INDICE
Crisi? «Ma noi assumiamo»
29/03/12
2
Il Resto del Carlino Ravenna
Al giudice amministrativo l’inedito arbitrato fra Authority ePa
29/03/12
Il Sole 24 Ore
IMU AGRICOLA, SCONTI IN ARRIVO
29/03/12
4
Il Sole 24 Ore
Iva e tariffa, partita aperta
29/03/12
6
Il Sole 24 Ore
Tagli per oltre cinque miliardi
29/03/12
8
Il Sole 24 Ore
PMI BIOMEDICHE CONTRO LE ASL
29/03/12
9
Il Sole 24 Ore
CARO STATO, SON PASSATI NOVE ANNI
29/03/12
11
Il Sole 24 Ore
ROMA, SI LAVORA AL DECRETO RIFIUTI
29/03/12
12
Il Sole 24 Ore
Fisco benevolo con i bond locali
29/03/12
13
Italia Oggi
Giovani, risorsa per gli enti locali
29/03/12
15
Italia Oggi
Immobili, Imu senza più segreti
29/03/12
3
16
Italia Oggi
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press LinE
il Resto del Carlino
29/03/2012
Ravenna
Crisi? «Ma noi assu
o»
La Cna premia LI aziende per aver incrementato l'occupazione
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IL CONTESTO economico è
sempre critico. Ma i segnali di dinamismo e vivacità, anche nel nostro sistema delle piccole e medie
industrie e delle imprese artigiane, continuano. In questo clima,
la Cita ha tribuato il premio 'Sviluppo e occupazione' a undici imprese associate (sopra nella foto
Zaini) che nel corso del 2011 si sono contraddistinte per aver sviluppato la loro attività attraverso
un aumento della base occupazionale. «E' un riconoscimento importante e non formale perché le
imprese premiate dimostrano ancora una volta ha sottolineato
il direttore Natalino Gigante —
quanta vitalità, quanta forza e
potenzialità sono racchiuse nel
comparto dell'artigianato e della
piccola impresa della nostra provincia. E lo dimostrano soprattutto attraverso le loro performance
di crescita, qualitativa e quantitativa,
la loro concreta capacità di affrontare le impegnative sfide dei mercati nazionali e in ternaz nali, Ma anche e soprattutto per il loro radicamento territoriale che è
una caratteristica fondamentale
di questo segmento di impresa».
IL PREMIO, che è arrivato alla
sua quattordicesima edizione, acquista un valore ancora più forte
perché riferito a un 2011 in cui,
nonostante alcuni piccoli segnali
di ripresa registrati nel primo semestre, la crisi economica non si
è affievolita come si sperava. Ma,
soprattutto, si prevedono ancora
due anni di difficoltà per il nostro
Paese. E le difficoltà dell'artigianato sono confermate anche in
ambito provinciate, dove ha perso lo
0,8 per cento della
.> sua consistenza, circa
100 aziende in meno.
«SIAMO di fronte ad un periodo
ancora difficile per il nostro sistema socioeconomico. Però —ha
sottolineato Gigante abbiamo
di fronte un sistema di piccole imprese, sicuramente stressate tua
non rassegnate, un sistema che
sta tenendo, che sta contribuendo
alla tenuta economica del nostro
territorio e alla sua coesione sociale. Alla creazione di questi risultati aziendali hanno influito diversi
fattori: il capitale umano e le capacità manageriali dei nostri imprenditori, il loro sistema relazionale, la voglia di innovare, il rafforzamento delle reti tra imprese,
Ma ci sono stati anche alcuni im-
portanti strumenti sul territorio
che sono stati vicini alle imprese
e che le hanno sostenute in questa fase difficile. Penso al sistema
dei Confidi, in particolare a Unifidi che nella nostra provincia, ha
aumentato nel 2011 la sua
operatività del 24%, toccando
nuota 162 milioni di finanziamenti contro i 130 del 2010».
LE AZIENDE premiate sono Antocarrozzeria Europa di Lugo;
Marco Bacchilega di Voltana;
Bassi Srl di S. Maria in Fabriago;
Dmo spa di Ravenna; Leoni e Casadio Group di Faenza; Miele Antonietta di Ravenna; Nannini Renato Machinery Srl di Faenza;
Nazionale Elettronica Srl di Faenza; Fili Pollini Srl di Consci ice;
Qualità Test Sri di Ravenna; Torneria Meccanica Savini Domenico e Figli di Russi,
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Il Sole12
pressunE
2n-m-012
CONTEN:a0S0 E CONCORRENZA
Al giudice
amministrativo
l'inedito arbitrato
fra Authority e Pa
di Marcello Clarich
on i decreti Monti ha preso piede la tendenza a porre il giudice amministrativo sullo
..„A scranno di arbitro delle liti tra Autorità indipendenti e pubbliche amministrazioni. Già il
decreto legge "Salva Italia" (Dl 201/zon) ha attribuito all'Antitrust il potere di impugnare gli atti
amministrativi e i regolamenti di tutte le Pa che
violano le norme a tutela della concorrenza e del
mercato. Ciò allo scopo di risolvere una smagliatura del diritto della concorrenza che consentiva
all'Autorità di rivolgere al Governo e alle amministrazioni solo pareri e segnalazioni volti a denunciare gli effetti anticompetitivi di alcune loro decisioni. Pareri quasi sempre inascoltati.
Ora, in sede di conversione del decreto legge
sulle liberalizzazioni (Dl 1/2012) il Senato concede un potere analogo alla nuova Autorità di regolazione dei trasporti. L'ambito è più limitato e riguarda solo i provvedimenti di regolazione del
servizio taxi di competenza comunale e regionale. La versione originaria del Dl riservava invece
all'Autorità il potere di attuare misure di liberalizzazione di questo servizio. I Comuni potevano
emanare un semplice parere, obbligatorio, ma
non vincolante. In sede parlamentare sono emerse proposte volte a ripristinare il peso degli enti
locali e alla fine è passata una soluzione di com-
promesso. Da un lato, il potere di regolazione resta ai Comuni e alle Regioni, che devono acquisire un parere obbligatorio, ma non vincolante,
dell'Autorità. Dall'altro, l'Autorità può effettuare
analisi comparate per individuare i livelli ottimali di servizio che i Comuni devono tenere in considerazione e, soprattutto, può impugnare innanzi
al Tar Lazio tutti gli atti amministrativi adottati.
Il giudice amministrativo dovrà così farsi carico di un contenzioso di tipo inedito. Infatti,
di regola, i ricorsi sono proposti per tutelare
situazioni giuridiche di privati lesi da un provvedimento illegittimo. Costituiva già una deroga l'attribuzione ad associazioni ambientaliste e di tutela dei consumatori della legittimazione a impugnare i provvedimenti che ledono interessi collettivi e diffusi.
Ora si fa un passo in più. Da un lato, l'Antitrust
si trasforma in un pubblico ministero della concorrenza che promuove giudizi per tutelare un interesse pubblico. Dall'altro lato l'Autorità per i
trasporti potrà contestare in giudizio numero delle licenze, tariffe, divieti di sviluppare servizi integrativi (taxi collettivi) e altre restrizioni alla liberà di organizzazione del servizio.
