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TIDIANO DEL MOLISE + IL MESSA
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9 GENNAIO 20
13 - ANNO XVI - N. 1
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DIREZIONE, RED
AZIONE E AMMINIS
TRAZIONE VIA S. GIO
VANNI IN GOLF
O
REDAZIONE
AMMINISTRAZIONE
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GOLFO
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100 CAMPOBASSO - TEL. 08
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4623 - FFAX
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Perquisizioni e sequestri di documenti in tutta la nazione, rapporto choc al Ministro
Sanità malata, maxi operazione
del Nas negli ospedali molisani
CAMPOBASSO. E’ destinata a esplodere come una
bomba la maxi inchiesta che i Carabinieri del Nas stanno conducendo a livello nazionale. Decine di investigatori sono impegnati in controlli anche nelle strutture ospedaliere della regione che hanno portato a perquisizioni
dalle quali sono scaturiti sequestri di documenti.
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SERVIZIO
VIZIO A P
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Campobasso
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Prima le perquisizioni, poi i sequestri di documenti. L’operazione viene condotta a livello nazionale
Il Nas prescrive la cura agli ospedali
Maxi blitz in tutte le strutture della regione
Controllare e soprattuto
accertare se sui costi della
Sanità pubblica gravi un’allegra gestione perché in troppi casi avrebbe prevalso lo
sperpero a danno della razionalizzazione e, quindi, al risparmio. E’ partita soprattutto con questa finalità la maxi
operazione condotta a livello nazionale (e quindi anche
in Molise) dai carabinieri del
Nucleo Antisofisticazione Sanità (Nas) per la quale negli
ultimi giorni sono stati mobilitati centinaia di investigato-
ri specializzati in questo tipo
di indagini. Verificare la correttezza nelle procedure di
forniture pubbliche, assenteismo, erogazioni di prestazioni sanitarie. Il Nas Molise
ha già dato tanto in questo
senso (si ricordi il maxi blitz
negli uffici Asrem del Basso
Molise che ha permesso di
scovare decine di impiegati
infedeli ndr), ma su quest’ennesima sfilza di controlli non
filtrano particolari di sorta.
Anche se è comprensibile
credere che una parte di essi
siano da ricondurre al rapporto choc che il Nas ha consegnato nelle mani del ministro Renato Balduzzi secondo il quale in Italia è inutile
un parto cesareo su due con
conseguenti ed evidenti costi sulla spesa pubblica nazionale. Si tratterebbe di un
fenomeno che fra le altre regioni italiane interesserebbe
anche il Molise. Sta di fatto
che, seppur le bocche degli
inquirenti restino cucite,
sembra che siano stati acquisiti (sequestrati) docu-
menti contabili e sanitari
durante i controlli che sono
stati effettuati in tutti gli
ospedali della regione. Cartelle cliniche e richieste di
forniture sono al vaglio del
Nas. Per ciò che riguarda
l’anomalia ‘parto cesareo’ i
controlli hanno riguardato
una ottantina di strutture
ospedaliere pubbliche e private distribuite lungo tutto lo
Stivale con la relativa acquisizione di oltre tremila cartelle cliniche. “Il comandante
generale del Nas, Cosimo
Piccinino, ha detto ieri: “Una
volta esaminata la documentazione essa verrà trasmessa ad ogni Procura per competenza territoriale, perchè si
potrebbero anche configura-
re numerose ipotesi di reato
a danno del Sistema Sanitario Nazionale che vanno dalle lesioni gravi alla truffa e
fino al falso in atto pubblico”.
o.
red.cr
red.cro.
SABA
9 GENNAIO 20
13 - ANNO XVI - N. 1
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RED
AZIONE CAMPOBASSO
REDAZIONE
Ora ha 4 mesi ed è in ottima salute
Cecilia ringrazia
ologia
la Neonat
Neonatologia
FOSSALTO. Il
17 gennaio ha
compiuto quattro mesi. Oggi
Cecilia è una
bimba vivace,
allegra, sorridente e gode di
ottima salute.
Nacque prematura il 17 settembre dello
scorso anno e
quando venne alla luce pesava appena 590 grammi. Uno
scricciolo che stava in una mano. Ma al reparto di Neonatologia dell’ospedale Cardarelli di Campobasso tutti
si sono presi cura con affetto, dedizione, amore e competenza di lei, l’hanno assistita con sollecitudine tanto
che dopo quattro mesi ha potuto far ritorno a casa, in
contrada S.Agnese a Fossalto. Adesso mamma Rosanna Ricciuto e papà Luciano Cornacchione sentono la necessità di condividere la loro gioia con personale medico e paramedico che si è preso cura della piccola Cecilia. A loro va il più sincero e sentito ringraziamento. Anche da parte dei fratellini di Cecilia, Antonia e Nicola,
che adesso hanno attenzioni solo per la piccola di casa
Cornacchione.
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13 - ANNO XVI - N. 1
9 GENNAIO 20
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SABATTO 1
SABA
RED
AZIONE ISERNIA
REDAZIONE
egione
Sindacati uniti chiamano in causa Comune e R
Regione
Carsic, vicenda all’esame
del prefetto di Isernia
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di Mar
Marco
Il caso Carsic finisce sul
tavolo del prefetto di Isernia. Proprio così. Cgil, Cisl
e Uil trovano l’unità sindacale e chiamano il causa
non solo il prefetto, ma anche il Commissario Straordinario del Comune di Venafro e l’Assessore alla
Sanità della regione Molise. E i lavoratori, nel frattempo, proclamano lo stato di agitazione. Il 20 gennaio si sta avvicinando ma
a quanto pare non ci sarebbero margini per l’accredito dello stipendio. A questo
punto la situazione si fa
veramente critica per la
proprietà dell’Istituto di riabilitazione per disabili di
Corso Garibaldi. Ricapitoliamo: i circa 130 lavoratori ancora vantano gli stipendi del mese di novembre e
dicembre. A questi si sta
aggiungendo anche quello
di gennaio. La proprietà è
riuscita solo a pagare la tredicesima sotto Natale. “Qui
ci sono lavoratori- ci hanno
dichiarato al Carsic- in grosse difficoltà con le finanziarie e le rate del mutuo. Si
stanno facendo prestare
soldi a destra e a manca e
la proprietà continua a raccontare frottole.” Sono veramente arrabbiati i dipendenti del Carsic e pronti a
scendere in piazza con
azioni ancora più plateali.
La Cgil quindi ha scritto al
prefetto per attivare le procedure di conciliazione con
la proprietà. Intanto i sindacati sono riusciti ad appurare che nei prossimi giorni e comunque non oltre l’8
febbraio, la struttura di riabilitazione riceverà l’accredito mensile dalla regione.
