Malattia venosa cronica e malattia emorroidaria.
Creazione di un percorso multidisciplinare condiviso
Studio Medico Dott. Catania - Via Castello Ursino, 63 - Catania
06/03/2015
A&
S
L’Evento id 565-115230 è stato inserito nel piano formativo per l’anno 2015 dello Studio A&S,
Provider ID 565 partecipante al programma nazionale ECM. All’evento sono stati attribuiti 8,5
crediti ECM ed è riservato ad un massimo di 10 partecipanti.
I destinatari dell’attività formativa sono le seguenti figure professionali: Medici di Medicina
Generale (Medici di Famiglia) e Farmacisti.
L’obiettivo formativo dell’evento è: Documentazione Clinica. Percorsi Clinico-Assistenziali
diagnostici e riabilitativi, profili di assistenza – profili di cura.
BOARD SCIENTIFICO
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Prof. Vincenzo Gasbarro.
Dipartimento di Morfologia, Chirurgia e Medicina Sperimentale
Cattedra di Chirurgia Vascolare. Università degli Studi di Ferrara
Centro interuniversitario di Flebolinfologia (CIFL)
Prof. Giuseppe Dodi.
Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Oncologiche e Gastroenterologiche
Sez. di Clinica Chirurgica I. - Università degli Studi di Padova.
St
Dott. Giorgio Carlo Monti.
Medico di Medicina Generale. Area Cardiovascolare SIMG - Pavia
Dott. Carlo Panfilo.
Farmacista - Firenze.
Provider ECM & Segreteria organizzativa
Studio A&S S.r.l. - Provider ECM ID 565
Via Bergamo, 8 - 20135 MILANO
Tel.: 025990.2525 - Fax: + 39 02 8718.1593
E-mail: [email protected]
www.studioaes.it
RAZIONALE
Il Corso ha lo scopo di sensibilizzare Medici di Medicina Generale e Farmacisti sulle problematiche
connesse alle patologie a carico del distretto venoso, quali la Malattia Venosa Cronica (MVC) e la
Malattia Emorroidaria (ME).
St
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L’elevata incidenza della Malattia Venosa Cronica e delle sue complicanze, dovute anche
all’aumento dell’età media della popolazione, impone un’attenzione sempre maggiore su questa
patologia. Per tale motivo un’opportuna gestione è indispensabile nell’ottica della riduzione di
incidenza delle gravi complicanze e del controllo nel tempo della sua evoluzione. Il Medico di
Medicina Generale (MMG) deve confrontarsi sempre più con le problematiche connesse a tale
malattia e governarle. Il primo livello d'intervento si svolge presso l'ambulatorio del MMG ed è
pertanto importante delineare le modalità del percorso diagnostico, clinico e terapeutico da seguire.
Lo specialista Flebologo rappresenta, per il MMG, il riferimento naturale per il completamento
dell'iter diagnostico. Creare e affinare un rapporto tra MMG e specialista rappresenta, pertanto, un
obiettivo primario da perseguire al fine di condividere il percorso di cura e migliorare lo stato di
salute del cittadino utente. Un corso di aggiornamento teorico-pratico che migliori la conoscenza
del MMG sull’appropriatezza dei percorsi diagnostici e terapeutici nella Malattia Venosa Cronica è
pertanto essenziale per migliorare lo stato di salute dei pazienti e conseguire l’ottimizzazione dei
costi a carico della società e del sistema sanitario.
Nell’ambito delle patologie vascolari e flebologiche uno spazio particolare viene dedicato alla
Malattia Emorroidaria, vista la sua elevata incidenza.
E’ pertanto auspicabile che attraverso il Corso si rafforzino le conoscenze e le competenze del
MMG e del Farmacista nell’individuare la patologia e nel selezionare il trattamento terapeutico più
adeguato.
Nell’ambito dell’iter diagnostico terapeutico il Farmacista rappresenta la prima interfaccia con il
paziente affetto da patologie venose, rivestendo, quindi, un ruolo essenziale nella prevenzione,
diagnosi precoce, educazione e informazione sui corretti stili di vita e sull’aderenza alla terapia.
In considerazione della notevole frequenza con cui negli studi medici si presentano pazienti che
presentano una patologia venosa cronica si è scelto d’approfondire tale aspetto nell’ottica di
migliorare la capacità diagnostica, clinica e terapeutica del MMG.
In tal modo si intende migliorare l’appropriatezza nella gestione dei pazienti affetti da Malattia
Venosa Cronica e Malattia Emorroidaria e così ridurre le consulenze specialistiche, la prescrizione
di esami inutili e/o poco appropriati, accorciare le liste di attesa negli ambulatori specialistici,
evitare la spola dei pazienti in diverse strutture diminuendo la spesa sanitaria.
Ci si propone pertanto di mettere il MMG e il Farmacista al centro del progetto di individuazione
dei pazienti che presentano sintomi compatibili con una Malattia Venosa Cronica e Malattia
Emorroidaria avviando così un corretto approccio diagnostico e terapeutico.
Il corso avrà un approccio clinico pratico. Verranno discussi in prima istanza i sintomi che devono
sollevare nel medico il sospetto di Malattia Venosa Cronica e Malattia Emorroidaria, e la modalità e
circostanze della loro insorgenza. Nel vasto panorama delle scelte terapeutiche bisognerà tener
conto dei risultati immediati e, a distanza, delle complicanze, del costo e delle esigenze del paziente
(correlate al tipo di vita, all’età, alla storia personale e familiare). Verranno poi discussi i principali
esami da richiedere per accertare l’origine della Malattia, valutare il grado di gravità e le
conseguenti principali opzioni terapeutiche mediche e chirurgiche.
L’evento formativo coinvolge Specialisti e MMG e Farmacisti.
Lo Specialista, in qualità di Relatore, viene ospitato presso l’ambulatorio dove si svolge l’evento.
Lo Specialista svolge, prima, la parte teorica, introduttiva, in cui vengono analizzati la
fisiopatologia e la diagnosi clinica e strumentale della MVC. Vengono poi presentate e discussi i
percorsi terapeutici coerenti alle attuali linee guida.
Viene, poi, dato spazio all’analisi della malattia emorroidaria andando ad esaminarne gli aspetti
diagnostico terapeutici e l’importanza della diagnosi differenziale e della prevenzione.
La, successiva, tavola rotonda, è un momento d’incontro e di confronto fra Specialista, MMG e
Farmacista al fine di costruire un approccio condiviso al paziente con patologie vascolari definendo
esattamente le esigenze e i compiti delle parti.
Lo Specialista presenta, poi, dei casi clinici, coinvolgendo attivamente i partecipanti attraverso
domande e la produzione di un rapporto finale.
Nell’ultima parte dell’evento, infine, lo specialista è a disposizione per la fase eminentemente
pratica che si traduce nella visita specialistica di alcuni di pazienti, afferenti all’ambulatorio,
precedentemente selezionati dai MMG tramite apposito questionario.
Casi clinici presentati e discussi durante la sessione
CASO CLINICO n° 1
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Donna 58 anni. Diabete mellito tipo II NID. Ipertensione arteriosa. Obesità. Varici reticolari di
coscia sinistra. Abitudine posturale lavorativa sedentaria. Fenomeno di Raynaud A.A.S.S.
Si presenta alla nostra osservazione per insorgenza da alcune settimane di cute tesa arrossata a
livello del terzo inferiore di gamba con sintomi soggettivi di tipo “puntorio” nella zona interessata.
Refrattaria alla terapia antibiotica. Non febbre.
OBIETTIVITA’ CLINICA
Segni di infiammazione sub acuta e presenza di varici.
Dopo aver sottoposto la paziente a un Eco Color Doppler si decide di sottoporre la paziente a una
terapia combinata: scleromousse della perforante + compressione + terapia medica con flebotropi
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CASO CLINICO n° 2
Uomo di 67 anni. Ipertensione arteriosa. Obesità. Recente ictus cerebri (6 mesi fa). Trombosi
venosa profonda arto inferiore sx 20 anni fa.
Si presenta alla nostra osservazione per ulcera malleolare interna sx insorta da alcuni mesi.
Non migliorata con trattamenti topici (fitostimoline, connettivina, creme antibiotiche e collageno).
OBIETTIVITA’ CLINICA
Ulcera a margini rilevati e facilmente sanguinanti, fondo fibrinoso, estesa lipodermatosclerosi a
“manicotto” del terzo inferiore della gamba, edema consensuale.
Dopo aver fatto la diagnosi si opta per un approccio combinato in cui è fondamentale la sinergia tra
terapia medica con flebotropi, compressione elastica con un gambaletto di 2° classe e la detersione
dell’ulcera con l’uso di medicazioni avanzate
CASO CLINICO n° 3
R,.T,. donna di 58 anni, commerciante, 66 Kg., alta1,64 m., fumatrice, 3 gravidanze a termine.
ANAMNESI FAMILIARE: Padre deceduto a 77 aa. per tumore del polmone. Madre deceduta a 87
aa. per complicanze polmonari in corso di Ictus Cerebri.
ANAMNESI REMOTA: Comuni esantemi infantili, appendicectomia 21 aa.
ANAMNESI PATOLOGICA PROSSIMA: da circa 3 anni soffre di gambe pesanti che peggiorano
con la stazione eretta e nella stagione calda.
ESAME OBIETTIVO LOCALE:
Ispezione. Varici dell’arto inferiore sx con localizzazione al polpaccio e al 1/3 inferiore e medio di
gamba, microvarici in regione perimalleolare . non ipercheratosi, modesto incremento della
pigmentazione cutanea;
Palpazione: Non Edema improntabile, nessun aumento di consistenza del derma e ipoderma.
Esame Ecocolor doppler: Reflusso safeno-femorale sx con segno di Valsalva positivo, il reflusso si
estende alla safena di coscia (diametri safenici : a 2 cm dalla cross:11 mm, al terzo medio: 8,4 mm e
al terzo inferiore: 8,7 mm), con varici di gamba al suo terzo medio e terzo inferiore.