Quasi inedito è il fatto che queste controversie sorgono solo tra apparati amministrativi,
con il giudice in veste di arbitratore. Un ruolo
difficile perché involge valutazioni opinabili. Il
magistrato dovrà stabilire, per esempio, in base
ad analisi di mercato sofisticate, se un certo
provvedimento ha effetti restrittivi della concorrenza; o se il numero massimo di licenze deliberato da un Comune rispetta «i criteri di ragionevolezza e proporzionalità, allo scopo di garantire il diritto di mobilità degli utenti».
Colpisce poi che al giudice amministrativo venga addossata la responsabilità di dirimere liti tra
amministrazioni. In molti Paesi questi conflitti
hanno altre sedi amministrative in cui si trovano
soluzioni ragionevoli concordate o qualcuno si assume la responsabilità di imporre una scelta.
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press LinE
Il soler /,1
29/03/2012
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Imu agricola, sconti•in
i arrivo
Decreto fiscale, Governo pronto a formalizzare le modifiche: possibili interventi su dimore storiche e beni comunali
Mini-riduzione per i capannoni - Esenzione sui terreni in zone montane
Eugenio Bruno
ROMA
Mini-sconto sull'Imu per i
capannoni agricoli ed esenzione per i terreni montani. Sono
alcune delle modifiche all'imposta municipale che il Governo sta pensando di inserire
nel decreto sulle semplificazioni fiscali. Magari insieme
agli interventi di alleggerimento della tassazione sulle
dimore storiche e sugli immobili dei Comuni.
Se ne saprà di più oggi quando il Governo darà i suoi pareri sui numerosi emendamenti
accantonati dalle commissioni Bilancio e Finanze di Palaz-
zo Madama. Che, lentamente,
stanno esaminando il provvedimento. A quel punto i due relatori, Antonio Azzollini (Pdl)
e Mario Baldassarri (Fli), potrebbero presentare un maxiemendamento con tutte le modifiche condivise dall'Esecutivo. Un testo che le commissioni saranno chiamate a votare
entro lunedì 2 aprile così da inviarlo in Aula il giorno successivo e consentirne il via libera
prima della pausa pasquale.
Tra le modifiche messe a
punto da via XX Settembre e
destinate a finire nel maxiemendamento ci sarebbe la riduzione dallo 0,2% allo 0,175%
600 metri nell'Italia settentrionale e ai 700 metri in quella centro-meridionale.
Contemporaneamente il Governo punterebbe a ridurre
del 60% la base imponibile dei
fondi situati in zone collinari
(che si trovano cioè al di sotto
dei 600 metri al Nord e dei
700 al Centro-Sud). E anche la
base imponibile su cui insistono i fabbricati rurali strumentali verrebbe ridotta del 30%
sia nelle aree montane che in
quelle collinari.
Resta da capire se queste innovazioni basteranno a soddisfare la "sete" di modifiche
provenienti dalle associazioni
dell'aliquota sui fabbricati rurali strumentali. Ferma restando la possibilità per i sindaci di
abbassare l'asticella fino allo
0,1% previsto dal decreto salvaItalia che ha anticipato dal
2014 al 20121a sostituzione dell'Ici con l'Imu.
Il restyling sul tributo immobiliare non si fermerebbe
qui visto che il Mef sarebbe
intenzionato a esentare dall'applicazione dell'imposta i
terreni ubicati in «zona altimetrica di montagna». Richiamando a tal proposito la
definizione dell'Istat che la
individua nel territorio con
altitudine non inferiore ai
di categoria che, nelle scorse
settimane, hanno quantificato
in 90o milioni l'impatto
dell'Imu sull'agricoltura (anche se le stime del Tesoro
quantificano l'aggravio di gettito per i proprietari agricoli in
224 milioni complessivi).
Sulla decisione definitiva
del Governo un ruolo fondamentale lo giocheranno le
possibile coperture che il ministero dell'Economia sta
cercando di individuare.
Una volta individuate le risorse l'Esecutivo potrà anche dare una risposta alle altre novità in rampa di lancio: dallo sconto sull'Imu
per le dimore storiche all'esenzione per gli immobili
dei municipi. Che, a legislazione vigente, si troverebbero a versare allo Stato il 50%
dei proventi prodotti dall'Imu, inclusa quella applicata sui beni comunali. Tutti
temi su cui Governo e Anci
si confronteranno nel vertice di stamattina al Viminale
con il ministro dell'Interno,
Anna Maria Cancellieri. Incontro dal quale i sindaci si
aspettano risposte anche su
patto di stabilità e autonomia organizzativa in materia di personale.
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press unE
Il Sole12
29/03/2012
Novità allo studio
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Il Sole/ /,1
29/03/2012
Prelievo beate. Dopo la sentenza della Corte di cassazione sui «versamenti ambientali»
Iva e tariffa, partita aperta
Il ministero ritenta la strada dell'interpretazione autentica
Gianni Trovati
MILANO
Finora la strada imboccata
dal ministero dell'Economia nel
tentativo di sciogliere i nodi ormai intricatissimi dell'Iva applicata alla Tariffa d'igiene ambientale non si è rivelata molto produttiva, ma a Via XX Settembre
non si cambia idea.
A rivelarlo è la risposta a un
question time presentato ieri in
commissione Finanze alle Camera da Marco Causi e Alberto Fluvi (Pd), che hanno chiesto al Governo che cosa intenda fare per
evitare ai gestori del servizio «gli
ingenti costi delle azioni legali innescate dai milioni di aventi diritto» al rimborso dell'imposta pagata negli scorsi anni. La risposta
ministeriale, pur indicando che
la scelta deve dipendere da «valutazioni squisitamente politiche»,
torna a evocare una «norma di interpretazione autentica che chiarisca la natura di corrispettivo
QUADRO
Le imprese del settore
hanno diffidato l'Economia
a garantire la restituzione
di un miliardo di euro
già pagato all'Erario
della Tia i», e quindi l'applic abilità della Tia. A chi ha seguito gli
infiniti capitoli di questa telenovela, questa "soluzione" ricorderà da vicino il tentativo fallito con
la manovra estiva 2010 (articolo
14, comma 33 del Dl 78/2010),
quando per un errore nei riferimenti normativi si chiarì per legge la natura corrispettiva della
Tia 2 (introdotta nel 2006 e praticamente mai applicata, quindi
fuori discussione) e non della Tia
i (prevista dal decreto Ronchi, applicata in oltre mille Comuni e oggetto della pioggia di istanze di
rimborso). L'idea, par di capire, è
quella di tornare a stabilire per
legge il contrario di quanto sancito da Corte costituzionale e Cassazione, azzeccando però i riferimenti normativi. Un'ipotesi, questa, che torna a prendere piede
mentre gli assalti all'Iva si moltiplicano, perché sempre ieri Federambiente, che riunisce le imprese del settore, ha diffidato il mini-
stero dell'Economia per vedersi
restituito «il miliardo di euro di
Ivaversato all'erario» e ha annunciato azioni legali.