Il Commissario Basso, a
quanto pare, anche su
pressioni dei sindacati oltre che di esponenti politici, ha chiarito alcuni punti
come l’adeguamento della
retta ferma al 2007. Occorre passare la retta da 105
euro a 126 euro, secondo
l’adeguamento Istat già
avvenuto in tutte le regioni, tranne in Molise. Tutto
adeguandola all’inflazione.
Basso avrebbe dato assicurazioni ai sindacati che la
suddetta operazione sarà
fatta nonostante il fatto che
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La sede Car
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pende dinanzi al Tar Molise un ricorso su questo argomento. Lo stesso Filippo
Basso avrebbe inoltre garantito un ulteriore finanziamento da 200 mila euro.
Soldi che servirebbero per
saldare tutti gli arretrati ai
dipendenti. Ma ora non resta che attendere la convocazione del tavolo istituzionale da parte del prefetto
di Isernia. I lavoratori del
Carsic sperano che si arrivi a una rapida soluzione
della problematica che sta
riguardano una delle poche
aziende a Venafro che riesce ancora a dare lavoro.
Dalla città
tidiano del Molise
Il Quo
Quotidiano
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TERMOLI
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Dal Comune tutti i dettagli illustrati nella conferenza stampa di ieri mattina a Termoli
Piano sanitario, pronta la diffida
Iacovino: “E’ un atto illegale. Colpo di mano del Governo sul Molise”
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“Il Governo ha agito con
un colpo di mano nei confronti del Molise, mandando un commissario per
stilare il piano sanitario e
attuarlo. Ma è un atto illegale in quanto la competenza, come prevede la
legge, spetta al consiglio
regionale”. Queste le parole dell’avvocato Vincenzo Iacovino, legale incaricato dal Comune per presentare una diffida contro
il piano sanitario, duran-
te la conferenza stampa
che si è svolta ieri mattina in municipio. “Il Molise è l’unica regione dove
è stato nominato prima
un commissario e poi un
sub-commissario per controllare cosa facesse il
commissario e per stilare
il piano sanitario. Ministero e Governo hanno agito
contro la legge in quanto
lo studio e l’attuazione del
piano spetta agli organi
elettivi e quindi al consiglio regionale”. Ed è su
questo principio in particolare che si baserà la diffida presentata dall’avvocato Iacovino per conto
del Comune di Termoli
contro il commissario Filippo Basso, i Ministeri
della Salute e dell’Economia e la Presidenza del
Consiglio dei Ministri. L’avvocato ha inoltre evidenziato l’efficacia di presentare la diffida, e un eventuale ricorso qualora il primo atto non dovesse avere i risultati sperati, pro-
prio durante questa fase
in cui il piano non è ancora definitivo. “E’ proprio
adesso che bisogna intervenire e non quando i giochi sono ormai fatti”. Intanto, lunedì prossimo ci
sarà la conferenza dei sindaci dove Di Brino illustrerà la diffida ai colleghi primi cittadini chiedendogli
di sposare l’iniziativa. Durante l’incontro sono stati
ribaditi più volte dal sindaco Di Brino, dal presidente del consiglio comunale
Alberto Montano, dal consigliere e avvocato Annibale Ciarniello, i rischi per
la salute dei cittadini, la
drastica riduzione dei posti letto in base alla popolazione e l’aumento delle
spese di mobilità passiva
per la Regione (dovute agli
spostamenti in altre regioni dei cittadini molisani
per motivi di salute) che
comporterebbe il piano
sanitario. Iacovino ha infine evidenziato come il
consiglio regionale sarebbe potuto intervenire con-
tro il piano sanitario presentando un ricorso per il
conflitto di attribuzione
dei poteri ma non lo ha
fatto.
Bocciato il documento sulla Sanità
L’associazione
‘Cuore Molisano’
torna all’azione
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Il President
Presidente
difffida
mentre legge la dif
L’associazione di cardiopatici “Cuore Molisano” torna all’azione contro il piano sanitario regionale. Ha
infatti presentato una diffida al commissario Filippo
Basso, all’assessore alla Sanità, Filoteo Di Sandro, e
al dirigente dell’Asrem, Angelo Percopo. Il testo è stato illustrato alla stampa ieri mattina dal presidente
dell’associazione, Liberato Di Felice, durante una conferenza che si è svolta all’ospedale San Timoteo. Con
lui, oltre ad un altro membro di Cuore Molisano, c’erano il presidente e il vice dell’associazione Diabetici e
l’avvocato, nonché consigliere comunale di maggioranza, Annibale Ciarniello che si è occupato della diffida e a titolo gratuito. Nel testo vengono ripercorse le
attività dell’associazione che vanno dallo sciopero alla
fame alla raccolta di ben 6300 firme presentate prima in Prefettura e poi al Presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, e i rischi per la salute dei cittadini
che comporterebbe il piano sanitario. “Vi riteniamo
direttamente responsabili – si legge nel testo - di scelte
tutt’altro che condivisibili e delle conseguenze anche
mortali che i ritardi quasi certamente ipotizzabile potrebbero verificarsi con l’attuazione del Piano Sanitario nel campo dell’emodinamica”. Per tanto, l’invito è
a “Prendere in esame tale doglianza più che legittima” e al contempo si diffida “a riconsiderare la situazione dell’emodinamica a Termoli, centro che, grazie
alla presenza di autostrada e ferrovia rappresenta,
tra l’altro, il crocevia di collegamento agevole con le
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altre regioni”.
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LE CITTÀ DEL MOLISE
Sabato 19 gennaio 2013
TERMOLI
Piano sanitario,
arrivano due
diffide per Basso
IL FATTO
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ERMOLI. Nuovo
Piano Sanitario,
da Termoli due diffide
al commissario Filippo
Basso. Sono due le diffide, partite dalla città costiera, per Filippo Basso, il commissario che
con il suo nuovo Piano
Sanitario per la regione
Molise, è nell’occhio del
ciclone ormai da diverse
settimane. Nella mattina
di ieri, l’associazione dei
cardiopatici Cuore Molisano ha inviato la prima
diffida e subito dopo, il
sindaco della città costiera, all’interno di una
conferenza in Comune,
ha reso noto di aver dato
mandato a Vincenzo
Iacovino, avvocato del
capoluogo, di inoltrare
diffida al commissario. Due provvedimenti
giuridici contro Basso
partiti in concomitanza
dalla città costiera, a voler dimostrare che, così
come inciso dallo stesso
sindaco, “il San Timoteo
non si tocca”. All’incontro presenti gli assessori e alcuni consiglieri di
Il Comune e Cuore Molisano
contro i tagli al San Timoteo
• Nella foto il San Timoteo di Termoli
maggioranza, totale l’assenza dell’opposizione.
