BANCA D’ITALIA
EUROSISTEMA
Interviste della Rete estera e opinioni delle
aziende sul “Sistema paese”. Rischi e
opportunità per la presenza italiana in
alcune aree economiche strategiche
Anna Marra
Delegata per il Regno Unito
Banca d’Italia, Roma
27 febbraio 2014
Outline
- Interviste, obiettivi e modalità: questionario e scelta del campione
- Risultati: elementi di novità
- Resoconto dell’esperienza ed effetti della crisi
- «Sistema paese»: critiche e autocritiche delle imprese
- Focus su alcune economie: Cina, Brasile, Turchia, NAFTA
- Focus sull’estero «vicino»: Balcani e Nord Africa
- La «primavera araba»: rischi e opportunità per le imprese italiane
- Conclusioni: dove si trova l’Italia nell’arena globale?
2
Obiettivi e modalità: questionario e scelta del campione
 Fotografare le diverse modalità di presenza all’estero delle
imprese italiane e le trasformazioni in atto nel modello produttivo,
distributivo, organizzativo
 Comprendere ruolo dei 3 attori coinvolti: imprese, banche,
istituzioni  il “sistema paese” in senso corretto
 Individuare sulla base delle opinioni espresse, proposte e linee di
policy
 Interviste a 140 aziende in 11 paesi (BRIC, Turchia, Egitto, F, G,
J, UK, USA)  Questionario articolato in sei sezioni: a)
determinanti scelta di internazionalizzazione; b) modalità e
ricadute su casa-madre; c) organizzazione interna e governance;
d) risorse umane: struttura, costi, reperibilità sul mercato; e)
resoconto esperienza ed effetti crisi; f) ruolo del “sistema paese”
 Campione rappresentativo tessuto produttivo  diversificato per
settore di attività economica, dimensioni aziendali, modalità di
3
presenza
Risultati: elementi di novità - 1
 Andare all’estero: - scelta ponderata e programmata ex ante
dall’Italia; - chiara visione strategica, - solidità finanziaria e
organizzativa  ottica MLT; - flessibilità e capacità di adattamento
 Non esistono mercati “vergini” o di facile penetrazione all’interno
dei PE a più alta crescita, ma solo paesi e settori meno sviluppati
 TUTTI i paesi possono essere strategici a seconda degli obiettivi
 recupero/crescita di attrattività di alcuni paesi avanzati (anche
post crisi): incentivi per R&D, politiche attrazione investimenti
 calo di attrattività di alcuni PE: effetti dello sviluppo economico
(> costo fattori produttivi ma > consumatori): nearshoring
 Crescente trasformazione imprese in gruppi globali multibrand
 nuove modalità rapporto casa-madre (da biunivoco a network)
 redistribuzione territoriale dell’attività produttiva
 «perdita di identità» (valorizzazione brand locali, non essere
percepiti come colonizzatori)
4
Risultati: elementi di novità - 2
 Output perlopiù estero per estero (non delocalizzazione produttiva)
 coerente con motivazioni (dimensioni mercato/area, saturazione
Italia, seguire committenti/clienti finali, accesso skills/tecnologie)
 Costo del lavoro non fattore determinante (rileva in Egitto e Cina)
 Ricadute occupazionali neutre o positive  +skilled (nuove figure
professionali), -unskilled dove costo del lavoro maggiore rispetto
anche ad alcuni paesi avanzati (UK, USA). Caveat! Quadro in
evoluzione (redistribuzione fasi attività)
 perimetro “Sistema paese” e responsabilità per successo:
un’anomalia italiana. Chi ne fa parte? Solo Istituzioni o anche
banche e le stesse imprese?  manca traduzione di “sistema
paese” in altre lingue: ovvio che includa tutti e 3 i soggetti
 Internazionalizzazione deve partire dal proprio paese  “Fare
sistema” in Italia (e all’estero) deve coinvolgere tutte le istituzioni
che possono/devono creare condizioni per successo imprese e
paese rispetto ai concorrenti stranieri (non solo MISE, MAE, SACE,
ICE, ecc.)
