PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
COMMISSIONE PER LA GARANZIA DELL’INFORMAZIONE STATISTICA
STATO ED EVOLUZIONE DELLE STATISTICHE
DELL’ISTRUZIONE IN ITALIA
Rapporto di Ricerca
04.04
a cura di:
Andrea Cammelli
Barbara Buldo
Annalisa Busetta
Angelo di Francia
Novembre 2004
La Commissione per la garanzia dell’informazione statistica (CGIS), istituita presso
la Presidenza del Consiglio dei Ministri con il decreto legislativo n. 322 del 1989,
art.12, è un organo collegiale indipendente chiamato a garantire il principio della
imparzialità e della completezza dell’informazione statistica. A tal fine, la CGIS vigila:
(a) sulla imparzialità e la completezza dell’informazione statistica; (b) sulla qualità delle
metodologie statistiche e delle tecniche informatiche impiegate nella raccolta, nella
conservazione e nella diffusione dei dati; (c) sulla conformità delle rilevazioni alle
direttive degli organismi internazionali e comunitari; (d) e contribuisce alla corretta
applicazione delle norme che disciplinano la tutela della riservatezza delle informazioni
fornite all’ISTAT e ad altri enti del Sistema statistico nazionale, segnalando anche al
Garante per la protezione dei dati personali i casi di inosservanza delle medesime norme
o assicurando altra collaborazione nei casi in cui la natura tecnica dei problemi lo
richieda.
La serie “Rapporti di ricerca” raccoglie i risultati di attività di appositi gruppi di
lavoro, promossi e coordinati dalla CGIS in relazione all’adempimento dei propri
compiti.
La responsabilità del contenuto del rapporto è degli autori, e non coinvolge la
Commissione.
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
COMMISSIONE PER LA GARANZIA DELL’INFORMAZIONE STATISTICA
Achille Chiappetti, Presidente
Marisa Civardi
Giulio De Petra
Giovanni De Simone
Salvatore Distaso
Massimo Livi Bacci
Claudio Quintano
Giovanni Somogyi
Commissione per la Garanzia dell’Informazione Statistica
Via della Vite, n.13
00187 Roma
tel. ++39-06-6779.6285
fax ++39-06-6779.6525
e-mail: [email protected]
2
INDICE
pag.
1. INTRODUZIONE
1.1. Dieci anni di profondi cambiamenti nelle statistiche dell’istruzione
1.2. Considerazioni preliminari
1.3. L’attività del gruppo di lavoro
1.4. Gli aspetti problematici
2. LE STATISTICHE SULLE SCUOLE
2.1. Le statistiche della scuola dell’infanzia (ex scuola materna)
2.1.1 La produzione statistica prima e dopo il passaggio
2.1.2 I dati di fonte amministrativa
2.1.3 Le rilevazioni “integrative”
2.1.3.A L’unità di rilevazione
2.1.3.B I modelli di rilevazione
2.1.3.C Le fasi della rilevazione
2.1.3.D I livelli di copertura
2.1.3.E Le procedure di controllo dei dati
2.1.4 La diffusione e pubblicazione dei dati: il deficit informativo
2.1.5 Il Sistema informativo (SIMPI) e il Data Warehouse (DWH) del MIUR
2.2. Le statistiche della scuola primaria (ex scuola elementare)
2.2.1 La produzione statistica prima e dopo il passaggio
2.2.2 I dati di fonte amministrativa
2.2.3 Le rilevazioni “integrative”
2.2.3.A L’unità di rilevazione
2.2.3.B I modelli di rilevazione
2.2.3.C Le fasi della rilevazione
2.2.3.D I livelli di copertura
2.2.3.E Le procedure di controllo dei dati
2.2.4 La diffusione e pubblicazione dei dati: il deficit informativo
2.2.5 Il Sistema informativo (SIMPI) e il Data Warehouse (DWH) del MIUR
2.2.6 Le indagini campionarie
2.3. Le statistiche della scuola secondaria di primo grado (ex scuola media inf.)
2.3.1 La produzione statistica prima e dopo il passaggio
2.3.2 I dati di fonte amministrativa
2.3.3 Le rilevazioni “integrative”
2.3.3.A L’unità di rilevazione
2.3.3.B I modelli di rilevazione
2.3.3.C Le fasi della rilevazione
2.3.3.D I livelli di copertura
2.3.3.E Le procedure di controllo dei dati
2.3.4 La diffusione e pubblicazione dei dati: il deficit informativo
2.3.5 Il Sistema informativo (SIMPI) e il Data Warehouse (DWH) del MIUR
2.3.6 Le indagini campionarie
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2.4. Le statistiche della scuola secondaria di secondo grado (ex scuola sec. sup.)
2.4.1 La produzione statistica prima e dopo il passaggio
2.4.2 I dati di fonte amministrativa
2.4.3 Le rilevazioni “integrative”
2.4.3.A L’unità di rilevazione
2.4.3.B I modelli di rilevazione
2.4.3.C Le fasi della rilevazione
2.4.3.D I livelli di copertura
2.4.3.E Le procedure di controllo dei dati
2.4.4 La diffusione e pubblicazione dei dati: il deficit informativo
2.4.5 Il Sistema informativo (SIMPI) e il Data Warehouse (DWH) del MIUR
2.4.6 Le indagini campionarie
2.4.7 La rilevazione degli esami di maturità
2.5. Gli aspetti problematici: alcuni perché del “gap” informativo
2.6. Riferimenti bibliografici
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3. LE STATISTICHE SULL’UNIVERSITA’
3.1. Rilevazione dei dati sommari
3.1.1 Le fasi della rilevazione
3.1.2 I modelli di rilevazione
3.1.3 I controlli di qualità
3.1.4 La diffusione dei dati
3.2. Rilevazione dei dati definitivi
3.2.1 Le fasi della rilevazione
3.2.2 I modelli di rilevazione
3.2.3 I controlli di qualità
3.2.4 La diffusione dei dati
3.3. Gli aspetti problematici
3.4. Riferimenti bibliografici
150
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4. LA PRODUZIONE STATISTICA SULL’ISTRUZIONE IN CAMPO
INTERNAZIONALE
4.1. OCSE
La rilevazione UOE (UNESCO-UIS/OCSE/EUROSTAT)
4.1.1 Obiettivi
4.1.2 Il modello di rilevazione
4.1.3 La diffusione dei risultati
Il programma PISA
4.1.4 Obiettivi
4.1.5 Il disegno campionario
4.1.6 Modelli di rilevazione
4.1.7 La diffusione dei risultati
4.2. EUROSTAT
4.2.1 Le principali indagini sull’istruzione
4.2.2 Le pubblicazioni
4.3. L’esperienza della Francia
4.3.1 Le principali indagini della DEP
4.3.2 La diffusione delle informazioni
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4
4.3.3 Note conclusive
4.4. Riferimenti bibliografici
4.5. Siti internet consultati
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214
5. LE INDAGINI STATISTICHE SULLA TRANSIZIONE SCUOLA
E UNIVERSITA’/LAVORO
5.1. L’indagine sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati della scuola
secondaria superiore
5.1.1 Le fasi della rilevazione
5.1.2 Il disegno di campionamento
5.1.3 I modelli di rilevazione
5.1.4 I controlli di qualità
5.1.5 La diffusione dei dati
5.2. L’indagine sull’inserimento professionale dei diplomati universitari
5.2.1 Le fasi della rilevazione
5.2.2 I modelli di rilevazione
5.2.3 I controlli di qualità
5.2.4 La diffusione dei dati
5.3. L’indagine sull’inserimento professionale dei laureati
5.3.1 Le fasi della rilevazione
5.3.2 Il disegno di campionamento
5.3.3 I modelli di rilevazione
5.3.4 I controlli di qualità
5.3.5 La diffusione dei dati
5.4. Gli aspetti problematici
5.5. Riferimenti bibliografici
5
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217
217
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227
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258
6
1. INTRODUZIONE1
1.1. Dieci anni di profondi cambiamenti nelle statistiche dell’istruzione
Il processo di modifica che ha riguardato in profondità l’intero sistema formativo
italiano, dalla scuola all’università, alla formazione professionale, ad iniziare dai primi
anni ’90 e con ritmo via via crescente soprattutto negli anni più recenti, e la
riorganizzazione dell’Istituto Nazionale di Statistica con la nascita del Sistema Statistico
Nazionale alla fine degli anni ’80, hanno determinato esigenze di cambiamenti di
straordinaria
rilevanza
nell’intero
apparato
di
generazione
delle
statistiche
dell’istruzione ponendo nuovi e più complessi obiettivi in un ambito che già mostrava
qualche difficoltà a seguire il passo dell’ordinaria amministrazione. Tutto ciò avviene in
un contesto internazionale caratterizzato da fermenti profondi che vedono la risorsa
istruzione di ogni ordine e grado e più in generale la formazione, assumere una
rilevanza via via maggiore agli occhi dei decisori politici.
Nell’ultimo decennio il processo di integrazione europeo ha vissuto un’evoluzione
repentina. Il processo di trasformazione geopolitica del continente, avviato dalla caduta
del muro di Berlino e dalla riunificazione della Germania, è proseguito con
l’allargamento della Comunità Europea a dieci nuovi paesi. Si intravedono grandi
potenzialità, ma anche nuovi problemi, dovuti al necessario riferimento all’intera
popolazione della Comunità, all’esigenza di integrare territori così diversi e
diversamente sviluppati (anche dal punto di vista dello stato e dell’evoluzione dei loro
sistemi di rilevazione statistica), alle sfide che giungono dall’esterno del continente.
L’esigenza di rafforzare e rilanciare la competitività dell’Europa davanti alle nuove
economie emergenti ed ai tradizionali concorrenti, ha reso necessaria l’accurata
pianificazione di strategie di sviluppo capaci di valorizzare al massimo le risorse
1
Il presente lavoro è il frutto dell’impegno congiunto di tutti i componenti il gruppo di lavoro. Tuttavia è
possibile attribuire le singole parti del rapporto nel modo seguente.
Cap. 1 – Introduzione: di Andrea Cammelli;
Cap. 2 – Le statistiche sulle scuole: di Barbara Buldo;
Cap. 3 – Le statistiche sull’università: di Annalisa Busetta e Angelo di Francia;
Cap. 4 – La produzione statistica sull’istruzione in campo internazionale: di Andrea Cammelli e Angelo
di Francia;
Cap. 5 – Le indagini statistiche sulla transizione scuola e università/lavoro: di Annalisa Busetta e Angelo
di Francia.
7
esistenti. Risorse che i paesi europei scoprono sempre più nitidamente assumere i
lineamenti della conoscenza, dell’istruzione, della formazione, della ricerca. Si
comprende come le tematiche connesse allo sviluppo delle competenze dei cittadini
europei, anche adulti (lifelong learning), il rilancio della ricerca avanzata con il
maggiore coinvolgimento del settore privato, l’integrazione ed il rilancio del patrimonio
culturale rappresentato dalle Università più antiche del mondo, profondamente
frammentato ed eterogeneo, organizzandolo in un più coeso sistema europeo
dell’istruzione superiore, permeino a fondo il piano di rilancio dell’Europa e del suo
protagonismo sulla scala internazionale.
Vanno in questa direzione la Strategia di Lisbona, con la quale è intenzione dell’UE
conseguire l’ambizioso obiettivo di realizzare in Europa, entro il 2010, “la più dinamica
e competitiva economia del mondo basata sulla conoscenza, capace di una crescita
economica sostenibile, accompagnata da un miglioramento quantitativo e qualitativo
dell’impiego e da una più grande coesione sociale”2, il processo di Bologna che ambisce
a creare per la medesima data uno spazio comune dell’istruzione in Europea o ancora,
l’ampio dibattito sull’importanza del settore dell’innovazione tecnologica, della ricerca,
e dell’internazionalizzazione dell’istruzione come fattore decisivo per la competitività.
L’importanza strategica che viene ad assumere il capitale umano investe
conseguentemente anche il ruolo e le modalità di operare delle tradizionali agenzie
nazionali deputate alla progettazione, alla rilevazione, alla diffusione della
documentazione statistica nel campo dell’istruzione e della formazione. Collocare
l’analisi dello stato e dell’evoluzione delle statistiche dell’istruzione in Italia in questo
più ampio scenario, non rappresenta il tentativo di relativizzare difficoltà e ritardi del
nostro paese in questo settore. Offre invece l’opportunità di compierne una lettura che
abbia solidi parametri di riferimento all’interno di una condivisa visione prospettica;
rappresenta l’occasione per valutare nella misura del possibile la distanza che ci separa
dagli obiettivi comuni; stimola la possibilità di confrontare le difficoltà, ma anche i
successi raggiunti, con quelli registrabili presso altri organismi nazionali o
internazionali. Ma certo obbliga a fare i conti con l’imponente processo di revisioni e di
cambiamenti che le prospettive delineate dai nuovi scenari impongono ai tradizionali
2
Conclusioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea, Lisbona 23-24 marzo
2000, punto 5.
8
sistemi di produzione statistica: una vera e propria rivoluzione culturale anche per le
statistiche dell’istruzione.
In Italia fino agli inizi degli anni ’90 la progettazione, la produzione ed i controlli di
qualità, la stessa gestione delle statistiche sull’intero sistema di istruzione erano
sostanzialmente realizzate dall’Istituto Nazionale di Statistica. Come si vedrà meglio in
seguito, le stesse funzioni verranno successivamente articolandosi fra soggetti ed istanze
territoriali differenti (mentre crescenti elementi di autonomia vengono attribuiti alle
istituzioni scolastiche ed a quelle universitarie), scommettendo per il loro successo sulla
chiara identificazione ed attribuzione dei ruoli e delle competenze e sul ruolo
determinante del coordinamento, della collaborazione e della sinergia fra i medesimi.
Ampliamento delle tematiche da osservare, diversificazione delle articolazioni
territoriali, aumento dei protagonisti da coinvolgere, incremento degli utenti finali fanno
sì che la prospettiva verso la quale tendere sia quella di offrire una risposta di sistema di
sempre maggiore qualità3.
3
Si ricordano i principali elementi che hanno caratterizzato le riforme introdotte.
Per l’istruzione scolastica riguardano:
- l’autonomia scolastica (Legge 59/1997) per la quale “Ai fini della realizzazione della autonomia delle
istituzioni scolastiche le funzioni dell'Amministrazione centrale e periferica della pubblica istruzione in
materia di gestione del servizio di istruzione [...] sono progressivamente attribuite alle istituzioni
scolastiche”;
e con Legge 53/2003
- il principio dell’obbligo scolastico secondo la definizione di diritto-dovere all’istruzione estendendolo a
12 anni di studio (5 anni scuola primaria, 3 anni scuola secondaria di primo grado, 4 anni scuola
secondaria di secondo grado);
- la riorganizzazione della scuola secondaria superiore in base a due diversi percorsi formativi:
il sistema dei licei che hanno durata quinquennale articolata in due periodi biennali e in un quinto anno
che completa il corso di studi. Il quinquennio si conclude con l’Esame di Stato il cui superamento è titolo
necessario per l’accesso all’Università ma l’ammissione al quinto anno già consente l’accesso alla
Formazione Tecnica Superiore (terzo livello di studio non universitario);
- il sistema dell’istruzione e formazione professionale organizzato in un ciclo di studio quadriennale che
garantisce l’accesso alla Formazione Tecnica Superiore senza dover sostenere alcun esame finale oppure
attraverso l’Esame di Stato garantisce l’accesso all’università previa frequenza di un apposito corso
annuale realizzato d’intesa con gli atenei.
Vengono anche regolamentate le esperienze formative e stage, realizzati in Italia o all’estero, le
esperienze di alternanza scuola-lavoro.
Vengono inoltre dettate norme sulla formazione iniziale dei docenti della scuola dell’infanzia del primo e
del secondo ciclo, sulla valutazione dell’apprendimento e della qualità del sistema educativo di istruzione
e formazione anche tramite la riorganizzazione delle funzioni e della struttura dell’Istituto Nazionale per
la Valutazione del Sistema d’Istruzione (INVALSI).
Per l’istruzione universitaria si ricorda che la Riforma Universitaria (generalmente applicata a partire
dall'anno accademico 2000-2001 ma definita nel decreto 509/1999 e in una serie di altri decreti emanati
fra il 1999 e il 2001) costituisce il punto finale di un percorso in atto da almeno una decina di anni nel
corso dei quali il legislatore ha progressivamente delegato ruoli e responsabilità, trasformando il ruolo (in
9
Si avvia, intanto, una lunga fase di transizione che vede i processi di riforma
determinare la compresenza di attività formative, intese nella più ampia accezione,
realizzate secondo i vecchi ed i nuovi ordinamenti e la necessità di monitorare
costantemente la validità delle innovazioni introdotte, le carenze, gli aspetti di criticità,
gli elementi che necessitano di modificazioni immediate e quelli che esigono ulteriori e
puntuali controlli. A prescindere dai ritardi preesistenti, lo stress, per qualunque sistema
di rilevazione statistica, risulta evidente e di portata tanto più rilevante e prolungata
quanto più ampia è la durata del trapasso dal vecchio al nuovo.
Ma altri elementi importanti hanno segnato il decennio determinando una sempre
maggiore esigenza di documentazione statistica tempestiva, affidabile e sempre più
articolata su base territoriale. Il processo di integrazione a livello europeo e l’attenzione
su scala internazionale ai temi dell’istruzione scolastica ed universitaria, della
formazione professionale, della formazione continua, richiedono la disponibilità di
documentazione pertinente, l’aggiornamento delle classificazioni, la definizione di
nuovi indicatori secondo modalità che garantiscano la comparabilità nel tempo e nello
spazio. Un impegno tanto più oneroso se si pensa alle difficoltà di garantire la
documentazione essenziale agli organismi internazionali anche prima dei profondi
cambiamenti che caratterizzano il decennio considerato.
Il processo di decentramento in atto nel nostro Paese, con il trasferimento di
competenze in numerose materie alle amministrazioni regionali, pone problemi per certi
materia di istruzione superiore) del Ministero e del Parlamento: da soggetti dell’organizzazione scolastica
che la disciplinano dall'alto attraverso una rigida burocrazia, a suggeritori di linee guida e, in seconda
istanza, revisori dei risultati.
Con il decreto 509/1999 nasce un sistema di percorsi differenziati in termini di durata e contenuti, il
“lavoro di apprendimento” svolto in ognuno dei percorsi è misurato in crediti ed è utilizzabile, del tutto o
in parte, per il percorso successivo.
In grandissima sintesi, in base alla Riforma le Università possono attivare corsi di Laurea (durata
prevista 3 anni, 180 crediti) e Laurea Specialistica (due anni dopo la Laurea, quindi totali 300 crediti);
inoltre le corsi per il conseguimento di Master di primo e secondo livello, Diplomi di specializzazione,
Dottorati di Ricerca. Le Università possono denominare i corsi di Laurea e di Laurea Specialistica a
proprio piacimento e possono in autonomia definirne i contenuti componendone i curricula, ma devono
mantenersi nell’ambito di standard nazionali individuati dal Ministero attraverso la definizione delle
Classi delle Lauree e delle Lauree Specialistiche nelle quali gli Atenei devono inserire i propri corsi. Le
Classi sono “contenitori”, dalle specifiche caratteristiche, destinati a raggruppare i corsi di studio in base
ai loro contenuti. Per ciascuna classe sono previsti a livello ministeriale: specifici obiettivi formativi, lo
schema in base a cui ripartire una parte dei crediti (non più del 66%) fra sei tipi di attività formative
indispensabili, e gli ambiti disciplinari ai quali devono venire riferiti i crediti di tre delle sei attività.
In particolare sono attualmente definite: 42 Classi delle Lauree + 4 Classi delle Lauree in Professioni
Sanitarie + 1 Classe delle Lauree in Scienze e Tecniche per la Difesa e la Sicurezza; 104 Classi delle
Lauree Specialistiche (di cui 4 "a ciclo unico") + 4 Classi delle Lauree Specialistiche in Professioni
Sanitarie + 1 Classe delle Lauree Specialistiche in Scienze e Tecniche per la Difesa e la Sicurezza.
10
versi analoghi a quelli evidenziati a livello internazionale e, in ambedue i casi,
sottolinea l’esigenza di un maggiore coinvolgimento e di un efficiente coordinamento
degli uffici statistici centrali, di quelli degli enti locali e delle Regioni. Uffici statistici
che, dal 1989, la legge prevede debbano essere istituiti, “a costo zero”, presso le
amministrazioni centrali dello Stato, le aziende autonome, gli enti locali anche in forma
associata o consortile4 e che vanno a far parte del Sistema Statistico Nazionale. Un
coordinamento che invece fa fatica ad affermarsi, così come la diffusione degli uffici di
statistica5.
Si afferma in tempi recenti anche nel nostro Paese una nuova attenzione
all’articolazione dell’offerta formativa dell’intero settore fra pubblico e privato.
Nei paesi sviluppati la competitività dei sistemi economici impone investimenti
crescenti in capitale umano ed innovazioni continue nei processi produttivi. Lo sviluppo
dell’attività formativa e di ricerca trova però limiti nei vincoli, sempre più consistenti,
alla disponibilità di risorse destinate all’intero comparto dell’istruzione/formazione.
Assieme alla richiesta alle autorità di governo di risorse più adeguate per il
raggiungimento degli obiettivi nel campo della formazione e della ricerca, prende
impulso l’attenzione ad una più razionale utilizzazione delle risorse disponibili e ad una
migliore allocazione delle risorse. Per i responsabili del settore diventa urgente disporre
di un sistema di informazioni in grado di supportare le scelte programmatiche e
l’indispensabile attività di controllo e di valutazione. Si fanno largo così sensibilità ed
attenzioni a lungo del tutto ignorate nel nostro Paese favorite, probabilmente, anche
dagli effetti dirompenti che la forte contrazione della natalità ha determinato nella
scuola dell’obbligo facendo intravedere il rischio di scenari del tutto nuovi anche per i
livelli successivi di istruzione6. Comincia a farsi strada ed a diffondersi, sia pure in
ritardo rispetto ai maggiori paesi7, la cultura della valutazione e su questo terreno risulta
4
D.Lgs. 322/1989.
“Sotto un diverso profilo, occorre riconoscere che il Sistan, così come delineato dalla normativa, è
ridondante, farraginoso: un improbabile sistema con quasi 9.000 nodi, di peso specifico vistosamente
diverso eppure posti su un piano di parità (a meno dell’Istat, ovviamente). A ben vedere, dunque, non è
sorprendente se a distanza di tredici anni un terzo delle Province e quasi due terzi dei Comuni – sia pure
prevalentemente di piccole dimensioni – neppure hanno costituito l’ufficio di statistica. In sostanza, un
ridisegno della rete nei fatti è già avvenuto: per un verso serve prenderne atto; per un altro verso è
indispensabile migliorarlo”. [Trivellato, 2002, pp.10-11].
6
Cfr. A. Cammelli, A. di Francia, A. Guerriero, L'università del 2000, ovvero quando lo studente diventa
un bene scarso, Polis, n. 2, 1996.
7
Da tempo “In Francia, la Direction de l’Evaluation et de la Prospective, nell’ambito del Ministero
dell’Educatione, calcola annualmente un set di indicatori sullo stato del sistema; negli Stati Uniti, il
5
11
decisivo il ruolo dei sistemi informativi sia per il monitoraggio che per l’orientamento
degli interventi mentre gradualmente si avverte l’esigenza di arricchire il quadro
informativo con una serie di valutazioni sui servizi offerti, tenendo in considerazione
l’opinione degli utenti e l’efficacia degli interventi promossi.
Il 1999 vede proliferare l’istituzione e la messa a punto di numerosi centri incaricati di
un ampio spettro di monitoraggi e valutazioni.
L’istituzione dell’Osservatorio per la valutazione del sistema universitario è del febbraio
1996 poi trasformato (1999) nel Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema
Universitario (CNVSU)8.
Tra la fine degli anni ’80 ed i primi del ’90, sulla spinta della crescente autonomia
scolastica si è avvertita anche in Italia la necessità di disporre di un “servizio nazionale” che
valutasse la produttività e l’efficacia del sistema scolastico. E’ così che il preesistente
CEDE (Centro Europeo dell’Educazione) viene trasformato in Istituto Nazionale per la
Valutazione del Sistema dell’Istruzione9.
La valutazione della didattica da parte degli studenti (poi corretta nella rilevazione delle
opinioni degli studenti sulla didattica), entra in vigore10 prevedendo che le università
acquisiscano “periodicamente, mantenendone l’anonimato, le opinioni degli studenti
frequentanti sulle attività didattiche”. La stessa valutazione viene estesa successivamente
all’esperienza universitaria da parte degli studenti che concludono gli studi11.
La crescente richiesta di informazioni statistiche pone le premesse per l’utilizzazione
e la valorizzazione, a questo fine, anche degli archivi amministrativi (prossimamente
anche quelli delle anagrafi degli studenti e dei laureati12).
rapporto sullo stato dell’educazione previsto dalla legge…presenta un’ampia batteria di indicatori
che…prevedono espressamente una sezione di confronti internazionali; in Gran Bretagna, la misurazione
delle performances delle università, avviata già dai primi anni ’70, costituisce la base per le decisioni di
spesa e l’allocazione delle risorse”. Cfr. Progetto per lo sviluppo di un sistema informativo della
formazione e della ricerca scientifica universitaria orientato alla valutazione, Allegato alla Convenzione
tra Miur e Istat, Roma ottobre 1994.
8
Il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario è previsto dall'articolo 2 della legge 19
ottobre 1999, n. 370. Il funzionamento del Comitato, è stato disciplinato con D.M. 4 aprile 2000, n. 178 e
la sua attuale costituzione è stata disposta con D.M. n. 101 del 14 maggio 2004.
9
Decreto Legislativo 20 luglio 1999, n. 258.
10
Legge n. 370 del 19 ottobre 1999 (“Disposizioni in materia di università e di ricerca scientifica e
tecnologica”).
11
Nell’aprile 2003 il Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario approva la
“Proposta di un insieme minimo di domande per la valutazione dell’esperienza universitaria da parte degli
studenti che concludono gli studi".
12
D.M. 30 aprile 2004 prot. n. 9/2004.
12
A questa vera e propria “rivoluzione culturale” che si avvia in concomitanza al
dilatarsi e diversificarsi dell’offerta formativa ed alla crescente partecipazione ai
processi di scolarizzazione, fa da sfondo uno scenario sempre più contraddistinto dalla
scarsità delle risorse disponibili.
Il decennio che lasciamo alle spalle appare, dunque, caratterizzato da profondi
ripensamenti riguardanti il sistema delle statistiche pubbliche e l’intero sistema di
istruzione e formativo nazionale. Il periodo è contrassegnato da felici intuizioni ma
anche da sperimentazioni talvolta improvvisate o incompiute, da ambiziosi progetti di
innovazione di entrambi i sistemi ma anche da perduranti difficoltà e resistenze ad
accettare le une e le altre, da aperture di grande respiro verso il contesto internazionale
ma anche da forti tentazioni localistiche13.
In questo contesto si colloca l’impegno della Commissione per la Garanzia
dell’Informazione Statistica, tendente ad accertare quanta parte di questi sforzi
progettuali sia stato avviato o risulti ancora in corso d’opera oppure sia giunto a
conclusione. Per la Commissione è importante acquisire un aggiornato e documentato
quadro di valutazione della produzione dei dati e delle iniziative assunte in questo
campo dall’Istat e dal MIUR, anche al fine della formulazione di possibili suggerimenti,
così come è interessante analizzare la produzione statistica sull’istruzione dell’OCSE e
dell’EUROSTAT, assieme all’esperienza di un paese straniero quale la Francia.
Lo sforzo imponente compiuto in questo decennio per rispondere alla crescente
domanda/esigenza di documentazione statistica al fine di armonizzare statistiche
dell’istruzione e processi riformatori, è documentato dalla consistenza dei risultati
raggiunti in diversi settori e rinvenibile nella lettura attenta dei triennali Programmi
Statistici Nazionali (che annualmente, dal 1992, testimoniano della situazione attuale,
delle prospettive evolutive della domanda e dell’offerta di informazione statistica, degli
obiettivi e progetti), nelle relazioni tecniche di accompagnamento espressioni di
interlocutori qualificati[privilegiati] che partecipano ai circoli di qualità, nel parere della
13
D’altra parte “il mondo di oggi è contraddistinto da un paradosso […]: la globalizzazione crescente
comporta un aumento delle nuove differenziazioni […]. Cosmopolitismo e provincialismo non sono più
in contrasto, anzi, sono interconnessi e si rafforzano a vicenda.” [C. Geertz, Mondo globale, mondo
locale, Bologna, Il Mulino, 1999, p. 57].
13
Commissione per la Garanzia dell’Informazione Statistica e nelle relazioni biennali dei
suoi Presidenti presentate alla Conferenza nazionale di statistica.
1.2. Considerazioni preliminari
Da più parti, anche autorevoli, da tempo si sottolinea l’affermarsi di una crescente
domanda di informazione statistica e la necessità di corrispondervi con tutto ciò che
questo comporta in termini di maggiori risorse disponibili, di attrezzature, di personale,
di piani di sviluppo, ecc.. Contemporaneamente, sono spesso gli stessi interlocutori che
denunciano la sottoutilizzazione e perfino l’assoluta mancanza di qualsiasi utilizzazione
della documentazione statistica disponibile. Così mentre cresce sicuramente l’esigenza
di documentazione statistica affidabile, tempestiva e disponibile, in alcuni settori il nodo
centrale non sarebbe dovuto tanto alla consistenza ed alla disponibilità della
documentazione statistica (che pure in taluni settori rimane largamente carente) bensì
alla mancata piena utilizzazione di quella esistente a supporto dei processi decisionali.
Una contraddizione che sembra opportuno inquadrare in un contesto che vede la
cultura che caratterizza il nostro Paese, così come quella di tutti i paesi mediterranei,
storicamente meno sensibile all’importanza della documentazione di tipo quantitativo
diversamente da quanto avviene nei paesi nord-europei e nord-americani. La
contraddizione ha dunque radici che apparterrebbero alle differenze esistenti fra culture
orientate ai dati e culture orientate al dialogo14. Quanto questo patrimonio genetico sia
all’origine della scarsa propensione/fiducia nazionale nella cultura quantitativa è
difficile stabilire, ma è certo che esistono altri importanti fattori concomitanti che,
ponendosi agli antipodi rispetto all’insegnamento einaudiano “conoscere per
governare”, tendono ad accentuare la tentazione di prescindere da qualsiasi apporto
documentario di natura quantitativa: la garanzia di potere operare con la massima
discrezionalità nelle scelte da compiere15; la maggiore o minore autereferenzialità dei
sistemi chiamati ad operare tali scelte16; la completezza e l’utilizzabilità della
14
M. Conoscenti, Per una linguistica della comunicazione interculturale, in G. Cortese, U. Morelli (a
cura di), Destinazione Europa. Orientamento Erasmus, Università degli Studi di Torino, Celid, 1999.
15
Cfr. R. Curatolo, Politica, amministratori e statistiche, in R. Peretz (a cura di), Statistica e pubblica
amministrazione (ordinamento, struttura, compiti e prospettive di lavoro), Milano, 1983.
16
Tipico, in questo contesto, è il caso del sistema universitario.
14
documentazione stessa (spesso, in alcuni settori e per alcuni intervalli temporali,
largamente carenti17).
La contraddizione posta da una documentazione statistica da un lato sempre più
frequentemente richiesta (si parla di “inadeguatezza alle esigenze degli utenti”) e
dall’altro largamente inutilizzata, spesso dagli stessi richiedenti, è il segno di persistenti
squilibri ed arretratezze combinate alle esigenze poste dal processo di crescita e di
progressiva integrazione dell’Italia nella comunità internazionale. Come è noto, agli
inizi degli anni ’90, per esempio, il ritardo che caratterizzava il nostro Paese sul terreno
dell’analisi del rendimento dell’istruzione rispetto alla Francia, agli Stati Uniti ed alla
Gran Bretagna, si esprimeva nella presenza di gravi lacune informative cosicché l’Italia,
pur partecipando al progetto OCSE sui confronti internazionali dell’istruzione, a lungo
non è stata in grado di produrre le informazioni necessarie per condurre i confronti
previsti.
Da allora i passi avanti compiuti sono stati consistenti e non c’è dubbio che il
processo d’integrazione europeo, sebbene ancora da realizzarsi compiutamente, ha
operato come potente fattore di modernizzazione di una realtà nella quale dunque
convivono ancora aspetti fondanti della cultura originaria assieme all’aspirazione di
affrancamento dalle sue connotazioni più arretrate ed obsolete e ad esigenze di
miglioramento e di razionalizzazione imposte dall’appartenenza alla comunità
internazionale. Le differenze, che verranno evidenziate, tra il persistere di ritardi e
lacune nelle statistiche sull’istruzione di primo e secondo livello e la tendenza a
raggiungere in tempi recenti una relativa tempestività e completezza in quelle
riguardanti l’istruzione universitaria, non a caso investita da profondi processi di
internazionalizzazione, sembrano confermare questa chiave interpretativa.
Una ulteriore riflessione è indispensabile compiere in questa sede per fugare la
percezione, diffusa tanto più facilmente in ambiente refrattario o poco alfabetizzato alla
cultura del dato, che una qualsiasi serie di numeri, raccolti e magari presentati in forma
di accattivanti tabelle o grafici, assuma inequivocabilmente valenza statistica. Tutto ciò
17
Cfr. M. Gattullo, Scolarizzazione, selezione e classi sociali tra scuola secondaria superiore e
università. Le indagini speciali dell’Istat, in Questioni attuali di politica scolastica, Clueb, Bologna,
1991.
15
indipendentemente dalle ipotesi conoscitive che ne sono all’origine, dalla conoscenza
del fenomeno indagato, dalle scelte definitorie che lo connotano, dalla metodologia di
rilevazione, dalla competenza dei rilevatori e degli operatori delle elaborazioni, dal
corretto trattamento della documentazione originaria ottenuta. Sotto questo profilo le
stesse straordinarie potenzialità offerte dall’adozione di apparecchiature e strumenti
informatici (compresa l’utilizzazione che va facendosi strada di datawarehousing), così
come i nuovi giacimenti conoscitivi che si rendono disponibili con l’utilizzazione degli
archivi amministrativi, costituiscono sempre più una condizione necessaria, eppure
certamente non sufficiente a garantire tutti gli elementi costitutivi di una
documentazione statistica che si possa definire tale. E’ già stato autorevolmente
richiamato il rischio di scomposte euforie legate all’applicazione acritica di nuove
tecnologie. Garbage in - garbage out, ricordava nel 2000 l’allora Presidente della
Commissione per la Garanzia, e nonostante il tempo trascorso, l’espressione mantiene
oggi come allora “un nocciolo di verità […] ed è un utile monito per lo statistico
ufficiale (e, a ben vedere, tout court per l’analista).”18
D’altra parte, se le proprietà fondamentali delle statistiche qualitativamente
apprezzabili, sono la pertinenza (la capacità cioè che i dati hanno di soddisfare sia gli
obbiettivi della ricerca e dell’indagine sia le esigenze conoscitive degli utilizzatori),
l’accuratezza, la tempestività, la regolarità, l’accessibilità, la chiarezza, la
comparabilità (nel tempo e nello spazio) e la coerenza (l’assenza di contraddizioni tra
più fonti statistiche)19, bisogna pur riconoscere che spesso queste proprietà hanno fatto
difetto anche nelle statistiche ufficiali dell’istruzione e che, in ogni caso, non risultano
facilmente realizzabili soprattutto in periodi di incertezza e di turbolenza che
accompagnano abitualmente tutte le fasi di accelerazione e di trasformazioni profonde e
continue.
Il mancato incontro fra domanda ed offerta di informazione statistica si presta a
qualche ulteriore riflessione. Come per qualsiasi altro prodotto esistono infatti pochi
18
U. Trivellato, L’attività della Commissione per la Garanzia dell’Informazione Statistica: un quadro di
sintesi e spunti di riflessione, Relazione alla Quinta Conferenza Nazionale di Statistica, Roma, 15-17
novembre 2000 [p. 6].
19
Cfr. B. Buldo, C. Filippucci, V. Napoli, R. Bernardini Papalia, Analisi della qualità delle operazioni sul
campo con riferimento alle principali indagini campionarie dell’ISTAT sulle famiglie, Rapporto di ricerca
n. 00.01, Commissione per la Garanzia dell’Informazione Statistica-Presidenza del Consiglio dei Ministri,
luglio 2000.
16
dubbi sul fatto che il migliore controllo della qualità dei dati immessi in un qualunque
sistema sia dovuto all’utilizzazione continua, immediata e diretta dell’informazione
raccolta da parte degli utilizzatori finali. Per gli studiosi impegnati nell’analisi
retrospettiva di fenomeni sociali, può essere che la tempestività con cui la
documentazione è resa disponibile risulti di secondaria importanza. Ma per qualsiasi
responsabile cui competano oneri decisionali, la tempestività, assieme all’affidabilità
della documentazione naturalmente, assume valore cruciale a costo della rinuncia alla
documentazione stessa; non necessariamente per carenza di affidabilità, completezza,
ecc. ma semplicemente per la impossibilità di disporne con la celerità richiesta dal
processo decisionale stesso. In entrambe i casi il controllo di qualità effettuato
attraverso l’utilizzazione non si realizzerà (o si realizzerà in ritardo) e domanda ed
offerta di documentazione statistica continueranno a marciare su binari paralleli: il
produttore di informazione statistica progettando risposte a domande che rischiano di
essere superate o virtuali, il decisore (il policy maker) compiendo scelte non rinviabili
ma dovendo fare a meno della necessaria informazione statistica di supporto. Il primo
interrogandosi sulla scarsa attenzione e sensibilità nei confronti della propria attività,
sulla frequente incertezza perfino dei finanziamenti necessari per realizzare inderogabili
compiti istituzionali (censimenti compresi), e addirittura per la pretesa di raggiungere
nuovi e più complessi traguardi “a costo zero”; il secondo chiedendosi
(sommessamente) se il rapporto qualità/costo di un servizio pubblico tanto delicato non
risulti squilibrato.
Fino a tutto l’anno scolastico 1992-93 per quanto riguarda l’istruzione di base, media
e media superiore, e fino a tutto l’anno accademico 1994-95 per l’istruzione
universitaria, tutta la produzione delle statistiche di ogni ordine e grado era
sostanzialmente affidata all’Istat.
L’istituzione del Sistema statistico nazionale (SISTAN)20 e la riorganizzazione
dell’Istituto Nazionale di Statistica, favoriscono il processo di graduale trasferimento
delle attività di produzione delle statistiche sulle scuole e sull’università ai Ministeri
competenti (fino al 2000, distintamente, il Ministero della Pubblica Istruzione-MPI, ed
il Ministero dell’Università-MURST, successivamente unificati dal 2001 nel Ministero
20
Decreto legislativo n.322 del 6. 9. 1989.
17
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca-MIUR); un processo che inizia dall’anno
scolastico 1993-94 per le scuole e dall’anno accademico 1995-96 per l’università.
Sostanzialmente il riordino del settore tendeva a definire le diverse competenze dei
differenti protagonisti, favorendo il processo di integrazione dell’insieme delle
statistiche del settore (istruzione, compresa quella universitaria ma anche la formazione
professionale). In questo piano strategico la progettazione delle rilevazioni delle
statistiche correnti e il supporto metodologico ai Ministeri sono demandati all’Istat in
collaborazione con i ministeri competenti, mentre è assunta da questi ultimi la gestione
delle statistiche correnti. All’Istat sono ancora affidate le indagini in tema di transizione
scuola e università-lavoro.
Con il trasferimento ci si attendevano vantaggi consistenti in termini di migliore
utilizzazione del patrimonio conoscitivo del sistema informativo del MIUR, e di
disponibilità di risorse interne all’Istat (prima destinate alla produzione corrente dei dati
sulle scuole) per condurre specifiche indagini ed approfondimenti; con l’obiettivo
dunque non solo di un’utilizzazione più efficiente delle risorse complessivamente
dedicate dai diversi enti pubblici coinvolti, ma anche di garantire un’informazione
statistica più completa ed efficace.
Tutto il piano, come si comprende, fondava la sua possibilità di riuscita, nei tempi
brevi imposti dalle circostanze, su alcuni elementi fondamentali: a. la scelta di tempi e
modalità d’avvio compatibili con la programmazione delle attività ordinarie dei settori
coinvolti; b. la disponibilità di personale numericamente adeguato e professionalmente
attrezzato; c. la piena collaborazione di tutti gli organismi interni coinvolti (evitando la
moltiplicazione dei centri decisionali o, peggio, il ricorso ad agenzie esterne con
l’effetto dell’ulteriore frammentazione delle competenze, e con la difficoltà di applicare
procedure di correzione e imputazione a dati prodotti all’esterno del Miur); d. l’unicità,
riconosciuta e condivisa, dell’autorità di indirizzo e di coordinamento delle strutture
interessate; e. uno sforzo di progettazione capace di coniugare le potenzialità rese
disponibili dall’introduzione di nuove tecnologie informatiche con competenze capaci
di trattare grandi quantità di dati coerenti con definite ipotesi conoscitive fornendo i
necessari strumenti interpretativi. Dove il problema della presenza di agenzie esterne, è
bene precisare, risalta soprattutto per la carenza di coordinamento, tanto più grave in
assenza di un chiaro disegno progettuale. Così è potuto avvenire, per esempio, che
18
l’ufficio di statistica del MIUR, non essendo consultato per la parte statistica relativa
alla gestione del Sistema informativo da parte della società esterna, non abbia alcun
controllo sull’operato della stessa, dunque nemmeno il pieno controllo di alcune fasi del
processo di rilevazione dei dati.
Il passaggio delle consegne avrebbe dovuto essere preceduto ed accompagnato,
insomma, oltre che dalla definizione credibile delle tappe da percorrere anno per anno,
da un adeguato programma di formazione del personale, da una razionalizzazione dei
contenuti informativi e da innovazioni nella tecnica di acquisizione dei dati. Non a caso
sono questi altrettanti punti qualificanti rinvenibili nella Convenzione siglata tra il
Murst e l’Istat nel 199421 sul terreno della formazione universitaria e che, si presume,
rappresentino altrettanti punti fermi nell’intesa che fra Istat e MPI sarà sicuramente stata
siglata anche sul fronte dell’istruzione di base e secondaria (ma che purtroppo non è
stato possibile rintracciare).
1.3. L’attività del gruppo di lavoro
Seguendo i compiti assegnatigli il gruppo di lavoro ha operato ricostruendo
analiticamente aspetti importanti delle statistiche del sistema scolastico ed universitario,
nell’intervallo temporale di riferimento; con l’ottica rivolta intanto all’accertamento
dell’esistenza o meno delle statistiche ritenute utili e necessarie e poi alla qualità della
produzione delle statistiche ed alla loro diffusione e disponibilità. Così la ricostruzione
ha riguardato l’analisi delle diverse fasi della rilevazione, l’esame dei modelli di
rilevazione utilizzati, l’approfondimento dei controlli di qualità, ma anche l’aspetto
sempre più cruciale connesso alla diffusione della documentazione statistica stessa.
Ovunque è stato possibile, un impegno particolare è stato posto con l’obiettivo di
sintetizzare in poche, chiare tabelle sinottiche i tratti fondamentali del processo
evolutivo sviluppatosi nell’intervallo considerato, evidenziando quelle che, a parere del
gruppo di lavoro, sono sembrate le modifiche, le migliorie, gli ampliamenti, le perdite di
informazioni intervenute. Al termine di ogni capitolo si è cercato inoltre di richiamare
l’attenzione su quelli che sono sembrati i più evidenti elementi di criticità e gli aspetti
più problematici.
21
Progetto per lo sviluppo di un sistema informativo della formazione e della ricerca scientifica
universitaria orientato alla valutazione, Allegato alla Convenzione tra Murst e Istat, Roma ottobre 1994.
19
Allo scopo di rendere pienamente autonoma la lettura di ciascun capitolo, evitando la
frammentazione del testo e continui rinvii ad altre parti del Rapporto, si è preferito
replicare per ogni ordine di scuola l’intero percorso seguito dal processo di produzione e
di diffusione delle statistiche, anche quando si trattava fondamentalmente di processi
identici.
Nonostante la collaborazione ottenuta dagli uffici coinvolti, quasi ovunque solleciti a
rispondere alle richieste, l’acquisizione della documentazione necessaria non sempre è
stata agevole, così come la consultabilità su internet di quella consentita solo con
particolari autorizzazioni che ha sofferto di lunghi tempi di attesa per l’autorizzazione
stessa. Tutto ciò ha costituito un ulteriore elemento di difficoltà ed ha comportato
assieme a qualche incompletezza, la dilatazione dei tempi previsti per l’ultimazione del
Rapporto. Di grande utilità sono risultati gli incontri realizzati a livello nazionale con
dirigenti e ricercatori dell’Istat e con dirigenti e responsabili degli uffici di statistica del
MIUR che hanno consentito approfondimenti diversamente irrealizzabili. Sul versante
delle statistiche degli organismi internazionali indicati dalla CGIS (Ocse ed Eurostat) e
della Francia, assieme alle preziose valutazioni di alcuni studiosi e di dirigenti di tali
organismi (incontrati appositamente a Bologna e in Lussemburgo), particolarmente
preziosa si è dimostrata l’accessibilità alla documentazione disponibile su Internet.
Con l’intento di procedere ad una più ampia ricognizione del processo di produzione
dei dati dal centro alla periferia e viceversa nel settore delle statistiche dell’istruzione
pre universitaria, tanto più necessaria alla luce del processo di autonomia scolastica, di
regionalizzazione e di decentramento, il programma del gruppo di lavoro aveva
sottolineato l’opportunità di incontrare, eventualmente in appositi focus group,
protagonisti e testimoni privilegiati (dirigenti ed operatori scolastici), utilizzatori finali e
policy maker della produzione, dell’elaborazione e della diffusione delle statistiche del
settore (assessori provinciali e regionali, associazioni imprenditoriali, ecc.). Ciò avrebbe
consentito inoltre di individuare specifiche problematiche derivanti dall’accorpamento
degli istituti scolastici, di mettere in luce particolari esigenze conoscitive al fine di una
migliore gestione della scuola, e l’eventuale necessità per le Regioni di una produzione
di dati differente o comunque più ampia di quella esistente. Difficoltà a procedere
speditamente lungo il programma inizialmente tracciato, tempi stretti e limitatezza dei
20
fondi necessari hanno obbligato a ridurre al minimo questa parte del programma di
lavoro.
Non sempre, purtroppo, gli sforzi prodotti sono stati pari ai risultati attesi, né forse
sarebbe stato possibile attendersi di più; ciononostante il quadro complessivo che
emerge dalla ricostruzione compiuta (pur con inevitabili lacune) si presenta ampiamente
esplorato e ricco di elementi e di spunti di riflessione.
A dieci anni dall’avvio dell’intero processo il quadro che ci si presenta è invece
profondamente diversificato; gli obiettivi ed i risultati programmati sono andati
progressivamente realizzandosi sul terreno dell’istruzione universitaria, mentre sul
fronte dell’istruzione primaria e secondaria l’intero arco di tempo è contrassegnato sì da
qualche segnale positivo (le nuove indagini Istat sull’inserimento professionale dei
diplomati e sulle spese delle famiglie per l’istruzione, per esempio) ma soprattutto
risulta contraddistinto da gravi difficoltà e ritardi che in qualche caso hanno perfino
fatto regredire la parte più tradizionale della produzione di dati sulle scuole (sugli
alunni, insegnanti, ecc.). Sarebbe stato di sicuro interesse e di grande aiuto potere
esaminare la convenzione verosimilmente sottoscritta fra Ministero ed Istat alla vigilia
del trasferimento al primo della produzione delle statistiche sulle scuole. Certo è che su
questo versante il processo di decentramento ha costituito per molti aspetti un tale
insuccesso da mettere in serio dubbio l’esistenza di un meditato piano di lavoro capace
di programmare obiettivi, modalità e tempi di realizzazione. Il trasferimento della
produzione delle statistiche dell’intero comparto istruzione di ogni ordine e grado,
infatti, sembra essere avvenuto senza gradualità, in modo repentino, senza valutarne
l’effettiva realizzabilità, in assenza di assistenza metodologica e tecnica da parte
dell’Istat nella fase del passaggio, e per di più “a costo zero”, cioè senza potenziare in
alcun modo l’ufficio di statistica del MIUR. La situazione, come si vedrà
dettagliatamente, ha alimentato per lunghi anni apprensioni profonde in tutti gli organi
responsabili e nei più attenti utilizzatori della documentazione (si vedano i Programmi
Statistici Nazionali, le Relazioni di accompagnamento, i pareri della Commissione di
Garanzia, le relazioni dei Presidenti della medesima alle Conferenze nazionali di
Statistica, ecc.), tanto più preoccupati “perché potrebbe essere indicativa di possibili
21
complicazioni nella complessiva strategia di coordinamento fra Istat e amministrazioni
centrali idonee a assicurare qualità e tempestività nel rilascio delle statistiche ufficiali”.
Esperienza del tutto differente risulta il processo di decentramento della produzione
delle statistiche sulle università dall’Istat al MIUR. Intanto perché è stato preceduto, fin
dal 1994, da una Convenzione fra i due organismi volta a sviluppare il sistema
informativo della formazione e della ricerca scientifica universitaria con precise finalità
di verifica dell’efficienza e dell’efficacia del sistema stesso. Una Convenzione ed un
Progetto che hanno coerentemente fissato obiettivi e contenuti, puntando alla lettura
integrata delle variabili cardine rappresentate dal contesto di riferimento (andamento
demografico della popolazione, tassi di attività e di disoccupazione, variazione del PIL,
status sociale degli studenti e dei docenti), dai costi e dalle risorse (spesa per
l’università in rapporto al PIL; quota di spesa per personale, attrezzature, ricerca;
incidenza del finanziamento pubblico, ecc.), dal processo formativo (insegnamenti per
docente, monte ore dedicate alla didattica, spazi didattici, distribuzione delle risorse fra
sedi e corsi di laurea, ecc.), dai risultati (percentuale di laureati rispetto alla classe di
età, numero esami e voti superati, consistenza degli abbandono, sbocchi occupazionali e
tassi di disoccupazione per indirizzo di studi, ecc.). La medesima Convenzione stabiliva
le tappe del piano di lavoro sottolineando inoltre come il passaggio delle consegne tra
l’Istat ed il Ministero “dovrà essere preceduto ed accompagnato, oltre che da un
adeguato programma di formazione per quanti presso il MURST svolgeranno il nuovo
compito, da una razionalizzazione dei contenuti informativi raccolti e da innovazioni
nella tecnica di acquisizione dei dati”.
I risultati non sono rimasti a livello di enunciazioni di principio. Certamente il
quadro di riferimento e l’insieme dei vincoli posti dal rapporto con le università (77
mentre si scrive) sono naturalmente infinitamente meno complessi e di gran lunga più
agevoli di quelli imposti dalla rete fittissima che delinea l’intero sistema scolastico
nazionale. Ma è giusto sottolineare come un programma ben strutturato, un positivo
coordinamento fra Istat e Miur ed atenei, ed un gruppo ben formato e competente di
addetti abbiano consentito un notevole miglioramento delle tradizionali statistiche
universitarie, adottando in breve tempo strumentazioni e tecniche di rilevazioni più
efficienti, riducendo complessivamente i tempi di produzione delle stesse e di diffusione
22
delle statistiche, garantendo agli organismi internazionali la necessaria documentazione
di base.
Non mancano tuttavia, come si vedrà, limiti da superare ed ulteriori obiettivi da
raggiungere. Ma sul fronte universitario si può ben dire che la documentazione oggi
disponibile è molto ampia ed ha potenzialità conoscitive ben superiori a quelle
normalmente utilizzate dagli organi di governo, centrali e periferici, delle università.
Oggi la situazione, così gravemente insoddisfacente sul versante delle statistiche
sulle scuole, pare avviata a soluzione. Nella recente riorganizzazione del MIUR (2004)
infatti, con l’istituzione della nuova Direzione generale studi e programmazione sui
sistemi dell’istruzione, dell’università, della ricerca e dell’alta formazione artistica
musicale e coreutica, sono state poste le premesse per il superamento dei nodi più
rilevanti: la mancanza di coordinamento fra i diversi interlocutori e la carenza nello
sviluppo della cultura dell’impostazione delle rilevazioni statistiche, della raccolta dei
dati statistici e della loro stessa utilizzazione. Una cultura sicuramente sofferente per la
soggezione delle funzioni statistiche alle attività informatiche prevalenti nella
precedente collocazione degli uffici statistici nella Direzione per l’automazione
informatica e l’innovazione tecnologica.
Le evidenze empiriche che hanno contrassegnato l’evolversi della situazione fino
all’estate-autunno 2003 sembrano così avere mutato decisamente di segno e promettere
il ritorno alla normalità. Nel PSN 2005-2007 si rileva infatti “la presenza di importanti
segnali di miglioramento” e la CGIS sul medesimo piano triennale, sottolinea con
evidente sollievo nel proprio parere “Il completamento del lungo percorso di
riorganizzazione del Miur, avvenuto solo nei primi mesi del 2004”. Le stesse
preoccupazioni più volte sottolineate circa il trasferimento di rilevazioni importanti
come quella sugli esiti degli esami di maturità presso strutture esterne al Sistan
(l’INValSI) sembrano in via di superamento. L’interesse dell’INValSI più agli aspetti
qualitativi della documentazione raccolta che non agli aspetti quantitativi era stato
all’origine di consistenti problemi nell’utilizzazione statistica di tali fondamentali
informazioni. Nell’ottica di una futura revisione delle modalità di acquisizione delle
informazioni sugli esami di stato la nuova Direzione generale studi e programmazione
ha già fatto un primo passo: a partire da luglio 2004, il MIUR ha iniziato la rilevazione
23
sugli esiti degli esami di stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria
superiore.
L’ottimismo per le modifiche intervenute non debbono fare dimenticare che i ritardi
accumulati in tanti anni nelle statistiche delle scuole non saranno facilmente né
completamente recuperabili, tantomeno nel breve volger di tempo.
1.4. Gli aspetti problematici
Problematiche di fondo, progettazioni, soluzioni avviate, lavori in corso, ecc.
risultano a differenti stati di avanzamento, ma le linee caratterizzanti lo scenario in cui
operano tutti i protagonisti europei risultano sostanzialmente comuni; ma in Italia, in
alcuni settori e per qualche aspetto, assumono una valenza del tutto particolare. Il ruolo
crescente che i processi formativi di ogni ordine e grado sono andati assumendo in
Europa ed in tutto il mondo sviluppato, particolarmente in questi ultimi anni, i crescenti
investimenti in istruzione, i profondi processi riformatori dei sistemi formativi,
l’ampliarsi dell’Europa a nuove realtà, il bisogno di realizzare il processo di
integrazione, sono tutti elementi che hanno disegnato nuovi scenari conoscitivi,
sollecitato nuovi e più ampi terreni d’indagine, reso più incalzante la domanda di
informazioni statistiche tempestive, affidabili e comparabili nello spazio e nel tempo ai
tradizionali centri nazionali deputati a svolgere queste funzioni, hanno favorito la
proliferazione di enti ed organismi, spesso finanziati con denaro pubblico, impegnati a
rispondere con sollecitudine alle nuove esigenze conoscitive.
Avere sottolineato come gran parte delle problematiche siano comuni non riduce né
stempera, ovviamente, la portata dei problemi che ci riguardano direttamente come
paese: consente semmai di analizzarli in un contesto più ampio, potendo disporre di
importanti punti di riferimento e di essenziali elementi di comparabilità, apprezzandone
così appieno la portata.
Nel nostro Paese, fino a pochissimo tempo fa, parlare di statistiche sull’istruzione
voleva dire fare riferimento essenzialmente alle statistiche degli studenti: quasi sempre
in ritardo, difficilmente trovabili e comunque poco diffuse, spesso inutilizzabili (o
indisponibili) per i confronti internazionali, ma certamente esistenti; ciò che non
avveniva per la documentazione statistica del personale (docente e non), delle strutture
edilizie, delle attrezzature, dei costi.
24
La sintesi degli aspetti problematici, sul terreno delle statistiche sulle scuole,
potrebbe ridursi in realtà alla sottolineatura, più volte richiamata, della carenza
progettuale, dell’assenza di coordinamento e di organizzazione delle attività statistiche
fra Ministero interessato (al livello centrale e nelle sue articolazioni periferiche) ed Istat,
unitamente alla penuria di risorse umane con competenze statistiche.
Soprattutto dal vuoto di progettazione complessiva, traggono origine i principali,
numerosi insuccessi che hanno caratterizzato l’intero processo di decentramento
mettendo in seria discussione la stessa continuità delle precedenti statistiche
sull’istruzione. Le forzature e la frettolosità che sembrano avere accompagnato il
passaggio delle consegne fra Istat e Ministero competente (meno competente di quanto
sarebbe stato necessario, bisogna dire, vista la carenza di personale preparato destinato a
questo compito) hanno infatti finito per surrogare l’assenza di coordinamento con la
proliferazione dei centri decisionali, ritardando scelte non rinviabili, frammentando anche fra soggetti esterni ai protagonisti primari- indispensabili processi di
accertamento della qualità delle rilevazioni compiute e della documentazione statistica
prodotta. La difficoltà di improntare l’intero procedimento di rilevazione e di
produzione della documentazione statistica nel settore ad una condivisa razionalità
statistica ha finito per rendere cieco lo stesso indispensabile processo di
informatizzazione, alimentando dubbi ed incertezze circa il grado di copertura, la
qualità, la validazione dei dati inseriti nel sistema informatico.
Ciò non toglie che il processo di informatizzazione della rilevazione dei dati procede
positivamente consentendo, attraverso il collegamento informatico diretto con ogni
scuola, di contenere il precedente interminabile percorso burocratico. Un rallentamento
che si registrava anche a causa dell’iter seguito dai modelli di rilevazione attraverso i
Provveditorati agli studi – organi intermedi di rilevazione –caratterizzati da livelli di
efficienza molto differenziati fra loro. Da sottolineare come il processo di
informatizzazione non sia esteso alle scuole non statali per le quali non risultano
obblighi formali in tal senso, con il risultato che, anche nel caso delle rilevazioni
“integrative”, le statistiche sulle scuole non statali hanno una tempestività ritardata
rispetto a quelle relativa alle scuole statali.
25
I limiti e le carenze prodotti in questo settore non potevano che seguire
coerentemente. Dall’interruzione delle serie storiche alla produzione di documentazione
saltuaria e incompleta; dalla mancanza di sistematicità nella diffusione della
documentazione raccolta con le rilevazioni integrative alla mancata copertura per le
scuole non statali (la cui documentazione è diffusa solo per l’anno 2001-2002); dalla
difficoltà nella disponibilità ed accessibilità della documentazione sul processo di
produzione dei dati da parte del Miur alla complessità per l’accesso ai dati elementari.
Di tali difficoltà ovviamente ha finito per risentirne anche la presenza e l’attendibilità
del nostro Paese nelle pubblicazioni dei principali organismi internazionali, rendendo
difficoltosi, quando non addirittura impossibili, anche elementari aspetti di
comparabilità.
Si è già ricordato come un programma ben strutturato, un positivo coordinamento fra
Istat e Miur ed atenei, ed un gruppo ben formato e competente di addetti abbiano
consentito un notevole miglioramento delle tradizionali statistiche universitarie,
adottando in breve tempo strumentazioni e tecniche di rilevazioni più efficienti,
riducendo complessivamente i tempi di produzione delle stesse e di diffusione delle
statistiche, garantendo agli organismi internazionali la necessaria documentazione di
base.
Un quadro contrassegnato da aspetti sostanzialmente positivi dove non mancano,
tuttavia, margini di ulteriore miglioramento. Un contesto dove una delle preoccupazioni
maggiori per chi progetta con cura le attività di rilevazione statistica è dovuta ai
complessi mutamenti imposti dalla riforma universitaria ed alle incognite di ulteriori
profonde modifiche in corso d’opera; con tutte le difficoltà che è possibile immaginare,
con il rischio di alimentare la tentazione di arrestare il tutto in attesa di capire cosa fare,
e con la sola certezza di rendere improbabile qualsiasi seria operazione di verifica.
Delle variabili da tenere sotto osservazione evidenziate nel progettato sistema
informativo previsto nella Convenzione tra Murst ed Istat del 1994, diverse hanno
trovato una risposta adeguata, per esempio quelle che riguardano l’articolazione per
qualifica del personale non docente, altre non ancora, come la documentazione
sull’edilizia e sugli spazi didattici. Delle risorse finanziarie impegnate si trova puntuale
26
riferimento nella documentazione internazionale rilevata con l’indagine UOE22 e più
irregolarmente e/o su richiesta anche a livello nazionale. Anche sul terreno dei risultati
rimangono ancora parzialmente insoddisfatte le domande riguardanti le votazioni
riportate, i tempi e le modalità degli abbandoni (dunque la loro reale consistenza) ed
ancora quelle sugli sbocchi professionali degli studenti che hanno interrotto gli studi;
quelle sui brevetti, sulle pubblicazioni, ecc.
Lo stesso accertamento della consistenza della popolazione universitaria ha posto
fino a qualche anno fa rilevanti problemi dovuti alla scelta della data di riferimento per
misurarla. Questo era tanto più vero per il collettivo degli immatricolati al primo anno,
la cui consistenza subisce sistematiche variazioni particolarmente sensibili nei primi
dodici mesi. Fino al 1995-96 compreso, la questione dipendeva dalla differenza
esistente fra iscritti al 31 gennaio (data di riferimento per la rilevazione “definitiva” Istat
sulla popolazione universitaria) ed iscritti effettivamente accertati successivamente al
termine ultimo stabilito per il pagamento della seconda rata delle tasse universitarie.
Una popolazione di immatricolati che alla seconda delle due rilevazioni risultava
sistematicamente e significativamente di più ridotta consistenza per effetto della
mancata conferma dell’iscrizione da parte di coloro che non avevano pagato la seconda
delle rate previste. Una popolazione che specifici studi avevano verificato (fin dal 1994)
essere non solo numericamente più ridotta ma anche strutturalmente diversa per età,
genere, diploma secondario di provenienza, voto di maturità, estrazione sociale23.
Ancora, una popolazione che a quella data non poteva nemmeno includere appieno la
sua componente estera a causa delle complesse pratiche burocratiche necessarie per il
perfezionamento della loro iscrizione.
22
Unesco, Ocde, Eurostat (cfr più avanti).
Sull’argomento e sulle distorsioni causate dalla sistematica inclusione fra gli iscritti ufficiali anche di
coloro che si sono limitati a pagare solo la prima delle due rate di tasse previste (iscritti fantasma), tanto
più frequenti fino a quando la prima rata è stata di modesta consistenza, si veda: A. Cammelli, Tendenze
dell'istruzione universitaria, in Regione Emilia Romagna-Osservatorio del Mercato del Lavoro, Rapporto
1993, Bologna 1994; (idem) Rapporto 1995 Bologna 1996; Cammelli A. di Francia A., Studenti,
università, professioni: 1861-1993, in Storia d'Italia, Annali 10, I Professionisti (a cura di M. Malatesta),
Einaudi, Torino 1996. “Gli approfondimenti compiuti hanno evidenziato in modo inequivocabile,…,
come l’area degli iscritti fantasma veda sovrarappresentati i diplomati provenienti dall’ampio ventaglio di
istituti tecnici e professionali. Di più: fra questi ultimi, diversamente da quanto avviene per i liceali fra i
quali le iscrizioni fantasma crescono al diminuire del voto di maturità, l’iscrizione fantasma aumenta in
corrispondenza delle votazioni più elevate. … il sovradimensionamento degli immatricolati con diploma
di maturità tecnica e professionale, particolarmente di quelli con le votazioni più alte che evidentemente
sono i primi a trovare collocazione sul mercato del lavoro, finisca per drammatizzare la loro performance
universitaria e per alimentare diffusi stereotipi”. Cfr. A. Cammelli, Contare gli studenti, in Annali di
Storia dell’Università italiana, Bologna, 2000.
23
27
Lo spostamento da parte dell’Istat della data di riferimento per la rilevazione
“definitiva” dell’ammontare della popolazione al 31 luglio (avvenuta con la rilevazione
per l’anno accademico 1996/97), e successivamente (dalla rilevazione per l’anno
1997/98) l’adozione di una nuova definizione di “iscritto” (che è tale solo una volta
pagata anche la seconda rata dovuta), nella misura in cui sia stata effettivamente
recepita dalle università ha avviato a soluzione i problemi summenzionati accertando
più correttamente la reale consistenza della popolazione universitaria24, degli abbandoni,
della riuscita finale. Ma, ovviamente, non ha potuto eliminare il rischio di una doppia
contabilità nel sistema universitario: quella ufficiale (di fonte MIUR), corretta,
disponibile però soltanto nell’anno accademico successivo a quello di riferimento, e la
contabilità interna ad ogni singola università, disponibile in tempo reale ma tale da
sovradimensionare la popolazione immatricolata e gli abbandoni del primo anno,
deprimendo la riuscita finale. E’ del tutto evidente che un’analisi per coorti, pure
auspicabile, che si sviluppasse a partire dalla contabilità interna dei singoli atenei
risulterebbe ingannevole.
Il problema risulta tutt’altro che marginale; tanto che il CNVSU, per parametrare gli
interventi in funzione della popolazione universitaria dei singoli atenei, tralascia quella
iscritta al primo anno.
Si è accennato ai problemi posti dalla presenza degli studenti stranieri in Italia. Una
componente importante ed un tema, quello della mobilità internazionale per motivi di
studio, che va assumendo una rilevanza crescente parallelamente al procedere
dell’integrazione europea ed al ruolo centrale rivestito in tale processo dalla conoscenza
24
Avverte l’Istat nel volume Statistiche dell’istruzione universitaria. Anno accademico 1997-98, Roma,
2000: “Dallo scorso a.a. la rilevazione… è stata posticipata di sei mesi, da gennaio a luglio. Lo
spostamento…consente di cogliere più correttamente il volume degli studenti , considerato il ritardo con
cui vengono perfezionate le iscrizioni in particolare da parte degli immatricolati e dei fuori corso. Per
effetto della nuova data…gli immatricolati hanno subito un decremento…”; segnala poco più avanti la
stessa avvertenza che “Per raffinare ulteriormente la rilevazione…nell’indagine qui pubblicata, si è
adottata una nuova definizione di iscritto: alle segreterie è stato…richiesto di conteggiare come iscritti
esclusivamente gli studenti che, alla data della rilevazione (31 luglio), risultavano avere pagato l’ultima
rata di iscrizione. …Il criterio restrittivo introdotto…ha determinato un decremento del numero di
iscritti”.
Per quanto riguarda gli immatricolati al primo anno, le differenze accertate dal confronto fra la
rilevazione al 31 gennaio e quella al 31 luglio, escludendo i due primi anni per i quali l’Istat stessa non
garantisce che tutte le università siano state in grado di adottare la nuova definizione, risultano comprese
fra il 10 e 4,7 per cento, rispettivamente per gli a.a. 1998-99 e 2002-2003. Permane il dubbio che anche
oggi l’adozione di questa nuova definizione di immatricolato sia possibile per tutti gli atenei, in ogni caso
si consideri che i valori medi complessivi per ateneo su ricordati sono la sintesi di consistenti
differenziazioni per tipologia del corso (lauree, diplomi universitari), facoltà, ateneo.
28
intesa come primaria risorsa. Questi temi sono rimasti, invece, a lungo estranei al
dibattito sul ruolo dell’università per lo sviluppo della società al punto che il nostro
paese, per lungo tempo, non è stato in grado nemmeno di apprezzarne la reale
consistenza.
E’ vero che sulla stessa definizione di studente straniero vi è stata, e permane, una
pluralità di orientamenti ed un’ampia discrezionalità dei governi circa la
documentazione statistica fornita. L’ambiguità, persistente in molti paesi, tra
cittadinanza come elemento ereditario (jus sanguinis) e cittadinanza acquisita come
conseguenza dell’integrazione in una comunità nazionale (jus loci), ha da sempre reso
problematica la comparabilità statistica della mobilità studentesca a livello
internazionale25. Paradigmatico è il caso della Germania dove ancora nel 2003 l’OCSE
rilevava che circa un terzo dei numerosi studenti stranieri in questo paese erano in realtà
residenti o nati in terra tedesca26. Ma la disomogeneità della documentazione era il frutto
anche di improvvise variazioni nella definizione dei collettivi rilevati, sempre
nell’ambito degli iscritti esteri. Fino al 1990, ad esempio, la Gran Bretagna conteggiò
solo gli studenti a tempo pieno, salvo includere (dall’anno 1993) nel conteggio gli
studenti part-time dilatando così sensibilmente il collettivo degli studenti esteri rilevato
ben oltre la crescita reale27.
Oggi sulla risorsa strategica “studenti stranieri”, che è andata ulteriormente
articolandosi grazie al potenziamento dei programmi comunitari Erasmus-Socrates,
l’attenzione si è fatta più consistente . A segnalare la persistenza di ritardi e carenze
resta, per gli iscritti esteri, la mancata disponibilità di gran parte della documentazione
di base necessaria per valutare la riuscita negli studi; la stessa documentazione da tempo
disponibile, invece, per il complesso della popolazione universitaria. Per gli iscritti si
tratta dell’anno di prima immatricolazione all’università, delle posizioni fuori corso e
ripetenti, della distribuzione per età28, delle annualità superate e dei crediti acquisiti; per
i laureati dell’anno di prima immatricolazione, della mobilità intersedi, del voto di
laurea, della posizione fuori corso, della distribuzione per età. Per quanto riguarda gli
25
Cfr. Cammelli A, 1990, pp. 25-29; Cammelli A, 2003, p.129.
Cfr. OECD, 2003a, p. 274.
27
Cfr. UNESCO, 1997, p. 3-381.
28
Che viene rilevata sia per gli iscritti che per i laureati ma non è resa disponibile.
26
29
studenti che svolgono programmi comunitari (Erasmus/Socrates) bisogna dire che
rappresentano un pianeta largamente inesplorato29.
Anche la mobilità interna per motivi di studio pone delicati problemi; tanto più
rilevanti in funzione della sua consistenza e della sua direzione (nell’ambito dello stesso
ateneo o verso e da altri atenei). La difficoltà a conoscere compiutamente i flussi in
entrata e in uscita altera le performance dei diversi atenei deprimendo la riuscita finale
di quelli interessati da flussi in uscita e enfatizzando/sovradimensionando quelli
interessati dai flussi opposti30. Sotto questo profilo nemmeno il riferimento alla figura
del laureato stabile (quello cioè che ha svolto per intero il proprio curriculum studiorum
nella stessa facoltà e nello stesso ateneo-sede) risolve completamente il nodo; continua
infatti a penalizzare le realtà con mobilità in uscita.
Traguardando i risultati ottenuti attraverso i parametri usualmente utilizzati per
valutare la qualità delle informazioni statistiche, sul versante dell’università sembrano
possibili alcune, ulteriori, sintetiche valutazioni. Resta complessa, alla luce della
documentazione attualmente disponibile, l’analisi per coorti e quindi lo studio accurato
della regolarità e della dispersione31. Le migliori performance del sistema universitario,
per esempio, in che misura sono tributarie del diverso calcolo degli immatricolati?
L’indisponibilità dei modelli di tutte le rilevazioni compiute e della approfondita
documentazione delle varie fasi dell’indagine rappresentano, inoltre, elementi di forte
limitazione all’aspetto chiarezza. Così come ha rappresentato un sicuro handicap il
ritardo che per diverso tempo ha contraddistinto la pubblicazione dei tradizionali
volumi32. La stessa presentazione, davvero sempre più tempestiva, della pur ricca
documentazione attraverso il sito web dovrebbe essere migliorata e resa più user
friendly. Per l’utente non completamente attrezzato risulta non sempre agevole
comprendere il percorso da compiere per individuare la documentazione cercata.
L’aggiornamento continuo delle statistiche pubblicate rappresenta un sicuro salto di
29
Non sono frequenti gli studi che mettono a confronto le performance degli studenti Erasmus e di quelli
privi della medesima esperienza. Cfr. A. Cammelli, I laureati Erasmus/Socrates: anno 1999. Origine
sociale; curriculum studiorum; condizione occupazionale, in Ministero dell’Università e della Ricerca
Scientifica e Tecnologica, Osservatorio Statistico dell’Università di Bologna, Ottobre 2000.
30
Per un approfondimento, circoscritto alla popolazione studentesca straniera, si veda: A. Cammelli, I
laureati stranieri a Bologna fra il 1945 e il 1988, in Provincia di Bologna, Osservatorio. Congiuntura,
Economia, Informazioni, n. 1, 1989.
31
Che non può essere soddisfatta da quanto pubblicato dal Miur in tema di abbandono universitario
(http://www.miur.it/scripts/IU/IU_abbandono.htm).
32
L’ultimo volume dell’Istat sulle statistiche dell’istruzione universitaria, relativo all’a.a. 1997-98, riporta
la data di stampa del novembre 2000.
30
qualità che andrebbe valorizzato con una maggiore evidenziazione delle date degli
aggiornamenti
apportati,
aspetto
tanto
più
cruciale
nella
pubblicazione
di
documentazione statistica.
La produzione statistica sull’istruzione da parte degli organismi internazionali, con i
suoi pregi e con i suoi limiti, viene ampiamente trattata in uno specifico capitolo di
questo Rapporto. Ci si limiterà in questa sede ad alcune considerazioni più generali.
Non c’è dubbio che l’OCSE esercita oggi nello scenario mondiale un ruolo
preponderante nell’ambito della produzione statistica internazionale e non solo.
L’assetto politico di questa istituzione, principale think tank al servizio delle relazioni
internazionali tra paesi sviluppati e da essi fortemente promosso ed economicamente
sostenuto, unito alle difficoltà delle Nazioni Unite come luogo del confronto tra gli Stati
ed interlocutore di primo piano, si riflette efficacemente anche nel più ristretto ambito
della produzione statistica internazionale nel settore dell’istruzione.
L’influenza dell’OCSE risulta tale da svolgere un ruolo di guida nel dibattito
sull’istruzione dettandone molto spesso i tempi ed i contenuti.
Temi come, il passaggio dell’istruzione da attività gestita esclusivamente (o quasi)
dallo Stato a fenomeno integrato a livello globale ed in regime concorrenziale, l’offerta
di sempre nuovi servizi da parte degli istituti di formazione anche oltre i propri compiti
istituzionali, il lifelong learning, la verifica della qualità dell’istruzione, il management
ed il marketing accademico, ecc. sono certamente istanze economiche e politiche reali
che dovutamente amplificate dalla ampia attività pubblicistica dell’OCSE vengono
diffuse capillarmente presso gli organi di governo dell’istruzione, gli analisti ed i
responsabili didattici, esercitando un’influenza sulla programmazione dell’istruzione.
Che tale attività di indirizzo venga svolta da un organismo come l’OCSE piuttosto
che da un’agenzia dell’ONU, soggetta al controllo dei governi del mondo ovviamente
non è un fatto privo di significato.
La qualità dell’informazione statistica è certamente migliorata rispetto al passato. La
riforma delle procedure di rilevazione sfociate nella costituzione dell’UIS-UNESCO33,
nel maggiore coinvolgimento dell’OCSE e nella collaborazione tra queste due
33
Si tratta dell’Unesco Institute for Statistics, con sede a Montreal, istituito nel 1999 in seno all’Unesco.
31
organizzazioni e l’EUROSTAT34 ha reso possibile nel corso del tempo un’apposita
rilevazione UOE35 e la produzione di una documentazione, che seppure ancora limitata a
62 paesi, è sicuramente più significativa della precedente produzione UNESCO.
Come si vedrà meglio la diffusione della documentazione è svolta in maniera
indipendente dai tre istituti. La documentazione OCSE risulta preponderante e le collane
Education at a Glance e Education Policy Analysis sono certamente gli strumenti a più
larga diffusione, dove la presentazione dei dati è supportata da ampi commenti e
spiegazioni.
Negli ultimi anni la gamma degli indicatori sull’istruzione si è ulteriormente
arricchito grazie al Program for International Student Assessment (PISA) che con
apposite indagini triennali iniziate nel 2000, si è proposto di accertare le capacità e le
conoscenze dei 15enni dei principali paesi industrializzati, monitorando così anche
l’efficacia dei sistemi scolastici dei rispettivi paesi. Confortante il fatto che l’Italia
rientri nel novero degli 11 paesi (sui 32 partecipanti) che sono stati “capaci di garantire
sotto tutti gli aspetti gli standard internazionali della ricerca36”.
Il PISA ha consentito una documentazione originale la cui produzione è stata
promossa a livello internazionale e messa in atto con il benestare dei Governi nazionali
da gruppi di lavoro indipendenti nei diversi paesi. Sono stati fatti rilevare tuttavia alcuni
fattori di criticità: a) il rischio di omologazione culturale delle indagini nazionali
secondo standard anglosassoni; b) la necessità che la conduzione dell'indagine sia
seguita da chi ha la competenza scientifica per farlo.
Se la diffusione della documentazione tramite pubblicazioni e rapporti sembra essere
sufficientemente ampia e strutturata (almeno quella prodotta dall’OCSE), un
ragionamento a parte merita la disponibilità della documentazione on line tramite
l’accesso diretto alla consultazione delle banche dati. Gli strumenti messi a disposizione
34
L’organizzazione interna di EUROSTAT ha vissuto nei primi mesi del 2004 un imponente
avvicendamento di personale il quale sembra essere il più visibile effetto delle pesanti polemiche in cui
quest’istituzione è rimasta coinvolta negli ultimi mesi.
Occorre però ricordare che la mobilità dei funzionari all’interno dei diversi servizi della Commissione è
frequente e spesso connessa all’avanzamento delle carriere personali. L’elevato turn-over del personale ha
l’effetto di compromettere spesso la “memoria storica” all’interno dei singoli settori.
35
Si tratta della rilevazione annuale congiunta Unesco, Ocse, Eurostat con la quale, dal 1993 viene
effettuato il monitoraggio in chiave comparativa delle performance dei sistemi d’istruzione dei paesi
coinvolti.
36
Cfr. E. Nardi, Introduzione al Rapporto PISA 2000 per l’Italia, (senza anno di pubblicazione), p. 31.
32
dell’OCSE per la consultazione dei dati UOE e PISA consentono sì una grande
autonomia nell’estrazione e consultazione dei dati, ma non sono di facile utilizzazione.
Da sottolineare, per concludere, come anche nell’attività degli organismi
internazionali l’analisi della mobilità internazionale per motivi di studio sia in diversa
misura sofferente per almeno due aspetti già ricordati: la non univocità nella definizione
di
“studente
straniero”
nei
diversi
paesi
europei,
che
si
traduce
nel
sovradimensionamento di quella componente, e la carenza di documentazione adeguata
per operare articolate ed attendibili analisi comparative riguardanti le caratteristiche e le
performance degli studenti Erasmus/Socrates rispetto ai loro colleghi che non
presentano questo tipo di esperienza nel loro bagaglio formativo37.
