COSTUME TRADIZIONALE DI OSSI
Ossi è uno dei paesi dell’immediato circondario di
Sassari,appartiene alla zona storica del CorosLogudoro e dalla città dista in linea d’aria
appena una decina di chilometri.
Il vestiario tradizionale
femminile di Ossi
appare discretamente
variato,rispetto a quello
maschile,e
notevolmente più
complesso per quel che
concerne
materiali,decorazioni,gi
oielli accessori e
tecniche esecutive.
Contrariamente a quel
che si rileva per l'abito degli uomini,inoltre esistevano
evidenti segni distintivi dei diversi ceti socio-economici e si
osservavano stridenti contrasti fra il fasto delle fogge
cerimoniali e festive e la semplicità di quelle quotidiane.
VESTIARIO FEMMINILE
•
SU ESTIRE DE MUDA(IL VESTIARIO DELLE FESTE):
CUFFIETTA(su liacabu)
-cuffia di mussola che
avvolge le chiome,legata
sotto il mento con due
laccetti laterali e funge da
base per i fazzoletti
soprastanti. Nel suo ultimo
esito veniva utilizzata in caso
di calvizie o diradamenti
dovuti alla pettinatura che richiedeva capelli sempre ben
tirati “liados”.Ornata ai bordi da piccolissimi ricami come su
coddhu o da pizzo con pince.
COPRICAPO(su muncaloru)
-sempre indossato,anche dentro le mura
domestiche ed associato ad una pettinatura
"SU MUGNU",è costituito da due fazzoletti
sovrapposti,uno piegato
a triangolo "muncaloru a
corru" di semplice
lanetta o cotone o seta
che incornicia il volto
fasciando i capelli, quello
superiore"muncaloru ispaltu" in tibet nero(cm
86 x 97) o di sottile tela di seta,taffettà di seta
che veniva arricchito da ricami floreali
disposti lungo tutto il perimetro e sfrangiato
ai lati;anticamente veniva legato sotto il
mento e successivamente con i lembi liberi.
CAMICIA(sa camija)
- ampia,per la sua confezione richiede numerosi metri di tessuto,il
tutto eseguito con molta cura,con ribattiture perfette delle giunture
all'interno "sas costuras".
Al punto vita è di solito cucita una sottana " su cansciu " di tela o
negli esemplari più antichi di lino tessuto in
casa.
La parte superiore della camicia reca
un'apertura verticale che segue la linea dello
sterno ed è mascherata da una banda orlata di
pizzi bianchi elaborati.
Lo scollo,moderato,raccoglie tramite una
fittissima plissatura l'ampiezza della
tela,trattenuta da una trinetta ad ago"su
coddhu"operata con motivi a punto nodo di
piccolissimi tralci,foglie,corolle ; è ulteriormente
arricchito da un basso merletto o da piccoli archetti o puntine a
punto asola "bicchittadu"oppure da una fitta frangia candida
"isfrunzadu".
Il petto della camicia è percorso da pieghe più o meno fitte che ben
stirate e inamidate aumentavano il volume del seno "sas
pettorras",queste pieghe son fermate in basso da una trinetta
orizzontale"sa panzetta" che segna la linea sino a dove doveva
arrivare l'allacciatura del busto.
Le maniche larghissime ed arricciate
agli omeri,ai polsi terminano
generalmente in un polsino a
fascia,delimitato da pizzo bianco,e le
attaccature delle maniche con le parti
anteriori del corpo della camicia,sono
generalmente mascherate con dei lavori
ad ago che descrivono motivi a piccoli
rombi,"sas mendhulas"; negli esemplari
più lussuosi risalenti alla fine del 1800 si
riscontrano accuratissimi ricami geometrici bianco su
bianco,eseguiti sulla pieghettatura dei polsini e chiamati "tene e
lassa".
BUSTO(s'imbustu)
-ha struttura rigida,ed è formato da due parti
simmetriche chiamate "sas palas"unite in
corrispondenza della schiena da una fitta
allacciatura fissa di nastri di seta che
potevano essere di color rosa, fucsia,bianco
"s'abbuttonadosu" che
descrivono una sorta di
"V",conclusa in alto da due
piccole coccarde dello stesso nastro
"sas rosettas".
L'irrigidimento è
ottenuto in fase di
confezione mediante
l'inserimento di steli
di palma nana e
stecche di olivastro,in
una fodera di tela
grezza
impunturata;l'indume
nto munito di sottili
spalline
regolabili,presenta al
punto vita una serie
di spacchi"sas
alettas" che lo fanno aderire perfettamente al corpo e sostengono
la soprastante gonna.
Ognuna delle due parti rigide,a sua volta,è ottenuta
dall'accostamento di altri due settori " sa parada manna" e "sa
paradeddha"uniti con fittissime cuciture. L'esterno del busto è
sempre ornato preziosamente con broccati floreali o raso bianco
ricamato a rose e ramage con sete policrome e canutiglia d'oro
tempestato di lustrini metallici "sos
zinchiglios" fissate con minuscole perline
vitree cucite. L'incavo sotto l'ascella è
protetto e decorato da un nastro"sa
voglitta" pieghettato "a volant".
La chiusura anteriore del busto che deve
comprimere la vita
assottigliandola,avviene tramite un nastro
"sa cordhedda de 'nanti",che passando
entro asole circolari "sos
aggettes",praticate ai lati,incrocia sotto il
seno sostenendolo. Il colore del nastro
variava in base allo status,età e occasioni.
