n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
p.1
EDITORIALE
Windows RT
e il rischio “Vista”
Il mercato dell’informatica confida
nell’arrivo di Windows 8. Il nuovo
sistema operativo di Microsoft
può effettivamente rappresentare
una svolta in un settore che per
la prima volta dopo anni segna
il passo. Con Windows 8 il PC
diventa “touch” e soprattutto
armonizza la propria interfaccia
con tablet, smartphone e console
game. Da tempo Microsoft insiste
infatti sul concetto della convergenza attorno a “tre schermi”:
computer, smartphone e TV (grazie a XBox). E Windows 8 sembra
la chiusura del cerchio: la stessa
interfaccia, bella e originale, su
PC, smartphone, tablet e su Xbox
(dove cambierà la dashboard per
assumere il look a “quadratoni”).
Questo visto da fuori. Ma sotto
la “pelle” comune dell’interfaccia
Metro, si celano sistemi diversi e
non sempre compatibili tra loro.
Non ci stupiremmo se gli utenti
potessero pensare che le app del
Windows Store possano essere
comuni e condivise almeno tra
tablet (almeno quelli ARM) e
smartphone: sulle altre piattaforme, iOS e Android, accade ma
con Windows non è così. Ma la
vera fonte di confusione potrebbe
essere Windows RT: la versione
per piattaforme ARM infatti, pur
presentandosi identica a Windows
8 (che va su processori Intel), non
è in grado di far girare i programmi Windows. Se non ci saranno
opportune campagne informative
sul punto di vendita, saranno in
molti gli acquirenti a comperare i
tablet Windows RT e a riportarli
in negozio come malfunzionanti
perché non permettono di far
girare le vecchie applicazioni e
tutte le utility scaricabili da Web.
E, a norma di legge, avrebbero
anche ragione: questi tablet, in
mancanza di una chiara campagna informativa, possono essere
considerati a buona ragione “non
conformi” perché non fanno quello che l’utente può essere portato
a credere. Vedere poi che sono già
in circolazione i primi volantini
che spacciano come “Windows 8”
dei tablet Windows RT, fa pensare
che sul trade non si sia fatto tutto
il lavoro di informazione necessario per evitare di trasformare il
nuovo sistema operativo da opportunità commerciale a boomerang da cliente insoddisfatto. Un
argomento in più per i “gufi” che
evocano il rischio “Vista” e la corsa
ai downgrade. Peccato, visto che
Windows 8, al di là della proposta
confusa, funziona davvero bene.
Gianfranco Giardina
PEOPLE & MARKET / Difficile anche comunicare bene Windows RT
Microsoft “tradisce” Win 7
Microsoft lancia Xbox Music solo per i nuovi Windows 8 e Windows Phone 8
La decisione è dolorosa: utenti Windows 7 non integrati nell’ecosistema
di R. Pezzali
I
l battesimo di Windows 8 è previsto
per il 26 ottobre ma ogni giorno che
ci separa dal grande lancio viene
sfruttato per il lancio di nuove periferiche, dispositivi, servizi e applicazioni
che faranno da contorno al sistema
operativo. Un esempio è Xbox Music,
il nuovo servizio musicale che permette
l’accesso a milioni di brani in streaming
e gratuitamente per i primi sei mesi su
Windows 8. Microsoft merita i complimenti per il servizio: sarà disponibile
anche in Italia, sarà nativo su Windows
Phone 8 e Windows 8 e ci saranno
anche le app per Android e iOS. Tutti
contenti, o quasi. I milioni di utenti Windows 7 e Phone 7 non avranno questo
servizio e continueranno ad usare Zune
Music a 9 euro al mese (stesso prezzo
di Xbox Music). Il cerchio si chiude con
Windows RT, il sistema operativo per
tablet basati su processori ARM che è
incompatibile sia con le applicazioni di
Windows 8 che con quelle di Windows
Phone 8. Una questione, quella dell’incompatibilità, che potrebbe trasformarsi in un boomerang.
TV & VIDEO
La parte del leone spetta ai libri ma non mancano fumetti, riviste e musica
Ci saranno anche programmi Mediaset, mentre per i film c’è da attendere
I
05 Mondadori entra
nel mercato e-book
06 Amazon MP3 Store
e Cloud Player in Italia
07 LTE in Italia: partenza con
Vodafone il 30 ottobre?
08 Galaxy S III Mini
Troppo mini e molto caro
12 McIntosh, ora è tutto
italiano
Kindle Fire senza segreti
l 25 ottobre arriva in Italia il Kindle
Fire, nelle due versioni “liscia” e HD,
con schermo ad elevata definizione. Più che un tablet, il Fire è una
finestra verso un mondo di contenuti
a colori, un po’ come il Kindle è una finestra verso migliaia di libri in italiano
accessibili in pochi click. “Contenuti”,
una parola che in Italia spaventa soprattutto quando si toccano musica
e film. Ecco perché abbiamo intervistato Alessio Santarelli, responsabile
contenuti Kindle per sapere cosa sarà
disponibile alla data di lancio, cosa ci
sarà nei mesi successivi e cosa invece
non vedremo sul Kindle ancora per un
po’ di tempo.
“La parte del leone per noi la fa sicuramente il libro: sull’e-book siamo mondialmente i leader e anche in Italia andiamo
bene con oltre 29.000 e-book disponibili
in italiano” ci rivela Santarelli ma per il
giorno del lancio saranno disponibili fumetti (Diabolik, Corto Maltese, ecc), libri
per bambini (Il Piccolo Principe, Geronimo Stilton, ecc) ma anche diversi libri di
MOBILE
PEOPLE & MARKET
PEOPLE & MARKET / Intervista a Santarelli che svela i piani
di R. Pezzali
DDAY.it magazine 56
In questo fascicolo
tra le altre cose...
cucina perché “Il Fire è un tablet per tutti,
dalla famiglia ai bambini all’uomo d’affari”. Non mancheranno anche riviste
come Panorama e Grazia e quotidiani
come La Stampa. Per quanto riguarda
la musica Amazon lancia due servizi interessanti: MP3 Store e Cloud Player
che consentono di comprare la musica
una volta e ascoltarla ovunque, su ogni
dispositivo e senza alcuna limitazione
grazie all’assenza del DRM. “MP3 Store metterà a disposizione per l’acquisto
milioni di tracce e contenuti digitali, che
potranno essere poi spostati sul cloud per
l’ascolto online in streaming o offline. L’intera offerta musicale di Amazon ci sarà
in Italia il giorno del lancio del Kindle” ci
svela Alessio Santarelli. Ma non è finita
qui perché è in arrivo (22 novembre)
anche Kindle PaperWhite in versione Wi-Fi e 3G, il modello più evoluto
tra gli e-book reader della famiglia
Kindle di Amazon. La vera novità è la
presenza del sistema di illuminazione
dello schermo per una comoda lettura
notturna. La batteria arriva anche a 8
settimane di autonomia con circa 30
minuti di lettura serale.
13 LG: OLED dopo Natale
ma arriva il 4K 84”
Hi-FI & HOME THEATER
16 Clarion, ecco i primi
diffusori digitali
GAME & MOVIE
19 L’Agente 47 torna in
Hitman: Absolution
DIGITAL IMAGING
20 Smartphone meglio
delle compatte del 2007
PC & MULTIMEDIA
21 Acer W700, il supertablet Core i3 a 799 $
TEST
24 TV Sharp 70LE838
26 Ultrabook Sony Vaio T13
27 Reflex Nikon D3200
29 Decoder TELE System
TS6600HD
32 Tablet Archos 101 XS
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
p.2
people & market / Il lancio di Windows 8 e Phone 8 si avvicina ma l’ecosistema Microsoft non è così coeso
L’ecosistema Windows 8 è già “inquinato”
Dopo il no all’update di Windows Phone 7 ora la decisione di portare Xbox Music solo su Windows 8 e Windows Phone 8
Microsoft continua a scommettere solo sul nuovissimo Windows 8 ma la decisione è rischiosa e mostra qualche crepa
di R. Pezzali
W
indows 8 sarà il sistema operativo definitivo, la base per il
nuovo ecosistema Microsoft
dove console, smartphone, tablet e
computer si parlano e dialogano tra
loro, con i dati sincronizzati anche nel
cloud per accedervi da ogni device e in
ogni situazione. Quello che Microsoft
dipinge per il suo nuovo sistema operativo prossimo al lancio è un mondo
praticamente perfetto, un paradiso felice dove tutto funziona alla perfezione
e dove i problemi di incompatibilità
sono solo un ricordo del passato (o
del presente). Il battesimo di Windows
8 è previsto per il 26 ottobre ma il 15
è stato il giorno di Xbox Music, il servizio musicale che permette l’accesso a milioni di brani in streaming e in
forma del tutto gratuita per i primi sei
mesi su Windows 8. Microsoft merita i
complimenti per il servizio: è disponibile anche in Italia, è nativo su Windows
Phone 8 e Windows 8 e soprattutto ci
sono anche le app per Android e iOS.
Tutti contenti, o quasi. Microsoft ha infatti voltato le spalle ai milioni di utenti
di Windows 7: Xbox Music non ci sarà
su Windows 7 e neppure su Windows
Phone 7. Una scelta, questa, che non è
dettata però da problemi tecnici: i possessori di Windows Phone 7 infatti potranno continuare ad usare Zune Music
e avranno accesso allo stesso identico
database di brani al medesimo prezzo
di Xbox Music, ovvero 9 euro al mese.
Tuttavia chi userà Zune Music non
potrà godere dei vantaggi della sincronizzazione delle playlist nel cloud e
neppure del servizio “match” che verrà
lanciato il prossimo anno. L’utente che
ha in casa una Xbox 360, un Nokia Lumia 800 e un desktop con Windows
sarà costretto ad aggiornare la Xbox
passando così a Xbox Music e si troverà
con un ecosistema inquinato dove due
servizi quasi identici proposti dalla stessa azienda non parlano tra di loro. Non
è chiaro al momento se l’abbonamento mensile sarà valido per entrambi:
sarebbe paradossale dover pagare 10
euro per Zune Pass e 10 euro per Xbox
Music. Una situazione, questa, simile a
quella che si è creata quando Microsoft
ha scelto di non aggiornare i dispositi-
game & movie
Xbox Music
milioni di brani
su Windows 8
Microsoft ha lanciato
Xbox Music, il servizio di
streaming audio con 30 milioni
di brani. Su Xbox si paga mentre
su Windows 8 è gratuito
di R. Pezzali
vi Windows Phone 7 al nuovo sistema tablet funziona solo ed esclusivamenoperativo. Una decisione che ha fatto te con applicazioni scaricate gratis o
infuriare molti consumatori che hanno a pagamento dal Windows Store. Il
acquistato un Nokia Lumia 710, 800 o paradiso perfetto di Microsoft non è
900 e si trovano dopo nemmeno un così perfetto: Microsoft con Windows
anno con uno smartphone impoverito 8 porta sicuramente qualcosa di nuovo
di alcuni servizi. Microsoft li aveva ras- ma l’ecosistema parte inquinato; anche
sicurati: Windows Phone 7.8 avrebbe se la “spugna” del marketing ha cancelgarantito molte funzionalità del nuovo lato Windows 7 e Windows Phone 7
sistema operativo ma già con Xbox gli utenti non hanno certo dimenticaMusic abbiamo capito che alla fine gli to i prodotti che ancora oggi usano e
utenti di Windows Phone 7 si dovranno che ancora oggi vengono venduti nei
accontentare solo della nuova home negozi. Prodotti che poco si integrano
con tiles dinamiche e poco più. Oltre il nel nuovo mondo Windows 8 non per
danno la beffa: chi ha scelto Windows motivi tecnici ma per scelte puramente
Phone non avrà Xbox Music ma per commerciali, anche perché basterebbe
Android e iOS verrà fatta l’applicazione. poco per uniformare il tutto. Microsoft
Il cerchio si chiude con Windows RT, il ha messo sul piatto di Windows 8 tutto
sistema operativo per tablet basati su quello che aveva, dal nuovo sistema
processori ARM che è incompatibile sia operativo mobile alla strategia tablet,
con le applicazioni di Windows 8 sia con per passare dalle nuove soluzioni Smarle applicazioni di Windows Phone 8. tGlass alle soluzioni touch con desktop
Una questione, quella dell’incompa- e notebook. Una scommessa che deve
tibilità, che sta per trasformarsi in un vincere per restare in competizione con
vero e proprio boomerang. Windows Apple e Google, che qualche giorno fa
8 e Windows RT non sono la stessa l’ha definita concorrente poco degna
cosa. Ma chi lo spiega al consumatore? in quanto incapace di sfornare prodotti
Sui volantini delle catene di elettro- allo stato dell’arte.
nica iniziano ad
apparire, infatti, le
offerte per i tablet
Windows RT, tuttavia in quasi tutti
i casi vengono
indicati come tablet Windows 8 e
da nessuna parte,
nemmeno in piccolo, viene spiegato che non è
Windows 8 e Windows RT non sono la stessa cosa.
possibile installare
Ma chi lo spiega al consumatore se sembrano uguali
applicazioni nore anche i volantini fanno confusione?
mali e che questo
Microsoft ha ufficializzato il lancio
del nuovo servizio Xbox Music, il
servizio che entra in diretta competizione con iTunes, Amazon e
Spotify e che promette 30 milioni
di canzoni in streaming da ascoltare con tutti i device del momento, dalle console, agli smartphone
ai computer. I primi ad assaggiare
il nuovo servizio saranno gli utenti
di Xbox 360. Il servizio su console
richiede però un abbonamento
Live Gold e una sottoscrizione a
Xbox Music Pass, un abbonamento che sostituisce l’attuale Zune
Pass. Il prezzo è quello classico:
9,90 € al mese o 99 € all’anno, ai
quali vanno aggiunti ovviamente i
costi del Live Gold. Non mancherà
però il mese di promozione gratuita per far assaggiare il servizio.
Più interessante però l’offerta per
Windows 8: il 26 ottobre, in concomitanza con il lancio del nuovo
sistema operativo Microsoft, Xbox
Music arriverà anche su tablet e
desktop con Windows 8. E sarà
totalmente gratuito, supportato
dalla pubblicità. Questo vuol dire
che sarà possibile ascoltare musica senza limiti (per i primi sei mesi)
scaricando anche dei brani in locale e sincronizzandoli nel cloud
per accedervi poi da tablet o da
smartphone. Passati i primi sei
mesi la musica sarà sempre gratis, ma ci sarà un limite di 10 ore
al mese, che può essere eliminato però pagando l’abbonamento
Premium. C’è spazio anche per gli
smartphone: Xbox Music arriverà
preinstallato su Windows Phone 8
(niente Windows Phone 7) e poi
su iOS e su Android. Il servizio è
ovviamente disponibile anche per
l’Italia e si affianca a Feezy, l’unico
servizio che al momento offre uno
streaming gratuito anche se solo
su PC e Mac.
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
PEOPLE & MARKET / Intervista a Alessio Santarelli, responsabile contenuti Kindle, che ci svela i piani di sviluppo per il futuro
p.3
Kindle Fire senza segreti, ecco cosà ci sarà al lancio
La parte del leone spetta ai libri ma non mancano fumetti, quotidiani, riviste e musica. Ci saranno i programmi Mediaset ma per i film occorre attendere
di R. Pezzali
I
l 25 ottobre arriva in Italia il Kindle
Fire, nelle due versioni “liscia” e HD,
con schermo ad elevata definizione. Dopo il lancio del Kindle, Amazon
ci prova ora con il tablet sperando di
raccogliere lo stesso successo che sta
avendo oltreoceano. Una sfida non
facile: il Fire infatti più che un tablet è
una finestra verso un mondo di contenuti a colori, un po’ come il Kindle
è una finestra verso migliaia di libri in
italiano accessibili in pochi clic. Contenuti, una parola che in Italia spaventa soprattutto quando si toccano
musica e film. Ecco perché abbiamo
intervistato Alessio Santarelli, responsabile contenuti Kindle, per sapere
cosa sarà disponibile alla data di lancio, cosa ci sarà nei mesi successivi e
cosa invece non vedremo sul Kindle
per un po’ di tempo.
DDay.it: Libri, riviste, applicazioni,
musica e film: il Kindle è potenzialmente una miniera di contenuti.
Miniera di carbone o miniera d’oro
per l’Italia?
Alessio Santarelli: “Per l’Italia il Kindle
Fire è un prodotto nuovo, ma per fortuna non partiamo da zero. La parte del
leone per noi la fa sicuramente il libro:
sull’ebook siamo mondialmente i leader
e anche in Italia andiamo bene con oltre 29.000 ebook disponibili in italiano.
Dopo 9 mesi dal lancio, lo scorso anno,
abbiamo aggiunto alla library ben
12.000 libri, segno che siamo davvero
attivi lato contenuti. Certo, l’ebook è in
bianco e nero e ora con il Fire si apre un
mondo di colori. E tutto in alta definizione”.
DDay.it: Dal libro ci spostiamo quindi alla rivista...
AS: “Non proprio alla rivista, ma ad un
mondo nuovo di contenuti diversificati.
Abbiamo messo in cima alle priorità tre
tipi di contenuti che possono sfruttare
al meglio le potenzialità dei nuovi tablet: fumetti, libri per bambini e libri di
cucina.”
DDay.it: Contenuti comunque già
presenti su altri tablet.
AS: “È vero, però Kindle offre un’esperienza di fruizione unica. Grazie al nuovo formato Kindle Format 8 (KF8) siamo
infatti in grado di valorizzare questi
contenuti agevolando la lettura. E grazie al cloud segnalibri e note vengono
sincronizzati in ogni istante su tutti i
device. I fumetti, ad esempio, non si
sfogliano più a pagina ma vignetta per
vignetta, in modo automatico, per una
lettura più semplice e immediata.”
DDay.it: Cosa sarà disponibile al
Day One?
AS: “Il 25 ottobre avremo Diabolik,
Corto Maltese, i fumetti di Star Wars e
altri titoli, ma stiamo lavorando giorno
per giorno con l’obiettivo di aggiungere
nuovi contenuti in un’ottica natalizia.
Ci saranno poi libri per bambini, non
semplici libri da leggere come sul Kindle
in bianco e nero ma libri a colori a forte
valore didattico grazie anche ai popup:
avremo Il Piccolo Principe, Geronimo
Stilton, Saramago e altro ancora.”
DDay.it: Il Kindle Fire è un tablet dedicato anche alla famiglia?
AS: “Il Fire è un tablet per tutti, dalla famiglia ai bambini all’uomo d’affari. Fin
da subito saranno disponibili i più noti
libri di cucina dai Menù di Benedetta
alle Ricette di casa Clerici, Giallo Zafferano e altri ancora. I libri sono la nostra
forza, non mancherà nulla.”
DDay.it: Se invece diciamo riviste e
quotidiani?
AS: “Abbiamo stretto una partnership
con Mondadori e
avremo la versione
digitale di Panorama
e Grazia, alle quali
vanno aggiunte anche tutte le grandi
riviste internazionali.
Avremo anche i quotidiani: La Stampa
sicuramente e anche
uno dei più grandi
giornali italiani del
quale però ancora
non posso svelare il
nome, ma lo saprete
presto”.
DDay.it: La musica
è un terreno difficile in Italia per servizi innovativi come
quelli di Amazon.
MP3 Store e Cloud
Player arriveranno
in tempo?
AS: “Sì, entrambi stanno già funzionando
su smartphone e tablet Android, iPhone,
iPod touch, Mac e PC. MP3 Store metterà
a disposizione per l’acquisto milioni di
tracce e contenuti digitali, che potranno
essere poi spostati sul cloud per l’ascolto
online in streaming o offline. L’intera offerta musicale di Amazon ci sarà in Italia
il giorno del lancio del Kindle.”
DDay.it: Amazon ha profondamente modificato Android per realizzare
il Fire, pertanto non c’è lo store di
Google per le applicazioni, Play. C’è
però il vostro App Store, che negli
States è completissimo.
AS: “Con il Kindle Fire, così come con
ogni altro smartphone Android, si può
accedere ad App-shop, il nostro store di
applicazioni. Abbiamo già migliaia di
app italiane e internazionali, molte delle quali sono già state ottimizzate per la
risoluzione HD del tablet. Su App-shop
abbiamo le applicazioni Android più
note e soprattutto ogni giorno un’applicazione solitamente a pagamento viene offerta gratuitamente. I consumatori
possono aspettarsi Cut the Rope, Angry Birds, Meteo.it, Gambero Rosso,
Video Mediaset, Giallo Zafferano, La7,
TGCOM 24 e tanto altro ancora. Il concetto su cui vogliamo insistere è che non
ti diamo solo il miglior tablet al miglior
prezzo ma che diamo anche servizi. Jeff
Bezos nel corso del lancio dei nuovi prodotti l’ha detto chiaramente: Amazon
non vuole guadagnare sul tablet, ma
sui contenuti. Con i nostri servizi si può
leggere un ebook sullo smartphone,
interrompere la lettura e proseguire sul
PC o sul tablet. E la stessa cosa vale per i
giochi e per la musica nel cloud. Non dimentichiamoci infine il customer care,
che è uno dei nostri punti di forza.”
DDay.it: Abbiamo lasciato per ultima la parte video: film e serie TV
sono il fiore all’occhiello del Fire negli States.
AS: “Oltreoceano il tablet c’è da oltre un
anno e ci vorrà del tempo per replicare
lo stesso lavoro. Amazon Italia sta facendo uno sforzo enorme per sviluppare
i contenuti. La parte ‘video’ al momento
è rappresentata dai contenuti che arrivano tramite le applicazioni presenti,
come ad esempio quella di Mediaset
che offre con i suoi programmi e le repliche delle trasmissioni.”
DDay.it: Niente serie TV e film on demand quindi...
AS: “Instant Video, le serie TV e gli altri
servizi sono un mondo a divenire. Ci lavoreremo, ma sono passi da fare un po’
per volta.”