Diagnosi Clinica: Varici essenziali nel territorio della Safena interna sx.
Indicazione terapeutica: dopo aver fatto la diagnosi si decide che la paziente è di sicuro interesse
chirurgico e/o endovascolare (CEAP:2).
CASO CLINICO n° 4
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G.N. uomo di 57 anni, commerciante, 86 Kg., alto1,74 m., fumatore.
ANAMNESI FAMILIARE: Padre deceduto a 67 aa. per malattia cardiovascolare non ben definita.
Madre deceduta a 77 aa. per complicanze polmonari in corso di Ictus Cerebri.
ANAMNESI REMOTA: Comuni esantemi infantili, appendicetomia 17 aa., tonsillectomia a 18 aa.
Incidente stradale 10 anni fa con grave trauma di bacino.
ANAMNESI PATOLOGICA PROSSIMA: da circa 3 anni soffre di gambe gonfie e pesanti che
peggiorano nella stagione calda.
ESAME OBIETTIVO LOCALE:
Ispezione: edemi degli arti particolarmente evidenti in regione malleolare bilaterale e al 1/3
inferiore e medio di gamba. Microvarici in regione perimalleolare bilateralmente. Varici nel
territorio safenico bilateralmente
Ipercheratosi con modesto incremento della pigmentazione cutanea;
Palpazione: edema improntabile fino al 1/3 medio di gamba, maggiormente accentuato nel
comparto interno di gamba e perimalleolare.
Aumento di consistenza del derma e ipoderma.
RIASSUNTO CLINICO:
• Trauma maggiore
• Edema degli arti inferiori
• (Bilaterale)
• Modesti disturbi trofici
• Iperpigmentazione
Il paziente è stato sottoposto a ecocolor doppler che ha evidenziato:
A DX: Incontinenza della cross safeno femorale e safeno poplitea: presenza di perforante
incontinente del gruppo di Cockett, reflusso femorale profondo che di estende fino al distretto
popliteo –tibiale.
A SX: Incontinenza safeno popliteo , reflusso breve da incontinenza del perforante di Cockett, di
perforante perimalleolare, reflusso venoso profondo.
Dopo aver fatto un eco color doppler si opta per un programma terapeutico combinato:
• Terapia con bioflavonoidi
• Compressivo (anche attraverso bendaggio)
• Trattamento dei reflussi superficiali e delle varici (scleroterapia o chirurgia ablativa
superficiale o tecniche endovascolari)
CASO CLINICO n° 5
Donna di 28 anni, 60 Kg., 1,68 di altezza, imprenditrice, fumatrice (8-10 sigarette al giorno), 1
gravidanza a termine, 2 aborti spontanei. In terapia con anticoncezionali orali da 6 anni, svolge
attività fisica in modo discontinuo, stitica. Padre e madre viventi, quest’ultima affetta da MVC con
varici.
ANAMNESI: da circa 3 anni, durante il periodo primaverile e estivo soffre di senso di pesantezza
agli arti inferiori, parestesie e sensazione di gambe gonfie.
ESAME OBIETTIVO LOCALE:
Ispezione: microvarici localizzate alla faccia esterna di coscia e gamba, bilateralmente con varici
reticolari, nodularità diffuse alla coscia.
Palpazione: non edemi improntabili, nessun aumento della consistenza del derma e del sottocute
degli arti inferiori, cute a “buccia d’arancia” localizzata alla regione trocanterica e sottoglutea.
Esame Ecodoppler: non reflussi patologici a carico degli assi safenici o del circolo venoso
profondo.
DIAGNOSI CLINICA: microvarici in corso di malattia venosa cronica (CEAP: 1) con cellulite
consensuale (PEF allo stadio 2) che necessita di trattamento scleroterapico associato al trattamento
della cellulite.
CASO CLINICO n° 6
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Donna di 50 anni, sovrappeso, molto stressata per ragioni familiari e lavorative, 3 gravidanze a
termine, alvo tendenzialmente stiptico per presenza di feci dure e scarso stimolo alla defecazione
per cui evacua con frequente aiuto di lassativi, perette e con digitazioni anali e vaginali. Lamenta un
prolasso anale che si riduce spontaneamente dopo gli sforzi per l’evacuazione e che si accompagna
a frequenti abbondanti rettorragie. E’ isterectomizzata e ha frequenti perdite di urina con gli sforzi
fisici.
Obiettivamente si nota un perineo discendente, un prolasso genitale di grado 2 (Half Way System) e
a livello anale voluminose marische. All’esplorazione si rileva un forte ipertono sfinterico, segni di
dissinergia sfinterica ed un rettocele di secondo grado. L’anoscopia conferma la presenza di
voluminose emorroidi interne congeste e facilmente sanguinanti sviluppate soprattutto nel
quadrante posteriore destro. Viene eseguita una rettosigmoidoscopia (negativa a 17 cm dal margine
anale) e prescritta colonscopia.
La paziente viene invitata ad eseguire dei cicli di autodilatazioni anali con assunzione di flebotropi
e, dopo avere eseguito la colonscopia, a presentarsi per un tentativo di terapia con legatura elastica.
Si consigliano fibre e liquidi, calo ponderale e un contatto con un fisioterapista riabilitatore per
ovviare al problema dell’anismo e migliorare sia l’incontinenza urinaria che la stipsi.
CASO CLINICO n° 7
Ragazzo di 19 anni, sotto esami, particolarmente teso. Riferisce frequenti episodi di diarrea, a volte
con perdite di muco. Da alcuni giorni comparsa di voluminosa tumefazione (circa 2cm) sul margine
anale inizialmente molto dolente poi meno dolorosa pur persistendo la massa. L’anamnesi remota
prossima e familiare è pressoché negativa.
Alla visita si nota una tumefazione di circa 2 cm sul margine anale dolente al tatto edematosa con
aree bluastre indicanti la presenza di numerosi trombi. L’esplorazione è comunque possibile e
dimostra ipertono sfinterico e dolore moderato. La proctoscopia non evidenzia emorroidi
particolarmente sviluppate e la rettosigmoidoscopia esclude la presenza di malattia infiammatoria
distale.
Si fa diagnosi di sindrome dell’intestino irritabile C, e di trombosi emorroidaria senza un unico
ematoma anale, per cui si soprassiede ad una incisione del coagulo e si prescrivono bide’ caldi,
autodilatazioni anali e flebotropi.
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A&
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Una volta presentata la storia clinica del paziente, il caso clinico si sviluppa con una serie di
domande (quali approfondimenti clinici, quale ipotesi diagnostica, quale trattamento adottare etc) le
cui risposte sono caratterizzate da elevati livelli di complessità e criticità decisionale. L’obiettivo
didattico è quello di suscitare consapevolezza nei discenti di un percorso di analisi e diagnosi più in
linea possibile con il quadro clinico del singolo paziente, facendo loro acquisire strumenti valutativi
efficaci e performanti. In particolare in tutti i casi clinici si arriverà alla conclusione che il
trattamento più idoneo non è mai uno solo ma una combinazione di più trattamenti diversi.
PROGRAMMA SCIENTIFICO
14.00-14.30
Fisiopatologia e diagnosi clinica e strumentale della MVC
Giacomo FAILLA
Relazione su tema
preordinato
14.30-15.00
Scelte terapeutiche e linee guida della MVC
Giacomo FAILLA
Relazione su tema
preordinato
Gestione della malattia emorroidaria: prevenzione, diagnosi
15.00-15.30 e terapia
Giacomo FAILLA/Giuseppe DODI
Relazione su tema
preordinato
S
MVC e ME: il punto di vista del MMG e del Farmacista
Giacomo FAILLA
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15.30-16.00
Analisi e discussione di casi clinici
Giacomo FAILLA
18.00-20.00
La visita flebologica: approccio clinico e strumentale
Giacomo FAILLA
St
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16.00-18.00
20.00-20.30
Test di verifica dell’apprendimento
Giacomo FAILLA
Tavola rotonda con
dibattito tra esperti
Lavoro a piccoli
gruppi su problemi e
casi clinici con
produzione di
rapporto finale
Esecuzione diretta di
tutti i partecipanti di
attività pratiche o
teoriche. Spazio
dedicato alla visita
specialistica dei
pazienti selezionati
tramite apposito
questionario e analisi
dei risultati.
Verifica con
questionario
C.V. RESPONSABILI SCIENTIFICI E RELATORI
VINCENZO GASBARRO
Professore associato. Dipartimento di Morfologia, Chirurgia e Medicina
Sperimentale – Cattedra di Chirurgia Vascolare. Università degli Studi di Ferrara.
Centro interuniversitario di Flebolinfologia (CIFL)
S
FORMATO EUROPEO
PER IL CURRICULUM
VITAE
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INFORMAZIONI PERSONALI
Indirizzo
VINCENZO GASBARRO
VIA DEL GORGO 85 – 44124 FERRARA
Telefono
0532258696
Fax
ud
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E-mail
0532237582
[email protected]
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Nome
Nazionalità
Data e luogo di nascita
italiana
21 AGOSTO 1956 CASTEL DI SANGRO (AQ)
St
ESPERIENZA LAVORATIVA
• Date (da – a)
• Nome e indirizzo del datore di lavoro
• Tipo di azienda o settore
• Tipo di impiego
Da gennaio 1983 al 31 dicembre 1988 assistente chirurgo presso la
Casa di Cura Dailti di Ferrara.
Dal 2 gennaio 1989 al 1 luglio 1989 e successivamente ha ricoperto
il ruolo di Funzionario tecnico (VIII° livello) dal 2 luglio 1989 al 31
gennaio 1996.
Ricercatore universitario per il gruppo delle discipline F08 presso il
Dipartimento di Scienze Biomediche e Terapie Avanzate, dal 1
febbraio 1996.
Professore Associato in Chirurgia Generale presso l’Università degli
Studi di Ferrara dal gennaio 2007 con presa di servizio 1.2.07
presso il Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Anestesiologiche e
Radiologiche dell’Università degli Studi di Ferrara.
