solitaria Valchiusella,
con partenza da Fondo, sparuto borgo di
casupole unite da uno splendido ponte romano
sul torrente Chiusella, che soltanto la sua vista
merita già una visita. Altrettanto da vedere il
paesino di Talorno che si incontra subito dopo,
con graziose decorazioni alle case. Da qui vedo
indicato la partenza del sentiero dei mufloni,
teatro d avventura da parte di alcune intrepide
donne del cai Mortara, recentemente raccontata
sul giornalino!!
Il percorso è lunghissimo, fanno 12 km +
altrettanti a ritornare, con 1700 metri di
dislivello in salita + gli stessi a scendere.
Facile fino all alpe oche inferiore, poi diventa
EE. L andatura la fa Claudio, a cui vanno i ns/ complimenti; compiremo infatti la salita in ore 4.25
contro le 6 indicate sulla relazione. Un vero
montagnard!! con passo regolare e cadenzato. La
fatica c è ma è ampiamente ripagata dalla
bellezza della cima che faremo, piramidale,
isolata, con roccia bianca che si staglia da tutto il
resto, come si vede bene dalla foto, con questo
curioso chiaro scuro. A toccare la grande croce di
vetta, ci troveremo curiosamente con altri
alpinisti provenienti da tutte e tre le vallate che
confluiscono lì, cioè Valchiusella, Valsoana,
Valle della legna (laterale di Champorcher),
fraternizzando subito. Scontato il dire che la vista
è come da un aeroplano, con l occhio che spazia
sulla piana canavese fin oltre il lago
di Viverone. Ci accompagna il
fischio della marmotta, un esemplare
adulto di stambecco con enormi
corna, e un viperozzo (giovane
vipera) nero che ci guizza via rapido
dai piedi. Al ritorno, in una buona
piola, immancabile il meritato
brindisi con dell ottimo vino bianco
fresco Verbesco del Monferrato, dal
gusto sapido e fruttato.
Diverse altre foto sono disponibili su
facebook al mio profilo.
Gianpiero
25-26 AGOSTO 2010
ALPINISMO : IN VETTA AL GRAN PARADISO Mt. 4061
Il clou delle nostre gite in montagna è la salita al Gran Paradiso, ci siamo preparati insieme per
questo, e ora che le nostre ferie stanno per terminare decidiamo di partire. Lo sappiamo che siamo
un po avanti con la stagione, ma possiamo farlo solo ora. Le previsioni del tempo sono buone, solo
un fastidioso mal di denti ci fa slittare la partenza di un paio di giorni.
Al Rif. Vittorio Emanuele ci troviamo subito bene, non c è il pienone dell alta stagione. Chiediamo
al rifugista la situazione del percorso, risposta: Il ghiacciaio si è ritirato molto, non ci sono
crepacci aperti, a parte qualche ometto di sassi si sale per intuito. Se avete corda, piccozza e
ramponi non ci sono problemi.
Durante il pomeriggio conosciamo un gruppetto di soci CAI di Masone GE- e apprezzando la loro
esperienza del posto e altro, chiediamo se possiamo salire con loro. Con gioia veniamo accolti nel
gruppo. Gente in gamba e simpatica, poi veniamo a sapere che il più esperto del gruppo ( sui 70
anni) aveva già fatto la cima 6 volte, mentre un altro aveva percorso la via Est del Badile, il più
giovane era alla sua prima esperienza sui quattromila.
Il sereno tramonto ci regala raggi di sole che tingono di arancio le rocce della Tresenda e le nevi che
ricoprono il Chanforon.
Alle 3,30 del mattino il rifugio
si sveglia e si anima, il gestore
ci offre un abbondante
colazione perché ci dice che la
giornata sarà molto lunga. Il
tempo è bello e alle 5 la
processione di pile frontali
comincia a inerpicarsi.
Finalmente si arriva alle
propaggini del ghiacciaio: una
lingua di ghiaccio vivo che si
deve attraversare per continuare
la salita. Qui una volta si
iniziava a salire su neve mentre
adesso ci sono solo massi,
roccia e sfasciume. E un
susseguirsi di mettere e togliere
i ramponi per camminare in
sicurezza. Per noi è un ambiente meraviglioso e incredibile magico e affascinante. Solo sui 36000
Mt. troviamo neve compatta che ci consente di proseguire spediti verso la meta. Le piccozze
tintinnano e affondano sicure nella neve. La traccia ora è ben evidente e legati saliamo alla cima;
dopo 5 ore e 45 minuti è fatta!!!!!!!!!!!
Siamo in vetta, panorama a 360° ( qualcuno dice se il Granpa si vede da tutte le parti, dal
Granpa si vede tutto ). Le cime minori del gruppo sono sotto di noi, osserviamo il Bianco, il Rosa,
il Monviso, le Levanne, i monti della Val d Iserè.
La pianura coperta da un mare di nuvole.
Ci congratuliamo tra di noi e qualcuno si fa anche un caragnino .