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
MOBILE / Il CEO di Apple costretto a un “mea culpa” dopo la fine dell’accordo con Google
Tim Cook chiede scusa per “Mappe”
Mentre l’azienda è all’opera per risolvere il problema, Cook consiglia persino di usare le web app di Google e Nokia
di P. Centofanti
con Google (Google
Maps compariva già
nel primissimo iPhone), e visto il deteriorarsi dei rapporti tra
le due aziende, Apple ha deciso di
riscrivere da zero e in proprio l’applicazione, aggiungendo il navigatore
turn-by-turn. Cook non si ferma però
alle scuse e al rassicurare che le mappe di Apple miglioreranno col passare
del tempo, ma arriva persino a consigliare ai propri clienti applicazioni
alternative, comprese le web app di
Google e Nokia: “Mentre miglioriamo
Maps, potete provare altre alternative
scaricandole dall’App Store, come Bing,
MapQuest e Waze, oppure utilizzare le
mappe di Google o Nokia andando sui
loro siti web e creando un’icona sulla
vostra home screen”.
MOBILE
Avrà 5” di diagonale e 443 pixel per pollice: sarà il nuovo riferimento
Windows Phone 8 ha finalmente
una data, il 29 ottobre. Tre giorni
dopo il lancio di Windows 8, la
divisione mobile di Microsoft
toglierà ufficialmente i veli a San
Francisco all’ottava release di
Windows Phone. Gli smartphone
sono pronti da tempo: Samsung,
HTC e Nokia stanno preparando
le campagne di lancio per i
nuovi e colorati telefoni che
i consumatori attendono da
tempo. Windows Phone 8 è
la grande incognita di questo
fine 2012: alle 10 main feature
svelate nel corso della preview
di giugno mancano ancora tante
piccole novità che Microsoft
ha voluto tenere nascoste fino
all’ultimo istante, il 29 ottobre
appunto. Nokia ha già annunciato
che i nuovi Lumia arriveranno
in Italia a metà novembre,
Samsung e HTC potrebbero
invece anticipare i tempi con
un lancio contemporaneo alla
presentazione.
Display 5’’ 1080p da Sharp
A
rriva il Full HD anche sugli smartphone. Sharp ha annunciato di
aver iniziato la prima produzione di schermi da 5” con risoluzione Full
HD destinati ai nuovi dispositivi mobili
che verranno lanciati nel 2013. La risoluzione di 1.920 x 1.080 “spalmata” su
5” di diagonale permette agli smartphone di raggiungere l’incredibile
risoluzione di 443 ppi, forse eccessiva
per un dispositivo portatile. Sharp non
Windows
Phone 8 litiga
con le vecchie
applicazioni
di R. Pezzali
MOBILE / Sharp annuncia un innovativo display per smartphone
di P. Centofanti
MOBILE
Windows Phone 8 offre
la retro-compatibilità con
le attuali app di Windows
Phone 7. Ma il funzionamento
potrebbe non essere
impeccabile, anzi...
D
opo una settimana di critiche
feroci (più che altro da parte
di clienti e stampa americana),
Apple rilascia un comunicato ufficiale per tramite dello stesso CEO Tim
Cook. Una vera e propria lettera di
scuse ai propri clienti che non ha precendenti nella storia di Apple:
“In Apple, ci impegnamo a produrre
prodotti di prima classe che offrano la
migliore esperienza possibile ai nostri
clienti. Con il lancio la scorsa settimana
della nuova applicazione Maps, non
abbiamo mantenuto questo impegno”.
Un’ammissione chiara e senza ambiguità di aver realizzato un prodotto
al di sotto dei propri standard. Tra
le righe della lettera di Cook emerge quanto era trapelato negli ultimi
giorni relativamente al rapporto con
Google: Apple voleva le funzionalità di navigazione che Google Maps
offre da tempo su Android, ma non
essendo incluse nell’accordo iniziale
p.4
ha però utilizzato la tecnologia IGZO
ma la nuova CG Silicon, che porta in
dote un nuovo disegno dei pixel e un
processo produttivo che permette di
ridurre gli scarti quando si lavora con
pixel di queste dimensioni. Questi
nuovi schermi da 5”, infatti, hanno la
stessa risoluzione di un TV. La prima
produzione è iniziata queste settimane nello stabilimento 3 della fabbrica
di Mie, e se tutto andrà bene tra una
settimana partirà la produzione di
massa per consegnare i pannelli ai
produttori di smartphone.
Windows Phone 8
arriva il 29 ottobre
Windows Phone 8 è in ritardo: i
nuovi Lumia arriveranno infatti solo tra molti giorni e ancora
non si è visto sul mercato uno
smartphone con il nuovo sistema
operativo mobile. La situazione è
abbastanza preoccupante, anche
perché quando usciranno i terminali il rischio di avere a disposizione pochissime applicazioni è
concreto. Microsoft infatti non ha
ancora rilasciato l’SDK di Windows
Phone 8 a tutti gli sviluppatori e
le applicazioni native al lancio saranno davvero poche. Purtroppo,
da quanto si apprende in questi
giorni non si può fare nemmeno
affidamento sulle applicazioni già
esistenti: in una prima fase infatti
Microsoft aveva annunciato che
Windows Phone 8 sarebbe stato
in grado di far girare correttamente tutte le applicazioni di Windows
Phone 7 e 7.5, tuttavia Cliff Simpkins, product Manager Microsoft
di Windows Phone, ha recentemente aggiustato il tiro. Secondo
Simpkins, infatti, Windows Phone
8 è studiato per far girare le app di
Windows Phone 7, tuttavia in molti casi si rendono necessari piccoli
aggiustamenti di codice. Abbiamo
avuto modo di parlare anche con
alcuni addetti ai lavori (che hanno
già in mano i nuovi smartphone
con Windows Phone 8), e questi ci
hanno confermato che non tutte
le vecchie app funzionano; inoltre,
alcune app formalmente compatibili, poi in realtà non funzionano
in modo soddisfacente. Microsoft
partirà quindi da zero, o quasi: ci
saranno un po’ di app disponibili
ma il grosso arriverà solo quando
gli sviluppatori potranno mettere
mano all’ambiente di sviluppo. Vedremo cosa capiterà a fine mese...
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
MOBILE / Mondadori si imbarca nell’avventura digitale e contrasta, di fatto, il predominio di Amazon
Mondadori entra nel mercato e-book
L’azienda porta in Italia l’e-book reader Kobo e svariati contenuti: oltre 60.000 libri in italiano, metà dei quali gratuiti
di R. Pezzali
S
catta ufficialmente la corsa all’ebook in Italia: Mondadori infatti
è scesa in campo con i nuovi
e-book reader prodotti da Kobo e il
nuovo store online con 60.000 titoli
in italiano, 30.000 dei quali gratuiti.
L’obiettivo è abbattere il predominio
di Amazon, offrendo un’alternativa
“open” con un reader di qualità a un
costo accessibile. In un primo momento infatti Mondadori venderà il
Kobo Touch a 99 euro, ma a breve arriveranno anche il Kobo Glo (illuminato
per leggere di notte) e il Kobo Mini, rispettivamente a 129 euro e a 79 euro.
“In uno scenario tecnologico in costante evoluzione, che sta trasformando il
mondo della lettura e della distribuzione, l’arrivo degli eReader Kobo ci permette di diffondere il nostro patrimonio di
contenuti di qualità ad un pubblico ancora più ampio” ha dichiarato Maurizio
Costa, Vice Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Mondadori.
“La sfida digitale è quella di saper raggiungere i propri clienti attraverso tutti
i canali disponibili - dal fisico all’online
- offrendo i propri contenuti sul maggior numero di piattaforme. L’approccio
originale di Mondadori mette a fattor
comune le nostre risorse sul piano editoriale, della nostra rete di librerie e del
sistema di servizi online”, ha concluso
MOBILE
Nokia Lumia 510
“quasi” ufficiale
Continuano ad arrivare dal web
notizie del Nokia Lumia 510,
Windows Phone di cui ormai si
sa quasi tutto: processore da 800
MHz, fotocamera da 5 Megapixel,
display da 4’’ e sistema operativo
Microsoft in versione 7.5. Il
dispositivo sarà probabilmente
proposto al pubblico ad un
prezzo molto competitivo: 149
dollari. La disponibilità è prevista
per inizio 2013, ma sotto questo
punto di vista ci sono meno
conferme e in molti credono che
il dispositivo possa arrivare anche
prima. Si attende l’ufficialità da
parte di Nokia.
p.5
MOBILE
3 Italia sposa
il dual SIM
con NGM
3 Italia sarà il primo operatore
a offrire a catalogo due
smartphone dual SIM di NGM
per usare contemporaneamente
3 e un altro operatore in 2G
di M. Dalli
Costa.
“La lettura digitale sta crescendo velocemente anche in Europa e, pur in una
fase ancora iniziale di apprezzamento
dell’e-book, i lettori italiani si aspettano
soluzioni di eReader di alta qualità e
semplicità come quelle che può offrire
Kobo” - ha sottolineato Mike Serbinis,
Chief Executive Officer di Kobo. “Grazie alla partnership con Mondadori offriremo infatti ai consumatori italiani un
nuovo e straordinario modo di leggere”.
Per il lancio dei nuovi reader ci sarà
anche una promozione speciale che
consente di scaricare gratuitamente 3
e-book a scelta da una selezione di 9
tra i maggior best seller del momento:
Sveva Casati Modignani, Léonie; Michael Connelly, Il respiro del drago; Pierre Dukan, La dieta Dukan; Sebastian
Fitzek, Il cacciatore di occhi; Ken Follett,
L’inverno del mondo; Anna Guglielmi, Il
linguaggio segreto del volto; Murakami
Haruki, 1Q84; Walter Isaacson, Steve
Jobs; E.L. James, Cinquanta sfumature
di grigio. Gli e-book reader Kobo sono
acquistabili nei 350 punti vendita Mondadori presenti nelle città italiane e sul
nuovo sito www.inMondadori.it,
punto di accesso anche a tutto il catalogo digitale. I libri saranno acquistabili direttamente dal reader, senza
passare da un computer. Altro punto
di forza di questa soluzione è l’assenza
di un DRM: i libri saranno firmati con i
dati dell’acquirente per scongiurare la
diffusione sul web, tuttavia sarà possibile trasferire un libro acquistato su
diversi dispositivi senza limiti, per permettere la lettura oltre che sull’ebook
reader anche su tablet, smartphone e
computer.
MOBILE
Nexus 4: lo fa LG e arriva il 29 ottobre
Sempre più insistenti le indiscrezioni sul Nexus 4 di Google
di V. R. Barassi
Dovrebbe essere questo il prossimo
Nexus 4, googlefonino che dalle parti
di Mountain View hanno deciso di
far produrre a LG. L’ufficialità non
è ancora arrivata ma, secondo Le
Figaro, lo smartphone sarà presentato
il 29 ottobre. Dal web arrivano già
benchmark e specifiche: il processore
sarà un Quallcom Snapdragon S4
Pro da 1.5GHz, il display avrà risoluzione di 1280x768 pixel e diagonale da
4.7 pollici mentre la fotocamera posteriore dovrebbe essere da 13 megapixel.
Nelle prossime settimane si saprà sicuramente di più su questo dispositivo con
sistema operativo Android 4.1 Jelly Bean; il lancio è atteso per metà novembre,
giusto in tempo per affrontare “con calma” tutto il periodo pre-natalizio.
3 Italia sarà il primo operatore
mobile a offrire, nel proprio listino,
un telefono dual SIM. L’offerta
arriva grazie all’accordo con NGM
e prevede due telefoni in esclusiva,
Vanity Smart e Orion. Il primo,
dedicato espressamente a un
target femminile, offre un display
multitouch da 3.2 pollici e una
colorazione bianca con elementi
Swarovski incastonati nel pulsante
centrale e accanto alla fotocamera
posteriore da 5 Megapixel. Orion
è invece dedicato a un target
più maschile o unisex, con una
colorazione nera, fotocamera da
3 Megapixel e display multitouch
da 3.5 pollici. Entrambi sono basati
sul sistema operativo Android 2.3
e offrono connettività HSPA, Wi-Fi
e Bluetooth. La doppia SIM può
essere sfruttata per i servizi 3G sulla
SIM principale, per voce e SMS (in
2G) sulla SIM secondaria. Vanity
Smart può essere acquistato a
costo 0 con Scegli 10 Ricaricabile,
che vincola l’utente a una ricarica
minima di 10 euro al mese per 30
mesi, ricarica che può poi essere
usata per qualsiasi servizio. NGM
Orion sarà invece disponibile con
Smartphone Pack, a 90 euro, con
180 euro di traffico incluso. L’offerta
è alquanto interessante perché,
per la prima volta, un operatore
si apre con un proprio prodotto
anche a operatori concorrenti. Una
proposta che farà sicuramente
gola a chi ha più di un numero di
telefono, peccato solo non poter
sfruttare entrambe le SIM in 3G.
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
MOBILE / Amazon porta in Italia due servizi interessanti dedicati agli appassionati di musica
Amazon MP3 Store e Cloud Player in Italia
Il servizio, per Android, iOS, Mac o PC, permette di acquistare e ascoltare ovunque la propria musica preferita
A
audio già presenti nelle librerie musicali di iTunes e Windows Media Player
e per tutti i brani per i quali trova una
corrispondenza rende disponibile una
versione a 256 Kbps nel cloud. Cloud
Player può essere scaricato qui.
“Milioni di clienti negli Stati Uniti stanno già utilizzando Amazon MP3 per
acquistare e ascoltare musica sui propri
dispositivi preferiti, tra i quali anche Kindle Fire HD, Kindle Fire, telefoni e tablet
Android, iPhone, iPod touch, Mac o PC.
Siamo entusiasti di poter offrire lo stesso livello di praticità anche ai clienti che
acquistano musica in Italia”, afferma
Greg Greeley, Vice President Amazon
EU Retail. “Con il lancio di MP3 Store e
di Cloud Player in Italia, i clienti hanno ora l’opportunità di acquistare e
ascoltare ovunque la propria musica,
archiviandola in un unico luogo, senza
la necessità di costanti aggiornamenti
software, utilizzo di dischi esterni o cavi
per trasferirla e gestirla”. Cloud Player è
disponibile in due versioni, gratuita
e Premium. Con la versione gratuita
si possono archiviare fino a 250 brani dal proprio PC o Mac senza alcun
costo, mentre quella Premium costa
24.99 euro all’anno e permette di archiviare fino a 250.000 brani. Gli MP3
acquistati su Amazon non vengono
conteggiati ai fini delle soglie di 250
o 250.000 brani. “Il lancio del negozio
di download digitale di Amazon per il
download di musica” - ha detto Enzo
Mazza, Presidente di FIMI-Confindustria - “è una nuova pietra miliare nell’evoluzione del mercato italiano della
musica digitale. La presenza di un importante player come Amazon nel settore del Mobile, in rapida affermazione
anche in Italia, permetterà di espandere l’offerta di musica digitale che oggi
rappresenta il 30% dei ricavi del settore
musicale e ha grandi prospettive di sviluppo”. Cloud Player è disponibile per
tutte le maggiori piattaforme.
Google Street View ritorna su iPhone
È meno rapida e scattante rispetto alla versione presente nell’app “nativa”, ma si usa nel medesimo modo
G
oogle ha aggiornato la web
app di Google Maps in modo
tale da aggiungere la funzionalità Street View. Una delle funzioni più popolari della “fu” applicazione Google Maps di iOS, Street View,
era scomparso da iPhone e iPad con
il rilascio di iOS 6 e la sostituzione della app di Google con Apple
Maps. Per quanto sia affascinante
la modalità 3D Flyover realizzata
da Apple, Street View ha sempre
avuto una maggiore utilità pratica,
specie quando si tratta di fare un
TomTom Navigation
disponibile
per Android
di E. Villa
MOBILE / Google ha aggiunto Street View alla web app per i browser e i dispositivi mobile, iOS incluso
di R. Pezzali
MOBILE
L’interfaccia è la solita, rispetto
a iOS manca solo l’integrazione
con FourSquare. Ma parrebbe
che diversi terminali Android
non siano compatibili
di R. Pezzali
mazon lancia in Italia il suo servizio musicale: si può comprare
la musica una volta e ascoltarla
ovunque, su ogni dispositivo e senza
alcuna limitazione grazie all’assenza
del DRM. L’arrivo di MP3 Store e Cloud
Player è ovviamente propedeutico al
lancio del nuovo Kindle Fire, tuttavia
MP3 Store e Cloud Player funzionano fin da subito senza problemi su
smartphone e tablet Android, iPhone,
iPod touch, Mac o PC. MP3 Store è un
negozio di musica, unisce il catalogo
delle più importanti case discografiche come Universal Music, Sony Music,
Warner Music ed EMI a quello di centinaia di etichette indipendenti presenti
in Italia e nel resto del mondo. Il prezzo
per la maggior parte dei brani è di 0,99
€, mentre gli album partono da 5,99 €.
MP3 Store è raggiungibile a questo
indirizzo. Amazon Cloud Player, dal
canto suo, è un’altra novità attinente
alla sfera musicale. Anche se i brani acquistati si possono riprodurre con iTunes, Windows Media Player e altri lettori
multimediali, Cloud Player è particolare
perché permette ai clienti di archiviare
la musica su Cloud e di riprodurla da
qualsiasi dispositivo in streaming, con
eventuale download in locale delle
playlist. Grazie alla tecnologia “Scan &
Match”, Cloud Player analizza le tracce
p.6
sopralluogo virtuale sui luoghi di
maggiore interesse. Street View è
ora disponibile tramite il browser
mobile, almeno per i luoghi segnalati sulle mappe di Google o per i
risultati di ricerca. Cliccando sull’icona dell’omino in basso a destra,
si aprirà una seconda finestra con
il contenuto Street View navigabile
con le dita nel modo in cui si era
abituati con l’app nativa (per quanto quest’ultima fosse nettamente
più performante). Per chi sentiva la
mancanza di questa funzionalità, è
sicuramente una buona notizia.
Non ce l’hanno fatta ad anticipare
le vacanze estive, ma ora il
navigatore TomTom è finalmente
disponibile per gli utenti Android.
Le caratteristiche di punta sono
sostanzialmente le stesse della
versione iOS: TomTom è un
navigatore offline che si installa
nella memoria del telefono
(richiede >2 GB di spazio libero)
e quindi, rispetto a servizi “online”
come Google Maps Navigation
o Mappe di Apple, non richiede
scaricamenti di dati durante la
navigazione (ottimo quando si è
all’estero, ad esempio). Non manca
il supporto vocale in svariate lingue
e, soprattutto, gli aggiornamenti
gratuiti a vita, cosa quanto mai
gradita in un prodotto come questo.
Per quanto concerne i prezzi,
troviamo la versione completa
a 59,99 €, quella dell’Europa
occidentale a 44,99 € e quella
dell’Italia a 34,99 €; gli unici dubbi
sono relativi al fattore compatibilità:
alcuni terminali Android di fascia
alta parrebbero attualmente esclusi,
e tra questi figurano elementi di
spicco come il Galaxy Nexus, il
Samsung Galaxy S III e l’HTC One
X, ma ovviamente la situazione è
in continuo divenire. Vi terremo
aggiornati...
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
MOBILE / La tecnologia mobile di quarta generazione potrebbe arrivare in Italia (ben) prima del previsto: già a fine mese
p.7
LTE in Italia: partenza con Vodafone il 30 ottobre?
Potrebbero essere Milano e Roma le prime due città italiane a partire entro fine mese con la telefonia di quarta generazione firmata Vodafone
di M. Dalli
D
opo tanta attesa, sembra che
anche in Italia l’LTE sia finalmente pronto a partire. I servizi
di telefonia di quarta generazione vedono in pole position 3 Italia, che ha
annunciato il lancio entro fine anno,
ma ancora di più Vodafone, che potrebbe partire addirittura il 30 ottobre,
tra poco meno di un mese. A rivelarlo
è il sito bitBACON, che riporta quanto
detto a una convention dell’operatore
britannico tenutasi a Palermo; Vodafone, dal canto suo, non conferma la
notizia, anche se ci è stato detto che
“i tempi sono maturi”, quindi potremmo avere grosse novità in tal senso
nel giro di qualche settimana. Se le
rivelazioni di bitBACON dovessero
rivelarsi corrette, le prime due città a
partire sarebbero Milano e Roma, a
cui farebbero seguito nel corso dei
mesi successivi anche altri importanti capoluoghi. L’attivazione della rete
LTE è però soggetta a varie condizioni: oltre al “ritorno” dell’investimento,
misurabile in termine di utenti che
adottano il servizio, cosa che avviene
più facilmente nei grossi centri abitati
con un elevato grado di alfabetizzazione informatica e un reddito medio
elevato, perché l’LTE abbia davvero un
senso i suoi ripetitori devono essere
raggiunti da connessioni a larghissima
banda, per gestire le alte velocità della
rete 4G. Da qui la scelta delle due più
grandi città italiane. Per la prima fase,
comunque, verrebbero riutilizzate per
l’LTE alcune frequenze “2G” a 1.800
MHz, dal momento che quelle più
pregiate (ma anche più critiche) a 800
MHz non sono ancora state liberate
dalla TV. Questa scelta renderebbe tra
l’altro compatibile il nuovo iPhone 5,
che nella versione europea supporta
proprio questa frequenza. Sempre secondo quanto riportato da bitBACON,
alla convention sarebbe stato anche
annunciato un misterioso tablet ASUS
con Windows 8, che sarebbe disponi-
bile al lancio della rete (30 ottobre) a
20 euro al mese con l’abbonamento. A
giudicare dall’attuale listino Vodafone,
e considerando il costo che potrebbe
avere un simile tablet sul mercato libero, il prezzo indicato potrebbe riguardare il solo terminale, lasciando fuori
quindi la parte dati. Restiamo alla finestra per capire esattamente come si
evolverà la situazione. Se però la data
dovesse essere davvero il 30 ottobre,
l’annuncio potrebbe arrivare nel giro
di qualche settimana. Stay tuned.
MOBILE / In attesa della conferma sul lancio di LTE in Italia, ecco i due tablet candidati a “provare” la super-velocità 4G
Asus VivoTab RT e iPad mini: i due “LTE-tab” per l’Italia?
Oltre all’iPhone 5 arriveranno anche i tablet Asus Windows 8 e Android. Attenzione, però, alla sorpresa iPad mini: le date, infatti, coincidono
di R. Pezzali
P
arrebbe quanto meno prossimo l’inizio dell’era LTE, come
segnalato in questa stessa pagina (vedi news sopra). Si tratta, in sostanza, di una mossa a sorpresa che
permette all’utenza business delle
due principali città italiane (Roma e
Milano) di godere subito della super
velocità “mobile”. I primi dispositivi a
poter trarre vantaggio da questa super velocità, oltre all’iPhone 5 già sul
mercato, dovrebbero essere i nuovi
tablet Asus con Windows RT, i VivoTab RT. Asus ha presentato questi
tablet con processore ARM all’IFA di
Berlino, tuttavia AT&T ha annunciato
la disponibilità della versione LTE del
VivoTab RT per la sua rete mobile.