Dal 1 novembre 2012 si è trasferito nel settore disciplinare Med 22
– Chirurgia Vascolare
Università degli Studi di Ferrara - via Savonarola 9 44100 Ferrara
Dipartimento di Morfologia, Chirurgia e Medicina Sperimentale
Professore Associato confermato Med 22
• Principali mansioni e responsabilità
Docente di Chirurgia Vascolare e Vice Direttore dell’U.O. di
Chirurgia Vascolare ed Endovascolare dell’Azienda Ospedaliera
Universitaria S. Anna di Ferrara
Modulo di Alta Specializzazione in Terapie Endovascolari
Periferiche
ISTRUZIONE E FORMAZIONE
• Date (da – a)
• Nome e tipo di istituto di istruzione
o formazione
• Principali materie / abilità
professionali oggetto dello studio
• Qualifica conseguita
Dall’ottobre 1975 al Novembre 1881 Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia
Laurea in Medicina e Chirurgia presso L’Università degli Studi di Ferrara
Chirirgia Generale
Chirurgia Vascolare
Specializzazione in Chirurgia Generale presso L’Università degli Studi di Ferrara
Specializzazione in Chirurgia Vascolare presso L’Università degli Studi di Ferrara
• Livello nella classificazione
nazionale (se pertinente)
S
CAPACITÀ E COMPETENZE
Francese - Inglese
Buono
discreto
sufficiente
ud
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ALTRE LINGUE
Italiano
o
PRIMA LINGUA
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PERSONALI
Acquisite nel corso della vita e della
carriera ma non necessariamente
riconosciute da certificati e diplomi
ufficiali.
• Capacità di lettura
• Capacità di scrittura
• Capacità di espressione orale
Coordinatore Nazionale della Campagna Educazionale : “ Più Salute
alle Gambe” per la prevenzione e la cura delle malattie venose e
linfatiche per gli anni 2008 – 2009 e 2010.
Past President del Collegio Italiano di Flebologia.
Dal 1 gennaio 2009 al 14 febbraio 2011 ha ricoperto il ruolo di
Presidente della Società Italiana di Flebolinfologia.
St
CAPACITÀ E COMPETENZE
RELAZIONALI
Vivere e lavorare con altre persone, in
ambiente multiculturale, occupando posti
in cui la comunicazione è importante e in
situazioni in cui è essenziale lavorare in
squadra (ad es. cultura e sport), ecc.
CAPACITÀ E COMPETENZE
ORGANIZZATIVE
Ad es. coordinamento e amministrazione
di persone, progetti, bilanci; sul posto di
lavoro, in attività di volontariato (ad es.
cultura e sport), a casa, ecc.
CAPACITÀ E COMPETENZE
TECNICHE
Con computer, attrezzature specifiche,
macchinari, ecc.
Dall’agosto 2009 ricopre l’incarico di Direttore del Dipartimento di Studi
Biomedici presso l’Università degli Studi di San Marino con ruolo di coordinatore
del Dipartimento.
Collaboratore permanente del Centro di Ricerca Universitario
MATHEMATICS FOR TECHNOLOGY e successivamente del
Centro di Ricerca MAT TECH MED dell’Università degli Studi di
Ferrara.
Fondatore del Centro Interuniversitario di Flebolinfologia ( CIFL),
centro di ricerca e alta formazione in ambito flebolinfologico tra
varie università italiane.
PATENTE O PATENTI
B
FE2277323A
ALLEGATI
Il sottoscritto è a conoscenza che, ai sensi dell’art. 26 della legge 15/68, le dichiarazioni mendaci, la falsità negli atti e l’uso di atti
falsi sono puniti ai sensi del codice penale e delle leggi speciali. Inoltre, il sottoscritto autorizza al trattamento dei dati personali,
secondo quanto previsto dalla Legge 196/03.
Ferrara , 6 ottobre 2014
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NOME E COGNOME (FIRMA)
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Vincenzo Gasbarro
GIUSEPPE DODI
Professore associato. Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Oncologiche e
Gastroenterologiche sez. di Clinica Chirurgica I - Università degli Studi di Padova.
Curriculum Vitae
Europass
Informazioni personali
Giuseppe Dodi
Indirizzo(i)
Via Bettone, 21
35037 Teolo, Padova, Italia
Telefono(i)
0498212055
E-mail
Cittadinanza
Data di nascita
[email protected]
Italiana
04/08/1946
Maschile
o
Sesso
043651891
3355329394
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Fax
Cellulare:
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Nome(i) / Cognome(i)
ud
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Occupazione desiderata / Chirurgo generale (colo-rettale)
Settore professionale
Esperienza professionale
1973 - 1985
Lavoro o posizione ricoperti
Ricercatore
Principali attività e responsabilità
Ricercatore
St
Date
Nome e indirizzo del datore di lavoro
Date
Lavoro o posizione ricoperti
Date
Lavoro o posizione ricoperti
Nome e indirizzo del datore di lavoro
Università degli studi di Padova
1976 - 1977
Research fellow, Washington University, St. Lewis Mo, USA
1985 ad oggi
Professore associato nel reparto di Chirurgia
Università di Padova Dipartimento di Scienze Chirurgiche e Oncologiche
Via Giustiniani, 2, 35128 Padova (Italia)
Capacità e competenze
personali
Madrelingua(e)
Altra(e) lingua(e)
Capacità e competenze sociali
Capacità e competenze organizzative
Italiano
Inglese, francese
Capacità di gruppo e di adeguamento ad ambienti multiculturali, con conseguita esperienza
professionale all’estero
Esperienza nella gestione di gruppi e senso dell’organizzazione
Capacità e competenze tecniche
Capacità e competenze informatiche
Capacità e competenze artistiche
Altre capacità e competenze
Patente
Padronanza dei processi di controllo nel settore sanitario e sociale
Conoscenza Microsoft word, excel e power point
Scrittura, volontariato, seminari scientifici, convegni.
Sport in genere.
B
Allegati - Membro dei Consiglio Direttivi della Società Italiana di Colon Proctologia
St
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A&
S
(1997 2002), della Società Italiana di Urodinamica (1998 2006), della
Società Interdisciplinare dei Pavimento Pelvico (1996 2008), del comitato
scientifico della Fondazione Italiana Continenza.
- Membro dell’American Society of Colon and Rectal Surgeons.
- Rappresentante per l’Europa dell’Australian Association of Vaginal and
Incontinence Surgeons (AAVIS) / International Society for Pelviperineology (2007-...)
- Coordinatore dell'Unità di Coloproctologia di Padova Abano (1996-2009)
- CTU per i Tribunali di Brescia a di Vicenza
- Presidente dell'A.I.STOM (Associazione Italiana Stomizzati) (2006- )
- Presidente della International Society for Pelviperineology / Australasian
Association Vaginal Incontinence Surgeons (2010-...).
Direttore del Corso di Perfezionamento in Coloproctologia, Facoltà di
Medicina, Università di Padova.
- Co Editor dell'”Italian Journal of Coloproctology” (1981 1990), Editor di
“Pelviperineologia/rivista italiana di coloproctologia” Co-Editor di
Pelviperineology (2007-) entrambi giornali cartacei e online open access
(www.pelviperineologia.it, www.pelviperineology.org) è tuttora o è stato
membro dei Comitati Editoriali delle seguenti riviste scientifiche:
“Colorectal Disease”, "Techniques in Coloproctology", "International
Journal of the Proctological and Perineal Diseases", "Urodinamica,
Neurourology, Continence and Pelvic Floor", “Flebologia Oggi”.
- Autore di oltre 400 lavori scientifici parte dei quali stampati su giornali
indicizzati, di un "Trattato di Coloproctologia" (tre edizioni, in
Italiano e Inglese) e di altri libri tra cui un saggio sull'analità,
"L'uscita segreta", tutti pubblicati presso I'Editore Piccin, Padova.
- Principali settori di esperienza clinica e di ricerca: motilità colica,
incontinenza anale, prolassi del pavimento pelvico, fistole anali, cancro
dell'ano, del retto a del colon. Oltre 500 interventi all'anno di
chirurgia maggiore, media e minore, eseguiti in prima persona o come
tutor, in elezione o urgenza, nel settore della colon proctologia e del
pavimento pelvico: tumori maligni e benigni, malattie infiammatorie
intestinali, ragadi, fistole ed ascessi, prolassi rettali e genitali,
emorroidi, incontinenza anale, stipsi, chirurgia ricostruttiva, malattie
complesse e rare ano-rettali e pelviche.
Il sottoscritto è a conoscenza che, ai sensi dell’art. 26 della legge 15/68, le dichiarazioni mendaci, la falsità negli atti e l’uso di atti falsi sono puniti ai sensi del codice penale e
delle leggi speciali. Inoltre, il sottoscritto autorizza al trattamento dei dati personali, secondo quanto previsto dalla Legge 196/03.
Padova, 6 ottobre 2014
________________________
Giuseppe Dodi
GIORGIO CARLO MONTI
Medico di Medicina Generale. Area Cardiovascolare SIMG, Fondazione per la
ricerca SIMG. Animatore di formazione
FORMATO EUROPEO
PER IL CURRICULUM
VITAE
Telefono
Fax
Cell
E-mail
Nazionalità
24 settembre 1954
ud
i
Data di nascita
Italiana
A&
Indirizzo
MONTI GIORGIO CARLO
Via Lamarmora 3
0383 367307
0383 214460
335 244724
[email protected]
o
Nome
S
INFORMAZIONI PERSONALI
ESPERIENZA LAVORATIVA
• Date (da – a)
St
• Nome e indirizzo del datore di lavoro
Dal 1980 al 1985
Policlinico S.Matteo di Pavia
• Tipo di azienda o settore
• Tipo di impiego
Patologia Chirurgica II
Attività di internato e tirocinio ospedaliero
• Principali mansioni e responsabilità
• Date (da – a)
Dal 1982
• Nome e indirizzo del datore di lavoro
• Tipo di azienda o settore
• Tipo di impiego
Medico di Medicina Generale convenzionato con il SSN
• Principali mansioni e responsabilità
• Date (da – a)
Dal 1990
• Nome e indirizzo del datore di lavoro
• Tipo di azienda o settore
• Tipo di impiego
Docente ai Corsi di Formazione Permanente per la Medicina Generale,
Docente ai Seminari di Formazione Specifica per la Medicina Generale,
Tutor di Medicina Generale
• Principali mansioni e responsabilità
• Date (da – a)
Dal 1990 al 1993
• Nome e indirizzo del datore di lavoro
• Tipo di azienda o settore
• Tipo di impiego
Scuola Lombarda per Animatori di Formazione e Ricercatori in Medicina
Generale
Attività di docenza presso la Scuola Lombarda per Animatori di
Formazione e Ricercatori in Medicina Generale.
