Regione Lombardia
Provincia di Mantova
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COORDINATO
DI 6 COMUNI DELL'OLTREPO
PIEVE DI CORIANO
SAN BENEDETTO PO
QUINGENTOLE
SAN GIACOMO DELLE SEGNATE
QUISTELLO
VILLA POMA
COMUNE DI SAN BENEDETTO PO
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO
08-040 PGT 6 COMUNI
RELAZIONE ILLUSTRATIVA
13 LUGLIO 2010
SBP_REL
Adozione con delibera C.C. n: -------------- Data: --------------Pubblicazione: ------------
IL PROGETTISTA:
Approvazione con delibera C.C. n: -------------- Data: --------------Pubblicazione B.U.R.L.: ---------- n.------------------ Data: ---------------
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO:
IL SINDACO:
COORDINATORE DI PROGETTO: ARCH. FRANCESCO CAPRINI
URBANISTICA: ARCH. FRANCESCO CAPRINI, ARCH. DANIELA GABUTTI, ARCH. SAMANTHA
OLOCOTINO, ARCH. PATRIZIA PENITENTI
INDICE
1
PREMESSA
3
2
INQUADRAMENTO TERRITORIALE
5
2.1
2.2
2.2.1
2.2.2
2.2.3
2.3
2.3.1
2.3.2
2.3.3
2.3.4
2.3.5
Collocazione dei 6 comuni all’interno della Provincia di Mantova
Evoluzione storica del territorio
Territorio e paesaggio: una terra fra acque e cielo
Evoluzione del sistema infrastrutturale
Evoluzione del sistema insediativo
Analisi della situazione attualmente esistente
Il sistema agricolo e rurale
Il sistema paesaggistico e ambientale
Il sistema infrastrutturale
Il sistema dei vincoli
Impianti tecnologici
5
5
5
7
8
9
9
10
12
13
13
3
SISTEMA SOCIO ECONOMICO
14
3.1
3.1.1
3.1.2
3.1.3
3.1.4
3.1.5
3.2
3.2.1
3.2.2
3.2.3
3.2.4
3.2.5
3.2.6
Lo sviluppo demografico dei 6 comuni
Andamento della popolazione
L’età dei residenti
Il movimento anagrafico
La popolazione straniera
Possibili proiezioni future
Lo sviluppo socioeconomico
L’attività della popolazione
La struttura produttiva locale
Il settore commerciale
Il settore agricolo
L’allevamento di bestiame
Valutazioni di sintesi e prospettive di sviluppo
14
14
17
17
18
18
19
19
20
23
23
25
26
4
LA STRUTTURA INSEDIATIVA
29
4.1
4.1.1
4.1.2
4.1.3
4.2
4.3
4.3.1
4.3.2
4.3.3
4.3.4
4.4
4.5
Il comparto residenziale
Il patrimonio abitativo
L’attività edilizia
Stima dei fabbisogni futuri
Il settore produttivo
Il sistema dei servizi
Servizi di interesse generale
Servizi per l’istruzione
Sistema del verde e attrezzature sportive
Valutazioni complessive
Gli insediamenti commerciali
Gli insediamenti rurali
29
29
31
31
33
33
33
33
35
35
36
36
5
LA PIANIFICAZIONE IN ATTO
37
5.1
5.1.1
5.1.2
5.1.3
5.2
5.2.1
5.2.2
5.2.3
5.3
5.3.1
5.3.2
5.3.3
5.3.4
5.4
5.4.1
5.4.2
5.4.3
5.4.4
5.5
5.5.1
5.5.2
Il PRG di Pieve di Coriano
Il sistema insediativo
I servizi
Il sistema del paesaggio e vincoli
Il PRG di Quingentole
Il sistema insediativo
I servizi
Il sistema del paesaggio e vincoli
Il PRG di Quistello
Il sistema insediativo
I servizi
Il sistema del paesaggio e vincoli
Il sistema infrastrutturale
Il PRG di San Benedetto Po
Il sistema insediativo
I servizi
Il sistema del paesaggio e vincoli
Il sistema infrastrutturale
Il PRG di San Giacomo delle Segnate
Il sistema insediativo
I servizi
37
37
37
38
38
38
38
39
39
39
40
40
41
41
41
42
42
42
43
43
43
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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5.5.3
5.5.4
5.6
5.6.1
5.6.2
5.6.3
5.6.4
Il sistema del paesaggio e dei vincoli
Il sistema infrastrutturale
Il PRG di Villa Poma
Il sistema insediativo
I servizi
Il sistema del paesaggio e dei vincoli
Il sistema infrastrutturale
44
44
44
44
45
45
45
6
PIANIFICAZIONE E OBIETTIVI DI LIVELLO SOVRALOCALE
47
6.1
6.2
6.2.1
6.3
6.3.1
6.3.2
6.3.3
6.4
6.4.1
6.4.2
6.4.3
IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE
Il PAI
Il Parco delle Golene di Secchia
IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE
Premessa
Gli obiettivi strategici
I contenuti prescrittivi e di indirizzo
L’IDEA DI SVILUPPO CONDIVISA PER L’OLTREPO’ MANTOVANO
Obiettivi di qualità e sostenibilità per gli ambiti urbani
Obiettivi di qualità e sostenibilità per gli ambiti produttivi
Obiettivi di qualità e sostenibilità del territorio non edificato
47
48
48
48
48
49
49
55
55
56
56
7
GLI INDIRIZZI STRATEGICI DEl PGT COORDINATO DEI 6 COMUNI
57
7.1
7.2
7.3
7.3.1
7.3.2
7.3.3
7.4
7.5
7.6
Ambiti ed elementi di rischio degrado e compromissione paesaggistica
Sistema paesaggistico e ambientale
Sistema insediativo e poli produttivi
Dimensionamento
Localizzazione
Elementi di qualità / sostenibilità ambientale
Sistema dei servizi
Infrastrutture e mobilità
Sistema agricolo e rurale
57
58
59
59
60
62
62
63
64
8
IL PGT DI SAN BENEDETTO
65
8.1
8.1.1
8.1.2
8.1.3
8.1.4
8.1.5
8.2
8.3
8.3.1
8.3.2
8.3.3
8.3.4
8.3.5
8.3.6
8.4
8.4.1
8.4.2
8.4.3
8.4.4
8.4.5
8.5
8.5.1
8.5.2
8.5.3
8.5.4
8.5.5
Analisi dei dati locali
Dati demografici
Popolazione straniera
Attività della popolazione
Il settore agricolo
Il patrimonio abitativo
Prescrizioni di carattere generale
Il Documento di Piano
Lo scenario strategico di piano
Le determinazioni di piano
Le politiche di intervento per i sistemi funzionali
L’individuazione degli ambiti di trasformazione
Previsioni prevalenti di livello sovracomunale
Il processo di VAS
Il Piano dei Servizi
Ambito territoriale di riferimento
Inventario dei servizi esistenti
Stato dei bisogni e della domanda di servizi
Confronto offerta / domanda
Individuazione di nuovi ambiti destinati a servizi
Il Piano delle Regole
Gli ambiti del tessuto urbano consolidato
Le aree di valore paesaggistico- ambientale ed ecologiche
Le aree non soggette a trasformazione urbanistica
Le aree e gli edifici a rischio di compromissione e degrado
Le aree destinate all’attività agricola
65
65
68
69
72
73
75
75
76
76
77
77
78
79
80
80
81
84
84
84
85
85
86
87
87
87
Data 16/07/2010
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1 PREMESSA
La redazione di un PGT coordinato, esteso a sei diversi comuni, offre l’opportunità di affrontare i
temi della pianificazione urbanistica partendo da un livello territoriale di area vasta, per arrivare
poi al dettaglio delle previsioni di assetto urbanistico alla scala locale.
Questo tipo di lavoro, abbastanza unico nel suo genere, ha comportato la necessità di
analizzare, discutere, elaborare e gestire nel tempo una serie di temi che solitamente per la
predisposizione di un PGT indipendente non vengono toccati, o sono solo sfiorati, perché
travalicano l’interesse, le competenze, le responsabilità e le possibilità di intervento di un
singolo comune.
Sono temi che si ritengono, a torto o a ragione, di competenza della Provincia e della Regione,
ma che possono oggi essere affrontati in termini di complementarietà e di sussidiarietà,
seguendo un principio richiamato dalla stessa legge urbanistica regionale; anche i temi più
propriamente locali, quali ad esempio quello dei servizi, si possono affrontare in un’ottica
allargata di coordinamento e collaborazione intercomunale.
Per la predisposizione di un PGT coordinato non erano presenti, al momento della
programmazione del lavoro, esperienze positive consolidate cui fare riferimento; per la
progressiva messa a punto dei problemi da affrontare di volta in volta e per l’individuazione
delle scelte di pianificazione si è quindi fatto costante riferimento a un coordinamento tecnico,
formato dagli uffici tecnici e dai professionisti incaricati della stesura del piano, e a un
coordinamento politico amministrativo; il tutto finalizzato alla elaborazione di indirizzi condivisi.
Si è pertanto messo a punto un metodo di lavoro articolato per fasi:
Una prima fase, unitaria e condivisa, di analisi e individuazione degli indirizzi
territoriali; la fase ha portato alla messa a punto del Documento di Inquadramento e
della corrispondente proposta di Documento di Piano di livello territoriale. Su queste
basi è stata sviluppata e conclusa la V.A.S. che, a partire dal documento di scoping
per finire al Rapporto Ambientale è pure stata condotta a livello unitario e condiviso
una seconda fase, autonoma per ogni comune, è stata dedicata all’approfondimento
dei problemi locali, ed ha portato alla messa a punto dei singoli strumenti di
pianificazione previsti dalla legge urbanistica regionale, “personalizzando” il percorso
di ogni Comune senza svuotamenti dei contenuti di livello generale. Formalmente
questa fase ha inizio con il “parere motivato” previsto dalla procedura ambientale di
VAS, e si concluderà con la delibera di approvazione definitiva del PGT da parte dei
sei consigli comunali
una terza fase, infine, di nuovo unitaria, che dovrà essere dedicata alla gestione, al
monitoraggio, alla verifica e agli eventuali aggiornamenti unitari dei Documenti di
Piano.
In termini di contenuti, la fase unitaria è stata portata avanti fino al raggiungimento dell’obiettivo
di:
definire un Documento di Inquadramento unico per l’intero territorio sovracomunale;
definire un Documento di Piano coerente per l’intero comprensorio, sulla base delle
linee strategiche condivise di livello territoriale;
redigere un unico “Rapporto ambientale” con strumentazione di valutazione
connessa;
avviare un’unica procedura di VAS (da concludere con la predisposizione di un
“parere motivato” coordinato, anche se formalmente approvato dei singoli comuni);
definire un Piano dei Servizi coerente per l’intero territorio, riguardante il sistema dei
servizi di scala sovracomunale, compreso il sistema del verde; definire le linee
fondamentali del Piano delle Regole, soprattutto per quanto riguarda gli ambiti
agricoli, il paesaggio e l’ambiente e la normativa generale di riferimento
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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Analogamente gli elaborati predisposti a livello unitario (sia per la costruzione del quadro
conoscitivo di riferimento, sia per le strategie, gli obiettivi e le proposte di piano) sono stati poi
integrati con opportuni approfondimenti alla scala locale; questo vale per:
la messa a punto dell’apparato conoscitivo, che è stato integrato con schede di
approfondimento per ogni singolo comune;
l’individuazione delle strategie e degli obiettivi di piano, specificati più in dettaglio
nella fase di approfondimento individuale;
la predisposizione, per ciascun comune, degli elaborati previsti dalla legge
n.12/2005, necessari per l’adozione formale in consiglio comunale;
l’inserimento in normativa di dettagli specifici per ogni comune (in particolare per il
trattamento delle aree urbanizzate) che comunque hanno consentito di mantenere
un corpus unico riferito ai fondamentali temi condivisi quali: le previsioni sovralocali, i
beni vincolati, gli ambiti agricoli, il paesaggio e l’ambiente, le procedure, ed anche,
entro ampi limiti, gli indici e i parametri
Nella fase di stesura finale, si è infine tenuto conto dei pareri espressi dai diversi enti
competenti in materia ambientale a conclusione del processo di VAS; tali pareri sono stati per
quanto possibile recepiti tramite aggiornamento e integrazione della cartografia di piano e
integrazione delle Norme tecniche attuative.
Gli elaborati di PGT sono inoltre integrati dallo studio della componente geologica,
idrogeologica e sismica elaborato dai tecnici di GEAS; analogamente le norme tecniche
geologiche sono inserite (come parte integrante) in allegato nelle NTA del PGT.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE
2.1
Collocazione dei 6 comuni all’interno della Provincia di Mantova
I comuni per i quali si stati predisposti i PGT coordinati fanno parte dell’area dell’Oltrepo’
mantovano; tutti sono collocati sulla riva destra del Secchia, tranne San Benedetto che si trova
in riva sinistra.
Il corso del fiume Po corrisponde al confine settentrionale di San Benedetto e Quingentole, che
risultano tra loro separati da una lingua di territorio corrispondente alla foce del Secchia,
amministrativamente rientrante nel comune di Quistello; Pieve di Coriano si differenzia dagli altri
perché il suo territorio si estende anche oltre il Po, fino a comprendere una parte di area
golenale a nord del fiume; i territori di San Giacomo delle Segnate e Villa Poma non risultano
invece interessati dai fiumi citati.
I comuni confinanti sono:
Motteggiana e Pegognaga, a est di San Benedetto
Moglia a sud di San Benedetto e a ovest di Quistello;
Revere a est di Pieve di Coriano e a nord di Villa Poma;
Magnacavallo a est e Poggio Rusco a est e a sud di Villa Poma.
Il comune di Schivenoglia si insinua all’interno del territorio interessato, a sud di Quingentole, a
est di Quistello e a ovest di Villa Poma, mentre San Giacomo delle Segnate confina a est con
San Giovanni del Dosso e a sud con l’Emilia Romagna.
In questi 6 comuni risiedono, al 31.12.2009, 19.696 abitanti distribuiti su un territorio di 172,5
Kmq; rispetto all’intera provincia la popolazione qui residente rappresenta il 4,8%, mentre
l’estensione territoriale è pari al 7%; questo porta a una densità media di 114,2 abitanti/Kmq
contro i 172,6 dell’intera Provincia.
Si tratta quindi di un ambito di estensione contenuta, con una densità abitativa abbastanza
rarefatta e una popolazione che ha un peso inferiore al 5% su tutta la provincia.
2.2
Evoluzione storica del territorio
Per documentare in modo immediato e evidente l’evoluzione storica del territorio si è proceduto
attraverso il confronto delle carte topografiche redatte nel tempo; generalmente un’indagine
attendibile viene desunta dalla lettura e dal confronto della cartografia alla scala 1:25.000
messa a punto in diverse soglie storiche dall’Istituto Geografico Militare (IGM) a partire dal
1885.
Vengono di seguito illustrate le trasformazioni rilevabili appunto dal confronto delle suddette
carte storiche, sviluppando l’analisi svolta per sistemi territoriali.
2.2.1 Territorio e paesaggio: una terra fra acque e cielo
“Esiste una terra, dai riquadri in vario modo colorati a seconda della stagione, che appare
piatta come il panno del biliardo, leggermente declinante da ovest verso est, con all’orizzonte il
cielo che si tuffa nelle sue acque sapientemente governate dall’uomo, si stende sui prati o si
intrufola tra i pioppi. Appoggiata all’argine del Po essa cambia nome di pianura occidentale in
quello di pianura orientale allorché attraversa il fiume Secchia, per dare vita all’Oltrepo
mantovano, che costituisce l’estremo lembo a sud del territorio lombardo confinante con
l’Emilia. E’ una terra fertilissima costruita dal Po, dai suoi laboriosi affluenti appenninici e
dall’uomo; questi, nel corso di due millenni, l’ha organizzata per ospitare un’agricoltura fra le
migliori d’Europa. Il lavoro svolto si è manifestato a tal punto paziente, tenace e collettivo da
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formare anche i caratteri distintivi di una plurisecolare eredità storica dei suoi abitanti; gli stessi
caratteri che sono riconoscibili nelle contigue basse modenese e reggiana: lo stretto rapporto
uomo-acqua-terra, la diffusione dell’associazionismo come grande idea-forza, il pragmatismo
creativo nella pluralità dei protagonisti, un’economia che nel corso del Novecento si è
mantenuta prevalentemente agricola, con un‘industria a questa correlata.”
(“Una terra fra acqua e cielo: bonifica e territorio nell’Oltrepo mantovano”: pag.1: testo a cura di
Luigi Cavazzoli, Edizioni il Fiorino, 2008).
L’incipit della interessante pubblicazione che traccia la storia della bonifica, e quindi del territorio
dell’Oltrepo mantovano, dipinge poeticamente la natura e l’immagine del paesaggio dei sei
Comuni; e ripercorre e sintetizza la storia e la cultura di questa terra, inscindibilmente legata
alle alterne fortune con cui i suoi abitanti hanno tentato di governare la natura e le acque che ne
sono qui l’elemento dominante.
Il corso dei fiumi principali, dopo aver divagato nei secoli precedenti, lasciando traccia nei
paleoalvei ancor oggi riconoscibili, dalla fine dell’800 ad oggi non subisce ulteriori
trasformazioni, risultando “ragionevolmente” (anche se sempre “provvisoriamente”) stabilizzato.
Complementare e integrata ai corsi d’acqua naturali è poi la fitta rete di canali, frutto della
secolare opera di bonifica avviata nel Medioevo dai frati benedettini, e compiuta solo nella
prima metà del secolo scorso. Infatti rispetto al quadro che ci viene presentato dalla cartografia
IGM della fine del XIX secolo l’idrografia artificiale risulta notevolmente trasformata.
In particolare non si ritrovano i due manufatti fondamentali: il canale “Sabbioncello”, che con
andamento sud-nord parallelo al Secchia organizza il territorio immediatamente in destra
Secchia; e soprattutto il canale della “Bonifica Mantovana” che, provenendo dal territorio di
Pegognaga, procede per un tratto parallelamente al “Cavo”, sottopassa il Secchia (complesso
di opere idrauliche di S. Siro), per proseguire poi sempre in direzione ovest-est attraversando,
senza significativi scambi idrici, i territori di Quistello, Quingentole e Pieve di Coriano, per
recapitare infine nel grande manufatto di Moglia di Sermide; altri canali minori conservano
invece l’originario andamento sinuoso.
Sempre nella carta IGM si riconoscono numerosi terreni acquitrinosi (oggi definitivamente
bonificati), in particolare nella parte bassa del territorio di San Benedetto.
La suddivisione dei fondi, quasi una tessitura a trama grossa del territorio costituita dai fossi e
dalle strade, si riconosce facilmente nella attuale, poichè non sembra aver subito grandi
trasformazioni: rispetto alla rappresentazione del XIX secolo risulta invece estremamente ridotto
il patrimonio arboreo e la presenza della vite, originariamente molto diffusa a San Benedetto,
Quistello e San Giacomo delle Segnate.
Determinante ai fini della organizzazione territoriale e della caratterizzazione del paesaggio si
presenta comunque il poderoso complesso di opere di bonifica che “….iniziate nei primi del
Novecento, durarono per alcuni decenni e terminarono, almeno come attuazione, alla fine dei
successivi anni trenta.” (ibidem, p. 87).
La bonifica prometteva di risolvere la sicurezza del territorio rispetto ai fenomeni di piena e il
drenaggio dei terreni ancora acquitrinosi, garantendo contemporaneamente il regime delle
acque per uso irriguo.
Il sistema tecnico adottato fu quello “ …….. a scolo meccanico alternato, ovvero avente la
possibilità di scaricare in vasi ricettori a gravità, in periodi più o meno lunghi, e/o attraverso le
azioni di sollevamento esercitati da impianti idrovori quando il ricettore principale è interessato
da eventi di piena.
Questa sistemazione fa in modo che il territorio in destra Po mantovano sia contrassegnato e
caratterizzato dalla presenza di tali impianti, quasi sempre costituiti da imponenti costruzioni
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come, ad esempio, il complesso di Moglia di Sermide, funzionali a garantire la sicurezza
idraulica del territorio stesso, ed altri invece, nei comuni di Moglie S. Benedetto Po, più
funzionali a garantire, più che il territorio mantovano, quello di ampie zone delle provincie di
Reggio Emilia e Modena:” (ibidem, pag.88)
La cartografia allegata consente di verificare, anche se in termini abbastanza approssimati, le
trasformazioni indotte sul territorio da questo vasto e complesso intervento di bonifica, che volta
a volta si è sovrapposto, ha integrato, sostituito o radicalmente innovato rispetto alla situazione
preesistente.
Più in dettaglio.
Nel territorio in sinistra Secchia il canale della Bonifica Mantovana e il nuovo corso del Cavo
Spazzacampagne procedono parallelamente (anche se a distanze variabili) da sud-ovest verso
nord-est, e costituiscono proprio per questo andamento parallelo un segno territoriale
fortissimo, cui però si affiancano solo marginali interventi di integrazione/potenziamento della
rete minore esistente.
L’ambito compreso fra la foce Secchia e l’immissione in Po del canale Sabbioncello
rappresenta il nodo complesso e affascinante dell’intero sistema: tre manufatti di grande
rilevanza consentono:
• al canale della Bonifica Mantovana di sottopassare il Secchia e riprendere il percorso
verso est che si concluderà a Moglia di Sermide
• al Cavo Spazzacampagne di vuotare nel Secchia
• al canale Sabbioncello di vuotare in Po.
In queste tre opere le costruzioni delle chiaviche, così come i movimenti di terra delle arginature
e delle controchiaviche, oltre a rappresentare veri e propri monumenti di ingegneria,
costituiscono degli elementi essenziali di caratterizzazione e qualificazione del paesaggio.
In destra Secchia, infine, l’elemento di novità essenziale è rappresentato dal canale
Sabbioncello, che corre in direzione sud-nord parallelamente al fiume, ed ha originato una serie
di interventi di riqualificazione, razionalizzazione e potenziamento della rete minore,
prevalentemente orientatala ovest a est.
Oggi questo complesso di opere risulta completamente integrato nel territorio e nel paesaggio,
tanto da formarne uno dei tratti distintivi e qualificanti.
Anche alla vista lontana (soprattutto dalle strade d’argine che, seppur sopraelevate di poco,
consentono allo sguardo di spaziare e divagare sulla campagna) il tracciato dei grandi canali,
spesso sottolineato da lunghi filari di alberi, rappresenta il riferimento e l’elemento d’ordine della
terra e delle attività agricole che vi si svolgono.
2.2.2 Evoluzione del sistema infrastrutturale
Alla soglia del 1885 risulta in costruzione la ferrovia Suzzara Ferrara; si riconosce il tratto che
arriva da est, fino all’attraversamento del Secchia in prossimità di Quistello, mentre da ovest
esce da Suzzara e si arresta a Pegognaga. Non c’è alcuna traccia invece della linea ferroviaria
del Brennero.
Non è ancora stata realizzata la strada statale n.413, che collega Mantova con San Benedetto,
Moglia e Carpi. In particolare non esiste ancora il ponte sul fiume Po, il quale risulta
attraversabile grazie a un traghetto ubicato a nord di Gorgo; restano invece abbastanza invariati
i tracciati della statale n.496, tranne che per l’attraversamento del centro di Quistello, e la
statale n.12, eccetto che per il ponte sul Po, che approdava direttamente di fronte la castello dei
Revere.
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Risulta inoltre rettificata, e affiancata al corso del canale, la strada di collegamento tra
Quingentole e Pieve di Coriano, mentre da qui, per raggiungere Revere, è necessario dirigersi
prima verso sud per collegarsi con la strada proveniente da Villa Poma.
Sono invece ancora riconoscibili diversi tracciati stradali che collegano i centri abitati in
direzione nord sud, come ad esempio da Camatte, Brede, Mirasole, Sabbioncello, Quingentole,
mentre sono meno riconoscibili i percorsi est ovest.
2.2.3 Evoluzione del sistema insediativo
Il sistema insediativo del territorio dei 6 Comuni è rappresentato da una fitta trama di centri
abitati, di differenti dimensioni fisiche e demografiche, che fanno riferimento al sistema
insediativo tradizionale tramandato dalla storia.
Confrontando la cartografia in data odierna con la cartografia IGM di “prima levatura” (1885) si
constata immediatamente che i centri attuali coincidono esattamente con i nuclei preesistenti,
ove si trascurino le espansioni registrate negli ultimi 50 anni.
E allo stesso modo gran parte dell’edificato disseminato sul territorio in forma sparsa e isolata si
può ricondurre all’edificato preesistente che, pur essendo di evidente derivazione agricola, si
presenta con caratteristiche “quasi urbane”, richiamate dal modello insediativo organizzato in
forma lineare lungo la rete capillare di strade minori che “da sempre” servono il territorio e la
edificazione rurale sparsa.
I sei centri abitati capoluogo di Comune costituiscono i nodi principali del sistema insediativo:
sono collocati a una distanza reciproca non superiore ai 5 Km, e si organizzano lungo tre
direttrici che corrispondono ai principali percorsi esistenti sul territorio:
* S. Benedetto – Quistello – S. Giacomo (e più oltre S. Giovanni e Poggio Rusco)
* S. Benedetto – Quingentole –Pieve di Coriano (e più oltre Revere)
* Pieve di Coriano – Villa Poma (e più oltre Poggio Rusco).
Quistello, e soprattutto S. Benedetto, presentano un impianto urbano vero e proprio, anche se
di dimensioni contenute; anche a Quingentole risulta già chiaramente leggibile l’impianto urbano
impostato su una maglia ortogonale di strade; gli altri centri, che in termini semplificati si
potrebbero considerare conclusi ognuno in un unico “episodio urbano”, possiedono comunque
caratteri distintivi e rappresentativi di una propria identità, magari emblematicamente
condensata in un insigne monumento, come nel caso di Pieve di Coriano e della millenaria
pieve matildica.
A questi centri abitati “principali” si affiancano alcuni centri frazionali di dimensioni minori, ma
anch’essi derivanti direttamente dal sistema insediativo tradizionale:
Portiolo, localizzato all’estremità Ovest del territorio del comune di S. Benedetto
il sistema lineare appoggiato all’argine di Po, e costituito dalle frazioni di Gorgo –
Bardelle –Mirasole e S. Siro
Nuvolato e S. Rocco, situate rispettivamente a Nord e Est del capoluogo Quistello
Soprattutto per queste frazioni risulta evidente e tuttora leggibile la struttura lineare del modello
insediativo.
Al medesimo modello insediativo lineare si richiama pure una serie di insediamenti sparsi, di
origine chiaramente rurale, che si diffondono in modo capillare sul territorio allineando, lungo la
viabilità minore di riferimento, i piccoli insediamenti isolati costituiti dall’abitazione e annessi
edifici agricoli della piccola proprietà contadina.
Si tratta dei tradizionali “loghini”, molti dei quali oggi abbandonati, che rappresentano tuttora
una importante testimonianza delle modalità di insediamento di questa parte della pianura
Data 16/07/2010
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padana, intimamente connesse alla attività agricola tradizionale ed al millenario processo di
antropizzazione del territorio.
Completa il panorama degli elementi costitutivi del sistema insediativo una serie di “episodi
isolati”, destinati a funzioni anche molto differenziate: si passa infatti dalla grande azienda
agricola, allo stabilimento industriale, ai manufatti idraulici, a servizi quali cimiteri, ospedale,
campi sportivi.
Si tratta in genere di elementi di dimensioni che non instaurano relazioni con altri episodi
edificati più o meno prossimi; che spesso non hanno rapporti diretti con il sistema della viabilità
di servizio; che non presentano caratteristiche tali da rendere evidenti i motivi della
localizzazione; che (anche nel caso della nuova edificazione di edifici destinati alla produzione
agricola) rappresentano elementi “fuori scala” rispetto al territorio.
Questi ultimi elementi possono costituire delle vere e proprie criticità del sistema insediativo:
anche se, come non di rado avviene, possono favorevolmente prestarsi a diventare opportunità
per interventi di riqualificazione e valorizzazione, in grado di realizzare inversioni di tendenza
per la costruzione di nuove polarità: si pensi, ad esempio, alle cave dismesse.
2.3
Analisi della situazione attualmente esistente
Le trasformazioni brevemente illustrate al capitolo precedente si sono consolidate nel tempo,
fino ad arrivare ad una situazione del territorio che caratterizza questa parte dell’Oltrepo’
mantovano, ed è di nuovo leggibile procedendo per sistemi.
Alcuni degli aspetti di seguito illustrati sono state desunti dall’analisi delle informazioni fornite
dai singoli comuni e dalle indagini sul campo; lo stesso PTCP della Provincia di Mantova, grazie
al recente aggiornamento e alla sistematizzazione dei dati analitici, è risultato un’utile fonte di
approfondimento dei diversi temi considerati per la messa a punto del quadro conoscitivo.
Si tratta chiaramente di una situazione in evoluzione, che subirà sicuramente ulteriori
trasformazioni nel tempo, ma che interessa qui analizzare nelle sue caratteristiche attuali per
fornire un quadro conoscitivo di riferimento in grado di costituire la base per le scelte di
pianificazione urbanistica proprie di un PGT coordinato.
2.3.1 Il sistema agricolo e rurale
Il sistema territoriale dei 6 Comuni, come del resto quello della Provincia di Mantova, è
caratterizzato dalla presenza storica di una attività agricola fiorente e bene integrata con il
territorio, tanto da costituirne uno degli elementi paesaggistici fondamentali.
La progressiva antropizzazione del territorio, segnata all’origine dalla costruzione della rete dei
collegamenti e degli insediamenti, e perfezionata con la sistemazione del regime idraulico e
delle bonifiche (sostanzialmente completata entro la prima metà del secolo scorso) si è
modellata in funzione delle esigenze della produzione agricola, registrandone nel tempo le
evoluzioni che si sono intrecciate con il progressivo sviluppo della organizzazione sociale,
produttiva, economica e politica.
Il territorio considerato, in base agli ultimi dati disponibili, risulta in gran parte coltivato a
seminativo semplice; caratteristici sono inoltre i pioppeti, coltivati soprattutto nelle zone golenali;
a questi si aggiungono alcuni vigneti, in particolare a San Benedetto e Quistello, e frutteti, diffusi
in tutti i comuni considerati.
A San Benedetto, Quingentole e Pieve sono anche presenti colture orto-floro vivaistiche
protette, oltre che a pieno campo.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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In anni recenti gli equilibri sui quali si basava l’attività agricola e l’organizzazione territoriale
conseguente sono stati messi in crisi per motivi sia interni che esterni al mondo agricolo: basti
pensare da un lato alle trasformazioni dei modi di produzione, del mercato e della
trasformazione dei prodotti agricoli, dall’altro alle prepotenti trasformazioni del sistema
insediativo derivanti dalla realizzazione delle nuove infrastrutture e dalla massiccia e
incontrollata espansione della urbanizzazione di tutti i centri abitati.
Altre informazioni sulla vocazione agricola e sul valore agricolo forestale dei suoli si possono
desumere dall’Allegato D4 del PTCP; esso, tramite l’applicazione del metodo “Metland”, (per la
cui illustrazione si rinvia all’allegato stesso) fornisce una classificazione dei terreni basata sulla
valutazione della capacità d’uso agricolo del suolo e sulla destinazione d’uso agricolo–forestale;
tali dati sono stati quindi calibrati in riduzione tramite confronto con la destinazione agricola
reale desumibile dal sistema informativo Dusaf.
Secondo questo tipo di valutazione l’ambito territoriale dei 6 comuni, grazie alla presenza di
terreni di depositi alluvionali molto profondi, spesso argillosi, ma talvolta molto sabbiosi e di
elevata fertilità, è contraddistinto dalla predominanza di zone con alto valore agricolo forestale
intercalate a zone più ridotte con valore medio.
2.3.2 Il sistema paesaggistico e ambientale
Il territorio analizzato viene classificato dal PTPR come appartenente al sistema delle valli
fluviali, in particolare alle Unità di Paesaggio della piana alluvionale (UDP5), della fascia fluviale
del Po (UDP9) e della fascia fluviale del Secchia (UDP10); in questi ambiti è riconoscibile una
omogeneità percettiva fondata sulla ripetitività delle combinazioni di fattori naturali ed elementi
storico culturali.
Per le loro caratteristiche pedologiche, queste zone sono classificate come “Piane alluvionali
inondabili con dinamica deposizionale, costituite da sedimenti recenti od attuali (Olocene
recente ed attuale); la litologia dei depositi superficiali, strettamente connessa alla capacità di
trasporto dei corsi d’acqua attuali, varia dalle argille più o meno pure alle sabbie fini e medie; la
natura dei terreni condiziona poi le caratteristiche naturalistiche e ambientali.
Lo stretto legame con i fiumi, che ne hanno condizionato in modo incisivo l’assetto e il
paesaggio, è testimoniato dalla presenza dei tipici dossi, aree blandamente rilevate, ad
andamento sinuoso, corrispondenti ad antichi percorsi fluviali; tra queste emergenze locali si
estendono le valli della bonifica.
Va qui ricordato che il corso del fiume Po si è progressivamente spostato nei secoli verso nord;
durante il Medioevo esso percorreva il Po Vecchio e l’attuale scolo Zara (presente ai margini del
territorio di San Benedetto), in sinistra Secchia; in destra Secchia si ha notizia di numerosi rami,
fra cui quello che andava da Quistello a Poggio Rusco, Dragoncello e Pilastri e quello poi
occupato dal Secchia da Quistello alla foce.
Complessivamente, il paesaggio si presenta quindi ricco di risorse e di ambienti: dai paesaggi
fluviali e golenali del Po e del Secchia, che includono i biotopi di più spiccato interesse
naturalistico e faunistico, al “segno” degli argini, particolarmente alti e “presenti” in un territorio
altrimenti piatto, all’accostamento e intreccio di colture agrarie diversificate, che connotano il
paesaggio in modo diverso a seconda delle stagioni.
Vi è una straordinaria rete di canali e fossati irrigui che si associa ad una grande varietà di
tipologie agrarie che caratterizzano i vari ambiti territoriali; l’idrografia attuale è composta da
una serie di canali che confluiscono nel Po attraverso grossi collettori, frutto dell’opera
dell’uomo, che talvolta ha però seguito antichi percorsi fluviali; ad esclusione del Sabbioncello
che attraversa i territori di Quistello e San Giacomo delle Segnate, questi collettori hanno un
percorso orientato da ovest a est.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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Il paesaggio agrario è tendenzialmente omogeneo, interessato prevalentemente dal seminativo
irriguo (cereali, bietola, soia) e dalle colture foraggiere, diffuse nelle aree a più forte
concentrazione zootecnica; gli elementi di difformità colturale presenti riguardano la vite, il
frutteto, le colture orticole e quelle florovivaistiche; l’elemento verde caratteristico di questa zona
è la “piantata padana”, forma originaria di allevamento della vite “maritata” ad alberi, di cui
attualmente rimangono solo tracce sporadiche.
Il paesaggio è anche segnato dalla presenza del patrimonio edilizio rurale, con le classiche
cascine a corte, i caratteristici “loghini” e “barchesse”, la ricchezza monumentale delle pievi
matildiche, delle chiese e delle ville padronali.
Un fattore di pregio particolare di questo paesaggio è il suo carattere “aperto”, che si ritrova
anche nella disposizione dei campi, nella trama delle strade, dei filari alberati e dei fossati irrigui
e degli stessi nuclei di cascinali che, nella classica corte mantovana, rivela il significato di uno
spazio delimitato da edifici con funzioni diverse che si presenta comune ma non isolato, aperto
ma non separato dal paesaggio coltivato circostante.