VivoTab RT è basato sul processore
Tegra 3 di NVIDIA, processore disponibile anche in versione Tegra 3+ con
modem NVIDIA Icera 410 multibanda: AT&T sceglierà proprio questa
versione, ed è probabile che sarà la
scelta fatta anche da Asus per l’evento del 30 ottobre opportunamente
configurato per le bande europee:
800, 1800 e 2600 MHz. Abbiamo
contattato Asus, che non ci ha potuto confermare nulla di più di quanto
detto da Vodafone; in questo modo,
però, l’azienda ha confermato indirettamente che ci saranno sia l’LTE che il
tablet. La scelta di Windows 8 non è
casuale: inizialmente i pacchetti LTE
saranno proposti all’utenza business
e Windows 8, con la suite Office a
bordo, rappresenta da questo punto di vista una garanzia migliore di
Android. Ricordiamo che Asus ha già
presentato un altro dispositivo LTE, il
Transformer Pad TF300TL, con lo stesso processore alla base del VivoTab
RT ma basato su Android.
C’è però un’altra notizia che a prima
vista può sfuggire, ed è proprio la
data, il 30 ottobre, stesso giorno scelto da Everything Everywhere per il
lancio dell’LTE in Inghilterra. Una scelta di date che può essere casuale ma
può anche nascondere altro, ovvero
l’arrivo per il 30 ottobre (casualmente
un martedì) del nuovo iPad mini, anche lui ovviamente compatibile LTE
come l’iPhone 5. Ricordiamo infatti
che l’iPad 3, anche se denominato
iPad 4G, non funziona con le frequenze LTE del nostro paese. Il “Wall Street
Journal” ha riportato ieri la notizia
che è partita la mass production del
nuovo piccolo tablet Apple, anche
se pare che ci sia qualche difficoltà
con alcuni componenti, soprattutto
con la scocca in alluminio anodizzato
nero, troppo delicato per un prodotto di questo tipo. In ogni caso, sembra ormai sicuro: a fine ottobre Vodafone porterà l’LTE in Italia a Roma e
Milano, e insieme a Vodafone ci sarà
anche Asus. Ma noi vogliamo osare, e
10 euro sulla coppia iPad mini e VivoTab RT li puntiamo volentieri.
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
MOBILE / Samsung ha presentato l’ultimo smartphone della famosa gamma Galaxy: S III Mini
Galaxy S III Mini. Troppo mini e molto caro
Funzioni e design ricordano il Galaxy S III, ma l’hardware delude. Samsung ha fissato il prezzo a 449 euro
G
iù i veli dal nuovo Galaxy S III
Mini, e come si temeva non è
proprio una versione ridotta
del Galaxy S III. Lo smartphone di
punta di Samsung perde peso, ha
uno schermo più piccolo ma perde
anche “appeal” per un processore
“solo” dual core e una fotocamera da
5 Megapixel. Samsung cavalca l’onda
di successo dell’S III e ne sfrutta il design vincente abbinato a Jelly Bean
e alle soluzioni software innovative
lanciate con il suo top di gamma, ma
il dubbio che manchi qualcosa resta.
La scelta di usare un AMOLED da 4” è
vincente: troppi sono gli smartpho-
WhatsApp
l’incubo degli
operatori mobili?
di M. Dalli
ne di fascia alta nel segmento da 4”
in su, e sarebbe stato bello poter vedere un vero competitor dell’iPhone
5 nella fascia da 4”, soprattutto ora
che entrambi possono puntare su
un formato di schermo 16:9. Con
la sua risoluzione di solo 800 x 480
pixel, il processore dual core da 1
GHz e la fotocamera da 5 Megapixel,
il nuovo Mini all’iPhone 5 fa solo
il solletico, anche se si posiziona
senz’altro più in basso. Nonostante
i dubbi presenti alla vigilia, Samsung
infatti ha comunicato un prezzo
di listino ufficiale di ben 449 euro,
cosa che suscita qualche perplessità poichè Samsung avrebbe potuto
spingersi un po’ di più privilegiando
alcuni aspetti, come la fotocamera,
che appaiono fortemente limitati rispetto al fratello più grande.
Per chi vuole approfondire le caratteristiche dello smartphone, qui
a fianco riportiamo le specifiche
tecniche complete (ma attenzione,
nella scheda è stato riportato un
errore, poichè la memoria RAM del
telefono è da 1 GB).
MOBILE
MOBILE / Kindle Paperwhite sarà disponibile dal 22 novembre
Il governo britannico ha stanziato
più di 11 milioni di sterline per
finanziare una partnership tra
la University of Surrey e un
consorzio di industrie per studiare
i servizi di telefonia mobile di
quinta generazione. Il centro di
ricerca che nascerà vedrà anche
la collaborazione dei leader
mondiali dell’industria, tra cui
Huawei, Samsung, Telefonica,
Fujitsu, Rohde-Schwarz e AIRCOM
International, i quali verseranno
ulteriori 24 milioni di sterline. Il
5G Centre fornirà tutte le risorse
per testare le nuove tecnologie,
anche se non è ancora chiaro quali
reali benefici porteranno, al di là
dell’ovvio aumento di velocità.
Due i modelli, quello Wi-Fi a 129 euro e la versione 3G a 189 euro
La Gran Bretagna
pensa già al 5G
MOBILE
Uno studio di Ovum ha
quantificato in 54 miliardi
di dollari i mancati introiti
degli operatori telefonici
nel 2016 a causa dei sistemi
di messaggistica istantanea
di R.Pezzali
Le caratteristiche tecniche
complete: click per ingrandire
p.8
Paperwhite arriva in Italia
di R. Pezzali
K
indle Paperwhite arriva anche
in Italia: Amazon inizierà le
spedizioni il 22 novembre per
i due modelli, quello Wi-Fi (129 euro)
e quello 3G (189 euro). Paperwhite
è il modello più evoluto tra gli
ebook reader della famiglia Kindle
di Amazon: ha un nuovo schermo
ad elevata risoluzione con il 62% di
pixel in più (212 ppi) e un contrasto
migliorato del 25%. La vera novità
però, rispetto agli altri Kindle, è la
presenza del sistema di illuminazione dello schermo che consente la
lettura notturna senza fatica, grazie
ad un particolare sistema di retroilluminazione a microprismi. Nessun
problema però per la durata della
batteria: Paperwhite arriva anche
a 8 settimane di autonomia con
30 minuti di lettura serale, più che
sufficienti anche per le esigenze dei
lettori più appassionati. Spesso solo
9 mm e leggerissimo, 213 grammi, il
Kindle Paperwhite è stato migliorato anche nel software con l’aggiunta di nuove funzioni. La versione 3G,
come per gli altri ebook Kindle, ha
connettività wireless gratuita offerta da Amazon per scaricare libri
anche in assenza di access point e
di rete Wi-Fi.
Una delle maggiori fonti di ricavo per gli operatori telefonici
mobili sono gli SMS, ma questo
trend non durerà ancora a lungo.
Secondo una ricerca di Ovum,
infatti, nel 2016 i programmi di
messaggistica istantanea “costeranno” agli operatori la bellezza
di 54 miliardi di dollari a livello
mondiale sotto forma di mancati
introiti. Sono cifre sicuramente
impressionanti, ma ci sorgono
alcuni dubbi. WhatsApp e “compagni” (i vari Google Talk per
Android, iMessage per iPhone e
BBM per BlackBerry) sono sicuramente degli strumenti sempre
più usati e che spostano le abitudini dei consumatori lontano
dagli SMS. D’altro canto, però, chi
usa questi servizi ha tipicamente
un piano dati, che all’operatore
telefonico garantisce un buon
introito “fisso”. C’è anche da dire
che, dal momento che i messaggi istantanei sono gratuiti, spesso
si tende a inviarne più del necessario, mentre con gli SMS si va
più al risparmio. Ultimo, ma non
meno importante, i costi degli
SMS al pubblico sono ben diversi
dal reale costo del servizio, prova
ne sia il fatto che inviare un SMS
dall’estero costa meno che dall’Italia. Più che “mancati introiti”
sarebbe quindi più giusto parlare
della fine di un periodo di vacche grasse. Servizi facili e a costo
quasi zero non permetteranno
più grossi introiti per gli operatori, che dovranno giocoforza
spostare la loro attenzione verso qualcos’altro. E, forse, i servizi
RCS-e su cui le telco stanno puntando non sono il cavallo vincente: quando arriveranno, forse nel
2014, sarà probabilmente ormai
troppo tardi.
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
MOBILE / I due colossi starebbero lavorando a un tablet da 10 pollici con display da 299 ppi
Samsung e Google pronti per l’anti-iPad?
Si potrebbe chiamare Nexus 10 ed entrerebbe in diretta concorrenza con l’iPad “regolare” (non mini) di Apple
di V. R. Barassi
M
entre tutto il mondo sta
aspettando con ansia il nuovo iPad mini, Google e Samsung starebbero pensando di attaccare il mercato proponendo - entro il
primo trimestre del 2013 - un tablet
da 10 pollici da mettere in diretta
concorrenza con l’iPad “standard”
di Apple. Il noto analista di mercato
Richard Shim di NPD DisplaySearch,
parlando a CNET, ha assicurato di aver
ottenuto queste indiscrezioni da un
suo contatto molto vicino alle vicende di Samsung. Dopo aver affidato
la costruzione del Nexus 7 ad ASUS,
per il Nexus 10 (questo con altissima
probabilità sarà in nome del prodotto finale) Google avrebbe deciso di
puntare sull’azienda coreana; non si
conoscono i motivi di tale scelta ma
quel che sembra certo è che il Nexus
10 sarà dotato di un sistema operativo
MOBILE
Un nuovo iPad
all’orizzonte?
Che all’orizzonte ci sia un iPad mini
sembra ormai certo, ma qualcosa
di diverso bolle già in pentola dalle
parti di Cupertino se è vero che
nei log degli sviluppatori comincia
a comparire un nuovo sconosciuto modello di iPad, dotato di
processore con lo stesso set di
istruzioni dell’A6 dell’iPhone 5. Il
nuovo dispositivo si presenta nei
log come iPad 3.6, dove l’iPad mini
dovrebbe avere codice identificativo 2.5 o 2.6, e l’attuale iPad di
terza generazione 3.1, 3.2 o 3.3 a
seconda della configurazione. Ciò
lascerebbe supporre che si tratti
di una nuova versione aggiornata
dell’attuale iPad con un processore
più potente e non un prodotto
completamente rivisto che dovrebbe chiamarsi qualcosa del tipo
4.1. Non è da escludere che con
l’uscita dell’iPad mini, Apple abbia
intenzione di uniformare l’aspetto
della gamma iPad, con un nuovo
modello da 9.7 pollici ma con
connettore Lighting e magari peso
e spessore ridotti.
Android 4.1 Jelly Bean e monterà un
display ad altissima risoluzione, ben
2.560x1.600 pixel e capace quindi di
garantire una densità di pixel pari a
299 ppi, risultato superiore anche al
display Retina montato dall’attuale
iPad di Apple, fermo a 264 ppi. Se
le indiscrezioni risultassero alla fine
veritiere, nel periodo compreso tra
marzo e aprile 2013 ci troveremmo
dinanzi a un bel confronto tra titani:
Nexus 10 sarà all’altezza del prossimo
iPad “regolare” (di cui già si inizia a
parlare)?
p.9
MOBILE
Lightning
crackato: arriva
la prima “copia”
Ci è voluto meno tempo
del previsto: il nuovo cavo
Lightning di Apple è già stato
clonato. E dalla Cina iniziano
ad arrivare le prime “copie”
di V. R. Barassi
MOBILE / Xperia Tablet S potrebbe non essere waterproof
Tablet S allergico all’acqua
Sony ammette e rimedia
È un problema di assemblaggio: parte il programma di controllo gratuito
di V. R. Barassi
B
rutte notizie per tutti coloro che
hanno acquistato il nuovo Xperia Tablet S: alcuni lotti di produzione soffrono di un difetto e Sony ha
deciso di controllare tutti gli esemplari
venduti al fine di risolvere il problema.
In concomitanza con questo annuncio, Sony ha anche dichiarato di aver
temporaneamente sospeso la produzione del tablet; questa riprenderà
solamente quando si troverà una soluzione all’altezza per arginare la problematica. Dalle prime dichiarazioni
del colosso giapponese, pare che il
problema risieda essenzialmente in
un difetto di assemblaggio relativo ad
un particolare punto tra la scocca e il
display; ci sarebbe dello “spazio vuoto”
tra i due componenti e, potenzialmente, anche una sola goccia d’acqua potrebbe mettere a rischio la funzionalità
del prodotto. Se avete acquistato il tablet in oggetto vi consigliamo di portarlo il prima possibile nel più vicino
centro assistenza Sony; la campagna
di richiamo, ovviamente, è totalmente
gratuita e Sony ha già assicurato che
i tempi di riparazione non saranno
così lunghi come ci si può attendere.
Inoltre, Sony ha aggiornato la pagina
ufficiale del prodotto italiano, e si
tratta di un numero ridotto di dispositivi che vanno ricontrollati dai centri di
assistenza. Nessun problema però se si
tiene il tablet lontano dall’acqua.
Il nuovo connettore proprietario
Lightning che ha accompagnato il
lancio di iPhone 5 ha saputo spaventare un po’ tutti: la sua apparente complessità data dalla presenza
di un particolare chip integrato
aveva fatto pensare ad un qualcosa di molto difficile da “imitare”,
ma evidentemente il cavo non è
poi così complicato come Apple
ha voluto far credere. Dalla Cina,
infatti, arriva il primo “cavo clonato”
che, secondo quanto afferma chi
lo produce, è uguale in tutto e per
tutto al corrispettivo originale ma
per funzionare effettua una specie
di bypass del chip, anche qui presente (ed è lo stesso che utilizza
Apple). Si tratta di una soluzione
sicuramente efficiente a garantire il funzionamento del cavo, ma
al momento permangono alcuni
dubbi sull’effettiva qualità del connettore clonato: pare infatti che il
chip installato da Apple serva ad
assegnare dinamicamente i pin, al
fine di “ordinare” i dati e di evitare
spiacevoli cortocircuiti a monte e a
valle. iPhone5Mod, per dimostrare
l’effettiva veridicità delle proprie
dichiarazioni, ha già messo in commercio un cavo clonato: il cavo (dotato anche di illuminazione) costa
19 dollari ed è acquistabile anche
in abbinamento con una pratica
dock (Apple al momento non vende questo accessorio) anch’essa
offerta a 19 dollari. Chissà come la
prenderanno Tim Cook e soci.
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
MOBILE / Smartphone e tablet sono spesso “i giocattoli” preferiti dei nostri figli. Come proteggerli?
Smart Pet, il peluche proteggi Hi-Tech
È un peluche dotato di tasca frontale in cui inserire il tablet o lo smartphone, con pellicola sensibile al touch
di M.C. Candiago
“I
nativi digitali” smanettano
sempre più volentieri e con
molta confidenza su tablet e
smartphone, facilitati e stimolati “dalle magie” del touchscreen. Questa
dimestichezza con le tecnologie dei
bambini, se da un lato è apprezzabile
(per non dire comoda, in certi casi,
quando fa le veci di un compagno di
giochi o di un baby sitter stimolante e
creativo), dall’altro può creare nel genitore una certa ansia che il prezioso
iPad vada in mille pezzi o si sporchi
di cioccolato. Le soluzioni sono due:
o non diamo il tablet ai nostri figli, o
lo mettiamo nello Smart Pet! Smart
Pet è il simpatico peluche ideato
da G&BL che evita spiacevoli conseguenze del gioco dei vostri bimbi
con smartphone o tablet, come cadute, sporcizia o graffi: il peluche è
dotato di tasca frontale in cui inserire
il dispositivo, e attraverso la pellicola
sensibile al touch il bambino può interagire con l’apparecchio e guardare cartoni animati, giocare, ascoltare
musica, ecc… Una cintura regolabile
e un gancio di plastica renderanno
l’uso facile anche in viaggio, posizionando il peluche sui sedili posteriori
dell’auto. Acquistando il pupazzo
MOBILE
MOBILE / L’e-book reader con schermo 5”più economico in assoluto
Bookeen
lancia l’e-book
“luminoso”
Bookeen ha annunciato il suo
nuovo lettore Cybook Odyssey HD
FrontLight che, dietro a un nome
che sembra non finire mai, cela in
realtà due interessanti caratteristiche. Lo schermo è infatti un e-Ink
Pearl con risoluzione di 1.024x768
pixel, che uniti alla diagonale da
6 pollici, portano la risoluzione a
213 PPI. La seconda caratteristica
è l’illuminazione dello schermo,
realizzata da FrontLight, che
consente così di leggere anche
al buio. Lo schermo è touch con
tecnologia capacitiva. Per questo
dispositivo, Bookeen ha rinnovato anche l’interfaccia grafica,
portandola ad alta risoluzione per
sfruttare meglio lo schermo HD.
Nuovo è anche il reflow dei PDF.
Il Cybook Odyssey HD FrontLight
pesa meno rispetto al suo predecessore, 180 grammi contro 195
grammi. Arriverà in versione Wi-Fi
a novembre; prezzi e altre caratteristiche rimangono però ignote.
p.10
MOBILE
Sharp, il primo
smartphone
con display IGZO
L’azienda giapponese presenta
il primo smartphone dotato
di display IGZO da 4.9 pollici;
non arriverà mai in Italia ma
potrebbe “dare respiro” a Sharp
di V. R. Barassi
- disponibile in vari colori e animaletti e in due formati, uno per tablet
e uno per smartphone, - si potranno
scaricare giochi e varie applicazioni
dal Free App Store, per intrattenere i
vostri bambini. Naturalmente, senza
che voi stiate in pensiero per il vostro
“arsenale smart”.
Txtr Beagle, e-book da 9 €
È tedesco e per comprarlo bastano 9.90 euro. Non sembra neppure brutto
di R. Pezzali
G
li e-book reader non costano
più cari come un tempo, e ora
con meno di 100 euro si può
tranquillamente acquistare un modello
di punta. C’è chi però ancora non crede
nella carta elettronica, preferisce sentire
l’odore della cellulosa e le pagine scorrere sotto i polpastrelli. Txtr, un noto
e-book store europeo con titoli anche
in italiano, ha presentato alla fiera del
libro di Francoforte, Beagle, un e-book
reader che costa solo 9.90 €. Un prezzo
stracciato, grazie al quale tutti potranno provare almeno una volta nella vita
un reader elettronico. Con uno schermo da 5” 800 x 600 e-ink (niente LCD),
Beagle è spesso solo 5 mm e pesa 128
grammi, si alimenta con due batterie
AAA inserite nella parte bassa e non ha
né touch né Wi-Fi. La memoria interna
per i libri, non espandibile, è da 4 GB e
c’è anche il Bluetooth per trasferire gli
e-book con una app per smartphone.
Cosa chiedere di più per 10 euro?
Nonostante la crisi, Sharp non ha
smesso di proporre idee interessanti e fa piacere vedere come la
tecnologia IGZO si sia finalmente
affacciata sul mercato. Sharp, infatti, ha presentato Aquos Phone
Zeta SH-02E, dispositivo che, sebbene non arriverà mai in Italia, offre un assaggio della nuova tecnologia. Oltre al gigantesco display
IGZO da 4.9 pollici da 300 ppi (ma
la tecnologia può spingersi fino
ad oltre 500 ppi) il dispositivo è
dotato di processore Snapdragon
S4 Pro quad-core da 1.5 GHz con
grafica Adreno 320; la fotocamera
è da 16 megapixel mentre il sistema operativo è Android 4.0 Ice
Cream Sandwich. I ragazzi di “The
Verge” hanno avuto l’opportunità
di provarlo, confermando quanto
di buono già si diceva su questi display: oltre all’indiscutibile qualità
superiore rispetto ai classici LCD (li
abbiamo visti dal vivo anche noi,
sono davvero spettacolari), IGZO
garantisce una risposta al tocco
assolutamente unica e - secondo
Sharp - migliore di qualsiasi altra
esperienza d’uso. Il consumo di
batteria è del 25% inferiore sia in
stand-by che a piena luminosità
(sempre paragonando questo
IGZO a un display LCD di pari dimensioni), fattore questo che inciderà non poco sulla durata della
batteria del dispositivo. Insomma:
niente male davvero.
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n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
people & market
Vodafone lancia
Smart Pass
per telefoni NFC
Dopo aver lanciato la carta di credito Smart Pass, Vodafone si appresta
a fare il passo più ovvio, ma anche
quello più atteso: integrarla negli
smartphone NFC. Sta per partire
a Milano la sperimentazione del
nuovo servizio Smart Pass NFC, che
consente di utilizzare la tecnologia
NFC per effettuare pagamenti o
acquisti di servizi direttamente
dallo smartphone in modalità
contactless, ovvero appoggiando
il telefono al POS abilitato. Smart
Pass NFC, che è stato sviluppato
in collaborazione con CartaSì e
Mastercard, avrà bisogno di uno
smartphone dotato di tecnologia
NFC e di una SIM al cui interno
verrà integrata la carta Vodafone
Smart Pass. I clienti che partecipano alla sperimentazione possono
fare acquisti contactless presso gli
oltre 10.000 POS già abilitati al servizio Mastercard PayPass, che si prevede cresceranno a oltre 150.000
entro la fine del 2013. Dopo la fase
di sperimentazione, il servizio vedrà
la luce nel corso del 2013.
people & market
100 milioni
di euro per lo
startup di Deezer
Nuova linfa per il servizio di
streaming Deezer: secondo “Le
Figaro”, lo startup avrebbe ricevuto
un finanziamento di 100 milioni di
euro dal fondo Access Industries,
capitanato da Len Blavatnik. Il
fondo è lo stesso che, nel 2011, ha
sborsato 1,3 miliardi di dollari per
acquisire Warner Music. Questo
finanziamento, che non dovrebbe
far uscire Orange da Deezer, consentirà al servizio di streaming di
espandersi sempre più a livello internazionale, in una competizione
sempre più accesa con Spotify. Fa
sorridere come sia proprio Warner
a buttarsi a capofitto in una società
di streaming, seppure tramite un
fondo, dal momento che per anni
è stata la più restia a cedere le licenze per lo streaming. Un cambio
di idea per non soccombere in
un’epoca sempre più 2.0?
