Le esperienze pratiche dell’ICF
in Italia in ambito di
inserimento lavorativo mirato
Dott. Andrea Martinuzzi
Responsabile Clinico Scientifico
IRCCS “Medea” Polo Regionale di Conegliano-Pieve di Soligo
Research Branch Centro Collaboratore Italiano WHO-FIC
Giovanna Gorini
Italia Lavoro SpA
L’evoluzione culturale e normativa
Legge 382/68 COLLOCAMENTO OBBLIGATORIO
Legge 68/99 COLLOCAMENTO MIRATO
….verso il collocamento mirato
La legge 68/99 e il collocamento mirato
principi base
INTRODUZIONE DEL CONCETTO DI INSERIMENTO
LAVORATIVO MIRATO
RIPARTIZIONE EQUILIBRATA DELL’OBBLIGO DELLE
ASSUNZIONI PER IL SISTEMA IMPRENDITORIALE
APPLICAZIONE DELLO STRUMENTO DELLA CONVENZIONE
ASSEGNAZIONE DI AGEVOLAZIONI CORRELATE ALLA
GRAVITA’ DELLA DISABILITA’ DEI LAVORATORI
PREVISIONE DI APPOSITI FONDI NAZIONALI E REGIONALI
DESTINATI AL FINANZIAMENTO DI PROGRAMMI DI
INSERIMENTO LAVORATIVO
La definizione di collocamento mirato
La disabilità non è più l’unico elemento che si tiene in considerazione
Per collocamento mirato delle persone con disabilità si intende, secondo
quanto dispone l'articolo 2 della L. 68/99
“quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare
adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di
inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di
sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli
ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di
lavoro e di relazione”.
RELAZIONI INTERPERSONALI
LAVORATORE
AMBIENTE
STRUMENTI
I percorsi personalizzati
II posto giusto per la persona giusta………
Il nuovo concetto di collocamento introdotto dalla legge 68/99 implica la
predisposizione e l’utilizzo di molteplici strumenti ed agevolazioni atti a
facilitare l’incontro tra competenze e capacità a disposizione della
singola persona con disabilità e caratteristiche del posto di lavoro e a
consentire la definizione di percorsi personalizzati.
Ciò comporta la considerazione, a fianco dei servizi provinciali e dei relativi
organismi tecnici e delle commissioni mediche integrate di cui all’art.4 legge
104/92, del contributo di più soggetti istituzionali e sociali e l’apporto di
diverse competenze.
I percorsi personalizzati
Percorsi “PERSONALIZZATI”
Necessità di
STRUMENTI EFFICACI (per conoscere meglio
persone e ambienti di lavoro)
RETE TERRITORIALE DEGLI ATTORI E DEI SERVIZI
funzionante
La rete territoriale
Stato
Direzione Provinciale del Lavoro
Regione
Sistema regionale per l’impiego
Provincia
Commissione provinciale tripartita (Provincia, Associazioni datori di lavoro,
Sindacati, Associazioni persone con disabilità)
Servizi e Centri per l’Impiego
Comitato Tecnico
•Commissione Medica Integrata legge 104/92
•Servizi per l’Inserimento Lavorativo
•Cooperazione sociale
•Associazioni delle persone con disabilità
•Associazioni dei datori di lavoro
•Servizi sociali, sanitari, educativi, formativi del territorio
•INAIL
•INPS
Il funzionamento della rete – lato offerta
ORIENTAMENTO
PRIMA ACCOGLIENZA
INFORMAZIONE
PERSONA
CON
DISABILITA’
SPI
ACCOGLIENZA
ISCRIZIONE
GRADUATORIA
UNICA
INCONTRO D/O
AVVIO AL LAVORO
PROFILO
ANAGRAFICO
PROFESSIONALE
Commissioni
Med. Integrate
ASL
VISITA DI
ACCERTAMENTO
VERBALE
REL. CONCLUSIVA
SCHEDA
INDIVIDUALE
DEL
LAVORATORE
(art.8 comma 1
Legge 68/99)
SISTEMA
INFORMATICO
COMITATO
TECNICO
VALUTAZIONE CAPACITA’
RESIDUE
PROPOSTE
FUNZIONALI A POLITICHE
ATTIVE DEDICATE
Il funzionamento della rete – lato domanda
COMPENSAZIONI
TERRITORIALI
SOSPENSIONE
TEMPORANEA
ESONERO PARZIALE
VERIFICA
SCOPERTURE
PROSPETTO
INFORMATIVO
IMPRESA
SPI
PRESELEZIONE
IMPRESA
DOMANDA
ASSUNZIONE
PUNTO IMPRESE
con operatore
dedicato
INFORMAZIONE
Consulenza:
AGEVOLAZIONI
ANALISI POSTO DI LAVORO
BARRIERE ARCH.