• Principali mansioni e responsabilità
• Date (da – a)
• Nome e indirizzo del datore di lavoro
Dal 2000 al 2002
DAMS, Scuola di pubblica amministrazione con sede a Lucca.
• Tipo di azienda o settore
Docente corsi formativi per amministratori pubblici
• Principali mansioni e responsabilità
• Nome e indirizzo del datore di lavoro
Dal 2001 ad oggi
IReF-SDS
A&
• Date (da – a)
• Tipo di azienda o settore
ud
i
• Principali mansioni e responsabilità
Attività di docenza in Farmacoeconomia al Corso di Formazione
Manageriale per Dirigenti di Struttura Complessa dell’area di Sanità
Pubblica organizzato dall’IREF e dall’Università di Brescia.
o
• Tipo di impiego
S
• Tipo di impiego
• Date (da – a)
St
• Nome e indirizzo del datore di lavoro
Anni accademici 2002/2003, 2003/2004, 2004-2005 e 2005-2006 e 20062007
Università degli Studi di Pavia
• Tipo di azienda o settore
• Tipo di impiego
Professore a contratto nel Corso Professionalizzante in Medicina
Generale presso Università degli Studi Pavia
• Principali mansioni e responsabilità
• Date (da – a)
• Nome e indirizzo del datore di lavoro
Dal 2004
SDA Bocconi di Milano
• Tipo di azienda o settore
• Tipo di impiego
• Date (da – a)
• Nome e indirizzo del datore di lavoro
Attività di docenza al Master di Management Sanitario della
Dal 2003 al 2005
Agenzia dei Servizi Sanitari Regionali di Roma
• Tipo di azienda o settore
• Tipo di impiego
• Date (da – a)
• Nome e indirizzo del datore di lavoro
Membro gruppo di lavoro per la definizione di linee guida
Dal 1998 al 2006
Health Search, Istituto di ricerca della Società Italiana di Medicina
• Tipo di impiego
• Date (da – a)
• Nome e indirizzo del datore di lavoro
Generale
Presidente
Dal 2009
Fondazione del ricerca in Medicina Generale Simg
• Tipo di azienda o settore
• Tipo di impiego
Vicepresidente
ISTRUZIONE E FORMAZIONE
• Date (da – a)
• Principali materie / abilità
professionali oggetto dello studio
• Qualifica conseguita
1973 Maturità Scientifica
1980 Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di
Pavia
1986 Specializzazione in Chirurgia Generale presso l’Università di Pavia
S
• Nome e tipo di istituto di istruzione
o formazione
Medico Chirurgo – Specialista in Chirurgia Generale
A&
• Livello nella classificazione
nazionale (se pertinente)
CAPACITÀ E COMPETENZE
ud
i
o
PERSONALI
Acquisite nel corso della vita e della
carriera ma non necessariamente
riconosciute da certificati e diplomi
ufficiali.
PRIMA LINGUA
Buona
Buona
Buona
St
• Capacità di lettura
• Capacità di scrittura
• Capacità di espressione orale
Inglese
ALTRE LINGUE
CAPACITÀ E COMPETENZE
RELAZIONALI
Vivere e lavorare con altre persone, in
ambiente multiculturale, occupando posti
in cui la comunicazione è importante e in
situazioni in cui è essenziale lavorare in
squadra (ad es. cultura e sport), ecc.
CAPACITÀ E COMPETENZE
ORGANIZZATIVE
Ad es. coordinamento e amministrazione
di persone, progetti, bilanci; sul posto di
lavoro, in attività di volontariato (ad es.
cultura e sport), a casa, ecc.
CAPACITÀ E COMPETENZE
TECNICHE
Francese
Con computer, attrezzature specifiche,
macchinari, ecc.
CAPACITÀ E COMPETENZE
ARTISTICHE
Musica, scrittura, disegno ecc.
ALTRE CAPACITÀ E COMPETENZE
Competenze non precedentemente
indicate.
PATENTE O PATENTI
ULTERIORI INFORMAZIONI
ALLEGATI
Il sottoscritto è a conoscenza che, ai sensi dell’art. 26 della legge 15/68, le dichiarazioni mendaci, la falsità negli atti e l’uso di atti
falsi sono puniti ai sensi del codice penale e delle leggi speciali. Inoltre, il sottoscritto autorizza al trattamento dei dati personali,
A&
S
secondo quanto previsto dalla Legge 675/96 del 31 dicembre 1996.
Voghera, 6 ottobre 2014
NOME E COGNOME (FIRMA)
St
ud
i
o
Giorgio Carlo Monti
CARLO PANFILO
Farmacista. Firenze
FORMATO EUROPEO
PER IL CURRICULUM
VITAE
INFORMAZIONI PERSONALI
Telefono
Fax
E-mail
Nazionalità
Data di nascita
S
Indirizzo
PANFILO CARLO
VIA URBANO RATTAZZI 4B 50136 FIRENZE
3299433017
055673077
[email protected]
italiana
15-06-1970
ESPERIENZA LAVORATIVA
A&
Nome
DAL 03/06/1999 al 31-10-2006
Farmacia Marucelli di dr.ssa Carobbio Maria Rosa
Farmacia Privata Urbana
Farmacista
Associato in compartecipazione
• Date (da – a)
•Nome e indirizzo del datore di lavoro
• Tipo di azienda o settore
• Tipo di impiego
• Principali mansioni e responsabilità
DAL
• Date (da – a)
•Nome e indirizzo del datore di lavoro
• Tipo di azienda o settore
• Tipo di impiego
• Principali mansioni e responsabilità
DAL
ud
i
o
• Date (da – a)
•Nome e indirizzo del datore di lavoro
• Tipo di azienda o settore
• Tipo di impiego
• Principali mansioni e responsabilità
St
01-11-2006
Farmacia Marucelli di dr.ssa Carobbio Maria Rosa e c. S.N.C.
Farmacia Privata Urbana
Farmacista
Socio e amministratore
23 -04-2012
Farmacia Marucelli di dr.ssa Carobbio Maria Rosa e c. S.N.C.
Farmacia Privata Urbana
Farmacista
Socio, amministratore e direttore tecnico
ISTRUZIONE E FORMAZIONE
• Date (da – a)
• Nome e tipo di istituto di istruzione
o formazione
• Principali materie / abilità
professionali oggetto dello studio
• Qualifica conseguita
• Livello nella classificazione
nazionale (se pertinente)
14-04-1999
Corso di Laurea in Farmacia presso Università degli Studi di Firenze
Laurea in Farmacia
108/110
CAPACITÀ E COMPETENZE
PERSONALI
MADRELINGUA
ITALIANO
ALTRE LINGUA
• Capacità di lettura
• Capacità di scrittura
• Capacità di espressione orale
INGLESE
ELEMENTARE
ELEMENTARE
ELEMENTARE
CAPACITÀ E COMPETENZE
ORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ DI STUDI MEDICI MULTIDISCIPLINARI
RELAZIONALI
PRESSO STUDI MEDICI DEL CONSORZIO SERVIZI SALUTARI IN FIRENZE
CAPACITÀ E COMPETENZE
ORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ DI STUDI MEDICI MULTIDISCIPLINARI
CAPACITÀ E COMPETENZE
BUON LIVELLO DI CONOSCENZA INFORMATICA SUI PRINCIPALI SOFTWARE DI CALCOLO E SCRITTURA
(WORD, EXCEL); NOZIONI DI BASE IN MATERIA DI HARDWARE (ARCHITETTURA DI PC E RETI)
TECNICHE
S
PRESSO STUDI MEDICI DEL CONSORZIO SERVIZI SALUTARI IN FIRENZE
A&
ORGANIZZATIVE
.
o
2000 – 2014
CORSI DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALI ACCREDITATI ( ECM) E NON ACCREDITATI IN MEDICINA,
FARMACOLOGIA E MANAGEMENT IN FARMACIA (CIRCA 70 CORSI), TRA I QUALI:
“COMUNICAZIONE STRATEGICA COME CHIAVE DELL’ADESIONE DEL PAZIENTE ALLA PROPOSTA
TERAPEUTICA”;”PATOLOGIE DEL TRATTO RESPIRATORIO SUSCETTIBILI DI TERAPIA
INALATORIA”,”TRATTAMENTO DELLE PATOLOGIE DEL CAVO OROFARINGEO”,”POLIFENOLI NEL
TRATTAMENTO DELLE PATOLOGIE DEL MICROCIRCOLO”,”PREVENZIONE E TRATTAMENTO DEL DIABETE
MELLITO”INTERAZIONI TRA FARMACI:IMPATTO SULLA PRATICA CLINICA IN PATOLOGIE A LARGA
DIFFUSIONE”, ECC..
St
ud
i
ALTRE CAPACITÀ E COMPETENZE
PATENTE O PATENTI
Patente cat. A europea, Patente cat. B
ULTERIORI INFORMAZIONI
ALLEGATI
Il sottoscritto è a conoscenza che, ai sensi dell’art. 26 della legge 15/68, le dichiarazioni mendaci, la falsità negli atti e l’uso di atti
falsi sono puniti ai sensi del codice penale e delle leggi speciali. Inoltre, il sottoscritto autorizza al trattamento dei dati personali, ai
sensi del Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali.