Un’assenza che non è
passata inosservata al
primo cittadino il quale
ha sottolineato come la
problematica legata ai
tagli alla sanità- che vedrebbe coinvolto drasticamente il nosocomio
costiero- riguarda tutti
e che, per il bene dell’in-
tera comunità, non si
dovrebbero “boicottare
incontri così importanti”. Di Brino ha ripercorso durante la conferenza, quanto è stato fatto
per scongiurare l’attuazione del Piano Sanitario Basso, sottolineando
come quest’ultima iniziativa - quella della diffida al commissario- sia
frutto di una necessità,
quella di muoversi bene
e in fretta, con interventi mirati che possano
contrastare l’attuazione
di quanto proposto da
Basso. “Quando il piano
verrà approvato sarà
già troppo tardi, bisogna muoversi subito per
scongiurare il peggio”.
Alberto Montano ha sviscerato la problematica,
facendo riferimento ai
parametri applicati dal
commissario, che rispet-
L’associazione dei cardiopatici ancora
in campo per difendere il nosocomio
T
ERMOLI. L’associazione cardiopatici
“Cuore Molisano” diffida il commissario
Filippo Basso; Cuore Molisano di nuovo in campo
a difesa dei tagli al San Timoteo pervisti dal nuovo Piano
sanitario. Dopo lo sciopero
della fame che il direttivo
dell’associazione cardiopatici ha sperimentato dal 15 al
21 dicembre 2012, una nuova iniziativa è stata messa in
campo da Cuore Molisano:
una diffida al commissario Filippo Basso. A renderlo notoall’interno della conferenza • Un momento
che si è tenuta nella mattina
di ieri presso la sala conferenza del nosocomio costiero- è stato lo stesso
presidente dell’associazione cardiopatici, Liberato Di Felice, il quale in un intervento esaustivo,
ha spiegato le ragioni della diffida inviata nella
mattina di ieri al commissario Basso. L’iniziativa
legale- curata dagli avvocati Annibale Ciarniello
e Rossella Cannarsa- si è resa necessaria dinanzi
alle disposizioni proposte dal commissario all’interno del nuovo Piano Sanitario, per difendere quindi
l’ospedale San Timoteo e in
particolar modo il reparto di
endocrinologia. Al margine
del documento ufficiale, si
focalizzano quelle che risulterebbero essere le dirette
responsabilità imputabili a
Basso circa le “conseguenze
anche mortali che i ritardi,
quasi certamente ipotizzabidell’incontro
li, potrebbero verificarsi con
l’attuazione del Piano Sanitario nel campo dell’emodinamica”. L’associazione
invita il commissario a prendere in esame tali
proteste e al contempo diffida Basso a riconsiderare la situazione dell’emodinamica a Termoli.
I.P.
tano quelle che sono le
normative stabilite dal
Governo centrale, ma
che non possono essere
attuate su tutti i territori, senza valutare la
peculiarità degli stessi.
“Il problema di questo
piano- ha esordito Montano- è che difetta di
una conoscenza del territorio. Non guarda alla
salvaguardia della gente
e del diritto alla salute”.
Montano ha inoltre riportato quella che sono
le perdite effettive che
il presidio ospedaliro
costiero
sperimenterebbe: “negli ospedali di
Termoli e Larino verrebbero meno 2 posti letto
per mille abitanti”. Lunedì prossimo è in programma la conferenza
dei sindaci, all’interno
della quale i convenuti, dovranno fornire un
parere obbligatorio ma
non vincolante sul riordino della rete ospedaliera regionale.
I.P.
Termoli
Sabato 19 gennaio 2013
C.da Colle delle Api - 86100 Campobasso - Tel. 0874 618827 - 483400 - 628249 - Fax 0874 484626 - E-mail: [email protected]
Anche l’associazione Cuore Molisano ha presentato una denuncia cautelativa
Doppia diffida contro
il piano di Filippo Basso
Per il comune di Termoli si tratta di un ‘colpo di mano’
TERMOLI. Rilievi di natura
penale, civile e amministrativa,
quelli su cui si fondano due ricorsi distinti, ma chiaramente
convergenti, che puntano a indebolire l’impianto del nuovo
piano sanitario regionale del
Molise nella parte in cui il presidio ospedaliero San Timoteo
di Termoli viene a subire una
decurtazione di reparti e posti
letto tale da penalizzare un territorio che solo per tre stagioni
su 4 conta su almeno 120mila
potenziali utenti, per non parlare del picco estivo.
In una sorta di road map della
sanità da tutelare in Basso Molise, due sono state le diffide
presentate ieri in altrettante
conferenze stampa.
Nella sostanza si va a contestare la riduzione di due posti letto per abitante, mannaia ritenuta insostenibile per la garanzia
del diritto alla salute, specie in
un territorio orograficamente
difficile e con una viabilità interna per gran parte critica. Ma
la sostanza aderisce anche alla
forma, perché si sarebbe davanti a un vero e proprio colpo
di mano capitolino. E’ entrato
nel rush finale, dunque, l’iter
per la definizione del nuovo
piano sanitario regionale del
Molise.
Lunedì prossimo è in programma la conferenza dei sindaci,
assise consultiva che deve fornire un parere obbligatorio ma
non vincolante sul riordino della rete ospedaliera sul territorio
regionale.
Dopo le polemiche seguite al
documento predisposto dal
commissario Filippo Basso,
peraltro bocciato in Consiglio
regionale, dalla costa arrivano
due atti di diffida legale che
vogliono mettere in evidenza i
rischi e le anomalie di una ristrutturazione che lederebbe il
diritto alla salute di una componente importante della popolazione molisana e per quella
turistica che d’estate si sposta
tra Montenero e Campomari-
no. Rilievi e richieste fino ad
ora non sono stati tenuti in considerazione dalla struttura
commissariale e allora, in vista
della partita finale, si tenta di
difendere il territorio con una
tutela legale.
La prima delle diffide è stata
presentata dall’associazione
dei cardiopatici Cuore Molisano, per voce del presidente Liberato De Felice, in una conferenza stampa organizzata al
San Timoteo. Medesima iniziativa è stata intrapresa anche
dall’amministrazione comunale di Termoli, che forte del
mandato già conferito all’avvocato Enzo Iacovino (insieme
all’avvocato Mauri) di impugnare al Tar Molise il piano sanitario, vuole evitare di arrivare in giudizio e ha fatto scattare una diffida legale basata sul
presupposto che il governo
centrale abbia fatto un vero e
proprio colpo di mano svuotando di poteri l’assemblea di
Palazzo Moffa, tenuta ad adot-
tare il nuovo documento di
programmazione sanitaria, oltre a criticare nel merito la decurtazione inaccettabile di posti letto e lo smembramento
dell’attuale organizzazione nel
nosocomio termolese.