CONVENZIONI
ECC.
VISITA IN AZIENDA
SCELTA
CANDIDATI
SCHEDA ANALISI
POSTO DI LAVORO
(ICF)
INCONTRO D/O
AVVIO AL LAVORO
Alcuni nodi critici del funzionamento della rete territoriale
Relazione CPI-Commissioni mediche integrate legge 104/92
Relazione CPI – imprese (in particolare imprese non obbligate)
Risorse economiche effettive, mancanza di convenienze
Valorizzazione delle esperienze e delle competenze presenti sul
territorio
Grado di coinvolgimento e professionalità del terzo settore
Competenze degli operatori della rete e formazione continua
Fluidità nello scambio delle informazioni
Disponibilità di strumenti informatici idonei
Gli STRUMENTI per la conoscenza del lavoratore e dell’azienda
Strumenti per il lavoratore
Scheda lavoratore (art.8 legge 68/99)
(capacità lavorative, competenze, inclinazioni,ecc.)
Risultati della visita di accertamento delle condizioni di disabilità
(art. 1 legge 68/99 e DPCM 13.01.2000)
(capacità globale attuale e potenziale – attività mentali e relazionali, informazione,
postura, locomozione, movimento delle estremità/funzione degli arti, attività complesse
attività fisica associata a resistenza, fattori ambientali)
Strumenti per le imprese
Prospetto informativo (art.9 legge 68/99)
(posti di lavoro e mansioni disponibili)
AVENTI DIRITTO
1. persone in eta’ lavorativa affette da minorazioni
fisiche, psichiche o sensoriali e portatori di handicap
intellettivo con riduzione della capacita’ lavorativa
superiore del 45%
2. persone invalide del lavoro con grado invalidita’ sup.
al 33%
3. persone non vedenti e sordomute
4. persone invalide di guerra e di servizio
I PROGETTI PERSONALIZZATI DI
INTEGRAZIONE LAVORATIVA
ORIENTAMENTO, per valutare le potenzialità ed attitudini
della
persona
sul
piano
dell'autonomia,
dell'apprendimento, nonché per agevolare l'acquisizione
di regole di base per l'inserimento lavorativo;
FORMAZIONE
cooperative
complessiva
funzioni e
psicomotoria
competenze
lavorative;
in situazione lavorativa (azienda o
sociali)
finalizzata
alla
maturazione
della personalità, alla riabilitazione di
competenze nella sfera psicologica,
e/o
relazionale,
all'acquisizione
di
sociali,
all'apprendimento
di
abilità
• MEDIAZIONE AL COLLOCAMENTO, per favorire
l'apprendimento di abilità lavorative specifiche, il
raggiungimento e il mantenimento di un rapporto di lavoro
• MANTENIMENTO POSTO DI LAVORO per favorire il
mantenimento, nel corso del tempo, del posto di lavoro
INSERIMENTO SOCIALE IN CONTESTO LAVORATIVO
per offrire l’opportunità alle persone con grave disabilità
di essere integrata in reale contesto lavorativo in
alternativa alla struttura protetta
UTENZA CHE HA AVUTO ACCESSO AL SIL Veneto
DAL 1.1.2001 AL 31.12.2004
2001
2002
2003
2004
3.810
4.431
4.733
5.316
6.000
5.000
4.000
3.000
2.000
1.000
0
2001
2002
2003
2004
N. TIROCINI ATTIVATI DALL’1.1.2001 AL 31.12.2004
Tirocini
finalizzati alla
formazione e
all’orientamento
2001
2002
2003
2004
1638
1613
2046
2264
2.500
2.000
1.500
1.000
500
0
2001
2002
2003
2004
N. ASSUNZIONI DALL’1.1.2001 AL 31.12.2004
N. Assunzioni complessive
2001
2002
2003
2004
576
709
792
820
900
800
700
600
500
400
n. assunzioni
complessive
300
200
100
0
2001
2002
2003
2004
La classificazione ICF
Modello per descrivere la salute e gli stati ad essa correlati
• Fornisce un modello di riferimento utilizzando un linguaggio
comune standardizzato che permette la comunicazione, in
materia di salute, tra varie scienze e discipline in tutto il
mondo.
