n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it p.1 EDITORIALE Windows RT e il rischio “Vista” Il mercato dell’informatica confida nell’arrivo di Windows 8. Il nuovo sistema operativo di Microsoft può effettivamente rappresentare una svolta in un settore che per la prima volta dopo anni segna il passo. Con Windows 8 il PC diventa “touch” e soprattutto armonizza la propria interfaccia con tablet, smartphone e console game. Da tempo Microsoft insiste infatti sul concetto della convergenza attorno a “tre schermi”: computer, smartphone e TV (grazie a XBox). E Windows 8 sembra la chiusura del cerchio: la stessa interfaccia, bella e originale, su PC, smartphone, tablet e su Xbox (dove cambierà la dashboard per assumere il look a “quadratoni”). Questo visto da fuori. Ma sotto la “pelle” comune dell’interfaccia Metro, si celano sistemi diversi e non sempre compatibili tra loro. Non ci stupiremmo se gli utenti potessero pensare che le app del Windows Store possano essere comuni e condivise almeno tra tablet (almeno quelli ARM) e smartphone: sulle altre piattaforme, iOS e Android, accade ma con Windows non è così. Ma la vera fonte di confusione potrebbe essere Windows RT: la versione per piattaforme ARM infatti, pur presentandosi identica a Windows 8 (che va su processori Intel), non è in grado di far girare i programmi Windows. Se non ci saranno opportune campagne informative sul punto di vendita, saranno in molti gli acquirenti a comperare i tablet Windows RT e a riportarli in negozio come malfunzionanti perché non permettono di far girare le vecchie applicazioni e tutte le utility scaricabili da Web. E, a norma di legge, avrebbero anche ragione: questi tablet, in mancanza di una chiara campagna informativa, possono essere considerati a buona ragione “non conformi” perché non fanno quello che l’utente può essere portato a credere. Vedere poi che sono già in circolazione i primi volantini che spacciano come “Windows 8” dei tablet Windows RT, fa pensare che sul trade non si sia fatto tutto il lavoro di informazione necessario per evitare di trasformare il nuovo sistema operativo da opportunità commerciale a boomerang da cliente insoddisfatto. Un argomento in più per i “gufi” che evocano il rischio “Vista” e la corsa ai downgrade. Peccato, visto che Windows 8, al di là della proposta confusa, funziona davvero bene. Gianfranco Giardina PEOPLE & MARKET / Difficile anche comunicare bene Windows RT Microsoft “tradisce” Win 7 Microsoft lancia Xbox Music solo per i nuovi Windows 8 e Windows Phone 8 La decisione è dolorosa: utenti Windows 7 non integrati nell’ecosistema di R. Pezzali I l battesimo di Windows 8 è previsto per il 26 ottobre ma ogni giorno che ci separa dal grande lancio viene sfruttato per il lancio di nuove periferiche, dispositivi, servizi e applicazioni che faranno da contorno al sistema operativo. Un esempio è Xbox Music, il nuovo servizio musicale che permette l’accesso a milioni di brani in streaming e gratuitamente per i primi sei mesi su Windows 8. Microsoft merita i complimenti per il servizio: sarà disponibile anche in Italia, sarà nativo su Windows Phone 8 e Windows 8 e ci saranno anche le app per Android e iOS. Tutti contenti, o quasi. I milioni di utenti Windows 7 e Phone 7 non avranno questo servizio e continueranno ad usare Zune Music a 9 euro al mese (stesso prezzo di Xbox Music). Il cerchio si chiude con Windows RT, il sistema operativo per tablet basati su processori ARM che è incompatibile sia con le applicazioni di Windows 8 che con quelle di Windows Phone 8. Una questione, quella dell’incompatibilità, che potrebbe trasformarsi in un boomerang. TV & VIDEO La parte del leone spetta ai libri ma non mancano fumetti, riviste e musica Ci saranno anche programmi Mediaset, mentre per i film c’è da attendere I 05 Mondadori entra nel mercato e-book 06 Amazon MP3 Store e Cloud Player in Italia 07 LTE in Italia: partenza con Vodafone il 30 ottobre? 08 Galaxy S III Mini Troppo mini e molto caro 12 McIntosh, ora è tutto italiano Kindle Fire senza segreti l 25 ottobre arriva in Italia il Kindle Fire, nelle due versioni “liscia” e HD, con schermo ad elevata definizione. Più che un tablet, il Fire è una finestra verso un mondo di contenuti a colori, un po’ come il Kindle è una finestra verso migliaia di libri in italiano accessibili in pochi click. “Contenuti”, una parola che in Italia spaventa soprattutto quando si toccano musica e film. Ecco perché abbiamo intervistato Alessio Santarelli, responsabile contenuti Kindle per sapere cosa sarà disponibile alla data di lancio, cosa ci sarà nei mesi successivi e cosa invece non vedremo sul Kindle ancora per un po’ di tempo. “La parte del leone per noi la fa sicuramente il libro: sull’e-book siamo mondialmente i leader e anche in Italia andiamo bene con oltre 29.000 e-book disponibili in italiano” ci rivela Santarelli ma per il giorno del lancio saranno disponibili fumetti (Diabolik, Corto Maltese, ecc), libri per bambini (Il Piccolo Principe, Geronimo Stilton, ecc) ma anche diversi libri di MOBILE PEOPLE & MARKET PEOPLE & MARKET / Intervista a Santarelli che svela i piani di R. Pezzali DDAY.it magazine 56 In questo fascicolo tra le altre cose... cucina perché “Il Fire è un tablet per tutti, dalla famiglia ai bambini all’uomo d’affari”. Non mancheranno anche riviste come Panorama e Grazia e quotidiani come La Stampa. Per quanto riguarda la musica Amazon lancia due servizi interessanti: MP3 Store e Cloud Player che consentono di comprare la musica una volta e ascoltarla ovunque, su ogni dispositivo e senza alcuna limitazione grazie all’assenza del DRM. “MP3 Store metterà a disposizione per l’acquisto milioni di tracce e contenuti digitali, che potranno essere poi spostati sul cloud per l’ascolto online in streaming o offline. L’intera offerta musicale di Amazon ci sarà in Italia il giorno del lancio del Kindle” ci svela Alessio Santarelli. Ma non è finita qui perché è in arrivo (22 novembre) anche Kindle PaperWhite in versione Wi-Fi e 3G, il modello più evoluto tra gli e-book reader della famiglia Kindle di Amazon. La vera novità è la presenza del sistema di illuminazione dello schermo per una comoda lettura notturna. La batteria arriva anche a 8 settimane di autonomia con circa 30 minuti di lettura serale. 13 LG: OLED dopo Natale ma arriva il 4K 84” Hi-FI & HOME THEATER 16 Clarion, ecco i primi diffusori digitali GAME & MOVIE 19 L’Agente 47 torna in Hitman: Absolution DIGITAL IMAGING 20 Smartphone meglio delle compatte del 2007 PC & MULTIMEDIA 21 Acer W700, il supertablet Core i3 a 799 $ TEST 24 TV Sharp 70LE838 26 Ultrabook Sony Vaio T13 27 Reflex Nikon D3200 29 Decoder TELE System TS6600HD 32 Tablet Archos 101 XS n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it p.2 people & market / Il lancio di Windows 8 e Phone 8 si avvicina ma l’ecosistema Microsoft non è così coeso L’ecosistema Windows 8 è già “inquinato” Dopo il no all’update di Windows Phone 7 ora la decisione di portare Xbox Music solo su Windows 8 e Windows Phone 8 Microsoft continua a scommettere solo sul nuovissimo Windows 8 ma la decisione è rischiosa e mostra qualche crepa di R. Pezzali W indows 8 sarà il sistema operativo definitivo, la base per il nuovo ecosistema Microsoft dove console, smartphone, tablet e computer si parlano e dialogano tra loro, con i dati sincronizzati anche nel cloud per accedervi da ogni device e in ogni situazione. Quello che Microsoft dipinge per il suo nuovo sistema operativo prossimo al lancio è un mondo praticamente perfetto, un paradiso felice dove tutto funziona alla perfezione e dove i problemi di incompatibilità sono solo un ricordo del passato (o del presente). Il battesimo di Windows 8 è previsto per il 26 ottobre ma il 15 è stato il giorno di Xbox Music, il servizio musicale che permette l’accesso a milioni di brani in streaming e in forma del tutto gratuita per i primi sei mesi su Windows 8. Microsoft merita i complimenti per il servizio: è disponibile anche in Italia, è nativo su Windows Phone 8 e Windows 8 e soprattutto ci sono anche le app per Android e iOS. Tutti contenti, o quasi. Microsoft ha infatti voltato le spalle ai milioni di utenti di Windows 7: Xbox Music non ci sarà su Windows 7 e neppure su Windows Phone 7. Una scelta, questa, che non è dettata però da problemi tecnici: i possessori di Windows Phone 7 infatti potranno continuare ad usare Zune Music e avranno accesso allo stesso identico database di brani al medesimo prezzo di Xbox Music, ovvero 9 euro al mese. Tuttavia chi userà Zune Music non potrà godere dei vantaggi della sincronizzazione delle playlist nel cloud e neppure del servizio “match” che verrà lanciato il prossimo anno. L’utente che ha in casa una Xbox 360, un Nokia Lumia 800 e un desktop con Windows sarà costretto ad aggiornare la Xbox passando così a Xbox Music e si troverà con un ecosistema inquinato dove due servizi quasi identici proposti dalla stessa azienda non parlano tra di loro. Non è chiaro al momento se l’abbonamento mensile sarà valido per entrambi: sarebbe paradossale dover pagare 10 euro per Zune Pass e 10 euro per Xbox Music. Una situazione, questa, simile a quella che si è creata quando Microsoft ha scelto di non aggiornare i dispositi- game & movie Xbox Music milioni di brani su Windows 8 Microsoft ha lanciato Xbox Music, il servizio di streaming audio con 30 milioni di brani. Su Xbox si paga mentre su Windows 8 è gratuito di R. Pezzali vi Windows Phone 7 al nuovo sistema tablet funziona solo ed esclusivamenoperativo. Una decisione che ha fatto te con applicazioni scaricate gratis o infuriare molti consumatori che hanno a pagamento dal Windows Store. Il acquistato un Nokia Lumia 710, 800 o paradiso perfetto di Microsoft non è 900 e si trovano dopo nemmeno un così perfetto: Microsoft con Windows anno con uno smartphone impoverito 8 porta sicuramente qualcosa di nuovo di alcuni servizi. Microsoft li aveva ras- ma l’ecosistema parte inquinato; anche sicurati: Windows Phone 7.8 avrebbe se la “spugna” del marketing ha cancelgarantito molte funzionalità del nuovo lato Windows 7 e Windows Phone 7 sistema operativo ma già con Xbox gli utenti non hanno certo dimenticaMusic abbiamo capito che alla fine gli to i prodotti che ancora oggi usano e utenti di Windows Phone 7 si dovranno che ancora oggi vengono venduti nei accontentare solo della nuova home negozi. Prodotti che poco si integrano con tiles dinamiche e poco più. Oltre il nel nuovo mondo Windows 8 non per danno la beffa: chi ha scelto Windows motivi tecnici ma per scelte puramente Phone non avrà Xbox Music ma per commerciali, anche perché basterebbe Android e iOS verrà fatta l’applicazione. poco per uniformare il tutto. Microsoft Il cerchio si chiude con Windows RT, il ha messo sul piatto di Windows 8 tutto sistema operativo per tablet basati su quello che aveva, dal nuovo sistema processori ARM che è incompatibile sia operativo mobile alla strategia tablet, con le applicazioni di Windows 8 sia con per passare dalle nuove soluzioni Smarle applicazioni di Windows Phone 8. tGlass alle soluzioni touch con desktop Una questione, quella dell’incompa- e notebook. Una scommessa che deve tibilità, che sta per trasformarsi in un vincere per restare in competizione con vero e proprio boomerang. Windows Apple e Google, che qualche giorno fa 8 e Windows RT non sono la stessa l’ha definita concorrente poco degna cosa. Ma chi lo spiega al consumatore? in quanto incapace di sfornare prodotti Sui volantini delle catene di elettro- allo stato dell’arte. nica iniziano ad apparire, infatti, le offerte per i tablet Windows RT, tuttavia in quasi tutti i casi vengono indicati come tablet Windows 8 e da nessuna parte, nemmeno in piccolo, viene spiegato che non è Windows 8 e Windows RT non sono la stessa cosa. possibile installare Ma chi lo spiega al consumatore se sembrano uguali applicazioni nore anche i volantini fanno confusione? mali e che questo Microsoft ha ufficializzato il lancio del nuovo servizio Xbox Music, il servizio che entra in diretta competizione con iTunes, Amazon e Spotify e che promette 30 milioni di canzoni in streaming da ascoltare con tutti i device del momento, dalle console, agli smartphone ai computer. I primi ad assaggiare il nuovo servizio saranno gli utenti di Xbox 360. Il servizio su console richiede però un abbonamento Live Gold e una sottoscrizione a Xbox Music Pass, un abbonamento che sostituisce l’attuale Zune Pass. Il prezzo è quello classico: 9,90 € al mese o 99 € all’anno, ai quali vanno aggiunti ovviamente i costi del Live Gold. Non mancherà però il mese di promozione gratuita per far assaggiare il servizio. Più interessante però l’offerta per Windows 8: il 26 ottobre, in concomitanza con il lancio del nuovo sistema operativo Microsoft, Xbox Music arriverà anche su tablet e desktop con Windows 8. E sarà totalmente gratuito, supportato dalla pubblicità. Questo vuol dire che sarà possibile ascoltare musica senza limiti (per i primi sei mesi) scaricando anche dei brani in locale e sincronizzandoli nel cloud per accedervi poi da tablet o da smartphone. Passati i primi sei mesi la musica sarà sempre gratis, ma ci sarà un limite di 10 ore al mese, che può essere eliminato però pagando l’abbonamento Premium. C’è spazio anche per gli smartphone: Xbox Music arriverà preinstallato su Windows Phone 8 (niente Windows Phone 7) e poi su iOS e su Android. Il servizio è ovviamente disponibile anche per l’Italia e si affianca a Feezy, l’unico servizio che al momento offre uno streaming gratuito anche se solo su PC e Mac. n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it PEOPLE & MARKET / Intervista a Alessio Santarelli, responsabile contenuti Kindle, che ci svela i piani di sviluppo per il futuro p.3 Kindle Fire senza segreti, ecco cosà ci sarà al lancio La parte del leone spetta ai libri ma non mancano fumetti, quotidiani, riviste e musica. Ci saranno i programmi Mediaset ma per i film occorre attendere di R. Pezzali I l 25 ottobre arriva in Italia il Kindle Fire, nelle due versioni “liscia” e HD, con schermo ad elevata definizione. Dopo il lancio del Kindle, Amazon ci prova ora con il tablet sperando di raccogliere lo stesso successo che sta avendo oltreoceano. Una sfida non facile: il Fire infatti più che un tablet è una finestra verso un mondo di contenuti a colori, un po’ come il Kindle è una finestra verso migliaia di libri in italiano accessibili in pochi clic. Contenuti, una parola che in Italia spaventa soprattutto quando si toccano musica e film. Ecco perché abbiamo intervistato Alessio Santarelli, responsabile contenuti Kindle, per sapere cosa sarà disponibile alla data di lancio, cosa ci sarà nei mesi successivi e cosa invece non vedremo sul Kindle per un po’ di tempo. DDay.it: Libri, riviste, applicazioni, musica e film: il Kindle è potenzialmente una miniera di contenuti. Miniera di carbone o miniera d’oro per l’Italia? Alessio Santarelli: “Per l’Italia il Kindle Fire è un prodotto nuovo, ma per fortuna non partiamo da zero. La parte del leone per noi la fa sicuramente il libro: sull’ebook siamo mondialmente i leader e anche in Italia andiamo bene con oltre 29.000 ebook disponibili in italiano. Dopo 9 mesi dal lancio, lo scorso anno, abbiamo aggiunto alla library ben 12.000 libri, segno che siamo davvero attivi lato contenuti. Certo, l’ebook è in bianco e nero e ora con il Fire si apre un mondo di colori. E tutto in alta definizione”. DDay.it: Dal libro ci spostiamo quindi alla rivista... AS: “Non proprio alla rivista, ma ad un mondo nuovo di contenuti diversificati. Abbiamo messo in cima alle priorità tre tipi di contenuti che possono sfruttare al meglio le potenzialità dei nuovi tablet: fumetti, libri per bambini e libri di cucina.” DDay.it: Contenuti comunque già presenti su altri tablet. AS: “È vero, però Kindle offre un’esperienza di fruizione unica. Grazie al nuovo formato Kindle Format 8 (KF8) siamo infatti in grado di valorizzare questi contenuti agevolando la lettura. E grazie al cloud segnalibri e note vengono sincronizzati in ogni istante su tutti i device. I fumetti, ad esempio, non si sfogliano più a pagina ma vignetta per vignetta, in modo automatico, per una lettura più semplice e immediata.” DDay.it: Cosa sarà disponibile al Day One? AS: “Il 25 ottobre avremo Diabolik, Corto Maltese, i fumetti di Star Wars e altri titoli, ma stiamo lavorando giorno per giorno con l’obiettivo di aggiungere nuovi contenuti in un’ottica natalizia. Ci saranno poi libri per bambini, non semplici libri da leggere come sul Kindle in bianco e nero ma libri a colori a forte valore didattico grazie anche ai popup: avremo Il Piccolo Principe, Geronimo Stilton, Saramago e altro ancora.” DDay.it: Il Kindle Fire è un tablet dedicato anche alla famiglia? AS: “Il Fire è un tablet per tutti, dalla famiglia ai bambini all’uomo d’affari. Fin da subito saranno disponibili i più noti libri di cucina dai Menù di Benedetta alle Ricette di casa Clerici, Giallo Zafferano e altri ancora. I libri sono la nostra forza, non mancherà nulla.” DDay.it: Se invece diciamo riviste e quotidiani? AS: “Abbiamo stretto una partnership con Mondadori e avremo la versione digitale di Panorama e Grazia, alle quali vanno aggiunte anche tutte le grandi riviste internazionali. Avremo anche i quotidiani: La Stampa sicuramente e anche uno dei più grandi giornali italiani del quale però ancora non posso svelare il nome, ma lo saprete presto”. DDay.it: La musica è un terreno difficile in Italia per servizi innovativi come quelli di Amazon. MP3 Store e Cloud Player arriveranno in tempo? AS: “Sì, entrambi stanno già funzionando su smartphone e tablet Android, iPhone, iPod touch, Mac e PC. MP3 Store metterà a disposizione per l’acquisto milioni di tracce e contenuti digitali, che potranno essere poi spostati sul cloud per l’ascolto online in streaming o offline. L’intera offerta musicale di Amazon ci sarà in Italia il giorno del lancio del Kindle.” DDay.it: Amazon ha profondamente modificato Android per realizzare il Fire, pertanto non c’è lo store di Google per le applicazioni, Play. C’è però il vostro App Store, che negli States è completissimo. AS: “Con il Kindle Fire, così come con ogni altro smartphone Android, si può accedere ad App-shop, il nostro store di applicazioni. Abbiamo già migliaia di app italiane e internazionali, molte delle quali sono già state ottimizzate per la risoluzione HD del tablet. Su App-shop abbiamo le applicazioni Android più note e soprattutto ogni giorno un’applicazione