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Resoconto dell’esperienza ed effetti della crisi
 Internazionalizzazione percorso difficile ma “virtuoso” di crescita a
tutti i livelli risultato di libera scelta o vincoli di “compliance” a
norme/mercati più “demanding”  costi compensati da maggiore
capacità competitiva, ingresso in mercati prima inaccessibili 
processo di learning-by-doing e revisione strategie, obiettivi iniziali,
organizzazione, governance CONSAPEVOLEZZA NON SEMPRE
DIFFUSA  scelta top management e strategie (trade off
controllo-autonomia affiliata)
 aziende solide ex ante (Darwin docet) e più solide ex post
 Effetti crisi: rischi e opportunità. Casa-madre ha beneficiato
dell’affiliata non viceversa  difficoltà finanziarie casa-madre e
rischio di perdita di quote di mercato delle affiliate (circolo vizioso)
 Opportunità offerte dalla crisi di competitor locali  R e AL
 TUTTE le aziende – grandi e piccole, seppure in misura diversa –
hanno bisogno del sostegno delle istituzioni pubbliche (e private)
6
 in Italia e all’estero
“Sistema paese”: critiche e autocritiche delle imprese
Istituzioni: ruolo di diplomazia economica e politica 
“spendere” nome e far valere peso del paese per far concorrere
ad armi pari le imprese con competitor stranieri. Cosa manca?
 azione continua e organica di promozione dell’Italia e del brand
nazionale  efficacia spesso rimessa all’impegno dei singoli in loco
 azione efficace di tutela proprietà intellettuale e del “Made in Italy”
 coinvolgimento costante politica pro aziende italiane all’estero 
attività concreta e incisiva di lobbying e “networking” presso autorità
locali in comparti chiave (infrastrutture, difesa, urbanistica,
liberalizzazioni e privatizzazioni) nei PE e PA, e verso grandi buyer
 articolazione organica ed efficiente istituzioni e strumenti (chi fa
cosa?)  frammentazione/sovrapposizione competenze crea
confusione alle aziende italiane e straniere;
 conoscenze tecniche o relazionali aggiornate/specifiche sul paese
per diverse fasi di internazionalizzazione  non solo il primo
insediamento
7
“Sistema paese”: critiche e autocritiche delle imprese
“Difetto culturale”, anomalia italiana che si traduce in:
 pregiudizio iniziale verso le istituzioni ex se: spesso scarsa
conoscenza delle istituzioni e dei servizi a supporto
 1/2
intervistate mai rivolta alle istituzioni in loco (e sconosciuta)
 approccio individualista-opportunista: si chiede supporto alle
istituzioni e alle banche, ma non si contribuisce a “fare sistema”
fornendo assistenza o informazioni
 scarsa attitudine ad associarsi e “fare sistema” per timore di
ridurre la propria quota di mercato o il vantaggio informativo  le
aziende tendono a ignorarsi o a farsi concorrenza invece di
massimizzare le sinergie derivanti da un’azione concertata (e’ regola
in F, US, UK, G che collaborano per il successo del proprio paese)
 grandi imprese non “apripista” per portare all’estero le PMI
subfornitrici e dell’indotto  è la regola nei paesi competitor
8
Interscambio commerciale
Interscambio dell’Italia (2012) con
Paesi/Aree di destinazione (€ mld)
export
%
%
2
import
%
%
2
tot. trade
%
%
2
balance
Cina
9,0
2,3
5,0
25,0
6,6
13,4
34,0
4,4
9,3
-16,0
Brasile
5,0
1,3
2,8
3,4
0,9
1,8
8,4
1,1
2,3
1,6
Russia
10,0
2,6
5,5
18,3
4,8
9,9
28,3
3,7
7,7
-8,3
3,3
0,9
1,9
3,7
1,0
2,0
7,1
0,9
1,9
-0,4
Turchia
10,6
2,7
5,9
5,3
1,4
2,8
15,8
3,1
6,3
5,3
NAFTA
33,3
8,5
18,5
15,4
4,1
8,3
48,7
6,3
13,3
17,8
Balcani
13,0
3,3
6,9*
10,9
2,9
5,7*
23,9
3,1
6,3*
2,1
N.Africa
13,6
3,5
7,5
27,0
7,1
14,5
40,6
5,3
11,1
-13,4
extra UE
180,3
46,2
100,0
186,0
48,9
100,0
366,3
47,5
100,0
-5,7
mondo