• Introduce il concetto di diagnosi conoscenza proponendo
un concetto dinamico e non statico come prevede la diagnosi
destino.
• Introduce un’ottica positiva che parla di salute e
funzionamento in un’ottica complessa, sistemica e
interconnessa, che pone l’attenzione ai vari fattori di
contesto, ambientali e psico-personali, un linguaggio
comune a varie professioni, ponendole in comunicazione e
aiutandole a collaborare.
Il progetto ICF in Italia
Formare nel giro di alcuni anni il più ampio
numero di persone alla filosofia, uso e
vantaggi della classificazione ICF
Impegno preso dal Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali nell’ambito della Seconda
Conferenza nazionale sulle politiche della disabilità
(Bari, febbraio 2003)
Il progetto ICF e Politiche del Lavoro
FORMAZIONE
17 regioni
78 province
21 corsi (base+avanzato+fad)
895 partecipanti corso base
552 partecipanti corso avanzato
FAD
SPERIMENTAZIONE
5960 esercitazioni
4 territori di sperimentazione
119 professionisti coinvolti
202 check list compilate
176 persone con disabilità
- 68% PARTECIPANTI
- 83% CASI SVOLTI
- 75% RISPOSTE ESATTE TEST
-N. 24 FORUM DIDATTICI APERTI
Il “sistema” ICF e Politiche del Lavoro
PIANO DI TRASFERIMENTO SUL TERRITORIO
PACCHETTO FORMATIVO (corso base, avanzato, fad)
CHECK LIST ICF “Lavoro”
DOSSIER DEL LAVORATORE
Scheda DPCM 13.01.2000 tradotta
Scheda lavoratore
Scheda azienda
PROFILI PROFESSIONALI “integrati”
Atti dei convegni
I Profili professionali “integrati”
Addetto/a all`accoglienza ed alla reception
Cod. Istat : 4.2.2.9.10
Mansione : ADDETTO ACCOGLIENZA
Descrizione profilo
Capacità Funzionali
Funzioni del linguaggio e comunicazione
b310 Funzioni della voce
b310 Funzioni dell’articolazione della voce
b330 Funzioni della fluidità e del ritmo dell’eloquio
d310 Comunicare con - ricevere - messaggi verbali
d315 Comunicare con - ricevere - messaggi non-verbali
………………….
……………………..
Competenze
Conoscenze
Capacità
Comportamenti
ICF: i punti di forza
Strumento per migliorare la
comunicazione all’interno della
filiera del collocamento mirato
81 %
Strumento per fotografare la
persona e monitorarne i
cambiamenti
Linguaggio standardizzato
e unificato
Strumento utile a
migliorare il lavoro
di rete
78 %
67 %
53 %
27
Gruppi
di
lavoro
Progetto ICF E POLITICHE DEL LAVORO
- SPERIMENTAZIONE ASPETTI DI CRITICITÀ
1.