Il problema, si ricorderà, nasce nel luglio 2009, quando la Corte costituzionale (nella sentenza
238 di quell'anno) stabilisce che
la Tia è una tariffa di nome ma
una tassa di fatto, perché non misura puntualmente il conto sulla
base dei rifiuti prodotti, per cui
l'Iva (in quanto imposta sulla tassa) non va applicata. La questione investe 1.193 Comuni in cui vivono 17 milioni di cittadini, e secondo le stime apre possibili ricorsi per un miliardo di euro (in
pratica l'Iva pagata ma non dovuta negli ultimi cinque anni). Mentre gli utenti ottengono le prime
vittorie dai giudici di pace e in
commissione tributaria, il Governo interviene nel maxiemendamento alla manovra estiva 2010,
fissando con una norma di «interpretazione autentica» che la Tia
è un corrispettivo: come detto,
però, sbaglia mira, e invece di riferirsi alla Tia i ex decreto Ronchi
punta tutto sulla Tia 2 ex Codice
dell'ambiente, che però è fuori
dai giochi. Per rimediare al (mancato) rimedio, interviene allora il
dipartimento delle Finanze con
una circolare (la n. 3 dell'e novembre 2010) in cui si stabilisce
un'« analogia sostanziale» fra Tia
2 e Tia i, per cui quel che vale per
l'una vale anche per l'altra. Nemmeno quest'argine, però, riesce a
reggere, perché interviene la Cassazione (con la sentenza 3756 del
9 marzo 2012) e stabilisce che
l'analogia affermata nella circolare è «frutto di una forzatura logica del tutto inaccettabile», e di
conseguenza le richieste di rimborso possono andare avanti.
Si inserisce in questo quadro
l'ipotesi di una nuova «interpretazione autentica» che, sottolinea il ministero, avrebbe il pregio di «esplicare i propri effetti
per le operazioni fatturate nel
passato» e per quelle «da effettuarsi fino al 31 dicembre 2012».
Dopo di che il problema sarà risolto dall'arrivo della Tares. A
patto, ovviamente, di centrare il
riferimento normativo necessario a contraddire per legge Corte
costituzionale e Cassazione.
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gianni trovatielsole24ore com
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Il Sole12
29/03/2012
Le risorse
Trasferimenti fiscalizzati e non fiscalizzati anno 2012
Descrizione
Anno 2011 - complesso delle assegnazioni ai
Comuni delle 15 Regioni ordinarie
Fiscalizzato 2012
Non fiscalizzato 2012
11.264.914.489,10
610.568.756,46
Mobilità del personale (da tipo A a C
3339 '7° 7,08
Contributo aspettativa sindacale (da tipo A a C)
3 1.137.312,15
Variazioni nel corso 2011
Riduzione risorse ex Dl 78/2010
Contributo Comune di Pietrelcina (*)
(al momento non finanziato)
Interessi passivi per mancato pagamento fornitori
(non finanziato)
Variazione contr. assistenza sanitaria cittadini
di Campione d'Italia
450.000 00
0.000.000 00
4 .015,00
Variazione stabilizzazione personale ex Eti
(legge 296/06)
5339.184,69
Variazione Trsf. Compensativi addizionale
comunale Irpef
108.500.000,00
Variazione contributo contrasto evasione fiscale
Totale base di calcolo
2.500.000,00
731.291.945,38
Nota: (*) Il totale dei contributi non fiscalizzati può essere portato a euro 731.791.945,38 se si considera che in fase avanzata di
approvazione l'iter procedimentale per ilfinanziamento di tale contributo per un importo di 500.000.00 euro nell'anno 2012
Fonte: Copaff
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Il
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soler /,1
29/03/2012
FedmHsmo fisne,
Le previsioni per Comuni e Province
Tagli per oltre cinque miliardi
:::::::: Quasi 5,2 miliardi di tagli. Sono gli effetti combinati sul 2012
dell'onda lunga delle sforbiciate
operate nel 2010 con la manovra
estiva (Dl 78) e delle strette aggiuntive portate dalla pioggia di
manovre 2011.A mettere nero su
bianco i numeri, che non sono
ancora ufficiali ma rappresentano una stima "fondata", è la commissione tecnica paritetica per
l'attuazione del federalismo fiscale (Copaff), che ieri ha diffuso le cifre di riferimento per Comuni e Province.
Nel caso dei sindaci, si passa
dai quasi no miliardi di risorse
2011 (tra "fiscalizzate", cioè trasformate in tributi e compartecipazioni, e non) ai 6,7 miliardi
stimati come «somma che lo
Stato deve trasferire ai Comuni nel 2012». Ma non basta: per
alcuni enti, sempre secondo i
calcoli della Copaff, la pioggia
dei tagli è arrivata a erodere del
tutto le "spettanze" precedenti, al punto che per attuare le
manovre i sindaci interessati
dovranno effettuare versamenti a favore dello Stato: dovrebbero passare per questa via
143,2 milioni di euro.
La dieta drastica imposta ai
conti locali passa prima di tutto
dai 2,5 miliardi chiesti per il
2012 dal Dl 78/2010 (il decreto
attuativo del Viminale per
quest'anno è stato pubblicato
sulla «Gazzetta Ufficiale» n. 72
del 26 marzo 2012), a cui si aggiungono le riduzioni che in ba-
se alle manovre 2011 («SalvaItalia» in primis) dovrebbero
compensare le maggiori risorse in arrivo dal Fisco. L'incognita principale è ovviamente rappresentata dal gettito effettivo
dell'Imu, che si concentreranno in larghissima parte nei Comuni che ricadono nel territorio delle Regioni a Statuto ordinario. Sempre che, naturalmente, l'Imu mantenga tutte le promesse "stimate" da Via XX Settembre. Anche per questo l'accordo raggiunto in conferenza
Unificata prevede una doppia
verifica in itinere, ma i numeri
definitivi si conosceranno solo
dopo febbraio 2013.
G.Tr.
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Il Sole12
29/03/2012
2M7=03~Vé.~2
Ritardi P. Parte dal Veneto la crociata contro i mancati pagamenti da parte degli ospedali - Oggi la protesta a Napoli
Pmi biomediche contro le Asl
Le unità sanitarie sono debitrici di 6 miliardi di euro - Servizi a rischio collasso
Silvia Zanardi
VERONA
Un laboratorio che non fa le
analisi del sangue, una sala operatoria senza fili di sutura, una diagnosi senza tac, monitoraggi impossibili per mancanza di apparecchi. A breve, gli ospedali italiani potrebbero trovarsi senza mezzi per garantire la salute dei cittadini. Le imprese biomediche e diagnostiche, aderenti ad A.ssobiomedica, sono con le spalle al muro: le Regioni, attraverso le Asl, sono loro debitrici di quasi 6 miliardi di euro dovuti ai ritardi nei pagamenti delle forniture. Dal solo
Veneto, gli imprenditori attendono 468 milioni.
Ieri mattina, un'ottantina di
aziende ha protestato a Verona,
davanti all'ingresso dell'azienda
ospedaliera universitaria di Bor' go Trento, che spicca per essere
la più inadempiente della Regione: salda i pagamenti con452 giorni di ritardo, quando la legge impone di farlo entro 3o giorni. Oggi
il presidio si sposta a Napoli, davanti all'ospedale San Paolo,1.626
giorni di ritardo. «Dallo scorso
giugno, i ritardi sono sempre più
consistenti - spiega Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica -. A questo si aggiunge la necessità, per le aziende, di ricorrere ai crediti bancari, soggetti a
continue restrizioni. Rischiamo
che le imprese del settore si affidino a canali di finanziamento non
ufficiali». La sanità, inoltre, potrebbe trovarsi nel caos da un giorno all'altro: «Se dopo la protesta
di oggi a Napoli non otteniamo risposte, agiremo in modo drastico: blocchiamo le forniture - continua Rimondi -. Quello che resta
da capire è se la mancata erogazione sia dovuta a problemi gestionali delle singole amministrazioni
oppure se il pubblico voglia scaricare le sue difficoltà direttamente
sul fornitore. Non si spiega, per
esempio, il fatto che la Asl di Treviso paghi a cavallo dei io° giorni
e Verona vada oltre i 400. Sono o
non sono nella stessa Regione?»