L’analisi dello stato e dell’evoluzione delle statistiche dell’istruzione nella vicina
Francia, seppure compiuta in modo meno dettagliato, mostra interessanti aspetti che
meritano di essere segnalati e che vanno seguiti con attenzione.
Occorre premettere che in questo settore l’organizzazione complessiva del sistema
statistico francese sembra rispecchiare fedelmente l’impostazione centralistica dello
Stato transalpino. I dati fluiscono dagli istituti d’istruzione al Ministero secondo uno
schema di tipo bottom-up e tramite procedure in via di informatizzazione. Al Ministero
dell’Istruzione spetta il compito di aggregare la documentazione in base al tipo di
utilizzazione, sia essa di carattere amministrativo (previsioni sui flussi di studenti ai
diversi livelli di istruzione), finanziario (stanziamento delle risorse pubbliche) o
informativo (diffusione della documentazione attraverso le numerose pubblicazioni
generalmente di buona qualità). La diffusione della documentazione, invece, è di tipo
top-down. Un sistema così strutturato ha l’indubbio vantaggio di garantire l’uniformità
della documentazione, la completezza su tutto il territorio nazionale, la comparabilità
nel tempo e nello spazio, ma presta il fianco alle critiche di chi, ricercatori e studiosi
universitari, lamenta la difficile concertazione tra produttori ed utilizzatori di statistiche
pubbliche.
37
Commissione delle Comunità europee, Indagine sulla situazione socio–economica degli studenti
Erasmus – Relazione della Commissione, Bruxelles, 18/1/2000.
Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, L’esperienza della mobilità
internazionale: gli studenti Erasmus italiani, a cura di G. Finocchietti, Fondazione Rui, febbraio 2001.
33
La questione è tanto più rilevante avendo a mente che anche la Francia è interessata
in questi anni da un profondo e complesso processo di riforme degli studi superiori
avviato al fine di armonizzare il sistema francese, uno dei più diversificati d’Europa,
alle linee di sviluppo del processo di Bologna. E che in questa fase di transizione (il
processo di riforma dell’ordinamento degli studi è stato avviato nel 2002 e dovrebbe
entrare a regime sull’intero territorio nazionale a partire dall’anno accademico 20050638) è avvertito più diffusamente l’interesse a sistematiche e tempestive forme di
monitoraggio e di valutazione dei cambiamenti in atto.
In Francia l’informatizzazione risulta indubbiamente ad uno stadio assai avanzato ed
ancora di più lo sarà nel prossimo futuro. Regolamentata nell’ordinamento francese fin
dal 1985, la raccolta informatizzata dei dati nominativi nel settore dell’istruzione sta
concludendo la fase di passaggio dalla metodologia di rilevazione statistica classica per
mezzo di moduli cartacei, capace di raccogliere informazioni solo in forma aggregata, ai
sistemi di rilevazione informatizzati in grado di immagazzinare informazioni individuali
ed ampliare le opportunità di analisi anche ad un grado elevato di disaggregazione.
L’informatizzazione, che risulta ormai completata per i livelli secondario e terziario,
una volta estesa anche alla scuola primaria potenzierà sensibilmente l’intero sistema di
rilevazione statistica francese, e favorirà il disegno del Ministero competente volto a
creare un sistema integrato di banche dati per livello d’istruzione attraverso
l’attribuzione a ciascuno studente di un codice identificativo nazionale. E’ evidente che
ci si propone così di realizzare livelli di conoscenza sistematica più approfonditi e
tempestivi anche attraverso specifiche analisi longitudinali, mentre il collegamento tra
le banche dati permetterà un’analisi dettagliata dei percorsi di studio. Analisi, bisogna
ricordare, che in Francia, attraverso specifiche indagini campionarie avviate fin dalla
coorte degli iscritti al primo anno della scuola secondaria nel 1973 e che proseguono
tuttora coinvolgendo gli iscritti nel 1995, vantano una tradizione affermata e restano una
delle migliori esperienze nello studio dei percorsi scolastici (e non solo) ad iniziare dal
primo anno della secondaria. Sotto questo profilo l’esperienza francese può costituire un
utile punto di riferimento per il nostro Paese.
38
Cfr. “Rapporto Paese” presentato dal Governo Francese alla Consiglio Europeo dei Ministri
dell’Istruzione, Berlino 18-19 settembre 2003.
34
Il Programma a medio termine 2004-2008 redatto dal Conseil National de
l’Information Statistique (CNIS)39 pone precisi obiettivi per la realizzazione del sistema
integrato di cui prevede il funzionamento a pieno regime al termine del periodo
considerato: a) attribuzione da parte del Ministero di un codice identificativo nazionale
(INE) ad ogni studente che fa il proprio ingresso nel sistema d’istruzione francese; b)
istituzione presso il Ministero di un sistema centralizzato d’identificazione che consenta
di fornire all’amministrazione scolastica il codice identificativo dello studente
proveniente da un diverso livello d’istruzione; c) conservazione per un periodo di tempo
limitato, presso le singole strutture d’istruzione, delle informazioni associate al codice
identificativo; d) le analisi statistiche e, in particolare, quelle relative ai percorsi
formativi saranno garantite dalla trasmissione dei dati alla Direction de l'Ėvaluation et
de la Prospective (DEP) del Ministère de l’Education Nationale de l'Enseignement
Supérieur et de la Recherche. Il numero identificativo verrà criptato per impedire di
risalire ad informazioni sensibili attraverso l’utilizzo di variabili di ricerca quali nome,
cognome, data di nascita, ecc. I dati così immagazzinati saranno conservati a livello
centrale (DEP) per lunghi periodi e potranno essere resi disponibili ad operatori e
ricercatori.
Nello stesso Programma a medio termine 2004-2008 viene espressa la volontà, entro
il 2008, di selezionare un nuovo panel fra gli studenti della scuola secondaria al fine di
esaminarne l’evoluzione in un contesto caratterizzato da profondi cambiamenti e di
sistematizzare (ed ampliare) la raccolta delle informazioni sulla famiglia di origine.
E’ evidente che un sistema siffatto, una volta a regime, consentirà fra l’altro di
limitare il numero delle informazioni richieste nelle rilevazioni successive a quella
effettuata al momento del primo ingresso dello studente nel sistema di istruzione,
disponendo già per ciascuno di esso dei dati raccolti in precedenza.
Di grande interesse anche le indagini volte a valutare l’apprendimento e le
competenze degli studenti delle scuole primarie e secondarie condotte a partire dal 1989
attraverso Ėvaluations Diagnostiques e dal 2003, con una metodologia analoga a quella
della rilevazione precedente ma su campioni numericamente più consistenti, attraverso
Ėvaluation-bilan. Questa indagine consente di valutare il livello d’apprendimento degli
39
CNIS (2003), Programme Statistique à moyen terme 2004-2008, Parigi, 29 settembre 2003.
(Documento interno).
35
studenti in momenti decisivi del loro percorso scolastico e di individuare i fattori sui
quali è necessario intervenire per migliorare il successo scolastico.
Dunque la Francia conduce queste indagini mentre prosegue su questo stesso terreno
la sua adesione a programmi internazionali quali PISA dell’OCSE.
Il sistema integrato di indagini sulla transizione scuola e università/lavoro messo a
punto dall’Istat, sulla base dell’esperienza acquisita in precedenza con i laureati, verso
la fine degli anni ’90, consente di avere ora a disposizione un quadro confrontabile ed
articolato su uno dei temi più delicati e più caldi negli anni più recenti. E
sorprendentemente ignorato, bisogna aggiungere, fino al termine degli anni 8040, e poi
analizzato, nelle prime esperienze, con modalità, ritmi, tempi di presentazione dei
risultati di grande interesse per gli scienziati storico-sociali, ma meno utilizzabili per i
decisori dentro e fuori dalle università e per gli addetti alla delicata funzione
dell’orientamento. Un quadro, quello sinteticamente tratteggiato, sintomatico del tiepido
interesse per la risorsa conoscenza di parte della società; se non altro per verificare la
corrispondenza tra formazione impartita e formazione utilizzata, per accertare la
conformità fra competenze disponibili ed esigenze della società, fra costi e ricavi per la
collettività.
Occorre aggiungere subito che oggi, assieme alla disponibilità di un quadro
confrontabile ed articolato, si registrano significativi miglioramenti anche nei tempi di
diffusione dei risultati, facilitati anche dall’avvento di Internet e dalla disponibilità sul
sito dell’Istat dei volumi completi delle indagini, ancor prima che questi vengano
perfezionati per la stampa (sui volumi cartacei, recentemente, viene doverosamente
riportata anche la data di pubblicazione41). Miglioramenti stimolati anche dal crescente
numero di iniziative -interne ed internazionali- sul medesimo terreno.
Rimangono, tuttavia, alcuni aspetti problematici.
40
La prima indagine sugli sbocchi professionali dei laureati viene svolta dall’Istat, nel 1989 sulla coorte
dei laureati dell’anno 1986. (Istat 1990).
41
Il massimo di chiarezza è tanto più necessario quando la divulgazione attiene documentazioni riferite a
fenomeni datati nel tempo e la cui acquisizione ha riguardato intervalli temporali più o meno ampi,
soprattutto nei confronti di particolari categorie di utilizzatori (gli addetti alla funzione dell’orientamento
in ingresso ed in uscita dall’università, per esempio). La pubblicazione dei dati di alcune indagini sulla
condizione occupazionale dei laureati negli anni ’90, per esempio, è avvenuta -come per tante riviste
scientifiche regolarmente in ritardo- in data formalmente anticipata rispetto a quella reale. Determinando
così inevitabile confusione tra documentazione statistica tempestiva e documentazione statistica fresca di
stampa.
36
Per alcuni la soluzione può essere trovata prevedendo un’integrazione alla
documentazione fino ad ora pubblicata. Ampiamente migliorabile, per esempio,
l’apparato metodologico esplicativo dei risultati presentati, così come la completezza
delle informazioni relative a modalità e tempi necessari per la predisposizione degli
elenchi dei laureati, periodo di svolgimento della rilevazione, controlli di qualità dei
risultati, tassi di risposta (per genere, ateneo, gruppi di corsi, residenza del laureato,
ecc.).
Per altri sembra necessario, in prospettiva, assieme ad un’analisi puntuale un
ripensamento dello schema di indagine fino ad ora adottato.
L’ampiezza
dell’intervallo
di
tempo
intercorso
fra
conseguimento
della
laurea/diploma universitario ed intervista telefonica (o compilazione del questionario)
impone un’attenta valutazione essendo evidente che l’occupabilità è funzione del tempo
trascorso. Le indagini Istat confermano questa relazione e consentono di apprezzarne la
consistenza (come si vedrà meglio il differenziale del tasso di attività cresce dai 6 ai 25
punti percentuali dilatando l’intervallo dell’intervista dai 25-27 mesi ai 40-41 mesi dopo
la laurea, che sono i tempi concreti di risposta registrati dalla prima indagine Istat).
Rebus sic stantibus la valutazione puntuale dei risultati dell’indagine non può
prescindere dalla disponibilità della documentazione appropriata, cioè della
distribuzione degli intervistati secondo il tempo trascorso fra conseguimento del titolo
ed intervista, affiancata dai relativi dati occupazionali; della stessa documentazione, per
intenderci, fornita in occasione della prima indagine (1989), ma non nelle successive.
L’analisi della transizione fra scuola/università ed il mondo del lavoro rappresenta
sicuramente il primo obiettivo da garantire, con continuità e tempestività: iniziando, pur
con tutte le cautele interpretative evidenti e ormai note, anche ad un solo anno dalla
conclusione degli studi42. Ma è convinzione sempre più diffusa ed obiettivo largamente
auspicato, non solo in Italia, che l’osservazione debba estendersi, anche al percorso di
vita professionale del laureato, almeno per tutti i primi anni post laurea, meglio se
adottando le metodologie proprie dell’analisi longitudinale. Su questo stesso terreno,
con questa metodologia, l’Istat aveva avviato un’interessante sperimentazione nel 1991
42
D’altronde richieste dalle recenti disposizioni del MIUR in merito alla valutazione dei risultati di
processo che rendono indispensabile la realizzazione del monitoraggio sull’efficacia esterna delle lauree
triennali e di quelle specialistiche a ciclo unico ad un anno dal conseguimento del titolo.
37
intervistando i laureati del 1986 (quelli stessi già intervistati nel 198943); una
sperimentazione che non è più stata rinnovata e che meriterebbe di essere riproposta44.
Il richiamo a quella esperienza, e all’intervista replicata a cinque anni
dall’acquisizione del titolo di studio, sollecita un’ulteriore riflessione circa l’intervallo
di tempo (fra acquisizione del titolo ed effettuazione dell’intervista) più idoneo a
rispondere alle molteplici domande che vengono poste agli studi sull’occupabilità.
L’interesse all’estensione dell'indagine a 5 anni dalla laurea, andando oltre la soglia del
triennio successivo all’acquisizione del titolo, trova conferma anche in recenti
rilevazioni45. Specifici approfondimenti hanno messo in evidenza, infatti, che
un'indagine circoscritta ai tre anni successivi alla conclusione degli studi, per quanto
approfondita, accentua gli elementi di omogeneità che caratterizzano i primi approcci al
mondo del lavoro piuttosto che evidenziarne le differenze. L'allargamento dell'intervallo
temporale di osservazione consente intanto di estendere l’indagine anche ai laureati di
facoltà storicamente organizzate con percorsi formativi post laurea di fatto più o meno
obbligatori (medicina e chirurgia, giurisprudenza, alcuni corsi di laurea di Scienze
matematiche, fisiche e naturali, per limitarci a qualche esempio), di analizzare inoltre la
portata del valore aggiunto della formazione post laurea nell'accesso alle posizioni
lavorative più ambite dal laureato e più richieste dai settori avanzati del sistema
economico del Paese, ed ancora di restituire un'immagine più nitida dell'efficacia
esterna dei differenti percorsi formativi, almeno di quella percepita dal laureato.
I miglioramenti significativi che si sono avuti nei tempi di diffusione dei risultati
delle indagini Istat potrebbero ulteriormente migliorare riducendo la durata di
formazione delle liste di campionamento (dimezzati fra il 1998 e il 2001 ma che ancora
richiedono tempi troppo lunghi: sette mesi) e di abbattere i mancati contatti nelle
interviste telefoniche, che riguardano ancora oltre un terzo degli intervistati e che, al di
là della rappresentatività assicurata dall’Istat sulle variabili prescelte per stratificare il
campione (genere, sede universitaria, corso di laurea), potrebbero costituire fattore di
non banale distorsione.
43
Istat, Indagine longitudinale sugli sbocchi professionali dei laureati, Collana d’informazione, n. 25.
L’interesse e la rilevanza attribuita ad indagini longitudinali sui diplomati di scuola secondaria
superiore e sui laureati sono stati confermati dai responsabili dell’Istat, assieme all’impossibilità di
realizzarle per scarsità di risorse.
45
Consorzio interuniversitario AlmaLaurea, La condizione occupazionale dei laureati 2003, Bologna
2004.
44
38
Un’ultima riflessione riguarda la presenza dell’Italia nelle indagini sulla transizione
scuola/università-lavoro svolte a livello europeo. Come è noto da alcuni anni, al già
voluminoso questionario sulle forze di lavoro, viene allegato un questionario
supplementare (ELFS Ad Hoc Module). I temi affrontati da questa indagine
supplementare cambiano di anno in anno ed approfondiscono aspetti rilevanti nel
dibattito europeo. Di particolare interesse, nel contesto affrontato in questo Rapporto,
appare l’indagine sulla transizione studio-lavoro condotta in 12 diversi paesi46 nella
primavera del 2000 e diretta a tutti i giovani in età compresa tra i 15 ed i 35 anni che
hanno concluso (conseguendo o meno un titolo di studio) un qualsiasi percorso di studi
negli ultimi 10 anni. Dai risultati di tale indagine emerge che l’Italia presenta, fra i 12
paesi esaminati, la situazione più problematica: un’attività lavorativa non coerente con
gli studi compiuti riguarderebbe, infatti, il 50% dei diplomati di scuola secondaria
superiore e il 37% dei laureati del nostro Paese. Senza spingere troppo a fondo l’esame
del metodo utilizzato e delle definizioni adottate per l’indagine, occorre rilevare che il
criterio impiegato per l’accertamento della coerenza fra percorso di studio e impiego nel
mercato del lavoro, individuato nella diretta corrispondenza tra settore di istruzione e
ramo di attività economica, pone condizioni di una rigidità quantomeno discutibile.
D’altronde, già di per sé difficile da definire, la coerenza fra studio e professione risulta
funzione non solo del diverso percorso di studio intrapreso (specialistico o generalista)
ma anche del tempo necessario a valorizzare appieno le competenze apprese.
La comparabilità a livello internazionale dei processi di transizione al mercato del
lavoro risulta ancora fortemente pregiudicata dalla difformità dei sistemi formativi e tale
situazione certamente aggrava la situazione del nostro Paese, tanto più che il confronto
avviene tuttora con le performance risultanti dai percorsi di studio precedenti la riforma.
Indispensabile sarà ripetere la verifica rispetto agli obiettivi introdotti dal nuovo
ordinamento.
Ricorrendo alla “efficacia della laurea”, un indicatore risultante dalla sintesi fra
utilizzazione delle competenze acquisite e necessità formale e sostanziale del titolo per
46
Eurostat, Le passage de l’école à la vie professionnelle chez les jeunes Européens – Partie II, in
Statistiques en bref, Theme 3 – 5/2003. Lo studio analizza e pone a confronto i risultati di Austria, Belgio,
Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Slovenia, Svezia, Ungheria.
39
il lavoro svolto, si superano le rigidità definitorie sul tema coerenza studi/lavoro
(adottate da Eurostat) offrendo una chiave interpretativa del fenomeno più composita47.
A ben guardare il complesso delle questioni analizzate, nonostante gli indubbi
miglioramenti, gli sforzi innovativi, gli accorgimenti metodologici adottati, ecc. hanno
continuato a conservare una parte delle problematiche originarie. Completezza,
tempestività, ed aggiornabilità rimangono gli aspetti più critici, gli obiettivi più difficili
da assicurare agli utilizzatori, soprattutto ai decisori finali48. Anzi la rapidità con cui il
quadro di riferimento nel settore istruzione è andato modificandosi, l’ampiezza e lo
spessore che l’informazione statistica è andata acquisendo, la rilevanza attribuitale da
una nuova e più forte sensibilità nei suoi confronti, la capacità che le viene richiesta di
misurare sempre più in tempo reale i fenomeni indagati, le crescenti esigenze di
valutazione che vanno difondendosi, ecc. tutto ciò rende sempre più evidenti i limiti
connessi alle tradizionali rilevazioni statiche. Rilevazioni unidimensionali, capaci
tuttalpiù di restituire l’istantanea del fenomeno studiato al momento x, superate già
mentre si concludono, rapidamente obsolete, frequentemente tenute in vita in mancanza
di alternative (e comunque a patto di non citarne l’età). Così il ricorso a rilevazioni
continue, dinamiche, in grado di rappresentare la realtà coniugandola alla variabile
tempo mano a mano che essa si modifica e si trasforma, diventa sempre più frequente e
sempre più necessario. E’ con queste esigenze, in questo contesto e con le prospettive
che le può garantire la diffusione della tecnologia informatica che prendono sempre più
quota, in Italia e non solo (sicuramente la Francia), ipotesi prima e specifici progetti poi
che puntano all’utilizzazione dello strumento anagrafe. Nel campo delle statistiche
dell’istruzione ciò prelude al passaggio all’anagrafe degli iscritti degli studenti di ogni
ordine e grado, dei laureati, ecc. Perché ogni anagrafe che sia tale, come quella della
popolazione, vive e si alimenta delle stesse caratteristiche più volte richiamate: assicura
la completezza perché riguarda tutta la popolazione osservata; consente di modificare le
caratteristiche delle unità che la compongono, dunque è aggiornabile; ipotizza che le
modifiche possano essere apportate in qualunque istante, dunque è tempestiva.
47
Cfr. Cammelli, di Francia, 2004, p. 513.
Occorre “valorizzare il ruolo degli utenti e la politica dell’ascolto”, sottolinea –fra l’altro- il Presidente
dell’Istat annunciando la Settima Conferenza nazionale dell’Istituto sul tema “Statistica ufficiale. Bene
pubblico”.
48
40
L’anagrafe non rappresenta, è chiaro, la panacea di tutte le difficoltà; né risponde a
qualsiasi domanda (per chi non sa dove andare il vento non è mai quello giusto,
scriveva Seneca). E’ evidente che solo anagrafi progettate, strutturate ed alimentate con
una chiara visione delle ipotesi conoscitive e degli obiettivi finali perseguiti e
rispondenti alle caratteristiche sopraricordate, possono moltiplicare enormemente le
potenzialità conoscitive.
Riprendendo uno per uno i tanti nodi emersi sulle statistiche dell’istruzione in questo
Rapporto, si possono misurare compiutamente le soluzioni positive possibili attraverso
l’utilizzazione di un’anagrafe ben concepita e ben alimentata. Dall’accertamento della
reale consistenza della popolazione scolastica ed universitaria in ogni fase dell’anno e
secondo la differente ipotesi conoscitiva49, allo speculare, corretto dimensionamento
degli abbandoni, alla determinazione della regolarità e della concreta riuscita negli
studi. Dalla mobilità interfacoltà nell’ambito del singolo ateneo, alla mobilità territoriale
per motivi di studio, alla stessa mobilità internazionale. L’utilizzazione della
metodologia d’indagine per coorti uscirebbe così dal novero delle rituali invocazioni
accademiche per imboccare la strada della reale praticabilità. La certezza delle
coordinate essenziali della documentazione statistica garantirebbe, finalmente, la
comparabilità nel tempo e nello spazio delle statistiche dell’istruzione. L’aggiornamento
dei dati, che certo non può avvenire motuproprio, può ridurre tempi e costi di
formazione di eventuali liste di campionamento e può abbattere significativamente le
percentuali di mancati contatti nella somministrazione di interviste telefoniche
(riducendo corrispondentemente l’attività di sostituzione). La predisposizione di tali
liste nell’ambito delle indagine sulla condizione occupazionale dei laureati, per
esempio, all’Istat è costata 13 mesi per l’indagine del 1998, 7 mesi per quella del 2001.
E ancora: nelle interviste telefoniche Istat somministrate a laureati e diplomati di scuola
media superiore nelle indagini svolte fra il 1998 e il 2001 i mancati contatti sono
risultati sempre superiori al 32 per cento.
Dunque la progettazione e l’avvio dell’anagrafe intesa come risposta possibile al
complesso delle problematiche poste dalle crescenti esigenze conoscitive sul terreno
49
E’ evidente, per esempio, che la consistenza degli immatricolati è differente per il responsabile del
bilancio interessato alle risorse su cui contare (indipendentemente dalle caratteristiche degli
immatricolati), e per il nucleo di valutazione impegnato ad analizzare la regolarità degli studi (per il quale
la popolazione di riferimento sarà costituita dai soli immatricolati per la prima volta al sistema
universitario, regolarmente iscritti).
41
dell’istruzione, con una duplice attenzione: allo sviluppo essenziale di una relazione
sinergica fra portatori delle ipotesi conoscitive e portatori delle conoscenze e sensibilità
statistiche ed informatiche da un lato; dall’altro con una attenzione speciale al
delicatissimo aspetto della riservatezza, della privacy.
Ad un livello superiore permangono, ovviamente, gli interrogativi di fondo, le
resistenze più o meno esplicite legate alla diffusione, all’accesso ed alla utilizzabilità del
patrimonio informativo disponibile, strettamente connesse alla consapevolezza (qualche
volta occultata dietro la protezione, fin troppo zelante, dei dati personali) della stretta
relazione esistente fra informazione e potere. Resistenze e difficoltà che appaiono
delinearsi già, per esempio, sul terreno delle statistiche dell’istruzione superiore, nella
vicina esperienza francese (tradizionalmente assai più avanzata nella realizzazione di
indagini longitudinali, impraticabili in assenza di dati nominativi), sotto forma di
difficoltà all’accesso ai dati individuali degli iscritti all’università a pur autorevoli
istituti di ricerca indipendenti, e di riluttanza dei rettori alla diffusione delle
performance realizzate dai singoli atenei.
Come tutti i progetti seri e complessi anche un’anagrafe (sia pure degli iscritti nelle
scuole e nelle università), per realizzarsi, ha bisogno grande chiarezza, di molte
attenzioni, di differenti competenze, del massimo di condivisione fra gli addetti; e
soprattutto non sopporta improvvisazioni.
42
2. LE STATISTICHE SULLE SCUOLE
1. Fino agli inizi degli anni ’90 la produzione delle statistiche sul mondo della scuola
era sostanzialmente affidata all’Istituto nazionale di statistica (Istat), che forniva
informazioni statistiche a cadenza annuale sui principali aggregati relativi alle scuole
(unità scolastiche, classi, alunni, insegnanti, ecc.).
Ma, a seguito del consolidarsi del Sistema informativo dell’allora Ministero della
pubblica istruzione (MPI50) e dell’introduzione del decreto legislativo n. 322 del
6.9.1989, che istituiva il Sistema statistico nazionale51 (Sistan) ed evidenziava
l’importanza dell’utilizzo di dati amministrativi a fini statistici, è iniziato, a partire
dall’a.s. 1993-94, un processo graduale di trasferimento delle attività di produzione
delle statistiche sulle scuole dall’Istat al Ministero competente (MIUR) (i tempi del
passaggio sono indicati nello Schema A).
Secondo l’Istat e il MIUR, questo processo consentiva di ottenere vantaggi rilevanti:
(i) il MIUR poteva utilizzare al meglio il patrimonio conoscitivo del proprio Sistema
informativo e (ii) l’Istat, liberando risorse interne prima destinate alla produzione
corrente dei dati sulle scuole, poteva dedicarsi ad approfondire l’analisi del mondo
scolastico, attraverso specifiche indagini di carattere socio-demografico.
50
A partire dal 2000 il MPI e il Ministero dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica
(MURST) sono stati unificati nel Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (MIUR).
Quindi, nel testo del presente lavoro, le sigle MIUR e MPI verranno utilizzate indifferentemente.
51
Secondo quanto indicato dall’art. 2 del decreto legislativo n. 322/1989 e successive integrazioni
“Fanno parte del Sistema statistico nazionale:
a) l’Istituto nazionale di statistica (ISTAT);
b) gli uffici di statistica centrali e periferici delle amministrazioni dello stato e delle amministrazioni ed
aziende autonome, istituiti ai sensi dell’art. 3;
c) gli uffici di statistica delle regioni e delle province autonome;
d) gli uffici di statistica delle province;
e) gli uffici di statistica dei comuni singoli o associati e delle unità sanitarie locali [ora Aziende unità
sanitarie locali];
f) gli uffici di statistica delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura;
g) gli uffici di statistica, comunque denominati, di amministrazioni e enti pubblici individuati ai sensi
dell’art. 4;
h) gli altri enti ed organismi pubblici di informazione statistica individuati con decreto del Presidente
del Consiglio dei Ministri”.
Tutti questi soggetti “operano in una sorta di rete informativa rilevando i dati di natura amministrativa di
loro interesse, elaborandoli in proprio e riversandoli nel sistema, collaborando alla realizzazione delle
rilevazioni previste dal Programma Statistico Nazionale, contribuendo allo sviluppo di archivi
informatizzati di dati amministrativi a fini statistici” (Aureli Cutillo, 2002, p. 18).
43
L’obiettivo di tale processo di razionalizzazione e integrazione era dunque quello di
un impiego più efficiente delle risorse complessivamente dedicate dai diversi enti
pubblici coinvolti, ma anche quello di ottenere una informazione statistica più completa
ed efficace.
2. A circa dieci anni di distanza dall’avvio di tale processo, si può constatare che, se da
un lato le informazioni statistiche sull’istruzione si sono ampliate (si pensi, ad esempio,
all’indagine dell’Istat sull’inserimento professionale dei diplomati, che verrà trattata in
seguito), dall’altro, si sono via via evidenziate e registrate problematiche e difficoltà
relative alla parte più tradizionale di produzione dei dati sulle scuole (sugli alunni,
insegnanti, ecc.).
Tali problematiche sono state sottolineate per diversi anni nel Programma statistico
nazionale52 (PSN) e più di recente sono state evidenziate anche dall’Istituto per lo
sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol).
In particolare, nel PSN relativo al triennio 2002-2004 è stato evidenziato che il
MIUR “non è sempre in grado di assicurare la completezza dei dati raccolti e i necessari
controlli di coerenza, in particolare per quanto riguarda il sistema non statale. Il rilascio
dei dati sugli alunni e sui docenti accusa di conseguenza alcuni ritardi” (Sistan-Istat,
2001a, pp.91-92). Nel PSN relativo al triennio successivo è stato ribadito che: “Sul
fronte delle statistiche sulle scuole, ancora non è del tutto risolto il problema di una
tempestiva validazione statistica dei dati raccolti per scopi prevalentemente
amministrativi. Dunque, permangono alcune difficoltà in termini di disponibilità di
informazioni complete sulle scuole dei diversi ordini” (Sistan-Istat, 2002a, p. 85).
L’Isfol, in un articolo pubblicato sulla Rassegna dell’Autonomia Scolastica, ha
sottolineato che “la produzione di statistiche ed indicatori sulla scuola … ha conosciuto
negli ultimi anni una contrazione che, di fatto, finisce con l’accrescere il gap
informativo” (Franzosi, 2003, p. 29).
52
Secondo quanto indicato dall’art. 13 del decreto legislativo n. 322/1989 e successive integrazioni, il
Programma statistico nazionale: (i) stabilisce le rilevazioni statistiche di interesse pubblico, affidate al
Sistan, ed i relativi obiettivi; (ii) ha durata triennale e viene aggiornato annualmente; (iii) è predisposto
dall’Istat, sottoposto ai pareri della Commissione per la garanzia dell’informazione statistica e della
Conferenza unificata di cui all’art. 8 del d. lgs. 28 agosto 1997, n. 281 sentito il garante per la protezione
dei dati personali, approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione
Cipe. Il PSN individua quindi le rilevazioni, le elaborazioni e gli studi progettuali che gli uffici, enti ed
organismi del Sistan si impegnano a realizzare nel corso del triennio.
44
Inoltre, anche la recente collaborazione tra l’Istat e i competenti uffici di statistica del
MIUR “ha consentito di recuperare solo parzialmente il deficit informativo” (SistanIstat, 2003, p. 86).
A tutto ciò si è aggiunto il trasferimento della rilevazione sugli esami di diploma
della scuola secondaria superiore presso l’Istituto nazionale per la valutazione del
sistema dell’istruzione (INValSI), una struttura esterna al Sistan, il che, secondo quanto
evidenziato dal PSN 2004-2006 “ha, di fatto, generato seri problemi nell’utilizzazione
statistica di tali fondamentali informazioni” (Sistan-Istat, 2003, p. 86).
Last but not least, risulta che i dati e le variabili che venivano diffusi e pubblicati
dall’Istat in appositi Annuari non hanno più avuto diffusione ormai da diversi anni.
Tutto ciò implica che i dati al momento disponibili non sono sempre sufficienti per
soddisfare la domanda informativa espressa dai soggetti nazionali e internazionali che si
occupano a vario titolo del mondo dell’istruzione.
3. Questa parte del presente rapporto ha il duplice obiettivo (i) di delineare un
aggiornato e documentato quadro di riferimento della produzione delle statistiche delle
scuole dei diversi ordini, con particolare riguardo alle diverse fasi dei processi di
rilevazione e di produzione dei dati, alle variabili rilevate, alla diffusione delle
informazioni statistiche e ai dati al momento disponibili e (ii) di individuare e mettere in
luce sia le principali problematiche legate alla produzione statistica sul mondo della
scuola che alcune delle motivazioni che sono alla base del gap informativo delle
statistiche relative al settore pre-universitario. Per quanto concerne l’obiettivo (i), lo
sforzo che si è cercato di compiere è stato quello di ricostruire il quadro di riferimento
in particolare per cercare di approfondire e chiarire gli aspetti non sufficientemente
esplicitati o addirittura inesistenti nella documentazione al momento diffusa.
4. Per descrivere e approfondire questi temi sono state acquisite informazioni “ad hoc”
attraverso la raccolta della documentazione pertinente disponibile (pubblicazioni Istat e
MIUR, modelli di rilevazione, informazioni diffuse tramite Internet e la rete Intranet del
MIUR, ecc.) e incontri e interviste in profondità con: (a) dirigenti e ricercatori dell’Istat
45
responsabili del settore dell’istruzione o con esperienza nel settore; (b) responsabili
degli uffici di statistica del MIUR53.
Sono inoltre stati contattati alcuni interlocutori privilegiati54 che utilizzano a vario
titolo i dati sull’istruzione.
5. Questa parte del presente rapporto dedica quattro capitoli alla descrizione delle
principali caratteristiche dei processi di produzione e di diffusione delle statistiche sulle
scuole di ciascun ordine e grado (uno per ogni capitolo): (i) scuola dell’infanzia (ex
scuola materna); (ii) scuola primaria (ex scuola elementare); (iii) scuola secondaria di
primo grado (ex scuola media); (iv) scuola secondaria di secondo grado (ex scuola
secondaria superiore)55. Data l’analogia di tali processi per i diversi ordini di scuola, si
riscontreranno nel testo dei capitoli molte ripetizioni. E’ sembrato infatti più opportuno
– e senz’altro più agevole per il lettore – descrivere per ciascun ordine di scuola l’intero
processo senza inserire nel testo continui richiami.
53
Nello specifico sono stati intervistati:
- dott. Mariano Ferrazzano, al momento dell’intervista (luglio 2003), dirigente dell’Uff. VI –
“Rilevazioni ed elaborazioni relative alla scuola dell’infanzia e alla scuola di base” del Servizio per
l’Automazione Informatica e l’Innovazione Tecnologica del MIUR;
- dott. Maurizio Fortunato, al momento dell’intervista (luglio 2003), dirigente dell’Uff. VII –
“Rilevazioni ed elaborazioni relative alla scuola secondaria e all’istruzione post-secondaria. Rilevazioni
ed elaborazioni relative all’attività amministrativa degli uffici” del Servizio per l’Automazione
Informatica e l’Innovazione Tecnologica del MIUR;
- dott.ssa Aurea Micali, al momento dell’intervista (maggio 2003), ex dirigente del settore istruzione
dell’Istat; nel luglio 2004 è Direttore generale della Direzione generale studi e programmazione sui
sistemi dell’istruzione, dell’università, della ricerca e dell’alta formazione artistica, musicale e
coreutica del Dipartimento per la programmazione ministeriale e per la gestione ministeriale del
bilancio, delle risorse umane e dell’informazione del MIUR;
- ing. Alessandro Musumeci, al momento dell’intervista (luglio 2003), Direttore generale del Servizio
per l’Automazione Informatica e l’Innovazione Tecnologica del MIUR; nel luglio 2004 è Direttore
generale della Direzione generale per i sistemi informativi del Dipartimento per la programmazione
ministeriale e per la gestione ministeriale del bilancio, delle risorse umane e dell’informazione del
MIUR;
- dott.ssa Maria Pia Sorvillo, al momento dell’intervista (settembre 2003), coordinatore del settore
Istruzione e Cultura del Servizio Popolazione Istruzione Cultura dell’Istat.
54
Nello specifico sono stati contattati:
- Ing. Guido Audasso, responsabile dell’Ufficio statistico della Regione Liguria e rappresentante,
all’interno del Circolo di qualità Sistan del settore “Istruzione e formazione”, del Centro interregionale
per il sistema informativo e il sistema statistico (CISIS);
- dott. Claudio Franzosi, ricercatore dell’Area Sistemi Formativi dell’Isfol;
- dott. Raimondo Bolletta, responsabile della rilevazione degli esami di Stato e del progetto Conchiglia
presso l’INValSi.
55
Le nuove denominazioni sono dettate dalla legge di riforma del sistema di istruzione, 28 marzo 2003,
n. 53. Nella stesura del testo sono state utilizzate indifferentemente le nuove e le vecchie
denominazioni.
46
Nell’ultimo capitolo, a conclusione di questa parte del rapporto, vengono invece
evidenziati, per tutti gli ordini di scuola, i principali aspetti problematici e alcune
motivazioni che sono alla base della mancata diffusione dei dati e del gap informativo
esistente.
47
Schema A. Enti/amministrazioni produttori e responsabili delle statistiche sulle scuole dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2003-2004.
ANNI
SCOLASTICI
SCUOLA DELL’INFANZIA
(EX SCUOLA MATERNA)
SCUOLA PRIMARIA
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO
SCUOLA SECONDARIA DI
GRADO
SECONDO GRADO
(EX SCUOLA MEDIA)
(EX SCUOLA SEC. SUPERIORE)
(EX SCUOLA ELEMENTARE)
Statale
Non statale
Statale
Non statale
Statale
Non statale
Statale
Non statale
1992-93
ISTAT
ISTAT
ISTAT
ISTAT
ISTAT
ISTAT
ISTAT
ISTAT
1993-94
ISTAT(a) e
MPI(b)
ISTAT(a)
ISTAT(a) e
MPI(b)
ISTAT(a)
ISTAT
ISTAT
ISTAT
ISTAT
1994-95
MPI
MPI
MPI
MPI
ISTAT
ISTAT
ISTAT
ISTAT
1995-96
MPI
MPI
MPI
MPI
MPI
MPI
ISTAT
ISTAT
1996-97
MPI
MPI
MPI
MPI
MPI
MPI
ISTAT
ISTAT
1997-98
MPI
MPI
MPI
MPI
MPI
MPI
ISTAT
ISTAT
1998-99
MPI
MPI
MPI
MPI
MPI
MPI
MPI e ONES(c)
ISTAT e
ONES(c)
1999-2000
MPI
MPI
MPI
MPI
MPI
MPI
MPI e ONES(c)
MPI e ONES(c)
2000-01
MIUR
MIUR
MIUR
MIUR
MIUR
MIUR
MIUR e
ONES(c)
MIUR e
ONES(c)
2001-02
MIUR
MIUR
MIUR
MIUR
MIUR
MIUR
MIUR e
ONES(c)
MIUR e
ONES(c)
2002-03
MIUR
MIUR
MIUR
MIUR
MIUR
MIUR
MIUR e
ONES(c)
MIUR e
ONES(c)
2003-04
MIUR
MIUR
MIUR
MIUR
MIUR
MIUR
MIUR e
ONES(c)
MIUR e
ONES(c)
(a)
(b)
(c)
L’ISTAT ha effettuato solo l’indagine dei “dati riepilogativi”, considerando come unità di rilevazione il circolo didattico e non la singola scuola.
I dati del MPI erano quelli gestionali derivanti dal Sistema informativo del Ministero stesso.
L’ONES (Osservatorio Nazionale sugli Esami di Stato) è un osservatorio istituito presso l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (INValSI) ed è responsabile della rilevazione dei
dati sui risultati degli esami di Stato.
48
2.1. Le statistiche della scuola dell’infanzia56 (ex scuola materna)
2.1.1 La produzione statistica prima e dopo il passaggio
Prima del passaggio della produzione dei dati sulle scuole materne dall’Istat al
MIUR57, l’Istat effettuava delle rilevazioni totali (censuarie), svolte con cadenza
annuale. L’oggetto di tali rilevazioni erano le scuole materne sia gestite dallo Stato
(scuole statali) che gestite da enti pubblici e privati (scuole non statali). Allo stesso
tempo anche il MPI era in possesso di informazioni statistiche sulle scuole materne
derivanti dalle attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero (in
particolare: consistenza degli alunni, delle classi, del personale e delle strutture edilizie
delle scuole statali) e inserite nel Sistema informativo del MPI (SIMPI). Il Ministero
non rilevava invece i dati sulle scuole materne non statali e alcune informazioni sulle
scuole materne statali che l’Istat acquisiva tramite le proprie rilevazioni (in particolare:
distinzione per sesso degli alunni, alunni in edifici precari, distinzione per paese
d’origine degli alunni stranieri, ampiezza dell’unità scolastica, personale non
insegnante, distinzione per singolo comune di unità, classi, alunni e insegnanti).
Dopo il passaggio, con l’accordo quadro siglato il 18.08.1997 tra il MPI e l’Istat è
stato stabilito che, limitatamente ai dati non gestiti dal SIMPI (quali ad esempio il sesso
degli alunni e tutti i dati riguardanti le scuole non statali), le indagini annuali
precedentemente condotte dall’Istat nelle scuole vengano sostituite da indagini
“integrative” – con periodicità annuale – la cui titolarità spetta allo stesso Ministero.
Allo stato attuale, i dati sulle scuole materne vengono prodotti dal MIUR e derivano
da:
(i)
le attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero (che
riguardano le sole scuole statali);
(ii)
le rilevazioni “integrative” effettuate per approfondire alcuni aspetti non
rilevati dalle attività amministrative e gestionali di cui al punto precedente e in
particolare per rilevare informazioni sulle scuole non statali.
56
La “scuola dell’infanzia, di durata triennale, concorre all’educazione e allo sviluppo affettivo,
psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale delle bambine e dei bambini” (Legge 28 marzo 2003,
n. 53). “Possono essere iscritti alla scuola dell’infanzia i bambini che compiono i tre anni entro il 31
dicembre; possono, altresì, essere iscritti i bambini che compiono i tre anni entro il 30 aprile dell’anno
scolastico di riferimento (28 febbraio in prima applicazione)” [MIUR (2004), p. XXI].
57
Per i tempi del passaggio della produzione delle statistiche sulle scuole dall’Istat al MIUR cfr. Schema
A.
49
Nei paragrafi che seguono del presente capitolo 2.1 verranno descritti –
relativamente alle statistiche delle scuole materne - i principali aspetti delle rilevazioni
dei dati di fonte amministrativa e delle rilevazioni “integrative”, le modalità di
diffusione dei dati, il Sistema informativo del MPI (SIMPI) e il Data warehouse del
Ministero. Nel caso delle rilevazioni “integrative” verranno effettuati dei riferimenti e
dei confronti con quanto veniva fatto precedentemente dall’Istat.
2.1.2 I dati di fonte amministrativa
I dati sulle scuole materne statali derivanti dalle attività amministrative e gestionali
di competenza del Ministero maggiormente utilizzati per la descrizione del sistema
scolastico sono quelli rilevati per la determinazione dell’organico di diritto e
dell’organico di fatto.
Secondo le definizioni inserite nel Sistema informativo del MIUR (SIMPI), le
funzioni di “organico di diritto” sono le procedure informatiche che consentono a
ciascuna scuola statale di comunicare al SIMPI le informazioni – basate sulle richieste
di iscrizione - sul numero di alunni, classi, posti o cattedre relativi al successivo anno
scolastico in modo da definire la propria pianta organica. Invece, con il termine di
“organico di fatto” vengono intese le procedure relative all’inserimento nel SIMPI
dell’effettiva consistenza degli alunni, delle classi, dei posti e delle cattedre per l’anno
scolastico al quale ci si riferisce relativamente alle scuole statali.
Questi dati vengono comunicati dalle segreterie scolastiche al SIMPI attraverso il
collegamento diretto esistente (cfr. par. 2.1.5).
Per quanto riguarda la descrizione del processo di rilevazione58 e comunicazione dei
dati per la determinazione dell’organico di diritto, ogni segreteria scolastica deve
comunicare i dati relativi a tutte le sedi di propria competenza. Il processo di
comunicazione avviene secondo i seguenti passi:
1° passo - Reperimento
moduli:
le
segreterie
scolastiche
devono
stampare,
direttamente in sede e utilizzando le apposite funzioni del Sistema centrale,
la modulistica necessaria per la rilevazione dei dati relativi all’Organico da
determinare;
58
La descrizione del processo di rilevazione dei dati per la determinazione dell’Organico di diritto è stata
desunta dal sito WebIntranet del MIUR (www.mpi.istruzione.it).
50
2° passo - Compilazione moduli: le segreterie scolastiche devono reperire le
informazioni di interesse e compilare i moduli con i dati di organico relativi
a ciascuna sede di propria competenza: (a) numero degli alunni e delle
sezioni distinto per tipologia di posto (normale, sostegno, altro), fascia di età
e tipologia di orario; (b) numero degli alunni portatori di handicap per
tipologia di posto prevista nella scuola, distinto per fascia di età, tipologia di
orario e tipologia di sostegno; (c) numero dei posti, distinti per tipologia, a
livello di circolo didattico o istituto comprensivo; (d) numero dei posti per
tipologia di posto prevista nella scuola per le scuole ospedaliere, speciali per
ciechi e sordomuti;
3° passo - Comunicazione dei dati al Sistema informativo (SIMPI): le segreterie
scolastiche, una volta reperite le informazioni di interesse e compilati i
moduli con i dati di organico relativi a ciascuna sede di propria competenza,
devono operare nel modo seguente: (i) comunicare al Sistema gli alunni, le
sezioni e gli alunni portatori di handicap per tutte le sedi dell’infanzia di
competenza; (ii) verificare l’ipotesi di organico elaborata dal Sistema a
livello di circolo didattico o istituto comprensivo ed eventualmente apportare
le necessarie modifiche; (iii) integrare, sempre a livello di circolo didattico o
istituto comprensivo, i dati di organico comunicando puntualmente i posti di
sostegno per i quali non è prevista alcuna ipotesi di calcolo da parte del
Sistema; (iv) comunicare puntualmente per singola scuola i posti per le sedi
attivate presso strutture ospedaliere e per le scuole per sordomuti e per
ciechi; (v) verificare la corretta immissione a Sistema dei dati tramite i
prodotti di supporto quali stampe e interrogazioni; (vi) stampare la
situazione di organico definitiva;
4° passo - Invio stampe: le segreterie scolastiche devono inoltrare ai Centri Servizi
Amministrativi (CSA – ex Provveditorati agli Studi) competenti le stampe,
riportanti i dati relativi ad alunni, sezioni e posti, debitamente firmate dal
Dirigente scolastico.
51
E’ previsto che il personale di segreteria possa essere assistito, nelle varie fasi del
procedimento amministrativo e nell’uso delle funzioni del Sistema informativo, dai
referenti dei CSA.
Le fasi successive del procedimento amministrativo, finalizzate alla definizione della
pianta organica provinciale utile alle operazioni di mobilità, sono di competenza dei
CSA, i quali potranno operare solo dopo aver disattivato, alle istituzioni scolastiche, le
funzioni di inserimento dei dati.
Per quanto concerne l’organico di fatto, le procedure che acquisiscono tali
informazioni hanno la caratteristica di aggiornare, se necessario, gli analoghi dati che
hanno determinato l’organico di diritto e sono relativi alla situazione ad anno scolastico
già avviato.
2.1.3 Le rilevazioni “integrative”
2.1.3.A L’unità di rilevazione
Prima del passaggio dall’Istat al MPI, la rilevazione delle scuole materne effettuata
dall’Istat aveva come unità di rilevazione l’unità scolastica59.
Dopo il passaggio, l’unità di rilevazione della rilevazione “integrativa” delle scuole
materne – effettuata dal MIUR – è stata l’unità scolastica per le scuole statali e il circolo
didattico60 per le quelle non statali, dal momento che il MIUR non possedeva gli archivi
delle scuole materne non statali.
A partire dall’a.s. 2002-03, con l’istituzione dell’anagrafe delle scuole dell’infanzia
non statali61, si è dato avvio alla nuova rilevazione delle scuole dell’infanzia e, da tale
anno scolastico, la rilevazione dei dati è stata effettuata a livello di singola unità
scolastica anche per le scuole non statali.
59
L’ “unità scolastica” è costituta dall’insieme di classi che seguono un unico indirizzo didattico e che
generalmente sono poste in uno stesso edificio oppure in edifici vicini. Le sedi centrali, le succursali in
distretto scolastico diverso da quello della sede centrale e le sezioni staccate, costituiscono unità
scolastiche distinte, pur nell’ambito della stessa scuola.
60
Il “circolo didattico” è l’unità amministrativa che raggruppa più plessi di scuole materne ed elementari.
61
La nuova anagrafe delle scuole dell’infanzia non statali è stata istituita con comunicazione della
Direzione Generale per l’organizzazione dei servizi nel territorio/Uff. I del 18.1.2002.
52
2.1.3.B I modelli di rilevazione
Per effettuare la rilevazione “integrativa” delle scuole materne, il MIUR utilizza due
modelli di rilevazione: uno per la scuola statale ed uno per la scuola non statale. I due
modelli presentano alcune diversità, dal momento che alcuni dati delle scuole statali
sono già noti al Sistema informativo del MPI e che la scuola non statale presenta alcune
sue proprie peculiarità62.
Nella Tabella 2.1 sono riassunte le variabili rilevate dall’Istat per l’a.s. 1992-93
(ultimo anno in cui la rilevazione è stata in carico all’Istat) e quelle rilevate dal MIUR
con il modello relativo alle scuole materne non statali63 dell’a.s. 2002-2003,
evidenziando le variabili rilevate dai modelli Istat e non dai modelli MIUR e viceversa.
Come si può osservare, non tutte le variabili che venivano rilevate dall’Istat sono
attualmente rilevate dal MIUR; d’altra parte i modelli utilizzati dal MIUR rilevano
anch’essi alcune variabili precedentemente non rilevate dall’Istat.
Il modello del MIUR relativo all’a.s. 2002-2003 rileva “nuove” variabili importanti
per la descrizione del sistema scolastico, sia relative agli alunni (in particolare: anno di
nascita dei bambini, bambini appartenenti a comunità nomadi, insegnamento della
religione cattolica) che alle strutture e ai servizi.
E’ evidente che le differenze riscontrate nei due modelli siano in larga parte dovute a
nuove sensibilità che sono venute maturando nel tempo e che hanno comportato la
necessità di rilevare fenomeni di particolare rilevanza così come l’appartenenza dei
bambini a comunità nomadi, la fruizione dell’insegnamento della religione cattolica, le
sezioni funzionanti il sabato, e l’inutilità di rilevarne altri (quali, ad esempio, alunni e
sezioni distinti per: in edificio appositamente costruito o permanentemente adattato ad
uso scolastico e in edificio precariamente utilizzato ad uso scolastico).
Dal confronto fra i due modelli si osserva inoltre che vi sono delle variabili simili,
ma che vengono rilevate con diciture diverse. Ad esempio, per quanto riguarda il
personale insegnante, nel modello Istat dell’a.s. 1992-93 venivano rilevati gli insegnanti
di sostegno e il personale specializzato d’appoggio, mentre nel modello MIUR dell’a.s.
62
Si ricorda che i dati relativi alle scuole non statali sono rilevati solo tramite l’indagine integrativa.
E’ stato preso in considerazione il modello della rilevazione delle scuole materne non statali piuttosto
che quello delle scuole materne statali, perché è il modello che richiede un maggior numero di
informazioni. Per le scuole statali, infatti, alcune informazioni (quali: personale in servizio, n° di aule
utilizzate) sono già in possesso del MIUR e inserite nel SIMPI, in quanto derivano dalle procedure
amministrativo-gestionali del Ministero.
63
53
2002-2003 viene rilevato il personale insegnante in possesso del titolo di
specializzazione per il sostegno; meno chiaro è se tali variabili siano le stesse oppure
no.
Riguardo all’accessibilità dei modelli di rilevazione, va osservato che questi non
vengono diffusi né su pubblicazioni specifiche, né tramite Internet, bensì solo attraverso
la rete Intranet del MIUR il cui accesso, come si vedrà in seguito (cfr. par. 2.1.5), è
riservato a pochissimi utenti. Un utilizzatore può dunque ottenere i modelli solo
attraverso una specifica richiesta al Ministero.
54
Tabella 2.1. Variabili rilevate dal modello ISTAT M.40 “Rilevazione delle scuole materne – A.S. 1992-93”
e dal modello MIUR/1b “Rilevazione delle scuole dell’infanzia non statali – A.S. 2002-2003”.
Variabili rilevate dal Mod. ISTAT M.40
Variabili rilevate dal Mod. MIUR 1/b
A.S. 1992-93
A.S. 2002-2003
GESTIONE DELLA SCUOLA
NOTIZIE SUGLI ALUNNI:
• N° bambini
N° bambini per anno di nascita (distinti per sesso)
• N° bambini portatori di handicap
N° bambini portatori di handicap distinti per tipo di
handicap
N° bambini appartenenti a comunità nomadi
N° bambini che non fruiscono dell’insegnamento della
religione cattolica
N° bambini non frequentanti e collocati in lista d’attesa
NOTIZIE RELATIVE ALLA SCUOLA:
Orario giornaliero
Modalità di ammissione alla scuola (gratuita,
semigratuita, a pagamento)
Modalità di ammissione alla refezione (gratuita,
semigratuita, a pagamento)
NOTIZIE SUGLI ALUNNI:
• N° alunni iscritti per sesso
N° alunni per sesso distinti per: in edificio
SEZIONI:
appositamente costruito o permanentemente adattato
ad uso scolastico e in edificio precariamente utilizzato • N° sezioni in totale
N° sezioni per orario giornaliero
ad uso scolastico
N° sezioni funzionanti il sabato
• N° alunni portatori di handicap inseriti nelle sezioni
N° sezioni che accolgono bambini portatori di handicap
normali
STRUTTURE:
SEZIONI:
N° aule utilizzate
• N° sezioni
N° spazi coperti attrezzati a giochi
N° sezioni distinte per: in edificio appositamente
N° spazi all’aperto, non a verde, adibiti a giochi
costruito o permanentemente adattato ad uso scolastico
N° di spazi a verde
e in edificio precariamente utilizzato ad uso scolastico
SERVIZI:
SITUAZIONE EDILIZIA:
N° bambini che fruiscono di mensa
2
Spazi (n° e m ) in edificio appositamente costruito o
N° bambini che fruiscono di prescuola
permanentemente adattato ad uso scolastico
N° bambini che fruiscono di scuolabus
2
Spazi (n° e m ) in edificio precariamente utilizzato ad
N° bambini che fruiscono di postscuola
uso scolastico
La SCUOLA RICEVE SUSSIDI da:
NOTIZIE RELATIVE AGLI ALUNNI PORTATORI DI
Stato (Si/No)
HANDICAP:
altri Enti pubblici (Si/No)
N° insegnanti di sostegno
N° personale specializzato d’appoggio (distinto per: a PERSONALE IN SERVIZIO:
tempo pieno e a tempo parziale)
• N° personale insegnante ( ) per sesso
N° personale insegnante in possesso di abilitazione
NOTIZIE RELATIVE ALLA DIREZIONE DELLA
all’insegnamento nella scuola dell’infanzia
SCUOLA NON STATALE:
N° personale insegnante in possesso dei titolo di
Direttore con o senza insegnamento
specializzazione per il sostegno
Sesso del direttore
• N° personale non insegnante ( ) per sesso
PERSONALE IN SERVIZIO:
ALUNNI STRANIERI:
• N° personale per categorie (insegnanti, assistenti,
• N° alunni stranieri per cittadinanza e ( ) sesso
personale di concetto, personale esecutivo,
personale tecnico, personale ausiliario a tempo
pieno)
ALUNNI STRANIERI:
• N° alunni stranieri per cittadinanza
LEGENDA:
: Variabili non rilevate dal Mod. MIUR 1/b dell’a.s. 2002-2003.
: Variabili non rilevate dal Mod. ISTAT M.40 dell’a.s. 1992-93.
• : Variabili rilevate sia dal Mod. ISTAT M.40 (a.s. 1992-93) che dal Mod. MIUR 1/b (a.s. 2002-2003).
55
2.1.3.C Le fasi della rilevazione
Prima del passaggio delle rilevazioni dall’Istat al MPI, l’Istat effettuava la raccolta
dei dati sulle scuole materne presso le singole unità scolastiche, d’intesa con il MPI,
tramite i Provveditorati agli studi, che collaboravano alle rilevazioni in qualità di organi
intermedi di rilevazione.
Più precisamente, l’Istat inviava ai Provveditorati i modelli di rilevazione cartacei e
le circolari con le istruzioni destinate ai Capi d’Istituto. I Provveditorati distribuivano il
materiale alle scuole, raccoglievano i modelli da esse compilati e li trasmettevano di
nuovo all’Istat, che curava le fasi di riepilogo, di revisione qualitativa e quantitativa, di
registrazione ed elaborazione secondo un piano di tabulazione opportunamente
predisposto.
L’Istat aveva dei referenti a livello di Provveditorati, ma non organizzava alcuna
riunione a scopo formativo con essi.
Subito dopo il passaggio delle rilevazioni dall’Istat al MIUR, le rilevazioni
“integrative” venivano effettuate dal MPI tramite modelli cartacei e poi i dati venivano
inseriti nel Sistema informativo dai Provveditorati agli studi.
Successivamente, per le scuole statali, si è cominciato ad assistere ad uno
spostamento dell’attività di acquisizione dei dati dai Provveditorati verso le istituzioni
scolastiche stesse che hanno cominciato ad inserire direttamente le informazioni di
propria competenza nel SIMPI.
Attualmente il processo di acquisizione dei dati è stato informatizzato. In particolare,
a partire dall’a.s. 2000-2001, avvalendosi del collegamento telematico con il Sistema
informativo in tutte le istituzioni scolastiche statali, il processo di raccolta e
comunicazione dei dati delle rilevazioni “integrative” delle scuole statali e di parte delle
scuole non statali è stato integralmente delegato alle istituzioni scolastiche.
Per le scuole materne statali è infatti cura degli istituti scolastici statali provvedere
autonomamente al prelievo dei modelli dalla rete Intranet del MIUR, alla loro
compilazione e all’immissione nel Sistema informativo dei dati in essi contenuti.
Generalmente sono i segretari scolastici ad occuparsi della rilevazione e
dell’immissione dei dati nel SIMPI.
56
Per le scuole materne non statali, l’iter procedurale si svolge nel seguente modo: per
le scuole non paritarie64 è cura dell’istituto scolastico statale (circolo didattico o istituto
comprensivo), tenuto a vigilare su di esse, prelevare il relativo modello di rilevazione e
fornire al Sistema le informazioni; nel caso delle scuole paritarie, tale operazione viene
espletata o da un istituto scolastico statale previo accordo tra le scuole stesse, o dal CSA
se così si è convenuto in sede locale.
Il MIUR ha predisposto un apposito “Manuale utente” per illustrare i software messi
a disposizione delle segreterie scolastiche collegate telematicamente al SIMPI e le loro
modalità di utilizzo per comunicare i dati di propria competenza relativamente alle
rilevazioni “integrative”.
Per seguire e monitorare il processo di rilevazione, il MIUR richiede - attraverso
apposite circolari - agli Uffici scolastici regionali di procedere alla nomina di referenti a
livello regionale e provinciale. Questi referenti hanno il compito, oltre che di
sensibilizzare le scuole in materia di acquisizione e circolazione dei flussi informativi,
quello di seguire costantemente e da vicino tutte le fasi della rilevazione a livello locale,
fornendo assistenza alle scuole nella fase di compilazione dei modelli e assicurando nel
contempo un monitoraggio dell’andamento delle rilevazioni.
64
La “parità” per le scuole non statali è stata introdotta con Legge n. 62 del 10 marzo 2000 – “Norme per
la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione” nella quale all’art. 1 – comma 2 si
afferma che “Si definiscono scuole paritarie, a tutti gli effetti degli ordinamenti vigenti, in particolare per
quanto riguarda l’abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi valore legale, le istituzioni scolastiche non
statali, comprese quelle degli enti locali, che, a partire dalla scuola per l’infanzia, corrispondono agli
ordinamenti generali dell’istruzione, sono coerenti con la domanda formativa delle famiglie e sono
caratterizzate da requisiti di qualità ed efficacia di cui ai commi 4, 5 e 6”.
All’art. 1 – comma 4 la Legge N. 62/2000 recita inoltre: “la parità è riconosciuta alle scuole non statali
che ne fanno richiesta e che, in possesso dei seguenti requisiti, si impegnano espressamente a dare
attuazione a quanto previsto dai commi 2 e 3:
(a) un progetto educativo in armonia con i principi della Costituzione; un piano dell’offerta formativa
conforme agli ordinamenti e alle disposizioni vigenti; attestazione della titolarità della gestione e la
pubblicità dei bilanci;
(b) la disponibilità di locali, arredi e attrezzature didattiche propri del tipo di scuola e conformi alle
norme vigenti;
(c) l’istituzione e il funzionamento degli organi collegiali improntati alla partecipazione democratica;
(d) l’iscrizione alla scuola per tutti gli studenti i cui genitori ne facciano richiesta, purchè in possesso di
un titolo di studio valido per l’iscrizione alla classe che essi intendono frequentare;
(e) l’applicazione delle norme vigenti in materia di inserimento di studenti con handicap o in condizioni
di svantaggio;
(f) l’organica costituzione di corsi completi: non può essere riconosciuta la parità a singole classi, tranne
che in fase di istituzione di nuovi corsi completi, ad iniziare dalla prima classe;
(g) personale docente fornito del titolo di abilitazione;
(h) contratti individuali di lavoro per personale dirigente e insegnante che rispettino i contratti collettivi
nazionali di settore”.
57
Gli Uffici scolastici regionali a loro volta richiedono ai Dirigenti dei CSA la nomina
dei referenti provinciali e poi possono decidere di organizzare degli incontri
organizzativi con essi. Si sottolinea che tali incontri hanno solo scopo organizzativo e
non formativo.
Va comunque osservato che per quanto riguarda le procedure informatiche utilizzate
durante il processo di rilevazione dei dati, queste vengono implementate e gestite da una
società informatica esterna scelta mediante una apposita gara d’appalto. L’ufficio di
statistica del MIUR non sempre viene consultato per la parte statistica relativa alla
gestione del Sistema informativo da parte della società esterna e non ha alcun controllo
sull’operato della stessa. Da ciò deriva che l’ufficio di statistica non ha il controllo
pieno di alcune fasi del processo di rilevazione dei dati.
2.1.3.D I livelli di copertura
Secondo quanto dichiarato dai responsabili dell’Istat, prima del passaggio l’Istituto
riusciva a recuperare – in modo tempestivo – i modelli relativi alla totalità delle scuole.
Le scuole venivano infatti raggiunte tutte col tramite dei Provveditorati agli studi che
provvedevano a rinviare all’Istat i modelli compilati. Successivamente l’Istat mandava
dei solleciti alle scuole non rispondenti. Quelle ancora inadempienti dopo il secondo
sollecito venivano contattate per telefono per cercare di raccogliere comunque le
informazioni mancanti.
Dopo il passaggio di competenze, il MPI ha incontrato diversi problemi nel riuscire a
reperire i modelli delle rilevazioni “integrative” relativi alle scuole materne.
Con il passare degli anni i livelli di copertura sono diventati sempre più alti anche se
ancora oggi la rilevazione difetta di completezza. I tassi di risposta relativi all’a.s. 20022003 sono infatti pari al 94% per le scuole materne statali e al 72,4% per quelle non
statali non paritarie e al 91,2% per quelle non statali paritarie (cfr. Tab. 2.2).
58
Tabella 2.2. Tassi di risposta(1) della scuola dell’infanzia (ex scuola materna)
statale e non statale – Rilevazioni “integrative” dall’a.s. 1998/99 all’a.s. 2002/03 (valori percentuali)
SCUOLA DELL’INFANZIA
ANNI
SCOLASTICI
Statale
Non stat.
1998/99
94,3
66,1(*)
1999/2000
92,2
72,2(*)
2000/2001
90,5
62,2(*)
2001/2002
92,5
60,8(*)
91,2
94,0
2002/2003
(paritarie)
72,4
(non paritarie)
(1) – Il tasso di risposta è calcolato rapportando il n°
di scuole rilevate al n° di scuole risultanti in anagrafe.
(*) – Il dato si riferisce al n° di circoli didattici
rilevati rispetto al n° di circoli didattici in anagrafe.
Fonte: elaborazioni MIUR.
Come si può osservare dalla tabella 2.2, nel corso degli anni scolastici i tassi di
risposta non hanno mantenuto un andamento stabile; in alcuni casi si è registrata
addirittura una diminuzione. Secondo quanto dichiarato dal Ministero, non è facile
individuare con precisione i motivi di tali andamenti, che con molta probabilità sono
dovuti a fattori contingenti o locali.
2.1.3.E Le procedure di controllo dei dati
Prima del passaggio, secondo quanto dichiarato dai responsabili dell’Istat in sede di
intervista, l’Istituto effettuava sui dati raccolti diversi tipi di controlli:
(a) un controllo di tipo quantitativo sulle scuole, confrontando i modelli raccolti con
l’archivio delle scuole in possesso dell’Istituto; nel caso di scuole non rispondenti,
l’Istat contattava direttamente le scuole per sollecitare la compilazione e
restituzione dei modelli;
(b) un controllo manuale sui modelli cartacei, effettuato prima della registrazione dei
dati; in caso di anomalie riscontrate, l’Istat contattava telefonicamente le scuole;
(c) controlli di tipo qualitativo, effettuati dopo la registrazione dei dati, utilizzando
piani di check opportunamente predisposti; inoltre i dati venivano controllati con
il n° degli alunni iscritti nell’a.s. precedente.
59
Con questi tipi di controlli, l’Istat riusciva a recuperare tempestivamente i modelli e i
relativi dati della totalità delle scuole e ad effettuare controlli di tipo qualitativo
immediatamente al termine della rilevazione.
Subito dopo il passaggio, il MIUR non sempre è riuscito a svolgere i controlli nella
fase di rilevazione dei dati e, in particolare, ad effettuare una tempestiva validazione
statistica dei dati raccolti.
In particolare, nella prima fase di transizione, il MIUR non ha potuto effettuare un
controllo di tipo quantitativo sui dati delle scuole materne non statali, dal momento che
il Ministero non aveva gli archivi di tali scuole65 (l’archivio delle scuole materne non
statali è stato completato dal MIUR nell’a.s. 2001/2002).
Va comunque evidenziato che, negli ultimi anni, si sono registrati notevoli
miglioramenti nel controllo dei dati sia nella fase di rilevazione che nella fase ex-post.
Per quanto concerne i controlli nella fase di rilevazione e acquisizione dei dati, il
MIUR ha predisposto dei controlli durante l’immissione dei dati nel Sistema
informativo66. Questi controlli sono diversi a seconda delle scuole statali e non statali.
Per le scuole statali, i primi controlli che vengono effettuati durante la fase di
immissione dei dati nel Sistema sono i confronti fra i dati acquisiti dalla rilevazione e
quelli amministrativi/gestionali relativi all’organico di fatto. Il Sistema visualizza sullo
schermo i dati di organico di fatto ed effettua i controlli previsti; il mancato
superamento dei controlli viene segnalato. Inoltre sono previsti controlli di coerenza fra
i dati inseriti.
Per le scuole non statali, sono previsti solo controlli di coerenza.
I tipi di controlli da effettuare sui dati durante l’immissione, anche se vengono
predisposti e inseriti nel SIMPI da una società esterna, sono decisi dall’Ufficio statistico
e da un ufficio facente parte del Sevizio per l’automazione e l’innovazione tecnologica
del MIUR (la società esterna si limita a inserirli nel Sistema).
Ma l’ufficio di statistica non effettua il collaudo delle procedure realizzate dalla
società esterna, bensì tale collaudo viene effettuato da un altro ufficio dello stesso
Servizio che fornisce all’ufficio di statistica lo stampato dei controlli eseguiti. Non
65
E’ da evidenziare che l’Istat aveva una sua anagrafe delle scuole materne non statali (con i suoi codici),
ma il MIUR non era in grado di gestirla.
66
I tipi di controllo previsti sono indicati nel “Manuale utente” delle Rilevazioni integrative disponibile
nella rete Intranet del MIUR.
60
viene quindi effettuato alcun controllo sull’implementazione delle procedure
predisposte dalla società esterna e non esiste un vero e proprio monitoraggio delle
diverse fasi della rilevazione e correzione dei dati.
Per quanto concerne i controlli e le correzioni ex-post, in questi ultimi anni il MIUR,
in stretta collaborazione con l’Istat, ha cercato di risolvere il problema della correzione e
validazione dei dati. Ad esempio, per l’a.s. 2000/2001 i controlli e la correzione ex-post
dei dati delle rilevazioni “integrative” delle scuole materne non statali sono stati
effettuati dall’Istat che, per rispondere alle richieste internazionali, ha applicato ai dati
grezzi le sue procedure di correzione ottenendo stime a livello regionale delle principali
variabili. Per l’a.s. successivo (2001/2002), l’Istat ha effettuato i controlli e la
correzione dei dati delle scuole statali, mentre il MIUR ha svolto quelli per le scuole
non statali.
Per quanto riguarda l’assenza dei dati dovuta a mancate risposte totali e/o parziali, il
MIUR utilizza procedure specifiche: (i) per le scuole non statali, cerca di recuperare i
modelli di rilevazione o di ricostruire i dati mancanti tramite i dati degli anni precedenti
o successivi; (ii) per le scuole statali, utilizza i dati gestionali/amministrativi dell’anno
corrente e quelli degli anni precedenti e successivi.
Le correzioni effettuate dall’Istat sono in parte di tipo deterministico e in parte sono
imputazioni di tipo probabilistico67.
Le correzioni che vengono apportate ai dati da parte del MIUR sono invece solo di
tipo deterministico.
2.1.4 La diffusione e pubblicazione dei dati: il deficit informativo
A partire dall’a.s. 1946-47 e fino all’a.s. 1986-87 i risultati delle rilevazioni delle
scuole materne effettuate dall’Istat venivano pubblicati dall’Istat stesso, con periodicità
annuale, insieme ai dati degli altri ordini di scuola in un unico volume dal titolo
“Annuario statistico dell’istruzione italiana”.
67
I metodi di correzione e imputazione di tipo deterministico “possono essere assimilati ad uno schema
decisionale ad ‘albero’, in cui le variabili e le loro relazioni sono analizzate secondo una gerarchia
specificata a priori; le variabili sono quindi corrette secondo un ordine e valori predeterminati (se xi non
soddisfa la relazione con xi+1, allora si ponga xi = valore)” (dal glossario di: http://www.ds.unifi.it),
mentre i metodi probabilistici consistono “nell’estrarre casualmente i valori correttivi da distribuzioni di
valori precostituite utilizzando informazioni provenienti dalla stessa indagine per la quale si operano le
imputazioni o già disponibili prima dell’indagine” (dal glossario di: http://www.ds.unifi.it).
61
A partire dall’a.s. 1989-9068 i dati sulle scuole materne sono stati pubblicati – sempre
dall’Istat – in una nuova serie di volumi: “Statistiche della scuola materna ed
elementare”.
Subito dopo il passaggio della produzione dall’Istat al MIUR, l’Istat ha continuato a
curare la diffusione e la pubblicazione delle statistiche derivanti dalle rilevazioni
“integrative” del MIUR (cfr. Tab. 2.3), anche secondo quanto previsto dall’accordo
quadro del 18.8.1997 tra Istat e MPI (“la pubblicazione e la diffusione delle statistiche
prodotte dal Ministero potrà avvenire a cura dell’Istat”).
Allo stato attuale, anche a causa della scadenza dell’accordo quadro69, la
pubblicazione e diffusione di tali dati è ferma a diversi anni fa e non si sa chi deve
provvedere a pubblicare gli Annuari dell’istruzione.
In particolare, gli ultimi dati sulle scuole materne pubblicati e diffusi negli annuari
curati dall’Istat sono quelli relativi all’a.s. 1996/97 (cfr. Tab. 2.3).
Dopo tale anno scolastico, gli unici dati diffusi sono quelli inseriti nelle
pubblicazioni correnti curate - a partire dal 1994 - dal MIUR: “La Scuola Statale: sintesi
dei dati” e “Sedi, alunni, classi, dotazioni organiche del personale docente della scuola
statale”. Ma i dati inseriti in tali pubblicazioni, anche se escono tempestivamente e
vengono diffusi tramite Internet, derivano dai dati amministrativi – gestiti dal Sistema
informativo del MIUR - utilizzati per la definizione dell’organico di fatto (del personale
docente) nel caso della prima pubblicazione e dell’organico previsionale (cd. “di
diritto”) nel caso della seconda e, inoltre, si riferiscono solo alle scuole statali. Per
quanto riguarda invece i dati sulle scuole materne non statali, i dati derivanti dalle
rilevazioni “integrative” vengono solo sporadicamente diffusi dal MIUR su
pubblicazioni specifiche (cfr. Tab. 2.3).
Dalle interviste con i responsabili sia dell’Istat che del MIUR è emerso che la
mancata diffusione e pubblicazione dei dati sulle scuole materne non è dovuto soltanto a
un problema di competenza o a ritardi nella pubblicazione, bensì all’effettiva mancanza
di tali informazioni.
68
Per le scuole materne, per problemi tecnici, per gli a.s. 1987-88 e 1988-89 sono stati pubblicati solo i
risultati delle elaborazioni dei dati rilevati tramite la rilevazione dei dati riepilogativi delle scuole materne
ed elementari per circolo didattico.
E’ inoltre opportuno citare che i dati derivanti dalle rilevazioni riepilogative sono stati pubblicati fino
all’a.s. 1992-93, ai fini di una rapida diffusione, dapprima sul Supplemento al Bollettino Mensile di
statistica e successivamente su un’apposita Collana d’informazione.
69
L’accordo quadro è scaduto il 17.8.2000 e non è stato rinnovato.
62
Infatti, considerando i microdati in possesso del MIUR (cfr. Tab. 2.4) si osserva che i
dati sulle scuole materne presentano i maggiori “gap” informativi per gli anni scolastici
1997/98, 1998/99 e 1999/2000; per questi anni il Ministero spera di rimediare con una
ricostruzione/stima delle principali variabili (alunni, scuole, …) a livello provinciale a
partire dai microdati non trattati derivanti dalle rilevazioni “integrative”. Per tali anni
mancano completamente i dati per le scuole non statali, mentre per le scuole statali ci
sono i dati gestionali del SIMPI.
Come già precedentemente evidenziato, il MIUR sta tentando, attraverso una intensa
collaborazione con l’Istat, di ricostruire i dati delle rilevazioni “integrative” a partire
dall’a.s. 2000/2001. A dicembre 2003 erano disponibili presso il MIUR i dati delle
scuole statali relativi all’a.s. 2000-2001 e delle scuole sia statali che non statali dell’a.s.
2001-2002.
Secondo quanto emerso in sede di intervista, il gap informativo appena visto e la
conseguente mancata diffusione dei dati delle rilevazioni “integrative” sono dovute alla
mancanza di completezza, affidabilità e validazione dei dati.
Per le scuole materne non statali, la mancanza dell’anagrafe ha causato difficoltà nel
reperire e controllare successivamente i dati rilevati. Infatti, l’anagrafe è stata
completata solo nell’a.s. 2001/2002, quindi a circa sette anni di distanza dal passaggio
Istat-MIUR, ed è stata utilizzata per effettuare la rilevazione a partire dall’a.s.
2002/2003. Va comunque osservato che tale anagrafe presenta ancora alcuni problemi
sia di sottostima che di doppi conteggi per alcune province (quali, ad esempio, Caserta e
Napoli).
63
Tabella 2.3. Pubblicazione dei dati delle statistiche sulla scuola dell’infanzia (ex
scuola materna) dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2002-2003.
SCUOLA DELL’INFANZIA
ANNI SCOLASTICI
Statale
Non statale
Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed
elementare”
(Annuario n. 4, 1995)
1992-93
1993-94
Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna e
della scuola dell’obbligo” – Dati sommari (Collana
d’informazione n. 3, 1994)
Volume ISTAT
“Statistiche della scuola
materna ed elementare”
(Annuario n. 5, 1995)
+
Volume ISTAT
“Statistiche della scuola
materna ed elementare”
(Annuario n. 5, 1995)
(a)
1994-95
Volume ISTAT
“Statistiche della scuola
materna ed elementare”
(Annuario n. 6, 1996)
+
Volume ISTAT
“Statistiche della scuola
materna ed elementare”
(Annuario n. 6, 1996)
(a)
1995-96
Volume ISTAT
“Statistiche della scuola
materna ed elementare”
(Annuario n. 7, 1998)
+
Volume ISTAT
“Statistiche della scuola
materna ed elementare”
(Annuario n. 7, 1998)
(a)
1996-97
Volume ISTAT
“Statistiche della scuola
materna ed elementare”
(Annuario n. 8, 2000)
+
Volume ISTAT
“Statistiche della scuola
materna ed elementare”
(Annuario n. 8, 2000)
(a)
1997-98
(a) + (b)
(b)
1998-99
(a) + (b)
(b)
1999-2000
(a) + (b)
(b)
2000-01
(a) + (b)
(b)
64
Tabella 2.3 (segue). Pubblicazione dei dati delle statistiche sulla scuola
dell’infanzia (ex scuole materne) dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2002-2003.
SCUOLA DELL’INFANZIA
ANNI SCOLASTICI
2001-02
Statale
Non statale
(a) + (b)
Volume MIUR “Indagine
conoscitiva scuola non
statale” (*) (Anno 2003)
+ (b)
2002-03
(a) + (b)
(b)
(*): disponibile anche su INTERNET
(a): Il MIUR ha pubblicato e pubblica alcuni dati gestionali derivanti dal Sistema informativo in
appositi volumi (disponibili anche su Internet), tra i quali:
- “La Scuola Statale: sintesi dei dati” (pubblicazione con periodicità annuale);
- “Sedi, alunni, classi, dotazioni organiche del personale docente della scuola statale”
(pubblicazione con periodicità annuale);
(b): Il MIUR ha pubblicato e pubblica alcuni dati derivanti dalle Rilevazioni “integrative” in volumi
monografici (disponibili anche su Internet), tra i quali:
- “Alunni con cittadinanza non italiana – Scuole statali e non statali” (pubblicazione con
periodicità annuale);
- “L’handicap e l’integrazione nella scuola” (pubblicazione saltuaria)
65
Tabella 2.4. Disponibilità di microdati* sulla scuola
dell’infanzia (ex scuola materna) dall’a.s. 1992-93
all’a.s.2002-2003.
ANNI
SCOLASTICI
*:
X:
(a):
(b):
(c):
(d):
(e):
(f)
(g)
SCUOLA DELL’INFANZIA
Statale
Non statale
1992-93
X
X
1993-94
X(a)
X(b)
1994-95
X
X(b)
1995-96
X
X(b)
1996-97
X
X(b)
1997-98
X
(f) + (g)b
1998-99
(c) + (g)
(g)b
1999-2000
(c) + (g)
(g)b
2000-01
X
(d) + (g)b
2001-02
X
Xb
2002-03
(c) + (g)
(e)
Il “microdato” è l’insieme dei dati elementari rilevati sull’unità di analisi
(dal glossario di: www.ds.unifi.it)
Disponibilità di microdati completi tratti dalle rilevazioni Istat o Miur
Dati derivanti dall’indagine ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) dei
dati “riepilogativi” (l’unità di rilevazione è il circolo didattico) e dal
Sistema informativo del MPI (Ministero della Pubblica Istruzione).
L’unità di rilevazione dell’indagine è il circolo didattico e non la singola
scuola.
Microdati gestionali completi derivanti dal Sistema informativo del
MPI/MIUR
Dati provvisori, a livello regionale, derivanti da elaborazioni dell’ISTAT
su alcune variabili dei dati delle rilevazioni “integrative” del MPI.