390,2
100,0
380,3
100,0
770,5
100,0
India
1
1
1
9,9
1
quota sul totale (mondo)
quota sul totale extra UE a 27
* per i Balcani si e’ raffrontato il dato al totale extra UE a 25
Fonte: Istat 2012
2
9
IDE delle imprese italiane
Investimenti esteri dell’Italia (2011)
per Paese/area di destinazione (€ mld)
target
valore stock
rank in UE
% su totale
% su extra UE
Cina
7,3
4
1,8
6,6
Brasile
5,7
6
1,4
5,2
Russia
5,7
6
1,4
5,2
India
2,6
5
0,7
2,4
Turchia
3,9
7
1,0
3,6
NAFTA
26,4
6
6,6
24,0
Balcani
7,4
4
1,9
6,5*
Nord Africa
8,4
2
2,1
7,7
Extra-UE 27
109,9
6
27,4
100,0
MONDO
401,6
6
100,0
* Gli investimenti nei Balcani, comprendenti anche la Romania e la Bulgaria, sono confrontati con quelli extra UE a 25
Fonte: Eurostat, 2011
10
Presenza imprese italiane sui mercati esteri
Numero di imprese, numero medio di addetti per impresa e
fatturato medio per impresa (mln euro)
Italia
Paese/Area di
destinazione
imprese
media
addetti
Germania
fatturato
medio
imprese
media
addetti
Francia
fatturato
medio
imprese
media
addetti
fatturato
medio
Cina
842
127
14
1,250
276
84
1,588
243
31
Brasile
598
219
60
479
444
121
662
549
95
Russia
323
110
14
413
307
82
508
277
44
India
270
92
12
323
488
48
469
375
19
Turchia
228
140
25
389
164
43
277
175
37
NAFTA
2,569
101
27
4,340
185
93
4,933
150
47
Balcani
4,137
45
3
516
373
41
713
162
15
446
123
21
139
487
24
1,157
157
17
N. Africa
11
Fonte: FATS, Eurostat 2011 (2010 per i Balcani)
Focus sulle economie emergenti: CINA
 KEY FEATURES: Cina sogno o incubo (lupo e agnello)? Handle with
extreme care. Rischi legati a technology transfer e proprieta’ intellettuale.
Business environment difficile e ultra-competitivo, ma rimane il 2° paese
al mondo beneficiario di IDE.
 Perche’ in Cina? a) prospettive crescita domanda interna e conquista
nuovi mercati; b) recuperare competitività tramite il più basso costo del
lavoro. Tendenze recenti: la Cina avrebbe perso parte del vantaggio
competitivo rispetto ad altri mercati maturi (nearshoring in paesi più
business friendly).
 IDE: trend in crescita ma stock inferiore ai maggiori partner UE  Italia al
4° posto tra paesi UE dopo G, F, UK (Eurostat, 2011) pari al 6,6% degli
IDE extra-UE.
 Elevato numero di imprese (842) e «nanismo d’impresa»  numero
medio addetti e fatturato medio nettamente inferiori a imprese tedesche e
francesi (FATS, Eurostat 2011).
 Interscambio commerciale: squilibrio «strutturale»  Forte deficit per
progressiva ascesa dei prodotti cinesi lungo la scala del valore. Cina e’ al
3° posto nell’interscambio dell’Italia, al 10° posto sull’export (5° tra paesi
extra-UE) e al 3° posto sull’import - dopo G e F – ma 1° tra paesi extraUE (Istat, 2012). Italia pesa invece l’1,4% dell’interscambio cinese (IMF,
12
2011)
Focus sulle economie emergenti: BRASILE
 KEY FEATURES: alla ricerca del tempo perduto: paese con grande
potenziale per l’Italia sia come interscambio che IDE, non sfruttato
appieno (es. tutti i settori Made in Italy e programma di infrastrutture).
 Perche’ in Brasile? a) prospettive crescita domanda interna; b)
presidiare mercato (bisogna essere presenti); c) vicinanza a importanti
clienti. Il costo del lavoro non è un incentivo.
 IDE: trend in crescita ma stock inferiore (6°posto tra paesi UE)  Italia
all’8° posto dopo USA, J, S, Belgio, UK, F e G con uno stock di $ 20 mld
(Fonte: BCdB 2010)  forte sottostima nei dati Eurostat
 Italia al 2° posto dopo F per numero aziende (598) ma «nanismo
d’impresa»  numero medio addetti e fatturato medio nettamente inferiori
a concorrenti UE (FATS, Eurostat 2011). !!! Dimensioni maggiori rispetto
agli altri BRIC e AL per presenza grandi aziende (TIM e FIAT).