Volontà espresse in una seconda conferenza stampa ospitata
in municipio alla presenza di
consiglieri e assessori, tra cui il
presidente del consiglio Alberto Montano, Verini, De Guglielmo, Di Giorgi, Ciarniello,
Fabrizio e Sprocatti. Ma proprio dall'origine delle due iniziative viene fuori una piccola
polemica. Il presidente di Cuo-
re molisano Di Felice ha evidenziato come si sia avvalso
della collaborazione di un giovane professionista termolese,
l'avvocato Annibale Ciarniello,
che si è messo a disposizione
per la causa comune. Lo stesso
Di Felice ha bacchettato il sindaco Di Brino per non aver fatto lo stesso, scegliendo un professionista campobassano, con
il costo dell'onorario a carico
della collettività, sottolineando
anche che Ciarniello si è speso
in prima persona anche per
senso di responsabilità del suo
ruolo di consigliere comunale.
Emanuele Bracone
Le sorti dell’ospedale di Termoli. La necessità di un deciso intervento dei sindaci
ANTONIO SMARGIASSI
TERMOLI. L’articolo 32 della Costituzione così recita:
“La Repubblica tutela la salute
come fondamentale diritto dell’individuo …”, ovvio quindi
che essa può essere assicurata
soltanto da una equa distribuzione sul territorio dei presidi
sanitari. Ma nel nostro Molise,
contro questa disposizione sta
prevalendo una logica difficile
da capire: concentrazione di
ospedali nel capoluogo di Regione e strutture minime a
Isernia e a Termoli. Oltre al
Cardarelli e alla Cattolica, che
per buona parte raddoppiano
la tipologia di assistenza,
Campobasso infatti registra
anche la presenza di due cliniche private in regime di accreditamento.
Si tratta di un’offerta decisa-
mente sproporzionata rispetto
al bacino di utenza: circa
100mila persone mentre sul
San Timoteo di Termoli gravita una popolazione di gran
lunga superiore: ai circa 120
mila abitanti disseminati negli
sperduti paesi montani dell’area Larino-Termoli vanno
infatti ad aggiungersi i 10.000
dell’area industriale, un imprecisato numero di persone di
transito (autostrada, ferrovia,
porto) le quali, in caso di incidente, necessitano di un ben
attrezzato ospedale nel giro
massimo di 15-30 minuti.
Nel periodo estivo i 100mila
abitanti dell’area campobassana diminuiscono di almeno un
terzo mentre quella basso-molisana, per la presenza dei turisti sulla costa, si avvicina alle
230/240mila persone. Ancora
una puntualizzazione: gravita-
no sul San Timoteo anche le
popolazioni dei paesi dell’alta
Puglia.
Quanto poi al Nucleo industriale di Termoli va precisato
che per il numero e la tipologia
delle industrie presenti si tratta
di un’area ad alto rischio, aggravato dalla presenza della
Diga del Liscione.
Sembra un paradosso, ma non
lo è: l’area più popolata e più
a rischio risulterebbe ulteriormente e fortemente penalizzata rispetto a quella tranquilla
del Molise centrale dalle decisioni commissariali.
Da questo complesso di ragioni la necessità di avere l’ospedale che la Legge n. 95 del
2012 (Spending Review) ci assegna: un dea (Dipartimento di
Emergenza-Urgenza e Accettazione) di I livello, ossia il
mantenimento degli attuali re-
parti e servizi che meriterebbero un incremento se il Commissario volesse invertire la
cosiddetta ‘mobilità passiva’
determinata da numerosi pazienti che anziché recarsi in
uno degli scomodissimi presidi di Campobasso optano per
altri ospedali.
In una situazione del genere
altro che risanamento del deficit sanitario! È invece garantito il peggioramento: gli infortunati o i colti da improvvisi
malori non vengono sottoposti
dai parenti a un rischioso lungo viaggio fino a Campobasso, ma li portano all’Ospedale
di Vasto. Ritorna così lo spauracchio della mobilità passiva
la quale può essere evitata soltanto se l’ospedale di Termoli
verrà consolidato e ampliato in
termini di offerta sanitaria.
Occorre infine qualche ulterio-
re precisazione: il San Timoteo si trova a Termoli ma non è
l’ospedale dei termolesi bensì
di tutta la popolazione del
Basso Molise: da qui la urgente necessità che tutti i Sindaci,
quali Autorità sanitarie attente
alla salute dei propri concittadini, unitamente al Sindaco di
Termoli si mobilitino per contrastare, anche giuridicamente,
il Piano del Commissario che
sottraendo al San Timoteo più
di 200 posti-letto lo condannerebbe inesorabilmente all’emarginazione, facendone
un Posto di primo soccorso:
una sorta di ospedale da campo.
Questo incomprensibile disegno va scongiurato: in fondo
la posizione di un commissario può ben essere impugnata.
*Ex consigliere del Cda
ente ospedaliero San Timoteo
Piano sanitario, parte da Termoli la crociata contro il commissario Basso • Prima Pa... Pagina 1 di 2
Piano sanitario, parte da Termoli la crociata contro il commissario Basso
Una diffida per ricordare ad alcuni tra i più alti poteri esecutivi
nazionali e regionali di aver abusato del loro potere. Il
Davide in questione è il Comune di Termoli, nelle fattezze
dell'avvocato Enzo Iacovino, che ha ricevuto un mandato
preciso: scongiurare che diventi esecutivo un piano sanitario
che uccide l'ospedale San Timoteo.
Nella conferenza stampa al Comune, insieme con i colleghi di
maggioranza Ciarniello, De Giorgi, De Guglielmo, Fabrizio,
Montano e Sprocatti, Di Brino ha giustificato la scelta
dell'amministrazione.
«Siamo convinti che il piano sanitario elaborato dal
commissario ad acta Filippo Basso sia frutto di forzature di
diverse disposizioni. Per questo, anche prima di ricorrere al
Tar, con l'avvocato Iacovino abbiamo deciso di inviare una
diffida a chi di questi poteri ne avrebbe fatto un uso improprio,
sperando di poter accorciare i tempi di uno stop a questo
piano». Lo stesso Di Brino già nelle prossime ore cercherà
nella conferenza dei Sindaci che dovrà esprimere un parere
consultivo sulla bozza di piano la sponda per rafforzare gli atti
che saranno prodotti nelle sedi giudiziarie. Duro il commento
dell'avvocato Iacovino, che intravede diversi profili di
illegittimità del piano. «Premetto che sia la diffida che
Iacovino e Di Brino
l'eventuale successivo muovono da considerazioni molto
tecniche, che faremo valere punto per punto. In sostanza, però,
possiamo dire che nessuno ha mai applicato le sue funzioni in termini di adozione e attuazione del piano
elaborato da Basso.