Il MIUR sta effettuando il trattamento statistico dei microdati derivanti
dalle rilevazioni “integrative”.
Dati provinciali di numerose variabili e dati parziali a livello di circolo didattico
Microdati non trattati delle rilevazioni “integrative” (livelli di acquisizione
inferiori al 100%)
66
2.1.5
Il Sistema informativo (SIMPI) e il Data Warehouse (DWH) del Ministero
dell’istruzione, dell’università e della ricerca
L’ex MPI, per svolgere le attività amministrative e gestionali di sua competenza,
rilevava una gran mole di dati e, sin dal 1976, si era dotato di un Sistema informativo
(SIMPI) per supportare l’attività degli Uffici centrali e periferici attraverso
l’automazione delle funzioni di gestione amministrativa (organico di diritto, mobilità
del personale, ecc.), di gestione giuridica (pratiche di ricostruzione della carriera, ecc.) e
di gestione contabile (stipendi del personale docente della scuola elementare, bilancio di
previsione, ecc.).
Col passare degli anni il SIMPI si è sempre più arricchito di informazioni ed è
sempre più diventato il “gestore” del sistema scuola in quanto amministra una banca
dati di considerevoli dimensioni alimentata da procedure automatiche inserite nel
processo amministrativo.
Inoltre, “per fornire una serie di servizi alle scuole (es. aggiornamenti software,
accesso in linea alle graduatorie, informazioni, ecc.) il MIUR ha fornito fin dal 1998
una rete di collegamenti a circuito chiuso (Intranet) fra tutte le Istituzioni Scolastiche
Statali e il Sistema Informatico” (MIUR-EDS, 2003e, p. 4). Presso gli uffici di
segreteria delle scuole sono state istallate postazioni di lavoro costituenti parte
integrante del SIMPI. Una linea di comunicazione veloce (ISDN) collegava tali
postazioni all’Ufficio provinciale di riferimento e quindi al Centro Elaborazione Dati
del Sistema informativo, consentendo tanto l’inserimento dei dati quanto la
consultazione delle pagine Intranet del Ministero.
Per aumentare le possibilità di connessione tra le istituzioni scolastiche e il SIMPI, e
per rendere più flessibile il lavoro del personale della scuola, dal maggio 2001 è stato
reso disponibile SIWeb (Sistema Informativo in Web), un servizio con il quale le scuole
possono accedere al Sistema informativo direttamente da Internet. SIWeb è infatti stato
realizzato proprio per consentire il collegamento al SIMPI oltre che dalle postazioni di
lavoro fornite dal Ministero e collegate alla rete Intranet, anche da altre macchine di
proprietà delle scuole, purché dotate di accesso a Internet pubblico.
La chiusura della rete Intranet di collegamento tra scuole e Sistema informativo e
l’adozione di una nuova modalità di collegamento via Internet, è accompagnata dalla
creazione di un’ “Area riservata” sul sito Internet del MIUR (www.istruzione.it) dalla
67
quale il personale amministrativo della scuola può accedere a tutti i servizi del Sistema
informativo (funzioni SIMPI, sito Intranet, casella di posta elettronica istituzionale). Un
apposito sistema di accesso controllato garantisce che l’Area sia effettivamente riservata
ai soli Dirigenti scolastici e al personale amministrativo della scuola, che comunque
necessitano di un’autorizzazione preventiva. Gli utenti di SIWeb teoricamente
coincidono con tutto il personale amministrativo delle scuole abilitato dai Dirigenti
scolastici ad interagire con il Sistema informativo. L’attribuzione delle autorizzazioni è
quindi delegata alla responsabilità del Dirigente scolastico. Ciascun utente può essere
autorizzato all’uso di uno o più servizi e deve identificarsi con il codice utente e la
relativa password forniti dal Dirigente scolastico. Una apposita guida (Accesso all’Area
Riservata Istituzioni Scolastiche – Guida di riferimento – disponibile su Intranet del
MIUR) descrive le modalità di accesso ai servizi disponibili nell’Area riservata.
Come già accennato, i servizi forniti sono: (i) Posta Scuole; (ii) SIWeb; (iii)
WebIntranet70.
Attraverso la sezione “SIWeb” le istituzioni scolastiche possono accedere e
interagire con il SIMPI. Per quanto concerne la raccolta di informazioni statistiche,
attraverso questo Sistema le scuole statali inseriscono direttamente nel SIMPI i dati
relativi alle attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero (alunni,
classi, cattedre, personale, ecc.) e i dati richiesti dai modelli delle rilevazioni
“integrative”.
Il complesso dei dati delle rilevazioni va ad alimentare il Data Warehouse che viene
utilizzato dagli Uffici centrali e periferici con finalità conoscitive e amministrativofinanziarie. I soggetti autorizzati (vedi oltre) possono accedere al Data Warehouse
(versione Web) attraverso la sezione “WebIntranet”.
Il DWH è dunque una collezione di basi dati integrate derivanti unicamente dalla
base informativa del SIMPI. Esso contiene una gran mole di informazioni - derivanti sia
dalle attività amministrative e gestionali del MIUR che dalle rilevazioni “integrative” - e
all’interno di esso è possibile consultare delle classi di informazioni fino ad arrivare al
dettaglio della singola informazione.
E’ importante sottolineare che i dati inseriti nel DWH rappresentano una “fotografia”
dei dati registrati negli archivi del SIMPI senza che sia stato effettuato alcun
70
Tutto il personale di segreteria e i Dirigenti scolastici registrati nel Sistema informativo sono stati
preventivamente autorizzati all’utilizzo della WebIntranet.
68
“trattamento” degli stessi; quindi, come viene evidenziato dal Ministero stesso, “la
'garanzia' che i dati prospettati siano corretti e completi deriva esclusivamente da un
adeguato utilizzo delle procedure amministrative automatizzate da cui essi stessi
derivano” (documento sul Data Warehouse inserito in WebIntranet).
Per quanto riguarda le informazioni relative alle rilevazioni “integrative”, è
opportuno tenere presente che il DWH non contiene i dati di tutte le scuole ma solo di
quelle rilevate, cioè di quelle che hanno compilato e inviato al MIUR i modelli di
rilevazione. Per tale motivo non è assicurato un elevato grado di completezza e
affidabilità delle informazioni e di conseguenza non si può pensare di diffondere e di
utilizzare questi dati a scopo statistico. Il DWH non può dunque sostituire i mezzi di
diffusione dei dati.
Al momento esistono due versioni del DWH: (i) statica (report su Web) e (ii)
dinamica (DWH locale).
Il DWH “locale” può essere utilizzato solo dall’Amministrazione centrale e dagli
Uffici Scolastici Regionali e consente di visualizzare i dati in maniera dinamica e di
effettuare particolari elaborazioni sugli stessi.
Il DWH “statico” può essere consultato solo da coloro ai quali è consentito l’accesso
alla rete Intranet del Ministero: (i) Amministrazione centrale; (ii) Uffici periferici del
MIUR (Uffici Scolastici Regionali e Centri Servizi Amministrativi); (iii) Istituzioni
scolastiche statali; (iv) scuole non statali che sono state accreditate; (v) in via
sperimentale, eventuali altri enti che hanno stipulato delle convenzioni con il MIUR
(quali ad es. la Regione Toscana e la Regione Lombardia) o che hanno ricevuto
particolari autorizzazioni71.
Il DWH statico consente di accedere ai report statistici delle tre aree disponibili:
1. Organico di fatto e anagrafe delle scuole statali
2. Personale
3. Rilevazioni “integrative”
Per la definizione di “organico di fatto” cfr. par. 2.1.2. Nel periodo in cui gli uffici
periferici hanno la possibilità di aggiornare i dati relativi all’organico di diritto sul
71
Si ringrazia l’Ing. Alessandro Musumeci per aver fornito alla Commissione per la garanzia
dell’informazione statistica l’Utenza e la Password per accedere al Sistema informativo del Ministero.
69
SIMPI, le informazioni vengono periodicamente riportate sul DWH fino alla definizione
completa dell’organico di fatto, momento in cui tali dati si consolidano.
Per “anagrafe delle scuole” si intende l’insieme delle informazioni riguardanti le
singole scuole statali.
Il “Personale scolastico” del MIUR viene classificato in cinque differenti categorie:
personale docente, personale amministrativo tecnico ed ausiliario (A.T.A.), dirigenti
scolastici, personale educativo, incaricati per l’insegnamento della religione. Questa
classificazione è stata mantenuta anche nell’organizzazione dell’area del DWH.
Nell’area “Rilevazioni integrative” sono presenti tutte le informazioni acquisite
tramite le schede di rilevazione integrativa sia per la scuola statale che non statale. In
questa area, oltre ad essere disponibile una grande varietà di report, è anche possibile
ottenere su file tutte le informazioni analitiche per singola scuola.
Accedendo al DWH, si osserva che non possono essere consultate le serie storiche
dei dati, ma solo i dati correnti. Ad esempio, a febbraio 2004 potevano essere consultati
i dati dell’organico di fatto e del personale relativi all’a.s. 2003-2004 e i dati delle
rilevazioni “integrative” relativi all’a.s. 2002-2003. Attualmente (luglio 2004) possono
essere consultati i dati dell’organico di fatto e del personale sempre relativi all’a.s.
2003-2004 e i dati delle rilevazioni “integrative” relativi all’a.s. 2003-2004 (fatta
eccezione dei dati sugli scrutini ed esiti finali).
I dati e le variabili consultabili nel DWH relativi alle scuole materne sono
prospettati nella Tabella 2.5.
70
Tabella 2.5. Dati sulla scuola dell’infanzia (ex scuola materna) consultabili nel DWH del MPI
ORGANICO DI FATTO(a)
1. Scuole e istituti
1.1. Conteggio scuole: n° scuole; n° scuole associate a istituti comprensivi
2. Alunni e classi
2.1. Bambini per tipo di funzionamento della scuola (tempo normale; tempo ridotto)
2.2. Bambini portatori di handicap per tipo di sostegno (sost. minorati della vista, sost. minorati dell’udito, sost.
minorati psicofisici) e per tipo di funzionamento della scuola (tempo normale; tempo ridotto)
3. Posti e cattedre
3.1. Posti e sezioni per tipo di funzionamento
3.2. Posti di sostegno per tipo di sostegno (sostegno minorati della vista, sostegno minorati dell’udito, sostegno
minorati psicofisici)
Livello di disaggregazione territoriale per 1, 2 e 3: nazionale, aree geografiche, regioni, distretti, province,
circoli, comuni, anagrafica scuole
PERSONALE(a) (b)
1. Docenti
1.1. Docenti titolari per tipo di insegnamento (comune, con metodo Montessori, per ciechi, …) e per tipo di
posto (normale, sostegno, altro)
1.2. Docenti immessi in ruolo per tipo di posto (normale, sostegno)
1.3. Docenti cessati per causale di cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, …)
1.4. Docenti collocati fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (aspettativa per coniuge in servizio all’estero, coll.
fuori ruolo permanente per utilizzazione in altri compiti per motivi di salute, …)
1.5. Personale docente in servizio per tipo di insegnamento (comune, con metodo Montessori, per ciechi, …)
1.6. Assenze docenti per tipo di insegnamento (comune, con metodo Montessori, per ciechi, …)
2. Personale amministrativo tecnico ed ausiliario (A.T.A.)
2.1. Personale ATA titolare per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, collaboratore
scolastico, .)
2.2. Personale ATA immesso in ruolo per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, ...)
2.3. Personale ATA cessato per tipo di profilo (assistente amministrativo, ...) e per causale cessazione (per
dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, …)
2.4. Personale ATA collocato fuori ruolo per tipo di profilo (assistente amministrativo, ...) e per causale coll.
fuori ruolo (aspettativa per coniuge in servizio all’estero, coll. fuori ruolo permanente per utilizzazione in
altri compiti per motivi di salute, …)
2.5. Personale ATA in servizio
2.6. Assenze del personale ATA per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, ...)
3. Personale educativo (PED)
3.1. Personale educativo titolare
3.2. Personale educativo immesso in ruolo
3.3. Personale educativo cessato per causale cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, …)
3.4. Personale educativo collocato fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (aspettativa per coniuge in servizio
all’estero, coll. fuori ruolo permanente per utilizzazione in altri compiti per motivi di salute, …)
3.5. Personale educativo in servizio
3.6. Assenze del personale educativo
Livello di disaggregazione territoriale per 1, 2 e 3: nazionale, aree geografiche, regioni e province
71
Tabella 2.5 (segue). Dati sulla scuola dell’infanzia (ex scuola materna) consultabili nel DWH del MPI
RILEVAZIONI “INTEGRATIVE”
1. Scuola statale
1.1. Notizie generali: n° scuole tot., n° scuole rilevate, n° alunni, n° sezioni, n° bambini in lista d’attesa
1.2. Bambini per anno di nascita e sesso
1.3. Bambini portatori di handicap per tipo di handicap
1.4. Bambini con cittadinanza non italiana per stato estero e sesso
1.5. Servizi: n° bambini che fruiscono di servizi per tipo di servizio (mensa, scuolabus); n° scuole che offrono
servizi per tipo di servizio (mensa, scuolabus)
1.6. Sezioni: n° sezioni con bambini potatori di handicap; n° sezioni funzionanti il sabato; n° sezioni a 8 ore; n°
sezioni a 9 ore; n° sezioni a 10 ore; n° sezioni a tempo ridotto
1.7. Altre informazioni sui bambini: n° alunni nomadi; n° alunni che non fruiscono dell’insegnamento della
religione cattolica
2. Scuola non statale
2.1. Notizie generali: n° scuole rilevate, n° alunni, n° sezioni, n° personale docente, n° personale non docente, n°
bambini in lista d’attesa
2.2. Bambini per anno di nascita e sesso
2.3. Bambini portatori di handicap per tipo di handicap
2.4. Bambini con cittadinanza non italiana per stato estero e sesso
2.5. Servizi: n° bambini che fruiscono di servizi per tipo di servizio (mensa, scuolabus); n° scuole che offrono
servizi per tipo di servizio (mensa, postscuola, prescuola, scuolabus)
2.6. Sezioni: n° sezioni con bambini potatori di handicap; n° sezioni funzionanti il sabato; n° sezioni a 8 ore; n°
sezioni a 9 ore; n° sezioni a 10 ore; n° sezioni a tempo ridotto
2.7. Personale: n° personale docente per sesso, n° personale non docente per sesso; n° personale insegnante in
possesso di abilitazione all’insegnamento scuola materna; n° personale insegnante in possesso di
specializzazione per il sostegno
2.8. Altre informazioni sui bambini: n° alunni nomadi; n° alunni che non fruiscono dell’insegnamento della
religione cattolica
Livello di disaggregazione territoriale per 1 e 2: nazionale, area geografica, regione, province, comuni,
distretti
3. Dati analitici
Sono presenti tutte le informazioni acquisite tramite le schede di rilevazione “integrativa” sia per la scuola statale
che non statale ed è possibile ottenere su file tutte le informazioni analitiche per singola scuola.
(a) Dati derivanti dalle attività amministrative e gestionali del MIUR.
(b) Il personale scolastico del MPI viene classificato in cinque differenti categorie: personale docente, Personale
amministrativo tecnico ed ausiliario (A.T.A.), dirigenti scolastici, personale educativo, incaricati per
l’insegnamento della religione. Le informazioni disponibili sono relative al personale con contratto di lavoro a
tempo indeterminato (di ruolo), annuale e fino al termine delle attività didattiche (non di ruolo), cessato e
collocato fuori ruolo. Relativamente al personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato, le informazioni
sono disponibili sia per i titolari che per i cessati e i collocati fuori ruolo.
72
2.2. Le statistiche della scuola primaria72 (ex scuola elementare)
2.2.1 La produzione statistica prima e dopo il passaggio
Prima del passaggio della produzione dei dati sulle scuole elementari dall’Istat al
MIUR73, l’Istat effettuava delle rilevazioni totali (censuarie), svolte con cadenza
annuale. L’oggetto di tali rilevazioni erano le scuole elementari sia gestite dallo Stato
(scuole statali) che gestite da enti pubblici e privati (scuole non statali). Allo stesso
tempo anche il MPI era in possesso di informazioni statistiche sulle scuole elementari
derivanti dalle attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero (in
particolare: consistenza degli alunni, delle classi, del personale e delle strutture edilizie
delle scuole statali) e inserite nel Sistema informativo del MPI (SIMPI). Il Ministero
non rilevava invece i dati sulle scuole elementari non statali e alcune informazioni sulle
scuole elementari statali che l’Istat acquisiva tramite le proprie rilevazioni (in
particolare: distinzione per sesso degli alunni iscritti e ripetenti; alunni in edifici precari;
distinzione per paese d’origine degli alunni stranieri; ampiezza dell’unità scolastica;
personale non insegnante; distinzione per singolo comune di unità, classi, alunni e
insegnanti).
Dopo il passaggio, con l’accordo quadro siglato il 18.08.1997 tra il MPI e l’Istat è
stato stabilito che, limitatamente ai dati non gestiti dal SIMPI (quali ad esempio il sesso
degli alunni, gli esiti degli scrutini e degli esami, ecc. nonché tutti i dati riguardanti le
scuole non statali), le indagini annuali precedentemente condotte dall’Istat nelle scuole
vengano sostituite da indagini “integrative” – con periodicità annuale - la cui titolarità
spetta allo stesso Ministero.
Allo stato attuale, i dati sulle scuole elementari vengono prodotti dal MIUR e
derivano da:
(i)
le attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero (che
riguardano le sole scuole statali);
72
“La scuola primaria è articolata in un primo anno, teso al raggiungimento delle strumentalità di base, e
in due periodi didattici biennali. Insieme alla scuola secondaria di I grado, costituisce il primo ciclo
d’istruzione (Legge 28 marzo 2003, n. 53). Devono essere iscritti alla prima classe della scuola primaria
gli alunni che compiono i sei anni entro il 31 agosto; possono essere iscritti i bambini che compiono i sei
anni di età entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento - 28 febbraio per gli anni scolastici
2003/2004 e 2004/2005 – (D. lgs. 19 febbraio 2004, n. 59)” (MIUR (2004), p. XXII).
73
Per i tempi del passaggio della produzione delle statistiche sulle scuole dall’Istat al MIUR cfr. Schema
A.
73
(ii)
le rilevazioni “integrative” effettuate per approfondire alcuni aspetti non
rilevati dalle attività amministrative e gestionali di cui al punto precedente e in
particolare per rilevare informazioni sulle scuole non statali;
(iii) le indagini campionarie sugli esiti degli scrutini e degli esami, nonché sul
giudizio riportato dagli alunni negli esami di licenza (solo per le scuole
statali).
Nei paragrafi che seguono del presente capitolo 2.2 verranno descritti - relativamente
alle statistiche delle scuole elementari - i principali aspetti delle rilevazioni dei dati di
fonte amministrativa e delle rilevazioni “integrative”, le modalità di diffusione dei dati,
il Sistema informativo del MPI (SIMPI), il Data Warehouse e le indagini campionarie.
Nel caso delle rilevazioni “integrative” verranno effettuati dei riferimenti e dei
confronti con quanto veniva fatto precedentemente dall’Istat.
2.2.2 I dati di fonte amministrativa
I dati sulle scuole elementari statali derivanti dalle attività amministrative e gestionali
di competenza del Ministero maggiormente utilizzati per la descrizione del sistema
scolastico sono quelli rilevati per la determinazione dell’organico di diritto e
dell’organico di fatto.
Secondo le definizioni inserite nel Sistema informativo del MIUR (SIMPI), le
funzioni di “organico di diritto” sono le procedure informatiche che consentono a
ciascuna scuola statale di comunicare al SIMPI le informazioni – basate sulle richieste
di iscrizione - sul numero di alunni, classi, posti o cattedre relativi al successivo anno
scolastico in modo da definire la propria pianta organica. Invece, con il termine di
“organico di fatto” vengono intese le procedure relative all’inserimento nel SIMPI
dell’effettiva consistenza degli alunni, delle classi, dei posti e delle cattedre per l’anno
scolastico al quale ci si riferisce relativamente alle scuole statali.
Questi dati vengono comunicati dalle segreterie scolastiche al SIMPI attraverso il
collegamento diretto esistente (cfr. par. 2.1.5).
Per quanto riguarda la descrizione del processo di rilevazione74 e comunicazione dei
dati per la determinazione dell’organico di diritto, ogni segreteria scolastica deve
74
La descrizione del processo di rilevazione dei dati per la determinazione dell’Organico di diritto è stata
desunta dal sito WebIntranet del MIUR (www.mpi.istruzione.it).
74
comunicare i dati relativi a tutte le sedi di propria competenza. Il processo di
comunicazione avviene secondo i seguenti passi:
1° passo - Reperimento
moduli:
le
segreterie
scolastiche
devono
stampare,
direttamente in sede e utilizzando le apposite funzioni del Sistema centrale,
la modulistica necessaria per la rilevazione dei dati relativi all’Organico da
determinare;
2° passo - Compilazione moduli: le segreterie scolastiche devono reperire le
informazioni di interesse e compilare i moduli con i dati di organico relativi
a ciascuna sede di propria competenza: (a) numero degli alunni e delle classi
e/o pluriclassi distinto per tipologia di posto (normale, sostegno, altro), anno
di corso e tipologia di orario; (b) numero degli alunni portatori di handicap
per tipologia di posto prevista nella scuola, distinto per anno di corso,
tipologia di orario e tipologia di sostegno; (c) numero dei posti, distinti per
tipologia, a livello di circolo didattico o istituto comprensivo; (d) numero dei
posti per tipologia di posto prevista nella scuola per le scuole ospedaliere,
speciali per ciechi e sordomuti;
3° passo - Comunicazione dei dati al Sistema informativo (SIMPI): le segreterie
scolastiche, una volta reperite le informazioni di interesse e compilati i
moduli con i dati di organico relativi a ciascuna sede di propria competenza,
devono operare nel modo seguente: (i) comunicare al Sistema gli alunni, le
classi e/o pluriclassi e gli alunni portatori di handicap per tutti i plessi di
competenza; (ii) verificare l’ipotesi di organico elaborata dal Sistema a
livello di circolo didattico o istituto comprensivo ed eventualmente apportare
le necessarie modifiche; (iii) integrare, sempre a livello di circolo didattico o
istituto comprensivo, i dati di organico comunicando puntualmente i posti di
sostegno e di lingua straniera per i quali non è prevista alcuna ipotesi di
calcolo da parte del Sistema; (iv) comunicare puntualmente per singolo
plesso i posti per le sedi attivate presso strutture ospedaliere e per le scuole
speciali per sordomuti e per ciechi; (v) verificare la corretta immissione a
Sistema dei dati tramite i prodotti di supporto quali stampe e interrogazioni;
(vi) stampare la situazione di organico definitiva;
75
4° passo - Invio stampe: le segreterie scolastiche devono inoltrare ai CSA competenti
le stampe, riportanti i dati relativi ad alunni, classi e/o pluriclassi e posti,
debitamente firmate dal Dirigente scolastico.
E’ previsto che il personale di segreteria possa essere assistito, nelle varie fasi del
procedimento amministrativo e nell’uso delle funzioni del Sistema informativo, dai
referenti dei CSA.
Le fasi successive del procedimento amministrativo, finalizzate alla definizione della
pianta organica provinciale utile alle operazioni di mobilità, sono di competenza dei
CSA, i quali potranno operare solo dopo aver disattivato, alle istituzioni scolastiche, le
funzioni di inserimento dei dati.
Per quanto concerne l’organico di fatto, le procedure che acquisiscono tali
informazioni hanno la caratteristica di aggiornare, se necessario, gli analoghi dati che
hanno determinato l’organico di diritto e sono relativi alla situazione ad anno scolastico
già avviato.
2.2.3 Le rilevazioni “integrative”
2.2.3.A L’unità di rilevazione
Come avveniva per le rilevazioni effettuate dall’Istat prima del passaggio, l’unità di
rilevazione della rilevazione “integrativa” delle scuole elementari – sia statali che non
statali – è l’unità scolastica.
2.2.3.B I modelli di rilevazione
Per effettuare la rilevazione “integrativa” delle scuole elementari, il MIUR utilizza
due modelli di rilevazione: uno per la scuola statale ed uno per la scuola non statale. I
due modelli presentano alcune diversità, dal momento che alcuni dati delle scuole statali
sono già noti al Sistema informativo del MPI e che la scuola non statale presenta alcune
sue proprie peculiarità.
Nella Tabella 2.6 sono riassunte le variabili rilevate dall’Istat per l’a.s. 1992-93
(ultimo anno in cui la rilevazione è stata in carico all’Istat) e quelle rilevate dal MIUR
76
con il modello relativo alle scuole elementari non statali75 dell’a.s. 2002-2003,
evidenziando le variabili rilevate dai modelli Istat e non dai modelli MIUR e viceversa.
Come si può osservare, non tutte le variabili che venivano rilevate dall’Istat sono
attualmente rilevate dal MIUR; d’altra parte i modelli utilizzati dal MIUR rilevano
anch’essi alcune variabili precedentemente non rilevate dall’Istat.
Il modello del MIUR relativo all’a.s. 2002-2003 rileva “nuove” variabili importanti
per la descrizione del sistema scolastico relative agli alunni (in particolare: anno di
nascita degli alunni, alunni appartenenti a comunità nomadi, insegnamento della
religione cattolica, alunni che studiano lingue straniere), alle classi (in particolare: classi
per tipo di orario), ai servizi e agli esiti finali dell’a.s. precedente (in particolare: alunni
non valutati, alunni portatori di handicap scrutinati/esaminati, alunni con cittadinanza
non italiana scrutinati/esaminati, ecc.).
E’ evidente che le differenze riscontrate nei due modelli siano in larga parte dovute a
nuove sensibilità che sono venute maturando nel tempo e che hanno comportato la
necessità di rilevare fenomeni di particolare rilevanza così come l’appartenenza degli
alunni a comunità nomadi, la fruizione dell’insegnamento della religione cattolica,
l’orario su 5 o 6 giorni, lo studio della lingua straniera, e l’inutilità di rilevarne altri
(quali, ad esempio, alunni e classi distinti per: in edificio appositamente costruito o
permanentemente adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente utilizzato ad uso
scolastico; doposcuola; situazione edilizia).
In linea generale si può osservare che le principali variabili richieste dalla gran parte
dei fruitori dei dati per descrivere e analizzare il mondo della scuola (quali: sesso degli
alunni; distinzione fra alunni in corso e ripetenti; alunni stranieri per paese di origine;
alunni portatori di handicap; esiti finali ed esiti degli esami di licenza e di qualifica)
sono ancora oggi rilevate dal MIUR.
A partire dall’a.s. 2002/2003 le rilevazioni “integrative” delle scuole elementari si
svolgono in due periodi distinti, in modo da raccogliere i risultati degli scrutini ed esami
75
E’ stato preso in considerazione il modello della rilevazione integrativa delle scuole elementari non
statali piuttosto che quello delle scuole elementari statali, perché è il modello che richiede un maggior
numero di informazioni. Per le scuole statali, infatti, alcune informazioni (quali, ad esempio, notizie sul
personale), sono già in possesso del MIUR e inserite nel SIMPI, in quanto derivano dalle procedure
amministrativo-gestionali del Ministero. Va comunque osservato che il modello della rilevazione
“integrativa” delle scuole elementari statali, approfondisce alcuni temi – rispetto al modello delle scuole
elementari non statali – quali: tipo di organizzazione modulare della scuola, classi a doppio turno, alunni
in classi in doppio turno, docenti specializzati impegnati nell’insegnamento della lingua straniera, classi
con insegnamento di lingua straniera.
77
conclusivi dello stesso anno tempestivamente e non più, come nel passato,
congiuntamente ai dati dell’anno scolastico successivo: durante il primo periodo, che ha
inizio nel mese di ottobre/novembre e termina generalmente a marzo, vengono acquisite
tutte le informazioni richieste nei moduli della rilevazione “integrativa”, ad eccezione di
quelle contenute nella sezione relativa agli esiti; nel secondo, a partire da luglio
dell’anno successivo, vengono acquisite le informazioni relative agli esiti finali
dell’anno scolastico appena trascorso (in tale periodo non possono essere in alcun modo
modificate le informazioni immesse nel primo periodo).
Riguardo all’accessibilità dei modelli di rilevazione, va osservato che questi non
vengono diffusi né su pubblicazioni specifiche, né tramite Internet, bensì solo attraverso
la rete Intranet del MIUR il cui accesso, come si è visto nel paragrafo 2.1.5, è riservato a
pochissimi utenti. Un utilizzatore può dunque ottenere i modelli solo attraverso una
specifica richiesta al Ministero.
78
Tabella 2.6. Variabili rilevate dal modello ISTAT M.10 “Rilevazione delle scuole elementari – A.S. 199293” e dal modello MIUR/2b “Rilevazione delle scuole elementari non statali – A.S. 2002-2003”.
Variabili rilevate dal Mod. ISTAT M.10
Variabili rilevate dal Mod. MIUR/2b
A.S. 1992-93
A.S. 2002-2003
GESTIONE DELLA SCUOLA
NOTIZIE SUGLI ALUNNI:
• N° alunni iscritti per anno di corso e sesso
POSIZIONE GIURIDICA DELLA SCUOLA NON
• N° alunni ripetenti per anno di corso e sesso
STATALE
N° alunni per anno di nascita (distinti per sesso e anno
NOTIZIE SUGLI ALUNNI:
di corso)
• N° alunni in totale
• N° alunni portatori di handicap per anno di corso
N° alunni distinti per: in edificio appositamente
( distinti per tipo di handicap)
costruito o permanentemente adattato ad uso scolastico
N° alunni che studiano lingue straniere per anno di
e in edificio precariamente utilizzato ad uso scolastico
corso e tipo di lingua
N° alunni in turno unico e primo turno (distinti per: in • N° alunni con cittadinanza non italiana ( per anno di
edificio appositamente costruito o permanentemente
corso)
adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente
N° alunni appartenenti a comunità nomadi per anno di
utilizzato ad uso scolastico)
corso
N° alunni in secondo e terzo turno (distinti per: in
N° alunni in pluriclasse per anno di corso
edificio appositamente costruito o permanentemente
N° alunni che non fruiscono dell’insegnamento della
adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente
religione cattolica per anno di corso
utilizzato ad uso scolastico)
ALUNNI STRANIERI:
• N° alunni iscritti per anno di corso e sesso
• N° alunni stranieri per cittadinanza e sesso
• N° alunni ripetenti per anno di corso e sesso
NOTIZIE SULLE CLASSI:
CLASSI:
• N° classi per anno di corso
• N° classi per anno di corso
N° di classi con orario su 5 giorni per anno di corso
N° classi distinte per: in edificio appositamente
N° di classi con orario su 6 giorni per anno di corso
costruito o permanentemente adattato ad uso scolastico
N° di classi con insegnamento di lingua straniera per
e in edificio precariamente utilizzato ad uso scolastico
anno di corso
N° classi in turno unico e primo turno (distinte per: in
edificio appositamente costruito o permanentemente
adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente
utilizzato ad uso scolastico)
N° classi in secondo e terzo turno (distinti per: in
edificio appositamente costruito o permanentemente
adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente
utilizzato ad uso scolastico)
SITUAZIONE EDILIZIA:
N° aule utilizzate in edificio appositamente costruito o
permanentemente adattato ad uso scolastico (distinte
per: aule ordinarie e spazi per attività speciali e
laboratori)
N° aule in edificio precariamente utilizzato ad uso
scolastico (distinte per: aule ordinarie e spazi per
attività speciali e laboratori)
Esistenza della biblioteca
Esistenza di refettori
Ubicazione della scuola (in un unico edificio o in più
edifici)
Esistenza di palestra
PERSONALE IN SERVIZIO:
• N° personale insegnante di ruolo e non di ruolo per
sesso
• N° personale non insegnante per sesso
N° personale non insegnante per sesso distinto per
qualifiche (personale di concetto, personale esecutivo,
personale tecnico, personale ausiliario)
79
PERSONALE IN SERVIZIO:
N° personale insegnante in totale per sesso
N° personale insegnante di ruolo per sesso
N° personale non insegnante per sesso
SERVIZI:
• N° alunni che fruiscono di mensa
N° alunni che fruiscono di prescuola
N° alunni che fruiscono di scuolabus
N° alunni che fruiscono di postscuola
Tabella 2.6 (segue). Variabili rilevate dal modello ISTAT M.10 “Rilevazione delle scuole elementari – A.S.
1992-93” e dal modello MIUR/2b “Rilevazione delle scuole elementari non statali – A.S. 2002-2003”.
Variabili rilevate dal Mod. ISTAT M.10
Variabili rilevate dal Mod. MIUR/2b
A.S. 1992-93
A.S. 2002-2003
CLASSI ABBINATE:
N° classi abbinate
N° alunni in classi abbinate
N° insegnanti titolari in classi abbinate
CLASSI NORMALI CON ALUNNI PORTATORI DI
HANDICAPS:
N° classi con alunni portatori di handicap per anno di
corso
• N° alunni portatori di handicap per anno di corso
N° insegnanti di sostegno (assegnati agli alunni
portatori di handicap)
CLASSI A TEMPO PIENO:
N° classi per anno di corso
N° alunni per anno di corso
• N° alunni che prendono la refezione per anno di corso
N° insegnanti titolari
CLASSI CON ATTIVITA’ INTEGRATIVE E/O CON
INSEGNAMENTI SPECIALI NON A TEMPO PIENO:
N° classi o gruppi di classi interessati
N° alunni partecipanti
N° insegnanti aggiuntivi addetti
ESITI FINALI DELL’A.S. PRECEDENTE:
• N° scrutinati/esaminati per sesso e anno di corso
(distinti per: alunni interni e candidati esterni)
• N° alunni promossi/licenziati per sesso e anno di corso
(distinti per: alunni interni e candidati esterni)
N° alunni interni non valutati per interruzioni
formalizzate per sesso e anno di corso
N° alunni interni non valutati per interruzioni non
formalizzate per sesso e anno di corso
N° alunni portatori di handicap scrutinati/esaminati
(distinti per: alunni interni e candidati esterni)
N° alunni portatori di handicap promossi/licenziati
(distinti per: alunni interni e candidati esterni)
N° alunni interni portatori di handicap non valutati
N°
alunni
con
cittadinanza
non
italiana
scrutinati/esaminati (distinti per: alunni interni e
candidati esterni)
N°
alunni
con
cittadinanza
non
italiana
promossi/licenziati (distinti per: alunni interni e
candidati esterni)
N° alunni interni con cittadinanza non italiana non
valutati
DOPOSCUOLA:
N° classi o gruppi di classi di doposcuola funzionanti
N° alunni
N° insegnanti
ALUNNI STRANIERI:
• N° alunni stranieri per cittadinanza
ESITI FINALI DELL’A.S. PRECEDENTE(x):
• N° scrutinati/esaminati per sesso e anno di corso
(distinti per: alunni interni e candidati esterni)
• N° alunni promossi per sesso e anno di corso (distinti
per: alunni interni e candidati esterni)
• N° alunni respinti per sesso e anno di corso (distinti
per: alunni interni e candidati esterni)
(X) Gli esiti finali dell’a.s. precedente venivano rilevati dall’ISTAT con il Mod. ISTAT M. 11 – Rilevazione dei
dati riepilogativi.
LEGENDA:
: Variabili non rilevate dal Mod. ISTAT M.10 dell’a.s. 1992-93.
: Variabili non rilevate dal Mod. MIUR 2/b dell’a.s. 2002-2003.
• : Variabili rilevate sia dal Mod. ISTAT M.10 (a.s. 1992-93) che dal Mod. MIUR 2/b (a.s. 2002-2003).
80
2.2.3.C Le fasi della rilevazione
Prima del passaggio delle rilevazioni dall’Istat al MPI, l’Istat effettuava la raccolta
dei dati sulle scuole elementari presso le singole unità scolastiche, d’intesa con il MPI,
tramite i Provveditorati agli studi, che collaboravano alle rilevazioni in qualità di organi
intermedi di rilevazione.
Più precisamente, l’Istat inviava ai Provveditorati i modelli di rilevazione cartacei e
le circolari con le istruzioni destinate ai Capi d’Istituto. I Provveditorati distribuivano il
materiale alle scuole, raccoglievano i modelli da esse compilati e li trasmettevano di
nuovo all’Istat, che curava le fasi di riepilogo, di revisione qualitativa e quantitativa, di
registrazione ed elaborazione secondo un piano di tabulazione opportunamente
predisposto.
L’Istat aveva dei referenti a livello di Provveditorati, ma non organizzava alcuna
riunione a scopo formativo con essi.
Subito dopo il passaggio delle rilevazioni dall’Istat al MIUR, le rilevazioni
“integrative” venivano effettuate dal MIUR tramite modelli cartacei e poi i dati
venivano
inseriti
nel
Sistema
informativo
dai
Provveditorati
agli
studi.
Successivamente, per le scuole statali, si è cominciato ad assistere ad uno spostamento
dell’attività di acquisizione dei dati dai Provveditorati verso le istituzioni scolastiche
stesse che hanno cominciato ad inserire direttamente le informazioni di propria
competenza nel SIMPI.
Attualmente il processo di acquisizione dei dati è stato informatizzato. In particolare,
a partire dall’a.s. 2000-2001, avvalendosi del collegamento telematico con il Sistema
informativo in tutte le istituzioni scolastiche statali, il processo di raccolta e
comunicazione dei dati delle rilevazioni “integrative” delle scuole statali e di parte delle
scuole non statali è stato integralmente delegato alle istituzioni scolastiche.
Per le scuole elementari statali è infatti cura degli istituti scolastici statali provvedere
autonomamente al prelievo dei modelli dalla rete Intranet del MIUR, alla loro
compilazione e all’immissione nel Sistema informativo dei dati in essi contenuti.
Generalmente sono i segretari scolastici ad occuparsi della rilevazione e
dell’immissione dei dati nel Sistema.
Per le scuole elementari non statali, l’iter procedurale si svolge nel seguente modo:
per le scuole non paritarie è cura dell’istituto scolastico statale (circolo didattico o
81
istituto comprensivo), tenuto a vigilare su di esse, prelevare il relativo modello di
rilevazione e fornire al Sistema le informazioni; nel caso delle scuole paritarie, tale
operazione viene espletata o da un istituto scolastico statale previo accordo tra le scuole
stesse, o dal CSA se così si è convenuto in sede locale.
Il MIUR ha predisposto un apposito “Manuale utente” per illustrare i software messi
a disposizione delle segreterie scolastiche collegate telematicamente al SIMPI e le loro
modalità di utilizzo per comunicare i dati di propria competenza relativamente alle
rilevazioni “integrative”.
Per seguire e monitorare il processo di rilevazione, il MIUR richiede - attraverso
apposite circolari - agli Uffici scolastici regionali di procedere alla nomina di referenti, a
livello regionale e provinciale. Questi referenti hanno il compito, oltre che di
sensibilizzare le scuole in materia di acquisizione e circolazione dei flussi informativi,
quello di seguire costantemente e da vicino tutte le fasi delle rilevazioni a livello locale,
fornendo assistenza alle scuole nella fase di compilazione dei modelli e assicurando nel
contempo un monitoraggio dell’andamento delle rilevazioni.
Gli Uffici scolastici regionali a loro volta richiedono ai Dirigenti dei CSA la nomina
dei referenti provinciali e poi possono decidere di organizzare degli incontri
organizzativi con essi76.
Va comunque osservato che per quanto riguarda le procedure informatiche utilizzate
durante il processo di rilevazione dei dati, queste vengono implementate e gestite da una
società informatica esterna scelta mediante una apposita gara d’appalto. L’ufficio di
statistica del MIUR non viene consultato per la parte statistica relativa alla gestione del
Sistema informativo da parte della società esterna e non ha alcun controllo sull’operato
della società stessa. Da ciò deriva che l’ufficio di statistica del MIUR non ha il controllo
pieno di alcune fasi del processo di rilevazione dei dati.
2.2.3.D I livelli di copertura
Secondo quanto dichiarato dai responsabili dell’Istat, prima del passaggio l’Istituto
riusciva a recuperare – in modo tempestivo - i modelli relativi alla totalità delle scuole.
Le scuole venivano infatti raggiunte tutte col tramite dei Provveditorati agli studi che
provvedevano a rinviare all’Istat i modelli compilati. Successivamente l’Istat mandava
76
Si sottolinea che tali incontri hanno solo scopo organizzativo e non formativo.
82
dei solleciti alle scuole non rispondenti. Quelle ancora inadempienti dopo il secondo
sollecito venivano contattate per telefono per cercare di raccogliere comunque le
informazioni mancanti.
Dopo il passaggio di competenze, il MIUR ha incontrato diversi problemi nel riuscire
a reperire i modelli delle rilevazioni “integrative” relativi alle scuole elementari.
Con il passare degli anni i livelli di copertura sono diventati sempre più alti anche se
ancora oggi la rilevazione difetta di completezza. I tassi di risposta relativi all’a.s. 20032004 sono infatti pari al 95,6% per le scuole elementari statali e al 75% per quelle non
statali.
Come si può osservare dalla tabella 2.7, nel corso degli anni scolastici i tassi di
risposta non hanno mantenuto un andamento stabile; in alcuni casi si è registrata
addirittura una diminuzione. Secondo quanto dichiarato dal Ministero, non è facile
individuare con precisione i motivi di tali andamenti, che con molta probabilità sono
dovuti a fattori contingenti o locali.
Tabella 2.7. Tassi di risposta(1) della scuola primaria (ex scuola elementare) statale e non statale –
Rilevazioni “integrative” dall’a.s. 1998/99 all’a.s. 2003/04 (valori percentuali)
ANNI
SCOLASTICI
SCUOLA PRIMARIA
Statale
Non stat.
1998/99
90,8
83,1
1999/2000
90,5
71,8
2000/2001
90,3
77,2
2001/2002
93,3
72,2
2002/2003
94,4
73,2
2003/2004
95,6
75,0
(1) – Il tasso di risposta è calcolato rapportando il n°
di scuole rilevate al n° di scuole risultanti in anagrafe.
Fonte: elaborazioni MIUR.
83
2.2.3.E Le procedure di controllo dei dati
Prima del passaggio, secondo quanto dichiarato dai responsabili dell’Istat in sede di
intervista, l’Istituto effettuava sui dati raccolti diversi tipi di controlli:
(a)
un controllo di tipo quantitativo sulle scuole, confrontando i modelli raccolti
con l’archivio delle scuole in possesso dell’Istituto; nel caso di scuole non
rispondenti, l’Istat contattava direttamente le scuole per sollecitare la
compilazione e restituzione dei modelli;
(b)
un controllo manuale sui modelli cartacei, effettuato prima della registrazione
dei dati; in caso di anomalie riscontrate, l’Istat contattava telefonicamente le
scuole;
(c)
controlli di tipo qualitativo, effettuati dopo la registrazione dei dati,
utilizzando piani di check opportunamente predisposti; inoltre i dati venivano
controllati con il n° degli alunni iscritti nell’a.s. precedente.
Con questi tipi di controlli, l’Istat riusciva a recuperare tempestivamente i modelli e i
relativi dati della totalità delle scuole e ad effettuare controlli di tipo qualitativo
immediatamente al termine della rilevazione.
Subito dopo il passaggio, il MIUR non sempre è riuscito a svolgere i controlli nella
fase di rilevazione dei dati e, in particolare, ad effettuare una tempestiva validazione
statistica dei dati raccolti.
Va comunque evidenziato che, negli ultimi anni, si sono registrati notevoli
miglioramenti nel controllo dei dati sia nella fase di rilevazione che nella fase ex-post.
Per quanto concerne i controlli nella fase di rilevazione e acquisizione dei dati, il
MIUR ha predisposto dei controlli durante l’immissione dei dati nel Sistema
informativo77. Questi controlli sono diversi a seconda delle scuole statali e non statali.
Per le scuole statali, i primi controlli che vengono effettuati durante la fase di
immissione dei dati nel Sistema sono i confronti fra i dati acquisiti dalla rilevazione e
quelli amministrativi/gestionali relativi all’organico di fatto. Il Sistema visualizza sullo
schermo i dati di organico di fatto ed effettua i controlli previsti; il mancato
superamento dei controlli viene segnalato. Inoltre sono previsti controlli di coerenza fra
i dati inseriti.
77
I tipi di controllo previsti sono indicati nel “Manuale utente” delle Rilevazioni integrative disponibile
nella rete Intranet del MIUR.
84
Per le scuole non statali, sono previsti solo controlli di coerenza.
I tipi di controlli da effettuare sui dati durante l’immissione, anche se vengono
predisposti e inseriti nel SIMPI da una società esterna, sono decisi dall’Ufficio statistico
e da un ufficio facente parte del Sevizio per l’automazione e l’innovazione tecnologica
del MIUR (la società esterna si limita a inserirli nel Sistema).
Ma l’ufficio di statistica non effettua il collaudo delle procedure realizzate dalla
società esterna, bensì tale collaudo viene effettuato da un altro ufficio dello stesso
Servizio che fornisce all’ufficio di statistica lo stampato dei controlli eseguiti. Non
viene quindi effettuato alcun controllo sull’implementazione delle procedure
predisposte dalla società esterna e non esiste un vero e proprio monitoraggio delle
diverse fasi della rilevazione e correzione dei dati.
Per quanto concerne i controlli e le correzioni ex-post, in questi ultimi anni il MIUR,
in stretta collaborazione con l’Istat, ha cercato di risolvere il problema della correzione e
validazione dei dati. Ad esempio, per l’a.s. 2000/2001 i controlli e la correzione ex-post
dei dati delle rilevazioni “integrative” delle scuole elementari non statali sono stati
effettuati dall’Istat che, per rispondere alle richieste internazionali, ha applicato ai dati
grezzi le sue procedure di correzione, ottenendo stime a livello regionale delle principali
variabili. Per l’a.s. successivo (2001/2002), l’Istat ha effettuato i controlli e la
correzione dei dati delle scuole statali, mentre il MIUR ha svolto quelli per le scuole
non statali.
Per quanto riguarda l’assenza dei dati dovuta a mancate risposte totali e/o parziali, il
MIUR utilizza procedure specifiche: (i) per le scuole non statali, cerca di recuperare i
modelli di rilevazione o di ricostruire i dati mancanti tramite i dati degli anni precedenti
o successivi; (ii) per le scuole statali, utilizza i dati gestionali/amministrativi dell’anno
corrente e quelli degli anni precedenti e successivi.
Le correzioni effettuate dall’Istat sono in parte di tipo deterministico e in parte sono
imputazioni di tipo probabilistico.
Le correzioni che vengono apportate ai dati da parte del MIUR sono invece solo di
tipo deterministico.
85
2.2.4 La diffusione e pubblicazione dei dati: il deficit informativo
A partire dall’a.s. 1946-47 e fino all’a.s. 1986-87 i risultati delle rilevazioni delle
scuole elementari effettuate dall’Istat venivano pubblicati dall’Istat stesso, con
periodicità annuale, insieme ai dati degli altri ordini di scuola in un unico volume dal
titolo “Annuario statistico dell’istruzione italiana”.
A partire dall’a.s. 1989-9078 i dati sulle scuole elementari sono stati pubblicati –
sempre dall’Istat – in una nuova serie di volumi: “Statistiche della scuola materna ed
elementare”.
Subito dopo il passaggio della produzione dall’Istat al MIUR, l’Istat ha continuato a
curare la diffusione e la pubblicazione delle statistiche derivanti dalle rilevazioni
“integrative” del MIUR (cfr. Tab. 2.8), anche secondo quanto previsto dall’accordo
quadro del 18.8.1997 tra Istat e MPI (“la pubblicazione e la diffusione delle statistiche
prodotte dal Ministero potrà avvenire a cura dell’Istat”).
Allo stato attuale, anche a causa della scadenza dell’accordo quadro79, la
pubblicazione e diffusione di tali dati è ferma a diversi anni fa e non si sa chi deve
provvedere a pubblicare gli Annuari dell’istruzione.
In particolare, gli ultimi dati sulle scuole elementari pubblicati e diffusi negli annuari
curati dall’Istat sono quelli relativi all’a.s. 1996/97 (cfr. Tab. 2.8).
Dopo tale anno scolastico, gli unici dati diffusi sono quelli inseriti nelle
pubblicazioni correnti curate dal MIUR sin dal 1994: “La Scuola Statale: sintesi dei
dati” e “Sedi, alunni, classi, dotazioni organiche del personale docente della scuola
statale”. Ma i dati inseriti in tali pubblicazioni, anche se escono tempestivamente e
vengono diffusi tramite Internet, derivano dai dati amministrativi – gestiti dal Sistema
informativo del MIUR - utilizzati per la definizione dell’organico di fatto (del personale
docente) nel caso della prima pubblicazione e dell’organico previsionale (cd. “di
diritto”) nel caso della seconda e, inoltre, si riferiscono solo alle scuole statali. Per
quanto riguarda invece i dati sulle scuole elementari non statali, i dati derivanti dalle
78
Per le scuole elementari, per problemi tecnici, per gli a.s. 1987-88 e 1988-89 sono stati pubblicati solo i
risultati delle elaborazioni dei dati rilevati tramite la rilevazione dei dati riepilogativi delle scuole materne
ed elementari per circolo didattico.
E’ inoltre opportuno citare che i dati derivanti dalle rilevazioni riepilogative sono stati pubblicati fino
all’a.s. 1992-93, ai fini di una rapida diffusione, dapprima sul Supplemento al Bollettino Mensile di
statistica e successivamente su un’apposita Collana d’informazione.
79
L’accordo quadro è scaduto il 17.8.2000 e non è stato rinnovato.
86
rilevazioni “integrative” vengono solo sporadicamente diffusi dal MIUR su
pubblicazioni specifiche (cfr. Tab. 2.8).
Dalle interviste con i responsabili sia dell’Istat che del MIUR è emerso che la
mancata diffusione e pubblicazione dei dati sulle scuole elementari non è dovuto
soltanto a un problema di competenza o a ritardi nella pubblicazione, bensì all’effettiva
mancanza di tali informazioni.
In particolare si può osservare che la mancanza di completezza, affidabilità e
validazione dei dati è uno dei motivi principali che ha causato il gap informativo e la
conseguente mancata diffusione dei dati delle rilevazioni “integrative”.
L’attuale disponibilità di microdati sulle scuole elementari è riassunta nella Tabella
2.9.
I dati sulle scuole elementari, sia statali che non statali, sono stati ricostruiti sino
all’a.s. 1998-99. Per l’a.s. 1999-2000 mancano i dati a livelli micro sia per le scuole non
statali che per quelle statali (molto probabilmente il MIUR non riuscirà a ricostruire i
dati per quest’a.s.). I microdati sono stati completamente ricostruiti per l’a.s. 2000-2001
e il MIUR, in collaborazione con l’Istat, sta tentando di risolvere i problemi per gli anni
scolastici successivi (sono già stati ricostruiti i dati relativi all’a.s. 2001-2002 per le
scuole non statali).
87
Tabella 2.8. Pubblicazione dei dati delle statistiche sulla scuola
primaria (ec scuola elementare) dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2002-2003.
SCUOLA PRIMARIA
ANNI SCOLASTICI
Statale
Non statale
Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed
elementare”
(Annuario n. 4, 1995)
1992-93
1993-94
Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna e
della scuola dell’obbligo” – Dati sommari (Collana
d’informazione n. 3, 1994)
Volume ISTAT
“Statistiche della scuola
materna ed elementare”
(Annuario n. 5, 1995)
+
Volume ISTAT
“Statistiche della scuola
materna ed elementare”
(Annuario n. 5, 1995)
(a)
1994-95
Volume ISTAT
“Statistiche della scuola
materna ed elementare”
(Annuario n. 6, 1996)
+
Volume ISTAT
“Statistiche della scuola
materna ed elementare”
(Annuario n. 6, 1996)
(a)
1995-96
Volume ISTAT
“Statistiche della scuola
materna ed elementare”
(Annuario n. 7, 1998)
+
Volume ISTAT
“Statistiche della scuola
materna ed elementare”
(Annuario n. 7, 1998)
(a)
1996-97
Volume ISTAT
“Statistiche della scuola
materna ed elementare”
(Annuario n. 8, 2000)
+
Volume ISTAT
“Statistiche della scuola
materna ed elementare”
(Annuario n. 8, 2000)
(a)
1997-98
(a) + (b)
(b)
1998-99
(a) + (b)
(b)
1999-2000
(a) + (b)
(b)
2000-01
(a) + (b)
(b)
88
Tabella 2.8 (segue). Pubblicazione dei dati delle statistiche sulla scuola
primaria (ex scuola elementare) dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2002-2003.
SCUOLA PRIMARIA
ANNI SCOLASTICI
2001-02
Statale
Non statale
(a) + (b)
Volume MIUR “Indagine
conoscitiva scuola non
statale” (*) (Anno 2003)
+ (b)
2002-03
(a) + (b)
(b)
(*): disponibile anche su INTERNET
(a): Il MIUR ha pubblicato e pubblica alcuni dati gestionali derivanti dal Sistema Informativo in
appositi volumi (disponibili anche su Internet), tra i quali:
- “La Scuola Statale: sintesi dei dati” (pubblicazione con periodicità annuale);
- “Sedi, alunni, classi, dotazioni organiche del personale docente della scuola statale”
(pubblicazione con periodicità annuale);
(b): Il MIUR ha pubblicato e pubblica alcuni dati derivanti dalle Rilevazioni “integrative” in volumi
monografici (disponibili anche su Internet), tra i quali:
- “Alunni con cittadinanza non italiana – Scuole statali e non statali” (pubblicazione con
periodicità annuale);
- “L’handicap e l’integrazione nella scuola” (pubblicazione saltuaria)
89
Tabella 2.9. Disponibilità di microdati* sulla scuola primaria (ex scuola
elementare) dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2002-2003.
ANNI
SCOLASTICI
*:
X:
(a):
(b):
(c):
(d):
(e)
(f)
2.2.5
SCUOLA PRIMARIA
Statale
Non statale
1992-93
X
X
1993-94
X(a)
X(b)
1994-95
X
X
1995-96
X
X
1996-97
X
X
1997-98
X
X
1998-99
X
X
1999-2000
(c) + (e)
(e) +X(f)
2000-01
X
X
2001-02
X
X
2002-03
(c) + (e)
(d)
Il “microdato” è l’insieme dei dati elementari rilevati sull’unità di
analisi (dal glossario di: www.ds.unifi.it)
Disponibilità di microdati completi tratti dalle rilevazioni Istat o
Miur
Dati derivanti dall’indagine ISTAT (Istituto Nazionale di
Statistica) dei dati “riepilogativi” (l’unità di rilevazione è il
circolo didattico) e dal Sistema informativo del MPI (Ministero
della Pubblica Istruzione).
L’unità di rilevazione dell’indagine è il circolo didattico e non la
singola scuola.
Microdati gestionali completi derivanti dal Sistema informativo
del MPI/MIUR
Il MIUR sta effettuando il trattamento statistico dei microdati
derivanti dalle rilevazioni “integrative”.
Microdati non trattati delle rilevazioni “integrative” (livelli di acquisizione
inferiori al 100%)
Solo variabili principali
Il Sistema informativo (SIMPI) e il Data Warehouse (DWH) del Ministero
dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Per la descrizione del SIMPI e del DWH cfr. il par. 2.1.5.
I dati e le variabili consultabili nel DWH relativi alle scuole elementari sono
prospettati nella Tabella 2.10.
90
Tabella 2.10. Dati sulla scuola primaria (ex scuola elementare) consultabili nel DWH del MPI
ORGANICO DI FATTO(a)
1. Scuole e istituti
1.1. Conteggio plessi: n° plessi; n° circoli; n° plessi associati a istituti comprensivi; n° istituti comprensivi
2. Alunni e classi
2.1. Alunni e classi per anno di corso e tipo di funzionamento della scuola (tempo normale; tempo prolungato)
2.2. Alunni portatori di handicap per tipo di sostegno (sost. minorati della vista, sost. minorati dell’udito, …), per
anno di corso e per tipo di funzionamento della scuola (tempo normale; tempo prolungato)
3. Posti e cattedre
3.1. Posti per tipo di posto/insegnamento (comune, con metodo Montessori, musica, lingua inglese, …)
3.2. Posti di sostegno per tipo di sostegno (sost. minorati della vista, sost. minorati dell’udito, …)
Livello di disaggregazione territoriale per 1, 2 e 3: nazionale, aree geografiche, regioni, distretti, province,
circoli, comuni, anagrafica scuole
PERSONALE(a) (b)
1. Docenti
1.1. Docenti titolari per tipo di insegnamento (comune, lingua inglese, per ciechi, …) e per tipo di posto
(normale, sostegno, altro)
1.2. Docenti immessi in ruolo per tipo di posto (normale, sostegno)
1.3. Docenti cessati per causale di cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, per morte,
…)
1.4. Docenti collocati fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (con destinazione all’estero, utilizzazione in altri
compiti per motivi di salute, …)
1.5. Personale docente in servizio
1.6. Assenze docenti per tipo di insegnamento (comune, lingua inglese, per ciechi, …)
2. Direttivi (dirigenti scolastici)
2.1. Direttivi titolari
2.2. Direttivi cessati per causale cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, per morte, …)
2.3. Direttivi collocati fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (con destinazione all’estero, utilizzazione in altri
compiti per motivi di salute, …)
2.4. Personale direttivo in servizio
2.5. Assenze del personale direttivo
3. Personale amministrativo tecnico ed ausiliario (A.T.A.)
3.1. Personale ATA titolare per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, coll. scolastico, …)
3.2. Personale ATA immesso in ruolo per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …)
3.3. Personale ATA cessato per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) e per causale
cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, per morte, …)
3.4. Personale ATA collocato fuori ruolo per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) e
per causale coll. fuori ruolo (con destinazione all’estero, utilizzazione in altri compiti per motivi di salute,
…)
3.5. Personale ATA in servizio per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, coll. scolastico,
…)
3.6. Assenze del personale ATA per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, coll. scolastico,
…)
4. Personale educativo (PED)
4.1. Personale educativo titolare
4.2. Personale educativo immesso in ruolo
4.3. Personale educativo cessato per causale cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, per
morte, …)
4.4. Personale educativo collocato fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (con destinazione all’estero,
utilizzazione in altri compiti per motivi di salute, …)
4.5. Personale educativo in servizio
4.6. Assenze del personale educativo
Livello di disaggregazione territoriale per 1, 2, 3 e 4: nazionale, aree geografiche, regioni e province
91
Tabella 2.10 (segue). Dati sulle scuola primaria (ex scuola elementare) consultabili nel DWH del MPI
RILEVAZIONI “INTEGRATIVE”
1. Scuola statale
1.1. Notizie generali: n° scuole tot., n° scuole rilevate, n° alunni, n° classi
1.2. Alunni per anno di corso e sesso; alunni ripetenti per anno di corso e sesso
1.3. Alunni per anno di nascita per anno di corso
1.4. Alunni per lingua straniera studiata per anno di corso
1.5. Alunni portatori di handicap per tipo di handicap per anno di corso
1.6. Alunni con cittadinanza non italiana per stato estero e sesso
1.7. Esiti: n° interruzioni formalizzate per anno di corso e sesso; n° interruzioni non formalizzate per anno di
corso e sesso; n° alunni esterni scrutinati per anno di corso e sesso; n° alunni esterni promossi per anno di corso
e sesso; n° alunni interni scrutinati per anno di corso e sesso; n° alunni interni promossi per anno di corso e sesso
1.8. Alunni e classi in doppio turno
1.9. Altre notizie sugli alunni: n° alunni nomadi per anno di corso; n° alunni che non fruiscono
dell’insegnamento della religione cattolica per anno di corso
2. Scuola non statale
2.1. Notizie generali: n° scuole tot., n° scuole rilevate, n° alunni, n° classi, n° personale docente, n° personale
non docente
2.2. Alunni per anno di corso e sesso; alunni ripetenti per anno di corso e sesso
2.3. Alunni per anno di nascita e anno di corso
2.4. Alunni per lingua straniera studiata per anno di corso
2.5. Alunni portatori di handicap per tipo di handicap e anno di corso
2.6. Alunni con cittadinanza non italiana per stato estero e sesso
2.7. Esiti: n° interruzioni formalizzate per anno di corso e sesso; n° interruzioni non formalizzate per anno di
corso e sesso; n° alunni esterni scrutinati per anno di corso e sesso; n° alunni esterni promossi per anno di corso
e sesso; n° alunni interni scrutinati per anno di corso e sesso; n° alunni interni promossi per anno di corso e sesso
2.8. Classi: n° classi; n° classi con insegnamento lingua straniera; n° classi con alunni portatori di handicap
2.9. Personale: n° personale docente per sesso, n° personale non docente per sesso
2.10. Altre notizie sugli alunni: n° alunni nomadi per anno di corso; n° alunni che non fruiscono
dell’insegnamento della religione cattolica per anno di corso
Livello di disaggregazione territoriale per 1 e 2: nazionale, area geografica, regione, province, comuni,
distretti
3. Dati analitici
Sono presenti tutte le informazioni acquisite tramite le schede di rilevazione “integrativa” sia per la scuola statale
che non statale ed è possibile ottenere su file tutte le informazioni analitiche per singola scuola.
(a) Dati derivanti dalle attività amministrative e gestionali del MIUR.
(b) Il personale scolastico del MPI viene classificato in cinque differenti categorie: personale docente, Personale amministrativo tecnico ed
ausiliario (A.T.A.), dirigenti scolastici, personale educativo, incaricati per l’insegnamento della religione. Le informazioni disponibili sono
relative al personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato (di ruolo), annuale e fino al termine delle attività didattiche (non di ruolo),
cessato e collocato fuori ruolo. Relativamente al personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato, le informazioni sono disponibili sia
per i titolari che per i cessati e i collocati fuori ruolo.
92
2.2.6 Le indagini campionarie
Dal Programma statistico nazionale (PSN) 2004-2006 risulta che il MIUR effettua,
oltre alle rilevazioni “integrative”, la rilevazione sugli “Scrutini per anno di corso, esiti
degli esami di licenza e giudizi riportati dagli alunni negli stessi esami nelle scuole
elementari e secondarie di primo grado statali”.
Questa rilevazione è un’indagine campionaria effettuata con periodicità annuale.
L’universo di riferimento sono gli scrutini annuali per anno di corso e sessioni di esami
nelle scuole elementari e secondarie di primo grado statali.
I principali caratteri rilevati sono: alunni scrutinati; alunni promossi; alunni respinti.
Il MIUR diffonde con periodicità annuale alcuni dei dati rilevati nel volume
“Indagine campionaria sulla dispersione scolastica nelle scuole statali elementari, medie
e secondarie superiori”, in cui viene esaminato il fenomeno degli alunni non valutati in
sede di scrutinio finale fra i quali possono essere inclusi gran parte di coloro che
abbandonano la scuola o che evadono l’obbligo scolastico.
In particolare, per quanto concerne la scuola elementare statale, in tale pubblicazione
vengono presi in considerazione:
- gli alunni ritirati ufficialmente entro il 15 marzo perché trasferiti all’estero e
ritirati in istruzione familiare (con esclusione di quelli trasferiti ad altra scuola);
- gli alunni non valutati agli scrutini finali per aver effettuato un numero di
assenze troppo elevato a causa di malattie, interruzioni di frequenze non
formalizzate e mancate frequenze;
- gli alunni non ancora valutati al momento della rilevazione perché rinviati alle
prove suppletive.
I dati sono disaggregati a livello regionale e per anno di corso.
Va osservato che, secondo quanto dichiarato dal MIUR, una sintesi dei dati rilevati
su alunni scrutinati, alunni promossi e alunni respinti vengono diffusi dal MIUR in
appositi notiziari. Per l’a.s. 2003/04 alcuni risultati sono stati presentati in un
“Notiziario statistico” redatto dal Servizio statistico I della nuova Direzione Generale
Studi e Programmazione del MIUR.
Va infine osservato che anche per questa indagine, come per la rilevazione
“integrativa”, non esiste alcuna nota metodologica che spiega il processo di rilevazione
e non viene in alcun modo diffuso il modello di rilevazione.
93
2.3. Le statistiche della scuola secondaria di primo grado80 (ex scuola media
inferiore)
2.3.1 La produzione statistica prima e dopo il passaggio
Prima del passaggio della produzione dei dati sulle scuole medie dall’Istat al
MIUR81, l’Istat effettuava delle rilevazioni totali (censuarie), svolte con cadenza
annuale. L’oggetto di tali rilevazioni erano le scuole secondarie di primo grado sia
gestite dallo Stato (scuole statali) che gestite da enti pubblici e privati (scuole non
statali). Allo stesso tempo anche il MPI era in possesso di informazioni statistiche sulle
scuole medie inferiori derivanti dalle attività amministrative e gestionali di competenza
del Ministero (in particolare: consistenza degli alunni, delle classi, del personale e delle
strutture edilizie delle scuole statali) e inserite nel Sistema informativo del MPI
(SIMPI). Il Ministero non rilevava invece i dati sulle scuole medie non statali e alcune
informazioni sulle scuole medie statali che l’Istat acquisiva tramite le proprie rilevazioni
(in particolare: distinzione per sesso degli alunni iscritti e ripetenti, esiti degli scrutini e
degli esami).
Dopo il passaggio, con l’accordo quadro siglato il 18.08.1997 tra il MPI e l’Istat è
stato stabilito che, limitatamente ai dati non gestiti dal SIMPI, le indagini annuali
precedentemente condotte dall’Istat nelle scuole vengano sostituite da indagini
“integrative” – con periodicità annuale - la cui titolarità spetta allo stesso Ministero.
Allo stato attuale, i dati sulla scuola secondaria di primo grado inferiore vengono
prodotti dal MIUR e derivano da:
(i)
le attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero (che
riguardano le sole scuole statali);
(ii)
le rilevazioni “integrative” effettuate per approfondire alcuni aspetti non
rilevati dalle attività amministrative e gestionali di cui al punto precedente e
in particolare per rilevare informazioni sulle scuole non statali;
80
“La scuola secondaria di primo grado si articola in un biennio e in un terzo anno che completa
prioritariamente il percorso disciplinare” (legge 28 marzo 2003, n. 53 – art. 2, comma f). “Insieme alla
scuola primaria, costituisce il primo ciclo di istruzione; assicura, altresì, l’orientamento ed il raccordo con
il secondo ciclo di istruzione” [MIUR (2004), p. XXII].
81
Per i tempi del passaggio della produzione delle statistiche sulle scuole dall’Istat al MIUR cfr. Schema
A.
94
(iii) indagini campionarie (solo per le scuole statali) su: esiti degli scrutini e degli
esami; giudizio riportato dagli alunni negli esami di licenza; alunni non
valutati agli scrutini finali distinti per causalità.
Nei paragrafi che seguono del presente capitolo 2.3 verranno descritti –
relativamente alle scuole secondarie di primo grado - i principali aspetti delle rilevazioni
dei dati di fonte amministrativa e delle rilevazioni “integrative”, le modalità di
diffusione dei dati, il Sistema informativo del MPI e il Data Warehouse del Ministero,
le indagini campionarie.
Nel caso delle rilevazioni “integrative” verranno effettuati dei riferimenti e dei
confronti con quanto veniva fatto precedentemente dall’Istat.
2.3.2 I dati di fonte amministrativa
I dati sulle scuole secondarie di primo grado statali derivanti dalle attività
amministrative e gestionali di competenza del Ministero maggiormente utilizzati per la
descrizione del sistema scolastico sono quelli rilevati per la determinazione
dell’organico di diritto e dell’organico di fatto.
Secondo le definizioni inserite nel Sistema informativo del MIUR (SIMPI), le
funzioni di “organico di diritto” sono le procedure informatiche che consentono a
ciascuna scuola statale di comunicare al SIMPI le informazioni – basate sulle richieste
di iscrizione - sul numero di alunni, classi, posti o cattedre relativi al successivo anno
scolastico in modo da definire la propria pianta organica. Invece, con il termine di
“organico di fatto” vengono intese le procedure relative all’inserimento nel SIMPI
dell’effettiva consistenza degli alunni, delle classi, dei posti e delle cattedre per l’anno
scolastico al quale ci si riferisce relativamente alle scuole statali.
Questi dati vengono comunicati dalle segreterie scolastiche al SIMPI attraverso il
collegamento diretto esistente (cfr. par. 2.1.5).
Per quanto riguarda la descrizione del processo di rilevazione82 e comunicazione dei
dati per la determinazione dell’organico di diritto, ogni segreteria scolastica deve
comunicare i dati relativi a tutte le sedi di propria competenza. Il processo di
comunicazione avviene secondo i seguenti passi:
82
La descrizione del processo di rilevazione dei dati per la determinazione dell’Organico di diritto è stata
desunta dal sito WebIntranet del MIUR (www.mpi.istruzione.it).
95
1° passo - Reperimento
moduli:
le
segreterie
scolastiche
devono
stampare,
direttamente in sede e utilizzando le apposite funzioni del Sistema centrale,
la modulistica necessaria per la rilevazione dei dati relativi all’Organico da
determinare;
2° passo - Compilazione moduli: le segreterie scolastiche devono reperire le
informazioni di interesse e compilare i moduli con i dati di organico relativi
a ciascuna sede di propria competenza: (a) numero degli alunni e delle classi
sia per il tempo normale che per il tempo prolungato, distinto per anno di
corso; (b) numero delle classi di lingua sia per il tempo normale che per il
tempo prolungato, distinto per anno di corso; (c) numero degli alunni
portatori di handicap distinto per anno di corso e tipologia di sostegno, dei
posti interni alla scuola e numero degli alunni portatori di handicap utilizzati
nella costituzione di detti posti, distinti per tipologia di sostegno;
3° passo - Comunicazione dei dati al Sistema informativo (SIMPI): le segreterie
scolastiche, una volta reperite le informazioni di interesse e compilati i
moduli con i dati di organico relativi a ciascuna sede di propria competenza,
devono comunicare a Sistema gli alunni, le classi e i dati relativi al sostegno;
4° passo - Invio stampe: le segreterie scolastiche devono inoltrare ai CSA competenti
le stampe, riportanti sia i dati elementari comunicati che l’organico
determinato dal Sistema, debitamente firmate dal Dirigente scolastico.
E’ previsto che il personale di segreteria possa essere assistito, nelle varie fasi del
procedimento amministrativo e nell’uso delle funzioni del Sistema informativo, dai
referenti dei CSA.
Le fasi successive del procedimento amministrativo, finalizzate alla definizione della
pianta organica provinciale utile alle operazioni di mobilità, sono di competenza dei
CSA, i quali potranno operare solo dopo aver disattivato, alle istituzioni scolastiche, le
funzioni di inserimento dei dati.
Per quanto concerne l’organico di fatto, le procedure che acquisiscono tali
informazioni hanno la caratteristica di aggiornare, se necessario, gli analoghi dati che
hanno determinato l’organico di diritto e sono relativi alla situazione ad anno scolastico
già avviato.
96
2.3.3 Le rilevazioni “integrative”
2.3.3.A L’unità di rilevazione
Come avveniva per le rilevazioni effettuate dall’Istat prima del passaggio, l’unità di
rilevazione della rilevazione “integrativa” delle scuole secondarie di primo grado – sia
statali che non statali – è l’unità scolastica.
2.3.3.B I modelli di rilevazione
Per effettuare la rilevazione “integrativa” delle scuole medie, il MIUR utilizza due
modelli di rilevazione: uno per la scuola statale ed uno per la scuola non statale. I due
modelli presentano alcune diversità, dal momento che alcuni dati delle scuole statali
sono già noti al Sistema informativo del MPI e che la scuola non statale presenta alcune
sue proprie peculiarità83.
Nella Tabella 2.11 sono riassunte le variabili rilevate dall’Istat per l’a.s. 1994-95
(ultimo anno in cui la rilevazione è stata in carico all’Istat84) e quelle rilevate dal MIUR
con il modello relativo alle scuole medie inferiori non statali85 dell’a.s. 2002-2003,
evidenziando le variabili rilevate dai modelli Istat e non dai modelli MIUR e viceversa.
Come si può osservare, non tutte le variabili che venivano rilevate dall’Istat sono
attualmente rilevate dal MIUR; d’altra parte i modelli utilizzati dal MIUR rilevano
anch’essi alcune variabili precedentemente non rilevate dall’Istat.
Il modello del MIUR relativo all’a.s. 2002-2003 rileva “nuove” variabili importanti
per la descrizione del sistema scolastico relative agli alunni (in particolare: anno di
nascita degli alunni, alunni appartenenti a comunità nomadi, insegnamento della
religione cattolica), alle classi (in particolare: classi con numero di alunni inferiore a 10,
classi con insegnamento di lingua straniera), alla situazione edilizia (in particolare:
esistenza gabinetti scientifici, esistenza laboratorio di informatica, esistenza laboratorio
83
Si ricorda che i dati relativi alle scuole non statali sono rilevati solo tramite l’indagine integrativa.
Fino all’a.s. 1994-95 i dati sulle scuole secondarie di primo grado provenivano da due rilevazioni
effettuate dall’ISTAT. La prima, dei dati sommari, rilevava - con il modello ISTAT M.21 – le classi e gli
alunni, in totale e al primo anno, al 15 ottobre e i risultati degli scrutini ed esami dell’a.s. precedente. La
seconda, sempre riferita al 15 ottobre, rilevava nel dettaglio – con il modello ISTAT M.20 –, per ciascuna
scuola sia statale che non statale, i dati sugli alunni, le classi, il personale scolastico, l’edilizia scolastica.
85
E’ stato preso in considerazione il modello della rilevazione delle scuole secondarie di primo grado non
statali piuttosto che quello delle scuole secondarie di primo grado statali, perché è il modello che richiede
un maggior numero di informazioni. Per le scuole statali, infatti, alcune informazioni (quali, ad esempio:
situazione edilizia, personale in servizio) sono già in possesso del MIUR e inserite nel SIMPI, in quanto
derivano dalle procedure amministrativo-gestionali del Ministero.
84
97
linguistico) e agli esiti finali dell’a.s. precedente (in particolare: alunni interni non
valutati, alunni portatori di handicap scrutinati/esaminati, alunni con cittadinanza non
italiana scrutinati/esaminati, ecc.).
E’ evidente che le differenze riscontrate nei due modelli siano in larga parte dovute a
nuove sensibilità che sono venute maturando nel tempo e che hanno comportato la
necessità di rilevare fenomeni di particolare rilevanza così come l’appartenenza degli
alunni a comunità nomadi, la fruizione dell’insegnamento della religione cattolica, gli
esiti finali degli alunni portatori di handicap, gli esiti finali degli alunni con cittadinanza
non italiana, e l’inutilità di rilevarne altri (quali, ad esempio, alunni e classi distinti per:
in edificio appositamente costruito o permanentemente adattato ad uso scolastico e in
edificio precariamente utilizzato ad uso scolastico; classi a tempo prolungato).
In linea generale si può osservare che le principali variabili richieste dalla gran parte
dei fruitori dei dati per descrivere e analizzare il mondo della scuola (quali: sesso degli
alunni; distinzione fra alunni in corso e ripetenti; alunni stranieri per paese di origine;
alunni portatori di handicap; esiti finali ed esiti degli esami di licenza e di qualifica)
sono ancora oggi rilevate.
A partire dall’a.s. 2002/2003 le rilevazioni “integrative” delle scuole secondarie di
primo grado si svolgono in due periodi distinti, in modo da raccogliere i risultati degli
scrutini ed esami conclusivi dello stesso anno tempestivamente e non più, come nel
passato, congiuntamente ai dati dell’anno scolastico successivo: durante il primo
periodo, che ha inizio nel mese di ottobre/novembre e termina generalmente a marzo,
vengono acquisite tutte le informazioni richieste nei moduli della rilevazione
“integrativa”, ad eccezione di quelle contenute nella sezione relativa agli esiti; nel
secondo, a partire da luglio dell’anno successivo, vengono acquisite le informazioni
relative agli esiti finali dell’anno scolastico appena trascorso (in tale periodo non
possono essere in alcun modo modificate le informazioni immesse nel primo periodo).
Riguardo all’accessibilità dei modelli di rilevazione, va osservato che questi non
vengono diffusi né su pubblicazioni specifiche, né tramite Internet, bensì solo attraverso
la rete Intranet del MIUR il cui accesso, come è stato precedentemente evidenziato (cfr.
par. 2.1.5), è riservato a pochissimi utenti. Un utilizzatore può dunque ottenere i modelli
solo attraverso una specifica richiesta al Ministero.
98
Tabella 2.11. Variabili rilevate dal modello ISTAT M.20 “Rilevazione delle scuole medie – A.S. 1994-95” e
dal modello MIUR/3b “Rilevazione delle scuole secondarie di I grado non statali – A.S. 2002-2003”
Variabili rilevate dal Mod. ISTAT M.20
Variabili rilevate dal Mod. MIUR/3b
A.S. 1994-95
A.S. 2002-2003
GESTIONE DELLA SCUOLA
SITUAZIONE EDILIZIA:
Indicazioni sull’edificio – Se esso è: appositamente
POSIZIONE GIURIDICA DELLA SCUOLA NON
costruito per uso scolastico; adattato per uso scolastico;
STATALE
in comune con scuola elementare o materna non
statale; in comune con scuola secondaria di II grado
NOTIZIE SUGLI ALUNNI:
non statale
• N° alunni in totale
• N° aule ordinarie utilizzate dalla scuola
N° alunni distinti per: in edificio appositamente
costruito o permanentemente adattato ad uso scolastico • Esistenza della palestra
e in edificio precariamente utilizzato ad uso scolastico
Esistenza altri impianti sportivi
N° alunni in turno unico e primo turno (distinti per: in • Esistenza locale adibito esclusivamente a biblioteca
edificio appositamente costruito o permanentemente
Esistenza gabinetti scientifici
adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente
Esistenza laboratorio di informatica
utilizzato ad uso scolastico)
Esistenza laboratorio linguistico
N° alunni in secondo e terzo turno (distinti per: in
• Esistenza locale mensa
edificio appositamente costruito o permanentemente
PERSONALE:
adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente
• Sesso del capo d’istituto
utilizzato ad uso scolastico)
• N° docenti in servizio per sesso ( di cui: abilitati; in
• N° alunni iscritti per anno di corso e sesso
servizio da più di 3 anni nella scuola)
• N° alunni ripetenti per anno di corso e sesso
• N° personale non docente per sesso
CLASSI:
NOTIZIE SUGLI ALUNNI:
• N° classi per anno di corso
• N° alunni iscritti per anno di corso e sesso in classi a
N° classi distinte per: in edificio appositamente
tempo normale
costruito o permanentemente adattato ad uso scolastico
•
N° alunni ripetenti per anno di corso e sesso in classi
e in edificio precariamente utilizzato ad uso scolastico
a tempo normale
N° classi in turno unico e primo turno (distinte per: in
N° alunni pluriripetenti nella scuola media in classi a
edificio appositamente costruito o permanentemente
tempo normale
adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente
• N° alunni iscritti per anno di corso e sesso in classi a
utilizzato ad uso scolastico)
tempo prolungato
N° classi in secondo e terzo turno (distinti per: in
• N° alunni ripetenti per anno di corso e sesso in classi
edificio appositamente costruito o permanentemente
a tempo prolungato
adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente
N° alunni pluriripetenti nella scuola media in classi a
utilizzato ad uso scolastico)
tempo prolungato
SITUAZIONE EDILIZIA:
N° alunni per anno di nascita (distinti per sesso e anno
N° aule utilizzate in edificio appositamente costruito o
di corso)
permanentemente adattato ad uso scolastico (distinte
N° alunni con cittadinanza non italiana per anno di
per: aule ordinarie e spazi per attività speciali)
corso
N° aule in edificio precariamente utilizzato ad uso
N° alunni appartenenti a comunità nomadi per anno di
scolastico (distinte per: aule ordinarie e spazi per
corso
attività speciali)
N° alunni che non fruiscono dell’insegnamento della
• Esistenza della biblioteca
religione cattolica per anno di corso
• Esistenza di refettori
• N° alunni portatori di handicap per anno di corso
Ubicazione della scuola (in un unico edificio o in più
N° alunni portatori di handicap distinti per tipo di
edifici)
handicap
• Esistenza di palestra
ALUNNI STRANIERI:
LINGUA STRANIERA:
• N° alunni stranieri per cittadinanza e sesso
N° alunni che studiano ciascun tipo di lingua straniera
CLASSI A TEMPO PROLUNGATO:
N° classi a tempo prolungato per anno di corso
N° alunni inseriti in classi a tempo prolungato per
anno di corso
99
Tabella 2.11 (segue) . Variabili rilevate dal modello ISTAT M.20 “Rilevazione delle scuole medie – A.S.