solitamente a pagamento viene offerta gratuitamente. I consumatori possono aspettarsi Cut the Rope, Angry Birds, Meteo.it, Gambero Rosso, Video Mediaset, Giallo Zafferano, La7, TGCOM 24 e tanto altro ancora. Il concetto su cui vogliamo insistere è che non ti diamo solo il miglior tablet al miglior prezzo ma che diamo anche servizi. Jeff Bezos nel corso del lancio dei nuovi prodotti l’ha detto chiaramente: Amazon non vuole guadagnare sul tablet, ma sui contenuti. Con i nostri servizi si può leggere un ebook sullo smartphone, interrompere la lettura e proseguire sul PC o sul tablet. E la stessa cosa vale per i giochi e per la musica nel cloud. Non dimentichiamoci infine il customer care, che è uno dei nostri punti di forza.” DDay.it: Abbiamo lasciato per ultima la parte video: film e serie TV sono il fiore all’occhiello del Fire negli States. AS: “Oltreoceano il tablet c’è da oltre un anno e ci vorrà del tempo per replicare lo stesso lavoro. Amazon Italia sta facendo uno sforzo enorme per sviluppare i contenuti. La parte ‘video’ al momento è rappresentata dai contenuti che arrivano tramite le applicazioni presenti, come ad esempio quella di Mediaset che offre con i suoi programmi e le repliche delle trasmissioni.” DDay.it: Niente serie TV e film on demand quindi... AS: “Instant Video, le serie TV e gli altri servizi sono un mondo a divenire. Ci lavoreremo, ma sono passi da fare un po’ per volta.” n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it MOBILE / Il CEO di Apple costretto a un “mea culpa” dopo la fine dell’accordo con Google Tim Cook chiede scusa per “Mappe” Mentre l’azienda è all’opera per risolvere il problema, Cook consiglia persino di usare le web app di Google e Nokia di P. Centofanti con Google (Google Maps compariva già nel primissimo iPhone), e visto il deteriorarsi dei rapporti tra le due aziende, Apple ha deciso di riscrivere da zero e in proprio l’applicazione, aggiungendo il navigatore turn-by-turn. Cook non si ferma però alle scuse e al rassicurare che le mappe di Apple miglioreranno col passare del tempo, ma arriva persino a consigliare ai propri clienti applicazioni alternative, comprese le web app di Google e Nokia: “Mentre miglioriamo Maps, potete provare altre alternative scaricandole dall’App Store, come Bing, MapQuest e Waze, oppure utilizzare le mappe di Google o Nokia andando sui loro siti web e creando un’icona sulla vostra home screen”. MOBILE Avrà 5” di diagonale e 443 pixel per pollice: sarà il nuovo riferimento Windows Phone 8 ha finalmente una data, il 29 ottobre. Tre giorni dopo il lancio di Windows 8, la divisione mobile di Microsoft toglierà ufficialmente i veli a San Francisco all’ottava release di Windows Phone. Gli smartphone sono pronti da tempo: Samsung, HTC e Nokia stanno preparando le campagne di lancio per i nuovi e colorati telefoni che i consumatori attendono da tempo. Windows Phone 8 è la grande incognita di questo fine 2012: alle 10 main feature svelate nel corso della preview di giugno mancano ancora tante piccole novità che Microsoft ha voluto tenere nascoste fino all’ultimo istante, il 29 ottobre appunto. Nokia ha già annunciato che i nuovi Lumia arriveranno in Italia a metà novembre, Samsung e HTC potrebbero invece anticipare i tempi con un lancio contemporaneo alla presentazione. Display 5’’ 1080p da Sharp A rriva il Full HD anche sugli smartphone. Sharp ha annunciato di aver iniziato la prima produzione di schermi da 5” con risoluzione Full HD destinati ai nuovi dispositivi mobili che verranno lanciati nel 2013. La risoluzione di 1.920 x 1.080 “spalmata” su 5” di diagonale permette agli smartphone di raggiungere l’incredibile risoluzione di 443 ppi, forse eccessiva per un dispositivo portatile. Sharp non Windows Phone 8 litiga con le vecchie applicazioni di R. Pezzali MOBILE / Sharp annuncia un innovativo display per smartphone di P. Centofanti MOBILE Windows Phone 8 offre la retro-compatibilità con le attuali app di Windows Phone 7. Ma il funzionamento potrebbe non essere impeccabile, anzi... D opo una settimana di critiche feroci (più che altro da parte di clienti e stampa americana), Apple rilascia un comunicato ufficiale per tramite dello stesso CEO Tim Cook. Una vera e propria lettera di scuse ai propri clienti che non ha precendenti nella storia di Apple: “In Apple, ci impegnamo a produrre prodotti di prima classe che offrano la migliore esperienza possibile ai nostri clienti. Con il lancio la scorsa settimana della nuova applicazione Maps, non abbiamo mantenuto questo impegno”. Un’ammissione chiara e senza ambiguità di aver realizzato un prodotto al di sotto dei propri standard. Tra le righe della lettera di Cook emerge quanto era trapelato negli ultimi giorni relativamente al rapporto con Google: Apple voleva le funzionalità di navigazione che Google Maps offre da tempo su Android, ma non essendo incluse nell’accordo iniziale p.4 ha però utilizzato la tecnologia IGZO ma la nuova CG Silicon, che porta in dote un nuovo disegno dei pixel e un processo produttivo che permette di ridurre gli scarti quando si lavora con pixel di queste dimensioni. Questi nuovi schermi da 5”, infatti, hanno la stessa risoluzione di un TV. La prima produzione è iniziata queste settimane nello stabilimento 3 della fabbrica di Mie, e se tutto andrà bene tra una settimana partirà la produzione di massa per consegnare i pannelli ai produttori di smartphone. Windows Phone 8 arriva il 29 ottobre Windows Phone 8 è in ritardo: i nuovi Lumia arriveranno infatti solo tra molti giorni e ancora non si è visto sul mercato uno smartphone con il nuovo sistema operativo mobile. La situazione è abbastanza preoccupante, anche perché quando usciranno i terminali il rischio di avere a disposizione pochissime applicazioni è concreto. Microsoft infatti non ha ancora rilasciato l’SDK di Windows Phone 8 a tutti gli sviluppatori e le applicazioni native al lancio saranno davvero poche. Purtroppo, da quanto si apprende in questi giorni non si può fare nemmeno affidamento sulle applicazioni già esistenti: in una prima fase infatti Microsoft aveva annunciato che Windows Phone 8 sarebbe stato in grado di far girare correttamente tutte le applicazioni di Windows Phone 7 e 7.5, tuttavia Cliff Simpkins, product Manager Microsoft di Windows Phone, ha recentemente aggiustato il tiro. Secondo Simpkins, infatti, Windows Phone 8 è studiato per far girare le app di Windows Phone 7, tuttavia in molti casi si rendono necessari piccoli aggiustamenti di codice. Abbiamo avuto modo di parlare anche con alcuni addetti ai lavori (che hanno già in mano i nuovi smartphone con Windows Phone 8), e questi ci hanno confermato che non tutte le vecchie app funzionano; inoltre, alcune app formalmente compatibili, poi in realtà non funzionano in modo soddisfacente. Microsoft partirà quindi da zero, o quasi: ci saranno un po’ di app disponibili ma il grosso arriverà solo quando gli sviluppatori potranno mettere mano all’ambiente di sviluppo. Vedremo cosa capiterà a fine mese... n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it MOBILE / Mondadori si imbarca nell’avventura digitale e contrasta, di fatto, il predominio di Amazon Mondadori entra nel mercato e-book L’azienda porta in Italia l’e-book reader Kobo e svariati contenuti: oltre 60.000 libri in italiano, metà dei quali gratuiti di R. Pezzali S catta ufficialmente la corsa all’ebook in Italia: Mondadori infatti è scesa in campo con i nuovi e-book reader prodotti da Kobo e il nuovo store online con 60.000 titoli in italiano, 30.000 dei quali gratuiti. L’obiettivo è abbattere il predominio di Amazon, offrendo un’alternativa “open” con un reader di qualità a un costo accessibile. In un primo momento infatti Mondadori venderà il Kobo Touch a 99 euro, ma a breve arriveranno anche il Kobo Glo (illuminato per leggere di notte) e il Kobo Mini, rispettivamente a 129 euro e a 79 euro. “In uno scenario tecnologico in costante evoluzione, che sta trasformando il mondo della lettura e della distribuzione, l’arrivo degli eReader Kobo ci permette di diffondere il nostro patrimonio di contenuti di qualità ad un pubblico ancora più ampio” ha dichiarato Maurizio Costa, Vice Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Mondadori. “La sfida digitale è quella di saper raggiungere i propri clienti attraverso tutti i canali disponibili - dal fisico all’online - offrendo i propri contenuti sul maggior numero di piattaforme. L’approccio originale di Mondadori mette a fattor comune le nostre risorse sul piano editoriale, della nostra rete di librerie e del sistema di servizi online”, ha concluso MOBILE Nokia Lumia 510 “quasi” ufficiale Continuano ad arrivare dal web notizie del Nokia Lumia 510, Windows Phone di cui ormai si sa quasi tutto: processore da 800 MHz, fotocamera da 5 Megapixel, display da 4’’ e sistema operativo Microsoft in versione 7.5. Il dispositivo sarà probabilmente proposto al pubblico ad un prezzo molto competitivo: 149 dollari. La disponibilità è prevista per inizio 2013, ma sotto questo punto di vista ci sono meno conferme e in molti credono che il dispositivo possa arrivare anche prima. Si attende l’ufficialità da parte di Nokia. p.5 MOBILE 3 Italia sposa il dual SIM con NGM 3 Italia sarà il primo operatore a offrire a catalogo due smartphone dual SIM di NGM per usare contemporaneamente 3 e un altro operatore in 2G di M. Dalli Costa. “La lettura digitale sta crescendo velocemente anche in Europa e, pur in una fase ancora iniziale di apprezzamento dell’e-book, i lettori italiani si aspettano soluzioni di eReader di alta qualità e semplicità come quelle che può offrire Kobo” - ha sottolineato Mike Serbinis, Chief Executive Officer di Kobo. “Grazie alla partnership con Mondadori offriremo infatti ai consumatori italiani un nuovo e straordinario modo di leggere”. Per il lancio dei nuovi reader ci sarà anche una promozione speciale che consente di scaricare gratuitamente 3 e-book a scelta da una selezione di 9 tra i maggior best seller del momento: Sveva Casati Modignani, Léonie; Michael Connelly, Il respiro del drago; Pierre Dukan, La dieta Dukan; Sebastian Fitzek, Il cacciatore di occhi; Ken Follett, L’inverno del mondo; Anna Guglielmi, Il linguaggio segreto del volto; Murakami Haruki, 1Q84; Walter Isaacson, Steve Jobs; E.L. James, Cinquanta sfumature di grigio. Gli e-book reader Kobo sono acquistabili nei 350 punti vendita Mondadori presenti nelle città italiane e sul nuovo sito www.inMondadori.it, punto di accesso anche a tutto il catalogo digitale. I libri saranno acquistabili direttamente dal reader, senza passare da un computer. Altro punto di forza di questa soluzione è l’assenza di un DRM: i libri saranno firmati con i dati dell’acquirente per scongiurare la diffusione sul web, tuttavia sarà possibile trasferire un libro acquistato su diversi dispositivi senza limiti, per permettere la lettura oltre che sull’ebook reader anche su tablet, smartphone e computer. MOBILE Nexus 4: lo fa LG e arriva il 29 ottobre Sempre più insistenti le indiscrezioni sul Nexus 4 di Google di V. R. Barassi Dovrebbe essere questo il prossimo Nexus 4, googlefonino che dalle parti di Mountain View hanno deciso di far produrre a LG. L’ufficialità non è ancora arrivata ma, secondo Le Figaro, lo smartphone sarà presentato il 29 ottobre. Dal web arrivano già benchmark e specifiche: il processore sarà un Quallcom Snapdragon S4 Pro da 1.5GHz, il display avrà risoluzione di 1280x768 pixel e diagonale da 4.7 pollici mentre la fotocamera posteriore dovrebbe essere da 13 megapixel. Nelle prossime settimane si saprà sicuramente di più su questo dispositivo con sistema operativo Android 4.1 Jelly Bean; il lancio è atteso per metà novembre, giusto in tempo per affrontare “con calma” tutto il periodo pre-natalizio. 3 Italia sarà il primo operatore mobile a offrire, nel proprio listino, un telefono dual SIM. L’offerta arriva grazie all’accordo con NGM e prevede due telefoni in esclusiva, Vanity Smart e Orion. Il primo, dedicato espressamente a un target femminile, offre un display multitouch da 3.2 pollici e una colorazione bianca con elementi Swarovski incastonati nel pulsante centrale e accanto alla fotocamera posteriore da 5 Megapixel. Orion è invece dedicato a un target più maschile o unisex, con una colorazione nera, fotocamera da 3 Megapixel e display multitouch da 3.5 pollici. Entrambi sono basati sul sistema operativo Android 2.3 e offrono connettività HSPA, Wi-Fi e Bluetooth. La doppia SIM può essere sfruttata per i servizi 3G sulla SIM principale, per voce e SMS (in 2G) sulla SIM secondaria. Vanity Smart può essere acquistato a costo 0 con Scegli 10 Ricaricabile, che vincola l’utente a una ricarica minima di 10 euro al mese per 30 mesi, ricarica che può poi essere usata per qualsiasi servizio. NGM Orion sarà invece disponibile con Smartphone Pack, a 90 euro, con 180 euro di traffico incluso. L’offerta è alquanto interessante perché, per la prima volta, un operatore si apre con un proprio prodotto anche a operatori concorrenti. Una proposta che farà sicuramente gola a chi ha più di un numero di telefono, peccato solo non poter sfruttare entrambe le SIM in 3G. n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it MOBILE / Amazon porta in Italia due servizi interessanti dedicati agli appassionati di musica Amazon MP3 Store e Cloud Player in Italia Il servizio, per Android, iOS, Mac o PC, permette di acquistare e ascoltare ovunque la propria musica preferita A audio già presenti nelle librerie musicali di iTunes e Windows Media Player e per tutti i brani per i quali trova una corrispondenza rende disponibile una versione a 256 Kbps nel cloud. Cloud Player può essere scaricato qui. “Milioni di clienti negli Stati Uniti stanno già utilizzando Amazon MP3 per acquistare e ascoltare musica sui propri dispositivi preferiti, tra i quali anche Kindle Fire HD, Kindle Fire, telefoni e tablet Android, iPhone, iPod touch, Mac o PC. Siamo entusiasti di poter offrire lo stesso livello di praticità anche ai clienti che acquistano musica in Italia”, afferma Greg Greeley, Vice President Amazon EU Retail. “Con il lancio di MP3 Store e di Cloud Player in Italia, i clienti hanno ora l’opportunità di acquistare e ascoltare ovunque la propria musica, archiviandola in un unico luogo, senza la necessità di costanti aggiornamenti software, utilizzo di dischi esterni o cavi per trasferirla e gestirla”. Cloud Player è disponibile in due versioni, gratuita e Premium. Con la versione gratuita si possono archiviare fino a 250 brani dal proprio PC o Mac senza alcun costo, mentre quella Premium costa 24.99 euro all’anno e permette di archiviare fino a 250.000 brani. Gli MP3 acquistati su Amazon non vengono conteggiati ai fini delle soglie di 250 o 250.000 brani. “Il lancio del negozio di download digitale di Amazon per il download di musica” - ha detto Enzo Mazza, Presidente di FIMI-Confindustria - “è una nuova pietra miliare nell’evoluzione del mercato italiano della musica digitale. La presenza di un importante player come Amazon nel settore del Mobile, in rapida affermazione anche in Italia, permetterà di espandere l’offerta di musica digitale che oggi rappresenta il 30% dei ricavi del settore musicale e ha grandi prospettive di sviluppo”. Cloud Player è disponibile per tutte le maggiori piattaforme. Google Street View ritorna su iPhone È meno rapida e scattante rispetto alla versione presente nell’app “nativa”, ma si usa nel medesimo modo G oogle ha aggiornato la web app di Google Maps in modo tale da aggiungere la funzionalità Street View. Una delle funzioni più popolari della “fu” applicazione Google Maps di iOS, Street View, era scomparso da iPhone e iPad con il rilascio di iOS 6 e la sostituzione della app di Google con Apple Maps. Per quanto sia affascinante la modalità 3D Flyover realizzata da Apple, Street View ha sempre avuto una maggiore utilità pratica, specie quando si tratta di fare un TomTom Navigation disponibile per Android di E. Villa MOBILE / Google ha aggiunto Street View alla web app per i browser e i dispositivi mobile, iOS incluso di R. Pezzali MOBILE L’interfaccia è la solita, rispetto a iOS manca solo l’integrazione con FourSquare. Ma parrebbe che diversi terminali Android non siano compatibili di R. Pezzali mazon lancia in Italia il suo servizio musicale: si può comprare la musica una volta e ascoltarla ovunque, su ogni dispositivo e senza alcuna limitazione grazie all’assenza del DRM. L’arrivo di MP3 Store e Cloud Player è ovviamente propedeutico al lancio del nuovo Kindle Fire, tuttavia MP3 Store e Cloud Player funzionano fin da subito senza problemi su smartphone e tablet Android, iPhone, iPod touch, Mac o PC. MP3 Store è un negozio di musica, unisce il catalogo delle più importanti case discografiche come Universal Music, Sony Music, Warner Music ed EMI a quello di centinaia di etichette indipendenti presenti in Italia e nel resto del mondo. Il prezzo per la maggior parte dei brani è di 0,99 €, mentre gli album partono da 5,99 €. MP3 Store è raggiungibile a questo indirizzo. Amazon Cloud Player, dal canto suo, è un’altra novità attinente alla sfera musicale. Anche se i brani acquistati si possono riprodurre con iTunes, Windows Media Player e altri lettori multimediali, Cloud Player è particolare perché permette ai clienti di archiviare la musica su Cloud e di riprodurla da qualsiasi dispositivo in streaming, con eventuale download in locale delle playlist. Grazie alla tecnologia “Scan & Match”, Cloud Player analizza le tracce p.6 sopralluogo virtuale sui luoghi di maggiore interesse. Street View è ora disponibile tramite il browser mobile, almeno per i luoghi segnalati sulle mappe di Google o per i risultati di ricerca. Cliccando sull’icona dell’omino in basso a destra, si aprirà una seconda finestra con il contenuto Street View navigabile con le dita nel modo in cui si era abituati con l’app nativa (per quanto quest’ultima fosse nettamente più performante). Per chi sentiva la mancanza di questa funzionalità, è sicuramente una buona notizia. Non ce l’hanno fatta ad anticipare le vacanze estive, ma ora il navigatore TomTom è finalmente disponibile per gli utenti Android. Le caratteristiche di punta sono sostanzialmente le stesse della versione iOS: TomTom è un navigatore offline che si installa nella memoria del telefono (richiede >2 GB di spazio libero) e quindi, rispetto a servizi “online” come Google Maps Navigation o Mappe di Apple, non richiede scaricamenti di dati durante la navigazione (ottimo