BRASILE IN FESTA
COSÌ LONTANI
EPPURE COSÌ VICINI
Il 2013 ha ricordato e celebrato i primi cinquantanni
di presenza della Ancelle della Carità a Ibiporà
di Suor Lina Dusi
Il legame delle sorelle missionarie con Casa Madre smentisce il proverbio popolare che dice “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”. Infatti, le
sorelle seguono con amore l’andirivieni dei superiori in ordine a una programmazione che mantiene dinamica la missione dell’Istituto e rinsalda i
vincoli fraterni. Ciò che si celebra all’interno della famiglia è vissuto con
interesse e partecipazione. Così a Ibiporà e a Bueno Brandão per la chiusura del Bicentenario sono state coinvolte ancora Diocesi e Parrocchie per
un triduo di memoria che ha riacceso l’entusiasmo suscitato nelle recenti
celebrazioni del 50° di presenza. Storia, spiritulità, devozioni e missione
di Paola Di Rosa sono state raccontate, pregate e visualizzate attraverso i
vari mezzi di comunicazione e nei gruppi di preghiera, catechesi ed evangelizzazione. Suore e Laici impegnati a far conosce i cammini della santità
cristiana percorsi da Paola Di Rosa e dalle sue prime collaboratrici. Cammini possibili per tutti coloro che scelgono di vivere il Vangelo di Gesù. I
santi infatti sono pionieri d’amore; conoscerli significa imparare a tradurre
nella vita le esigenze dell’ideale di carità che nascono nel cuore quando
leggiamo e preghiamo la Parola di Dio. Evangelizzare, di fatto, significa
propagandare l’amore di un Dio che, fatto uomo, ci ha insegnato gesti,
parole e azioni da ripetere, da imitare, da raccontare. È ciò che ha fatto
la nostra Santa, onorata nell’anno 2013, e che, imitandola anche da così
lontano, rende vicini i cuori.
L
e suore arrivarono in
questa fetta di Brasile
il 13 giugno 1963 con
l’impegno di servire e
vivere nella comunità,
condividendo, aiutando e distribuendo bontà e carità. Quello
che le celebrazioni hanno messo
in evidenza è stato lo spirito con
cui le suore hanno intrapreso la
loro missione. “Questa esperienza – hanno scritto alcune suore
nel segreto diario della comunità – è stata arricchita da sentimenti veri e genuini. Abbiamo
incontrato molte persone che
non conoscevamo, gente umile che nel cammino quotidiano
aveva vissuto accanto alle nostre prime sorelle. Questa gente
ci ha offerto belle testimonianze
di come le prime suore vivevano la caritá, sul come sapevano
servire con competenza e dedicazione i malati e quanti si avvicinavano a loro”. Nell´ospedale
Cristo Re, dove le suore prestavano servizio, ad esempio, si era
tornata una famiglia aperta a
tutti, disponibile a collaborare e
a farsi carico dei problemi delle
persone. In tanti, allora, hanno
generosamente contribuito alle
necessitá dell´ospedale. Il bicentenario della nascita di Paola Di
Rosa, poi santa Maria Crocifissa,
è stato celebrato con molta devozione e altrettanta allegria. Il
giorno solenne dell’anniversario è iniziato con la celebrazione Eucaristica ben preparata e
partecipata con passione dal popolo. Quel giorno, la Parrocchia
di Ibiporã ha dato vita ad una
processione in cui primeggiava
la reliquia della Santa portata da
una suora a cui facevano corona
altre due sorelle, ognuna recante
una lampada accesa, segno della
caritá esercitata da Maria Crocifissa Di Rosa e da ogni suora
che nel suo nome è arrivata fin
qui per portare il segno della sua
Carità. Il tutto tra fiori e devozioni, canti e preghiere, promesse ed invocazioni. Con grande
gioia abbiamo vissuto la festa e
toccato con mano l’affetto che i
brasiliani riservano alla fondatrice delle Ancelle della Carità.
La festa del bicentenario è stata precdeuta da un triduo che
ha proposto alla riflessione i tre
grandi amori di Paola di Rosa:
Gesú Eucaristico; Gesú Crocifisso; la Madonna.
Il 15 dicembre, giorno che la
Chiesa dedica a Santa Maria
Crocifissa Di Rosa, alle 9 è stata celebrata una solenne Messa
presieduta da padre Severino
(del PIME). La chiesa dedicata
alla Santa era gremita e tutti i
presenti erano entusiasti. Padre
Severino, nella sua riflessione,
ha disegnato attorno alla festeggiata un quadro fatto di amore,
di rinunce, di speranze, di opere
portate a compimento, di missionarietà esercitata e confermata al servizio dell’umanitá sofferente. “Piú soffriva – ha detto
tra l’altro padre Severino – piú
capiva il dolore dell´altro e piú
amava Gesú”.
Alla fine della celebrazione, il
gruppo dei giovani ha raccontato in forma teatrale alcuni momenti importanti della storia
della Santa e dell’attivitá svolta
a favore dei poveri e degli ammalati. La giornata si è conclusa
con l’agape fraterna offerta dalla comunitá.
BUENO
BRANDÃO
PERCORSI
DI CARITÀ
Nella festa del bicentenario
ci sono state offerte anche occasioni
per riflettere sulla vocazione
di Marialuce Esperancia
Anche la cittadina di Bueno Brandão ha voluto commemorare la nascita
della Santa Di Rosa. Conosciuta e amata grazie alla presenza della comunità che si dedica all’assistenza dei fratelli dimenticati, è stata oggetto di
celebrazione nei giorni 1 – 2 – 3 novembre 2013.
Sia nella cappella del “Recanto Santa Luzia”, sia in parrocchia, la gente
ha parteciato per pregare, ascoltare e godere delle proiezioni tese a far ricordare una storia che edifica e propone percorsi di carità.
