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Reggio Emilia, sabato 15 novembre 2014
Il sindaco Vecchi ha consegnato il Primo Tricolore alla Nazionale italiana
di calcio amputati
L'incontro stamani nel Municipio di Reggio Emilia con il viceprefetto vicario
Adriana Cogode, il vicesindaco e assessore al Welfare Matteo Sassi, la
presidente della Nazionale Anna Maria Manara, il capitano Francesco Messori,
tecnici e giocatori della Nazionale
“Se è vero che lo sport è metafora della vita, voi ne siete i testimoni, la dimostrazione
reale di quanto questo sia vero. Avete sognato e con coraggio avete realizzato il vostro
sogno di essere atleti, avete abbattuto le barriere fisiche e prima di tutto culturali che
spesso ci dominano ed aiutate noi tutti a superarle”. Lo ha detto il sindaco di Reggio
Emilia, Luca Vecchi, rivolgendosi alla squadra Nazionale italiana di Calcio Amputati, a
cui ha consegnato il Primo Tricolore.
La Nazionale, stamani in Municipio, era rappresentata dalla presidente della Nazionale e
referente nazionale Sport e Disabili del Centro sportivo italiano (Csi) Anna Maria Manara
e dal capitano della squadra, il correggese Francesco Messori, quindicenne che ha
fortemente voluto la costituzione della Nazionale di calcio Amputati. Con loro anche
un'ampia rappresentanza della Nazionale, in questi giorni in ritiro a Correggio, per
prepararsi al Mondiali che si giocheranno prossimamente in Messico. Presente inoltre una
rappresentanza della polisportiva Virtus Correggio, club in cui milita lo stesso Francesco
Messori.
All'incontro hanno partecipato inoltre il viceprefetto vicario di Reggio Emilia Adriana
Cogode, che ha dedicato attenzione a sport e disabilità, di recente, quale commissario
del Comune di Correggio; il vicesindaco e assessore al Welfare di Reggio Emilia Matteo
Sassi e l'assessore allo Sport di Correggio, Elena Veneri; e Paolo Guidetti,
vicepresidente della società Spal, sponsor della Nazionale.
“Il nostro desiderio - ha continuato il sindaco Vecchi – è che il superamento di queste
barriere possa avvenire in tutto e a cominciare dalle discipline sportive, anche sul piano
normativo, superando concretamente le distinzioni fra abilità e disabilità. Francesco
Messori ha già dimostrato che ciò è possibile, disputando match con altri atleti
normodotati”.
“Con la vostra esperienza, la vostra storia sportiva e umana – ha concluso il sindaco
Vecchi – non solo dimostrate la possibilità di superare i propri limiti e anche di vincere
una partita sul campo e nella vita, ma siete anche siete portatori di valori che chiamano
in causa e stimolano tutta la comunità, perché sono valori, impegno e idee che
caratterizzano l'essere buoni cittadini. Per questo credo sia quanto mai giusto e
significativo farvi dono del Primo Tricolore, vessillo che è 'padre' della nostra Bandiera
nazionale”.
“Questa iniziativa – ha detto il viceprefetto vicario di Reggio Emilia, Cogode – è
veramente degna di plauso. Consegnarvi il Primo Tricolore, oltre che un riconoscimento
del vostro coraggio, della vostra forza e volontà di riuscire, significa veramente
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'consegnarvi', affidarvi, ciò che questa bandiera evoca e rappresenta in termini di valori
civili e morali. Di questi valori siete testimoni e dovete continuare ad esserlo, grazie
anche all'impegno importante del Csi su questi temi. Portate nel mondo la vostra
esperienza, fatevi ascoltare, a cominciare dai giovani, dai vostri coetanei, a tutti potete
dare molto”.
La presidente Manara ha spiegato, fra l'altro, che “la Nazionale di calcio Amputati è
costituita da 20 atleti provenienti da 10 regioni italiane. Se da una parte ci interessa è
importante l'impegno sportivo, dall'altra solo le persone ad essere per noi al primo
posto” e ha citato due esempi, due storie di vita, di atleti della Nazionale: quella di
Salvatore, divenuto disabile nel corso della Missione di pace italiana in Libano e quella di
Daniel, giocatore professionista normodotato, che ha perso un braccio a seguito di
un'operazione chirurgica malriuscita dopo un banale infortunio e che ora è portiere della
Nazionale.
Il vicesindaco e assessore al Welfare, Sassi ha detto che “il merito sociale di esperienze,
come quella della Nazionale di Calcio Amputati, è di far emergere e far riconoscere le
barriere culturali e comportamentali che ci ostacolano, per poterle superare e risolvere.
Sono esperienze di cui abbiamo un grande bisogno, perché abbiamo bisogno di vedere,
ascoltare, toccare quanto voi siete e fate. Voi ci dite che si può fare, ci aiutate a
vincere queste barriere e siete di grande aiuto, in particolare alle persone che vivono
condizioni di difficoltà”.
Ricevuto il Primo Tricolore, la presidente Manara ha donato al sindaco Vecchi il
gagliardetto simbolo della Nazionale di Calcio Amputati, un pallone dedicato alla
giornata di oggi.
Su una pubblicazione dedicata alla Nazionale, si leggono alcune righe del poeta Goethe:
“Qualsiasi cosa fai o sogni di fare, comincia a farla... nell'audacia c'è genio, potere e
magia”. Un progetto di vita, oltre che di sport.
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Primo Tricolore alla Nazionale italiana di Calcio Amputati