Secondo gli ultimi dati di Assobiomedica, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Toscana pagano,
in media, a 30o giorni. Gestione
migliore vanta la Lombardia, che
paga le aziende entro i 12o giorni.
Disastrosa è invece la situazione
in in Campania, dove si arriva a
quasi mille giorni di ritardo e a un
debito di 94o milioni, e in Calabria, 800 giorni per i pagamenti e
470 milioni di mancate erogazioni. Al Sud, tuttavia, si distingue
Per migliore gestione la Basilicata, che saldai conti entro i 1.6o giorni. «Devo riscuotere dalle Regioni un anno di fatturato, circa 4o
milioni di euro. Sono costretto a
trattare con le banche», dice Angelo Fracassi, titolare della Dasit
di Cornaredo (Milano) e presidente di Assobiomedica fino allo
scorso giungo. La sua azienda è
leader in Italia nel settore di ematologia e vende materiale per la
diagnostica in vitro: «Per la prima
volta, nell'ambiente biomedico,
si sente dire che le multinazionali
puntano a lasciare l'Italia e guardare all'estero. La sanità rischia il
collasso. Nessuno, finora, ci ha dato ascolto. Siamo sul piede di guerra». Una risposta, in seguito al presidio di ieri a Verona, è arrivata
dall'assessore regionale alla Sanità Luca C oletto: «Grazie all'accordo sugli ammortamenti non sterilizzati stretto con il ministero delle finanze, da quest'anno inizierà
un flusso di circa loo milioni destinato alle aziende e fmalizzato a ricostituire la capacità del fondo di
spesa corrente (Lea), che disporrà di risorse da utilizzare per i pagamenti. Un ulteriore beneficio
arriverà dalla costituzione del
fondo investimenti per la sanità».
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Il Sole12
29/03/2012
La mappa dei ritardi
La stima dello scoperto del mercato regione per regione (in migliaia di euro) e i giorni di ritardi nei pagamenti
Regioni
Valle d'Aosta
Piemonte
Scoperto Dso*
Regioni
Stima scoperto
&spesitivi medici
6.098
0,1
113
Umbria
51.448
456.708
8,2
294
Abruzzo
Molise
dispositwi medici
0,9
166
116.309
2,1
207
112.784
2,0
864
Lazio
690.822
12,3
401
Campania
939.966
16,8
801
Liguria
134.821
2,4
206
Lombardia
287.734
5,1
111
Trentino A.A.
29.234
0,5
95
465.989
8,3
292
Fri u li
49.476
0,9
103
Emilia R.
477.871
8,5
303
Toscana
333.518
6,0
274
Sardegna
Marche
82.666
1,5
164
Italie
Veneto
Scoperto Dso*
Basilicata
26.043
0,5
159
Puglia
442.855
7,9
352
Calabria
470.614
8,4
988
Sicilia
295.724
5,3
295
131.818
2,4
297
5 02.496
100,0
315
Nota: * Days of sales outstanding (tempi medi di pagamento)
Fonte: Assobiomedica
r
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press LinE
Il Sole12
29/03/2012
Metatmeccanico. Veneta Stampi reclama una quota del Patto Territoriale Venezia Orientale del1999
Caro Stato, son passati nove anni
Luca Pozza
VENEZIA
z Lavora per i colossi tedeschi come Mercedes, Audi e
Bmw, che gli garantiscono
l'8o% dei fatturato totale. Eppure attende quasi 77mila euro
dallo Stato da nove anni. La storia è quella dell'imprenditore
veneziano Vittorio Furlan, 67
anni, legale rappresentante di
Veneta Stampi, industria metalmeccanica con sede a Ceggia, specializzata nella progettazione e costruzione di stampi
in lamiera per auto. L'azienda,
che impiega una quarantina di
addetti e ha un fatturato di circa 7 milioni, fa parte di un gruppo (Gruppo Veneta Stampi)
con un centinaio di operai e un
fatturato di 12 milioni, che ha saputo combattere la crisi investendo all'estero.
Una situazione ottimale se
non fosse per il credito del Ministero del Sviluppo Economico.
La somma faceva parte di un finanziamento dedicato allo sviluppo e al rilancio industriale,
stanziato sulla base del cosiddetto Patto Territoriale Venezia Orientale del1999.
«La mia società - racconta
Furlan, tre figli che lavorano in
azienda - ha effettuato un investimento di oltre 2 milioni e
7oomila euro, iniziato nel luglio
1998 e terminato cinque anni e
mezzo dopo. Questi dati sono
stati certificati dal Ministero
dello Sviluppo Economico che
nel 2007 ha effettuato un sopralluogo in azienda, verificando la
realizzazione di un nuovo capannone e l'assunzione di numeroso personale. Nella medesima situazione si trovanóbaltre
nove piccole aziende, facenti
parte dello stesso Patto Territoriale, che sono creditrici per
544.356 euro. I 77mila non rischiano di bloccare la mia azienda, ma sono amareggiato e deluso da questa situazione, che
non riguarda solo me».
La legge n. 662 de11996 aveva
fra le sue finalità promuovere e
finanziare lo sviluppo integrato
di piccole e medie aziende ope-
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ranti in aree territoriali e coordinate dagli enti locali. «In questi
anni - racconta l'imprenditore
veneto - il Ministero dello Sviluppo Economico ha addirittura comunicato di aver smarrito
una parte della pratica del Patto, che poi abbiamo ripresentato. Successivamente abbiamo
sollecitato innumerevoli volte,
anche attraverso interrogazioni parlamentari, la nostra associazione di categoria e il Patto
stesso, ma non è valso a nulla. È
come sbattere contro un muro
digomma; nessun politico e nessun funzionario pubblico si è assunto la responsabilità dei ritardi denunciati». «Quanto iniquo
è uno Stato che da una parte è
inadempiente verso i propri
contribuenti, ma pretende puntualità dei pagamenti di tasse e
contributi?», si chiede Furlan.
O RIPRODUZIONE RISERVATA
press LinE
Il Sole12
29/03/2012
Laura Di Pillo
ROMA
Un decreto per scongiurare l'emergenza rifiuti a Roma.
Pronto il piano straordinario
che vede in campo Governo, enti locali e imprese per varare, in
tempi brevissimi, la gestione integrata dei rifiuti nella capitale.
Il programma, presentato dal
ministro dell'Ambiente Corrado Clini, si muove su due binari:
attivazione della filiera industriale (con amento della differenziata) e individuazione del
sito alternativo a Malagrotta (la
più grande discarica europea
che chiuderà ilio giugno). Più
poteri al Commissario delegato
Giuseppe Pecoraro, pronto a intervenire se gli enti locali non
riuscissero a scongiurare
l'emergenza. Una mossa che
non vuoi essere una minaccia
politica, ma la conseguenza logicaper evitare la paralisi. «Roma
ce la può fare» spiega il ministro. Il Piano per Roma è un documento di 17 pagine preparato
in due settimane per non cadere
nella "sindrome Napoli" con i rifiuti nelle strade della capitale.