I nuclei abitati, molti dei quali di origine storica, manifestano una presenza discreta ed
equilibrata, sia per le limitate estensioni, sia per l’altezza delle masse edificate (normalmente a
due, massimo tre piani) sulle quali spiccano i campanili che costituiscono il riferimento visivo più
importante.
Accanto ai centri abitati si notano spesso delle formazioni di edificazione lineare lungo le strade
e anche lungo gli argini di Po: la edificazione in questi casi è costituita da elementi isolati, posti
a distanza reciproca alquanto variabile, ma comunque in grado di consolidare un rapporto di
continuità che sposa le caratteristiche del nucleo abitato e dell’insediamento rurale.
Tuttavia anche questo paesaggio non è esente da criticità e da rischi che vanno dalla presenza
in territorio rurale di edificazioni non congrue con il contesto, quali insediamenti zootecnici o
produttivi e residenziali isolati di recente costruzione, dalla diffusione sul territorio di aree
industriali situate ai margini dei centri urbanizzati di antica formazione, in ambiti di particolare
pregio naturalistico e ambientale e lungo le arterie di maggior transito, alla presenza di
allevamenti zootecnici intensivi, per i quali si ravvisa una particolare concentrazione a San
Giacomo delle Segnate.
Gli approfondimenti di tipo conoscitivo forniti dal PTCP riguardano, all’interno di questo sistema,
due componenti fondamentali: una di tipo naturalistico e l’altra di tipo storico culturale, che
vengono dettagliate in due distinte cartografie di piano:
la componente di valore fisico e naturale (Tav.1 a);
la componente di valore storico culturale (Tav.1 b).
Tra gli elementi di valore fisico e naturale vengono specificamente individuati:
• il sistema idrico di valore provinciale, che nel nostro territorio individua lo Zara come
canale di rilevante valore naturalistico -ambientale;
• le zone umide di rilevanza provinciale, che riguardano anche i bugni e laghetti di cava
rinaturalizzati o da rinaturalizzare, per i quali viene fornita una individuazione di massima
che è stata ulteriormente approfondita nella messa a punto dei PGT comunali;
• le emergenze vegetazionali comprendenti boschi, aree a vegetazione naturale rilevante,
sistemi verdi lineari e alberi monumentali, puntualmente censiti;
• le aree golenali aperte e protette ubicate lungo il Po e il Secchia per le quali viene
richiesta la tutela idraulica, la salvaguardia della vegetazione, la eliminazione dei
fabbricati impropri, il recupero delle cave dismesse;
• gli elementi geomorfologici di interesse provinciale costituiti dagli argini di Po e di
Secchia, per i quali si prescrive la tutela idraulica e la salvaguardia come elementi
costitutivi e caratterizzanti del paesaggio.
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File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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La componente storico culturale comprende invece:
• i siti archeologici, suddivisi in siti di valore archeologico (da D.Lgs 42/2004) presenti
nella fascia più prossima al Po, tra San Benedetto, Quistello e Quingentole, e altri siti
archeologici, con localizzazione più diffusa;
• il sistema insediativo di matrice storica, con evidenziati i nuclei di antica formazione,
comprendenti oltre ai centri storici di San Benedetto e Quistello, le frazioni disseminate
lungo il Po e la parte centrale dell’abitato di Quingentole, e i beni di rilevante valore
storico culturale, con i luoghi della religione, dell’abitare, della produzione e spazi ed
elementi di interesse civico , corti rurali e cascine, segni minori, parchi e giardini;
• il sistema della mobilità di matrice storica, comprendente per il nostro territorio la linea
ferroviaria Suzzara – Ferrara, con stazione storica a Quistello e un piccolo tratto della
SS 12 dell’Abetone e Brennero che attraversa l’abitato di Villa Poma
• il sistema irriguo di matrice storica, con numerosi canali dall’andamento sinuoso
• i luoghi della percezione e della memoria, di rilevanza paesaggistica quali alcuni bugni e
laghetti di cava, e di rilevanza storica, per i quali è evidenziato il monastero di San
Benedetto;
• i percorsi paesaggistici, ubicati lungo gli argini di Po e di Secchia
Il PTCP individua inoltre, tra i possibili fattori di degrado e compromissione paesaggistica, alcuni
elementi detrattori, che nel nostro territorio, oltre alle diverse aree produttive e previste,
comprendono in particolare l’impianto di compostaggio di Pieve di Coriano e due elettrodotti
dell’alta tensione che attraversano da nord a sud i territori di San Benedetto e Villa Poma;
bisogna peraltro rilevare che non sono qui presenti ulteriori elementi detrattori, che
caratterizzano invece altre zone della provincia quali centri commerciali o ambiti territoriali
estrattivi.
Utilizzando questi temi e informazioni, sempre nel citato allegato D4 del PTCP, si è messa a
punto una carta del valore paesaggistico del territorio provinciale, che individua diversi ambiti ed
elementi di dominanza ambientale di rilevante valenza paesistica.
Vengono inoltre individuate le aree assoggettate a specifica tutela, comprendenti :
• i beni tutelati dal “codice dei beni culturali e del paesaggio”
• la rete dei Siti Natura 2000, presente nel nostro territorio con la ZPS IT0BO501
“Viadana, Portiolo, S. Benedetto Po, Ostiglia” con Ente Gestore la Provincia di Mantova
• il sistema delle aree naturali protette, già presenti con:
o il PLIS Golene foce Secchia, in territorio dei Comuni di Quistello (capofila),
Quingentole, S. Benedetto;
o il PLIS della Golena del Po, lungo un tratto di sponda del Po, in territorio di Pieve
di Coriano (Ostiglia capofila).
2.3.3 Il sistema infrastrutturale
Il sistema infrastrutturale è condizionato e riprende le giaciture geografiche fondamentali
ricorrenti nella pianura padana, vale a dire l’andamento Ovest – Est del corso del Po e gli
andamenti Nord – Sud (e viceversa Sud – Nord) degli affluenti di sinistra e di destra.
L’andamento Nord – Sud si può ricondurre al “corridoio del Brennero”, ed è rappresentato:
• dalla direttrice Verona – Ostiglia – Poggio Rusco – Bologna, costituita dalla linea
ferroviaria (attualmente in corso di trasformazione per l’Alta Velocità) e dalla SS 12
(Abetone – Brennero) che corre parallela ed a brevissima distanza;
• più a Ovest dalla direttrice Verona – Mantova – Modena, costituita dalla linea ferroviaria
regionale, dalle due statali n. 62 (Cisa) e 413 (Verona Mantova Moglia Carpi Modena), e
soprattutto dalla A 22 (AutoBrennero).
L’andamento Est – Ovest è rappresentato:
• dalla linea ferroviaria interregionale Parma – Suzzara – Poggio Rusco – Ferrara
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File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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•
•
•
dalla SS 482 (Mantova – Ostiglia –Ferrara) a Nord del Po
dalle SS 413-496 (Mantova – S. Benedetto – Quistello – S. Giacomo – Poggio Rusco) a
Sud del Po
infine, in territorio emiliano, dalla nuova autostrada Cispadana (Guastalla – Reggiolo –
Mirandola) in corso di realizzazione
Il sistema è più forte, riconoscibile ed efficace nella direzione Nord – Sud rispetto alla direzione
Est – Ovest, probabilmente a causa degli attraversamenti del Po, che avvengono oggi ad una
certa distanza uno dall’altro, e rafforzano di conseguenza le direttrici che convergono sui ponti.
Per altro verso il territorio delimitato a Nord dal corso del Po e compreso fra le due dorsali
infrastrutturali (e quindi fra S. Benedetto e il nodo di Ostiglia-Revere) è inevitabilmente lasciato
a margine rispetto alle dorsali stesse, come dimostra l’armatura urbana e la rete infrastrutturale
minore.
Né questa marginalità viene mitigata dalla presenza di altri elementi portanti forti, che non
esistono o sono intrinsecamente insufficienti per strutturare il territorio e costituirne riferimento:
e anche in prospettiva l’entrata in funzione dell’intera Cispadana (oggi agibile in modo
discontinuo) non promette effetti risolutori, vista la consistente distanza dall’area in questione.
2.3.4 Il sistema dei vincoli
Indipendentemente dalle scelte di livello locale, le trasformazioni del territorio risultano
condizionate da un sistema di vincoli riconducibili alla pianificazione e programmazione di livello
sovralocale, compresi i progetti di nuove infrastrutture per la mobilità, a vincoli di tutela e
salvaguardia delle bellezze naturali, quali l’individuazione di parchi e zone protette.
Sul territorio comunale gravano poi una serie di ulteriori vincoli puntuali, fra i quali qui si
richiamano in particolare:
vincoli di aree ed edifici della Soprintendenza per i Beni Culturali (Brescia)
vincoli di aree ed edifici della Soprintendenza Archeologica
fasce di rispetto dei corsi d’acqua (ex Galasso).
A questi si aggiungono vincoli di origine antropica, quali i tracciati degli elettrodotti o dei
metanodotti, gli impianti di ricetrasmissione delle comunicazioni aeree (antenne radiobase e per
la telefonia mobile), i cimiteri, i pozzi per l’approvvigionamento idrico e i depuratori delle reti
fognarie con le relative aree di rispetto nonché la presenza di industrie a Rischio di Incidente
Rilevante (R.I.R.).
2.3.5 Impianti tecnologici
Il territorio è interessato dalla rete di distribuzione dell’energia elettrica; in particolare le linee
dell’alta tensione impongono l’individuazione di fasce di rispetto al fine di evitare l’influenza di
possibili radiazioni non ionizzanti, prodotte come noto dal passaggio di corrente a bassa
frequenza nelle linee di distribuzione e trasporto della corrente elettrica.
Il tracciato della rete è riportato nella cartografia allegata; è da segnalare in particolare un
elettrodotto da 132 Kv che interessa le zone residenziali di Villa Poma.
Sempre a livello di impianti tecnologici, al fine della successiva individuazione delle necessarie
fasce di rispetto, sono stati localizzati i pozzi utilizzati per la fornitura dell’acqua potabile nei
comuni dotati di acquedotto (tutti tranne San Benedetto) e i depuratori delle reti fognarie; altri
tracciati che impongono distanze di rispetto sono quelli di adduzione e distribuzione della rete
del gas metano.
Da ultimi sono evidenziati i cimiteri, all’intorno dei quali vengono individuate apposite aree di
rispetto da sottoporre a normativa specifica.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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3 SISTEMA SOCIO ECONOMICO
3.1 Lo sviluppo demografico dei 6 comuni
3.1.1 Andamento della popolazione
La provincia di Mantova, la cui popolazione al 31.12.2007 risultava essere di 403.665 abitanti, è
costituita da 70 comuni con una dimensione media di 5.767 abitanti per comune; nel contesto
provinciale i comuni di Pieve di Coriano (1.001 abitanti), Quingentole (1.210), San Giacomo
delle Segnate (1.775) e Villa Poma (2.072) rientrano nella fascia dei comuni più piccoli;
Quistello (5.923) supera di poco la media provinciale, mentre San Benedetto Po (7.643) risulta
nettamente superiore a tale media.
Anche le dimensioni territoriali di questi comuni differiscono nettamente: San Benedetto, con
una superficie di 69,6 Kmq è quello più esteso, seguito da Quistello con 45,4 Kmq, San
Giacomo con 16,3 Kmq, Quingentole, Villa Poma con 14,3 Kmq e Pieve di Coriano con 12,6
Kmq; come conseguenza di ciò il comune con maggiore densità abitativa risulta essere Villa
Poma (145,0 abitanti per Kmq), seguito da Quistello (130,3 ab /kmq) San Benedetto e San
Giacomo (109,0), Quingentole (84,6) e Pieve di Coriano (79,3).
L’andamento demografico, così come risulta dai dati dei censimenti generali della popolazione
(dal 1871 al 1991 – v. Tab.1) si discosta, per i comuni analizzati, dall’andamento registrato per
l’intera provincia: mentre infatti a livello provinciale la popolazione risulta in aumento dal 1871 al
1951, qui la popolazione registra il proprio apice nel 1931 (passando da 24.810 a 32.909
abitanti), da allora comincia a calare in maniera consistente (fino ad arrivare a 19.792 abitanti
nel 1991).
T ab. 1 P opolaz ione res idente alle date dei c ens imenti
anni
1871
1881
1901
1911
1921
1931
1936
1951
1961
1971
1981
1991
2001
P ieve di
C oriano
1.268
1.254
1.301
1.484
1.549
1.467
1.488
1.459
1.181
1.004
881
823
841
Quing entole
Quis tello
2.701
2.490
2.501
2.679
2.583
2.697
2.671
2.715
1.858
1.552
1.387
1.301
1.181
6.546
6619
7191
8495
9054
9596
9404
9261
7786
6885
6442
5982
5651
S . B enedetto S . G iac omo d/
Po
S eg nate
10.399
2.056
10.484
2.079
10.908
2.149
12.192
2.548
13.121
2.712
13.578
3.145
13.573
3.229
13.127
3.127
10.651
2.740
8.788
2.245
8.148
2.029
7.696
1.858
7.206
1.691
T otale
6 C omuni
24.810
24.675
25.952
29.693
31.557
32.909
32.869
32.272
26.240
22.408
21.054
19.792
18.545
Villa P oma
1.840
1.749
1.902
2.295
2.538
2.426
2.504
2.583
2.024
1.934
2.167
2.132
1.975
T otale
P rovinc ia
292.737
300.311
315.448
353.006
380.802
403.422
407.977
424.753
387.255
376.892
377.158
369.630
377.790
S erie s toric a dal 1871 al 2001
T otale 6 c omuni
35.000
30.000
25.000
20.000
15.000
10.000
5.000
0
1871
Data 16/07/2010
1881
1901
1911
1921
1931
1936
1951
1961
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1971
1981
1991
2001
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Tale tendenza alla riduzione demografica registra una modesta inversione di tendenza negli
anni successivi al 2001 ma, a differenza del dato medio provinciale che vede la popolazione
totale in netta ripresa, nei comuni considerati, il livello demografico raggiunto nel 1991 non
subisce consistenti variazioni; si discosta da questo trend solo il comune più piccolo – Pieve di
Coriano - che registra un costante incremento, superando nel 2007 la soglia delle 1.000 unità,
con un incremento del 21,6% rispetto al dato del 1991 (v. tab.2).
T ab. 2 P opolaz ione res idente al 31.12
P ieve di
C oriano
837
838
820
828
839
824
834
848
851
841
862
874
910
927
998
1.001
anni
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
Quing entole
Q uis tello
1.303
1.295
1.256
1.239
1.233
1.219
1.231
1.244
1.233
1.181
1.239
1.256
1.267
1.238
1.220
1.210
5.937
5.892
5.829
5.790
5.827
5.821
5.830
5.853
5.901
5.865
5.846
5.794
5.847
5.843
5.897
5.923
S . B enedetto S . G iac omo d/
Po
S eg nate
7.625
1.831
7.568
1.818
7.522
1.826
7.534
1.800
7.558
1.774
7.564
1.758
7.556
1.761
7.516
1.743
7.534
1.715
7.498
1.691
7.519
1.704
7.568
1.716
7.607
1.745
7.582
1.760
7.550
1.756
7.643
1.775
Villa P oma
2.134
2.124
2.082
2.071
2.064
2.053
2.035
2.007
2.022
2.042
2.034
2.022
2.057
2.101
2.047
2.072
T otale
6 C omuni
19.667
19.535
19.335
19.262
19.295
19.239
19.247
19.211
19.256
19.118
19.204
19.230
19.433
19.451
19.468
19.624
8.000
7.000
6.000
5.000
4.000
3.000
2.000
1.000
0
1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
P ieve di C oriano
Quingentole
Quis tello
S . B enedetto P o
S . G iac omo d/ S egnate
V illa P oma
Considerando invece il numero di famiglie residenti, si può verificare che tale dato, in linea con
la media provinciale, risulta comunque in aumento, con un numero medio di componenti per
famiglia che passa da 3,06 nel 1991 a 2,49 nel 2007; tale tendenza non si manifesta in maniera
omogenea per tutti i comuni: rispetto alle famiglie residenti nel 1991 l’incremento risulta essere
del 15,9% a Quistello e del 14,4% a S. Benedetto (i comuni più grandi), seguiti da Villa Poma
con il 12,95% e da Pieve di Coriano con il 9,8%; negli altri due comuni di San Giacomo e
Quingentole il numero delle famiglie residenti risulta invece pressoché stazionario (v. Tab.3).
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
Pag. 15 di 88
T ab. 3 F amig lie res identi
P ieve di
C oriano
284
292
357
355
350
353
361
364
364
366
351
359
377
388
392
anno
1971
1981
1991
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
Q uing entole
Quis tello
445
479
495
492
488
488
494
497
503
503
506
508
504
496
502
1.994
1.989
2.101
2.260
2.254
2.254
2.243
2.268
2.343
2.304
2.316
2.360
2.387
2.407
2.436
S . B enedetto S . G iac omo d/
Po
S eg nate
2.539
689
2.570
678
2.593
692
2.691
751
2.719
749
2.739
758
2.742
767
2.788
708
2.826
709
2.827
748
2.859
756
2.902
711
2.914
714
2.928
707
2.967
715
Villa P oma
509
663
749
767
770
770
768
785
806
827
842
863
846
838
846
T otale
6 C omuni
6.460
6.671
6.987
7.316
7.330
7.362
7.375
7.410
7.551
7.575
7.630
7.703
7.742
7.764
7.858
3.000
2.500
2.000
1.500
1.000
500
0
1971
1981
1991
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
P ieve di C oriano
Q uingentole
Q uis tello
S . B enedetto P o
S . G iac omo d/ S egnate
V illa P oma
Se poi ci soffermiamo sull’andamento dell’ultimo
decennio possiamo verificare che l’incremento
medio annuo risulta essere pari a 25 famiglie a S.
Benedetto, 18 a Quistello, 7,6 a Villa Poma, 4,2 a
Pieve di Coriano, 1,4 a Quingentole e addirittura 3,4 a San Giacomo delle Segnate (v. Tab.4).
In quasi tutti i comuni, pur con singole variazioni, la
maggior parte delle famiglie (intorno al 30%) risulta
costituita da due componenti, con una tendenza
all’aumento
del
numero
di
famiglie
monocomponente; si discosta dagli altri Pieve di
Coriano, dove le famiglie costituite da una sola
persona hanno un peso maggiore, arrivando nel
2007 al 36,2% sul totale delle famiglie residenti.
2005
2006
2007
T ab.4 - C o ns is tenza dei nuc lei famig liari
anno
1971
1981
1991
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
P opolaz ione
res idente
22.408
21.054
19.792
19.295
19.239
19.247
19.211
19.256
19.118
19.204
19.230
19.433
19.451
19.468
19.624
F amig lie
res identi
6.460
6.671
6.987
7.316
7.330
7.362
7.375
7.410
7.551
7.575
7.630
7.703
7.742
7.764
7.858
C ons is tenz a
media
3,47
3,16
2,83
2,64
2,62
2,61
2,60
2,60
2,53
2,54
2,52
2,52
2,51
2,51
2,50
Considerando poi la distribuzione della popolazione sul territorio, si rileva per tutti i comuni, in
linea con quanto si registra a livello provinciale, una tendenza alla concentrazione di residenti e
famiglie nei centri abitati; anche in questo caso vi sono differenze: nei comuni di Pieve di
Coriano, San Benedetto e Villa Poma la percentuale di residenti nei centri abitati è – nel 2001 Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
Pag. 16 di 88
prossima all’80%; negli altri tre comuni, alla stessa data, il 25% della popolazione risulta
risiedere tuttora in campagna, cioè nei nuclei (10%) e nelle case sparse (16%).
3.1.2 L’età dei residenti
Valutando in complesso la popolazione dei 6 comuni distribuita per fasce di età al 31.12.2007 si
rileva una maggiore presenza di popolazione anziana con età superiore ai 65 anni (25,28%),
rispetto alla media provinciale (21,59%); la stessa considerazione vale per la popolazione in età
lavorativa compresa nella fascia 45-64 anni che qui rappresenta il 26,62% dei residenti, contro il
21,59 della media provinciale; risultano di conseguenza meno consistenti le fasce più giovani.
T ab. 5 - P opo lazione res idente per partic olari c las s i d i età
P ieve di
C oriano
Quing entole
S . B enedetto S . G iac omo d/
Po
S eg nate
Quis tello
T otale
6 C omuni
Villa P oma
T otale
P rovinc ia
C las s i di età
P opola zione
da 1 a 5 a nni
n
%
51
5,09
48
3,97
240
4,05
310
4,06
64
3,53
78
3,76
791
4,02
22410
5,55
P opola zione
da 6 a 14 anni
n
%
76
7,59
104
8,60
435
7,34
579
7,58
129
7,12
146
7,05
1469
7,47
30801
7,63
P opola zione
da 15 a 44 anni
n
%
392
39,16
437
36,12
2.118
35,76
2.792
36,53
675
37,27
781
37,69
7.195
36,60
158.661
39,31
P opola zione
da 45 a 64 anni
n
%
255
25,47
314
25,95
1.599
27,00
1.999
26,15
492
27,17
575
27,75
5.234
26,62
104.614
25,92
P opola zione
con oltre 65 anni
n
%
227
22,68
307
25,37
1.531
25,85
1.963
25,68
451
24,90
492
23,75
4.971
25,28
87.159
21,59
P opola zione
totale
n
%
1.001
100,00
1.210
100,00
5.923
100,00
7.643
100,00
1.811
100,00
2.072
100,00
19.660
100,00
403.645
100,00
3000
Il comune in cui l’età della
popolazione risulta più allineata
con la media provinciale è Pieve
di Coriano, che è il comune in cui
si è parallelamente registrata una
tendenza al progressivo aumento
demografico.
2500
2000
1500
1000
500
0
da 1 a 5 anni
da 6 a 14 anni
da 15 a 44 anni
da 45 a 64 anni
P ieve di C oriano
Q uingentole
Quis tello
S . B enedetto P o
S . G iacomo d/ S egnate
V illa P oma
c on oltre 65 anni
3.1.3 Il movimento anagrafico
Considerando i movimenti della popolazione registrati dagli uffici anagrafe comunali, si rileva
che il saldo naturale (differenza tra nati e morti) risulta in genere negativo per tutti i comuni,
mentre è spesso positivo il saldo migratorio; l’incremento demografico registrato è quindi dovuto
alla prevalenza delle nuove iscrizioni rispetto alle cancellazioni e alla prevalenza del saldo
migratorio su quello naturale.
Confrontando i tassi di crescita naturale e migratoria dei 6 comuni con la media provinciale, si
rileva una discreta analogia nell’andamento annuale, anche se talvolta nei comuni analizzati si
registrano tassi di mortalità più elevati e tassi di natalità più bassi.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
Pag. 17 di 88
3.1.4 La popolazione straniera
Anche la tendenza all’incremento della popolazione straniera risulta in linea con l’andamento
provinciale; la percentuale di stranieri residenti, che nel 1991 non raggiungevano l’1%, è andata
progressivamente aumentando; in particolare nei comuni di Quingentole (11,2% al 31.12.2007)
e San Giacomo delle Segnate (12,6 %), tale proporzione risulta addirittura superiore rispetto
alla media di tutti i comuni della provincia (10,1%).
T ab.6 - P opolaz ione s traniera res idente al 31.12
% popolaz ione s traniera s u res idente
Anni
1991
2001
2003
2004
2005
2006
2007
P ieve di
C oriano
0,5%
2,1%
3,8%
5,2%
6,6%
6,5%
7,7%
Quing entole
0,5%
5,8%
9,4%
11,0%
10,2%
11,3%
11,2%
Quis tello
0,3%
2,9%
4,4%
5,7%
6,1%
6,6%
7,4%
S . B enedetto S . G iac omo d/
Po
S eg nate
0,2%
0,3%
3,5%
1,5%
3,4%
5,4%
4,4%
8,5%
4,7%
10,5%
5,1%
11,5%
5,7%
12,6%
Villa P oma
0,1%
1,5%
2,8%
3,5%
3,5%
3,6%
4,9%
T otale
P rovinc ia
0,7%
4,2%
6,2%
7,4%
8,1%
8,8%
10,1%
T otale
6 C omuni
0,3%
2,9%
4,9%
6,4%
6,9%
7,4%
8,3%
Si tratta di persone giovani, in età lavorativa, che una volta insediate tendono a stabilizzarsi in
loco con le loro famiglie, dando un contributo positivo all’incremento delle nascite; la tendenza
ad avere un maggior numero di figli rispetto alle famiglie italiane, con un’età media al parto più
bassa, ha poi come conseguenza un incremento della componente straniera anche tra le fasce
più giovani, soprattutto in età scolare.
3.1.5 Possibili proiezioni future
A livello demografico, il quadro che emerge è quello di un progressivo spopolamento, con
incremento del tasso di invecchiamento dei residenti e riduzione della presenza di popolazione
in età lavorativa.
L’apporto di nuova popolazione straniera, sia in termini di immigrazione che in termini di
natalità, può contribuire a produrre una inversione di tendenza nell’andamento demografico;
l’elevato tasso di invecchiamento e il ridotto indice di ricambio contribuiscono però a rendere
molto limitato il peso di tale possibile incremento.
Sulla base di proiezioni elaborate dall’Ufficio Statistica della Provincia di Mantova, anche con
un’ipotesi di fecondità crescente, l’incremento che potrebbe registrare la popolazione nel 2012
non supererebbe il 2,1% rispetto ai residenti presenti al 31.12.2007 (+418 unità), mentre
l’incremento per il decennio 2007-2017 risulterebbe pari al 4,2% (v. Tab.7).
In estrema sintesi, i problemi con cui le amministrazioni locali dovranno confrontarsi in un
prossimo futuro saranno fondamentalmente legati a un aumento della popolazione anziana, che
avrà bisogno di strutture di servizio, assistenza e anche di mobilità adeguate, e all’incremento
della componente straniera, anche nelle fasce di popolazione in età scolare, con ricadute sul
tipo di domanda abitativa e sull’istruzione dell’obbligo.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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Tab.7 - Proiezioni di sviluppo demografico per i prossimi 10 anni - ipotesi con fecondità costante e crescente
Elaborazioni Ufficio Statistica Provincia di Mantova
anni
Comuni
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
fecondità
Pieve di Coriano
Quingentole
Quistello
San Benedetto Po
S. Giacomo delle Segnate
Villa Poma
Totale 6 comuni
costante
1.001
1.010
1.019
1.027
1.035
1.042
1.049
1.056
1.062
1.069
1.076
crescente
1.001
1.010
1.019
1.027
1.035
1.042
1.049
1.056
1.063
1.070
1.077
costante
1.210
1.213
1.216
1.218
1.220
1.221
1.222
1.222
1.221
1.221
1.220
crescente
1.210
1.213
1.216
1.220
1.223
1.225
1.228
1.230
1.232
1.235
1.237
costante
5.923
5.936
5.948
5.957
5.963
5.968
5.971
5.972
5.973
5.972
5.970
crescente
5.923
5.936
5.950
5.963
5.975
5.987
5.999
6.011
6.022
6.034
6.046
costante
7.643
7.691
7.736
7.778
7.819
7.858
7.896
7.933
7.970
8.006
8.042
crescente
7.643
7.691
7.738
7.784
7.829
7.875
7.921
7.967
8.015
8.062
8.111
costante
1.811
1.822
1.834
1.845
1.855
1.865
1.875
1.885
1.894
1.903
1.912
crescente
1.811
1.822
1.834
1.847
1.859
1.872
1.885
1.898
1.911
1.925
1.938
costante
2.072
2.072
2.072
2.072
2.070
2.068
2.066
2.063
2.059
2.055
2.051
crescente
2.072
2.072
2.073
2.074
2.075
2.076
2.078
2.079
2.081
2.082
2.084
costante
19.660
19.745
19.824
19.897
19.962
20.022
20.078
20.130
20.179
20.225
20.270
crescente
19.660
19.745
19.830
19.914
19.996
20.078
20.160
20.242
20.324
20.407
20.492
3.2 Lo sviluppo socioeconomico
3.2.1 L’attività della popolazione
Considerando la presenza di popolazione attiva nei diversi comuni si rileva che il numero di
attivi tende a ridursi leggermente nei comuni di Quingentole, Quistello, San Benedetto e San
Giacomo delle Segnate, mentre resta abbastanza costante a Pieve e Villa Poma (v. Tab.8).
T ab.8 - P op olazione res id ente attiva in c ondiz ione profes s ionale per s ettore di attività ec ono mic a
Dati IS T A T 1981 - 1991 - 2001
Anni
1981
1991
2001
P ieve di
S . B enedetto S . G iac omo d/
C omune
Quing entole Quis tello
V illa P oma
C oriano
Po
S eg nate
S ettori
ag ric oltura
118
184
801
854
228
238
indus tria
126
196
1.032
1.424
344
395
altro
109
148
894
1.004
219
260
tot.
353
528
2.727
3.282
791
893
ag ric oltura
75
131
537
577
145
137
indus tria
150
213
1.057
1.361
368
418
altro
119
173
1.081
1.290
272
336
tot.
344
517
2.675
3.228
785
891
ag ric oltura
43
68
328
378
107
99
indus tria
159
227
1.162
1.361
352
402
altro
156
200
1.076
1.364
289
391
tot.
358
495
2.566
3.103
748
892
T otale
6 C omuni
2.185
28,4%
3.122
40,6%
2.374
30,9%
7.681
100,0%
1.465
19,4%
3.149
41,7%
2.935
38,9%
7.549
100,0%
924
12,7%
3.261
44,9%
3.085
42,4%
7.270
100,0%
T otale P rovinc ia
25.515
66.944
61.916
154.375
18.289
71.013
71.996
161.298
13.856
74.542
79.994
168.392
16,5%
43,4%
40,1%
100,0%
11,3%
44,0%
44,6%
100,0%
8,2%
44,3%
47,5%
100,0%
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
altro
indus tria
agric oltura
altro
indus tria
agric oltura
altro
indus tria
agric oltura
Se andiamo ad analizzare la 1.600
distribuzione degli attivi nei 1.400
diversi settori di attività 1.200
economica
possiamo
1.000
P ieve di C oriano
constatare come gli occupati
800
Quingentole
in agricoltura nel 1961
600
Quis tello
rappresentassero più del
S . B enedetto P o
400
50% degli attivi censiti in tutti
S . G iac omo d/
200
i comuni considerati, con
S egnate
V illa P oma
punte oltre il 59% a Pieve di
0
Coriano e Villa Poma; negli
anni successivi si registra
1981
1991
2001
una tendenza alla riduzione
degli occupati in agricoltura e
un aumento del settore terziario; si rileva però che la riduzione del peso del settore agricolo (dal
28,26% del 1981 al 12,53% del 2001) risulta in questa zona meno consistente rispetto all’intera
provincia e, in parallelo, risulta più ridotto l’aumento del peso del settore terziario, mentre
rimane abbastanza costante la presenza di occupati nell’industria.
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Analizzando più in dettaglio i dati sull’età della popolazione attiva, occupata nei diversi settori, si
rilevano alcuni scostamenti rispetto alla media provinciale; in particolare nei comuni di
Quingentole e Villa Poma si sono ridotti drasticamente gli attivi con meno di 30 anni e occupati
in agricoltura, mentre risultano leggermente più numerosi quelli occupati nell’industria; tra gli
attivi, la fascia di età più consistente risulta in genere quella compresa tra i 30 e i 54 anni, ma a
San Giacomo delle Segnate più del 30% degli attivi in agricoltura risulta avere più di 55 anni.
Cambia anche negli anni il rapporto delle diverse posizioni nella professione, che vede
aumentare le categorie dei lavoratori dipendenti (che nel 2001 rappresentano circa al 68% degli
occupati di Quingentole, Quistello, San Giacomo e Villa Poma e il 63,8% negli altri due comuni)
e degli imprenditori e liberi professionisti (che passano dall1% del 1961 al 5 –7% del 2001);
risultano invece in diminuzione i lavoratori in proprio e in netto calo le categorie dei coadiuvanti
familiari (da più del 20% a meno del 5%).
Scendendo più nel dettaglio, il settore in cui c’è una maggiore presenza di lavoratori dipendenti
in posizione subordinata risulta quello industriale (87,2% a Quingentole, 71,6% a San Giacomo
e intorno all’80% negli altri comuni), i lavoratori in proprio risultano più consistenti nel settore
dell’agricoltura (con punte massime oltre il 62% a Villa Poma e Pieve di Coriano e minime del
40,7% a Quingentole) mentre nel settore terziario prevalgono sempre i dipendenti , ma vi è una
discreta presenza anche di lavoratori in proprio.
Considerando il rapporto tra popolazione attiva e residenti si rileva che, nei comuni considerati,
il tasso di attività risulta generalmente inferiore rispetto al dato medio provinciale, che nel 2001
risultava essere pari al 52,5%; in tale data, le punte più basse si registrano a Quingentole
(46,7%) e San Benedetto Po (47,7%) ed anche a Quistello si registra un tasso leggermente
inferiore (50,1%).mentre l’unico comune che risulta allineato alla media provinciale risulta
essere Villa Poma (52,0%) (v.Tab.9).
T ab.9 - P opolaz ione res idente da 15 anni in poi - attiva e non attiva
C ens imento IS T AT 2001
condiz ione
occupati
C omuni
n
%
P ieve di C oriano 358 48,2%
Q uing entole
495 45,6%
Q uis tello
2.566 48,5%
S an B enedetto P o3.103 46,1%
S . G iacomo d/S egnate
748 48,8%
V illa P oma
892 49,3%
T otale 6 comuni 8.162 47,5%
popolazione attiva
in cerca occupaz.
n
%
2
0,3%
12
1,1%
85
1,6%
109
1,6%
8
0,5%
48
2,7%
264
1,5%
totale
n
360
507
2.651
3.212
756
940
8.426
%
48,5%
46,7%
50,1%
47,7%
49,3%
52,0%
49,0%
popolaz ione non
attiva
n
%
382 51,5%
579 53,3%
2.638 49,9%
3.521 52,3%
776 50,7%
868 48,0%
8.764 51,0%
T otale
n
742
1.086
5.289
6.733
1.532
1.808
17.190
%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
Villa Poma e Quistello sono anche i comuni ove la presenza di popolazione non attiva, tra i
residenti con più di 15 anni, risulta inferiore al 50%, mentre negli altri comuni i non attivi
superano tale soglia, con punte massime a Quingentole (53,3%) e San Benedetto Po (52,3%);
tra i non attivi prevalgono i ritirati dal lavoro, con punte del 65,8% a Quingentole e 63,6% a
Pieve di Coriano; in tutti i comuni risulta invece in consistente diminuzione la categoria degli
studenti.
3.2.2 La struttura produttiva locale
I dati censuari sulle unità locali e sugli addetti forniscono utili indicazioni sulla consistenza e
sulla diversificazione della struttura produttiva locale; analizzando i dati in serie storica per tutti i
comuni considerati, si rileva una tendenza all’aumento del numero di unità locali presenti nel
decennio 1971-1981; negli anni successivi si registra invece una progressiva riduzione del
numero di unità locali, che raggiunge punte estreme a Quingentole (- 36,7% dal 1981 al 2001),
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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San Giacomo delle Segnate (-30%), Villa Poma (-24%) e Quistello (-20%), mentre il fenomeno
risulta più contenuto a San Benedetto Po (-7,9%) e Pieve di Coriano (-6.8%).
Cala di conseguenza, ma con proporzioni diverse, anche il numero degli addetti: il comune in
cui il fenomeno, per i 20 anni considerati, assume proporzioni più rilevanti è ancora Quingentole
(-24,8%), seguito da San Giacomo delle Segnate (-16,2%) e San Benedetto Po (-14,3%); a
Quistello e Villa Poma, pur in presenza di una riduzione del numero delle unità locali, il numero
degli addetti risulta invece stazionario, mentre a Pieve di Coriano tale dato registra un netto
aumento (v. Tab.9).