PEOPLE & MARKET / Un affare da almeno 50-100 milioni di dollari
McIntosh, ora è tutto italiano
La società vicentina Fine Sounds ha acquisito lo storico marchio McIntosh
people & market
Nuova vita alle
batterie grazie
alla matematica
Un algoritmo elaborato dai
ricercatori dell’Università di
San Diego permetterebbe alle
batterie al litio di durare di più
e di caricarsi più in fretta
di V. R. Barassi
N
onostante il nome dell’azienda possa far pensare alla ben
più nota società della mela
con sede a Cupertino, qui non si
farà accenno a smartphone, tablet
o computer. McIntosh è una storica
azienda americana nata nel 1949
dall’idea del suo fondatore Frank
McIntosh che da allora inziò a creare
prodotti che col tempo si sarebbero
imposti come veri e propri punti di
riferimento per il settore Hi-Fi. Ogni
prodotto McIntosh è assemblato a
mano nei laboratori di Binghamton
(nello stato di New York); gli altissimi
standard qualitativi dell’azienda hanno reso famoso il brand in ogni parte del mondo e oggi non possiamo
proprio non “festeggiare” alla notizia
dell’acquisizione del marchio stesso
da parte di Fine Sounds S.p.a., azienda vicentina già in possesso di Sonus
Faber, Audio Research Corporation,
p.12
di V. R. Barassi
Wadia Digital e Sumiko. Non sono
stati diramati i dettagli dell’operazione ma l’acquisizione è totale e,
secondo quanto riportato dal Wall
Street Journal, Fine Sounds avrebbe
versato a D+M Group (dal 2003 proprietaria di McIntosh) una cifra tra i
50 e i 100 milioni di dollari. Con questa notevole operazione l’azienda
italiana si impone ancor più a livello
mondiale; il bel suono è sempre più
“made in Italy”.
people & market
Fraunhofer porta gli infrarossi a 1 Gbps
Un ricetrasmettitore grande quanto l’unghia di un bambino
Si può implementare su larga scala se IDA accetterà il lavoro
di M. Dalli
Chi ha cavalcato la rivoluzione
digitale alla fine degli anni ’90
sicuramente ricorderà la “gloriosa” connessione a infrarossi,
che consentiva di sincronizzare due dispositivi tra loro
semplicemente mettendoli
uno di fronte all’altro. Solo per
scambiarsi un biglietto da visita elettronico, però, ci voleva
una quantità di tempo molto elevata, anche paragonata ad altre connessioni
dell’epoca. Ora però Frank Deicke, un ricercatore del Fraunhofer Institute di
Dresda, ha realizzato un ricetrasmettitore a infrarossi capace di raggiungere
la ragguardevole capacità di 1 Gbps; il tutto con un sistema grande quanto
l’unghia di un bambino, quindi adatto all’implementazione all’interno di sistemi mobili. Questa tecnologia, secondo Deicke, promette già di scalare fino a 3
Gbps e, con un po’ di lavoro, si dovrebbe poter arrivare anche a 10 Gbps. Resta
ora da vedere se la Infrared Data Association accetterà il suo lavoro come standard, perché solo così potrà essere implementato su larga scala. Sempre, ovviamente, che altre tecnologie (come Bluetooth o NFC) non dimostrino prima la
loro superiorità, facendo di fatto calare per sempre il sipario sull’IR.
La stragrande maggioranza dei
dispositivi portatili oggi in commercio monta batterie al litio;
in linea generale, un dispositivo
con una batteria più grande è in
grado di garantire una maggiore
autonomia mentre uno dotato
di un modello più piccolo non è
ugualmente capace di offrire la
stessa efficacia.
A livello mondiale ci sono diversi
scienziati che stanno provando ad
immaginare le batterie del futuro,
ma nonostante le molte idee per
parecchi anni ancora ci dovremo
“accontentare” delle normali batterie al litio. Se queste avranno
un’efficacia migliore lo si dovrà a
un team di ricercatori dell’Università di San Diego che, attraverso
un comunicato ufficiale, hanno
annunciato di aver elaborato un
nuovo algoritmo in grado di migliorare sensibilmente le “prestazioni” dell’attuale tecnologia. Con
questa nuova idea, le batterie attuali sarebbero in grado di durare
di più, di caricarsi due volte più
velocemente rispetto alle tempistiche odierne e, per quanto concerne la produzione, costerebbero anche il 25% in meno. Bosch e
Cobasys, due colossi del settore,
hanno stretto rapporti con l’Università di San Diego e stanno già
provando a lavorare su questo
nuovo algoritmo.
Lo studio è stato possibile grazie
allo stanziamento di 9.6 milioni
di dollari del Dipartimento dell’Energia (USA) e dell’ARPA-E; il
Professor Miroslav Krstic e il suo
team della Jacobs School of Engineering dell’Università di San
Diego hanno beneficiato di “soli”
460.000 dollari, cifra senz’altro irrisoria se si pensa a tutti i benefici
che potrà portare questa nuova
“scoperta”.
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
TV & VIDEO / Il TV OLED LG non sarà disponibile quest’anno, la sua introduzione slitta al 2013
LG: OLED dopo Natale ma arriva il 4K 84”
Gli appassionati si possono consolare con l’LM9600: 84 pollici 3D in vendita a 14.999 euro, occhiali inclusi
di R. Pezzali
B
abbo Natale non porta l’OLED
LG: atteso per fine anno, il prodotto top di gamma dell’azienda Coreana slitta ancora. Mostrato
per la prima volta al CES di Las Vegas,
l’LM9600 torna a Las Vegas nel 2013
per un nuovo lancio, un anno dopo.
LG ha infatti deciso, e ce lo ha comunicato ufficialmente, di rinviare il prodotto al prossimo anno e di inserire
in line up al suo posto il megaschermo 4K 3D 84LM9600 con pannello
LCD da 3840 x 2160, che sarà quindi
visibile nei principali store durante
il periodo natalizio, insieme al nuovo Sony BRAVIA KD-84X9005, anche
lui 4K da 84 “. Il TV LG LM9600 sarà in
vendita a 14.999 euro, un prezzo di
listino sicuramente elevato, ma nemmeno troppo se pensiamo che altre
proposte 4K costano anche più di
20.000 euro e che comunque si tratta
di uno schermo da ben 84”. Una vera
primizia tecnologica, che al momento
tv & video
BeoVision 11
la prima
Smart TV
di B&O
Presentata la prima Smart TV
di B&O: tre tagli di schermo,
sistema audio digitale
di elevatissima qualità
e un cassettino realizzato
per ospitare una Apple TV
di R. Pezzali
non potrà essere sfruttata a pieno per
mancanza di contenuti adeguati ma
che compensa in parte le problematiche del 4K con lo schermo gigante e
il 3D. Anche perché, è bene ricordarlo,
partendo da un pannello con questa
risoluzione, le immagini in 3D, anche
se polarizzato, hanno risoluzione HD
piena per ogni occhio.
Tornando all’OLED, ancora nessuna
novità invece per l’ES9500 Samsung,
anche lui è atteso per fine anno: al
momento non è nota la data di lancio
e nemmeno il prezzo.
TV & VIDEO / Sharp doterà i TV di un nuovo tipo di vetro che elimina i riflessi, chiamato Moth Eye
L’occhio della falena, per TV senza riflessi
Il filtro ha una struttura interna a microprismi e riflette la luce in modo casuale. Possibili benefici anche per il contrasto
di R. Pezzali
C
’era una volta il Gorilla Glass: sottile, ultra resistente e leggero.
Purtroppo sappiamo tutti che
uno dei grandi difetti del Gorilla Glass
sono i riflessi: basta una fonte di luce
alle spalle per vedere riflessa la nostra
immagine sullo schermo. Sharp ha
presentato al Ceatec una soluzione
denominata Moth Eye, simile a quella
già adottata da Philips per le sue TV
serie 9000. L’obiettivo del filtro Moth
Eye, prodotto dalla Dai Nippon Printing Co Ltd, è eliminare ogni tipo di riflesso grazie a una struttura interna di
microprismi invisibili che riflettono la
luce in modo totalmente casuale. La
struttura, e quindi il nome, deriva proprio dall’occhio della falena, composta da tanti piccoli pinnacoli. Sharp ha
parlato solo di totale annullamento
dei riflessi, tuttavia l’utilizzo di questa
pellicola dovrebbe portare anche a
benefici sotto il profilo del contrasto.
Anche se il nome è lo stesso, si tratta
p.13
di una struttura leggermente diversa
da quella utilizzata e brevettata da
Philips, più rivolta al miglioramento
del contrasto che alla riduzione dei
riflessi.Il nuovo filtro verrà usato sui
TV del prossimo anno, e a giudicare
dalle foto che arrivano dal Giappone
(a sinistra nella foto qui accanto il vetro con Moth Eye) i risultati ci sono, e
sono davvero molto buoni.
B&O ha lanciato i suoi primi modelli di Smart TV: la nuova serie
BeoVision 1, disponibile in tre dimensioni dello schermo, da 40”,
46” e 55”. Questi TV, come sempre,
sfoggiano il tipico design della
casa danese, elegantissimo e raffinato con uso di materiali di altissimo livello per giustificare anche
un costo che appare decisamente
elevato. La tecnologia utilizzata è
LCD con pannello Edge Led a 200
Hz, 3D e con un nuovo processore
interno che permette di accedere
al mondo della Connected TV, da
Facebook a Twitter a YouTube.
BeoVision 11 è un TV completissimo: dispone di Wi-FI, presa
Ethernet, DLNA, tuner doppio per
il PVR e un Hard Disk interno da
500 GB per le registrazioni. Curatissimo anche il reparto audio: il TV è
equipaggiato con sei altoparlanti
(tre per canale, tweeter, midrange
e woofer) pilotati ognuno da un
amplificatore digitale da 32 Watt
in classe D. Decisamente curiosa
la scelta di aggiungere all’interno
del cabinet un apposito slot per
ospitare una Apple TV.
Come sempre, purtroppo, le proposte B&O non sono certo tra le
più economiche: il prezzo della
nuova serie Beo BeoVision 11 parte da 6.000 euro.
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
TV & VIDEO / Secondo una ricerca di IHS iSuppli i TV 4K non supereranno l’1% del mercato nel 2017
Il 4K è solo un passaggio verso l’OLED
Prezzi alti e pochi contenuti mettono in dubbio il successo del 4K, destinato ad essere un prodotto di transizione
di M. Dalli
I
l 4K divide gli utenti: c’è chi lo
trova un’esperienza di visione
straordinaria e chi, invece, lo trova inutile. Spacca anche l’industria,
apparentemente, dal momento che
dopo i toni trionfali, firmati Credit
Suisse (news qui sotto) arriva una brusca frenata da parte di iSuppli. L’istituto ha infatti pubblicato una ricerca in
cui prevede che, nel 2017, il mercato
dei TV 4K non supererà l’1%, a poco
più di 2 milioni di unità vendute. Un
bel passo avanti rispetto alle 4mila
unità previste per il 2012, ma troppo
poco per diventare un formato significativo.
Secondo Tom Morrod, direttore della
ricerca, il motivo è presto detto: “Se
avete una TV da 60 pollici o maggiore
e la usate per guardare contenuti con
risoluzione di 3.840x2.160 pixel, allora le TV 4K hanno senso. Tuttavia solo
pochi contenuti sono disponibili in
4K. Nel frattempo, a causa dei prezzi
elevati e di altri problemi, il mercato
dei TV di grande formato, da 60 pol-
tv & video
Chimei lancia
il 4K low cost
In arrivo anche
pannelli 39”
Chimei Innolux si prepara a
produrre uno schermo 4K da 39”
Nel frattempo sono già pronti
i pannelli da 50” e 65” 4K
per i primi TV
di R. Pezzali
lici in su, è molto ristretto, solo 1,5%
del mercato nel 2012. Per molta gente, poi, il 1080p è più che sufficiente.
Questi fattori, combinati coi prezzi
elevatissimi dei TV 4K, faranno sì che
questo formato resterà confinato un
numero limitato di utenti facoltosi”.
D’altro canto, fa notare sempre Morrod, i 4K potrebbero essere solamen-
te un prodotto di transizione verso
gli OLED. Questi ultimi infatti faticano a trovare la via della produzione
e così i vari produttori puntano tutto
sul 4K in attesa di sgarbugliare la matassa OLED, vuoi perché i prezzi sono
ancora troppo alti (LG e Samsung),
vuoi perché la produzione non è ancora pronta.
TV & VIDEO / Credit Suisse in un report afferma che entro il 2017 arriveranno 135 canali Ultra HD
Oltre 100 canali 4K Ultra HD entro il 2017
I primi programmi potrebbero debuttare sul satellite già dall’anno prossimo, la crescita sarà più rapida dell’HD
di M. Dalli
A
breve sul mercato arriveranno
i primi TV 4K ma i contenuti
ancora latitano. Già a partire
dal 2013, però, potrebbero vedere la
luce i primi canali TV in Ultra High Definition, con risoluzione di 3.840x2.160
pixel (pari a una fotocamera da 8
Megapixel). A profetizzarlo è Credit
Suisse, che in un report agli investitori
ha annunciato che il numero di canali è destinato a salire ulteriormente
negli anni successivi, passando dai 5
canali del primo anno fino ad arrivare a 135 entro il 2017. Ovviamente si
tratta di stime ma secondo la banca
di investimenti svizzera la diffusione
dell’UHDTV dovrebbe essere più rapida dell’HD, dal momento che tutte le
trasmissioni ormai sono già in tecnica
digitale e il ciclo di vita di un TV è passato da 10 a 6 anni, favorendo così un
p.14
ricambio più veloce. Sempre secondo
Credit Suisse, infine, l’espansione dei
servizi Ultra HD sarà una buona notizia per gli operatori satellitari, che vedranno così aumentare la richiesta di
banda. Sarà davvero così? Gli svizzeri
sono passati alla storia per la loro precisione, speriamo che anche questa
volta siano in grado di tenere fede al
loro buon nome.
Tra i TV di formato medio sono
comparsi da qualche tempo alcuni modelli con pannello da 39”,
un taglio decisamente incosueto
rispetto alle misure solite a cui siamo abituati.
A produrre questi schermi è Chimei Innolux, uno dei più grossi
produttori di pannelli di Taiwan.
Gli schermi da 39” stanno avendo
un grande successo e nel 2013
Chimei pensa di alzare la produzione per arrivare a produrre 1
milione di pannelli in questo formato ogni mese. Oltre a questi,
Chimei sta lavorando anche per
incrementare la produzione dei
50”, altro taglio tipico dei plasma
che arriva ora su qualche LCD low
cost. Ma la grande novità è il 4K:
da Taiwan infatti stanno arrivando
i pannelli con risoluzione quadrupla rispetto all’HD in grandi
quantità e a prezzi decisamente
abbordabili: Chimei ha già iniziato
a spedire le prime forniture di 50”
e 65” 4K ai maggiori produttori e
se nel 2013 vedremo modelli di
TV con questo formato molto probabilmente i pannelli arriveranno
proprio da qui.
Ma non solo: presto sarà avviata
anche una piccola produzione di
39” a 4K, anche questa destinata
ad un produttore di TV che proporrà un modello a inizio anno.
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
HI-FI & HOME THEATER / Nella gamma Fidelio arriva anche un’elegante e versatile soundbar
Philips Fidelio HTB9150, soundbar tuttofare
L’apparecchio in realtà è un sistema completo che integra lettore Blu-ray, Smart TV, radio Web e anche Wi-Fi
D
YouTube sul TV
si controlla con
lo smartphone
di E. Villa
FM e il subwoofer attivo separato.
La linea elegante e rifinita in alluminio si presta ad abbinamenti con TV
oltre i 40 pollici e può essere anche
applicata a parete. Come altre sorgenti è possibile avere l’audio del TV
tramite cavo HDMI con ARC, ingresso analogico stereo, ingresso digitale
ottico e dock per iPhone opzionale.
Dal punto di vista tecnico da segnalare i sei altoparlanti da 6 cm, due
utilizzati per i canali frontali e quattro per gli effetti surround, pilotati da
una potenza di 2 x 60 Watt + 4 x 90
Watt (con distorsione dichiarata del
30%!); per il subwoofer altoparlante
da 13 cm con potenza di 120 Watt:
totale 600 Watt!
HI-FI & HOME THEATER / Un nuovo “gioiello” fa sognare gli appassionati del marchio danese
B&O BeoPlay A9, AirPlay e 480W per ricchi
Ha un design avveniristico, controlli tramite gesture, potenza e connettività ai massimi livelli, prezzo da 1.999 euro
di R. Pezzali
I
deato dal designer Øivind Alexander Slaatto, BeoPlay A9 è certamente un gran bell’oggetto da
collezione che moltissimi facoltosi
appassionati del suono cercheranno di non farsi mancare nel salotto di casa. Si tratta di un sistema di
speaker all’avanguardia caratterizzato da un design che ricorda quello
di un’antenna parabolica (ma può
essere posizionato anche sulle pareti) e capace di erogare ben 480 Watt
di potenza.
All’interno di questo strano dispositivo troviamo un woofer da 8” e
160W, due midrange da 3” e 80W
l’uno e due tweeter da ¾ di pollice
anch’essi da 80W per pezzo. Ogni
singolo componente è “guidato” da
un amplificatore digitale di classe D,
caratteristica questa che, aggiunta
all’Adaptive Bass Linearisation (che
armonizza i bassi al fine di renderli
fedeli per ogni angolo di ascolto), as-
tv & video
Interessante aggiornamento
a YouTube Leanback, con cui
Google perfeziona la fruizione
di YouTube sul TV di casa
Nuova interfaccia e controllo
via smartphone
di R. Faggiano
efinirla semplicemente soundbar è riduttivo, solo la forma
è quella del tipico diffusore
per TV. La nuova HTB9150 di Philips
(999 euro) fa tutto da sola e ha bisogno solo del televisore o di un videoproiettore per erogare tutte le sue
prestazioni. In un mobile largo 97 cm
e profondo appena 87 mm troviamo:
lettore Blu-ray con caricamento motorizzato dall’alto, compatibilità con
dischi 3D e conversione da 2D a 3D,
collegamento Wi-Fi, funzioni Smart
TV Plus come sui TV Philips top di
gamma, app gratuita SimplyShare
per iOS e Android che permette di
gestire i contenuti multimediali disponibili e controllare tutte le funzioni, telecomando, decoder Dolby e
DTS, circuito AmbiSound per migliorare gli effetti surround, presa USB
per riproduzione musicale da chiavette e da iPhone, radio web, radio
p.15
sicura prestazioni e qualità di riproduzione superiore alla media. Oltre
al tasto di accensione/spegnimento,
sulla cornice del prodotto è presente
un sensore attraverso il quale è possibile regolare il volume: muovendo
la mano in senso orario in prossimità
del sensore si alzerà il volume mentre muovendola in senso antiorario si
provvederà a diminuirlo. La connettività è ai massimi livelli: AirPlay, client
DLNA, porta Ethernet, USB e jack da
3.5mm. Tutto questo “ben di Dio” e il
design esclusivo si pagano però caro:
BeoPlay A9 sarà acquistabile a partire
dal mese di novembre a 1.999€. Ecco
un bel video promozionale che
mostra le fasi della costruzione.
Abbiamo già parlato del programma YouTube Leanback, che
racchiude una nuova interfaccia e
una modalità di fruizione ottimizzata per chi guarda YouTube tramite il proprio Smart TV. La parola
d’ordine, ovviamente, è semplificare: nessun “campo” dove inserire le
ricerche, nessuna piccola colonna
laterale, tutto il quadro è occupato
da grosse preview dei video, che
partono in HD (dove disponibile)
e a tutto schermo. L’interfaccia si
controlla tramite tastiera (esistono
anche dei tasti già associati, come
S per search e G per Home), ma è
possibile sostituirla in tutto e per
tutto col telecomando, visto che la
stragrande maggioranza delle azioni si controlla con i tasti cursore. Ma
la novità più interessante è senz’altro la possibilità di trasformare lo
smartphone in un telecomando
per la YouTube TV: la procedura,
spiegata all’indirizzo youtube.com/
pair, permette di effettuare via web
il pairing tra smartphone e TV e, in
questo modo, di utilizzare uno per
controllare l’altro. In pratica si lascerebbe libero tutto lo schermo del
TV per riprodurre i filmati, mentre
tutte le opzioni di ricerca, i canali, e
la configurazione viene effettuata
via smartphone.
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
HI-FI & HOME THEATER
Arriva UE Smart
Radio, addio
Squeezebox
Il nuovo sistema non è
compatibile con Squeezebox,
Logitech darà la possibilità
di aggiornare il firmware
delle Squeezebox per
trasformarle in UE Smart Radio
di M. Dalli
Con il lancio all’IFA di UE Smart
Radio, Logitech ha inaugurato un
nuovo filone di prodotti; UE Smart
Radio è infatti una Squeezebox Radio con firmware diverso. L’arrivo di
un dispositivo con server e protocollo nuovi ha sancito però la fine
dell’ecosistema Squeezebox: chi
negli anni ha costruito un impianto basandosi su questi dispositivi
non potrà aggiornarlo o sostituire
i diffusori con nuovi modelli, pena
l’incompatibilità con i dispositivi
già installati. I “vecchi” Squeezebox
potranno convivere con le nuove
UE Smart Radio, rimanendo due
mondi separati, tutto l’opposto di
quello che il brand Squeezebox
ha significato finora. Da Logitech
è però arrivato un gesto d’altruismo: il produttore americano tra
qualche mese darà la possibilità di
aggiornare il firmware delle Squeezebox Radio per farle diventare UE
Smart Radio. Un gesto utile per chi
si è da poco avvicinato al mondo
Squeezebox con una Radio, ma
quasi inutile per chi ha un sistema
complesso con vecchi modelli.
L’aggiornamento, infatti, impedirebbe di sincronizzare la Radio con
gli altri dispositivi e richiederebbe
un server separato. Resta da chiarire se l’aggiornamento sarà gratuito
o a pagamento: noi propendiamo
per la prima soluzione. Logitech ha
dichiarato che continuerà a fornire
supporto e assistenza per gli attuali
prodotti.