 Interscambio commerciale: peso molto modesto del Brasile per l’Italia
(quota 1,1%, 2,3%), seppure in crescita: all’8° posto sull’export tra paesi
extra-UE) e 12°sull’import (Istat, 2012). !!! Da deficit a surplus
 Modesto peso Italia paese per Brasile: 2,1% dell’export (G: 3,5%) e di
origine del 2,8% dell’import (Fonte MDIC, 2011)  ascesa Cina quale
fornitore e progressiva perdita di competitività dei maggiori partner
13
Focus sulle economie emergenti: TURCHIA
 KEY FEATURES: Italia in posizione buona ma in pericolo (non facile
da mantenere o accrescere). Limitata capacità di penetrazione merci
italiane ed emancipazione mercato turco. Presenza e rapporti
bilaterali cresciuti negli ultimi 10-15 anni, ma peso relativo è diminuito.
 Perche’ in Turchia? a) prospettive crescita domanda interna; b) costo
manodopera e qualità forza-lavoro in termini di qualità del prodotto
rispetto a Cina e India; c) hub per mercati terzi; d) progressivo
allineamento a standard europei e internazionali.
 IDE: trend in crescita ma stock inferiore ai maggiori partner UE  Italia al
7° posto dopo G, UK, F, Sp, A, Gr, NL pari al 3,6% degli IDE extra-UE
(Eurostat, 2011)
 Elevato numero imprese (228) al 3° posto dopo G e F e «nanismo
d’impresa»  numero medio addetti e fatturato medio inferiori rispetto ai
principali paesi UE (G, F, UK) (FATS, Eurostat 2011).
 Interscambio commerciale: Turchia peso rilevante e crescente
nell’interscambio dell’Italia  al 3° posto sull’export tra paesi extra-UE
(dopo USA e CH) e davanti ai BRIC, ma solo al 9° sull’import (Istat,
2012). Stabile surplus commerciale per l’Italia. Italia al 7° posto (in
flessione) per export dopo G e UK tra paesi UE) e al 5° per origine
dell’import (dietro la G tra paesi UE) (Turkstat, 2012).
 Trend recente: «decoupling» della Turchia dall’UE (tranne G)
14
Focus su NAFTA: USA, MESSICO, CANADA
 KEY FEATURES: «riscoperta» NAFTA come mercato di produzione e
sbocco. Per Italia grandi potenzialità di espansione IDE e interscambio
con Canada e Messico  caveat errori di strategia Canada ≠ USA
 Perche’ NAFTA?: aumento competitività industria manifatturiera vs Asia
(produttività, CdL, trasporto, energia, qualità manodopera, quadro
giuridico-amministrativo, agevolazioni fiscali e doganali), tecnologia e
«autonomia energetica»: oil sands, shale and natural gas
 IDE: trend in crescita ma stock inferiore ai maggiori partner UE  Italia al
6° posto dopo UK, F, G, NL, Sp (Eurostat, 2011) e sottostimato per
domiciliazione estera di gruppi italiani  90% IDE negli USA
 Elevato numero imprese in crescita negli ultimi due anni. 2.562 (USA: 4°
posto con 2.096; Canada: 5° con 205; Messico: 4° con 261) dopo UK, G,
F, Sp (per il Messico), NL (per il Canada). «Nanismo d’impresa» 
numero medio addetti e fatturato medio inferiori rispetto ai principali paesi
UE (FATS, Eurostat 2011).
 Interscambio commerciale: NAFTA area cruciale  al 1° posto
sull’export tra paesi extra-UE. Modeste importazioni dall’area = surplus
costante per l’Italia (Istat, 2012).
 Trend ultimi anni: quota Italia (e J) in flessione causa «boom» dell’export
15
della Cina e crescita G. 2% import e 1% export (Fonte: UN CTSD, 2012).
Focus su aree emergenti limitrofe: BALCANI
 KEY FEATURES: area di legami storici con rilevanza attuale e prospettica
di primissimo piano per l’intero sistema produttivo e sufficientemente
presidiata ma…in futuro? Rischi vs opportunita’ della «prossimita’»
 Perche’ i Balcani? Evoluzione internazionalizzazione: ampliamento
imprese coinvolte (da PMI a grandi imprese), nuove modalità e settori (da
manifatturiero labour intensive a servizi finanziari, infrastrutture,
costruzioni, energia), diverse motivazioni (da delocalizzazione processi a
intera produzione in loco per mercato locale). Politiche economiche
Governi locali incentivano IDE, ma rischio trasferimento intera produzione
dall’Italia e di tutta la filiera produttiva (cfr. Fiat in Serbia).
 IDE: trend in crescita e significativo ma inferiore ai partner UE (4°posto)
 stock e’ pari al 10,1% degli investimenti extra-UE a 25 (Eurostat, 2011)
!!!! Forte sottostima causa triangolazioni (es. Unicredit-BACA)
 Numero imprese elevato e superiore ai competitor UE  4.137 (3.331 in
Romania) pari a 19% sul totale affiliate, ma «nanismo di impresa» 
numero medio addetti e fatturato medio nettamente inferiori ai principali
paesi UE (G, A e F) (FATS, Eurostat 2010).