T ab.10 - Unità loc ali e addetti
Dati c ens imenti IS T AT
anni
C omuni
P ieve di C oriano
Q uingentole
Q uis tello
S an B enedetto P o
S . G iacomo d/S egnate
V illa P oma
T otale 6 comuni
1971
addetti
59
96
112
210
453
1.277
459
1.123
146
289
114
428
1.343
3.423
u.l.
1981
addetti
73
137
158
262
596
1.813
595
1.806
220
617
208
796
1.850
5.431
u.l.
1991
addetti
83
179
121
219
536
1.467
560
1.730
176
587
196
839
1.672
5.021
u.l.
2001
addetti
68
166
100
197
477
1.807
548
1.548
154
517
157
804
1.504
5.039
u.l.
unità loc ali
700
600
500
400
300
200
100
0
1971
1981
1991
2001
P ieve di C oriano
Q uingentole
Q uis tello
S an B enedetto P o
S . G iacomo d/S egnate
V illa P oma
addetti
2.000
1.800
1.600
1.400
1.200
1.000
800
600
400
200
0
1971
1981
1991
2001
P ieve di C oriano
Q uingentole
Quis tello
S an B enedetto P o
S . G iac omo d/S egnate
V illa P oma
I settori produttivi più rappresentati risultano, nella maggior parte dei comuni considerati, quelli
delle costruzioni e del commercio e riparazioni (v.Tab.11), sia in termini di unità locali che di
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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addetti; un altro settore discretamente rappresentato è quello classificato come “altri servizi”; le
industrie manifatturiere sono altresì presenti sempre nel 2001, con un numero consistente di
addetti, a Quistello (1.060 addetti), San Benedetto (602 addetti), Villa Poma (424 addetti) e San
Giacomo (287 addetti).
T ab.11 - Unità loc ali per s ettori di attività ec onomic a
Dati c ens imenti IS T A T 2001
S ettori di attività
Ag ricoltura e pes ca
Indus trie es trattive
Indus trie manifatturiere
E nerg ia, gas e acqua
C os truz ioni
C ommercio e riparaz ioni
Alberg hi e pubblici es erciz i
T ras porti e telecomunicaz ioni
C redito e as s icuraz ioni
Altri s erviz i
T otale
T otale 6 C omuni T otale P rovinc ia
n
%
n
%
29
2,1%
427
1,3%
2
0,1%
61
0,2%
243
18,0%
5.338
16,1%
1
0,1%
47
0,1%
231
17,1%
5.120
15,5%
378
28,0%
9.591
29,0%
67
5,0%
1.562
4,7%
53
3,9%
1.407
4,3%
39
2,9%
1.015
3,1%
307
22,7%
8.534
25,8%
1.350
100,0%
33.102
100,0%
unità lo c ali
add etti
Altri s erviz i
100,0%
C redito e as s ic uraz ioni
90,0%
A ltri s erviz i
100,0%
C redito e as s icuraz ioni
Tras porti e telecomunic az ioni
90,0%
Alberg hi e pubblici es erciz i
80,0%
C ommerc io e riparaz ioni
70,0%
60,0%
C os truz ioni
60,0%
C os truz ioni
50,0%
E nergia, gas e ac qua
50,0%
E nergia, gas e ac qua
40,0%
Indus trie manifatturiere
40,0%
Indus trie manifatturiere
Indus trie es trattive
30,0%
Indus trie es trattive
30,0%
20,0%
A gric oltura e pes ca
80,0%
70,0%
Ag ricoltura e pes ca
20,0%
Tras porti e telec omunicaz ioni
A lberghi e pubblic i es erc iz i
C ommerc io e riparaz ioni
10,0%
10,0%
d.
om
o
Vi
Se
de
ne
Be
lla
gn
Po
m
a
at
e
Po
tto
st
e ll
o
ui
Q
G
ia c
S.
in
ge
nt
ria
Qu
Co
di
ev
e
Pi
om
o
S.
V
illa
gn
Po
m
a
at
e
Po
d.
ne
d
Se
et
to
ui
st
el
lo
Be
S.
G
ia
c
ge
ui
n
Q
S.
nt
ol
e
o
or
ia
n
Q
C
di
e
Pi
ev
ol
e
no
0,0%
0,0%
Vi è poi da rilevare la presenza di una industria estrattiva con 30 addetti a San Benedetto e
un’altra dello stesso settore con 14 addetti a Quingentole; in quest’ultimo comune risulta inoltre
presente al 2001 una struttura con 11 addetti riconducibile al settore energia, gas e acqua, ma
tale unità non compare più nei dati aggiornati al 2007.
Considerando infine il numero medio di addetti per unità locale va segnalata in particolare la
situazione di Villa Poma che registra in complesso un dato medio di 5,1 addetti /u.l. per la
presenza di industrie manifatturiere con 13,3 addetti/u.l. e attività di trasporto e
telecomunicazione con 7,6 addetti /u.l.
Considerando poi i dati forniti dalla Camera di Commercio per l’anno 2004 relativi alle unità
locali divise per macrosettori, il confronto con il dato medio provinciale evidenzia un maggior
peso dei settori dell’industria (24,4% contro il 18,4%) e un‘incidenza minore delle attività dei
servizi (25,9% rispetto al 29,7%); gli scostamenti più significativi si rilevano a Pieve di Coriano,
dove l’industria ha un peso molto ridotto a favore del settore commercio, e a San Giacomo delle
Segnate, in cui si ha invece un maggior peso del settore industriale e un’incidenza più ridotta
del settore delle costruzioni e dei servizi.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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Dati relativi ai 6 comuni - Le unità locali per macrosettore di attività - anno 2004 (valori assoluti e
composizione % riga=100)
Pieve
di
Coriano
Quistello
San Benedetto
Po
San Giacomo
delle Segnate
Villa Poma
Ind.*
Costruz.
v.a.
Comm.
Servizi
Totale
Ind.*
Costruz.
%
Comm.
Servizi
Totale
7
19
27
19
72
9,7
26,4
37,5
26,4
100
112
85
152
137
486
23,0
17,5
31,3
28,2
100
127
116
178
143
564
22,5
20,6
31,6
25,4
100
62
28
45
37
172
36,0
16,3
26,2
21,5
100
30
47
42
167
28,7
18,0
28,1
25,1
100
278
449
378
1.461
24,4
19,0
30,7
25,9
100
7.337
11.251
10.613
35.773
18,4
20,5
31,5
29,7
100
48
TOTALE
6
356
COMUNI
PROVINCIA
6.572
Fonte: elaborazioni su dati Camera di Commercio
*Manifattura e produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua
Considerando più in dettaglio i settori manifatturieri presenti nel territorio considerato si rileva
una consistente presenza del settore tessile e manifatturiero (in particolare a Quistello e San
Giacomo), delle industrie di trasformazione alimentare (Quistello e San Benedetto), della
produzione di prodotti in metallo e di macchine elettroniche ed elettriche.
3.2.3 Il settore commerciale
I dati dell’Osservatorio regionale del Commercio, relativi ai 6 comuni considerati, evidenziano la
presenza di una rete commerciale proporzionata con il numero di abitanti insediati;
complessivamente le attività insediate nel giugno 2005 risultano essere 255; di queste il 71%
mostra una specializzazione nei generi non alimentari, cui si affianca un 7% di tipo misto.
Per quanto riguarda in particolare il settore non alimentare, oltre a una buona disponibilità nei
comuni più grandi di Quistello e San Benedetto, si segnala una consistete presenza di esercizi
commerciali non alimentari a Villa Poma, ove risultano censite 182 attività per una superficie
complessiva di 1.742 mq.
Commercio al dettaglio negli esercizi di vicinato nei comuni coordinati
Comune
N°
MQ Alimentare
Alimentare
Pieve di Coriano
N°
non MQ
alimentare
2
74
non N° misto
MQ misto
alimentare
4
221
1
40
4
193
4
187
5
167
Quistello
19
814
63
4.295
2
100
San Benedetto Po
15
484
67
3.592
9
476
San Giacomo delle Segnate
7
270
15
741
-
-
Villa Poma
7
419
29
1.742
2
122
54
2.254
182
10.778
19
905
Quingentole
Totale 6 comuni
Fonte: Osservatorio Regionale del Commercio, 30 Giugno 2005
3.2.4 Il settore agricolo
Confrontando i dati sulle aziende agricole relativi agli anni 1982 e 2000 si rileva, in tutti i
comuni, una tendenza all’incremento della superficie media aziendale: infatti, a fronte di una
consistente diminuzione del numero delle aziende agricole presenti sul territorio (che supera il
30% in tutti i comuni con una punta del 48,2% a San Giacomo), la superficie da queste coltivata
si riduce al massimo dell’8.8% a San Giacomo, mentre negli altri comuni tale riduzione non
supera il 5,7%).
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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T ab.12 - Aziende ag ric ole e s uperfic ie az iendale
Dati IS T AT
anni
C omuni
P ieve di C oriano
Q uingentole
Q uis tello
S an B enedetto P o
S . G iacomo d/S egnate
Villa P oma
T otale 6 comuni
a ziende
97
139
483
606
166
159
1.650
1982
s uperficie s up. media
689,41
7,11
1.186,87
8,54
3.966,02
8,21
5.346,48
8,82
1.588,14
9,57
1.291,16
8,12
14.068,08
8,53
aziende
63
98
298
414
86
101
1.060
2001
s uperficie s up.
649,52
1.298,21
3.765,92
5.249,00
1.447,99
1.247,97
13.658,61
media
10,31
13,25
12,64
12,68
16,84
12,36
12,89
La superficie agricola utilizzata nell’anno 2000, secondo i dati del censimento dell’agricoltura,
era di circa 12.000 ettari, pari al 7% dalla SAU provinciale; la superficie mediamente utilizzata
dalle aziende risulta leggermente inferiore rispetto alla media provinciale (11,3 ettari contro i
14,1 della provincia).
La superficie agricola utilizzata si riduce leggermente in tutti i comuni (con proporzioni dal 3,8%
di Pieve di Coriano al 9,2% di San Giacomo delle Segnate) tranne che a Quingentole dove si ha
addirittura un aumento del 4,9% della SAU.
T ab. 13 - S uperfic ie aziendale s ec ondo l'utilizz az io ne dei terreni
Dati IS T AT 2000
s eminativi
P ieve di
C oriano
Quing entole
Quis tello
S . B enedetto
Po
S an G iac omo
d. S eg nate
Villa P oma
T otale
6 C omuni
T otale
P rovinc ia
n
%
n
%
n
%
n
%
n
%
n
%
n
%
n
%
456,22
85,0%
1.023,19
84,5%
3.222,13
86,3%
4.295,14
89,2%
1.269,96
77,4%
1.074,62
88,5%
11.341,26
86,2%
153.508,02
80,6%
S uperfic ie ag ric ola utilizza ta
c oltivaz ioni
prati
c oltivazioni
leg nos e
permanenti e
permanenti
ag rarie
pas c oli
42,13
5,00
7,8%
0,9%
0,0%
76,06
8,73
6,3%
0,7%
0,0%
228,31
18,11
6,1%
0,5%
0,0%
183,80
9,59
3,8%
0,2%
0,0%
42,46
2,6%
0,0%
0,0%
41,64
3,4%
0,0%
0,0%
614,40
41,43
4,7%
0,3%
0,0%
4.906,39
8.425,22
2,6%
4,4%
0,0%
tota le
s uperfic ie a
bos c hi
503,35
93,8%
1.107,98
91,5%
3.468,55
92,9%
4.488,53
93,2%
1.312,42
80,0%
1.116,26
91,9%
11.997,09
91,2%
166.839,63
87,6%
0,60
0,1%
2,82
0,2%
2,05
0,1%
14,48
0,3%
14,48
0,9%
0,0%
34,43
0,3%
762,87
0,4%
altra
s uperfic ie
32,78
6,1%
99,97
8,3%
264,87
7,1%
313,02
6,5%
313,02
19,1%
97,98
8,1%
1.121,64
8,5%
12.454,38
6,5%
T OT AL E
536,73
100,0%
1.210,77
100,0%
3.735,47
100,0%
4.816,03
100,0%
1.639,92
100,0%
1.214,24
100,0%
13.153,16
100,0%
190.393,51
100,0%
Considerando i dati della Camera di Commercio alla fine del 2004, le unità locali attive erano
863, con una riduzione di 197 unità nel triennio 2001-2004; il ridimensionamento del comparto
agricolo è stato in questa zona molto consistente, con un peso rilevante rispetto al territorio
provinciale, in cui la diminuzione complessiva risulta di 683 unità
Aziende agricole, Sau (in ettari) e dimensioni medie nei 6 comuni
Aziende
SAU*
SAU
Censite*
Media
Pieve di Coriano
63
503
8,0
Quingentole
98
1.108
11,3
Quistello
298
3.469
11,6
San Benedetto Po
414
4.488
10,8
San Giacomo delle Segnate
86
1.312
15,3
Villa Poma
101
1.116
11,0
Totale Area 6 Comuni
1.060
11.996
11,3
Totale provincia di Mantova
11.819
166.840
14,1
U.l.
2004**
41
68
249
322
106
77
863
10.320
Variazione
2001-2004
-7
-5
-36
-26
-6
-7
-197
-683
Fonte: elaborazioni su dati 5° censimento generale dell'agricoltura 2000 - dati Camera di Commercio di Mantova
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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La forma di conduzione prevalente è quella diretta del coltivatore che si avvale in genere di
manodopera familiare; si discosta leggermente dagli altri comuni Quingentole, ove risulta
presente un 15,3% di aziende con salariati; a tale tipo di conduzione corrisponde in genere una
superficie aziendale più estesa.
Tra le coltivazioni praticate prevalgono i seminativi, che generalmente superano l’80% della
SAU; sono presenti anche coltivazioni legnose agrarie e in alcuni casi (in particolare a San
Giacomo e San Benedetto) superfici a boschi; non risultano più presenti invece le coltivazioni
permanenti (che coprivano nel 1982 dal 5 al 10% della SAU).
Scendendo più nel dettaglio, si può rilevare come a Pieve di Coriano e Quingentole la coltura di
cereali rappresenta, tra i seminativi, quella maggiormente praticata (oltre il 65%) sia in termini di
numero di aziende che in termini di superficie; a San Giacomo delle Segnate la coltivazione dei
cereali risulta quasi equivalente alle coltivazioni foraggere avvicendate; queste risultano invece
più estese a San Benedetto (51,8%) e Quistello (57,7%); va inoltre rilevata una discreta
presenza di coltivazioni ortive a Villa Poma (11,4% le aziende, 6,4% la superficie coltivata).
Dall’analisi dell’età dei lavoratori in agricoltura nell’anno 2000, confrontata con il dato medio
provinciale si può verificare come la fascia di età più consistente risulti essere quella compresa
tra i 60 e i 64 anni; rispetto alla media provinciale, ove tale fascia rappresenta il 25,7%, tale dato
risulta più consistente a Pieve di Coriano (40,8%), mentre nei comuni di Quingentole, San
Giacomo e Villa Poma tale presenza si attesta intorno al 30-31%; più in linea con la media
provinciale risultano Quistello e San Benedetto Po; in questi ultimi due comuni, va inoltre
rilevata una discreta presenza di lavoratori giovani (circa 12% con età inferiore ai 25 anni).
T ab.14 - Numero di lavoratori in ag ric oltura per c las s i d'età
C ens imento IS T AT Ag ric oltura 2000
età
n
%
n
Quing entole
%
n
Q uis tello
%
S . B enedetto n
Po
%
S an G iac omo n
%
d. S eg nate
n
Villa P oma
%
n
T otale
%
6 C omuni
n
T otale
P rovinc ia
%
P ieve di
C oriano
< 20
8
4,6%
8
3,1%
41
4,5%
79
6,2%
13
4,8%
17
5,7%
166
5,2%
1.731
4,9%
20-24
5
2,9%
9
3,5%
73
8,0%
78
6,1%
12
4,4%
15
5,1%
192
6,0%
2.263
6,4%
25-29
9
5,2%
21
8,1%
58
6,4%
63
4,9%
10
3,7%
17
5,7%
178
5,6%
2.237
6,4%
30-34
8
4,6%
21
8,1%
48
5,3%
89
7,0%
22
8,1%
24
8,1%
212
6,6%
2.461
7,0%
35-39
7
4,0%
17
6,6%
53
5,8%
83
6,5%
21
7,7%
15
5,1%
196
6,1%
2.441
6,9%
40-44
8
4,6%
24
9,3%
59
6,5%
75
5,9%
16
5,9%
24
8,1%
206
6,5%
2.524
7,2%
45-49
16
9,2%
17
6,6%
91
10,0%
133
10,4%
21
7,7%
24
8,1%
302
9,5%
3.326
9,4%
50-54
16
9,2%
23
8,9%
73
8,0%
86
6,7%
19
7,0%
28
9,4%
245
7,7%
2.724
7,7%
55-59
16
9,2%
18
6,9%
99
10,9%
114
8,9%
24
8,8%
25
8,4%
296
9,3%
3.401
9,7%
60-64
71
40,8%
82
31,7%
237
26,0%
356
27,9%
86
31,5%
89
30,0%
921
28,8%
9.039
25,7%
> 65
10
5,7%
19
7,3%
80
8,8%
122
9,5%
29
10,6%
19
6,4%
279
8,7%
3.076
8,7%
totale
174
100,0%
259
100,0%
912
100,0%
1278
100,0%
273
100,0%
297
100,0%
3193
100,0%
35.223
100,0%
3.2.5 L’allevamento di bestiame
In tutto il territorio considerato, confrontando i dati del 2000 e del 2009, si riscontra una netta
riduzione del numero di aziende con allevamento di bestiame, cui consegue però un aumento
del numero medio di capi per azienda, che passano da 80 a 127.
Il territorio dei 6 comuni nel 2009 raggruppa un numero di capi bovini di 18.100 pari al 5,3% del
totale dei bovini della Provincia e un numero di capi suini di 58.233 pari al 5,6% del totale dei
suini della Provincia.
Informazioni più aggiornate sono reperibili presso il Servizio di Medicina Veterinaria dell’ASL (v.
Tab15); dalla lettura dei dati forniti si può rilevare come il settore dell’allevamento abbia un peso
quasi inesistente a Pieve di Coriano, che al 2006 registrava una carico di peso vivo di 1,66
quintali per ettaro, contro il dato medio provinciale di 16,20; abbastanza bassa la presenza di
allevamenti anche a Villa Poma (10,02 Qli/ha) e Quingentole (10,76 Qli/ha)
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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Tab15 - Patrimonio zootecnico al 2006
elaborazione su dati ASL Mantova - Servizio Medicina Veterinaria
SAU
ha
P ieve di C oriano
Q uing entole
Q uis tello
S an B enedetto P o
S . G iacomo d/S egnate
V illa P oma
503,35
1.107,98
3.468,55
4.488,53
1.312,42
1.116,26
BOVINI
n° capi
q p.v.
208
1.804
6.754
7.990
1.871
1.819
832
7.216
27.016
31.960
7.484
7.276
n° capi
SUINI
q p.v.
2
4.701
26.880
35.662
25.028
3.835
2
4.701
26.880
35.662
25.028
3.835
AVICOLI
n° capi
q p.v.
0
500
56.100
60.221
35.789
3.713
0
10
1.066
1.144
680
71
CUNICOLI
n° capi
q p .v.
0
0
0
1.000
0
0
0
0
0
25
0
0
P.V. TOTALE
q
q/ha
834
11.927
54.962
68.791
33.192
11.182
1,66
10,76
15,85
15,33
25,29
10,02
PROVINCIA
q/ha
16,20
Più in linea con la media provinciale risultano essere San Benedetto (15,33 Qli/ha) e Quistello
(15,85 Qli/ha) in cui si rileva, accanto a una buona presenza di allevamenti bovini, un
consistente peso degli allevamenti suini ed avicoli; particolarmente pesante risulta invece la
situazione di San Giacomo delle Segnate, in cui alla presenza di un numero rilevante di suini e
avicoli corrisponde un carico di peso vivo di 25,29 Qli per ettaro.
3.2.6 Valutazioni di sintesi e prospettive di sviluppo
I dati analizzati confermano, con i necessari aggiornamenti, quanto già evidenziato in altri studi
sviluppati per la zona dell’Oltrepò mantovano e in particolare per l’area del Destra Secchia (v.
“Linee Strategiche per il Patto Territoriale del Destra Secchia” – Nomisma – dicembre 2000).
A livello produttivo, si è registrato un “gap” di sviluppo di questa zona rispetto al resto della
provincia; qui si registra una minor intensità economico –produttiva, con un tasso di
disoccupazione più alto, rispetto alla media provinciale e regionale; qui l’agricoltura riveste
ancora un ruolo significativo, mentre si è registrato un calo delle unità locali oepranti nei settori
secondario e terziario.
Le imprese presenti si caratterizzano per attività di subfornitura verso sistemi produttivi di aree
limitrofe, alle quali viene demandata la commercializzazione del prodotto finito; per questo il
ruolo della produzione locale risulta molto marginale in termini di export.
La struttura produttiva dell’area risente di “lacune infrastrutturali” – non razionale utilizzo degli
scali ferroviari esistenti e mancata costruzione di strade a lunga percorrenza - che rendono
poco appetibili per nuovi insediamenti le aree produttive disponibili, caratterizzate anche da
carenze nei servizi accessori.
Tali dati mettono in evidenza il mancato sviluppo dell’area, in un contesto regionale ed anche
nazionale contraddistinto da una progressiva terziarizzazione dell’economia, mentre
l’agricoltura, pur in un contesto di rapida contrazione, riveste ancora un ruolo significativo, in
termini di occupati, rispetto alla media provinciale.
I punti di forza e di debolezza evidenziati nel dicembre 2000 in occasione della predisposizione,
da parte di Nomisma, delle “Linee strategiche per il Patto Territoriale del Destra Secchia”
possono essere riproposti nel 2010 senza consistenti variazioni.
I dati emergenti a livello di quadro complessivo si possono così sintetizzare: debolezza
dell’ambito considerato rispetto all’intera provincia, ma anche presenza di potenzialità che
possono ancora essere utilizzate.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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Figura 9 - Analisi SWOT generale dell’area del Destra Secchia
Punti di forza
Punti di debolezza
Disponibilità di manodopera qualificata
Disponibilità di spazi per aree insediative
Elevata dotazione infrastrutturale per gli
impianti di produzione di energia elettrica
Presenza di vie fluviali utilizzabili a fini
commerciali e per finalità turistico-ricreative
Presenza di risorse naturali di pregio
(parchi e oasi) e di bellezze artistiche ed
architettoniche
Tendenza allo spopolamento
Invecchiamento della popolazione
Livelli di disoccupazione più alti rispetto
alla media provinciale
Sistema economico con un ruolo ancora
importante dell’agricoltura
Scarsa propensione all’iniziativa
imprenditoriale
Rete infrastrutturale viaria, ferroviaria,
fluviale, elettrica insufficiente
Difficoltà di coordinamento fra i comuni
Scarsa tendenza all’iniziativa associativa
fra imprese
Opportunità
Rischi
Disponibilità di strumenti e risorse
Attrattività delle altre aree del Mantovano
finanziarie per lo sviluppo dell’area (oltre al
a maggiore sviluppo socio-economico e
Patto, Leader+ e Obiettivo 2)
delle province confinanti
Fonte: elaborazioni Nomisma.
Stesso discorso vale per il sistema economico contraddistinto da una generale debolezza del
sistema produttivo e inadeguatezza del sistema dei servizi e delle strutture ricettive.
Figura 10 - Analisi SWOT del sistema economico del Destra Secchia
Punti di forza
Posizione geografica di confine
con aree industrializzate e sature
(province di Modena, Ferrara,
Verona)
Presenza di protosistemi
industriali locali (Poggio Rusco e
Quistello)
Presenza di risorse naturali ed
artistiche di pregio
Bacino di approvvigionamento e
produzione di prodotti
agroalimentari di qualità (DOP,
IGP, certificati ISO, produzione
integrata, biologico)
Differente vocazionalità produttiva
agricola dei sub-territori dell’area
Data 16/07/2010
Punti di debolezza
Polverizzazione delle imprese in tutti i settori
Senilizzazione e difficoltà di ricambio
generazionale in agricoltura
Carenza di impianti di trasformazione e
stoccaggio
Scarsa integrazione di filiera nel sistema
agroalimentare
Rete logistica penalizzante per le merci
agroalimentari
Scarsa attrattività delle aree insediative
disponibili
Ridotta capacità complessiva di attrazione degli
investimenti industriali dell’area
Presenza di imprese manifatturiere subfornitrici
legate a rapporti di monocommittenza
Scarsa capacità esportativa delle imprese e
scarso livello di innovazione
Difficoltà di raccordo fra Agenzia di Sviluppo e
imprese locali
Difficoltà nella commercializzazione dei prodotti
Mancanza di un’immagine promozionale del
territorio
Bassa qualificazione delle strutture ricettive e di
ristorazione
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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Mancanza di un’adeguata rete di servizi e
formazione professionale alle imprese, di centri
di ricerca e altri servizi avanzati
Rischi
Opportunità
Integrazione con altre politiche di
sviluppo legate ai Fondi Strutturali
(Leader+ e Obiettivo 2)
Attuazione della legge Bassanini
che definisce nuovi ruoli e
autonomie agli Enti locali
Diversificazione dell’attività di
Enel in settori legati alle
telecomunicazioni
Tendenza alla crescita della
domanda dei prodotti tipici ed
identificativi del territorio
Implementazione di circuiti enogastronomici (strade del vino)
Presenza aree limitrofe in grado di attrarre
investimenti industriali “potenzialmente”
orientabili al Destra Secchia
Presenza di distretti industriali limitrofi in grado di
attrarre forza lavoro agricola
Modifica del quadro della Politica Agricola
Comunitaria
Nuove dinamiche legate alla globalizzazione dei
mercati ed ai negoziati WTO e loro effetti sul
sistema industriale e agricolo
Rilevanza del fattore competitività nei sistemi
economici che può portare alla fuoriuscita del
mercato delle produzioni a basso valore
aggiunto
Impatto ambientale delle attività produttive
inquinanti
Fonte: elaborazioni Nomisma.
Data 16/07/2010
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4 LA STRUTTURA INSEDIATIVA
4.1 Il comparto residenziale
4.1.1 Il patrimonio abitativo
Utili indicazioni sulla consistenza del patrimonio abitativo possono essere desunte dai rilievi
eseguiti in occasione dei censimenti della popolazione e delle abitazioni; sulla scorta di tali dati
è possibile ricostruire la serie storica del numero delle abitazioni e stanze occupate, a partire
dal 1971.
In tutti i comuni considerati, dal 1971 al 2001, il numero delle abitazioni e delle stanze occupate
risulta in continuo aumento; tale fenomeno risulta particolarmente vistoso a Villa Poma dove nei
trent’anni considerati le abitazioni occupate aumentano del 57,1% e le stanze del 70,2%; segue
Pieve di Coriano, con un incremento del 30,7% delle abitazioni e del 39,0% delle stanze; a
Quistello, Quingentole e San Benedetto Po tali percentuali non superano invece il 20% per le
abitazioni e il 35% per le stanze; si discosta dall’andamento evidenziato San Giacomo delle
Segnate ove l’incremento rispetto al 1971 è del 3,1% per le abitazioni e dell’11,8% per le
stanze; se però si confrontano i dati del 1991 e 2001 si registra in dieci anni una riduzione di
ben 77 abitazioni.
Per tutti i comuni si rileva inoltre una tendenza all’incremento delle superficie media per
abitazione che passa da 90-100 mq a 120-135 mq per abitazione; aumenta anche il numero
medio di stanze che nel 2001 risulta di poco superiore alle 5 stanze per abitazione in tutti i
comuni; rispetto alla media provinciale si rileva, sempre nel 2001, una maggiore presenza di
abitazioni dotate di un consistente numero di stanze: le abitazioni con più di 5 stanze superano
in genere il 57% del patrimonio abitativo esistente, con l’unica eccezione di Quingentole che si
attesta al 52,3% (50,8% a livello provinciale).
Se consideriamo invece l’epoca di costruzione delle abitazioni censite (v. Tab.16), si registra
una situazione diversa da un comune all’altro:
a Villa Poma, a partire dagli anni ’70, si è registrato un rinnovo del parco abitativo
abbastanza consistente; dai dati del censimento 2001 emerge che il 46,8% delle
abitazioni censite risulta costruito dopo il 1972 (di cui il 51,5% nel periodo 19721981), mentre quelle costruite prima del 1919 rappresentano il 16,4%;
a Quistello, lo sviluppo abitativo è stato invece più lineare: prevalgono le abitazioni
realizzate prima del 1919 (22,5% al 2001), ma sono abbastanza uniformemente
rappresentate le altre epoche di costruzione, tranne quelle più recenti;
una situazione abbastanza analoga si registra a San Giacomo delle Segnate, ove
nel 2001 le abitazioni costruite prima del 1919 rappresentano ancora il 28%, e a San
Benedetto Po, che però presenta un parco abitativo storico più consistente (32,3%
costruito prima del 1919);
Pieve di Coriano è il comune in cui, a fianco di una buona presenza di abitazioni
risalenti a prima del 1919, si registra comunque una forte tendenza all’incremento e
al rinnovo del parco abitativo, con il 14,2% di abitazioni costruite dopo il 1991;
la situazione di Quingentole si discosta nettamente da quella di tutti gli altri comuni:
qui le abitazioni costruite prima del 1919 rappresentano il 61,5% di quelle censite nel
2001; poiché rispetto ai censimenti precedenti tale dato aumenta si evidenzia in
questo comune una forte tendenza al recupero del patrimonio edilizio esistente.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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T ab. 16 - Abitaz ioni per epoc a di c os truz ione
Dati IS T AT 2001
P ieve di
C oriano
Quing entole
Q uis tello
S . B enedetto
Po
S an G iac omo
d. S eg nate
Villa P oma
T otale
6 C omuni
T otale
P rovinc ia
n
%
n
%
n
%
n
%
n
%
n
%
n
%
n
%
prima del
1919
89
23,9
400
61,5
559
22,5
1024
32,3
196
28,0
136
16,4
2.404
29,3
31.460
19,9
1919 - 1945 1946 - 1961 1962 - 1971 1972 - 1981 1982 - 1991
30
8,1
42
6,5
376
15,1
382
12,1
89
12,7
62
7,5
981
12,0
12.745
8,1
57
15,3
23
3,5
365
14,7
338
10,7
92
13,1
46
5,6
921
11,2
18.842
11,9
45
12,1
61
9,4
376
15,1
374
11,8
118
16,8
196
23,7
1.170
14,3
29.644
18,8
67
18,0
64
9,8
423
17,0
498
15,7
114
16,3
261
31,5
1.427
17,4
28.643
18,1
31
8,3
52
8,0
209
8,4
350
11,0
65
9,3
58
7,0
765
9,3
17.797
11,3
dopo il
1991
53
14,2
8
1
179
7
204
6,4
27
3,9
69
8,3
540
6,6
18.769
11,9
totale
372
100,0
650
100,0
2.487
100,0
3170
100,0
701
100,0
828
100,0
8.208
100,0
157.900
100,0
100,0
90,0
80,0
70,0
60,0
dopo il 1991
50,0
1982 - 1991
1972 - 1981
40,0
1962 - 1971
30,0
1946 - 1961
1919 - 1945
20,0
prima del 1919
10,0
n
om
co
m
o
Vi
la
P
gn
d/
Se
tto
de
ne
Be
a
at
e
Po
lo
ui
st
el
Q
en
S.
G
ia
ui
ng
Q
Sa
Pi
ev
e
di
Co
ria
to
l
e
no
0,0
La distribuzione delle abitazioni occupate per titolo di godimento non presenta invece grossi
scostamenti; in tutti i comuni si è verificata la tendenza, registrata anche a livello provinciale,
all’aumento delle abitazioni in proprietà, che risultano avere un peso più consistente (82,8%) a
Pieve di Coriano e più ridotto a Quingentole (68,8%), ove permane una discreta presenza di
abitazioni in affitto (20,4%) con una distribuzione più simile alla media provinciale.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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T ab.17 - A bitaz ioni oc c upate per titolo di g odimento
D ati IS T A T 2001
P ieve di
C oriano
Quing entole
Q uis tello
S . B enedetto
Po
S an G iac omo
d/ S eg nate
Villa P oma
T otale
6 C omuni
T otale
P rovinc ia
n
%
n
%
n
%
n
%
n
%
n
%
n
%
n
%
proprietà
279
82,8
348
68,8
1.652
73,1
2.128
75,7
478
73,1
551
70,5
5.436
74,0
102.486
70,2
affitto
40
11,9
103
20,4
382
16,9
423
15,1
98
15,0
151
19,3
1.197
16,3
30.714
21,0
altro titolo
18
5,3
55
10,9
227
10,0
259
9,2
78
11,9
80
10,2
717
9,8
12.774
8,8
totale
337
100,0
506
100,0
2.261
100,0
2.810
100,0
654
100,0
782
100,0
7.350
100,0
145.974
100,0
Con il censimento del 2001 sono stati rilevati anche dati relativi alla dotazione in termini di
impianti di riscaldamento e di fornitura di acqua calda sanitaria; la maggior parte delle abitazioni
censite risulta dotata di impianto fisso di riscaldamento ad uso esclusivo dell’abitazione (dal 70
al 74% nei vari comuni, tranne Pieve di Coriano che raggiunge l’88%); esiste ancora una quota
di abitazioni (dal 9 al 16%) in cui il riscaldamento è affidato a impianti fissi che riscaldano solo
parti dell’abitazione, molto più ridotta risulta invece la presenza di impianti centralizzati ad uso di
più abitazioni (3-4% con punte del 6 e 8% a Quistello e Quingentole).
La maggior parte degli impianti (con proporzioni variabili tra il 67 e l’80%) risulta alimentata con
gas metano, ma è comunque presente una parte abbastanza consistente di abitazioni che
utilizza la legna come fonte di riscaldamento (con variazioni comprese tra l’8% a Quistello e il
14% di Pieve di Coriano).
4.1.2 L’attività edilizia
I dati sull’attività edilizia relativa ai fabbricati residenziali di nuova costruzione sono rilevati
tramite le schede ISTAT che vengono consegnate ai comuni al momento della richiesta di
permesso di costruire; tali registrazioni sono state reperite per tutti i comuni per gli anni
compresi tra il 1990 e il 2002; per Villa Poma e Pieve di Coriano è stato anche fornito
l’aggiornamento al 2008.
L’attività edilizia che emerge da tali registrazioni risulta molto contenuta nei comuni più piccoli,
ove la media annua delle nuove abitazioni costruite dal 1990 al 2002 varia dall’1,4 di San
Giacomo delle Segnate alle 3,8 abitazioni/anno di Villa Poma, con un volume medio che non
supera i 2.000 mc/anno.
Diversa risulta la situazione dei comuni più grandi nei quali l’attività edilizia ha una maggiore
consistenza, pur rimanendo entro livelli molto contenuti: a San Benedetto Po, negli anni
considerati risultano realizzate in media 16,6 abitazioni all’anno con una volumetria media di
9.722 mc/anno; a Quistello il numero di abitazioni realizzato è superiore (20 abitazioni/anno),
ma il volume medio è più ridotto (8.619 mc/anno).
4.1.3 Stima dei fabbisogni futuri
Considerando il numero di alloggi occupati in rapporto alle famiglie residenti, non emerge la
presenza di fabbisogni abitativi pregressi; il patrimonio abitativo oggi presente soddisfa in
pratica le esigenze della popolazione residente, anche in termini di qualità e dotazione di
servizi.