INTEGRAZIONE ALL’INTERNO DELL’ ÈQUIPES
2.
CONCORDARE LE AGENDE DI LAVORO
3.
INDIVIDUARE LE PERSONE DISABILI DISPONIBILI
4.
NON RISPETTO DEGLI APPUNTAMENTI
5.
SOVRAPPOSIZIONE CON CARICHI DI LAVORO ORDINARIO
6.
TEMPI LUNGHI PER LA SOMMINISTRAZIONE DELLA CHECK-LIST
7.
MANCANZA IN ÈQUIPES DELLA COMPONENTE MEDICA
8.
SOVRAPPOSIZIONE CON LA FORMAZIONE A DISTANZA E NECESSITA’ CONSEGUENTE DI
APPROFONDIMENTO
Gli sviluppi
Sviluppo del sistema “ICF e Politiche del Lavoro”
Implementazione del sistema a livello di politiche
territoriali (provincia, regione)
Formazione specifica per la creazione di una nuova
figura professionale che, all’interno delle sedi istituzionali
e delle amministrazioni locali, sia in grado di gestire il
processo di applicazione della Classificazione ICF
Attivazione e animazione di una comunità professionale
costituita da tutti gli operatori impegnati nell’applicazione
di ICF
Torino
Ascoli P.
FVG
Molise
Progetto L.I.N.D.A. Friuli Venezia Giulia
ll Progetto L.IN.D.A ha previsto il raggiungimento di
tre obiettivi fondamentali:
1) una maggiore diffusione della cultura di inclusione
e di integrazione lavorativa dei disabili presso la
società civile, le imprese e gli operatori impiegati nei
diversi sistemi del collocamento mirato, mediante
una attività di sensibilizzazione;
2) attività di analisi e consulenza organizzativa
finalizzata alla ricerca dell’inserimento lavorativo più
adatto al soggetto disabile tenendo conto delle
caratteristiche della struttura organizzativa aziendale
e delle specificità individuali del lavoratore;
3) la sperimentazione di una azione positiva per
l’inserimento lavorativo di 50 lavoratori disabili.
Progetto
Provincia di Torino:
L’applicazione di ICF alle politiche
attive per l’inclusione lavorativa
delle persone con disabilità
Progetto Provincia di Torino L’applicazione di ICF alle politiche attive per
l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità SPERIMENTAZIONE
La check-list permette di definire
un profilo di funzionamento,
identificando dove si trova il
principale problema: se
nell’ambiente c’è una barriera o
l’assenza di un facilitatore; se c’è
un limite nelle capacità della
persona, o nella combinazione di
più fattori.
Progetto Provincia di Torino L’applicazione di ICF alle politiche attive per
l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità SPERIMENTAZIONE
Per il Collocamento mirato sono
necessarie le informazioni raccolte in
vari modi (colloqui con l’interessato,
osservazione diretta, certificazioni,
relazioni, incontri con
operatori/formatori) e la codifica
delle stesse attraverso uno strumento
comune ai diversi operatori e servizi,
capace di contenere una sintesi e di
esprimere una valutazione.
Progetto Provincia di Torino L’applicazione di ICF alle politiche attive per
l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità SPERIMENTAZIONE
CHECK-LIST DEDICATA
Breve lista di dimensioni A&P
d2. COMPITI E RICHIESTE GENERALI
d210 Intraprendere un compito singolo
d2102 Intraprendere un compito singolo autonomamente
d2103 Intraprendere un compito singolo in gruppo
d2108 Intraprendere compiti singoli, altro specificato
d220 Intraprendere compiti articolati
d2202 Intraprendere compiti articolati autonomamente
d2203 Intraprendere compiti articolati in gruppo
d2208 Intraprendere compiti articolati, altro specificato
d240 Gestire la tensione e altre richieste di tipo psicologico
Qualificatore di
performance
Qualificatore
di capacità
Progetto Provincia di Torino L’applicazione di ICF alle politiche attive per
l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità SPERIMENTAZIONE
Composizione del campione per tipo di disabilità
34
92
28
22
tipo di disabilità
intellettiva
sensoriale
Totale 176 casi
fisica
A Torino sono state somministrate 91 check-lsit e a Cuneo 21
Progetto Provincia di Torino L’applicazione di ICF alle politiche attive per
l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità SPERIMENTAZIONE
Somministrazione
CHECK-LIST LAVORO
40 PERSONE DISABILI
da inserire al lavoro
4 SOTTOCOMITATI TECNICI
10 PERSONE DISABILI
da inserire in stage (Corsi F.A.L.)