Firenze, 6 ottobre 2014
NOME E COGNOME (FIRMA)
-------------------------------Carlo Panfilo
GIACOMO FAILLA
FORMATO EUROPEO
PER IL CURRICULUM
VITAE
INFORMAZIONI PERSONALI
Nazionalità
Italiana
Data di nascita
24.11.1963
Codice Fiscale
FLLGCM63S24C351C
A&
Esperienza lavorativa
S
Telefono
Fax
E-mail
Giacomo Failla
Via Antonino DI Sangiuliano 50/d
95030 Sant’Agata Li Battiati (CT)
0390957253293
0390957436108
[email protected]
o
Nome
Indirizzo
Dall’Aprile 1990 al Marzo 1993 è stato medico interno con compiti
assistenziali e di ricerca.
ud
i
• Date
Cattedra di Angiologia diretta dal Professor G.M. Andreozzi
Università di Catania
Medico Interno
Diagnostica ultrasonografica, tensiometria trans-cutanea di 02 e C02, Laser-Doppler, Reografia
a Luce Riflessa, sperimentazione di alcuni farmaci come il buflomedil, la pentossifillina,
l’iloprost, il defibrotide, in pazienti affetti da ischemia critica.
Dal Marzo 1993 al Marzo 1999
Centro Clinico Diagnostico G.B. Morgagni, via del Bosco , 105 - Catania
St
• Nome e indirizzo del datore di
lavoro
• Tipo di azienda o settore
• Tipo di impiego
• Principali mansioni e responsabilità
• Date
• Nome e indirizzo del datore di
lavoro
• Tipo di azienda o settore
• Tipo di impiego
• Principali mansioni e responsabilità
• Date
• Nome e indirizzo del datore di
lavoro
• Tipo di azienda o settore
• Tipo di impiego
• Principali mansioni e responsabilità
• Date
• Nome e indirizzo del datore di
lavoro
Casa di Cura Accreditata col Servizio Sanitario Nazionale
Assistente Medico
Corresponsabile degenze malati post Chirurgici
Responsabile del servizio di Angiologia medico-diagnostica
Dal marzo 1999 al marzo 2003
Centro Clinico Diagnostico G.B. Morgagni, via del Bosco , 105 - Catania
Casa di Cura Accreditata col Servizio Sanitario Nazionale
Aiuto Medico
Responsabile degenze malati post Chirurgici e terapia semintensiva
Responsabile del servizio di Angiologia medico-diagnostica
Dall’ Aprile 2003 a tutt’oggi
Unità Operativa Complessa di Angiologia Medica diretta dal Prof M.M. Di Salvo
Dipartimento per la prevenzione e cura della malattie cardiovascolari
Ospedale Ferrarotto
Via Citelli, 4
95100 Catania
• Tipo di azienda o settore
• Tipo di impiego
• Principali mansioni e responsabilità
Azienda Ospedaliero Universitaria “Policlinico-Vittorio Emanuele”, via S. Sofia 78,
Catania
Dirigente medico I livello
Responsabile del laboratorio di microcircolazione e della diagnosi e trattamento delle ulcere
vascolari.
Responsabile di due posti letto di degenza ordinaria
Responsabile del servizio di Day Hospital
Corresponsabile del laboratorio di diagnosi e trattamento delle malattie flebologiche.
Corresponsabile del servizio di diagnostica ultrasonografica.
Servizio di Capillaroscopia.
Istruzione e formazione
• Date
• Nome e tipo di istituto di istruzione
o formazione
• Principali materie / abilità
professionali oggetto dello studio
• Date
• Nome e tipo di istituto di istruzione
o formazione
Dal 1982 al 1988
Università degli Studi di Catania
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso di Laurea in medicina e chirurgia
• Principali materie / abilità
professionali oggetto dello studio
• Qualifica conseguita
Corso di Specializzazione in Angiologia Medica
S
A&
o
Diploma di Laurea in data 7 luglio 1988 con votazione 110/110 e lode
Diploma di Specializzazione in data 17 dicembre 1991 con voti 50/50 e lode
Dal Luglio 1988 al marzo 1990
Medico interno presso la Clinica Medica L Condorelli dell’Università di Catania diretta dal Prof
G. Tamburino
Conseguimento Laurea in Medicina e Chirurgia e Specializzazione in Angiologia Medica
Dal gennaio 1990 al giugno 1990 e dal settembre al dicembre 1990
ud
i
• Date
• Nome e tipo di istituto di istruzione
o formazione
• Principali materie / abilità
professionali oggetto dello studio
• Date
Dal 1989 al 1991
Scuola di specializzazione in angiologia Medica
Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Catania
• Date
Stage residenziale presso
Angiologia Medica Ospedale S. Giovanni Addolorata diretta dal Prof. C. Allegra
St
• Nome e tipo di istituto di istruzione
o formazione
Dall’8 al 13 marzo 2004
• Nome e tipo di istituto di istruzione
o formazione
Stage residenziale su “Tecniche di bioingegneria per lesioni vascolari difficili” presso
Angiologia Medica Ospedale S. Giovanni Addolorata diretta dal Prof. C. Allegra
• Date
Dal 14 al 19 marzo 2005
• Nome e tipo di istituto di istruzione
o formazione
Stage residenziale su “Flebologia interventistica e scleroterapia per il trattamento delle varici e
delle ulcere da insufficienza venosa cronica” ” presso
Angiologia Medica Ospedale S. Giovanni Addolorata diretta dal Prof. C. Allegra
Italiano
Altre lingue
Dal 1990 Responsabile dei protocolli di mappatura preoperatoria vene varicose, in
collaborazione con i chirurghi; responsabile per la profilassi del tromboembolismo venoso
perioperatorio , presso Centro Clinico Diagnostico G.B. Morgagni; Responsabile della stesura
delle linee guida per la profilassi del tromboembolismo venoso presso il medesimo Centro,
Dal 1991 associato alla Società Italiana di Patologia e Angiologia Vascolare (SIAPAV ),
Dal 1993 al 2003 collaborazione con specialisti di varie nazionalità , francesi e inglesi
soprattutto, presso Centro Clinico Diagnostico G.B. Morgagni.
Nel 2003 fondatore e coordinatore del Gruppo di Studio Nazionale Sulle Ulcere Vascolari della
(SIAPAV).
Dal 2006 associato al Compression Therapy Group (CTG).
Dal 2006 associato all’Associazione Italiana Ulcere Cutanee (AIUC).
Dal 1 gennaio 2008 Consigliere Nazionale della Società Italiana di Diagnostica vascolare (SIDVGIUV) , rieletto nel 2010 3d in carica fino al 2013.
Dal luglio 2008 Coordinatore regione Sicilia per Associazione Italiana Ulcere Cutanee (AIUC)
Nel 2009 docente del MASTER di II LIVELLO DI ULTRASONOLOGIA VASCOLARE della
1a Facoltà di Medicina e Chirurgia – Chirurgia Vascolare - Università “La Sapienza” di Roma
con Dottorato di Ricerca in Fisiopatologia Chirurgica Angio-Cardio-Toracica ed Imaging
e Società Italiana di Diagnostica Vascolare.
Nel 2009 compartecipazione alla stesura del documento di consenso sulla terapia compressiva
a cura dell’associazione italiana ulcere cutanee.
Nel 2012 coautore del documento di posizionamento dell’Associazione Italiana Ulcere Cutanee
“Ulcera ischemica e Ischemia Critica”.
2011-2014 Consigliere Nazionale Associazione Italiana Ulcere Cutanee con carica di Tesoriere.
2011-2014 Membro del comitato scientifico redazionale e responsabile per gli articoli sulle
“ulcere vascolari” della rivista “ACTA VULNOLOGICA”.
2011-2014 Responsabile amministrativo del Provider ECM riconosciuto dal Ministero della
Salute “Associazione Italiana Ulcere Cutanee”.
Dal 2013 Consigliere Nazionale del Collegio Italiano di Flebologia
Dal 2013 responsabile Nazionale dell’Ufficio Soci della Società Italiana di Diagnostica
Vascolare(S.I.D.V.).
St
ud
i
Capacità e competenze relazionali
Vivere e lavorare con altre persone,
in
ambiente
multiculturale,
occupando posti in cui la
comunicazione è importante e in
situazioni in cui è essenziale lavorare
in squadra (ad es. cultura e sport),
ecc.
Inglese
Ottima
Buona
Buona
o
• Capacità di lettura
• Capacità di scrittura
• Capacità di espressione orale
S
Madrelingua
Dal 1990 si dedica al management delle ulcere cutanee croniche ad etiologia vascolare. Ha
acquisito competenza nel trattamento delle ferite croniche e post chirurgiche durante il periodo che va
dal 1999 al 2003 presso la CCD Morgagni.In questo periodo ha cominciato ad utilizzare le tecniche di
debridement chirurgico e meccanico e l’uso delle prime medicazioni avanzate e a praticare
l’applicazione di bendaggi multistrato elastici ed anelastici.
Dal 2004 in poi presso l’U.O.C. di Angiologia come responsabile del trattamento dei pazienti affetti da
ulcere vascolari, ha conseguito competenza sull’uso di tutte le tecniche del “woud care” dal debridement
tradizionale a quello meccanico, o autolitico fino alle tecniche di idrochirurgia e dell’uso dei debriders ad
ultrasuoni; ha acquisito enorme esperienza sull’uso delle medicazioni avanzate; ha utilizzato quasi tutte
le tecniche di medicina riparativa sulle ulcere vascolari, dalle membrane bio- ingegnerizzate di
matrice dermica, con collagene bovino, collagene equino e/o acido ialuronico a strato singolo o
doppio (con membrana di silicone), alla cute omologa decellularizzata, fino all’utilizzo di tecniche di
tipo riparativo come l’innesto di tessuti di cellule mesenchimali multipotenti .