Il piano sarebbe dovuto scaturire da regole dettate da altre leggi e organi dello Stato, ma che però non sono
state seguite. Attualmente, quindi, il profilo più evidente è sicuramente quello di un abuso di potere da parte
del commissario, un'usurpazione delle funzioni e delle attribuzioni del Consiglio regionale da parte dello Stato
http://www.primapaginamolise.it/detail.php?news_ID=50735&goback_link=index.php
19/01/2013
Piano sanitario, parte da Termoli la crociata contro il commissario Basso • Prima Pa... Pagina 2 di 2
centrale rispetto alla regione». La partita, dunque, si giocherà
su una diversa interpretazione dei poteri che vengono
attribuiti al governo centrale nel caso di inadempienza della
regione "canaglia" in merito a quanto previsto dal piano di
rientro dal deficit. Lo Stato, cioè, subentra ai poteri locali, ma
per Iacovino la procedura e le funzioni esercitati sarebbero
stati abnormi. Ma il legale scelto dall'amministrazione
adriatica va oltre. «Noi diremo anche che a nostro parere
andrebbe rilevata anche una condotta poco chiara in questa
forzatura, e che sarà nostro compito portarne i relativi
elementi all'attenzione delle competenti autorità giudiziarie».
Come dire che il caso rischia anche di avere implicazioni di
carattere penale per qualcuno dei soggetti che hanno
portato a questo piano contro il quale è iniziata ufficialmente la
guerra.
L'avvocato Vincenzo Iacovino
http://www.primapaginamolise.it/detail.php?news_ID=50735&goback_link=index.php
19/01/2013
Rimane bloccata in un montacarichi del San Timoteo, paura per una inserviente
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Rimane bloccata in un montacarichi del San Timoteo,
paura per una inserviente
TERMOLI. Grosso spavento e conseguente malore per un dipendente della cooperativa Tre Stelle
all'ospedale di Termoli due sere fa.
Una delle inservienti che si occupano del servizio mensa è rimasta bloccata mentre stava spostando un
carrello con un montacarichi in uno degli impianti all'interno del nosocomio di viale San Francesco, ma
pare che per una buona mezz'ora nessuno si sia accorto del guasto e la signora sia stata colta da un
attacco di panico.
Solo dopo questo lasso di tempo abbondante qualcuno è intervenuto per liberare e soccorrere la
dipendente, che aveva passato un momento davvero angosciante.€
Red
http://www.termolionline.it/notizie/rimane-bloccata-in-un-montacarichi-delsan-timote... 19/01/2013
LA PROROGA DI CAPODANNO
Sanità allo sfascio, ma 10mila € al mese per un
primario esterno. Il caso De Santis in Procura
Con una proroga firmata il 31 dicembre dai vertici semi-azzerati della Asrem, è stata rinnovata la
convenzione per un altro mese al dottor De Santis, ricercatore del Gemelli, che da due anni svolge la
mansione di primario nel reparto di Ostetricia del Cardarelli, senza concorso. “Perché pagare 10mila euro
al mese quando si potrebbe dare l’incarico a personale interno facente funzioni, quasi a costo zero?” Il
consigliere regionale Filippo Monaco presenta un esposto al Procuratore Capo della Repubblica di
Campobasso.
Marco De Santis è un brillante ricercatore dell’Università Cattolica che ha qualcosa in comune con Silvio
Berlusconi o Josè Mourinho. O lo si ama o lo si odia. Le tessere di partito o di squadra però non c’entrano
niente: la questione, in questo caso, riguarda la capacità di spaccare radicalmente l’opinione pubblica in
due
fazioni
ostinate
e
contrarie.
Così succede che il professor De Santis, da due anni responsabile del reparto di Ginecologia presso
l’ospedale Cardarelli di Campobasso, risulti gradito ad alcuni e inviso ad altri. Tra i primi ci sono
soprattutto le pazienti, quelle che lodano la bravura e le competenze del primario che ha garantito loro un
parto tranquillo e risolto le difficoltà nella gestazione. Tra i secondi ci sono anche alcuni medici.
Quelli che nella scorsa estate, per esempio, avevano scritto una lettera al commissario alla sanità Filippo
Basso scagliandosi contro il metodo Iorio e Asrem molisana. Attaccando, fra le altre cose, i «mille euro ad
accesso al professor Bianchi per fare da maestro al figlio del nostro governatore in Chirurgia vascolare e
la consulenza al professor Marco De Santis, al quale dal 2009 viene puntualmente rinnovato l’incarico di
direttore di Ostreticia e ginecologia a 10.500 euro mensili, trattamenti e ricompense che non sono
destinati
agli
altri».
Già. Perché il nodo attorno al quale si aggroviglia il caso, ora finito sulla scrivania del Procuratore della
Repubblica di Campobasso con un esposto formale che porta la firma del consigliere regionale di Sel
Filippo Monaco, è proprio il presunto spreco di risorse pubbliche da parte di un’azienda sanitaria talmente
in rosso da aver avuto bisogno di un tutor inviato dal Governo per mettere il punto a anni e anni di spese
allegre
e
incoscienti.
La domanda dirottata sulla magistratura, che ancora una volta è chiamata in causa perché la politica fa
orecchie da mercante, riguarda appunto lo stipendio d’oro erogato da una Asrem sul lastrico a un
ricercatore innalzato a direttore di unità operativa complessa quando, come sostengono diversi medici e
lo stesso Monaco, «con 500 euro in più al mese si sarebbe potuto individuare in uno dei ginecologi già in
servizio
al
Cardarelli
il
primario
facente
funzione».
La Asrem tuttavia, che in quanto a generosità è imbattibile, ha preferito muoversi diversamente. Così,
mentre il buco finanziario si allargava a dismisura, i nodi dei debiti milionari venivano al pettine e i servizi
essenziali venivano ridotti e addirittura sforbiciati, ha sistematicamente rinnovato la proroga come
direttore di Ostetricia-Ginecologia a Marco De Santis, la cui convenzione è scaduta lo scorso 31 dicembre.