2 SOTTOCOMITATI TECNICI CON OPERATORI
DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE
Progetto Provincia di Torino L’applicazione di ICF alle politiche attive per
l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità SPERIMENTAZIONE
TEST
Check-list azienda
Check-list osservazione in situazione
10 PERSONE DISABILI
da inserire in stage
(Corsi F.A.L.)
PROGETTO: Protocolli di valutazione della
disabilità basati sulla struttura descrittiva
della Classificazione Internazionale
del Funzionamento Disabilità e Salute (ICF)
Agenzia Regionale della Sanità del Friuli Venezia Giulia
Centro Collaboratore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la famiglia delle
classificazioni internazionali
in collaborazione con:
Istat
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico “Carlo Besta”
IRCCS Medea, Polo di Conegliano Associazione La Nostra Famiglia
Italia Lavoro spa
Ministero della Salute, Centro Controllo Malattie - CCM
Ministero della Solidarietà Sociale
Obiettivo generale:
Definire i criteri e sperimentare un
approccio comune, dell’intero “sistema
di welfare”, alla valutazione del
funzionamento/disabilità
la situazione attuale:
Oggi esistono molteplici modi di
inquadrare e definire la “disabilità”
Molteplici modi di valutare la
“disabilità”
Molteplici forme organizzative
a supporto della valutazione
RISULTATO……….
Frammenti, talvolta soprapposti e duplicati,
spesso non comparabili, custoditi da diverse
istituzioni, del profilo della persona
Rovesciare la prospettiva:
una valutazione coerente per descrivere
il “volto” della persona
Un valutazione coerente che consenta
di “zoomare” dal generale al particolare
Reciprocità tra persona e ambiente: una visione
sistemica
Persona
Ambiente
Tempo
Da Bronfenbrenner U, Ecologia dello sviluppo umano, Bologna, Il Mulino
Caratteristiche del funzionamento
• L’ambiente può agire come facilitatore o come barriera
• Nell’ambiente sono compresi gli aspetti naturali,
architettonici, tecnologici, interpersonali, sociali e politici
• Nessuna persona è in grado di funzionare al di fuori di
questa interazione con l’ambiente in modo totalmente
autonomo
• L’interdipendenza, con la sua duplice dimensione del dare e
ricevere, si precisa come condizione tipica dell’esistenza
umana
Funzionamento e concetti riferiti alla persona
•
•
•
•
Tutte le persone per definizione “funzionano” finché sono vive
Tutti i funzionamenti sono “positivi” per definizione
Disabilità indica la presenza di problemi di funzionamento
Attributi individuali quali: disabile, e tanto più invalido,
handicappato o “non autosufficiente” sono per definizione non
coerenti con il concetto di funzionamento perché “isolano”
l’individuo dalla relazione con l’ambiente
• Espressioni come disabile psichico, fisico o sensoriale devono
essere superate nella misura in cui legano direttamente
menomazioni a limitazioni nelle attività ed escludono totalmente
l’ambiente.