Recentissima la collaborazione con Phil Bowler, esperto di biofilm, direttore del centro di ricerca
Convatec di Chester, su aspetti clinici delle medicazioni antibiofilm, che sta esitando in una
prossima pubblicazione su rivista internazionale.
Dal luglio 2014 sta acquisendo esperienza sul trattamento dei pazienti portatori di ulcere
cutanee non rivascolarizzabili con infiltrazioni di concentrati cellulari periulcerosi e lungo il decorso
delle arterie tibiali allo scopo di promuovere la neoangiogenesi perifeica.
A&
Capacità e competenze
personali
Acquisite nel corso della vita
e della carriera ma non
necessariamente
riconosciute da certificati e
diplomi ufficiali.
Nel 2013 fondatore e coordinatore del gruppo di studio laser speckle sulla perfusione delle
ulcere vascolari della Società Italiana di Diagnostica Vascolare (S.I.D.V.).
Dal 2014 Cofondatore e membro del Board Nazionale, nonchè responsabile per la formazione
della regione Sicilia del Gruppo Italiano Vulnologi (G.I.V.).
Capacità
e
competenze
organizzative
Ad
es.
coordinamento
e
amministrazione di persone, progetti,
bilanci; sul posto di lavoro, in attività
di volontariato (ad es. cultura e
sport), a casa, ecc.
In atto è responsabile di N. 2 posti di degenza ordinaria e n 6 posti letto di Day Hospital con
incarico responsabile del servizio di Day Hospital e del laboratorio di Microcircolazione, con
coordinamento di cinque unità di personale paramedico, dell’U.O.C. di Angiologia dell’Azienda
Ospedaliera Universitaria Policlinico- Vittorio Emanuele di Catania.
Utilizzo di tecnologie finalizzate alla riparazione tessutale dal 2004 con, all’attivo, 74 interventi di
debridement idrochirurgico o con ultrasuoni e applicazione di : innesti di matrice dermica , cute
omologa decellularizzata, applicazione di tessuto autologo di cellule mesenchimali totipotenti,
prelievo e trasfusione di concentrati cellulari monocitari.
Organizzazione e tutoraggio di corsi di formazione ECM in ambito locale, regionale e
nazionale come i corsi di formazione sulle ulcere vascolari al XXVII, XXVIII, XXIX, XXX XXXI
congressi nazionali SIAPAV.
Organizzazione del Congresso Nazionale SIDV 2009.
Organizzazione del IX Congresso Nazionale AIUC 2010.
Organizzazione I corso Internazionale SIDV-GIUV (Società Italiana di Diagnostica Vascolare)
2012.
ud
i
o
A&
S
Organizzazione XXIII European Chapter of I.U.A. e Congresso Nazionale SIDV
ottobre 2013.
(Vedi allegati al curriculum vitae).
Attività di collaborazione, per la tutela dei diritti del malato, con i medici di
medicina generale, soprattutto aderenti alla F.I.M.M.G, attraverso la
partecipazione ad eventi scientifici, trasmissioni televisive locali e rapporti
personali diretti, nonchè con le associazioni dei cittadini (Soprattutto
Cittadinanza Attiva).
Il rapporto di collaborazione diretto e personale con gli specialisti ambulatoriali
del territorio , soprattutto angiologi, diabetologi e vulnologi e con i responsabili
dell’A.D.I. (assistenza domiciliare integrata).
Il dr Failla coordina anche 4 figli età variabile degli otto ai diciannove anni;
attività assolutamente no profit, ma sicuramente molto impegnativa!
Collaborazione allo sviluppo di software dedicati alla misurazione delle lesioni croniche cutanee
Diagnostica avanzata sulla perfusione delle ulcere cutanee e della cute perilesionale con tecnica
Laser-Speckle (2014)
Capacità e competenze artistiche
Musica, scrittura, disegno ecc.
Chitarra elettrica, modellismo statico, disegno a matita e ad acquerello.
Altre capacità e competenze
Competenze non precedentemente
indicate.
Partecipazione come investigator ai seguenti studi clinici:
Investigator della sperimentazione clinica dal titolo: “Valutazione della sicurezza e con O:
della tollerabilità di Bionect Start (acido ialuronico sale sodico – collagenasi) nella gestione delle
ulcere cutanee” (CE 13108) (arruolati 14 pazienti)
co-investigator del trial internazionale (14 su 19 pazienti arruolati dal Centro di Angiologia di
Catania) “A randomized double blind, parallel group, multicentre phase IIIb study to compare
ticagrerol with clopidogrel treatment on the risk of cardiovascular death, myocardial infarction
and ischaemic stroke in patient with estsblished pherypheral arterial disease (EUCLIDExamining use of ticagrerol in PAD) – Duke Clinical Researches Institute and Astrazeneca
D5135C00001. EudraCT 2011-004616.
principal co-investigator dello studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato
con placebo sul trattamento a lungo termine con Sulodexide per la prevenzione di trombosi
S.U.R.V.E.T. VTE/01/09. Tale studio ha portato all’arruolamento di 9 pazienti affetti da
tromboembolismo venoso monitorati per 24 mesi (conclusione Aprile 2014)
St
Capacità e competenze tecniche
Con
computer,
attrezzature
specifiche, macchinari, ecc.
Coautore del progetto ”The integrate and multidisciplinary patient’s management
with peripheral arterial disease-SynergyPAD” presentato dalla U.O.C. di
Angiologia di Catania, in collaborazione con la Psicologia dell’Università di
Palermo, all’ European Commission nell’ambito del Settimo programma quadro.
Su un totale di 400 progetti presentati hanno superato la prima fase di
valutazione solo il 25% . La Commissione di valutazione ha ritenuto il progetto
insufficiente per passare al secondo Step; tuttavia ha fornito indicazioni preziose
che rappresentano un importante opportunità di riflessione in vista della
possibilità di ripresentarlo negli anni successivi, apportando le correzioni
suggerite.
Patente o patenti
Auto, moto
Ulteriori informazioni
ud
i
o
A&
Catania, 14 agosto 2014
In fede
S
Elenco Pubblicazioni edite a stampa (Allegato 1);
elenco docenze e relazioni/moderazioni (Allegato 2);
elenco corsi e congressi organizzati (allegato 3).
Certificazione dell’attività istituzionale svolta presso l’UOC di Angiologia (allegato 4)
St
Allegati
St
o
ud
i
S
A&
ABSTRACT
FISIOPATOLOGIA E DIAGNOSI CLINICA E STRUMENTALE
DELLA MVC
Prof. Vincenzo Gasbarro
Dipartimento di Morfologia, Chirurgia e Medicina Sperimentale
Università degli Studi di Ferrara
St
ud
i
o
A&
S
La Malattia Venosa Cronica (MVC) è conseguente ad uno scompenso cronico del funzionamento
del sistema venoso periferico degli arti inferiori.
La MVC tuttavia non riguarda unicamente le vene (pervietà, modificazioni parietali e valvolari), ma
anche ogni causa che alteri il ritorno venoso (pompa muscolare del piede, polpaccio e coscia,
alterazioni della motilità articolare e del tessuto connettivo).
Si possono distinguere un’insufficienza del sistema venoso superficiale, del sistema venoso
profondo, o di entrambi.
La chiave di volta delle manifestazioni soggettive e obbiettive della MVC è rappresentata
dall’ipertensione venosa localizzata o diffusa con ripercussioni emodinamiche sulla macro e
microcircolazione; l’edema ne costituisce una della manifestazione caratteristiche, sia sul piano
fisiopatologico che clinico.
II processo patologico all’’origine della MVC, acquisita o congenita (angiodisplasie; insufficienza
valvolare o agenesia), può comportare quadri funzionali o organici; questi ultimi di gran lunga più
frequenti oltre che severi. La MVC appare una condizione clinica assai rilevante sia dal punto di
vista epidemiologico sia per le importanti ripercussioni socio-economiche che ne derivano.
La prevalenza attuale dell’IVC a carico degli arti inferiori è del 10-50% nella popolazione adulta
maschile e 50-55% in quella femminile. La malattia varicosa è presente, clinicamente manifesta, nel
10- 33% elle donne e nel 10-20% dei maschi adulti.
La MVC colpisce prevalentemente il sesso femminile fino alla 5’ – 6’ decade, successivamente non
si notano significative differenze fra i sessi. Globalmente gli studi epidemiologici evidenziano un
rapporto uomo/donna di 1: 2-3.
È ampiamente riconosciuto che alcune occupazione, particolarmente quelle che obbligano ad un
prolungato ortostatismo, si associano con maggiore prevalenza di varici anche se una tale
correlazione è estremamente difficile da dimostrare sul piano statistico. Si è esaminata l’incidenza
di varici in soggetti occupati in varie professione, particolarmente in lavoratori dell’industria
Da 1 a 5 gravidanze comportano un’incidenza di malattia varicosa del 11-42% con progressione
lineare con l’aumento dei parti. La correlazione è ancora più evidente se la donna è già affetta da
disturbi venosi. Persone in sovrappeso, specie se di sesso femminile e abitanti in aree civilizzate
soffrono maggiormente di IVC e di malattia varicosa rispetto a soggetti di peso normale, dal 25 ad
oltre 70% (in entrambi i sessi) contro il 16-45%.
Nel Febbraio 1994 una commissione internazionale dell’American Venous Forum ha messo a punto
un Consensus Document per la classificazione e la stadiazione della IVC chiamata classificazione
CEAP basata sulle manifestazioni cliniche (C), sui fattori eziologici (E), la distribuzione anatomica
(A), le condizioni fisiopatologiche (P).
Lo scopo fu quello di fornire una classificazione obiettiva ed esauriente che potesse essere utilizzata
in tutto il mondo fornendo una descrizione della patologia venosa riproducibile in tutte le
istituzioni.(dando inoltre in questo modo la possibilità di studi futuri inter-istituzionali).