Diecimila e cinquecento euro al mese. Con un piccolo colpo di scena che rende la vicenda ancora più
interessante: allo scadere della convenzione, l’ultimo giorno di lavoro, proprio “in pizzo in pizzo” come si
direbbe da queste parti, ecco la proroga. Notificata a mezzo fax e senza alcuna delibera come pezza
d’appoggio al professor De Santis, al direttore sanitario del Cardarelli Di Marzio, e naturalmente
all’Università Cattolica del Sacro Cuore. L’oggetto del’atto, datato 31 dicembre 2012 e firmato da Angelo
Percopo e Giancarlo Paglione, rispettivamente direttore generale e direttore sanitario Asrem, è
semplicissimo: “proroga incarico”. Il contenuto stringato: “Si comunica che nelle more delle autorizzazioni
e di tutti gli adempimenti consequenziali, la S.V. è prorogata nell’incarico di Direttore dell’Uoc di
Ostetricia
Ginecologia
fino
al
31.01.2’13”.
Ora: non solo la proroga viene firmata l’ultimo giorno utile, giornata notoriamente di festa che prelude ai
bagordi di capodanno. Viene anche firmata dai due massimi dirigenti Asrem, Percopo e Paglione, contro i
quali è stata avviata la procedura di azzeramento. Proprio Filippo Basso, nominato dal Governo nello
scorso giugno per il risanamento della sanità e l’adozione del nuovo Piano, ha fatto partire il
procedimento di sospensione dall’incarico, secondo la norma che si applica in caso di regioni inadempienti
rispetto
alle
indicazioni
fornite
dal
Ministero.
Da qui una delle ragioni dell’esposto, fatto arrivare al Procuratore della Repubblica di Campobasso che
ora dovrà sciogliere il caso. La convenzione tra la Cattolica e la Asrem per la gestione provvisoria di
ginecologia al Cardarelli, ricorda il consigliere Monaco, è stata stipulata il 28 gennaio 2009. «In virtù di
tali rapporti il 14 gennaio 2011 l’Asrem ha conferito a un ricercatore della Cattolica l’incarico di
responsabile del reparto, e con successive proroghe il dottor Marco De Santis ha continuato a ricoprire
tale ruolo di responsabilità fino allo scadere della convenzione, il 31 dicembre 2012».
Una scelta, si legge nell’esposto, contraria «ai criteri di valorizzazione e ottimizzazione delle risorse
interne già esistenti nonché di risparmio di spesa, in quanto l’incarico in questione è stato affidato, in
assenza di concorso pubblico, a un ricercatore esterno, proveniente da una struttura universitaria privata,
e il trattamento economico che gli è riconosciuto è di gran lunga superiore a quello percepito dai dirigenti
interni
Asrem
o
dai
responsabili
di
altri
reparti».
Sono d’accordo numerosi altri medici, ginecologi in primis.
Visto che uno di loro potrebbe tranquillamente fare il direttore di unità con funzioni di primario
percependo 500 euro circa in più sulla busta paga. Con un risparmio notevole per l’azienda. La quale non
ne ha voluto sapere, insistendo sulla convenzione a De Santis grazie alla proroga di San Silvestro. «Non
si comprende cosa possa aver impedito l’iter più logico e più corretto – va avanti Monaco – cioè la nomina
di
un
dirigente
interno
titolato
quale
responsabile
di
ostetricia
Ginecologia».
Né Percopo né Paglione hanno voluto rispondere alle richieste informali. Silenzio di tomba. E così, per
accertare i fatti e «valutare eventuali profili di illiceità» non è rimasto altro da fare che coinvolgere la
magistratura. Con buona pace di quanti hanno avviato nei giorni scorsi una raccolta firme a favore del
dottor Marco de Santis, «considerato un fiore all’occhiello per il Molise, per il suo lavoro al Gemelli dove
ha
contribuito
fattivamente
ad
una
serie
di
progetti
rivolti
alle
donne».
Perché De Santis è così, appunto: uno che “spacca”. Ma, al di là delle simpatie e della capacità del
medico, i dubbi sono tutti relativi al comportamento dell’Azienda Sanitaria. In molti altri casi, anche
molisani, si è preferito dare l’incarico a personale interno facente funzioni, quasi a costo zero. In questo
caso, in pieno disastro e con un piano di tagli che sarà oggetto di una feroce campagna elettorale, si
trovano diecimila euro al mese senza battere ciglio per pagare un “esterno”. Che sarà anche bravissimo,
ma è innegabilmente costoso. E i soldi, di questi tempi, non sono merce diffusa sui conti della Asrem. Che
ne dirà il supercommissario Basso?
STABILIZZAZIONE, MOBILITÀ E PROMESSE
Precari vs “emigranti”: la guerra degli infermieri
diventa un ‘affare’ da campagna elettorale
Infermieri contro infermieri. Gruppi su facebook contro gruppi su facebook. E in mezzo la promesse
elettorali e le facili rassicurazioni dei politici. Da una parte gli infermieri precari mandati a casa dopo anni
di lavoro attraverso le agenzie interinali che non si possono più usare per assumere a tempo; dall’altro gli
infermieri che hanno vinto un concorso pubblico, lavorano fuori e hanno fatto domanda di mobilità. «Ma
la legge in Molise è disattesa da anni». Intanto stanno preparando una lettera da far arrivare ai cinque
candidati alla carica di presidente del Molise.
Ha i contorni di una guerra tra poveri quella che dalle corsie d’ospedale si sposta sul web e viceversa.
Infermieri contro infermieri. Gruppi su facebook contro gruppi su facebook. In mezzo, adesso sì
più che in passato, il pericolo di diventare – magari inconsapevolmente – strumenti per raccattare
consensi elettorali. da una parte ci sono i precari molisani. Infermieri che hanno lavorato anni nelle
strutture di Campobasso, Isernia, Termoli, Larino, grazie a contratti sistematicamente rinnovati
attraverso le iscrizioni nelle agenzie interinali. Infermieri mandati a casa nei mesi scorsi perché i
contratti sono scaduti e la Asrem non può più ricorrere alla procedura delle assunzioni
interinali, ma è stata costretta a rispolverare la graduatoria e a farla scorrere. Così in tanti si sono
ritrovati, a 40 anni e con una famiglia e un mutuo, senza lavoro e senza prospettiva.
Dall’altra parte ci sono gli infermieri assunti a tempo indeterminato. Che tanto fortunati non
sono, visto che lavorano fuori dal Molise pur avendo il desiderio, o addirittura la necessità, di
tornare
qui.
«Ma le nostre domande di mobilità sono ignorate dalla Asrem del Molise. Vorremmo e potremmo tornare,
dal momento che gli infermieri in Molise servono tanto che si ricorre alla graduatoria, eppure non
possiamo farlo perché non si rispetta la legge». Luigi è di Ururi, ha 32 anni, nel 2010 ha vinto un
concorso pubblico presso la Asl del Veneto. Dopo due anni a Cittadella, e in virtù della mobilità presentata
per tornare «nella regione in cui voglio vivere», ha ottenuto un contratto per 8 mesi presso l’hospice di
Larino. «Ma quando il periodo terminerà, dovrò tornare su. A meno che non cambi qualcosa, finalmente».