La discesa è più tranquilla anche se circa 2000 Mt. ci separano dal parcheggio.
Per la temperatura elevata il ghiaccio del mattino si è sciolto e ha formato granatina e ruscelli che
attraversiamo senza problemi con i ramponi ai piedi. E impressionante vedere la quantità di acqua
che scende dal ghiacciaio e dalle rocce. In un posto così selvaggio si sente solo lo scroscio
dell acqua.Ora in lontananza si vede la cupola di metallo del rifugio che per merenda ci offre un
minestrone fumante.Per noi che non eravamo mai saliti oltre il rifugio Vittorio Emanuele abbiamo
trovato un ambiente unico, diverso da quelli incontrati fino ad ora, un esperienza emozionante, una
spedizione appagante, un altro 4000 da aggiungere al nostro Palmares.
Ad attenderci al Rifugio troviamo Giancarlo. Michele, Federica e il piccolo Simone sono già scesi e
ci aspettano a casa. Piera
ALPINISMO: Traversata dei Breithorn (04-05 settembre 2010)
04.09.2010:
Saliti in taxi ai piani di Verra superiore e poi per sentiero al rif. Guide di Ayas (3425 m.).
Il rifugio era pieno con molti stranieri e circa 20 italiani, buona cena e poi dopo qualche
impressione per il giorno dopo a nanna.
Dislivello: 1.050 m tra sali e scendi.
05.09.2010:
Volevamo partire un po prima ma il rifugista ci ha sconsigliato perché al buio avremmo faticato a
trovare la traccia, così siamo
partiti alle 5.15 già legati e
con i ramponi ai piedi.
Dal rifugio si percorre
l itinerario che porta ai piedi
del Polluce e si devia a
sinistra verso il bivacco
Rossi Volante (3850 m.)
arroccato su uno sperone
roccioso, da lì ripida salita
della calotta nevosa e giunti
in cresta a destra per il primo
dei 4.000 la Roccia Nera (4075 m.), ridiscesi e risaliti per rocce e misto per il gemello del Breithorn
o Punta (4106 m.) da lì un paio di
calate in doppia attrezzate per
portarci nuovamente sulla cresta
nevosa che dopo breve diveniva
rocciosa ed in breve alla cima del
Breithorn orientale (4141 m.), una
calata in doppia un breve tratto di
cresta nevosa con cornici ed eccoci
all attacco della parte più
impegnativa della traversata la
cresta rocciosa che conduce sulla
vetta del Breithorn centrale (4160
m.).
Dal basso era impressionante erano ormai le 9.30-10 ma non ci siamo fatti scoraggiare, il primo
salto roccioso l abbiamo aggirato a sinistra come da relazione, gli altri due abbiamo seguito il filo di
cresta con passaggi di III anche molto esposti che a 4.000 m. è tutto detto. L ultimo speroncino è
stato Franco a superarlo che nonostante la stanchezza l ha interpretato nel migliore dei modi.
Da lì ancora per cresta nevosa verso l ultima cima della grandiosa cavalcata che ci ha portato a
toccare 4 vette di 4.000 m., sul Breithorn occ. non ci siamo andati in quanto ci eravamo già stati
anni addietro con gli sci.
Il rientro a valle per il percorso del trofeo Mezzalama e poi dal rif. Guide d Ayas ai piani di Verra
sup. è stato interminabile per me indimenticabile, alla sera con quella calma, gli animali
(stambecchi e marmotte), le sensazioni che solo in certi momenti puoi gustare e la consapevolezza
di aver fatto qualcosa di grandioso per le proprie possibilità.
Alle 19.30 eravamo all auto dopo 15 ore di cammino
Dislivello: 1.000 m tra sali e scendi.
Compagni: Franco
Valutazione: **** bella e impegnativa traversata con panorami sempre grandiosi.
ARRAMPICATA 12/09/2010
Oriana (Placche di) Settore sx
via" Spirito Divino"
quota base arrampicata (m): 1450
sviluppo arrampicata (m): 180
difficoltà: 5a + 4 obbl +
esposizione arrampicata: Sud
località partenza:
Courtil (Hone)
P.S. se l'arrampicata viene effettuata dopo pranzo il
nome della via muta: da "spirito divino" diventa "spirito
di vino"
Luciano
Angelo
DOMENICA 05 SETTEMBRE 2010 GITA SOCIALE ALLA GRANDE HALTE
Grande gruppo (nella foto solo una rappresentanza), per grande giornata di chiusura
stagione estiva al rifugio Citta di Mortara ad Alagna Valsesia.
Iniziata con i saluti ai presenti di Anna Galeazzi, già vice presidente del Cai Mortara,
proseguita con i discorsi dell amministrazione Comunale rappresentata
dall assessore Fabio Rubini, la giornata è trascorsa all insegna dell allegria e con la
promessa di ritrovarsi il prossimo anno.
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N. 18 - 2010 - cai mortara