Successivamente per gli sviluppi nel campo della flebologia sono state pubblicate modifiche di
questa classificazione. È stata presa in considerazione la severità e ridefiniti i termini delle
manifestazioni cliniche, "C", essenziali per un corretto e uniforme linguaggio “flebologico”.
Gli elementi della classificazione sono la condizione clinica, l’eziologia della disfunzione venosa, la
distribuzione anatomica e i meccanismi patofisiologici del reflusso, dell’ostruzione o di entrambi.
Questa classificazione considera la causa della patologia venosa, il suo meccanismo patogenetico
per lo sviluppo del reflusso, dell’ostruzione o di entrambi e la distribuzione della patologia in
segmenti universalmente accordati delle vene periferiche. Il ritorno del sangue verso il cuore, in
equilibrio con le necessità tissutali, non è piu’ garantito non solo in posizione ortostatica, ma anche
clinostatica.
A&
S
Si possono distinguere un’insufficienza del sistema venoso superficiale, del sistema venoso
profondo, o di entrambi.
La chiave di volta delle manifestazioni soggettive e obiettive dell’IVC è rappresentata
dall’ipertensione venosa localizzata o diffusa, con ripercussioni emoreologiche sulla macro e
microcircolazione. L’edema ne costituisce la manifestazione caratteristica, sia sul piano
fisiopatologico che clinico.
Il processo patologico all’origine dell’IVC – acquisito o congenito (angiodisplasie, insufficienza
valvolare o agenesia) – può comportare quadri funzionali od organici, questi ultimi di gran lunga
piu’ frequenti oltre che severi.
Attualmente la classificazione internazionale CEAP permette una categorizzazione appropriata dei
pazienti per la valutazione dell'evoluzione dell'IVC e la determinazione dell'efficacia del
management.
La diagnostica non invasiva per le malattie venose è stata sviluppata per lo screening e per rilevare
e quantificare le malattie vascolari. I medici generici e gli specialisti devono conoscere – con diversi
gradi di competenza – il significato dei vari test vascolari e le loro indicazioni e limitazioni, così da
limitare al massimo l’uso di test piu’ invasivi e costosi. Le malattie venose presentano una maggiore
difficoltà di valutazione rispetto alle malattie arteriose e richiedono quindi una certa esperienza ed
una valutazione piu’ accurata. Per tali motivi i test venosi risultano maggiormente operatoredipendente e richiedono una competenza specifica clinica soprattutto per la valutazione
dell’insufficienza venosa cronica.
L’insufficienza venosa cronica (IVC) può essere il risultato di ostruzione al deflusso, reflusso o una
combinazione di entrambe.
L’obiettivo dell’esame clinico e strumentale è rilevare quale di queste condizioni sia presente. Va
ricercata inoltre la localizzazione anatomica dell’alterazione e quantificato il reflusso e/o
l’ostruzione.
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Sono disponibili molti test venosi, semplici, rapidi e cost-effective. Le informazioni utili, necessarie
per valutare e quantificare i problemi venosi sono di solito ottenute da soli tre tipi di test:
• Doppler ad onda continua
• Duplex scan/Eco-Color-Doppler (CFI)
• Pletismografie
SCELTE TERAPEUTICHE E LINEE GUIDA DELLA MVC
Prof. Vincenzo Gasbarro
Dipartimento di Morfologia, Chirurgia e Medicina Sperimentale
Università degli Studi di Ferrara
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L’eziopatogenesi della MVC ha assunto negli ultimi anni contorni più netti e meglio definiti, le
cause del danno valvolare sono tali da considerarsi ancora oggetto di indagine, e diverse teorie,
alternative a questa, sono state avanzate. La disfunzione valvolare causa il reflusso, è stata per
molto tempo considerata la più accreditata causa della MVC (Bergan, 2006; Meissner, 2007). Ma
questa ipotesi è stata messa in discussione di recente, e le prove sembrano dimostrare che la
preesistente debolezza nella parete del vaso, producendo la dilatazione determina secondariamente
l’incontinenza valvolare (Burnand, 2009; Lim, 2009). La moderna terapia farmacologica della
MVC deve oggi rivolgersi quindi, specificatamente all’eziopatogenesi primaria soprattutto alle luce
dei nuovi orientamenti fisiopatologici.
I farmaci flebotropi, nella più moderna accezione
comprendente molteplici potenziali targets d’azione, sono prodotti d’origine naturale, seminaturale
e prodotti sintetici, taluni con più principi attivi associati per migliorarne l’efficacia. La maggiore
parte di questi prodotti appartiene alla famiglia dei flavonoidi che è ricca di 600-800 sostanze ben
identificate e che sono raggruppate da Geissman e Hinreiner sotto il nome di flavonoidi, polifenoli
vegetali con una struttura chimica del flavone cui nel 1955, per decisione della Accademia delle
Scienze di New York, venne dato il nome “bioflavonoidi“
Ogni quadro di insufficienza venosa cronica o acuta ha indicazione alla compressione, in
associazione o no ad altri trattamenti. L’efficacia della terapia compressiva per il trattamento
sintomatico e la prevenzione delle complicanze dell’insufficienza venosa cronica (IVC) è
supportata dall’esperienza clinica e da copiosa letteratura scientifica soprattutto per i gradi più
avanzati di espressione della malattia venosa. Solo le pubblicazioni più recenti peraltro soddisfano i
più rigorosi criteri di confronto caso/controllo e di numerosità del campione.
Il tipo di
compressione, la modalità di applicazione, la durata dell’uso, variano per ciascun quadro clinico e
per ciascun paziente stesso all’interno di gruppi di patologie equivalenti: pertanto la scelta del tutore
compressivo richiede di essere modellata alle necessità del singolo paziente ed alla entità della
malattia. L’applicazione di una compressione esterna su di un arto per mezzo di materiali di diversa
natura al fine di prevenire e curare la malattia del sistema venolinfatico. I materiali utilizzati per la
compressione in flebolinfologia sono distinti in bende, tutori elastici e non elastici (Mariani, 2009;
Partsch, 2008).
Le basi del trattamento chirurgico delle varici degli arti inferiori risalgono ad oltre cento anni fa con
gli interventi ablativi eseguiti nel 1905 da Keller (stripping per invaginazione), nel 1906 da Mayo
(stripping extraluminale) e nel 1907 da Babcock (stripping endoluminale con sonda rigida) e sono
tuttora in uso in molti casi “validati dall’esperienza comune” (L-G CIF, 2005).
Diverse innovazioni
sono state apportate a questa chirurgia per lungo tempo considerata standard, allo scopo di
migliorarne i risultati: l’evoluzione delle tecniche sulla base di nuove concezioni di anatomia
ecografica e di fisiopatologia individuanti diversi pattern emodinamici; l’introduzione e la
diffusione di gesti chirurgici semplificati come la flebectomia per miniincisioni secondo Muller; la
tecnica stessa dello stripping eseguita in maniera meno invasiva con l’invaginazione in anestesia
locale secondo Van der Stricht o con sonda rigida (Perforation/Invagination secondo Oesch);
soprattutto la pratica dello studio cartografico preoperatorio mediante ecocolordoppler.
La
flebologia vede di tanto in tanto la proposta di nuovi interventi, talvolta limitati all’ambito dello
stesso proponente. Tali interventi, pur assicurando buoni risultati sul piano esperienziale,
necessitano di studi clinici controllati multicentrici, per la verifica di riproducibilità dei risultati, e
non possono allo stato attuale essere considerati sostitutivi di tecniche standard, bensì alternativi e/o
propositivi.
Innovazioni indubbiamente affermatesi nella pratica flebologica sono rappresentate
dagli interventi chirurgici mini- invasivi quali le tecniche cosiddette emodinamiche conservative o
le tecniche endovascolari, su basi fisiopatologiche e tecnologiche realmente innovative, che negli
ultimi venti anni hanno passato il vaglio di lunghe sperimentazioni e ormai sono comune
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patrimonio del panorama internazionale, fino a prospettarsi come un nuovo standard (Gloviczki,
2011). L’indicazione chirurgica deve essere approfonditamente discussa, indipendentemente
dall’opzione chirurgica scelta.
Lo scopo stesso della chirurgia, la risoluzione totale delle varici,
deve essere rivisto all’interno della storia naturale del quadro fisiopatologico di base, rappresentato
non tanto o non solo dal sintomo/segno preminente quali le vene varicose, bensì dalla complessità
della malattia venosa cronica (MVC) con possibilità concreta di comparsa di nuove varici, ed
ancora dal gravoso problema delle varici recidive a chirurgia.
Il trattamento del paziente portatore
di MVC riconosce come principale obiettivo la risoluzione o il miglioramento del quadro
sintomatologico e la prevenzione o la terapia delle complicanze. Le indicazioni alla chirurgia della
MVC si basano pertanto sulla corretta interpretazione della sintomatologia e del quadro clinico,
nonché dei diversi pattern emodinamici, realmente correlabili alle varici o alle loro complicanze.
Nuovo outcome è infine da considerarsi la QoL validata da questionari per lo specifico campo della
MVC.
Il panorama sull’impiego delle L-G in Medicina risente oggi di un consistente numero di criticità
emerse sin dalla loro iniziale diffusione e applicazione (Grilli, 2000). L'ampia diffusione ottenuta in
anni recenti dalle L-G cliniche, intese come strumento di condivisione delle migliori pratiche,
rischia di essere vanificata dalla progressiva perdita di fiducia sulla loro qualità complessiva
(Ransohoff , 2013).