Partita nelle mani del Governo
dopo i tentennamenti e gli scaricabarile degli enti locali che hanno portato Roma sull'orlo del caos. Il Piano, che Clini presenterà dopo Pasqua al commissario
Ue all'Ambiente Yanez Potocnik, azzera la lista dei sette siti
alternativi a Malagrotta scelti
dai tecnici della Regione (Corcolle, Osteriaccia, Pizzo del Prete, Quadro Alto, Pian dell'Olmo,
Monti dell'Ortaccio, Quartaccio). «Nessuno è privo di elémenti di criticità - spiega Clini dobbiamo cercare anche oltre
la provincia di Roma». Prevista
la riduzione della quantità di rifiuti da conferire agli impianti
di trattamento e quindi in discarica o nei termovalorizzatori.
«L'obiettivo - precisa Clini - è
far crescere la differenziata, raggiungere progressivamente nel
trienno 2012-20141.150% del materiale recuperato, rendere più
efficienti gli impianti di trattamento meccanico biologico
(Tmb) attivando il ciclo integrato di rifiuti, che include anche
una díscaríca di- servizio, ma
con dimensioni diverse e che
non può essere Malagrotta». Sistema puntualizza «operativo
con successo in Lombardia,
Emilia Romagna, Veneto, anche Roma può e deve farcela».
In tempi brevi. Nell'arco di 3-4
settimane (entro il 3o aprile) va
fatto l'accordo di programma e
un piano operativo con Comune, Regione, Provincia, aziende
titolari di impianti Trnb (Malagrotta l e 2, Ama Rocca Cencia e
Via Salaria) degli impianti per
la preparazione del compost
(Ama Maccarese), di quelli per
il recupero energentico (Gaia
Colleferro, Acea San Vittore e il
gassificatore Colari a Malagrotta), insieme ai consorzi di filiera. Allo studio anche il coinvolgimento delle banche per garantire i necessari investimenti. Il
piano prevede anche la revisione delle tariffe vigenti e risorse
governative. «Serve il supporto
del sistema creditizio - continua Clini - coinvolgendo anche
la banca della Regione, stiamo
verificando con Cdp le possibilità». In quest'ottica l'individuazione di nuovi siti per la discarica resta «una soluzione residuale, dove conferire entro il 2014
non più del 20% dei rifiuti trattati» spiega il ministro. Ipotizzati
CONTRO L'EMERGENZA
Governo, imprese
ed Enti Locali coinvolti
in una gestione integrata
Proroga per Malagrotta
e più poteri al Commissario
Roma, si lavora
al decreto rifiuti
Ambient e. Il piano del ministro Clini
Al vertice. Il ministro per l'Ambiente Corrado Clini
anche accordi con altre Regioni: «Bisogna capire se in una fase in cui Roma non sia autosufficiente si possano avviare iniziative bilaterali». Non esclusa la
proroga su Malagrotta: «Solo se
riusciamo a mettere in piedi
questo programma, la chiusura
potrebbe essere prorogata a fine anno. Malagrotta ha abituato
i romani ad avere un sito dove
conferire rifiuti a costi molto
bassi, diciamo che i romani si sono fatti viziare da Cerroni (il
presidente di Colari la società
che gestisce Malagrotta, ndr)»
ha spiegato Clini osservando
che l'emergenza di oggi viene
da lontano:«Almeno io anni fa
dovevano essere prese certe decisioni per adeguare Roma agli
standard Ue». Sarà molto probabilmente un decreto del Governo ad accogliere il Piano: una
scelta per consentire procedure accelerate e una dotazione di
risorse adeguate, per garantire
insomma «tempi certi degli interventi, incluso il rafforzamento e l'ampliamento della portata
e dei termini del mandato commissariale» a garanzia della piena e corretta gestione del ciclo'
integrato dei rifiuti a Roma. Ieri
intanto Pecoraro ha annunciato
che «il quinto impianto Tmb a
Paliano è necessario e si farà».
©RIPRODUZIONt RISERVATA
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Pagina 47
elefonate dall'estero
press LinE
29/03/2012
ItaliaOggi
per le plusvalenze.
Circolare delle Entrate illustra le modifiche del decreto 138 alla tassazione delle rendite
Fisco benevolo con i bond locali
Ritenuta su interessi al 12,50%. Affrancamento al 31 marzo
F
DI GIUSEPPE DI VITTORIO
fisco benevolo nei confronti dei titoli emessi
dagli enti locali (Boc,
Bop e Bor), più cattivo verso Poste e Ferrovie: nel
primo caso si paga la ritenuta del 12,50% sugli interessi
maturati, nel secondo invece
il 20%. Assicurazioni e fondi
previdenziali scontano l'aliquota in base alla tipologia
di investimento, quindi più
bassa sulla parte investita in
titoli pubblici. Mini-aliquota
al 5% per gli interessi sui
bond destinati a finanziare
interventi nel Mezzogiorno.
Scade il 31 marzo il termine
perscomunicare all'intermediario che si vuol fare l'affrancamento al 12,50% sugli
interessi e plusvalenze maturati nel 2011. Sono alcune
delle novità contenute nella
circolare 11/E dell'Agenzia dell'Entrate di ieri che
chiarisce i punti oscuri del
dl 138/2011 che modifica la
tassazione delle rendite finanziarie. Il provvedimento
ha unificato al 20% le ritenute e le imposte sostitutive
da applicare sui redditi di
natura finanziaria interessi
e plusvalenze (cioè i guadagni
realizzati quando si compra e
si vende a un prezzo più alto
un titolo). La normativa prevedeva però delle deroghe. I
titoli di stato e quelli di altri
enti pubblici scontano un'imposta di favore del 12,50%. La
circolare dell'Agenzia precisa
che rientrano nella tariffa di
favore i titoli emessi anche
dagli Enti pubblici territoriali
(comune, provincia, regione):
per intenderci Boc, Bop, Bor.
La circolare si spinge ancora più là mostrandosi ancora
una volta accomodante nei
confronti delle
articolazioni
delle stato. I
redditi derivanti dai titoli eventualmente emessi
dalle unioni
di comuni e
dalle future città metropolitane sconteranno sempre il
12,50%.
Poste Pay. Le cose si fanno
più complicate invece per le
Poste. L'aliquota agevolata
del 12,50% opera solo per i
Buoni fruttiferi postali. Le Poste infatti si sono trasformate
in una società per azioni con
un attività di raccolta del risparmio molto simile a quella
bancaria. Gli uffici postali dovranno applicare un'aliquota
del 20% su tutto ciò che non
è buono fruttifero. Aliquota
ridotta chiaramente anche
per i titoli di stato emessi
da altri paesi sempre riconosciuti dal fisco in un'apposita
«white list». I paradisi fiscali,
per esempio,
non rientrano
nella lista dei
favoriti.
Il monopolista che piace. La circolare chiarisce
anche altri
casi ambigui,
come quello dei redditi derivanti dalle obbligazioni emesse dalle Ferrovie dello Stato.