 Interscambio commerciale: partner rilevante per l’Italia  l’area assorbe
il 6,9% export extra-UE a 25 e 5,7% del nostro import (Istat, 2012). Ruolo
chiave dell’Italia  paese di destinazione 13% export e origine 11% import
simile a G (FMI, 2011). Surplus commerciale. Trend recenti: perdita
di
16
competitività post-crisi in Romania a favore G.
Focus su aree emergenti limitrofe: NORD AFRICA
 KEY FEATURES: area con legami storici, seppure in declino, con l’UE
ma rilevante per «blocco mediterraneo» (F, I, S). Intensificazione dei
rapporti commerciali dell’Italia con i NA5 (indipendentemente dalla
componente energetica), ma che ha risentito della «primavera araba»
 IDE: trend in costante crescita e significativo  2° posto dopo F (con
stock doppio) tra paesi UE (Eurostat, 2011) pari al 7,7% degli IDE totali
extra-UE, concentrato prevalentemente in Egitto e Algeria.
 Elevato numero imprese (446)  rispetto ai principali paesi UE (F in
primis, G, RU e S) Italia si posiziona al 2° posto dopo F per numero
aziende, ma con fatturato medio nettamente inferiore. «Nanismo
d’impresa» per Marocco e Tunisia (FATS, Eurostat 2011).
 Interscambio commerciale: Italia partner rilevante per NA5  1° posto
davanti a F e USA come mercato di sbocco e al 2° posto (tra paesi UE
dopo F) come origine import (Fonte DOTS, FMI, 2011). NA5 rilevante per
l’Italia: assorbe 7,5% dell’export extra-UE e importa il 14,5%  deficit
commerciale legato a importazione idrocarburi (Istat, 2012)
 Trend recente: “decoupling” verso USA e Asia  diminuisce importanza
Italia (e paesi UE) come mercato di sbocco. Cina, unico paese che ha
incrementato quote export.
 Incertezza evoluzione politico-economica post “Primavera araba”
17




«primavera araba»: rischi/opportunità per imprese italiane
2011  profondi rivolgimenti in un’area rilevante per aziende italiane;
Cause: esclusione sistematica di ampie fasce della popolazione dai
benefici della crescita economica e dal processo politico decisionale;
Effetti politici: affermazione di partiti di ispirazione islamica;
Effetti economici: BT deterioramento e acuirsi problemi di natura socioeconomica (es. disoccupazione giovanile e femminile)  debolezza
eurozona e forte interscambio con UE hanno contribuito (prima) e non
aiutano (ora) la ripresa; MLT successo legato alla capacità nuove élite di
attuare riforme strutturali e politiche economiche efficaci
 Modello di sviluppo «islamico»  Esiste? «modello turco» e suoi limiti;
Economia morale mirante a giustizia sociale sostanziale 
redistribuzione delle risorse naturali (le sole fonti di produzione); terza via
tra marxismo e capitalismo; ammesse molteplici forme di proprietà –
pubblica, privata, statale – liberismo economico guidato da valori morali,
compartecipazione ai rischi;
 Programmi: ambiziosi e teorici  lotta a corruzione, disoccupazione,
povertà, favor per diritti di proprietà, PPP, PMI, riduzione sussidi e
introduzione tassazione progressiva, promozione finanza islamica;
 Problema: principi applicati solo in campo fiscale (zakat) e di finanza
islamica  prematuro valutarne gli effetti;
 2014  difficile e incerta transizione politico-economica. Che fare?
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Restare/andar via  ruolo IDE e organizzazioni internazionali
Conclusioni: dove si trova l’Italia nell’arena globale?
 internazionalizzazione  processo complesso che richiede
azione di «sistema» (as simple as that)
 Rischi della competizione globale: winners/loser  Cina e
Germania come global winners e “macchine da guerra”: perche’?
 La “riscossa” di alcune economie avanzate (USA, UK, ecc.)
 Key concept: attrattivita’/attrazione (paese e prodotti) in un
contesto dinamico e in rapida evoluzione
 Attrattivita’ dell’Italia: punti di debolezza (noti) e di forza (meno
noti)
 Da dove ripartire?  “fatto-ad-arte” e potenzialita’ non sfruttate
19
Grazie per l’attenzione
20
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Anna Marra