1994-95” e dal modello MIUR/3b “Rilevazione delle scuole secondarie di I grado non statali –
A.S. 2002-2003”
Variabili rilevate dal Mod. ISTAT M.20
Variabili rilevate dal Mod. MIUR/3b
A.S. 1994-95
A.S. 2002-2003
N° alunni ripetenti inseriti in classi a tempo prolungato NOTIZIE SULLE CLASSI:
per anno di corso
• N° di classi per anno di corso ( distinte per: tempo
N° docenti su cattedra a tempo prolungato
normale e tempo prolungato)
N° docenti su cattedra mista
N° di classi con numero di alunni inferiore a 10 per
anno di corso (distinte per: tempo normale e tempo
CLASSI CON ALUNNI PORTATORI DI HANDICAPS:
prolungato)
• N° classi con alunni portatori di handicap per anno di
N° di classi con insegnamento di lingua straniera per
corso
anno di corso e per tipo di lingua (distinte per: tempo
N° alunni in totale delle classi con alunni portatori di
normale e tempo prolungato)
handicap per anno di corso
• N° classi con alunni portatori di handicap per anno di
• N° alunni portatori di handicap per anno di corso
corso
N° docenti di sostegno
ESITI FINALI DELL’A.S. PRECEDENTE:
PRESIDE:
• N° scrutinati/esaminati per sesso e anno di corso
Il Preside è: titolare, docente di ruolo incaricato dalla
(distinti per: alunni interni e candidati esterni)
presidenza, docente non di ruolo
•
N° alunni promossi per sesso e anno di corso (distinti
Il Preside è con o senza insegnamento
per: alunni interni e candidati esterni)
• Sesso del Preside
N° alunni interni non valutati per interruzioni
PERSONALE DOCENTE PER QUALIFICHE:
formalizzate per anno di corso (solo per alunni interni)
N° docenti di ruolo per sesso
N° alunni interni non valutati per interruzioni non
N° docenti non di ruolo abilitati per sesso
formalizzate per anno di corso (solo per alunni interni)
N° docenti non di ruolo non abilitati con titolo
N° alunni portatori di handicap scrutinati/esaminati
specifico per sesso
(distinti per: alunni interni e candidati esterni)
N° docenti non di ruolo non abilitati senza titolo
N° alunni portatori di handicap promossi/licenziati
specifico per sesso
(distinti per: alunni interni e candidati esterni)
N° alunni interni portatori di handicap non valutati
PERSONALE DOCENTE PER GRUPPI DI MATERIE:
N°
alunni
con
cittadinanza
non
italiana
N° docenti per gruppi di materie per sesso
scrutinati/esaminati (distinti per: alunni interni e
candidati esterni)
PERSONALE NON DOCENTE:
N°
alunni
con
cittadinanza
non
italiana
• N° personale non docente per sesso
promossi/licenziati (distinti per: alunni interni e
N° personale non docente per sesso distinto per
candidati esterni)
qualifiche
N° alunni interni con cittadinanza non italiana non
ALUNNI STRANIERI:
valutati
• N° alunni stranieri per cittadinanza
ESAMI DI LICENZA DELL’A.S. PRECEDENTE:
SCRUTINI ED ESAMI DELL’A.S. PRECEDENTE(x):
• N° scrutinati/esaminati per sesso (distinti per: alunni
• N° scrutinati/esaminati per sesso e anno di corso
interni e candidati esterni)
(distinti per: alunni interni e candidati esterni)
• N° licenziati per sesso (distinti per: alunni interni e
• N° alunni promossi per sesso e anno di corso (distinti
candidati esterni)
per: alunni interni e candidati esterni)
• N° alunni respinti per sesso e anno di corso (distinti
per: alunni interni e candidati esterni)
ESAMI DI LICENZA DI SCUOLA MEDIA DELL’A.S.
PRECEDENTE(x):
• N° esaminati per sesso (distinti per: alunni interni e
candidati esterni)
• N° licenziati per sesso (distinti per: alunni interni e
candidati esterni)
(X) Gli esiti finali dell’a.s. precedente venivano rilevati dall’ISTAT con il Mod. ISTAT M. 21 – Rilevazione dei
dati sommari.
LEGENDA:
: Variabili non rilevate dal Mod. ISTAT M.20 dell’a.s. 1994/95.
: Variabili non rilevate dal Mod. MIUR 3/b dell’a.s. 2002/2003.
• : Variabili rilevate sia dal Mod. ISTAT M.20 (a.s. 1994/95) che dal Mod. MIUR 3/b (a.s. 2002/2003).
100
2.3.3.C Le fasi della rilevazione
Prima del passaggio delle rilevazioni dall’Istat al MIUR, l’Istat effettuava la raccolta
dei dati sulle scuole medie inferiori presso le singole unità scolastiche, d’intesa con il
MPI, tramite i Provveditorati agli studi, che collaboravano alle rilevazioni in qualità di
organi intermedi di rilevazione.
Più precisamente, l’Istat inviava ai Provveditorati i modelli di rilevazione cartacei e
le circolari con le istruzioni destinate ai Capi d’Istituto. I Provveditorati distribuivano il
materiale alle scuole, raccoglievano i modelli da esse compilati e li trasmettevano di
nuovo all’Istat, che curava le fasi di riepilogo, di revisione qualitativa e quantitativa, di
registrazione ed elaborazione secondo un piano di tabulazione opportunamente
predisposto.
L’Istat aveva dei referenti a livello di Provveditorati, ma non organizzava alcuna
riunione a scopo formativo con essi.
Subito dopo il passaggio, le rilevazioni “integrative” sono state effettuate dal MIUR
tramite modelli cartacei e i dati venivano inseriti nel Sistema informativo dai
Provveditorati agli studi. Successivamente, per le scuole statali, si è cominciato ad
assistere ad uno spostamento dell’attività di acquisizione dei dati dai Provveditorati
verso le istituzioni scolastiche stesse che hanno cominciato ad inserire direttamente le
informazioni di propria competenza nel SIMPI.
Attualmente il processo di acquisizione dei dati è stato informatizzato. In particolare,
a partire dall’a.s. 2000-2001, avvalendosi del collegamento telematico con il Sistema
informativo in tutte le istituzioni scolastiche statali, il processo di raccolta e
comunicazione dei dati delle rilevazioni “integrative” delle scuole statali e di parte delle
scuole non statali è stato integralmente delegato alle istituzioni scolastiche.
Per le scuole secondarie di primo grado statali è infatti cura degli istituti scolastici
statali (segreterie scolastiche) provvedere autonomamente al prelievo dei modelli dalla
rete Intranet del MIUR, alla loro compilazione e all’immissione nel Sistema informativo
dei dati in essi contenuti. Generalmente sono i segretari scolastici ad occuparsi della
rilevazione e dell’immissione dei dati nel Sistema.
Per le scuole secondarie di primo grado non statali i CSA inviano i modelli di
rilevazione alle scuole non statali per la loro compilazione e curano la raccolta degli
stessi per la successiva immissione dei dati al Sistema.
Per seguire e monitorare il processo di rilevazione, il MIUR richiede - attraverso
apposite circolari - agli Uffici scolastici regionali di procedere alla nomina di appositi
101
referenti, a livello regionale e provinciale. Questi referenti hanno il compito, oltre che di
sensibilizzare le scuole in materia di acquisizione e circolazione dei flussi informativi,
quello di seguire costantemente e da vicino tutte le fasi delle rilevazioni a livello locale,
assicurando nel contempo un monitoraggio dell’andamento delle rilevazioni.
Gli Uffici scolastici regionali a loro volta richiedono ai Dirigenti dei CSA la nomina
dei referenti provinciali e poi possono decidere di organizzare degli incontri
organizzativi con essi86.
Va comunque osservato che per quanto riguarda le procedure informatiche utilizzate
durante il processo di rilevazione dei dati, queste vengono implementate e gestite da una
società informatica esterna scelta mediante una apposita gara d’appalto. L’ufficio di
statistica del MIUR non viene consultato per la parte statistica relativa alla gestione del
Sistema informativo da parte della società esterna e non ha alcun controllo sull’operato
della stessa. Da ciò deriva che l’ufficio di statistica del MIUR non ha il controllo pieno
di alcune fasi del processo di rilevazione dei dati.
2.3.3.D I livelli di copertura
Secondo quanto dichiarato dai responsabili dell’Istat, prima del passaggio l’Istituto
riusciva a recuperare – in modo tempestivo - i modelli relativi alla totalità delle scuole.
Le scuole venivano infatti raggiunte tutte col tramite dei Provveditorati agli studi che
provvedevano a rinviare all’Istat i modelli compilati. Successivamente l’Istat mandava
dei solleciti alle scuole non rispondenti. Quelle ancora inadempienti dopo il secondo
sollecito venivano contattate per telefono per cercare di raccogliere comunque le
informazioni mancanti.
Dopo il passaggio di competenze, il MPI ha incontrato diversi problemi nel riuscire a
reperire i modelli delle rilevazioni “integrative” relativi alle scuole medie.
Con il passare degli anni i livelli di copertura sono diventati sempre più alti anche se
ancora oggi la rilevazione difetta di completezza. I tassi di risposta relativi all’a.s. 20032004 sono infatti pari al 96,0% per le scuole medie inferiori statali e al 96,9% per quelle
non statali (Tab. 2.12).
Come si può osservare dalla tabella 3, nel corso degli anni scolastici i tassi di risposta
non hanno mantenuto un andamento stabile. Secondo quanto dichiarato dal Ministero,
86
Si sottolinea che tali incontri hanno solo scopo organizzativo e non formativo.
102
non è facile individuare con precisione i motivi di tali andamenti, che con molta
probabilità sono dovuti a fattori contingenti o locali.
Tabella 2.12. Tassi di risposta della scuola secondaria di I grado (ex scuola media) statale e non
statale – Rilevazioni “integrative” dall’a.s. 1998/99 all’a.s. 2003/04 (valori percentuali)
SCUOLA SECONDARIA DI
ANNI
SCOLASTICI
PRIMO GRADO
Statale
Non stat.
1998/99
92,1
90,7
1999/2000
96,0
89,1
2000/2001
90,8
91,5
2001/2002
92,9
93,5
2002/2003
93,8
92,5
2003/2004
96,0
96,9
(1) – Il tasso di risposta è calcolato rapportando il n°
di scuole rilevate al n° di scuole risultanti in anagrafe.
Fonte: elaborazioni MIUR.
2.3.3.E Le procedure di controllo dei dati
Prima del passaggio, secondo quanto dichiarato dai responsabili dell’Istat in sede di
intervista, l’Istituto effettuava sui dati raccolti diversi tipi di controlli:
(a)
un controllo di tipo quantitativo sulle scuole, confrontando i modelli raccolti
con l’archivio delle scuole in possesso dell’Istituto; nel caso di scuole non
rispondenti, l’Istat contattava direttamente le scuole per sollecitare la
compilazione e restituzione dei modelli;
(b)
un controllo manuale sui modelli cartacei, effettuato prima della registrazione
dei dati; in caso di anomalie riscontrate, l’Istat contattava telefonicamente le
scuole;
(c)
controlli di tipo qualitativo, effettuati dopo la registrazione dei dati,
utilizzando piani di check opportunamente predisposti; inoltre i dati venivano
controllati con il n° degli alunni iscritti nell’a.s. precedente.
103
Con questi tipi di controlli, l’Istat riusciva a recuperare tempestivamente i modelli e i
relativi dati della totalità delle scuole e ad effettuare controlli di tipo qualitativo
immediatamente al termine della rilevazione.
Subito dopo il passaggio, il MIUR non sempre è riuscito a svolgere i controlli nella
fase di rilevazione dei dati e, in particolare, ad effettuare una tempestiva validazione
statistica dei dati raccolti.
Va comunque evidenziato che, negli ultimi anni, si sono registrati notevoli
miglioramenti nel controllo dei dati sia nella fase di rilevazione che nella fase ex-post.
Per quanto concerne i controlli nella fase di rilevazione e acquisizione dei dati, il
MIUR ha predisposto dei controlli durante l’immissione dei dati nel Sistema
informativo87. Questi controlli sono diversi a seconda delle scuole statali e non statali.
Per le scuole statali, i primi controlli che vengono effettuati durante la fase di
immissione dei dati nel Sistema sono i confronti fra i dati acquisiti dalla rilevazione e
quelli amministrativi/gestionali relativi all’organico di fatto. Il Sistema visualizza sullo
schermo i dati di organico di fatto ed effettua i controlli previsti; il mancato
superamento dei controlli viene segnalato. Inoltre sono previsti controlli di coerenza fra
i dati inseriti.
Per le scuole non statali, sono previsti solo controlli di coerenza.
I tipi di controlli da effettuare sui dati durante l’immissione, anche se vengono
predisposti e inseriti nel SIMPI da una società esterna, sono decisi dall’Ufficio statistico
e da un ufficio facente parte del Sevizio per l’automazione e l’innovazione tecnologica
del MIUR (la società esterna si limita a inserirli nel Sistema).
Ma l’ufficio di statistica non effettua il collaudo delle procedure realizzate dalla
società esterna, bensì tale collaudo viene effettuato da un altro ufficio dello stesso
Servizio che fornisce all’ufficio di statistica lo stampato dei controlli eseguiti. Non
viene quindi effettuato alcun controllo sull’implementazione delle procedure
predisposte dalla società esterna e non esiste un vero e proprio monitoraggio delle
diverse fasi della rilevazione e correzione dei dati.
Per quanto concerne i controlli e le correzioni ex-post, in questi ultimi anni il MIUR,
in stretta collaborazione con l’Istat, ha cercato di risolvere il problema della correzione e
validazione dei dati. Ad esempio, per l’a.s. 2000/2001 i controlli e la correzione ex-post
87
I tipi di controllo previsti sono indicati nel “Manuale utente” delle Rilevazioni integrative disponibile
nella rete Intranet del MIUR.
104
dei dati delle rilevazioni “integrative” delle scuole secondarie di primo grado non statali
sono stati effettuati dall’Istat che, per rispondere alle richieste internazionali, ha
applicato ai dati grezzi le sue procedure di correzione, ottenendo stime a livello
regionale delle principali variabili. Per l’a.s. successivo (2001/2002), l’Istat ha effettuato
i controlli e la correzione dei dati delle scuole statali, mentre il MIUR ha svolto quelli
per le scuole non statali.
Per quanto riguarda l’assenza dei dati dovuta a mancate risposte totali e/o parziali, il
MIUR utilizza procedure specifiche: (i) per le scuole non statali, cerca di recuperare i
modelli di rilevazione o di ricostruire i dati mancanti tramite i dati degli anni precedenti
o successivi; (ii) per le scuole statali, utilizza i dati gestionali/amministrativi dell’anno
corrente e quelli degli anni precedenti e successivi.
Le correzioni effettuate dall’Istat sono in parte di tipo deterministico e in parte sono
imputazioni di tipo probabilistico.
Le correzioni che vengono apportate ai dati da parte del MIUR sono invece solo di
tipo deterministico.
2.3.4 La diffusione e pubblicazione dei dati: il deficit informativo
A partire dall’a.s. 1946-47 e fino all’a.s. 1986-87 i risultati delle rilevazioni delle
scuole medie inferiori effettuate dall’Istat venivano pubblicati dall’Istat stesso, con
periodicità annuale, insieme ai dati degli altri ordini di scuola in un unico volume dal
titolo “Annuario statistico dell’istruzione italiana”.
A partire dall’a.s. 1987-88 i dati sulle scuole medie inferiori sono stati pubblicati –
sempre dall’Istat – in una nuova serie di volumi: “Statistiche della scuola media
inferiore”.
Subito dopo il passaggio della produzione dall’Istat al MIUR, l’Istat ha continuato a
curare la diffusione e la pubblicazione delle statistiche derivanti dalle rilevazioni
“integrative” del MIUR (cfr. Tab. 2.13), anche secondo quanto previsto dall’accordo
quadro del 18.8.1997 fra Istat e MPI (“la pubblicazione e la diffusione delle statistiche
prodotte dal Ministero potrà avvenire a cura dell’Istat”).
105
Allo stato attuale, anche a causa della scadenza dell’accordo quadro88, la
pubblicazione e diffusione di tali dati è ferma a diversi anni fa.
In particolare, gli ultimi dati sulle scuole medie inferiori pubblicati e diffusi negli
annuari curati dall’Istat sono quelli relativi all’a.s. 1997/98 (cfr. Tab. 2.13).
Dopo tale anno scolastico, gli unici dati diffusi sono quelli inseriti nelle
pubblicazioni correnti curate - a partire dal 1994 - dal MIUR: “La Scuola Statale: sintesi
dei dati” e “Sedi, alunni, classi, dotazioni organiche del personale docente della scuola
statale”. Ma i dati inseriti in tali pubblicazioni, anche se escono tempestivamente e
vengono diffusi tramite Internet, derivano dai dati amministrativi – gestiti dal Sistema
informativo del MIUR - utilizzati per la definizione dell’organico di fatto (del personale
docente) nel caso della prima pubblicazione e dell’organico previsionale (cd. “di
diritto”) nel caso della seconda e, inoltre, si riferiscono solo alle scuole statali. Per
quanto riguarda invece i dati sulle scuole medie inferiori non statali, i dati derivanti
dalle rilevazioni “integrative” vengono solo sporadicamente diffusi dal MIUR su
pubblicazioni specifiche (cfr. Tab. 2.13).
Dalle interviste con i responsabili sia dell’Istat che del MIUR è emerso che la
mancata diffusione e pubblicazione dei dati sulle scuole medie inferiori non è dovuto
soltanto a un problema di competenza o a ritardi nella pubblicazione bensì all’effettiva
mancanza di tali dati.
In particolare si può osservare che la mancanza di completezza, affidabilità e
validazione dei dati è uno dei motivi principali che ha causato il gap informativo e la
conseguente mancata diffusione dei dati delle rilevazioni “integrative”.
L’attuale disponibilità di microdati statistici sulle scuole medie inferiori è riassunta
nella seguente Tabella 2.14.
I dati sulle scuole medie inferiori, sia statali che non statali, sono stati ricostruiti sino
all’a.s. 1998-99. Per l’a.s. 1999-2000 mancano i dati a livelli micro sia per le scuole non
statali che per quelle statali (molto probabilmente il MIUR non riuscirà a ricostruire i
dati per quell’a.s.). I microdati sono stati completamente ricostruiti per l’a.s. 2000-2001
e il MIUR, in collaborazione con l’Istat, sta tentando di risolvere i problemi per gli anni
scolastici successivi (sono già stati ricostruiti i dati relativi all’a.s. 2001-2002 per le
scuole non statali).
88
L’accordo quadro è scaduto il 17.8.2000 e non è stato rinnovato.
106
Tabella 2.13. Pubblicazione dei dati delle statistiche sulla scuola secondaria di I grado (ex scuola media)
dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2002-2003.
ANNI SCOLASTICI
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
Statale
1992-93
Non statale
Volume ISTAT “Statistiche della scuola media
inferiore”
(Annuario n. 6, 1995)
Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna e
della scuola dell’obbligo” – Dati sommari (Collana
d’informazione n. 3, 1994)
1993-94
Volume ISTAT “Statistiche della scuola media
inferiore”
(Annuario n. 7, 1995)
1994-95
Volume ISTAT “Statistiche della scuola media
inferiore”
(Annuario, 1996)
1995-96
Volume ISTAT “Statistiche della scuola media
inferiore”
(Annuario n. 9, 1998)
1996-97
Volume ISTAT “Statistiche della scuola media
inferiore”
(Annuario n. 10, 1999)
1997-98
Volume ISTAT “Statistiche della scuola media
inferiore”
(Annuario n. 11, 2001)
(a) + (b)
1998-99
(a) + (b)
(a) + (b)
1999-2000
(a) + (b)
(b)
2000-01
(a) + (b)
(b)
(a) + (b)
Volume MIUR “Indagine
conoscitiva scuola non
statale” (*) (Anno 2003)
2001-02
+ (b)
2002-03
(a) + (b)
(b)
(*): disponibile anche su INTERNET
(a): Il MIUR ha pubblicato e pubblica alcuni dati gestionali derivanti dal Sistema Informativo in
appositi volumi (disponibili anche su Internet), tra i quali:
- “La Scuola Statale: sintesi dei dati” (pubblicazione con periodicità annuale);
- “Sedi, alunni, classi, dotazioni organiche del personale docente della scuola statale”
(pubblicazione con periodicità annuale);
(b): Il MIUR ha pubblicato e pubblica alcuni dati derivanti dalle Rilevazioni “integrative” in volumi
monografici (disponibili anche su Internet), tra i quali:
- “Alunni con cittadinanza non italiana – Scuole statali e non statali” (pubblicazione con
periodicità annuale);
- “L’handicap e l’integrazione nella scuola” (pubblicazione saltuaria)
107
Tabella 2.14. Disponibilità di microdati* sulla scuola secondaria di I grado (ex scuola media)
dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2002-2003.
ANNI
SCOLASTICI
*:
X:
(a):
(b):
(c)
(d)
(e)
SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO
Statale
Non statale
1992-93
X
X
1993-94
X
X
1994-95
X
X
1995-96
X
X
1996-97
X
X
1997-98
X
X
1998-99
X
X
1999-2000
(a) + (d)
(d) + X(e)
2000-01
X(c)
X
2001-02
X
X
2002-03
(a) + (d)
(b)
Il “microdato” è l’insieme dei dati elementari rilevati sull’unità di analisi
(dal glossario di: www.ds.unifi.it)
Disponibilità di microdati completi tratti dalle rilevazioni Istat o Miur
Microdati gestionali completi derivanti dal Sistema informativo del
MPI/MIUR
Il MIUR sta effettuando il trattamento statistico dei microdati derivanti
dalle rilevazioni “integrative”.
entro dicembre 2003.
Microdati non trattati delle rilevazioni “integrative” (livelli di acquisizione
inferiori al 100%)
Solo variabili principali
108
2.3.5
Il Sistema informativo (SIMPI) e il Data Warehouse (DWH) del Ministero
dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Per la descrizione del SIMPI e del DWH cfr. il par. 2.1.5.
I dati e le variabili consultabili nel DWH relativi alle scuole medie inferiori sono
prospettati nello Schema 2.15.
Tabella 2.15. Dati sulla scuola secondaria di I grado (ex scuola media) consultabili nel DWH del MPI
ORGANICO DI FATTO(a)
1. Scuole e istituti
1.1. Conteggio scuole: n° scuole; n° istituti principali; n° scuole con sezioni staccate; n° scuole annesse a
conservatori; n° scuole annesse a istituto d’arte; n° istituti comprensivi
2. Alunni e classi
2.1. Alunni e classi per anno di corso e tipo di funzionamento cattedra (tempo normale; tempo ridotto); classi
con due lingue straniere per anno di corso e tipo funzionamento cattedra; classi lingua francese per anno di
corso e tipo funzionamento cattedra; classi lingua inglese per anno di corso e tipo funzionamento cattedra;
classi lingua spagnola per anno di corso e tipo funzionamento cattedra; classi lingua tedesca per anno di
corso e tipo funzionamento cattedra
2.2. Alunni portatori di handicap per tipo di sostegno (sost. minorati della vista, …) e per anno di corso
3. Posti e cattedre
3.1. Cattedre per classe di concorso (educ. artistica; educ. fisica; italiano storia ed educ. civica; …)
3.2. Cattedre esterne per classe di concorso (educ. artistica; educ. fisica; italiano storia ed educ. civica; …)
3.3. Cattedre interne miste per classe di concorso (educ. artistica; educ. fisica; italiano storia ed educ. civica; …)
3.4. Cattedre interne prolungate per classe di concorso (educ. artistica; educ. fisica; italiano storia ed educ.
civica; …)
3.5. Cattedre interne normali per classe di concorso (educ. artistica; educ. fisica; italiano storia ed educ. civica;
…)
3.6. Cattedre ordinarie per classe di concorso (educ. artistica; educ. fisica; italiano storia ed educ. civica; …)
3.7. Posti di sostegno per tipo di sostegno (sost. minorati della vista, …)
Livello di disaggregazione territoriale per 1, 2 e 3: nazionale, aree geografiche, regioni, distretti, province,
comuni, anagrafica scuole
109
Tabella 2.15 (segue). Dati sulla scuola secondaria di I grado (ex scuola media)
consultabili nel DWH del MPI
PERSONALE(a) (b)
1. Docenti
1.1. Docenti titolari per tipo di insegnamento (italiano, storia ed ed. civica, geografia; educ. artistica; educ. fisica;
lingua straniera, …) e per tipo di posto (normale, sostegno, altro)
1.2. Docenti immessi in ruolo per tipo di posto (normale, sostegno)
1.3. Docenti cessati per causale di cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, …)
1.4. Docenti collocati fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (per utilizzazione in altri compiti per motivi di
salute, con destinazione all’estero, …)
1.5. Personale docente in servizio
1.6. Assenze docenti per tipo di insegnamento (italiano, storia ed ed. civica, geografia; lingua straniera, …)
2. Direttivi (dirigenti scolastici)
2.1. Direttivi titolari
2.2. Direttivi cessati per causale cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, …)
2.3. Direttivi collocati fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (per utilizzazione in altri compiti per motivi di
salute, con destinazione all’estero, …)
2.4. Personale direttivo in servizio
2.5. Assenze del personale direttivo
3. Personale amministrativo tecnico ed ausiliario (A.T.A.)
3.1. Personale ATA titolare per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, collab. scolastico,
…)
3.2. Personale ATA immesso in ruolo per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …)
3.3. Personale ATA cessato per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) e per causale
cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, …)
3.4. Personale ATA collocato fuori ruolo per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) e
per causale coll. fuori ruolo (per utilizzazione in altri compiti per motivi di salute, con destinazione
all’estero, …)
3.5. Personale ATA in servizio per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …)
3.6. Assenze del personale ATA per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …)
4. Personale educativo (PED)
4.1. Personale educativo titolare
4.2. Personale educativo immesso in ruolo
4.3. Personale educativo cessato per causale cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, …)
4.4. Personale educativo collocato fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (per utilizzazione in altri compiti per
motivi di salute, con destinazione all’estero, …)
4.5. Personale educativo in servizio
4.6. Assenze del personale educativo
Livello di disaggregazione territoriale per 1, 2, 3 e 4: nazionale, aree geografiche, regioni e province
110
Tab. 2.15 (segue). Dati sulle scuola secondaria di I grado (ex scuola media) consultabili nel DWH del MPI
RILEVAZIONI “INTEGRATIVE”
1. Scuola statale
1.1. Notizie generali: n° scuole tot., n° scuole rilevate, n° alunni, n° classi per tipo di funzionamento, n° alunni
provenienti da altra scuola
1.2. Alunni per anno di corso e sesso; alunni ripetenti per anno di corso e sesso; alunni in classi normali per anno
di corso e sesso
1.3. Alunni per anno di nascita e anno di corso
1.4. Alunni e classi in doppio turno
1.5. Alunni portatori di handicap per anno di corso; alunni per tipo di handicap per anno di corso
1.6. Alunni con cittadinanza non italiana per stato estero e sesso
1.7. Classi: n° classi con alunni portatori di handicap per anno di corso; n° classi a tempo normale per anno di
corso; n° classi a tempo prolungato per anno di corso
1.8. Esiti: n° alunni esterni esaminati per anno di corso e sesso; n° alunni esterni promossi per anno di corso e
sesso; n° alunni interni scrutinati per anno di corso e sesso; n° alunni interni promossi per anno di corso e sesso
1.9. Altre notizie sugli alunni: n° alunni nomadi; n° alunni che non fruiscono dell’insegnamento della religione
cattolica; n° alunni che fruiscono del servizio mensa
2. Scuola non statale
2.1. Notizie generali: n° scuole tot., n° scuole rilevate, n° alunni, n° classi, n° alunni provenienti da altra scuola,
n° personale docente, n° personale non docente
2.2. Alunni per anno di corso e sesso; alunni ripetenti per anno di corso e sesso; alunni in classi normali per anno
di corso e sesso
2.3. Alunni per anno di nascita e anno di corso
2.4. Alunni portatori di handicap per tipo di handicap e anno di corso
2.5. Alunni con cittadinanza non italiana per stato estero e sesso
2.6. Classi: n° classi con alunni portatori di handicap per anno di corso; n° classi a tempo normale per anno di
corso; n° classi a tempo prolungato per anno di corso
2.7. Esiti: n° alunni esterni esaminati per anno di corso e sesso; n° alunni esterni promossi per anno di corso e
sesso; n° alunni interni scrutinati per anno di corso e sesso; n° alunni interni promossi per anno di corso e sesso
2.8. Personale: n° personale docente per sesso, n° personale non docente per sesso
2.8. Altre notizie sugli alunni: n° alunni nomadi; n° alunni che non fruiscono dell’insegnamento della religione
cattolica
Livello di disaggregazione territoriale per 1 e 2: nazionale, area geografica, regione, province, comuni,
distretti
3. Dati analitici
Sono presenti tutte le informazioni acquisite tramite le schede di rilevazione “integrativa” sia per la scuola statale
che non statale ed è possibile ottenere su file tutte le informazioni analitiche per singola scuola.
(a) Dati derivanti dalle attività amministrative e gestionali del MIUR.
(b) Il personale scolastico del MPI viene classificato in cinque differenti categorie: personale docente, Personale amministrativo tecnico ed
ausiliario (A.T.A.), dirigenti scolastici, personale educativo, incaricati per l’insegnamento della religione. Le informazioni disponibili sono
relative al personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato (di ruolo), annuale e fino al termine delle attività didattiche (non di ruolo),
cessato e collocato fuori ruolo. Relativamente al personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato, le informazioni sono disponibili sia
per i titolari che per i cessati e i collocati fuori ruolo.
111
2.3.6 Le indagini campionarie
Dal Programma statistico nazionale (PSN) 2004-2006 risulta che il MIUR effettua
una rilevazione sugli “Scrutini per anno di corso, esiti degli esami di licenza e giudizi
riportati dagli alunni negli stessi esami nelle scuole elementari e secondarie di primo
grado statali”.
Questa rilevazione è un’indagine campionaria effettuata con periodicità annuale.
L’universo di riferimento sono gli scrutini annuali per anno di corso e sessioni di esami
nelle scuole elementari e secondarie di primo grado statali.
I principali caratteri rilevati sono: alunni scrutinati; alunni promossi; alunni respinti.
Il MIUR diffonde con periodicità annuale alcuni dei dati rilevati nel volume
“Indagine campionaria sulla dispersione scolastica nelle scuole statali elementari, medie
e secondarie superiori”, in cui viene esaminato il fenomeno degli alunni non valutati in
sede di scrutinio finale fra i quali possono essere inclusi gran parte di coloro che
abbandonano la scuola o che evadono l’obbligo scolastico.
In particolare, per quanto concerne la scuola secondaria di primo grado statale, in tale
pubblicazione vengono presi in considerazione:
- gli alunni ritirati ufficialmente entro il 15 marzo (con esclusione di quelli
trasferiti ad altra scuola) perché: trasferiti all’estero, ritirati in istruzione
familiare e ritirati per assolvimento dell’obbligo scolastico;
- gli alunni non valutati agli scrutini finali per aver effettuato un numero di
assenze troppo elevato a causa di malattie, interruzioni di frequenze non
formalizzate, mancate frequenze, assolvimento obbligo scolastico;
- gli alunni che hanno interrotto la frequenza in corso d’anno, non
formalizzandola, perché non più in obbligo scolastico.
I dati sono disaggregati a livello regionale e per anno di corso.
Va osservato che, secondo quanto dichiarato dal MIUR, una sintesi dei dati rilevati
su alunni scrutinati, alunni promossi e alunni respinti vengono diffusi dal MIUR in
appositi notiziari. Per l’a.s. 2003/04 alcuni risultati sono stati presentati in un
“Notiziario statistico” redatto dal Servizio statistico I della nuova Direzione Generale
Studi e Programmazione del MIUR.
Va infine osservato che anche per questa indagine, come per la rilevazione
“integrativa”, non esiste alcuna nota metodologica che spiega il processo di rilevazione
e non viene in alcun modo diffuso il modello di rilevazione.
112
2.4. Le statistiche della scuola secondaria di secondo grado89 (ex scuola secondaria
superiore)
2.4.1 La produzione statistica prima e dopo il passaggio
Prima del passaggio della produzione dei dati sulle scuole secondarie superiori
dall’Istat al MIUR90, l’Istat effettuava delle rilevazioni totali (censuarie), svolte con
cadenza annuale. L’oggetto di tali rilevazioni erano le scuole secondarie superiori sia
gestite dallo Stato (scuole statali) che gestite da enti pubblici e privati (scuole non
statali). Allo stesso tempo anche il MPI era in possesso di informazioni statistiche sulle
scuole secondarie di secondo grado derivanti dalle attività amministrative e gestionali di
competenza del Ministero (in particolare: consistenza degli alunni, delle classi, del
personale e delle strutture edilizie delle scuole statali) e inserite nel Sistema informativo
del MPI (SIMPI). Il Ministero non rilevava invece i dati sulle scuole secondarie
superiori non statali e alcune informazioni sulle scuole secondarie di secondo grado
statali che l’Istat acquisiva tramite le sue rilevazioni (in particolare: distinzione per
sesso degli alunni iscritti e ripetenti, esiti degli scrutini e degli esami).
Dopo il passaggio, con l’accordo quadro siglato il 18.08.1997 tra il MPI e l’Istat è
stato stabilito che, limitatamente ai dati non gestiti dal SIMPI, le indagini annuali
precedentemente condotte dall’Istat nelle scuole vengano sostituite da indagini
“integrative” – con periodicità annuale - la cui titolarità spetta allo stesso Ministero.
Allo stato attuale, i dati sulle scuole secondarie superiori vengono prodotti dal MIUR
e derivano da:
(i)
le attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero (che
riguardano le sole scuole statali);
(ii)
le rilevazioni “integrative” effettuate per approfondire alcuni aspetti non
rilevati dalle attività amministrative e gestionali di cui al punto precedente e
in particolare per rilevare informazioni sulle scuole non statali;
89
“La scuola secondaria di secondo grado è costituita dal sistema dei licei, che comprende artistico,
classico, economico, linguistico, musicale e coreutica, scientifico, tecnologico, delle scienze umane;
fabbisogni formativi. I licei hanno durata quinquennale e si concludono con un esame di Stato” [MIUR
(2004), p. XXII].
90
Per i tempi del passaggio della produzione delle statistiche sulle scuole dall’Istat al MIUR cfr. Schema
A.
113
(iii) le indagini campionarie sugli esiti degli esami di qualifica professionale, di
licenza di maestro d’arte e sugli esiti degli esami di stato nelle scuole statali
di istruzione secondaria di secondo grado.
Va subito evidenziato che i dati sugli esiti degli esami di maturità vengono rilevati
dall’Osservatorio nazionale sugli esami di stato (ONES), osservatorio istituito presso
l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell’istruzione (INValSI).
Nei paragrafi che seguono del presente capitolo 2.4 verranno descritti –
relativamente alle scuole secondarie superiori - i principali aspetti delle rilevazioni dei
dati di fonte amministrativa e delle rilevazioni “integrative”, le modalità di diffusione
dei dati, il Sistema informativo e il Data Warehouse del MPI, le indagini campionarie e
la rilevazione degli esiti degli esami di maturità effettuata dall’ONES e, a partire da
luglio di quest’anno (2004), dal MIUR.
Nel caso delle rilevazioni “integrative” verranno effettuati dei riferimenti e dei
confronti con quanto veniva fatto precedentemente dall’Istat.
2.4.2 I dati di fonte amministrativa
I dati sulle scuole secondarie di secondo grado statali derivanti dalle attività
amministrative e gestionali di competenza del Ministero maggiormente utilizzati per la
descrizione del sistema scolastico sono quelli rilevati per la determinazione
dell’organico di diritto e dell’organico di fatto.
Secondo le definizioni inserite nel Sistema informativo del MIUR (SIMPI), le
funzioni di “organico di diritto” sono le procedure informatiche che consentono a
ciascuna scuola statale di comunicare al SIMPI le informazioni – basate sulle richieste
di iscrizione - sul numero di alunni, classi, posti o cattedre relativi al successivo anno
scolastico in modo da definire la propria pianta organica. Invece, con il termine di
“organico di fatto” vengono intese le procedure relative all’inserimento nel SIMPI
dell’effettiva consistenza degli alunni, delle classi, dei posti e delle cattedre per l’anno
scolastico al quale ci si riferisce relativamente alle scuole statali.
Questi dati vengono comunicati dalle segreterie scolastiche al SIMPI attraverso il
collegamento diretto esistente (cfr. par. 2.1.5).
114
Per quanto riguarda la descrizione del processo di rilevazione91 e comunicazione dei
dati per la determinazione dell’organico di diritto, ogni segreteria scolastica deve
comunicare i dati relativi a tutte le sedi di propria competenza. Il processo di
comunicazione avviene secondo i seguenti passi:
1° passo - Reperimento moduli: i CSA inviano alle segreterie degli istituti i prospetti
nei quali i Dirigenti scolastici devono riportare le informazioni richieste;
2° passo - Compilazione moduli: le segreterie scolastiche devono reperire le
informazioni di interesse e compilare i moduli con i dati di organico relativi
a ciascuna sede di propria competenza: (a) numero degli alunni e delle classi
per ogni indirizzo attivo nell’istituto; (b) numero degli alunni e delle classi di
lingua straniera per ogni indirizzo attivo nell’istituto; (c) numero delle classi
attribuite alle classi di concorso atipiche; (d) numero delle classi articolate
fra più indirizzi per ogni gruppo di indirizzi; (e) per i soli Istituti d’Arte, i
dati relativi all’eventuale scuola media annessa ed ai corsi di
perfezionamento; (f) numero degli alunni, delle classi e delle squadre di
educazione fisica; (g) numero delle cattedre e delle ore residue per classe di
concorso relativamente agli indirizzi maxi-sperimentali e ai corsi serali degli
istituti professionali;
3° passo - Comunicazione dei dati al Sistema informativo (SIMPI): le segreterie
scolastiche, una volta reperite le informazioni di interesse e compilati i
moduli con i dati di organico relativi a ciascuna sede di propria competenza,
devono comunicare direttamente a Sistema i dati di cui al passo precedente;
4° passo - Invio stampe: le segreterie scolastiche devono inoltrare ai CSA competenti i
prospetti di cui al passo 1 debitamente compilati e firmati dal Dirigente
scolastico.
E’ previsto che il personale di segreteria possa essere assistito, nelle varie fasi del
procedimento amministrativo e nell’uso delle funzioni del Sistema informativo, dai
referenti dei CSA.
Le fasi successive del procedimento amministrativo, finalizzate alla definizione della
pianta organica provinciale utile alle operazioni di mobilità, sono di competenza dei
91
La descrizione del processo di rilevazione dei dati per la determinazione dell’Organico di diritto è stata
desunta dal sito WebIntranet del MIUR (www.mpi.istruzione.it).
115
CSA, i quali potranno operare solo dopo aver disattivato, alle istituzioni scolastiche, le
funzioni di inserimento dei dati.
Per quanto concerne l’organico di fatto, le procedure che acquisiscono tali
informazioni hanno la caratteristica di aggiornare, se necessario, gli analoghi dati che
hanno determinato l’organico di diritto e sono relativi alla situazione ad anno scolastico
già avviato.
2.4.3. Le rilevazioni “integrative”
2.4.3.A L’unità di rilevazione
Come avveniva per le rilevazioni effettuate dall’Istat prima del passaggio, l’unità di
rilevazione della rilevazione “integrativa” delle scuole secondarie superiori – sia statali
che non statali – è l’unità scolastica.
2.4.3.B I modelli di rilevazione
Per effettuare la rilevazione “integrativa” delle scuole secondarie superiori, il MIUR
utilizza due modelli di rilevazione: uno per la scuola statale ed uno per la scuola non
statale. I due modelli presentano alcune diversità, dal momento che alcuni dati delle
scuole statali sono già noti al Sistema informativo del MPI e che la scuola non statale
presenta alcune sue proprie peculiarità92.
Nella Tabella 2.16 sono riassunte le variabili rilevate dall’Istat per l’a.s. 1997-98
(ultimo anno in cui la rilevazione è stata in carico all’Istat93) e quelle rilevate dal MIUR
con il modello relativo alle scuole secondarie superiori non statali94 dell’a.s. 2002-2003,
evidenziando le variabili rilevate dai modelli Istat e non dai modelli MIUR e viceversa.
Dal confronto fra i due modelli si può osservare che la maggior parte delle variabili
precedentemente rilevate dall’Istat vengono a tutt’oggi rilevate dal MIUR. In
92
Si ricorda che i dati relativi alle scuole non statali sono rilevati solo tramite l’indagine integrativa.
Per l’a.s. 1998-99 la rilevazione dei dati sulle scuole secondarie superiori non statali è stata effettuata
dall’ISTAT, mentre la rilevazione delle scuole statali è stata condotta direttamente dal MIUR.
94
E’ stato preso in considerazione il modello della rilevazione delle scuole secondarie di secondo grado
non statali piuttosto che quello delle scuole secondarie di secondo grado statali, perché è il modello che
richiede un maggior numero di informazioni. Per le scuole statali, infatti, alcune informazioni (quali, ad
esempio: situazione edilizia, personale in servizio) sono già in possesso del MIUR e inserite nel SIMPI, in
quanto derivano dalle procedure amministrativo-gestionali del Ministero. Va comunque osservato che nel
modello di rilevazione delle scuole secondarie di secondo grado statali vengono rilevate informazioni più
dettagliate – rispetto al modello delle scuole non statali – sugli alunni con handicap e sulle biblioteche
scolastiche.
93
116
particolare, i modelli utilizzati dal MIUR rilevano “nuove” variabili importanti per la
descrizione del sistema scolastico relative agli alunni (in particolare: alunni appartenenti
a comunità nomadi, alunni pluriripetenti), alle classi (in particolare: classi con numero
di alunni inferiore a 10, classi con alunni in situazione di handicap), alla situazione
edilizia (in particolare: esistenza gabinetti scientifici, esistenza laboratorio di
informatica, esistenza laboratorio linguistico), ai corsi di recupero, alle attività
“integrative” (alunni frequentanti attività integrative, docenti impegnati in attività
integrative, ore utilizzate per attività integrative) e agli scrutini ed esami dell’a.s.
precedente (in particolare: alunni interni promossi con debito formativo, alunni interni
non valutati, alunni portatori di handicap scrutinati/esaminati, alunni con cittadinanza
non italiana scrutinati/esaminati, ecc.).
E’ evidente che le differenze riscontrate nei due modelli siano in larga parte dovute a
nuove sensibilità che sono venute maturando nel tempo e che hanno comportato la
necessità di rilevare fenomeni di particolare rilevanza così come l’appartenenza degli
alunni a comunità nomadi, corsi di recupero, attività integrative, alunni promossi con
debito formativo.
Riguardo all’accessibilità dei modelli di rilevazione, va osservato che questi non
vengono diffusi né su pubblicazioni specifiche, né tramite Internet, bensì solo attraverso
la rete Intranet del MIUR il cui accesso, come si vedrà in seguito (cfr. par. 2.5), è
riservato a pochissimi utenti. Un utilizzatore può dunque ottenere i modelli solo
attraverso una specifica richiesta al Ministero.
117
Tabella 2.16. Variabili rilevate dal modello ISTAT M.31/b “Rilevazione delle scuole secondarie superiori – A.S.
1997-98” e dal modello MIUR/4b “Rilevazione delle scuole secondarie di II grado non statali – A.S. 2002-2003”
Variabili rilevate dal Mod. ISTAT M.31/b
Variabili rilevate dal Mod. MIUR/4b
A.S. 1997-98
A.S. 2002-2003
GESTIONE DELLA SCUOLA
SPAZI DISPONIBILI:
N° totale aule ordinarie
• N° aule ordinarie utilizzate
N° aule utilizzate, site in edificio non appositamente
costruito ad uso scolastico
N° laboratori e/o spazi speciali
N° laboratori e/o spazi speciali utilizzati
N° laboratori e/o spazi speciali utilizzati, siti in
edificio non appositamente costruito ad uso scolastico
CLASSI E ALUNNI:
• N° classi per anno di corso
• N° alunni iscritti per anno di corso e sesso
• N° alunni ripetenti per anno di corso e sesso
N° alunni qualificati nell’a.s. precedente e iscritti ai
corsi post-qualifica per sesso
N° iscritti al corso integrativo per libero accesso
all’università per sesso
• N° alunni per anno di nascita, per sesso e anno di corso
N° alunni iscritti al 1° anno che hanno conseguito la
licenza media nell’a.s. precedente
• N° alunni che hanno scelto di non avvalersi della
religione cattolica per sesso e anno di corso
SITUAZIONE EDILIZIA:
Indicazioni sull’edificio – Se esso è: appositamente
costruito per uso scolastico; adattato per uso scolastico;
in comune con scuola elementare o materna non
statale; in comune con scuola media non statale; in
comune con altra scuola secondaria di II grado non
statale
• N° aule ordinarie utilizzate dalla scuola
Esistenza della palestra
Esistenza altri impianti sportivi
Esistenza locale adibito esclusivamente a biblioteca
Esistenza gabinetti scientifici
Esistenza laboratorio di informatica
Esistenza laboratorio linguistico
Esistenza locale mensa
PERSONALE:
Sesso del capo d’istituto
• N° docenti in servizio per sesso (di cui: abilitati;
servizio da più di 3 anni nella scuola)
• N° personale non docente per sesso
in
NOTIZIE SUGLI ALUNNI:
• N° alunni iscritti per anno di corso e sesso in classi
normali
• N° alunni ripetenti per anno di corso e sesso in classi
LINGUE STRANIERE:
normali
• N° alunni che studiano ciascun tipo di lingua
N° alunni pluriripetenti nella scuola secondaria di II
grado in classi normali
ALUNNI STRANIERI:
• N° alunni iscritti per anno di corso e sesso in classi
• N° alunni stranieri per cittadinanza e sesso
sperimentali
PERSONALE DOCENTE DELL’A.S. PRECEDENTE : • N° alunni ripetenti per anno di corso e sesso in classi
N° docenti di ruolo per sesso (solo per le scuole gestite
sperimentali
da enti pubblici)
N° alunni pluriripetenti nella scuola secondaria di II
N° supplenti annuali per sesso (solo per le scuole
grado in classi sperimentali
gestite da enti pubblici)
• N° alunni per anno di nascita, per sesso e anno di corso
N° supplenti temporanei fino a termine dell’attività
• N° alunni con cittadinanza non italiana per sesso e
didattica per sesso (solo per le scuole gestite da enti
anno di corso
pubblici)
N° alunni appartenenti a comunità nomadi per anno di
• N° docenti abilitati per sesso (solo per le scuole gestite
corso e sesso
da enti privati)
• N° alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della
N° docenti che hanno svolto attività di insegnamento
religione cattolica per anno di corso e sesso
per sesso (solo per le scuole gestite da Stato, Enti
N° alunni in situazione di handicap per anno di corso e
locali, altri Enti pubblici)
sesso
N° giornate di assenza del personale docente per sesso
• N° alunni per lingua straniera studiata per anno di
N° nomine di supplenti temporanei
corso
N° giornate complessive retribuite ai supplenti
temporanei
NOTIZIE SULLE CLASSI:
• N° di classi per anno di corso
PERSONALE NON DOCENTE DELL’A.S.
N° di classi con numero di alunni inferiore a 10 per
PRECEDENTE:
anno di corso
• N° personale non docente per qualifiche
N° di classi con alunni in situazione di handicap per
anno di corso
ALUNNI STRANIERI:
• N° alunni stranieri per cittadinanza e sesso
118
Tabella 2.16 (segue). Variabili rilevate dal modello ISTAT M.31/b “Rilevazione delle scuole secondarie superiori
– A.S. 1997-98” e dal modello MIUR/4b “Rilevazione delle scuole secondarie di II grado non statali – A.S.
2002/03”
Variabili rilevate dal Mod. ISTAT M.31/b
A.S. 1997-98
Variabili rilevate dal Mod. MIUR/4b
A.S. 2002-2003
RISULTATI DEGLI SCRUTINI DELL’A.S.
CORSI DI RECUPERO ED INIZIATIVE
PRECEDENTE:
DIDATTICHE:
N° di corsi di recupero del debito scolastico attivati e/o
• N° scrutinati per sesso e anno di corso (distinti per:
deliberati dagli organi collegiali per area disciplinare
alunni interni e candidati esterni)
N° di alunni frequentanti i corsi per anno di corso e
• N° alunni promossi per sesso e anno di corso (distinti
sesso
per: alunni interni e candidati esterni)
N° docenti totali impegnati nei corsi di recupero per
RISULTATI DEGLI ESAMI DI QUALIFICA O
anno di corso
LICENZA DELL’A.S. PRECEDENTE:
N° docenti in servizio nella scuola impegnati nei corsi
• N° candidati interni non ammessi agli esami di
di recupero per anno di corso
qualifica o licenza per sesso
• N° esaminati per sesso (distinti per: alunni interni e ATTIVITA’ INTEGRATIVE:
N° alunni frequentanti attività integrative per tipo di
candidati esterni)
attività
• N° qualificati o licenziati per sesso (distinti per: alunni
N° docenti impegnati in attività integrative per tipo di
interni e candidati esterni)
attività
(Y) RISULTATI DEGLI ESAMI DI MATURITA’
N° ore utilizzate per attività integrative per tipo di
DELL’A.S. PRECEDENTE:
attività
• N° candidati interni non ammessi agli esami di maturità
SCRUTINI ED ESAMI DELL’A.S. PRECEDENTE:
per sesso
• N° esaminati per sesso (distinti per: alunni interni e • N° scrutinati/esaminati per sesso e anno di corso
(distinti per: alunni interni e candidati esterni)
candidati esterni)
•
N° alunni promossi per sesso e anno di corso (distinti
• N° maturi per sesso (distinti per: alunni interni e
per: alunni interni e candidati esterni)
candidati esterni)
N° alunni interni promossi con debito formativo per
• N° candidati esterni che non hanno superato l’esame di
anno di corso
maturità e sono stati dichiarati idonei alla frequenza
N° alunni interni non valutati per interruzioni
nell’ultimo anno
formalizzate per anno di corso
• N° qualificati o licenziati e n° maturi per tipo di
N° alunni interni non valutati per interruzioni non
qualifiche e maturità
formalizzate per anno di corso
N° alunni portatori di handicap scrutinati/esaminati
(distinti per: alunni interni e candidati esterni)
N° alunni portatori di handicap promossi/licenziati
(distinti per: alunni interni e candidati esterni)
N° alunni interni portatori di handicap non valutati
N°
alunni
con
cittadinanza
non
italiana
scrutinati/esaminati (distinti per: alunni interni e
candidati esterni)
N°
alunni
con
cittadinanza
non
italiana
promossi/licenziati (distinti per: alunni interni e
candidati esterni)
N° alunni interni con cittadinanza non italiana non
valutati
(Y) RISULTATI DEGLI ESAMI DI QUALIFICA,
LICENZA E DIPLOMA DI ABILITAZIONE
ALL’INSEGNAMENTO NELLA SCUOLA
MATERNA:
• N° scrutinati/esaminati per sesso (distinti per: alunni
interni e candidati esterni)
• N° qualificati/licenziati/diplomati per sesso (distinti
per: alunni interni e candidati esterni)
N° qualificati o licenziati per tipo di qualifica o licenza
(Y) A partire dal 1999, i risultati degli esami di maturità sono rilevati dall’INValSI.
LEGENDA:
: Variabili non rilevate dal Mod. ISTAT M.31/b dell’a.s. 1997-98.
: Variabili non rilevate dal Mod. MIUR 4/b dell’a.s. 2002-2003.
• : Variabili rilevate sia dal Mod. ISTAT M.31/b che dal Mod. MIUR 4/b.
119
Il modello MIUR relativo all’a.s. 2002-2003 non rileva i “risultati degli esami di
maturità” che dall’anno 1999 vengono rilevati dall’INValSI, ma a partire dal corrente
mese di luglio 2004, il MIUR, nell’ottica di una futura revisione delle modalità di
acquisizione delle informazioni sugli esami di Stato, ha iniziato ad acquisire al Sistema
informativo le principali informazioni riguardanti gli esiti degli esami di stato conclusivi
dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore per l’a.s. 2003-2004 (cfr. par.
5.7.10).
Inoltre, va osservato che a partire dall’a.s. 2002/2003 le rilevazioni “integrative”
delle scuole secondarie di secondo grado si svolgono in due periodi distinti, in modo da
raccogliere i risultati degli scrutini ed esami conclusivi dello stesso anno
tempestivamente e non più, come nel passato, congiuntamente ai dati dell’anno
scolastico successivo: durante il primo periodo, che ha inizio nel mese di
ottobre/novembre e termina generalmente a marzo, vengono acquisite tutte le
informazioni richieste nei moduli della rilevazione “integrativa”, ad eccezione di quelle
contenute nella sezione relativa agli esiti; nel secondo, a partire da luglio dell’anno
successivo, vengono acquisite le informazioni relative agli esiti finali dell’anno
scolastico appena trascorso (in tale periodo non possono essere in alcun modo
modificate le informazioni immesse nel primo periodo).
2.4.3.C Le fasi della rilevazione
Prima del passaggio delle rilevazioni dall’Istat al MIUR, l’Istat effettuava la raccolta
dei dati sulle scuole secondarie superiori presso le singole unità scolastiche, d’intesa con
il MPI, tramite i Provveditorati agli studi, che collaboravano alle rilevazioni in qualità di
organi intermedi di rilevazione.
Più precisamente, l’Istat inviava ai Provveditorati i modelli di rilevazione cartacei e
le circolari con le istruzioni destinate ai Capi d’Istituto. I Provveditorati distribuivano il
materiale alle scuole, raccoglievano i modelli da esse compilati e li trasmettevano di
nuovo all’Istat, che curava le fasi di riepilogo, di revisione qualitativa e quantitativa, di
registrazione ed elaborazione secondo un piano di tabulazione opportunamente
predisposto.
L’Istat aveva dei referenti a livello di Provveditorati, ma non organizzava alcuna
riunione a scopo formativo con essi.
Subito dopo il passaggio, le rilevazioni “integrative” sono state effettuate dal MIUR
tramite modelli cartacei e i dati venivano inseriti nel Sistema informativo dai
120
Provveditorati agli studi. Successivamente per le scuole statali si è cominciato ad
assistere ad uno spostamento dell’attività di acquisizione dei dati dai Provveditorati
verso le istituzioni scolastiche stesse che hanno cominciato ad inserire direttamente le
informazioni di propria competenza nel SIMPI.
Attualmente il processo di acquisizione dei dati è stato informatizzato. In particolare,
a partire dall’a.s. 2000-2001, avvalendosi del collegamento telematico con il Sistema
informativo in tutte le istituzioni scolastiche statali, il processo di raccolta e
comunicazione dei dati delle rilevazioni “integrative” delle scuole statali e di parte delle
scuole non statali è stato integralmente delegato alle istituzioni scolastiche.
Per le scuole secondarie superiori statali, è infatti cura degli istituti scolastici statali
provvedere autonomamente al prelievo dei modelli dalla rete Intranet del MIUR, alla
loro compilazione e all’immissione nel Sistema informativo dei dati in essi contenuti.
Generalmente sono i segretari scolastici ad occuparsi della rilevazione e
dell’immissione dei dati nel Sistema.
Per le scuole secondarie di secondo grado non statali i Centri Servizi Amministrativi
(CSA - ex Provveditorati agli Studi) inviano i modelli di rilevazione alle scuole non
statali per la loro compilazione e curano la raccolta degli stessi per la successiva
immissione dei dati al Sistema.
Per seguire e monitorare il processo di rilevazione, il MIUR richiede - attraverso
apposite circolari - agli Uffici Scolastici Regionali di procedere alla nomina di appositi
referenti, a livello regionale e provinciale. Questi referenti hanno il compito, oltre che di
sensibilizzare le scuole in materia di acquisizione e circolazione dei flussi informativi,
quello di seguire costantemente e da vicino tutte le fasi delle rilevazioni a livello locale,
fornendo assistenza alle scuole nella fase di compilazione dei modelli e assicurando nel
contempo un monitoraggio dell’andamento delle rilevazioni.
Gli Uffici scolastici regionali a loro volta richiedono ai Dirigenti dei CSA la nomina
dei referenti provinciali e poi possono decidere di organizzare degli incontri
organizzativi con essi95.
Va comunque osservato che per quanto riguarda le procedure informatiche utilizzate
durante il processo di rilevazione dei dati, queste vengono implementate e gestite da una
società informatica esterna scelta mediante una apposita gara d’appalto. L’ufficio di
95
Si sottolinea che tali incontri hanno solo scopo organizzativi e non formativi.
121
statistica del MIUR non viene consultato per la parte statistica relativa alla gestione del
Sistema informativo da parte della società esterna e non ha alcun controllo sull’operato
della stessa. Da ciò deriva che l’ufficio di statistica del MIUR non ha il controllo pieno
di alcune fasi del processo di rilevazione dei dati.
2.4.3.D I livelli di copertura
Secondo quanto dichiarato dai responsabili dell’Istat, prima del passaggio l’Istituto
riusciva a recuperare – in modo tempestivo - i modelli relativi alla totalità delle scuole.
Le scuole venivano infatti raggiunte tutte col tramite dei Provveditorati agli studi che
provvedevano a rinviare all’Istat i modelli compilati. Successivamente l’Istat mandava
dei solleciti alle scuole non rispondenti. Quelle ancora inadempienti dopo il secondo
sollecito venivano contattate per telefono per cercare di raccogliere comunque le
informazioni mancanti.
Dopo il passaggio di competenze, il MIUR ha incontrato diversi problemi nel riuscire
a reperire i modelli delle rilevazioni “integrative” relativi alle scuole secondarie
superiori.
Con il passare degli anni i livelli di copertura sono diventati sempre più alti anche se
ancora oggi la rilevazione difetta di completezza. I tassi di risposta relativi all’a.s. 20032004 sono infatti pari all’89,1% per le scuole secondarie superiori statali e al 95,5% per
quelle non statali (cfr. Tab. 2.17).
122
Tabella 2.17. Tassi di risposta(1) della scuola secondaria
di II grado (ex scuola secondaria superiore) statale e non
statale – Rilevazioni “integrative” dall’a.s. 1998/99
all’a.s. 2003/04 (valori percentuali)
SCUOLA SECONDARIA DI
ANNI
SCOLASTICI
SECONDO GRADO
Statale
Non stat.
1998/99
82,6
*
1999/2000
88,2
84,6
2000/2001
80,1
83,6
2001/2002
84,8
89,1
2002/2003
87,5
84,6
2003/2004
89,1
95,5
(1) – Il tasso di risposta è calcolato rapportando il n°
di scuole rilevate al n° di scuole risultanti in anagrafe.
* - La rilevazione era effettuata dall’Istat.
Fonte: elaborazioni MIUR.
Come si può osservare dalla tabella 2.17, nel corso degli anni scolastici i tassi di
risposta non hanno mantenuto un andamento stabile; in alcuni casi si è registrata
addirittura una diminuzione. Secondo quanto dichiarato dal Ministero, non è facile
individuare con precisione i motivi di tali andamenti, che con molta probabilità sono
dovuti a fattori contingenti o locali.
2.4.3.E Le procedure di controllo dei dati
Prima del passaggio, secondo quanto dichiarato dai responsabili dell’Istat in sede di
intervista, l’Istituto effettuava sui dati raccolti diversi tipi di controlli:
(a)
un controllo di tipo quantitativo sulle scuole, confrontando i modelli raccolti
con l’archivio delle scuole in possesso dell’Istituto; nel caso di scuole non
rispondenti, l’Istat contattava direttamente le scuole per sollecitare la
compilazione e restituzione dei modelli;
(b)
un controllo manuale sui modelli cartacei, effettuato prima della registrazione
dei dati; in caso di anomalie riscontrate, l’Istat contattava telefonicamente le
scuole;
123
(c)
controlli di tipo qualitativo, effettuati dopo la registrazione dei dati,
utilizzando piani di check opportunamente predisposti; inoltre i dati venivano
controllati con il n° degli alunni iscritti nell’a.s. precedente.
Con questi tipi di controlli, l’Istat riusciva a recuperare tempestivamente i modelli e i
relativi dati della totalità delle scuole immediatamente al termine della rilevazione.
Subito dopo il passaggio, il MIUR non sempre è riuscito a svolgere i controlli nella
fase di rilevazione dei dati e, in particolare, ad effettuare una tempestiva validazione
statistica dei dati raccolti.
Va comunque evidenziato che, negli ultimi anni, si sono registrati notevoli
miglioramenti nel controllo dei dati sia nella fase di rilevazione che nella fase ex-post.
Per quanto concerne i controlli nella fase di rilevazione e acquisizione dei dati, il
MIUR ha predisposto dei controlli durante l’immissione dei dati nel Sistema
informativo96. Questi controlli sono diversi a seconda delle scuole statali e non statali.
Per le scuole statali, i primi controlli che vengono effettuati durante la fase di
immissione dei dati nel SIMPI sono i confronti fra i dati acquisiti dalla rilevazione e
quelli amministrativi/gestionali relativi all’organico di fatto. Il Sistema visualizza sullo
schermo i dati di organico di fatto ed effettua i controlli previsti; il mancato
superamento dei controlli viene segnalato. Inoltre sono previsti controlli di coerenza fra
i dati inseriti.
Per le scuole non statali, sono previsti solo controlli di coerenza.
I tipi di controlli da effettuare sui dati durante l’immissione, anche se vengono
predisposti e inseriti nel Sistema da una società esterna, sono decisi dall’Ufficio
statistico e da un ufficio facente parte del Sevizio per l’automazione e l’innovazione
tecnologica del MIUR (la società esterna si limita a inserirli nel Sistema).
Ma l’ufficio di statistica non effettua il collaudo delle procedure realizzate dalla
società esterna, bensì tale collaudo viene effettuato da un altro ufficio dello stesso
Servizio che fornisce all’ufficio di statistica lo stampato dei controlli eseguiti. Non
viene quindi effettuato alcun controllo sull’implementazione delle procedure
predisposte dalla società esterna e non esiste un vero e proprio monitoraggio delle
diverse fasi della rilevazione e correzione dei dati.
96
I tipi di controllo previsti sono indicati nel “Manuale utente” delle Rilevazioni integrative disponibile
nella rete Intranet del MIUR.
124
Per quanto concerne i controlli e le correzioni ex-post, in questi ultimi anni il MIUR,
in stretta collaborazione con l’Istat, ha cercato di risolvere il problema della correzione e
validazione dei dati. Ad esempio, per l’a.s. 2000/2001 i controlli e la correzione ex-post
dei dati delle rilevazioni “integrative” delle scuole secondarie di secondo grado non
statali sono stati effettuati dall’Istat che, per rispondere alle richieste internazionali, ha
applicato ai dati grezzi le sue procedure di correzione, ottenendo stime a livello
regionale delle principali variabili. Per l’a.s. successivo (2001/2002), l’Istat ha effettuato
i controlli e la correzione dei dati delle scuole statali, mentre il MIUR ha svolto quelli
per le scuole non statali.
Per quanto riguarda l’assenza dei dati dovuta a mancate risposte totali e/o parziali, il
MIUR utilizza procedure specifiche: (i) per le scuole non statali, cerca di recuperare i
modelli di rilevazione o di ricostruire i dati mancanti tramite i dati degli anni precedenti
o successivi; (ii) per le scuole statali, utilizza i dati gestionali/amministrativi dell’anno
corrente e quelli degli anni precedenti e successivi.
Le correzioni effettuate dall’Istat sono in parte di tipo deterministico e in parte sono
imputazioni di tipo probabilistico.
Le correzioni che vengono apportate ai dati da parte del MIUR sono invece solo di
tipo deterministico.
2.4.4 La diffusione e pubblicazione dei dati: il deficit informativo
A partire dall’a.s. 1946-47 e fino all’a.s. 1986-87 i risultati delle rilevazioni delle
scuole secondarie superiori effettuate dall’Istat venivano pubblicati dall’Istat stesso, con
periodicità annuale, insieme ai dati degli altri ordini di scuola in un unico volume dal
titolo “Annuario statistico dell’istruzione italiana”.
A partire dall’a.s. 1987-88 i dati sulle scuole secondarie superiori sono stati
pubblicati – sempre dall’Istat – in una nuova serie di volumi: “Statistiche delle scuole
secondarie superiori”.
Subito dopo il passaggio, l’Istat ha continuato a curare la diffusione e la
pubblicazione delle statistiche derivanti dalle rilevazioni “integrative” del MIUR (cfr.
Tab. 2.18), anche secondo quanto previsto dall’accordo quadro del 18.8.1997 fra Istat e
MPI (“la pubblicazione e la diffusione delle statistiche prodotte dal Ministero potrà
avvenire a cura dell’ISTAT”).
125
Ma, anche a causa della scadenza dell’accordo quadro97, la pubblicazione e
diffusione di tali dati è ferma a diversi anni fa.
In particolare, gli ultimi dati sulle scuole secondarie superiori pubblicati e diffusi
negli annuari curati dall’Istat sono quelli relativi all’a.s. 1998/99 (cfr. Tab. 2.18).
Al momento gli unici dati diffusi sono quelli inseriti nelle pubblicazioni curate - a
partire dal 1994 - dal MIUR: “La Scuola Statale: sintesi dei dati” e “Sedi, alunni, classi,
dotazioni organiche del personale docente della scuola statale”. Ma i dati inseriti in tali
pubblicazioni, anche se escono tempestivamente e vengono diffusi tramite Internet,
derivano dai dati amministrativi – gestiti dal Sistema informativo del MIUR - utilizzati
per la definizione dell’organico di fatto (del personale docente) nel caso della prima
pubblicazione e dell’organico previsionale (cd. “di diritto”) nel caso della seconda e,
inoltre, si riferiscono solo alle scuole statali. Per quanto riguarda invece i dati sulle
scuole secondarie superiori non statali, i dati – derivanti dalle rilevazioni “integrative” vengono solo sporadicamente diffusi dal MIUR su pubblicazioni specifiche.
Dalle interviste con i responsabili sia dell’Istat che del MIUR è emerso che la
mancata diffusione e pubblicazione dei dati sulle scuole secondarie superiori non è
dovuto soltanto a un problema di competenza o a ritardi nella pubblicazione, bensì
all’effettiva mancanza di tali dati.
In particolare si può osservare che la mancanza di completezza, affidabilità e
validazione dei dati è uno dei motivi principali che ha causato il gap informativo e la
conseguente mancata diffusione dei dati delle rilevazioni “integrative”.
L’attuale disponibilità di microdati statistici sulle scuole secondarie superiori è
riassunta nel seguente Tab. 2.19.
I dati disponibili sono quelli fino all’a.s. 1998-99 (diffusi attraverso l’apposito
annuario Istat). Per gli a.s. 1999-2000 e 2000-2001 i dati derivanti dalle rilevazioni
“integrative” sono incompleti (ci sono solo stime a livello provinciale e regionale delle
principali variabili). Attualmente sia il MIUR che l’Istat stanno lavorando per la
ricostruzione dei dati relativi all’a.s. 2001-2002. Nello specifico, il MIUR si occupa di
ricostruire i dati per le scuole non statali, mentre l’Istat si occupa delle scuole statali.
97
L’accordo quadro è scaduto il 17.8.2000 e non è stato rinnovato.
126
Tabella 2.18. Pubblicazione dei dati delle statistiche sulla scuola secondaria di II grado (ex scuola secondaria
superiore) dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2002-2003
SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO
ANNI SCOLASTICI
Statale
Non statale
1992-93
Volume ISTAT “Statistiche delle scuole secondarie
superiori”
(Annuario n. 4, 1994)
1993-94
Volume ISTAT “Statistiche delle scuole secondarie
superiori”
(Annuario n. 5, 1995)
1994-95
Volume ISTAT “Statistiche delle scuole secondarie
superiori”
(Annuario, 1996)
1995-96
Volume ISTAT “Statistiche delle scuole secondarie
superiori”
(Annuario n. 7, 1997)
1996-97
Volume ISTAT “Statistiche delle scuole secondarie
superiori”
(Annuario n. 8, 1999)
1997-98
Volume ISTAT “Statistiche delle scuole secondarie
superiori”
(Annuario n. 9, 2000)
(a) + (b)
1998-99
Volume ISTAT “Statistiche delle scuole
secondarie superiori”
(Annuario n. 10, 2002) (*)
(a) + (b)
1999-2000
(a) + (b) + (c)
(b) + (c)
2000-01
(a) + (b) + (c)
(b) + (c)
2001-02
(a) + (b) + (c)
Volume MIUR “Indagine
conoscitiva scuola non
statale” (*)
(Anno 2003)
+ (b) + (c)
2002-03
(a) + (b) + (c)
(b) + (c)
(*): disponibile anche su INTERNET
(a): Il MIUR ha pubblicato e pubblica alcuni dati gestionali derivanti dal Sistema informativo in appositi volumi
(disponibili anche su Internet), tra i quali:
- “La Scuola Statale: sintesi dei dati” (pubblicazione con periodicità annuale);
- “Sedi, alunni, classi, dotazioni organiche del personale docente della scuola statale” (pubblicazione con
periodicità annuale);
(b): Il MIUR ha pubblicato e pubblica alcuni dati derivanti dalle Rilevazioni “integrative” in volumi monografici
(disponibili anche su Internet), tra i quali:
- “Alunni con cittadinanza non italiana – Scuole statali e non statali” (pubblicazione con periodicità annuale);
- “L’handicap e l’integrazione nella scuola” (pubblicazione saltuaria)
(c): Rapporto ONES: “Gli esami in numeri” (pubblicazione con periodicità annuale e disponibile anche su Internet)
127
Tabella 2.19. Disponibilità di microdati* sulla scuola secondaria di II grado (ex scuola
secondaria superiore) dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2002-2003.
ANNI
SCOLASTICI
*:
X:
(a):
(b):
(c):
(d):
(e):
2.4.5
SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI
Statale
Non statale
1992-93
X
X
1993-94
X
X
1994-95
X
X
1995-96
X
X
1996-97
X
X
1997-98
X
X
1998-99
X
X
1999-2000
(a) + (e)
(e)
2000-01
(a) + (b) + (e)
X(d)
2001-02
X
X
2002-03
(a) + (e)
(c)
Il “microdato” è l’insieme dei dati elementari rilevati sull’unità di
analisi (dal glossario di: www.ds.unifi.it)
Disponibilità di microdati completi tratti dalle rilevazioni Istat o
Miur
Microdati gestionali completi derivanti dal Sistema informativo
del MPI/MIUR
Dati provvisori, a livello provinciale, derivanti da elaborazioni
dell’ISTAT su alcune variabili dei dati delle rilevazioni
“integrative” del MPI.
Il MIUR sta effettuando il trattamento statistico dei microdati
derivanti dalle rilevazioni “integrative”.
entro dicembre 2003
Microdati non trattati delle rilevazioni “integrative” (livelli di
acquisizione inferiori al 100%)
Il Sistema informativo (SIMPI) e il Data Warehouse (DWH) del Ministero
dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Per la descrizione del SIMPI e del DWH cfr. il par. 2.1.5.
I dati e le variabili consultabili nel DWH relativi alle scuole secondarie di secondo
grado sono prospettati nella Tabella 2.20.
128
Tabella 2.20. Dati sulla scuole secondaria di II grado (ex scuola secondaria superiore)
consultabili nel DWH del MPI
ORGANICO DI FATTO(a)
1. Scuole e istituti
1.1. Conteggio scuole: (n° istituti principali; n° scuole fuori provincia; n° scuole serali; n° scuole sezioni distaccate; n°
tot. scuole) per tipo di istruzione e tipo di istituto
2. Alunni e classi
2.1. Alunni e classi per anno di corso e tipo di istituto; classi lingua francese per anno di corso e tipo di istituto; classi
lingua inglese per anno di corso e tipo di istituto; classi lingua spagnola per anno di corso e tipo di istituto; classi
lingua tedesca per anno di corso e tipo di istituto
2.2. Alunni portatori di handicap per tipo di sostegno (sost. minorati della vista, sost. minorati dell’udito,…) e per tipo
di istituto
3. Posti e cattedre
3.1. Posti per tipo di cattedra (cattedre esterne, cattedre interne miste, cattedre sperimentali, cattedre ordinarie, …), per
tipo di istituto e per classe di concorso (italiano, chimica, …)
3.2. Posti di sostegno (esterni, interni) per tipo di sostegno (sost. minorati della vista, sost. minorati dell’udito,…), per
area disciplinare e tipo di istituto
Livello di disaggregazione territoriale per 1, 2 e 3: nazionale, aree geografiche, regioni, distretti, province, comuni,
anagrafica scuole
PERSONALE(a) (b)
1. Docenti
1.1. Docenti titolari per tipo di insegnamento (fisica, informatica, laboratorio, …) e per tipo di posto (normale,
sostegno, altro)
1.2. Docenti immessi in ruolo per tipo di posto (normale, sostegno)
1.3. Docenti cessati per causale di cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, per morte, …)
1.4. Docenti collocati fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (per utilizzazione in altri compiti, per motivi di salute, ..)
1.5. Personale docente in servizio
1.6. Assenze docenti per tipo di insegnamento (fisica, informatica, laboratorio, …)
2. Direttivi (dirigenti scolastici)
2.1. Direttivi titolari
2.2. Direttivi cessati per causale cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, per morte, …)
2.3. Direttivi collocati fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (per utilizzazione in altri compiti, per motivi di salute, ..)
2.4. Personale direttivo in servizio
2.5. Assenze del personale direttivo
3. Personale amministrativo tecnico ed ausiliario (A.T.A.)
3.1. Personale ATA titolare per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, collab. scolastico, …)
3.2. Personale ATA immesso in ruolo per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …)
3.3. Personale ATA cessato per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) e per causale
cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, per morte, …)
3.4. Personale ATA collocato fuori ruolo per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) e per
causale coll. fuori ruolo (per utilizzazione in altri compiti, per motivi di salute, ..)
3.5. Personale ATA in servizio per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …)
3.6. Assenze del personale ATA per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …)
4. Personale educativo (PED)
4.1. Personale educativo titolare
4.2. Personale educativo immesso in ruolo
4.3. Personale educativo cessato per causale cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, …)
4.4. Personale educativo collocato fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (per utilizzazione in altri compiti, per motivi
di salute, ..)
4.5. Personale educativo in servizio
4.6. Assenze del personale educativo
Livello di disaggregazione territoriale per 1, 2, 3 e 4: nazionale, aree geografiche, regioni e province
129
Tabella 2.20 (segue). Dati sulla scuola secondaria di II grado consultabili nel DWH del MPI
RILEVAZIONI “INTEGRATIVE”
1. Scuola statale
1.1. Notizie generali: n° scuole tot., n° scuole rilevate, n° alunni, n° classi
1.2. Alunni per anno di corso: n° alunni per anno di corso e sesso; n° alunni ripetenti per anno di corso e sesso; n°
alunni in classi normali per anno di corso e sesso; n° alunni in classi sperimentali per anno di corso e sesso
1.3. Alunni per anno di nascita, per anno di corso e sesso
1.4. Alunni e classi in doppio turno
1.5. Alunni con cittadinanza non italiana per stato estero e sesso
1.6. Classi: n° classi per anno di corso; n° classi con portatori di handicap per anno di corso
1.7. Esiti: n° alunni esterni esaminati per anno di corso e sesso; n° alunni esterni promossi per anno di corso e sesso; n°
alunni interni scrutinati per anno di corso e sesso; n° alunni interni promossi per anno di corso e sesso
1.8. Alunni interni promossi con debito formativo per anno di corso e sesso
1.9. Altre notizie sugli alunni: n° alunni nomadi; n° alunni che non fruiscono dell’insegnamento della religione
cattolica; n° alunni in situazioni di handicap per anno di corso
2. Scuola non statale
2.1. Notizie generali: n° scuole tot., n° scuole rilevate, n° alunni, n° classi, n° personale docente, n° personale non
docente
2.2. Alunni per anno di corso: alunni per anno di corso e sesso; alunni ripetenti per anno di corso e sesso; alunni in
classi normali per anno di corso e sesso; alunni in classi sperimentali per anno di corso e sesso
2.3. Alunni per anno di nascita, per anno di corso e sesso
2.4. Alunni con cittadinanza non italiana per stato estero e sesso
2.5. Classi: n° classi per anno di corso; n° classi con portatori di handicap per anno di corso
2.6. Esiti: n° alunni esterni esaminati per anno di corso e sesso; n° alunni esterni promossi per anno di corso e sesso; n°
alunni interni scrutinati per anno di corso e sesso; n° alunni interni promossi per anno di corso e sesso
2.7. Alunni interni promossi con debito formativo per anno di corso e sesso
2.8. Personale: n° personale docente per sesso, n° personale non docente per sesso
2.9. Alunni non valutati: n° interruzioni formalizzate; n° interruzioni non formalizzate
2.10. Alunni provenienti da scuola statale; alunni ripetenti provenienti da scuola statale; alunni provenienti da scuola
statale iscritti al primo anno
2.11. Altre notizie sugli alunni: (n° alunni nomadi; n° alunni che non fruiscono dell’insegnamento della religione
cattolica; n° alunni in situazioni di handicap) per anno di corso
Livello di disaggregazione territoriale per 1 e 2: nazionale, area geografica, regione, province, comuni, distretti
3. Dati analitici
Sono presenti tutte le informazioni acquisite tramite le schede di rilevazione “integrativa” sia per la scuola statale che
non statale ed è possibile ottenere su file tutte le informazioni analitiche per singola scuola.