Il principio giuridico che vale
in questo caso non è tanto la
veste giuridica dell'emittente
una Spa (non un ente pubblico) e quindi come tale trova
applicazione il 20%. L'Agenzia invece fa valere le ultime
previdenziale le cose si complicano. Ciò che rileva è come
l'impresa assicuratrice o il
fondo previdenziale investono. Si calcolerà un rapporto
fra patrimonio investito in
titoli che scontano il 12,50%
e quello che paga il 20% e a.
quel punto il reddito derivante sconterà il peso fiscale con
le stesse percentuali, in parte
assoggettato al 12,50% e in
parte al 20%.
Il meccanismo è sicuramente complicato anche se
il calcolo non
sarà in carico
al percettore
del reddito
ma assolto
dall'intermediario che lo distribuisce.
Questione meridionale.
Regime speciali infine per i
titoli a sostegno dell'economia meridionale emessi dalle
banche. . I redditi sconteranno
l'aliquota più bassa in assoluto il 5%, ma attenzione: ciò
vale solo per gli interessi non
parole dell'articolo 31 del dl
138, dove si fa riferimento
al regime agevolato solo per
gli enti pubblici che offrono
servizi pubblici in condizioni di monopolio. Le Ferrovie
non operano più in regime di
monopolio e cosi anche Enel
e Eni per cui l'aliquota che
colpisce i redditi derivanti
dai loro titoli è del 20%. Il
principio sarà destinato però
a valere anche
su altri casi
residuali. Per
la verità le
Ferrovie erano
un'importante
emittente di
titoli in passato ora molto
più contenuto,
mentre protagonisti del mercato imario
dell'emissioni sono sicuramente le compagnie energetiche Eni ed Enel.
Quando rileva il lato
pubblico. Ma anche per
le polizze assicurative e le
rendite periodiche derivanti
dalle forme di investimento
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Tempi stretti per il maturato 2011. Sempre a proposito di plusvalenze, al fine
di evitare che l'aumento
dell'aliquota incida su quanto
maturato antecedentemente
all'i gennaio 2012, è stata
prevista la possibilità di affrancare il costo o il valore di
acquisto dei titoli, delle quote e delle altre attività finanziarie possedute alla data del
31 dicembre 2011 al di fuori
dell'esercizio di un'impresa
commerciale, mediante il versamento dell'imposta sostitutiva del 12,5%. Per poter usufruire di questa possibilità, il
contribuente deve esercitare
un'opzione che deve essere
resa entro il 31 marzo 2012
• per i contribuenti in regime
del risparmio amministrato,
mentre l'opzione va esercitata in dichiarazione per i contribuenti che determinano il
capital gain nella dichiarazione dei redditi. Nel primo
caso, le imposte vanno versate dall'intermediario entro il
16 maggio 2012; mentre nel
caso l'opzione sia esercitata in
dichiarazione il pagamento va
effettuato dagli stessi contribuenti entro il termine previsto per il versamento a saldo
delle imposte sui redditi.
Un'assenza che pesa. Fra
le tante precisazioni, l'Agenzia trova lo spazio anche per
evidenziare una mancanza.
Il legislatore ha infatti assoggettato al 12,50% i piani
di risparmio di lungo termine. Peccato, spiega l'Agenzia,
che nel panorama finanziario italiano non esistano prodotti di questo tipo. Appare
strano che non siano stati
considerati in questa categoria i Pac (Piani di accumulo
dei fondi di investimento).
Sempre in tema di mancanze però, nella lista degli enti
sopranazionali i cui titoli
pagano il 12,50% l'amministrazionez4ha dimenticato i
titoli del Tondo salva stati
Efsf, l'ultima moda in tema
di impiego del risparmio sopranazionale. Ci sono invece
le più popolari Bei e Bers.
--Wiproduzione riservata—li
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FIenne& con i boad locali
press LinE
ItaliaOggi
29/03/2012
L'ALIQUOTA UNICA AL 20%
Il decreto legge 138./2011, integ , dal diéiítí:7,411iTite proroghe» e dal decreto '«liberalizzazioni».
nonché dai decreti ministeriali di , uazione, ha stabilito che le ritenute e le imposte sostitutive sui
redditi di capitale e su quelli divert di natura finanziaria sono applicate nella misura generale dei 20%.
Prima della modifica normativa, le aliquote di tassazione erano tre, 12,5%, 20% e 27%. L'aliquota
del 20% si applica, quindi,
fulndi a interessi, premi e altri redditi di capitale, divenuti esigibili, nonché ai ,
redditi diversi di natura finanziaria realizzati a decorrere dall'i° gennaio 2012.
LE ECCEZIONI
Per salvaguardare interessi dl natura pubblica o meritevoli di
la la norme ha escluso dall'applicazione
dell'aliquota al O% alcune`tipologie di proventi e dre
. I proventi dei titoli pubblici continuano
(interessi e scarti di emissione), sia per
a scontare l 'aliq uota
e per i redditi
i redditi diversi di natura
(PaPitel gairle)f a patto che 'si tratti dei titoli indicati nell'articolo
al del Dpr n.,601del
1973, tra i quali, per esempio, i titoli del debito pubblico e i buoni postali.
,. .
Beneficiano della
a
ne i titoli emessi da enti sevranadonail o internaziopall riconosciuti
n Italia e i titoli 41 nature,obbligazionaria, a prescindere dalla loro scadenza, emessi da Stati esteri
t re, con fermato il regime di favore per i titoli di risparmio dell'economia
resenti nella. wh
frutti
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t',.,:,1r ':
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TEMPI E MODI 'DELL'AFFRANCAMENTO
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Pagina 26
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press LinE
ItaliaOggi
29/03/2012
A L'Aquila fino al 31 marzo £150° congresso dell'Ungdcec. Parte la nuova sfida degli under 45
Giovani, risorsa per gli enti locali
Dottori commercialisti in campo per una p.a. più efficiente
DI EIRONORA Di VONA
PRESIDENTE UNGDCEC
uando il professionista
giuridico-contabile opera
nell'ambito della pubblica amministrazione,
egli dovrebbe garantire, da una
parte, l'indipendenza nell'esercizio dell'attività professionale
dal mandante politico a garanzia
della efficacia ed efficienza della
prestazione in favore della pubblica amministrazione, e, dall'altra,
che la sua attività non colluda
con la pubblica amministrazione
in danno della possibilità di rendicontazione in favore del mandante politico. Si tratta del difficile
equilibrio che sempre deve essere
garantito dai professionisti.
È però possibile in modo sereno
realizzare gli essenziali obiettivi
della prestazione professionale
nel quadro di una p.a. che ancora
oggi, nonostante gli sforzi della
migliore dottrina, non pare possa definirsi indipendente dalla
politica? Può il professionista
svincolarsi da questo rapporto
patologico, non rendendosene
complice, ma essendo addirittura
la leva per scardinarlo?
Credo che questa sia la prima
grande sfida da affrontare e che
trova nel 50° Congresso Ungdcec
Q
a liAquila ampio spazio per il dibattito e l'approfondimento.
A L'Aquila non manchiamo di
tornare su altri temi sindacali
cari all'Unione: primo fra tutti
la richiesta di pari condizioni per
l'accesso al mercato professionale
da parte dei giovani.