HI-FI & HOME THEATER / Clarion presenta al CEATEC un sistema con tecnologia DNote
p.16
Clarion, ecco i primi diffusori digitali
Il nuovo sistema audio utilizza una catena completamente digitale che offre alta potenza e che dimezza i consumi
di P. Centofanti
I
nstallare un potente sistema
audio nella proria auto, senza
dover ricorrere a batterie aggiuntive. Questo l’obiettivo del sistema
01DRIVE presentato da Clarion, il primo basato sulla tecnologia Dnote di
Trigence Semiconductor. La novità
sta nel fatto che invece di utilizzare
un amplificatore analogico o in Classe D, che comunque funzionano con
normali diffusori, l’impianto mostrato
da Clarion al CEATEC di Tokyo utilizza
dei veri e propri altoparlanti digitali.
In pratica il sistema è composto da
un DSP che elabora il segnale digitale con un oversamplig a 256x e
invia più segnali paralleli a 11 MHz,
sempre nel dominio digitale, per pilotare dei diffusori con altoporlanti a
multipla bobina.
In pratica la conversione digitale/
analogica viene effettuata dal diffusore stesso. I benefici di questa
tecnologia risiederebbero nel basso
voltaggio necessario per il pilotaggio e in una
grande efficienza
di
trasduzione
del segnale audio.
Clarion dichiara
un consumo pari
a 1/8 della potenza richiesta da un
sistema audio di
pari prestazioni. Il
sistema car stereo,
sarà disponibile in
Giappone da dicembre.
Sempre a fine
anno Clarion lancerà anche un
diffusore digitale
portatile per lettori audio, sempre
appartenente alla gamma 01DRIVE e
basato su tecnologia Dnote. In questo caso l’altoparlante digitale è pilotato con tre segnali digitali paralleli
con frequenza di campionamento a
11 MHz. L’altoparlante si collega alla
sorgente in Bluetooth e garantisce
fino a 30 ore di ascolto. In più è dotato di pannello fotovoltaico che offre
un’ora di autonomia con tre ore di
ricarica con luce solare.
HI-FI & HOME THEATER / La soundbar B&W propone novità tecniche e dettagli estetici modificati
B&W Panorama 2: tutta un’altra soundbar
Il prezzo rimane invariatamente elevato, 1.999 euro, tanti anche considerando gli elevati contenuti tecnici
di R. Faggiano
L
a soundbar Panorama era in catalogo da ormai molto tempo e
B&W ha deciso di dare una bella
rinfrescata al prodotto, non tanto all’estetica che era già ottima, ma alle
specifiche tecniche. Il nuovo diffusore si chiama Panorama 2 e mantiene
il prezzo di 1.999 euro del modello
precedente. Il primo segno di riconoscimento della nuova versione è
il display posto proprio al centro, che
fornisce le informazioni sul funzionamento e ha tasti touch per i comandi
diretti. Molto più importanti le modifiche tecniche. La Panorama 2 ha dei
nuovi altoparlanti: due subwoofer da
9 cm, due midrange da 7,5 cm, un
tweeter da 2,5 cm e quattro altoparlanti da 7,5 cm per gli effetti surround.
Gli amplificatori digitali hanno una
potenza complessiva di 175 watt e
sono controllati da un nuovo circuito
DSP già predisposto per le colonne
sonore codificate in Dolby Digital e
DTS. Molto più versatili gli ingressi,
che ora comprendono tre ingressi
HDMI, un’uscita HDMI ARC, un ingresso analogico combinato con uno
digitale; volendo è possibile collegare
un subwoofer attivo separato.
Per le dimensioni si segnalano i 110
cm di larghezza, una misura che consiglia l’abbinamento con televisori da
almeno 42 pollici. In dotazione anche
un piccolo telecomando, mentre al
momento non è prevista una app dedicata, dal momento che la soundbar
è priva di connessioni verso la Rete
(cablata o wireless).
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
GAME & MOVIE / Pirateria e costi di sviluppo esorbitanti: il futuro dei giochi tripla A secondo Pardo
Blizzard: saran tempi duri per il single player
In un’intervista rilasciata a GameIndustry, Rob Pardo ha espresso tutte le sue perplessità sui giochi single player AAA
p.17
GAME & MOVIE
Angry Birds
Star Wars: uccellini
con la forza
di V. R. Barassi
R
ob Pardo, vice-presidente di
Blizzard, una delle più autorevoli
software house del panorama
videoludico mondiale, nel corso di
un’intervista rilasciata a GameIndustry
ha parlato a tutto tondo del presente
e del futuro di un settore - quello dei
videogiochi - sempre in rapida evoluzione. Riassumiamo i passaggi salienti.
Secondo Pardo non vi è grande futuro per i giochi single player: “Non vedo
un modello di business interessante
per i giochi single player. Ci sono molti
elementi che concorrono per rendere
difficile produrre questo tipo di giochi
in questo momento. Tra la pirateria e la
possibilità di noleggiare i giochi, diventa
complicato per i produttori investire milioni e milioni di dollari in un gioco e non
vedere il ritorno di cui hanno bisogno per
continuare a investire”.
Il futuro risiede nei giochi multiplayer
ad abbonamento: “Penso che i modelli
basati su abbonamenti possono ancora
funzionare, ma bisogna stare attenti a
non sopravvalutare il gioco. Molti progetti sono stati basati su questa impostazione, ma non sono riusciti a mantenerla
a lungo. Se si vuole avere un modello di
business su abbonamento è necessario
fornire una quantità immensa di contenuti premium nel corso del tempo perché
le persone si pongono la domanda: ‘Se io
spendo 10 o 15 $ al mese cosa ottengo in
cambio di mese in mese?’”.
E anche riguardo alla domanda sulle
console di prossima generazione il
buon Pardo non si è nascosto: “Non
sarei sorpreso se quella che sta arrivando
sarà l’ultima generazione per le console
tradizionali e che successivamente questi apparecchi si evolveranno in qualcosa di completamente nuovo”.
C’è davvero poco spazio per i giochi
single player? Le prossime console saranno davvero le ultime?
GAME & MOVIE / Francia, Germania e UK sono tra le prime nazioni europee ad avere i canali originali di YouTube
I canali originali YouTube sbarcano in Europa
Arrivano 50 nuovi canali, inclusi alcuni localizzati: così YouTube punta a diventare la nuova TV del futuro
di P. Centofanti
I
canali “originali” di YouTube sono
degli spazi gestiti da case di produzione professionali, content
producer e studios televisivi e cinematografici, che offrono contenuti
di alta qualità e produzioni originali
in streaming.
YouTube ha annunciato l’espansione
del numero di canali, introducendone 50 tra cui i primi localizzati per
Germania, Francia e Gran Bretagna,
appositamente creati per il mercato
europeo. Dei 100 lanciati lo scorso
anno, infatti, non tutti sono visibili al
di fuori degli Stati Uniti, specie quelli
realizzati dai grandi gruppi (come ad
esempio Warner). Con questa offerta, insieme al video on demand non
ancora disponibile fuori dagli Stati
Uniti, YouTube cerca di posizionarsi
non solo come il principale portale
di User Generated Content, ma come
una piattaforma a tutto tondo per i
contenuti in streaming via Internet,
sostituendosi in tutto e per tutto alla
televisione tradizionale.
La lista completa dei canali attualmente disponibili (molti di questi
anche in Italia) si trova a questo indirizzo:
www.youtube.com/yt/advertise/
original-channels.html.
Uscirà l’8 novembre per iOS, Android e computer la nuova avventura degli uccellini arrabbiati
di Rovio. L’ultima versione prevede un accordo con Lucas per
approdare nientemeno che nel
mondo di Star Wars con Angry
Birds Star Wars. Gli uccellini interpreteranno ovviamente la parte
dei ribelli, con personaggi ispirati a Luke Skywalker, Han Solo e
persino l’uccellina rosa in versione “Leila”. Il lato oscuro della forza, neanche a farlo apposta, sarà
giocato dai maialini, con tanto di
Darth Vader maialino-mascherato. Due saghe di grandissimo
successo che si uniscono, nella
speranza di proporre un nuovo
prodotto di altrettanta fama. Finora Rovio ci ha raramente deluso: riusciranno a ripetersi ancora? L’8 novembre lo sapremo,
nel mentre è possibile vedere il
teaser trailer qui.
Estratto dal quotidiano online
www.dday.it
Registrazione Tribunale di Milano
n. 416 del 28 settembre 2009
direttore responsabile
Gianfranco Giardina
editing
Alessandra Lojacono, Emanuele Villa,
Massimo Monti, Claudio Stellari
Editore
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via Gallarate, 76 - 20151 Milano
P.I. 11967100154
Per informazioni
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Per la pubblicità
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n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
GAME & MOVIE / Grazie alla presenza di IE10 su Xbox il web non ha più briglie e diventa “hot”
YouPorn sfida Microsoft: porno su Xbox 360
YouPorn esulta: finalmente i video hard su Xbox 360. Microsoft però frena: i genitori hanno il pieno controllo
p.18
GAME & MOVIE
Digital HD in Italia
A novembre
il primo film
di R. Pezzali
Y
ouPorn e Microsoft, Xbox al centro: la questione porno su Xbox
360 sta scaldando gli animi in
rete. Con un post sul suo blog, infatti,
il provider di video hard esulta: finalmente i giocatori tra una sessione e
l’altra possono godersi attimi di piacere guardandosi un bel video porno. il
sito recita:
“Whether you’re pwning n00bs in CoD:
Modern Warfare 3, annihilating Bullymong in Borderlands 2, or taking the
Saints deep in Madden NFL 13, you’re
never more than a few simple controller clicks away from being face deep in
hot free porn. “
YouPorn aggiunge anche suggerimenti per l’uso:
“Xbox Masturbator Pro Tip: Pick up a
wireless USB keyboard to make your
Xbox Internet Explorer porn browsing
experiencing even better. Just plug the
Wireless USB adapter into one of the USB
ports on your Xbox and boom, instant
Xbox keyboard. Trust me, it’s a hell of a lot
easier than typing with your controller…
and as we all know, the faster you can
get to your precious porn, the better. “
Tutto questo secondo il sito grazie
a un’applicazione di YouPorn per la
console Microsoft. Dichiarazioni che,
ovviamente, hanno mandato su tutte
le furie Microsoft: non esiste alcuna
applicazione di YouPorn, tuttavia l’inserimento di Internet Explorer 10 su
Xbox 360 permette di aggiungere alla
homescreen delle pagine predefinite,
quindi anche YouPorn rientra tra i miliardi di pagine web che l’utente può
scegliere di aggiungere. Secondo Microsoft non è però un problema: i genitori con il parental control possono
disattivare l’utilizzo di Internet Explorer, che per i più giovani è già bloccato
di default.
GAME & MOVIE / Svagarsi con alcuni giochi su iOS con un joypad certificato da Apple adesso si può
Apple certifica il gamepad Gameloft per iOS
Gameloft Duo Gamer è il primo gamepad Bluetooth compatibile con iOS certificato direttamente da Apple
di R. Pezzali
G
ameloft presenta Duo Gamer, il primo controller per
smartphone e tablet Apple
che passa la certificazione della Casa
di Cupertino. Duo Gamer è un controller Bluetooth che si collega come
ogni altra periferica, ma rispetto
alle altre proposte sul mercato non
ha bisogno di particolari configurazioni, è plug & play. Resta qualche
perplessità sulla forma: le prime foto,
infatti, mostrano un controller che è
tutt’altro che ergonomico rispetto
a quelli di Xbox e PS3, e i pochi che
l’hanno provato hanno sottolineato
come dopo qualche ora di gioco la
scarsa ergonomia si fa sentire anche
se funziona davvero bene. Peccato,
anche perché il Duo Gamer è venduto da inizio ottobre alla rispettabile
cifra di circa 80 euro, prezzo che però
include anche un piccolo stand per
tenere in posizione l’iPad. La periferica però non è compatibile con tutti
i giochi: al momento funziona solo
con Asphalt 7: Heat, Modern Combat
3: Fallen Nation, Order & Chaos Online, Brothers in Arms 2: Global Front e
N.O.V.A. 3, ma la compatibilità verrà
presto estesa.
Come già annunciato in questa
news, 20th Century Fox ha recentemente lanciato il servizio Digital
HD, un’iniziativa che non solo amplifica l’impegno della major nei
confronti del download e dello
streaming legale di prodotti cinematografici (200 film già a disposizione su piattaforma iTunes), ma
fa precedere la versione “Digital
HD” a quelle tradizionali in DVD
e Blu-ray Disc. La major inaugurerà la nuova tendenza in Italia il
2 novembre con La leggenda del
cacciatore di vampiri, l’action movie di Timur Bekmambetov, che
uscirà in Digital HD prima che nelle versioni DVD e Blu-ray, previste
entrambe per il 14 novembre.
GAME & MOVIE
PlayStation Mobile
apre i battenti
Dopo l’annuncio al CES 2011 e
un cambio di nome (prima era
PlayStation Suite), il PlayStation
Mobile è finalmente entrato nel
vivo dell’azione. Sono disponibili
sul PlayStation Store i primi titoli
che possono essere giocati sia su
dispositivi certificati PlayStation
che su console portatili Sony
(come la PS Vita), fino a un
massimo di tre dispositivi. Al
momento di scrivere, i dispositivi
certificati sono HTC One, HTC
One X, HTC One S e HTC One V,
Xperia arc, Xperia PLAY, Xperia S,
Xperia ion, Xperia acro S, Xperia
TX, Xperia T, Xperia V, Xperia SL,
Sony Tablet S, Sony Tablet P e
Xperia Tablet S. Al lancio sono
presenti anche una ventina di
titoli, con costo compreso tra 50
centesimi e 13 euro; tra questi ci
sono Super Crate Box, Twist Pilot,
Rebel e Fuel Tiracas. Il servizio è
disponibile in 11 Paesi, tra cui
anche l’Italia.
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
p.19
GAME & MOVIE / Meglio lucidare la pistola silenziata, il 20 novembre l’assassino silenzioso ci attende nell’ombra
L’Agente 47 torna in Hitman: Absolution
Nel prossimo gioco di I/O Interactive una nuova modalità online permetterà di rivivere il gioco in modo sempre diverso
Lenti a cristalli
liquidi? Ormai
ci siamo
Nippon Electric Glass ha
presentato al CEATEC i primi
prototipi di lenti basate su
tecnologia a cristalli liquidi
I primi esemplari prodotti “
in serie” già dal 2013
di P. Centofanti
I
/O Interactive e Halifax hanno
offerto un’ampia anteprima di
Hitman: Absolution, il quinto capitolo delle avventure dello spietato
Agente 47 che arriverà nei negozi il
prossimo 20 novembre per PC, Xbox
360 e PS3. Il nuovo Hitman è stato
realizzato partendo da un nuovo
motore di gioco, Glacier 2, in grado
di implementare un mondo ancora più complesso, dettagliato e
ricco di possibilità di interazione. Il
nuovo motore è in grado di gestire
folle composte da fino 2000 persone contemporaneamente e l’Intelligenza Artificiale del gioco è stata
ulteriormente migliorata in modo
tale da adattarsi dinamicamente al
nostro stile di gioco. Rimangono i
tratti distintivi della serie Hitman:
totale libertà di approccio alle missioni, possibilità di sfruttare in modo
creativo l’ambiente che ci circonda
per raggiungere il nostro obiettivo
(trappole, travestimenti, diversivi...),
improvvisazione. Persino la colonna
sonora è in grado di adattarsi dinamicamente al modo in cui giochiamo sottolineando l’azione piuttosto
che un approccio stealth. Al di là dei
miglioramenti tecnici (gli ambienti
e gli oggetti in particolare hanno
un altissimo livello di dettaglio), con
Hitman: Absolution debutta anche
una narrazione che per la prima volta ci porta dentro la storia personale dell’Agente 47 e del suo mondo.
Uno degli aspetti più interessanti
del nuovo capitolo
è l’inedita modalità
online
“Contratti”.
In pratica partendo
dalla base dei livelli
della modalità storia,
potremo rigiocarli
individuando
dei
nuovi bersagli e delle nuove regole per
completare la missione, creando un
contratto per sfidare
gli amici online. In
pratica un contratto
si definisce rigiocando una missione
scegliendo i bersagli
Digital imaging
di V. R. Barassi
liberamente tra i personaggi che
popolano il livello e completandolo a modo nostro: a questo punto
tempo di completamento, tecnica
ed equipaggiamento utilizzato per
l’eliminazione dei bersagli andranno a definire le regole con le quali
gli altri giocatori dovranno confrontarsi, se vorranno accettare il nostro
contratto. L’aspetto interessante è
che scegliendo un diverso bersaglio,
è possibile rivivere uno scenario in
modo completamente diverso rispetto alla modalità storia. Durante
la presentazione abbiamo avuto modo di
giocare brevemente
ad uno dei livelli di
Hitman: Absolution,
che ci ha permesso
di apprezzare da una
parte l’elevato livello di dettaglio delle
ambientazioni, delle
animazioni dei perso-
naggi e di ogni particolare con cui
possiamo interagire (seppure con
una risoluzione delle texture non
sempre all’altezza), dall’altra l’efficacia di un gameplay che, nonostante
la complessità del gioco, offre un’ottima fluidità dell’azione di gioco.
Purtroppo il numero delle missioni
non è stato ancora annunciato per
cui non è possibile anticipare quale
sarà l’effettiva longevità di questo
capitolo, anche se la modalità “Contratti” è senza dubbio interessante
da questo punto di vista.
Durante il recente CEATEC in Giappone, Nippon Electric Glass ha
portato nel suo stand diversi interessanti prototipi di lenti a cristalli
liquidi. Si tratta di “obiettivi” realizzati sfruttando un campo elettrico
a bassa energia, attraverso cui il
controllo sull’orientamento delle
molecole dei cristalli è in grado
di causare la modificazione del
punto di messa a fuoco. Il video
che segue mostra la tecnologia
in azione. Come si può notare, la
risposta è già sufficientemente rapida, segno che siamo di fronte ad
un qualcosa che molto presto potrà fare capolino nel “mondo reale”.
Interpellati i vertici dell’azienda,
è emerso che già nel 2013 alcuni produttori integreranno tale
tecnologia nei propri dispositivi;
le lenti a cristalli liquidi riducono
notevolmente l’ingombro delle
attuali soluzioni standard e per
questo motivo si adatteranno alla
perfezione, per esempio, su smartphone e webcam. Prepariamoci
a dispositivi sempre più leggeri e
sottili.
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
p.20
Digital imaging / Test sottolineano quanto sia cresciuta nel tempo la qualità delle foto fatte con gli smartphone
Smartphone meglio delle compatte del 2007
DxOMark ha deciso di iniziare a testare anche i sensori degli smartphone che sfoggiano prestazioni di tutto rispetto
di V. R. Barassi
S
ono passati ormai 13 anni
dall’apparizione sul mercato giapponese dello Sharp
J-SH04, primo telefono cellulare
al mondo dotato di fotocamera; il
dispositivo del 2000 montava un
sensore da 110.000 pixel (0,1 megapixel) e poteva scattare foto che era
possibile visualizzare sul display da
256 colori che equipaggiava questo
“pseudo-smartphone” da 85 grammi di peso. A molti anni di distanza, i sensori che equipaggiano gli
smartphone di ultima generazione
hanno raggiunto una maturità tale
da mettere in discussione anche il
ruolo delle fotocamere compatte;
il “mostruoso” Nokia 808 PureView,
con il suo sensore da 41 megapixe,
ha saputo sconvolgere un po’ tutti
e, secondo DxOMark, ha tutte le ragioni per potersi permettere questo
lusso. Paragonato ad una compatta
di soli 5 anni fa (una notevole Canon PowerShot G9), il Nokia 808
PureView riesce ad emergere per
qualità, raggiungendo - sulla scala
proposta da DxOMark - un valore di
81 punti, di quattro unità superiore
al 77 ottenuto dalla G9 di Canon. Il
risultato risulta ancor più significativo se si osserva come ad 88 punti
vi sia una “signora” fotocamera che
risponde al nome di Canon S100,
un dispositivo che si è affacciato sul
mercato nemmeno un anno fa.
Canon S100 è stata poi messa a
Digital imaging
È la EOS-1S
la misteriosa
Canon da
46 Megapixel?
Potrebbe non chiamarsi
EOS-3D la misteriosa Canon
da 46 Megapixel. Sensore
nuovo e super-risoluto
per una macchina top
di gamma da 9.000 dollari
di M. Dalli
confronto con il Samsung
Galaxy S III ed è emerso
che lo smartphone è in
grado di registrare filmati
Full HD di qualità, seppur
di poco, migliore, imponendosi con un punteggio
di 71 punti contro i 66 della
compatta. Gli schermi HD
degli smartphone “aiutano”
poi a trovare i difetti delle
fotografie; paragonando il
display della Canon S100
a quello del Sony Xperia S
si è stati in grado di notare piuttosto facilmente come sullo
smartphone il rumore di una stessa
fotografia scattata a 12 megapixel
si mostri circa quattro volte di più
rispetto a quanto avviene sullo
schermo della fotocamera digitale
compatta. DxOMark si è anche divertita a fare un rapido confronto (a
20 lux di luminosità) tra i sensori di
Samsung Galaxy S III e iPhone 4S: il
primo dispositivo tende a sfornare
foto molto morbide, i cui dettagli
sono “mangiati” dai numerosi e aggressivi filtri anti-rumore proposti
da Samsung, mentre il secondo è
capace di scattare fotografie generalmente più dettagliate e luminose, pur riducendo ai minimi termini
il rumore. Attenzione fotocamere
compatte: gli smartphone iniziano
a fare davvero paura.
Dopo i rumor dei giorni scorsi,
che parlavano dell’immente arrivo di una “misteriosa” Canon EOS3D da ben 46 Megapixel, arrivano
ora alcune interessanti supposizioni. Secondo CanonRumors, la
nuova macchina non si chiamerebbe EOS-3D, il cui nome effettivamente non convince nessuno
(il termine “3D” è troppo abusato
ultimamente e la macchina difficilmente farebbe scatti o riprese
stereoscopiche), ma sarebbe una
reflex della serie 1, l’ammiraglia.
Il sensore da 46 Megapixel sembrerebbe confermare questa ipotesi: sarebbe infatti un sensore
di nuova concezione, capace di
ottime prestazioni ad alti ISO e il
cui sviluppo verrà poi riutilizzato
nelle reflex dei prossimi 2-3 anni.