quando si è all’estero, ad esempio). Non manca il supporto vocale in svariate lingue e, soprattutto, gli aggiornamenti gratuiti a vita, cosa quanto mai gradita in un prodotto come questo. Per quanto concerne i prezzi, troviamo la versione completa a 59,99 €, quella dell’Europa occidentale a 44,99 € e quella dell’Italia a 34,99 €; gli unici dubbi sono relativi al fattore compatibilità: alcuni terminali Android di fascia alta parrebbero attualmente esclusi, e tra questi figurano elementi di spicco come il Galaxy Nexus, il Samsung Galaxy S III e l’HTC One X, ma ovviamente la situazione è in continuo divenire. Vi terremo aggiornati... n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it MOBILE / La tecnologia mobile di quarta generazione potrebbe arrivare in Italia (ben) prima del previsto: già a fine mese p.7 LTE in Italia: partenza con Vodafone il 30 ottobre? Potrebbero essere Milano e Roma le prime due città italiane a partire entro fine mese con la telefonia di quarta generazione firmata Vodafone di M. Dalli D opo tanta attesa, sembra che anche in Italia l’LTE sia finalmente pronto a partire. I servizi di telefonia di quarta generazione vedono in pole position 3 Italia, che ha annunciato il lancio entro fine anno, ma ancora di più Vodafone, che potrebbe partire addirittura il 30 ottobre, tra poco meno di un mese. A rivelarlo è il sito bitBACON, che riporta quanto detto a una convention dell’operatore britannico tenutasi a Palermo; Vodafone, dal canto suo, non conferma la notizia, anche se ci è stato detto che “i tempi sono maturi”, quindi potremmo avere grosse novità in tal senso nel giro di qualche settimana. Se le rivelazioni di bitBACON dovessero rivelarsi corrette, le prime due città a partire sarebbero Milano e Roma, a cui farebbero seguito nel corso dei mesi successivi anche altri importanti capoluoghi. L’attivazione della rete LTE è però soggetta a varie condizioni: oltre al “ritorno” dell’investimento, misurabile in termine di utenti che adottano il servizio, cosa che avviene più facilmente nei grossi centri abitati con un elevato grado di alfabetizzazione informatica e un reddito medio elevato, perché l’LTE abbia davvero un senso i suoi ripetitori devono essere raggiunti da connessioni a larghissima banda, per gestire le alte velocità della rete 4G. Da qui la scelta delle due più grandi città italiane. Per la prima fase, comunque, verrebbero riutilizzate per l’LTE alcune frequenze “2G” a 1.800 MHz, dal momento che quelle più pregiate (ma anche più critiche) a 800 MHz non sono ancora state liberate dalla TV. Questa scelta renderebbe tra l’altro compatibile il nuovo iPhone 5, che nella versione europea supporta proprio questa frequenza. Sempre secondo quanto riportato da bitBACON, alla convention sarebbe stato anche annunciato un misterioso tablet ASUS con Windows 8, che sarebbe disponi- bile al lancio della rete (30 ottobre) a 20 euro al mese con l’abbonamento. A giudicare dall’attuale listino Vodafone, e considerando il costo che potrebbe avere un simile tablet sul mercato libero, il prezzo indicato potrebbe riguardare il solo terminale, lasciando fuori quindi la parte dati. Restiamo alla finestra per capire esattamente come si evolverà la situazione. Se però la data dovesse essere davvero il 30 ottobre, l’annuncio potrebbe arrivare nel giro di qualche settimana. Stay tuned. MOBILE / In attesa della conferma sul lancio di LTE in Italia, ecco i due tablet candidati a “provare” la super-velocità 4G Asus VivoTab RT e iPad mini: i due “LTE-tab” per l’Italia? Oltre all’iPhone 5 arriveranno anche i tablet Asus Windows 8 e Android. Attenzione, però, alla sorpresa iPad mini: le date, infatti, coincidono di R. Pezzali P arrebbe quanto meno prossimo l’inizio dell’era LTE, come segnalato in questa stessa pagina (vedi news sopra). Si tratta, in sostanza, di una mossa a sorpresa che permette all’utenza business delle due principali città italiane (Roma e Milano) di godere subito della super velocità “mobile”. I primi dispositivi a poter trarre vantaggio da questa super velocità, oltre all’iPhone 5 già sul mercato, dovrebbero essere i nuovi tablet Asus con Windows RT, i VivoTab RT. Asus ha presentato questi tablet con processore ARM all’IFA di Berlino, tuttavia AT&T ha annunciato la disponibilità della versione LTE del VivoTab RT per la sua rete mobile. VivoTab RT è basato sul processore Tegra 3 di NVIDIA, processore disponibile anche in versione Tegra 3+ con modem NVIDIA Icera 410 multibanda: AT&T sceglierà proprio questa versione, ed è probabile che sarà la scelta fatta anche da Asus per l’evento del 30 ottobre opportunamente configurato per le bande europee: 800, 1800 e 2600 MHz. Abbiamo contattato Asus, che non ci ha potuto confermare nulla di più di quanto detto da Vodafone; in questo modo, però, l’azienda ha confermato indirettamente che ci saranno sia l’LTE che il tablet. La scelta di Windows 8 non è casuale: inizialmente i pacchetti LTE saranno proposti all’utenza business e Windows 8, con la suite Office a bordo, rappresenta da questo punto di vista una garanzia migliore di Android. Ricordiamo che Asus ha già presentato un altro dispositivo LTE, il Transformer Pad TF300TL, con lo stesso processore alla base del VivoTab RT ma basato su Android. C’è però un’altra notizia che a prima vista può sfuggire, ed è proprio la data, il 30 ottobre, stesso giorno scelto da Everything Everywhere per il lancio dell’LTE in Inghilterra. Una scelta di date che può essere casuale ma può anche nascondere altro, ovvero l’arrivo per il 30 ottobre (casualmente un martedì) del nuovo iPad mini, anche lui ovviamente compatibile LTE come l’iPhone 5. Ricordiamo infatti che l’iPad 3, anche se denominato iPad 4G, non funziona con le frequenze LTE del nostro paese. Il “Wall Street Journal” ha riportato ieri la notizia che è partita la mass production del nuovo piccolo tablet Apple, anche se pare che ci sia qualche difficoltà con alcuni componenti, soprattutto con la scocca in alluminio anodizzato nero, troppo delicato per un prodotto di questo tipo. In ogni caso, sembra ormai sicuro: a fine ottobre Vodafone porterà l’LTE in Italia a Roma e Milano, e insieme a Vodafone ci sarà anche Asus. Ma noi vogliamo osare, e 10 euro sulla coppia iPad mini e VivoTab RT li puntiamo volentieri. n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it MOBILE / Samsung ha presentato l’ultimo smartphone della famosa gamma Galaxy: S III Mini Galaxy S III Mini. Troppo mini e molto caro Funzioni e design ricordano il Galaxy S III, ma l’hardware delude. Samsung ha fissato il prezzo a 449 euro G iù i veli dal nuovo Galaxy S III Mini, e come si temeva non è proprio una versione ridotta del Galaxy S III. Lo smartphone di punta di Samsung perde peso, ha uno schermo più piccolo ma perde anche “appeal” per un processore “solo” dual core e una fotocamera da 5 Megapixel. Samsung cavalca l’onda di successo dell’S III e ne sfrutta il design vincente abbinato a Jelly Bean e alle soluzioni software innovative lanciate con il suo top di gamma, ma il dubbio che manchi qualcosa resta. La scelta di usare un AMOLED da 4” è vincente: troppi sono gli smartpho- WhatsApp l’incubo degli operatori mobili? di M. Dalli ne di fascia alta nel segmento da 4” in su, e sarebbe stato bello poter vedere un vero competitor dell’iPhone 5 nella fascia da 4”, soprattutto ora che entrambi possono puntare su un formato di schermo 16:9. Con la sua risoluzione di solo 800 x 480 pixel, il processore dual core da 1 GHz e la fotocamera da 5 Megapixel, il nuovo Mini all’iPhone 5 fa solo il solletico, anche se si posiziona senz’altro più in basso. Nonostante i dubbi presenti alla vigilia, Samsung infatti ha comunicato un prezzo di listino ufficiale di ben 449 euro, cosa che suscita qualche perplessità poichè Samsung avrebbe potuto spingersi un po’ di più privilegiando alcuni aspetti, come la fotocamera, che appaiono fortemente limitati rispetto al fratello più grande. Per chi vuole approfondire le caratteristiche dello smartphone, qui a fianco riportiamo le specifiche tecniche complete (ma attenzione, nella scheda è stato riportato un errore, poichè la memoria RAM del telefono è da 1 GB). MOBILE MOBILE / Kindle Paperwhite sarà disponibile dal 22 novembre Il governo britannico ha stanziato più di 11 milioni di sterline per finanziare una partnership tra la University of Surrey e un consorzio di industrie per studiare i servizi di telefonia mobile di quinta generazione. Il centro di ricerca che nascerà vedrà anche la collaborazione dei leader mondiali dell’industria, tra cui Huawei, Samsung, Telefonica, Fujitsu, Rohde-Schwarz e AIRCOM International, i quali verseranno ulteriori 24 milioni di sterline. Il 5G Centre fornirà tutte le risorse per testare le nuove tecnologie, anche se non è ancora chiaro quali reali benefici porteranno, al di là dell’ovvio aumento di velocità. Due i modelli, quello Wi-Fi a 129 euro e la versione 3G a 189 euro La Gran Bretagna pensa già al 5G MOBILE Uno studio di Ovum ha quantificato in 54 miliardi di dollari i mancati introiti degli operatori telefonici nel 2016 a causa dei sistemi di messaggistica istantanea di R.Pezzali Le caratteristiche tecniche complete: click per ingrandire p.8 Paperwhite arriva in Italia di R. Pezzali K indle Paperwhite arriva anche in Italia: Amazon inizierà le spedizioni il 22 novembre per i due modelli, quello Wi-Fi (129 euro) e quello 3G (189 euro). Paperwhite è il modello più evoluto tra gli ebook reader della famiglia Kindle di Amazon: ha un nuovo schermo ad elevata risoluzione con il 62% di pixel in più (212 ppi) e un contrasto migliorato del 25%. La vera novità però, rispetto agli altri Kindle, è la presenza del sistema di illuminazione dello schermo che consente la lettura notturna senza fatica, grazie ad un particolare sistema di retroilluminazione a microprismi. Nessun problema però per la durata della batteria: Paperwhite arriva anche a 8 settimane di autonomia con 30 minuti di lettura serale, più che sufficienti anche per le esigenze dei lettori più appassionati. Spesso solo 9 mm e leggerissimo, 213 grammi, il Kindle Paperwhite è stato migliorato anche nel software con l’aggiunta di nuove funzioni. La versione 3G, come per gli altri ebook Kindle, ha connettività wireless gratuita offerta da Amazon per scaricare libri anche in assenza di access point e di rete Wi-Fi. Una delle maggiori fonti di ricavo per gli operatori telefonici mobili sono gli SMS, ma questo trend non durerà ancora a lungo. Secondo una ricerca di Ovum, infatti, nel 2016 i programmi di messaggistica istantanea “costeranno” agli operatori la bellezza di 54 miliardi di dollari a livello mondiale sotto forma di mancati introiti. Sono cifre sicuramente impressionanti, ma ci sorgono alcuni dubbi. WhatsApp e “compagni” (i vari Google Talk per Android, iMessage per iPhone e BBM per BlackBerry) sono sicuramente degli strumenti sempre più usati e che spostano le abitudini dei consumatori lontano dagli SMS. D’altro canto, però, chi usa questi servizi ha tipicamente un piano dati, che all’operatore telefonico garantisce un buon introito “fisso”. C’è anche da dire che, dal momento che i messaggi istantanei sono gratuiti, spesso si tende a inviarne più del necessario, mentre con gli SMS si va più al risparmio. Ultimo, ma non meno importante, i costi degli SMS al pubblico sono ben diversi dal reale costo del servizio, prova ne sia il fatto che inviare un SMS dall’estero costa meno che dall’Italia. Più che “mancati introiti” sarebbe quindi più giusto parlare della fine di un periodo di vacche grasse. Servizi facili e a costo quasi zero non permetteranno più grossi introiti per gli operatori, che dovranno giocoforza spostare la loro attenzione verso qualcos’altro. E, forse, i servizi RCS-e su cui le telco stanno puntando non sono il cavallo vincente: quando arriveranno, forse nel 2014, sarà probabilmente ormai troppo tardi. n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it MOBILE / I due colossi starebbero lavorando a un tablet da 10 pollici con display da 299 ppi Samsung e Google pronti per l’anti-iPad? Si potrebbe chiamare Nexus 10 ed entrerebbe in diretta concorrenza con l’iPad “regolare” (non mini) di Apple di V. R. Barassi M entre tutto il mondo sta aspettando con ansia il nuovo iPad mini, Google e Samsung starebbero pensando di attaccare il mercato proponendo - entro il primo trimestre del 2013 - un tablet da 10 pollici da mettere in diretta concorrenza con l’iPad “standard” di Apple. Il noto analista di mercato Richard Shim di NPD DisplaySearch, parlando a CNET, ha assicurato di aver ottenuto queste indiscrezioni da un suo contatto molto vicino alle vicende di Samsung. Dopo aver affidato la costruzione del Nexus 7 ad ASUS, per il Nexus 10 (questo con altissima probabilità sarà in nome del prodotto finale) Google avrebbe deciso di puntare sull’azienda coreana; non si conoscono i motivi di tale scelta ma quel che sembra certo è che il Nexus 10 sarà dotato di un sistema operativo MOBILE Un nuovo iPad all’orizzonte? Che all’orizzonte ci sia un iPad mini sembra ormai certo, ma qualcosa di diverso bolle già in pentola dalle parti di Cupertino se è vero che nei log degli sviluppatori comincia a comparire un nuovo sconosciuto modello di iPad, dotato di processore con lo stesso set di istruzioni dell’A6 dell’iPhone 5. Il nuovo dispositivo si presenta nei log come iPad 3.6, dove l’iPad mini dovrebbe avere codice identificativo 2.5 o 2.6, e l’attuale iPad di terza generazione 3.1, 3.2 o 3.3 a seconda della configurazione. Ciò lascerebbe supporre che si tratti di una nuova versione aggiornata dell’attuale iPad con un processore più potente e non un prodotto completamente rivisto che dovrebbe chiamarsi qualcosa del tipo 4.1. Non è da escludere che con l’uscita dell’iPad mini, Apple abbia intenzione di uniformare l’aspetto della gamma iPad, con un nuovo modello da 9.7 pollici ma con connettore Lighting e magari peso e spessore ridotti. Android 4.1 Jelly Bean e monterà un display ad altissima risoluzione, ben 2.560x1.600 pixel e capace quindi di garantire una densità di pixel pari a 299 ppi, risultato superiore anche al display Retina montato dall’attuale iPad di Apple, fermo a 264 ppi. Se le indiscrezioni risultassero alla fine veritiere, nel periodo compreso tra marzo e aprile 2013 ci troveremmo dinanzi a un bel confronto tra titani: Nexus 10 sarà all’altezza del prossimo iPad “regolare” (di cui già si inizia a parlare)? p.9 MOBILE Lightning crackato: arriva la prima “copia” Ci è voluto meno tempo del previsto: il nuovo cavo Lightning di Apple è già stato clonato. E dalla Cina iniziano ad arrivare le prime “copie” di V. R. Barassi MOBILE / Xperia Tablet S potrebbe non essere waterproof Tablet S allergico all’acqua Sony ammette e rimedia È un problema di assemblaggio: parte il programma di controllo gratuito di V. R. Barassi B rutte notizie per tutti coloro che hanno acquistato il nuovo Xperia Tablet S: alcuni lotti di produzione soffrono di un difetto e Sony ha deciso di controllare tutti gli esemplari venduti al fine di risolvere il problema. In concomitanza con questo annuncio, Sony ha anche dichiarato di aver temporaneamente sospeso la produzione del tablet; questa riprenderà solamente quando si troverà una soluzione all’altezza per arginare la problematica. Dalle prime dichiarazioni del colosso giapponese, pare che il problema risieda essenzialmente in un difetto di assemblaggio relativo ad un particolare punto tra la scocca e il display; ci sarebbe dello “spazio vuoto” tra i due componenti e, potenzialmente, anche una sola goccia d’acqua potrebbe mettere a rischio la funzionalità del prodotto. Se avete acquistato il tablet in oggetto vi consigliamo di portarlo il prima possibile nel più vicino centro assistenza Sony; la campagna di richiamo, ovviamente, è totalmente gratuita e Sony ha già assicurato che i tempi di riparazione non saranno così lunghi come ci si può attendere. Inoltre, Sony ha aggiornato la pagina ufficiale del prodotto italiano, e si tratta di un numero ridotto di dispositivi che vanno ricontrollati dai centri di assistenza. Nessun problema però se si tiene il tablet lontano dall’acqua. Il nuovo connettore proprietario Lightning che ha accompagnato il lancio di iPhone 5 ha saputo spaventare un po’ tutti: la sua apparente complessità data dalla presenza di un particolare chip integrato aveva fatto pensare ad un qualcosa di molto difficile da “imitare”, ma evidentemente il cavo non è poi così complicato come Apple ha voluto far credere. Dalla Cina, infatti, arriva il primo “cavo clonato” che, secondo quanto afferma chi lo produce, è uguale in tutto e per tutto al corrispettivo originale ma per funzionare effettua una specie di bypass del chip, anche qui presente (ed è lo stesso che utilizza Apple). Si tratta di una soluzione sicuramente efficiente a garantire il funzionamento del cavo, ma al momento permangono alcuni dubbi sull’effettiva qualità del connettore clonato: pare infatti che il chip installato da Apple serva ad assegnare dinamicamente i pin, al fine di “ordinare” i dati e di evitare spiacevoli cortocircuiti a monte e a valle. iPhone5Mod, per dimostrare l’effettiva veridicità delle proprie dichiarazioni, ha già messo in commercio un cavo clonato: il cavo (dotato anche di illuminazione) costa 19 dollari ed è acquistabile anche in abbinamento con una pratica dock (Apple al momento non vende questo accessorio) anch’essa offerta a 19 dollari. Chissà come la prenderanno Tim Cook e soci. n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it MOBILE / Smartphone e tablet sono spesso “i giocattoli” preferiti dei nostri figli. Come proteggerli? Smart Pet, il peluche proteggi Hi-Tech È un peluche dotato di tasca frontale in cui inserire il tablet o lo smartphone, con pellicola sensibile al touch di M.C. Candiago “I nativi digitali” smanettano sempre più volentieri e con molta confidenza su tablet e smartphone, facilitati e stimolati “dalle magie” del touchscreen. Questa dimestichezza con le tecnologie dei bambini, se da un lato è apprezzabile (per non dire comoda, in certi casi, quando fa le veci di un compagno di giochi o di un baby sitter stimolante e creativo), dall’altro può creare nel genitore una certa ansia che il prezioso iPad vada in mille pezzi o si sporchi di cioccolato. Le soluzioni sono due: o non diamo il tablet ai nostri figli, o lo mettiamo nello Smart Pet! Smart Pet è il simpatico peluche ideato da G&BL che evita spiacevoli conseguenze del gioco dei vostri