Con la nuova e recente rifor-
ma in materia di revisori negli
enti locali è stato introdotto il
sistema dell'estrazione a sorte
nell'ambito di un elenco appositamente costituito. Io credo che
il sorteggio faccia bene a questo
paese perché svincola la nomina
diretta dalla politica. Non è condivisibile, però, che la preparazione tecnica la si misuri anche
con gli anni di iscrizione all'Albo. Il dm va in controtendenza
rispetto alle misure introdotte
in materia di liberalizzazioni
delle professioni che il governo
dice siano necessarie proprio in
favore dei giovani professionisti.
Più che in controtendenza, forse
siamo di fronte ad una vera e
propria contraddizione: da una
parte si dice di voler liberalizzare
a favore dei giovani, dall'altra si
introducono vincoli che in modo
del tutto ingiustificato limitano
l'accesso al mercato professionale proprio ai giovani professionisti. È arrivato il momento di dire
basta. Basta alla politica e al governo e basta anche ai vertici del
mondo ordinistico di «utilizzare i
giovani» per giustificare da una
parte le inutili misure introdotte
con il dl sulle liberalizzazioni e
dall'altra la battaglia contro le
stesse liberalizzazioni. Eliminiamo tutte le norme e le prassi dei tribunali che pongono il
mero requisito dell'anzianità di
iscrizione all'Albo quale criterio
preselettivo nell'attribuzione di
pratiche e incarichi. Eliminiamo
dai nostri ordinamenti professionali le norme che subordinano
la possibilità di avere tirocinanti
o il diritto di elettorato attivo e
passivo a un numero minimo di
anni di iscrizione all'Albo. Questo vuol dire almeno in parte
preoccuparsi della reale accessibilità ai mercati professionali
e, quindi, degli interessi dei giovani professionisti. Il criterio
dell'anzianità non è sinonimo
di maggiore capacità!
Simbolo di un'Italia che V i ol voltare pagine
uviaTemboito del 1703 i colori della città
qi
DoL
di p?Ail
ilbianco e il rosso, divent arono
il nero
e ii:verde,f per rappresentare il nero
del lutto e il verde della speranza.
Nel corsa degli anni il nero e il' verde sono
diventati i colori ufficiali della squadra di
rugby della città, uella quale hanno militato
grandi campioni e vero simbolo dell'aquilanità. Ed è proprio con lo spirito di squadra del
rugby, che abbiamo affrontato questa sfida
del 50° Congresso Ungdcec. Ognuno con i propri ruoli, dando sostegno ed aiuto agli altri
nei momenti di difficoltà; io mi sento solo il
c apitano di questa grande squadra.
Come ha sottolineato durante la sua recente
sita il premier Monti «L'Aquila è il simbolo
dell'Italia che deve risorgere», il Paese che
e essere ricostruito e che deve mettere a
a le sua straordinarie potenzialità.
Aquila vuole, e deve essere il lc ra to/
di nuove soluzioni, il simbolo dell'lt
bia, dell'Italia coesa, dell'Italia eh
va, che aggrega., che non polemizza ma
costruisce, raggiungendo la propria meta: la
ricostruzione di una città e del suo territorio sfigurati, che tra mille difficoltà cercano
ntamente di trovare una nuova dimensione
e quottdianità, così come la meta dei giovani professionisti deve essere ricostruire un
paese logorato dal malaffare, piegato dall'assenza di visione strategica. Il cambiamento
non può che passare dai noi che abbiamo la
grinta 'e l'energia necessaria per imporre
idee, competenze, passione e la capacità di
essere pronti al cambiamento, certi. eh
duttilità si Possa ricoprire ruoli fondamen
e etall
e idivdenitaire un supporto Prezioso all'economia e aese Quella
caso o
oggièuna scommessa
5 agià
nata
vinta:
quasi
abbiamo
per
portato in questo stravolto angolo d'Itali
oltre 1.000 persone,
a
ttore'Perrotti
i te del C i
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Pagina 36
Giovani. risorsa per i coli locali
press LinE
29/03/2012
ItaliaOggi
Gli esperti del settore a confronto a Bologna il 15 e 16 marzo. Due giorni per capire cosa cambia
Immobili Imu senzapiù segreti
Debutta la nuova imposta municipale. Assosoftware al lavoro
i è tenuto nei giorni
15 e 16 marzo, presso
l'hotel NH Bologna De
La Gare, il tradizionale
Convegno di formazione professionale per le case di software
organizzato da Assosoftware
dal titolo «La nuova imposta
municipale unica (Imu), le novità del reddito d'impresa e le
dichiarazioni fiscali 2012». Si
tratta di un appuntamento importante che mette a confronto
gli esperti di normativa fiscale
e del lavoro delle software house, con i dirigenti ed i funzionari dell'Agenzia delle entrate,
del Ministero delle finanze e
dell'Inps.
Il «taglio» dei Convegni Assosoftware è di per se molto
specialistico, perché vengono
affrontate esclusivamente problematiche fiscali che avranno
impatti sulla predisposizione
del software, con un approfondimento molto più specifico rispetto a un Convegno di tipo
tradizionale.
Assosoftware, ben consapevole di questa esigenza primaria delle aziende associate,
dedica un'a parte importante
della propria attività a fornire gli strumenti conoscitivi e
formativi, ponendosi quale
principale interlocutore nei
confronti delle Amministrazioni pubbliche.
Vanno doverosamente ringraziati per il loro prezioso
apporto i relatori dell'Agenzia
delle entrate, impegnati in prima persona alla predisposizione dei modelli Unico, in particolare il dott. Andrea Palma
che ha trattato delle novità del
reddito delle persone fisiche
contenute nel modello Unico
PF, la dott.ssa Debora Ricco
e la dott.ssa Manuela Norcia
che hanno trattato - con la
S
consueta brillantezza - delle
molteplici novità del reddito di
impresa che quest'anno hanno
interessato in modo trasversale tutti i modelli Unico.
Per quanto riguarda il Dipartimento delle Finanze, un
ringraziamento particolare
alla dott.ssa Stefania Cianfrocca che ha fornito una
interpretazione sistematica
della nuova Imu, al dott. Lelio
Cacciapaglia per la trattazione delle nuova disciplina delle
perdite e dall'ace (aiuto alla
crescita economica), e al dott.
Marco Piacenti per la trattazione delle novità del 770/2012
e delle ipotesi di mensilizzazione a partire dal 2013.
Per l'Inps un ringraziamento
speciale va al dott. Dario Dolce
che ha trattato dell'unificazione dell'Inps e dell'Inpdap, con
particolare riferimento al nuovo modello DMA.
Per Sogei è intervenuto l'ing.
Giuseppe Esposito (Sogei) che
ha trattato delle ultime novità
dei prossimi Studi di Settore,
viziati anche quest'anno dei
ritardi dei correttivi anticrisi
che preludono a una probabile
proroga dei termini di versamento di Unico.