ICF, Funzionamento, Classificazione e Misure
• ICF fornisce il linguaggio per individuare le
componenti del funzionamento: funzioni e
strutture/A&P/Ambiente
• Utilizzare ICF significa utilizzare componenti, domini
e codici per descrivere il funzionamento attraverso un
profilo, che in sé è una realtà qualitativa e originale
• La qualificazione numerica dei codici non deve essere
scambiata per il processo di attribuzione di punteggi
su una scala di misura
ICF, Funzionamento, Classificazione e Misure
• Il profilo di funzionamento può essere ripetuto nel tempo
per la stessa persona e quindi fungere da controllo per se
stesso
• In questo senso il profilo di funzionamento è la
descrizione di un esito, ovvero del risultato di una
traiettoria di vita
• Il profilo di funzionamento è multidimensionale per
definizione, anzi chiarisce in modo concettualmente
fondato il senso della multidimensionalità
• Le singole dimensioni del funzionamento possono essere
oggetto di misurazione a partire dal profilo complessivo
entro cui sono descritte
Il protocollo lavoratore
Nella stesura del Protocollo dedicato al lavoratore la
scelta dei contenuti e delle componenti dell’ICF da
inserire in esso, è ricaduta su quei fattori in grado di
consentire la rilevazione di informazioni dettagliate al
fine di delineare al meglio il profilo di funzionamento
della persona disabile nelle aree rilevanti per
l’inserimento lavorativo. A tale proposito si è scelto di
dare ad esso un’impostazione organizzata in sezioni
distinte che prevedono anche quello che oggi la
normativa vigente richiede e che possono essere inserite
in back-office (scheda anagrafico professionale e
D.PC.M. 13.01.2000)
Protocollo per la raccolta di informazioni finalizzate
alla descrizione di un profilo di funzionamento
SEZIONE A
Informazioni demografiche
SEZIONE A1
Scheda anagrafico professionale
SEZIONE B
Fattori personali e sociali
SEZIONE C
Funzioni Corporee
SEZIONE D
Strutture corporee
SEZIONE E
Terapie Farmacologiche
SEZIONE F
Informazioni sulla necessità di aiuti personali per l'esecuzione di specifici interventi sanitari
SEZIONE G
Diagnosi
SEZIONE H
Attività e Partecipazione (AP) in collegamento con i Fattori Ambientali facilitatori e/o barriere
nell'ambiente di vita principale
SEZIONE H1
Attività e Partecipazione (AP) in collegamento con i Fattori Ambientali facilitatori e/o barriere in
ambienti diversi da quello principale per la rilevazione di eventuali differenze di performance
(ambiente di lavoro)
SEZIONE H1
Schema di approfondimento di Attività e Partecipazione in rapporto con l’ambiente
SEZIONE H2
– DPCM
Scheda per la valutazione delle capacità utili per lo svolgimento delle attività lavorative D.P.C.M. 13
gennaio 2000 - L.68/99
SEZIONE I
Punto di vista del soggetto o chi lo rappresenta
SEZIONE L
Valutazione del carico della figura principale di assistenza (per il caregiver di adulti)
SEZIONE M
Valutazione sintetica in sede collegiale di alcuni aspetti di Attività e Partecipazione (AP) in
collegamento con i fattori ambientali facilitatori e/o barriere
Il protocollo azienda
Abbiamo verificato quali componenti di ICF funzionano
per la finalità di ottimizzare il matching. Oggetto
dell’analisi del posto di lavoro sono due elementi:
1. il ruolo richiesto, inteso come compiti/attività o cose
da fare, relazioni e decisioni implicite nel loro
svolgimento per raggiungere obiettivi e risultati;
2. il contesto di lavoro, inteso in condivisione con i
fondamenti concettuali dell’ICF come ambiente
fisico, sociale e degli atteggiamenti
Il protocollo azienda
Per esempio, nella ricerca di un addetto all’accoglienza
con competenza “espletare procedure per
l’identificazione e l’accesso di visitatori”, è utilissimo
esplicitare anche elementi di funzionamento come il
fatto che chiunque ricopra quel ruolo deve parlare,
mantenere una posizione seduta, entrare in relazione
con estranei etc.. E nel caso specifico va ricostruito
partendo dal ruolo lavorativo. Non possiamo fare a
meno di conoscere quali azioni o aree di vita generali,
correlate alla salute, sono chiamate in gioco dal
ruolo.