Il fisiologico aumento del numero delle famiglie residenti, che negli ultimi dieci anni sono
incrementate di 528 unità, comporta comunque un fabbisogno insorgente di nuove abitazioni,
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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parte delle quali dovrebbe derivare da interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente;
tale ipostesi trova conferma nei dati sull’attività edilizia illustrati al punto precedente.
La proiezione lineare dei dati sull’attività edilizia sopra riportati, per i 5 anni di validità del
Documento di Piano, porta a un dimensionamento del fabbisogno abitativo di circa 50.000 mc
per ciascuno dei comuni più grandi (Quistello e San Benedetto) e di 10.000 mc per quelli più
piccoli (Quingentole, Pieve di Coriano, San Giacomo delle Segnate e Villa Poma).
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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4.2 Il settore produttivo
Ciascun comune si è dotato nel tempo di specifiche aree per insediamenti produttivi, poste ai
margini degli abitati, lungo le principali arterie di traffico.
Lo sviluppo di queste aree risulta diverso, rapportandosi in genere con le dimensioni del
comune: infatti San Benedetto e Quistello dispongono di insediamenti produttivi più consistenti
e abbastanza diversificati; nei comuni più piccoli le attività produttive presenti sono in genere di
tipo artigianale.
Fa eccezione il comune di Villa Poma ove, grazie alla presenza di infrastrutture viabilistiche di
interesse nazionale e anche per la vicinanza con il polo di Poggio Rusco, si è insediato un
grosso impianto Saint Gobain per la lavorazione del vetro e un'altra industria per il recupero dei
materiali vetrosi.
L’estensione delle zone produttive urbanizzate e insediate è pari a 1.220.513 mq, e tutti i
comuni dispongono di nuove aree, ancora libere per l’80-100%, per un totale di ulteriori
1.068.991 mq.
4.3 Il sistema dei servizi
4.3.1 Servizi di interesse generale
Tutti i comuni godono di una buona disponibilità di aree e attrezzature destinate all’uso
pubblico, che rapportate alla popolazione residente portano a una dotazione pro capite di gran
lunga superiore agli standard minimi di legge.
In quasi tutti i comuni sono presenti attrezzature di livello sovralocale, per le quali il bacino di
influenza si estende oltre i confini comunali, quali ad esempio:
l’ospedale e la discarica a Pieve di Coriano;
la casa di riposo a Quistello e San Benedetto Po;
le scuole medie a Quistello, San Benedetto e San Giacomo delle Segnate;
la caserma dei carabinieri ancora a Quistello, San Benedetto e San Giacomo.
Esistono poi attrezzature culturali, quali il museo Polironiano a San Benedetto e il museo Gorni
a Nuvolato, che hanno rilevanza sovracomunale; tra queste può essere annoverata anche
l’area per spettacoli viaggianti di Villa Poma.
In tutti i comuni sono presenti il municipio, biblioteche, sale civiche, attrezzature religiose con
chiese e centri parrocchiali distribuiti anche nelle frazioni minori.
Anche la dotazione di parcheggi risulta soddisfacente rispetto alle esigenze locali, sia in termini
quantitativi che di localizzazione.
4.3.2 Servizi per l’istruzione
Il sistema scolastico ha una diffusione molto capillare, con:
asili nido a Pieve di Coriano, Quistello e San Benedetto Po;
scuole materne ed elementari presenti in tutti i comuni;
scuole medie a Quistello, San Benedetto e San Giacomo.
L’affluenza scolastica è proporzionata alle dimensioni demografiche dei singoli comuni:
gli iscritti alle scuole dell’infanzia (v.Tab18) nei comuni di Pieve, Quingentole e San
Giacomo (28 unità per l’anno scolastico 2004/2005) giustificano la presenza di una
sezione, mentre Villa Poma, con 46 iscritti ne ha 2; a Quistello (con 142 iscritti) c’è
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un’unica scuola materna con 5 sezioni, mentre a San Benedetto le scuole
dell’infanzia sono due, ciascuna con tre sezioni (81 e 75 iscritti);
per quanto riguarda le scuole elementari (v.Tab.19) la meno frequentata risulta
quella di Pieve, con soli 31 iscritti, sempre per l’anno scolastico 2004/2005, ripartiti
su tutte le 5 classi; a Quingentole gli iscritti totali risultano essere 47, a San Giacomo
64 u a Villa Poma 68; non presentano problemi San Benedetto con 263 iscritti
ripartiti in 13 classi e Quistello con 200 alunni e 10 classi;
le scuole medie (v. Tab.20) registrano un’affluenza di 66 alunni a San Giacomo (3
classi), 124 a Quistello (6 classi) e 157 a San Benedetto (7 classi).
TAB 18 - SCUOLE DELL'INFANZIA - ALUNNI ISCRITTI ANNO SCOLASTICO 2004/2005
classi/sezioni
M
F
totale
A.S.
2003/04
totale
iscritti
disabili stranieri trasportati
PIEVE DI CORIANO
"M. Teresa di Calcutta"
A
12
16
28
0
9
0
20
QUINGENTOLE
Piazza Italia
I
18
10
28
0
11
2
22
I
II
III
IV
V
Totale
20
13
19
16
14
82
8
14
9
14
15
60
28
27
28
30
29
142
0
0
0
0
1
1
4
4
10
5
3
26
3
2
5
5
7
22
29
28
26
27
28
138
A
B
C
Totale
15
16
15
46
13
12
10
35
28
28
25
81
0
0
0
0
3
6
2
11
3
7
4
14
25
28
26
79
A
B
C
Totale
15
10
13
38
13
13
11
37
28
23
24
75
0
1
0
1
4
6
4
14
4
4
6
14
25
28
53
I
17
11
28
0
4
7
25
I
II
Totale
13
13
26
10
10
20
23
23
46
0
0
0
4
2
6
0
0
0
24
22
46
QUISTELLO
Via Oberdan, 40
SAN BENEDETTO PO
"Il Girotondo"
Via Dugoni,28
"G. Garibaldi"
Via G. D'Annunzio, 20
SAN GIACOMO D.S.
Via Ferrari, 35
VILLA POMA
Via Marconi, 7
TAB 19 - SCUOLE ELEMENTARI - ALUNNI ISCRITTI ANNO SCOLASTICO 2004/2005
classi/sezioni
Data 16/07/2010
n° classi
M
F
TOTALE
disabili
stranieri
tra sportati
PIEVE DI CORIANO
"G.Pascoli"
Via A. Gramsci, 29
I
II
III
IV
V
Totale
1
1
1
1
1
5
2
4
2
2
1
11
1
5
5
1
8
20
3
9
7
3
9
31
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
2
3
0
0
0
0
0
0
QUINGENTOLE
Piazza Italia, 23
I
II
III
IV
V
Totale
1
1
1
1
1
5
5
6
5
6
8
30
2
8
2
5
0
17
7
14
7
11
8
47
0
0
0
1
1
2
3
4
2
4
2
15
2
3
1
1
0
7
QUISTELLO
"E. De Amicis"
Via Allende, 5
I
II
III
IV
V
Totale
2
2
2
2
2
10
16
27
21
17
19
100
21
18
23
22
16
100
37
45
44
39
35
200
0
1
1
1
1
4
7
6
3
5
4
25
15
14
16
13
8
66
S. BENEDETTO
"Arcobaleno"
Via A. Bertazzoni, 3
I
II
III
IV
V
Totale
2
3
3
2
3
13
23
28
30
28
31
140
23
27
28
17
28
123
46
55
58
45
59
263
1
1
2
3
3
10
13
11
11
9
11
55
10
9
14
15
18
66
S.GIACOMO D. S.
"D. Alighieri"
Via U. Roncada, 53
I
II
II
IV
V
Totale
1
1
1
1
1
5
7
8
8
7
11
41
4
3
4
5
7
23
11
11
12
12
18
64
0
0
0
1
0
1
3
3
2
4
4
16
2
4
5
5
4
20
VILLA POMA
Via Arvati, 1
I
II
III
IV
V
Totale
1
1
1
1
1
5
9
4
8
1
8
30
9
7
8
6
8
38
18
11
16
7
16
68
1
0
0
0
0
1
3
1
1
1
2
8
6
8
6
1
9
30
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TAB.20 - SCUOLE MEDIE INFERIORI - ALUNNI ISCRITTI ALL'ANNO SCOLASTICO 2004/2005
classi/sezioni
n° classi
M
F
TOTALE ripetenti disabili str anieri trasportati
QUISTELLO
"M. di Belfiore"
Via Allende, 7
I
II
III
Totale
2
2
2
6
25
25
20
70
18
12
24
54
43
37
44
124
0
0
0
0
2
3
0
5
6
5
6
17
17
8
17
42
S. BENEDETTO PO
"Ferri"
Via M. Bertazzoni, 5
I
II
III
Totale
3
2
2
7
32
27
32
91
25
27
14
66
57
54
46
157
2
2
0
4
4
0
1
5
12
4
8
24
15
16
20
51
S. GIACOMO D/S
"E. Fermi"
Via della Pace, 7
I
II
III
Totale
1
1
1
3
8
11
13
32
12
11
11
34
20
22
24
66
1
1
0
2
0
1
0
1
4
1
4
9
13
6
12
31
In tutte le scuole sono inseriti alunni stranieri; tale presenza risulta particolarmente significativa
a Quingentole, ove la componente straniera rappresenta il 39% degli iscritti alla scuola materna
e il 32% degli alunni della scuola elementare; da segnalare anche la materna di Pieve, con il
32% di alunni stranieri.
A San Benedetto Po è inoltre presente l’Istituto professionale “San Giovanni Bosco” per
agricoltura, ambiente, servizi sociali, industria e artigianato (gli iscritti nell’anno scolastico
2004/2005 risultano 113 distribuiti in 6 classi); altri istituti superiori di riferimento, cui possono
indirizzarsi gli studenti residenti nei sei comuni, sono localizzati a Suzzara, Gonzaga e Ostiglia;.
TAB.21 - ISTITUTI SUPERIORI - ALUNNI ISCRITTI ALL'ANNO SCOLASTICO 2004/2005
S. BENEDETTO
"San Giovanni Bosco"
Istituto professionale per
agricoltura, ambiente,
servizi sociali , industria
artigianato
I
II
III
IV
V
Totale
1
2
1
1
1
6
20
30
15
16
11
92
6
6
3
2
4
21
26
36
18
18
15
113
3
1
0
0
3
7
5
3
6
3
3
20
4
3
1
1
0
9
20
30
12
15
12
89
In tutti i comuni, tranne Pieve, sono stati attivati servizi di scuolabus, utilizzati da un buon
numero di studenti per tutti i tipi di scuola.
4.3.3 Sistema del verde e attrezzature sportive
Tutti i comuni sono dotati di campi sportivi attrezzati con aree di pertinenza di superficie
superiore ai 10.000 mq; oltre a questi, si rileva a Quistello la presenza di un centro sportivo
polivalente, mentre a San Benedetto è attiva la piscina comunale.
Pieve di Coriano dispone di un palazzetto dello sport, mentre altri comuni usufruiscono delle
palestre di pertinenza delle scuole per attività sportive extra scolastiche; a Quistello è stato
attivato anche un impianto di tiro a volo di proprietà privata, ma convenzionato con il comune.
Aree verdi attrezzate a giardino pubblico sono presenti in prossimità delle piazze storiche
cittadine o all’interno delle zone residenziali di espansione più recente; San Giacomo delle
Segnate dispone anche di una zona verde ubicata all’interno di un ambito di tipo produttivo.
Alle aree verdi attrezzate interne ai centri abitati si affiancano poi, in campagna, zone
naturalistiche già dotate di particolari vincoli, usufruibili per attività turistico –ambientali, quali il
PLIS delle Golene del Secchia, o le ZPS lungo il Po, con attracchi fluviali a San Benedetto e
Pieve di Coriano e in previsione anche a Quingentole.
4.3.4 Valutazioni complessive
In termini quantitativi, la dotazione complessiva di aree destinate all’uso pubblico risulta in
media pari a 68,34 mq per abitante, considerando la grande quantità apportata dal comune di
Pieve di Coriano con l’area dell’ospedale e della discarica; il dato è alto, ma anche se si
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File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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computa ogni singolo comune il dato minore è quello di San Giacomo, di 35mq/ab, comunque
più alto del valore secondo la norma di 26,5mq/ab.
Oltre a queste aree già disponibili, gli strumenti urbanistici vigenti ne individuano altre che
potranno essere cedute nell’ipotesi di attuazione dei piani di lottizzazione previsti.
Anche a livello qualitativo si può comunque affermare che sono presenti tutti i servizi essenziali
in grado di soddisfare diversi tipi di esigenze di tipo sociale, culturale, sportivo e aggregativo;
questo può essere considerato un punto di forza significativo per il permanere della popolazione
residente e per attrarre eventualmente nuovi residenti.
4.4 Gli insediamenti commerciali
In tutto il territorio non sono presenti centri commerciali o grandi strutture di vendita; medie
superfici di vendita, sia di tipo alimentare che non alimentare, sono presenti nei centri maggiori,
ove esistono le condizioni per garantire un discreto bacino di utenza.
La struttura commerciale di questa zona del mantovano si basa ancora sulla diffusione di
esercizi di piccole dimensioni: quasi tutti i centri abitati dispongono infatti di esercizi di vicinato
in grado di soddisfare le esigenze primarie della popolazione locale, anche se nei centri minori
alcuni negozi sono stati costretti a chiudere e i residenti devono spostarsi nei centri maggiori
per i loro acquisti.
4.5 Gli insediamenti rurali
La campagna risulta ancora molto popolata, anche se il numero dei residenti nelle zone rurali è
notevolmente diminuito; percorrendo le strade che collegano i diversi centri abitati si rileva la
presenza di un’edificazione diffusa, caratterizzata da tipologie di carattere tradizionale: si tratta
in genere di corti aperte, sviluppate intorno ad un edificio residenziale principale, spesso di
pianta quadrata, con la facciata principale rivolta a sud; gli altri edifici si sviluppano intorno
all’aia centrale con le tradizionali barchesse, le stalle e le altre attrezzature di deposito; vi è pure
un discreto numero di “loghini”, caratterizzati dalla presenza di stalla/barchessa costruite in
linea con l’edificio residenziale.
Lungo le strade secondarie è possibile rilevare anche la presenza di edifici rurali abbandonati
ma, rispetto ad altre zone del mantovano, si può affermare che il fenomeno dell’abbandono
risulta poco frequente; sussiste comunque per molti fabbricati il problema della manutenzione:
non sempre le condizioni statiche e delle finiture interne ed esterne in generale sono delle
migliori; questo vale soprattutto per le corti di maggiore pregio storico-ambientale, presenti
praticamente in tutti i comuni analizzati: gli interventi di restauro necessari per questo tipo di
costruzioni risulta particolarmente gravoso e, in assenza di adeguati sussidi con cui finanziare
le necessarie opere di recupero, tale patrimonio edilizio subisce le ingiurie del tempo e va
incontro a un progressivo degrado.
Va inoltre ricordato che questa zona dell’Oltrepo mantovano è caratterizzata dalla produzione
del “Parmigiano Reggiano”; per questo sono molto diffusi gli allevamenti di bovini da latte, che
riforniscono i numerosi caseifici presenti in diverse parti del territorio; essendo legati alla stessa
filiera produttiva, si rileva una consistente presenza di allevamenti intensivi di suini, diffusi in tutti
i comuni e particolarmente concentrati nel territorio di San Giacomo delle Segnate.
La presenza di tali attività che, pur rimanendo legate alla produzione agricola, necessitano di
una concentrazione di nuove costruzioni, spesso realizzate con prefabbricati di tipo industriale,
è venuta progressivamente ad incidere negativamente sulle caratteristiche paesaggistiche e
ambientali del territorio rurale; a ciò si aggiunga che alcuni di questi insediamenti non hanno
potuto competere con la concorrenza del mercato e sono stati abbandonati.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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5 LA PIANIFICAZIONE IN ATTO
Tutti i comuni sono dotati, a livello di pianificazione urbanistica, di Piano Regolatore Generale
aggiornato in data abbastanza recente.
Le previsioni degli strumenti urbanistici generali hanno contenuti abbastanza analoghi per i
diversi comuni; in funzione del contesto locale alcuni PRG hanno maggiormente approfondito
alcuni temi specifici, come ad esempio Quistello, che ha realizzato una schedatura di tutte le
corti agricole.
Particolarmente sviluppati, grazie ad un’azione coordinata a partire dall’esperienza di Agenda
21, sono stati i temi relativi all’ambiente e al paesaggio, dando origine a linee guida e
orientamenti condivisi, ai quali sarà necessario fare riferimento nella messa a punto dei singoli
PGT.
Per ciascun comune sono state prese in considerazione le previsioni dello strumento
urbanistico generale attualmente in vigore; sono state valutate in particolare le previsioni di
espansione, sia per ambiti residenziali, che produttivi o terziario –commerciali, al fine di valutare
la capacità insediativa residua e arrivare a un dimensionamento complessivo dell’offerta
insediativa dei nuovi PGT.
5.1 Il PRG di Pieve di Coriano
Lo strumento urbanistico vigente risale al marzo 2004; in seguito, nel 2006, è stata approvata
una variante a procedura semplificata che contemplava modifiche all’azzonamento e
adeguamento e precisazioni alla normativa vigente. La variante non ha in alcun modo interferito
con l’impostazione generale del Piano.
5.1.1 Il sistema insediativo
Il tessuto edificato è principalmente concentrato nel centro abitato di Pieve, a meno di qualche
piccolo nucleo ubicato in aperta campagna. Il centro risulta essere privo di un vero e proprio
nucleo storico definibile come zona “A”, ma presenta una zona “B0” che contraddistingue quelle
zone edificate “che hanno conservato la struttura urbanistica dell’insediamento originario”.
Il centro abitato è occupato principalmente da zone “B1” e “B2”, ma vede anche la presenza di
8 piani attuativi residenziali ( zone C1 e C2) in parte completati, in parte in attuazione, in parte
solo previsti da PRG ma mai attuati.
Gli ambiti produttivi sono principalmente concentrati in due zone distinte: una a ovest del centro
abitato, confinante con il Comune di Quingentole e una a sud est del centro abitato e a sud
dell’Ospedale. Entrambi gli ambiti vedono prevalere la presenza di zone “D2 – per attività
produttive commerciali e di servizio all’industria”.
La zona ovest ospita un impianto per il trattamento rifiuti (impianto di compostaggio).
Sono cartograficamente individuati 4 piani attuativi di cui due completati, uno in attuazione e
uno previsto nel PRG ma mai adottato.
5.1.2 I servizi
I servizi esistenti comprendono la sede municipale, le scuole materna ed elementare, il campo
sportivo con il palazzetto dello sport, le attrezzature religiose con la pieve matildica e le opere
parrocchiali, la biblioteca con ambulatorio medico, tutti concentrati nel nucleo centrale
dell’abitato di Pieve; vi è anche un asilo nido ubicato in una zona di espansione più recente,
mentre nuovi parcheggi sono stati attrezzati nelle aree residenziali di espansione.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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Lungo il Po è inoltre presente un attracco fluviale, realizzato su area demaniale, raggiungibile
dalla strada d’argine e dotato di verde attrezzato.
Da segnalare la presenza dell’Ospedale, identificato ovviamente come servizio di carattere
sovracomunale, posto a est dell’abitato e la centrale di compostaggio, ubicata a ovest quasi al
confine con Quingentole.
5.1.3 Il sistema del paesaggio e vincoli
Tutta la zona nord del territorio comunale è fortemente caratterizzata dalla presenza del Po.
Tutte le aree di sponda ed in alveo del fiume, individuate dal PRG come zona “E3” di tutela
ambientale e paesistica, sono interessate da vegetazione naturale da conservare, o in stato di
degrado con possibilità di evoluzione verso un equilibrio tra vegetazione e condizioni
ambientali.
Tutta l’area golenale rientra nella ZPS di “Viadana, Portiolo, San Benedetto Po” e parte della
stessa rientra nel PLIS che chiameremo “PLIS di Ostiglia”
La zona sud del territorio è invece caratterizzata dall’attraversamento da ovest a est del “Canale
Emissario del Consorzio di Bonifica dell’Agro Mantovano Reggiano”, con vincolo ex Galasso.
Il PRG non fornisce indicazioni riguardo a eventuali edifici vincolati ma il PTCP individua 6
edifici con vincolo monumentale ( ex 1089/39) e una cascina con vincolo paesaggistico (ex
1497).
5.2 Il PRG di Quingentole
Per il PRG di Quingentole l’ultima variante è del 2007 e a questa si è fatto riferimento per
l’analisi dello stato di attuazione.
5.2.1 Il sistema insediativo
Il centro abitato di Quingentole ha origini storiche, confermate dal PRG che individua zone A1 di
centro storico intorno alla grande piazza Italia e lungo gli assi di via Roma, via Mazzini, via
Cavour e via Alberini; l’impianto viario su assi ortogonali dell’abitato era già leggibile nella carta
IGM del 1889; l’abitato ha conservato tale impianto basato su isolati molto ampi che risultano
edificati ai margini, lungo le strade, e conservano ampie aree verdi inedificate al centro.
In prosecuzione con queste sono poi individuate zone B1, sature o di completamento
caratterizzate da edilizia residenziale priva di caratteri storici; il PRG individua inoltre alcune
zone “C” di espansione residenziale, quali il PL1, a nord-ovest dell’abitato, che, non essendo
stato attuato viene individuato come ambito di espansione dal DdP e il PL2, che il PRG ha
individuato come completamento del nucleo insediativo, sviluppatosi a est dell’abitato storico e
che è attualmente in fase di realizzazione.
Sono previsti anche due ambiti PEEP, il primo collocato a nord-est del nucleo storico e
completamente attuato, il secondo previsto a ridosso del PL2, mai attuato e non confermato dal
DdP.
Il PRG individua inoltre due distinti ambiti di espansione per insediamenti produttivi: il PL3, di
cui è partito un primo stralcio, mentre il secondo stralcio viene recepito dal DdP e il PL4 ora in
fase di attuazione.
5.2.2 I servizi
Il PRG conferma la localizzazione dei servizi esistenti quali: le attrezzature scolastiche con
scuola elementare e materna, le attrezzature sportive (campo di calcio, palestra, campi da
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tennis), le attrezzature di interesse comune (municipio, sala civica) e quelle di carattere
religioso e le aree di verde attrezzato.
Gran parte di tali servizi si concentra nella zona centrale dell’abitato di Quingentole, a ridosso
della sede municipale; altri piccoli spazi di verde attrezzato sono stati individuati all’interno del
PEEP 1.
Non si segnala nel PRG la presenza di aree per servizi in previsione.
5.2.3 Il sistema del paesaggio e vincoli
Tutta la zona nord del territorio comunale è fortemente caratterizzata dalla presenza del Po.
Il PRG individua, sottoponendole ad apposita normativa, zone “PN” a parco naturale,
corrispondenti alle aree golenali del Po e zone vincolate al rispetto fluviale; una piccola parte
dell’area intorno all’isola del Po rientra anche nella ZPS di “Viadana, Portiolo, San Benedetto
Po”.
Il PRG individua inoltre la zona del centro storico, intorno al nucleo centrale dell’abitato,
fornendo indicazioni sui tipi di intervento da prevedere per i singoli edifici, in funzione delle
specifiche caratteristiche; viene individuata anche una zona soggetta a piani di recupero.
Vengono inoltre appositamente individuati gli edifici e i complessi isolati, presenti nelle zone
rurali, con valore storico, artistico, monumentale e/o ambientale.
Si segnala infine una consistente presenza di zone di interesse archeologico, il cui elenco è
riportato anche nelle NTA del PRG.
5.3 Il PRG di Quistello
Il Piano Regolatore Generale Comunale nella sua stesura originale risale al 1987.
Successivamente sono state apportate una serie di varianti parziali, fino ad arrivare alla
variante generale del 2004, che costituisce lo strumento urbanistico oggi vigente; in seguito, nel
2006, è stata approvata una variante a procedura semplificata che contemplava modifiche
all’azzonamento e adeguamento e precisazioni alla normativa vigente. La variante non ha in
alcun modo interferito con l’impostazione generale del Piano.
5.3.1 Il sistema insediativo
Quistello conserva un nucleo storico (zone A e A1) di modeste dimensioni, e prevede due piani
di recupero puntualmente normati dalle NTA vigenti.
Il centro abitato è occupato da zone residenziali edificate “B1”, caratterizzate dalla
sedimentazione della prima espansione edificatoria comunale dagli anni '20 agli anni '50,
contenente sia edifici di pregio segnalati dalla apposita schedatura sia edifici di minore rilevanza
che tuttavia contribuiscono a conferire alla zona caratteri stilistici ricorrenti e una certa
omogeneità di tessuto urbanistico, e da zone residenziali di completamento “B2” edificate in
epoca più recente con densità edilizie più estensive.
Sempre nel centro abitato di Quistello sono presenti numerosi piani attuativi, di cui almeno due
risultano quasi conclusi (uno nella zona nord e l’altro a sud ovest); un terzo, posto anch’esso a
nord, è in fase di realizzazione e 6 piani individuati nel PRG ma mai adottati, tra cui il PEEP.
Il PRG vigente inoltre individua una serie di aree di espansione residenziale da assoggettare a
P.L. nelle varie frazioni, ma tali piani non sono mai stati adottati e rimangono quindi una pura
indicazione di PRG.
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Gli ambiti produttivi principali sono concentrati a sud e ad est di Quistello e vedono entrambi la
prevalenza di zone “D1” artigianali – industriali edificate e di completamento e l’individuazione di
alcuni PL (zone “D2” artigianali – industriali di espansione) anche di dimensioni importanti,
alcuni in corso di realizzazione e altri solo previsti nel PRG ma mai adottati.
Dislocati un po’ su tutto il territorio comunale, ma principalmente nella zona sud, troviamo
attività artigianali-industriali-commerciali poste in zona agricola (denominate zone “SD4”).
All’interno del centro abitato di Quistello, localizzati a sud dello stesso si trovano due zone “D3”
artigianali – commerciali – direzionali soggette a PL in fase di realizzazione, mentre un terzo
ambito, di dimensioni consistenti, è individuato dal PRG in zona sud-ovest, ma ad oggi non
risulta adottato.
5.3.2 I servizi
Il Comune di Quistello è dotato di Piano dei Servizi dal 2004. Il documento dimostra che la
dotazione dei servizi pubblici esistenti alla data di approvazione soddisfa il dato generale di
dotazione minima pro capite di 26,50 mq/ab anche nei confronti della capacità insediativa
teorica prevista dal PRG.
Il centro abitato di Quistello vede la presenza di alcuni servizi importanti come la sede ASL, il
Parco Fiera, un Centro Culturale Polivalente, Caserma dei Carabinieri e Casa di Riposo. I
servizi per l’istruzione sono costituiti da: asilo nido, scuola materna e plesso scolastico con
elementari e medie adiacente al grande centro sportivo e ricreativo.
Altri servizi di livello locale (principalmente verde e parcheggi) risultano dislocati nei centri
abitati del capoluogo e delle frazioni.
Nella frazione di Nuvolato si segnala inoltre la presenza della ex scuola elementare, in parte
sede di comunità alloggio per minori e in parte sede di museo permanente; è inoltre presente
un campo da calcio attrezzato.
I servizi sopra elencati, sempre con riferimento al Piano dei Servizi del 2004, presentano una
serie di problematiche di seguito riportate:
• carenza di utilizzo dell'edificio dell’ASL;
• carenza di utilizzazione del centro civico culturale;
• necessità di ampliamento della scuola materna;
• necessità di adeguamento tecnologico e ristrutturazione per la Casa di riposo;
• necessità di eliminazione della copertura in fibrocemento plesso scolastico;
• necessità di interventi per potenziamento servizi ed impianti nel centro sportivo
polivalente;
• necessità di intervento di restauro dell'ex scuola elementare.
Il Piano dei servizi vigente individua inoltre due ampie zone verdi di progetto lungo il canale
Sabbioncello, di cui una in fase di acquisizione da parte del Comune nell’ambito dell’attuazione
di un PL e l’altra da acquisire direttamente.
5.3.3 Il sistema del paesaggio e vincoli
Tutta la zona ovest del territorio comunale è fortemente caratterizzata dalla presenza del fiume
Secchia; tale zona rientra nel perimetro del PLIS “Parco delle Golene del Secchia”.
Tutto il territorio è interessato dalla presenza di una fitta rete di canali a servizio dell’agricoltura;
tra questi risultano vincolati ai sensi della ex Galasso il “Dugale Fossalta”, di matrice storica, e il
canale di bonifica Sabbioncello che confluisce nel Po oltre a un tratto del Canale della Bonifica
Mantovana.
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Il PRG individua alcuni edifici (confermati dal PTCP) sottoposti a vincolo monumentale ( ex
1089/39), principalmente localizzati a Quistello. Risultano inoltre dislocate nella zona nord del
territorio comunale alcune zone di interesse archeologico.
Per quanto riguarda gli ambiti agricoli, il PRG li suddivide, in modo molto articolato, in 8 zone
differenti; tra queste si sottolineano le zone “E4” di tutela di paesaggi di elevato pregio storico
che comprendono aree utilizzate a scopi agricoli, corrispondenti ad antichi percorsi fluviali
identificabili in antichi dossi ad andamento sinuoso.
Da segnalare inoltre la zona “E5” che individua le aree prossime al corso attuale del Fiume
Secchia destinate ad usi agricoli estensivi, la zona “E6” che comprende aree i cui suoli
presentano caratteristiche che influiscono sulla loro suscettibilità specifica a farsi attraversare
da inquinanti provenienti dalla superficie, che possono dunque essere veicolati nella prima falda
acquifera. In queste aree, localizzate principalmente nella zona centrale del territorio comunale,
allo scopo di realizzare la maggior protezione di tutte le acque dall’inquinamento di nitrati, in
ottemperanza a quanto previsto dalla Direttiva Comunitaria n. 91/676, è obbligatoria
l’applicazione del CBPA (Codice di Buona pratica Agricola – DM 19/4/99) che consentirà una
riduzione dell’impatto ambientale derivante dell’attività agricola, attraverso una più attenta
gestione del bilancio dell’azoto.
Le zone “E7” (a carattere puntuale) individuano invece alcuni corpi d’acqua naturali (bugni) e
zone boschive di pregio naturalistico presenti nel territorio comunale.
5.3.4 Il sistema infrastrutturale
Il PRG individua il tracciato di progetto della “PO-PE” (Poggio Rusco - Pegognaga) a sud del
centro abitato di Quistello.
5.4 Il PRG di San Benedetto Po
Lo strumento urbanistico vigente risale 1984; in seguito sono state apportate numerose varianti.
L’ultima risale al giugno del 2005.
5.4.1 Il sistema insediativo
San Benedetto conserva il nucleo storico (zone A1) fortemente contraddistinto dalla presenza
del “Monastero Polironiano”. Individua inoltre le zone “A2” che comprendono insediamenti di
interesse storico, artistico o naturale, al di fuori del centro storico di San Benedetto.
Il centro abitato è occupato principalmente da zone “B2” di completamento prevalentemente
edificate dopo il 1945 e da zone “B1” residenziali prevalentemente edificate prima del 1945. Il
PRG individua inoltre alcune zone “B3” interessate da piani esecutivi approvati e in corso di
attuazione.
Le frazioni risultano quasi sempre contraddistinte da zone “B1” sviluppatesi lungo i percorsi
stradali.
Il PRG vigente registra inoltre 7 ambiti di espansione residenziale (zone “C”) sottoposti a piano
attuativo, principalmente localizzati nel centro abitato di San Benedetto, a meno di uno
individuato nella frazione di Portiolo. Di questi 2 possono considerarsi conclusi, 2 sono in fase di
attuazione e i rimanenti 3 non sono mai stati adottati.
L’ambito produttivo principale si sviluppa a nord di San Benedetto e collega San Benedetto con
Gorgo e Bardelle; tende poi ad estendersi ulteriormente a nord verso il Po, dove è presente una
importante zona di stoccaggio e lavorazione inerti. Altre zone produttive di modeste dimensioni
sono localizzate in aperta campagna o a ridosso delle frazioni.
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Il PRG individua 5 piani di lottizzazione di cui uno di iniziativa privata; due ambiti possono
considerarsi conclusi (di cui uno è il PIP), due sono ad oggi in fase di attuazione e uno non
risulta essere stato adottato.
Sono presenti numerosi allevamenti intensivi, in genere legati all’attività casearia.
5.4.2 I servizi
Il Piano dei Servizi (approvato nel marzo 2001) registra una dotazione complessiva di aree
standard superiore al fabbisogno.
Le aree standard sono prevalentemente concentrate nel capoluogo in quattro grossi nuclei
polifunzionali:
•
l’isolato del Monastero di San Benedetto, con le piazze e le aree verdi adiacenti: il
monastero e’ un grande contenitore utilizzato per attività civiche, scolastiche (scuola di
agraria), culturali (museo della civiltà contadina, ecc.);
•
una consistente area centrale comprendente tutte le scuole comunali dell’obbligo, la
piscina coperta, ed un’ampia area sistemata a verde;
•
il centro sportivo in via Ronchetti, per ora limitato ad un campo di calcio, ma che nelle
intenzioni della Amministrazione Comunale dovrebbe essere ampliato e integrato con altri
impianti sportivi
•
la Casa di Riposo con l’area adiacente comprendente anche un gruppo di minialloggi per
anziani
Altre aree sparse sono distribuite specialmente nelle zone di recente costruzione; tali aree sono
state ottenute per cessione gratuita nell’ambito di piani di lottizzazione.
Nelle frazioni le aree pubbliche si limitano al campo sportivo ed alla chiesa con servizi
parrocchiali; gli edifici scolatici delle frazioni, non più utilizzati, sono stati in genere venduti o
destinati ad altri scopi.
Da segnalare la presenza, sul Po, di una zona per attrezzature portuali e di una zona per
attrezzature turistico ricettive (lido attrezzato).
5.4.3 Il sistema del paesaggio e vincoli
Tutta la zona nord ovest del territorio comunale è fortemente caratterizzata dalla presenza del
Po; le aree di sponda del fiume risultano vincolate e tutelate ai sensi dell’art. 142 del D.Lgs
42/2004. Parte di tale area è stata inoltre individuata come ZPS di “Viadana, Portiolo, San
Benedetto Po”.
La zona est del territorio è invece caratterizzata dal fiume Secchia, che segna il confine con il
Comune di Quistello. Tutta l’area fa parte del PLIS “Parco delle Golene del Secchia”.
La parte sud del territorio è attraversata da due importanti canali di bonifica: canale della
Bonifica Reggiana e canale della Bonifica Mantovana tutelato ai sensi dell’art. 142 del D.Lgs
42/2004.
Il PRG individua numerosi edifici (confermati dal PTCP) sottoposti a vincolo monumentale ( ex
1089/39), principalmente localizzati a San Benedetto e Portiolo.
Risultano inoltre numerose e dislocate su tutto il territorio comunale ( ma in particolare lungo la
strada di collegamento tra San Benedetto e San Siro), le zone di interesse archeologico.
5.4.4 Il sistema infrastrutturale
Le principali vie di comunicazione che attraversano il territorio comunale sono costituite dalla
linea ferroviaria Suzzara-Ferrara, con stazione a San Benedetto, dalle strade statali n. 413
“Romana” da Mantova per Carpi e Modena e n. 469 “Virgiliana” per Ferrara, e dall’Autostrada
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del Brennero, accessibile a Nord dal casello di Mantova Sud, ed a sud dal casello di
Pegognaga.
Il PRG individua due importanti tracciati stradali di progetto: la circonvallazione est di San
Benedetto e parte della “PO.PE” (Poggio Rusco - Pegognaga) a sud del centro abitato di San
Benedetto. Tali previsioni sono riportate anche nel PTCP.