La struttura del busto ossese rimanda a
quella della moda,aristocratica e non,del
tardo rinascimento e del 1700.
IL GIUBETTO(su corittu)
- ha la struttura di un corto bolero che lascia in
vista la camicia sul petto e la parte inferiore
del busto sulla schiena;realizzato in prevalenza
con velluto di seta liscio o operato(terziopel) a
sfondo nero o cannella con fiorami in rilievo,la
linea di taglio al centro delle spalle descrive
una sorta di V e lati curvilinei. Maniche
piuttosto aderenti e sagomate,hanno uno
spacco che corre dal gomito al
polso,indumento obbligatorio nelle feste e
meno nelle occasioni feriali e di lavoro perché
d'intralcio ai movimenti.
Negli esemplari più antichi in
corrispondenza degli avambracci è presente
una serie di lunghe asole(10 per parte) "sos
traucos" cucite con sete policrome e
desinenti in alto con una sorta di corolla
stilizzata a 3 petali dove veniva posta "sa
buttonera".
Dal 1920 seguendo i dettami della
moda cittadina si realizzarono giubbetti
con maniche sempre più strette e
chiuse,fino al 1940 quando ritornò alla
forma originale con maniche più ampie
e squarto dal polso al gomito;allora
sugli avambracci di quest'ultimo genere
si crearono ricami eseguite con perline
iridescenti dorate e argentate e lustrini
metallici che compongono complessi
schemi floreali e geometrici.
LA GONNA(sa
punnedda)
-nel passato era indossata in
più esemplari stratificati e ad
Ossi si presenta in numerose
forme,definite da diversi tessuti
e cromatismi e anche da
leggere variazioni nella
struttura generale e nella
confezione. Esistono gonne a
pieghe fitte,larghe o
sciolte;questa caratteristica
interessa il resto ed i fianchi dell'indumento perché il pannello
anteriore coperto dal grembiule quasi sempre staccabile è
semplicemente increspato al punto vita.
La gonna arriva ai talloni ed è molto ampia con una circonferenza
alla base di 3,30 metri,in panno di lana nero con fittissima plissatura
a fisarmonica con pieghe più strette di un centimetro. La balza "su
frunimentu" è per lo più costituita da una banda,rifinita nella parte
superiore con un nastro di seta in genere cremisi e nella parte
inferiore da un basso pizzo di cotone nero, increspata "a falpalà" in
seta liscia o operata,nera o scura fissata al panno solo nella parte
alta e guarnita con passamanerie in tinta o in
colori contrastanti come il bianco e l'avorio.
Altre particolari gonne di panno nero sono
chiamate a limbas de cane per la caratteristica
balza formata da serie di
triangoli e rombi,delimitata da
incroci di nastri di velluto
nero,per lo più di raso e taffettà
sempre nero,che,accostati su
vari ordini,formano un
sontuoso ornamento,già noto
in abiti femminili signorili
europei del 1860-70. Queste
gonne presentano
generalmente sopra la balza una passamaneria
di perline e lustrini iridescenti neri,associate ad una frangia di seta e
ciniglia.
IL GREMBIULE(su panneddhu e 'nanti)
-sempre presente,sia nel
vestiario quotidiano che
cerimoniale,è meno
legato a schemi fissi e
precostituiti dell'intero
abbigliamento femminile
ossese.Variano le stoffe
le decorazioni e i
colori,ed è un capo che
ha subito anch'esso
variazioni nel tempo,dal
modello corto a vita
stretta perché fittamente pieghettati tanto da risultare incavati,ai
modelli lunghi con larghe pieghe in vita.
Nel costume festivo son presenti grembiuli di damasco di seta
chiaro o scuro"sa seda cordonada" ornati anch'essi di
passamanerie color avorio o bianco come quelle delle gonne.
• SA PUNNEDDA ‘E ZIUPELO (LA GONNA DI VELLUTO
OPERATO)
COPRICAPO(su
muncaloru):
-sempre due fazzoletti con
l’esclusiva del fazzoletto di
sopra che fluttua anch’esso
sugli omeri e sulla schiena
muncaloru festonadu
formato da due teli
sovrapposti,uno di tulle di
cotone sottostante e l’altro di seta bianca che veniva lavorato a
punto festone( da cui il nome) con schemi geometrici floreali e più
recentemente ornati a volute e linee spezzate. La seta veniva
successivamente intagliata lungo le decorazioni mettendo in
evidenza la trasparenza del tulle.
SA CAMJIA, S’IMBUSTU,SU CORITTU,uguali a quello di gala.
LA GONNA(sa punnedda):
lussuosa gonna di terziopelo
operato,era l’alternativa a quella di
scarlato per le donne
abbienti,soprattutto da quando i
suggerimenti della moda cittadina
finirono per imporre cromatismi
scuri,ritenuti più eleganti di quelli
sgargianti accostati con contrasti
violenti. Infatti le gonne di terziopelo di
Ossi son quasi sempre a fondo nero
con piccoli tocchi viola o cremisi. In
esse rispetto a quelle di panno,la pieghettatura è più larga
incannonada e la balza è spesso assente o formata da strette
passamanerie scure o di perline iridescenti nere
sas grecas oppure da piccole applicazioni di
cotone macramè e tulle nero arricchite da
lustrini metallici,perline vitree e nappine di
seta,denominate sos pezzos.
IL GREMBIULE(su panneddhu ‘e nanti):
uguale a quello di gala ma venivano indossati
anche capi dello stesso tessuto,cioè in
terziopelo.
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Allegato - Comune di Ossi