Anche alle nuove generazioni riunite in diocesi è stata proposta la vita e
la storia della giovane Paola come modello e stimolo ad un cammino di
cristiana coerenza col Battesimo ricevuto.
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30 ANNI... DAL SOGNO
ALLA REALTÀ
S
i inserisce negli eventi del
nostro recente anno giubilare
anche il 30° anniversario della “Pastorale del bambino”,
nata su iniziativa dell’UNICEF e impiantata per la prima volta in
Brasile, significativamente in Florestopolis (Stato del Paranà) in seno alla Comunità delle nostre sorelle presenti in
quella Chiesa da alcuni anni. A questo
“progetto pilota” voluto dal Cardinale
di São Paulo, Madre Eugenia Pietta e
suor Anna Maria Posio hanno creduto,
dedicando vita, amore e passione.
Diventarono apostole e propagandiste
del metodo, coinvolgendo centinaia di
volontarie che collaborarono per salvare la vita a migliaia di bambini. Con
mezzi e azioni semplici accompagnati
da una buona dose di generosità, da un
pizzico di solidarietà, da un pugno di
dedizione, sorelle e volontarie diventarono “mamme salva–vita”, diffusero
il metodo per evitare la disidratazione
e, in collaborazione col Centro di ricupero nato in seno alla Comunità delle
Ancelle constatarono presto la diminuzione della mortalità infantile. Ben
presto l’esperienza si diffuse nello Stato
del Paranà, nel Brasile intero e, superati
i confini, oggi la Chiesa di ogni Paese
del Terzo Mondo accoglie il progetto e
lo organizza in funzione della vita.
Florestopolis, celebrando il trentennale di questa iniziativa, ne va fiera e fa
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memoria grata delle Ancelle che hanno creduto e accettato la sfida di iniziare la lotta contro la mortalità infantile. Dal Cielo sorridono e benedicono
il Cardinale Arns, al tempo pastore di
São Paulo, la sorella dottoressa Zilda,
morta ad Haiti, suor Anna Maria Posio apostola infaticabile; dal Rwanda
gioisce madre Eugenia Pietta che ancora stimola su altri fronti.
Parecchie sorelle ringraziano Dio per
essere state coinvolte con tanti volontari a realizzare una storia d’amore
che ha contagiato il mondo.
UN LIBRO
RACCONTA
50 ANNI
DI BRASILE
U
n piccolo–grande libro per raccontare cinquant’anni di storia. Non un
trattato sul modo di essere Ancelle
della Carità in un Paese lontano e
tribolato, soltanto la testimonianza
dei passi compiuti, delle carezze date e ricevute
in egual misura da migliaia di persone sconosciute: bambini, ammalati, anziani, ragazzi e giovani
in cerca di futuro, mamme e papà smarriti, figli
della strada e della povertà. La “presenza viva
delle Suore Ancelle della Carità” in Brasile incominciò l’11 giugno del 1963, quando la grande
nave attraccò alla banchina di Santos. Sorridenti
e disponibili, accompagnate dalla superiora, le
suore erano desiderose di iniziare la loro missione di amore.
Ad attenderle, raccontano le cronache, c’erano
due padri del Pime (Pontificio Istituto Missioni
Estere) e alcune persone venute da Ibiporà, la città
a cui le suore erano destinate. Due giorni dopo, il
13 giugno, festa del Corpus Domini e di sant’Antonio – dias de festas solenes – la città le accolse e
subito le considerò sorelle benedette, benvenute,
segno di una speranza che veniva da lontano e
che sicuramente avrebbe consentito alla gente di
guardare al futuro con rinnovata serenità.
Il libro racconta, ma non lo fa mettendo in ordine fatti ed accadimenti, sovrapponendo successi
e insuccessi, gioie e paure; lo fa dedicando righe
essenziali ai giorni e alle persone e, invece, spazi
importanti alle fotografie, pazientemente raccolte
e catalogate, che da sole illuminano l’esperienza
vissuta. Tutto incomincia a Brescia, dalla Casa
Madre delle Ancelle della Carità, dove l’appello
di Papa Giovanni XXIII affinché le Congregazioni religiose partecipassero attivamente all’evangelizzazione dell’America Latina, fu accolto e
trasformato in impegno dall’allora Superiora Generale madre Giuseppina Pezzali. Tutto poi prosegue da Ibiporà (con fotografie rigorosamente in
bianco e nero che spiegano e commuovono), Lar
Padre Leone (per i poveri della strada), Florestopolis (per l’infanzia, l’educazione e la catechesi),
Morungaba (ospedale sant’Antonio, scuole di-
La copertina del libro scritto per ricordare
il cinquantesimo anniversario
della presenza delle suore Ancelle della Carità in Brasile
verse, casa di formazione per giovani disposte ad
abbracciare la vocazione religiosa, la chiesa dedicata alla Santa Fondatrice, un centro preghiera e
riflessione, la comunità di santa Clara), San Paolo
(scuole e servizi all’infanzia, centro di assistenza
e aiuto alle mamme, sede regionale delle Ancelle), Bueno Brandao (prima ospedale, poi centro
di assistenza per anziani “Recanto Santa Luzia”,
casa dei bambini, il centro di terapia complementare suor Elisa in cui la natura è curatrice unica
ed assoluta), Rio do Oeste (il tempo di seminare
bontà e dare sostanza all’ospedale), Marcelandia
(dentro la vita parrocchiale, accanto ai poveri e ai
tribolati) e, infine, dal 2006 a Macapà al servizio
della comunità, dei bambini e della gioventù.
Il libro racconta i primi cinquant’anni di una storia che il Brasile spera duri ancora a lungo.
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Brasile in festa - Ancelle della Carità