5.5 Il PRG di San Giacomo delle Segnate
Lo strumento urbanistico vigente è stato aggiornato nel 2005 con una Variante generale.
5.5.1 Il sistema insediativo
Il PRG vigente individua il nucleo storico dell’abitato di San Giacomo, suddividendolo in zone
A1, di valore storico-ambientale al cui interno sono inseriti gli edifici vincolati e zone A2 di antica
formazione, caratterizzate da strutture residenziali diversificate, non sempre riconducibili a
valenze architettoniche tipologiche di interesse storico, ma per le quali si è ritenuto opportuno
un coordinamento dell’attività di trasformazione, subordinando gli interventi edilizi
all’individuazione di comparti di intervento con successiva definizione di unità minime di
intervento.
Vengono poi individuate zone B1 di completamento estensivo caratterizzate da edificazione per
corpi singoli con densità edilizie non elevate (1-1,5 mc/mq), zone B2 assoggettate a
convenzione, e una zona B3, soggetta a Piano di Recupero, interessata da un caseificio
dismesso.
Le zone di espansione sono suddivise in C1, interessate da PL operanti, e C2 soggette alla
predisposizione di nuovi piani attuativi, interessanti tre nuovi comparti.
Gli ambiti per insediamenti produttivi sono ubicati a ovest dell’abitato e comprendono:
una zona D1 di completamento, occupata da insediamenti di tipo artigianale
una zona D2, a questa adiacente, anch’essa con destinazione artigianale e soggetta
a piano attuativo
una zona D3 destinata ad insediamenti legati al settore agroalimentare
una zona D4 per attività industriali, inserita con finalità di riqualificazione ambientale
per mitigare l’impatto della vicina industria di prefabbricazione.
Altre aree con destinazione produttiva sono infine individuate in zona agricola e comprendono
aree per attività artigianali slegate dal contesto urbano e quelle connesse con caseifici e
allevamenti intensivi, regolati da norme specifiche.
Sono altresì individuate come zone D7 quelle interessate da attrezzature per la erogazione di
carburante, mentre non si rileva la presenza di zone con destinazione unicamente commerciale.
5.5.2 I servizi
Le aree di uso pubblico sono localizzate nell’abitato di San Giacomo e comprendono, oltre ai
servizi di livello locale quali il municipio, la biblioteca con sala civica, il campo sportivo, la scuola
materna ed elementare, anche attrezzature di livello sovralocale: la scuola media, la caserma
dei carabinieri e il centro culturale “Ca’ di Pom”.
Nel Piano dei Servizi, che costituisce parte integrante della Variante generale, viene verificata la
dotazione di aree esistenti e previste in rapporto alla popolazione presente e a quella
insediabile nelle aree residenziali di espansione; le valutazioni quantitative, nel rispetto dei
parametri indicati dalla L.R. n.51/75, sono integrate da schede di valutazione qualitativa.
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5.5.3 Il sistema del paesaggio e dei vincoli
A differenza di altri comuni del comprensorio, il territorio di San Giacomo delle Segnate non è
interessato dai corsi dei fiumi Po e Secchia; esso risulta invece interamente attraversato dal
Canale Gronda Sud che scorre in direzione Est – Ovest.
Il PRG vigente individua diverse zone con destinazione agricola, in funzione delle caratteristiche
paesaggistico ambientali esistenti e della prossimità dei centri abitati: nelle zone E2, di rispetto
del centro abitato, poste tra questo e le zone produttive, non è ammesso l’insediamento di nuovi
allevamenti; le zone E3, ubicate tra l’abitato e il Canale Gronda sud, hanno maggiore valenza
ecologica; a nord di Malcantone è individuata una zona E4 di elevato valore paesistico,
caratterizzata dalla presenza di elementi vegetali naturali legati alla vecchia fornace e alle
relative cave.
Il restante territorio agricolo è classificato come zona E1 e risulta destinato alla produzione
agricola senza particolari limitazioni.
Sono inoltre individuati gli edifici storici vincolati, tra cui la corte Arrigona, e gli edifici di rilevante
interesse storico – tipologico – ambientale, con indicazione degli interventi ammessi sui
fabbricati e nelle aree di pertinenza; analogamente sono individuati i siti di interesse
archeologico.
5.5.4 Il sistema infrastrutturale
Il territorio di San Giacomo è interessato dal progetto di riqualificazione della “PO-PE”, l’asse di
collegamento Pegognaga – Poggio Rusco, con la realizzazione di un nuovo tracciato che corre
a nord dell’abitato di Malcantone e San Giacomo.
5.6 Il PRG di Villa Poma
Il Piano Regolatore Generale di Villa Poma risale al 1988 ed è stato oggetto di successive
varianti, l’ultima delle quali risale al gennaio 2008.
5.6.1 Il sistema insediativo
Il centro abitato di Villa Poma non è caratterizzato dalla presenza di un vero e proprio centro
storico; di conseguenza il PRG individua come zone A alcuni nuclei agricoli di antica origine,
inserendo in tali ambiti alcune corti agricole di origine storica e il nucleo abitato del Ghisione.
Gli ambiti residenziali consolidati sono suddivisi in zone B1 di completamento con densità
massima di 3 mc/mq, poste lungo la strada statale in prossimità del municipio e zone B2, con
densità massima di 2 mc/mq.
Era stata anche individuata una speciale zona B3, ubicata in posizione centrale rispetto
all’abitato con destinazione turistica per alberghi, attrezzature private sportive ricreative e
culturali; preso atto di un tentativo di insediarvi nuove attrezzature alberghiere avviato negli anni
80 e mai completato, l’amministrazione comunale, con la variante n.6, ha modificato la
destinazione di questa zona, riclassificandola come zona B di completamento, con possibilità di
insediamento di attrezzature commerciali e paracommerciali
Il PRG individua inoltre diverse zone di espansione residenziale a ridosso dell’abitato, alcune
delle quali risultano già urbanizzate.
Le zone destinate agli insediamenti produttivi consolidati sono suddivise in zone artigianali di
completamento e zone riservate alle attività industriali, in corrispondenza con gli insediamenti di
tipo industriale dislocati lungo la statale Abetone Brennero.
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Per quanto riguarda le aree di espansione per insediamenti produttivi il PRG ne prevede diversi
tipi: zone artigianali, zone destinate allo stoccaggio merci, zone destinate ad attività produttive
di trasformazione dei prodotti agricoli.
Per gli insediamenti di tipo terziario è infine stata prevista una zona alberghiera, sempre
collocata in zona Ghisione ai margini della statale.
5.6.2 I servizi
I servizi esistenti comprendono il municipio, la biblioteca con sala riunioni, la scuola elementare
con palestra e sala polivalente, la scuola materna, il centro sportivo, le chiese con le
attrezzature religiose e alcune aree verdi private; rientrano in aree per servizi anche alcuni
alloggi di proprietà pubblica.
Il PRG, a livello di previsioni, garantisce una consistente dotazione di aree per standard
urbanistici, solo in parte effettivamente attrezzate; con il nuovo Piano dei Servizi potrà essere
opportuno verificare se confermare la destinazione pubblica di tutte queste aree, con una
attenta valutazione dei fabbisogni pregressi e futuri.
5.6.3 Il sistema del paesaggio e dei vincoli
Il PRG di Villa Poma non fornisce indicazioni particolari per gli ambiti agricoli: le parti di territorio
non urbanizzate sono generalmente classificate come zone destinate all’attività agricola, tranne
un piccolo ambito (Corte Olianina) riservato ad attività agricola speciale.
Non sono previsti vincoli paesaggistici particolari anche perché, come già precedentemente
evidenziato, il territorio di Villa Poma non risulta interessato dalla presenza di fiumi né di grandi
canali di bonifica; si potrà valutare se, in conformità con quanto già previsto dagli altri comuni,
individuare alcuni ambiti agricoli di rispetto del tessuto insediativo.
5.6.4 Il sistema infrastrutturale
Nelle previsioni di PRG hanno un peso rilevante gli “ambiti di determinazione di intervento di
opere di grande viabilità stradale e ferroviaria”, conseguenti alla presenza delle due linee
ferroviarie Suzzara – Ferrara e Bologna – Verona e della statale Abetone – Brennero che
attraversa da Nord a Sud tutto il territorio comunale.
Per tale strada è previsto un nuovo tracciato, confermato anche dal recente PTCP; a ridosso
della linea ferroviaria, con andamento Nord Sud fino all’abitato di Villa Poma e deviazione verso
Sud-Ovest in prossimità delle zone produttive poste a Sud del capoluogo.
Era previsto anche un nuovo tracciato per il raccordo della Suzzara - Ferrara con la Bologna –
Verona; tale opera non è mai stata realizzata e risulta ormai superata; risulta pertanto
necessario un ripensamento della destinazione delle aree attraversate da questa ipotetica
infrastruttura.
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DATI GENERALI
SULLA CAPACITA’
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INSEDIATIVA RESIDUA DEI
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6
COMUNI
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6 PIANIFICAZIONE E OBIETTIVI DI LIVELLO SOVRALOCALE
La Legge regionale n.12/2005 (Art.2) stabilisce che “il governo del territorio si attua mediante
una pluralità di piani, fra loro coordinati e differenziati, i quali, nel loro insieme, costituiscono la
pianificazione del territorio stesso”; l’articolazione di tali piani varia in funzione del diverso
ambito territoriale di riferimento e del contenuto e funzione svolti da ciascun piano; “i piani
territoriali regionale e provinciale hanno efficacia di orientamento, indirizzo e coordinamento,
fatte salve le previsioni che, ai sensi della presente legge, abbiano efficacia prevalente e
vincolante”.
Per garantire una corretta impostazione del Piano di Governo del Territorio sarà quindi
necessario conoscere i contenuti di orientamento, indirizzo e coordinamento dei piani di livello
sovralocale, ponendo particolare attenzione a alle previsioni “prescrittive” contenute negli stessi;
questo orientamento vale sia per il PGT di un singolo comune sia per il PGT coordinato di 6
comuni.
6.1 IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE
La Regione Lombardia ha messo a punto una proposta di Piano Territoriale Regionale, che è
stata approvata dalla Giunta Regionale con DGR del 16 gennaio 2008, n.6447, dopo incontri
istituzionali di partecipazione e informazione, che hanno coinvolto gli enti locali e altri soggetti
aventi a vario titolo responsabilità di governo del territorio; il PTR è stato definitivamente
approvato dal Consiglio Regionale con deliberazione n.951 del 19/01/2010.
Sulla base delle caratteristiche peculiari dei diversi ambiti regionali, il PTR individua differenti
sistemi territoriali, per ognuno dei quali vengono forniti indirizzi generali di pianificazione,
indicando i punti di forza e di debolezza e gli obiettivi da perseguire con il PTR stesso e con la
successiva pianificazione di dettaglio.
Gli obiettivi per questa zona sono, per il PTR, finalizzati a preservare le caratteristiche del
paesaggio planiziale, con l’obiettivo di evitare ulteriori riduzioni delle coperture vegetali naturali,
che hanno come conseguenza l’impoverimento naturalistico e della biodiversità e promuovere
un maggiore equilibrio tra attività produttiva agricola, qualità dell’ambiente e fruizione antropica.
L’agricoltura e l’allevamento intensivo rappresentano tradizionalmente, in questa zona, fattori di
elevata produttività, tra le maggiori in Europa.
Nel territorio agricolo il PTR si pone quindi l’obiettivo di conservare la capacità produttiva dei
suoli, in termini di qualità, estensione e localizzazione delle aree destinate alla produzione
agricola, che non devono essere considerate come uno spazio di riserva per i futuri sviluppi
urbani, ma come ambiti in cui prevalgono le caratteristiche naturalistiche e ambientali da
salvaguardare come ricchezza non riproducibile.
Gran parte del territorio dei 6 comuni risulta inoltre interessato dal “Sistema Territoriale del Po e
dei Grandi Fiumi”, che si sovrappone parzialmente al sistema della Pianura Irrigua,
estendendosi oltre i confini regionali verso l’Emilia Romagna.
I caratteri originari di questi territori hanno subito consistenti trasformazioni, a partire dalle
grandi deforestazioni ad opera dei Romani, passando per le grandi bonifiche dei monaci dopo il
Mille, che hanno visto in questo ambito l’opera centenaria dei monaci del Monastero del
Polirone a San Benedetto, fino alla consistente riduzione delle coperture naturali vegetali, con
prevalenza di seminativi monoculturali, conseguente alla meccanizzazione dell’agricoltura.
Nel 2005 è stato sottoscritto dall’Autorità di Bacino e dalle 13 Province rivierasche, tra cui
Mantova, il Protocollo d’Intesa per la tutela e la valorizzazione della sicurezza delle popolazioni
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della valle del Po, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di sicurezza, tutelare le fasce fluviali
e la risorsa idrica, incentivare la fruizione delle risorse ambientali e storico-culturali, la
promozione dell’immagine del Po e del turismo fluviale e il sostegno alle attività ecocompatibili e
all’educazione e sensibilizzazione ambientale.
6.2 Il PAI
Un altro piano di livello sovralocale, che deve essere considerato ai fini di una messa a punto
della pianificazione locale, è il Piano di Assetto idraulico e idrogeologico elaborato dall’Autorità
di Bacino del Fiume Po; tale piano, adottato con deliberazione del Comitato Istituzionale n. 18 in
data 26 aprile 2001 in base alla Legge 18 Maggio 1989, n. 183, art. 17, comma 6 ter, classifica
il territorio in tre fasce di tutela:
• Fascia di deflusso della piena (Fascia A), costituita dalla porzione di alveo sede
prevalente del deflusso della corrente per la piena di riferimento;
• Fascia di esondazione (Fascia B), esterna alla precedente, costituita dalla porzione di
territorio interessata da inondazione al verificarsi della piena di riferimento come definita
nell'Allegato 3. Il limite di tale fascia si estende fino al punto in cui le quote naturali del
terreno sono superiori ai livelli idrici corrispondenti alla piena di riferimento, ovvero sino
alle opere idrauliche esistenti o programmate di controllo delle inondazioni (argini o altre
opere di contenimento).
• Area di inondazione per piena catastrofica (Fascia C), costituita dalla porzione di
territorio esterna alla precedente (Fascia B), che può essere interessata da inondazione
al verificarsi di eventi di piena più gravosi di quella di riferimento.
Per quanto riguarda il territorio dei 6 comuni si rileva che tutti gli ambiti ricadenti all’interno degli
argini dei fiumi Po e Secchia rientrano in fascia “A” o “B” del PAI; questo pone grossi limiti alle
possibili trasformazioni; il restante territorio ricade, per tutti i comuni considerati, in fascia “C”;
per questo dovrà essere attentamente verificata la compatibilità delle previsioni di
trasformazione urbanistica con le condizioni di dissesto idraulico e idrogeologico presenti o
potenziali.
6.2.1 Il Parco delle Golene di Secchia
Altri ambiti di particolare attenzione sono quelli ricadenti all’interno del PLIS – Parco delle
Golene del Fiume Secchia, riconosciuto con delibera di Giunta provinciale n.56 del 24/02/2005;
esso si estende su una superficie di 11,43 Kmq, interessando i territori di San Benedetto,
Quistello, Quingentole e Moglia e comprendendo i terreni golenali del tratto terminale del
Secchia, fino alla confluenza con il Po.
Il territorio del PLIS si caratterizza per gli aspetti geomorfologici, dominati dai fitti meandri del
fiume Secchia e per le imponenti opere di bonifica, testimonianza dell’azione di governo delle
acque; esso racchiude sistemi agricoli e ambienti naturali tipici degli ambiti fluviali, collegati da
un diffuso sistema di strade interpoderali, che si irradiano a partire dalle alzaie degli argini
maestri.
6.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE
6.3.1 Premessa
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, ai sensi della L.R. 12/2005, costituisce:
1.
strumento di attuazione della programmazione regionale;
2.
strumento di assetto e tutela del territorio ed atto di indirizzo della programmazione
socioeconomica, ambientale e infrastrutturale provinciale;
3.
piano di valore paesaggistico – ambientale;
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4.
atto di indirizzo e orientamento della pianificazione comunale, garante dei limiti di
sostenibilità individuati.
La Provincia di Mantova ha approvato il nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
con Delibera di Consiglio Provinciale del 8/02/2010, al fine di adeguare quello entrato in vigore
dal 28.11.2002; tale piano determina pertanto, in coerenza con la normativa vigente e con la
programmazione regionale, gli indirizzi per i processi di trasformazione territoriale e di sviluppo
socioeconomico, in modo da garantirne la compatibilità con gli obiettivi di sostenibilità
ambientale, di equità nell’uso delle risorse, di contenimento del consumo di territorio e con i
caratteri pesistico – ambientali del territorio.
Il PTCP ha quindi carattere di flessibilità e processualità ed è suscettibile di successivi
completamenti e integrazioni; alcune delle disposizioni in esso contenute hanno carattere
prescrittivo e riguardano fondamentalmente il paesaggio, la difesa del suolo, le infrastrutture
della mobilità e gli ambiti destinati all’attività agricola di interesse strategico; altre hanno
valore di indirizzo e sono riferite alle finalità e modalità operative da osservare nella
elaborazione dei contenuti dei piani sott’ordinati, settoriali, ecc.
Il PTCP della Provincia di Mantova individua inoltre una serie di obiettivi strategici con i quali
deve confrontarsi la pianificazione locale; le indicazioni cui fare riferimento sono fornite tramite
supporti cartografici (Tavole di piano), ma soprattutto tramite indirizzi normativi.
Le analisi di supporto riportate in cartografia e gli “Indirizzi normativi di piano” del nuovo PTCP
fanno riferimento a quattro sistemi fondamentali; viene qui proposta una sintesi ragionata dei
documenti elaborati, finalizzata a mettere in evidenza i temi, gli argomenti e le indicazioni di più
specifico interesse del territorio considerato.
6.3.2 Gli obiettivi strategici
Gli obiettivi generali che dovranno orientare gli atti e le azioni che incidono sull’assetto del
territorio provinciale sono i seguenti:
1.
Promuovere e rafforzare il sistema territoriale come sistema reticolare e di relazioni
2.
Garantire la qualità dell’abitare e governare il processo di diffusione
3.
Promuovere una mobilità efficiente e sostenibile e garantire un sistema
infrastrutturale intermodale, sicuro ed adeguato
4.
Promuovere la difesa e la valorizzazione degli spazi rurali e delle attività agricole
5.
Attivare politiche per un territorio più vivibile e sicuro
6.
Perseguire la valorizzazione del paesaggio e la costruzione delle reti ecologiche
7.
Valorizzare il sistema turistico e integrare i valori plurali del territorio
8.
Promuovere il sistema economico, valorizzando il legame tra territori e produzioni
9.
Incrementale le occasioni e le capacità di cooperazione, programmazione e
progettazione tra gli enti locali
10.
Garantire l’uso razionale ed l’efficienza distributiva delle risorse energetiche.
6.3.3 I contenuti prescrittivi e di indirizzo
L’apparato normativo del PTCP, seguendo l’impostazione utilizzata per la messa a punto del
quadro conoscitivo, è organizzato per sistemi tematici; a questi sistemi sono quindi riferite le
indicazioni prescrittive e di indirizzo che vengono qui sintetizzate con specifico riferimento al
territorio dei 6 comuni.
6.3.3.1 Sistema paesaggistico e ambientale
II PTCP assume il paesaggio come testimonianza e documento del processo storico- evolutivo
del rapporto tra l'uomo, la sua cultura e l'ambiente ed indica nella tutela, valorizzazione e
ricomposizione dei caratteri paesistici, nella protezione delle risorse fisico- naturali, nella difesa
del suolo, nella regimazione idraulica e nella ricomposizione degli ecosistemi, gli obiettivi verso i
quali finalizzare le proprie azioni.
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In particolare, in coerenza con gli obiettivi di qualità paesaggistica della Convenzione Europea
sul Paesaggio, del D.Lgs. 42/04 e della LR 12/05, i contenuti paesaggistici del PTCP e le
relative disposizioni normative sono finalizzati a:
1.
salvaguardare gli aspetti caratteristici e significativi dei paesaggi riconosciuti,
attraverso:
2.
gestire le trasformazioni del territorio in una prospettiva di sviluppo sostenibile,
attraverso:
3.
pianificare il paesaggio mantovano, attraverso:
4.
incentivare forme di cooperazione inter-istituzionale per la salvaguardia, la gestione
e la pianificazione condivisa del paesaggio mantovano.
Al livello delle salvaguardie, vengono individuate le aree assoggettate a specifica tutela di
legge:
1.
i beni tutelati dal D.Lgs 42/2004;
2.
la rete dei Siti Natura 2000, tra le quali è compresa la ZPS IT20B0501, Viadana,
Portiolo, San Benedetto Po, Ostiglia, già menzionata;
3.
il sistema delle aree naturali protette, in cui sono inseriti il PLIS delle Golene Foce
Secchia, che interessa i comuni di Quistello, Quingentole, Moglia e San Benedetto, e
il PLIS in area golenale lungo un tratto di sponda del Po, che vede interessati i
comuni di Ostiglia, Sustinente, Serravalle a Po e Pieve di Coriano
Vengono quindi individuati, tra gli elementi della pianificazione paesaggistica regionale, gli
ambiti geografici nonché le Unità tipologiche di paesaggio, già indicate dal PTPR; per le quali
vengono forniti indirizzi specifici.
Le disposizioni per gli ambiti e gli interventi soggetti ad autorizzazione paesaggistica di
competenza provinciale riguardano in particolare le ZPS; gli interventi previsti al loro interno
dovranno acquisire i pareri degli organi provinciali competenti.
All’interno del sistema idrico vengono individuati i canali di rilevante valore naturalistico–
ambientale (tra quelli elencati si segnala che nel territorio dei 6 comuni ricade il tratto terminale
del Po di Zara), lungo i quali andranno previsti interventi di rinaturazione, salvaguardando le
caratteristiche naturali degli alvei e valorizzando gli elementi di interesse idraulico.
Le norme del PTCP forniscono poi indicazioni per la salvaguardia delle zone umide
comprendenti bugni e laghetti di cava rinaturalizzati o da rinaturalizzare in quanto biotopi di
elevato interesse ecologico e naturalistico e per le emergenze vegetazionali – boschi, aree a
vegetazione naturale rilevante, sistemi verdi lineari e alberi proposti come monumentali – da
valorizzare e salvaguardare tramite eventuali interventi di compensazione e mitigazione; questi
elementi vengono puntualmente individuati negli elaborati di PGT.
Particolari prescrizioni riguardano le aree golenali, presenti nei territori di 4 comuni su 6, che
devono essere riconosciute come elementi di rilevante caratterizzazione paesistica, gli elementi
geomorfologici di tipo lineare quali gli orli di terrazzo, i dossi fluviali e i paleoalvei, di cui vanno
preservate la morfologia, l’acclività e la naturalità, e le arginature,.
Vengono posti vincoli di tutela e valorizzazione dei siti archeologici e del sistema insediativo di
matrice storica con l’individuazione dei nuclei di antica formazione di cui deve essere
preservata la permanenza, la continuità e la leggibilità del tracciato.
Si forniscono prescrizioni sul sistema della mobilità di matrice storica di cui vanno promosse la
permanenza, la continuità e la leggibilità del tracciato, sul sistema irriguo di matrice storica, che
costituisce la trama strutturante del paesaggio, e sui sistemi dell’organizzazione del paesaggio
agrario; queste prescrizioni devono essere riportate nelle norme di PGT.
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Considerando poi il valore simbolico e sociale, fruitivo e percettivo degli ambiti e sistemi di
rilevanza provinciale, il PTCP individua i luoghi della percezione e della memoria di rilevanza
paesaggistica quali elementi identitari a cui affidare il compito di trasmettere la testimonianza di
un passato da valorizzare; tra “i luoghi dell’identità” riconosciuti dalla Regione rientra ad
esempio l’abbazia di San Benedetto Po.
Vengono altresì individuati percorsi paesaggistici di interesse naturalistico e storico culturale di
livello provinciale: in prima applicazione vengono individuati i “Tracciati guida paesaggistici” e le
“Strade panoramiche” indicati dal Piano paesaggistico del PTR; come viabilità di fruizione
ambientale viene inoltre individuata una rete dei percorsi e delle piste ciclopedonali da collegare
a una rete dell’ospitalità diffusa.
In attuazione delle indicazioni del PTPR, il PTCP individua come obiettivo strategico la
costruzione della Rete Verde Provinciale avente funzione ecologica e fruitiva, con gli obiettivi di
garantire la tutela di habitat e/o specie animali e vegetali rare o minacciate; gli assi portanti di
questa rete sono i corsi d’acqua e i canali, collegati tra loro dagli elementi naturali e seminaturali
nel territorio rurale e integrati da parchi e giardini pubblici.
Gli elementi significativi della Rete Verde Provinciale presenti nel territorio dei 6 comuni
comprendono:
l’area di confluenza del Secchia con il Po, individuata come ganglio primario al quale
garantire salvaguardia assoluta;
le aste fluviali del Secchia e del Po comprese entro gli argini maestri, classificate
come corridoi ambientali sovrasistemici, costituenti l primo livello della rete;
i canali di valore naturale che rappresentano il secondo livello della rete;
come aree ecologiche di terzo livello il PTCP individua gli ambiti agricoli considerati
aree di conservazione e ripristino dei valori di naturalità dei territori agricoli, in cui è
richiesta una maggiore attenzione alla localizzazione e realizzazione di manufatti di
supporto all’attività agricola.
Si considerano inoltre gli elementi di interferenza nel progetto di rete, costituiti da ambiti
insediativi e barriere infrastrutturali e, tra gli altri elementi della rete, i PLIS, ulteriori nodi di
implementazione, e le zone di ripopolamento e cattura, destinate ad incrementare la
riproduzione naturale di specie selvatiche autoctone e a favorire la sosta e la riproduzione delle
specie migratorie.
Gli indirizzi del PTCP per la costruzione della Rete Verde Provinciale sono stati ripresi nelle
prescrizioni dei singoli PGT per quanto riguarda i possibili interventi a scala comunale, mentre
alla Provincia resta il compito di promuovere programmi e progetti specifici per la realizzazione
e valorizzazione degli elementi della rete verde, da attuarsi in collaborazione con le
amministrazioni comunali e/o gli altri soggetti.
6.3.3.2 Le Zone di Protezione Speciale
L’ambito dei sei comuni risulta parzialmente interessato dalle zone protette della Rete Natura
2000, individuate come ZPS IT20B0501; i siti sono stati designati tali ai sensi della direttiva
79/409/CEE n.8/1791 del 25.01.2006, e l’ente gestore di riferimento è la Provincia di Mantova;
la ZPS, che interessa i territori di diversi comuni ripariali, comprende le aree golenali del fiume
Po, in cui sono presenti isole e depositi alluvionali, zone umide create dal divagare del fiume e
boschi igrofili ripariali: molte specie di uccelli popolano questo tipo di habitat naturale, che
riveste particolare interesse anche per la fauna ittica, con esemplari di interesse comunitario.
La Giunta regionale ha inoltre approvato, con delibera n.6648 del 20 febbraio 2008, la nuova
classificazione delle Zone di Protezione Speciale e l’individuazione di relativi divieti, obblighi e
attività; tali prescrizioni verranno recepite dai PGT comunali, mentre le previsioni di
trasformazione che possono interferire con gli ambiti protetti dovranno essere sottoposte a
Valutazione di Incidenza.
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6.3.3.3 Vincoli di carattere storico e antropologico
Nel territorio considerato sono presenti numerosi edifici di interesse storico monumentale, sui
quali ricade il vincolo della Soprintendenza per i Beni culturali; di particolare rilevanza risulta
essere il grande complesso del Monastero del Polirone presente a San Benedetto Po; sono
inoltre presenti episodi più puntuali, ma di analogo valore storico monumentale, quali la chiesa
matildica di Pieve di Coriano, la chiesa matildica di Nuvolato e molti altri edifici monumentali
inseriti all’interno degli abitati o sparsi nella campagna (v. ad esempio Villa Arrigona a San
Giacomo delle Segnate).
Oltre a questi beni di rilevanza monumentale, all’interno degli ambiti urbani sono presenti altri
edifici storici le cui caratteristiche formali e tipologiche devono essere comunque salvaguardate;
analoga attenzione meritano alcune corti agricole storiche situate in campagna; i diversi tipi di
vincoli sono già stati inseriti nei PRG vigenti e verranno recepiti, previa verifica puntuale, dai
PGT; tali approfondimenti saranno oggetto dei singoli Piani delle Regole.
Durante gli scavi eseguiti a vario titolo nei territori comunali sono emersi diversi reperti di natura
archeologica, che sono stati censiti e vincolati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici;
questa li ha inseriti in appositi elenchi che sono stati forniti ai comuni interessati; la
localizzazione dei diversi siti viene riportata su apposita cartografia e per gli ambiti individuati si
dovranno mettere in atto particolari attenzioni da applicare a tutti gli interventi di trasformazione
urbanistica o edilizia; analogamente a quanto riportato al paragrafo recedente, tali
approfondimenti saranno approfonditi nei singoli Piani delle Regole.
6.3.3.4 Sistema insediativo e produttivo
Per questo sistema gli obiettivi generali e tematici che dovrebbero orientare le azioni di piano
sono i seguenti:
1.
assicurare la sostenibilità degli impatti degli insediamenti sulle risorse del territorio
2.
perseguire una governance unitaria delle politiche insediative a scala territoriale
3.
assicurare e mantenere una elevata qualità sociale e vitalità economica degli
insediamenti
4.
promuovere lo sviluppo razionale e sostenibile delle aree produttive
5.
promuovere il miglioramento della qualità ecologica degli insediamenti
Vengono poi presi in considerazione i caratteri e gli elementi di rilevanza sovralocale, con
specifiche indicazioni per:
I poli attrattori rappresentati dai centri che costituiscono un elemento di gravitazione di persone
non residenti per motivi diversificati – studio, lavoro, fruizione di servizi, turismo, esistenza di
centri commerciali; tra i 6 comuni, l’unico polo attrattore di 2 livello, grazie alla presenza
dell’ospedale, risulta essere Pieve di Coriano.
I poli insediativi sono costituiti dagli ambiti che per dimensione o complessità delle funzioni
insediate assumono una rilevanza sovralocale, secondo le seguenti categorie di poli: sanitario,
universitario, commerciale, fieristico, intermodale e culturale; l’unica indicazione per il territorio
considerato riguarda l’attracco fluviale a servizio delle attività produttive localizzato a San
Benedetto in prossimità del ponte per Bagnolo San Vito, classificato come polo intermodale con
porto di tipo commerciale. I Comuni possono integrare la localizzazione proposta dalla
Provincia purché le proposte siano sufficientemente documentate e rispondano a precisi
requisiti di compatibilità e sostenibilità, oltre alla redditività economica dell’investimento nel
medio /lungo periodo.
Il PTCP individua i servizi ed insediamenti di rilevanza sovralocale che hanno cioè ricadute ed
impatti territoriali non circoscrivibili al territorio di un solo comune o che rappresentano
attuazione di previsioni contenute in strumenti di pianificazione e programmazione
sovracomunale; tra questi viene segnalato l’ospedale di Pieve di Coriano come servizio
sanitario di rilevanza sovralocale e, tra i servizi tecnologici, depuratori.
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Per gli ambiti specializzati per attività produttive vengono forniti indirizzi di carattere generale
finalizzati alla riutilizzazione del patrimonio dismesso, alla continuità dei nuovi insediamenti con
il tessuto urbano consolidato, all’utilizzazione delle disponibilità dei poli di livello comunale per il
soddisfacimento delle richieste indotte dal sistema produttivo locale, concentrando le attività in
un contenuto numero di poli di livello sovracomunale, distribuito in modo equilibrato sul territorio
provinciale.
Il PTCP opera inoltre una distinzione tra ambiti produttivi consolidati e ambiti suscettibili di
sviluppo per far fronte a possibili domande future; il territorio dei 6 comuni non risulta
interessato da ambiti produttivi di rilievo provinciale o superiore, mentre per gli ambiti produttivi
di rilievo sovralocale, che vengono riconosciuti come nodi di secondo livello in cui indirizzare la
componente esogena, devono essere previste modalità di concertazione; in essi dovrà inoltre
essere garantito il raggiungimento di condizioni e prestazioni di “area ecologicamente
attrezzata”.
Secondo le indicazioni del PTCP, tale tipo di poli produttivi è individuato nei territori di San
Benedetto, Quistello e San Giacomo delle Segnate; i singoli Documenti di Piano possono in
ogni caso modificare la gerarchizzazione proposta dal PTCP e l’espressione di parere
favorevole in sede di valutazione di compatibilità costituisce aggiornamento e integrazione del
PTCP.
Gli “altri insediamenti produttivi”, corrispondenti alle “aree produttive” di PRG, sono invece
indirizzati al soddisfacimento di esigenze insediative manifestate dalle imprese già insediate e
possono essere incrementati nei limiti indicati come “quota base”.
Per quanto riguarda gli insediamenti commerciali gli indirizzi del PTCP comprendono tra i
diversi criteri il sostegno allo sviluppo dei sistemi commerciali urbani e il disincentivo al
consumo di aree in contesti extraurbani per la localizzazione di nuove funzioni commerciali; per
l’insediamento di grandi o medie strutture di vendita sono richieste adeguate valutazioni di
sostenibilità con previsioni di adeguate mitigazioni.
Vengono infine specificati i criteri per la verifica dimensionale delle iniziative insediative dei PGT
con l’obiettivo generale di minimizzare l’ulteriore consumo di suolo, privilegiando la
riqualificazione urbana; i parametri indicati fanno riferimento alla “superficie urbana consolidata”
(SUC), che può essere incrementata di una “quota massima insediabile” costituita da una
“quota base” (QB) per dare risposta alle iniziative insediative di valenza locale e da una “quota
condizionata” (QC), che deve essere accompagnata da adeguate misure compensative di
sostenibilità.
In sede di prima applicazione, le previsioni insediative non attuate individuate dal PRG vigente
e riconfermate nei nuovi PGT, sono riferibili alla Quota Base che può essere incrementata sino
a comprendere tutte le previsioni insediative non attuate; a questo è possibile aggiungere nuove
previsioni riferite alla Quota Convenzionata ed eventualmente riconducibili alla gestione
coordinata; queste indicazioni sono servite per verificare il dimensionamento delle previsioni
delle aree di espansione.
I parametri da applicare per la quantificazione delle quote ammissibili variano in funzione della
popolazione insediata all’ultimo rilevamento censuario:
per i comuni A, con meno di 2.000 abitanti, la quota massima insediabile è definita nel
3% all’anno (15% per i 5 anni di validità del DdP), di cui l’1,5% di quota base e l’1,5% di
quota convenzionata; a questa categoria, facendo riferimento al censimento 2001,
appartengono Quingentole, Pieve di Coriano, San Giacomo delle Segnate e Villa Poma;
per i comuni B, tra i 2.000 e i 5000 abitanti la quota massima insediabile è definita nel
2,5% annuo di cui 1,5% di quota base e 1,5% di quota condizionata;
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per i comuni C, con più di 5.000 residenti, comprendenti San Benedetto e Quistello, la
quota massima insediabile è definita nel 2,5% all’anno, con l’1% di quota base e l’1,5%
di quota convenzionata.
6.3.3.5 Sistema tematico rischio degrado e compromissione paesaggistica
A livello generale, per questo sistema tematico, il PTCP individua (art.48) l’obiettivo strategico di
attivare politiche per un territorio più vivibile e sicuro tramite i seguenti indirizzi:
1.
reintegrare i valori paesaggistici nelle aree e negli ambiti degradati o compromessi
da riqualificare;
2.
perseguire il rallentamento dei deflusso delle acque tramite il convogliamento in aree
appositamente individuate;
3.
mettere in atto misure di prevenzione e contenimento dei processi che determinano
rischi di degrado e compromissione paesaggistica;
4.
concentrare gli interventi di compensazione in tali aree;
5.
perseguire la multifunzionalità insediativa dei poli urbani esistenti.