Sono decine quelli come lui. Hanno vinto un regolare concorso, hanno fatto le valigie,
lasciando gli affetti e la loro terra, e lavorano fuori. Le testimonianze si sprecano. Come questa,
una delle tante arrivate in redazione: «Io come tanti altri molisani sono andato via da casa rifiutando il
lavoro tramite agenzia perché sapevo che non sarei mai stato assunto se non ci fosse stato un concorso.
Vogliamo che le cose vadano bene? Allora seguiamo le normative di legge! Non sono gli interinali che
devono lamentarsi, perché sotto il punto di vista della legge hanno torto, al massimo devono lamentarsi
con i politici e quanti hanno dato loro false rassicurazioni». False rassicurazioni, ovvero la garanzia di una
stabilizzazione.
Quella
stessa
garanzia
che
ora
sta
per
essere
rinnovata.
Il periodo, si sa, è particolarmente favorevole a strappare promesse ai politici. Promesse che i
politici non risparmiamo e non risparmieranno, almeno fino al 24 febbraio prossimo. Poi torneranno in
circolo i problemi, e forse le delusioni saranno amplificate ulteriormente.
Nel frattempo la protesta si scalda. E corre sul filo di facebook. L’ultimo gruppo nato sul social network
si chiama “Gli infermieri molisani in Italia”, e conta una sessantina di membri. Che parlano, discutono tra
loro, e promuovono iniziative per far valere le loro ragioni. Come la lettera in fase di preparazione da
inoltrare ai cinque candidati alla presidenza del Molise: Michele Iorio, Paolo Frattura, Massimo Romano,
Antonio Federico e Antonio De Lellis. «L’obiettivo è quello di far comprendere ai politici che promettere
stabilizzazione ai precari non è né giusto né legittimo. I precari devono vincere un concorso, fare la
mobilità, seguire la trafila come accade in tutta Italia. la via preferenziale è scorretta, e penalizza noi che
abbiamo i titoli e il diritto a tornare in Molise senza essere costretti a licenziarci, perdendo il posto. Cosa
che
in
questo
momento
sarebbe
una
follia
vera».
I precari, da parte loro, non ci stanno e chiedono invece di venire stabilizzati. Cioè assunti a
tempo indeterminato in virtù dei tanti anni di lavoro in corsia con contratti ad interim. Hanno già avuto un
incontro con Iorio, il quale ha garantito loro che si farà il possibile per la stabilizzazione nella Asrem del
Molise. «Sarebbe il colmo» rilanciano i paramedici regolari che sono emigrati, «visto che la
mobilità in Molise manca dal 2004, se ora si fa la stabilizzazione dei precari vuol dire che le
leggi vengono non solo ignorate, ma calpestate».
Tagli sanità, 8 mesi dopo la nomina di Basso la
diffida del Comune: "Colpo di mano"
Dopo anni di sprechi della sanità regionale l’amministrazione annuncia delle diffide al governo e al
commissario ad acta sul piano di rientro che penalizza il San Timoteo, contestando il riordino, compito
fino allo scorso giugno nelle mani del governatore del Molise Michele Iorio, che però non ha mantenuto gli
impegni. «La procedura del piano di rientro di Filippo Basso è illegittima - questa la tesi dell’avvocato
Vincenzo Iacovino che assiste il Comune nell’azione legale - va contro l’autonomia regionale».
Il Comune di Termoli avvia una “formale diffida” contro il piano sanitario del commissario ad
acta Filippo Basso. L’avvia ora, nel gennaio del 2013, cioè dopo anni di gestione allegra all’insegna
degli sperperi della Regione, dopo la prima fase del piano di rientro affidata allo stesso Iorio poi
esautorato dal ruolo di commissario mentre il buco della sanità s’ingigantiva ancora, e dopo
ben otto mesi da quando il governo ha deciso di inviare il “controllore speciale” di Iorio, ovvero Filippo
Basso.
L’opposizione al piano di rientro che «riduce il San Timoteo a un poliambulatorio tagliando drasticamente
posti letto e reparti» ha imboccato così le vie legali, con un primo passo al quale potrà seguire anche
il
ricorso
al
Tar,
se
la
proposta
di
riordino
diventerà
esecutiva.
«Ero convinto che il commissario Basso non potesse proporre il piano sanitario regionale – ha detto Di
Brino in apertura della conferenza stampa della mattina di venerdì 18 gennaio in Municipio – con la
modifica dell’articolo 5 della Costituzione sono state assegnate le funzioni legislative alle regioni, non
credevo
che
un
commissario
da
fuori
potesse
decidere».
Lo scorso 11 dicembre l’amministrazione - pochi giorni prima del Consiglio comunale al Palasabetta
rivelatosi un flop causa assenza di pubblico - si è rivolta all’avvocato di Campobasso Vincenzo Iacovino
per avviare le diffide, rivolte al commissario ad acta, ai Ministeri della Salute e dell’Economia e
Finanze
e
alla
Presidenza
del
Consiglio
dei
Ministri.
Per il sindaco, il presidente del Consiglio Alberto Montano e per il consigliere Annibale Ciarniello che
hanno preso la parola nella conferenza stampa «da un punto di vita numerico Basso non ha tutti i torti,
ma è proprio il principio ragionieristico che ha degli effetti inaccettabili sul territorio, dove vanno garantiti
i livelli essenziali di assistenza. Se il San Timoteo perderà la sua funzione di riferimento per la
sanità bassomolisana, i pazienti emigreranno a Vasto, di certo non si sposteranno a
Campobasso».
Iacovino è entrato nel merito dell’azione legale finalizzata a bloccare il piano «aberrante», e
al tempo stesso invalidare la procedura con cui è stato attuato: «E’ illegittima, c’è stato un colpo
di mano da parte del governo centrale». Il legale ha richiamato la legge regionale n. 5 del 2009, che
stabilisce che «per il piano sanitario è competente esclusivamente la Regione, non può venire qui un
chirurgo dall’esterno e dividere in due la regione, solo un organo elettivo può decidere». L’avvocato
contesta non solo tutta la procedura con cui si è arrivati al piano di rientro, ma anche la nomina del
commissario Basso: «E’ stata fatta una forzatura con il decreto del presidente del Consiglio dei
Ministri del 7 giugno del 2012, in cui si dice che il commissario deve adottare e attuare il piano
sanitario».