(a) Dati derivanti dalle attività amministrative e gestionali del MIUR.
(b) Il personale scolastico del MPI viene classificato in cinque differenti categorie: personale docente, Personale amministrativo tecnico ed ausiliario
(A.T.A.), dirigenti scolastici, personale educativo, incaricati per l’insegnamento della religione. Le informazioni disponibili sono relative al personale
con contratto di lavoro a tempo indeterminato (di ruolo), annuale e fino al termine delle attività didattiche (non di ruolo), cessato e collocato fuori
ruolo. Relativamente al personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato, le informazioni sono disponibili sia per i titolari che per i cessati e i
collocati fuori ruolo.
130
2.4.6 Le indagini campionarie
Dal Programma statistico nazionale (PSN) 2004-2006 risulta che il MIUR effettua
una rilevazione su “Esiti degli esami di stato nelle scuole statali di istruzione secondaria
di secondo grado”.
Questa rilevazione è un’indagine campionaria effettuata con periodicità annuale.
L’universo di riferimento sono le sessioni di esami nelle scuole statali di istruzione
secondaria di secondo grado.
I principali caratteri rilevati sono: studenti ammessi; studenti non ammessi; studenti
diplomati; studenti non diplomati; studenti interni statali; studenti esterni privatisti;
tipologia di scuola.
Il MIUR diffonde con periodicità annuale alcuni dei dati rilevati nel volume
“Indagine campionaria sulla dispersione scolastica nelle scuole statali elementari, medie
e secondarie superiori”, in cui viene esaminato il fenomeno degli alunni non valutati in
sede di scrutinio finale fra i quali possono essere inclusi gran parte di coloro che
abbandonano la scuola o che evadono l’obbligo scolastico98.
In particolare, per quanto concerne le scuole secondarie superiori, in tale
pubblicazione sono analizzate due categorie di studenti: quelli non valutati perché
ritirati ufficialmente entro il 15 marzo e quelli non valutati per altro motivo.
I dati sono disaggregati per tipo di scuola, anno di corso e ripartizione geografica.
2.4.7 La rilevazione degli esami di maturità
1. A partire dall’a.s. 1998/99, con l’introduzione del nuovo esame di Stato, i dati relativi
agli esiti degli esami di maturità vengono raccolti e diffusi dall’Osservatorio nazionale
sugli esami di stato99 (ONES), un organismo esterno al Sistan e istituito presso
l’INValSI.
98
Va osservato che gli ultimi dati sulla dispersione scolastica delle scuole secondarie superiori statali
sono stati diffusi dal MIUR per l’a.s. 2001-2002. La pubblicazione del MIUR relativa all’a.s. 2002-2003
non prende in considerazione le scuole secondarie superiori.
99
L’ONES è stato istituito dal Regolamento del nuovo esame di Stato (DPR 23 luglio 1998 n° 323) che
all’art. 14 prevede “presso il Centro Europeo dell’Educazione – recentemente riordinato in Istituto
Nazionale per la Valutazione del Sistema Istruzione – un Osservatorio nazionale con il compito di
monitorare, verificare e valutare l’applicazione della nuova disciplina degli esami di Stato conclusivi dei
corsi di studio di istruzione secondaria superiore e di costituire un supporto permanente per le
commissioni di esame per quanto riguarda la predisposizione della terza prova scritta anche realizzando,
in collaborazione con i competenti uffici dell’amministrazione della pubblica istruzione, un apposito
archivio nazionale permanente utilizzabile, a tal fine, dalle commissioni”. Il comma 2 dello stesso articolo
131
La rilevazione annuale sugli esiti degli esami di maturità da parte dell’ONES è di
tipo censuario, dal momento che l’ONES aveva valutato che, per monitorare
l’andamento del nuovo esame, occorreva capire in che modo le singole prove venissero
valutate, quali erano le relazioni tra i vari punteggi, quanto influivano le caratteristiche
dei candidati sugli esiti formali e pertanto occorreva disporre di dati analitici sui singoli
studenti.
2. I dati relativi agli esami di maturità vengono acquisiti tramite le relazioni compilate
dai Presidenti delle commissioni di esame100.
Il formato del questionario (relazione dei Presidenti di commissione) ha un carattere
fortemente strutturato con una prevalenza di richiesta di dati quantitativi, mentre la parte
qualitativa – delle opinioni e delle valutazioni sul nuovo esame – è limitata ad una parte
libera.
La relazione del Presidente si compone di tre parti: (i) la parte A riguarda la
composizione della commissione e la questione della sostituzione dei commissari; (ii) la
parte B riguarda principalmente la qualità del documento del consiglio di classe e
l’adeguatezza dei curricoli allo svolgimento delle prove scritte; (iii) la parte C raccoglie
le schede individuali dei candidati.
Le principali variabili rilevate per le parti A e B riguardano: la questione delle
sostituzioni dei membri delle commissioni, il documento del consiglio di classe, lo
svolgimento dei programmi rispetto all’esito delle varie prove, la forma adottata per la
terza prova e la seconda lingua utilizzata, le modalità di effettuazione delle votazioni per
l’assegnazione dei punteggi.
Le schede individuali dei candidati rilevano: candidati interni o esterni; genere;
portatori di handicap; anno di nascita; cittadinanza; traccia della prima prova scelta; tutti
i singoli punteggi attribuiti ed esito finale.
Per semplificare la raccolta e l’elaborazione delle relazioni dell’intero universo delle
commissioni, è stato necessario predisporre un questionario fortemente strutturato,
recita: “Al fine del monitoraggio dell’andamento degli esami di Stato, i presidenti delle commissioni di
esame predispongono, prima della chiusura dei lavori, un’apposita relazione sulla base di criteri
predefiniti dall’Osservatorio nazionale di cui al comma 1, che provvede all’esame e alla valutazione degli
elementi conoscitivi contenuti nelle relazioni”. Tale obbligo viene ribadito dall’Ordinanza Ministeriale n.
43 dell’11 aprile 2002 all’art. 20 riguardante il voto finale, certificazione, adempimenti conclusivi.
100
L’ONES, sin dall’inizio della sua attività, ha centrato nelle “relazioni dei Presidenti” il momento
principale per condurre il monitoraggio dei nuovi esami di Stato.
132
costituito prevalentemente da informazioni – precodificate e prestampate - acquisibili
automaticamente mediante lettura ottica. “Ciò, se riduce la libertà di espressione di chi
risponde, permette di realizzare elaborazioni più tempestive, utili ai responsabili che
governano lo sviluppo del processo di attuazione della nuova normativa” (Bolletta,
2002, p. 4).
3. L’ONES, con l’obiettivo di facilitare il compito aggiuntivo richiesto alle
commissioni, ha anche predisposto un programma informatico, denominato
“Conchiglia”, che, oltre a consentire l’immissione/acquisizione dei dati sugli esami di
Stato, automatizza una serie di procedure documentali a carico delle segreterie e delle
commissioni101.
Per agevolare l’utilizzo del programma Conchiglia, è stato predisposto un manuale in
linea e un fascicolo a stampa che illustra nel dettaglio le varie funzionalità del
programma. Inoltre, sono stati attivati dei numeri telefonici a disposizione delle
commissioni e delle scuole.
Il programma Conchiglia “è stato particolarmente curato per quanto riguarda la
sicurezza dei dati. Gli accessi sono protetti da parole di accesso riservate e aggiornabili
dai presidenti. Eventuali manomissioni dei dati operate per altra via sono controllate dal
programma che riesce a ripristinare la situazione se vi è il sospetto di interventi non
autorizzati. Anche in casi di cancellazione del data-base è possibile … ottenere una
procedura di ripristino dei dati immessi” (ONES, 2002, p. XXXIII).
4. Per quanto riguarda la procedura di rilevazione e trasmissione dei dati, i
questionari/relazioni devono essere compilati dai Presidenti delle commissioni che
101
Anche se l’uso del sistema Conchiglia è facoltativo, tre possono essere i soggetti interessati al suo uso:
(i) l’istituto scolastico attraverso la segreteria può avere interesse a costituire una base informativa
completa che consente, tra l’altro, di stampare automaticamente tutta la certificazione provvisoria e
definitiva di tutti i candidati;
(ii) la commissione che può redigere i verbali con procedure estremamente semplificate, pubblicare
all’albo gli esiti delle prove scritte e quelli finali, redigere automaticamente la relazione finale da
inviare all’Osservatorio;
(iii) l’ONES che può acquisire i dati in modo estremamente rapido ed economico accelerando così la
fase di restituzione delle analisi dei risultati.
Inoltre, Conchiglia consente di stampare sia tabelle riassuntive ad uso dell’attività corrente delle
commissioni sia i certificati e i diplomi da parte delle segreterie e rende possibile la restituzione
ufficiale degli esiti alla chiusura dei lavori della commissione (Bolletta, 2002, p. 6)
133
possono fornire i dati all’ONES secondo due modalità: (i) attraverso il sistema
Conchiglia102; (ii) attraverso la compilazione e restituzione dei modelli cartacei.
I dati inviati attraverso il sistema Conchiglia vengono acquisiti dall’ONES in tempo
reale e vengono pubblicati giornalmente su Internet103; in tal modo già da luglio
vengono diffusi dall’ONES i primi risultati parziali sugli esami.
Per quanto riguarda invece i modelli cartacei, le relazioni dei presidenti vengono
raccolte dai CSA – tramite le Direzioni regionali – i quali, una volta verificata la
raccolta di tutte le commissioni, avvertono l’ONES perché provveda al ritiro mediante
corriere. Talvolta si sono verificati alcuni disguidi e ritardi nella raccolta dei pacchi da
parte di alcuni CSA, che finiscono per protrarre il periodo di rilevazione. Va comunque
osservato che circa il 90% dei modelli in genere viene raccolto entro ottobre/novembre
dello stesso anno della sessione degli esami. Uno dei principali motivi dei ritardi
registrati è legato al fatto che non tutti i CSA (uffici periferici) monitorano, verificano e,
se del caso, sollecitano le commissioni che non hanno ancora risposto.
5. Come già accennato, nei casi in cui non viene utilizzato il programma Conchiglia, la
registrazione dei dati dei modelli cartacei avviene tramite lettura ottica. Secondo quanto
affermato dall’ONES, tale sistema di registrazione dei dati non presenta problemi dal
momento che il questionario di rilevazione è concepito appositamente per favorire
l’acquisizione automatica delle informazioni mediante lettura ottica.
6. “Per migliorare l’affidabilità dei dati (completezza, correttezza dei codici delle
commissioni e delle scuole, codici degli indirizzi, nome delle sezioni) è previsto l’invio
tramite posta a tutte le commissioni di etichette adesive contenenti prestampati i codici a
barre che identificano la commissione, la scuola, la classe e l’indirizzo di studio. In tal
modo ogni pagina del questionario sarà identificata in modo univoco. Qualora tali
etichette non dovessero arrivare in tempo si raccomanda comunque di controllare
l’esattezza dei codici utilizzati e di scrivere il nome della classe sempre allo stesso
modo” (ONES, 2002, pp. XXIX-XXX).
102
Allo stato attuale circa il 20% dei Presidenti di commissione si avvale del sistema Conchiglia per
compilare le relazioni.
103
I dati raccolti attraverso il sistema Conchiglia e diffusi su Internet hanno un valore puramente
descrittivo degli esiti delle sole commissioni cui si riferiscono (commissioni che hanno usato il
programma Conchiglia).
134
I controlli effettuati sui dati raccolti sono diversi a seconda che le commissioni
abbiano utilizzato il programma Conchiglia o i modelli cartacei.
Il programma Conchiglia prevede dei controlli on-line di coerenza e di quadratura sui
dati inseriti: i modelli non possono essere inviati se presentano delle incoerenze o se
sono incompleti. Nel caso dei modelli cartacei, i CSA dovrebbero effettuare dei primi
controlli sulla completezza delle schede rilevate, ma si è osservato che tali controlli
vengono effettuati in modo più minuzioso ed accurato dai CSA delle province mediopiccole.
Successivamente l’ONES effettua i controlli di affidabilità sui dati acquisiti dai
modelli cartacei e registrati tramite lettura ottica.
7. La diffusione dei risultati della rilevazione avviene da parte dell’ONES mediante la
pubblicazione di dati, tabelle e grafici su Internet e attraverso la restituzione dei risultati
alle singole scuole. I dati degli esiti delle sessioni 1999 e 2000 sono stati pubblicati in
appositi volumi “Gli esami in numeri”104.
I dati acquisiti dall’ONES vengono successivamente inviati al MIUR, il quale, dopo
aver applicato le proprie procedure di correzione, li trasmette all’Istat che li utilizza per
soddisfare le richieste a livello internazionale e per la formazione del campione
dell’indagine sull’inserimento professionale dei maturi.
Allo stato attuale, né il MIUR né l’Istat hanno diffuso e/o pubblicato i dati “corretti”
sugli esiti degli esami di maturità a partire dalla sessione di esami del 1999.
8. Secondo quanto affermato dall’ONES, “l’approccio censimentario, il formato della
relazione, le procedure attuate hanno conferito negli anni alla relazione del presidente
una finalità statistico demografica per cui la base dati realizzata è divenuta rapidamente
una fonte primaria cui far riferimento per sapere quanti studenti hanno conseguito il
diploma a partire dalla sessione 1999. Con ciò si è modificato l’obiettivo conoscitivo
iniziale che era prevalentemente di tipo didattico pedagogico e che tendeva ad accertare
la qualità docimologia del nuovo esame. Si tratta di un importante valore aggiunto e,
pur con tutti i limiti…, i dati forniti … possono essere letti come tipici di un repertorio
statistico che descrive la struttura del sistema nel suo complesso e negli aspetti
104
ONES (2000), Gli esami in numeri. Sessione 1999, Franco Angeli; ONES (2002), Gli esami in numeri.
Sessione 2000, Franco Angeli
135
particolari più rilevanti che si aggiunge, però, a ciò che più interessa all’Osservatorio, la
validità del nuovo esame e la qualità degli apprendimenti degli studenti che escono ”
(Bolletta, 2004, p. 2).
Su quest’ultimo punto si può osservare che se da un lato il lavoro svolto dall’ONES sia
molto apprezzabile e consenta di disporre via via di un archivio (serie storica) di dati,
dall’altro tale rilevazione non è stata concepita con finalità statistiche e probabilmente i
Presidenti delle commissioni d’esame, i CSA e le Direzioni regionali non comprendono
l’importanza che possono avere questi dati da un punto di vista statistico. La rilevazione
degli esiti degli esami di maturità non è infatti inserita nel Programma Statistico
Nazionale (PSN) e, secondo quanto dichiarato nel PSN stesso, ciò ha creato alcuni
problemi.
Inoltre non è ben chiaro come avvenga il passaggio dei dati dall’ONES al MIUR, e
infine all’Istat, e tanto meno risulta facile comprendere come il MIUR possa correggere
e intervenire su dati che non ha rilevato direttamente.
9. Per quanto riguarda i tassi di risposta105, secondo quanto diffuso dall’ONES sul sito
internet, questi sono pari a: 72% per la sessione 2003, 69% per la sessione 2002 e 90%
per la sessione 2001.
Secondo quanto dichiarato dal MIUR in sede di intervista, dalle elaborazioni
effettuate dal Ministero sui dati dell’ONES risulta che circa il 4% dei record presentano
errori dovuti a mancate risposte o a duplicazioni106.
10. Al termine di questo paragrafo 5.7 vale la pena evidenziare che, a partire dal
corrente mese di luglio 2004, il MIUR, su espressa richiesta della nuova Direzione
Generale Studi e Programmazione e nell’ottica di una futura revisione delle modalità di
acquisizione delle informazioni sugli esami di Stato, ha iniziato ad acquisire al Sistema
informativo le principali informazioni riguardanti gli esiti degli esami di stato conclusivi
dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore per l’a.s. 2003-2004.
105
I tassi di risposta sono calcolati come rapporto tra il n° di modelli compilati e il n° ufficiale delle
Commissioni di esame. La numerosità ufficiale è desunta dal file ufficiale utilizzato per la costituzione
delle Commissioni d’esame.
106
I controlli fatti dal MIUR si basano sul rapporto: N° diplomati su popolazione residente.
136
Questa rilevazione ha lo scopo di quantificare e descrivere alcune caratteristiche dei
diplomati rilevati per scuola e non per commissione esaminatrice come viene fatto
dall’ONES. A tal fine è stata aggiunta alle rilevazioni “integrative” dei dati delle scuole
secondarie superiori statali e non statali un’apposita sezione destinata alla raccolta dei
dati in questione.
Le variabili rilevate sono sintetizzate nella Tabella 2.21.
Tabella 2.21. Variabili relative agli esiti degli esami di Stato rilevate dai modelli MIUR/4a
“Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di II grado statali” e dal modello MIUR/4b
“Rilevazione delle scuole secondarie di II grado non statali” – A.S. 2003-2004
Variabili rilevate dai Mod. MIUR/4a e MIUR/4b
Esiti degli esami di Stato – Scuole statali e non statali
A.S. 2003-2004
a. Accesso agli esami di Stato:
• Candidati esterni che hanno sostenuto gli esami preliminari per sesso
• Candidati esterni che hanno superato gli esami preliminari per sesso
b. Risultati degli esami di Stato:
• Studenti esaminati per sesso (distinti in interni ed esterni)
• Studenti diplomati per sesso (distinti in interni ed esterni)
• Studenti non diplomati per sesso (distinti in interni ed esterni)
c. Diplomati con cittadinanza non italiana:
• Diplomati con cittadinanza UE per sesso
• Diplomati con cittadinanza non UE per sesso
d. Altre notizie sui diplomati:
• Diplomati per anno di nascita e per sesso (distinti in interni ed esterni)
• Diplomati per votazione conseguita e sesso (distinti in interni ed esterni)
Per quanto riguarda le modalità di rilevazione dei dati, gli istituti scolastici e i CSA
dovranno operare con le medesime modalità organizzative messe in atto per le
rilevazioni “integrative” riguardanti il corrente anno scolastico.
137
2.5. Gli aspetti problematici: alcuni perché del “gap” informativo
2.5.1. Dalle analisi sinora svolte è emerso che le serie storiche complete delle statistiche
sulle scuole sono interrotte a quattro/cinque anni scolastici fa e addirittura a sei nel caso
delle scuole materne ed elementari. Infatti, molte delle informazioni statistiche sul
mondo della scuola precedentemente pubblicate e diffuse dall’Istat al momento vengono
rilasciate in modo saltuario e per di più non con la stessa completezza e con lo stesso
livello di disaggregazione territoriale. I dati diffusi dal MIUR con il volume “Sedi,
alunni, classi, dotazioni organiche del personale docente della scuola statale”, anche se
vengono diffusi tempestivamente, sono quelli utilizzati dal Sistema informativo del
MIUR per la determinazione dell’organico di diritto del personale docente ai fini delle
operazioni di mobilità, ovvero dell’organico previsionale, basato sulle richieste di
iscrizione. Queste statistiche hanno dunque un carattere derivato, in quanto sono la
conseguenza di impostazioni di atti amministrativi che interessano direttamente la
gestione delle scuole. Per tale motivo, tali dati non possono essere in alcun modo
confrontati con le serie storiche dei dati pubblicati negli Annuari dell’Istat che
derivavano da apposite rilevazioni svolte ad anno scolastico iniziato e che, come già
visto, presentavano una maggiore disaggregazione territoriale e un maggior numero di
variabili.
Ma il problema non è solo legato al fatto che le statistiche sono ricavate da funzioni
amministrative, ma quanto al fatto che la funzione amministrativa non interessa tutto il
sistema scolastico ma soltanto quello pubblico che rientra nelle competenze del
Ministero. Vi è quindi tutto il settore privato e una serie di variabili che rimangono
scoperti e che il MIUR rileva solo attraverso le rilevazioni “integrative”. Le rilevazioni
“integrative” potrebbero dunque colmare le lacune lasciate dalle statistiche di fonte
amministrativa, ma un altro problema è legato al fatto che il MIUR non diffonde in
maniera sistematica tutta una serie di informazioni che vengono raccolte con le
rilevazioni “integrative”. In particolare:
-
la distinzione per sesso degli alunni;
-
la distinzione fra alunni in corso e ripetenti;
-
l’anno di nascita degli alunni;
-
gli alunni stranieri e la distinzione per paese d’origine;
-
gli esiti finali e degli esami di licenza e di qualifica.
138
Alcune di queste informazioni vengono solo sporadicamente diffuse dal MIUR su
pubblicazioni specifiche, ma il massimo livello di disaggregazione territoriale è quello
provinciale107.
Ad esempio, per quanto riguarda le scuole non statali, i dati sono stati diffusi e
pubblicati dal MIUR una sola volta, e solo relativamente all’a.s. 2001/2002, nel volume
“Scuola non statale: indagine conoscitiva – a.s. 2001/02” e in tal caso il massimo livello
di disaggregazione territoriale è quello regionale.
La situazione sin qui descritta è quella che risulta dalla documentazione diffusa,
anche se sia il MIUR che l’Istat hanno dichiarato che stanno lavorando in stretta
collaborazione per rendere disponibili i microdati completi e corretti relativi agli ultimi
anni scolastici108.
2.5.2. Da quanto sinora descritto e analizzato, si osserva che le statistiche fino al
momento prodotte dal MIUR non possiedono molte delle dimensioni fondamentali della
qualità quali la pertinenza, la tempestività, la regolarità, l’accessibilità, la chiarezza e la
comparabilità109. In particolare non soddisfano le dimensioni di:
107
L’Istat diffondeva i dati disaggregati fino a livello comunale.
Il MIUR ha anche affermato che i microdati derivanti dalle rilevazioni “integrative” relativi ad alcuni
anni scolastici non potranno essere ricostruiti. Per alcuni di questi anni scolastici si hanno a disposizione
solo delle stime, a livello provinciale o regionale, relative alle principali variabili rilevate e i microdati
non trattati delle rilevazioni “integrative”.
109
Qui di seguito si riportano le definizioni di alcune dimensioni fondamentali della qualità delle
statistiche:
“- Pertinenza. Indica sia la capacità che i dati hanno di soddisfare agli obbiettivi della ricerca e quindi
dell’indagine, sia quella di soddisfare le esigenze conoscitive degli utilizzatori. Nell’ottica del moderno
controllo della qualità ha un rilievo primario nel determinare la qualità di un dato.
- Accuratezza. Indica la capacità delle stime di avvicinarsi ai valori da stimare incogniti relativi alla
popolazione, si tratta pertanto di una valutazione essenziale per giudicare della capacità dei dati di
rappresentare il fenomeno.
- Tempestività. Riguarda la diffusione dei dati e indica la capacità di produrre i risultati finali in tempi
ravvicinati rispetto all’esecuzione dell’indagine. In altre parole, è connessa alla necessità di disporre di
dati aggiornati e quindi va valutata con riferimento al fenomeno osservato ed alle esigenze degli
utilizzatori.
- Regolarità. Riguarda la diffusione dei dati e indica la frequenza con cui l’indagine è ripetuta e i dati
sono resi disponibili. Anche in questo caso non esiste una frequenza ottimale ma essa va valutata alla luce
del fenomeno considerato.
- Accessibilità. Riguarda la possibilità che gli utilizzatori hanno di entrare in possesso o di utilizzare i dati
e le difficoltà che sussistono per tale accesso in relazione alle modalità che sono richieste dagli
utilizzatori.
- Chiarezza. Riguarda la disponibilità di documentazione appropriata relativa alle varie caratteristiche e
fasi dell’indagine ed eventualmente la possibilità di ottenere assistenza nell’utilizzo ed interpretazione dei
dati.
- Comparabilità.. Riguarda se è assicurata la possibilità di effettuare confronti omogenei nel tempo e
nello spazio relativamente alla stessa fonte.
108
139
•
pertinenza, perché i dati al momento disponibili non riescono a colmare le esigenze
conoscitive degli utilizzatori, i quali richiedono un maggior dettaglio di
informazione e una maggiore disaggregazione territoriale;
•
tempestività, perché, ad eccezione delle pubblicazioni dei dati derivanti dalle attività
amministrative e gestionali del MIUR, i dati rilevati non vengono diffusi in modo
tempestivo o addirittura non vengono diffusi affatto;
•
regolarità, perché, ad eccezione delle pubblicazioni dei dati derivanti dalle attività
amministrative e gestionali del MIUR, i dati non vengono diffusi con regolarità (o
non vengono diffusi affatto) anche se le rilevazioni “integrative” sono ripetute con
periodicità annuale;
•
accessibilità, poiché gli utilizzatori non possono accedere (e quindi utilizzare) ai dati
rilevati sia perché non sono diffusi o addirittura in molti casi perché non sono
disponibili; inoltre, anche quando sono disponibili presso il MIUR, gli utilizzatori
incontrano molte difficoltà per avere accesso a tali dati;
•
chiarezza, poiché la documentazione disponibile sulle varie caratteristiche e fasi
dell’indagine è molto poca, frastagliata, e per molti aspetti inesistente;
•
comparabilità, in quanto non è possibile effettuare confronti omogenei nel tempo e
nello spazio con i dati che venivano precedentemente prodotti dall’Istat. Inoltre non
possono essere effettuati i confronti neanche fra i primi dati rilevati dal MIUR con le
rilevazioni “integrative” e i dati rilevati – sempre con la stessa rilevazione - per gli
ultimi anni scolastici dal momento che, come si è precedentemente detto, per i primi
si è perso anche il dettaglio territoriale e le informazioni su alcune variabili.
Un’altra nota che vale la pena mettere in evidenza riguarda la disponibilità e
accessibilità di documentazione sul processo di produzione dei dati da parte del MIUR.
Al momento non esiste un documento completo ed organico che descrive le fonti delle
statistiche sulle scuole esistenti e i processi di produzione di tali informazioni. Ad
esempio, per quanto riguarda le rilevazioni “integrative”, queste non vengono
menzionate neanche nel sito Internet del MIUR. Il Ministero non diffonde alcuna
documentazione – di tipo metodologico – sul processo di rilevazione e correzione dei
dati delle indagini precedentemente viste (rilevazioni “integrative” e indagini
- Coerenza. Questo concetto è connesso all’utilizzo di più fonti statistiche, anche con diversa frequenza, e
riguarda l’assenza di contraddizioni tra tali fonti” (Buldo, Filippucci, Napoli, Bernardini Papalia (2000),
p. 41).
140
campionarie). Non è quindi semplice per l’utente riuscire a ricostruire e a conoscere le
modalità di rilevazione. Addirittura il MIUR non diffonde neanche i modelli di
rilevazione delle indagini effettuate.
Tutto quello che è stato presentato in questo rapporto sull’attuale produzione delle
statistiche sulle scuole è stato ricostruito solo ed esclusivamente sulla base delle
interviste in profondità ai responsabili del MIUR, della documentazione direttamente
fornita dal MIUR (modelli di rilevazione, circolari, ecc.) e al momento non diffusa, e
delle informazioni derivanti dal sito Intranet del MIUR al quale possono accedere solo
gli utenti abilitati (cfr. paragrafo 2.1.5).
Anche per quel che riguarda i dati di fonte amministrativa diffusi annualmente, un
semplice utente, dalla documentazione diffusa, riesce solo a sapere che sono dati inseriti
nel SIMPI
e che derivano dalle procedure gestionali per la determinazione
dell’organico di diritto e di fatto.
2.5.3. In merito alla disponibilità e utilizzo dei microdati, i principali utilizzatori dei dati
(in particolare: Regioni, Province autonome, uffici di statistica di enti pubblici,
ricercatori, ecc.) hanno evidenziato che una reale fruibilità delle statistiche
sull’istruzione non può essere intesa solo in termini di pubblicazione tempestiva, ma
anche come disponibilità dei dati elementari in formato elettronico, così da poter
effettuare tutte le analisi specifiche di interesse.
Si potrebbe pensare che tale esigenza possa essere soddisfatta consentendo ai fruitori
dei dati l’accesso al Data Warehouse del MPI, che, secondo quanto affermato dal
Ministero stesso, è stato costruito proprio con lo scopo di fornire all’utente le
informazioni necessarie al supporto alle decisioni.
Ma, come è stato evidenziato nei capitoli precedenti, non si ha la certezza che i dati
inseriti in tale Sistema abbiano le caratteristiche di copertura, qualità e validazione
necessarie per essere utilizzati a fini statistici.
Come sottolineato dal MIUR, i dati inseriti nel DWH rappresentano una fotografia
dei dati registrati negli archivi del SIMPI senza che sia stato effettuato alcun
“trattamento” degli stessi; quindi la “garanzia” che i dati prospettati siano corretti e
completi deriva esclusivamente da un adeguato utilizzo delle procedure amministrative
automatizzate da cui essi stessi derivano.
141
Per quanto riguarda le informazioni relative alle rilevazioni “integrative”, è
opportuno tenere presente che il DWH non contiene i dati di tutte le scuole ma solo di
quelle rilevate. Per tale motivo non è assicurato un elevato grado di completezza e
affidabilità delle informazioni e di conseguenza non si può pensare di diffondere e di
utilizzare questi dati a scopo statistico. Il DWH non può dunque sostituire i prodotti di
diffusione dei dati.
L’auspicio è che la gran mole di dati che vengono rilevati dal MIUR – sia attraverso
le rilevazioni “integrative” che le procedure amministrative e gestionali – possano
essere diffusi e messi a disposizione degli utenti. In particolare, sarebbe auspicabile che,
una volta superati i problemi di correzione e validazione dei dati, le informazioni
statistiche complete e corrette possano essere rese accessibili a tutti.
2.5.4. Il gap informativo e l’impossibilità di utilizzare i dati elementari derivanti dalle
rilevazioni “integrative” condotte dal MIUR sono dunque dovuti alla mancanza di
qualità, completezza e affidabilità di tali dati, dal momento che il MIUR non riesce a
rilevare i dati di tutte le scuole (i livelli di copertura delle indagini sono inferiori al
100%) e ad assicurare i necessari controlli di coerenza e la validazione statistica dei dati
raccolti.
Alcune delle motivazioni che stanno alla base del deficit informativo esistente sono
legate a problemi di coordinamento e di organizzazione delle attività statistiche
all’interno del MIUR e alle poche risorse umane con competenze statistiche assegnate
all’ufficio di statistica del MIUR rispetto ai compiti che l’ufficio stesso deve svolgere.
Neanche l’informatizzazione del processo di acquisizione dei dati ha comportato
l’aumento dei livelli qualitativi e quantitativi delle rilevazioni.
Prima del passaggio della produzione dei dati dall’Istat al MPI, l’Istat, pur non
gestendo in modo informatizzato la rilevazione, aveva il controllo delle fasi strategiche
(fasi di riepilogo, di revisione qualitativa e quantitativa, di registrazione ed
elaborazione) dell’indagine, mentre, allo stato attuale, l’ufficio di statistica del MIUR
non ha alcun controllo sul processo di rilevazione e acquisizione dei dati, che viene
gestito da una società informatica esterna.
Inoltre, i contatti con la società esterna non sono tenuti dall’ufficio di statistica bensì
da un altro ufficio con competenze amministrative. Quindi, sebbene l’ufficio di
142
statistica fornisce delle indicazioni e delle specifiche per la conduzione dell’indagine,
non si sa come e se queste vengano trasmesse alla ditta esterna e tanto meno come
vengano recepite. Al fine di una corretta gestione dell’indagine e per assicurare la
qualità dei dati raccolti, l’ufficio di statistica dovrebbe coordinare i lavori, interagendo
direttamente con la società esterna e monitorandone l’operato.
Infine, va osservato che, nell’ambito della produzione statistica e della rilevazione
dei dati, è stata data importanza eccessiva al settore informatico, il quale, anzichè essere
un settore trainante, dovrebbe invece rivestire solo un ruolo ancillare. L’informatica
dovrebbe essere al servizio della statistica e non viceversa.
Di questa situazione sembra che se ne sia tenuto conto nella riorganizzazione del
MIUR di recente conclusa. Infatti, gli uffici di statistica non sono più stati incardinati
nella Direzione per l’automazione informatica e l’innovazione tecnologica, bensì nella
nuova Direzione generale studi e programmazione sui sistemi dell’istruzione,
dell’università, della ricerca e dell’alta formazione artistica musicale e coreutica.
2.5.5. Per quanto riguarda l’informatizzazione del processo di rilevazione dei dati, va
evidenziato positivamente che il collegamento informatico diretto con ogni scuola
consente di contenere il rallentamento burocratico che si registrava precedentemente
anche per il passaggio dei modelli di rilevazione attraverso i Provveditorati agli studi –
organi intermedi di rilevazione – che erano peraltro caratterizzati da differenziati livelli
di efficienza. Nonostante questa nota positiva va comunque osservato che il processo di
informatizzazione è esteso alle sole scuole statali mentre per le private non c’è un
obbligo formale, quindi, anche nel caso delle rilevazioni “integrative”, le statistiche
sulle scuole non statali hanno una tempestività ritardata rispetto a quelle relativa alle
scuole statali.
2.5.6. Nella documentazione disponibile e diffusa – in particolare negli Annuari
dell’Istat – sono stati evidenziati solo i vantaggi che sarebbero potuti derivare dal
rilascio delle attività di produzione delle statistiche sulle scuole dall’Istat al MIUR,
senza prendere in considerazione gli ipotetici rischi a cui si poteva andare incontro.
Infatti, come è già stato ampiamente osservato, dopo il passaggio si sono registrati
non pochi problemi nel settore delle statistiche sulle scuole, tra cui l’incompletezza dei
143
dati raccolti e diffusi e la conseguente interruzione delle serie storiche dei dati
precedentemente prodotti dall’Istat.
In estrema sintesi, si può affermare che il processo di decentramento della
produzione delle statistiche sulle scuole dall’Istat al MIUR è stato per molti aspetti un
insuccesso, soprattutto a causa delle modalità e dei tempi con cui è avvenuto.
Secondo quanto dichiarato dal MIUR, l’ufficio di statistica dell’allora MPI non era
d’accordo né tanto meno pronto per affrontare tale passaggio per almeno tre ordini di
motivi: (i) aveva già in carico altre rilevazioni (tra le quali quella sul monitoraggio della
riforma della scuola elementare); (ii) non aveva mai gestito i dati delle scuole non statali
e non aveva gli archivi relativi a tali scuole; (iii) era dotato di poche risorse con
specifiche competenze statistiche.
La cessione della produzione delle statistiche, infatti, non è stata graduale, bensì è
avvenuta tout court, senza valutarne l’opportunità, senza assistenza metodologica e
tecnica da parte dell’Istat nella fase del passaggio e per di più “a costo zero”, cioè senza
potenziare in alcun modo l’ufficio di statistica del MIUR110.
Ciò fa riflettere anche su quanto evidenziato dall’allora presidente della CGIS, prof.
Ugo Trivellato, in occasione della VI Conferenza nazionale di statistica: il
decentramento della produzione statistica dall’Istat alle amministrazioni competenti
“non può prescindere da un potenziamento di funzioni centrali – di indirizzo, di
assistenza metodologica e tecnica, di coordinamento, di controllo -, pena drastiche
perdite di qualità, se non addirittura l’inutilizzabilità della produzione di tali soggetti”
(Trivellato, 2002).
2.5.7. A questa situazione si è aggiunto un altro passaggio con qualche aspetto di
criticità: dal 1999 la rilevazione degli esiti degli esami di maturità viene effettuata
dall’INValSI, una struttura esterna al Sistan e interessata più agli aspetti qualitativi dei
dati raccolti che non agli aspetti quantitativi per fini statistici. Infatti, anche se - secondo
quanto affermato dall’ONES - la rilevazione sugli esami di Stato non presenta
110
Questo “insuccesso” può essere confrontato con l’esperienza di positiva interazione fra le attività
dell’Istat e dell’allora Ministero dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica (MURST). Il
passaggio delle statistiche dell’istruzione universitaria è avvenuto gradualmente e con una costante
assistenza da parte dell’Istat che ha reso via via autonomo l’ufficio di statistica dell’ex MURST. Inoltre,
mentre il passaggio era ancora in atto, l’ufficio di statistica del MURST è stato potenziato con personale
qualificato.
144
particolari problemi, tale rilevazione inizialmente è stata concepita al fine di monitorare
l’andamento del nuovo esame e non con finalità statistiche.
Inoltre, diventa difficoltoso per il MIUR applicare le proprie procedure di correzione
e imputazione a dati che non vengono prodotti all’interno del Ministero.
Comunque, la nuova Direzione generale studi e programmazione del MIUR ha già
fatto un primo passo proprio nell’ottica di una futura revisione delle modalità di
acquisizione delle informazioni sugli esami di Stato. A partire da luglio 2004, il MIUR
ha iniziato la rilevazione sugli esiti degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di
istruzione secondaria superiore.
2.5.8. La situazione sinora descritta e analizzata nel presente lavoro implica che i dati
sulle scuole al momento disponibili non sono sempre sufficienti per soddisfare la
domanda informativa espressa dai soggetti - nazionali e internazionali - che si occupano
a vario titolo del mondo dell’istruzione.
In particolare, le principali conseguenze del gap informativo sono:
(a) interruzione delle serie storiche dei dati sulle scuole che venivano precedentemente
diffusi dall’Istat;
(b) perdita – per alcuni anni scolastici - di molte informazioni statistiche sul mondo
della scuola (ad es. distinzione per sesso degli alunni, distinzione fra studenti in
corso e ripetenti, ecc.) e, in particolare, di quelle relative alle scuole non statali;
(c) riduzione delle possibilità di effettuare ulteriori elaborazioni da parte dei fruitori dei
dati e la conseguente impossibilità di studiare alcuni fenomeni. A titolo di esempio, i
dati al momento disponibili non hanno più le caratteristiche di completezza, qualità
e affidabilità necessarie per:
•
effettuare confronti e analisi a livello locale;
•
calcolare indicatori sulla dispersione scolastica;
•
stimare la mobilità territoriale degli studenti;
•
elaborare indicatori del successo scolastico.
(d) difficoltà incontrate nel fornire i dati richiesti dagli organismi internazionali (Ocse
ed Eurostat), tant’è che proprio a tale scopo, negli ultimi anni, l’Istat ha collaborato
e sta tuttora collaborando con il MIUR per la validazione statistica dei dati
elementari.
145
A fronte di questa situazione, si rilevano importanti segnali di miglioramento. In
particolare, anche secondo quanto affermato dal PSN 2005-2007, “il modello
organizzativo della rete statistica Sistan applicato per il settore istruzione prevede che il
Ministero competente incrementi e valorizzi il proprio ruolo statistico, e che l’Istat
svolga un ruolo di coordinamento, di valutazione e di assistenza tecnica” (Sistan-Istat,
2004, p. 156). Inoltre, “i dati provenienti dalle rilevazioni ‘integrative’ sulle attività
delle scuole statali e non statali sono stati trattati statisticamente in vista della ripresa di
una diffusione regolare dei risultati all’utenza” (Sistan-Istat, 2004, p. 156).
146
2.6. Riferimenti bibliografici
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147
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148
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informative di regioni e città, paper presentato alla Sesta Conferenza Nazionale di
Statistica, Roma, 6-7-8 novembre 2002.
149
3. LE STATISTICHE SULL’UNIVERSITÀ
Nel corso dell’ultimo decennio il sistema universitario italiano è stato sottoposto ad
un processo di riforma che ha riguardato tutte le regole costitutive: dall’autonomia
finanziaria a quella organizzativa e gestionale, dalla struttura e dalle competenze del
Ministero e degli organismi collegiali alla riforma degli ordinamenti didattici,
dall’introduzione dell’attività di orientamento alla creazione di un organismo di
valutazione nazionale delle università. Parallelamente, l’attuazione del decreto
legislativo n. 322 del 6.9.1989 ha favorito il trasferimento dall’Istat al Ministero delle
rilevazioni sull’università e, più in generale, un profondo processo di ristrutturazione
delle indagini sull’università che ha comportato la rivisitazione dell’intero patrimonio
informativo del settore.
La convenzione per lo sviluppo di un sistema informativo, orientato alla valutazione,
della formazione e della ricerca scientifica universitaria firmata il 21.10.1994 dal
Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica e dall’Istituto
Nazionale di Statistica, rappresenta il punto di partenza per il graduale passaggio delle
competenze fra Istat e MURST111 e per il rafforzamento delle statistiche sull’università.
Gli obiettivi del sistema informativo fissati dalla convenzione prevedevano di:
a) fornire una descrizione esauriente dello stato e dell’evoluzione del sistema
universitario e delle sue componenti ed evidenziarne tempestivamente gli eventuali
squilibri;
b) supportare l’attività di programmazione del settore e fornire elementi utili per una
corretta allocazione delle risorse;
c) fornire strumenti per la valutazione degli effetti prodotti dalle politiche gestionali
o da iniziative di riforma del sistema stesso.
Un punto qualificante del progetto allegato alla convenzione prevedeva di
“assicurare le procedure necessarie perché, in una prospettiva a medio termine, sia
direttamente il MURST a garantire una parte importante del flusso di informazioni
111
Il Decreto legislativo n. 300/1999 (Riforma dell’organizzazione del Governo) ha istituito - con
decorrenza dall’inizio della XIV legislatura (2001) - il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca (MIUR). Al Ministero sono state trasferite le funzioni precedentemente attribuite al Ministero
dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MURST) ed al Ministero della Pubblica Istruzione (MPI).
Nel testo del presente lavoro, le sigle MURST e MIUR vengono utilizzate indifferentemente.
150
correnti sul settore, affiancandosi all’Istat nel ruolo di produttore di dati
sull’Università.” [MURST – Istat, 1994, p. 7]
A tale proposito, la convenzione stabiliva che il passaggio delle consegne fra l’Istat e
il Ministero fosse preceduto ed accompagnato da un adeguato programma di formazione
degli operatori chiamati a svolgere questo compito presso il MURST, nonché da una
razionalizzazione dei contenuti informativi raccolti e da innovazioni nelle tecniche di
acquisizione della documentazione. Si trattava, in particolare, di giungere alla
trasmissione telematica della documentazione fra periferia e centro (e viceversa) e di
colmare le lacune informative esistenti evitando le inutili ridondanze.
Obiettivi fondamentali se si considera che, fino ad allora, le rilevazioni erano
realizzate tramite questionari cartacei trasmessi per posta, con conseguente perdita in
termini di tempestività e di qualità dei dati raccolti.
La convenzione, di durata triennale, individuava la realizzazione del progetto per lo
sviluppo del sistema informativo articolato nelle seguenti fasi di lavoro:
1. definizione del quadro di riferimento;
2. scelta degli indicatori e loro definizione;
3. definizione delle modalità di calcolo e della loro periodicità;
4. individuazione del corrispondente fabbisogno informativo;
5. sviluppo degli indicatori per i quali erano già disponibili i dati di base;
6. messa a punto di un sistema informatizzato per la raccolta dei dati presso le
università:
• predisposizione del software necessario per la trasmissione dei dati;
• predisposizione del software necessario per il controllo qualitativo e
l’elaborazione dei dati “in loco” e a livello centrale;
• sperimentazione delle fasi sub 5. presso alcune sedi universitarie;
7. formazione statistico-informatica per i gestori del sistema presso il MURST;
8. reperimento dei dati non acquisibili tramite le università:
• sfruttando i dati eventualmente disponibili presso l’Istat e/o altri enti;
• progettando eventuali indagini ad hoc (da effettuarsi a cura dell’Istat e/o di altri
enti);
9. presentazione della chiave interpretativa degli output del sistema e stesura di una
guida alla lettura dei risultati, per le diverse categorie di utenza.
151
Per effettuare un attento esame delle rilevazioni sull’università è stata acquisita la
documentazione pertinente disponibile (pubblicazioni Istat e MIUR, modelli di
rilevazione, lettere e circolari Istat e MIUR, informazioni diffuse nel sito Internet del
MIUR, ecc.) e sono stati realizzati incontri, interviste in profondità e contatti con: a)
dirigenti e ricercatori dell’Istat del settore dell’istruzione; b) dirigenti e ricercatori
dell’Ufficio di Statistica del MIUR-URST112.
Le due principali rilevazioni sull’istruzione universitaria attualmente sono realizzate
con riferimento al 31 gennaio e al 31 luglio. Queste indagini hanno periodicità annuale e
sono totali, riguardano cioè tutte le università e tutte le altre istituzioni d’istruzione
superiore, statali e non statali, del nostro Paese.
La prima rilevazione, detta anche “provvisoria o precoce”, è riferita ai dati sommari
e raccoglie la documentazione statistica relativa ad immatricolati ed iscritti al 31
gennaio, ai laureati e diplomati dell’anno solare precedente a quello di rilevazione ed ai
corsi ad accesso limitato. La documentazione raccolta dalla rilevazione è provvisoria in
quanto, a causa della rateizzazione prevista per il pagamento delle tasse universitarie, la
regolarizzazione delle iscrizioni avviene soltanto in data successiva al 31 gennaio.
La seconda rilevazione, conosciuta come “rilevazione (o indagine) sull’istruzione
universitaria”, è riferita ai dati definitivi e riguarda gli immatricolati e gli iscritti al 31
luglio, i laureati/diplomati e gli esami/annualità dell’anno solare precedente, i percorsi
post laurea113.
112
In particolare, il gruppo di lavoro ha incontrato ed intervistato:
- dott.ssa Maria Pia Sorvillo, Dirigente del Servizio popolazione, istruzione e cultura (DEM), Direzione
centrale per le statistiche e le indagini sulle istituzioni sociali (DCIS), Dipartimento della produzione
statistica (DPTS) dell’Istat (settembre 2003);
- dott.ssa Paola Ungaro, Responsabile dell’Unità operativa Formazione universitaria (DEM/E), Servizio
popolazione, istruzione e cultura (DEM), Direzione centrale per le statistiche e le indagini sulle istituzioni
sociali (DCIS), Dipartimento della produzione statistica (DPTS) dell’Istat (settembre 2003);
- il gruppo di ricercatori dell’Ufficio di Statistica del MIUR-URST-AFAM (Michele Scalisi, Simonetta
Sagramora, Alessandro Melchionda, Claudia Pizzella, Paolo Turchetti, Giuliana Matteocci, Claudio Bosi)
che si occupano delle rilevazioni dell'Università, dell'Alta Formazione Artistica e Musicale e del Diritto
allo studio (luglio 2003).
113
A partire dall’anno accademico 2001-02, oltre a queste due indagini, viene effettuato annualmente
anche il monitoraggio degli immatricolati. Si tratta di una rilevazione realizzata in prossimità della
chiusura delle iscrizioni (tra ottobre e dicembre) che raccoglie in “tempo reale” i dati riferiti ai soli
studenti che si iscrivono per la prima volta ad un corso di studi presso una università italiana
(http://www.miur.it/ustat/immatricolati/quattro.asp).
152
Le due indagini, attualmente di competenza del MIUR, vengono condotte
dall’Ufficio di Statistica che è stato recentemente inserito nell’ambito della Direzione
generale studi e programmazione sui sistemi dell’istruzione, dell’università, della
ricerca e dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica del Dipartimento per la
programmazione ministeriale e per la gestione ministeriale del bilancio, delle risorse
umane e dell’informazione. L’ufficio in questione appartiene al Sistema Statistico
Nazionale (Sistan) con la responsabilità del coordinamento e della diffusione delle
statistiche ufficiali riguardanti l’Università, l’Alta Formazione Artistica e Musicale e il
Diritto allo Studio.
3.1. Rilevazione dei dati sommari
La rilevazione che, come è già stato evidenziato, fornisce un’anticipazione sui
principali aggregati (immatricolati, iscritti, laureati/diplomati, corsi ad accesso limitato),
è stata gestita fino al 1994-95 dall’Istat, raccogliendo i soli dati degli immatricolati
riferiti al 31 dicembre (Tab. 3.1).
Nell’anno accademico successivo la competenza di tale indagine è passata al
MURST che, per il 1995-96, ha mantenuto inalterati contenuti e modalità della
rilevazione. I cambiamenti più significativi hanno iniziato a prodursi con l’a.a. 1996-97.
In quell’anno, infatti, il Ministero oltre a mantenere immutata la data di riferimento
della rilevazione sugli immatricolati (31 dicembre), ha allargato l’indagine anche agli
iscritti ed ai laureati/diplomati rilevati, rispettivamente, con riferimento al 31 gennaio
per i primi ed all’anno solare precedente per i laureati.
Per alcuni anni (dal 2000 al 2002) è stata realizzata anche un’indagine sulle preiscrizioni universitarie al
fine di rilevare le intenzioni degli studenti dell’ultimo anno della scuola media superiore. L’indagine, a
cui partecipavano gli studenti su base volontaria, ha fornito dati di limitato interesse ed è stata quindi
abbandonata.
153
Tab. 3.1 - Dati sommari sull’istruzione universitaria:
enti/amministrazioni produttori e responsabili della rilevazione
ANNI ACCADEMICI
Ente/amministrazione
1994-95
1995-96
1996-97
1997-98
1998-99
1999-2000
2000-01
2001-02
2002-03
2003-04
Istat
MURST
MURST
MURST
MURST
MURST
MURST
MIUR
MIUR
MIUR
Data di riferimento
31 dicembre
31 dicembre
31 dic. e 31 genn.
31 gennaio
31 gennaio
31 gennaio
31 gennaio
31 gennaio
31 gennaio
31 gennaio
Infine, a partire dall’a.a. 1997-98, la data di riferimento per la rilevazione di
immatricolati ed iscritti è stata unificata al 31 gennaio.
3.1.1 Le fasi della rilevazione
Fino all’a.a. 1996-97 la rilevazione dei dati sommari si è svolta utilizzando il
supporto cartaceo, distribuito e raccolto per via postale. A partire dall’anno successivo,
nell’ambito della già menzionata convenzione fra Istat e MURST, è stato prodotto un
sistema informatizzato di raccolta e trasmissione dei dati; un sistema basato su
questionari informatici “intelligenti” che consentono una raccolta dei dati basata
sull’interscambio telematico delle informazioni con le università attraverso Internet.
L’ultima rilevazione, quella realizzata nel marzo 2004 e relativa all’a.a. 2003-04, è
stata avviata rendendo, come al solito, accessibili attraverso Internet i questionari
elettronici e le relative istruzioni e note per la compilazione114 e, contemporaneamente,
provvedendo ad informarne Rettori, Direttori amministrativi e referenti statistici di tutti
gli atenei.
I moduli elettronici sono stati resi accessibili attraverso Internet (con username e
password attribuite dall’Ufficio di Statistica) ai referenti statistici di ciascun ateneo. La
compilazione dei modelli è stata effettuata direttamente su web oppure scaricando in
locale i diversi questionari e provvedendo, successivamente, alla loro compilazione.
114
www.miur.it/ustat/rilevazioni/rilevazioni.htm
154
La conclusione della compilazione su web doveva essere comunicata tramite e-mail
all’Ufficio di Statistica del Ministero. Per i modelli compilati in locale occorreva
procedere, invece, alla loro esportazione nella banca dati predisposta su Internet
dall’Ufficio di Statistica.
Lo stesso ufficio, al termine della fase di controllo (comprendente anche la richiesta
di eventuali rettifiche) ha provveduto a chiedere ai referenti l’inoltro per posta di una
copia cartacea firmata dal Rettore valida come certificazione delle informazioni fornite.
3.1.2 I modelli di rilevazione
In questo paragrafo, per dare conto dei cambiamenti intervenuti a seguito del
trasferimento dall’Istat al MIUR della rilevazione dei dati sommari, verranno esaminati
e confrontati i modelli utilizzati per l’ultima indagine condotta dall’Istat (a.a. 1994-95) e
per quella più recente effettuata dal MIUR (a.a. 2003-04).
Tab. 3.2 - Dati sommari sull’istruzione universitaria:
modelli utilizzati per le rilevazioni a.a. 1994-95 e 2003-04
1994-95
2003-04
Modelli
Oggetto della rilevazione
M.51
(M.51/B)
Immatricolati ai corsi di laurea
(diploma/scuole dirette a fini
speciali) per genere e corso di studi
Modelli
Oggetto della rilevazione
1
Immatricolati, iscritti in complesso
ed in corso (totale e primo anno)
per genere e corso di studi
2
Laureati/diplomati in complesso e
fuori corso per genere e corso di
studi
3
Posti disponibili per i corsi ad
accesso limitato, domande
presentate e candidati presenti alle
prove per genere
Si è già visto (Cfr. Par. 3.1) come, secondo quanto previsto dalla convenzione fra
Istat e MURST e successivamente al trasferimento al Ministero delle competenze
relative a questa indagine, l’impianto della rilevazione sia stato rivisto ampliando,
conseguentemente, gli aggregati per i quali vengono raccolte le informazioni (Tab. 3.2).
In particolare, i modelli utilizzati per la rilevazione dell’a.a. 1994-95 erano soltanto
due, costruiti per raccogliere i dati essenziali. Il primo modello era riferito agli
immatricolati (in complesso e femmine) dei corsi di laurea (M.51); il secondo
155
riguardava gli immatricolati (in complesso e femmine) ai corsi di diploma universitario
ed alle scuole dirette a fini speciali (M.51/B).
I due modelli riportavano l’elenco dettagliato dei corsi di laurea/diploma che
costituivano, con poche eccezioni, l’intera offerta formativa attivata presso gli atenei
italiani ed i dati erano raccolti e riportati secondo tale disaggregazione. La compilazione
di questi modelli avveniva singolarmente per ogni facoltà presente nell’ambito di
ciascun ateneo.
L’accresciuto fabbisogno formativo sul sistema universitario italiano ha determinato
un consistente e progressivo ampliamento dei contenuti informativi dell’indagine e
degli aggregati rilevati.
I modelli utilizzati per la rilevazione dei dati sommari dell’a.a. 2003-04 sono tre e
riguardano: 1. immatricolati, iscritti in complesso ed in corso (totale e primo anno) per
genere; 2. laureati/diplomati in complesso e fuori corso per genere; 3. posti disponibili
per i corsi ad accesso limitato, domande presentate e candidati presenti alle prove per
genere.
I dati vengono raccolti distintamente per ogni singolo corso di studio pre e postriforma previsto dall’offerta formativa di ciascun ateneo. Nei modelli ogni corso di
studio viene identificato in base a: facoltà di appartenenza, tipologia115 e denominazione
del corso, classe di studio (per i corsi post-riforma) e comune della sede didattica. I dati
devono essere riportati nei modelli seguendo questa classificazione.
L’indagine pare garantire una copertura estesa all’intero sistema universitario
italiano. Le pochissime annotazioni al riguardo, rintracciate su Internet e riferite quindi
al periodo più recente, evidenziano la mancata partecipazione all’indagine di realtà
marginali ed interessate, al momento della rilevazione, da un processo di trasformazione
in atto che prevedeva la chiusura di tali strutture116.
115
Per la tipologia del corso viene operata la distinzione fra lauree pre-riforma, lauree di primo livello,
lauree specialistiche a ciclo unico, lauree specialistiche, diplomi universitari e scuole dirette a fini
speciali.
116
Per l’indagine 2000-01 viene rilevata l’indisponibilità dei dati relativi agli Istituti di Educazione Fisica
de L’Aquila, Palermo e Torino; per quella precedente non è disponibile, invece, la documentazione
dell’Istituto di Educazione Fisica de L’Aquila.
156
3.1.3 I controlli di qualità
Lo schema per i controlli di qualità eseguiti dall’Istat per le rilevazioni sull’istruzione
universitaria riprende sostanzialmente quanto è già stato illustrato in precedenza per le
indagini sulle scuole. In particolare, i controlli si articolavano nelle seguenti operazioni:
a. verifica sulla copertura dell’indagine e sollecito nei confronti degli atenei non
rispondenti;
b. primo controllo manuale dei modelli cartacei e successiva registrazione su supporto
informatico dei dati raccolti;
c. verifiche di coerenza dei dati effettuate attraverso programmi di check
opportunamente predisposti e riguardanti principalmente le variazioni delle
grandezze rilevate rispetto all’anno precedente.
La realizzazione dei controlli previsti in questo piano comportava numerose
interazioni con il personale degli atenei addetto alla compilazione dei modelli che
finivano per allungare notevolmente i tempi di correzione dei dati, rendendo assai
oneroso il mantenimento degli standard qualitativi attesi.
La nuova tecnica di rilevazione utilizzata dopo il passaggio dell’indagine al
Ministero risulta avere semplificato le procedure di controllo, riducendone anche i tempi
di realizzazione. L’utilizzo del modulo elettronico consente, infatti, l’inserimento
guidato dei dati richiesti ed un primo controllo delle incongruenze tra i valori inseriti,
migliorando la qualità della documentazione trasmessa dagli atenei.
I successivi controlli eseguiti dall'Ufficio di Statistica del MIUR, oltre ad accertare la
partecipazione all’indagine di tutte le università e di tutte le altre istituzioni di istruzione
superiore, sono principalmente volti a verificare, per i singoli aggregati, la coerenza con
le informazioni rilevate nell’anno precedente.
Un ulteriore controllo viene inoltre effettuato dai referenti di ciascun ateneo sulle
copie cartacee dei modelli che, come evidenziato in precedenza, devono essere firmate
dal Rettore e trasmesse all'Ufficio di Statistica. Tali copie consentono di individuare
eventuali errori macroscopici e di richiedere le opportune rettifiche.
3.1.4 La diffusione dei dati
I dati sommari sull’istruzione universitaria sono stati diffusi per l’ultima volta
dall’Istat con riferimento alla rilevazione per l’a.a. 1995-96; la prima indagine, come si
157
è visto, condotta dal MURST. Il fascicolo, realizzato in collaborazione con il Ministero,
forniva le informazioni essenziali (consistenza complessiva e per genere) sugli
immatricolati distintamente per ogni corso di laurea e di diploma (Tab. 3.3).
Tab. 3.3 - Dati sommari sull’istruzione universitaria:
quadro riassuntivo della pubblicazione dei dati
Anni
Volumi pubblicati
Dati on-line
1995-96
Istat (1996b), Le immatricolazioni nell’anno accademico 1995-96,
Informazioni, n. 7
NO
1996-97
MURST-Sistan (1997), Il sistema universitario italiano. La
popolazione studentesca - a.a. 1996/97
NO
1997-98
MURST-Sistan (1998), Il sistema universitario italiano. La
popolazione studentesca - a.a. 1997/98
NO
1998-99
MURST-Sistan (1999), Il sistema universitario italiano. La
popolazione studentesca. Il personale - a.a. 1998/99
SI
1999-2000
MURST-Sistan (2000), Il sistema universitario italiano. La
popolazione studentesca. Il personale - a.a. 1999/2000
SI
2000-01
SI
2001-02
MIUR-Sistan (2003), Il sistema universitario italiano. Anno
accademico 2000/01 e 2001/02
SI
2002-03
--
SI
2003-04
--
SI
I risultati della rilevazione dei dati sommari sono andati assumendo nel corso degli
ultimi anni una rilevanza conoscitiva via via crescente e, conseguentemente, hanno
trovato una diffusione sempre più ampia ed articolata. Il Ministero ha provveduto a
pubblicare, a partire dalla rilevazione per l’a.a. 1996-97 e per le cinque indagini
successive, il volume Il sistema universitario italiano. La popolazione studentesca, che
fornisce un quadro dettagliato dei dati raccolti. In particolare, facendo riferimento
all’ultima pubblicazione relativa agli anni accademici 2000-01 e 2001-02, si può
segnalare che i risultati testimoniano con un’ampia documentazione quantitativa (oltre
600 pagine) la “turbolenza informativa” determinata dalla prima applicazione della
riforma universitaria117.
I volumi con i risultati delle ultime due indagini non sono stati pubblicati, almeno
fino ad ora.
Oltre alla diffusione realizzata attraverso questi volumi cartacei l’Ufficio di Statistica
a partire dalla rilevazione dell’a.a. 1998-99 ha reso disponibile sul proprio sito Internet
117
La pubblicazione oltre ai risultati dell’indagine sulla popolazione universitaria riporta anche dati
provenienti da altre rilevazioni. Si tratta, in particolare, della documentazione statistica su personale,
contribuzione studentesca e diritto allo studio e alta formazione artistica e musicale.
158
una base dati contenente i risultati dell’indagine. Per l’ultima indagine, per esempio, la
base dati riporta per ciascun corso di studi attivo nell’a.a. 2003-04 le informazioni
relative a: immatricolati, iscritti al primo anno, iscritti in corso, iscritti in complesso,
laureati e diplomati (dell’anno solare 2003) in complesso e provenienti da studenti fuori
corso.
La consultazione dei dati può avvenire attraverso interrogazioni personalizzate
specificando il livello di aggregazione desiderato rispetto ad ateneo, tipologia ateneo
(statale, non statale), facoltà, tipologia del corso, classe di studio, gruppo di corsi.
La metodologia adottata per questa indagine ha consentito anche una significativa
riduzione dei tempi con cui vengono resi disponibili i risultati. Facendo riferimento
all’ultima rilevazione dei dati sommari portata a termine (2003-04), si può segnalare che
l’indagine è stata avviata con la lettera dell’Ufficio di Statistica del 3 marzo 2004. La
data di scadenza per la compilazione e l’inserimento su web dei modelli era fissata per il
27 marzo 2004. La comunicazione dell’avvenuta pubblicazione dei risultati sul sito
dell'Ufficio di Statistica del MIUR-URST è stata infine trasmessa ai Rettori, Direttori
amministrativi, Nuclei di Valutazione e referenti statistici di ciascun Ateneo il 9 luglio
2004.
3.2. Rilevazione dei dati definitivi
Fino all’a.a. 1995-96 compreso, la rilevazione dei dati definitivi sull’istruzione
universitaria è stata condotta dall’ISTAT con riferimento al 31 gennaio. A partire
dall’anno successivo, al fine di “cogliere più correttamente il volume degli studenti,
considerato il ritardo con cui vengono perfezionate le iscrizioni, in particolare da parte
degli immatricolati e dei fuori corso” [ISTAT, 1998, p. 9], la rilevazione è stata
posticipata di sei mesi ed effettuata con riferimento al 31 luglio.
La rilevanza di tale cambiamento e le problematiche connesse sono state ampiamente
trattate in altra parte del Rapporto (Cfr. Cap.1); in questo caso è sufficiente ricordare
che, come indicato dall’Istat, “per effetto della nuova data di rilevazione, tra l’a.a. 199596 e 1996-97, gli immatricolati subiscono un decremento: restano infatti esclusi dalla
rilevazione quanti, alla data di luglio, non hanno ancora deciso di perfezionare
l’iscrizione”. Nel contempo è aumentata la consistenza degli iscritti fuori corso che, in
precedenza, “sfuggivano all’indagine” [Istat, 1998, p. 9].
159
L’attuazione del piano di lavoro previsto dalla convenzione fra Istat e MURST ha
determinato un’ampia rivisitazione delle indagini sull’università e, come è già stato
posto in evidenza per la rilevazione dei dati sommari, un notevole ampliamento dei
contenuti informativi delle indagini stesse. Per la rilevazione dei dati definitivi, tale
ampliamento si realizza con l’ultima rilevazione effettuata dall’Istat, quella relativa
all’a.a. 1997-98 (Tab. 3.4), e prosegue anche negli anni successivi dopo il passaggio
delle competenze di questa indagine al Ministero.
Un’altra importante innovazione si realizza con l’ultima indagine gestita dall’Istat:
per la prima volta viene adottata una definizione di iscritto che comprende soltanto
quanti alla data della rilevazione (31 luglio) risultano in regola con le tasse118.
Tab. 3.4 - Dati definitivi sull’istruzione universitaria:
enti/amministrazioni produttori e responsabili della rilevazione
ANNI ACCADEMICI
1994-95
1995-96
1996-97
1997-98
1998-99
1999-2000
2000-01
2001-02
2002-03
2003-04
Ente/amministrazione
Data di riferimento
Istat
Istat
Istat
Istat
MURST
MURST
MURST
MIUR
MIUR
MIUR
31 gennaio
31 gennaio
31 luglio
31 luglio
31 luglio
31 luglio
31 luglio
31 luglio
31 luglio
31 luglio
3.2.1 Le fasi della rilevazione
Fino all’a.a. 1996-97 compreso, la rilevazione dei dati definitivi si è svolta
utilizzando i modelli cartacei distribuiti e raccolti dall’Istat per via postale.
L’accresciuta quantità di informazioni richieste e le opportunità offerte dagli strumenti
informatici hanno condotto all’adozione di una tecnica di rilevazione che consentisse di
limitare lo sforzo affrontato dalle università, massimizzando la qualità dei dati raccolti.
A tale scopo, a partire dalla rilevazione del 1997-98, è stato utilizzato un sistema
118
L’Istat fa rilevare, a tale proposito, che “non tutte le sedi universitarie sono riuscite ad elaborare i dati
in maniera coerente” con la nuova definizione di iscritto. La raccomandazione è quindi quella di una
“particolare cautela nell’operare confronti a livello di singola sede universitaria, siano essi rispetto al
numero di studenti della stessa sede che risultavano iscritti nell’a.a. precedente o rispetto agli iscritti alle
altre sedi dell’a.a. 1997-98.” [Istat, 2000, p. XVII].
160
informatizzato di raccolta e trasmissione dei dati basato su questionari informatici
“intelligenti” che consentono una raccolta dei dati basata sull’interscambio telematico
delle informazioni con le università attraverso Internet. La considerevole mole di dati
rilevati, unitamente al differente periodo di riferimento, hanno determinato la decisione
di suddividere la rilevazione in due fasi distinte, con scadenze differenti per la
consegna. La prima fase prevedeva la raccolta della documentazione relativa a
laureati/diplomati ed alle annualità superate; la seconda, invece, quella riguardante
iscritti ed immatricolati (dei corsi di laurea e di quelli di diploma universitario) e corsi
di studio post-laurea (specializzazioni, ecc.).
A partire dall’a.a. 1999-2000, l’indagine è stata riorganizzata in tre fasi. La prima,
relativa all’anno solare precedente quello di rilevazione, riguarda i laureati, i diplomati e
le annualità superate (o crediti acquisiti, dopo la riforma). La seconda raccoglie, per
l’anno accademico di riferimento, le informazioni su immatricolati e iscritti a corsi di
laurea, di diploma ed alle scuole dirette a fini speciali. La terza fase rileva, infine, gli
iscritti ed i diplomati dei corsi post-laurea.
L’ultima indagine portata a compimento in tutte le sue fasi, quella relativa all’a.a.
2002-03119, è stata avviata nel maggio 2003 con comunicazione ai Rettori, Direttori
amministrativi e referenti statistici di tutti gli atenei.
Successivamente, per ognuna delle tre fasi, sono stati resi accessibili e scaricabili
(con username e password attribuite dall’Ufficio di Statistica) ai referenti statistici di
ciascun ateneo tramite Internet i moduli elettronici che consentono l’inserimento
guidato e controllato dei dati richiesti. I questionari compilati in locale sono stati inviati
all'Ufficio di Statistica del MIUR-URST tramite posta elettronica.
Lo stesso ufficio, al termine della fase di controllo (comprendente anche la richiesta
di eventuali rettifiche) ha provveduto a chiedere ai referenti l’inoltro per posta di una
copia cartacea firmata dal Rettore valida come certificazione delle informazioni fornite.
Le date di scadenza fissate per le tre fasi della rilevazione 2002-03 erano le seguenti:
- 30 giugno 2003 per laureati/diplomati ed annualità superate (crediti acquisiti);
- 10 ottobre 2003 per iscritti e immatricolati;
- 15 dicembre 2003 per corsi di studio post-laurea.
119
Al momento della stesura definitiva del presente capitolo (ottobre 2004), la rilevazione per l’a.a. 200304 vede la prima fase già completata (e i risultati già pubblicati), la seconda in corso di svolgimento, la
terza ancora in preparazione.
161
3.2.2 I modelli di rilevazione
Un esame completo dei questionari utilizzati per la rilevazione dei dati definitivi
dell’istruzione universitaria deve necessariamente prendere le mosse dalla modulistica
impiegata prima della revisione e dell’ampliamento dei contenuti conoscitivi
dell’indagine stessa. Soltanto il raffronto fra l’ultima indagine (a.a. 1995-96) condotta
dall’Istat secondo le modalità “tradizionali” (senza alcuna modifica, quindi, rispetto alla
data di riferimento ed ai contenuti), e quella più recente (a.a. 2002-03) effettuata dal
MIUR possono fornire un quadro di riferimento dei numerosi e profondi cambiamenti
intervenuti.
In analogia con gli altri capitoli del Rapporto, sono stati riportati (Tab. 3.6) anche i
modelli dell’a.a. 1997-98, ultimo anno in cui la rilevazione è stata in carico all’Istat.
162
Tab. 3.5 - Dati definitivi sull’istruzione universitaria:
modelli utilizzati per la rilevazione dell’a.a. 1995-96
Modelli
Oggetto della rilevazione
Periodo di
riferimento
Corsi di diploma universitari e scuole dirette a fini speciali
M.50/B
1. Iscritti (in corso e fuori corso) per anno di corso, corso
di studi e genere
2. Immatricolati al primo anno per corso di studi e tipo
di maturità
3. Diplomati in complesso e fuori corso
per corso di studi e genere
4. Stranieri immatricolati, iscritti e diplomati per genere
Iscritti,
immatricolati
a.a. 1995-96
Diplomati
a.s. 1995
M.52
Iscritti in corso per corso di studi, anno di corso e genere
a.a. 1995-96
M.53
Immatricolati al primo anno per corso di studi e tipo
di maturità
a.a. 1995-96
M.54
Laureati in complesso e fuori corso per corso di studi
e genere
a.s. 1995
M.58
Iscritti fuori corso per corso di studi, n. di anni fuori corso
e genere
a.a. 1995-96
M.59
Stranieri iscritti in corso, fuori corso al primo anno
e laureati per cittadinanza e genere
Iscritti
a.a. 1995-96
Laureati
a.s. 1995
M.55
Domande presentate, presenti agli esami, abilitati
e respinti agli esami di stato per genere
a.s. 1995
M.57
Scuole e corsi di perfezionamento o di specializzazione,
iscritti e diplomati per corso di studi e genere
Iscritti
a.a. 1995-96
Diplomati
a.s. 1995
Personale insegnante per posizione giuridica e genere
a.a. 1995-96
Corsi di laurea
Post-laurea
Personale insegnante
M.56
163
Tab. 3.6 - Dati definitivi sull’istruzione universitaria:
modelli utilizzati per le rilevazioni degli a.a. 1997-98 e 2002-03
Modelli
Rilevazione 1997-98
Rilevazione 2002-031
effettuata dall’Istat
effettuata dal MIUR
Oggetto della rilevazione
Periodo di
riferimento
Modelli
Oggetto della rilevazione
Iscritti per a.a. di prima
1/L-M (1/L-F)
2
1/D-M (1/D-F) immatricolazione al primo
anno – Maschi (Femmine)
a.a. 1997-98
1M (1F)
Iscritti per a.a. di prima
a.a. 2002-03
immatricolazione e già in
possesso di un titolo di studio
universitario – Maschi
(Femmine)
2/L-M (2/L-F)
2/D-M (2/D-F)
Iscritti che nell’a.a. hanno
cambiato corso di studi e/o
sede universitaria per a.a. di
prima immatricolazione al
primo anno – Maschi
(Femmine)
a.a. 1997-98
2
Iscritti per a.a. di prima
a.a. 2002-03
immatricolazione che si sono
trasferiti rispetto all'a.a. 200102
3/L
3/D
Iscritti fuori corso e ripetenti a.a. 1997-98
– Maschi e Femmine
3
Iscritti fuori corso e ripetenti
4/L-M (4/L-F)
4/D-M (4/D-F)
Laureati/Diplomati per a.a. a.a. 1996-97
di prima immatricolazione al
primo anno – Maschi
(Femmine)
4M (4F)
Laureati/diplomati per a.a. di a.s. 2002
prima immatricolazione e già
in possesso di un titolo di
studio universitario – Maschi
(Femmine)
5/L
5/D
Laureati/Diplomati che
hanno conseguito il titolo
nella stessa facoltà e presso
la stessa sede in cui si erano
immatricolati per a.a. di di
prima immatricolazione al
primo anno – Maschi e
Femmine
a.a. 1996-97
5
Laureati/diplomati stabili per
a.a. di prima
immatricolazione
a.s. 2002
6/L
6/D
Annualità superate dagli
iscritti dell’a.a. 1996-97 –
Maschi e Femmine
a.a. 1996-97
6
Annualità superate e crediti
acquisiti
a.s. 2002
--
--
--
7
Iscritti e diplomati
3
ad "altri corsi"
Iscritti
a.a. 2002-03
Diplomati
a.s. 2002
8/L
8/D
Iscritti dell’a.a. 1996-97 che a.a. 1996-97
nello stesso a.a. non hanno
superato esami – Maschi e
Femmine
8
Iscritti all'a.a. 2001/02 che
nell’a.s. 2002 non hanno
superato annualità o non
hanno acquisito crediti
a.s. 2002
1
Periodo di
riferimento
a.a. 2002-03
Le uniche modifiche introdotte nella modulistica relativa alle prime due fasi (laureati/diplomati ed annualità superate/crediti
acquisiti; iscritti e immatricolati) della rilevazione a.a. 2003-04 riguardano la reintroduzione del modello 10 (Iscritti già in possesso
di un titolo universitario) ed il nuovo modello 32 (Laureati/diplomati già in possesso di un titolo universitario).
2
La numerazione dei modelli, adottata per l’indagine 1997-98 effettuata dall’Istat, individua: con L e con D i modelli riferiti,
rispettivamente, ai corsi di laurea ed a quelli di diploma; con M e con F i modelli riferiti alla componente maschile ed a quella
femminile.
3
Il riferimento è ai corsi di studio che non sono classificabili in una delle tipologie presenti negli altri modelli. Sono quindi esclusi
tutti i corsi di laurea e di diploma, le scuole di specializzazione, i corsi di perfezionamento, i master ed i corsi di dottorato; si tratta
quindi dei corsi ai quali possono iscriversi solo studenti con particolari requisiti (ad esempio, studenti già in possesso di un diploma
di laurea)e che prevedono il conseguimento di un diploma o di un attestato di frequenza. Ad esempio, sono considerati come "altri
corsi" i corsi della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari dell'Università di Roma La Sapienza a cui possono iscriversi tutti i
laureati e coloro che abbiano completato almeno il biennio di alcuni corsi; i corsi della Scuola di Ingegneria aerospaziale di Roma
La Sapienza e del Politecnico di Torino a cui possono accedere i laureati in ingegneria; i corsi che si tengono presso le Università
per stranieri di Perugia e di Siena (corsi di lingua e didattica per docenti); gli eventuali corsi per laureati che si tengono presso le
Scuole superiori di Pisa Normale e di Pisa S. Anna e presso la Scuola internazionale superiore di Trieste.
164
Tab. 3.6 (segue) - Dati definitivi sull’istruzione universitaria:
modelli utilizzati per le rilevazioni degli a.a. 1997-98 e 2002-03
Rilevazione 1997-98
Rilevazione 2002-031
effettuata dall’Istat
effettuata dal MIUR
Modelli
Oggetto della rilevazione
Periodo di
riferimento
Modelli
Oggetto della rilevazione
Periodo di
riferimento
9/L
9/D
Immatricolati per la prima
volta all’università per tipo
di diploma di scuola
secondaria superiore –
Maschi e Femmine
a.a. 1997-98
9
Immatricolati per tipo di
diploma di scuola
secondaria superiore
a.a. 2002-03
10/L
10/D
Iscritti già in possesso di
un titolo di studio
universitario che hanno
iniziato un corso di
laurea/diploma – Maschi e
Femmine
a.a. 1997-98
--
--
--
11/L-M
(11/L-F)
11/D-M
(11/D-F)
Immatricolati per la prima
volta all’università per
provincia di residenza e
facoltà – Maschi
(Femmine)
a.a. 1997-98
--
--
--
12/L
12/D
Immatricolati per la prima
volta all’università per
anno scolastico di
conseguimento del titolo
di scuola secondaria
superiore e regione di
residenza – Maschi e
Femmine
a.a. 1997-98
12
Immatricolati per
provenienza geografica e
anno scolastico di
conseguimento del titolo di
scuola secondaria superiore
a.a. 2002-03
13/L-M
(13/L-F)
13/D-M
(13/D-F)
Iscritti per anno di nascita
e regione di residenza –
Maschi (Femmine)
a.a. 1997-98
13M
(13F)
Iscritti per provenienza
geografica e anno di nascita
– Maschi (Femmine)
a.a. 2002-03
14/L-M
(14/L-F)
14/D-M
(14/D-F)
Laureati/Diplomati per
anno di nascita e regione
di residenza – Maschi
(Femmine)
a.s. 1997
14M
(14F)
Laureati/diplomati per
provenienza geografica e
anno di nascita
a.s. 2002
15/L
15/D
Laureati/Diplomati per
titolo di studio posseduto
alla data di
immatricolazione –
Maschi e Femmine
a.a. 1996-97
15
Laureati/diplomati per tipo
di diploma di scuola
secondaria superiore
a.s. 2002
16/L
16/D
Studenti stranieri
immatricolati per la prima
volta, iscritti in totale e
laureati/diplomati per stato
straniero di cittadinanza –
Maschi e Femmine
a.a. 1997-98
immatricolati e
iscritti
a.a. 1996-97
laureati/diplomati
16
Stranieri iscritti ai corsi di
specializzazione, ai
dottorati di ricerca, ai
master; stranieri diplomati
alle scuole di
specializzazione, dottori di
ricerca, stranieri che hanno
conseguito un master
Iscritti
a.a. 2002-03
Diplomati,
dottori di
ricerca a.s.