bimbi con smartphone o tablet, come cadute, sporcizia o graffi: il peluche è dotato di tasca frontale in cui inserire il dispositivo, e attraverso la pellicola sensibile al touch il bambino può interagire con l’apparecchio e guardare cartoni animati, giocare, ascoltare musica, ecc… Una cintura regolabile e un gancio di plastica renderanno l’uso facile anche in viaggio, posizionando il peluche sui sedili posteriori dell’auto. Acquistando il pupazzo MOBILE MOBILE / L’e-book reader con schermo 5”più economico in assoluto Bookeen lancia l’e-book “luminoso” Bookeen ha annunciato il suo nuovo lettore Cybook Odyssey HD FrontLight che, dietro a un nome che sembra non finire mai, cela in realtà due interessanti caratteristiche. Lo schermo è infatti un e-Ink Pearl con risoluzione di 1.024x768 pixel, che uniti alla diagonale da 6 pollici, portano la risoluzione a 213 PPI. La seconda caratteristica è l’illuminazione dello schermo, realizzata da FrontLight, che consente così di leggere anche al buio. Lo schermo è touch con tecnologia capacitiva. Per questo dispositivo, Bookeen ha rinnovato anche l’interfaccia grafica, portandola ad alta risoluzione per sfruttare meglio lo schermo HD. Nuovo è anche il reflow dei PDF. Il Cybook Odyssey HD FrontLight pesa meno rispetto al suo predecessore, 180 grammi contro 195 grammi. Arriverà in versione Wi-Fi a novembre; prezzi e altre caratteristiche rimangono però ignote. p.10 MOBILE Sharp, il primo smartphone con display IGZO L’azienda giapponese presenta il primo smartphone dotato di display IGZO da 4.9 pollici; non arriverà mai in Italia ma potrebbe “dare respiro” a Sharp di V. R. Barassi - disponibile in vari colori e animaletti e in due formati, uno per tablet e uno per smartphone, - si potranno scaricare giochi e varie applicazioni dal Free App Store, per intrattenere i vostri bambini. Naturalmente, senza che voi stiate in pensiero per il vostro “arsenale smart”. Txtr Beagle, e-book da 9 € È tedesco e per comprarlo bastano 9.90 euro. Non sembra neppure brutto di R. Pezzali G li e-book reader non costano più cari come un tempo, e ora con meno di 100 euro si può tranquillamente acquistare un modello di punta. C’è chi però ancora non crede nella carta elettronica, preferisce sentire l’odore della cellulosa e le pagine scorrere sotto i polpastrelli. Txtr, un noto e-book store europeo con titoli anche in italiano, ha presentato alla fiera del libro di Francoforte, Beagle, un e-book reader che costa solo 9.90 €. Un prezzo stracciato, grazie al quale tutti potranno provare almeno una volta nella vita un reader elettronico. Con uno schermo da 5” 800 x 600 e-ink (niente LCD), Beagle è spesso solo 5 mm e pesa 128 grammi, si alimenta con due batterie AAA inserite nella parte bassa e non ha né touch né Wi-Fi. La memoria interna per i libri, non espandibile, è da 4 GB e c’è anche il Bluetooth per trasferire gli e-book con una app per smartphone. Cosa chiedere di più per 10 euro? Nonostante la crisi, Sharp non ha smesso di proporre idee interessanti e fa piacere vedere come la tecnologia IGZO si sia finalmente affacciata sul mercato. Sharp, infatti, ha presentato Aquos Phone Zeta SH-02E, dispositivo che, sebbene non arriverà mai in Italia, offre un assaggio della nuova tecnologia. Oltre al gigantesco display IGZO da 4.9 pollici da 300 ppi (ma la tecnologia può spingersi fino ad oltre 500 ppi) il dispositivo è dotato di processore Snapdragon S4 Pro quad-core da 1.5 GHz con grafica Adreno 320; la fotocamera è da 16 megapixel mentre il sistema operativo è Android 4.0 Ice Cream Sandwich. I ragazzi di “The Verge” hanno avuto l’opportunità di provarlo, confermando quanto di buono già si diceva su questi display: oltre all’indiscutibile qualità superiore rispetto ai classici LCD (li abbiamo visti dal vivo anche noi, sono davvero spettacolari), IGZO garantisce una risposta al tocco assolutamente unica e - secondo Sharp - migliore di qualsiasi altra esperienza d’uso. Il consumo di batteria è del 25% inferiore sia in stand-by che a piena luminosità (sempre paragonando questo IGZO a un display LCD di pari dimensioni), fattore questo che inciderà non poco sulla durata della batteria del dispositivo. Insomma: niente male davvero. Powered by music Se ami la musica, ascoltala con le PRO Disponibile in WHITE BLACK BLUE Disponibile in BLACK WHITE Disponibile in BLUE BLACK L'esperienza del suono professionale, ovunque tu sia. Le cuffie della serie PRO permettono di vivere tutta l'intensità della musica con qualsiasi genere, dal Rock all' Hip Hop, dal Latin Jazz al Delta Blues. Il meglio per la tua musica, sempre con te. it.yamaha.com n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it people & market Vodafone lancia Smart Pass per telefoni NFC Dopo aver lanciato la carta di credito Smart Pass, Vodafone si appresta a fare il passo più ovvio, ma anche quello più atteso: integrarla negli smartphone NFC. Sta per partire a Milano la sperimentazione del nuovo servizio Smart Pass NFC, che consente di utilizzare la tecnologia NFC per effettuare pagamenti o acquisti di servizi direttamente dallo smartphone in modalità contactless, ovvero appoggiando il telefono al POS abilitato. Smart Pass NFC, che è stato sviluppato in collaborazione con CartaSì e Mastercard, avrà bisogno di uno smartphone dotato di tecnologia NFC e di una SIM al cui interno verrà integrata la carta Vodafone Smart Pass. I clienti che partecipano alla sperimentazione possono fare acquisti contactless presso gli oltre 10.000 POS già abilitati al servizio Mastercard PayPass, che si prevede cresceranno a oltre 150.000 entro la fine del 2013. Dopo la fase di sperimentazione, il servizio vedrà la luce nel corso del 2013. people & market 100 milioni di euro per lo startup di Deezer Nuova linfa per il servizio di streaming Deezer: secondo “Le Figaro”, lo startup avrebbe ricevuto un finanziamento di 100 milioni di euro dal fondo Access Industries, capitanato da Len Blavatnik. Il fondo è lo stesso che, nel 2011, ha sborsato 1,3 miliardi di dollari per acquisire Warner Music. Questo finanziamento, che non dovrebbe far uscire Orange da Deezer, consentirà al servizio di streaming di espandersi sempre più a livello internazionale, in una competizione sempre più accesa con Spotify. Fa sorridere come sia proprio Warner a buttarsi a capofitto in una società di streaming, seppure tramite un fondo, dal momento che per anni è stata la più restia a cedere le licenze per lo streaming. Un cambio di idea per non soccombere in un’epoca sempre più 2.0? PEOPLE & MARKET / Un affare da almeno 50-100 milioni di dollari McIntosh, ora è tutto italiano La società vicentina Fine Sounds ha acquisito lo storico marchio McIntosh people & market Nuova vita alle batterie grazie alla matematica Un algoritmo elaborato dai ricercatori dell’Università di San Diego permetterebbe alle batterie al litio di durare di più e di caricarsi più in fretta di V. R. Barassi N onostante il nome dell’azienda possa far pensare alla ben più nota società della mela con sede a Cupertino, qui non si farà accenno a smartphone, tablet o computer. McIntosh è una storica azienda americana nata nel 1949 dall’idea del suo fondatore Frank McIntosh che da allora inziò a creare prodotti che col tempo si sarebbero imposti come veri e propri punti di riferimento per il settore Hi-Fi. Ogni prodotto McIntosh è assemblato a mano nei laboratori di Binghamton (nello stato di New York); gli altissimi standard qualitativi dell’azienda hanno reso famoso il brand in ogni parte del mondo e oggi non possiamo proprio non “festeggiare” alla notizia dell’acquisizione del marchio stesso da parte di Fine Sounds S.p.a., azienda vicentina già in possesso di Sonus Faber, Audio Research Corporation, p.12 di V. R. Barassi Wadia Digital e Sumiko. Non sono stati diramati i dettagli dell’operazione ma l’acquisizione è totale e, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Fine Sounds avrebbe versato a D+M Group (dal 2003 proprietaria di McIntosh) una cifra tra i 50 e i 100 milioni di dollari. Con questa notevole operazione l’azienda italiana si impone ancor più a livello mondiale; il bel suono è sempre più “made in Italy”. people & market Fraunhofer porta gli infrarossi a 1 Gbps Un ricetrasmettitore grande quanto l’unghia di un bambino Si può implementare su larga scala se IDA accetterà il lavoro di M. Dalli Chi ha cavalcato la rivoluzione digitale alla fine degli anni ’90 sicuramente ricorderà la “gloriosa” connessione a infrarossi, che consentiva di sincronizzare due dispositivi tra loro semplicemente mettendoli uno di fronte all’altro. Solo per scambiarsi un biglietto da visita elettronico, però, ci voleva una quantità di tempo molto elevata, anche paragonata ad altre connessioni dell’epoca. Ora però Frank Deicke, un ricercatore del Fraunhofer Institute di Dresda, ha realizzato un ricetrasmettitore a infrarossi capace di raggiungere la ragguardevole capacità di 1 Gbps; il tutto con un sistema grande quanto l’unghia di un bambino, quindi adatto all’implementazione all’interno di sistemi mobili. Questa tecnologia, secondo Deicke, promette già di scalare fino a 3 Gbps e, con un po’ di lavoro, si dovrebbe poter arrivare anche a 10 Gbps. Resta ora da vedere se la Infrared Data Association accetterà il suo lavoro come standard, perché solo così potrà essere implementato su larga scala. Sempre, ovviamente, che altre tecnologie (come Bluetooth o NFC) non dimostrino prima la loro superiorità, facendo di fatto calare per sempre il sipario sull’IR. La stragrande maggioranza dei dispositivi portatili oggi in commercio monta batterie al litio; in linea generale, un dispositivo con una batteria più grande è in grado di garantire una maggiore autonomia mentre uno dotato di un modello più piccolo non è ugualmente capace di offrire la stessa efficacia. A livello mondiale ci sono diversi scienziati che stanno provando ad immaginare le batterie del futuro, ma nonostante le molte idee per parecchi anni ancora ci dovremo “accontentare” delle normali batterie al litio. Se queste avranno un’efficacia migliore lo si dovrà a un team di ricercatori dell’Università di San Diego che, attraverso un comunicato ufficiale, hanno annunciato di aver elaborato un nuovo algoritmo in grado di migliorare sensibilmente le “prestazioni” dell’attuale tecnologia. Con questa nuova idea, le batterie attuali sarebbero in grado di durare di più, di caricarsi due volte più velocemente rispetto alle tempistiche odierne e, per quanto concerne la produzione, costerebbero anche il 25% in meno. Bosch e Cobasys, due colossi del settore, hanno stretto rapporti con l’Università di San Diego e stanno già provando a lavorare su questo nuovo algoritmo. Lo studio è stato possibile grazie allo stanziamento di 9.6 milioni di dollari del Dipartimento dell’Energia (USA) e dell’ARPA-E; il Professor Miroslav Krstic e il suo team della Jacobs School of Engineering dell’Università di San Diego hanno beneficiato di “soli” 460.000 dollari, cifra senz’altro irrisoria se si pensa a tutti i benefici che potrà portare questa nuova “scoperta”. n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it TV & VIDEO / Il TV OLED LG non sarà disponibile quest’anno, la sua introduzione slitta al 2013 LG: OLED dopo Natale ma arriva il 4K 84” Gli appassionati si possono consolare con l’LM9600: 84 pollici 3D in vendita a 14.999 euro, occhiali inclusi di R. Pezzali B abbo Natale non porta l’OLED LG: atteso per fine anno, il prodotto top di gamma dell’azienda Coreana slitta ancora. Mostrato per la prima volta al CES di Las Vegas, l’LM9600 torna a Las Vegas nel 2013 per un nuovo lancio, un anno dopo. LG ha infatti deciso, e ce lo ha comunicato ufficialmente, di rinviare il prodotto al prossimo anno e di inserire in line up al suo posto il megaschermo 4K 3D 84LM9600 con pannello LCD da 3840 x 2160, che sarà quindi visibile nei principali store durante il periodo natalizio, insieme al nuovo Sony BRAVIA KD-84X9005, anche lui 4K da 84 “. Il TV LG LM9600 sarà in vendita a 14.999 euro, un prezzo di listino sicuramente elevato, ma nemmeno troppo se pensiamo che altre proposte 4K costano anche più di 20.000 euro e che comunque si tratta di uno schermo da ben 84”. Una vera primizia tecnologica, che al momento tv & video BeoVision 11 la prima Smart TV di B&O Presentata la prima Smart TV di B&O: tre tagli di schermo, sistema audio digitale di elevatissima qualità e un cassettino realizzato per ospitare una Apple TV di R. Pezzali non potrà essere sfruttata a pieno per mancanza di contenuti adeguati ma che compensa in parte le problematiche del 4K con lo schermo gigante e il 3D. Anche perché, è bene ricordarlo, partendo da un pannello con questa risoluzione, le immagini in 3D, anche se polarizzato, hanno risoluzione HD piena per ogni occhio. Tornando all’OLED, ancora nessuna novità invece per l’ES9500 Samsung, anche lui è atteso per fine anno: al momento non è nota la data di lancio e nemmeno il prezzo. TV & VIDEO / Sharp doterà i TV di un nuovo tipo di vetro che elimina i riflessi, chiamato Moth Eye L’occhio della falena, per TV senza riflessi Il filtro ha una struttura interna a microprismi e riflette la luce in modo casuale. Possibili benefici anche per il contrasto di R. Pezzali C ’era una volta il Gorilla Glass: sottile, ultra resistente e leggero. Purtroppo sappiamo tutti che uno dei grandi difetti del Gorilla Glass sono i riflessi: basta una fonte di luce alle spalle per vedere riflessa la nostra immagine sullo schermo. Sharp ha presentato al Ceatec una soluzione denominata Moth Eye, simile a quella già adottata da Philips per le sue TV serie 9000. L’obiettivo del filtro Moth Eye, prodotto dalla Dai Nippon Printing Co Ltd, è eliminare ogni tipo di riflesso grazie a una struttura interna di microprismi invisibili che riflettono la luce in modo totalmente casuale. La struttura, e quindi il nome, deriva proprio dall’occhio della falena, composta da tanti piccoli pinnacoli. Sharp ha parlato solo di totale annullamento dei riflessi, tuttavia l’utilizzo di questa pellicola dovrebbe portare anche a benefici sotto il profilo del contrasto. Anche se il nome è lo stesso, si tratta p.13 di una struttura leggermente diversa da quella utilizzata e brevettata da Philips, più rivolta al miglioramento del contrasto che alla riduzione dei riflessi.Il nuovo filtro verrà usato sui TV del prossimo anno, e a giudicare dalle foto che arrivano dal Giappone (a sinistra nella foto qui accanto il vetro con Moth Eye) i risultati ci sono, e sono davvero molto buoni. B&O ha lanciato i suoi primi modelli di Smart TV: la nuova serie BeoVision 1, disponibile in tre dimensioni dello schermo, da 40”, 46” e 55”. Questi TV, come sempre, sfoggiano il tipico design della casa danese, elegantissimo e raffinato con uso di materiali di altissimo livello per giustificare anche un costo che appare decisamente elevato. La tecnologia utilizzata è LCD con pannello Edge Led a 200 Hz, 3D e con un nuovo processore interno che permette di accedere al mondo della Connected TV, da Facebook a Twitter a YouTube. BeoVision 11 è un TV completissimo: dispone di Wi-FI, presa Ethernet, DLNA, tuner doppio per il PVR e un Hard Disk interno da 500 GB per le registrazioni. Curatissimo anche il reparto audio: il TV è equipaggiato con sei altoparlanti (tre per canale, tweeter, midrange e woofer) pilotati ognuno da un amplificatore digitale da 32 Watt in classe D. Decisamente curiosa la scelta di aggiungere all’interno del cabinet un apposito slot per ospitare una Apple TV. Come sempre, purtroppo, le proposte B&O non sono certo tra le più economiche: il prezzo della nuova serie Beo BeoVision 11 parte da 6.000 euro. n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it TV & VIDEO / Secondo una ricerca di IHS iSuppli i TV 4K non supereranno l’1% del mercato nel 2017 Il 4K è solo un passaggio verso l’OLED Prezzi alti e pochi contenuti mettono in dubbio il successo del 4K, destinato ad essere un prodotto di transizione di M. Dalli I l 4K divide gli utenti: c’è chi lo trova un’esperienza di visione straordinaria e chi, invece, lo trova inutile. Spacca anche l’industria, apparentemente, dal momento che dopo i toni trionfali, firmati Credit Suisse (news qui sotto) arriva una brusca frenata da parte di iSuppli. L’istituto ha infatti pubblicato una ricerca in cui prevede che, nel 2017, il mercato dei TV 4K non supererà l’1%, a poco più di 2 milioni di unità vendute. Un bel passo avanti rispetto alle 4mila unità previste per il 2012, ma troppo poco per diventare un formato significativo. Secondo Tom Morrod, direttore della ricerca, il motivo è presto detto: “Se avete una TV da 60 pollici o maggiore e la usate per guardare contenuti con risoluzione di 3.840x2.160 pixel, allora le TV 4K hanno senso. Tuttavia solo pochi contenuti sono disponibili in 4K. Nel frattempo, a causa dei prezzi elevati e di altri problemi, il mercato dei TV di grande formato, da 60 pol- tv & video Chimei lancia il 4K low cost In arrivo anche pannelli 39” Chimei Innolux si prepara a produrre uno schermo 4K da 39” Nel frattempo sono già pronti i pannelli da 50” e 65” 4K per i primi TV di R. Pezzali lici in su, è molto ristretto, solo 1,5% del mercato nel 2012. Per molta gente, poi, il 1080p è più che sufficiente. Questi fattori, combinati coi prezzi elevatissimi dei TV 4K, faranno sì che questo formato resterà confinato un numero limitato di utenti facoltosi”. D’altro canto, fa notare sempre Morrod, i 4K potrebbero essere solamen- te un prodotto di transizione verso gli OLED. Questi ultimi infatti faticano a trovare la via della produzione e così i vari produttori puntano tutto sul 4K in attesa di sgarbugliare la matassa OLED, vuoi perché i prezzi sono ancora troppo alti (LG e Samsung), vuoi perché la produzione non è ancora pronta. TV & VIDEO / Credit Suisse in un report afferma che entro il 2017 arriveranno 135 canali Ultra HD Oltre 100 canali 4K Ultra HD entro il 2017 I primi programmi potrebbero debuttare sul satellite già dall’anno prossimo, la crescita sarà più rapida dell’HD di M. Dalli A breve sul mercato arriveranno i primi TV 4K ma i contenuti ancora latitano. Già a partire dal 2013, però, potrebbero vedere la luce i primi canali TV in Ultra High Definition, con risoluzione di 3.840x2.160 pixel (pari a una fotocamera da 8 Megapixel). A profetizzarlo è Credit Suisse, che in un report agli investitori ha annunciato che il numero di canali è destinato a salire ulteriormente negli anni successivi, passando dai 5 canali del primo anno fino