Secondo il sito, quindi, la nuova
macchina potrebbe chiamarsi
EOS-1S. Niente “D” nel nome, a significare un netto taglio con l’attuale gamma, taglio reso ancora
più netto dal prezzo, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 9000 dollari. Una top di gamma senza compromessi quindi, e non una “via di
mezzo” tra la 1D-X e la 5D Mark
III. Sarà davvero così? L’annuncio
è atteso per fine ottobre, per cui
manca poco alla verità.
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
PC & MULTIMEDIA / Tutti i modelli includeranno nella confezione il dock e la tastiera Bluetooth
Acer W700, il super-tablet Core i3 a 799 $
Annunciate tutte le specifiche tecniche del nuovo tablet Windows 8 di Acer previsto in uscita il 26 ottobre
di V. R. Barassi
L
o abbiamo “tastato” con mano
all’IFA 2012 ed ecco che oggi
arrivano tutti i dettagli su uno dei
più interessanti tablet con Windows 8
che dal 26 ottobre invaderanno il mercato. Le caratteristiche principali ve le
avevamo già anticipate ma ecco
tutti i particolari delle tre versioni che
saranno in vendita:
Acer Iconia W700-6691
Intel Core i5-3317U 1.7GHz Processor w/Turbo Boost up to 2.6 GHz
11.6” 1.920x1.080 resolution LED
backlit TFT LCD display w/ 10-point
multi-touchscreen
4 GB of DDR3 RAM
Intel HD Graphics 4000 w/
128 MB RAM
64 GB SSD
802.11a/b/g/n Wi-Fi + Bluetooth 4.0
5 MP, 1080p rear-facing camera
1.280×1.024, 720p front-facing
camera
1 USB 3.0, 1 Micro-HDMI, 1 3.5mm
headphone/mic jack
Batteria: oltre 9 ore
• 17’ (L) x 3.28’ (W) x 9.25’ (H), 2.09 lbs
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
• 802.11a/b/g/n Wi-Fi + Bluetooth 4.0
• 5 MP, 1080p rear-facing camera
• 1.280×1.024, 720p front-facing
camera
• 1 USB 3.0, 1 Micro-HDMI, 1 3.5mm
headphone/mic jack
• Batteria: oltre 9 ore
• 17’ (L) x 3.28’ (W) x 9.25’ (H), 2.09 lbs
Acer Iconia W700-6465
Intel Core i5-3317U 1.7GHz Processor w/Turbo Boost up to 2.6 GHz
11.6” 1.920x1.080 resolution LED
backlit TFT LCD display w/ 10-point
multi-touchscreen
4 GB of DDR3 RAM
Intel HD Graphics 4000 w/
128 MB RAM
128 GB SSD
Acer Iconia W700-6607
Intel Core i3-3317U 1.8 GHz
Processor
11.6” 1.920x1080 resolution LED
backlit TFT LCD display w/ 10-point
multi-touchscreen
4 GB of DDR3 RAM
Intel HD Graphics 4000 w/
128 MB RAM
64 GB SSD
802.11a/b/g/n Wi-Fi + Bluetooth 4.0
•
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•
•
• 5 MP, 1080p rear-facing camera
• 1.280×1.024, 720p front-facing
camera
• 1 USB 3.0, 1 Micro-HDMI, 1 3.5mm
headphone/mic jack
• Batteria: oltre 9 ore
• 17’ (L) x 3.28’ (W) x 9.25’ (H), 2.09 lbs
Tutti i nuovi modelli Acer in vendita includeranno nella confezione il
pratico dock e la tastiera Bluetooth.
I prezzi partiranno da 799.99 dollari
(ma è quasi certo un rapporto di conversione dollaro/euro di 1:1) mentre la versione di punta si fermerà a
999.99 dollari.
Acer distribuirà poi sul mercato “corporate” delle versioni del tablet che
integreranno Windows 8 Pro e che
costeranno 1.049.99 dollari.
PC & MULTIMEDIA / Il DIR-865L D-Link fornisce connettività wireless su due bande simultanee
D-Link router 802.11ac in Italia a 200 €
D-Link lancia il Cloud Gigabit Router AC, compatibile con il Wi-Fi 802.11ac e i servizi cloud del produttore
di M. Dalli
I
l Cloud Gigabit Router AC di D-Link
(DIR-865L) è pronto a fare il debutto anche in Italia. Il router, che
fornisce connettività wireless su due
bande simultanee (2.4 e 5 GHz), per
un totale di ben 1.750 Mbit/s su reti
senza fili (1.300 Mbit/s grazie al Wi-Fi
802.11ac e 450 Mbit/s grazie al Wi-Fi
802.11n), dispone anche di quattro
porte Gigabit Ethernet più una quinta per il collegamento a un modem
esterno. Non manca ovviamente una
porta USB per i servizi di condivisione
Hard Disk e stampanti e il supporto al
servizio mydlink cloud. Il Cloud Gigabit
Router AC è già disponibile a 199 euro,
mentre in novembre
arriverà anche un
adattatore Wireless
AC dual band (DWA182) che consente,
tramite porta USB, di
fornire portatili e desktop di connettività
Wi-Fi “ac”.
p.21
PC & MULTIMEDIA
7.3 GHz in azoto
liquido per la CPU
AMD A10-5800K
Spingere le CPU oltre i limiti
imposti dai produttori, oggi, è
sicuramente più semplice rispetto
a qualche anno fa, ma fa sempre
un certo effetto trovarsi di fronte
a dei veri overclock estremi. Presa
la soluzione top-di-gamma di
AMD, un’APU A10-5800K, un
appassionato dal nickname
GASBK_TW ha mostrato di saperci
fare davvero spingendo i quattro
core del processore a ben 5.1 GHz
con un semplice raffreddamento
ad aria. Il risultato, di per sé già
significativo se si pensa che l’APU
lavora “normalmente” tra i 3.8 e
i 4.2 GHz, assume le dimensioni
di un “capolavoro” quando lo
stesso utente dichiara - e dimostra
- di essere riuscito ad ottenere
dalla soluzione una velocità di
clock di 7.317,74 GHz, il tutto
“immergendo” l’APU in azoto
liquido, fissando il base clock a
118.03 MHz, il moltiplicatore a 62x
e la vCore a 1,956 volt. Per arrivare
a questo risultato l’overclocker
ha disabilitato un modulo della
CPU e ha utilizzato una scheda
madre Biostar Hi-Fi A85X, 4 GB di
memoria G.Skill DDR3 da 1600
MHz e una scheda video AMD
Radeon HD 7700. Ovviamente se
non volete rischiare di “fondere”,
non provate a farlo a casa.
PC & MULTIMEDIA
Microsoft
va oltre Kinect
Il dipartimento di ricerca e sviluppo
di Microsoft ha realizzato un
dispositivo composto da una
videocamera a infrarossi, un laser
a infrarossi, un illuminatore e un
IMU (Inertial Measurement Unit),
cioè una specie di “cervello” (con
complesso processore) in grado di
misurare accelerazioni e velocità
angolari (in campo 3D) tramite
le informazioni ad esso inviate
da giroscopi e accelerometri. Un
video mostra le applicazioni del
dispositivo. Quando si riusciranno
a diminuire le dimensioni e il peso
del dispositivo potrebbe diventare
molto interessante. In molti lo
hanno già eletto come una sorta di
Kinect del futuro.
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
PC & MULTIMEDIA
Secondo IHS
gli Ultrabook
hanno scarso
appeal
IHS ha rivisto le stime di vendita
degli Ultrabook dimezzando
le previsioni per il 2012
La ripresa forse nel 2013
ma non è scontato. Ecco perché
di M. Dalli
Il “modello” Ultrabook, tanto caro a
Intel, fatica e non poco a prendere
piede sul mercato. L’istituto di ricerca IHS ha rivisto al ribasso le stime
per le spedizioni dei portatili ultrasottili “made in Intel”, portandola da
22 milioni di pezzi ad appena 10,3
milioni di unità spedite nel corso
dell’anno. E di queste più della
metà dovrebbero arrivare nell’ultimo trimestre dell’anno. Alla base
dello scarso successo ci sarebbero
vari fattori, tra cui il poco appeal
che generano gli Ultrabook sul
pubblico, maggiormente attratto
da dispositivi come l’iPhone 5 o il
Kindle Fire. L’attesa per Windows 8
potrebbe anche giocare un ruolo
importante, ma sono soprattutto
i prezzi a preoccupare IHS. Finché
gli Ultrabook rimarranno sulla fascia dei 1.000 dollari, difficilmente
entreranno nel cuore della gente.
Perché diventino “di massa” c’è bisogno che il prezzo scenda a 600-700
dollari. Se ciò accadrà, magari con
l’aggiunta di feature interessanti
come il touchscreen, l’anno prossimo le spedizioni di Ultrabook
potrebbero impennarsi fino a superare 40 milioni di unità (la stima
precedente era di 60 milioni) e 95
milioni nel 2016, altrimenti si ripeterà il problema di quest’anno. A
metà del 2013, inoltre, Intel dovrebbe lanciare Haswell, la quarta generazione di processori Core, che
promette una maggiore efficienza
e potenza di calcolo rispetto agli
attuali Ivy Bridge. Haswell porterà
con sé anche il supporto a schermi
HD multipli e display 4K grazie al
DisplayPort 1.2. La palla passa ora a
Intel e ai produttori: saranno capaci
di invertire la marcia, o gli Ultrabook finiranno per essere solo un
segmento “esclusivo” del mercato?
PC & MULTIMEDIA / Unisce lo storage di rete a un router Wi-Fi
Ecco il NAS Wi-Fi di Synology
Il DiskStation DS213air è la soluzione pensata per la casa o i piccoli uffici
di E. Villa
S
ynology ha presentato
DiskStation
DS213air, un NAS a
2 bay pensato appositamente per l’uso domestico
e per i piccoli uffici: la sua
caratteristica di punta è il
Wi-Fi integrato, cosa che
permette al NAS di svolgere funzioni ulteriori rispetto
a quella “classica” di storage
di rete e soprattutto un posizionamento anche dove
non c’è un cavo di rete disponibile.
Grazie all’adattatore Wi-Fi
integrato, DiskStation non solo può
essere inserito nella WLAN, ma è anche possibile la configurazione dello
stesso come hotspot per aggiungere le funzionalità wireless alla rete
esistente. Inoltre, sempre il NAS può
essere usato anche come router wireless, potenzialmente quindi come
unico dispositivo di rete per tutti i
client senza fili presenti.
p.23
smarthome
Logitech Harmony
il telecomando
universale è touch
Dotato di un display touchscreen
da 2.4 pollici, il nuovo Logitech
Harmony Touch è in grado
di controllare oltre 225.000
prodotti di 5.000 marchi diversi
di V. R. Barassi
Sotto il profilo prettamente tecnico, il
NAS di Synology è dotato di processore da 1,6 GHz con 256 MB di RAM
e configurazione Raid 1, supporta
l’interfaccia USB 3.0 e può raggiungere una velocità in lettura (da HDD) di
108,07 MB/s e 58,66 MB/s in scrittura.
Synology DiskStation DS213air è disponibile al prezzo di 225 euro (IVA
esclusa).
PC & MULTIMEDIA
Windows 8 e tablet, un lancio al fotofinish?
Secondo alcune fonti Intel non è pronta sul fronte tablet Windows 8
Manca un firmware che supporti il risparmio energetico dei nuovi chip
di P. Centofanti
Il 26 ottobre segna il debutto di Windows 8, sistema operativo con cui Microsoft,
e non solo, si gioca una partita molto importante. In ballo c’è il rilancio del mercato dei PC, ma anche una risposta credibile ad Android e iOS sul fronte tablet.
Secondo però diverse fonti, non ultime quelle di Bloomberg, non tutto sta andando liscio, specie sul fronte dei tablet basati sui nuovi processori Intel a basso
consumo Clover Trail. Intel, infatti, non avrebbe ancora fornito un firmware in
grado di permettere di sfruttare le funzioni di risparmio energetico del nuovo
processore, una componente fondamentale per assicurare ai tablet Windows 8
(e non Windows RT) di diversi produttori, di offrire un’autonomia in linea con le
aspettative. Anche una nostra fonte conferma che non tutto sarebbe così pronto sul fronte tablet Windows 8 e Intel, con i prodotti ottimizzati che potrebbero
arrivare proprio appena prima della data di uscita del sistema operativo.
Inutile dire che un ritardo su questo fronte potrebbe avere esiti disastrosi, specie
a ridosso della stagione degli acquisti di fine anno. I tablet Windows 8, a differenza dei fratellini basati su ARM, offriranno l’accesso, oltre che alle applicazioni
di Windows Store studiate per l’interfaccia ex-Metro, anche alle normali applicazioni per desktop classico e per questo possono risultare molto interessanti per
un’ampia fascia di utenti.
Logitech ha annunciato la sua nuova idea di telecomando universale
presentando il nuovo Harmony
Touch, un dispositivo attraverso il
quale potremo controllare in tutta semplicità centinaia di migliaia
di prodotti con un’immediatezza
mai vista prima. Il telecomando
è compatibile con oltre 225mila
dispositivi di 5.000 brand diversi:
TV, decoder, lettori DVD/Blu-ray,
sistemi audio/Home Theater saranno interamente gestibili con
il nuovo Harmony Touch. Il display, oltre a permettere la scelta
di 50 canali preferiti, usa semplici
gesture tramite le quali poter alzare il volume, cambiare canale,
passare alla traccia successiva,
gestire le impostazioni dei vari
device e tanto altro ancora.
Logitech Harmony Touch può
controllare
simultaneamente
fino a 15 dispositivi; il design è
molto piacevole, il corpo è sottile e tutti i tasti sono retroilluminati. Il prezzo consigliato per
questo telecomando - che arriverà entro la fine di ottobre - è di
179.99 euro; nella confezione è
compresa anche la pratica dock
di ricarica. Clicca qui per visionare un video che ne mostra il
funzionamento.
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
TEST / In prova il TV 3D 70” Sharp, a un prezzo appena sotto i 4.000 euro offre buone prestazioni e immagini dalle dimensioni impressionanti
p.24
Sharp 70LE838: immagini giganti, massimo godimento
Tecnologia e design non sono all’ultimo grido, ma il TV Sharp è perfetto per chi desidera uno schermo grande senza le complicazioni di un proiettore
di R. Pezzali
S
harp adora i grandi schermi: ha
iniziato con un 60” ed è arrivata
ora a proporre un enorme 90” a
un prezzo interessante, se pensiamo
a quando costavano poco tempo fa
TV così grossi. Noi, per non esagerare,
abbiamo scelto di provare il modello
da 70”, il top di gamma LC-70LE838E
con pannello X-GEN Quattron Full
LED, 3D, Smart TV Aquos Net+ e con
tutte le feature che si possonio desiderare. L’obiettivo della nostra prova è
capire se il TV si vede e si sente bene,
ma anche se può essere un’alternativa a un proiettore e se un pannello
così grande non rischia di essere un
punto debole per la TV a definizione
standard.
Peso e dimensioni
influiscono sul design
Realizzare un TV “gigante” non è semplice: con l’aumento delle dimensioni
non solo aumenta il peso ma intervengono altri fattori critici come la
solidità strutturale e la ridigità dello
chassis. Non si può infatti pensare di
prendere una TV ultrasottile da 46” e
allargarla fino ad ottenere la dimensione desiderata: la base non reggerebbe e soprattutto uno spessore
ridotto sarebbe a rischio curvatura su
una superficie così ampia. Problemi
che giustificano le linee non troppo
aggraziate di questo 70”, un TV “tanto schermo e tanta sostanza” ma non
certo brillante per design e linee.
Sharp ha dovuto rinunciare a soluzioni come lo schermo frontale tutto
vetro (il peso sarebbe stato superiore
ai 100 KG), alla cornice sottile e a una
base elegante: il risultato è un look
classico con una cornice di dimensioni standard in policarbonato nero
lucido, una base in plastica rinforzata
e uno spessore non certo da record,
più di 7 cm.Poco importa però: l’occhio “cade” subito sullo schermo che
è davvero molto più grande della media. Abituati alle dimensioni standard,
distinguere un 47” da un 40” o da un
55” può non essere facile, ma con il
70” Sharp è diverso: il primo impatto è
quello di un TV decisamente grande,
al suo fianco un 55” sembra un TV da
cucina.
Smart TV in sordina
L’obiettivo del TV Sharp è mostrare
immagini nel miglior modo possibile
su uno schermo gigante. Nonostante
questo, lo Sharp 70LE838E non rinuncia ad una serie di funzionalità ormai
presenti su tutti i TV di fascia alta.
La nostra impressione è che Sharp
avrebbe fatto volentieri a meno di
alcune di queste funzioni: la Aquos
Net TV, ad esempio, viene tenuta un
po’ in secondo piano come se fosse
una funzione secondaria. Scelta abbastanza saggia considerando che si
tratta della solita Smart TV con webapp HTML già vista da qualche anno
su queste TV, niente che possa competere con quello che propongono
altre aziende che fanno invece della
Smart TV il loro cavallo di battaglia.
L’interfaccia è disegnata abbastanza bene: ha il pregio di visualizzare
sempre l’immagine mentre la si usa,
sfruttando una barra superiore per
le funzioni principali e quella laterale
per la regolazione delle varie opzioni.
Da segnalare la traduzione in italiano
dei menu abbastanza grottesca: solo
il manuale ci aiuta realmente a capire
il significato di qualche parametro.
Sharp offre un set di profili preimpostati ma è possibile personalizzare in
modo molto approfondito ogni singolo parametro, dal sistema di color
management al backlight scanning.
La parte Net TV e DLNA / USB Player
sono richiamabili con piccoli tasti del
telecomando un po’ troppo nascosti
ma comunque presenti e ben funzionanti. Non manca infine la funzionalità PVR. Il TV Sharp ha davvero tutto,
forse una migliore organizzazione
delle voci del menù avrebbe permesso di raggiungere e fruire in modo
più semplice e immediato di ogni
funzione.
Sharp 70LE838E - 3.999 EURO
Quality
Longevity
Design
8
8
7
Simplicity D-Factor
8
9
Value
8
Perfetto per impressionare
Per la prova di visione abbiamo scelto
un approccio da videoproiettore: circa
3 metri di distanza dallo schermo per
un’immagine che copre quasi interamente il nostro campo visivo. La prima considerazione riguarda proprio
le dimensioni: spesso si sente dire
che allo stesso prezzo del 70” Sharp
si può prendere un proiettore Full
L’interfaccia è ben disegnata e facile da utilizzare, molto complete le
regolazioni a disposizione.
HD, ma non è esattamente la stessa
cosa. Prima di tutto una TV si accende
in una frazione di secondo e può essere vista anche in pieno giorno. Un
TV gigante ha il pregio di avere un’im-
magine completamente nitida sia al
centro sia ai bordi, nessun problema
di posizionamento e neppure di ruota colori (come nel caso dei DLP): con
questo non vogliamo dire che un TV è
segue a pag. 25
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
p.25
TEST
Sharp 70LE838
segue da pag. 24
meglio di un videoproiettore, ma che
forse a 70” una TV offre dei vantaggi
che un proiettore non dà. Lo Sharp
serie 8 in prova utilizza un pannello
Quattron: oltre ai tre classici subpixel
rosso, verde e blu si aggiunge anche
un subpixel giallo che migliora la resa
cromatica in certi frangenti ma che,
come abbiamo già visto quando abbiamo provato altre TV di questo tipo,
non è impeccabile in molte situazioni; anzi, il controllo del subpixel aggiuntivo genera qualche artefatto di
troppo. La situazione sembra essere
però migliorata in questa ultima serie
di TV: anche se il pannello è Quattron
la resa non è così diversa da quella di
un normale pannello RGB; qualche
beneficio a livello di saturazione e
realismo su ciano e giallo e nessun
effetto collaterale visibile. Guardare i
canali in standard definition su un 70”
fa sempre una certa impressione, ma
dobbiamo dire che ci aspettavamo
un risultato ben peggiore. Tutti i difetti, dall’eccesso di edge enhancement
al rumore video sono imputabili al
segnale di partenza, unico vero problema di uno schermo grande: con
l’aumento delle dimensioni vengono
amplificati i difetti del segnale, soprattutto se non si cambia la distanza
di visione. La situazione cambia con
i canali delle pay TV, decisamente
migliori sotto il profilo della qualità,
e diventa davvero buona con l’HD.
Blu-ray e giochi in alta definizione
sono stati i due ambiti ai quali abbiamo dedicato la maggiore attenzione:
buona resa cromatica, buona defini-
zione e un livello del nero abbastanza
apprezzabile. La tipologia di pannello
mostra a tratti un’immagine molto satura e tratti colori forse leggermente
innaturali: bisogna farci l’abitudine.
Il TV integra un sistema di management dei colori completo, tuttavia per
metterci le mani servono strumenti
che non sono alla portata di tutti. Più
che buona l’uniformità luminosa: le
dimensioni del TV ci spaventavano
un po’, ma con un paio di clip scure e
una serie di pattern abbiamo verificato che nonostante tutto l’esemplare
in nostro possesso soffre solo di una
piccola spuria nella parte bassa, ma
non si notano né coni di luce evidenti
e neppure un clouding eccessivo. Ricordiamo che su una TV così grande
Sharp ha dovuto usare una retroilluminazione Full LED al posto della classica Edge LED, anche se ha rinunciato
al local dimming.
Chiudiamo con il sistema di motion
interpolation: disattivando l’interpolazione dei fotogrammi ci troviamo
davanti all’immagine vera a 24p, e su
uno schermo così grande questa immagine è un po’ troppo “saltellante”. I
microscatti “film-like” del 24p, piacevoli da vedere su una TV di medie dimensioni sono forse un po’ eccessivi
sul 70”: il sistema interno di interpolazione dei frame funziona bene se dosato al minimo, mentre mostra qualche artefatto di troppo se si imposta il
livello massimo. Non potevano ovviamente mancare una serie di lunghe
sessioni di gioco: 70” con la console
sono letali, si inizia a giocare e non ci
si stacca più. Lo schermo grande per
il gioco vale più del contrasto, della
resa cromatica e del processore: inter-
Il telecomando in dotazione è abbastanza
pratico da maneggiare ma senza retroilluminazione e con i
tasti secondari un po’
troppo simili tra loro.
Forse serviva un telecomando un po’ più
semplice.