I temi affrontati nell’apparato normativo riguardano: le aree a rischio geologico molto elevato; il
rischio idraulico delle aste principali; la vulnerabilità degli acquiferi; le criticità ambientali e i
rischi connessi con la componente paesaggistica.
6.3.3.6 Sistema della mobilità e dei trasporti
Gli obiettivi generali indicati dal PTCP per li sistema della mobilità e dei trasporti sono i
seguenti:
utilizzare le opportunità della maglia infrastrutturale per incentivare la creazione di un
sistema policentrico;
intervenire sul sistema delle infrastrutture di collegamento per favorire l’accessibilità
alla rete regionale, nazionale ed europea;
migliorare l’accessibilità interna del territorio in termini di sicurezza, efficienza e
velocità;
consentire un accesso sicuro , economicamente attuabile, socialmente accettabile
ed ambientalmente sostenibile a persone, luoghi, beni e servizi;
riorganizzare il sistema delle merci per uno sviluppo del settore più sostenibile;
garantire un servizio di trasporto pubblico locale di qualità;
ridurre i carichi di traffico nelle aree congestionate;
metter in atto politiche di innovazione a lungo termine nel campo della mobilità;
individuare le reti tecnologiche e promuoverne la pianificazione integrata;
promuovere la pianificazione integrata delle reti infrastrutturali che vanno integrate
paesisticamente e ambientalmente
Per quanto riguarda le componenti del sistema della mobilità di rilevanza provinciale, l’assetto
indicato dal PTCP ha carattere vincolante per quanto riguarda il rango funzionale e la
classificazione di ciascuna infrastruttura, mentre ha valore indicativo per il posizionamento e
sviluppo planimetrico dei tracciati; per il territorio dei 6 comuni riveste particolare rilevanza
l’asse della PO-PE.
Sono inoltre presi in considerazione i corridoi tecnologici dove realizzare infrastrutture a rete
facendo riferimento all’individuazione effettuata nel PTR della Regione Lombardia.
Per la definizione degli interventi di competenza provinciale sugli elementi della rete indicati dal
PTCP si fa riferimento al Piano Triennale delle Opere Pubbliche, che ne individua le priorità; i
comuni sono tenuti a recepire nei PGT le indicazioni di salvaguardia ponendo particolari
attenzioni per le trasformazioni consentite nell’intorno dei nodi viabilistici e intermodali; eventuali
modifiche di tracciato di infrastrutture di rango provinciale possono essere proposte da singoli
comuni sulla base di studi di prefattibilità e di valutazioni sommarie dei costi e benefici e portate
avanti con la procedura di un Accordo di Programma, che coinvolga anche gli altri comuni
interessati dalla proposta di modifica.
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6.3.3.7 Sistema agricolo e rurale
Tra gli obiettivi generali del PTCP per il sistema agricolo e rurale rientrano la difesa e la
valorizzazione degli spazi rurali e delle attività agricole, la promozione di un’agricoltura
sostenibile e multifunzionale, il contenimento del consumo di suolo agricolo per usi urbani, il
potenziamento della funzione paesaggistica ed ecosistemica dello spazio rurale, la
preservazione dei suoli ad elevata vocazione agricola e di quelli destinati alle produzioni tipiche
locali.
Il PTCP propone inoltre una articolazione degli ambiti destinati all’attività agricola da verificare e
integrare a livello più dettagliato con i PGT, distinguendo tra:
ambiti agricoli ad elevata caratterizzazione produttiva, assicurando la continuità delle
aree agricole e dei sistemi agroforestali e disincentivano processi di frammentazione
del sistema poderale delle aziende agricole;
ambiti agricoli ad elevata valenza paesaggistica, entro i quali indirizzare e controllare
le eventuali trasformazioni prescrivendo il corretto inserimento degli interventi edilizi
ammessi;
ambiti agricoli di interazione tra il sistema insediativo ed il sistema agricolo, per i
quali, in assenza di altre indicazioni, si può fare riferimento a una fascia di
interferenza di 200 m dal perimetro del tessuto urbano consolidato;
aree agricole soggette a trasformazione, già indicate dai PRG vigenti e recepite nel
Documento di Piano al cui interno vanno promosse soluzioni progettuali orientate al
miglioramento dei contesti territoriali periurbani.
6.4 L’IDEA DI SVILUPPO CONDIVISA PER L’OLTREPO’ MANTOVANO
I 6 comuni che hanno intrapreso il percorso di coordinamento dei PGT hanno precedentemente
aderito al “Progetto di rafforzamento della capacità programmatoria degli enti locali a scala
territoriale e raccordo con gli strumenti di pianificazione ordinari” cofinanziato DOCUP Ob2
2000-2006 Misura 2.5.
Tale progetto si inserisce in una tradizione già in parte consolidata e in continua evoluzione che
ha visto i diversi attori del territorio dell’Oltrepo partecipare a differenti iniziative volte alla
valorizzazione del territorio e alla progettazione congiunta di ipotesi di intervento (PISL; Agenda
21, Documento sul Paesaggio, Leader plus Padus, Marketing territoriale).
Il lavoro di confronto e concertazione si è concluso con la messa a punto di “Obiettivi di qualità
e sostenibilità” condivisi che rappresentano l’elemento di riferimento generale per la messa a
punto dei singoli PGT comunali.
In particolare il tema della sostenibilità dello sviluppo è stato confrontato con le vocazioni
territoriali presenti e con la compresenza vitale dei diversi sistemi socio-economici, per
approdare alla individuazione di una serie di obiettivi preordinati all’individuazione degli ambiti di
tessuto urbano consolidato, di trasformazione, recupero, riqualificazione e ristrutturazione.
6.4.1 Obiettivi di qualità e sostenibilità per gli ambiti urbani
1) Promuovere l’identità dei nuclei urbani tutelando la qualità e l’articolazione del sistema
degli spazi pubblici, ivi compresi gli spazi verdi urbani e i servizi alla cittadinanza, di cui
valutare la qualità e le possibilità di connessione al sistema dei percorsi di fruibilità del
paesaggio extraurbano.
2) Incentivare il recupero e la riqualificazione dell’edilizia esistente (storica e recente).
3) Garantire un’espansione armonica e razionale dei centri abitati, integrandovi
l’estensione del sistema degli spazi pubblici, del verde e dei servizi, valutandone
l’impatto sul sistema paesistico e agricolo.
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4) Salvaguardare e promuovere le unità commerciali al dettaglio nei centri urbani in
relazione al sistema degli spazi pubblici nonché delle infrastrutture a servizio della
mobilità anche disincentivando l’insediamento dei centri commerciali.
5) Implementare misure a favore dell’edilizia sostenibile (requisiti energetici; utilizzo di
materiali con certificazioni di impatto; miglioramento gestione reti idriche; ecc.)
attraverso azioni miratela inserire nel Documento di Piano e nel Piano delle Regole.
6.4.2 Obiettivi di qualità e sostenibilità per gli ambiti produttivi
6) Concentrare le nuove previsioni di insediamenti produttivi (industriali e commerciali) di
dimensioni rilevanti (> di 30.000 mq di area interessata) nei maggiori poli e comunque in
prossimità delle infrastrutture viabilistiche esistenti, prevedendo forme di perequazione e
compensazione per le realtà esterne a tali polarità.
7) Rifiutare nuovi insediamenti produttivi che possano compromettere pesantemente e per
un lungo periodo i principali elementi dell’ambiente: aria, acqua, suolo e sottosuolo
(compresi gli allevamenti, nel rispetto della direttiva nitrati) e favorire l’insediamento e
l’ammodernamento di tali insediamenti secondo il principio del risparmio energetico.
8) Tendere alla predisposizione di Aree Ecologicamente Attrezzate, capaci quindi di
associare le politiche di attrazione e sviluppo dell’imprenditorialità gestibili dai Comuni
(costi area, scomputo oneri, agevolazioni fiscali, fornitura servizi, ecc.) a quelle di
promozione della qualità ambientale e progettuale degli insediamenti, misurabile anche
con benchmarking (MTD) o certificazioni (energetica, EMAS, ISO 14001, ecc.) e
comunque non contraddittoria con nessuno degli obiettivi condivisi.
6.4.3 Obiettivi di qualità e sostenibilità del territorio non edificato
9) Tutelare e valorizzare i siti di interesse storico, ambientale, archeologico e culturale,
quali elementi fondanti l’identità storica dell’area, nonché elementi distintivi della sua
immagine.
10) Incentivare il recupero degli insediamenti agricoli esistenti, con particolare attenzione al
recupero e alla utilizzazione degli edifici rurali residenziali, in un’ottica di contenimento
dell’uso del suolo.
11) Favorire negli ambiti agricoli lo sviluppo di produzioni tipiche e delle loro
commercializzazioni, energetiche (biomasse, Biogas …), turismo rurale e manutenzione
territorio convenzionata attraverso nuove forme di imprenditorialità.
12) Associare le politiche i promozione dell’imprenditorialità negli ambiti agricoli legati alle
produzioni di qualità e alla loro trasformazione e commercializzazione diretta, a politiche
di promozione della qualità ambientale degli insediamenti e delle relative attività,
misurabili con certificazioni e comunque non contraddittorie con nessuno degli obiettivi
condivisi.
13) Garantire compatibilità tra i diversi sistemi della mobilità e il paesaggio, mediante sistemi
di controllo, mitigazione e compensazione.
14) Promuovere l’intermodalità e l’uso di ferrovia e idrovie.
15) Riqualificare il sistema a servizio della mobilità alla luce della intermodalità e della
necessità di collegamento con la viabilità dei territori vicini, con le seguenti priorità:
a. PO-PE: realizzazione del tratto Pegognaga – Quistello, Quistello – Poggio Rusco
e riqualificazione del tratto Poggio Rusco – Sermide, con possibile realizzazione
di collegamenti agli snodi intermodali (es. Schivenoglia);
b. Riqualificazione e potenziamento dell’asse ferroviario Parma – Suzzara – Poggio
Rusco – Ferrara (di competenza della Provincia di Mantova) e degli interventi
concordati con il concessionario.
c. Collegamenti con i caselli della futura Cispadana e A13.
16) Riqualificare il sistema a servizio della mobilità promuovendo l’innovazione tecnologica
per contribuire alla sostenibilità del trasporto pubblico su gomma.
17) Garantire la compatibilità e l’interscambio tra i diversi sistemi a servizio della mobilità:
territoriali /locali; gomma /acqua /ferro; ciclopedonalità /percorsi naturalistici /mobilità
veloce.
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7 GLI INDIRIZZI STRATEGICI DEl PGT COORDINATO DEI 6 COMUNI
La proposta di Documento di Piano alla scala territoriale ha rappresentato la conclusione della
prima fase di lavoro, sviluppata in modo coordinato e condiviso da tutti i Comuni.
Tale fase è stata sviluppata tenendo in considerazione, confrontando e verificando:
• la situazione esistente sul territorio, analizzata nelle sue varie componenti (geografica,
ambientale, demografica, insediativa, infrastrutturale, ecc.);
• le previsioni del PTCP di recente approvazione;
• le previsioni e lo stato di attuazione dei Piani Regolatori vigenti nei vari comuni.
Parallelamente, con la predisposizione del “Documento di Scoping”, presentato nel corso di
un’apposita conferenza di valutazione, è stata avviata la procedura di Valutazione Ambientale
Strategica (VAS), proseguita poi con la pubblicazione del Rapporto Ambientale e della Sintesi
non tecnica sui siti dei singoli comuni; tale procedura si conclude con la conferenza finale di
valutazione e la predisposizione del parere motivato.
Gli obiettivi ed i contenuti degli elaborati grafici relativi a questa prima fase sono stati
esplicitamente limitati al livello territoriale, relativamente al quale si è proceduto in modo
condiviso: i successivi contenuti di livello comunale sono stati invece oggetto di
approfondimenti, valutazioni e decisioni autonome dei singoli Comuni.
In questo senso la proposta di Documento di Piano ha costituito il “quadro di riferimento” che:
• è stato assunto come base per i successivi sviluppi dei PGT dei singoli Comuni;
• ha consentito un approfondito e documentato confronto con il PTCP;
• ha permesso di avviare il processo condiviso di VAS.
Per omogeneità di esposizione con l’impostazione del PTCP i contenuti della proposta di
documento di piano vengono affrontati secondo l’articolazione del PTCP stesso, che considera
4 sistemi:
• paesaggistico -ambientale
• insediativo e dei poli produttivi
• infrastrutturale
• agricolo e rurale
cui si antepongono le considerazioni relative agli elementi di rischio, degrado e compromissione
paesaggistica.
Si è infine tenuto conto delle disposizioni regionali in materia di redazione dei PGT, in
particolare per quanto riguarda i contenuti del Documento di Piano.
7.1 Ambiti ed elementi di rischio degrado e compromissione paesaggistica
Complessivamente la situazione oggi presente sul territorio è soddisfacente, e ciò è
sicuramente dovuto alla grande attenzione che da tempo la comunità locale pone al problema,
sia a livello istituzionale, sia a livello informale e di partecipazione.
L’individuazione di questi ambiti nella proposta di Documento di Piano si richiama innanzitutto
alla normativa sovraordinata, in particolare per quanto riguarda:
• le prescrizioni del PAI, in particolare per l’individuazione delle fasce “A” e “B”;
• le componenti geologiche, idrogeologiche e sismiche, con divieto di interventi di
trasformazione ricadenti in classe 3 e 4.
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Sull’intero territorio considerato non risultano presenti ambiti e/o insediamenti a rischio di
incidente rilevante (R.I.R.)
Esistono peraltro situazioni di potenziale rischio, degrado e/o compromissione paesaggistica,
derivanti da fenomeni puntuali di abbandono o uso improprio del patrimonio edilizio diffuso, con
particolare riferimento agli ambiti agricoli.
Negli elaborati grafici vengono riportati gli elementi di maggiore impatto/rischio, fermo restando
che la individuazione generale e le modalità di intervento sono state compiutamente delineate
in sede di predisposizione del Piano delle Regole con particolare riferimento alla scala
Comunale.
Va comunque segnalato che, a fianco di prescrizioni finalizzate ad incentivare le operazioni di
recupero, sono state prese in considerazione le possibilità di concentrare gli interventi di
compensazione ecologica preventiva proprio negli ambiti puntuali oggetto di possibile
rischio/degrado: in questo modo sarà possibile contemporaneamente risolvere alcune criticità e
realizzare interventi di recupero/compensazione sul versante ambientale.
Analogo indirizzo si è assunto riguardo ai piccoli specchi d’acqua che punteggiano il territorio, in
modo tale da prevenirne il potenziale degrado e da valorizzarne il ruolo anche dal punto di vista
ecologico-ambientale.
Il rischio della compromissione paesaggistica connesso alle trasformazioni urbanistico-edilizie
del territorio, evidenziato dal PTCP, è stato affrontato con idonea normativa riguardante sia la
nuova edificazione “urbana” (residenziale, produttiva, terziaria) sia la nuova edificazione rurale,
sia, infine, la realizzazione delle nuove infrastrutture viabilistiche, per le quali in particolare
devono essere previste stringenti prescrizioni per gli interventi di mitigazione/compensazione.
In sintesi gli elementi di rischio, degrado, compromissione considerati nella costruzione della
proposta di documento di piano sono:
1. le fasce A e B del PAI;
2. gli ambiti in classe 3; 4 della “zonizzazione geologica”;
3. i complessi edilizi dismessi, con particolare riferimento ai complessi agricoli e produttivi;
4. gli specchi d’acqua disseminati (“bugni”);
5. gli allevamenti intensivi;
6. le cave, attive e/o dismesse;
7. l’impianto di compostaggio;
8. le nuove infrastrutture per la viabilità;
9. gli insediamenti/impianti produttivi di tipologie particolari (produzione energetica);
Non si ritiene infine opportuno o significativo considerare altre ventilate ipotesi di intervento
“macro” lungo il corso del Po, quali il sistema di dighe/sostegni o l’insediamento di nuovi grandi
impianti energetici.
Si considera infatti che tali ipotesi di intervento siano al momento prive di un livello di
approfondimento utile anche per una sommaria valutazione, e tali comunque da coinvolgere
livelli di governo che travalicano la scala territoriale di questa proposta.
7.2 Sistema paesaggistico e ambientale
Come risulta dagli appositi elaborati del Piano Territoriale Paesistico Regionale, il territorio è
caratterizzato dalla presenza di diverse Unità di Paesaggio: “UDP5 – Piana alluvionale; UDP9 Fascia fluviale del Po; UDP10 – Fascia fluviale del Secchia” Tale individuazione, di livello
generale, è stata già recepita, elaborata ed articolata in sede di PTCP.
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La proposta di Documento di Piano recepisce anche altre indicazioni contenute nel PTCP, e più
precisamente individua:
1. i “corridoi ecologici fondamentali” costituiti dagli ambiti del fiume Po e del fiume Secchia;
2. i “corridoi ecologici secondari” che, risultando fondamentalmente legati alla rete dei
principali canali esistenti, sono estesi a comprendere gli “ambiti di ripopolamento e
cattura”; essi sono stati ulteriormente ampliati secondo le indicazioni espresse dalle
Amministrazioni Comunali interessate;
3. la ZPS “IT20B0501” – Viadana, Portiolo, San Benedetto Po, Ostiglia;
4. i PLIS già costituiti e operanti, e più precisamente:
a. il Parco delle Golene foce Secchia tra Quistello e San Benedetto;
b. il PLIS in area golenale lungo un tratto di sponda del Po, che interessa il Comune
di Pieve di Coriano e ha individuato come comune capofila Ostiglia;
5. gli ambiti per i quali viene proposta l’istituzione di nuovi PLIS, e più precisamente:
a. gli ambiti del Po Vecchio e dello Zara che interessano il comune di San
Benedetto Po;
b. gli ambiti delle golene di Po in sinistra Secchia, riguardanti il comune di San
Benedetto Po;
c. gli ambiti delle golene di Po in destra Secchia, con i comuni di Quistello,
Quingentole e Pieve di Coriano.
Le individuazioni cartografiche derivanti evidenziano una consistente “copertura” dell’intero
territorio, che è stata ulteriormente integrata, articolata e specificata in sede di predisposizione
dei Piani delle Regole, utilizzando al meglio le elaborazioni condotte per lo studio “BIOBAM”.
In sede di normativa applicativa (Piano delle Regole), è stata inoltre predisposta per il sistema
paesaggistico e ambientale, una versione omogenea per tutti i comuni; tale normativa fa
riferimento anche al documento “Politica del paesaggio agrario del Basso Mantovano”:
l’obiettivo è quello di costruire una base di riferimento omogenea e condivisa per questa
componente, come espressamente richiesto anche dal documento delle linee guida sottoscritto
da tutti i comuni.
7.3 Sistema insediativo e poli produttivi
7.3.1 Dimensionamento
Nella nuova versione del PTCP il tema centrale del dimensionamento dei PGT è strettamente
correlato al tema del consumo di suolo: l’obiettivo dichiarato è quello di realizzare, seppur
progressivamente, una inversione di tendenza rispetto a quanto si è fin qui verificato.
Gli “Indirizzi normativi di Piano” del PTCP, di conseguenza, determinano alcuni parametri che
pongono dei limiti misurabili alle eventuali previsioni insediative di espansione, rapportando
l’entità delle espansioni all’estensione, in termini di superficie, del tessuto urbano consolidato
già presente sul territorio.
Sebbene il tema del dimensionamento delle previsioni di piano abbia prevalente influenza sulla
scala comunale del PGT, è stato comunque considerato di notevole importanza anche a livello
territoriale, soprattutto in relazione alle previsioni per ambiti produttivi di valenza sovralocale.
Nella proposta di Documento di Piano, pertanto:
a. il perimetro del Tessuto Urbano Consolidato (TUC) che rappresenta l’indispensabile
elemento di riferimento, viene definito secondo criteri omogenei per tutti i Comuni, vale a
dire:
nel TUC vengono compresi tutti gli ambiti consolidati, rilevati come tali e/o
azzonati negli strumenti urbanistici vigenti come zone “A” e “B” e “D”
(completamento e/o consolidati), nonché gli ambiti destinati a servizi di
interesse pubblico;
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nel TUC vengono altresì compresi tutti gli ambiti che i PRG vigenti
assoggettano a pianificazione esecutiva, ove i relativi piani risultino approvati
ed operanti, indipendentemente dallo stato di realizzazione della edificazione;
nel TUC, infine, non vengono compresi gli ambiti come sopra per i quali non
siano stati predisposti o non siano comunque operanti i relativi piani attuativi.
b. nella aree di trasformazione (che sono l’oggetto specifico del Documento di Piano) sono
incluse prioritariamente le aree che i PRG vigenti già individuano come “aree di
espansione” già soggette quindi a piano attuativo;
c. in caso di individuazione di nuove aree viene prevista una “compensazione” tramite lo
stralcio di altre aree già previste e non poste in attuazione.
-
Per l’individuazione degli ambiti di trasformazione si fa quindi riferimento alla specifica
previsione del PTCP in base alla quale, in sede di prima applicazione, è comunque ammesso
“confermare” come ambiti di trasformazione le aree già così individuate dai PRG vigenti, anche
ove fossero eccedenti rispetto al dimensionamento ammissibile per la cosiddetta “quota base”
alla quale può essere aggiunta la “quota condizionata”indicata: la individuazione di ulteriori aree
di trasformazione, è oggetto di accordi di livello sovralocale.
Le ipotesi di dimensionamento vengono riassunte nella seguente tabella che riporta i dati dei
singoli comuni, nonché i dati aggregati.
7.3.2 Localizzazione
Nella proposta di Documento di Piano la localizzazione degli ambiti di trasformazione tiene
conto, per quanto possibile, delle previsioni dei PRG vigenti e delle indicazioni contenute negli
elaborati grafici del PTCP (in particolare la tav. 2 “Sistema insediativo”) e negli “indirizzi
normativi”.
Insediamenti residenziali
Salve eccezioni motivate, le aree di espansione residenziale già previste dai PRG e non ancora
attuate vengono confermate, previa verifica di compatibilità condotta sulla base dei “criteri
localizzativi” e delle relative elaborazioni grafiche contenute nel PTCP.
In alcuni casi circoscritti, peraltro, ove la conformazione territoriale ed urbanistica molto
vincolante aveva pesantemente limitato, all’origine, le alternative di localizzazione dei PRG
vigenti, la conferma delle localizzazioni comporta alcuni scostamenti rispetto ai “criteri
localizzativi” del PTCP. Per riportare queste situazioni a idonei livelli di compatibilità con quanto
previsto dal PTCP, la conferma delle localizzazioni dei PRG vigenti viene accompagnata da
normative vincolanti per la realizzazione di idonei interventi di mitigazione/compensazione.
Insediamenti produttivi
La localizzazione è stata individuata considerando la situazione esistente e le previsioni dei
PRG, messe a confronto con le indicazioni della Provincia sulla localizzazione degli ambiti
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produttivi (con particolare riferimento agli ambiti di rilievo sovralocale, individuati dal PTCP a
San Benedetto, Quistello e San Giacomo delle Segnate ).
Nella proposta di Documento di Piano vengono complessivamente confermate le aree di
trasformazione, di ridotta entità, già previste dai PRG vigenti a completamento/integrazione di
insediamenti esistenti e consolidati.
Vengono pure confermate, anche se in modo selettivo, le aree di ridotta entità individuate dai
vigenti PRG come “ex novo”, motivate essenzialmente dalla opportunità di dare pronta risposta
a limitate esigenze di livello locale, di dimensioni contenute e spesso derivanti da intenzioni di
rilocalizzazione.
Viene infine confermata la individuazione degli ambiti di rilevanza sovralocale, che vengono
individuati nei Comuni di S: Benedetto, Quistello, S. Giacomo
In conformità con i criteri di impostazione delle “Linee guida per la redazione dei PGT
coordinati” e con gli indirizzi normativi del PTCP, vengono anche indicati due livelli di priorità, da
assegnare al polo di Quistello (I° livello di pri orità) e S. Benedetto e S. Giacomo (II° livello di
priorità).
Relativamente al polo prioritario, questa scelta tiene conto di effettive opportunità quali:
• l’accessibilità delle principali infrastrutture stradali e ferroviarie
• la possibilità di integrazione con insediamenti esistenti
A Quistello, l’ambito si pone come possibile ampliamento dell’area già esistente a Sud-Est del
centro abitato. Recependo anche un possibile orientamento espresso dal Comune di San
Giacomo, l’ampliamento potrebbe essere indirizzato anche allo sviluppo di iniziative (non solo o
esclusivamente produttive) nel settore della filiera agroalimentare, in relazione alla presenza sul
territorio di significative specializzazioni della produzione agricola.
L’ambito individuato, può contare su una ottima accessibilità sia autoveicolare (nuovo tracciato
PO-PE) sia ferroviaria (raccordo immediato dalla stazione di Quistello).
Per questo ambito il Documento di Piano prevede:
• lo sviluppo dell’ambito di trasformazione in stretta correlazione con la realizzazione degli
interventi di riassetto/potenziamento del sistema infrastrutturale
• la realizzazione di insediamenti caratterizzati da elevata sostenibilità ambientale, sia per
quanto riguarda le modalità di urbanizzazione (secondo il “modulo” delle “aree produttive
ecologicamente attrezzate” come individuate dal PTCP), sia per quanto riguarda la
edificazione e le tipologie di impianti e processi.
Sempre in applicazione delle indicazioni del PTCP le modalità di realizzazione di questi ambiti
di valenza sovralocale faranno riferimento ad accordi di programma e modalità operative
concordati fra i comuni partecipanti.
Insediamenti commerciali
Per quanto riguarda gli insediamenti commerciali la proposta di Documento di Piano, aderendo
agli orientamenti espressi dai Comuni, non prevede ipotesi di nuovi ambiti per insediamenti a
specializzazione terziaria-commerciale, nella dichiarata intenzione di favorire, anche in questo
modo, il recupero e la valorizzazione della tradizionale rete del commercio al dettaglio che viene
considerata importante per il mantenimento/rafforzamento della qualità insediativa dei centri
abitati esistenti.
Eventuali modalità innovative o sperimentali nel settore della distribuzione possono semmai
esplorate in direzione della commercializzazione “diretta” delle produzioni agricole
(accorciamento della filiera; prodotti “a km zero”, ecc.).
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La disciplina e l’orientamento delle attività commerciali vengono più specificamente affrontati
con maggiore dettaglio ed approfondimento alla scala locale, e tramite apposita normativa da
includere nel Piano delle Regole.
7.3.3 Elementi di qualità / sostenibilità ambientale
Relativamente agli ambiti di trasformazione destinati all’espansione insediativa, il PTCP vincola
al rispetto di elementi di qualità:
• le aree di trasformazione residenziale dimensionate in relazione alla cosiddetta “quota
aggiuntiva”;
• gli ambiti destinati a poli produttivi di livello sovralocale.
Nella proposta di Documento di Piano si stabilisce invece di definire e applicare i criteri di
qualità, che si riferiscono sostanzialmente al miglioramento dei livelli di sostenibilità ambientale,
a TUTTI gli ambiti di trasformazione, con possibili differenziazioni derivanti dalle destinazioni e
dalle tipologie di intervento.
Tale estensione è fra l’altro rispondente alla nuova normativa regionale in materia di “oneri di
compensazione ecologica” e agli indirizzi strategici già maturati dai Comuni.
La concreta realizzazione di questo indirizzo è stata demandata alla predisposizione di apposita
normativa di carattere generale, omogenea e valida per tutti i tre elementi costitutivi dei PGT.
7.4 Sistema dei servizi
Nella proposta di Documento di Piano vengono presi in considerazione essenzialmente i servizi
di livello sovralocale, che rappresentano elementi essenziali per la organizzazione territoriale di
livello territoriale.
Vengono quindi individuati i servizi che possono rivestire una valenza sovralocale, più
precisamente:
• l’ospedale di Pieve di Coriano,
• la centrale di compostaggio di Pieve di Coriano
• le attrezzature scolastiche: scuole medie inferiori e istituti superiori
• le attrezzature di interesse sociale: case di riposo, alloggi protetti
• i servizi culturali: musei
• le attrezzature sportive e di fruizione ambientale: parchi locali e attracchi fluviali
Per i servizi di livello locale, che pure svolgono una funzione strutturante essenziale per la
qualificazione dei centri abitati, si segnala l’utilità di avviare considerazioni sulla possibile messa
in rete, finalizzata a una maggiore economia di gestione. In particolare si dovrà fare un’attenta
valutazione sull’opportunità di conservare servizi locali che dispongono di utenze molto ridotte,
aprendo la possibilità di verificare soluzioni diverse rispetto alla semplice accettazione dello
status quo.
Va comunque segnalato che, tranne che per gli indirizzi strategici generali, il tema dei servizi
non rientra nella proposta di Documento di Piano, ma nello strumento “dedicato” che è il Piano
dei Servizi, che è stato sviluppato fondamentalmente alla scala locale.
Anche in considerazione degli attualissimi provvedimenti di livello nazionale e regionale in
materia (il cosiddetto “piano casa” e la recentissima modifica/integrazione alla l.r. 12/2005),
nella proposta di Documento di Piano viene infine avanzata la proposta che una quota parte
delle aree per servizi siano destinate all’edilizia residenziale sociale, sulla base di un piano
pluriennale unitario per tutti i comuni interessati, che preveda interventi piccoli e diffusi, dotati di
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caratteristiche di sostenibilità e sperimentazione e destinati ad utenze diverse: dall’edilizia
residenziale pubblica a quella convenzionata, agli alloggi per anziani e per altre categorie
protette, deboli o svantaggiate. Tale proposta dovrà essere recepita e articolata nel Piano dei
Servizi dei singoli Comuni.
7.5 Infrastrutture e mobilità
Si conferma la valenza strategica della infrastruttura ferroviaria (linea Suzzara – Ferrara):
l’effettiva valorizzazione della stessa, peraltro, deriva solo parzialmente da interventi alla scala
degli strumenti urbanistici locali.
Nella proposta di Documento di Piano si prende atto delle indicazioni del PTCP relative alla
maglia infrastrutturale principale, in particolare per quanto riguarda il completamento della POPE, come asse fondamentale in direzione est-ovest, necessario per garantire i collegamenti di
livello locale e i raccordi con le aste nord-sud della mobilità regionale e nazionale,
rappresentate sul territorio dall’autostrada del Brennero, con il casello di Pegognaga, e dalla
strada statale n.12.
Al fine di consentire il progressivo affinamento delle previsioni operative, vengono in alcuni casi
riportati anche i possibili tracciati alternativi, che dovranno essere discussi, valutati e definiti nel
confronto interistituzionale.
Relativamente al tracciato della PO-PE, vanno più in dettaglio verificati alcuni elementi del
tracciato, in particolare nel “nodo” centrale fra Quistello e S. Giacomo (approssimativamente
all’altezza della frazione di S. Rocco e oltre, verso S. Giovanni), ove fra l’altro potrebbe essere
individuato il tracciato di collegamento in direzione della “Cispadana” che corre appena a Sud,
e che dovrebbe rappresentare un importante elemento di collegamento con il sistema della
mobilità autoveicolare di livello regionale -nazionale.
In questo ambito, che con il riassetto infrastrutturale previsto risulterebbe particolarmente
servito sul versante della mobilità, la proposta di Documento di Piano contiene la previsione di
un polo sovralocale per insediamenti produttivi da svilupparsi con priorità.
Per quanto riguarda la SS. 12 viene riportata la previsione del PTCP relativa alla riqualificazione
(parallela all’analogo intervento sulla linea ferroviaria) che interessa direttamente il centro
abitato di Villa Poma con un by-pass in grado di eliminare il pesante carico di traffico di
attraversamento.
Anche in questo caso la proposta di Documento di Piano individua proprio in questo ambito la
previsione di un polo sovralocale per insediamenti produttivi, che risulterebbe ben servito anche
sul versante della mobilità ferroviaria e rappresenterebbe il naturale completamento dell’ambito
consolidato in territorio di Poggio Rusco.
Viene inoltre confermata la previsione del PRG relativa alla circonvallazione di San Benedetto,
recepita dal PTCP, che potrebbe rappresentare un importante miglioramento dei percorsi NordSud (in direzione di Moglia); è peraltro da segnalare che, in particolare per il tronco ad Est
dell’abitato, il tracciato oggi considerato dovrebbe essere soggetto ad ulteriori approfondimenti,
volti in particolare ad evitare o ridurre il consumo di suolo e la scomposizione di fondi agricoli:
verificando ad esempio se sia possibile la riqualificazione di una strada esistente, che corre
parallelamente al tracciato ipotizzato, oppure se sia possibile seguire con la nuova infrastruttura
viaria il tracciato della linea di alta tensione esistente.
Da ultimo si segnala che nelle successive elaborazioni di livello locale e nel Piano dei Servizi è
stato sviluppato l’obiettivo della valorizzazione della rete della viabilità locale esistente che è
chiamata a svolgere una funzione essenziale per la realizzazione del disegno complessivo di
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“messa in rete” dei centri abitati, dei servizi, della residenza diffusa sul territorio rurale, dei
luoghi di lavoro. L’obiettivo non è tanto quello di riconfigurare i tracciati esistenti, ma di
razionalizzarli/riqualificarli e renderli “riconoscibili e dedicati” per la mobilità autoveicolare lenta
(la cosiddetta “rete 50 KM/ora”) e capillarmente diffusa, verificandone anche la possibilità di
adeguamento per un uso integrato auto-ciclabile.
Per quanto riguarda infine i temi legati al trasporto pubblico, si ritiene che essi non rientrino
nell’ambito di pertinenza della pianificazione urbanistica, se non per questioni legate alla
localizzazione o sistemazione delle infrastrutture di servizio, quali stazioni, eventuali nodi di
interscambio o parcheggi.
7.6 Sistema agricolo e rurale
Nella proposta di Documento di Piano viene condivisa l’impostazione generale data dal PTCP
con l’individuazione diffusa e generalizzata degli “ambiti agricoli strategici”.
Questa condivisione si evidenzia e si rafforza anche in relazione alla individuazione degli ambiti
di valore paesaggistico-ambientale, che offrono una “copertura” molto estesa per l’intero
territorio, e che rappresentano un efficace e valido strumento di contenimento delle spinte
all’espansione delle urbanizzazioni e delle infrastrutture.
Vengono inoltre individuati, all’intorno dei nuclei edificati principali, gli ambiti di interazione tra il
sistema insediativo e quello agricolo; all’interno di questi ambiti le trasformazioni possibili
saranno soggette ad alcune restrizioni, sia per quanto riguarda nuove costruzioni e allevamenti,
sia per quanto riguarda l’edilizia esistente.
Circa la individuazione di questi ambiti, si è fatto riferimento, ove esistenti, alle previsioni dei
PRG vigenti: altrimenti si è provveduto alla indicazione di perimetri che sono stati puntualmente
verificati in sede di approfondimento dei singoli Comuni.
La disciplina delle trasformazioni realizzabili negli ambiti rurali è stata demandata al Piano delle
Regole, che fornisce indicazioni:
• per gli insediamenti connessi con la produzione agricola;
• per le residenze;
• per gli insediamenti produttivi esterni al tessuto urbano consolidato;
• per quelli agroindustriali;
• per i manufatti di pregio da salvaguardare;
• per gli impianti di produzione agroenergetica.