Il protocollo azienda
I ruoli professionali vengono normalmente descritti
facendo riferimento a conoscenze, competenze,
abilità e attitudini personali. Per il collocamento
mirato invece, la descrizione del ruolo sotto l’aspetto
prettamente tecnico-professionale non basta. Bisogna
catturare quello che nel modello concettuale ICF viene
definito come funzionamento e che riporta azioni e
comportamenti a un livello più generale.
Protocollo di raccolta delle informazioni per la
descrizione dell’ambiente di lavoro e della mansione
SEZIONE
A
Anagrafica aziendale
SEZIONE
B
Prospetto informativo
SEZIONE
C
Banca dati profili
SEZIONE
D
Scheda codici ICF Attività & Partecipazione in rapporto con
l'ambiente
SEZIONE
D1
Scheda di approfondimento di Attività & Partecipazione in
rapporto con l'ambiente
APPENDI
CE
Codici di Protesi e Ausili secondo la classificazione EN ISO
9999:1998i
SEZIONE C - INTERVISTA
Attività e Partecipazione (AP) -Capacità richieste dall'azienda in riferimento
ad una mansione predefinita
APPRENDIMENTO E APPLICAZIONE DELLE CONOSCENZE
Rispetto alla necessità di raccogliere informazioni obiettivo a proposito di persone, cose, eventi ovvero nel
chiedere perché, dove, come, quale livello di capacità è richiesta al lavoratore?
d132
Rispetto allo sviluppare competenze nel comprendere e usare concetti basilari e complessi che riguardano
le caratteristiche di cose, persone o eventi quale livello di capacità è richiesta al lavoratore?
d137
Rispetto allo sviluppo di abilità per utilizzare/applicare tecniche e procedure di lavoro, quale livello di
capacità è richiesta al lavoratore ?
d155
Rispetto a focalizzare l’attenzione intenzionalmente su stimoli specifici come ignorare i rumori distraenti
che livello di capacità è richiesta al lavoratore ?
d160
Rispetto al mantenere intenzionalmente l'attenzione su azioni e compiti specifici per una lunghezza
temporale appropriata quale livello di capacità è richiesta al lavoratore?
d161
Rispetto alla comprensione e nell’interpretazione del linguaggio scritto, come leggere libri, istruzioni o
giornali in testo o in Braille, con lo scopo di acquisire conoscenze generali o informazioni specifiche, quale
livello di capacità è richiesta al lavoratore?
d166
Rispetto all’utilizzo o la produzione di simboli o linguaggio per comunicare informazioni, come una
documentazione scritta di eventi o idee o una lettera, quale livello di capacità è richiesta al lavoratore?
d170
Rispetto alla richiesta di elaborare soluzioni a problemi che si presentano nel processo di lavoro, quale
livello di capacità viene richiesta al lavoratore?
d175
Nel prendere decisioni quale livello di capacità deve presentare il lavoratore considerando la necessità di
programmare i compiti lavorativi e il metodo di esecuzione oppure l’esigenza di seguire procedure
prestabilite ?
d177
COMPITI E RICHIESTE GENERALI
Rispetto alla richiesta di intraprendere compiti lavorativi singoli e/o articolati, autonomamente o in gruppo,
quale livello di capacità deve possedere il lavoratore rispetto alle seguenti azioni ?
Intraprendere un compito singolo semplice
d2100
Conclusioni e prospettive
• Dopo una fase formativa già completata in 4 Regioni
Italiane, il protocollo verrà testato su alcune centinaia di
casi nel complesso delle 10 Regioni aderenti al progetto
• I risultati della sperimentazione dovranno guidare le
scelte normative nell’obiettivo di una piena
realizzazione degli obiettivi di
– Una ottimizzazione delle potenzialità della persona con
disabilità
– una piena, completa e sostenibiule integrazione
– nel rispetto dell’autodeterminazione della persona
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Lavoro