2002
17/L
Scuole di specializzazione
– Studenti iscritti e
diplomati – Maschi e
Femmine
a.a. 1997-98 iscritti
a.a. 1996-97
diplomati
17
Posti disponibili, iscritti al
primo anno, iscritti in
complesso, diplomati alle
scuole di specializzazione
Iscritti
a.a. 2002-03
Diplomati
a.s. 2002
18/L
Corsi di perfezionamento
– Iscritti – Maschi e
Femmine
a.a. 1997-98
18
Iscritti ai corsi di
perfezionamento
a.a. 2002-03
165
Tab. 3.6 (segue) - Dati definitivi sull’istruzione universitaria:
modelli utilizzati per le rilevazioni degli a.a. 1997-98 e 2002-03
Rilevazione 1997-98
Rilevazione 2002-031
effettuata dall’Istat
effettuata dal MIUR
Modelli
Oggetto della
rilevazione
Periodo di
riferimento
Modelli
Oggetto della rilevazione
Periodo di
riferimento
19/L
Corsi di dottorato di
ricerca per settore
disciplinare – XIII
ciclo
a.a. 1997-98
19
Dottori di ricerca per
ciclo
a.s. 2002
20/L
Esami di Stato –
Candidati ed abilitati –
Maschi e Femmine
a.s. 1997
20
Candidati e abilitati agli
esami di stato per
l'esercizio delle
professioni
a.s. 2002
--
--
--
21
Laureati/diplomati per
voto di maturità
a.s. 2002
--
--
--
22
Laureati/diplomati per
voto di laurea/diploma
a.s. 2002
--
--
--
23
Posti disponibili,
ammessi ai corsi di
dottorato per il ciclo
XVII
-
--
--
--
24
Immatricolati per anno di
nascita
a.a. 2002-03
--
--
--
25
Immatricolati per voto di
maturità
a.a. 2002-03
--
--
--
26
Iscritti ai corsi di
dottorato per ciclo
a.a. 2002-03
--
--
--
27
Laureati/diplomati fuori
corso
a.s. 2002
--
--
--
28
Iscritti non a tempo pieno
a.a. 2002-03
--
--
--
29
Iscritti ai corsi di master
di 1° livello
a.a. 2002-03
--
--
--
30
Iscritti ai corsi di master
di 2° livello
a.a. 2002-03
--
--
--
31
Diplomati presso le
scuole di
specializzazione e
dottorati per anno di
nascita
a.s. 2002
I due schemi riassuntivi (Tab. 3.5 e Tab. 3.6) documentano con estremo dettaglio i
contenuti delle diverse rilevazioni e consentono di apprezzare pienamente la portata
delle innovazioni conoscitive introdotte e della loro positiva ricaduta sull’attività di
monitoraggio e di valutazione del sistema universitario. Il quadro esauriente offerto da
tali schemi riassuntivi ed il numero assai rilevante di questionari utilizzati per le
indagini fanno ritenere opportuno di tratteggiare soltanto gli aspetti contenutistici più
rilevanti degli strumenti di rilevazione alla base delle due indagini considerate.
166
In particolare, i modelli utilizzati per la rilevazione dell’a.a. 1995-96 erano soltanto
dodici e riguardavano quattro diversi ambiti: i corsi di diploma universitario e le scuole
dirette a fini speciali, i corsi di laurea, il post-laurea ed il personale insegnante. Come
appare evidente dalla Tabella 3.5 le informazioni raccolte per i principali aggregati sia
dei corsi di laurea che di quelli di diploma, erano tutte disaggregate per genere e, in
sintesi, riguardavano:
- il tipo di maturità conseguita per gli immatricolati al primo anno;
- la condizione in corso e fuori corso degli iscritti;
- la condizione in corso e fuori corso dei laureati/diplomati;
- gli iscritti e i laureati/diplomati stranieri.
Le informazioni, con la sola eccezione di quelle relative alla componente estera,
erano rilevate disaggregate per corsi di laurea/diploma. I modelli riportavano l’elenco
dettagliato dei corsi di laurea/diploma che costituivano, con poche eccezioni, l’intera
offerta formativa attivata presso gli atenei italiani. I modelli (M.50/B 4 e M.59) relativi
agli studenti esteri si presentavano, invece, con l’elenco dettagliato degli stati stranieri
di cittadinanza.
La compilazione di questi modelli avveniva singolarmente per ogni facoltà presente
nell’ambito di ciascun ateneo.
Il salto compiuto in meno di un decennio, in termini di ampliamento delle
informazioni raccolte, è evidente. L’indagine condotta dall’Istat per l’a.a. 1997-98 ha
rappresentato il punto di svolta con l’introduzione di nuovi modelli ed uno sviluppo
ulteriore nel corso degli anni successivi. La rilevazione 2002-03 è stata condotta con 33
modelli: 11 per ciascuna delle tre fasi in cui si articola l’indagine (laureati/diplomati ed
annualità superate/crediti acquisiti; iscritti e immatricolati; corsi di studio post-laurea).
Tutti i dati sono raccolti disaggregati per genere a volte prevedendo (come avviene
per i modelli 1, 4, 13 e 14) anche due modelli distinti per i maschi e per le femmine120. I
corsi di studio pre e post-riforma costituiscono l’unità elementare a cui deve fare
riferimento
la
documentazione
statistica
relativa
a
immatricolati,
iscritti,
laureati/diplomati, annualità superate/crediti acquisiti.
Una delle modifiche di maggiore rilievo introdotte a partire dall’indagine per l’a.a.
1997-98 è il passaggio dal criterio di classificazione (e di raccolta dei dati) degli iscritti
120
Con la rilevazione dell’a.a. 2003-04 la duplicazione per genere di questi modelli è stata eliminata.
167
e dei laureati/diplomati basato sull’anno di corso, a quello riferito, invece, all’anno
accademico di prima immatricolazione al sistema universitario del nostro paese. Il
nuovo criterio classificatorio consente l’analisi delle carriere degli studenti e dei
laureati/diplomati in base al numero di anni trascorsi all’interno dell’università. L’anno
di corso, adottato in precedenza, aveva finito, invece, per rappresentare “un ostacolo alla
confrontabilità del dato sulla «anzianità di servizio» dello studente” a causa della
“diversificazione dei criteri burocratici adottati dai vari atenei per la definizione
dell’anno di corso” [Istat, 2000, p. XIV].
Un’altra innovazione di notevole rilevanza per l’analisi della diffusione del processo
di universitarizzazione, della mobilità per motivi di studio, dei bacini di utenza dei
singoli atenei, ecc. è rappresentata dalla rilevazione, avviata a partire dallo stesso anno,
delle informazioni sull’anno di nascita e sulla residenza di immatricolati, iscritti,
laureati e diplomati.
Fra le altre novità che occorre ricordare vi sono quelle relative al percorso preuniversitario degli immatricolati e dei laureati/diplomati, che si arricchisce delle
informazioni sull’anno scolastico di conseguimento del titolo di scuola secondaria
superiore e sul voto di maturità, nonché alle performance degli studenti, rilevate
attraverso il numero di annualità superate e di crediti acquisiti ed i cambi di corso o i
trasferimenti di sede. Per i laureati/diplomati vengono inoltre raccolte le informazioni
relative al voto di laurea/diploma e le posizioni di quanti hanno completato gli studi
nella stessa facoltà e presso la stessa sede in cui si erano immatricolati
(laureati/diplomati stabili).
Un ampio spazio viene riservato ai corsi di studio post-laurea. La rilevazione si
occupa, infatti, dei corsi di perfezionamento, delle scuole di specializzazione, dei master
(di primo e di secondo livello), degli esami di stato per l'esercizio delle professioni e, in
maniera più approfondita, dei dottorati di ricerca. Uno specifico modello (il n. 16) è
inoltre dedicato agli stranieri iscritti e diplomati ai corsi di specializzazione, ai dottorati
di ricerca, ai master.
La raccolta della documentazione sul personale insegnante viene affidata invece ad
una diversa rilevazione121.
121
A fianco dei dati sul personale docente di ruolo di fonte amministrativa (Archivio del ruolo del
personale docente gestito dal CINECA), il personale docente a contratto e tecnico amministrativo è
rilevato annualmente, a partire dall’a.a. 1997-98, dall'Ufficio di Statistica.
168
Per gli iscritti esteri si rileva la mancata disponibilità di gran parte della
documentazione di base necessaria per valutare la riuscita negli studi; la stessa
documentazione che è disponibile, invece, per il complesso della popolazione
universitaria. Per gli iscritti si tratta dell’anno di prima immatricolazione all’università,
delle posizioni fuori corso e ripetenti, della distribuzione per età, delle annualità
superate e dei crediti acquisiti; per i laureati dell’anno di prima immatricolazione, della
mobilità intersedi, del voto di laurea, della posizione fuori corso, della distribuzione per
età.
L’indagine pare garantire una copertura estesa all’intero sistema universitario
italiano. Le pochissime annotazioni al riguardo, rintracciate su Internet e riferite quindi
al periodo più recente, evidenziano la pubblicazione di dati provvisori, per solito,
aggiornati in tempi brevi 122.
3.2.3 I controlli di qualità
Lo schema per i controlli di qualità eseguiti dall’Istat per le rilevazioni sull’istruzione
universitaria riprende sostanzialmente quanto è già stato illustrato in precedenza per le
indagini sulle scuole. In particolare, i controlli si articolavano nelle seguenti operazioni:
a. verifica sulla copertura dell’indagine e sollecito nei confronti degli atenei non
rispondenti;
b. primo controllo manuale dei modelli cartacei e successiva registrazione su supporto
informatico dei dati raccolti;
c. verifiche di coerenza dei dati effettuate attraverso programmi di check
opportunamente predisposti e riguardanti principalmente le variazioni delle
grandezze rilevate rispetto all’anno precedente.
La realizzazione dei controlli previsti in questo piano comportava numerose
interazioni con il personale degli atenei addetto alla compilazione dei modelli che
finivano per allungare notevolmente i tempi di correzione dei dati, rendendo assai
oneroso il mantenimento degli standard qualitativi attesi.
La nuova tecnica di rilevazione utilizzata dall’a.a. 1997-98, sviluppata nell’ambito
della convenzione Istat-MURST del 1994, risulta avere semplificato le procedure di
122
Il riferimento è alla recentissima annotazione, riportata nella sezione laureati ed esami dell’anno solare
2003, che evidenzia come i dati degli Atenei di Bari, Foggia, Napoli Federico II, Perugia, Roma La
Sapienza, Roma San Pio V, Siena, Trieste e della Tuscia sono da considerarsi provvisori.
169
controllo, riducendone anche i tempi di realizzazione. L’utilizzo del modulo elettronico
consente, infatti, l’inserimento guidato dei dati richiesti ed i primi controlli di coerenza
interna a ciascun modello e di coerenza tra i diversi modelli, in modo da individuare e
correggere eventuali errori ed incongruenze tra i valori inseriti.
I successivi controlli eseguiti dall'Ufficio di Statistica del MIUR, oltre ad accertare la
partecipazione all’indagine di tutte le università e di tutte le altre istituzioni di istruzione
superiore, sono principalmente volti a verificare, per i singoli aggregati, la coerenza con
le informazioni rilevate nell’anno precedente.
Un ulteriore controllo viene inoltre effettuato dai referenti di ciascun ateneo sulle
copie cartacee dei modelli che, come evidenziato in precedenza, devono essere firmate
dal Rettore e trasmesse all'Ufficio di Statistica. Tali copie consentono di individuare
eventuali errori macroscopici e di richiedere le opportune rettifiche.
3.2.4 La diffusione dei dati
A partire dall’a.a. 1946-47 e fino all’a.a. 1986-87 i risultati delle rilevazioni sulle
università effettuate dall’Istat venivano pubblicati dall’Istat stesso, con periodicità
annuale, insieme ai dati di tutti i tipi di scuole in un unico volume dal titolo Annuario
statistico dell’istruzione italiana.
A partire dall’a.a. 1987-88 i dati sulle università sono stati pubblicati, sempre
dall’Istat, in una nuova serie di volumi: Statistiche dell’istruzione universitaria.
L’Istat ha continuato a curare la diffusione e la pubblicazione delle statistiche
derivanti dalle rilevazioni definitive fino all’ultima indagine che ha realizzato, quella
dell’a.a. 1997-98 (Tab. 3.7). Sulla corrispondenza fra anno accademico osservato, anno
di riferimento del volume pubblicato e anno di stampa e di pubblicazione effettiva si è
già detto nell’introduzione al Rapporto (Cfr. Cap. 1).
170
Tab. 3.7 - Dati definitivi sull’istruzione universitaria:
quadro riassuntivo della pubblicazione dei dati
1
Anni
Volumi pubblicati
Dati on-line
1994-95
ISTAT (1996a), Statistiche dell’istruzione universitaria. Anno
accademico 1994-95, Annuari
NO
1995-96
ISTAT (1997), Statistiche dell’istruzione universitaria. Anno
accademico 1995-96, Annuario, n. 2
NO
1996-97
ISTAT (1998), Statistiche dell’istruzione universitaria. Anno
accademico 1996-97, Annuario, n. 3
NO
1997-98
ISTAT (2000), Statistiche dell’istruzione universitaria. Anno
accademico 1997-98, Annuario, n. 4
NO
1998-99
--
SI
1999-2000
--
SI
2000-01
--
SI
2001-02
--
SI
2002-03
--
SI
2003-04
--
SI1
Disponibili soltanto i dati relativi a laureati/diplomati e annualità superate/crediti acquisiti (Ottobre 2004).
Il passaggio di questa rilevazione, nell’a.a. successivo, dall’Istat al MURST ha
comportato l’eliminazione delle pubblicazioni cartacee e la diffusione dei risultati
esclusivamente tramite Internet. Tale operazione è stata realizzata rendendo disponibile,
a partire dalla rilevazione dell’a.a. 1998-99, una base dati contenente i risultati
dell’indagine.
Le tre diverse fasi dell’indagine sono alla base della presentazione e della struttura
della documentazione on-line. I risultati della prima fase si trovano nella sezione
indicata con Laureati ed Esami, quelli della seconda fase sono collocati nella sezione
Iscritti, la sintesi di quelli della terza fase si trovano nella sezione Post Laurea.
La consultazione dei dati può avvenire selezionando in primo luogo una delle tre
sezioni (Laureati ed Esami; Iscritti; Post Laurea) e, successivamente, l’anno solare (per
Laureati ed Esami) o quello accademico (per Iscritti) di interesse e la tipologia del corso
(per Post Laurea).
Per ognuna delle indagini effettuate è possibile realizzare delle interrogazioni
personalizzate su quasi tutte le variabili rilevate, ottenendo come risultato delle tavole in
larga parte organizzate secondo gli schemi dei modelli utilizzati per la raccolta dei dati.
Con riferimento ai risultati della rilevazione dell’a.a. 2002-03, la tipologia del corso e
l’ateneo sono le variabili di selezione sulle quali operare le interrogazioni personalizzate
171
nelle due sezioni Laureati ed Esami, Iscritti. Le variabili che, singolarmente, possono
essere scelte per la presentazione dei dati sono: facoltà, classe, gruppo di corsi, singolo
corso. Le tabelle ottenute con tali selezioni possono essere importate in locale (in
formato excel).
Le tavole con un’articolazione più complessa (quelle relative a: immatricolati, iscritti
e laureati per provenienza geografica; iscritti e laureati per anno di nascita) sono invece
scaricabili in locale, in formato excel, e consentono la massima flessibilità per ogni
ulteriore elaborazione.
Oltre a ciò, per la sezione Laureati ed Esami e per quella Iscritti, è anche possibile
scaricare dal sito Internet dell’Ufficio di Statistica i file con i microdati di ogni indagine
in formato Access.
La metodologia adottata per questa indagine ha consentito anche una significativa
riduzione dei tempi con cui vengono resi disponibili i risultati.
Per l’indagine per l’a.a. 2002-03 i dati delle prime due fasi sono stati resi disponibili
su Internet alla data:
- 31 ottobre 2003 per la sezione Laureati ed Esami (4 mesi dopo la scadenza ufficiale
prevista per la consegna dei dati da parte degli atenei);
- 21 gennaio 2004 per la sezione Iscritti (poco più di 3 mesi dopo la scadenza
ufficiale prevista per la consegna dei dati da parte degli atenei).
Facendo riferimento alla prima fase (laureati, diplomati, annualità superate e crediti
acquisiti) della rilevazione per l’a.a. 2003-04, si può segnalare che l’indagine è stata
avviata con la lettera dell’Ufficio di Statistica del 16 giugno 2004. La data di scadenza
per l’invio del file dei dati era fissata per il 15 luglio. La comunicazione dell’avvenuta
pubblicazione dei risultati sul sito dell'Ufficio di Statistica del MIUR-URST è stata
infine trasmessa ai Rettori, Direttori amministrativi, Nuclei di Valutazione e referenti
statistici di ciascun Ateneo il 31 agosto.
3.3. Gli aspetti problematici
L’esame condotto sulle statistiche dell’università ha consentito di evidenziare, a più
riprese, i positivi risultati conseguiti a seguito del decentramento della produzione di
tale documentazione statistica dall’Istat al MIUR. Le informazioni rese attualmente
accessibili risultano molto più consistenti di quella originariamente disponibili e con
172
potenzialità conoscitive ben superiori a quelle normalmente utilizzate dagli organi di
governo, centrali e periferici, delle università. Anche il quadro conoscitivo reso
disponibile con l’avvio della riforma appare soddisfacente e tale da consentire
un’essenziale azione di monitoraggio.
In questa situazione connotata, come si è visto, da giudizi ampiamente positivi sono
ancora presenti, tuttavia, ritardi e limiti che devono essere necessariamente recuperati e
superati.
La prima segnalazione, che per la rilevanza rivestita richiede un sollecito intervento,
riguarda l’accertamento della regolarità e della dispersione universitaria. La
documentazione attualmente disponibile, infatti, rende assai problematica l’analisi per
coorti e quindi lo studio accurato di tale fenomeno.
Un altro aspetto coinvolge gli iscritti ed i laureati esteri per i quali si rileva la
mancata disponibilità di gran parte dei dati di base necessari per valutare la riuscita
negli studi; la stessa documentazione da tempo disponibile, invece, per il complesso
della popolazione universitaria.
Permane, inoltre, in questo ambito un settore largamente inesplorato: quello degli
studenti che svolgono programmi comunitari (Erasmus/Socrates).
L’indisponibilità dei modelli di tutte le rilevazioni compiute e di una
documentazione
approfondita
e
sistematica
sulle
diverse
fasi
dell’indagine
costituiscono, inoltre, un grosso limite all’aspetto chiarezza.
La stessa presentazione della pur ricca documentazione attraverso il sito web
dovrebbe essere migliorata e resa più user friendly. Per l’utente non completamente
attrezzato risulta non sempre agevole comprendere il percorso da compiere per
individuare la documentazione cercata. L’aggiornamento continuo delle statistiche
pubblicate rappresenta un sicuro salto di qualità che andrebbe valorizzato con una
maggiore evidenziazione delle date degli aggiornamenti apportati, aspetto tanto più
cruciale soprattutto nella pubblicazione di documentazione statistica.
173
3.4. Riferimenti bibliografici
Albergamo C., Salzano G. (2000), I modelli interattivi per la raccolta dei dati
sull’istruzione universitaria via Internet, Contributi Istat, n. 2
Cammelli A. (1998), Aspetti del processo di universitarizzazione: 1960-1995,
L’Università in Italia. Appunti per un Convegno, Accademia Nazionale dei Lincei
Cammelli A., La Rosa M., a cura di, (2004), I laureati in Italia. Le indagini di
AlmaLaurea su scelte formative, orientamento al lavoro e occupabilità, Sociologia
del Lavoro, n. 94
D’Angiolini G., Micali A. (2000), Concetti e tecnologie nei Sistemi Informativi
Statistici: l'esperienza SIU, XL Scientific Meeting of Italian Statistical Society
Florence, 26-28 April 2000
Istat (1992), Statistiche dell’istruzione universitaria. Anni accademici 1987-88, 198889, 1989-90, Collana d’Informazione, n. 2
Istat (1996a), Statistiche dell’istruzione universitaria. Anno accademico 1994-95,
Annuari, n. 1
Istat (1996b), Le immatricolazioni nell’anno accademico 1995-96, Informazioni, n. 7
Istat (1997), Statistiche dell’istruzione universitaria. Anno accademico 1995-96,
Annuari, n. 2
Istat (1998), Statistiche dell’istruzione universitaria. Anno accademico 1996-97,
Annuari, n. 3
Istat (2000), Statistiche dell’istruzione universitaria. Anno accademico 1997-98,
Annuari, n. 4
Istat (2003), Lo stato dell’università. I principali indicatori, Indicatori statistici, n. 4
MIUR, CNVSU (2003), Quarto Rapporto sullo Stato del Sistema Universitario (cartella
stampa), 22 Luglio 2003
Luzzatto G. (2001), 2001: l’Odissea dell’Università nuova, La Nuova Italia
MIUR-Sistan (2003), Il sistema universitario italiano. Anno accademico 2000/01 e
2001/02, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato
MURST-Istat (1994), Convenzione tra il Ministero dell’Università e della Ricerca
Scientifica e Tecnologica e l’Istituto Nazionale di Statistica per lo sviluppo del
sistema informativo della formazione e della ricerca scientifica universitaria,
orientato alla valutazione, 21 ottobre 1994
MURST-Osservatorio per la valutazione del sistema universitario (1996), Quadro
Sinottico delle fonti informative attive sul Sistema Universitario Italiano
MURST-Sistan (1997), Il sistema universitario italiano. La popolazione studentesca a.a. 1996/97, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato
MURST-Sistan (1998), Il sistema universitario italiano. La popolazione studentesca a.a. 1997/98, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato
MURST-Sistan (1999), Il sistema universitario italiano. La popolazione studentesca. Il
personale - a.a. 1998/-99, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato
MURST-Sistan (2000), Il sistema universitario italiano. La popolazione studentesca. Il
personale - a.a. 1999/2000, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato
Sistan (2003), Attività degli altri enti del Sistema statistico nazionale. Anno 2002.
Estratto della relazione al Parlamento (art. 24 del d.lgs. 322/89), Giornale del Sistan,
n. 24.
174
4. LA PRODUZIONE STATISTICA SULL’ISTRUZIONE IN
CAMPO INTERNAZIONALE
4.1. OCSE
Una parte consistente della produzione statistica dell’Organizzazione per la
Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) si basa sulla documentazione ottenuta
attraverso due indagini che forniscono indicatori comparabili a livello internazionale.
La
rilevazione
UOE
(UNESCO-UIS123/OCSE/EUROSTAT)
raccoglie
la
documentazione elaborata dai servizi statistici di ciascun paese partecipante all’indagine
(Tab. 4.1) aggregandola sulla base di criteri ed indicatori definiti a livello
internazionale.
L’indagine PISA (Programme for International Student Assessment) è prodotta per
mezzo di un’indagine campionaria ad hoc condotta su scala sovranazionale, orientata
alla valutazione dell’efficacia dei sistemi d’istruzione e le capacità cognitive degli
studenti.
I risultati delle due rilevazioni oltre a dare origine a pubblicazioni, commenti ed
analisi vanno a comporre due diverse banche dati direttamente consultabili on-line per
mezzo d’interrogazioni mirate.
LA RILEVAZIONE UOE (UNESCO-UIS/OCSE/EUROSTAT)
4.1.1 Obiettivi
Nel corso degli ultimi 15 anni l’OCSE ha sviluppato e messo a punto un’ampia
gamma di indicatori statistici in grado di monitorare in chiave comparativa le
performance dei sistemi d’istruzione dei paesi aderenti. Gli indicatori vengono elaborati
123
Nel 1999 è stato creato in seno all’UNESCO un nuovo organo specializzato, l’Unesco Institute for
Statistics (UIS), con sede a Montreal, allo scopo di assistere i paesi membri nella raccolta, analisi e
divulgazione della documentazione statistica sull’istruzione. Dal momento della sua fondazione l’UIS ha
avviato numerose consultazioni con organismi nazionali e internazionali per individuare le priorità
dell’informazione statistica sull’istruzione e sviluppare strategie di armonizzazione nella raccolta della
documentazione. La mission dell’UIS è efficacemente esposta all’indirizzo: http://www.uis.unesco.org,
dove tra le principali attività si annoverano la raccolta statistica internazionale sull’istruzione in
conformità a norme e procedure accettate dai paesi membri. Norme e procedure che debbono assicurare la
qualità della documentazione e la formulazione di indicatori comparabili a livello internazionale.
175
utilizzando i dati raccolti, a partire dal 1993, della rilevazione effettuata attraverso il
modello congiunto UOE124. La raccolta dei dati riguarda i principali aggregati dei
sistemi d’istruzione (iscritti, immatricolati, diplomati/laureati, personale, dotazioni
finanziarie) già regolarmente rilevati, nella maggioranza dei paesi coinvolti, dalle
agenzie statistiche nazionali.
Fino alla fine del decennio scorso la principale organizzazione preposta alla raccolta
su scala internazionale dei dati ufficiali sull’istruzione era l’UNESCO il quale
pubblicava un voluminoso annuario statistico che poneva non pochi problemi ed
approssimazioni nella comparazione internazionale dei dati125. Parallelamente è andata
aumentando
presso
questa
istituzione
l’esigenza
di
una
maggiore
qualità
dell’informazione statistica, resa ancor più necessaria dopo l’adozione del programma
Education for All126 ed alla quale si è inteso fare fronte con la creazione dell’UIS127.
La rilevazione basata sul modello UOE coinvolge ancora un numero limitato di
paesi, in complesso sono 62 quelli che hanno partecipato alla rilevazione del 2004 (Tab.
4.1); la partecipazione è connessa alla possibilità, da parte delle realtà nazionali
coinvolte, di assicurare adeguati standard qualitativi della documentazione statistica
fornita.
124
OECD, 2004b. Alcune informazioni circa l’impiego del modello UOE sono state ottenute contattando
il dott. Jean-Luc Heller (OCSE, Direzione Istruzione – Divisione Istruzione e Cultura).
125
Si tratta dell’UNESCO Statistical Yearbook, la cui ultima edizione risale appunto al 1999. Nella
documentazione UNESCO le discrezionalità dei governi circa la documentazione statistica fornita erano
ampie. Si pensi, ad esempio, che nel caso della rilevazione della mobilità studentesca internazionale,
sebbene la definizione di studente estero utilizzata fosse riferita agli iscritti esteri che non possedevano la
residenza permanente nel paese di studio, molti uffici statistici continuavano ad operare il conteggio sulla
base della sola cittadinanza. L’ambiguità, persistente in molti paesi realtà, tra jus sanguinis (cittadinanza
come elemento ereditario) e jus loci (acquisizione della cittadinanza come conseguenza dell’integrazione
in una comunità nazionale) ha da sempre reso problematica nella comparabilità statistica della mobilità
studentesca a livello internazionale (Cammelli A, 1990, pp. 25-29; Cammelli A, 2003, p.129).
Paradigmatico è il caso della Germania dove ancora nel 2003 l’OCSE rilevava che circa un terzo dei
numerosi studenti stranieri in questo paese fossero in realtà residenti o nati in terra tedesca (OECD,
2003a, p. 274). L’eccessiva disomogeneità della documentazione UNESCO derivava anche da repentine
variazioni nella definizione dei collettivi rilevati, sempre nell’ambito degli iscritti esteri, ad esempio, la
Gran Bretagna conteggiò fino al 1990 solo gli studenti a tempo pieno salvo poi includere nel conteggio gli
studenti part-time (dall’anno 1993) dilatando sensibilmente il collettivo degli studenti esteri rilevato ben
oltre la crescita reale (UNESCO, 1997, p. 3-381).
126
Gli obiettivi principali di questo programma, sanciti dalla Conferenza Mondiale sull’Istruzione tenuta
a Dakar nel 2000, sono l’universalità del diritto all’istruzione di base, la promozione delle opportunità di
apprendimento per giovani ed adulti, l’aumento dell’alfabetizzazione della popolazione adulta, il
miglioramento della qualità dell’istruzione e, non ultima, la regolare verifica dei progressi raggiunti
attraverso un efficace monitoraggio quantitativo.
127
Cfr. UNESCO-UIS, 2003, pp. 3, 4, 7-9.
176
L’allargamento della rilevazione anche a paesi non aderenti al gruppo OCSE è resa
possibile dall’adozione di un programma coordinato da OCSE ed UNESCO denominato
World Education Indicators (WEI)128. Grazie alla collaborazione con le istituzioni
europee è stato inoltre possibile includere nella rilevazione i paesi del gruppo
PHARE129 ed alcuni paesi neo aderenti all’UE ma non ancora membri OCSE; Israele,
infine, vi prende parte in qualità osservatore.
Tab. 4.1 - Paesi che partecipano alla rilevazione UOE
(UNESCO-UIS/OCSE/EUROSTAT)
Appartenenza ad Organiz. e
Paesi
Programmi Internazionali
Membri OCSE
Membri OCSE ed UE
Membri UE
Membri OCSE ed EEA*
Membro OCSE
e Candidato UE
Candidati UE
Paese EEA*
Paesi PHARE
Programma WEI
Osservatore OCSE
Australia, Canada, Corea del Sud, Giappone,
Messico, Nuova Zelanda, Svizzera, Stati Uniti
Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia,
Germania, Grecia, Italia, Irlanda, Lussemburgo,
Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna,
Svezia, Repubblica Ceca, Polonia, Repubblica
Slovacca, Ungheria
Cipro, Estonia, Lituania, Lettonia, Malta,
Slovenia
Islanda, Norvegia
Turchia
Bulgaria, Romania,
Liechtenstein
Albania, Bosnia-Herzegovina, Macedonia
Argentina, Brasile, Cile, Cina, Egitto,
Federazione Russa, Filippine, Giamaica,
Giordania, India, Indonesia,Malaysia, Paraguay,
Perù, Sri Lanka, Tailandia, Tunisia, Uruguay,
Zimbabwe
Israele
Totale paesi
8
19
6
2
1
2
1
3
19
1
62
*European Economic Area, area di scambio economico (paesi ex EFTA).
128 Obiettivi di questo programma, avviato nel 1997 e sostenuto della Banca Mondiale, sono la
formulazione di politiche comuni per la valutazione dell’istruzione, l’adozione di indicatori statistici e di
metodologie di rilevazione comuni. Fino dal suo avvio, il programma ha coinvolto Argentina, Brasile,
Cile, Cina, India, Indonesia, Giordania, Malaysia, Filippine, Federazione Russa e Tailandia.
Successivamente hanno aderito: Egitto, Giamaica, Paraguay, Perù, Sri Lanka, Tunisia, Uruguay e
Zimbabwe. Il primo importante risultato conseguito dal programma è stato il sensibile aumento dei tassi
di risposta ai quesiti posti dalla rilevazione UOE e la raccolta di una documentazione sempre più
aggiornata e comparabile.
129
La sigla indica un articolato programma di cooperazione allo sviluppo dell’Unione Europea indirizzato
all’Europa Centro Orientale. Attualmente il programma opera in 8 paesi recentemente entrati nell’UE
(Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Slovenia), in 2 paesi
candidati all’adesione (Bulgaria e Romania) ed in altri 3 paesi balcanici (Albania, Bosnia-Herzegovina,
Macedonia).
177
Ai paesi partecipanti è affidata la raccolta dei dati, l’applicazione delle definizioni
comuni, l’adozione di opportuni criteri per il controllo della qualità dei dati, la garanzia
circa l’attendibilità della documentazione raccolta e la predisposizione di tutte le
informazioni supplementari necessarie ad una sua corretta interpretazione. Tutte le
istruzioni, le definizioni e le classificazioni necessarie per la compilazione delle tabelle
sono riportate nel Manuale tecnico preparato dall’OCSE130. Tuttavia, laddove nella
predisposizione della documentazione perdurino discordanze con gli indicatori definiti
secondo gli standard previsti è necessario documentarne i motivi.
UNESCO-UIS, OCSE ed EUROSTAT operano congiuntamente per l’organizzazione
e la gestione della rilevazione. La cadenza dell’indagine è annuale e la scansione
temporale è così articolata: l’indagine UOE 2004, ad esempio, si riferisce all’anno
scolastico/accademico 2002/2003 per la rilevazione degli iscritti, all’anno solare 2003
per la rilevazione dei diplomati/laureati, all’anno solare 2002 per la rilevazione delle
risorse finanziarie. La rilevazione 2004 si svolge secondo le scadenze indicate nella
Tabella 4.2.
Il modello elettronico di rilevazione (in formato Excel) è fornito a ciascun ente
nazionale incaricato della compilazione (ministeri dell’istruzione, istituti nazionali di
statistica, ecc.) e restituito tramite invio per posta elettronica ad un unico indirizzo email localizzato presso EUROSTAT il quale provvede successivamente ad inoltrare la
documentazione alle altre istituzioni interessate.
130
Cfr. OECD, 2004a.
178
Tab. 4.2 - Calendario rilevazione UOE 2004
Aggregati rilevati
iscritti, immatricolati,
diplomati/laureati,
personale, risorse
finanziarie, dimensione
delle classi/corsi di
studio, dati demografici,
ripartizione ISCED
dei corsi e dei livelli
d’istruzione
EU informazioni
specifiche*: lingue
straniere, popolazione
studentesca ripartita su
base regionale
Termine
per la trasmissione
dei dati
Termine
per la verifica
dei dati
30 Settembre 2004
1 Agosto 2004 (paesi
WEI)
Gennaio 2005
30 Settembre 2004
*Solo per i paesi che intrattengono a diverso titolo legami con l’Unione Europea (UE, PHARE,
EEA); Cfr. Tab. 4.1.
Nel manuale tecnico UOE Data Collection vengono fornite tutte le istruzioni
necessarie per la compilazione dei moduli, in particolare:
1. le definizioni e le spiegazioni relative alle popolazioni considerate in ciascun
file131 nonché le linee guida per l’applicazione in ciascun paese di tali
definizioni;
2. le istruzioni tecniche per la compilazione delle singole schede di rilevazione che
compongono ciascun file;
3. le istruzioni relative al corretto collocamento dei percorsi d’istruzione esistenti
nei paesi partecipanti secondo la classificazione internazionale UNESCOISCED 97132.
Le responsabilità relative al controllo di qualità della documentazione raccolta
risultano essere ripartite: l’OCSE svolge le prime attività di verifica sulla
131
Ogni file corrisponde ad un determinato aggregato (studenti, diplomati/laureati, ecc.) ed è suddiviso in
diverse schede di rilevazione ognuna corrispondente ad un foglio elettronico.
132
L’ International Standard Classification of Education (ISCED) creata a metà degli anni ’70, per
iniziativa dell’OCSE e la cui ultima revisione risale al 1997, permette di raccogliere la documentazione
sull’istruzione di ciascun sistema nazionale in un unico quadro comparato. La classificazione identifica
sette diversi livelli d’istruzione: livello pre-scolastico (ISCED 0), primo livello (istruzione di base;
ISCED 1), secondo livello inferiore (scuola media dell’obbligo nel caso italiano; ISCED 2), secondo
livello superiore (ISCED 3), livello post-secondario (ISCED 4), terzo livello (università e formazione
professionale superiore; ISCED 5), terzo livello superiore (ricerca avanzata; ISCED 6). Cfr. OECD, 1999.
179
documentazione proveniente dai soli paesi aderenti all’organizzazione stessa,
EUROSTAT controlla la documentazione dei paesi UE, EEA, PHARE non aderenti
all’OCSE (Cfr. Tab. 4.1).
La documentazione sull’apprendimento delle lingue straniere e sulla ripartizione
regionale della popolazione studentesca è di esclusiva competenza di EUROSTAT che
ne verifica la qualità per tutti i paesi UE, EEA e candidati all’adesione all’UE a cui è
stato somministrato questo supplemento di indagine.
Ogni istituzione, nell’ambito delle rispettive competenze, avvia il processo di
verifica, controllando la rispondenza del materiale ricevuto ai criteri stabiliti. Nel caso
della rilevazione 2004 il termine del processo di verifica è fissato al gennaio 2005 (Cfr.
Tab. 4.2). Successivamente l’elaborazione dei dati a fini statistici e analitici è lasciata
all’iniziativa delle singole organizzazioni.
4.1.2 Il modello di rilevazione
Il modello elettronico inviato agli uffici nazionali competenti è organizzato in 6
diversi file excel. I primi cinque file contengono le informazioni riguardanti: iscritti,
immatricolati, diplomati/laureati, risorse umane, risorse finanziarie; il sesto include
informazioni di diversa natura.
Scendendo nel dettaglio i contenuti dei singoli file sono i seguenti:
Iscritti
• iscritti per livello d’istruzione, orientamento133 e destinazione134 del corso di studi,
tipologia di frequenza135, genere ed età (ENRL1);
• iscritti per livello d’istruzione, orientamento e destinazione del corso di studi,
tipologia di istituto136, tipologia di frequenza e genere (ENRL1a);
• iscritti (secondo l’aggregazione utilizzata per le risorse finanziarie ed umane137) per
livello d’istruzione, orientamento e destinazione del corso di studi, tipologia di
istituto e tipologia di frequenza (ENRL2);
133
Con l’orientamento del corso di studi si opera una distinzione fra i corsi con contenuti generalistici e
quelli con contenuti professionalizzanti.
134
Con la destinazione del corso di studi si intende chiarire se l’obiettivo finale del corso è l’inserimento
nel mercato del lavoro oppure il passaggio a studi superiori.
135
La tipologia di frequenza del corso di studi: tempo pieno o tempo parziale.
136
Per tipologia di istituto si intende la natura pubblica o privata, dipendente o indipendente dallo Stato
dell’istituto considerato.
180
• iscritti e ripetenti nei corsi ad orientamento generale del primo e secondo livello
(ISCED 1, 2, 3) per livello d’istruzione, genere ed anno di corso (ENRL3);
• iscritti al primo anno del primo livello (ISCED 1) per genere ed età (ENRL4);
• iscritti al terzo livello (ISCED 5, 6) per livello d’istruzione, destinazione del corso di
studi, area disciplinare e genere (ENRL5);
• iscritti stranieri al terzo livello (ISCED 5, 6) per livello d’istruzione, destinazione del
corso di studi e area disciplinare (ENRL6);
• iscritti stranieri per livello d’istruzione, destinazione del corso di studi, residenti o
meno nel paese di studio, cittadinanza UE/non UE e genere (ENRL7);
• iscritti stranieri al terzo livello (ISCED 5, 6) per livello d’istruzione, destinazione del
corso di studi e cittadinanza (ENRL8).
Immatricolati
• iscritti138 (ISCED 3, 4, 5) per livello d’istruzione e destinazione del corso di studi
(ENTR1);
• immatricolati per la prima volta (ISCED 3, 4, 5) per livello d’istruzione, destinazione
del corso di studi, genere ed età (ENTR2).
Diplomati e laureati
• diplomati (ISCED 3, 4) per livello d’istruzione, orientamento e destinazione del corso
di studi, tipologia di istituto, genere ed età (GRAD2);
• diplomati e laureati (ISCED 5A, 5B, 6) per livello d’istruzione, destinazione del
corso di studi, tipologia di istituto, genere ed età (GRAD4);
• diplomati e laureati per livello d’istruzione, orientamento del corso di studi, area
disciplinare e genere (GRAD5).
137
Ciò significa che in questa scheda di rilevazione gli iscritti sono disaggregati secondo modalità che
rendono possibile l’incrocio di questa documentazione con quella riferita alle risorse umane impiegate
nell’istruzione (file 4) e quella sulle risorse finanziarie utilizzate (file 5).
138
Il complesso degli iscritti ad un determinato livello viene suddiviso in tre tipologie mutuamente
esclusive: a) immatricolati per la prima volta (new entrants) al livello considerato; b) iscritti “rientrati”
(re-entrants) nel livello considerato dopo uno o più anni di assenza; c) iscritti che proseguono il
medesimo livello di istruzione dell’anno precedente (continuing students) e che, dal punto di vista
calcolatorio, possono essere ottenuti come differenza fra il complesso degli iscritti al livello considerato e
la somma dei due aggregati precedenti (new entrants + re-entrants).
181
Risorse umane
• personale per livello d’istruzione, orientamento e destinazione del corso di studi,
tipologia di istituto, categoria professionale (docenti, assistenti, tutors, personale
amministrativo, coadiuvanti, ausiliario, ecc.) e tipologia contrattuale139 (PERS1);
• personale accademico ed insegnanti (ISCED 5, 6) per livello d’istruzione,
orientamento e destinazione del corso di studi, età, genere e tipologia contrattuale
(PERS2);
• personale amministrativo-gestionale per livello d’istruzione, eventuali responsabilità
d’insegnamento, età e genere (PERS3).
Risorse economiche
• spese destinate all’istruzione per livello d’istruzione, provenienza dei fondi140,
tipologia di transazione141 (FINANCE1);
• spese destinate all’istruzione per livello d’istruzione, tipologia di istituto e tipologia
di spesa142 (FINANCE2);
• spese destinate al pagamento di interessi sul debito (FINANCESUP2)143;
• spese destinate alla ricerca (ISCED 5, 6) (FINANCESUP3).
Altre informazioni
• esempi di applicazione della classificazione ISCED 97 ai sistemi d’istruzione di
diversi paesi (ISCMAP);
• dimensione media delle classi nel primo e secondo livello (ISCED 1, 2) per livello
d’istruzione e tipologia di istituto (CLASS1);
• dimensione media delle classi nei corsi ad orientamento generale del primo e secondo
livello (ISCED 1, 2) per livello d’istruzione ed anno di corso (CLASS2);
• popolazione complessiva per genere ed età (DEM1).
139
Per tipologia contrattuale si intende se l’impiego è a tempo pieno o a tempo parziale.
La provenienza dei fondi consente di operare la distinzione fra i trasferimenti governativi (a livello
centrale, regionale, locale), quelli provenienti da agenzie internazionali o da altri finanziatori stranieri,
quelli erogati da privati.
141
Fra le tipologie di transazione vengono distinte: i trasferimenti diretti alle istituzioni scolastiche, i
trasferimenti intergovernativi per l’istruzione, i trasferimenti agli studenti e alle famiglie.
142
La tipologia di spesa distingue fra spese correnti e spese in conto capitale.
143
Vengono aggregati i livelli ISCED 1, 2, 3, 4 e ISCED 5, 6.
140
182
4.1.3 La diffusione dei risultati
Banca dati multidimensionale
La documentazione raccolta attraverso l’indagine UOE appena illustrata, va a
costituire un esteso database interrogabile on-line accedendo all’area dedicata del sito
OCSE Corporate Data Environment (CDE)144.
La banca dati fornisce documentazione comparativa sugli aspetti chiave dei sistemi
nazionali d’istruzione. Si tratta di una banca dati di tipo multidimensionale, è possibile
cioè estrarre dati disaggregati sulla base di incroci tra le variabili disponibili.
La documentazione è organizzata in 9 diverse categorie di dati (datasets) composte
ciascuna da 5 a 10 differenti variabili (dimensions). L’interrogazione desiderata (query)
può essere realizzata selezionando per ciascuna variabile specifiche modalità.
Tab. 4.3 – Banca dati documentazione UOE. Variabili (dimensions) presenti
in ciascuno dei datasets disponibili on line per la consultazione
Datasets
Dimensions
age
country
country of citizenship
duration of programme
educational/labour
market destination of
the programme
field of study
funding source
intensity of
participation
level of education
nature of expenditure
service provider
sex
type of count
type of foreign
enrolment
type of institution
type of personnel
type of programme
type of transaction
year
students
enrolled
students
enrolled 2
x
x
x
x
expenditures expenditures 2
x
x
x
foreign
students
x
x
x
graduates
graduates 2
x
x
x
x
x
x
x
new
entrants
educational
personnel
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
144
x
x
x
x
x
x
Il sito riunisce ben sette diverse banche dati dell’OCSE tra cui è inclusa anche quella relativa
all’istruzione, http://www1.oecd.org/scripts/cde/default.asp
183
I datasets disponibili sono i seguenti:
1. Informazioni di base sugli iscritti.
2. Iscritti per livello d’istruzione, orientamento del corso di studi, tipologia di
frequenza, età e genere.
3. Spese destinate all’istruzione per provenienza dei fondi, tipologia di transazione
e livello d’istruzione.
4. Spese destinate all’istruzione per tipologia di spesa, tipologia di istituto e livello
d’istruzione.
5. Studenti stranieri iscritti per paese di cittadinanza.
6. Diplomati/laureati per livello d’istruzione, orientamento del corso di studi,
durata del corso, tipologia di istituto, età e genere.
7. Diplomati/laureati per area disciplinare, livello d’istruzione, orientamento del
corso di studi, durata del corso e genere.
8. Immatricolati per livello d’istruzione, destinazione del corso di studi, tipologia
di istituto, tipologia di frequenza, età e genere.
9. Personale.
Nella Tabella 4.3 sono sintetizzate le variabili presenti in ciascuno dei dataset;
alcune (Stato, livello di istruzione, anno) sono sempre presenti mentre altre sono
correlate alla tipologia di dati contenuti (si riportano per maggior precisione le diciture
inglesi così come appaiono sul sito OCSE).
La documentazione contenuta nel database copre il periodo 1985-2002, estendendo
la disponibilità della documentazione anche ad anni precedenti l’adozione del modello
UOE (avvenuta nel 1993) e rendendoli confrontabili. L’ultimo aggiornamento dei dati è
stato effettuato il 13 settembre 2004.
Oltre a rendere disponibile la documentazione della rilevazione UOE nella sua forma
elementare l’OCSE realizza a partire da essa numerose analisi ed indagini.
Pubblicazioni
Education at a Glance, giunto nel 2003 alla sua XV145 edizione è senza dubbio la
pubblicazione analitica sull’istruzione più completa disponibile oggi a livello
internazionale. Si basa principalmente sulla documentazione raccolta dalla rilevazione
145
Al momento in cui si scrive è comparsa la XVI edizione dell’anno 2004 il cui impianto e contenuto
rispecchia quello dell’edizione precedente.
184
UOE, anche se, a partire dall’edizione 2002, è stata integrata con numerosi indicatori
ottenuti attraverso l’indagine PISA146.
L’organizzazione degli indicatori contenuta nel volume subisce di anno in anno delle
revisioni che non limitano però la confrontabilità con gli anni precedenti, grazie alla
disponibilità di dati retrospettivi per molti degli indicatori presentati, anche quelli di più
recente formulazione. La costruzione degli indicatori è il prodotto infatti di un processo
continuo di miglioramento guidato da tre principi enunciati con chiarezza nella
prefazione all’edizione 2001147:
•
la presentazione degli indicatori deve essere chiara e diretta ma sufficientemente
sfaccettata da evitare eccessive semplificazioni della realtà dell’istruzione nei
diversi paesi;
•
gli indicatori devono essere sufficientemente generici da consentire una facile
comparazione tra i diversi paesi ma al tempo stesso abbastanza specifici da poter
apprezzare le diversità storiche, sistemiche e culturali tra le differenti realtà;
•
il numero degli indicatori deve essere il più ristretto possibile ma abbastanza ampio
da permettere un’efficace utilizzazione in sede di elaborazione delle politiche
dell’istruzione.
L’edizione 2003 include 34 diversi indicatori, una decina di essi sono di nuova
formulazione rispetto agli indicatori presentati nel volume precedente; come è illustrato
nell’introduzione dell’edizione 2003, il complesso degli indicatori “rende conto delle
risorse
umane
e
finanziarie
investite
nell’istruzione,
del
funzionamento
e
dell’evoluzione dei sistemi di apprendimento, del rendimento degli investimenti fatti”148.
Sono oggetto del monitoraggio gli studenti di tutti i livelli, di tutte le età e di tutte le
tipologie di corso; l’unica condizione che viene posta è che l’insegnamento impartito
abbia come obiettivo principale quello di formare l’individuo. Rimangono esclusi
dall’ambito di analisi l’insegnamento tecnico e professionale impartito nei luoghi di
lavoro salvo che esso non faccia parte di un programma di formazione più ampio (stage,
tirocini, ecc.). Le attività di insegnamento cosiddette “per adulti” o extra scolastiche
146
L’edizione 2003 riporta la documentazione raccolta tramite il modello UOE 2002 e riferita, a seconda
dei casi, all’anno accademico 2000-01, all’anno solare 2001 ed all’anno finanziario 2000. La
documentazione PISA è quella dell’indagine condotta nel 2000.
147
OECD, 2001a, p. 5.
148
OECD, 2003a, p. 7.
185
sono coperte nella misura in cui esse facciano riferimento a contenuti disciplinari
analoghi a quelli dell’insegnamento ordinario o che il titolo finale conseguibile abbia
corrispondenza con quelli previsti dall’insegnamento ordinario149.
Ogni rapporto annuale è corredato da un’appendice metodologica denominata Annex
3: Sources, Methodes and Technical Notes, disponibile unicamente on-line150, che
riporta per ogni indicatore approfondimenti di carattere metodologico come la
definizione della popolazione di riferimento o il metodo di calcolo, la sua applicazione
nei diversi contesti nazionali e le fonti utilizzate.
A titolo esemplificativo, richiamando il caso precedentemente esaminato151 della
definizione di “studente estero” utilizzata a livello internazionale, sono riportate,
tradotte dal testo originale, le informazioni che l’Annex 3 fornisce circa l’indicatore C3:
“Iscritti stranieri al terzo livello”152:
Iscritti stranieri al terzo livello. Note generali – Metodologia.
Gli iscritti sono classificati come studenti esteri nel caso in cui non siano cittadini del
paese nel quale sono stati raccolti i dati. Ai paesi non in grado di fornire, sulla base del
passaporto, dati o stime degli studenti esteri presenti è stato chiesto di sostituire questa
documentazione con altra ottenuta considerando criteri alternativi, come ad esempio, il
paese di residenza, la lingua madre o la provenienza dei familiari (si vedano note sulle
eccezioni adottate in alcuni singoli paesi).
Il numero di studenti che studiano all’estero è ottenuto dalla documentazione fornita
dai paesi di destinazione. Gli studenti che studiano in paesi che non partecipano alla
rilevazione UOE non sono inclusi nella rilevazione153.
Note sugli specifici paesi – popolazione di riferimento.
Belgio. Gli studenti stranieri sono definiti sulla base della cittadinanza, dunque
includendo i figli degli stranieri permanentemente residenti nel paese. Il numero di
studenti presenti in Belgio per motivi di studio è così sovrastimato.
Danimarca. Il numero di studenti esteri per paese di origine riportato è frutto di una
stima.
Irlanda. Gli studenti esteri sono definiti sulla base della residenza.
149
OECD, 2003a, p. 31.
www.oecd.org/edu/eag2003
151
Cfr. Nota 3.
152
OECD, 2003b, p. 45.
153
Il complesso degli studenti esteri rilevato è quindi sottodimensionato rispetto alla mobilità
internazionale complessiva a causa del limitato numero di paesi partecipanti alla rilevazione UOE; lo
stesso OCSE stima che la mobilità internazionale globale sia superiore del 6% rispetto al dato rilevato
(1,65 milioni di studenti, contro 1,54 milioni rilevato attraverso la rilevazione UOE per il 2001). OECD,
2003a, p. 302.
150
186
Nuova Zelanda. Numerosi studenti australiani non sono conteggiati come studenti
stranieri.
Norvegia. Gli studenti esteri sono definiti sulla base del paese di nascita.
Turchia. Solo gli studenti che giungono nel paese a fini d’istruzione sono conteggiati
come Stranieri, escludendo così i residenti.
Regno Unito. Gli studenti esteri sono definiti sulla base dell’indirizzo di residenza.
Svezia. Gli studenti non registrati nel registro nazionale della popolazione
(principalmente in provenienza da altri paesi nordici) sono esclusi dal conteggio.
Svizzera. Alcuni studenti esteri iscritti all’istruzione di terzo livello non universitaria
sono esclusi dal conteggio. Il numero totale di studenti esteri è così sottostimato.
Education Policy Analisys è la seconda pubblicazione a cadenza annuale che utilizza in
massima parte la documentazione statistica contenuta nel database OCSE sull’istruzione
(Cfr. Banca dati multidimensionale). Ciascun volume della collana, ideata nel 1996, è
costituito da una serie di approfondimenti tematici definiti secondo le priorità dettate dal
dibattito internazionale sui temi dell’istruzione.
I principali obiettivi della pubblicazione sono:
•
assistere i policy-makers e gli operatori dell’istruzione attraverso analisi riferite al
contesto internazionale;
•
condurre, attraverso l’utilizzo della documentazione e degli indicatori definiti
dall’OCSE, approfondimenti su temi specifici e sulle loro implicazioni nelle
politiche dell’istruzione;
•
presentare studi, analisi e discussioni in forma sintetica e divulgativa154.
Volumi in collaborazione con l’UNESCO. Più recentemente è stata avviata, in
collaborazione con UNESCO-UIS e Banca Mondiale, una nuova serie di volumi che
presentano la documentazione UOE disponibile per i paesi del gruppo WEI155. L’ultimo
volume pubblicato dal titolo Financing Education – Investments and Returns, 2002
Edition (OECD, UNESCO/WEI 2003), il terzo della serie156, tratta il tema degli
investimenti del settore dell’istruzione in termini di capitale umano e coinvolgimento
154
OECD, 2002b, p. 133.
Cfr. paragrafo 7.1.1.
156
I due volumi precedenti sono: Teachers for Tomorrow School, 2001 Edition (OECD, UNESCO/WEI
2001), Investing in Education, Analysis of the 1999 World Education Indicators (OECD, UNESCO/WEI
2000).
155
187
del settore pubblico e privato. Viene fornita un’ampia documentazione quantitativa che
comprende la presentazione di country profiles, uno per ciascuno dei paesi WEI ed
analisi comparative con i paesi OCSE.
IL PROGRAMMA PISA
4.1.4 Obiettivi
Il PISA (Program for International Student Assessment) è un esteso programma
avviato nel 2000 che si pone l’obiettivo di monitorare a cadenza triennale, attraverso
un’apposita indagine campionaria, le capacità e le conoscenze dei 15enni dei principali
paesi industrializzati; la verifica di tali capacità consente, ovviamente, anche una
valutazione dell’efficacia dei sistemi scolastici dei rispettivi paesi.
Il PISA verifica la capacità dei giovani di saper utilizzare le proprie conoscenze per
fare fronte alle attività quotidiane, valutando contemporaneamente le conoscenze e le
competenze in lettura157, e nelle discipline matematiche e scientifiche. Vengono inoltre
raccolte informazioni sulle strategie di apprendimento degli studenti, sull’ambiente
familiare d’origine e su quello scolastico.
4.1.5 Il disegno campionario
Dal rapporto sulle attività PISA in Italia è possibile approfondire come è stato
costruito il campione a partire dalla popolazione di riferimento rilevata dall’Istat,
rappresentata dai nati nel 1984 (15enni nel 2000). Il 98,4% dei nati nel 1984
frequentava la scuola al momento dell’inchiesta. Questa popolazione è stata ripartita
secondo gli istituti secondari superiori frequentati (licei/magistrali, istituti tecnici,
istituti professionali/artistici) o secondari inferiori nel caso di giovani in forte ritardo
scolastico (3,5% dei 15enni studenti). All’interno di ciascuna tipologia di istituti sono
state distinte tre categorie di istituti in base al numero di iscritti (piccoli, medi grandi),
mentre dal punto di vista geografico il campione è stato stratificato in 5 grandi
macroaree (nord-ovest, nord-est, centro, sud, isole).
157
Le conoscenze e le competenze in lettura (Reading literacy) vengono definite come le capacità di
comprendere, utilizzare e riflettere su testi scritti al fine di perseguire degli obiettivi definiti, sviluppare il
proprio potenziale di conoscenza ed essere in grado di avere parte attiva nei comportamenti sociali
(http://www.pisa.oecd.org/pisa/read.htm).
188
Sono state selezionate, secondo il piano di campionamento, 187 scuole (per un totale
di 5087 studenti) alle quali, una volta ottenuta la loro adesione al progetto, è stato
chiesto di fornire la lista degli allievi nati nel 1984 indipendentemente dalla classe e
sezione di appartenenza. Dagli elenchi completi sono stati estratti casualmente 30 allievi
per ciascuna scuola. Il profitto scolastico dei singoli non era un fattore influente nella
scelta dei soggetti mentre sono state accettate esclusioni di studenti con particolare
disabilità fisiche/psichiche o scarsa conoscenza della lingua italiana (allievi stranieri che
frequentano la scuola italiana da meno di un anno). Il campione così ottenuto assicura
una buona rappresentatività dell’intero contesto nazionale. La prima indagine, condotta
nel 2000, ha coinvolto un campione 265.000 studenti di 32 paesi.
4.1.6 Modelli di rilevazione
Nove
diversi
test
su
capacità
di
lettura/sintassi
e
alfabetizzazione
matematico/scientifica sono stati somministrati in modo casuale agli studenti delle
scuole coinvolte nell’indagine.
Oltre ai test sono stati somministrati agli studenti tre diversi questionari
supplementari volti ad indagare:
•
la struttura familiare, le condizioni abitative, l’abitudine alla lettura, le attività
scolastiche e quotidiane;
•
l’autodisciplina, l’organizzazione nello studio e gli aspetti motivazionali;
•
la familiarità con l’uso del computer, l’accesso agli strumenti informatici e la
frequenza del loro utilizzo.
Gli studenti dovevano completare il test cognitivo in 60 minuti, mentre avevano a
disposizione 20-30 minuti per il primo questionario, 10 minuti per il secondo e 5 minuti
per il terzo.
Un quarto ed ultimo questionario era destinato alla direzione delle scuole coinvolte
nell’indagine ed era finalizzato alla raccolta di informazioni sulle risorse umane e
materiali impiegate nell’istituto e sul modello amministrativo/gestionale adottato.
189
Il programma PISA è stato gestito da un Consorzio Internazionale coordinato
dall’Australian Council for Educational Research (ACER)158. I rappresentanti
governativi dei paesi aderenti partecipavano ad un organo direttivo (Board of
Participating Countries) supervisionato dell’OCSE. Un gruppo di esperti internazionali
ha lavorato alla formulazione dei contenuti dell’indagine ponendo particolare attenzione
alla comparabilità internazionale ed alla pluralità dei contesti culturali.
L’indagine del 2000 ha coinvolto complessivamente 32 paesi: oltre ai 28 paesi
aderenti all’OCSE159 hanno preso parte all’iniziativa anche altri 4 paesi non OCSE
(Brasile, Federazione Russa, Lettonia e Liechtenstein).
Altri 13 paesi hanno deciso nel 2002 di condurre la medesima indagine (Albania,
Argentina, Bulgaria, Cile, Cina, Hong Kong, Indonesia, Israele, Lituania, Macedonia,
Perù, Romania, Tailandia). In occasione dell’indagine 2003 altri due paesi si sono
aggiunti (Slovacchia, Turchia) portando così il numero di paesi aderenti al programma
PISA a 47.
L’indagine PISA viene realizzata con cadenza triennale e di volta in volta il
baricentro dell’indagine viene spostato su un diverso settore cognitivo. Per l’indagine
PISA 2003 è stata privilegiata l’analisi delle conoscenze matematiche; obiettivo
specifico è quello di monitorare le capacità degli studenti di identificare, comprendere
problemi matematici, di definire il ruolo della matematica nella vita quotidiana e di
verificare le capacità di risoluzione di problemi complessi160. L’indagine PISA 2006
verterà sulle conoscenze scientifiche, mentre per il 2009 è prevista una nuova verifica
delle competenze in lettura.
La conduzione dell’indagine PISA 2000 in Italia, venne affidata dal Ministero della
Pubblica Istruzione al Centro Europeo dell’Educazione (CEDE). Il Centro, con decreto
n. 258/99, è stato trasformato nell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema
dell’Istruzione (INValSI) che ha assunto l’onere della conduzione delle Indagini PISA
2003 e 2006.
158
Gli altri partner del Consorzio erano: National Institute for Educational Measurement (Cito Group Paesi Bassi), Service de Pédagogie Expérimentale – Università di Liegi (Belgio), Westat and the
Educational Testing Service (USA), National Institute for Educational Research (Giappone).
159
Australia, Austria, Belgio, Canada, Corea del Sud, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania,
Giappone, Grecia, Italia, Irlanda, Islanda, Lussemburgo, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi,
Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Ungheria.
160
La verifica delle capacità di problem-solving viene definita come l’abilità degli studenti di utilizzare
processi cognitivi per risolvere problemi reali inter-disciplinari per i quali la soluzione non risulta ovvia
(OCDE, 2003c, p. 7).
190
4.1.7 La diffusione dei risultati
Banca dati. La banca dati PISA, accessibile dalla pagina web che l’OCSE ha dedicato ai
risultati della rilevazione del PISA 2000161, mette a disposizione i dati raccolti
dall’indagine secondo forme diverse di fruizione. E’ infatti possibile scaricare la
documentazione completa (matrici dei dati, questionari e manuali con la codifica delle
variabili), ma anche procedere all’estrazione diretta, per mezzo di menù interattivi, di
informazioni disaggregate.
Le matrici dei dati sono cinque e contengono, per ogni studente coinvolto
nell’indagine, gli esiti dei test di verifica sulle competenze e tutte le informazioni
derivanti dai tre questionari precedentemente indicati. In particolare, tre dei cinque file
suddetti comprendono la documentazione relativa ai punteggi ottenuti dagli studenti nei
test relativi alla lettura, alle conoscenze matematiche ed a quelle scientifiche. Il quarto
file contiene le informazioni sulle scuole che hanno partecipato all’indagine, ricavate
dal questionario somministrato ai dirigenti d’istituto. Il quinto ed ultimo file denominato
assessment items data file riporta le risposte degli studenti ai test espresse in forma
codificata.
Oltre ai file di dati sono disponibili dei file denominati compendia che consentono di
valutare, per ogni paese partecipante, la distribuzione delle risposte per ciascun quesito
contenuto nei questionari d’indagine162.
Oltre alla disponibilità delle basi dati complete, il sito PISA mette a disposizione
pagine interattive in grado di fornire on-line tavole specifiche ottenibili sulla base di
specifiche selezioni163. E’ possibile, per esempio, mettere in relazione i punteggi
conseguiti nei test con le caratteristiche degli studenti, dell’ambiente d’origine e delle
scuole.
161
http://www.pisa.oecd.org/pisa/outcome.htm.
Cfr. OECD, 2002f.
163
Sono presenti due modalità di selezione: la prima (interactive data selection) consente di selezionare ed
incrociare variabili che descrivono le caratteristiche dello studente con altre che si riferiscono alle
caratteristiche
degli
istituti
scolastici,
selezionando
i
paesi
di
interesse
(http://pisaweb.acer.edu.au/oecd/oecd_pisa_data_s2.php); la seconda (multi-dimensional data request)
consente di scegliere tra tutte le variabili disponibili fino a quattro variabili contemporaneamente
(http://pisaweb.acer.edu.au/oecd/oecd_pisa_data_s3.php).
162
191
Pubblicazioni. Il primo programma PISA 2000 ha dato origine a numerose
pubblicazioni con analisi e presentazioni dei risultati ottenuti; complessivamente i
volumi pubblicati dall’OCSE ammontano ad otto. Due volumi di carattere generale:
Knowledge and skills for life: first results from PISA 2000 (OECD, 2001), il primo
rapporto, presenta i risultati dell’indagine condotta nei 32 paesi che per primi hanno
aderito al programma. In particolare, viene esaminato quanto gli studenti hanno
acquisito delle conoscenze e delle capacità essenziali per il loro pieno inserimento nella
società (capacità di lettura e comprensione dei testi, conoscenze matematiche e
scientifiche). Viene inoltre approfondito l’esame del contesto familiare e scolastico;
PISA, Literacy skills for the World of Tomorrow (OECD, 2003), è il secondo volume
uscito. Anche questo lavoro è frutto della rinnovata collaborazione con l’UNESCO.
Esso include i risultati dell’indagine PISA effettuata nei 13 paesi non OCSE che hanno
aderito al programma nel 2002. Vi sono inoltre riportati ulteriori approfondimenti sulle
caratteristiche degli studenti (genere, ambiente familiare d’origine) e di come tali
caratteristiche si riflettano sulle loro prestazioni scolastiche.
Accanto a questi due volumi di carattere generale l’OCSE intende affiancare una
serie di approfondimenti tematici in aree particolarmente rilevanti per la formulazione
di politiche dell’istruzione. Sono già stati pubblicati:
Reading for Change – Performance and Engagement Across Countries (OECD,
2002), si concentra sugli esiti del PISA 2000 circa le competenze nella lettura (reading
literacy). Il rapporto compie inoltre un’analisi comparativa della documentazione PISA
2000 e di quella dell’indagine IALS (International Adult Literacy Study)164;
Learners for Life: Student Approaches to Learning, (OECD, 2003), focalizza
l’attenzione sulla motivazione degli studenti, gli atteggiamenti e le strategie nei
confronti dell’apprendimento. Vengono delineate inoltre le caratteristiche che rendono
più probabile negli studenti la crescita della sicurezza personale e dell’autoorganizzazione nello studio;
164
Si tratta di uno studio effettuato in 22 paesi, intervistando, tra il 1994 ed il 1998, campioni
rappresentativi della popolazione adulta compresa tra i 16 e i 65 anni. Obiettivo dell’indagine era
confrontare il grado di alfabetizzazione ed alcuni fattori che ne influenzano la diffusione, in particolare la
formazione continua. Di primario interesse era analizzare come la formazione continua possa incidere
sull’economia e sul mercato del lavoro. La ricerca promossa da Statistics Canada ha coinvolto, oltre
all’OCSE, altre istituzioni quali US National Center for Education Statistics, US Department for
Vocational and Adult Education, EUROSTAT, UNESCO-UIS, Swedish National Agency for Education.
Cfr. OECD, Statistics Canada, 2000.
192
Student Engagement at School – A sense of Belonging and Participation (OECD,
2003), riprende il tema precedente mettendo in relazione le motivazioni dello studente
con gli esiti dello studio, sottolineando come non sempre questi due elementi procedano
di pari passo165.
Oltre alle analisi dei dati sono stati pubblicati alcuni volumi di carattere tecnico
statistico che forniscono tutte le indicazioni sulla metodologia adottata, l’organizzazione
dei dati, la predisposizione dei questionari e le procedure di analisi.
PISA 2000 Technical Report (OECD, 2002), è il lavoro più completo sulla
metodologia di ricerca adottata. Il volume descrive dettagliatamente la predisposizione
dei questionari e dei test di verifica somministrati a studenti e scuole, i metodi di
campionamento, il controllo di qualità, la costruzione degli indicatori, ecc.;
Manual for the PISA Database (OECD, 2002) è diretto agli operatori che intendono
utilizzare la documentazione PISA disponibile on-line. Il manuale fornisce tutte le
informazioni tecniche e metodologiche necessarie al corretto utilizzo dei dati;
Sample Tasks from the PISA 2000 Assessment (OECD, 2002), nel volume sono
riprodotti i test somministrati agli studenti che hanno partecipato al programma PISA.
Rapporti nazionali on line. In aggiunta alle pubblicazioni summenzionate sono presenti
on-line i rapporti nazionali che descrivono lo svolgimento dell’attività PISA 2000 nei
diversi paesi, ciascuno redatto da componenti dei gruppi di lavoro nazionali166. Il
documento italiano è stato curato dalla prof. Emma Nardi docente di Pedagogia
Sperimentale all’Università di Roma Tre. Nella breve introduzione a questo lavoro si
legge che l’Italia rientra nel novero degli 11 paesi (sui 32 partecipanti) che sono stati
“capaci di garantire sotto tutti gli aspetti gli standard internazionali della ricerca”; il
rapporto sottolinea inoltre “alcune riserve sull’approccio teorico privilegiato dai
165 Due ulteriori approfondimenti sono programmati ma non risultano ancora pubblicati. Il primo
dovrebbe concentrarsi sull’analisi dell’ambiente familiare e delle performaces scolastiche degli studenti,
sulle politiche pubbliche finalizzate ad attenuare gli effetti delle disparità sociali. Un’indagine ad hoc
verrà svolta sui collettivi di studenti PISA con le migliori e le peggiori performance e sui fattori che ne
possono aver influenzato l’esito.
Un altro volume dovrebbe trattare dell’effetto dell’organizzazione scolastica e delle strutture disponibili
sulla qualità e sull’equità dell’istruzione. Verranno analizzati i sistemi di ammissione ai corsi,
l’organizzazione amministrativa e dirigenziale, il meccanismo di finanziamento e le performance degli
studenti per tipologia di istituto. Un primo studio su qualità ed equità è già stato pubblicato (OCDE,
2002b, pp. 35-63), senza tuttavia coprire per intero i temi anticipati.
166
Tutti i rapporti nazionali sono reperibili alla pagina: http://www.pisa.oecd.org/NatReports/cntry.htm.
193
ricercatori dell’OCSE”167 per ciò che riguarda il tema della capacità di comprensione
della lettura.
4.2. EUROSTAT168
Si è già detto come il processo di integrazione europea abbia reso necessaria
un’accurata pianificazione di strategie capaci di valorizzare le risorse esistenti
particolarmente quelle basate sulla conoscenza, sull’innovazione tecnologica, sulla
ricerca e sulla generalizzazione dell’istruzione vista come fattore decisivo per il rilancio
dell’economia europea, e come tuttociò abbia comportato un impegno rilevante per gli
organismi internazionali impegnati a restituire tempestivamente la documentazione
statistica necessaria per monitorare l’evoluzione dei processi in atto.
Anche se la porzione di risorse, economiche ed umane, destinate da EUROSTAT alla
produzione statistica nel settore dell’istruzione appare limitata169, ad essa è richiesto su
questo terreno di conciliare, da un lato la domanda proveniente dall’interno della
Commissione Europea circa la predisposizione di efficaci strumenti di monitoraggio di
questo apparato, imponente nei fini, di politiche comunitarie e dall’altro di garantire i
167
L’autrice lamenta in particolare “una sensibilità piuttosto carente sul piano del pluralismo culturale.
Nonostante le affermazioni di principio, i testi sottoposti alla valutazione dei vari comitati nazionali erano
quasi esclusivamente prodotti di area linguistica anglofona.” [Cfr. Nardi E., p. 31]
Circa la conduzione dell’indagine PISA oltre al già citato rischio di omologazione culturale delle indagini
nazionali secondo standard anglosassoni, la stessa autrice sottolinea come “se è del tutto evidente che, nel
caso delle indagine coordinate dall' OCSE spetta al Ministero della pubblica istruzione decidere la
partecipazione o meno dell'Italia, dovrebbe essere altrettanto evidente che la conduzione dell'indagine
deve essere seguita da chi ha la competenza scientifica per farlo. Nel caso del progetto Pisa, la scarsa
chiarezza in questi rapporti ha provocato fraintendimenti e ritardi che hanno avuto ripercussioni pesanti
sullo svolgimento dell'inchiesta”. [Cfr. Nardi E., p. 32]
Tra queste ripercussioni viene inoltre citata l’assenza di rappresentanti italiani alla riunione tenuta a
Melbourne tra le delegazioni degli stati partecipanti al fine di concordare i testi sui quali effettuare le
rilevazione sulle capacita di lettura degli studenti. Il momento era particolarmente importante anche
proprio per tentare di limitare gli effetti di quell’omologazione culturale sopra ricordata.
168
L’acquisizione delle informazioni e della documentazione pertinente sul ruolo svolto da EUROSTAT
nella produzione statistica internazionale sull’istruzione è avvenuta attraverso l’incontro, tenutosi a
Lussemburgo il 2 aprile 2004, con il dott. Jean-Louis Mercy, Dirigente dell’Unità D-5 Education and
Culture di EUROSTAT.
169
Il bilancio di EUROSTAT ammontava nel 2003 a 56 milioni di euro di fondi propri a cui vanno
aggiunti 38 milioni di euro trasferiti da altre DG per la realizzazione di studi specifici. Pur non
conoscendo la precisa distribuzione di tali risorse, è possibile evincere dall’esame del suo organigramma
che le statistiche sull’istruzione rappresentano una modesta parte della sua attività. EUROSTAT è
composta da sei Direzioni attualmente coordinate dal Direttore Generale Michel Vanden Abeele. La
Direzione Single market, employment and social statistics è a sua volta composta da sette Unità e, fra
queste, l’Unità D-5 Education and Culture si occupa specificamente di Istruzione (6 funzionari),
formazione professionale (5 funzionari) e cultura (2 funzionari).
194
propri servizi istituzionali di diffusione della documentazione attraverso il sito internet e
la produzione editoriale.
Il programma statistico di EUROSTAT per il 2004 sembra confermare una crescente
attenzione per le esigenze politiche interne della Commissione Europea laddove nel
primo capoverso del capitolo dedicato alle statistiche demografiche e sociali (di cui
fanno parte anche quelle sull’istruzione) si legge che le priorità identificate dal
programma statistico 2004-07 riflettono le linee guida emerse dalla Conferenza dei Capi
di Stato e di Governo tenuta a Lisbona nel 2000170. Si tratta cioè di dare priorità al
monitoraggio dei progressi ottenuti in base alla “Strategia di Lisbona”.
170
Commission Européenne, EUROSTAT, 2004, p. 29.
195
Tab. 4.4 - Indicatori per la verifica degli obiettivi fissati dalla Conferenza di Lisbona
Insegnanti
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
Distribuzione per età degli insegnanti
Incidenza sul complesso della popolazione delle classi di età più giovani (0-14 e 15-19)
Rapporto studenti/insegnanti per livello d’istruzione
Abilità per la società della conoscenza
Giovani 22enni che hanno completato con successo il grado più elevato del secondo livello d’istruzione (ISCED 3)
Studenti con limitate competenze nella lettura (risultati test PISA)
Distribuzione e media dei risultati ottenuti dai test PISA sulle competenze nella lettura
Distribuzione e media dei risultati ottenuti dai test PISA sulle competenze matematiche
Distribuzione e media dei risultati ottenuti dai test PISA sulle competenze scientifiche
Quota di popolazione adulta con un titolo d’istruzione inferiore al secondo livello (ISCED 3) che nelle ultime quattro
settimane ha partecipato ad un corso d’istruzione o di formazione per classe di età (25-34, 35-54, 55-64)
Discipline matematiche, scientifiche e tecnologiche
Incidenza, sul complesso degli iscritti al terzo livello (ISCED 5A, 5B, 6), degli iscritti nelle aree disciplinari matematiche,
scientifiche e tecnologiche
Incidenza, sul complesso dei laureati/diplomati di terzo livello (ISCED 5A, 5B, 6), dei laureati/diplomati nelle aree
disciplinari matematiche, scientifiche e tecnologiche
Numero complessivo di laureati/diplomati di terzo livello (ISCED 5A, 5B, 6) nelle aree disciplinari matematiche, scientifiche
e tecnologiche
Laureati/diplomati di terzo livello (ISCED 5A, 5B, 6) nelle aree disciplinari matematiche, scientifiche e tecnologiche per
mille abitanti di età 20-29 anni
Investimenti in istruzione e nella formazione
Spese pubbliche destinate all’istruzione (% sul PIL)
Investimenti privati in strutture educative (% sul PIL)
Spese delle aziende destinate ai corsi di formazione professionale (% del costo del lavoro complessivo)
Spesa complessiva per studente, per livello d'istruzione
Spesa complessiva per studente, per livello d'istruzione (% sul PIL pro capite)
Formazione continua
Quota di popolazione in età 25-64 anni che ha partecipato ad attività d’istruzione e formazione nelle ultime quattro settimane,
19
per livello d'istruzione
20
21
22
23
Diffusione dell’istruzione e della formazione
Ore impiegate in corsi di formazione professionale continua per 1000 ore di lavoro (soltanto per le aziende con corsi di
formazione professionale continua), per settore d’attività economica
Ore impiegate in corsi di formazione professionale continua per 1000 ore di lavoro (tutte le aziende), per settore d’attività
economica
Tassi di scolarizzazione per età e per livello d’istruzione
Quota di popolazione in età 18-24 con un titolo d’istruzione inferiore al secondo livello (ISCED 3) che non segue alcuna
attività di istruzione o di formazione
Conoscenza delle lingue straniere
24 Incidenza, sul complesso degli iscritti al secondo livello, degli iscritti che seguono corsi di lingua straniera
25 Numero medio di lingue straniere apprese dagli iscritti al grado più elevato del secondo livello (ISCED 3)
26
27
28
29
Mobilità
Mobilità in ingresso ed in uscita degli insegnanti nell'ambito dei programmi comunitari (Erasmus, Comenius, Lingua,
Grundtvig, Leonardo da Vinci)
Mobilità in ingresso ed in uscita degli studenti/laureati nell'ambito dei programmi comunitari Erasmus e Leonardo da Vinci
Iscritti stranieri al terzo livello sul complesso degli iscritti al terzo livello nel paese di accoglienza, per cittadinanza
Quota di studenti iscritti al terzo livello (ISCED 5A, 5B, 6) che studia all’estero
Sotto il profilo statistico, nel 2002 è stato istituito un gruppo di lavoro incaricato di
individuare gli indicatori necessari per la verifica comparativa (benchmarking) del
196
contesto attuale con gli obiettivi stabiliti dalla Conferenza di Lisbona. Nell’aprile 2003
il gruppo di lavoro è giunto alla definizione di 29 indicatori comuni (Tab. 4.4), validi,
comparabili e disponibili per ogni paese europeo (compresi i nuovi membri, i paesi che
hanno presentato la loro candidatura e quelli EEA)171.
4.2.1 Le principali indagini sull’istruzione
Come è già stato evidenziato in precedenza, l’attività EUROSTAT nella raccolta
statistica tramite modello UOE è strettamente complementare a quella delle altre due
organizzazioni internazionali coinvolte (UNESCO e OCSE). Parallelamente, il ruolo di
EUROSTAT è determinante nell’elaborazione della documentazione raccolta con i
moduli supplementari al modello UOE relativi alla conoscenza delle lingue straniere ed
alla ripartizione regionale della popolazione studentesca e docente, sulla base della
classificazione territoriale europea NUTS172. Si tratta di rilevazioni particolarmente
significative ai fini dell’indirizzo delle politiche di coesione europee e per la gestione
dei fondi strutturali.
Tra le attuali priorità di EUROSTAT vi è quella di rendere disponibile on-line, entro
l’1/10/2004, l’intera banca dati UOE attraverso il consolidamento della documentazione
e la trasformazione dell’attuale banca dati denominata NewCronos173, attualmente ad
acceso riservato, in una più ampia fonte di informazione accessibile a tutti e con una
nuova interfaccia userfriendly.
Un’altra fonte di informazioni statistiche sull’istruzione è l’indagine EUROSTAT
sulle forze di lavoro (European Labour Force Survey - ELFS) che raccoglie
documentazione sulla partecipazione ad attività d’istruzione nelle quattro settimane
precedenti la rilevazione ed informazioni riguardati il livello d’istruzione raggiunto
171
Cfr. European Commission, Commission Staff Working Paper, 2004.
Nomenclature of Territorial Units for Statistics. La classificazione ripartisce il territorio dell’Unione
Europea e dei paesi candidati in tre livelli regionali gerarchici relativi alla popolazione: NUTS 1
(ripartizione del territorio in aree comprendenti a 3-7 milioni di abitanti, corrispondente in Italia alle 5
macroaree: nord-ovest, nord-est, centro, sud, isole), NUTS 2 (ripartizione in aree da 800.000-3 milioni di
abitanti, corrispondente in Italia alle regioni), NUTS 3 (ripartizione in aree da 150.000-800.000 di
abitanti, corrispondente in Italia alle province). Maggiori informazioni possono essere rintracciate
all’indirizzo: http://europa.eu.int/comm/eurostat/ramon/nuts/splash_regions.html.
173
NewCronos contiene più di 260 milioni di dati statistici economici e sociali organizzati in forma
cronologica relativi agli Stati membri ed ai principali partner economici dell’Unione
(http://europa.eu.int/newcronos/).
172
197
secondo la classificazione ISCED174. L’indagine comprende domande sulla
partecipazione ad attività d’istruzione nelle quattro settimane precedenti la rilevazione
ed informazioni riguardati il livello d’istruzione raggiunto secondo la classificazione
ISCED.
Nel biennio 2000-2001 EUROSTAT ha condotto l’indagine Continuing Vocational
Training Survey (CVTS2), la seconda sul tema175 della formazione continua176,
coinvolgendo tutti i 15 paesi dell’Unione più sette altri paesi in preadesione177.
L’indagine, riferita al 1999, è stata condotta presso 76.000 aziende europee ed ha
consentito di acquisire informazioni sulla consistenza, i contenuti e le politiche di
gestione dei corsi di formazione svolti nel settore privato.