Sempre legato al sistema agricolo è il tema della città diffusa, riconoscibile come sistema
territoriale, da raccordare con i nodi dei centri abitati tramite una rete di mobilità capillare che
funzioni; si tratta di un sistema insediativo diffuso, con matrice e individuazione consolidata che,
se ben disciplinato, può integrarsi con il sistema agricolo senza comprometterne l’efficienza.
Questi sistemi insediativi rurali possono rappresentare un “serbatoio residenziale” aggiuntivo
per la popolazione già oggi presente sul territorio. In termini esemplificativi e non esaustivi, si
può fare ad esempio riferimento:
• agli insediamenti lineari sparsi, che caratterizzano il paesaggio lungo la viabilità minore;
• alle grandi corti dimesse o in via di dismissione, che spesso presentano caratteristiche
storico-ambientali di pregio, e che si prestano ottimamente per interventi di recupero e
valorizzazione sia degli elementi di pregio, sia della capacità insediativa.
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8 IL PGT DI SAN BENEDETTO
Partendo dalla proposta di Documento di Piano in scala 1:25.000, che è stata predisposta sulla
base delle indicazioni degli amministratori del Comune di San Benedetto, ma condivisa con gli
altri 5 comuni che hanno partecipato alla redazione del PGT coordinato e come tale sottoposta
a VAS, si è proceduto agli opportuni approfondimenti delle esigenze locali per arrivare alla
redazione di tutti gli atti del PGT da portare all’adozione del Consiglio comunale.
8.1 Analisi dei dati locali
I dati analizzati a livello globale per i 6 comuni relativamente al sistema socioeconomico e alla
struttura insediativa, sono stati sviluppati anche alla scala locale, in modo da fornire un quadro
più dettagliato per questi due temi del quadro conoscitivo.
Si riportano qui di seguito le tabelle e i grafici dei dati comunali più significativi accompagnati da
brevi note illustrative.
8.1.1 Dati demografici
Tab. 1 Popolazione residente
alle date dei censimenti
anni
6.592
5.376
4.468
4.204
4.006
3.659
Totale
Comune
10.399
10.484
10.908
12.192
13.121
13.578
13.573
13.127
10.651
8.788
8.148
7.696
7.206
Totale
Provincia
292.737
300.311
315.448
353.006
380.802
403.422
407.977
424.753
387.255
376.892
377.158
369.630
377.790
variazione
1871 - 1951
assoluta
%
2.728
26,2%
132.016
45,1%
variazione
1951 - 2001
assoluta
%
-5.921
-45,1%
-46.963
-11,1%
variazione
1871 - 2001
assoluta
%
-3.193
-30,7%
85.053
29,1%
1871
1881
1901
1911
1921
1931
1938
1951
1961
1971
1981
1991
2001
maschi
6.535
5.275
4.320
3.944
3.690
3.547
femmine
La popolazione residente alle date dei censimenti (v.Tab.1) a S. Benedetto raggiunge il suo
massimo storico nel 1931 con 13.578 abitanti; da quell’anno inizia a diminuire per arrivare alle
7.206 unità del 2001.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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Serie storica dal 1871 al 2001 Comune di San Bnedetto Po
16.000
14.000
n° abitanti
12.000
10.000
8.000
6.000
4.000
2.000
0
1871
1881
1901
1911
1921
1931
1938
1951
1961
1971
1981
1991
2001
Anno
Negli anni successivi (v. Tab.2) l’andamento demografico sembra consolidarsi, segnando una
leggera inversione di tendenza, per arrivare ai 7.748 residenti al 31.12.2009.
Tab.2 Popolazione residente al 31.12
anni
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
maschi
3.690
3.661
3.630
3.612
3.608
3.627
3.643
3.646
3.640
3.660
3.648
3.670
3.700
3.739
3.716
3.702
3.773
3.819
3.844
femmine
Totale
Comune
4.006
3.964
3.938
3.910
3.926
3.931
3.921
3.910
3.876
3.874
3.850
3.849
3.868
3.868
3.866
3.848
3.870
3.889
3.904
7.696
7.625
7.568
7.522
7.534
7.558
7.564
7.556
7.516
7.534
7.498
7.519
7.568
7.607
7.582
7.550
7.643
7.708
7.748
Considerando l’età dei residenti (v. Tab.3), si rileva un incremento del peso delle fasce più
anziane; restano comunque stazionarie le fasce più giovani.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
Pag. 66 di 88
Tab.3 Popolazione residente per particolari classi di età
Dati censimenti ISTAT
Anni
1991
2001
2005
2006
2007
Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale
Classi di età
Popolazione
da 1 a 5 anni
n
%
123
3,33
130
3,25
253
3,29
135
3,81
109
2,98
244
3,39
155
4,17
139
3,60
294
3,88
146
3,94
138
3,59
284
3,76
157
4,16
153
3,95
310
4,06
Popolazione
da 6 a 14 anni
n
%
333
9,02
306
7,64
639
8,30
260
7,33
265
7,24
525
7,29
293
7,88
242
6,26
535
7,06
301
8,13
260
6,76
561
7,43
306
8,11
273
7,05
579
7,58
Popolazione
da 15 a 44 anni
n
%
1.525
41,33
1.441
2966
35,97 38,54
1.498
42,23
1.365 2863
37,31 39,73
1448
38,97
1345
34,79
2793
36,84
1428
38,58
1315
34,18
2743
36,34
1469
38,94
1323
34,18
2792
36,53
Popolazione
da 45 a 64 anni
n
%
979
26,53
1.025
25,59
941
26,53
941
25,72
Popolazione
n
con oltre 65 anni %
Popolazione
totale
730
19,78
n 3.690
% 100,00
1.104
27,56
2004
26,04
1834
23,83
713
20,10
4.006 7.696 3.547
100,00 100,00 100,00
979
26,76
1882
995
26,12 26,78
1692
23,48
825
22,20
3.659 7.206 3.716
100,00 100,00 100,00
959
24,81
1.181
30,55
1954 1.001
25,77 27,05
2006
26,46
825
22,29
3.866 7.582 3.701
100,00 100,00 100,00
982
25,53
1152
29,95
1983 1.015
26,27 26,91
1977
26,19
825
21,87
3.847 7.548 3.772
100,00 100,00 100,00
984
25,42
1138
29,40
1999
26,15
1963
25,68
3.871 7.643
100,00 100,00
Il saldo demografico (v. Tab.4) risulta spesso negativo, come conseguenza di una prevalenza
dei morti sui nati; non sempre il saldo migratorio, generalmente attivo, riesce a controbilanciare
questo dato.
Tab.4 Movimento anagrafico della popolazione residente
anno
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
nati
45
47
43
42
30
50
43
41
47
47
64
53
43
59
64
64
69
saldo
morti
naturale
107
-62
108
-61
112
-69
114
-72
107
-77
97
-47
113
-70
100
-59
94
-47
114
-67
106
-42
87
-34
105
-62
89
-30
128
-64
125
-61
101
-32
iscritti
151
151
138
146
192
196
199
197
162
234
220
253
343
258
260
266
331
cancellati
111
148
126
120
103
125
123
146
155
149
181
198
232
189
221
237
206
saldo
migratorio
40
3
12
26
89
71
76
51
7
85
39
55
111
69
39
29
125
saldo
Popolaz.
totale
al 31.12
-22
7.696
-58
7.625
-57
7.568
-46
7.522
12
7.534
24
7.558
6
7.564
-8
7.556
-40
7.516
18
7.534
-3
7.498
21
7.519
49
7.568
39
7.607
-25
7.582
-32
7.550
93
7.643
Il numero delle famiglie residenti (v.Tab.5) risulta in costante aumento, con conseguente
riduzione della consistenza media dei nuclei familiari; aumentano in particolare i nuclei familiari
numerosi (v. Tab.6).
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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Tab.5 Consistenza dei nuclei famigliari
anno
1971
1981
1991
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
popolaz. famiglie consistenza
residente residenti
media
8.788
2.539
3,5
8.148
2.570
3,2
7.696
2.593
3,0
7.558
2.691
2,8
7.564
2.719
2,8
7.553
2.739
2,8
7.516
2.742
2,7
7.534
2.788
2,7
7.206
2.826
2,5
7.519
2.827
2,7
7.568
2.859
2,6
7.607
2.902
2,6
7.582
2.914
2,6
7.548
2.928
2,6
7.643
2.967
2,6
Tab.6 Famiglie residenti per ampiezza della famiglia
n componenti
anni
n
1991
%
n
1996
%
n
1997
%
n
1998
%
n
1999
%
n
2000
%
n
2001
%
n
2002
%
n
2003
%
n
2004
%
n
2005
%
n
2006
%
n
2007
%
1
2
3
4
457
17,6
536
19,9
545
20,0
555
20,3
567
20,7
598
21,4
622
22,0
611
21,6
632
22,1
670
23,1
688
23,6
697
23,8
715
24,1
679
26,2
750
27,9
772
28,4
781
28,5
801
29,2
811
29,1
840
29,7
838
29,6
856
29,9
864
29,8
868
29,8
892
30,5
906
30,5
632
24,4
646
24,0
652
24,0
662
24,2
654
23,9
656
23,5
655
23,2
695
24,6
706
24,7
701
24,2
704
24,2
701
23,9
699
23,6
455
17,5
456
16,9
467
17,2
466
17,0
461
16,8
468
16,8
474
16,8
452
16,0
436
15,3
445
15,3
424
14,6
422
14,4
421
14,2
5
6
7
220
8,5
198
7,4
185
6,8
178
6,5
177
6,5
164
5,9
155
5,5
152
5,4
152
5,3
141
4,9
151
5,2
147
5,0
144
4,9
150
5,8
64
2,4
64
2,4
64
2,3
56
2,0
56
2,0
48
1,7
48
1,7
51
1,8
52
1,8
56
1,9
43
1,5
52
1,8
29
1,1
24
0,9
22
0,8
24
0,9
22
0,8
20
0,7
21
0,7
19
0,7
18
0,6
13
0,4
14
0,5
18
0,6
8 e più Totale Incremento
2.593
100,0
12 2.691
0,4 100,0
10 2.719
28
0,4 100,0
11 2.739
20
0,4 100,0
2 2.742
3
0,1 100,0
13 2.788
46
0,5 100,0
12 2.826
38
0,4
100
10 2.827
1
0,4 100,0
7 2.859
32
0,2 100,0
11 2.902
43
0,4 100,0
10 2.914
12
0,3 100,0
12 2.928
14
0,4 100,0
12 2.967
39
0,4 100,0
8.1.2 Popolazione straniera
Determinante sull’andamento demografico è la componente straniera che risulta in costante
aumento (v. Tab.7), risultando nettamente inferiore, come peso percentuale, rispetto alla media
provinciale.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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Tab.7 Popolazione straniera residente al 31.12
Nel Comune di San Benedetto Po
Anni
pop.
% stranieri
residente su resid.
popolazione straniera
maschi femmine
totale
1991
*2001
2003
2004
2005
2006
2007
165
135
171
180
199
223
15
264
257
334
354
388
439
99
122
163
174
189
216
7696
7498
7568
7607
7582
7550
7643
0,2%
3,5%
3,4%
4,4%
4,7%
5,1%
5,7%
Popolazione straniera residente al 31/12 di ogni anno nel
Comune di San Benedetto Po e nella Provincia di Mantova
10%
8,8%
9%
8,1%
8%
7,4%
7%
6,2%
6%
5,1%
5%
4%
4,4%
4,2%
3,5%
4,7%
3,4%
3%
2%
1%
0%
*2001
2003
2004
2005
2006
anno
% stranieri rispetto ai residenti Comune di San Benedetto Po
% stranieri rispetto ai residenti nella Provincia
8.1.3 Attività della popolazione
Tab.8 Popolazione residente attiva in condizione professionale per settore di attività economica
Dati ISTAT 1961 - 1971 - 1981 - 1991 - 2001
Settori
agricoltura
industria
altra attività
totale
Anni
1961
1971
1981
1991
2001
comune
provincia
n
%
n
%
n
%
n
%
n
%
%
2.123
50,0%
1.278
39,5%
854
26,0%
577
17,9%
378
12,2%
8,2%
1.270
29,9%
1.146
35,4%
1.424
43,4%
1.361
42,2%
1.361
43,9%
44,30%
852
20,1%
815
25,2%
1.004
30,6%
1.290
40,0%
1.364
44,0%
47,50%
4.245
100,0%
3.239
100,0%
3.282
100,0%
3.228
100,0%
3.103
100,0%
100,0%
L’attività della popolazione residente (v. Tab.8) si è spostata negli anni dall’agricoltura
all’industria e al terziario; al censimento 2001, gli occupati in agricoltura costituivano ancora il
12,2% della popolazione attiva, presenza consistente se rapportata al dato medio provinciale
dell’8,2%.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
Pag. 69 di 88
Popolazione residente attiva in condizione professionale per
settore di attività economica
60%
50,0%
50%
43,4%
40%
44,0%
43,9%
42,2%
40,0%
39,5%
35,4%
30%
30,6%
29,9%
26,0%
25,2%
20%
20,1%
17,9%
12,2%
10%
0%
1961
1971
1981
agricoltura
industria
1991
2001
altra attività
Il tasso di attività (v. Tab.9 e 10) risulta in aumento ma risulta più basso rispetto alla media
provinciale.
Tab.9 Popolazione residente da 15 anni in poi - attiva e non attiva
Dati ISTAT 1971 - 1981 - 1991 - 2001
condizione
occupati
Anni
1971
1981
1991
2001
maschi
femmine
totale
maschi
femmine
totale
maschi
femmine
totale
maschi
femmine
totale
n
2.553
686
3.239
2.210
1.072
3.282
1.968
1.041
3.009
1.899
1.204
3.103
%
71,4
18,4
44,3
56,0
25,5
40,3
53,3
26,0
39,1
58,5
34,5
46,1
popolazione attiva
in cerca occupaz.
n
%
59
1,7
70
1,9
129
1,8
50
1,3
88
2,1
138
1,7
90
2,4
128
3,2
218
2,8
41
1,3
68
2,0
109
1,6
pop. non attiva
Totale
totale
n
2.612
756
3.368
2.260
1.160
3.420
2.058
1.169
3.227
1.940
1.272
3.212
%
73,1
20,2
46,1
57,3
27,6
42,0
55,8
29,2
41,9
59,8
36,5
47,7
n
962
2.979
3.941
1.684
3.044
4.728
1.632
2.837
4.469
1.306
2.215
3.521
%
26,9
79,8
53,9
42,7
72,4
58,0
44,2
70,8
58,1
40,2
63,5
52,3
n
3.574
3.735
7.309
3.944
4.204
8.148
3.690
4.006
7.696
3.246
3.487
6.733
%
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Tab.10 Indicatori per la popolazione attiva
Censimenti ISTAT 1991 - 2001
Indici
Anni
Comune
Provincia
Comune
2001
Provincia
1991
tasso di attività
maschi
femmine
totale
55,8%
29,2%
41,9%
58,2%
32,6%
44,9%
59,8%
36,5%
47,7%
64,6%
41,4%
52,5%
tasso di disoccupazione
tasso disoccupazione giovanile
maschi
femmine
totale
maschi femmine
totale
4,4%
10,9%
6,8%
10,9%
21,3%
15,6%
4,3%
8,7%
6,0%
9,8%
16,1%
12,6%
2,1%
5,4%
3,4%
9,6%
14,6%
11,8%
2,4%
5,3%
3,6%
8,1%
13,1%
10,3%
Considerando la posizione nella professione (v.Tab.11), si rileva una netta prevalenza di
dipendenti in posizione subordinata nell’industria e nel terziario, mentre in agricoltura
prevalgono i lavoratori in proprio.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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Tab.11 Popolazione attiva per posizione nella professione e attività economica
Dati ISTAT 2001
Settore di attività economica Industria
Condizione professionale
n
Imprenditore e libero professionista
Lavoratore in proprio
Socio di cooperativa
Coadiuvante familiare
Dipendente in posiz. subordinata
Totale
n
%
n
%
n
%
n
%
n
%
n
%
46
3,4%
177
13,0%
15
1,1%
22
1,6%
1.101
80,9%
1.361
100,0%
Agricoltura
n
%
28,4%
29,5%
31,9%
24,4%
51,6%
44,9%
14
4,6%
149
48,5%
9
2,9%
24
7,8%
111
36,2%
307
100,0%
%
Altre attività
n
8,6%
24,8%
19,1%
26,7%
5,2%
10,1%
102
7,5%
274
20,1%
23
1,7%
44
3,2%
921
67,5%
1.364
100,0%
%
63,0%
45,7%
48,9%
48,9%
43,2%
45,0%
Totale
n
%
162
5,3%
600
19,8%
47
1,6%
90
3,0%
2.133
70,3%
3.032
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
Tra i non attivi (v. Tab.12), prevalgono i ritirati dal lavoro, mentre sono in diminuzione gli
studenti e le casalinghe.
Tab.12 Popolazione residente da 15 anni in poi - non attiva
Dati ISTAT 1981 - 1991 - 2001
condizione Studenti
2001
1991
1981
1971
1961
anni
maschi
femmine
totale
maschi
femmine
totale
maschi
femmine
totale
maschi
femmine
totale
maschi
femmine
totale
n
429
302
731
212
168
380
189
235
424
195
221
416
156
181
337
%
40,1
7,9
14,9
22,0
5,6
9,6
17,1
9,5
11,9
11,9
7,8
9,3
11,9
8,2
9,6
Casalinghe
n
0
2.959
2.959
0
2.182
2.182
0
1.303
1.303
0
958
958
2
761
763
%
77,1
60,3
73,2
55,4
52,8
36,5
33,8
21,4
0,2
34,4
21,7
Ritirati dal lavoro
In altra condizione
Totale
n
%
n
%
n
463
43,3
178
16,6
1.070
458
11,9
121
3,2
3.840
921
18,8
299
6,1
4.910
706
73,4
44
4,6
962
590
19,8
39
1,3
2.979
1.296
32,9
83
2,1
3.941
779
70,6
136
12,3
1.104
867
35,2
61
2,5
2.466
1.646
46,1
197
5,5
3.570
951
58,3
486
29,8
1.632
1.236
43,6
422
14,9
2.837
2.187
48,9
908
20,3
4.469
1.043
79,9
105
8,0
1.306
1.100
49,7
173
7,8
2.215
2.143
60,9
278
7,9
3.521
%
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Scendendo ad analizzare l’età dei lavoratori (v.Tab.13), il 20,9% degli occupati in agricoltura
risulta avere, al 2001, un’età superiore ai 55 anni, mentre prevalgono nettamente, in tutti i
settori, i lavoratori con età compresa fra i 30 e i 54 anni.
Tab.13 Popolazione residente attiva per attività economica e classi di età
Censimenti ISTAT 1971 - 1981 - 1991 - 2001
Anni
1971
1981
1991
2001
Settori
agricoltura
industria
altre attività
Classi di età 14 - 19 20 - 29 30 - 54 oltre 55 totale 14 - 19 20 - 29 30 - 54 oltre 55 totale 14 - 19 20 - 29 30 - 54 oltre 55 totale
Comune
n
50
112
687
429
1.278
199
315
537
95
1.146
28
139
504
144
815
%
3,9% 8,8% 53,8% 33,6%
100% 17,4% 27,5% 46,9% 8,3%
100% 3,4% 17,1% 61,8% 17,7%
100%
Comune
n
23
102
495
234
854
123
423
761
117
1.424
33
237
577
157
1.004
%
2,7% 11,9% 58,0% 27,4%
100% 8,6% 29,7% 53,4% 8,2%
100% 3,3% 23,6% 57,5% 15,6%
100%
n
9
86
293
189
577
65
378
726
91
1.260
33
325
789
143
1.290
Comune
%
1,2% 16,0% 54,5% 28,3%
100% 3,7% 31,5% 58,8% 6,0%
100% 1,8% 27,5% 63,1% 7,6%
100%
Provincia %
2,1% 15,2% 52,1% 30,6%
100% 7,4% 31,2% 54,9% 6,5%
100% 2,4% 25,2% 62,6% 9,8%
100%
n
2
43
254
79
378
31
321
917
92
1.361
16
234
977
137
1.364
Comune
%
0,5% 11,4% 67,2% 20,9%
100% 2,3% 23,6% 67,4% 6,8%
100% 1,2% 17,2% 71,6% 10,0%
100%
Provincia %
1,1% 11,7% 60,5% 26,7%
100% 2,5% 26,0% 64,8% 6,7%
100% 1,1% 19,6% 69,5% 9,8%
100%
Considerando infine le attività locali si rileva (v.Tab.14) che al 2001il 38,9% degli addetti risulta
occupato in industrie manifatturiere, mentre a livello di unità locali si rileva una prevalenza del
settore commercio e riparazioni e una buona presenza di attività di costruzioni, oltre alle citate
industrie manifatturiere.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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Tab. 14 Unità locali e addetti per settori di attività economica
Dati censimenti ISTAT
Anni
u.l.
Settori di attività
Agricoltura e pesca
Industrie estrattive
Industrie manifatturiere
Energia, gas e acqua
Costruzioni
Commercio e riparazioni
Alberghi e pubblici esercizi
Trasporti e telecomunicazioni
Credito e assicurazioni
Altri servizi
Totale
1971
addetti
u.l.
1981
addetti
1991
addetti
u.l.
u.l.
n
27
2
121
1
49
163
27
27
7
35
459
110
5
397
3
144
277
56
51
20
60
1.123
22
7
107
3
84
194
28
47
22
81
595
102
95
635
4
202
364
66
64
46
228
1.806
18
2
118
1
87
166
31
27
9
101
560
49
25
642
2
190
305
81
52
30
354
1.730
%
2,0%
0,2%
19,9%
0,0%
16,6%
26,6%
5,8%
3,8%
2,6%
22,4%
100,0%
11
1
109
91
146
32
21
14
123
548
2001
addetti
n
31
30
602
234
273
66
48
41
223
1.548
addetti/u.l.
n
2,8
30,0
5,5
%
2,0%
1,9%
38,9%
0,0%
15,1%
17,6%
4,3%
3,1%
2,6%
14,4%
100,0%
2,6
1,9
2,1
2,3
2,9
1,8
2,8
Anche il numero medio di addetti per unità locale (v. Tab.15) risulta leggermente inferiore
rispetto alla media provinciale.
Tab.15 Unità locali e addetti per settore di attività economica
Confronto Comune di San Benedetto Po - Provincia di Mantova
Dati ISTAT 2001
Comune
Provincia
valore assoluto
%
n medio add/u.l.
valore assoluto
%
n medio add/u.l.
DELLE IMPRESE
DELLE ISTITUZIONI
imprese: industria
imprese: commercio imprese: altri servizi
istituzioni
u.l.
addetti
u.l.
addetti
u.l.
addetti
u.l.
addetti
204
878
170
308
163
519
48
175
34,9
46,7
29,1
16,4
27,9
27,6
8,2
9,3
4,3
1,8
3,2
3,6
10.271
72.123
9.972
24.062
9.836
32.679
2.543
22.704
31,5
47,6
30,6
15,9
30,2
21,6
7,8
15,0
7,0
2,4
3,3
8,9
TOTALE
u.l.
585
100
3,2
32.622
100,0
4,6
addetti
1.880
100
151.568
100,0
8.1.4 Il settore agricolo
Tab.16 Superficie aziendale secondo l'utilizzazione dei terreni
Dati ISTAT
coltivazioni
anni
1982
2000
n
%
n
%
Superficie agricola utilizzata
coltivazioni
prati
coltivazioni
seminativi
legnose
permanenti e
permanenti
agrarie
pascoli
4.390,50
28,79
285,38
82,1%
0,0%
0,5%
5,3%
4.295,14
183,80
9,59
89,2%
3,8%
0,2%
0,0%
superficie a
boschi
totale
4.704,67
88,0%
4.488,53
93,2%
altra
superficie
354,12
6,6%
14,48
0,3%
287,69
5,4%
313,02
6,5%
TOTALE
5.346,48
100,0%
4.816,03
100,0%
Tab.17 Aziende con seminativi per principali coltivazioni
DATI ISTAT
coltivazioni
anni
1982
2000
n
%
n
%
cereali
totale
di cui frumento
aziende superficie aziende superficie
442 1.400,82
360
820,50
47,4%
34,2%
38,6%
20,1%
277 1.730,26
123
397,27
53,8%
47,7%
23,9%
11,0%
coltivazioni ortive
aziende superficie
46
25,83
4,9%
0,6%
16
16,21
3,1%
0,4%
coltivazioni
foraggere
aziende superficie
445 2.665,45
47,7%
65,1%
222 1.879,09
43,1%
51,8%
totale
aziende superficie
933 4.092,10
100,0%
100,0%
515 3.625,56
100,0%
100,0%
Tab.18 Aziende agricole per forma di conduzione
Dati ISTAT
CONDUZIONE DIRETTA DEL COLTIVATORE
anni
1982
2000
con solo
manodopera
familiare
aziende superficie
472 3.288,87
77,9%
61,5%
379 3.736,99
91,5%
71,2%
Data 16/07/2010
con manodopera
familiare prevalente
aziende superficie
28
681,99
4,6%
12,8%
13
405,98
3,1%
7,7%
con manodopera
extrafamiliare
prevalente
Totale
aziende superficie
12
397,54
2,0%
7,4%
8
557,29
1,9%
10,6%
aziende superficie
512 4.368,40
84,5%
81,7%
400 4.700,26
96,6%
89,5%
conduzione con
salariati
aziende superficie
88
887,12
14,5%
16,6%
14
548,74
3,4%
10,5%
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
a colonia parziaria
appoderata
aziende
6
1,0%
superficie
90,96
1,7%
0,0%
0,0%
TOTALE GENERALE
aziende superficie
606 5.346,48
100,0%
100,0%
414 5.249,00
100,0%
100,0%
superficie
media
ha
8,82
12,68
Pag. 72 di 88
Tab.19 Numero di lavoratori in agricoltura per classi d'età
Censimento ISTAT Agricoltura 2000
età
n
%
n
%
comune
provincia
< 20
79
6,2%
1.731
4,9%
20-24
78
6,1%
2.263
6,4%
25-29
63
4,9%
2.237
6,4%
30-34
89
7,0%
2.461
7,0%
35-39
83
6,5%
2.441
6,9%
40-44
75
5,9%
2.524
7,2%
45-49
133
10,4%
3.326
9,4%
50-54
86
6,7%
2.724
7,7%
55-59
114
8,9%
3.401
9,7%
60-64
356
27,9%
9.039
25,7%
>65
122
9,5%
3.076
8,7%
totale
1278
100,0%
35.223
100,0%
Tab.19 Aziende con allevamenti per principali categorie di bestiame
DATI ISTAT
anni
n
%
n
%
1982
2000
totale
aziende
con
allevam.
487
217
aziende
304
62,4%
97
44,7%
BOVINI
capi
n medio/
totale
azienda
15.191
50
AVICOLI
di cui
vacche
5.269
aziende
capi
OVINI
aziende
SUINI
capi
38
7,8%
22
10,1%
0,0%
8.413
87
3.653
0,0%
aziende
0,0%
n medio/
azienda
capi
31.523
830
15.611
710
Tab.20 Patrimonio zootecnico
elaborazione su dati ASL Mantova - Servizio Medicina Veterinaria
anni
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
SAU
ha
4786,58
4786,58
4786,58
4786,58
4786,58
4488,53
4488,53
4488,53
4488,53
4488,53
BOVINI
SUINI
AVICOLI
CUNICOLI
n° capi
q p.v.
n° capi
q p.v.
n° capi
q p.v.
n° capi
qp
10052
40208
20738
20738
30000
570
1200
13413
53652
24590
24590
30000
570
1200
9760
39040
23989
23989
33500
636,5
1200
9540
38160
28950
28950
33500
636,5
900
8935
35740
35433
35433
29500
560,5
900
8505
34020
33515
33515
28500
541,5
900
8044
32176
40281
40281
28480
541,12
1300
7447
29788
39741
39741
28480
541,12
1300
7553
30212
34246
34246
35700
678,3
1000
7990
31960
35662
35662
60221 1144,199
1000
.v.
30
30
30
22,5
22,5
22,5
32,5
32,5
25
25
P.V. TOTALE
PROVINCIA
q
q/ha
q/ha
61546,0
12,86
15,10
78842,0
16,47
15,93
63695,5
13,31
15,64
67769,0
14,16
15,90
71756,0
14,99
16,33
68099,0
15,17
16,68
73030,6
16,27
17,22
70102,6
15,62
16,66
65161,3
14,52
17,06
68791,2
15,33
16,20
8.1.5 Il patrimonio abitativo
Le abitazioni costruite prima del 1919 (v. Tab.21) conservano un peso consistente nei diversi
anni analizzati rappresentando al 2001 il 32,3% il patrimonio abitativo del comune risulta
realizzato abbastanza uniformemente nei diversi periodi analizzati e è anche una discreta
presenza di abitazioni costruite dopo il 1991 (6,4%).
Tab. 21 Abitazioni per epoca di costruzione
Dati ISTAT
Anni
1971
1981
1991
2001
n
%
n
%
n
%
n
%
prima del 1919
abitaz. stanze
788
3.552
33,3
745
3.782
30,1
903
4.762
34,9
1.024
32,3
1919 - 1945
abitaz. stanze
339
1.632
14,3
371
2.086
15,0
312
1.729
12,1
382
12,1
1946 - 1961
abitaz. stanze
372
1.793
15,7
331
1.705
13,4
321
1.654
12,4
338
10,7
abitazioni costruite
1962 - 1971
1972 - 1981
abitaz. stanze abitaz. stanze
543
2.625
325
1.471
22,9
13,7
483
2.635
516
2.810
19,5
20,9
379
2.175
455
2.368
14,7
17,6
374
498
11,8
15,7
1982 - 1991
abitaz. stanze
28
1,1
216
8,4
350
11,0
dopo il 1991
abitaz. stanze
143
1.205
204
6,4
totale
abitaz. stanze
2.367
11.073
100,0
2.474
13.161
100,0
2.586
13.893
100,0
3.170
100,0
Tra gli edifici ad uso abitativo censiti al 2001 (v. Tab.23), prevalgono quelli con due piani fuori
terra (71,6%), seguite da quelle ad un solo piano (15,7%) ma sono anche presenti altezze
maggiori; in larga parte (v. Tab.24) si presentano in buono stato di conservazione anche se
sono presenti anche edifici considerati in mediocre e cattivo stato di conservazione.
Tende ad aumentare (v. Tab.25) la superficie media delle abitazioni occupate che passa dai
97,89 mq del 1971 ai 124,85 del 2001.
Buone risultano le disponibilità di impianti di riscaldamento e acqua calda rilevate al censimento
2001 (v. Tab.26 e 27), anche se il l’8,5% delle abitazioni dispone di apparecchi fissi che
riscaldano solo parti dell’abitazione.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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Tab.22 Edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione
Dati ISTAT 2001
Comune
Provincia
n
%
%
prima del 1919
1.024
32,3
19,9%
1919 - 1945
382
12,1
8,1%
EDIFICI COSTRUITI
1946 - 1961
1962 - 1971
1972 - 1981
338
374
498
10,7
11,8
15,7
11,9%
18,8%
18,1%
1982 - 1991
dopo il 1991
350
204
11,0
6,4
11,3%
11,9%
Totale
3.170
100,0
100,0%
Tab.23 Edifici ad uso abitativo per numero di piani fuori terra
Dati ISTAT 2001
NUMERO DI PIANI FUORI TERRA
2 piani
3 piani
4 e più piani
276
1.802
423
15
11,0
71,6
16,8
0,6
15,7%
69,8%
12,0%
2,5%
Totale
1 piano
Comune
Provincia
n
%
%
2.516
100,0
100,0%
Tab.24 Edifici ad uso abitativo per stato di conservazione
Dati ISTAT 2001
Comune
Provincia
ottimo
1191
47,3
31,9%
n
%
%
STATO DI CONSERVAZIONE
buono
mediocre
998
286
39,7
11,4
50,6%
16,0%
Totale
pessimo
41
1,6
1,5%
2.516
100,0
100,0%
Tab.25 Superficie e stanze delle abitazioni occupate
Dati ISTAT 1971 -1981 - 1991 - 2001
Anni
abitazioni occupate
superficie mq
n
totale
media
stanze
totale
occupanti
stanze/ab.
famiglie
compon.
1971
2.367
231.707
97,89
11.073
4,7
2.521
8.669
1981
2.474
253.928
102,64
13.161
5,3
2.677
8.086
1991
2.586
-
13.893
5,4
2.593
7.608
2001
2.821
124,85
14.590
5,2
2.810
352.208
Tab.26 Abitazioni occupate dai residenti per disponibilità di riscaldamento
Dati ISTAT 2001
n
Totale abitazioni occupate
%
3.094
con impianto centralizzato ad uso di più
abitazioni
con impianto fisso autonomo ad uso
esclusivo dell'abitazione
con apparecchi fissi che riscaldano la
maggior parte dell'abitazione
con apparecchi singoli fissi che riscaldano
solo parti dell'abitazione
143
4,62%
2.312
74,73%
262
8,47%
377
12,18%
Tab.27 Abitazioni occupate dai residenti per disponibilità di acqua calda
Dati ISTAT 2001
n
%
Totale abitazioni occupate
2.770
con impianto comune con riscaldamento
2.035
73,47%
con impianto diverso, di cui:
735
26,53%
alimentato da gas metano o gas naturale
452
16,32%
alimentato da energia elettrica
129
4,66%
3
0,11%
176
6,35%
alimentato da energia solare
alimentato da altra fonte
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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8.2 Prescrizioni di carattere generale
In fase di redazione del PGT di San Benedetto si è verificata l’opportunità di predisporre alcune
tavole prescrittive di carattere generale, quali la carta dei vincoli sovraordinati, quella della
sensibilità paesistica e le classi di fattibilità geologica, che valgono sia per gli interventi di
trasformazione previsti e normati dal Documento di Piano, sia per quelli oggetto del Piano dei
Servizi, sia per quelli che fanno riferimento al Piano delle Regole.
Il territorio di San Benedetto risulta marginalmente interessato da piani e programmi
sovracomunali relativi alla rete infrastrutturale. Del tutto ininfluente è la previsione della “terza
corsia” dell’AutoBrennero (che incide sul territorio comunale per breve tratto, a Ovest di
Portiolo): mentre di rilievo è la previsione del nuovo asse viabilistico “PO.PE” che attraversa il
territorio comunale a sud del capoluogo, in prossimità di Zovo. Il relativo tracciato (ancorché
non esecutivo) risulta concordato dall’Amministrazione Comunale e dalla Provincia.
Altra previsione di livello sovralocale recepita dal PdR riguarda il percorso ciclabile “Eurovelo”
che interessa le strade arginali lungo il Po ed è stato recepito in specifico nel Piano dei Servizi.
Nella “Carta dei vincoli sovraordinati” (Tav. PG01) sono localizzati con idonea rappresentazione
i vincoli derivanti da piani e programmi di carattere sovracomunale o da normative specifiche;
essa comprende:
o vincoli ambientali e monumentali, riguardanti aspetti paesistici (ZPS, PLIS, fasce di
protezione di fiumi, torrenti e corsi d’acqua) e storico-culturali (edifici vincolati e siti di
interesse archeologico, localizzati sulla base delle indicazioni fornite dalla
Soprintendenza archeologica, integrandole con quanto rilevato dal Gruppo Archeologico
Ostigliese);
o vincoli di natura idrogeologica derivanti dal Piano di Assetto Idrogeologico (fasce di
inondabilità del PAI, con le fasce A e B corrispondenti con le aree golenali del Po);
o vincoli da infrastrutture e attività antropiche, quali le fasce di tutela dei pozzi pubblici e
dei depuratori, le fasce di rispetto stradali e cimiteriali, quelle di rispetto degli elettrodotti
e dei metanodotti;
o gli allevamenti attivi, così come localizzati sulla base delle indicazioni fornite dall’ASL al
momento dell’indagine conoscitiva; le eventuali nuove costruzioni dovranno essere
ubicate rispettando le fasce di rispetto stabilite dal Regolamento Locale di Igiene, previa
verifica di possibili variazioni rispetto agli allevamenti attivi censiti per il PGT.