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29/03/2012
ItaliaOggi
Quali detrazioni per i figli
Sull'Imu è stato scritto molto, in particolare sulla
stampa specializzata, ma va detto che l'inquadramento logico-sistematico fornito dalla relazione
della dott.ssa Stefania Cianfrocca, della Direzione Federalismo Fiscale del Dipartimento delle
Finanze, in occasione del Convegno Assosoftware
dello scorso 16 marzo, seppur non rivestendo alcun
carattere di ufficialità, ha permesso agli analisti
delle software house di comprendere più a fondo e
di acquisire la giusta chiave interpretativa in riferimento ad alcuni delicati concetti contenuti nelle
norme che disciplinano la nuova imposta. In questo
modo si è reso possibile l'avvio dello sviluppo delle
procedure software in uso ai commercialisti, ai Caf
e alle Associazioni di categoria. Il tutto peraltro dovrebbe preludere a una presa di posizione ufficiale
da parte del Dipartimento delle finanze tramite la
pubblicazione di una circolare ministeriale, che si
preannuncia «imponente» e ricca di informazioni.
La novità più importante dell'Imu è naturalmente
il ritorno alla tassazione dell'abitazione principale.
Trattandosi di un rientro sicuramente poco gradito
ai cittadini, il legislatore ha cercato di introdurre
alcuni «ammortizzatori», prevedendo (peraltro solo
per il 2012 e il 2013) una maggiorazione della detrazione per le famiglie con figli. A seguire proveremo a riproporre alcuni interessanti esempi sulla
fruibilità della maggiorazione della detrazione per
i figli relativamente all'abitazione principale che
potrebbero trovare legittimazione nell'emananda
circolare.
L'Imu per l'Abitazione principale. I requisiti
per poter considerare un immobile quale abitazione principale:
- la soggettività passiva in capo a una persona
fisica che possiede un immobile e le relative pertinenze a titolo di proprietà o altro diritto reale;
- la concreta destinazione da parte dello stesso
soggetto dell'unità immobiliare ad abitazione principale, intendendosi per tale l'immobile iscritto o
iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica
unità immobiliare;
- l'iscrizione delle pertinenze, anche unitamente
all'unità a uso abitativo, nella categoria catastale
C/2, C/6, C/7 (una sola unità per ciascuna delle
suddette categorie catastali, dunque fino ad un
massimo di tre).
Detrazione ordinaria. Dall'imposta dovuta per
l'unità immobiliare adibita ad abitazione principale del soggetto passivo e per le relative pertinenze,
si detraggono, fino a concorrenza del suo ammontare, 200 euro rapportati al periodo dell'anno durante il quale si protrae tale destinazione. Il comune
può elevare dell'importo della detrazione, fino a
concorrenza dell'imposta dovuta. In tal caso, però,
al comune è preclusa la facoltà di stabilire un'aliquota superiore a quella ordinaria per le unità
immobiliari tenute a disposizione.
Detrazione peri figli. Per gli anni 2012 e 2013
la detrazione ordinaria è maggiorata di 50 euro
per ciascun figlio:
- di età non superiore a 26 anni;
- che dimora abitualmente e risiede anagraficamente nell'unità immobiliare adibita ad abitazione
principale.
L'importo complessivo della maggiorazione non
può superare l'importo massimo di 400 euro (limite
raggiungibile solo in presenza di 8 o più figli).
Il diritto alla maggiorazione spetta non oltre il
mese di compimento del ventiseiesimo anno di età,
per cui decade dallo stesso nel momento in cui si
verifica detto evento.
L'importo della maggiorazione si calcola per i
mesi in cui persiste il requisito che dà diritto alla
maggiorazione stessa.
Per usufruire della maggiorazione della detrazione già per il mese di nascita, deve sussistere
il requisito dell'esistenza in vita per almeno 15
giorni nel mese (dunque per i mesi con 31 giorni
la nascita deve avvenire entro il giorno 17, per i
mesi con 30 giorni la nascita deve avvenire entro
il giorno 16, per il mese di febbraio non bisestile
la nascita deve avvenire entro il giorno 14). Va infine precisato che per godere della maggiorazione
non occorre che il figlio sia fiscalmente a carico (il
reddito del figlio è irrilevante). Vediamo ora alcuni
interessanti esempi forniti durante il Convegno.
Esempio 1. Proprietario al 50% dell'abitazione
principale, convivente proprietaria al 50% della
stessa unità immobiliare, nell'abitazione risiede
anagraficamente e dimora abitualmente il figlio
della convivente. La maggiorazione di 50 euro
spetta solo alla madre proprietaria.
Esempio 2. Proprietario al 100% dell'abitazione principale, nell'abitazione risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente la convivente
e due figli di cui uno solo è di entrambi i soggetti,
mentre l'altro è della sola convivente.
La maggiorazione di 50 euro spetta al proprietario, limitatamente al figlio di entrambi.
Esempio 3. Proprietario al 50% dell'abitazione
principale, convivente proprietaria al 50% della
stessa unità immobiliare, nell'abitazione risiedono
anagraficamente e dimorano abitualmente anche
due figli di cui, però, solo uno di entrambi i soggetti
e l'altro della sola convivente.
Acfentrambi i comproprietari spetta la maggiorazione di euro 25 ciascuno per il figlio di entrambi,
alla convivente spetta anche la maggiorazione di
50 euro per il proprio figlio.
Esempio 4. Proprietaria al 100% dell'abitazione principale, nell'abitazione risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente la figlia di 23
anni e la figlia di quest'ultima di 5 anni.
Alla proprietaria spetta la sola maggiorazione di
50 euro per la figlia di età inferiore ai 26 anni.
Esempio 5. Proprietaria al 75% dell'abitazione principale, nell'abitazione risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente la figlia di 23
anni proprietaria al 25% della stessa abitazione e
la figlia di quest'ultima di 5 anni. Ad entrambe le
proprietarie spetta la maggiorazione di 50 euro,
ciascuna per la propria figlia.
Esempio 6. Proprietario al 100% dell'abitazione
principale, nell'abitazione sono residenti anagraficamente e dimorano abitualmente la convivente e
tre figli di cui, però, solo uno di entrambi, gli altri
due — invece rispettivamente dei singoli soggetti.
Il proprietario ha diritto a una maggiorazione di
100 euro, 50 euro per il figlio di entrambi e 50 euro
per il proprio figlio.
Esempio 7. Proprietario al 75% dell'abitazione
principale, nell'abitazione sono residenti anagraficamente e dimorano abitualmente la convivente
proprietaria al 25% della stessa abitazione principale e tre figli di cui, però, solo uno di entrambi,
mentre gli altri due sono figli rispettivamente dei
singoli soggetti.
Ad entrambi i proprietari spetta una maggiorazione di 75 euro, 50 euro per ciascuno dei propri
figli e 25 euro per il figlio di entrambi.
Conclusioni. Le procedure software sono in via
di predisposizione, ma per il loro completamento
rimane da sciogliere il nodo relativo alle modalità
di determinazione dell'acconto del 16 giugno. È
oramai consolidata opinione che sarà consentito
versare l'acconto seguendo le «regole base», senza
che sia dunque necessario adeguarsi alle delibere
comunali (che peraltro possono essere pubblicate
addirittura entro il 30 giugno, dunque ben oltre il
termine di versamento dell'acconto), sanando con
il saldo l'eventuale differenza
Si auspica che tale operatività sia poi confermata in via normativa oppure interpretativa, e che
vengano fornite le necessarie indicazioni nel caso
in cui, per effetto del versamento di un acconto in
eccesso, si generasse un saldo a credito.
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Fabio Giordano
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Rassegna stampa 29-03-2012