4.2.2 Le pubblicazioni
Le indagini sopradescritte consentono la redazione di studi ed analisi che, seppure a
cadenza sempre più irregolare, rendono conto dello stato dei sistemi d’istruzione in
Europa.
Education across Europe. Si tratta della raccolta più completa di documentazione
statistica nel settore dell’istruzione prodotta da EUROSTAT. L’edizione 2003178 di
recentissima pubblicazione è comparsa a quattro anni di distanza dalla precedente,
riferita al 1999179. Quest’ultima edizione riporta la documentazione relativa a 32 paesi
europei, comprende tutti i livelli di istruzione ed utilizza le informazioni raccolte
attraverso una pluralità di fonti (descritte nel precedente paragrafo). In particolare i temi
trattati sono: le spese per l’istruzione, le caratteristiche del corpo insegnante, la
partecipazione studentesca, la riuscita negli studi secondari, l’istruzione di terzo livello,
le competenze matematiche, scientifiche e tecnologiche, la componente straniera,
174
Tale indagine è condotta annualmente a partire dal 1983 e rappresenta la principale fonte di
documentazione sulla condizione occupazionale dei cittadini europei. Il questionario e le definizioni degli
indicatori sono comuni in ogni paese e basati sulle raccomandazioni espresse dall’Organizzazione
Internazionale del Lavoro (ILO).
175
Una prima indagine di questo genere è stata condotta nel 1994, con riferimento alle attività di
formazione intraprese nel 1993 nei 12 paesi allora membri dell’Unione Europea.
176
La formazione continua è da alcuni anni al centro di un crescente interesse da parte delle istituzioni
europee, in quanto requisito necessario per il consolidamento di un sistema economico competitivo e
fondato sulla conoscenza così come indicato dal Consiglio Europeo di Lisbona del 2000.
177
European Commission, EUROSTAT, 2002b.
178
European Commission, EUROSTAT, 2004.
179
European Commission, EUROSTAT, 2000.
198
l’apprendimento delle lingue straniere, la ripartizione degli aggregati a livello regionale,
la transizione studio-lavoro, la formazione continua.
Key data on Education180. Pubblicazione realizzata in collaborazione con Eurydice181
giunta, con la pubblicazione del rapporto 2002, alla sua quinta edizione182. La
documentazione statistica è accompagnata da una parte descrittiva sull’organizzazione
dei sistemi d’istruzione dei trenta paesi europei esaminati. La documentazione statistica
è strutturata secondo i diversi livelli d’istruzione e fa riferimento esclusivo agli output
dei sistemi nazionali d’istruzione, escludendo la formazione di base e continua esistente
nei diversi paesi.
Statistics in Focus. Uno degli strumenti più utilizzati per la diffusione della
documentazione statistica prodotta a livello europeo è senz’altro la vasta collana
denominata Statistics in Focus, che presenta generalmente degli agili rapporti composti
da un numero limitato di pagine. Della serie intitolata Theme 3, Population and social
conditions vengono diffusi mediamente 24 contributi all’anno, con alcuni numeri
dedicati alle tematiche relative all’istruzione ed alla formazione. Si riportano di seguito
alcune delle più recenti pubblicazioni apparse in questa collana nel 2003:
•
Education in Europe, Key Statistics 2000/01183. Questa pubblicazione riporta alcuni
elementi di insieme a partire dall’esame della documentazione UOE, comprese le
informazioni
sulla
conoscenza
delle
lingue.
L’analisi
riguarda
l’anno
scolastico/accademico 2000/01 ed i diplomati dell’anno solare 2001.
180
L’EUROSTAT affianca a questa pubblicazione il rapporto sulla formazione professionale Key data on
Training, giunto nel 2001 alla sua terza edizione. Lo studio, oltre a delineare il quadro complessivo della
formazione professionale in Europa, le sue differenti linee di sviluppo in ciascun paese, lo stato dell’arte
della formazione continua, offre una rappresentazione completa dei percorsi di accesso al mercato del
lavoro seguiti dai giovani. L’analisi si avvale di una pluralità di fonti documentarie: l’European Labour
Force Survey, la banca dati sull’istruzione professionale e la formazione (VET Vocational Education and
Training data collection. La VET ha l’obiettivo di sviluppare un sistema coerente di rilevazione sulla
formazione professionale in Europa.) ed il modello ad hoc sulla transizione studio-lavoro.
181
Il network Eurydice sull’istruzione in Europa è stato creato su iniziativa della Commissione Europea e
degli stati membri nel lontano 1980 al fine di promuovere la cooperazione nel settore dell’istruzione,
aumentare la comprensione ed il confronto tra i diversi sistemi nazionali, monitorare e favorire una
maggiore armonizzazione delle politiche dell’istruzione. Dal 1995 Eurydice è parte integrante del
Programma Socrates (www.eurydice.org).
182
European Commission, Eurydice, EUROSTAT, 2002.
183
European Commission, EUROSTAT, 2003d.
199
•
Public expenditure on Education in the EU in 1999184. Il rapporto analizza in forma
comparata
lo
sforzo
finanziario
pubblico
finalizzato
all’istruzione.
La
documentazione sul finanziamento privato, anch’essa raccolta attraverso la
rilevazione UOE, risulta essere ancora carente per alcuni paesi, ponendo problemi di
comparabilità e completezza delle informazioni. Per tale motivo non sono stati
ancora condotti i necessari approfondimenti185.
•
Public expenditure on Education in the Acceding countries in 1999186. Si tratta del
primo tentativo d’indagine comparativa tra paesi orientali e paesi occidentali sul
tema del finanziamento pubblico dell’istruzione, reso possibile dalla progressiva
standardizzazione delle rilevazioni statistiche nel quadro dell’indagine UOE.
•
General indicators on transition from school to work; School leavers in Europe and
labour market effects of job mismatches; Youth transitions from education to
working life in Europe187,
I tre documenti riportano alcuni dei principali risultati ottenuti attraverso il
questionario supplementare del Labour Force Survey 2000 dedicato alla transizione
studio-lavoro188.
184
European Commission, EUROSTAT, 2003e.
Molti paesi ancora non sono in grado di fornire alcune tipologie di dati, ad esempio quelli sul
finanziamento privato diretto agli istituti d’istruzione o quelli sui finanziamenti indiretti relativi alla quota
di beni e servizi acquistati dalle famiglie per l’istruzione (libri e altri materiali, prestiti bancari, ecc.). Nel
caso poi di finanziamenti privati diretti ai programmi di alternanza scuola-lavoro, solo la Germania,
peraltro molto sviluppata in questo settore, ne monitora l’entità. EUROSTAT sta conducendo una
revisione complessiva sugli indicatori UOE per individuare i settori di indagine dove ancora persistono
problemi di comparabilità, il finanziamento privato all’istruzione è uno di questi. Il tema sarà oggetto di
un rapporto tecnico che verrà presentato alla fine del 2004. Informazioni ottenute contattando il dott.
Pascal Schmidt (EUROSTAT, Unità Istruzione e Cultura), autore dello studio apparso in Statistics in
Focus.
186
European Commission, EUROSTAT, 2003f.
187
European Commission, EUROSTAT, 2003a, 2003b, 2003c.
188
La documentazione prodotta nell’ambito di questo progetto di ricerca è in realtà molto più vasta.
L’integrale pubblicazione della documentazione è stata curata dal centro studi MZES di Mannheim
(Mannheimer Zentrum für Europäishe Sozialforschung), al quale EUROSTAT ha affidato il
coordinamento del progetto di ricerca (coordinatori Walter Müller, Irena Kogan). http://www.mzes.unimannheim.de/fs_projekte_e.html.
185
200
4.3. L’esperienza della Francia189
La Direction de l'Ėvaluation et de la Prospective (DEP)190 del Ministère de
l’Education Nationale de l'Enseignement Supérieur et de la Recherche è incaricata della
produzione, dell’analisi e della diffusione della documentazione statistica relativa al
sistema d’istruzione nazionale (dalla scuola materna all’istruzione superiore) e alla
ricerca191. Molte informazioni circa le attività, la produzione statistica e le più recenti
linee di sviluppo della DEP possono essere tratte dal documento di programmazione a
medio termine 2004-2008192 redatto dal Conseil National de l’Information Statistique
(CNIS) e disponibile sul sito di questa istituzione193.
4.3.1 Le principali indagini della DEP
Indagini sul complesso della popolazione scolastica ed universitaria
•
Scuola primaria. La rilevazione sulla scuola primaria viene ancor oggi realizzata
tramite i questionari cartacei compilati dagli istituti scolastici. Tale indagine, oltre a
registrare bassi tassi di risposta, riesce a fornire però soltanto la documentazione
aggregata relativa a ciascun istituto scolastico. Un nuovo sistema d’indagine, basato
su schede individuali per ogni studente, è in fase di progettazione e l’applicazione è
prevista a partire dal 2005.
•
Scuola secondaria. Per quanto riguarda il secondo livello d’istruzione è già in
funzione
il
sistema
denominato
SCOLARITE
(Remontées
d’Information
Individuelles sur les Élèves), istituito nel 1993 per gli istituti pubblici ed esteso dal
2003 anche alle strutture private194. Il sistema raccoglie in modo sistematico la
documentazione amministrativa nominativa disponibile presso gli istituti di
189
Per la redazione di questo paragrafo sono stati contattati in fase di revisione alcuni interlocutori
francesi, nello specifico il prof. Pierre Dubois (Direttore de l’Observatoire des Formations, des Insertion
Professionelles, Evaluations – OFIPE; Università di Marne-la-Vallée) ed il prof. Jean-Luc Primon
(Observatoire de la Vie Etudiante, Università di Nizza).
190
Si tratta della nuova denominazione della vecchia Direction de la Programmation et du
Développement (DPD).
191
Sui compiti della DEP si veda: http://www.education.gouv.fr/stateval/pub_dpd/dep.htm, l’accesso
all’insieme delle pubblicazioni è possibile a partire dall’indirizzo: http://www.education.gouv.fr/stateval/.
E’ stato inoltre predisposto un sito informativo sulle principali attività della DEP:
http://www.education.gouv.fr/stateval/DPD_WEB/index.htm.
192
CNIS, 2003.
193
Il CNIS ha come scopo quello di assicurare la concertazione tra i produttori e gli utilizzatori di
statistiche pubbliche. (www.cnis.fr)
194
Nel 2004 il sistema SCOLARITE è esteso all’85% degli istituti privati francesi.
201
insegnamento e permette di produrre una documentazione dettagliata sulle carriere
degli studenti a partire dalla prima iscrizione al secondo livello di istruzione. Tale
sistema consente la creazione di una banca dati relativa agli studenti195 disponibile,
sia per le attività amministrative e didattiche dei singoli istituti d’istruzione, sia per
il trasferimento delle informazioni a livello centrale per i censimenti della
popolazione studentesca.
•
Istruzione superiore e universitaria. La rilevazione statistica è attualmente effettuata
attraverso il sistema SISE (Système d’Information sur le Suivi des Étudiants).
Questo sistema copriva nel 2003 circa 1.400.000 studenti (vale a dire la totalità degli
iscritti nelle università). E’ intenzione del Ministero estenderne l’utilizzo anche ad
altre strutture d’istruzione superiore (Institut Universitaires de Tecnologie, Écoles
Superieures de Commerce, ecc.)196.
Peraltro, il processo di riforma degli studi superiori, attualmente in corso, rende
indispensabile a breve termine una revisione delle rilevazioni statistiche in questo
campo197. Ciò comporterà una riorganizzazione delle rilevazioni statistiche, sia dal
punto di vista definitorio sia per ciò che riguarda il supporto informatico per la
gestione dei dati e la loro trasmissione dalla periferia al centro.
In generale, è evidente che è in via di completamento il processo di transizione dalla
metodologia di rilevazione statistica classica per mezzo di modulistica cartacea, capace
di raccogliere informazioni solo in forma aggregata, ai sistemi di rilevazione
195
Vengono raccolte informazioni circa il livello di studio, tipologia di corso di studi, genere, età,
residenza, esperienza scolastiche precedenti, cittadinanza, professione e classe sociale dei genitori.
196
Queste tipologie di istituti superiori hanno un’organizzazione autonoma rispetto alle Università.
197
Al fine di armonizzare il sistema francese alle linee di sviluppo del processo di Bologna si è inteso
rendere maggiormente comprensibili i titoli superiori francesi attraverso le razionalizzazione di un
sistema tra i più diversificati d’Europa. Nel 2002 è stato avviato il processo di riforma dell’ordinamento
degli studi. La nuova riforma privilegia 3 livelli di diploma superiore: licence (3 anni di studi superiori),
master (5 anni di studi superiori) e doctorat (8 anni di studi superiori), da cui l’acronimo adottato riforma:
LMD. La riforma comprende anche l’adozione del sistema europeo dei crediti (ECTS) e la
semestralizzazione dei corsi. E’ compito delle Università e degli altri istituti superiori ridefinire e
riorganizzare la loro offerta formativa, la quale subirà l’esame degli organi ministeriali competenti in
concomitanza con il rinnovo delle abilitazioni all’insegnamento che periodicamente devono essere
concesse a tutti gli istituti superiori. Tenendo conto del calendario per i rinnovi delle abilitazioni, stabilito
su base geografica, la riforma dovrebbe entrare a regime sull’intero territorio nazionale a partire dall’anno
accademico 2005-06. Cfr. “Rapporto Paese” presentato dal Governo Francese alla Consiglio Europeo dei
Ministri
dell’Istruzione,
Berlino
18-19
settembre
2003.
(http://www.bolognaberlin2003.de/en/national_reports/index.htm).
202
informatizzati in grado di immagazzinare informazioni individuali ed ampliare le
opportunità di analisi anche ad un grado elevato di disaggregazione198.
L’informatizzazione, ormai completata per i livelli secondario e terziario, una volta
estesa anche alla scuola primaria potenzierà sensibilmente l’intero sistema di rilevazione
statistica. E’ intenzione del Ministero creare un sistema integrato di banche dati per
livello d’istruzione; in tal modo, attraverso l’attribuzione a ciascuno studente di un
codice identificativo nazionale (INE199) si potranno realizzare analisi longitudinali ed il
collegamento tra le banche dati permetterà un’analisi dettagliata dei percorsi di studio.
Sarà inoltre possibile limitare il numero delle informazioni richieste nelle rilevazioni
successive a quella effettuata al momento del primo ingresso dello studente nel sistema
di istruzione, disponendo già per ciascuno di esso dei dati raccolti in precedenza200.
Il Programma a medio termine 2004-2008 pone i seguenti obiettivi per la
realizzazione del sistema integrato e ne prevede il funzionamento a pieno regime
solamente al termine del periodo considerato:
•
Attribuzione da parte del Ministero di un codice identificativo nazionale (INE) ad
ogni studente che fa il proprio ingresso nel sistema d’istruzione francese;
•
Istituzione presso il Ministero di un sistema centralizzato d’identificazione che
consenta di fornire all’amministrazione scolastica il codice identificativo dello
studente proveniente da un diverso livello d’istruzione;
•
Conservazione per un periodo di tempo limitato, presso le singole strutture
d’istruzione, delle informazioni associate al codice identificativo;
•
Le analisi statistiche e, in particolare, quelle relative ai percorsi formativi saranno
garantite dalla trasmissione dei dati alla DEP. Il numero identificativo verrà criptato
per impedire di risalire ad informazioni sensibili attraverso l’utilizzo di variabili di
ricerca quali nome, cognome, data di nascita, ecc. I dati così immagazzinati saranno
conservati a livello centrale (DEP) per lunghi periodi e potranno essere resi
disponibili ad operatori e ricercatori.
198
La raccolta informatizzata dei dati nominativi nel settore dell’istruzione è regolamentata
nell’ordinamento francese fin dal 22 ottobre 1985. E’ questa infatti la data che porta la delibera n.85-050
della Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés (CNIL), Recommandation relative aux
modalités de collecte d’informations nominatives en milieu scolaire et dans l’ensemble du système de
formation (CNIL, 1985). La CNIL è un’autorità amministrativa indipendente composta da parlamentari,
alti funzionari dello stato ed esperti del settore designati dalle camere (www.cnil.fr) .
199
Identificateur National Etudiant/Elève.
200
CNIS, 2003, p. 5.
203
Indagini campionarie
Anche se lo studio longitudinale dei percorsi scolastici è destinato ad avvalersi sempre
più del sistema integrato sopradescritto, le indagini campionarie restano tuttavia lo
strumento più idoneo per raccogliere informazioni approfondite sullo studente, il suo
ambiente familiare, il sostegno ricevuto negli studi, le attività extra-scolastiche, ecc..
Fino ad ora l’esame dei percorsi scolastici ha riguardato quattro panel: 1973, 1980, 1989
e 1995. L’indagine sull’ultimo panel, quello relativo alla coorte degli iscritti per la
prima volta al primo anno della scuola secondaria nel 1995, è attualmente ancora in
corso201.
Nel documento di programmazione già indicato202 viene espressa la volontà, entro il
2008, di selezionare un nuovo panel fra gli studenti della scuola secondaria al fine di
esaminarne l’evoluzione in un contesto caratterizzato da profondi cambiamenti e di
sistematizzare (ed ampliare) la raccolta delle informazioni sulla famiglia di origine.
La rilevazione sulla coorte 1995 si sviluppa ben oltre la conclusione degli studi
secondari. L’analisi di questo collettivo, i cui componenti si trovano ora iscritti al livello
superiore oppure hanno fatto il loro ingresso nel mondo del lavoro, proseguirà
affrontando i temi relativi all’esame dei percorsi professionali, alla riuscita negli studi
superiori, alla formazione continua, al contesto socio-economico203.
Indagini sull’apprendimento e le competenze
La valutazione sull’apprendimento degli studenti della scuola primaria e secondaria
viene condotta, a partire dal 1989, attraverso le Ėvaluations Diagnostiques. Si tratta di
uno strumento assai utile per gli insegnanti che, sulla base dei risultati ottenuti, possono
individuare i punti deboli degli alunni e modificare conseguentemente la propria attività
didattica. L’indagine coinvolge gli studenti della scuola primaria (classe CE2,
201
Ministère de l’Education Nationale, 2004, p. 9.
ftp://trf.education.gouv.fr/pub/edutel/bo/2004/special2/statistiques.pdf.
202
CNIS, 2003, p. 5.
203
L’indagine è prevista nel 2004 ed è inserita nel programma Le devenir des bachelier 2002 et des
bacheliers du panel d’élèves 1995. L’indagine, oltre ai diplomati (bacheliers) appartenenti alla coorte
1995, è estesa anche ad un campione di diplomati del 2002. Cfr. Ministère de l’Éducation Nationale,
2004, p. 14.
204
corrispondente al terzo anno di corso204) e quelli all’ingresso della scuola secondaria
(classe sesta corrispondente al primo anno di corso); viene effettuata all’inizio dell’anno
scolastico. Il materiale utilizzato per lo svolgimento di tale valutazione è fornito dal
Ministero e messo a disposizione dei docenti205. Il Ministero, proprio sulla base della
documentazione di base, provvede inoltre a comporre e ad analizzare un quadro
d’insieme dei risultati di tale valutazione206.
A partire dal 2003 è stata inoltre avviata un’indagine denominata Ėvaluation-bilan che
si basa su di una metodologia analoga a quella della rilevazione precedente e viene
svolta, su campioni numericamente consistenti, alla fine dei corsi della scuola primaria e
di quella secondaria. L’Ėvaluation-bilan consente quindi di valutare il livello
d’apprendimento degli studenti in momenti decisivi del loro percorso scolastico e di
individuare i fattori sui quali è necessario intervenire per migliorare il successo
scolastico207.
Per quanto attiene alle indagini internazionali sulle competenze degli studenti208, la
Francia ha rinnovato la sua adesione al programma PISA dell’OCSE ed al programma
PIRLS-IEA209, indirizzato agli studenti della scuola primaria.
Proseguirà inoltre la collaborazione tra DEP ed INSEE per un’indagine sulle
competenze degli adulti. È stata infine programmata per il 2004 l’inchiesta IVQ
(Information sur la Vie Quotidienne) indirizzata alle persone a basso livello
d’istruzione, anch’essa frutto della collaborazione tra questi due istituti210.
204
La scuola primaria francese è composta da cinque anni di corso: Cours Préparatoire (primo anno),
Cours Elementaire1 (secondo anno), Cours Elementaire 2 (terzo anno), Cours Moyen 1 (quarto anno),
Cours Moyen 2 (quinto anno).
205
Il materiale è disponibile agli indirizzi: http://cisad.adc.education.fr/eval/ e
http://evace26.education.gouv.fr.
206
Sulla base dei risultati dell’indagine 2002 la DEP (ancora denominata DPD) elaborò una Note
d’Information (DPD, 2003) e un rapporto (Ministère de l’Éducation Nationale, DPD, 2003). Ai siti
indicati nella Nota 83 sono disponibili anche i risultati delle indagini precedenti.
207
Dopo la sperimentazione svoltasi nel 2003, tale metodologia è stata applicata nel 2004 anche alle
rilevazioni sulla conoscenza delle lingua madre e delle lingue straniere (Ministère de l’Education
Nationale, 2004, p. 27).
208
Alla valutazione delle competenze degli studenti il Ministero ha dedicato un intero portale (http://educeval.education.fr/) dove è possibile reperire informazioni su tutte le indagini nazionali ed internazionali.
209
L’indagine internazionale Progress International Reading Literacy Study, programmata per il biennio
2005-06, è coordinata dall’IEA (International Association for the Evaluation of Educational
Achievements). www.iea.nl
210
Parallelamente alle attività summenzionate occorre ricordare che le competenze della DEP sono estese
anche al settore della formazione professionale, della formazione continua (in collaborazione con la
Direction de l'animation de la recherche, des études et des statistiques collegata al Ministère des affaires
sociales, du travail et de la solidarité) e delle attività di istruzione e formazione indirizzate alle persone
disabili.
205
4.3.2 La diffusione delle informazioni
La documentazione statistica prodotta dalla Direction de l'Ėvaluation et de la
Prospective (DEP) è resa disponibile al pubblico sul sito internet del Ministero211. Si
elencano di seguito le principali pubblicazioni.
Note d’Information. Si tratta del principale strumento di diffusione delle informazioni
statistiche sull’istruzione. Ogni nota riporta descrizioni sintetiche sui diversi aspetti del
sistema d’istruzione nazionale e pubblica i dati più aggiornati. Dal 2004, allo scopo di
limitare il numero eccessivo di pubblicazioni prodotte nella serie principale Note
d’Informations (61 numeri nel 2003), sono state create tre nuove serie suddivise per
tema. Note Évaluation che affronta gli aspetti relativi alla valutazione del sistema
d’istruzione, alle sue modalità di funzionamento, ai fattori che contribuiscono a renderlo
maggiormente efficace. Note Recherche dedicato al monitoraggio della ricerca
scientifica in Francia. Note Jeunesse et Vie Associative che analizza il contesto socioculturale francese.
L’oggetto della serie Note d’Informations è ora limitato alla pubblicazione sintetica
dei primi risultati delle più recenti indagini statistiche212.
Tab. 4.5. Le schede che compongono il rapporto 2003 L’Etat de l’École
Risorse
Attività
Risultati
Dati d’insieme
Dati d’insieme
Dati d’insieme
01 - Spese per l'istruzione
02 – Personale
03 – Spese per il personale
04 – Durata della scolarizzazione
05 – Istruzione prioritaria*
06 – Sostegno agli studi
07 – Competenze nella lettura
08 – Abbandoni
09 – Titolo di studio conseguito dai
giovani usciti dalla formazione iniziale
10 – Livello d’istruzione raggiunto e
classe sociale di appartenenza
11 – Livello d’istruzione e rischio di
disoccupazione
12 – Situazione sociale e salariale dei
diplomati
13 – Riuscita maschile e femminile
14 – Scelte di studio maschili e
femminili
211
Vedi Nota 198.
Tutte le Note sono direttamente consultabili on-line accedendo dalla pagina principale delle
pubblicazioni della DEP. http://www.education.gouv.fr/stateval/default.htm
212
206
Primo livello
Primo livello
Primo livello
15 – Spese per l’istruzione di
primo livello
16 – Scolarizzazione e condizioni
all’ingresso del primo livello
17 – Valutazione, all’inizio del sesto
anno (primo anno della scuola
secondaria), delle competenze
acquisite
Secondo livello
Secondo livello
Secondo livello
18 - Spese per l’istruzione di
secondo livello
19 – Scolarizzazione al secondo livello
20 – Condizioni all’ingresso del secondo
livello
21 – Accesso ai corsi di secondo
livello (Baccalaureat, CAP, BEP)
22 – Condizione occupazionale e
prospettive professionali dei diplomati
di secondo livello
Istruzione superiore
Istruzione superiore
Istruzione superiore
23 – Spese per l’insegnamento
superiore
24 – Accesso agli studi superiori dei
diplomati di secondo livello
25 – Ingressi negli indirizzi di studio
dell’istruzione superiore
26 – Partecipazione all’istruzione
superiore
27 – Accesso al secondo ciclo
dell’istruzione superiore
28 – Riuscita nel terzo ciclo
dell’istruzione superiore
29 – Condizione occupazionale e
prospettive professionali dei
diplomati/laureati dell’istruzione
superiore
Formazione continua
Appendice
30 – Spese per la formazione
continua
Definizioni e classificazioni
* Programma finalizzato ad agevolare la scolarizzazione dei gruppi svantaggiati della popolazione.
L’Etat de l’École. La pubblicazione è organizzata come un rapido vademecum ed
affronta i nodi più importanti del sistema d’istruzione nazionale. Tale rapporto annuale
si compone di 30 schede suddivise in tre capitoli: i costi, le attività ed i risultati (Tab.
4.5)213. La documentazione statistica presentata è assai articolata ed arricchita da
confronti internazionali e da serie storiche. La pubblicazione, giunta nel 2003 alla sua
tredicesima edizione, riporta la documentazione dell’anno 2002 ed è direttamente
consultabile on-line (ultime tre edizioni)214.
Géographie de l’Ecole. Compendio dedicato alle caratteristiche regionali del sistema
d’istruzione ed alla sua evoluzione. L’edizione 2003215 esamina un ampio ventaglio di
temi, ciascuno corredato da un’ampia documentazione statistica e cartografica. In
particolare, i cinque capitoli trattati dalla pubblicazione sono:
- il contesto economico e sociale (l’evoluzione demografica, il tessuto economico e
sociale, la disoccupazione e la precarietà),
213
Dalla pagina: http://www.education.gouv.fr/stateval/etat/somm.htm, è possibile accedere direttamente
a ciascuno degli indicatori indicati.
214
(DEP, 2003a), http://www.education.gouv.fr/stateval/etat/etat.htm.
215
(DEP, 2003b), http://www.education.gouv.fr/stateval/geo/geo.htm.
207
- l’offerta formativa (l’evoluzione della popolazione scolastica, l’offerta formativa ai
diversi livelli di istruzione);
- le risorse finanziarie ed umane (la spesa per l’istruzione del Ministero e degli enti
locali, il corpo insegnante, il personale amministrativo e tecnico);
- i percorsi (la scolarizzazione della popolazione giovanile, il ritardo nel completamento
della scuola secondaria, la partecipazione all’istruzione secondaria, il proseguimento
degli studi superiori, la scolarizzazione femminile);
- i risultati (i diplomati tra Baccalauréat generale, tecnologico e professionale, i risultati
degli esami, la condizione occupazionale dei diplomati della scuola secondaria sette
mesi dopo la conclusione degli studi).
Oltre a questi temi la pubblicazione è arricchita da un’appendice che, nell’edizione
2003, contiene tre approfondimenti relativi all’inserimento professionale, alla mobilità
geografica dei diplomati tre anni dopo il conseguimento del titolo ed alla ripartizione
territoriale degli istituti scolastici pubblici. La documentazione statistica prodotta dalla
DEP è talvolta integrata da informazioni provenienti da altre fonti. I percorsi
d’inserimento professionale dei diplomati/laureati sono illustrati, per esempio,
attraverso la documentazione dell’indagine CEREQ216.
Repères et références statistiques. La pubblicazione riporta, in 120 schede tematiche,
informazioni dettagliate su tutti i settori dell’istruzione nazionale, fornendo un’ampia
raccolta
di elaborazioni statistiche organizzate anche in chiave longitudinale con
accurate serie storiche di lungo periodo, rese possibili dalla normalizzazione effettuata
sui dati in base alle eventuali modifiche degli indicatori utilizzati. Il rapporto risulta
inoltre ogni anno arricchito dalla disponibilità di nuova documentazione su temi di
particolare interesse. L’edizione del 2003 riporta, per esempio, analisi ad hoc sul
personale del settore pubblico e privato con contratti a termine, la scolarizzazione degli
immigrati non francofoni, la riuscita al temine degli studi secondari per genere età e
classe sociale, l’incidenza dei diplomati della scuola secondaria sul complesso della
216
Centre d’Etudes et de Recherche sur les Qualifications. Centro studi con sede a Marsiglia dipendente
dai Ministeri dell’Istruzione e del Lavoro. Il CEREQ conduce studi e ricerche nel settore dell’istruzione
e del mercato del lavoro con particolare attenzione all’inserimento professionale (http://www.cereq.fr).
208
popolazione di pari età, l’inserimento professionale dei giovani diplomati. La
pubblicazione ha cadenza annuale ed i contenuti sono interamente disponibili on-line217.
Atlas Régional. La pubblicazione esamina l’istruzione superiore nelle sue articolazioni
territoriali. L’edizione relativa all’anno accademico 2002-2003 analizza, anche
attraverso rappresentazioni cartografiche, la distribuzione territoriale della popolazione
studentesca e la sua evoluzione recente (serie storiche 1997-2002). E’ inoltre possibile
apprezzare la collocazione degli istituti superiori ed universitari sul territorio nazionale
(sedi centrali e sedi distaccate), la loro dimensione in termini di iscritti ed il rapporto
con la popolazione complessiva dell’area, l’equilibrio tra domanda ed offerta
formativa218.
Altre pubblicazioni. Oltre alle precedenti pubblicazioni occorre menzionare la rivista
trimestrale Education & Formations a cura del Ministero; l’opuscolo Le Grands
Chiffres de l’Education che raccoglie alcuni dei principali indicatori statistici presentati
in forma aggregata. Il Vademecum statistique che riporta le serie storiche
sull’evoluzione del sistema d’istruzione; la collana Dossiers che raccoglie studi ed
indagini una tantum dedicati a temi specifici promosse dalla DEP. Tutte queste
pubblicazioni sono disponibili sul sito internet della DEP219.
4.3.3 Note conclusive
L’organizzazione
complessiva
del
sistema
statistico
francese
nel
settore
dell’istruzione sembra rispecchiare fedelmente l’impostazione ancora rigidamente
centralistica dello Stato transalpino. I dati fluiscono dagli istituti d’istruzione al
Ministero secondo uno schema di tipo bottom-up e tramite procedure in via di
informatizzazione. Al Ministero dell’Istruzione, spetta il compito di aggregare la
documentazione in base all’utilizzo, sia esso di carattere amministrativo (previsioni sui
217
218
(DEP, 2003c), http://www.education.gouv.fr/stateval/rers/repere.htm.
(DEP, 2003d), http://www.education.gouv.fr/stateval/atlas/atlas.htm.
219
In aggiunta a questo vasto apparato documentario è ugualmente possibile reperire documentazione sul
sistema d’istruzione francese nel già citato sito Regards sur le Système Educatif National Français
(http://www.education.gouv.fr/stateval/DPD_WEB/index.htm) che riporta dati d’insieme ed
approfondimenti su temi come le conoscenze degli studenti al termine della scuola elementare, la
preparazione alla vita professionale, questioni di pari opportunità, la vita a scuola, le risorse finanziarie ed
il loro utilizzo, il personale.
209
flussi di studenti ai diversi livelli di istruzione), finanziario (stanziamento delle risorse
pubbliche) o informativo (diffusione della documentazione attraverso le numerose
pubblicazioni sopradescritte e generalmente di buona qualità). La diffusione della
documentazione è di tipo top-down, ed affidata alle pubblicazioni a cura della Direction
de l’Evaluation et de la Prospective. E’ evidente che un sistema così strutturato, se da
un lato garantisce l’uniformità della documentazione, la completezza su tutto il territorio
nazionale, la comparabilità nel tempo e nello spazio, dall’altro lascia ben poco spazio
all’iniziativa dei singoli ricercatori.
Fra ricercatori ed universitari francesi c’è chi lamenta in particolare l’indisponibilità
dei dati individuali degli iscritti all’università rilevati attraverso il sistema SISE che
consentirebbe di effettuare indagini per coorte sugli studenti, monitorandone la mobilità
nel corso degli studi e rendendo possibili esami comparativi tra i diversi istituti
superiori. Il Groupe de Travail sur l’Enseignement Supérieur (GTES), composto da
docenti e ricercatori universitari ed animato dal CEREQ, sta negoziando con il
Ministero da più di tre anni l’accesso a questi dati ma la Commission Nationale
Informatique et Liberté (CNIL), garante della protezione dei dati personali raccolti
attraverso strumenti informatici, non ha di fatto mai dato il proprio accordo
all’operazione.
L’indisponibilità dei dati ufficiali per indagini statistiche promosse da istituti di
ricerca indipendenti derivano da due ordini di problemi: in primo luogo, si vogliono
proteggere probabilmente in modo forse fin troppo zelante i dati personali e nominativi,
e secondo, per quanto riguarda l’istruzione superiore, perdura una decisa resistenza
circa la realizzazione di studi comparativi tra le università o tra i numerosi istituti
superiori esistenti. La DEP ha prodotto all’inizio del 2004 un panel di 75 indicatori
riguardanti le università (indicatori sugli studenti, il personale, le risorse finanziarie gli
stabilimenti, ecc.) teso a facilitare le rilevazioni comparative delle performance degli
atenei. La conferenza dei rettori francese220 si è però espressa per limitare i confronti dei
dati di ateneo alle sole medie nazionali sconsigliando al Ministero la pubblicità e
diffusione dei risultati conseguiti dai singoli istituti superiori. Gli stessi limiti alla
comparabilità tra istituti d’istruzione è presente anche nel caso delle indagini
denominate “Géneration” sui percorsi occupazionali dei giovani francesi condotte dal
220
Conférence des Présidents de l’Université (CPU), www.cpu.fr .
210
CEREQ su un campione di laureati rappresentativo a livello nazionale ma non
disaggregato per istituto d’istruzione221
221
I risultati del ultima inchiesta “Géneration ‘98”, effettuata su 135.000 giovani, usciti dal sistema
d’istruzione di qualsiasi ordine e grado nel 1998 ed intervistati nel 2001 circa il loro profilo
occupazionale ed i loro percorsi nel mercato del lavoro, sono disponibili online al sito CEREQ
all’indirizzo http://www.cereq.fr/cereq/G98ind/enquete.htm. L’indagine è stata ripetuta nel 2004 con
riferimento alla generazione 2001, i risultati non sono, al momento in cui si scrive, ancora disponibili.
211
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OECD (2004a), UOE Data Collection – 2004 Data Collection on Educational Systems,
Definitions, Explanations and Instructions
OECD (2004b), Conceptual Framework for Data Collection on Education Statistics
and Indicators, Parigi, 2004
OECD, Statistics Canada (2000) OECD - Literacy in the Information Age – Final
Report of the International Literacy Survey
OECD, UNESCO/WEI (2000), Education, Analysis of the 1999 World Education
Indicators
OECD, UNESCO/WEI (2001), Teachers for Tomorrow School, 2001 Edition
OECD, UNESCO/WEI (2001), Financing Education – Investments and Returns, 2002
Edition
UNESCO (1997), Statistical Yearbook 1997
UNESCO-UIS (2003), Global Education Digest 2003, Comparing education statistics
across the world
213
4.5. Siti Internet consultati
-
www.cereq.fr
www.cnil.fr
www.cnis.fr
www.cpu.fr
www.education.gouv.fr
www.education.gouv.fr/stateval
http://europa.eu.int
www.eurydice.org
www.iea.nl
http://new.sourceoecd.org
www.oecd.org
www.pisa.oecd.org
www.uis.unesco.org
214
5. LE INDAGINI STATISTICHE SULLA TRANSIZIONE SCUOLA
E UNIVERSITÀ/LAVORO
Come è stato posto in evidenza nei capitoli precedenti, le indagini sull’istruzione
sono state sottoposte negli ultimi anni ad un profondo processo di riorganizzazione che
ha comportato la rivisitazione dell’intero patrimonio informativo del settore. Le
competenze dell’Istat sulle rilevazioni relative alla scuola ed alla università, sono state
progressivamente trasferite ai Ministeri competenti ed oggi risultano in carico al
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Parallelamente a ciò l’Istituto
Nazionale di Statistica ha ridefinito le sue indagini in questo ambito in modo da offrire
una “lettura sistemica e non più settoriale tanto della scuola che dell’università” [Istat,
2001a, p. 11].
Le indagini sulla transizione scuola e università/lavoro hanno assunto in questo
contesto un ruolo di primo piano derivante dalla crescente rilevanza delle tematiche
relative alla spendibilità dei titoli di studio nel mercato del lavoro e ad una più generale
riflessione sull’efficacia esterna dei sistemi formativi.
L’Istat ha messo a punto un sistema integrato di indagini triennali, condotte su
giovani in possesso di titoli di studio post-obbligo a circa tre anni dal conseguimento del
titolo. Tali indagini riguardano:
-
i percorsi di studio e di lavoro dei diplomati della scuola secondaria superiore;
-
l’inserimento professionale dei diplomati universitari;
-
l’inserimento professionale dei laureati.
In merito a queste rilevazioni è necessario ricordare che mentre le prime due indagini
sono state avviate ex-novo verso la fine degli anni ‘90 - rispettivamente nel 1998
(diplomati della scuola secondaria superiore) e nel 1999 (diplomati universitari) - quella
sull’inserimento professionale dei laureati, realizzata a partire dal 1989, è stata
ampiamente rivisitata nel medesimo periodo al fine di garantirne la comparabilità e
l’integrabilità con le altre due.
La creazione “di un sistema di indagini, diversamente dal caso di più rilevazioni
singole, sia pure volte all’analisi di uno stesso fenomeno, rende disponibili informazioni
215
«aggiuntive», derivanti appunto dalla lettura integrata dei loro risultati” [Istat, 1999, p.
11].
Nella Tabella 5.1 sono sintetizzate le informazioni principali relative alle indagini
condotte dall’Istat sulla transizione scuola e università/lavoro.
Per uniformità con l’impostazione generale del Rapporto, il presente capitolo
ricostruisce un quadro di riferimento dettagliato sull’evoluzione e sui contenuti di
ognuna delle tre indagini sulla transizione, utilizzando a tal fine l’ampia
documentazione pubblicata dall’Istat.
Oltre alla raccolta e all’esame della documentazione pertinente disponibile (i volumi
cartacei e le informazioni diffuse attraverso il sito Internet dell’Istat, i modelli di
rilevazione), si è proceduto inoltre ad incontri, interviste in profondità e contatti con
dirigenti e responsabili dell’Istat222.
Tab. 5.1 – Indagini Istat sulla transizione scuola e università/lavoro: quadro riassuntivo
Generazione
sottoposta
ad indagine
Anno
rilevazione
Diplomati scuola
sec. superiore
Diplomati
universitari
Laureati
1986
1989
−−
−−
X
1988
1991
−−
−−
X
1992
1995
−−
−−
X
1995
1998
X
X1
X
1998
2001
X
X2
X
X Indagine effettuata.
1
L’indagine per i diplomati universitari è stata realizzata nel 1999 ed è riferita a quanti hanno conseguito il titolo nel 1996.
2
L’indagine per i diplomati universitari è stata realizzata nel 2002 ed è riferita a quanti hanno conseguito il titolo nel 1999.
222
Il gruppo di lavoro ha incontrato (settembre 2003) ed intervistato su queste tematiche:
- dott.ssa Maria Pia Sorvillo, Dirigente del Servizio popolazione, istruzione e cultura (DEM), Direzione
centrale per le statistiche e le indagini sulle istituzioni sociali (DCIS), Dipartimento della produzione
statistica (DPTS) dell’Istat;
- dott.ssa Paola Ungaro, Responsabile dell’Unità operativa Formazione universitaria (DEM/E), Servizio
popolazione, istruzione e cultura (DEM), Direzione centrale per le statistiche e le indagini sulle istituzioni
sociali (DCIS), Dipartimento della produzione statistica (DPTS) dell’Istat.
216
5.1. L’indagine sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati della scuola
secondaria superiore
5.1.1 Le fasi della rilevazione
Le indagini realizzate nel 1998 e nel 2001 hanno previsto due distinte fasi: la prima
di tipo postale rivolta alle scuole, la seconda indirizzata ai maturi e realizzata tramite
interviste telefoniche con il sistema CATI (Computer Assisted Telephone Interview)223.
Lo schema (Tab. 5.2) riportato di seguito, sintetizza le principali caratteristiche delle
due indagini condotte dall’Istat sulla transizione tra scuola secondaria superiore e
lavoro.
La prima fase era finalizzata ad acquisire presso le scuole-campione gli elenchi dei
maturi da intervistare. A tale scopo, gli istituti contattati dovevano compilare per ogni
diplomato appartenente al campione (Cfr. Par. 5.1.2) una scheda allo scopo di
raccogliere informazioni utili per rintracciarlo (cognome e nome del padre e della
madre, indirizzo e recapito telefonico della famiglia) ed altre notizie anagrafiche e
relative alla sua carriera scolastica. In dettaglio, la documentazione riguarda:
-
cognome e nome del padre e della madre;
-
indirizzo e recapito telefonico della famiglia;
-
cognome e nome del maturo;
-
sesso;
-
data di nascita;
-
numero degli eventuali passaggi da un tipo di scuola ad un altro;
-
posizione di privatista all’esame di maturità;
-
numero degli eventuali passaggi dalla scuola pubblica a quella privata (e/o
viceversa);
-
numero di ripetenze durante gli studi secondari superiori;
223
L’avvio della rilevazione del 1998 è stato preceduto da un’indagine pilota condotta su un campione
ragionato di 81 scuole e 800 maturi. L’indagine pilota, oltre a verificare tutti gli aspetti operativi della
rilevazione, aveva anche lo scopo di sperimentare una tecnica di somministrazione mista
“posta+telefono” che, per metà degli individui selezionati, prevedeva l’invio postale del questionario di
indagine e, successivamente, l’intervista telefonica. L’ipotesi sottostante a tale sperimentazione era che la
disponibilità preventiva del questionario rendesse più semplice la realizzazione della successiva
intervista, riducendo gli errori relativi ai quesiti più complessi (posizione nella professione, settore di
attività economica, professione svolta, ecc.) e la durata dell’intervista. I deludenti risultati ottenuti da
questa sperimentazione, uniti alle difficoltà organizzative derivanti dalla spedizione preventiva del
questionario hanno determinato l’abbandono di tale tecnica nell’indagine definitiva [Micali A., Buldo B.,
2001].
217
-
voto di maturità;
-
anno di conseguimento della licenza media;
-
giudizio riportato all’esame di terza media.
Tab. 5.2 – Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati della scuola secondaria superiore:
principali caratteristiche delle indagini Istat
Indagine 1998
Indagine 2001
campionaria a due stadi
I stadio: scuole
II stadio: diplomati
campionaria a due stadi
I stadio: scuole
II stadio: diplomati
7.144
7.286
1995
490.348
1998
478.904
postale
telefonica (CATI)
postale
telefonica (CATI)
1.563
21,9
1.752
24,0
38.549
7,9
51.787
10,8
15 settembre
16 dicembre
2 maggio
14 luglio
39 mesi
34 mesi
Diplomati campione base
19.481
25.987
Diplomati contattati
30.881
45.033
Diplomati intervistati
v.a.
% su universo
% su campione base
% su diplomati contattati
18.843
3,8
96,7
60,8
23.262
4,9
89,5
51,7
2,7
6,3
10’ 00’’
13’ 20’’
Tipologia indagine
Universo scuole da indagare
Universo diplomati da indagare
- anno conseguimento diploma
- n. diplomati
Metodologia di indagine:
- scuole
- diplomati
Scuole rappresentate nel campione
v.a.
% su universo
Nominativi diplomati trasmessi dalle scuole
v.a.
% su universo
Periodo svolgimento interviste
telefoniche (CATI)
Intervallo fra conseguimento
diploma e intervista
Rifiuti interviste (% su diplomati contattati)
Durata media intervista
La raccolta di questa documentazione aveva il duplice scopo di consentire controlli
di coerenza con alcune delle risposte fornite durante l’intervista, migliorando
conseguentemente la qualità delle informazioni raccolte, e di costruire il profilo del
“non rispondente”.
218
Le scuole selezionate ed entrate a far parte del campione sono state 1.563 per
l’indagine 1998 e 1.752 per quella realizzata nel 2001. I nominativi dei maturi trasmessi
all’Istat sono risultati pari a 38.549 nella prima rilevazione ed a 51.787 nella seconda.
Nella seconda fase i maturi selezionati sono stati contattati telefonicamente da una
società specializzata che ha provveduto a realizzare le interviste con il sistema CATI.
Con l’obiettivo di sensibilizzare i rispondenti, prima dell’inizio di entrambe le
rilevazioni è stata inviata a tutti i diplomati inseriti nel campione una lettera del
Presidente dell’Istat che preannunciava la telefonata.
La prima indagine ha riguardato 18.843 diplomati del 1995 (il 3,8% dell’intero
universo di riferimento; il 96,7% del campione base; il 60,8% dei diplomati contattati)
intervistati fra il 15 settembre ed il 16 dicembre 1998, circa 39 mesi dopo il
conseguimento del titolo. Rilevante è risultata la quota di mancati contatti (quasi il 36%
di tutti i diplomati contattati) determinati, in particolare, da numeri di telefono
inesistenti o errati (11,9%), da diplomati trasferiti e non reperibili (10,3%), da telefonate
rimaste senza risposta con fax e segreterie (10,3%).
La seconda indagine ha interessato, invece, 23.262 diplomati del 1998 (il 4,9%
dell’intero universo di riferimento, l’89,5% del campione base, il 51,7% dei diplomati
contattati) intervistati fra il 2 maggio ed il 14 luglio 2001, circa 34 mesi dopo la
conclusione dei loro studi secondari. Più consistente, rispetto all’indagine precedente,
appare la quota di mancati contatti (oltre il 41% di tutti i diplomati contattati)
determinati, in particolare, da diplomati trasferiti e non reperibili (19,7%) e da numeri di
telefono inesistenti o errati (12,2%)224.
224
Nel 2004 è prevista la realizzazione dell’indagine sui diplomati del 2001. Le principali caratteristiche
di tale indagine sono le seguenti:
• Tipologia indagine: campionaria;
• Metodologia di indagine: rilevazione postale presso le scuole per la composizione del campione e
telefonica (CATI) per le interviste ai diplomati;
• Popolazione di riferimento: diplomati dell’anno scolastico 2000-01;
• Campione: a due stadi di selezione con stratificazione delle unità primarie: le unità di primo stadio sono
le scuole secondarie superiori, quelle di secondo stadio i diplomati.
Le innovazioni introdotte riguardano:
• Integrazione della rilevazione postale presso le scuole con raccolta mediante WEB dei dati sui
diplomati;
• Questionario ristrutturato: razionalizzazione flussi e contenuti informativi, adeguamento contenutistico
alla nuova normativa del mercato del lavoro, miglioramento della confrontabilità con la nuova
Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro. Inoltre, la sezione relativa alla Formazione Professionale è
stata ampliata, a seguito di richiesta del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con cui è stata
stipulata un’apposita Convenzione;
• Sviluppo in-house del questionario elettronico CATI tramite il software Blaise;
219
5.1.2 Il disegno di campionamento
Il disegno di campionamento adottato in entrambe le indagini sui diplomati della
scuola secondaria superiore è a due stadi di selezione con stratificazione delle unità del
primo stadio. Le unità del primo stadio sono rappresentate dalle scuole secondarie
superiori stratificate per regione geografica, tipo di scuola e dimensione delle stesse in
termini di numero di diplomati. Le unità di secondo stadio sono gli alunni che hanno
conseguito la maturità, rispettivamente, nel 1995 e nel 1998.
Applicando i criteri abitualmente impiegati in questo tipo di indagini, l’Istat ha
definito la numerosità campionaria di primo e secondo stadio sulla base di esigenze
organizzative e di costo, nonché in relazione agli errori di campionamento attesi per i
principali domini di riferimento delle stime225.
Con l’obiettivo di migliorare l’efficienza dello schema di ricerca e pervenire, a parità
di costi, a risultati più accurati le scuole sono state stratificate in base alla regione
geografica di appartenenza ed alla loro tipologia, ottenendo in questo modo circa 350
strati.
Il passaggio successivo alla stratificazione è rappresentato dalla selezione delle
scuole da inserire nel campione e da contattare affinché procedano, mediante scelta
sistematica dalle liste dei diplomati, all’estrazione di un numero approssimativamente
costante (pari a 30 per l’indagine 1998) di diplomati campione, rispettivamente, del
1995 e del 1998.
Tenuto conto che la rilevazione telefonica nell’esperienza Istat ha dato luogo ad
un’elevata percentuale di mancate risposte, si è provveduto a suddividere i nominativi
dei diplomati ricevuti dalle scuole in due gruppi di numerosità pressoché identica: un
campione base ed un campione suppletivo. Per la prima indagine, i nominativi dei
• Nuova procedura di codifica assistita (in corso di intervista) del quesito aperto sulla professione e di
quelli sui corsi universitari di iscrizione.
L’obiettivo dell’indagine è quello di intervistare circa 20.430 diplomati.
225
Per dominio di riferimento “viene intesa la sottopopolazione per la quale vengono fornite le stime dei
parametri oggetto di studio, con la precisione richiesta in sede di calcolo della dimensione del campione.”
[Istat, 1990, p. 17].
Per l’indagine sui diplomati, i principali domini di riferimento delle stime sono: a) l’intero territorio
nazionale; b) le cinque ripartizioni geografiche (nord-ovest, nord-est, centro, sud, isole); c) le diciannove
tipologie di scuola; d) le quindici modalità ottenute dall’incrocio tra le tipologie di scuole aggregate in
cinque gruppi e le ripartizione geografiche aggregate in tre gruppi.
Per la formalizzazione del procedimento per il calcolo delle stime Cfr. Istat, 2002a, pp. 181-191.
220
maturi trasmessi dalle scuole all’Istat sono stati così suddivisi in 19.481 nominativi per
l’elenco base e 19.068 per quello suppletivo. Per la seconda, invece, l’elenco base e
quello suppletivo si componevano, rispettivamente, di 25.987 e di 25.800 nominativi.
In questo modo, è stata garantita la tempestiva sostituzione dei diplomati
appartenenti al campione base risultati, per un motivo qualsiasi, non rispondenti.
Le regole utilizzate per le sostituzioni prevedevano che ogni individuo dell’elenco
base non intervistato fosse sostituito con un altro dell’elenco suppletivo proveniente
dalla stessa regione geografica e dallo stesso tipo di scuola del diplomato da sostituire. I
“sostituti”, ove possibile, dovevano inoltre essere dello stesso sesso ed eventualmente
ripetenti, come i diplomati da sostituire.
5.1.3 I modelli di rilevazione
Il questionario utilizzato per le interviste telefoniche di entrambe le indagini prevede
tre aree tematiche, ulteriormente articolate al loro interno (Tab. 5.3):
a) gli studi;
b) il lavoro;
c) la famiglia di origine e le notizie anagrafiche.
Il questionario è stato costruito in modo da consentire l’opportuna confrontabilità con
i risultati ottenuti nelle altre due indagini sulla transizione e l’integrazione con altre
fonti statistiche, in primo luogo l’indagine sulle forze di lavoro.
L’area relativa agli studi analizza il percorso scolastico già concluso (sezione 1), le
attività di formazione professionale intraprese dopo il diploma (sezione 2), l’iscrizione e
la frequenza di corsi universitari (sezione 3) e la loro eventuale interruzione (sezione 4).
L’area dedicata al lavoro esamina non solo l’attività lavorativa eventualmente svolta
(sezione 5), ma anche le azioni e le aspettative che hanno guidato l’eventuale ricerca di
un lavoro (sezione 6).
Nell’ultima area tematica proposta dal questionario vengono raccolte infine
informazioni relative alla famiglia di origine (sezione 7) ed al diplomato stesso (sezione
8).
La sezione 1, relativa al curriculum scolastico, e le sezioni poste alla fine del
questionario (sezioni 7 e 8), dedicate all’approfondimento delle caratteristiche della
famiglia di origine e delle notizie anagrafiche del diplomato, sono rivolte a tutti gli
221
intervistati. Le sezioni che affrontano le tematiche del lavoro sono riferite soltanto a
quanti al momento dell’intervista risultano attivi, mentre quella relativa agli studi postsecondari si rivolge esclusivamente a chi si trova nella condizione di studente.
Il curriculum scolastico è l'obiettivo della sezione 1; quello cioè di “verificare quale
sia il rapporto tra il percorso scolastico e le scelte successive al diploma, siano esse di
studio o di lavoro, nonché la capacità predittiva della valutazione scolastica rispetto al
«successo» futuro dei giovani” [Istat, 2002a, p. 15]. Le informazioni raccolte fanno
riferimento al tipo di scuola (pubblica, privata) frequentata, ai passaggi dalla scuola
pubblica a quella privata, alla frequenza di scuole per il recupero di anni scolastici, alle
classi eventualmente ripetute, ecc..
In occasione dell’indagine 2001 questa sezione è stata arricchita con l’inserimento di
alcuni quesiti sul grado di soddisfazione per le conoscenze linguistiche ed informatiche
acquisite a scuola.
La frequenza di eventuali corsi di formazione professionale organizzati sia dalla
Regione che da organismi privati è analizzata nella sezione 2. Le informazioni raccolte
sono relative alla durata dei corsi regionali e agli argomenti dei corsi privati
(informatica, lingue, ecc.).
Agli studi universitari è dedicata la sezione 3. Le informazioni raccolte in entrambe
le rilevazioni riguardano l’eventuale iscrizione (al momento dell’intervista) ad un corso
di diploma o di laurea, l’anno di immatricolazione all’università, l’ateneo ed il corso
frequentato, il numero di esami superati, l’assiduità nella frequenza delle lezioni, le
valutazioni sul docente titolare dell’ultimo insegnamento fondamentale frequentato.
Questa sezione del questionario è stata largamente rivisitata in occasione
dell’indagine 2001. Le modifiche più significative hanno riguardato:
− l’eliminazione dei quesiti relativi ai giudizi sulle strutture didattiche della facoltà
frequentata, alla fruizione di borse di studio e/o dell’esonero dal pagamento delle
tasse, agli eventuali cambi di corso e/o di sede;
− l’inserimento di un quesito sugli strumenti utilizzati dal diplomato per acquisire
informazioni sull’università.
Una misura dell’impegno degli studenti che hanno abbandonato gli studi universitari
è offerta dalla sezione 4. In particolare, sono analizzate le principali motivazioni
dell’interruzione degli studi e viene richiesta una valutazione sul docente titolare
222
dell’ultimo insegnamento fondamentale eventualmente frequentato. Nella rilevazione
2001, a differenza dell’indagine precedente, non compaiono più le domande sugli
eventuali esami sostenuti e superati e quella relativa ai giudizi sulle strutture didattiche
della facoltà frequentata.
Tab. 5.3 – Struttura e principali contenuti del questionario utilizzato per
le indagini Istat sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati della scuola secondaria superiore
Sezioni questionario
Argomenti comuni ai questionari
di entrambi le indagini
n. quesiti
1998
2001
Differenze fra i questionari delle due indagini
1. Curriculum scolastico
- tipo scuola (pubblica, privata)
frequentata
- passaggi da scuola pubblica a privata
- frequenza di scuole per il recupero di
anni scolastici
- eventuali classi ripetute
9
10
2. Corsi di formazione
post secondaria
- eventuale frequenza di corsi regionali
e loro durata
- eventuale frequenza di corsi privati e
argomento
6
8
3. Studi universitari
- eventuale iscrizione a corsi
universitari di diploma o di laurea
- ateneo di iscrizione
- corso di iscrizione
- numero di esami superati
- regolarità nella frequenza delle lezioni
- valutazioni sul docente titolare
dell’ultimo insegnamento fondamentale
frequentato
31
16
nuovi quesiti inseriti nel
questionario 2001:
- strumenti utilizzati per
l’orientamento
quesiti eliminati dal
questionario 2001:
- valutazioni sulle strutture
didattiche
- fruizione di una borsa di
studio e di esonero del
pagamento delle tasse
- intervallo trascorso fra
conseguimento del diploma
ed immatricolazione univer.
- eventuali cambi di corso
e/o sede
4. Interruzione degli studi
- tipologia corso universitario interrotto
- motivo interruzione corso
- valutazioni sul docente titolare
dell’ultimo insegnamento fondamentale
eventualmente frequentato
9
5
quesiti eliminati dal
questionario 2001:
- numero di esami superati
- valutazioni sulle strutture
didattiche
223
nuovi quesiti inseriti nel
questionario 2001:
- grado di soddisfazione per
le conoscenze linguistiche
ed informatiche acquisite a
scuola
nessuna differenza
significativa
5. Lavoro
- opportunità di lavoro dopo il
conseguimento diploma
- lavori iniziati dopo il diploma
conclusi o interrotti
- motivo della eventuale non ricerca del
lavoro
- stabilità del lavoro svolto al momento
dell’intervista
- lavoro a tempo pieno o part-time
- posizione nella professione
- professione svolta
- settore di attività economica
- dimensione azienda
- numero di ore lavorate
- retribuzione
- necessità del diploma per il lavoro
svolto
- canale utilizzato per trovare il lavoro
- eventuale partecipazione a corsi di
formazione organizzati dal datore di
lavoro
37
57
6. Ricerca di lavoro
- tempo intercorso dall’ultima iniziativa
concreta di ricerca di lavoro
- disponibilità ad iniziare il lavoro entro
le due settimane successive
all’intervista
- aspettative riguardo ad alcuni aspetti
del lavoro cercato (tipo di orario,
stabilità, lavoro alle
dipendenze/autonomo)
- attese retributive
- disponibilità a lavorare all’estero e a
trasferirsi
8
8
7. Notizie sulla famiglia
- n. fratelli e sorelle
- titolo di studio dei genitori
- condizione occupazionale dei genitori
- posizione nella professione dei
genitori
- professione del padre
21
16
8. Notizie anagrafiche
- cittadinanza
- sesso
- anno di nascita
- stato civile
- posizione rispetto agli obblighi di leva
- provincia di residenza
9
9
nuovi quesiti inseriti nel
questionario 2001:
- eventuale richiesta per
accedere al lavoro di una
maturità specifica e/o di una
votazione di diploma
minima
- eventuale utilizzo del
computer e delle lingue
straniere nel lavoro
- soddisfazione per diversi
aspetti del lavoro svolto
- utilità nel lavoro svolto
della preparazione tecnicoprofessionale e della cultura
generale acquisite nella
scuola secondaria superiore
- persona che è stata più
utile per iniziare l’attività
lavorativa
nessuna differenza
significativa
quesiti eliminati dal
questionario 2001:
- convivenza o meno con la
famiglia di origine
- professione della madre
nessuna differenza
significativa
L’area del questionario dedicata al lavoro affronta, in primo luogo, l’inserimento
lavorativo dei diplomati (sezione 5). I quesiti mirano a documentare le opportunità di
lavoro dopo il conseguimento del diploma, i lavori conclusi o interrotti, il motivo
dell’eventuale non ricerca del lavoro. La parte più consistente di questa sezione è
riservata però all’approfondimento della situazione dei diplomati occupati. I principali
aspetti dell’attività lavorativa affrontati riguardano la tipologia del lavoro svolto
(saltuario, stagionale, continuativo; a tempo pieno, part-time), la posizione nella
224
professione, la professione svolta, il settore di attività economica, la dimensione
dell’azienda, il numero di ore settimanali lavorate, il guadagno mensile netto, la
necessità del diploma di scuola secondaria superiore per il lavoro svolto, il canale
utilizzato dal diplomato per trovare lavoro, l’eventuale partecipazione a corsi di
formazione professionale organizzati dal datore di lavoro.
Questa sezione è quella che in occasione dell’indagine 2001 ha conosciuto un
ampliamento rilevante del numero di quesiti (passati da 37 a 57) che la compongono. In
particolare, gli inserimenti più significativi sono relativi all’eventuale richiesta di una
maturità specifica e/o di una votazione di diploma minima per accedere al lavoro,
all’utilizzo del computer e delle lingue straniere nel lavoro, alla soddisfazione per
diversi aspetti dell’attività lavorativa svolta, all’utilità per il lavoro della preparazione
tecnico-professionale e delle conoscenze di cultura generale acquisite nella scuola
superiore, alla persona che è stata più utile per iniziare l’attività lavorativa.
Sul tema della ricerca di lavoro (sezione 6), accanto alla verifica della reale
intenzione del diplomato di cercare un lavoro (tempo intercorso dall’ultima iniziativa
concreta per cercare lavoro, disponibilità ad iniziarlo entro le due settimane successive
all’intervista), vengono indagate anche le aspettative dell’intervistato riguardo agli
aspetti principali del lavoro cercato (stabilità dell’impiego, tipo di orario preferito,
lavoro dipendente/autonomo), le attese relative al trattamento economico, la
disponibilità a lavorare all’estero e, più in generale, a trasferirsi.
Il contesto socio-economico di provenienza del diplomato è ricostruito nella sezione
7. Gran parte delle notizie raccolte sulla famiglia di origine sono riferite a quando il
diplomato aveva l’età di 14 anni ed interessano il titolo di studio, la condizione
occupazionale e, in dettaglio, la posizione professionale dei genitori. Nel questionario di
indagine del 2001 sono stati eliminati i quesiti relativi alla convivenza o meno con la
famiglia d’origine; quesiti volti a chiarire se e quanto spesso le scelte di studio (o di
lavoro) implichino il mantenimento fuori casa del ragazzo.
Infine, le notizie anagrafiche dell’intervistato vengono verificate ed aggiornate nella
sezione 8. I quesiti riguardano, in particolare, la cittadinanza, la provincia di residenza,
il sesso, l’anno di nascita, la posizione rispetto agli obblighi di leva e lo stato civile.
225
5.1.4 I controlli di qualità
Il sistema C.A.T.I. consente l’effettuazione di controlli già nella fase di rilevazione
dei dati che si traducono in una più elevata qualità delle informazioni raccolte. Nella
pratica, grazie alla rilevazione assistita da computer, tutte le regole applicate nella fasi
di revisione, controllo e correzione dei dati, vengono inserite nel primo step
dell’indagine statistica: la rilevazione dei dati. In questo modo è possibile prevenire il
realizzarsi delle seguenti tipologie di errore [Istat 2001b]:
a) errori di range sul dominio delle variabili;
b) errori di rotta riguardanti il percorso da seguire nella somministrazione del
questionario;
c) errori di consistenza, ossia di coerenza tra quanto viene risposto ad una domanda
rispetto a quanto dichiarato in una o più domande precedenti;
d) errori di compatibilità o verosimiglianza, ossia di coerenza tra quanto viene risposto
ad una domanda rispetto a quanto dichiarato in indagini effettuate in tempi precedenti.
Al termine di ogni rilevazione effettuata con la metodologia C.A.T.I. possono
rimanere tuttavia alcuni errori che devono essere individuati e corretti; si tratta
principalmente di mancate risposte parziali226, di valori fuori range nei quesiti aperti e di
incompatibilità tra variabili.
Facendo riferimento al piano di controllo e correzione dei dati predisposto dall’Istat
per l’indagine del 2001 sui diplomati della scuola secondaria superiore, si può rilevare
che sono state utilizzate procedure che si avvalgono di criteri deterministici per le
variabili quantitative e per quelle i cui valori corretti possono essere desunti da altre
informazioni ottenute con l’intervista e di criteri probabilistici per le variabili
qualitative.
La documentazione pubblicata al riguardo dall’Istat pone in evidenza che per il 30
per cento delle variabili non è stato necessario operare alcun intervento, il 42 per cento
circa è stato trattato in modo probabilistico, il 16 è stato sottoposto ad entrambi i tipi di
correzione mentre per il rimanente 12 per cento la correzione operata è stata di tipo
deterministico. È da notare, tuttavia, che gran parte degli interventi effettuati ha
226
Si tratta, in particolare, delle modalità di risposta “non sa/non ricorda”, “non vuole rispondere” e “non
capisce la domanda”.
226
riguardato la riattribuzione delle modalità di risposta “non sa/non ricorda”, “non vuole
rispondere” e “non capisce la domanda”.
Il quadro complessivo delle correzioni eseguite consente tuttavia di valutare che
globalmente è stato corretto solo lo 0,3 per cento del complesso dei dati raccolti.
Concentrando invece l’attenzione sui record (uno per ogni diplomato intervistato) che
compongono il file con i risultati dell’indagine in questione, si può concludere che il
66,8 per cento dei record non sono stati corretti, per il 28,1 per cento sono stati
riscontrati e corretti al massimo due errori e che soltanto per il rimanente 5,1 per cento
si sono resi necessari 3 o più interventi di correzione.
5.1.5 La diffusione dei dati
I principali risultati delle indagini sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati
della scuola secondaria superiore sono stati pubblicati dall’Istat all’interno della collana
Informazioni (Tab. 5.4). La diffusione della documentazione relativa alla prima
indagine, quella sulla leva di diplomati del 1995, è stata realizzata con il volume edito
nel 1999, Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati. Nella pubblicazione sono
illustrati i contenuti del questionario d’indagine, la metodologia della rilevazione e
viene anche fornito un sintetico commento dei principali risultati. Il volume riporta i
tassi di sostituzione dei diplomati dell’elenco base, distintamente, per genere, tipo di
scuola, voto di maturità, residenza dei diplomati; non sono presenti invece indicazioni
sui tassi di risposta relativi alle medesime variabili e le metodologie utilizzate per il
controllo dei dati raccolti.
Nell’appendice sono riportati i due modelli utilizzati per la rilevazione: la scheda
informativa sui maturi compilata dalla scuola ed il questionario utilizzato per l’intervista
telefonica ai diplomati.
L’ampia documentazione statistica presente nel volume (oltre 200 pagine, per circa
70 tavole) si sviluppa riprendendo il percorso seguito dal questionario. In particolare, il
piano di tabulazione affronta i capitoli relativi a:
1. Il curriculum scolastico
2. Occupati, studenti e in cerca di lavoro
3. Il lavoro svolto
4. Le esperienze lavorative e la ricerca di lavoro
227
5. Gli studi universitari
6. L’estrazione sociale.
I risultati dell’indagine campionaria sono stati riportati, distintamente per genere e
secondo i caratteri di stratificazione, all’universo di riferimento e cioè al totale dei
diplomati del 1995. La documentazione pubblicata (dati assoluti e composizione
percentuale) è distinta per genere, tipo di scuola e ripartizione geografica (della scuola,
della residenza del diplomato). Il volume è corredato da un floppy disk che contiene
tutte le tavole statistiche presenti nel volume in formato Excel.
Tab. 5.4 – Pubblicazione dei risultati delle indagini sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati
della scuola secondaria superiore
Generazione
sottoposta
ad indagine
Anno
rilevazione
Volumi pubblicati
1995
1998
Istat (1999), Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati. Indagine 1998,
Informazioni, n. 29
2001
Istat (2002), Diplomati e mercato del lavoro. Percorsi di studio e di lavoro dei
diplomati. Indagine 2001, Informazioni, n. 441
Istat (2003), I diplomati e lo studio. Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati.
Indagine 2001, Informazioni, n. 301
1998
1
Volume disponibile anche su Internet (www.istat.it).
Assai più ampia ed articolata appare la diffusione dei risultati dell’indagine 2001. La
documentazione è stata infatti raccolta in due differenti volumi tematici. Il primo
volume, Diplomati e mercato del lavoro (edito nel 2002), approfondisce le intersezioni
fra studio, lavoro e ricerca di un’occupazione. In dettaglio, la documentazione statistica
(oltre 120 pagine, per 45 tavole) si articola nei seguenti capitoli:
1. Occupati e in cerca di lavoro
2. Il lavoro svolto
3. Le esperienze lavorative e la ricerca di lavoro.
La pubblicazione è corredata da un floppy disk che contiene le tavole statistiche
presenti nel volume ed altre tavole aggiuntive. In particolare, le 26 tavole aggiuntive,
estendendo l’analisi a tutti i diplomati che lavorano in modo continuativo, consentono di
approfondire il capitolo 2 (Il lavoro svolto), riferito soltanto a quanti svolgono
un’attività lavorativa continuativa iniziata dopo il diploma. La documentazione
228
aggiuntiva assicura, inoltre, la possibilità di effettuare i confronti con i dati
dell’indagine precedente.
Il secondo volume, I diplomati e lo studio (pubblicato nel 2003), riporta la
documentazione relativa al curriculum scolastico, alle scelte di studio post-diploma ed
al rapporto fra famiglia di origine e scelte di studio e di lavoro dei diplomati. Le 76
tavole statistiche, presenti esclusivamente nel floppy disk allegato al volume, affrontano
le seguenti tematiche:
1. Il curriculum degli studi
2. Gli studi universitari
3. Le interruzioni degli studi universitari
4. Gli studi non universitari
5. Le scelte dei diplomati e la famiglia di origine.
I risultati dell’indagine campionaria sono riportati all’universo di riferimento. La
documentazione pubblicata in entrambi i volumi (dati assoluti e composizione
percentuale) è quindi riferita al complesso dei diplomati ed è presentata distintamente
per genere, tipo di scuola e ripartizione geografica (della scuola, della residenza del
diplomato).
Queste due pubblicazioni riprendono, ampliandola, l’impostazione seguita nel
volume relativo all’indagine precedente. Dopo un’analisi sintetica dei risultati più
rilevanti emersi, vengono illustrate le caratteristiche principali dell’indagine, il disegno
di campionamento e le metodologie utilizzate per il controllo dei dati raccolti.
I volumi riportano i tassi di rifiuto, distintamente, per genere, tipo di scuola, voto di
maturità, residenza dei diplomati; non sono presenti invece indicazioni sui tassi di
risposta relativi alle medesime variabili.
Nell’appendice sono riportati i due modelli utilizzati per la rilevazione: la scheda
informativa sui maturi compilata dalla scuola ed il questionario utilizzato per l’intervista
telefonica ai diplomati.
L’intera documentazione dell’indagine 2001 (volumi e tavole allegate) è stata resa
disponibile sul sito Internet dell’Istat prima della pubblicazione dei corrispondenti
volumi cartacei.
229
É inoltre acquisibile il file standard contenente i microdati di entrambe le indagini227.
5.2. L’indagine sull’inserimento professionale dei diplomati universitari
5.2.1 Le fasi della rilevazione
Le indagini realizzate nel 1999 e nel 2002228 sono articolate in due distinte fasi: la
prima di tipo postale/telematica rivolta alle università ed alle altre istituzioni
d’istruzione superiore (istituti superiori di educazione fisica, ecc.); la seconda
indirizzata ai diplomati universitari ed a quanti hanno conseguito un diploma di una
scuola diretta a fini speciali e realizzata tramite interviste telefoniche con il sistema
CATI (Computer Assisted Telephone Interview).
Lo schema (Tab. 5.5) riportato di seguito, sintetizza le principali caratteristiche delle
due indagini condotte dall’Istat sull’inserimento professionale dei diplomati universitari.
Nella prima fase è stato realizzato un censimento dei diplomati universitari dell’anno
solare oggetto di indagine presso tutte le università e tutte le altre istituzioni d’istruzione
superiore del nostro Paese. Per portare a compimento tale operazione l’Istituto
Nazionale di Statistica ha richiesto ad ogni sede di fornire su supporto magnetico la
documentazione necessaria. In particolare, le informazioni richieste per ciascun
diplomato riguardavano:
-
il nominativo;
-
la residenza (o il recapito);
-
il numero di telefono;
-
il sesso;
-
il mese e l’anno di conseguimento del diploma universitario;
-
il voto di diploma universitario e la relativa scala (110-mi, 100-mi, ecc.);
-
il numero di eventuali anni fuori corso;
-
il corso e la sede universitaria di conseguimento del titolo;
-
l’eventuale presenza, al momento dell’iscrizione, del numero programmato di
immatricolazioni per quel corso;
227
I microdati (file standard) si possono ottenere, “su richiesta motivata e previa autorizzazione del
Presidente dell'Istituto, anonimi e privi di ogni riferimento che ne permetta il collegamento con singole
persone fisiche e giuridiche (art. 10 d.lgs 322/89)”[www.istat.it].
228
Quella del 2002 resterà l’ultima indagine realizzata nel campo dell’inserimento professionale dei
diplomati universitari. A seguito della riforma universitaria avviata nell’a.a. 2000-01, infatti, i corsi di
diploma universitario sono divenuti ad esaurimento o trasformati in lauree triennali.
230
-
il numero di eventuali cambi di corso.
Questa fase, per l’indagine 1999, è durata oltre un anno a causa dei ritardi
determinati dalla complessa individuazione di un referente in ciascun ateneo e della
incompleta informatizzazione degli archivi di alcune università. Il superamento di
queste problematiche ha permesso di ridurre sensibilmente i tempi della rilevazione
censuaria dei diplomati nel corso della seconda indagine.
La documentazione raccolta con la rilevazione Istat/Miur sull’istruzione universitaria
ha consentito di verificare la completezza degli elenchi trasmessi dagli atenei. Dopo un
ulteriore controllo operato sulle informazioni relative alla residenza ed al recapito
telefonico, si è proceduto infine alla costruzione dell’archivio base per la rilevazione,
costituito dall’insieme dei file inviati dalle università.
Nella seconda fase dell’indagine si è proceduto ad intervistare i diplomati
dell’archivio messo a punto attraverso le operazioni della fase precedente. In
considerazione del numero relativamente contenuto di unità da rilevare, l’Istat ha deciso
di procedere ad un’indagine totale contattando tutti diplomati censiti. Analogamente alle
altre indagini sulla transizione, la rilevazione telefonica è stata condotta utilizzando un
questionario somministrato tramite metodo CATI.
Con l’obiettivo di sensibilizzare i rispondenti, prima dell’inizio di entrambe le
rilevazioni è stata inviata a tutti i diplomati inseriti nel campione una lettera del
Presidente dell’Istat che preannunciava la telefonata.
La prima indagine ha riguardato 8.480 diplomati del 1996 (il 65,5 per cento
dell’intero universo di riferimento) intervistati fra il 30 marzo ed il 2 giugno 1999, ad un
intervallo dal conseguimento del titolo compreso, quindi, tra 27 e 41 mesi circa.
Rilevante è risultata la quota di mancati contatti (oltre il 32% del complesso dei
diplomati) determinati, in particolare, da numeri di telefono inesistenti o errati (13,6%),
da diplomati senza numero di telefono o non rintracciabili (6,2%), da diplomati trasferiti
o non reperibili (6,2%).
La seconda rilevazione ha interessato, invece, 13.469 diplomati del 1999 (il 73,3 per
cento dell’intero universo di riferimento) intervistati fra il 17 settembre ed il 13
dicembre 2002, circa tra 33 e 46 mesi dopo la conclusione dei loro studi.
231
Tab. 5.5 – Inserimento professionale dei diplomati universitari:
principali caratteristiche delle indagini Istat
Indagine 1999
Indagine 2002
totale
totale
63
75
1996
8.480
1999
13.469
Fasi dell’indagine:
I. università altre istituzioni istruzione superiore
II. diplomati
censimento diplomati
intervista
censimento diplomati
intervista
Metodologia di indagine:
- università altre istituzioni istruzione superiore
- diplomati
postale
telefonica (CATI)
postale/telematica
telefonica (CATI)
marzo 1997
aprile 1998
aprile 2000
ottobre 2000
30 marzo
2 giugno
17 settembre
13 dicembre
27 - 41 mesi
33 - 46 mesi
5.550
65,5
9.870
73,3
2,1
2,8
12’ 42’’
11’ 30”
Tipologia indagine
Università e altre istituzioni istruzione
superiore interessate dall’indagine
Universo diplomati da indagare
- anno conseguimento titolo
- n. diplomati universitari o di scuole dirette a fini spec.
Periodo svolgimento censimento diplomati
Periodo svolgimento interviste telefoniche (CATI)
Intervallo fra conseguimento diploma e intervista
Diplomati intervistati
v.a.
% su universo
Rifiuti interviste (% su universo)
Durata media intervista
5.2.2 I modelli di rilevazione
Il questionario utilizzato per le due indagini prevede cinque sezioni tematiche,
ulteriormente articolate al loro interno (Tab. 5.6) ed è stato costruito in modo da
consentire l’opportuna confrontabilità con i risultati ottenuti nelle altre due indagini
sulla transizione e l’integrazione con altre fonti statistiche, in primo luogo l’indagine
sulle forze di lavoro.
Il curriculum scolastico ed universitario nonché le ulteriori attività di qualificazione
sono le tematiche affrontate nella sezione 1. Le informazioni raccolte riguardano il tipo
ed il voto di maturità, il conseguimento di un altro titolo universitario, le eventuali
precedenti esperienze universitarie non concluse, i tratti distintivi del percorso che si è
concluso con il conseguimento del diploma universitario (regolarità negli studi,
232
assiduità nella frequenza delle lezioni, partecipazione a stage/tirocinio, attività
lavorativa durante gli studi, ecc.).