ad arrivare a 135 entro il 2017. Ovviamente si tratta di stime ma secondo la banca di investimenti svizzera la diffusione dell’UHDTV dovrebbe essere più rapida dell’HD, dal momento che tutte le trasmissioni ormai sono già in tecnica digitale e il ciclo di vita di un TV è passato da 10 a 6 anni, favorendo così un p.14 ricambio più veloce. Sempre secondo Credit Suisse, infine, l’espansione dei servizi Ultra HD sarà una buona notizia per gli operatori satellitari, che vedranno così aumentare la richiesta di banda. Sarà davvero così? Gli svizzeri sono passati alla storia per la loro precisione, speriamo che anche questa volta siano in grado di tenere fede al loro buon nome. Tra i TV di formato medio sono comparsi da qualche tempo alcuni modelli con pannello da 39”, un taglio decisamente incosueto rispetto alle misure solite a cui siamo abituati. A produrre questi schermi è Chimei Innolux, uno dei più grossi produttori di pannelli di Taiwan. Gli schermi da 39” stanno avendo un grande successo e nel 2013 Chimei pensa di alzare la produzione per arrivare a produrre 1 milione di pannelli in questo formato ogni mese. Oltre a questi, Chimei sta lavorando anche per incrementare la produzione dei 50”, altro taglio tipico dei plasma che arriva ora su qualche LCD low cost. Ma la grande novità è il 4K: da Taiwan infatti stanno arrivando i pannelli con risoluzione quadrupla rispetto all’HD in grandi quantità e a prezzi decisamente abbordabili: Chimei ha già iniziato a spedire le prime forniture di 50” e 65” 4K ai maggiori produttori e se nel 2013 vedremo modelli di TV con questo formato molto probabilmente i pannelli arriveranno proprio da qui. Ma non solo: presto sarà avviata anche una piccola produzione di 39” a 4K, anche questa destinata ad un produttore di TV che proporrà un modello a inizio anno. n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it HI-FI & HOME THEATER / Nella gamma Fidelio arriva anche un’elegante e versatile soundbar Philips Fidelio HTB9150, soundbar tuttofare L’apparecchio in realtà è un sistema completo che integra lettore Blu-ray, Smart TV, radio Web e anche Wi-Fi D YouTube sul TV si controlla con lo smartphone di E. Villa FM e il subwoofer attivo separato. La linea elegante e rifinita in alluminio si presta ad abbinamenti con TV oltre i 40 pollici e può essere anche applicata a parete. Come altre sorgenti è possibile avere l’audio del TV tramite cavo HDMI con ARC, ingresso analogico stereo, ingresso digitale ottico e dock per iPhone opzionale. Dal punto di vista tecnico da segnalare i sei altoparlanti da 6 cm, due utilizzati per i canali frontali e quattro per gli effetti surround, pilotati da una potenza di 2 x 60 Watt + 4 x 90 Watt (con distorsione dichiarata del 30%!); per il subwoofer altoparlante da 13 cm con potenza di 120 Watt: totale 600 Watt! HI-FI & HOME THEATER / Un nuovo “gioiello” fa sognare gli appassionati del marchio danese B&O BeoPlay A9, AirPlay e 480W per ricchi Ha un design avveniristico, controlli tramite gesture, potenza e connettività ai massimi livelli, prezzo da 1.999 euro di R. Pezzali I deato dal designer Øivind Alexander Slaatto, BeoPlay A9 è certamente un gran bell’oggetto da collezione che moltissimi facoltosi appassionati del suono cercheranno di non farsi mancare nel salotto di casa. Si tratta di un sistema di speaker all’avanguardia caratterizzato da un design che ricorda quello di un’antenna parabolica (ma può essere posizionato anche sulle pareti) e capace di erogare ben 480 Watt di potenza. All’interno di questo strano dispositivo troviamo un woofer da 8” e 160W, due midrange da 3” e 80W l’uno e due tweeter da ¾ di pollice anch’essi da 80W per pezzo. Ogni singolo componente è “guidato” da un amplificatore digitale di classe D, caratteristica questa che, aggiunta all’Adaptive Bass Linearisation (che armonizza i bassi al fine di renderli fedeli per ogni angolo di ascolto), as- tv & video Interessante aggiornamento a YouTube Leanback, con cui Google perfeziona la fruizione di YouTube sul TV di casa Nuova interfaccia e controllo via smartphone di R. Faggiano efinirla semplicemente soundbar è riduttivo, solo la forma è quella del tipico diffusore per TV. La nuova HTB9150 di Philips (999 euro) fa tutto da sola e ha bisogno solo del televisore o di un videoproiettore per erogare tutte le sue prestazioni. In un mobile largo 97 cm e profondo appena 87 mm troviamo: lettore Blu-ray con caricamento motorizzato dall’alto, compatibilità con dischi 3D e conversione da 2D a 3D, collegamento Wi-Fi, funzioni Smart TV Plus come sui TV Philips top di gamma, app gratuita SimplyShare per iOS e Android che permette di gestire i contenuti multimediali disponibili e controllare tutte le funzioni, telecomando, decoder Dolby e DTS, circuito AmbiSound per migliorare gli effetti surround, presa USB per riproduzione musicale da chiavette e da iPhone, radio web, radio p.15 sicura prestazioni e qualità di riproduzione superiore alla media. Oltre al tasto di accensione/spegnimento, sulla cornice del prodotto è presente un sensore attraverso il quale è possibile regolare il volume: muovendo la mano in senso orario in prossimità del sensore si alzerà il volume mentre muovendola in senso antiorario si provvederà a diminuirlo. La connettività è ai massimi livelli: AirPlay, client DLNA, porta Ethernet, USB e jack da 3.5mm. Tutto questo “ben di Dio” e il design esclusivo si pagano però caro: BeoPlay A9 sarà acquistabile a partire dal mese di novembre a 1.999€. Ecco un bel video promozionale che mostra le fasi della costruzione. Abbiamo già parlato del programma YouTube Leanback, che racchiude una nuova interfaccia e una modalità di fruizione ottimizzata per chi guarda YouTube tramite il proprio Smart TV. La parola d’ordine, ovviamente, è semplificare: nessun “campo” dove inserire le ricerche, nessuna piccola colonna laterale, tutto il quadro è occupato da grosse preview dei video, che partono in HD (dove disponibile) e a tutto schermo. L’interfaccia si controlla tramite tastiera (esistono anche dei tasti già associati, come S per search e G per Home), ma è possibile sostituirla in tutto e per tutto col telecomando, visto che la stragrande maggioranza delle azioni si controlla con i tasti cursore. Ma la novità più interessante è senz’altro la possibilità di trasformare lo smartphone in un telecomando per la YouTube TV: la procedura, spiegata all’indirizzo youtube.com/ pair, permette di effettuare via web il pairing tra smartphone e TV e, in questo modo, di utilizzare uno per controllare l’altro. In pratica si lascerebbe libero tutto lo schermo del TV per riprodurre i filmati, mentre tutte le opzioni di ricerca, i canali, e la configurazione viene effettuata via smartphone. n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it HI-FI & HOME THEATER Arriva UE Smart Radio, addio Squeezebox Il nuovo sistema non è compatibile con Squeezebox, Logitech darà la possibilità di aggiornare il firmware delle Squeezebox per trasformarle in UE Smart Radio di M. Dalli Con il lancio all’IFA di UE Smart Radio, Logitech ha inaugurato un nuovo filone di prodotti; UE Smart Radio è infatti una Squeezebox Radio con firmware diverso. L’arrivo di un dispositivo con server e protocollo nuovi ha sancito però la fine dell’ecosistema Squeezebox: chi negli anni ha costruito un impianto basandosi su questi dispositivi non potrà aggiornarlo o sostituire i diffusori con nuovi modelli, pena l’incompatibilità con i dispositivi già installati. I “vecchi” Squeezebox potranno convivere con le nuove UE Smart Radio, rimanendo due mondi separati, tutto l’opposto di quello che il brand Squeezebox ha significato finora. Da Logitech è però arrivato un gesto d’altruismo: il produttore americano tra qualche mese darà la possibilità di aggiornare il firmware delle Squeezebox Radio per farle diventare UE Smart Radio. Un gesto utile per chi si è da poco avvicinato al mondo Squeezebox con una Radio, ma quasi inutile per chi ha un sistema complesso con vecchi modelli. L’aggiornamento, infatti, impedirebbe di sincronizzare la Radio con gli altri dispositivi e richiederebbe un server separato. Resta da chiarire se l’aggiornamento sarà gratuito o a pagamento: noi propendiamo per la prima soluzione. Logitech ha dichiarato che continuerà a fornire supporto e assistenza per gli attuali prodotti. HI-FI & HOME THEATER / Clarion presenta al CEATEC un sistema con tecnologia DNote p.16 Clarion, ecco i primi diffusori digitali Il nuovo sistema audio utilizza una catena completamente digitale che offre alta potenza e che dimezza i consumi di P. Centofanti I nstallare un potente sistema audio nella proria auto, senza dover ricorrere a batterie aggiuntive. Questo l’obiettivo del sistema 01DRIVE presentato da Clarion, il primo basato sulla tecnologia Dnote di Trigence Semiconductor. La novità sta nel fatto che invece di utilizzare un amplificatore analogico o in Classe D, che comunque funzionano con normali diffusori, l’impianto mostrato da Clarion al CEATEC di Tokyo utilizza dei veri e propri altoparlanti digitali. In pratica il sistema è composto da un DSP che elabora il segnale digitale con un oversamplig a 256x e invia più segnali paralleli a 11 MHz, sempre nel dominio digitale, per pilotare dei diffusori con altoporlanti a multipla bobina. In pratica la conversione digitale/ analogica viene effettuata dal diffusore stesso. I benefici di questa tecnologia risiederebbero nel basso voltaggio necessario per il pilotaggio e in una grande efficienza di trasduzione del segnale audio. Clarion dichiara un consumo pari a 1/8 della potenza richiesta da un sistema audio di pari prestazioni. Il sistema car stereo, sarà disponibile in Giappone da dicembre. Sempre a fine anno Clarion lancerà anche un diffusore digitale portatile per lettori audio, sempre appartenente alla gamma 01DRIVE e basato su tecnologia Dnote. In questo caso l’altoparlante digitale è pilotato con tre segnali digitali paralleli con frequenza di campionamento a 11 MHz. L’altoparlante si collega alla sorgente in Bluetooth e garantisce fino a 30 ore di ascolto. In più è dotato di pannello fotovoltaico che offre un’ora di autonomia con tre ore di ricarica con luce solare. HI-FI & HOME THEATER / La soundbar B&W propone novità tecniche e dettagli estetici modificati B&W Panorama 2: tutta un’altra soundbar Il prezzo rimane invariatamente elevato, 1.999 euro, tanti anche considerando gli elevati contenuti tecnici di R. Faggiano L a soundbar Panorama era in catalogo da ormai molto tempo e B&W ha deciso di dare una bella rinfrescata al prodotto, non tanto all’estetica che era già ottima, ma alle specifiche tecniche. Il nuovo diffusore si chiama Panorama 2 e mantiene il prezzo di 1.999 euro del modello precedente. Il primo segno di riconoscimento della nuova versione è il display posto proprio al centro, che fornisce le informazioni sul funzionamento e ha tasti touch per i comandi diretti. Molto più importanti le modifiche tecniche. La Panorama 2 ha dei nuovi altoparlanti: due subwoofer da 9 cm, due midrange da 7,5 cm, un tweeter da 2,5 cm e quattro altoparlanti da 7,5 cm per gli effetti surround. Gli amplificatori digitali hanno una potenza complessiva di 175 watt e sono controllati da un nuovo circuito DSP già predisposto per le colonne sonore codificate in Dolby Digital e DTS. Molto più versatili gli ingressi, che ora comprendono tre ingressi HDMI, un’uscita HDMI ARC, un ingresso analogico combinato con uno digitale; volendo è possibile collegare un subwoofer attivo separato. Per le dimensioni si segnalano i 110 cm di larghezza, una misura che consiglia l’abbinamento con televisori da almeno 42 pollici. In dotazione anche un piccolo telecomando, mentre al momento non è prevista una app dedicata, dal momento che la soundbar è priva di connessioni verso la Rete (cablata o wireless). n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it GAME & MOVIE / Pirateria e costi di sviluppo esorbitanti: il futuro dei giochi tripla A secondo Pardo Blizzard: saran tempi duri per il single player In un’intervista rilasciata a GameIndustry, Rob Pardo ha espresso tutte le sue perplessità sui giochi single player AAA p.17 GAME & MOVIE Angry Birds Star Wars: uccellini con la forza di V. R. Barassi R ob Pardo, vice-presidente di Blizzard, una delle più autorevoli software house del panorama videoludico mondiale, nel corso di un’intervista rilasciata a GameIndustry ha parlato a tutto tondo del presente e del futuro di un settore - quello dei videogiochi - sempre in rapida evoluzione. Riassumiamo i passaggi salienti. Secondo Pardo non vi è grande futuro per i giochi single player: “Non vedo un modello di business interessante per i giochi single player. Ci sono molti elementi che concorrono per rendere difficile produrre questo tipo di giochi in questo momento. Tra la pirateria e la possibilità di noleggiare i giochi, diventa complicato per i produttori investire milioni e milioni di dollari in un gioco e non vedere il ritorno di cui hanno bisogno per continuare a investire”. Il futuro risiede nei giochi multiplayer ad abbonamento: “Penso che i modelli basati su abbonamenti possono ancora funzionare, ma bisogna stare attenti a non sopravvalutare il gioco. Molti progetti sono stati basati su questa impostazione, ma non sono riusciti a mantenerla a lungo. Se si vuole avere un modello di business su abbonamento è necessario fornire una quantità immensa di contenuti premium nel corso del tempo perché le persone si pongono la domanda: ‘Se io spendo 10 o 15 $ al mese cosa ottengo in cambio di mese in mese?’”. E anche riguardo alla domanda sulle console di prossima generazione il buon Pardo non si è nascosto: “Non sarei sorpreso se quella che sta arrivando sarà l’ultima generazione per le console tradizionali e che successivamente questi apparecchi si evolveranno in qualcosa di completamente nuovo”. C’è davvero poco spazio per i giochi single player? Le prossime console saranno davvero le ultime? GAME & MOVIE / Francia, Germania e UK sono tra le prime nazioni europee ad avere i canali originali di YouTube I canali originali YouTube sbarcano in Europa Arrivano 50 nuovi canali, inclusi alcuni localizzati: così YouTube punta a diventare la nuova TV del futuro di P. Centofanti I canali “originali” di YouTube sono degli spazi gestiti da case di produzione professionali, content producer e studios televisivi e cinematografici, che offrono contenuti di alta qualità e produzioni originali in streaming. YouTube ha annunciato l’espansione del numero di canali, introducendone 50 tra cui i primi localizzati per Germania, Francia e Gran Bretagna, appositamente creati per il mercato europeo. Dei 100 lanciati lo scorso anno, infatti, non tutti sono visibili al di fuori degli Stati Uniti, specie quelli realizzati dai grandi gruppi (come ad esempio Warner). Con questa offerta, insieme al video on demand non ancora disponibile fuori dagli Stati Uniti, YouTube cerca di posizionarsi non solo come il principale portale di User Generated Content, ma come una piattaforma a tutto tondo per i contenuti in streaming via Internet, sostituendosi in tutto e per tutto alla televisione tradizionale. La lista completa dei canali attualmente disponibili (molti di questi anche in Italia) si trova a questo indirizzo: www.youtube.com/yt/advertise/ original-channels.html. Uscirà l’8 novembre per iOS, Android e computer la nuova avventura degli uccellini arrabbiati di Rovio. L’ultima versione prevede un accordo con Lucas per approdare nientemeno che nel mondo di Star Wars con Angry Birds Star Wars. Gli uccellini interpreteranno ovviamente la parte dei ribelli, con personaggi ispirati a Luke Skywalker, Han Solo e persino l’uccellina rosa in versione “Leila”. Il lato oscuro della forza, neanche a farlo apposta, sarà giocato dai maialini, con tanto di Darth Vader maialino-mascherato. Due saghe di grandissimo successo che si uniscono, nella speranza di proporre un nuovo prodotto di altrettanta fama. Finora Rovio ci ha raramente deluso: riusciranno a ripetersi ancora? L’8 novembre lo sapremo, nel mentre è possibile vedere il teaser trailer qui. Estratto dal quotidiano online www.dday.it Registrazione Tribunale di Milano n. 416 del 28 settembre 2009 direttore responsabile Gianfranco Giardina editing Alessandra Lojacono, Emanuele Villa, Massimo Monti, Claudio Stellari Editore Scripta Manent Servizi Editoriali srl via Gallarate, 76 - 20151 Milano P.I. 11967100154 Per informazioni [email protected] Per la pubblicità [email protected] n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it GAME & MOVIE / Grazie alla presenza di IE10 su Xbox il web non ha più briglie e diventa “hot” YouPorn sfida Microsoft: porno su Xbox 360 YouPorn esulta: finalmente i video hard su Xbox 360. Microsoft però frena: i genitori hanno il pieno controllo p.18 GAME & MOVIE Digital HD in Italia A novembre il primo film di R. Pezzali Y ouPorn e Microsoft, Xbox al centro: la questione porno su Xbox 360 sta scaldando gli animi in rete. Con un post sul suo blog, infatti, il provider di video hard esulta: finalmente i giocatori tra una sessione e l’altra possono godersi attimi di piacere guardandosi un bel video porno. il sito recita: “Whether you’re pwning n00bs in CoD: Modern Warfare 3, annihilating Bullymong in Borderlands 2, or taking the Saints deep in Madden NFL 13, you’re never more than a few simple controller clicks away from being face deep in hot free porn. “ YouPorn aggiunge anche suggerimenti per l’uso: “Xbox Masturbator Pro Tip: Pick up a wireless USB keyboard to make your Xbox Internet Explorer porn browsing experiencing even better. Just plug the Wireless USB adapter into one of the USB ports on your Xbox and boom, instant Xbox keyboard. Trust me, it’s a hell of a lot easier than typing with your controller… and as we all know, the faster you can get to your precious porn, the better. “ Tutto questo secondo il sito grazie a un’applicazione di YouPorn per la console Microsoft. Dichiarazioni che, ovviamente, hanno mandato su tutte le furie Microsoft: non esiste alcuna applicazione di YouPorn, tuttavia l’inserimento di Internet Explorer 10 su Xbox 360 permette di aggiungere alla homescreen delle pagine predefinite, quindi anche YouPorn rientra tra i miliardi di pagine web che l’utente può scegliere di aggiungere. Secondo Microsoft non è però un problema: i genitori con il parental control possono disattivare l’utilizzo di Internet Explorer, che per i più giovani è già bloccato di default. GAME & MOVIE / Svagarsi