Il TV Sharp ha connessioni veramente
complete, incluso il
vecchio RS232 per
un eventuale sistema
domotico (cosa non
improbabile viste le
dimensioni). HDMI e
USB sono presenti in
abbondanza, c’è pure
una Scart, il doppio
tuner DVB-T e DVB-S2,
prevista anche una
porta SD Card per la
lettura delle schede.
L’unica perplessità è
legata all’adattatore
wireless: è in dotazione ma è esterno e occupa una porta USB
delle tre disponibili.
viene infatti quell’aspetto emozionale
che ci fa dimenticare i piccoli difetti
del pannello per regarci momenti di
piacevolissima visione, con l’attenzione che si sposta totalmente dal contenitore (la TV) al contenuto. L’elettronica non troppo sofisticata permette
di tenere un input lag decisamente
basso, dai 20 ai 30 ms, e il pannello si
è dimostrato sufficientemente veloce
tanto da non mostrare né scie né trascinamenti. Nel complesso il 70” è una
grande TV in tutti i sensi: non è fatta
per chi cerca il nero perfetto, i colori
perfetti e il design di grido ma è datta
per chi vuole impressionare con uno
schermo grande. E credeteci, questo
Sharp impressiona davvero.
TV & VIDEO
MOBILE
Fujitsu mostra una tecnologia che potrebbe
rivoluzionare la pubblicità in casa. L’idea è molto
semplice: durante la pubblicità, il TV invia allo
smartphone informazioni addizionali, coupon
di sconto e dati a integrazione della pubblicità
visualizzata. La particolarità è legata al modo in cui
viene trasmessa l’informazione: una trasmissione
ottica mascherata dentro la pubblicità sotto forma di
fluttuazioni della luminosità. L’utente non si accorge di
nulla: le variazioni vengono
captate dalla fotocamera
dello smartphone che le
decodifica con una tecnica
tipo codice morse.
Lenovo propone una versione da 11”del suo IdeaPad
Yoga. Un notebook che, grazie alle cerniere snodabili,
diventa all’occorrenza anche un tablet. Lenovo ha
presentato Yoga nella sua versione Ultrabook da 13”,
ma ora ha aggiunto alla gamma anche un modello
da 11”basato però su processore NVIDIA Tegra 3 e con
sistema operativo Windows RT. Il Lenovo IdePad da
11.6”sarà disponibile il 26 ottobre a 800 dollari circa,
e non sappiamo ancora se arriverà in Italia. Buone in
ogni caso le specifiche tecniche:
schermo da 1.366 x 768, 2 GB di
RAM e 64 GB di memoria SSD
per le applicazioni e i dati sono un
buon biglietto da visita.
La notizia prosegue su DDAY.it...
mobile
PC & MULTIMEDIA
AMD batte un colpo nel mondo dei tablet Windows 8:
si chiama Z-60 ed è una APU (Accelerated Processing
Unit) della famiglia “Hondo”; ha 2 core da 1 GHz
l’uno, 80 core Radeon e supporto all’USB 3.0, con 4,5
Watt di dissipazione termica. Questi bassi consumi
la candidano come soluzione per tablet Windows
8 con spessore fino a 10 mm. La Z-60 include la
tecnologia AMD Start Now che accelera i tempi di
boot e ripresa dallo sleep, oltre a garantire fino a 8 ore
di navigazione web e fino a 6 ore
di riproduzione video HD. Questa
nuova APU supporta risoluzioni
fino a 1080p, oltre a un’uscita
HDMI per display esterni.
Logitech ha annunciato due mouse touch e un
touchpad compatibili Windows 8. Il Wireless
Rechargable Touchpad T650 (nella foto) è un
touchpad senza fili con batteria ricaricabile integrata
e superficie in vetro per una migliore scorrevolezza.
Più classici i mouse touch, il Touch Mouse T620 e il
Zone Touch Mouse T400. Il primo è un mouse senza
fili tradizionale, la cui superficie è sensibile al tocco. Il
secondo è un mouse tradizionale che, al posto della
rotellina, ha integrato una “striscia”sensibile al tocco,
che consente di scorrere in verticale e in orizzontale.
Tutti i dispositivi hanno
scorciatoie per accedere alla
schermata Start di Windows 8.
AMD Hondo Z-60, l’APU
“gaming” per tablet
Logitech, nuovi touch
per Windows 8
Fujitsu: il TV parla
allo smartphone
Lenovo Yoga anche da 11”
con Windows RT
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
TEST / Un bel portatile che soddisfa, anche se la scelta di alcuni componenti e materiali lascia un po’ a desiderare trattandosi di un Ultrabook
p.26
Vaio T13, in prova l’Ultrabook Sony da 1.000 euro
Nel listino Sony c’è una proposta interessante: un Ultrabook con processore Core i5, disco SSD e peso da 1,5 kg a un prezzo interessante. Ma come si comporta?
di M. Dalli
D
opo il periodo iniziale, gli Ultrabook stanno arrivando anche
con modelli di fascia media a
prezzi inferiori ai 1.000 euro. Una proposta interessante è il Vaio T13 di Sony.
Il modello da noi testato è basato su
processore dual core Intel Ivy Bridge
i5-3317U da 1,7 GHz con 4 GB di RAM
e disco SSD da 128 GB, con un costo
di listino di 999 euro. La serie T13 parte
però da 749 euro, con un processore
meno performante e un disco fisso tradizionale. La configurazione del display
è quella classica per questa fascia di
prodotto, con uno schermo da 13,3” e
risoluzione di 1.366x768 pixel. Volendo,
però, c’è anche l’opzione per un display
Full HD, che fa però lievitare il costo finale. Sarà riuscita Sony a mantenere gli
elevati standard di questa categoria di
portatili, pur con un prezzo di partenza
più basso della media?
Finiture accurate
Al di là della configurazione scelta, il
Vaio T13 si presenta con un’elegante
finitura color argento e uno schermo
LCD da 13,3” e 1.366x768 pixel di risoluzione. Il rivestimento dello schermo
è lucido, con i classici riflessi d’ambiente che questo comporta. A giudicare
dagli angoli di visione, inoltre, il pannello non è IPS, ma un meno pregiato
TN che costringe a continui aggiustamenti dell’inclinazione del monitor per
compensare gli spostamenti del busto.
Sopra lo schermo è presente una webcam con microfono, una comodità per
chi effettua spesso videochiamate con
Skype o altri sistemi VoIP. Spostandoci
nella parte inferiore del portatile, troviamo un discreto parco di connessioni,
con due USB (di cui una 3.0) sulla parte
sinistra e, sulla parte destra, rete Ethernet, VGA, HDMI, un lettore di card di
memoria (SD e Memory Stick) e l’uscita
cuffie. I LED di stato (alimentazione,
disco e Wi-Fi) sono sul bordo frontale.
La tastiera è con tasti a isola e non è retroilluminata; sotto la tastiera trova posto un piccolo trackpad con supporto
alla gesture multitouch (scorrimento
con due dita, rotazione delle immagini,
pinch to zoom, passaggio all’elemento
successivo con tre dita e al desktop
con quattro). Sopra la tastiera ci sono
i tasti di avvio rapido delle applicazioni
(Assist, Web e Vaio), oltre al pulsante di
accensione. Il tutto è racchiuso in uno
chassis dalla dimensioni generose, per
essere un Ultrabook, con spessore di
quasi 18 mm e un peso da 1,5 kg.
Qualche risparmio di troppo
Il Sony Vaio T13 ha due anime: dal
punto di vista delle prestazioni, sebbene si tratti di un Ultrabook, il portatile
si comporta molto bene. L’avvio del
sistema operativo, sia a freddo che
dopo lo standby, e delle applicazioni
è sempre molto rapido, merito del disco allo stato solido integrato. Buone
anche le prestaioni della CPU, l’ormai
onnipresente Core i5-3317U, probabilmente il miglior compromesso di
Intel tra prezzo, prestazioni e consumi.
Nella norma anche il quantitativo di
RAM, che con una dotazione di 4 GB
consente di lavorare agevolmente con
qualsiasi applicazione per ufficio. Dove
Sony ha un po’ risparmiato, e lo si nota
dal prezzo del modello base, che a listino parte da 750 euro, è sulla qualità
costruttiva e su alcuni componenti. La
tastiera, oltre alla classica breve corsa
dei tasti tipica di questi portatili, non
offre una grande solidità, specie nella
zona centrale. Anche il trackpad non
ci ha particolarmente impressionato,
piccolo e, a volte, carente di precisione. Deludente anche lo schermo, che
costringe l’utente a continui aggiustamenti dell’inclinazione, dal momento
che il pannello ha un pessimo angolo
di visione sulla verticale. Sulla cerniera
Sony Vaio T13 - da 999 EURO
Quality
Longevity
Design
7
7
8
tra schermo e base del portatile, sono
montati dei supporti nella parte posteriore che, a seconda dell’inclinazione dello schermo, modificano anche
l’inclinazione della tastiera. Si tratta di
un’angolazione minima, ma in alcuni
casi può dare fastidio. Chiudiamo con
la batteria, altro elemento su cui Sony,
evidentemente, ha giocato al risparmio. Nel test del lettore, che misura la
durata della batteria a PC scarico (simulando la lettura di un documento),
non siamo andati oltre le 4 ore e un
quarto, mentre sotto stress il portatile
si è spento 2 minuti prima di toccare
le due ore. Valori di tutto rispetto per
un portatile, ma inferiori a molti altri
Ultrabook. Il Vaio T13 di Sony è un bel
portatile, tuttavia il nome “Ultrabook”
Simplicity D-Factor
8
7
Value
7
ci fa sperare in qualcosa di più di un
semplice notebook. Per il prezzo che
offre, la macchina è ben dimensionata
come potenza, ma la scelta di alcuni
componenti e materiali lascia un po’ a
desiderare. Lo schermo e il trackpad ci
hanno delusi più di tutti, ma anche le
dimensioni e il peso non lasciano molto spazio ai sorrisi. Non ci sentiamo di
giudicare questo Vaio T13 in maniera
negativa, tuttavia dovrebbe far scattare un campanello d’allarme in Sony e
in Intel: gli Ultrabook sono nati come
categoria top, ma col tempo i vincoli
si sono rilassati e nella categoria sono
finiti dentro anche prodotti che fino a
poco tempo fa erano “solo” notebook.
Intendiamoci, bei portatili, ma non “ultra” come il nome vorrebbe suggerire.
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
TEST / Esteticamente uguale alla D3100, cambia la risoluzione del sensore e del display, l’estensione ISO e il supporto a un microfono esterno
p.27
Reflex Nikon D3200, 24 megapixel alla portata di tutti
Modello entry level tra le reflex Nikon, la D3200 è dotata di un sensore che in risoluzione surclassa tutte le altre reflex APS-C del produttore. L’abbiamo provata
di C. Viarisio
U
ltimamente Nikon sembra essersi votata alle risoluzioni estreme, cambiando radicalmente
comportamento rispetto agli anni passati quando era fra i produttori più restii alla corsa all’ultimo megapixel. Con
la spettacolare D800 Full Frame da ben
36 megapixel detiene l’attuale record
per i sensori a pieno formato, mentre
con la scelta di sostituire la molto apprezzata D3100 (da 16 megapixel) con
la sua naturale evoluzione D3200 a 24
megapixel, Nikon lancia chiari segnali.
Una fotocamera solida e pratica
La D3200 è praticamente identica alla
progenitrice e, oltre al sensore più risoluto, cambia solo la risoluzione del
display sul dorso che passa da 230.000
pixel a oltre 900.000, l’estensione ISO
che arriva a 6400 e il supporto a un
microfono esterno. Il display è fisso al
corpo e quindi perde un po’ della sua
utilità non potendo essere orientato,
ma se non ci si trova sotto la luce piena, risulta visibile e dai colori fedeli. Il
corpo è molto compatto e comodo da
tenere in mano, anche se per le mani
più grandi il mignolo della mano destra finisce nel vuoto; nonostante sia
interamente in materiale plastico, la
piccola Nikon dà sensazione di essere
solida e pratica. I comandi sono distribuiti rispettando il design classico di
Nikon con alcuni bottoni allineati al
lato sinistro del display LCD posteriore,
purtroppo tutti di forma uguale e difficilmente identificabili al tatto (ma non
sono quelli utili durante lo scatto), e alla
destra, posizionati invece in modo più
ergonomico per essere raggiunti dal
pollice e soprattutto individuati alla
cieca durante l’inquadratura. A portata
di pollice c’è l’unica ghiera di regolazione per i parametri fotografici. Il controllo della modalità di funzionamento
è affidato al selettore posto in alto e
oltre alle canoniche (per una reflex)
modalità PASM e a quella Auto, troviamo 8 modalità scena adatte a varie
condizioni: ce n’è una anche per disabilitare il flash, da usare per esempio nei
musei dove il lampo è vietato o dove
è fondamentalmente inutile (quando
il soggetto è lontano, il flash non serve a nulla). Esiste anche una modalità
GUIDE che permette di usare la D3200
in modo “guidato” grazie a domande
mirate: scelgo il tipo di scatto, il menù
mi dà consigli e mi porta a regolare i
parametri per ottenere quel risultato
e quindi mi lascia poi solo il compito
di scattare. Sicuramente lodevole l’approccio, risulta però veramente lento
e dopo un po’ superfluo e dispersivo
il ricorso a GUIDE. Le regolazioni sono
tutte riportate nel display posteriore.
Le più importanti, come la velocità dell’otturatore, il valore di diaframma, scala
EV se necessaria, conferma di messa a
fuoco e numero di scatti fatti e rimanenti, sono riportati anche nel mirino,
ma per un tempo piuttosto breve. Per
riprendere i filmati bisogna per forza
entrare prima in modalità Live View e
solo successivamente si può far partire la registrazione video. Durante la
registrazione video, tenendo premuto
il pulsante di scatto qualche attimo, la
D3200 scatta una foto ma poi ferma
la registrazione tornando in semplice
modalità Live View.
Sempre durante il
Live View è possibile
regolare finemente la
messa a fuoco grazie
all’ingrandimento a
schermo dell’inquadratura (utile soprattutto col cavalletto
per regolazioni super
fini). Completa la
serie di controlli un
tasto Fn assegnabile
e posto frontalmente
per essere raggiunto
dal pollice sinistro.
Nikon D3200 - sito del produttore
Quality
Longevity
Design
8
8
8
Simplicity D-Factor
9
9
Value
9
Uno scatto a 400 ISO che riesce a catturare un’ampia dinamica passando
dalle lucenti barche bianche al grigio del cielo. Non c’è rumore e il dettaglio è
soddisfacente.
Di base, ed è comodo lasciarlo così, è
impostato per regolare gli ISO. Il parco
connessione include, oltre all’USB2,
un’uscita video HDMI, una presa microfono e l’attacco per il modulo GPS
venduto come accessorio.
Risultati soddisfacenti
La D3200 è pensata come una reflex
facile e pratica da usare senza tanti
fronzoli. Si possono inserire dei filtri
colore ma non ha effetti speciali da
applicare alle immagini in tempo reasegue a pag. 28
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
p.28
TEST
Nikon D3200
segue da pag. 27
le (anche se poi qualche cosa si può
fare nella rielaborazione degli scatti
Jpeg in un menù di fotoritocco). Gli
scatti RAW possono essere sviluppati
in macchina, così come i video che
possiamo modificare sempre in camera (per tagliare le code per esempio).
In tutti i casi, però, il ricorso al solo
display posteriore non agevola il compito. Durante lo scatto le regolazioni
non direttamente accessibili dai bottoni dedicati o dal tasto Fn sono raggiungibili dal tasto “i” e dall’interattività
col display che passa da informativo a
esecutivo. La piccola Nikon si dimostra
veloce all’accensione e non fa perdere
attimi preziosi. La messa a fuoco è nella media per velocità (colpa anche del
18-55 un po’ lento); passando in Live
View il sistema va abbastanza in difficoltà soprattutto con poca luce, dove
l’assenza di contrasti manda un po’
in crisi la macchina. Situazione però
comune a quasi tutte le fotocamere
quando non usano il sensore AF dedicato. La D3200 tuttavia ha anche una
luce di assistenza alla messa a fuoco,
e in molti casi questa rappresenta una
vera salvezza.
Nello scatto continuo non ha velocità
da primato ma con i suoi 4 fotogrammi al secondo a 24 megapixel può
dare qualche soddisfazione. Esiste
anche la modalità a scatto silenziato
con lo specchio pre-alzato. Purtroppo
è invece assente la modalità di scatto
a forcella o bracketing, molto utili nel
caso vogliamo cimentarci negli scatti HDR (in cui servono più scatti ad
esposizioni EV diverse): bisogna fare
a mano. L’ottica in dotazione è dotata di stabilizzatore (Nikon VR) con cui
si guadagna qualche step di luce, ma
attenzione che con 24 megapixel il
micromosso è sempre dietro l’angolo.
Per vedere gli scatti e i video realizzati
durante la prova clicca qui.
Un’ottica discutibile
Nel kit proposto da Nikon troviamo
la stessa ottica che era presente sui
modelli precedenti: un 18-55mm
stabilizzato con apertura F/3.5-5.6
interamente in plastica. Pur capendo
la necessità di contenere i costi, non
possiamo che criticare questa scelta
soprattutto se si considera che la risoluzione di 24 megapixel metterebbe
in crisi anche lenti migliori. Questo
obiettivo non è assolutamente all’altezza del compito che gli viene
dato. Visionate a monitor al 100% le
foto perdono nitidezza, i particolari si
impastano e non c’è uno scatto che
non dia idea di essere micro sfocato.
Abbiamo voluto fare un confronto
con un’altra ottica di classe media,
una Sigma 17-70 f/2.8-4 stabilizzata
compatibile con l’attacco Nikon, e le
differenze sono importanti: abbiamo
eseguito gli scatti in quattro scenari
distinti, in posizione grandangolare
(a 17mm per il Sigma e 18mm per il
Nikkor), in posizione tele (entrambi a
55mm), sia con l’apertura ideale (nell’intorno di f/5) che con diaframma
stretto (f/22). Se in posizione grandangolo e diaframma aperto la lente
Nikkor riesce a difendersi e anzi surclassa la Sigma è poi in tutti gli altri
In questo scatto ci piace come vengono rese sia le luci e i colori molto distanti, che le parti di roccia in ombra di cui si continuano a vedere le irregolarità
della superficie.
scatti, col diaframma chiuso, o peggio
ancora zoomando verso la posizione
teleobiettivo (55mm) che assistiamo
a un vero crollo nel dettaglio. Senza
dilungarci, ognuno dei crop al 100%
che proponiamo evidenzia come
la Nikkor perda consistenza su ogni
dettaglio. Usare un’ottica così su un
sensore come quello della D3200 è
come montare le ruote di una Panda
su una Ferrari.
La D3200 è un ottimo compromesso
per chi si sta avvicinando al mondo
della fotografia e non si fida completamente delle prestazioni delle
mirrorless. Seppur economica, la pic-
cola Nikon è una grande reflex a tutti
gli effetti. La D3200 può essere usata
sia dal neofita completamente a digiuno di fotografia, che dall’utente un
po’ più smaliziato, anche se per quest’ultimo la mancanza di alcune funzionalità ormai “base” come il bracketing possono essere limitanti. Non c’è
piaciuta la scelta dell’ottica abbinata in
kit e il nostro consiglio è cambiarla il
prima possibile per sfruttare appieno
le capacità reali della D3200.
Attenzione nella scelta però dell’obiettivo perché, come tradizione Nikon
per i modelli entry level, la D3200 non
ha motore autofocus interno e richiede determinate lenti (non vanno bene
le ottiche più datate).
people & market
GAME & MOVIE
L’invasione di smartphone e tablet continua a
ripercuotersi sul mercato del PC: secondo una ricerca
eseguita dagli analisti di iSuppli, alla fine del 2012
le vendite dei PC saranno inferiori dell’1,2% rispetto
a quelle registrate nel 2011, dato che vedrebbe il
settore per la prima volta in declino dal 2001. La
ricerca conferma la “crisi”del settore a livello globale:
secondo gli analisti alla fine dell’anno saranno
circa 348.7 milioni i PC venduti, contro i circa 352.8
milioni venduti nel 2011. Il mercato, oltre a reggere
con difficoltà la “pressione”di smartphone/tablet,
sta attendendo l’arrivo di Windows 8. C’è poi da
considerare la “questione Ultrabook”: le stime alla fine
del 2011 erano ben più ottimistiche e alla fine del
2012 il risultato sarà deludente.
La piattaforma di cloud gaming OnLive è stata
venduta il 14 agosto scorso. Solo ora si è venuti a
conoscenza dell’importo della vendita, che è stata
conclusa sulla base di 4,8 milioni di dollari, pari a
5.700 azioni dell’azienda. L’acquirente è Gary Lauder,
presidente di Lauder Partners LLC e figlio dell’ex
presidente del gruppo Estée Lauder, che ha fondato
la società OL2. Il “prezzaccio”potrebbe essere dovuto
al fatto che OnLive aveva quasi 20 milioni di dollari
di debiti e probabilmente
ha dovuto cedere tutto al
miglior offerente. Bisogna
ora attendere il parere dei
creditori di OnLive.
Una grande reflex per tutti
La notizia prosegue su DDAY.it...
mobile
Gli smartphone Motorola
perdono il webtop
Webtop era il software che permetteva agli
smartphone Motorola, a partire dall’Atrix, di diventare
dei veri netbook con sistema operativo Linux, in
combinazione con delle dock che aggiungevano
tastiera, uscita HDMI e monitor. Motorola ha
confermato la decisione di interrompere la
produzione degli accessori e lo sviluppo del software.
Il programma Webtop, come riconosce la stessa
Motorola, non ha mai riscontrato un grande successo
tra gli utenti, anche se il
prezzo complessivo piuttosto
elevato di smartphone e
dock, probabilmente non
ha aiutato.
PC & MULTIMEDIA
ViewSonic, multitouch
per professionisti
ViewSonic ha presentato un monitor destinato
ai professionisti del settore foto/video: TD2200 è
un display con diagonale da 21.5”, risoluzione di
1.920x1.080 pixel e in grado di offrire un rapporto di
contrasto dinamico pari a 20.000.000:1. Il monitor ha
una tecnologia multitouch proprietaria (dual touch)
attraverso cui il pannello riesce a riconoscere fino a
due tocchi contempotaneamente. Il monitor, che offre
ingressi DVI/VGA, due porte USB, due altoparlanti SRS
Premium Sound e supporto
VESA, è dotato di un pannello
anti-graffio. ViewSonic TD2200
sarà disponibile da novembre
a 329 euro.