Tab. 5.6 – Struttura e principali contenuti del questionario utilizzato
per le indagini Istat sull’inserimento professionale dei diplomati universitari
Sezioni questionario
Argomenti comuni ai questionari
di entrambi le indagini
n. quesiti
1999
2002
Differenze fra i questionari delle due indagini
1. Curriculum
- tipo maturità conseguita
- voto di maturità
- eventuale conseguimento di un altro
titolo universitario
- precedenti esperienze universitarie
interrotte
- regolarità del percorso di studi
relativo al diploma
- voto di diploma
- principale motivo della scelta
del corso di diploma
- assiduità nella frequenza delle lezioni
- partecipazione a stage/tirocinio
- eventuale trasferimento conseguente
all’iscrizione all’università
- attività lavorativa durante gli studi
- valutazione dell’ipotesi di reiscrizione
allo stesso corso di diploma
- attività di studio/formazione
successive al diploma
38
31
quesiti eliminati dal
questionario 2002:
- area disciplinare
dell’eventuale altro titolo
universitario conseguito
- anno di prima immatricolazione all’università
- esami superati nella
precedente esperienza
universitaria interrotta
- valutazioni sul docente
titolare dell’ultimo
insegnamento obbligatorio
frequentato
2. Lavoro
- attività lavorative iniziate dopo il
diploma concluse o interrotte
- motivo della eventuale non ricerca del
lavoro
- stabilità del lavoro svolto al momento
dell’intervista
- lavoro a tempo pieno o part-time
- posizione nella professione
- professione svolta
- settore di attività economica
- dimensione azienda
- numero di ore lavorate
- retribuzione
- soddisfazione per diversi aspetti del
lavoro svolto
- necessità del diploma per il lavoro
svolto
- canale utilizzato per trovare il lavoro
- eventuale partecipazione a corsi di
formazione organizzati dal datore di
lavoro
40
49
nuovi quesiti inseriti nel
questionario 2002:
- svolgimento al momento
dell’intervista di un’attività
di formazione retribuita
- eventuale richiesta per
accedere al lavoro di una
votazione di diploma
minima
- eventuale utilizzo del
computer e delle lingue
straniere nel lavoro
- persona che è stata più
utile per iniziare l’attività
lavorativa
233
3. Ricerca di lavoro
- tempo intercorso dall’ultima iniziativa
concreta di ricerca di lavoro
- disponibilità ad iniziare il lavoro entro
le due settimane successive
all’intervista
- aspettative riguardo ad alcuni aspetti
del lavoro cercato (tipo di orario,
lavoro alle dipendenze/autonomo)
- attese retributive
- disponibilità a lavorare all’estero e a
trasferirsi
7
7
nessuna differenza
significativa
4. Notizie sulla famiglia
di origine
- n. fratelli e sorelle
- titolo di studio dei genitori
- condizione occupazionale dei genitori
- posizione nella professione dei
genitori
- professione del padre
16
15
quesiti eliminati dal
questionario 2002:
- professione della madre
5. Notizie anagrafiche
- cittadinanza
- sesso
- anno di nascita
- stato civile
- posizione rispetto agli obblighi di leva
- provincia di residenza
- provincia di lavoro
12
12
nessuna differenza
significativa
La ricostruzione della storia lavorativa del diplomato a partire dal conseguimento del
titolo (attività lavorative iniziate dopo il diploma concluse o interrotte; motivo della
eventuale non ricerca del lavoro) e l’analisi approfondita dei principali aspetti
dell’attività lavorativa svolta al momento dell’intervista sono indagati nella sezione 2.
L’attenzione, in questo ambito, si concentra sulla tipologia del lavoro svolto (saltuario,
stagionale, continuativo; a tempo pieno, part-time), la posizione nella professione, la
professione svolta, il settore di attività economica, la dimensione dell’azienda, il
numero di ore settimanali lavorate, il guadagno mensile netto, la necessità del diploma
universitario conseguito per il lavoro svolto, il canale utilizzato dal diplomato per
trovare lavoro, l’eventuale partecipazione a corsi di formazione professionale
organizzati dal datore di lavoro, la soddisfazione per diversi aspetti dell’attività
lavorativa svolta.
La sezione dedicata al lavoro è stata ampliata in occasione dell’indagine 2002; i
nuovi quesiti introdotti hanno riguardato l’eventuale svolgimento al momento
dell’intervista di un’attività di formazione retribuita (stage/tirocinio, praticantato, borsa
di studio o di lavoro, ecc.), la richiesta di una votazione di diploma minima per accedere
al lavoro, l’utilizzo per il lavoro del computer e delle lingue straniere, le informazioni
relative alla persona che è stata più utile per iniziare l’attività lavorativa.
234
Sul tema della ricerca di lavoro (sezione 3), accanto alla verifica della reale
intenzione del diplomato di cercare un lavoro (tempo intercorso dall’ultima iniziativa
concreta per cercare lavoro, disponibilità ad iniziarlo entro le due settimane successive
all’intervista), vengono indagate anche le aspettative dell’intervistato riguardo agli
aspetti
principali
del
lavoro
cercato
(tipo
di
orario
preferito,
lavoro
dipendente/autonomo), le attese relative al trattamento economico, la disponibilità a
lavorare all’estero e, più in generale, a trasferirsi.
Il contesto socio-economico di provenienza del diplomato è ricostruito nella sezione
4. Gran parte delle notizie raccolte sulla famiglia di origine sono riferite a quando il
diplomato aveva l’età di 14 anni ed interessano il titolo di studio, la condizione
occupazionale e, in dettaglio, la posizione professionale dei genitori.
Infine, le notizie anagrafiche dell’intervistato vengono verificate ed aggiornate nella
sezione 5. I quesiti riguardano, in particolare, la cittadinanza, la provincia di residenza,
il sesso, l’anno di nascita, la posizione rispetto agli obblighi di leva e lo stato civile.
La sezione 1, relativa al curriculum, e le sezioni poste alla fine del questionario
(sezioni 4 e 5), dedicate all’approfondimento delle caratteristiche della famiglia di
origine e delle notizie anagrafiche del diplomato, sono rivolte a tutti gli intervistati. Le
sezioni 2 e 3 che affrontano le tematiche del lavoro e della ricerca del lavoro sono
riferite, rispettivamente, a quanti al momento dell’intervista risultano occupati ed ai
diplomati che (occupati o non) ricercano attivamente un lavoro229.
5.2.3 I controlli di qualità
Il sistema C.A.T.I. consente, come è stato evidenziato in precedenza, l’effettuazione
di controlli già nella fase di rilevazione dei dati che si traducono in una più elevata
qualità delle informazioni raccolte.
Al termine di ogni rilevazione effettuata con la metodologia C.A.T.I. rimangono
tuttavia alcuni errori che devono essere individuati e corretti; si tratta principalmente di
229
Un percorso particolare riguarda quanti sono in possesso di un titolo universitario conseguito prima del
diploma universitario del 1996 (o del 1999). Per questi casi dopo la sezione 1 (curriculum) è previsto un
salto alle sezioni 4 (notizie sulla famiglia di origine) e 5 (notizie anagrafiche). Tale scelta è motivata dalla
considerazione che l’inserimento professionale di questi diplomati è più legato al titolo conseguito
precedentemente che non al diploma del 1996 (o del 1999).
235
mancate risposte parziali230, di valori fuori range nei quesiti aperti e di incompatibilità
tra variabili.
Il piano di controllo e correzione dei dati predisposto dall’Istat per l’indagine sui
diplomati universitari del 1999 è, analogamente alle altre indagini sulla transizione,
basato su procedure che si avvalgono di criteri deterministici per le variabili quantitative
e per quelle i cui valori corretti possono essere desunti da altre informazioni ottenute
con l’intervista e di criteri probabilistici per le variabili qualitative.
La documentazione pubblicata al riguardo dall’Istat pone in evidenza che
globalmente è stato corretto solo lo 0,6 per cento del complesso dei dati raccolti.
Concentrando l’attenzione sui record (uno per ogni diplomato intervistato) che
compongono il file con i risultati dell’indagine in questione, si può invece concludere
che il 65,3 per cento dei record non sono stati corretti, per il 27,9 per cento sono stati
riscontrati e corretti al massimo due errori e che soltanto per il rimanente 6,8 per cento
si sono resi necessari 3 o più interventi di correzione.
5.2.4 La diffusione dei dati
La diffusione della documentazione relativa alla prima indagine, quella effettuata
sulla leva di diplomati universitari del 1996, è stata realizzata con il volume (pubblicato
nel 2001) Inserimento professionale dei diplomati universitari (Tab. 5.7). Nella
pubblicazione vengono illustrati i contenuti del questionario d’indagine, un sintetico
commento dei principali risultati e la metodologia della rilevazione. Il quadro che
emerge dal volume appare privo delle informazioni relative al tempo trascorso fra il
conseguimento del diploma e l’intervista telefonica, ai tassi di risposta (per genere,
ateneo, gruppi di corsi, residenza del diplomato, ecc.). Nell’appendice è inoltre riportato
il questionario utilizzato per l’intervista telefonica ai diplomati universitari.
L’ampia documentazione statistica presente nel volume (220 pagine, per oltre 60
tavole) propone un piano di tabulazione articolato nei seguenti capitoli:
1. Il curriculum degli studi
2. Occupati e in cerca di lavoro
3. La condizione occupazionale
230
Si tratta, in particolare, delle modalità di risposta “non sa/non ricorda”, “non vuole rispondere” e “non
capisce la domanda”.
236
4. Le esperienze lavorative e la ricerca di lavoro
5. L’estrazione sociale.
I risultati dell’indagine (dati assoluti e composizione percentuale) sono presentati
distintamente per genere, gruppi231 e corsi di diploma e ripartizione geografica
(dell’ateneo, della residenza del diplomato). Il volume è corredato da un floppy disk che
contiene l’intera pubblicazione, comprese le tavole statistiche in formato Excel.
Una sintesi del volume contenente una breve presentazione dell’indagine e l’intera
documentazione quantitativa è disponibile sul sito Internet dell’Istat.
Tab. 5.7 – Pubblicazione dei risultati delle indagini sull’inserimento professionale dei diplomati
universitari
Generazione
sottoposta
ad indagine
Anno
rilevazione
Volumi pubblicati
1996
1999
Istat (2001), Inserimento professionale dei diplomati universitari. Indagine 1999,
Informazioni, n. 211
1999
2002
Istat (2003), Inserimento professionale dei diplomati universitari. Indagine 2002,
Statistiche in breve2
1
2
Sintesi volume disponibile su Internet (www.istat.it).
Pubblicazione disponibile anche su Internet (www.istat.it).
I risultati della seconda indagine (condotta nel 2002) sono stati diffusi fino ad ora
soltanto attraverso un numero delle Statistiche in breve che illustra i tratti essenziali
dell’inserimento professionale dei diplomati universitari 1999. La pubblicazione, oltre a
delineare la condizione occupazionale dei diplomati a tre anni dal conseguimento del
titolo, analizza la stabilità del lavoro, le retribuzioni, la coerenza fra titolo di studio
conseguito e professione svolta, la soddisfazione dichiarata dai diplomati per diversi
aspetti dell’attività lavorativa. Ovviamente, anche la documentazione a corredo è
costituita da un apparato di tavole e grafici assai contenuto. Anche questa pubblicazione
è disponibile sul sito Internet dell’Istat.
231
La classificazione adottata raggruppa i corsi di diploma e le scuole dirette a fini speciali in 11
differenti gruppi: scientifico e chimico-farmaceutico, medico, ingegneria e architettura, agrario,
economico-statistico, politico-sociale, giuridico, letterario, linguistico, insegnamento, educazione fisica
[Cfr. Istat, 2001a].
237
Attualmente è in corso di stampa il volume della collana Informazioni I diplomati
universitari e il mercato del lavoro che, a breve termine, sarà reso disponibile sul sito
dell’Istat.
L’Istat, coerentemente alla normativa vigente sulla privacy, non prevede la
diffusione dei file standard delle indagini totali, come è appunto quella relativa ai
diplomati universitari. Esiste tuttavia la possibilità di consultare tali microdati presso il
Laboratorio per l’Analisi dei Dati ELEmentari (ADELE) dell’Istat.
5.3. L’indagine sull’inserimento professionale dei laureati232
5.3.1 Le fasi della rilevazione
Ciascuna delle cinque indagini condotte dall’Istat sulla transizione università/lavoro
è stata realizzata in due fasi distinte. La prima fase era finalizzata alla costruzione
dell’universo di riferimento attraverso il censimento dei laureati presso tutte le
università e tutte le altre istituzioni d’istruzione superiore del nostro Paese ed alla
successiva estrazione dei laureati da contattare. La seconda fase prevedeva, invece, la
raccolta delle informazioni richieste ai laureati attraverso la somministrazione del
questionario di rilevazione per posta o, nel caso dell’indagine 2001, tramite intervista
telefonica.
232
Il progetto di ricerca sull’inserimento professionale dei laureati fu predisposto nella seconda metà degli
anni ’80 da una Commissione presieduta dal prof. Zuliani e composta da esperti interni ed esterni all’Istat.
Il progetto, a fianco dell’indagine a carattere trasversale condotta a tre anni dal conseguimento del titolo,
prevedeva anche la costituzione di un panel di laureati da sottoporre a successive rilevazioni di tipo
longitudinale.
Riprendendo e sviluppando queste indicazioni, l’Istat ha effettuato nel 1991 un’indagine longitudinale
sugli sbocchi professionali dei laureati, intervistando nuovamente i laureati del 1986 che avevano risposto
alla prima indagine del 1989. Il campione era composto da 9.712 laureati (dei 9.760 che avevano
compilato il questionario dell’indagine 1989).
Anche per questa rilevazione il questionario è stato inviato ai laureati per posta. Il questionario, composto
da un numero ridotto di sezioni e di quesiti, era finalizzato a raccogliere informazioni riferite quasi
esclusivamente all’ambito lavorativo e, in particolare, ai cambiamenti di stato (passaggi dalla condizione
di disoccupato a quella di occupato, e viceversa) intervenuti nei due anni successivi alla prima intervista.
Le tre sezioni del questionario affrontavano: le notizie generali dell’intervistato (condizione
occupazionale, tipologia contrattuale, eventuale ricerca di lavoro o motivi della non ricerca, cambiamenti
intervenuti nell’attività lavorativa svolta nella precedente indagine), le informazioni sul lavoro attuale
(necessità della laurea ed utilizzo delle competenze universitarie nel lavoro svolto, posizione nella
professione, professione svolta, settore di attività economica, ecc.), le notizie anagrafiche (provincia e
comune di residenza, provincia e comune di lavoro).
I laureati che hanno risposto alla seconda intervista sono stati pari a 7.090 (il 73% dei laureati ai quali era
stato inviato il questionario; il 52,5% del campione selezionato per l’indagine 1989). I risultati
dell’indagine, che non è mai stata replicata, sono stati presentati nella pubblicazione Indagine
longitudinale sugli sbocchi professionali dei laureati [Cfr. Istat, 1994b].
238
Lo schema (Tab. 5.8) riportato di seguito, sintetizza le principali caratteristiche delle
cinque indagini condotte dall’Istat sull’inserimento professionale dei laureati.
La costruzione dell’universo di riferimento si è rivelata, soprattutto in occasione
della prima indagine, un’operazione assai lunga e complessa. La predisposizione degli
elenchi completi di nome, cognome, indirizzo e corso di laurea degli oltre 72.000
laureati del 1986 si è dovuta infatti scontrare con una situazione dove soltanto il 60%
degli
atenei
aveva
informatizzato
(a
volte
parzialmente)
i
propri
archivi
studenti/laureati. Proprio la consapevolezza di tale realtà ha indotto l’Istat a richiedere
ad ogni sede universitaria l’invio degli elenchi dei laureati su supporto cartaceo.
La fase di formazione delle liste individuali dei laureati è risultata più semplice e
decisamente più rapida in occasione della rilevazione condotta nel 2001. L’Istat ha
impiegato, infatti, soltanto sette mesi - rispetto ai tredici dell’indagine precedente (1998)
-
per
portare
a
compimento
tale
operazione.
Tuttociò,
grazie
all’ampia
informatizzazione degli archivi degli atenei ed al maggior utilizzo della posta elettronica
(la prima fase nelle quattro indagini precedenti era stata svolta interamente attraverso la
posta ordinaria).
Per l’indagine 2001, gli elenchi informatici, predisposti dagli atenei secondo il
tracciato indicato dall’Istituto Nazionale di Statistica, contenevano per ciascun laureato
le seguenti informazioni:
-
il nominativo;
-
la residenza;
-
il numero di telefono;
-
il sesso;
-
il mese e l’anno di conseguimento della laurea;
-
il voto di laurea e la relativa scala (110-mi, 100-mi);
-
il numero di eventuali anni fuori corso.
La raccolta di questa documentazione aveva il duplice scopo di consentire controlli
di coerenza con alcune delle risposte fornite dagli intervistati, migliorando
conseguentemente la qualità delle informazioni raccolte, e di costruire il profilo del
“non rispondente”.
Le liste dei laureati trasmesse da tutte le sedi universitarie hanno costituito, dopo
un’attenta verifica con i dati della rilevazione Istat/Miur sull’istruzione universitaria,
239
l’universo di riferimento dal quale estrarre, secondo il disegno di campionamento
definito, il campione dei laureati da intervistare.
La seconda fase è consistita nella raccolta delle informazioni sui percorsi universitari
e su quelli successivi al conseguimento del titolo dei laureati appartenenti al campione.
Tuttociò è stato realizzato nelle prime quattro rilevazioni (1989, 1991, 1995 e 1998) con
un questionario postale autocompilato e, nell’indagine del 2001, attraverso interviste
telefoniche con il sistema CATI.
Tab. 5.8 – Inserimento professionale dei laureati: principali caratteristiche delle indagini Istat
Indagini
Tipologia indagine
1989
1991
1995
1998
2001
campionaria
ad uno stadio
campionaria
ad uno stadio
campionaria
ad uno stadio
campionaria
ad uno stadio
campionaria
ad uno stadio
60
61
51
59
64
1986
72.124
1988
76.183
1992
88.318
1995
105.097
1998
129.307
censimento
laureati
censimento
laureati
censimento
laureati
censimento
laureati
censimento
laureati
intervista
intervista
intervista
intervista
intervista
postale
postale
postale
postale
postale
postale
postale
postale
postale/
telematica
telefonica
(CATI)
gennaio
giugno
gennaio
maggio
gennaio
settembre
gennaio
settembre
settembre
dicembre
25- 41 mesi
25- 40 mesi
25- 44 mesi
25- 44 mesi
33 - 47
mesi
13.514
18,7
16.920
22,2
21.173
24,0
25.716
24,5
30.052
23,2
9.760
13,5
72,2
11.952
15,7
70,6
13.511
15,3
63,8
17.326
16,5
67,4
20.844
16,1
69,4
Università e altre istituzioni
d’istruzione superiore
interessate dall’indagine
Universo laureati da
indagare
- anno conseguimento titolo
- n. laureati
Fasi dell’indagine:
I. università, altre istituzioni
d’istruzione superiore
II. laureati
Metodologia di indagine:
- università, altre istituzioni
d’istruzione superiore
- laureati
Periodo svolgimento
interviste laureati
Intervallo fra conseguimento
laurea e intervista
Numerosità campionaria
v.a.
% su universo
Laureati intervistati
v.a.
% su universo
% su campione
n.d.: informazione non disponibile.
240
La scelta iniziale di utilizzare uno strumento postale è stata dettata dalla
considerazione che l’indagine si rivolgeva ad un gruppo di persone selezionate e che il
tema proposto era di grande interesse per gli interpellati233.
La scelta dell’Istat di adottare per l’indagine 2001 la metodologia CATI è
riconducibile, invece, all’esigenza di una maggiore integrazione con le altre due
indagini sulla transizione scuola e università/lavoro nonché ai molteplici vantaggi
derivanti dall’uso delle indagini telefoniche (maggiore tempestività, maggiore
correttezza dei dati rilevati, monitoraggio simultaneo della rilevazione, minori costi)234.
Analogamente alle altre due rilevazioni sulla transizione, l’avvio della rilevazione
telefonica del 2001 è stata preceduta dall’invio ad ogni laureato di una lettera, firmata
dal Presidente dell’Istat, che preannunciava ed invitava a partecipare a tale iniziativa.
Limitandosi ad operare un confronto fra la prima e la quinta indagine, quelle che
presentano la documentazione a supporto più dettagliata (Cfr. Par. 5.3.5), si può
ricordare che l’indagine del 1989 ha riguardato 9.760 laureati del 1986 (il 13,5%
dell’intero universo di riferimento; il 72,2% dei laureati a cui era stato spedito il
questionario) che hanno compilato il questionario fra gennaio e giugno 1989, ad un
intervallo dal conseguimento del titolo compreso, quindi, tra 25 e 41 mesi circa; la
quinta rilevazione ha interessato, invece, 20.844 laureati del 1998 (il 16,1% dell’intero
universo di riferimento, il 69,4% della numerosità teorica del campione) intervistati fra
settembre e dicembre 2001, circa tra 33 e 47 mesi dopo la conclusione dei loro studi.
In particolare, le interviste hanno riguardato soltanto il 57,3% del complesso dei
36.373 laureati che si è tentato di contattare. Assai rilevante è risultata, in quest’ultima
indagine, la quota di mancati contatti (il 39% di tutti i laureati che si è tentato di
contattare) determinati, in particolare, da numeri di telefono inesistenti o errati (13,5%),
da laureati senza recapito telefonico o non rintracciabile (10,9%), da assenza del
laureato da intervistare (6,3%). Mentre i rifiuti sono stati pari al 2,4% di tutti gli
individui che si è tentato di raggiungere.
233
Un’indagine pilota, condotta nel marzo 1988 attraverso un questionario postale inviato ad un campione
di 1.602 laureati del 1985 di sette sedi universitarie (Firenze, Genova, Modena, Napoli, Padova, Sassari e
Torino), aveva consentito di valutare con attenzione le problematiche connesse a tale tipologia di
rilevazione. Tale indagine, in particolare, aveva lo scopo di: a) testare il questionario; b) stimare la
variabilità di alcuni caratteri; c) verificare la reperibilità dei laureati; d) valutare la consistenza delle
mancate risposte; e) valutare l’efficacia dei solleciti postali e telefonici. L’esito positivo della
sperimentazione (75% di rispondenti con un solo sollecito) ha consentito l’avvio, dopo pochi mesi, della
prima indagine sugli sbocchi occupazionali dei laureati [Cfr. Istat, 1988].
234
Cfr. Istat, 2001b.
241
5.3.2 Il disegno di campionamento
Il disegno di campionamento adottato nelle cinque indagini sui laureati è ad uno
stadio stratificato e la stratificazione delle unità di analisi e di campionamento, i
laureati, è stata definita sulla base dell’incrocio tra le seguenti variabili:
- sede universitaria e corso di laurea (per le indagini 1989 e 1991);
- sesso, sede universitaria e corso di laurea (per le indagini 1995235, 1998 e 2001).
La mancata disponibilità della classificazione dei laureati italiani secondo il sesso, la
sede universitaria ed il corso di laurea, carenza in larga parte riconducibile alla limitata
informatizzazione degli archivi studenti/laureati delle università (Cfr. Par. 5.3.1), ha
determinato l’impossibilità di includere il genere fra le variabili di stratificazione delle
prime due rilevazioni.
Limitandosi ad illustrare gli elementi più rilevanti del campionamento effettuato per
l’indagine più recente (2001), si può rilevare che gli strati definiti sono risultati pari a
2.253.
La numerosità campionaria complessiva è stata determinata in modo da garantire un
prefissato grado di precisione delle stime riferite ai diversi domini di interesse236.
Sempre con riferimento al 2001, la dimensione campionaria teorica complessiva è stata
determinata pari a 30.052 unità.
Una volta definite le numerosità campionarie teoriche negli strati, la selezione delle
unità campionarie è stata effettuata senza reimmissione e con probabilità uguali. Per
risolvere il problema dell’elevato numero di mancate risposte totali, nel corso della
rilevazione è stato necessario selezionare un ulteriore campione composto da 6.321
laureati.
235
Per l’indagine 1995 sono stati progettati due distinti campioni: uno per i maschi ed uno per le
femmine; ciascuno stratificato sulla base dell’incrocio tra sede universitaria e corso di laurea.
236
Per l’indagine 2001, i principali domini di interesse sono l’intero territorio nazionale, le cinque
ripartizioni geografiche (nord-ovest, nord-est, centro, sud, isole), i quattordici gruppi di corsi di laurea
incrociati con il sesso e, per un numero limitato di stime, le regioni.
Per la formalizzazione del procedimento per il calcolo delle stime Cfr. Istat, 2004, pp. 50-58.
242
5.3.3 I modelli di rilevazione
La struttura ed i quesiti dei modelli di rilevazione sono mutati in misura assai limitata
nel corso delle prime tre indagini sull’inserimento professionale dei laureati (1989, 1991
e 1995). La creazione di un sistema integrato di indagini sulla transizione studio-lavoro
ha reso invece indispensabile procedere ad un’ampia rivisitazione dello strumento di
rilevazione a partire dall’indagine del 1998. La struttura dei questionari utilizzati per la
quarta (1998) e per la quinta indagine (2001) è stata quindi fortemente modificata anche
al fine di garantire la confrontabilità con le informazioni raccolte nelle altre due indagini
sulla transizione dei diplomati della scuola secondaria superiore e dei diplomati
universitari.
a) Le indagini 1989, 1991 e 1995
Il questionario utilizzato per le prime tre indagini prevedeva sei sezioni tematiche,
ulteriormente articolate al loro interno (Tab. 5.9). Le notizie generali (sezione 1),
raccolte con riferimento a tutti i laureati, riguardano le informazioni relative alle
eventuali attività di studio/formazione in corso, allo status occupazionale al momento
dell’intervista e prima della laurea, al motivo della eventuale non ricerca del lavoro ed
ai tempi di inizio della ricerca di lavoro.
Le caratteristiche principali dell’attività lavorativa svolta dai laureati occupati al
momento dell’intervista (posizione nella professione, professione svolta, settore di
attività economica, area aziendale) sono approfondite nella sezione 2. In tale ambito
viene anche indagato il grado di soddisfazione per diversi aspetti del lavoro, la necessità
della laurea e l’utilità della formazione universitaria per il lavoro svolto, i tempi ed i
canali utilizzati per la ricerca del lavoro, l’eventuale svolgimento di una seconda attività
retribuita e la ricerca di una nuova occupazione.
I quesiti rivolti ai laureati (occupati e non occupati) alla ricerca di un lavoro (sezione 3),
analizzano le tipologie ed i tempi delle iniziative di ricerca compiute, gli aspetti più
rilevanti del lavoro cercato, le attese relative al trattamento economico, la disponibilità a
lavorare nelle diverse aree geografiche.
Il percorso universitario di tutti gli intervistati (voto di laurea, eventuali cambiamenti di
corso, regolarità negli studi, esperienza lavorativa durante gli studi) viene esaminato
nella sezione 4, insieme alle informazioni sulle attività (concluse o interrotte) di
studio/formazione successive alla laurea, alla posizione rispetto agli obblighi di leva ed
243
all’eventuale superamento dell’esame di stato. A partire dalla rilevazione 1991, questa
sezione è stata rivisitata e leggermente ampliata; i nuovi quesiti inseriti hanno riguardato
gli eventuali cambi di sede universitaria, la condizione di fuori sede durante gli studi
universitari e la valutazione sulla laurea conseguita in riferimento alla possibile
utilizzazione per il lavoro.
Il contesto socio-economico di provenienza del laureato è ricostruito nella sezione 5.
Le notizie raccolte sulla famiglia di origine riguardavano il titolo di studio, la
condizione occupazionale e la posizione professionale dei genitori.
Infine, le notizie anagrafiche dell’intervistato vengono verificate ed aggiornate nella
sezione 6. I quesiti riguardano, in particolare, il sesso, l’anno di nascita, lo stato civile,
la provincia ed il comune di residenza al momento dell’intervista e dell’iscrizione
all’università, la provincia ed il comune di lavoro.
Tab. 5.9 – Struttura e principali contenuti del questionario utilizzato
per le indagini Istat 1989, 1991 e 1995 sull’inserimento professionale dei laureati
Sezioni questionario
n. quesiti
Argomenti comuni ai questionari
delle tre indagini
Differenze fra i questionari
delle tre indagini
1989
1991
1995
1. Notizie generali
- attività di studio/formazione
in corso
- status occupazionale al momento
dell’intervista e prima della laurea
- stabilità lavoro svolto
- motivo della eventuale non ricerca
del lavoro
- tempi di inizio, dopo la laurea,
della ricerca del lavoro
10
10
13
quesiti inseriti a partire dal
questionario 1995:
- eventuale conseguimento
di un’altra laurea
2. Lavoro attuale
- posizione nella professione
- professione svolta
- settore di attività economica
- area aziendale
- soddisfazione per diversi aspetti
del lavoro
- necessità della laurea per il lavoro
svolto
- utilizzazione nel lavoro
della formazione universitaria
- motivazioni che hanno condotto
alla scelta del lavoro svolto
- canale utilizzato per trovare il
lavoro
- tempo intercorso fra conseguimento della laurea e inizio del
primo lavoro
- tempi di avvio della ricerca
e di inizio del lavoro svolto al
momento dell’intervista
- eventuale svolgimento di una
seconda attività retribuita
18
18
19
quesiti inseriti a partire dal
questionario 1995:
- dimensione azienda
244
- eventuale ricerca
di un nuovo lavoro
3. Ricerca di lavoro
- tipo lavoro cercato
(dipendente/autonomo)
- tipo di iniziativa concreta di
ricerca di lavoro intrapresa
- tempo intercorso dall’ultima
azione di ricerca di lavoro
- aspetti più rilevanti del lavoro
cercato
- grado di disponibilità a lavorare
nelle diverse aree geografiche
5
5
5
4. Curriculum
- tipo maturità conseguita
- voto di laurea
- eventuali cambi di corso durante
l’esperienza universitaria
- regolarità negli studi universitari
- eventuale lavoro svolto durante
gli studi universitari
- valutazione dell’ipotesi
di reiscrizione all’università
- posizione rispetto agli obblighi
di leva
- attività di studio/formazione
successive alla laurea concluse o
interrotte
- superamento esame di stato
15
21
21
5. Notizie sulla famiglia
- titolo di studio dei genitori
- condizione occupazionale dei
genitori
- posizione nella professione dei
genitori
8
8
8
6. Notizie anagrafiche
- sesso
- anno di nascita
- stato civile
- provincia e comune di residenza al
momento dell’intervista e
dell’iscrizione all’università
- provincia e comune di lavoro
12
11
11
nessuna differenza
significativa
quesiti inseriti a partire dal
questionario 1991:
- eventuali cambi di sede
universitaria
- valutazione sulla laurea
conseguita in riferimento
alla possibile utilizzazione
per il lavoro
- condizione di fuori sede
durante gli studi universitari
quesiti eliminati a partire
dal questionario 1991:
- conseguimento
abilitazione insegnamento
nessuna differenza
significativa
quesiti eliminati a partire
dal questionario 1991:
- cittadinanza
b) Le indagini 1998 e 2001
I profondi cambiamenti introdotti nel questionario a partire dalla rilevazione del 1998
sono testimoniati oltre che da una revisione complessiva delle sezioni e dei percorsi
interni, dal significativo incremento del numero complessivo di domande. Dai 77 quesiti
contenuti nel questionario utilizzato per l’indagine 1995, si è passati infatti ai 98 ed ai
109 quesiti previsti, rispettivamente, per le due indagini successive.
La realizzazione dell’indagine 2001 attraverso interviste telefoniche con metodo
C.A.T.I. ha reso indispensabile la revisione del questionario utilizzato al solo scopo di
adattarlo alla nuova tecnica di rilevazione adottata.
245
Il questionario utilizzato in entrambe le indagini si articola in cinque sezioni delle
quali vengono di seguito illustrati i principali contenuti (Tab. 5.10).
Il curriculum degli studi (secondari ed universitari) e le attività di studio/formazione
post-laurea sono indagati nella sezione 1. In tutte e due le indagini, il percorso
formativo del laureato viene esaminato attraverso le informazioni relative al tipo ed al
voto di maturità, alla regolarità del percorso di studi universitari, al voto di laurea,
all’assiduità nella frequenza delle lezioni, all’eventuale attività lavorativa svolta durante
gli studi, alla valutazione dell’ipotesi di reiscrizione allo stesso corso di laurea, alle
precedenti esperienze universitarie interrotte, al conseguimento di un altro titolo
universitario. Questa sezione del questionario, oltre ad analizzare l’eventuale
superamento dopo la laurea dell’esame di stato per l’esercizio di un’attività
professionale, passa in rassegna le principali attività di qualificazione intraprese dopo la
laurea (dottorato di ricerca, specializzazione, tirocinio, praticantato, ecc.), distinguendo
fra quelle concluse e quelle interrotte. I quesiti sulle attività di studio/formazione postlaurea in corso al momento dell’intervista fanno parte, invece, per l’indagine 1998 della
sezione 1 del questionario, mentre nell’indagine successiva vengono trasferite nella
sezione 2 e riferite alle sole attività retribuite. Anche le domande sulle opportunità
lavorative rifiutate dal laureato dopo il conseguimento del titolo e sulle motivazioni
all’origine di tale rifiuto passano, fra il 1998 ed il 2001, dalla sezione 1 alla sezione 2.
Gli aspetti dell’attività lavorativa svolta vengono affrontati nella sezione 2. Al fine di
apprezzare l’elevata mobilità occupazionale che caratterizza i primi anni di vita
lavorativa del laureato, questa sezione si apre con quesiti mirati alla ricostruzione della
storia lavorativa dell’intervistato (esperienze di lavoro concluse o interrotte iniziate
dopo la laurea) e prosegue poi con un’approfondita analisi delle caratteristiche del
lavoro svolto al momento dell’intervista. In questo ambito viene esaminata la tipologia
del lavoro svolto (saltuario, stagionale, continuativo; a tempo pieno, part-time), la
posizione nella professione, la professione svolta, il settore di attività economica, la
dimensione dell’azienda, il numero di ore settimanali lavorate, il guadagno mensile
netto, la necessità della laurea per il lavoro svolto, il canale utilizzato dal laureato per
trovare lavoro, l’eventuale partecipazione a corsi di formazione professionale
organizzati dal datore di lavoro, la soddisfazione per diversi aspetti dell’attività
lavorativa svolta. In considerazione dell’estrema importanza nella ricerca del lavoro del
246
patrimonio relazionale dei giovani, è stata introdotta una batteria di quesiti relativi alla
persona che si è rilevata più utile per iniziare l’attività lavorativa. Viene inoltre indagato
se il laureato è alla ricerca di un nuovo lavoro.
Oltre agli spostamenti di quesiti già ricordati, le altre principali modifiche che hanno
interessato, fra le due indagini, questa sezione sono relative all’inserimento nel 2001 di
domande sul tipo di contratto che regola l’attività lavorativa svolta dal laureato,
sull’utilizzo per il lavoro del computer e delle lingue straniere, sull’eventuale richiesta
di una votazione di laurea minima per accedere al lavoro.
Un altro cambiamento assai importante introdotto con l’indagine 2001 riguarda
l’estensione ai laureati impegnati in lavori occasionali o stagionali dei quesiti volti ad
acquisire un quadro completo delle caratteristiche del lavoro svolto.
I quesiti rivolti ai laureati (occupati e non occupati) alla ricerca di un lavoro (sezione
3), oltre ad indagare sulla reale intenzione del laureato di cercare un lavoro (tempo
intercorso dall’ultima iniziativa concreta per cercare lavoro, disponibilità ad iniziarlo
entro
le
due
settimane
successive
all’intervista),
analizzano
le
aspettative
dell’intervistato riguardo agli aspetti principali del lavoro cercato (tipo di orario
preferito, lavoro dipendente/autonomo, trattamento economico), la disponibilità a
lavorare all’estero e, più in generale, a trasferirsi.
Il contesto socio-economico di provenienza degli intervistati è ricostruito nella
sezione 4. Gran parte delle notizie raccolte sulla famiglia di origine sono riferite a
quando il laureato aveva l’età di 14 anni ed interessano il titolo di studio, la condizione
occupazionale e, in dettaglio, la posizione professionale dei genitori.
Infine, le notizie anagrafiche dell’intervistato sono verificate ed aggiornate nella
sezione 5. I quesiti riguardano, in particolare, la cittadinanza, la provincia di residenza
al momento dell’intervista e prima dell’iscrizione all’università, la provincia di lavoro,
il sesso, l’anno di nascita, la posizione rispetto agli obblighi di leva e lo stato civile.
247
Tab. 5.10 - Struttura e principali contenuti del questionario utilizzato per le indagini Istat 1998 e
2001 sull’inserimento professionale dei laureati
Sezioni questionario
Argomenti comuni ai questionari
di entrambi le indagini
n. quesiti
1998
2001
Differenze fra i questionari delle due indagini
1. Curriculum
- tipo maturità conseguita
- voto di maturità
- eventuale conseguimento di un altro
titolo universitario
- precedenti esperienze universitarie
interrotte
- regolarità del percorso di studi
relativo alla laurea
- voto di laurea
- assiduità nella frequenza delle lezioni
- eventuale trasferimento conseguente
all’iscrizione all’università
- attività lavorativa durante gli studi
- valutazione dell’ipotesi di reiscrizione
allo stesso corso di laurea
- attività di studio/formazione successive alla laurea concluse o interrotte
- superamento esame di stato
30
26
quesiti eliminati dal
questionario 2001:
- area disciplinare
dell’eventuale altro titolo
universitario conseguito
- anno di prima immatricolazione all’università
- valutazioni sul docente
titolare dell’ultimo
insegnamento fondamentale
frequentato
quesiti trasferiti nella sez. 2
del questionario 2001
- attività di studio/formazione in corso*
- opportunità di lavoro
rifiutate dopo il
conseguimento laurea
2. Lavoro
- attività lavorative iniziate dopo la
laurea concluse o interrotte
- eventuale non ricerca del lavoro
- stabilità lavoro svolto al momento
dell’intervista
- lavoro a tempo pieno o part-time
- posizione nella professione
- professione svolta
- settore di attività economica
- dimensione azienda
- numero di ore lavorate
- retribuzione
- soddisfazione per diversi aspetti del
lavoro svolto
- necessità della laurea per il lavoro
svolto
- canale utilizzato per trovare il lavoro
- eventuale partecipazione a corsi di
formazione organizzati dal datore di
lavoro
- persona che è stata più utile per
iniziare l’attività lavorativa
- eventuale ricerca di un nuovo lavoro
32
49
nuovi quesiti inseriti nel
questionario 2001:
- motivo della eventuale
interruzione di un’attività
lavorativa iniziata dopo la
laurea
- motivo della eventuale non
ricerca del lavoro
- eventuale richiesta per
accedere al lavoro di una
votazione di laurea minima
- tipologia contrattuale
- utilizzo del computer e
delle lingue straniere nel
lavoro
quesiti eliminati dal
questionario 2001:
- area aziendale nella quale
viene svolto il lavoro
quesiti trasferiti dalla sez. 1
del questionario 1998
- attività di studio/formazione in corso*
- opportunità di lavoro
rifiutate dopo il
conseguimento laurea
3. Ricerca di lavoro
- tempo intercorso dall’ultima iniziativa
concreta di ricerca di lavoro
- disponibilità ad iniziare il lavoro entro
le due settimane successive
all’intervista
- aspettative riguardo ad alcuni aspetti
del lavoro cercato (tipo di orario,
lavoro alle dipendenze/autonomo)
- attese retributive
- disponibilità a lavorare all’estero e a
trasferirsi
7
7
248
quesiti eliminati dal
questionario 2001:
- iniziative intraprese per
cercare lavoro
4. Notizie sulla famiglia
di origine
- n. fratelli e sorelle
- titolo di studio dei genitori
- condizione occupazionale dei genitori
- posizione nella professione dei
genitori
- professione del padre
14
15
quesiti eliminati dal
questionario 2001:
- professione della madre
5. Notizie anagrafiche
- cittadinanza
- sesso
- anno di nascita
- stato civile
- posizione rispetto agli obblighi di leva
- provincia di residenza al momento
dell’intervista e prima dell’iscrizione
all’università
- provincia di lavoro
15
12
nessuna differenza
significativa
*Le attività di studio/formazione in corso al momento dell’intervista indagate nella sezione 2 del
questionario 2001 sono esclusivamente quelle retribuite.
5.3.4 I controlli di qualità
I controlli di qualità effettuati sulla documentazione raccolta dalle indagini
sull’inserimento professionale dei laureati differiscono sostanzialmente in base alla
tecnica di rilevazione utilizzata.
Nell’indagine 1989, condotta con questionario postale, i controlli di qualità
prevedevano la revisione dei questionari compilati e la correzione degli errori
individuati automaticamente nel corso della registrazione su supporto informatico dei
dati raccolti.
La revisione dei questionari riguardava principalmente:
a) quesiti (voto e mese di laurea, sesso, ecc.) per i quali esistevano informazioni
fornite dall’università utili per correggere o integrare quanto dichiarato (o tralasciato)
dal laureato;
b) quesiti che prevedevano successioni o salti logici nella compilazione delle singole
domande del questionario e dovevano pertanto essere revisionati eliminando le parti
ridondanti, nel caso di mancato rispetto di tali salti;
c) quesiti (posizione nella professione, professione svolta, settore di attività
economica) che si autorevisionavano correlando fra loro sequenze di più risposte.
La fase relativa al controllo delle informazioni registrate su supporto informatico è
stata realizzata con l’ausilio di programmi
opportunamente approntati per
l’individuazione e la correzione interattiva a terminale degli errori. La correzione
249
avveniva sempre consultando il questionario compilato e ripristinando l’informazione
originaria nel caso di errore nella digitazione dei dati.
Il piano di controllo e correzione dei dati predisposto dall’Istat per l’indagine 2001
risulta analogo a quello delle altre due indagini C.A.T.I. sulla transizione. La
metodologia C.A.T.I. consente, come è stato evidenziato in precedenza, l’effettuazione
di controlli già nella fase di rilevazione dei dati che si traducono in una più elevata
qualità delle informazioni raccolte. Tuttavia, al termine di ogni rilevazione effettuata
con questa tecnica rimangono alcuni errori che devono essere individuati e corretti; si
tratta principalmente di mancate risposte parziali237, di valori fuori range nei quesiti
aperti e di incompatibilità tra variabili.
Il piano di controllo e correzione dei dati per l’indagine 2001 sui laureati è basato su
procedure che si avvalgono di criteri deterministici per le variabili quantitative e per
quelle i cui valori corretti possono essere desunti da altre informazioni ottenute con
l’intervista e di criteri probabilistici per le variabili qualitative.
La documentazione pubblicata al riguardo dall’Istat pone in evidenza che
globalmente è stato corretto solo lo 0,66 per cento del complesso dei dati raccolti.
Concentrando l’attenzione sui record (uno per ogni laureato intervistato) che
compongono il file con i risultati dell’indagine in questione, si può invece concludere
che il 50 per cento dei record non sono stati corretti, per il 27,7 per cento è stato
riscontrato e corretto un solo errore e che per il rimanente 22,3 per cento si sono resi
necessari 2 o più interventi di correzione.
5.3.5 La diffusione dei dati
I principali risultati delle indagini sull’inserimento professionale dei laureati sono
stati pubblicati dall’Istat (Tab. 5.11) all’interno della collana Informazioni (denominata
fino al 1996 Collana d’informazione). La diffusione della documentazione relativa alla
prima indagine, quella sulla leva di laureati del 1986, è stata realizzata con il volume
Indagine 1989 sugli sbocchi professionali dei laureati. In questa pubblicazione del 1990
sono illustrati in dettaglio le operazioni che hanno consentito l’individuazione del
collettivo da indagare, la metodologia della rilevazione, i contenuti del questionario
237
Si tratta, in particolare, delle modalità di risposta “non sa/non ricorda”, “non vuole rispondere” e “non
capisce la domanda”.
250
d’indagine, il disegno di campionamento, le procedure di stima dei parametri oggetto
d’indagine, il grado di partecipazione, il periodo di rilevazione e di compilazione dei
questionari. Un sintetico commento dei principali risultati completa la parte a supporto
della documentazione quantitativa presentata. Nell’appendice è riportato il modello
utilizzato per la rilevazione.
Tab. 5.11 – Pubblicazione dei risultati delle indagini sull’inserimento professionale dei laureati
Generazione
sottoposta
ad indagine
Anno
rilevazione
Volumi pubblicati
1986
1989
Istat (1990), Indagine 1989 sugli sbocchi professionali dei laureati,
Collana d’informazione, n. 17
1988
1991
Istat (1994), Indagine 1991 sugli sbocchi professionali dei laureati,
Collana d’informazione, n. 1
1992
1995
Istat (1996), Inserimento professionale dei laureati. Indagine 1995,
Informazioni, n. 10
1995
1998
Istat (2000), Inserimento professionale dei laureati. Indagine 1998,
Informazioni, n. 28
2001
Istat (2003), I laureati e il mercato del lavoro. Inserimento professionale
dei laureati. Indagine 2001, Informazioni, n. 311
Istat (2004), I laureati e lo studio. Inserimento professionale dei laureati.
Indagine 2001, Informazioni, n. 81
1998
1
Volume disponibile anche su Internet (www.istat.it).
L’ampia documentazione statistica presente nel volume (oltre 170 pagine, per 180
tavole) si sviluppa seguendo la successione logica delle domande inserite nel
questionario. In particolare, il piano di tabulazione realizzato affronta i seguenti capitoli:
1. La condizione occupazionale
2. La condizione occupazionale anteriore alla laurea
3. L’area di attività economica, la posizione nella professione ed il ramo di attività
economica
4. I disoccupati e gli inattivi
5. Il secondo lavoro
6. Tempi di accesso al mercato del lavoro
7. Grado di utilizzo della formazione universitaria
8. Modalità per pervenire al lavoro attuale e valutazioni del lavoro svolto
251
9. La ricerca del lavoro
10. La formazione professionale dopo la laurea
11. La mobilità
12. Il curriculum degli studi
13. Estrazione sociale
14. Dati demografici.
I risultati dell’indagine campionaria sono stati riportati, distintamente per genere e
secondo i caratteri di stratificazione, all’universo di riferimento e cioè al totale dei
laureati del 1986 risultanti dagli elenchi trasmessi dalle università. La documentazione
pubblicata (dati assoluti e composizione percentuale) è quindi riferita al complesso dei
laureati ed è presentata distintamente per genere, gruppi238 e corsi di laurea, ripartizione
geografica (dell’ateneo, della residenza del laureato).
Il percorso utilizzato per la pubblicazione della documentazione quantitativa
dell’indagine 1989 viene mantenuto sostanzialmente inalterato anche per i volumi
relativi alle due indagini successive239.
Analogamente, i volumi forniscono alcune note sintetiche a commento dei principali
risultati delle due indagini e riportano, in appendice, il modello utilizzato per la
rilevazione.
Le modifiche più rilevanti riguardano, invece, l’apparato metodologico a supporto
dei risultati presentati che appare pressoché inesistente per l’indagine 1991 e limitato
soltanto al disegno di campionamento per la rilevazione 1995. Il quadro che emerge dai
volumi pubblicati appare carente per quanto riguarda le informazioni su modalità e
tempi necessari per la predisposizione degli elenchi dei laureati, periodo di svolgimento
della rilevazione, tempo trascorso fra conseguimento della laurea e compilazione del
questionario, controlli di qualità dei risultati, tassi di risposta (per genere, ateneo, gruppi
di corsi, residenza del laureato).
Più soddisfacente, seppure incompleto, appare il quadro offerto dalla pubblicazione
relativa all’indagine 1998. Il volume Inserimento professionale dei laureati, oltre ad
illustrare i principali risultati della quarta indagine, sviluppa un esame approfondito
della partecipazione dei laureati all’indagine e del disegno di campionamento. Tuttavia,
238
La classificazione adottata raggruppa i corsi di laurea in 8 differenti gruppi: scientifico, medico,
ingegneria, agrario, economico, politico-sociale, giuridico e letterario.
239
Cfr. Istat, 1994b; Istat, 1996.
252
gran parte delle carenze evidenziate in precedenza (modalità e tempi per la
predisposizione degli elenchi dei laureati, periodo di svolgimento della rilevazione,
tempo trascorso fra conseguimento della laurea e compilazione del questionario, ecc.)
caratterizzano anche la pubblicazione dei risultati di questa indagine.
La documentazione statistica presente nel volume (circa 230 pagine, per oltre 70
tavole) affronta i seguenti capitoli:
1. Il curriculum degli studi
2. Occupati e in cerca di lavoro
3. La condizione occupazionale
4. Le esperienze lavorative e la ricerca di lavoro
5. L’estrazione sociale.
I risultati dell’indagine campionaria sono riportati all’universo di riferimento. La
documentazione pubblicata (dati assoluti e composizione percentuale) è quindi riferita
al complesso dei laureati ed è presentata distintamente per genere, gruppi240 e corsi di
laurea, ripartizione geografica (della sede universitaria, della residenza), ecc..
Il volume riporta in appendice il modello di rilevazione ed è corredato da un floppy
disk che contiene tutte le tavole statistiche in formato Excel.
Assai più completa ed articolata appare la pubblicazione della documentazione
sull’indagine 2001. La diffusione dei risultati è stata realizzata con due volumi tematici
riproponendo, in larga parte, lo schema adottato per l’indagine sui diplomati della
scuola secondaria superiore svolta nello stesso anno.
Il primo volume (edito nel 2003), I laureati e il mercato del lavoro, approfondisce le
intersezioni fra studi compiuti, lavoro e ricerca di un’occupazione. In dettaglio, la
documentazione statistica (oltre 170 pagine, per 41 tavole) si articola nei seguenti
capitoli:
1. Occupati e in cerca di lavoro
2. Il lavoro svolto
3. Le esperienze lavorative e la ricerca di lavoro.
240
A differenza dalle tre indagini precedenti, la classificazione adottata raggruppa i corsi di laurea in 14
differenti gruppi: scientifico, chimico-farmaceutico, geo-biologico, medico, ingegneria, architettura,
agrario, economico-statistico, politico-sociale, giuridico, letterario, linguistico, insegnamento,
psicologico.
253
La pubblicazione è corredata da due floppy disk che contengono le tavole statistiche
presenti nel volume ed altre tavole aggiuntive. In particolare, le 23 tavole aggiuntive,
estendendo l’analisi a tutti i laureati che lavorano, consentono di approfondire il
capitolo 2 (Il lavoro svolto), riferito soltanto a quanti svolgono un’attività lavorativa
iniziata dopo il conseguimento della laurea. La documentazione aggiuntiva assicura,
inoltre, la possibilità di effettuare i confronti con i dati presentati nelle edizioni
precedenti dell’indagine.
Il secondo volume (pubblicato nel 2004), I laureati e lo studio, riporta la
documentazione relativa alla carriera universitaria, alle attività di studio e di formazione
intraprese dopo la laurea, al rapporto fra caratteristiche socio-economiche della famiglia
di origine e scelte di studio o di lavoro dei laureati. Le 28 tavole statistiche, presenti
esclusivamente nel floppy disk allegato al volume, affrontano le tematiche seguenti:
1. Il curriculum degli studi dei laureati
2. Le attività di studio post-laurea
3. L’influenza della famiglia di origine sulle scelte di studio e di lavoro.
I risultati dell’indagine campionaria sono riportati all’universo di riferimento. La
documentazione pubblicata (dati assoluti e composizione percentuale) in entrambi i
volumi è quindi riferita al complesso dei laureati ed è presentata distintamente per
genere, gruppi e corsi di laurea, ripartizione geografica (della sede universitaria, della
residenza).
Nel primo volume pubblicato compare inoltre per la prima volta una tavola (cfr. Tav.
1.4) che, distintamente per 53 atenei (sui 64 appartenenti all’universo), presenta la
consistenza complessiva dei laureati occupati unitamente alla quota di quanti svolgono
un lavoro continuativo iniziato dopo il conseguimento del titolo.
L’apparato metodologico a supporto della documentazione quantitativa risulta
ampliato rispetto a quello dell’indagine precedente. Entrambi i volumi illustrano in
dettaglio la rilevazione presso le università e la rilevazione telefonica, il disegno di
campionamento e le metodologie utilizzate per il controllo dei dati raccolti. Non
vengono però presentati i tassi di risposta riferiti ad alcune variabili quali ateneo, corso
di laurea, ecc. e la documentazione sulla distribuzione dei laureati secondo il tempo
trascorso fra il conseguimento della laurea e l’intervista telefonica.
In appendice è riportato il modello utilizzato per l’intervista telefonica ai laureati.
254
L’intera documentazione dell’indagine 2001 (volumi e tavole allegate) è stata resa
disponibile sul sito Internet dell’Istat prima della pubblicazione dei corrispondenti
volumi cartacei.
Sono inoltre acquisibili i file standard contenenti i microdati delle ultime tre indagini
(1995, 1998 e 2001)241.
5.4. Gli aspetti problematici
La crescente rilevanza delle tematiche relative alla spendibilità dei titoli di studio nel
mercato del lavoro e la più generale riflessione sull’efficacia esterna dell’istruzione
trova riscontro nel sistema integrato di indagini sulla transizione scuola e
università/lavoro messo a punto dall’Istat, sulla base dell’esperienza acquisita in
precedenza con i laureati, verso la fine degli anni ’90.
L’integrazione metodologica delle tre indagini, completata nel 2001 con l’adozione
del sistema CATI anche per l’indagine sull’inserimento professionale dei laureati,
consente di avere a disposizione un quadro confrontabile ed articolato sulla transizione.
Per le indagini 2001 sui diplomati della scuola secondaria superiore e sui laureati si
registrano anche miglioramenti significativi nei tempi di diffusione dei risultati. La
disponibilità sul sito Internet dell’Istat dei volumi completi delle indagini, ancor prima
che questi vengano perfezionati per la stampa, rappresenta una soluzione che permette
un utilizzo più efficace delle informazioni statistiche prodotte.
Rimangono, tuttavia, da segnalare alcuni aspetti problematici ai quali può essere
trovata soluzione prevedendo semplicemente un’integrazione alla documentazione fino
ad ora pubblicata ed altri che, soprattutto in prospettiva, esigono un’analisi puntuale ed
un ripensamento dello schema di indagine fino ad ora adottato.
Il primo aspetto che impone un’attenta valutazione, unitamente al supporto dei dati
statistici appropriati, riguarda l’ampiezza dell’intervallo di tempo intercorso fra il
conseguimento della laurea/diploma universitario e l’intervista telefonica (o, nel caso
delle indagini postali, la compilazione del questionario).
241
I file standard delle due indagini precedenti (1989 e 1991) non sono acquisibili nel formato disponibile
attualmente presso l’Ufficio diffusione dati dell’Istat. All’epoca della pubblicazione dei risultati di tali
indagini, tuttavia, i microdati erano resi accessibili (fatte salve alcune restrizioni finalizzate a
salvaguardare la privacy) direttamente ai ricercatori che ne facevano richiesta.
255
Come è stato rilevato nella pubblicazione relativa alla prima indagine condotta
dall’Istat sui laureati: “alcune variabili quali la possibilità di trovare un lavoro, il
completamento di corsi di formazione, ecc. sono senz’altro influenzate da questo
intervallo essendo strettamente correlate con il fattore tempo.” [Istat, 1990, p. 25]
L’andamento crescente dei tassi di attività dei laureati all’ampliarsi dell’intervallo fra
conseguimento del titolo e compilazione del questionario, riportati dall’Istat con
riferimento all’indagine 1989, testimonia con efficacia queste considerazioni. Lo scarto
fra i tassi di attività dei laureati intervistati a 25-27 mesi dalla laurea e quelli di quanti
hanno compilato il questionario dopo 37-39 mesi è superiore a 6 punti percentuali e
diviene pari a circa 25 punti per lo sparuto gruppo di laureati che hanno risposto dopo
40-41 mesi.
La scelta di intervistare un campione di laureati/diplomati che hanno conseguito il
titolo in un determinato anno solare implica inevitabilmente una differente esposizione
alle opportunità offerte dal mercato del lavoro ed una diversa possibilità di avere portato
a termine le eventuali attività di formazione intraprese dopo il conseguimento del titolo.
Al fine di fornire una documentazione che consenta una valutazione puntuale dei
risultati dell’indagine, è quindi preferibile, sull’esempio di quanto è stato fatto in
occasione dell’indagine 1989, presentare sempre la distribuzione degli intervistati
secondo il tempo trascorso fra conseguimento del titolo ed intervista affiancata dai
relativi dati occupazionali.
Le altre principali carenze riscontrate nelle pubblicazioni Istat sono già state illustrate
in dettaglio nella trattazione delle singole indagini. A tale riguardo, è sufficiente
ricordare che si tratta per lo più di imperfezioni relative all’apparato metodologico a
supporto dei risultati presentati e, in particolare per le indagini sui laureati 1991 e 1995,
di mancanza di informazioni su modalità e tempi necessari per la predisposizione degli
elenchi dei laureati, periodo di svolgimento della rilevazione, controlli di qualità dei
risultati, tassi di risposta (per genere, ateneo, gruppi di corsi, residenza del laureato,
ecc.).
Nel capitolo introduttivo del presente Rapporto è stata ampiamente trattata la
necessità dell’incontro fra domanda ed offerta di informazione statistica. A questo
proposito occorre rilevare che, per quanto riguarda i laureati, le esigenze conoscitive
delle singole università hanno trovato una prima risposta, seppure parziale, soltanto con
256
l’indagine del 2001 che ha consentito di disporre, distintamente per 53 atenei (sui 64
appartenenti all’universo), dei dati sulla consistenza complessiva dei laureati occupati
unitamente alla quota di quanti svolgono un lavoro continuativo iniziato dopo il
conseguimento del titolo. Tale lacuna informativa dovrebbe avere una risposta più
completa con l’indagine 2004. La rilevazione è stata disegnata, infatti, per fornire
risultati disaggregati per ateneo ed area disciplinare242.
Le esigenze informative degli atenei sono ulteriormente rafforzate dalle recenti
disposizioni del MIUR in merito alla valutazione dei risultati di processo che rendono
indispensabile la realizzazione del monitoraggio sull’efficacia esterna delle lauree
triennali e di quelle specialistiche a ciclo unico ad un anno dal conseguimento del
titolo243.
A ciò è necessario aggiungere che il quadro relativo all’inserimento professionale dei
laureati può essere arricchito in misura significativa attraverso indagini svolte
estendendo il campo di osservazione oltre i tre anni. In questo modo si potrebbero
cogliere con maggiore puntualità gli esiti della formazione post-laurea di lunga durata
(soprattutto per i percorsi di studio giuridico e medico) e, più in generale, nell’accesso
alle posizioni lavorative più ambite.
242
Le principali caratteristiche dell’indagine 2004 sui laureati 2001 sono le seguenti:
• Tipologia indagine: campionaria;
• Metodologia di indagine: coerentemente alle altre indagini del Sistema di indagini Istat sulla transizione
istruzione-lavoro, telefonica (CATI);
• Popolazione di riferimento: laureati dell’anno solare 2001 in tutte le sedi universitarie italiane;
• Campione: a uno stadio, stratificato per sesso, sede universitaria di appartenenza e corso di laurea.
Le innovazioni introdotte riguardano:
• Ampliamento del campione allo scopo di produrre stime rappresentative a livello di Ateneo e Ateneo
incrociato per Grandi aree disciplinari;
• Questionario ristrutturato: razionalizzazione flussi e contenuti informativi, adeguamento contenutistico
alle innovazioni della normativa relativa al mercato del lavoro, miglioramento della confrontabilità con
la nuova Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro;
• Sviluppo in-house del questionario elettronico CATI tramite il software Blaise;
• Nuova procedura di codifica assistita (in corso di intervista) del quesito aperto sulla professione.
L’obiettivo dell’indagine è quello di intervistare circa 26.000 laureati.
243
Le disposizioni emanate con una recente nota del MIUR evidenziano che “A partire dall’anno
accademico 2005-2006, le verifiche sull’offerta formativa attivata dalle Università terranno conto, in
questa fase solo per i corsi di laurea e di laurea specialistica a ciclo unico, anche dei risultati di processo,
con effetto sui criteri di ripartizione delle risorse statali, relativamente ai seguenti indicatori: […]
percentuale di occupati, ad un anno dal conseguimento del titolo, in relazione alla diversa tipologia delle
lauree ed alla situazione di contesto” [MIUR, 2003, p. 10].
257
5.5. Riferimenti bibliografici
Albergamo C., Pace S. (2001), Indagine Istat sull’inserimento professionale dei
laureati: da rilevazione postale a CATI, in Fabbris L. (a cura di), Captor 2000:
qualità della didattica e sistemi computer assisted, CLEUP
Istat (1988), Indagine sperimentale sugli sbocchi professionali dei laureati, Notiziario,
Serie 4, Foglio 41, n. 12
Istat (1990), Indagine 1989 sugli sbocchi professionali dei laureati, Collana
d’informazione, n. 17
Istat (1994a), Indagine 1991 sugli sbocchi professionali dei laureati, Collana
d’informazione, n. 11
Istat (1994b), Indagine longitudinale sugli sbocchi professionali dei laureati, Collana
d’informazione, n. 25
Istat (1996), Inserimento professionale dei laureati. Indagine 1995, Informazioni, n. 10
Istat (1999), Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati. Indagine 1998, Informazioni,
n. 29
Istat (2000), Inserimento professionale dei laureati. Indagine 1998, Informazioni, n. 28
Istat (2001a), Inserimento professionale dei diplomati universitari. Indagine 1999,
Informazioni, n. 21
Istat (2001b), Indagini sociali telefoniche. Metodologia ed esperienze della statistica
ufficiale, Metodi e Norme, n. 10
Istat (2002a), Diplomati e mercato del lavoro. Percorsi di studio e di lavoro dei
diplomati. Indagine 2001, Informazioni, n. 44
Istat (2003b), I laureati e il mercato del lavoro. Inserimento professionale dei laureati.
Indagine 2001, Informazioni, n. 31
Istat (2003a), I diplomati e lo studio. Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati,
Indagine 2001, Informazioni, n. 30
Istat (2003), Inserimento professionale dei diplomati universitari. Indagine 2002,
Statistiche in breve, 22 Luglio 2003
Istat (2004), I laureati e lo studio. Inserimento professionale dei laureati. Indagine
2001, Informazioni, n. 8
Micali A., Buldo B. (2001), L’indagine pilota sugli sbocchi professionali dei maturi, in
Istat, Indagini sociali e telefoniche. Metodologia ed esperienze della statistica
ufficiale, Metodi e Norme, n.10
Micali A., Ungaro P. (1998), Il sistema di indagini Istat sulla transizione scuola-lavoro,
Rivista Italiana di Economia, Demografia e Statistica, volume LII – n. 2-3
MIUR (2003), Nota n. 995 con oggetto: D.M. 8 maggio 2001 (programmazione del
sistema universitario per il triennio 2001-2003), come ridefinito, per la parte
finanziaria, con il D.M. 24 aprile 2002, art.3, 3 luglio 2003
Murgia M., Pace S., Ungaro P. (2002), Automated Coding System: An Application to the
Istat School-to-work Transition Survey, Società Italiana di Statistica, Atti della XLI
Riunione Scientifica, Cleup.
258
SERIE “RAPPORTI DI RICERCA”
93.01
Valutazioni di procedure di oscuramento delle informazioni individuali e
di canoni di pubblicazione di informazioni a minimo rischio di
individuazione, (M. Angrisani)
93.02
Gli investimenti pubblici: problemi di contabilità pubblica e di contabilità
nazionale, (G. Trupiano)
93.03
Investimenti pubblici lordi e netti: problemi analitici, (V. Selan)
93.04
L’indice dei prezzi al consumo in Italia, (F. Franceschini, G. Marliani,
M. Martini)
94.01
Privatizzazione e sistema statistico nazionale, (G. Di Gaspare)
94.02
Stato delle statistiche sociali in Italia, (G.B. Sgritta)
94.03
Statistica sociale e Statistiche sociali, (L. Bernardi)
94.04
Prospettive preliminari per possibili analisi longitudinali nella statistica
ufficiale italiana, (U. Trivellato, G. Ghellini, C. Martelli, A. Regoli)
94.05
Analisi di alcune caratteristiche del Programma Statistico Nazionale
1995-1997, (D. Cotzia, S. D’Andrea,E. Mastantuoni)
94.06
Verifica dei ritardi rispetto alle previsioni di stampa delle pubblicazioni
ISTAT negli anni 1993 e 1994, (D. Cotzia)
94.07
Analisi sulla tempestività della Produzione di informazione statistica
(Esame di alcune rilevazioni ed elaborazioni dell’Istat), (D. Cotzia)
94.08
La suddivisione territoriale della spesa pubblica per investimenti, (G.
Trupiano)
94.09
Il consolidamento della spesa pubblica per investimenti, (G. Trupiano)
94.10
Investimenti netti, ammortamenti e spese di manutenzione. Stock di
capitale: un’ipotesi censuaria, (V. Selan)
94.11
Le spese per investimenti nelle statistiche Eurostat sui conti delle
amministrazioni pubbliche, (M. Colazingari)
94.12
Gli investimenti pubblici del Comune di Roma, (P. Palmarini)
94.13
La revisione del Sistema dei Conti Nazionali: problemi e prospettive per
l’Italia, (B. Bracalente, G. Carbonaro, M. Carlucci, M. Di Palma, L.
Esposito, G. Ferrari, R. Zelli)
259
94.14
La tutela della riservatezza e l’identificazione dei rispondenti alle
rilevazioni statistiche svolte nell’ambito del Sistan: rapporto preliminare,
(M. Angrisani, L. Buzzigoli, A. Giusti, L. Grassini, G. Marliani)
94.15
I dati statistici produttivi di effetti giuridici determinati e la loro
sindacabilità, (G. Manto)
94.16
Ufficialità del dato e Programma Statistico Nazionale, (G. D’Alessio)
94.17
Valutazioni preliminari sulla qualità dei dati dell’ultimo censimento
generale della popolazione e delle abitazioni, (G. De Santis, A.
Bonaguidi, A. Santini)
94.18
La revisione del Sistema dei Conti Nazionali: problemi e prospettive per
l’Italia - rapporto finale, (B. Bracalente, G. Carbonaro, M. Carlucci, M.
Di Palma, L. Esposito, G. Ferrari, R. Zelli)
95.01
Classificazione delle province italiane in clusters e determinazione delle
province outliers in riferimento alle correzioni degli errori di coerenza e
di range del censimento dell’agricoltura 1991, (S. D’Andrea)
95.02
La qualità dei dati dell’ultimo censimento generale della popolazione e
delle abitazioni, (G. De Santis, S. Salvini, A. Santini)
95.03
Stato delle Statistiche sociali in Italia - Sintesi del rapporto, (G. B.
Sgritta)
95.04
Lo Stato dell’informazione statistica nei comuni e negli altri enti
territoriali intermedi del Sistan: le province di Ferrara e Siena, (A. Buzzi
Donato, I. Drudi, M.R. Ferrante, C. Filippucci, G. Gesano, G. Ghellini,
T. Giovani, A. Lemmi)
95.05
Analisi delle funzioni del Sistema di Informazione Geografica-GISCO
della Commissione delle Comunità Europee, (E. Mastantuoni)
95.06
Stato ed evoluzione delle statistiche ambientali in Italia, (L. Fabbris, M.
Lo Cascio)
95.07
Rapporto sugli aspetti statistici nella Legislazione Ambientale - I. Aria,
(S. Bordignon, A. C.S. Capelo, G. Lovison, G. Masarotto)
95.08
Il Sistema Statistico delle Imprese in Italia: rapporto preliminare, (S.
Biffignandi, M. Pratesi, T. Proietti, L. Schionato)
95.09
Prospettive per possibili analisi longitudinali nella statistica ufficiale
italiana, ( U. Trivellato, G. Ghellini, C. Martelli, A. Regoli)
95.10
Per una estensione dei compiti della Commissione per la Garanzia
dell’informazione statistica, (G. Calvi, M.T. Crisci, S. Draghi, L. Ferrari,
A. Rizzi)
260
95.11
Rapporto sugli aspetti statistici nella legislazione ambientale - II.
Rumore, (S. Bordignon, A. C.S. Capelo, G. Lovison, G. Masarotto)
95.12
Innovazioni integrazioni nel sistema dei conti nazionali: Problemi aperti
e soluzioni possibili - Sintesi e suggerimenti -, (B. Bracalente, G.
Carbonaro, M. Carlucci, M. Di Palma, L. Esposito, G. Ferrari, R. Zelli)
95.13
Disaggregazione spaziale e temporale delle statistiche ufficiali sulla
qualità dell’aria, (L. Fabbris)
95.14
Disaggregazione spaziale e temporale delle statistiche ufficiali sulla
qualità delle acque, (L. Fabbris)
95.15
L’esercizio della funzione statistica a livello locale: lo stato degli uffici di
statistica comunali dopo il d.lgs. n.322/89, (G. Manto)
95.16
Gli uffici di statistica dei Ministeri, (C. Gallucci)
95.17
Le statistiche comunitarie e le statistiche nazionali: evoluzione,
coordinamento, integrazione e processi di uniformazione, (G. Di
Gaspare)
95.18
Organizzazione ed attività statistica delle regioni nel contesto del Sistan,
(G. D’Alessio)
96.01
Rapporto sullo stato dell’informazione statistica nei comuni della
provincia di Bari, (C. Cecchi, V. Nicolardi, A. Pollice, N. Ribecco)
96.02
Sistemi Nazionali di statistica: loro organizzazione e funzionamento in
alcuni paesi dell’unione europea, (B. Carelli)
96.03
L’attività delle amministrazioni centrali dello Stato per il programma
statistico nazionale del triennio 1996-98, (G. Filacchione)
96.04
Rapporto sugli aspetti statistici nella legislazione ambientale - III. Dati
mancanti -, (S. Bordignon, A.C.S. Capelo, G. Lovison, G. Masarotto)
96.05
Osservatorio Statistico Locale: Studio di un modello per il Sistan, (P.
Bellini, S. Campostrini, T. Di Fonzo, M.P. Bellini)
96.06
La tutela della riservatezza e l’identificazione dei rispondenti alle
rilevazioni statistiche svolte nell’ambito del Sistan - rapporto finale, (M.
Angrisani, L. Buzzigoli, A. Giommi, A. Giusti, L. Grassini, G. Marliani)
96.07
Analisi dell’organizzazione e delle iniziative del Sistan - Esame delle
pubblicazioni presenti nel Catalogo Sistan 1994, (A. De Nardo, S.
Sagramora)
96.08
Sistema Statistico delle Imprese, (S. Biffignandi, M. Pratesi, T. Proietti,
L. Schionato)
261
96.09
Monitoraggio della diffusione dei dati riguardanti alcuni indicatori
dell’Istat su prezzi, lavoro e commercio con l’estero, (A. De Nardo, E.
Mastantuoni, M. Notarnicola, S. Sagramora)
96.10
Monitoraggio della qualità e tempestività dell’indice della produzione
industriale, (V. Napoli, F. Tagliafierro)
96.11
La qualità dei dati del VII censimento dell’industria e dei servizi: alcune
valutazioni dal punto di vista dell’utilizzatore, (R. Guarini, R. Zelli)
96.12
Analisi del processo di revisione corrente delle stime provvisorie dei dati
del Commercio con l’Estero, (E. Mastantuoni, S. Sagramora)
96.13
Prime indagini sull’accesso ai dati statistici individuali nell’ambito del
Sistan, (L. Buzzigoli, C. Martelli, N. Torelli)
97.01
Interconnessione di basi di dati: problemi di sfruttamento statistico, (A.
Cortese)
97.02
La formazione statistica nelle amministrazioni dello Stato: profili
comparativi ed elementi propositivi, (F. Covino)
97.03
Rapporto sull’autonomia degli uffici di statistica nelle amministrazioni
centrali dello Stato, (F. Covino)
97.04
Rapporto sulle regioni e le province autonome nel sistema statistico
nazionale, (N. Belvedere)
97.05
Il sistema statistico europeo. Stato attuale e possibile riforma, (I. Savi)
97.06
Rapporto preliminare sulla statistica in Francia e nel Regno Unito, (E.
Marotta)
97.07
Verifica della programmazione nell’attività del Sistan e dell’attività di
vigilanza, (F. Bigazzi)
97.08
Indagine sulle statistiche della Sanità, (P. Golini)
98.01
Evoluzione e prospettive della statistica comunitaria: un aggiornamento,
(I. Savi)
98.02
L’incidenza sul SISTAN delle leggi di riforma amministrativa e della
disciplina in materia di privacy, (N. Belvedere, I Savi)
98.03
Analisi sullo stato di attuazione degli uffici di statistica dei comuni.
Analisi preliminari e progetto di rilevazione, (A. De Nardo, M.
Notarnicola)
98.04
Documentazione statistica su fenomeni di emarginazione sociale: offerta
e fabbisogni: Tossicodipendenze, (B. Colombo, G. Filacchione)
262
98.05
Analisi delle caratteristiche dei non rispondenti con riferimento alle
principali indagine campionarie sulle famiglie condotte dall’ISTAT, (E.
Mastantuoni, S. Sagramora, F. Tagliafierro)
98.06
La razionalizzazione della statistica giudiziaria, (F. Giusti, S. Andreano,
M. Fabri, V. Napoli, R. Santoro)
99.01
Validità e qualità degli indici dei prezzi al consumo. Atti del Seminario,
Roma, 12 dicembre 1997
99.02
Analisi della disponibilità delle statistiche di genere, (M.E. Graziani)
99.03
La razionalizzazione della statistica giudiziaria - Rapporto finale,
(F.Giusti, S. Andreano, M. Fabri, V. Napoli, R. Santoro)
99.04
Le procedure di destagionalizzazione di serie storiche economiche:
esperienze internazionali e pratica nell’ambito dell’Istat, (T. Di Fonzo,
B. Fischer, T. Proietti)
99.05
Lo stato dell’informazione statistica sul lavoro, con particolare
riguardo alla partecipazione al lavoro ed a retribuzioni e costo del lavoro,
(G. Faustini, E. Rettore, P. Sestito)
99.06
Analisi delle caratteristiche dei non rispondenti con riferimento alle
principali indagini campionarie sulle famiglie condotte dall’Istat, (E.
Mastantuoni, S. Sagramora)
99.07
Statistiche dei rifiuti, (L. Fabbris, G. Nebbia)
99.08
Problemi di adeguamento della legislazione italiana alla normativa
comunitaria e internazionale sulla tutela della riservatezza di dati
personali utilizzati per finalità statistiche, (N. Belvedere, I. Savi, F.
Tufarelli)
99.09
Stato di attuazione degli uffici di statistica dei comuni, (A. De Nardo,
M. Notarnicola)
99.10
Il confronto tra censimento ed anagrafe: per un maggior grado di
coerenza tra le due fonti, (L. Ciucci, G. De Santis, M. Natale, M.
Ventisette)
99.11
Censimenti economici e schedari delle imprese, (R. Castellano, C.
Quintano, G. Screpis, F. Tassinari)
99.12
Accesso ai dati statistici individuali: l’esperienza di altri paesi, (L.
Buzzigoli, C. Martelli, N. Torelli)
00.01
Analisi della qualità delle operazioni sul campo con riferimento alle
principali indagini campionarie dell’Istat sulle famiglie, (C. Filippucci, B.
Buldo, V. Napoli, R. Bernardini Papalia)
263
00.02
Analisi delle procedure di correzione/imputazione utilizzate dall’Istat
nelle principali indagini sulle famiglie: volume I, (L. Fabbris, C.
Panattoni, M. Graziani)
00.03
Analisi delle procedure di correzione/imputazione utilizzate dall’Istat
nelle principali indagini sulle famiglie: volume II, (C. Panattoni, M.
Graziani, D. Cotzia)
00.04
Indicatori per l’analisi dell’attività della giustizia, in particolare della
giustizia amministrativa, (V. Napoli, N. Belvedere, I. Savi)
00.05
Rilevazione delle attività e delle strutture con compiti di raccolta di
informazioni statistiche nelle Pubbliche Amministrazioni, (B. Buldo, G.
Amendola, F. Ballacci, L. Cataldi, C. Fabi, V. Napoli, C. Panattoni)
00.06
Verso la trasparenza dei dati sulla distribuzione commerciale e i consumi
delle famiglie italiane, (G. Marbach, M. Barile, M. Carlucci, V. de
Martino)
01.01
Completezza e qualità delle informazioni statistiche utilizzabili per la
valutazione della spesa pensionistica, (F. Peracchi, E. Barbi, A.
Brugiavini, T. Tamborrini, E. Viviano)
01.02
L’esperienza in tema di indagini multiscopo e dell’European Community
Household Panel (ECHP): lezioni e indicazioni nella prospettiva di
un’indagine panel sulle famiglie, (A. Schizzerotto, H.P. Blossfeld, B.
Buldo, A. D’Agostino, G. Ghellini, V. Napoli)
01.03
L’informazione economica congiunturale a livello locale, (S. Casini
Benvenuti, R. Ricci)
01.04
I conti economici regionali: alcune possibili estensioni, (G. Carbonaro,
F. Tenna, R. Zelli)
02.01
Attuazione del SEC95: stato delle iniziative, programmi, prevedibili
sviluppi e suggerimenti, (M. Di Palma, C. Lupi, G. Pellegrini, G. Parigi)
02.02
Misure di inflazione e sistema di monitoraggio prezzi: esperienze e
prospettive, (G.M. Gallo, L. Buzzigoli, B. Pacini, C. Martelli)
02.03
Definizione di un set di indicatori per il monitoraggio e la valutazione
dell’attività sanitaria, (P. Bellini, M. Braga, S. Rodella, E. Vendrani, V.
Rebba)
02.04
Realizzazione del Sistan e costituzione di uffici di statistica (o simili)
estranei al sistema, (I. Savi, V. Napoli, C. Panattoni)
02.05
L’articolazione territoriale delle piccole e medie imprese. Un’analisi
delle informazioni statistiche concernenti la gestione industriale,
264
finanziaria e la dinamica dimensionale delle imprese manifatturiere, (A.
Giannola, L. Cataldi, A. Lopes, G. Marini, N. Netti, P. Senesi )
02.06
Le statistiche sugli investimenti diretti esteri e sull’attività delle imprese
multinazionali, (N. Acocella, F. Reganati, M.G. Pazienza )
02.07
Atti del Seminario: “Indicatori per il monitoraggio e la valutazione
dell’attività sanitaria”, (Roma, 19 giugno 2002)
02.08
Censimenti 2000-2001, (C. Filippucci, F. Ballacci, B. Buldo, L. Cataldi,
L. Ciucci)
02.09
Action Plan comunitario e indicatori congiunturali, (T. Di Fonzo, A.
Gavosto, F. Lisi, G. Parigi)
02.10
Indagini sul clima congiunturale e le aspettative degli imprenditori, (F.
Giusti, I. Faiella, E. Giovannini, S. Nisticò, A. Russo)
02.11
La rilevazione delle migrazioni internazionali e la predisposizione di un
sistema informativo sugli stranieri, (S. Strozza, F. Ballacci, M. Natale, E.
Todisco)
02.12
Il campionamento da liste anagrafiche: analisi degli effetti della qualità
della base di campionamento sui risultati delle indagini, (G. Leti, G.
Cicchitelli, A. Cortese, G.E. Montanari)
03.01
Completezza e qualità dell’informazione statistica ufficiale e assetti
istituzionali e organizzativi. Una rassegna, (I. Savi, B. Buldo, F.
D’Aprile, M. Pasquali Coluzzi)
03.02
Impegni connessi a indicazioni comunitarie nell’area delle statistiche del
lavoro, (A. Amendola, B. Buldo, E.F. Caroleo, S. Destefanis, E. Rettore)
04.01
L’informazione statistica per le politiche ambientali: stato e prospettive,
(M. Carlucci, G. Arbia, L. Cataldi, G. Lovison, D. Mendola, P.
Postiglione)
04.02
Statistiche sulle attività culturali, (M.C. Turci, G. Arangio Ruiz, A. Di
Maio, C. Panattoni, P. Rostirolla)
04.03
Indicatori statistici sulla società dell’informazione, (A.C. Freschi, G.
Giacomello, L. Picci, S. Taratufolo, R. Zarro, G. Zezza)
04.04
Stato ed evoluzione delle statistiche dell’istruzione in Italia, (A.
Cammelli, B. Buldo, A. Busetta, A. di Francia)
Il presente rapporto di ricerca è stato riprodotto nel mese di gennaio 2006.
265
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stato ed evoluzione delle statistiche dell`istruzione in italia