con alcuni giochi su iOS con un joypad certificato da Apple adesso si può Apple certifica il gamepad Gameloft per iOS Gameloft Duo Gamer è il primo gamepad Bluetooth compatibile con iOS certificato direttamente da Apple di R. Pezzali G ameloft presenta Duo Gamer, il primo controller per smartphone e tablet Apple che passa la certificazione della Casa di Cupertino. Duo Gamer è un controller Bluetooth che si collega come ogni altra periferica, ma rispetto alle altre proposte sul mercato non ha bisogno di particolari configurazioni, è plug & play. Resta qualche perplessità sulla forma: le prime foto, infatti, mostrano un controller che è tutt’altro che ergonomico rispetto a quelli di Xbox e PS3, e i pochi che l’hanno provato hanno sottolineato come dopo qualche ora di gioco la scarsa ergonomia si fa sentire anche se funziona davvero bene. Peccato, anche perché il Duo Gamer è venduto da inizio ottobre alla rispettabile cifra di circa 80 euro, prezzo che però include anche un piccolo stand per tenere in posizione l’iPad. La periferica però non è compatibile con tutti i giochi: al momento funziona solo con Asphalt 7: Heat, Modern Combat 3: Fallen Nation, Order & Chaos Online, Brothers in Arms 2: Global Front e N.O.V.A. 3, ma la compatibilità verrà presto estesa. Come già annunciato in questa news, 20th Century Fox ha recentemente lanciato il servizio Digital HD, un’iniziativa che non solo amplifica l’impegno della major nei confronti del download e dello streaming legale di prodotti cinematografici (200 film già a disposizione su piattaforma iTunes), ma fa precedere la versione “Digital HD” a quelle tradizionali in DVD e Blu-ray Disc. La major inaugurerà la nuova tendenza in Italia il 2 novembre con La leggenda del cacciatore di vampiri, l’action movie di Timur Bekmambetov, che uscirà in Digital HD prima che nelle versioni DVD e Blu-ray, previste entrambe per il 14 novembre. GAME & MOVIE PlayStation Mobile apre i battenti Dopo l’annuncio al CES 2011 e un cambio di nome (prima era PlayStation Suite), il PlayStation Mobile è finalmente entrato nel vivo dell’azione. Sono disponibili sul PlayStation Store i primi titoli che possono essere giocati sia su dispositivi certificati PlayStation che su console portatili Sony (come la PS Vita), fino a un massimo di tre dispositivi. Al momento di scrivere, i dispositivi certificati sono HTC One, HTC One X, HTC One S e HTC One V, Xperia arc, Xperia PLAY, Xperia S, Xperia ion, Xperia acro S, Xperia TX, Xperia T, Xperia V, Xperia SL, Sony Tablet S, Sony Tablet P e Xperia Tablet S. Al lancio sono presenti anche una ventina di titoli, con costo compreso tra 50 centesimi e 13 euro; tra questi ci sono Super Crate Box, Twist Pilot, Rebel e Fuel Tiracas. Il servizio è disponibile in 11 Paesi, tra cui anche l’Italia. n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it p.19 GAME & MOVIE / Meglio lucidare la pistola silenziata, il 20 novembre l’assassino silenzioso ci attende nell’ombra L’Agente 47 torna in Hitman: Absolution Nel prossimo gioco di I/O Interactive una nuova modalità online permetterà di rivivere il gioco in modo sempre diverso Lenti a cristalli liquidi? Ormai ci siamo Nippon Electric Glass ha presentato al CEATEC i primi prototipi di lenti basate su tecnologia a cristalli liquidi I primi esemplari prodotti “ in serie” già dal 2013 di P. Centofanti I /O Interactive e Halifax hanno offerto un’ampia anteprima di Hitman: Absolution, il quinto capitolo delle avventure dello spietato Agente 47 che arriverà nei negozi il prossimo 20 novembre per PC, Xbox 360 e PS3. Il nuovo Hitman è stato realizzato partendo da un nuovo motore di gioco, Glacier 2, in grado di implementare un mondo ancora più complesso, dettagliato e ricco di possibilità di interazione. Il nuovo motore è in grado di gestire folle composte da fino 2000 persone contemporaneamente e l’Intelligenza Artificiale del gioco è stata ulteriormente migliorata in modo tale da adattarsi dinamicamente al nostro stile di gioco. Rimangono i tratti distintivi della serie Hitman: totale libertà di approccio alle missioni, possibilità di sfruttare in modo creativo l’ambiente che ci circonda per raggiungere il nostro obiettivo (trappole, travestimenti, diversivi...), improvvisazione. Persino la colonna sonora è in grado di adattarsi dinamicamente al modo in cui giochiamo sottolineando l’azione piuttosto che un approccio stealth. Al di là dei miglioramenti tecnici (gli ambienti e gli oggetti in particolare hanno un altissimo livello di dettaglio), con Hitman: Absolution debutta anche una narrazione che per la prima volta ci porta dentro la storia personale dell’Agente 47 e del suo mondo. Uno degli aspetti più interessanti del nuovo capitolo è l’inedita modalità online “Contratti”. In pratica partendo dalla base dei livelli della modalità storia, potremo rigiocarli individuando dei nuovi bersagli e delle nuove regole per completare la missione, creando un contratto per sfidare gli amici online. In pratica un contratto si definisce rigiocando una missione scegliendo i bersagli Digital imaging di V. R. Barassi liberamente tra i personaggi che popolano il livello e completandolo a modo nostro: a questo punto tempo di completamento, tecnica ed equipaggiamento utilizzato per l’eliminazione dei bersagli andranno a definire le regole con le quali gli altri giocatori dovranno confrontarsi, se vorranno accettare il nostro contratto. L’aspetto interessante è che scegliendo un diverso bersaglio, è possibile rivivere uno scenario in modo completamente diverso rispetto alla modalità storia. Durante la presentazione abbiamo avuto modo di giocare brevemente ad uno dei livelli di Hitman: Absolution, che ci ha permesso di apprezzare da una parte l’elevato livello di dettaglio delle ambientazioni, delle animazioni dei perso- naggi e di ogni particolare con cui possiamo interagire (seppure con una risoluzione delle texture non sempre all’altezza), dall’altra l’efficacia di un gameplay che, nonostante la complessità del gioco, offre un’ottima fluidità dell’azione di gioco. Purtroppo il numero delle missioni non è stato ancora annunciato per cui non è possibile anticipare quale sarà l’effettiva longevità di questo capitolo, anche se la modalità “Contratti” è senza dubbio interessante da questo punto di vista. Durante il recente CEATEC in Giappone, Nippon Electric Glass ha portato nel suo stand diversi interessanti prototipi di lenti a cristalli liquidi. Si tratta di “obiettivi” realizzati sfruttando un campo elettrico a bassa energia, attraverso cui il controllo sull’orientamento delle molecole dei cristalli è in grado di causare la modificazione del punto di messa a fuoco. Il video che segue mostra la tecnologia in azione. Come si può notare, la risposta è già sufficientemente rapida, segno che siamo di fronte ad un qualcosa che molto presto potrà fare capolino nel “mondo reale”. Interpellati i vertici dell’azienda, è emerso che già nel 2013 alcuni produttori integreranno tale tecnologia nei propri dispositivi; le lenti a cristalli liquidi riducono notevolmente l’ingombro delle attuali soluzioni standard e per questo motivo si adatteranno alla perfezione, per esempio, su smartphone e webcam. Prepariamoci a dispositivi sempre più leggeri e sottili. n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it p.20 Digital imaging / Test sottolineano quanto sia cresciuta nel tempo la qualità delle foto fatte con gli smartphone Smartphone meglio delle compatte del 2007 DxOMark ha deciso di iniziare a testare anche i sensori degli smartphone che sfoggiano prestazioni di tutto rispetto di V. R. Barassi S ono passati ormai 13 anni dall’apparizione sul mercato giapponese dello Sharp J-SH04, primo telefono cellulare al mondo dotato di fotocamera; il dispositivo del 2000 montava un sensore da 110.000 pixel (0,1 megapixel) e poteva scattare foto che era possibile visualizzare sul display da 256 colori che equipaggiava questo “pseudo-smartphone” da 85 grammi di peso. A molti anni di distanza, i sensori che equipaggiano gli smartphone di ultima generazione hanno raggiunto una maturità tale da mettere in discussione anche il ruolo delle fotocamere compatte; il “mostruoso” Nokia 808 PureView, con il suo sensore da 41 megapixe, ha saputo sconvolgere un po’ tutti e, secondo DxOMark, ha tutte le ragioni per potersi permettere questo lusso. Paragonato ad una compatta di soli 5 anni fa (una notevole Canon PowerShot G9), il Nokia 808 PureView riesce ad emergere per qualità, raggiungendo - sulla scala proposta da DxOMark - un valore di 81 punti, di quattro unità superiore al 77 ottenuto dalla G9 di Canon. Il risultato risulta ancor più significativo se si osserva come ad 88 punti vi sia una “signora” fotocamera che risponde al nome di Canon S100, un dispositivo che si è affacciato sul mercato nemmeno un anno fa. Canon S100 è stata poi messa a Digital imaging È la EOS-1S la misteriosa Canon da 46 Megapixel? Potrebbe non chiamarsi EOS-3D la misteriosa Canon da 46 Megapixel. Sensore nuovo e super-risoluto per una macchina top di gamma da 9.000 dollari di M. Dalli confronto con il Samsung Galaxy S III ed è emerso che lo smartphone è in grado di registrare filmati Full HD di qualità, seppur di poco, migliore, imponendosi con un punteggio di 71 punti contro i 66 della compatta. Gli schermi HD degli smartphone “aiutano” poi a trovare i difetti delle fotografie; paragonando il display della Canon S100 a quello del Sony Xperia S si è stati in grado di notare piuttosto facilmente come sullo smartphone il rumore di una stessa fotografia scattata a 12 megapixel si mostri circa quattro volte di più rispetto a quanto avviene sullo schermo della fotocamera digitale compatta. DxOMark si è anche divertita a fare un rapido confronto (a 20 lux di luminosità) tra i sensori di Samsung Galaxy S III e iPhone 4S: il primo dispositivo tende a sfornare foto molto morbide, i cui dettagli sono “mangiati” dai numerosi e aggressivi filtri anti-rumore proposti da Samsung, mentre il secondo è capace di scattare fotografie generalmente più dettagliate e luminose, pur riducendo ai minimi termini il rumore. Attenzione fotocamere compatte: gli smartphone iniziano a fare davvero paura. Dopo i rumor dei giorni scorsi, che parlavano dell’immente arrivo di una “misteriosa” Canon EOS3D da ben 46 Megapixel, arrivano ora alcune interessanti supposizioni. Secondo CanonRumors, la nuova macchina non si chiamerebbe EOS-3D, il cui nome effettivamente non convince nessuno (il termine “3D” è troppo abusato ultimamente e la macchina difficilmente farebbe scatti o riprese stereoscopiche), ma sarebbe una reflex della serie 1, l’ammiraglia. Il sensore da 46 Megapixel sembrerebbe confermare questa ipotesi: sarebbe infatti un sensore di nuova concezione, capace di ottime prestazioni ad alti ISO e il cui sviluppo verrà poi riutilizzato nelle reflex dei prossimi 2-3 anni. Secondo il sito, quindi, la nuova macchina potrebbe chiamarsi EOS-1S. Niente “D” nel nome, a significare un netto taglio con l’attuale gamma, taglio reso ancora più netto dal prezzo, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 9000 dollari. Una top di gamma senza compromessi quindi, e non una “via di mezzo” tra la 1D-X e la 5D Mark III. Sarà davvero così? L’annuncio è atteso per fine ottobre, per cui manca poco alla verità. n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it PC & MULTIMEDIA / Tutti i modelli includeranno nella confezione il dock e la tastiera Bluetooth Acer W700, il super-tablet Core i3 a 799 $ Annunciate tutte le specifiche tecniche del nuovo tablet Windows 8 di Acer previsto in uscita il 26 ottobre di V. R. Barassi L o abbiamo “tastato” con mano all’IFA 2012 ed ecco che oggi arrivano tutti i dettagli su uno dei più interessanti tablet con Windows 8 che dal 26 ottobre invaderanno il mercato. Le caratteristiche principali ve le avevamo già anticipate ma ecco tutti i particolari delle tre versioni che saranno in vendita: Acer Iconia W700-6691 Intel Core i5-3317U 1.7GHz Processor w/Turbo Boost up to 2.6 GHz 11.6” 1.920x1.080 resolution LED backlit TFT LCD display w/ 10-point multi-touchscreen 4 GB of DDR3 RAM Intel HD Graphics 4000 w/ 128 MB RAM 64 GB SSD 802.11a/b/g/n Wi-Fi + Bluetooth 4.0 5 MP, 1080p rear-facing camera 1.280×1.024, 720p front-facing camera 1 USB 3.0, 1 Micro-HDMI, 1 3.5mm headphone/mic jack Batteria: oltre 9 ore • 17’ (L) x 3.28’ (W) x 9.25’ (H), 2.09 lbs • • • • • • • • • • • 802.11a/b/g/n Wi-Fi + Bluetooth 4.0 • 5 MP, 1080p rear-facing camera • 1.280×1.024, 720p front-facing camera • 1 USB 3.0, 1 Micro-HDMI, 1 3.5mm headphone/mic jack • Batteria: oltre 9 ore • 17’ (L) x 3.28’ (W) x 9.25’ (H), 2.09 lbs Acer Iconia W700-6465 Intel Core i5-3317U 1.7GHz Processor w/Turbo Boost up to 2.6 GHz 11.6” 1.920x1.080 resolution LED backlit TFT LCD display w/ 10-point multi-touchscreen 4 GB of DDR3 RAM Intel HD Graphics 4000 w/ 128 MB RAM 128 GB SSD Acer Iconia W700-6607 Intel Core i3-3317U 1.8 GHz Processor 11.6” 1.920x1080 resolution LED backlit TFT LCD display w/ 10-point multi-touchscreen 4 GB of DDR3 RAM Intel HD Graphics 4000 w/ 128 MB RAM 64 GB SSD 802.11a/b/g/n Wi-Fi + Bluetooth 4.0 • • • • • • • • • • • • 5 MP, 1080p rear-facing camera • 1.280×1.024, 720p front-facing camera • 1 USB 3.0, 1 Micro-HDMI, 1 3.5mm headphone/mic jack • Batteria: oltre 9 ore • 17’ (L) x 3.28’ (W) x 9.25’ (H), 2.09 lbs Tutti i nuovi modelli Acer in vendita includeranno nella confezione il pratico dock e la tastiera Bluetooth. I prezzi partiranno da 799.99 dollari (ma è quasi certo un rapporto di conversione dollaro/euro di 1:1) mentre la versione di punta si fermerà a 999.99 dollari. Acer distribuirà poi sul mercato “corporate” delle versioni del tablet che integreranno Windows 8 Pro e che costeranno 1.049.99 dollari. PC & MULTIMEDIA / Il DIR-865L D-Link fornisce connettività wireless su due bande simultanee D-Link router 802.11ac in Italia a 200 € D-Link lancia il Cloud Gigabit Router AC, compatibile con il Wi-Fi 802.11ac e i servizi cloud del produttore di M. Dalli I l Cloud Gigabit Router AC di D-Link (DIR-865L) è pronto a fare il debutto anche in Italia. Il router, che fornisce connettività wireless su due bande simultanee (2.4 e 5 GHz), per un totale di ben 1.750 Mbit/s su reti senza fili (1.300 Mbit/s grazie al Wi-Fi 802.11ac e 450 Mbit/s grazie al Wi-Fi 802.11n), dispone anche di quattro porte Gigabit Ethernet più una quinta per il collegamento a un modem esterno. Non manca ovviamente una porta USB per i servizi di condivisione Hard Disk e stampanti e il supporto al servizio mydlink cloud. Il Cloud Gigabit Router AC è già disponibile a 199 euro, mentre in novembre arriverà anche un adattatore Wireless AC dual band (DWA182) che consente, tramite porta USB, di fornire portatili e desktop di connettività Wi-Fi “ac”. p.21 PC & MULTIMEDIA 7.3 GHz in azoto liquido per la CPU AMD A10-5800K Spingere le CPU oltre i limiti imposti dai produttori, oggi, è sicuramente più semplice rispetto a qualche anno fa, ma fa sempre un certo effetto trovarsi di fronte a dei veri overclock estremi. Presa la soluzione top-di-gamma di AMD, un’APU A10-5800K, un appassionato dal nickname GASBK_TW ha mostrato di saperci fare davvero spingendo i quattro core del processore a ben 5.1 GHz con un semplice raffreddamento ad aria. Il risultato, di per sé già significativo se si pensa che l’APU lavora “normalmente” tra i 3.8 e i 4.2 GHz, assume le dimensioni di un “capolavoro” quando lo stesso utente dichiara - e dimostra - di essere riuscito ad ottenere dalla soluzione una velocità di clock di 7.317,74 GHz, il tutto “immergendo” l’APU in azoto liquido, fissando il base clock a 118.03 MHz, il moltiplicatore a 62x e la vCore a 1,956 volt. Per arrivare a questo risultato l’overclocker ha disabilitato un modulo della CPU e ha utilizzato una scheda madre Biostar Hi-Fi A85X, 4 GB di memoria G.Skill DDR3 da 1600 MHz e una scheda video AMD Radeon HD 7700. Ovviamente se non volete rischiare di “fondere”, non provate a farlo a casa. PC & MULTIMEDIA Microsoft va oltre Kinect Il dipartimento di ricerca e sviluppo di Microsoft ha realizzato un dispositivo composto da una videocamera a infrarossi, un laser a infrarossi, un illuminatore e un IMU (Inertial Measurement Unit), cioè una specie di “cervello” (con complesso processore) in grado di misurare accelerazioni e velocità angolari (in campo 3D) tramite le informazioni ad esso inviate da giroscopi e accelerometri. Un video mostra le applicazioni del dispositivo. Quando si riusciranno a diminuire le dimensioni e il peso del dispositivo potrebbe diventare molto interessante. In molti lo hanno già eletto come una sorta di Kinect del futuro. n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it PC & MULTIMEDIA Secondo IHS gli Ultrabook hanno scarso appeal IHS ha rivisto le stime di vendita degli Ultrabook dimezzando le previsioni per il 2012 La ripresa forse nel 2013 ma non è scontato. Ecco perché di M. Dalli Il “modello” Ultrabook, tanto caro a Intel, fatica e non poco a prendere piede sul mercato. L’istituto di ricerca IHS ha rivisto al ribasso le stime per le spedizioni dei portatili ultrasottili “made in Intel”, portandola da 22 milioni di pezzi ad appena 10,3 milioni di unità spedite nel corso dell’anno. E di queste più della metà dovrebbero arrivare nell’ultimo trimestre dell’anno. Alla base dello scarso successo ci sarebbero vari fattori, tra cui il poco appeal che generano gli Ultrabook sul pubblico, maggiormente attratto da dispositivi come l’iPhone 5 o il Kindle Fire. L’attesa per Windows 8 potrebbe anche giocare un ruolo importante, ma sono soprattutto i prezzi a preoccupare IHS. Finché gli Ultrabook rimarranno sulla fascia dei 1.000 dollari, difficilmente entreranno nel cuore della gente. Perché diventino “di massa” c’è bisogno che il prezzo scenda a 600-700 dollari. Se ciò accadrà, magari con l’aggiunta di feature interessanti come il touchscreen, l’anno prossimo le spedizioni di Ultrabook potrebbero impennarsi fino a superare 40 milioni di unità (la stima precedente era di 60 milioni) e 95 milioni nel 2016, altrimenti si ripeterà il problema di quest’anno. A metà del 2013, inoltre, Intel dovrebbe lanciare Haswell, la quarta generazione di processori Core, che promette una maggiore efficienza e potenza di calcolo rispetto agli attuali Ivy Bridge. Haswell porterà con sé anche il supporto a schermi HD multipli e display 4K grazie al DisplayPort 1.2. La palla passa ora a Intel e ai produttori: saranno capaci di invertire la marcia, o gli