Sono stati individuati standard di affidabilità delle L-G riferiti a otto aspetti
cruciali: trasparenza del processo, dichiarazione esplicita dei potenziali conflitti di interesse,
adeguata composizione del gruppo di sviluppo delle L-G (che dovrebbero includere rappresentanti
degli stakeholders e della popolazione interessata), rispetto degli standard metodologici per le
revisioni sistematiche, indicazione della qualità e della forza delle raccomandazioni, articolazione
delle raccomandazioni, revisione da parte di terzi dell'intero processo e infine indicazione chiara del
grado di aggiornamento di ciascuna fase della produzione, con un'adeguata tempestività negli
aggiornamenti (Kung, 2012). Evidentemente non possono del tutto essere attese, nel nostro Paese,
raccomandazioni sul raro uso della letteratura Non- English e riguardo la censura di opinioni tra i
membri del comitato, che non permetterebbero di considerare le peculiarità del territorio e della
popolazione italiana e la larga storia esperienziale della flebologia italiana.
E’ opportuno pertanto,
per la presente revisione di L-G, ricordare ancora in linea di principio tali aspetti generali, oggi
fortemente influenzanti le scelte del medico.
GESTIONE DELLA MALATTIA EMORROIDARIA:
PREVENZIONE, DIAGNOSI E TERAPIA
Prof. Giuseppe Dodi
Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Oncologiche e Gastroenterologiche, sez. di Clinica Chirurgica I
Università degli Studi di Padova.
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Le emorroidi rappresentano una componente importante dell’anatomia e nella fisiologia del canale
anale(cuscinetti vascolari utili per la continenza). Tutti gli individui dunque le hanno. Quando il
tessuto emorroidario dia segno di sé attraverso sanguinamento, prolasso, dolore, si parla di malattia
emorroidaria. Il 5% della popolazione ne è affetta e il 50% dei soggetti oltre i 50 anni di età hanno
avuto sintomi emorroidali almeno una volta nella vita per cui il più delle volte i pazienti che
accedono all’ambulatorio proctologico sono fermamente convinti che i disturbi anali siano dovuti
alle emorroidi, ma molte altre malattie benigne e maligne possono colpire ano, retto e colon con
sintomi sovrapponibili. E’ pertanto sempre necessaria una visita da parte del medico di medicina
generale (1° livello), poi di uno specialista che può essere un chirurgo generale, un
gastroenterologo (2° livello), oppure un chirurgo colo-rettale, un coloproctologo, un esperto di
patologie pelviperineali (3° livello).
Solo riferendone senza falsi pudori i sintomi, le più comuni malattie del grosso intestino possono
essere curate consentendo la diagnosi precoce e tempestiva dei tumori maligni di quest’organo, che
sono tra i più frequenti. Se l’esclusione del cancro è un elemento essenziale e imprescindibile nella
gestione del paziente con sintomi anali, conoscere le varie possibilità terapeutiche nella malattia
emorroidaria è di estrema importanza per offrire una buona qualità della vita ai pazienti colpiti da
questa afflizione così comune.
Le emorroidi vengono definite come ectasie di uno o più rami dei plessi venosi emorroidari o
piuttosto come un tessuto spugnoso altamente vascolarizzato sostenuto da connettivo elastico e fibre
della muscolatura liscia, in cui una fitta rete di capillari arteriosi contrae anastomosi con i plessi
venosi tributari delle vene emorroidarie. E’ opinione corrente che l'eziologia, il substrato
costituzionale e lo stesso orientamento terapeutico-farmacologico presentino analogie per le vene
varicose agli arti inferiori e per le emorroidi. L’esistenza di fattori eziologici comuni è ipotizzabile
anche se non facilmente dimostrabile con certezza. L’etiopatogenesi delle emorroidi prevede
soprattutto un’alterazione dello strato di supporto fibromuscolare della sottomucosa rettale che
degenera per cui i cuscinetti emorroidari possono dislocarsi dalla loro posizione anatomica normale
prolassando durante la defecazione e con l’aumentare della pressione endoaddominale. Il concetto
dell’ipertono del canale anale supporta la teoria dello scivolamento della struttura fibromuscolare
anale e rende conto dell’uso terapeutico dei dilatatori anali. Le varici ano-rettali possono essere
confuse con le emorroidi, ma si tratta di entità cliniche completamente diverse, e le emorroidi non
presentano una incidenza maggiore nei pazienti cirrotici rispetto alla popolazione generale.
I sintomi e i segni della malattia emorroidaria sono rappresentati da sanguinamento, prolasso,
dolore (in caso di complicanze), perdite sierose, prurito, incontinenza anale (imbrattamento/soiling).
Contrariamente all’opinione diffusa, non è il dolore il principale sintomo della malattia
emorroidaria, ma il sanguinamento (“emo reo”: sangue che scorre). Le cause più frequenti di
ematochezia sono benigne e nella maggior parte dei casi il trattamento è possibile mediante terapia
farmacologica o ambulatoriale. L’ematochezia, anche se fenomeno isolato, non deve comunque
essere sottovalutata al fine di escludere il cancro colorettale, soprattutto nei soggetti a rischio. Dal
13 al 20% della popolazione tra i 40 e 49 anni l’ha osservata negli ultimi 12 mesi, ma meno della
metà di queste persone si rivolge al curante entro 2 settimane per una successiva valutazione
specialistica. Una Cochrane Review del 2008 ha stimato nel 16% la capacità di riduzione della
mortalità da cancro colorettale attribuibile al sangue occulto fecale, riduzione che andrebbe al 25%
se la compliance all’indagine fosse del 100%.
Se le emorroidi restano all’interno del canale anale e l’unico sintomo è il sanguinamento, vengono
definite di primo grado. Se fuoriescono (prolassano) dall’ano con la defecazione, ma ritornano
spontaneamente nella loro posizione iniziale, di secondo grado. Il paziente avverte una sensazione
di “corpo estraneo” anale che scompare una volta che ha finito di espellere le feci. Quando il
paziente deve ridurle manualmente sono di terzo grado e se fuoriescono indipendentemente dalla
espulsione delle feci, anche per un qualsiasi sforzo (tosse, sollevamento pesi) e sono irriducibili si
definiscono di quarto grado.
Diagnosi: l'anamnesi è fondamentale per valutare il grado del prolasso emorroidario, da confrontare
poi con l’obiettività, ove non bisogna confondere prolasso e marische (pliche cutanee): (lo fanno i
pazienti ma anche molti medici!). L’esame esterno, dinamico, ossia facendo ponzare, può
evidenziare il prolasso. L’esplorazione digitale non evidenzia le emorroidi interne né quelle esterne
nel canale anale distale, non quantifica il grado di prolasso ma il tono muscolare basale e in
contrazione volontaria (il tono deve ridursi al ponzamento e se ciò non avviene di tratta di
dissinergia, frequente causa di stipsi terminale), ed il dolore (VAS 0..10). Valuta inoltre: prostata,
rettocele, enterocele, collo dell’utero, intussuscezione rettale, cavo del Douglas, eventuali masse
rettali e pelviche, presenza di sangue in ampolla. L’anoscopia/proctoscopia completa la valutazione
diagnostica delle emorroidi La rettoscopia/rettosigmoidoscopia con strumento rigido è elemento
fondamentale di una corretta visita proctologica. La colonscopia può evidenziare le emorroidi
interne, ma non è lo strumento più adatto a questo scopo.
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Prevenzione della malattia emorroidaria: la prevenzione primaria si basa su una gestione il più
possibile corretta della gravidanza e del parto, sulla riduzione degli sforzi per la defecazione e
sull'apprendimento a contrastare l’aumento della pressione addominale, ecc.). La prevenzione
secondaria, ossia le misure per impedire la ricomparsa di disturbi o l’aggravamento di quelli già
presenti, si fonda sul controllo della stipsi con una dieta individualizzata evitando alimenti
soggettivamente irritanti, sull'assunzione di flebotropi ad alte dosi, sull'igiene locale e sulle
autodilatazioni anali.
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Terapia: nelle emorroidi di 1-2 grado oligosintomatiche spesso la sola correzione della dieta e dei
fattori aggravanti come la stipsi bastano a ridurre la sintomatologia. Saranno da eliminare gli
alimenti ritenuti irritanti per quello specifico paziente (i divieti generici di alcolici, caffè, cioccolato,
ecc. hanno poco senso). Utili sia i bioflavonoidi monocomponenti o multicomponenti di nuova
generazione; le formule micronizzate assicurando maggiore assorbimento ed azione più rapida, che
gli unguenti (possibilmente non contenenti anestetici locali e mentolo non di rado responsabili di
importanti reazioni allergiche). Nelle emorroidi di 1-4 grado sintomatiche i bioflavonoidi sono
indicati anche di supporto agli altri trattamenti invasivi, così come le autodilatazioni anali che, con i
bidè caldi, riducono l’ipertono sfinterico che spesso accompagna la sintomatologia dolorosa. Nei
pazienti con emorroidi di 1-2/3 grado sintomatiche (facilmente sanguinanti, prolassate, purché in
assenza di ipertono e dolore sono necessari altri provvedimenti ovvero le terapie ambulatoriali
“parachirurgiche” che comprendono la scleroterapia e le legature elastiche. Nelle emorroidi la
chirurgia di vario tipo e con diverse opzioni tecniche va destinata solo ai casi in cui sia fallita la
terapia conservativa e quella ambulatoriale ossia in non più del 10% dei casi osservati in un centro
di colo proctologia. L’intervento più sicuro, se pur doloroso è rappresentato dalla emorroidectomia
secondo Milligan Morgan. L’anopessi con suturatrici meccaniche/PPH e la dearterializzazione
sottomucosa doppler-guidata/THD sono interventi generalmente meno dolorosi ma gravati da
un’elevata recidiva (20%) e, la prima, da complicanze anche gravissime oltre ai costi non
trascurabili della strumentazione.
Conclusioni In tutti i casi è necessario saper individuare in modo preciso la patologia del paziente
non confondendo le emorroidi con le ragadi o peggio con le neoplasie. E’ indispensabile selezionare
il trattamento conservativo più adeguato o quanto meno orientarlo là dove si ritiene vi sia una
competenza adeguata.
Letto e approvato. Il Legale Rappresentante dell'Organizzatore. St
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Dott. Ing. Massimo Cazzaniga 
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