Vendite PC in calo
OnLive venduta per meno
di 5 milioni di dollari
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
TEST / Funzioni complete e dotazione al top per il TELE System TS6600HD, scopriamo se è davvero il decoder definitivo
p.29
TELE System TS6600HD, è il sostituto del vecchio VHS?
Offre il doppio tuner, slot CI+, funzionalità PVR senza limitazioni e c’è anche un server DLNA integrato, il tutto a un prezzo di listino di 129 euro
di M. Dalli
U
no dei grossi vuoti lasciati dal
passaggio al digitale terrestre
è senza dubbio l’assenza di
un “sostituto” del videoregistratore.
In commercio esistono molti HDD
o DVD Recorder, ma si tratta per lo
più di dispositivi che costano parecchie centinaia di euro e, spesso, non
consentono di esportare facilmente
le registrazioni. Molti TV permettono
di registrare i canali televisivi su un
hard disk esterno, ma anche in questo caso le registrazioni non sono
esportabili; il disco viene, infatti, formattato con un file system speciale
(non leggibile da Windows o Mac) e
le registrazioni sono criptate usando
il numero di serie del TV. Nel catalogo di TELE System c’è però un decoder, il TS6600HD, che promette bene:
doppio tuner, per vedere o registrare
due programmi contemporaneamente, funzione PVR su hard disk
esterno e server DLNA integrato. C’è
anche uno slot CI+ per la visione dei
canali pay, anche quelli in HD. Il tutto
è offerto a un prezzo di listino di 129
euro.
Sembrerebbe il prodotto perfetto
per chi desidera registrare dal TV e
rivedere le registrazioni su altri dispositivi, cosa non ancora possibile
con altre soluzioni. Può il TS6600HD
mandare definitivamente in pensione l’ormai antiquato VHS? È quello
che abbiamo cercato di scoprire con
questa prova.
Connessioni: una sola USB
Il TS6600HD si presenta come un
classico decoder della casa italiana:
design nero, frontale lucido con display a segmenti blu e pochi fronzoli. Sul frontale si trovano tre pulsanti
fisici per controllare le funzioni principali, accensione/spegnimento e
cambio canale, oltre allo lo slot per
la CAM CI+, nascosto da uno sportellino. Vi è un solo slot e nessun lettore
di schede integrato, per questo con
le pay TV occorre dotarsi della CAM
adatta. Alla sinistra della CAM, fuori
dallo sportellino, c’è l’unica presa
USB disponibile, a cui collegare chiavette e dischi esterni. Una seconda
presa, anche sul retro, non avrebbe
certo guastato. Aprendo il decoder
si può apprezzare la semplicità e la
pulizia della costruzione. Il cuore di
Dal TS6600HD è possibile programmare una registrazione impostando
data e ora di inizio e fine della trasmissione. L’interfaccia è scarna e senza
autocompletamento, ma consente di fare tutto ciò che serve.
tutto il sistema è il chip STI7102 di ST,
nascosto da un piccolo dissipatore.
Installazione facile
La procedura di installazione del
decoder è abbastanza semplice: i
parametri da impostare non sono
pochissimi, ma si riescono ad effettuare tutte le impostazioni con pochi passaggi guidati, tra cui quello
relativo all’uscita video, che si spinge
fino a 1080p. Al termine viene effettuata la scansione dei canali: nel nostro caso il decoder TELE System ha
sintonizzato tutti i canali disponibil,
evidenziando una buona sensibilità
del doppio tuner (a onor del vero,
però, c’è da dire che il nostro impianto d’antenna è stato sistemato
recentemente e non presenta canali
con segnali deboli).
Registrazione, qualche scatto
Iniziamo con il testare la compatibilità
con le pay tv: inseriamo nello slot una
Premium CAM HD con relativa tessera, che il decoder inizializza e, qualche
minuto più tardi (tempo necessario
solo la prima volta che la si inserisce),
inizia a decodificare anche i canali HD.
Colleghiamo, quindi, un disco USB e
lo formattiamo per l’uso come PVR
(la formattazione può essere fatta
anche da PC, purché si scelga come
file system FAT32) e avviamo la registrazione ma il decoder ci avvisa che
l’operazione non è possibile. Proviamo
quindi con una CAM standard (non
HD) e la situazione migliora: perdiamo
la decodifica dei canali HD (Premium
Cinema HD e Premium Calcio HD),
in compenso è ora possibile registrare qualsiasi evento a pagamento. Ci
La schermata di gestione del PVR consente di formattare il disco, rimuoverlo oppure modificare le registrazioni in esso presenti. L’unica modifica
consentita, al di là della cancellazione, è il cambio del nome.
segue a pag. 30
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
p.30
TEST
TELE System TS6600HD
segue da pag. 29
spostiamo quindi sui canali gratuiti
del digitale terrestre, dove limiti di
registrazione non ce ne sono. Il decoder ci consente infatti di registrare sia
canali SD che HD, mantenendo tutte
le tracce audio e sottotitoli presenti,
oltre alla qualità video originale, senza
compressione.
Tra un cambio canale e l’altro, però,
notiamo un leggero rallentamento
nel video, che impiega qualche secondo a riallinearsi con l’audio. Questo avviene sia con canali SD che HD,
sia in chiaro che a pagamento. Proviamo quindi a lanciare una registrazione e a spostarci di canale, sfruttando
così il doppio tuner. Se stiamo registrando un canale criptato non sarà
possibile vederne altri appartenenti
a quell’operatore, nessuna limitazione invece se si registra un canale in
chiaro. Lanciando anche una seconda
registrazione, è possibile vederne un
terzo, purché si trovi su una delle due
frequenze dei canali in registrazione.
Il decoder ci aiuta nella scelta, poiché
scorrendo la lista canali con i tasti P+ e
P- vengono visualizzati solo i canali effettivamente disponibili. Per chi vuole,
inoltre, è possibile programmare una
registrazione, impostando data e ora
o, dove possibile, sfruttando l’EPG
(che in molti casi, però, non va oltre
le due ore di programmazione futura).
Le registrazioni vengono archiviate
nella cartella “Recording” del disco
collegato, al cui interno viene creata
una sottocartella per ogni program-
Il telecomando è lo stesso
in dotazione
a molti altri
modelli
di
decoder TELE
System. Alcuni tasti, però,
sono inutilizzabili: al tasto
APP, ad esempio, non è associato alcun
comando dal
momento che
questo decoder è sprovvisto di funzionalità MHP.
ma registrato. Il TS6600HD mette a disposizione un menù apposito da cui
gestire le registrazioni: le uniche operazioni possibili sono la cancellazione
e la ridenominazione delle stesse, senza possibilità di fare editing sui filmati.
Provando a rivedere le registrazioni,
però, ci accorgiamo di alcuni “salti” che
durante la visione non abbiamo notato, segno che la scrittura su disco non
sempre avviene correttamente. I salti
sono presenti sia su registrazioni del
canale in visione sia su registrazioni
“in background”, effettuate mentre si
guarda un secondo canale.
Proviamo, infine, a collegare il disco
al PC e rivedere da qui le registrazioni. Queste sono salvate come file con
estensione .trp (Transport), ma sono
generalmente visibili con programmi come VLC. In questo caso, però, si
notano meno salti, segno che probabilmente il decoder è più suscettibile
agli errori video, il software per PC riesce a compensare meglio.
DLNA e rete locale
compatibilità difficile
Il procedimento per attivare la funzionalità di serverDLNA è molto semplice, basta entrare nell’apposito menù e
scegliere quali cartelle si vuole condividere. Proviamo a condividere alcuni
video presenti sull’hard disk e anche la
cartella “Recordings”. Con nostro disappunto, però, il TS6600HD non è sempre visibile dai client: un TV LG presente in redazione non lo rileva, mentre lo
Sharp da 70 pollici lo vede, ma fatica
a riprodurre i contenuti (difficile dire
di chi è la colpa). Mettendo il decoder
in standby, inoltre, non è più possibile
accedere ai contenuti. Su DLNA non
passano le registrazioni effettuate, costringendo quindi a staccare il disco se
si vuole accedere ad esse da un altro
dispositivo. Il formato scelto, trp, limita
però la compatibilità in lettura: il TV LG
presente in redazione sarebbe infatti
compatibile con questo formato, ma
i file non vengono riprodotti (anche
qui, difficile dire di chi sia la colpa).
Oltre al DLNA, il TS6600HD può riprodurre contenuti multimediali anche
da rete locale tramite protocollo SAMBA e da disco USB collegato al decoder. Nessun problema con file MKV e
WMV, oltre ai classici MP4.
Il server DLNA ha anche un’interfaccia Web, che però funziona su una
porta casuale che viene cambiata a
Connessioni: da sinistra, ingresso e uscita per la presa d’antenna, Ethernet, un’uscita audio digitale in formato S/PDIF coassiale, HDMI e SCART.
Da apprezzare l’interruttore per accendere o spegnere il decoder, utile se
lo si vuole spegnere del tutto evitando lo stand-by.
Aprendo il decoder si apprezza la semplicità e
l’estrema pulizia della
costruzione. Il cuore del
sistema è il chip STI7102
prodotto da ST, nascosto da
un piccolo dissipatore.
ogni riavvio. Per accederci si è quindi
costretti a passare da Esplora Risorse
di Windows, dove annotarsi la porta
attualmente in uso. Dall’interfaccia
Web è possibile cambiare il nome del
dispositivo e re-indicizzare i contenuti multimediali. Va un po’ meglio con
il client DLNA presente sul decoder,
che consente di accedere ai contenuti
multimediali condivisi in rete, leggendo correttamente anche formati meno
“facili” come gli MKV. Il TS6600HD è
anche in grado di “vedere se stesso”
come periferica DLNA, ma anche in
questo caso non è possibile riprodurre le registrazioni tramite il protocollo.
Segnaliamo infine che, oltre al client
DLNA, dal decoder è possibile anche
accedere alle condivisioni di rete SAMBA, un’opzione utile per chi ha un NAS
o un PC da cui condividere file e non
vuole le limitazioni del DLNA.
Potenzialità buone, non
sostituisce (ancora) il VHS
Proviamo a tirare le somme: il
TS6600HD è un buon decoder, completo di (quasi) tutto quello di cui
c’è bisogno: doppio tuner, slot CI+ e
compatibilità con canali HD (anche
pay). Molto interessante la possibilità di registrare i canali (anche quelli
pay, purché con la vecchia CAM non
HD) su un supporto esterno e senza
limitazioni. Manca l’interattività dell’MHP, che potrebbe tornare utile con
i servizi di catch up TV, ma dato che
questo decoder fa esattamente quel-
lo - registra - non se ne sente molto la
mancanza. Non sono però tutte rose
e fiori: nonostante il modello da noi
provato sia stato aggiornato all’ultima versione software disponibile (la
HDBK06.7Y), rimangono alcuni difetti
che su un modello definitivo non dovrebbero essere presenti, con i rallentamenti al cambio di canale e i salti
presenti durante le registrazioni. Difetti probabilmente risolvibili con un
aggiornamento software, ma finché
non arriva i difetti restano.
E torniamo, quindi, alla domanda
originale: può questo decoder TELE
System mandare definitivamente in
pensione la cara vecchia VHS? La risposta, purtroppo, non è del tutto positiva: tralasciando per un momento i
difetti di cui sopra, che ci auguriamo
possano essere risolti a breve, gli utenti esperti non avranno probabilmente
problemi a importare i file .trp delle
registrazioni sul PC e salvarli (magari
dopo un piccolo editing) in formato MP4 o simili. Ma l’utente comune
cosa può fare? Anche se riuscisse ad
attivare il server DLNA, non potrebbe
comunque accedere alle sue registrazioni dal TV, a meno di non avere un
altro TS6600HD a cui collegare il disco.
In quest’ottica, il fatto che le sue registrazioni siano salvate “in chiaro” non
fa nessuna differenza con una soluzione PVR che cripta le registrazioni.
L’idea, quindi, è sicuramente ottima,
ma l’implementazione necessita ancora di qualche raffinamento.
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
TEST / L’azienda francese torna sul mercato con una proposta tablet più tastiera offerta a un prezzo vantaggioso senza rinunciare alla qualità
p.32
Da Archos il tablet Android con tastiera al giusto prezzo
Un tablet con display da 10” dotato di docking e tastiera, tutto compreso abbondantemente sotto i 400 euro. È la proposta di Archos, l’abbiamo provata
di P. Centofanti
C
ome competere con l’iPad? A
differenza del mercato degli
smartphone, non ci sono ancora tablet in grado di distinguersi in
modo deciso dalla proposta di Apple.
Le due alternative attualmente più
credibili sono soprattutto il Nexus 7 di
Asus/Google e la gamma Kindle Fire
di Amazon, che in entrambi i casi puntano soprattutto a battere Apple sul
prezzo, con il formato 7 pollici. Altre
soluzioni con specifiche paragonabili
all’iPad sono tutte molto più costose.
In questo panorama si muove Archos
con un’offerta che punta a mantenere prezzi bassi ma allo stesso tempo
un formato non troppo ridotto. La
serie G9 dello scorso anno mostrava
però qualche economia di troppo sul
fronte della costruzione e quest’anno
Archos ci riprova con la gamma G10,
che introduce significative novità dal
punto di vista del design e che offre
in bundle anche una sottile e leggera
tastiera magnetica. Abbiamo provato
il modello da 10 pollici:
Soluzioni di design interessanti
Il 101 XS in prova si distingue per il
design ultrasottile da una parte e
per la cover/tastiera magnetica in
dotazione inclusa nel prezzo. Il tablet mantiene il classico formato Android da 10.1 pollici con display da
1.280x800 pixel ma in appena 8 mm
di spessore e 600 grammi di peso. Il
nero lascia spazio al bianco e il case
appare ora decisamente più robu-
sto rispetto alla serie G9, dando una
sensazione di maggiore solidità al
prodotto. Per mantenere basso il costo, non troviamo alcuna fotocamera posteriore, ma solo una webcam
frontale 720p, mentre le connessioni
sono molto complete visto che comprendono una porta USB, che può
funzionare anche da USB Host con un
adattatore opzionale, e un’uscita mini
HDMI, oltre naturalmente all’uscita
per le cuffie e al microfono integrato. La memoria di 16 GB può essere
espansa grazie allo slot per schede
microSD. Molto interessante la particolare cover magnetica con tastiera,
che funziona anche da base da appoggio, molto sottile (appena 5 mm)
e dal peso di 200 grammi. Combinando i due dispositivi otteniamo quindi
un peso di 800 grammi, tanti per un
tablet, ma pochi se pensiamo di sostituire un netbook o addirittura un
normale portatile. La tastiera è dotata
di un piccolo supporto pieghevole
che consente di appoggiare con facilità il tablet. I tasti sono ben costruti
e il layout è molto pulito, anche se
come vedremo più avanti nella prova
le dimensioni sono molto ridotte. Sulla tastiera troviamo anche una porta
microUSB che permette di utilizzarla
essenzialmente anche come dock di
ricarica per il tablet, ma non contiene
alcuna batteria aggiuntiva per espandere l’autonomia del tablet. A livello
di componentistica, il tablet Archos
è basato sul processore dual core di
Texas Instruments OMAP4470, lo stesso impiegato anche sul Kindle Fire HD,
con clock a 1.5 GHz e 1 GB di RAM. Il
chipset integra due schede
grafiche, una GPU
3D PowerVR
SGX544
più
Archos 101 XS - da 379.99 EURO
Quality
Longevity
Design
7
8
8
una GPU dedicata alla grafica 2D. Il
tablet è corredato di accelerometro,
bussola digitale e GPS, ma offre esclusivamente connettività Wi-Fi e Bluetooth 4.0, niente 3G quindi. Al momento non è prevista una chiavetta
3G come nel caso del G9.
Musica e video in primo piano
Simplicity D-Factor
7
8
Value
8
della trama, cast e così via), nonché
di cercare e scaricare i sottotitoli nelle
proprie lingue preferite. L’app è sicuramente ben fatta e supporta un gran
numero di formati e video in HD fino a
1080p. L’app ha però un limite non da
poco: il plug-in per l’audio AC3 non è
pre-installato e va acquistato a parte
sul sito di Archos al costo di 6 euro.
Musica è un’app dall’interfaccia molto
simile e, come si può intuire, dedicata
invece all’ascolto di vari formato audio (praticamente tutti quelli più utilizzati DRM free). Rispetto a Play Music
offre più che altro come funzionalità
Il tablet Archos non presenta particolari customizzazioni a livello di sistema operativo ed è basato su una
versione liscia di Android 4.0, con un
aggiornamento a Jelly Bean previsto
entro fine anno. Oltre alla solita dotazione di applicazioni di
base Google e Android,
troviamo però alcune app
disegnate appositamente
da Archos, derivate dalla sua esperienza come
produttore di lettori multimediali. L’applicazione
più interessante è proprio
quella per la riproduzione
di video. Si tratta di un bel
player che permette di
scaricare le informazioni
La tastiera è dotata di un piccolo supporto
di film e serie TV (coperpieghevole che consente di appoggiare con
tina, ma anche riassunto
facilità e discreta stabilità il tablet.
segue a pag. 33
n. 56 / 15 ottobre 2012
estratto da www.dday.it
p.33
TEST
Archos 101 XS
segue da pag. 32
aggiuntiva la possibilità di collegarsi a unità di rete tramite protoccollo
Samba oppure a server UPnP/DLNA,
funzionalità che troviamo anche
nell’applicazione video. Sempre a livello di condivisione di rete, un’altra
applicazione realizzata da Archos è
quella per avviare un server DLNA sul
tablet. L’applicazione include un file
manager che permette di selezionare le cartelle da condividere e quale
tipo di file (audio, video, foto). Queste
applicazioni fanno del tablet Archos
un prodotto piuttosto interessante
specie come lettore multimediale, sia
portatile che da collegare a un TV tramite l’uscita HDMI.
Prestazioni ok, manca un po’
di stabilità nell’utilizzo
Il tablet Archos monta un più tradizionale processore dual core e un
display con risoluzione “standard” di
1.280x800 pixel. Lo scorso anno sarebbe stato un top di gamma, oggi
è un prodotto entry level che alla
prima accensione presenta un’interfaccia fluida con risposta puntuale al
nostro tocco. Il browser di deafult è
sufficientemente reattivo, non sempre fluidissimo nello scrolling, ma
offre un’esperienza di navigazione
abbastanza soddisfacente. Tutto ciò
vale con il plug-in flash disattivato.
Con questo tipo di contenuti, infatti,
il tablet arranca un po’ e le pagine cominciano a diventare un po’ pesanti.
Abbiamo provato alcuni videogiochi
con grafica 3D ottenendo prestazioni
che non fanno rimpiangere processori più potenti, per quanto chiaramente non possiamo sfruttare le ottimiz-
zazioni per il Tegra di NVIDIA. Il tablet più di una prova approfondita per
Archos non è però molto stabile, e a quanto riguarda la piccola tastiera
volte abbiamo notato rallentamenti magnetica, e la stabilità del tablet in
improvvisi anche con applicazioni al questo tipo di utilizzo. I tasti in partidi sopra di ogni sospetto (il Play Store colare sono davvero piccoli e occorre
ad esempio). Rispetto alla generezio- un po’ di tempo per “prendere le mine precedente, comunque, Archos sure”. In ogni caso anche dopo un bel
ha migliorato sensibilmente la sen- po’ di utilizzo il responso è uno solo: i
sazione di robustezza del prodotto, tasti non sono il massimo per scrivere
e anche se il display continua a non agevolmente, tanto che, prolema di
essere esattamente il fiore all’occhiel- un supporto adeguato a parte, la talo del prodotto (angolo di visione stiera touch ci è parsa a volte più pranon amplissimo e un evidente effetto tica. In realtà la tastiera è sicuramente
ben costruita, sono
scia), è comuni tasti che sono
que all’altezza
semplicemente
del suo compimolto piccoli, ma
to. Gran parte di
d’altra parte lo spaquesto articolo
zio a disposizione
è stato interaè quello che è. In
mente scritto
ogni caso si tratta
con il tablet
di una soluzione
Archos, utilizsicuramente intezando la tastiera
ressante per avere
in dotazione e
Archos 101 XS - la videoprova
uno strumento di
Google Drive.
completa del tablet
scrittura estremaCiò costituisce
mente portatile e
leggero
sempre
con sé per le emergenze. Quello che
manca di più è forse un controllo del
puntatore che evidentemente non
c’è: ogni volta occorre passare dalla
tastiera al touchscreen, cosa davvero poco pratica,
anche se anche
in questo caso si
tratta più che altro
di una questione di
abitudine. L’aspetto
video
più critico è che quando si scollega o
ricollega il tablet alla tastiera, in alcuni
casi il tablet diventa instabile, a volte
fino a bloccarsi del tutto. Oppure, se
si è attivata la funzione che mette in
sleep gli accessori dopo 15 minuti, a
volte occorre riavviare il dispositivo
per riuscire a riutilizzare la tastiera. Per
quanto riguarda la webcam frontale,
va giusto bene per effettuare videochiamate con servizi come Skype, visto che la qualità come fotocamera è
davvero molto bassa. Positiva l’autonomia concessa dalla batteria. Archos
non specifica la sua capacità ma abbiamo notato una buona tenuta dello
stand-by (con una carica completa, il
tablet mantiene la carica per diversi
giorni), e in generale anche con una
giornata di assiduo utilizzo non ci
siamo mai ritrovati all’asciutto prima
del nostro rientro a casa. In questo
caso l’assenza di una connessione 3G
aiuta e non poco a ridurre i consumi
energetici.
Prezzo competitivo
con qualche compromesso
In sostanza il tablet Archos offre a un
prezzo competitivo uno schermo da
10.1 pollici e la cover magnetica con
la tastiera integrata. Lo schermo non
è sicuramente all’altezza di un retina
display o di quelli dei più evoluti tablet Android, ma svolge adeguatamente il suo compito. Le prestazioni
non sono male in termini di potenza,
ma abbiamo riscontrato un software
con ancora qualche problemino di
stabilità. In ogni caso chi cerca un tablet Android puro e vuole qualcosa di
più degli ultra economici prodotti da
7 pollici potrebbe dare una chance
alla proposta di Archos.
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