Il governo nazionale – ed è il caso di ricordarlo – ha eseguito quanto previsto nell’ambito della Finanziaria
del 2008 (ministro Tremonti): per le regioni coi conti della sanità in rosso sono stati nominati dei
commissari, coincisi con i presidenti delle Regioni per puro atto di cortesia e buona
coabitazione – per la normativa infatti non era un passo obbligato. Nel caso del Molise, la gestione da
parte del governatore-commissario non ha sortito gli effetti sperati, anzi, il disavanzo si è aggravato,
rendendo necessario il ricorso a un esterno, al quale sono stati conferiti pieni poteri, proprio perché
la Regione è stata di fatto commissariata in tema di sanità solo dallo scorso giugno, e quindi Iorio è
stato
sostituito
da
Basso
per
uscire
dal
dissesto.
Per l’avvocato del foro di Campobasso il piano sanitario redatto da Basso rimane «un atto illegittimo,
perché non c’è alcuna delega in materia da parte del governo centrale». Il legale ha anche
criticato il Consiglio regionale, «che avrebbe dovuto denunciare il conflitto di attribuzione alla Corte
costituzionale». L’annuncio delle diffide giunge a poche ore di distanza dalla conferenza permanente
dei sindaci che si riunirà lunedì per esprimere un parere sul piano di rientro, il quale però non è
vincolante. «Presenterò la nostra azione legale come pregiudiziale, sperando che anche gli altri
colleghi si uniscano» ha detto Di Brino.
Doppia diffida contro il piano Basso - ONE Reader
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Doppia diffida contro il piano Basso
19-01-2013
La «cura» del commissario non piace ai cittadini, ai malati e alle istituzioni
Sanità Il comune di Termoli e il comitato dei cardiopatici contro i tagli alla rete ospedaliera
Tony Raga
TERMOLI Petizioni, ricorsi e ora anche diffide. La «cura»per la sanità messa a punto dal
commissario Basso non piace ai molisani disposti, con ogni mezzo, a bocciare il nuovo piano che
mette a rischio il 62% dei posti letto, oltre a ridurre – in alcuni casi in maniera drastica – il servizio
sul territorio. Ci si aggrappa ad ogni cavillo, insomma, per chiudere nel cassetto quel
provvedimento. Come ad esempio il fatto che deve essere «il consiglio regionale del Molise ad
organizzare una programmazione sanitaria del territorio non il funzionario nominato dal Governo».
Questo il presupposto alla base della diffida stragiudiziale preparata dall'avvocato di Campobasso
Vincenzo Iacovino per conto del Comune di Termoli nei confronti del Commissario alla Sanità
Filippo Basso, del Ministero della Salute, del Ministero dell'Economia e delle Finanze e della
Presidenza del Consiglio dei Ministri. Secondo il legale che ieri mattina in Municipio ha illustrato in
una lunga conferenza stampa le motivazioni di tale impugnativa, il provvedimento di nomina di
Basso adottato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il 7 giugno 2012, è contrario alla legge
regionale numero 9 del 2005, viola la Costituzione e va contro l'autonoma regionale. Di
conseguenza l'adozione del Piano sanitario resta in capo ad un organo elettivo: il consiglio
regionale mentre l'attuazione del documento spetta al Presidente della Giunta. «Abbiamo fatto un
atto di diffida abbastanza forte per conto del Comune – ha detto Iacovino - che ha competenza in
materia, al Commissario ad acta affinché si fermi, al Ministero della Salute affinché attraverso il
controllo adotti opportuni provvedimenti, al Consiglio regionale che ha dato avvio alla procedura di
approvazione del Psr ed al Presidente del Consiglio per la nomina di Basso». Intanto lunedì il
sindaco di Termoli Di Brino parteciperà a Campobasso alla Conferenza dei sindaci sul Piano
sanitario a cui presenterà la diffida chiedendo a tutti gli amministratori locali di esprimersi a
sostegno del ricorso. E sempre ieri mattina i anche i cardiopatici hanno diffidato Basso, per tentare
di salvare l’emodinamica. «Il piano prevede un centro Hub (centro di eccellenza) a Campobasso (H
24) e di due centri Spoke (rete servizi) a Termoli ed Isernia ma con orario 8-14 ed a seguire
eventuali turni di reperibilità - ha detto Liberato Di Felice Presidente dell'associazione 'Cuore
Molisano' - tale organizzazione penalizza i cittadini non residenti nel capoluogo che necessiteranno
delle relative cure oltre gli orari di apertura dei centri Spoke». Di Felice ha già protestato insieme
agli iscritti dell'associazione con uno sciopero della fame durato una settimana e raccolto 6.300
firme con petizione popolare consegnata in Prefettura, a Campobasso, per farla giungere al
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. I tagli, secondo i cardiopatici, risultano
incomprensibili se si considera che il 24 novembre scorso è stato inaugurato al San Timoteo un
nuovo laboratorio di angiografia e Centro di riferimento aritmologico regionale che si è andato ad
affiancare all'unità operativa complessa di cardiologia clinica intensiva vascolare ed interventistica.
Inoltre il bacino di utenti degli ospedali di Termoli e Larino è di circa 120 mila persone, oltre i
pazienti che giungono da Puglia e Basso Abruzzo.
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Mobilità alla ex Cattolica I dipendenti scendono in piazza - ONE Reader
Pagina 1 di 1
Mobilità alla ex Cattolica I dipendenti scendono in
piazza
19-01-2013
Campobasso
CAMPOBASSO Nonostante le temperature polari, il personale dell’ex Cattolica è tornato a far
sentire la sua voce per dire no alla procedura di mobilità avviata dall’azienda per 47 infermieri. È
stato ribadito che senza di loro non si riuscirebbe più a garantire la copertura dei turni di lavoro. Un
braccio di ferro che ormai va avanti da mesi. E ora si attende il via libera per il nuovo piano
sanitario. «Se è tutto demandato alla Regione Molise – ha detto il consigliere Petraroia - , sorge
spontanea la proposta di rilevare la struttura come Asrem e gestirla direttamente come presidio
ospedaliero pubblico salvaguardando le prestazioni d’eccellenza, i rapporti con gli specialisti ed i
contratti di lavoro col personale. Se ciò non accade e persiste la debolezza progettuale della
Fondazione non saranno i 47 licenziamenti a rimettere in ordine il bilancio della struttura
ospedaliera. Al contrario, con meno personale, peggioreranno i servizi».
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http://club.iltempo.it/onebrowser/get/xml/ILTEMPO/2013/01/19/xml/04_ABRUZZO-... 19/01/2013
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Sanità malata, maxi operazione , maxi operazione , maxi