La “Carta della sensibilità paesaggistica” è stata costruita sulla base della “Carta condivisa del
paesaggio” attribuendo alle diverse parti del territorio la seguente classificazione:
o molto alta per le aree individuate dal PTCP come corridoi di primo livello, corrispondenti
alle fasce di rispetto del fiume Po;
o alta per le aree attraversate dai principali canali della rete irrigua e di bonifica;
o media per tutto il restante territorio agricolo;
o bassa per le aree interne al perimetro del tessuto urbano residenziale consolidato;
o molto bassa per le aree per insediamenti produttivi.
Le classi di fattibilità geologica derivano infine dall’aggiornamento dello Studio geologico,
idrogeologico e sismico redatto in base alle indicazioni della normativa regionale.
Le tavole suddette trovano adeguati riferimenti nelle Norme Tecniche di Attuazione del PGT.
8.3 Il Documento di Piano
La versione definitiva del Documento di Piano del Comune di San Benedetto recepisce e
sviluppa in scala più dettagliata (1:10.000) quanto già indicato nella proposta di DdP condivisa,
sia per quanto riguarda gli ambiti di trasformazione residenziale, sia per quanto riguarda quelli
per insediamenti produttivi.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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Vengono inoltre recepite le indicazioni del PTCP di Mantova con particolare riferimento a
quanto indicato nelle Linee guida metodologiche – Allegato D3 – Contenuti minimi dei PGT.
8.3.1 Lo scenario strategico di piano
Lo scenario strategico del Documento di Piano del Comune di San Benedetto applica in
maniera più dettagliata gli indirizzi strategici dei PGT coordinati illustrati al precedente capitolo
7.
Il DdP recepisce anche le prescrizioni indicate dal PTCP riguardanti i temi del paesaggio, della
difesa del suolo, delle infrastrutture della mobilità e degli ambiti destinati all’attività agricola di
interesse strategico; tali temi sono stati sviluppati in modo più dettagliato nella fase di
predisposizione del Piano delle Regole, attraverso la redazione di cartografie tematiche e di
specifiche normative, facendo riferimento a quanto indicato dall’art.10 della L.R. n.12/2005 ; si è
quindi operata un’operazione di “feed-back” per la messa a punto finale del DdP, indicando le
tematiche derivate dal PdR stesso.
A livello strategico, in coerenza con gli obiettivi e le azioni della pianificazione generale, gli
obiettivi di riferimento per la messa a punto del Documento di Piano di Quingentole sono stati:
La “fisiologica” transizione dal PRG vigente al nuovo strumento, da attuare con il minimo
possibile di alterazioni rispetto all’impostazione originaria, complessivamente
condivisibile, dello strumento vigente
la valorizzazione degli elementi paesaggistici, legati in particolare alla presenza del
fiume Po e del fiume Secchia e delle relative aree golenali, per i quali viene perseguito il
recupero di un migliore standard di naturalità;
la salvaguardia degli ambiti agricoli in modo da garantirne la conservazione come
ricchezza non riproducibile;
la tutela del sistema idrico e delle zone umide, delle emergenze vegetazionali e degli
elementi geomorfologici;
la tutela dei beni culturali e del paesaggio, anche con riferimento alla componente
storico- culturale.
Questi elementi sono stati inseriti in una “Carta condivisa del Paesaggio”, di cui al punto
precedente, che costituisce la base per la redazione della Carta della sensibilità paesaggistica,
avente carattere prescrittivo.
Il PGT recepisce inoltre le indicazioni derivanti dai piani settoriali di livello sovraordinato vigenti
alla data della sua approvazione; si è in particolare verificata la coerenza con i piani e
programmi di livello regionale e provinciale.
Si è infine tenuto conto delle valutazioni di compatibilità e delle indicazioni di criticità evidenziate
dal Rapporto Ambientale della VAS nonché dalla risultanze della VIC, recependo nella
normativa di PGT, in termini di prescrizioni, gli accorgimenti da adottare e le misure di
mitigazione e/o compensazione da prevedere per i nuovi ambiti di trasformazione.
8.3.2 Le determinazioni di piano
Dalle indagini demografiche svolte non sono emerse particolari indicazioni sulla presenza di
fabbisogni abitativi pregressi o insorgenti tali da giustificare consistenti espansioni del tessuto
urbano consolidato.
Pur in presenza di un numero di residenti pressoché costante negli ultimi anni, si è verificata
comunque una discreta tendenza verso la costruzione di nuove abitazioni, tale da giustificare la
conferma nel PGT degli ambiti di espansione residenziale già previsti dal PRG previgente. La
localizzazione delle nuove espansioni si pone l’obiettivo di accorpare verso ovest tali ambiti
all’edificato esistente recuperando parzialmente edificazioni sparse o di tipo lineare che si sono
sviluppate in anni recenti.
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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Per quanto riguarda invece gli ambiti destinati ad insediamenti produttivi, si è preso atto che le
aree messe a disposizione dal PRG sono state rapidamente edificate, confermando l’esistenza
di una discreta domanda per questo tipo di edificazione; rispetto a quanto già previsto dal PRG
previgente, non viene confermata la localizzazione di un ambito produttivo posto a Villa
Garibaldi a sud della linea ferroviaria; in sostituzione e ampliamento di tale ambito viene
individuata una nuova zona di trasformazione immediatamente a nord del PIP già attuato.
Il dimensionamento complessivo dei nuovi ambiti di trasformazione rientra nei limiti indicati dal
PTCP- vedi tabella- perseguendo in tal modo l’obiettivo della minimizzazione dei consumi di
suolo; per gli ambiti di maggiore estensione si è infine prevista la possibilità di realizzazione per
stralci successivi, in modo da garantire uno sviluppo ordinato e coerente del tessuto urbano
consolidato e una possibilità di sviluppo nel tempo che può andare oltre rispetto alla durata
quinquennale del DdP.
2. PREVISIONI INSEDIATIVE DI PIANO
1. TUC E DIMENSIONAMENTO SECONDO IL PTCP
1.3 - QC:Quota
2.3. Nuove
1.4-QM=(QB+QC):
2.2. Previsioni
1.2 - QB :Quota
2.1. SUP:
condizionata
base Provincia
Quota massima
insediative non
previsioni
1.1 - SUC
superficie
Provincia (1,5%
(1% annuo x 5 anni
ammissibile
attuate (da
insediative (da
urbana prevista
annuo x 5 anni =
= 5%)
PGT)
Provincia 12,5%
PRG)
7,5%)
3.194.195
159.710
239.565
399.274
387.636
357.636
30.000
PRIMA ATTUAZIONE PGT (Prev da PRG>QM Prov.)
Quota Base PGT
57.636
Quota
condizionata
PGT
30.000
Quota da
coordinare PGT
0
Per tutti gli interventi di nuova edificazione è prescritta la realizzazione di opere di
compensazione ecologica preventiva, garantendo in questo modo adeguate condizioni di
sostenibilità ambientale.
Per quanto riguarda infine gli obiettivi di riqualificazione urbanistica, paesistica e ambientale
essi sono stati oggetto di specifici approfondimenti nella fase di messa a punto del Piano delle
Regole.
8.3.3 Le politiche di intervento per i sistemi funzionali
Il PGT di San Benedetto si è attenuto pienamente a quanto indicato per i diversi sistemi
funzionali nella fase di predisposizione del PGT condiviso, secondo quanto illustrato al
precedente capitolo 7.
8.3.4 L’individuazione degli ambiti di trasformazione
Nella tavola del Documento di Piano sono state evidenziate le aree facenti parte del tessuto
urbano consolidato, differenziandole in base alla destinazione prevalente (residenziale,
produttiva e terziaria), demandando ulteriori approfondimenti alla messa a punto del Piano delle
Regole; sono state inoltre riportate le aree destinate a servizi e attrezzature d’uso pubblico
sviluppate poi nello specifico nel Piano dei Servizi.
Gli ambiti di trasformazione individuati comprendono quattro comparti con destinazione
prevalentemente residenziale (tre nel capoluogo, uno a Portiolo) e due comparti con
destinazione prevalentemente produttiva (peraltro funzionalmente ben differenziati) a Nord del
capoluogo; mettendo a disposizione tali aree per possibili espansioni l’amministrazione
comunale di San Benedetto conferma le strategie di sviluppo dell’edificato esistente già indicate
dal PRG vigente, seppure con alcuni aggiustaggi dimensionali e di localizzazione. L’inserimento
di queste aree nel Documento di Piano non produce però, come stabilito dalla L.R. n.12/2005,
effetti diretti sul regime giuridico dei suoli; esse potranno essere considerate edificabili solo
dopo l’approvazione di specifici piani attuativi, da predisporre seguendo le indicazioni riportate
nelle apposite schede delle Norme Tecniche di Attuazione.
I comparti residenziali “CR1” e “CR3”, localizzati a Est del capoluogo, riprendono le previsioni
del PRG previgente, seppure in diminuzione (viene infatti stralciata la parte del comparto “CR1”
posta più a Est). Questi comparti hanno da un lato la funzione di collegare per linee interne il
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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capoluogo con lo sviluppo insediativo lineare originato dalla frazione di Villa Garibaldi; dall’altro
completano e concludono lo sviluppo residenziale del capoluogo verso Est, realizzando anche
una nuova area a servizi che integra e completa il piccolo comparto standard già esistente in
fregio alla strada per S. Siro.
Il comparto residenziale “CR2”, che pure riprende una previsione del PRG previgente (con lieve
ampliamento) persegue lo stesso obiettivo del completamento e conclusione dello sviluppo
residenziale del capoluogo verso Nord, in prossimità dell’ambito ove, con altro intervento,
l’Amministrazione comunale intende trasferire il campo sportivo.
Infine il comparto “CR4”, che pure conferma la previsione del PRG previgente, trova
giustificazione nella opportunità di confermare e consolidare la piccola ma vitale frazione di
Portiolo, garantendo una seppur ridotta offerta insediativa opportunamente localizzata
all’interno del tessuto consolidato esistente.
A differenza di quanto previsto per gli ambiti di trasformazione residenziali (ove il nuovo PGT
conferma in modo pressoché totale le previsioni del PRG previgente) per gli ambiti destinati agli
insediamenti produttivi il nuovo strumento urbanistico introduce consistenti modifiche.
Prendendo infatti atto degli indirizzi del PTCP, che localizzano sul territorio comunale un
possibile polo di razionalizzazione e sviluppo per insediamenti produttivi di livello sovralocale, il
PGT non conferma la destinazione produttiva per alcune aree (in particolare quelle poste a Sud
del capoluogo) e individua una nuova direttrice di sviluppo nel settore Nord del territorio
comunale, in ragione di tre elementi di significativo interesse:
a) lo sviluppo, già in parte attuato, del P.I.P.
b) il nuovo schema infrastrutturale previsto (e recepito anche dal PTCP) per il by-pass
dell’attraversamento del centro abitato
c) la nuova prospettiva di razionalizzazione, sviluppo e riqualificazione ambientale
dell’insediamento esistente in zona per lo stoccaggio, commercializzazione e trasporto di inerti.
Il PGT prefigura pertanto la realizzazione di due ambiti di trasformazione in prossimità del ponte
sul Po con obiettivi simili e congruenti:
• il primo ha la finalità di recuperare i deficit insediativi dell’ambito, derivanti da una
situazione di incompleta realizzazione e da problematiche situazioni “al contorno” e
offrire una soluzione positiva per la risoluzione dell’esistente insediamento di inerti in
ambito golenale, in grado di risolvere al meglio anche i problemi ambientali oggi presenti
(si prevede infatti il trasferimento dell’attività a Sud dell’argine maestro, e il
contemporaneo recupero dell’area di golena come ambito da destinare a opere di
compensazione ecologica preventiva);
• il secondo si pone l’obiettivo di realizzare, anche se per stralci successivi e progressivi,
un intervento complessivo altamente qualificato sotto il profilo ambientale, in armonia
con i criteri informatori delle Aree Ecologicamente Attrezzate, partecipando alla
realizzazione almeno del primo tronco della prevista circonvallazione da raccordare
anche con l’attracco fluviale già presente nella zona.
8.3.5 Previsioni prevalenti di livello sovracomunale
Il territorio di San Benedetto, come già accennato, è interessato da progetti di livello
sovracomunale per la realizzazione di nuove infrastrutture viabilistiche: i tracciati e le relative
fasce di salvaguardia vengono pertanto recepiti nel nuovo PGT.
Di particolare rilevanza risulta inoltre la presenza della rete verde di primo e secondo livello,
grazie alla presenza del fiume Po e del fiume Secchia, con le relative aree golenali ricche di
potenzialità ambientali, e i canali di bonifica. L’intero territorio comunale risulta infatti ordinato
dalla rete dei canali di bonifica (memoria dell’operosità benedettina) e da alcuni tratti di grandi
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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canali, vere e proprie dorsali del sistema idraulico, che vengono giustamente individuati come
aste dei corridoi ecologici di secondo livello.
L’abitato di Portiolo e, per certi versi, anche il centro abitato del capoluogo risultano inoltre
prossimi alla ZPS IT20B0501, il cui vincolo specifico riguarda le isole Macallè e Santa
Scoalstica e gli ambiti golenali immediatamente circostanti; le trasformazioni previste dal PGT
vengono per questo sottoposte a Valutazione di Incidenza.
Per quanto riguarda la tutela paesaggistica, per tutti gli ambiti di trasformazione viene richiesta
la formazione di fasce alberate sui margini verso la campagna, in modo da mitigare l’impatto dei
nuovi insediamenti rispetto al territorio agricolo circostante; per tutti i nuovi interventi sono
inoltre prescritte opere di compensazione ecologica preventiva.
Tutte le aree golenali del fiume Po e del fiume Secchia ricadono in fascia A e B del PAI, mentre
il resto del territorio comunale ricade interamente in fascia C; queste indicazioni vengono
recepite sia nel Documento di Piano che nel Piano delle Regole, per il quale sono previste
normative specifiche.
Per quanto riguarda infine la componente geologica idrogeologica e sismica, è stato
predisposto l’aggiornamento dello studio geologico, secondo quanto indicato dalla L.R.
n.12/2005, e ad esso fanno riferimento i diversi atti del PGT.
8.3.6 Il processo di VAS
Il Documento di Piano è stato sottoposto, secondo quanto previsto dalla normativa vigente, a
Valutazione Ambientale Strategica; il processo di VAS è stato avviato a livello coordinato con
una prima Conferenza di Valutazione del 25 maggio 2009 con la presentazione del Documento
di Scoping.
E’ stato quindi predisposto il Rapporto Ambientale, completo di Sintesi non tecnica che, a
partire dal 22 febbraio 2010, sono stati resi disponibili sui siti web dei singoli comuni, insieme
alla proposta di DdP coordinato.
La seconda Conferenza di Valutazione si è svolta il 24 maggio 2010 e in quella occasione gli
enti competenti hanno illustrato i pareri espressi sui diversi documenti proposti, fornendo
suggerimenti e indicazioni sia su questioni di carattere generale, sia con riferimento a singole
situazioni locali.
Le indicazioni di carattere generale sono state recepite tramite la messa a punto finale del
Rapporto Ambientale e degli altri documenti di VAS; quelle di carattere locale sono state
recepite con l’aggiornamento delle cartografie di piano e l’integrazione delle Norme tecniche
Attuative.
Le osservazioni specifiche relative al Documento di Piano di San Benedetto Po fanno
riferimento:
• alla presenza di due ipotesi di tracciato per la nuova PO-PE (settore viabilità Provincia);
• all’assenza di acquedotto comunale (ASL);
• alle criticità della localizzazione dei nuovi comparti produttivi (settore urbanistica e
ambiente della Provincia) derivanti dalla prossimità della ZPS e degli ambiti golenali di
elevato pregio naturalistico e ambientale, oltre che dall’elevato grado di vulnerabilità
geologica;
• alla possibilità di impatto dei percorsi ciclabili sulle ZPS in funzione della intensità e
tipologia di fruizione (settore ambiente Provincia);
• alla presenza dell’Osservatorio astronomico di Gorgo, che richiede uno specifico
controllo dell’inquinamento luminoso (ARPA);
Data 16/07/2010
File 010-07 RELAZIONE SAN BENEDETTO DEF.doc
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•
alla necessità di valutare la capacità di smaltimento del depuratore in vista
dell’incremento insediativo previsto.
L’amministrazione comunale ha seriamente valutato le osservazioni pervenute arrivando alle
seguenti decisioni:
per il tracciato della PO-PE è stato recepito quello indicato dalla Provincia adeguando le
cartografie di piano;
il nuovo acquedotto comunale è considerato un’ opera sicuramente necessaria, ma
attualmente non finanziabile; vengono in ogni caso fornite per i nuovi ambiti di
trasformazione prescrizioni finalizzate alla predisposizione di tutte le canalizzazioni
necessarie per un futuro allacciamento alla rete acquedottistica;
per la localizzazione dei nuovi comparti produttivi viene confermata la localizzazione
prevista in quanto:
o è già stato realizzato l’attracco fluviale sul Po, la cui effettiva utilizzazione
potrebbe alleggerire il traffico pesante che transita sulle strade;
o è stata in parte finanziata la realizzazione del tracciato alternativo alla strada
statale a cui i nuovi comparti dovranno collegarsi;
o il nuovo comparto per la commercializzazione e stoccaggio inerti è già stato
sottoposto a Valutazione di incidenza nei confronti della vicina ZPS;
o anche la pianificazione del nuovo comparto produttivo CP5 dovrà essere
comunque sottoposta a Valutazione di incidenza e le nuove costruzioni dovranno
rispettare le prescrizioni di natura geologica e sismica, oltre che mettere in atto
tutti gli accorgimenti ambientali previsti per le Aree produttive ecologicamente
attrezzate.
Il controllo dell’inquinamento luminoso viene applicato per norma a tutti i nuovi
insediamenti ed è specificamente indicato nelle norme per la sostenibilità dei piani
attuativi;
per i percorsi ciclabili, il comune ha recepito indirizzi di livello sovalocale;
i nuovi insediamenti previsti sono compatibili con le capacità del depuratore.
8.4 Il Piano dei Servizi
8.4.1 Ambito territoriale di riferimento
Il comune di San Benedetto rientra nel Circondario C esteso all’Oltrepo mantovano, sinistra
Secchia.
All’interno di questo ambito il Comune, per dimensione demografica e per dotazione di servizi,
gioca un ruolo di riferimento per un territorio più ampio dell’ambito comunale vero e proprio.
Ne sono elementi emblematici il complesso polironiano, che rappresenta una eccellenza
assoluta nel settore artistico e culturale; il grande comparto, prossimo al monastero, dedicato ai
servizi e attrezzature scolastiche e sportive; la casa di riposo; il campo sportivo (oggetto di un
significativo programma di spostamento e riqualificazione interessante una vasto ambito posto
fra l’abitato e il cimitero; i numerosi servizi (dalle aree verdi, ai parcheggi, alle scuole primarie)
diffusi sul territorio anche nelle frazioni.
Sono anche da segnalare le importanti dotazioni di attrezzature e i servizi tecnologici, fra le
quali spiccano una centrale a biomasse a Gorgo e i manufatti idraulici di S. Siro.
Da ultimo vanno ricordati servizi speciali e caratteristici, quali l’approdo fluviale lungo il Po (in
prossimità del ponte) e l’osservatorio astronomico di Gorgo.
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8.4.2 Inventario dei servizi esistenti
Per l’inventario dei servizi esistenti sono state censite, in base alle indicazioni fornite dall’ufficio
tecnico comunale, tutte le attrezzature e le aree destinate all’uso pubblico; sono state
individuate in particolare:
o le attrezzature religiose, con le chiese parrocchiali e le relative attrezzature di servizio;
o le attrezzature per l’istruzione, comprendenti asilo nido, scuole materne, scuola
elementare, scuola media inferiore;
o gli impianti tecnologici (includendo in questa categoria anche la centrale a biomasse di
Gorgo);
o le numerose e variegate attrezzature di interesse comune (sede municipale, biblioteca,
sale polivalenti, museo e complesso polironiano, ecc);
o i servizi sociali;
o i servizi sanitari (sede ASL; poliambulatorio);
o I parcheggi;
o le attrezzature sportive (palestre, piscina, campo sportivo, palazzetto dello sport, campi
da calcio, da calcetto e da tennis con relativi spogliatoi, ecc.);
o le altre aree di verde attrezzato per il tempo libero e per i giochi dei bambini.
Si è inoltre operata una distinzione tra i servizi di livello locale e sovralocale, e tra quelli a
servizio della residenza e quelli a servizio di attività produttive o terziarie; le superfici delle aree
così individuate sono state calcolate graficamente e riportate in una tabella che fa parte
integrante del Piano dei Servizi.
Fra i servizi di livello sovracomunale sono stati compresi: l’Istituto Superiore S. Giovanni Bosco;
la casa di riposo; la caserma dei Carabinieri; il complesso polironiano, l’attracco fluviale
turistico e commerciale; l’osservatorio astronomico.
Dai rilievi effettuati risulta che il comune di San Benedetto dispone di una superficie
complessiva di 288.448,50 mq di aree destinate a servizi di livello comunale; rapportando tale
dato con i 7.708 residenti al 31.12.2008 si può constatare come per ogni cittadino insediato
siano disponibili 37,42 mq di aree standard, senza tener conto in questo calcolo delle aree
presenti a servizio degli insediamenti produttivi.
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8.4.3 Stato dei bisogni e della domanda di servizi
I servizi esistenti, considerando sia la diversificazione degli stessi che la loro localizzazione, si
possono considerare pienamente rispondenti ai bisogni della popolazione residente; non si
rilevano pertanto particolari carenze da colmare; per questo nei nuovi ambiti di trasformazione
di dimensione contenuta si ritiene opportuno ammettere la monetizzazione parziale delle aree
da cedere.
Anche per quanto riguarda gli insediamenti produttivi e terziari, le aree d’uso pubblico esistenti
soddisfano le esigenze di tali funzioni.
8.4.4 Confronto offerta / domanda
L’offerta di servizi, considerando anche le possibili integrazioni derivanti dalla attuazione dei
nuovi ambiti di trasformazione, risulta pienamente rispondente alla domanda locale, anche nella
prospettiva di eventuali incrementi demografici, che a San Benedetto Po, in base alle proiezioni
riportate nella prima parte di questa relazione, risultano abbastanza limitati.
8.4.5 Individuazione di nuovi ambiti destinati a servizi
La situazione complessivamente soddisfacente sia in termini di qualità ed efficienza, sia in
termini di quantità e localizzazione, ha consentito di contenere le previsioni del Piano dei
Servizi, indirizzando i nuovi interventi al completamento ed alla valorizzazione della rete
esistente.
Il PGT, pertanto, recepisce sostanzialmente le previsioni del PRG previgente, puntando
soprattutto sui seguenti interventi:
• Il programma urbano di rinnovo del campo sportivo esistente, che prevede la
valorizzazione e utilizzazione edificatori dell’area attualmente occupata dal campo di
calcio, e la contemporanea realizzazione del nuovo campo di calcio e di una ampia area
destinata a parco urbano
• l’incremento della dotazione delle aree di verde primario, sia nel capoluogo che nelle
frazioni, da realizzare normalmente tramite l’ampliamento/accorpamento delle aree
esistenti
• l’incremento, come sopra, di alcune aree destinate ad attrezzature di interesse pubblico
da realizzare tramite la opportuna localizzazione (idoneamente prevista e normata nelle
“schede progetto” dei piani attuativi) delle aree standard da cedere a cura degli operatori
che promuovono e realizzano i piani attuativi stessi
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•
•
•
•
•
l’ampliamento del cimitero del capoluogo
la messa a disposizione di una porzione di area standard a servizio del P.I.P. per la
realizzazione di una piccola centrale di cogenerazione
l’ampliamento e il potenziamento della piazzola ecologica posta ad Est del capoluogo
la previsione (da concretizzare tramite il piano attuativo di valenza sovralocale) di un
ampio comparto di aree da destinare a servizio della nuova zona per insediamenti
produttivi
infine
Sono stati inoltre indicati i percorsi ciclabili di progetto, in genere corrispondenti a tracciati
stradali già esistenti, in modo da integrare e completare la rete di ciclabili esistente lungo la
strada d’argine e all’interno del centro abitato.
Le previsioni più puntuali e dettagliate relative alla attuazione delle previsioni del Piano dei
Servizi (ed in particolare gli interventi sopra elencati) sono di proposito demandate al piano
triennale delle Opere Pubbliche, ed ai relativi periodici aggiornamenti, che consentono di
aggiornare ed adeguare, quasi in “tempo reale”, le previsioni alle esigenze ed alla risorse
disponibili.
8.5 Il Piano delle Regole
8.5.1 Gli ambiti del tessuto urbano consolidato
All’interno del tessuto urbano consolidato vengono individuati diversi tipi di ambiti sulla base
della destinazione prevalente e delle caratteristiche storiche e tipologiche dell’edificato
esistente, recependo sostanzialmente le indicazioni del PRG previdente.
Vengono pertanto individuati:
il centro storico del capoluogo, comprendente il nucleo originario localizzato a fianco del
complesso polironiano;
gli ambiti di interesse storico e insediativo tradizionale, che presentano caratteristiche
insediative, tipologiche, architettoniche da salvaguardare;
gli ambiti prevalentemente residenziali, che nel capoluogo vengono suddivisi in ambiti a
media e ambiti a bassa densità, e comprendenti anche alcuni nuclei caratterizzati da
edificazione piuttosto densa da assoggettare a piano di recupero nel caso di interventi di
tipo innovativo;
le aree per insediamenti produttivi, che sostanzialmente comprendono gli ambiti già
utilizzati o in corso di utilizzazione per funzioni produttive industriali e/o artigianali. Tali
aree risultano per la quasi totalità concentrate nel settore Nord del territorio comunale,
fra il centro abitato del capoluogo e il fiume Po;
le aree per insediamenti terziari, anche se risultano ridotte di numero, dimensionalmente
contenute e sostanzialmente utilizzate per strutture di vendita di media superficie
localizzate in prossimità del capoluogo.
Sono state inoltre comprese nell’ambito del tessuto urbano consolidato anche tutte le aree (a
qualsiasi funzione destinate) comprese in piani attuativi operanti (cioè approvati e convenzionati
da meno di dieci anni) indipendentemente dallo stato di attuazione dei piani stessi. La
normativa a tale proposito precisa che, fino a scadenza del periodo di validità del singolo piano
attuativo, le trasformazioni devono seguire il regime normativo vigente all’atto dell’approvazione
del piano.
E’ stata infine individuata, con destinazione specifica, l’area posta in ambito golenale, utilizzata
per stoccaggio e lavorazione di inerti; per questo ambito una normativa specifica consente il
permanere “ad esaurimento” di tale attività, peraltro collegata alla previsione del nuovo
insediamento che lo stesso operatore intende realizzare a Sud dell’argine maestro di Po:
l’esercizio dell’attività dovrà in ogni modo rispettare i limiti di compatibilità con la vicina ZPS
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previsti dalla Valutazione di Incidenza. In concreto ciò significa che il nuovo insediamento
(comunque da realizzare in base a idoneo piano attuativo) potrà entrare in funzione solo in
seguito alla dismissione dell’attività oggi presente, e l’area oggi occupata dovrà essere
unicamente utilizzata, previa eventuale bonifica, come ambito per interventi di compensazione
ecologica preventiva.
Per ciascuno di questi ambiti le Norme Tecniche di Attuazione precisano gli obiettivi e le finalità
delle trasformazioni, le destinazioni d’uso, le possibilità di intervento sul patrimonio edilizio
esistente e i criteri da seguire per la nuova edificazione.
8.5.2 Le aree di valore paesaggistico- ambientale ed ecologiche
Per quanto riguarda le aree di valore paesaggistico –ambientale con caratteri fisico naturali
sono stati individuati, integrando le indicazioni fornite dal PTCP con lo studio BIOBAM:
o i corsi d’acqua di valore paesaggistico e ambientale, corrispondenti anche alle aste dei
corridoi ecologici di secondo livello;
o le emergenze vegetazionali, con la localizzazione dei boschi, delle aree a vegetazione
naturale rilevante, dei sistemi verdi lineari costituiti dai filari alberati presenti in molte
zone della campagna, e degli alberi monumentali;
o le aree golenali, comprese nel PLIS esistente e in quello proposto.
In questo tipo di aree sono stati compresi anche i parchi e giardini privati, includendo in tale
classificazione gli ambiti destinati a verde privato sottoposti a tutela.
Le indicazioni e gli indirizzi espressi dal PTCP (ed anche dal PTR) relativamente ai corridoi
ecologici, finalizzati alla individuazione della rete ecologica provinciale sono stati recepiti nella
fase di analisi, sono stati dettagliati (come d’altronde richiesto dal PTCP stesso) e sono stati
utilizzati per la definizione degli elaborati cartografici individuanti:
o gli ambiti agricoli strategici di particolare valenza paesistica, e conseguentemente
o per la costruzione della tavola delle classi di fattibilità paesistica
Corrispondentemente è stato anche possibile definire contenuti normativi e procedurali precisi e
specifici, che altrimenti sarebbero inevitabilmente rimasti a livello alquanto generico.
Va anche sottolineato il fatto che, indipendentemente dalle classificazioni, la normativa che
viene proposta per le aree agricole prevede la sostanziale realizzazione di una rete ecologica
diffusa in tutto il territorio agricolo: ad esempio viene prescritta la tutela dei filari e degli elementi
arborei esistenti, con previsione di integrazioni, tramite opere di recupero del paesaggio legate
alla realizzazione di nuove costruzioni in campagna o come interventi di compensazione
ecologica preventiva legati all’attuazione degli ambiti di trasformazione.
Per questo nelle tavole di piano vengono riportati i filari alberati esistenti, che devono essere
integrati e salvaguardati; viene prevista inoltre la prosecuzione e/o la realizzazione di filari lungo
i principali canali esistenti.
Per quanto riguarda le aree di valore storico- culturale, sono stati individuati e riportati nelle
cartografie di piano:
o i nuclei di antica formazione, indicati come centri storici all’interno del tessuto urbano
consolidato, facendo riferimento in prima istanza alla documentazione fornita dalla
cartografia IGM del XIX secolo;
o le bellezze individue
o altri beni e/o singoli edifici, ovunque localizzati nel territorio, di rilevante valore storico –
culturale (per tale individuazione si è fatto riferimento, in prima istanza, alle previsioni del
PRG previgente, verificate e aggiornate in base a sopralluogo);
o gli elementi del sistema della mobilità di matrice storica;
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o
i canali di matrice storica e i manufatti idraulici di rilevante interesse storico, presenti a
San Benedetto in coincidenza delle opere idrauliche attorno all’abitato di S. Siro.
Ciascuno degli ambiti o elementi individuati trova un riferimento nell’apparato normativo del
Piano delle Regole, ove sono precisate le destinazioni e gli interventi ammessi e non ammessi
e gli eventuali vincoli da rispettare.
8.5.3 Le aree non soggette a trasformazione urbanistica
Vengono considerate non soggette a trasformazione urbanistica le aree di fatto inedificabili in
quanto rientranti in fasce di rispetto di elementi di origine naturale o antropica, quali:
o le aree golenali e le fasce di rispetto dei corsi d’acqua facenti parte del reticolo idrico;
o le fasce di rispetto stradale;
o le fasce di rispetto cimiteriale;
o le fasce di rispetto di pozzi e depuratori
o le eventuali aree di compensazione ecologica preventiva
Tali fasce risultano di fatto inedificabili, anche se la loro superficie può essere calcolata a fini
edificatori per le costruzioni realizzabili nelle aree limitrofe non vincolate.
8.5.4 Le aree e gli edifici a rischio di compromissione e degrado
Nel territorio di San Benedetto non sono presenti aree con particolari problemi di rischio o
degrado.
Nella carta condivisa del paesaggio, comunque, vengono individuati (sulla base delle
indicazioni fornite dall’Amministrazione e di successivo sopralluogo) gli elementi puntiformi
diffusi che possono costituire elementi di rischio, quali complessi produttivi dismessi, specchi
d’acqua e cave dismesse, allevamenti intensivi, elettrodotti e altre infrastrutture (esistenti e/o
previste) che possono incidere negativamente sul territorio.
8.5.5 Le aree destinate all’attività agricola
Per gli ambiti agricoli è stata operata la suddivisione in tre categorie fondamentali, secondo
quanto indicato dal PTCP vigente; segnalando peraltro che, come espressamente previsto dal
PTCP stesso, si è proceduto ad una riperimetrazione degli ambiti, in modo da sostituire al
“buffer” un perimetro appoggiato a confini riconoscibili sul territorio e/o sulle mappe, quali
strade, fossi, mappali.
Sono pertanto stati individuati:
gli ambiti agricoli strategici ad elevata caratterizzazione produttiva, nei quali l’obiettivo
prevalente è il mantenimento dell’efficienza della produzione agricola; le trasformazioni
consentite comprendono anche la possibilità di nuove edificazioni purché connesse con
la produzione agricola; al fine di favorire il recupero degli edifici esistenti, in particolare
per quelli che hanno conservato caratteristiche tradizionali, è ammesso l’inserimento di
funzioni residenziali o di piccolo artigianato, nel pieno rispetto delle caratteristiche
tipologiche e formali esistenti.;
gli ambiti agricoli strategici a elevata valenza paesaggistica nei quali, pur garantendo
l’obiettivo prioritario della salvaguardia dell’attività agricola, le trasformazioni del territorio
vengono più rigidamente disciplinate, ammettendo sempre il recupero/potenziamento e
anche l’ampliamento fino al 10% della edificazione connessa all’attività agricola, ma non
sono ammessi interventi di nuova edificazione;
gli ambiti di rispetto del sistema insediativo, che hanno una funzione di cuscinetto
interposto tra il tessuto urbano e la campagna; anche in questi ambiti è consentito il
permanere della attività esistenti, ma non sono ammesse nuove costruzioni.
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Per gli edifici ricadenti all’interno delle aree destinate all’attività agricola la normativa di piano è
stata graduata in funzione di una precisa classificazione, che distingue:
l’edificazione rurale funzionale e funzionante che può essere trasformata e ampliata
purché gli interventi previsti risultino funzionalmente connessi con la conduzione
agricola;
l’edificazione estranea all’ambito rurale, che viene considerata ad esaurimento,
consentendo solo interventi di tipo manutentivo;
gli edifici o complessi dismessi, per i quali sono previste possibilità di recupero, purché
collegate alla tutela e valorizzazione del territorio, con possibilità di insediare residenze o
anche attività produttive di servizio fino a un massimo di 250 mq di Slp.
Il PGT, inoltre, provvede ad individuare, anche sulla base di quanto già previsto dal PRG
previgente, i nuclei insediativi agricoli di interesse storico artistico e ambientale da tutelare in
quanto testimonianza della storia e della tradizione edilizia locale.
Sono state infine individuate, senza includerle nel perimetro di tessuto urbano consolidato, le
attività industriali e commerciali connesse con l’agricoltura corrispondenti in genere ad
allevamenti intensivi di suini, spesso associati alla presenza di caseifici; per tali strutture si
ammette la possibilità di ampliamento fino a un massimo del 20% della Slp; nuove attività
produttive anche connesse con la trasformazione dei prodotti agricoli dovranno però essere
localizzate all’interno degli ambiti per insediamenti produttivi al fine di evitare nuove
compromissioni di territorio agricolo.
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Relazione tecnica illustrativa