Ultrabook finiranno per essere solo un segmento “esclusivo” del mercato? PC & MULTIMEDIA / Unisce lo storage di rete a un router Wi-Fi Ecco il NAS Wi-Fi di Synology Il DiskStation DS213air è la soluzione pensata per la casa o i piccoli uffici di E. Villa S ynology ha presentato DiskStation DS213air, un NAS a 2 bay pensato appositamente per l’uso domestico e per i piccoli uffici: la sua caratteristica di punta è il Wi-Fi integrato, cosa che permette al NAS di svolgere funzioni ulteriori rispetto a quella “classica” di storage di rete e soprattutto un posizionamento anche dove non c’è un cavo di rete disponibile. Grazie all’adattatore Wi-Fi integrato, DiskStation non solo può essere inserito nella WLAN, ma è anche possibile la configurazione dello stesso come hotspot per aggiungere le funzionalità wireless alla rete esistente. Inoltre, sempre il NAS può essere usato anche come router wireless, potenzialmente quindi come unico dispositivo di rete per tutti i client senza fili presenti. p.23 smarthome Logitech Harmony il telecomando universale è touch Dotato di un display touchscreen da 2.4 pollici, il nuovo Logitech Harmony Touch è in grado di controllare oltre 225.000 prodotti di 5.000 marchi diversi di V. R. Barassi Sotto il profilo prettamente tecnico, il NAS di Synology è dotato di processore da 1,6 GHz con 256 MB di RAM e configurazione Raid 1, supporta l’interfaccia USB 3.0 e può raggiungere una velocità in lettura (da HDD) di 108,07 MB/s e 58,66 MB/s in scrittura. Synology DiskStation DS213air è disponibile al prezzo di 225 euro (IVA esclusa). PC & MULTIMEDIA Windows 8 e tablet, un lancio al fotofinish? Secondo alcune fonti Intel non è pronta sul fronte tablet Windows 8 Manca un firmware che supporti il risparmio energetico dei nuovi chip di P. Centofanti Il 26 ottobre segna il debutto di Windows 8, sistema operativo con cui Microsoft, e non solo, si gioca una partita molto importante. In ballo c’è il rilancio del mercato dei PC, ma anche una risposta credibile ad Android e iOS sul fronte tablet. Secondo però diverse fonti, non ultime quelle di Bloomberg, non tutto sta andando liscio, specie sul fronte dei tablet basati sui nuovi processori Intel a basso consumo Clover Trail. Intel, infatti, non avrebbe ancora fornito un firmware in grado di permettere di sfruttare le funzioni di risparmio energetico del nuovo processore, una componente fondamentale per assicurare ai tablet Windows 8 (e non Windows RT) di diversi produttori, di offrire un’autonomia in linea con le aspettative. Anche una nostra fonte conferma che non tutto sarebbe così pronto sul fronte tablet Windows 8 e Intel, con i prodotti ottimizzati che potrebbero arrivare proprio appena prima della data di uscita del sistema operativo. Inutile dire che un ritardo su questo fronte potrebbe avere esiti disastrosi, specie a ridosso della stagione degli acquisti di fine anno. I tablet Windows 8, a differenza dei fratellini basati su ARM, offriranno l’accesso, oltre che alle applicazioni di Windows Store studiate per l’interfaccia ex-Metro, anche alle normali applicazioni per desktop classico e per questo possono risultare molto interessanti per un’ampia fascia di utenti. Logitech ha annunciato la sua nuova idea di telecomando universale presentando il nuovo Harmony Touch, un dispositivo attraverso il quale potremo controllare in tutta semplicità centinaia di migliaia di prodotti con un’immediatezza mai vista prima. Il telecomando è compatibile con oltre 225mila dispositivi di 5.000 brand diversi: TV, decoder, lettori DVD/Blu-ray, sistemi audio/Home Theater saranno interamente gestibili con il nuovo Harmony Touch. Il display, oltre a permettere la scelta di 50 canali preferiti, usa semplici gesture tramite le quali poter alzare il volume, cambiare canale, passare alla traccia successiva, gestire le impostazioni dei vari device e tanto altro ancora. Logitech Harmony Touch può controllare simultaneamente fino a 15 dispositivi; il design è molto piacevole, il corpo è sottile e tutti i tasti sono retroilluminati. Il prezzo consigliato per questo telecomando - che arriverà entro la fine di ottobre - è di 179.99 euro; nella confezione è compresa anche la pratica dock di ricarica. Clicca qui per visionare un video che ne mostra il funzionamento. n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it TEST / In prova il TV 3D 70” Sharp, a un prezzo appena sotto i 4.000 euro offre buone prestazioni e immagini dalle dimensioni impressionanti p.24 Sharp 70LE838: immagini giganti, massimo godimento Tecnologia e design non sono all’ultimo grido, ma il TV Sharp è perfetto per chi desidera uno schermo grande senza le complicazioni di un proiettore di R. Pezzali S harp adora i grandi schermi: ha iniziato con un 60” ed è arrivata ora a proporre un enorme 90” a un prezzo interessante, se pensiamo a quando costavano poco tempo fa TV così grossi. Noi, per non esagerare, abbiamo scelto di provare il modello da 70”, il top di gamma LC-70LE838E con pannello X-GEN Quattron Full LED, 3D, Smart TV Aquos Net+ e con tutte le feature che si possonio desiderare. L’obiettivo della nostra prova è capire se il TV si vede e si sente bene, ma anche se può essere un’alternativa a un proiettore e se un pannello così grande non rischia di essere un punto debole per la TV a definizione standard. Peso e dimensioni influiscono sul design Realizzare un TV “gigante” non è semplice: con l’aumento delle dimensioni non solo aumenta il peso ma intervengono altri fattori critici come la solidità strutturale e la ridigità dello chassis. Non si può infatti pensare di prendere una TV ultrasottile da 46” e allargarla fino ad ottenere la dimensione desiderata: la base non reggerebbe e soprattutto uno spessore ridotto sarebbe a rischio curvatura su una superficie così ampia. Problemi che giustificano le linee non troppo aggraziate di questo 70”, un TV “tanto schermo e tanta sostanza” ma non certo brillante per design e linee. Sharp ha dovuto rinunciare a soluzioni come lo schermo frontale tutto vetro (il peso sarebbe stato superiore ai 100 KG), alla cornice sottile e a una base elegante: il risultato è un look classico con una cornice di dimensioni standard in policarbonato nero lucido, una base in plastica rinforzata e uno spessore non certo da record, più di 7 cm.Poco importa però: l’occhio “cade” subito sullo schermo che è davvero molto più grande della media. Abituati alle dimensioni standard, distinguere un 47” da un 40” o da un 55” può non essere facile, ma con il 70” Sharp è diverso: il primo impatto è quello di un TV decisamente grande, al suo fianco un 55” sembra un TV da cucina. Smart TV in sordina L’obiettivo del TV Sharp è mostrare immagini nel miglior modo possibile su uno schermo gigante. Nonostante questo, lo Sharp 70LE838E non rinuncia ad una serie di funzionalità ormai presenti su tutti i TV di fascia alta. La nostra impressione è che Sharp avrebbe fatto volentieri a meno di alcune di queste funzioni: la Aquos Net TV, ad esempio, viene tenuta un po’ in secondo piano come se fosse una funzione secondaria. Scelta abbastanza saggia considerando che si tratta della solita Smart TV con webapp HTML già vista da qualche anno su queste TV, niente che possa competere con quello che propongono altre aziende che fanno invece della Smart TV il loro cavallo di battaglia. L’interfaccia è disegnata abbastanza bene: ha il pregio di visualizzare sempre l’immagine mentre la si usa, sfruttando una barra superiore per le funzioni principali e quella laterale per la regolazione delle varie opzioni. Da segnalare la traduzione in italiano dei menu abbastanza grottesca: solo il manuale ci aiuta realmente a capire il significato di qualche parametro. Sharp offre un set di profili preimpostati ma è possibile personalizzare in modo molto approfondito ogni singolo parametro, dal sistema di color management al backlight scanning. La parte Net TV e DLNA / USB Player sono richiamabili con piccoli tasti del telecomando un po’ troppo nascosti ma comunque presenti e ben funzionanti. Non manca infine la funzionalità PVR. Il TV Sharp ha davvero tutto, forse una migliore organizzazione delle voci del menù avrebbe permesso di raggiungere e fruire in modo più semplice e immediato di ogni funzione. Sharp 70LE838E - 3.999 EURO Quality Longevity Design 8 8 7 Simplicity D-Factor 8 9 Value 8 Perfetto per impressionare Per la prova di visione abbiamo scelto un approccio da videoproiettore: circa 3 metri di distanza dallo schermo per un’immagine che copre quasi interamente il nostro campo visivo. La prima considerazione riguarda proprio le dimensioni: spesso si sente dire che allo stesso prezzo del 70” Sharp si può prendere un proiettore Full L’interfaccia è ben disegnata e facile da utilizzare, molto complete le regolazioni a disposizione. HD, ma non è esattamente la stessa cosa. Prima di tutto una TV si accende in una frazione di secondo e può essere vista anche in pieno giorno. Un TV gigante ha il pregio di avere un’im- magine completamente nitida sia al centro sia ai bordi, nessun problema di posizionamento e neppure di ruota colori (come nel caso dei DLP): con questo non vogliamo dire che un TV è segue a pag. 25 n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it p.25 TEST Sharp 70LE838 segue da pag. 24 meglio di un videoproiettore, ma che forse a 70” una TV offre dei vantaggi che un proiettore non dà. Lo Sharp serie 8 in prova utilizza un pannello Quattron: oltre ai tre classici subpixel rosso, verde e blu si aggiunge anche un subpixel giallo che migliora la resa cromatica in certi frangenti ma che, come abbiamo già visto quando abbiamo provato altre TV di questo tipo, non è impeccabile in molte situazioni; anzi, il controllo del subpixel aggiuntivo genera qualche artefatto di troppo. La situazione sembra essere però migliorata in questa ultima serie di TV: anche se il pannello è Quattron la resa non è così diversa da quella di un normale pannello RGB; qualche beneficio a livello di saturazione e realismo su ciano e giallo e nessun effetto collaterale visibile. Guardare i canali in standard definition su un 70” fa sempre una certa impressione, ma dobbiamo dire che ci aspettavamo un risultato ben peggiore. Tutti i difetti, dall’eccesso di edge enhancement al rumore video sono imputabili al segnale di partenza, unico vero problema di uno schermo grande: con l’aumento delle dimensioni vengono amplificati i difetti del segnale, soprattutto se non si cambia la distanza di visione. La situazione cambia con i canali delle pay TV, decisamente migliori sotto il profilo della qualità, e diventa davvero buona con l’HD. Blu-ray e giochi in alta definizione sono stati i due ambiti ai quali abbiamo dedicato la maggiore attenzione: buona resa cromatica, buona defini- zione e un livello del nero abbastanza apprezzabile. La tipologia di pannello mostra a tratti un’immagine molto satura e tratti colori forse leggermente innaturali: bisogna farci l’abitudine. Il TV integra un sistema di management dei colori completo, tuttavia per metterci le mani servono strumenti che non sono alla portata di tutti. Più che buona l’uniformità luminosa: le dimensioni del TV ci spaventavano un po’, ma con un paio di clip scure e una serie di pattern abbiamo verificato che nonostante tutto l’esemplare in nostro possesso soffre solo di una piccola spuria nella parte bassa, ma non si notano né coni di luce evidenti e neppure un clouding eccessivo. Ricordiamo che su una TV così grande Sharp ha dovuto usare una retroilluminazione Full LED al posto della classica Edge LED, anche se ha rinunciato al local dimming. Chiudiamo con il sistema di motion interpolation: disattivando l’interpolazione dei fotogrammi ci troviamo davanti all’immagine vera a 24p, e su uno schermo così grande questa immagine è un po’ troppo “saltellante”. I microscatti “film-like” del 24p, piacevoli da vedere su una TV di medie dimensioni sono forse un po’ eccessivi sul 70”: il sistema interno di interpolazione dei frame funziona bene se dosato al minimo, mentre mostra qualche artefatto di troppo se si imposta il livello massimo. Non potevano ovviamente mancare una serie di lunghe sessioni di gioco: 70” con la console sono letali, si inizia a giocare e non ci si stacca più. Lo schermo grande per il gioco vale più del contrasto, della resa cromatica e del processore: inter- Il telecomando in dotazione è abbastanza pratico da maneggiare ma senza retroilluminazione e con i tasti secondari un po’ troppo simili tra loro. Forse serviva un telecomando un po’ più semplice. Il TV Sharp ha connessioni veramente complete, incluso il vecchio RS232 per un eventuale sistema domotico (cosa non improbabile viste le dimensioni). HDMI e USB sono presenti in abbondanza, c’è pure una Scart, il doppio tuner DVB-T e DVB-S2, prevista anche una porta SD Card per la lettura delle schede. L’unica perplessità è legata all’adattatore wireless: è in dotazione ma è esterno e occupa una porta USB delle tre disponibili. viene infatti quell’aspetto emozionale che ci fa dimenticare i piccoli difetti del pannello per regarci momenti di piacevolissima visione, con l’attenzione che si sposta totalmente dal contenitore (la TV) al contenuto. L’elettronica non troppo sofisticata permette di tenere un input lag decisamente basso, dai 20 ai 30 ms, e il pannello si è dimostrato sufficientemente veloce tanto da non mostrare né scie né trascinamenti. Nel complesso il 70” è una grande TV in tutti i sensi: non è fatta per chi cerca il nero perfetto, i colori perfetti e il design di grido ma è datta per chi vuole impressionare con uno schermo grande. E credeteci, questo Sharp impressiona davvero. TV & VIDEO MOBILE Fujitsu mostra una tecnologia che potrebbe rivoluzionare la pubblicità in casa. L’idea è molto semplice: durante la pubblicità, il TV invia allo smartphone informazioni addizionali, coupon di sconto e dati a integrazione della pubblicità visualizzata. La particolarità è legata al modo in cui viene trasmessa l’informazione: una trasmissione ottica mascherata dentro la pubblicità sotto forma di fluttuazioni della luminosità. L’utente non si accorge di nulla: le variazioni vengono captate dalla fotocamera dello smartphone che le decodifica con una tecnica tipo codice morse. Lenovo propone una versione da 11”del suo IdeaPad Yoga. Un notebook che, grazie alle cerniere snodabili, diventa all’occorrenza anche un tablet. Lenovo ha presentato Yoga nella sua versione Ultrabook da 13”, ma ora ha aggiunto alla gamma anche un modello da 11”basato però su processore NVIDIA Tegra 3 e con sistema operativo Windows RT. Il Lenovo IdePad da 11.6”sarà disponibile il 26 ottobre a 800 dollari circa, e non sappiamo ancora se arriverà in Italia. Buone in ogni caso le specifiche tecniche: schermo da 1.366 x 768, 2 GB di RAM e 64 GB di memoria SSD per le applicazioni e i dati sono un buon biglietto da visita. La notizia prosegue su DDAY.it... mobile PC & MULTIMEDIA AMD batte un colpo nel mondo dei tablet Windows 8: si chiama Z-60 ed è una APU (Accelerated Processing Unit) della famiglia “Hondo”; ha 2 core da 1 GHz l’uno, 80 core Radeon e supporto all’USB 3.0, con 4,5 Watt di dissipazione termica. Questi bassi consumi la candidano come soluzione per tablet Windows 8 con spessore fino a 10 mm. La Z-60 include la tecnologia AMD Start Now che accelera i tempi di boot e ripresa dallo sleep, oltre a garantire fino a 8 ore di navigazione web e fino a 6 ore di riproduzione video HD. Questa nuova APU supporta risoluzioni fino a 1080p, oltre a un’uscita HDMI per display esterni. Logitech ha annunciato due mouse touch e un touchpad compatibili Windows 8. Il Wireless Rechargable Touchpad T650 (nella foto) è un touchpad senza fili con batteria ricaricabile integrata e superficie in vetro per una migliore scorrevolezza. Più classici i mouse touch, il Touch Mouse T620 e il Zone Touch Mouse T400. Il primo è un mouse senza fili tradizionale, la cui superficie è sensibile al tocco. Il secondo è un mouse tradizionale che, al posto della rotellina, ha integrato una “striscia”sensibile al tocco, che consente di scorrere in verticale e in orizzontale. Tutti i dispositivi hanno scorciatoie per accedere alla schermata Start di Windows 8. AMD Hondo Z-60, l’APU “gaming” per tablet Logitech, nuovi touch per Windows 8 Fujitsu: il TV parla allo smartphone Lenovo Yoga anche da 11” con Windows RT n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it TEST / Un bel portatile che soddisfa, anche se la scelta di alcuni componenti e materiali lascia un po’ a desiderare trattandosi di un Ultrabook p.26 Vaio T13, in prova l’Ultrabook Sony da 1.000 euro Nel listino Sony c’è una proposta interessante: un Ultrabook con processore Core i5, disco SSD e peso da 1,5 kg a un prezzo interessante. Ma come si comporta? di M. Dalli D opo il periodo iniziale, gli Ultrabook stanno arrivando anche con modelli di fascia media a prezzi inferiori ai 1.000 euro. Una proposta interessante è il Vaio T13 di Sony. Il modello da noi testato è basato su processore dual core Intel Ivy Bridge i5-3317U da 1,7 GHz con 4 GB di RAM e disco SSD da 128 GB, con un costo di listino di 999 euro. La serie T13 parte però da 749 euro, con un processore meno performante e un disco fisso tradizionale. La configurazione del display è quella classica per questa fascia di prodotto, con uno schermo da 13,3” e risoluzione di 1.366x768 pixel. Volendo, però, c’è anche l’opzione per un display Full HD, che fa però lievitare il costo finale. Sarà riuscita Sony a mantenere gli elevati standard di questa categoria di portatili, pur con un prezzo di partenza più basso della media? Finiture accurate Al di là della configurazione scelta, il Vaio T13 si presenta con un’elegante finitura color argento e uno schermo LCD da 13,3” e 1.366x768 pixel di risoluzione. Il rivestimento dello schermo è lucido, con i classici riflessi d’ambiente che questo comporta. A giudicare dagli angoli di visione, inoltre, il pannello non è IPS, ma un meno pregiato TN che costringe a continui aggiustamenti dell’inclinazione del monitor per compensare gli spostamenti del busto. Sopra lo schermo è presente una webcam con microfono, una comodità per chi effettua spesso videochiamate con Skype o altri sistemi VoIP. Spostandoci nella parte inferiore del portatile, troviamo un discreto parco di connessioni, con due USB (di cui una 3.0) sulla parte sinistra e, sulla parte destra, rete Ethernet, VGA, HDMI, un lettore di card di memoria (SD e Memory Stick) e l’uscita cuffie. I LED di stato (alimentazione, disco e Wi-Fi) sono sul bordo frontale. La tastiera è con tasti a isola e non è retroilluminata; sotto la tastiera trova posto un piccolo trackpad con supporto alla gesture multitouch (scorrimento con due dita, rotazione delle immagini, pinch to zoom, passaggio all’elemento successivo con tre dita e al desktop con quattro). Sopra la tastiera ci sono i tasti di avvio rapido delle applicazioni (Assist, Web e Vaio), oltre al pulsante di accensione. Il tutto è racchiuso in uno chassis dalla dimensioni generose, per essere un Ultrabook, con spessore di quasi 18 mm e un peso da 1,5 kg. Qualche risparmio di troppo Il Sony Vaio T13 ha due anime: dal punto di vista delle prestazioni, sebbene si tratti di un Ultrabook, il portatile si comporta molto bene. L’avvio del sistema operativo, sia a freddo che dopo lo standby, e delle applicazioni è sempre molto rapido, merito del disco allo stato solido integrato. Buone anche le prestaioni della CPU, l’ormai onnipresente Core i5-3317U, probabilmente il miglior compromesso di Intel tra prezzo, prestazioni e consumi. Nella norma anche il quantitativo di RAM, che con una dotazione di 4 GB consente di lavorare agevolmente con qualsiasi applicazione per ufficio. Dove Sony ha un po’ risparmiato, e lo si nota dal prezzo del modello base, che a listino parte da 750 euro, è sulla qualità costruttiva e su alcuni componenti. La tastiera, oltre alla classica breve corsa dei tasti tipica di questi portatili, non offre una grande solidità, specie nella zona centrale. Anche il trackpad non ci ha particolarmente impressionato, piccolo e, a volte, carente di precisione. Deludente anche lo schermo, che costringe l’utente a continui aggiustamenti dell’inclinazione, dal momento che il pannello ha un pessimo angolo di visione sulla verticale. Sulla cerniera Sony Vaio T13 - da 999 EURO Quality Longevity Design 7 7 8 tra schermo e base del portatile, sono montati dei supporti nella parte posteriore che, a seconda dell’inclinazione dello schermo, modificano anche l’inclinazione della tastiera. Si tratta di un’angolazione minima, ma in alcuni casi può dare fastidio. Chiudiamo con la batteria, altro elemento su cui Sony, evidentemente, ha giocato al risparmio. Nel test del lettore, che misura la durata della batteria a PC scarico (simulando la lettura di un documento), non siamo andati oltre le 4 ore e un quarto, mentre sotto stress il portatile si è spento 2 minuti prima di toccare le due ore. Valori di tutto rispetto per un portatile, ma inferiori a molti altri Ultrabook. Il Vaio T13 di Sony è un bel portatile, tuttavia il nome “Ultrabook” Simplicity D-Factor 8 7 Value 7 ci fa sperare in qualcosa di più di un semplice notebook. Per il prezzo che offre, la macchina è ben dimensionata come potenza, ma la scelta di alcuni componenti e materiali lascia un po’ a desiderare. Lo schermo e il trackpad ci hanno delusi più di tutti, ma anche le dimensioni e il peso non lasciano molto spazio ai sorrisi. Non ci sentiamo di giudicare questo Vaio T13 in maniera negativa, tuttavia dovrebbe far scattare un campanello d’allarme in Sony e in Intel: gli Ultrabook sono nati come categoria top, ma col tempo i vincoli si sono rilassati e nella categoria sono finiti dentro anche prodotti che fino a poco tempo fa erano “solo” notebook. Intendiamoci, bei portatili, ma non “ultra” come il nome vorrebbe suggerire. n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it TEST / Esteticamente uguale alla D3100, cambia la risoluzione del sensore e del display, l’estensione ISO e il supporto a un microfono esterno p.27 Reflex Nikon D3200, 24 megapixel alla portata di tutti Modello entry level tra le reflex Nikon, la D3200 è dotata di un sensore che in risoluzione surclassa tutte le altre reflex APS-C del produttore. L’abbiamo provata di C. Viarisio U ltimamente Nikon sembra essersi votata alle risoluzioni estreme, cambiando radicalmente comportamento rispetto agli anni passati quando era fra i produttori più restii alla corsa all’ultimo megapixel. Con la spettacolare D800 Full Frame da ben 36 megapixel detiene l’attuale record per i sensori a pieno formato, mentre con la scelta di sostituire la molto apprezzata D3100 (da 16 megapixel) con la sua naturale evoluzione D3200 a 24 megapixel, Nikon lancia chiari segnali. Una fotocamera solida e pratica La D3200 è praticamente identica alla progenitrice e, oltre al sensore più risoluto, cambia solo la risoluzione del display sul dorso che passa da 230.000 pixel a oltre 900.000, l’estensione ISO che arriva a 6400 e il supporto a un microfono esterno. Il display è fisso al corpo e quindi perde un po’ della sua utilità non potendo essere orientato, ma se non ci si trova sotto la luce piena, risulta visibile e dai colori fedeli. Il corpo è molto compatto e comodo da tenere in mano, anche se per le mani più grandi il mignolo della mano destra finisce nel vuoto; nonostante sia interamente in materiale plastico, la piccola Nikon dà sensazione di essere solida e pratica. I comandi sono distribuiti rispettando il design classico di Nikon con alcuni bottoni allineati al lato sinistro del display LCD posteriore, purtroppo tutti di forma uguale e difficilmente identificabili al tatto (ma non sono quelli utili durante lo scatto), e alla destra, posizionati invece in modo più ergonomico per essere raggiunti dal pollice e soprattutto individuati alla cieca durante l’inquadratura. A portata di pollice c’è l’unica ghiera di regolazione per i parametri fotografici. Il controllo della modalità di funzionamento è affidato al selettore posto in alto e oltre alle canoniche (per una reflex) modalità PASM e a quella Auto, troviamo 8 modalità scena adatte a varie condizioni: ce n’è una anche per disabilitare il flash, da usare per esempio nei musei dove il lampo è vietato o dove è fondamentalmente inutile (quando il soggetto è lontano, il flash non serve a nulla). Esiste anche una modalità GUIDE che permette di usare la D3200 in modo “guidato” grazie a domande mirate: scelgo il tipo di scatto, il menù mi dà consigli e mi porta a regolare i parametri per ottenere quel risultato e quindi mi lascia poi solo il compito di scattare. Sicuramente lodevole l’approccio, risulta però veramente lento e dopo un po’ superfluo e dispersivo il ricorso a GUIDE. Le regolazioni sono tutte riportate nel display posteriore. Le più importanti, come la velocità dell’otturatore, il valore di diaframma, scala EV se necessaria, conferma di messa a fuoco e numero di scatti fatti e rimanenti, sono riportati anche nel mirino, ma per un tempo piuttosto breve. Per riprendere i filmati bisogna per forza entrare prima in modalità Live View e solo successivamente si può far partire la registrazione video. Durante la registrazione video, tenendo premuto il pulsante di scatto qualche attimo, la D3200 scatta una foto ma poi ferma la registrazione tornando in semplice modalità Live View. Sempre durante il Live View è possibile regolare finemente la messa a fuoco grazie all’ingrandimento a schermo dell’inquadratura (utile soprattutto col cavalletto per regolazioni super fini). Completa la serie di controlli un tasto Fn assegnabile e posto frontalmente per essere raggiunto dal pollice sinistro. Nikon D3200 - sito del produttore Quality Longevity Design 8 8 8 Simplicity D-Factor 9 9 Value 9 Uno scatto a 400 ISO che riesce a catturare un’ampia dinamica passando dalle lucenti barche bianche al grigio del cielo. Non c’è rumore e il dettaglio è soddisfacente. Di base, ed è comodo lasciarlo così, è impostato per regolare gli ISO. Il parco connessione include, oltre all’USB2, un’uscita video HDMI, una presa microfono e l’attacco per il modulo GPS venduto come accessorio. Risultati soddisfacenti La D3200 è pensata come una reflex facile e pratica da usare senza tanti fronzoli. Si possono inserire dei filtri colore ma non ha effetti speciali da applicare alle immagini in tempo reasegue a pag. 28 n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it p.28 TEST Nikon D3200 segue da pag. 27 le (anche se poi qualche cosa si può fare nella rielaborazione degli scatti Jpeg in un menù di fotoritocco). Gli scatti RAW possono essere sviluppati in macchina, così come i video che possiamo modificare sempre in camera (per tagliare le code per esempio). In tutti i casi, però, il ricorso al solo display posteriore non agevola il compito. Durante lo scatto le regolazioni non direttamente accessibili dai bottoni dedicati o dal tasto Fn sono raggiungibili dal tasto “i” e dall’interattività col display che passa da informativo a esecutivo. La piccola Nikon si dimostra veloce all’accensione e non fa perdere attimi preziosi. La messa a fuoco è nella media per velocità (colpa anche del 18-55 un po’ lento); passando in Live View il sistema va abbastanza in difficoltà soprattutto con poca luce, dove l’assenza di contrasti manda un po’ in crisi la macchina. Situazione però comune a quasi tutte le fotocamere quando non usano il sensore AF dedicato. La D3200 tuttavia ha anche una luce di assistenza alla messa a fuoco, e in molti casi questa rappresenta una vera salvezza. Nello scatto continuo non ha velocità da primato ma con i suoi 4 fotogrammi al secondo a 24 megapixel può dare qualche soddisfazione. Esiste anche la modalità a scatto silenziato con lo specchio pre-alzato. Purtroppo è invece assente la modalità di scatto a forcella o bracketing, molto utili nel caso vogliamo cimentarci negli scatti HDR (in cui servono più scatti ad esposizioni EV diverse): bisogna fare a mano. L’ottica in dotazione è dotata di stabilizzatore (Nikon VR) con cui si guadagna qualche step di luce, ma attenzione che con 24 megapixel il micromosso è sempre dietro l’angolo. Per vedere gli scatti e i video realizzati durante la prova clicca qui. Un’ottica discutibile Nel kit proposto da Nikon troviamo la stessa ottica che era presente sui modelli precedenti: un 18-55mm stabilizzato con apertura F/3.5-5.6 interamente in plastica. Pur capendo la necessità di contenere i costi, non possiamo che criticare questa scelta soprattutto se si considera che la risoluzione di 24 megapixel metterebbe in crisi anche lenti migliori. Questo obiettivo non è assolutamente all’altezza del compito che gli viene dato. Visionate a monitor al 100% le foto perdono nitidezza, i particolari si impastano e non c’è uno scatto che non dia idea di essere micro sfocato. Abbiamo voluto fare un confronto con un’altra ottica di classe media, una Sigma 17-70 f/2.8-4 stabilizzata compatibile con l’attacco Nikon, e le differenze sono importanti: abbiamo eseguito gli scatti in quattro scenari distinti, in posizione grandangolare (a 17mm per il Sigma e 18mm per il Nikkor), in posizione tele (entrambi a 55mm), sia con l’apertura ideale (nell’intorno di f/5) che con diaframma stretto (f/22). Se in posizione grandangolo e diaframma aperto la lente Nikkor riesce a difendersi e anzi surclassa la Sigma è poi in tutti gli altri In questo scatto ci piace come vengono rese sia le luci e i colori molto distanti, che le parti di roccia in ombra di cui si continuano a vedere le irregolarità della superficie. scatti, col diaframma chiuso, o peggio ancora zoomando verso la posizione teleobiettivo (55mm) che assistiamo a un vero crollo nel dettaglio. Senza dilungarci, ognuno dei crop al 100% che proponiamo evidenzia come la Nikkor perda consistenza su ogni dettaglio. Usare un’ottica così su un sensore come quello della D3200 è come montare le ruote di una Panda su una Ferrari. La D3200 è un ottimo compromesso per chi si sta avvicinando al mondo della fotografia e non si fida completamente delle prestazioni delle mirrorless. Seppur economica, la pic- cola Nikon è una grande reflex a tutti gli effetti. La D3200 può essere usata sia dal neofita completamente a digiuno di fotografia, che dall’utente un po’ più smaliziato, anche se per quest’ultimo la mancanza di alcune funzionalità ormai “base” come il bracketing possono essere limitanti. Non c’è piaciuta la scelta dell’ottica abbinata in kit e il nostro consiglio è cambiarla il prima possibile per sfruttare appieno le capacità reali della D3200. Attenzione nella scelta però dell’obiettivo perché, come tradizione Nikon per i modelli entry level, la D3200 non ha motore autofocus interno e richiede determinate lenti (non vanno bene le ottiche più datate). people & market GAME & MOVIE L’invasione di smartphone e tablet continua a ripercuotersi sul mercato del PC: secondo una ricerca eseguita dagli analisti di iSuppli, alla fine del 2012 le vendite dei PC saranno inferiori dell’1,2% rispetto a quelle registrate nel 2011, dato che vedrebbe il settore per la prima volta in declino dal 2001. La ricerca conferma la “crisi”del settore a livello globale: secondo gli analisti alla fine dell’anno saranno circa 348.7 milioni i PC venduti, contro i circa 352.8 milioni venduti nel 2011. Il mercato, oltre a reggere con difficoltà la “pressione”di smartphone/tablet, sta attendendo l’arrivo di Windows 8. C’è poi da considerare la “questione Ultrabook”: le stime alla fine del 2011 erano ben più ottimistiche e alla fine del 2012 il risultato sarà deludente. La piattaforma di cloud gaming OnLive è stata venduta il 14 agosto scorso. Solo ora si è venuti a conoscenza dell’importo della vendita, che è stata conclusa sulla base di 4,8 milioni di dollari, pari a 5.700 azioni dell’azienda. L’acquirente è Gary Lauder, presidente di Lauder Partners LLC e figlio dell’ex presidente del gruppo Estée Lauder, che ha fondato la società OL2. Il “prezzaccio”potrebbe essere dovuto al fatto che OnLive aveva quasi 20 milioni di dollari di debiti e probabilmente ha dovuto cedere tutto al miglior offerente. Bisogna ora attendere il parere dei creditori di OnLive. Una grande reflex per tutti La notizia prosegue su DDAY.it... mobile Gli smartphone Motorola perdono il webtop Webtop era il software che permetteva agli smartphone Motorola, a partire dall’Atrix, di diventare dei veri netbook con sistema operativo Linux, in combinazione con delle dock che aggiungevano tastiera, uscita HDMI e monitor. Motorola ha confermato la decisione di interrompere la produzione degli accessori e lo sviluppo del software. Il programma Webtop, come riconosce la stessa Motorola, non ha mai riscontrato un grande successo tra gli utenti, anche se il prezzo complessivo piuttosto elevato di smartphone e dock, probabilmente non ha aiutato. PC & MULTIMEDIA ViewSonic, multitouch per professionisti ViewSonic ha presentato un monitor destinato ai professionisti del settore foto/video: TD2200 è un display con diagonale da 21.5”, risoluzione di 1.920x1.080 pixel e in grado di offrire un rapporto di contrasto dinamico pari a 20.000.000:1. Il monitor ha una tecnologia multitouch proprietaria (dual touch) attraverso cui il pannello riesce a riconoscere fino a due tocchi contempotaneamente. Il monitor, che offre ingressi DVI/VGA, due porte USB, due altoparlanti SRS Premium Sound e supporto VESA, è dotato di un pannello anti-graffio. ViewSonic TD2200 sarà disponibile da novembre a 329 euro. Vendite PC in calo OnLive venduta per meno di 5 milioni di dollari n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it TEST / Funzioni complete e dotazione al top per il TELE System TS6600HD, scopriamo se è davvero il decoder definitivo p.29 TELE System TS6600HD, è il sostituto del vecchio VHS? Offre il doppio tuner, slot CI+, funzionalità PVR senza limitazioni e c’è anche un server DLNA integrato, il tutto a un prezzo di listino di 129 euro di M. Dalli U no dei grossi vuoti lasciati dal passaggio al digitale terrestre è senza dubbio l’assenza di un “sostituto” del videoregistratore. In commercio esistono molti HDD o DVD Recorder, ma si tratta per lo più di dispositivi che costano parecchie centinaia di euro e, spesso, non consentono di esportare facilmente le registrazioni. Molti TV permettono di registrare i canali televisivi su un hard disk esterno, ma anche in questo caso le registrazioni non sono esportabili; il disco viene, infatti, formattato con un file system speciale (non leggibile da Windows o Mac) e le registrazioni sono criptate usando il numero di serie del TV. Nel catalogo di TELE System c’è però un decoder, il TS6600HD, che promette bene: doppio tuner, per vedere o registrare due programmi contemporaneamente, funzione PVR su hard disk esterno e server DLNA integrato. C’è anche uno slot CI+ per la visione dei canali pay, anche quelli in HD. Il tutto è offerto a un prezzo di listino di 129 euro. Sembrerebbe il prodotto perfetto per chi desidera registrare dal TV e rivedere le registrazioni su altri dispositivi, cosa non ancora possibile con altre soluzioni. Può il TS6600HD mandare definitivamente in pensione l’ormai antiquato VHS? È quello che abbiamo cercato di scoprire con questa prova. Connessioni: una sola USB Il TS6600HD si presenta come un classico decoder della casa italiana: design nero, frontale lucido con display a segmenti blu e pochi fronzoli. Sul frontale si trovano tre pulsanti fisici per controllare le funzioni principali, accensione/spegnimento e cambio canale, oltre allo lo slot per la CAM CI+, nascosto da uno sportellino. Vi è un solo slot e nessun lettore di schede integrato, per questo con le pay TV occorre dotarsi della CAM adatta. Alla sinistra della CAM, fuori dallo sportellino, c’è l’unica presa USB disponibile, a cui collegare chiavette e dischi esterni. Una seconda presa, anche sul retro, non avrebbe certo guastato. Aprendo il decoder si può apprezzare la semplicità e la pulizia della costruzione. Il cuore di Dal TS6600HD è possibile programmare una registrazione impostando data e ora di inizio e fine della trasmissione. L’interfaccia è scarna e senza autocompletamento, ma consente di fare tutto ciò che serve. tutto il sistema è il chip STI7102 di ST, nascosto da un piccolo dissipatore. Installazione facile La procedura di installazione del decoder è abbastanza semplice: i parametri da impostare non sono pochissimi, ma si riescono ad effettuare tutte le impostazioni con pochi passaggi guidati, tra cui quello relativo all’uscita video, che si spinge fino a 1080p. Al termine viene effettuata la scansione dei canali: nel nostro caso il decoder TELE System ha sintonizzato tutti i canali disponibil, evidenziando una buona sensibilità del doppio tuner (a onor del vero, però, c’è da dire che il nostro impianto d’antenna è stato sistemato recentemente e non presenta canali con segnali deboli). Registrazione, qualche scatto Iniziamo con il testare la compatibilità con le pay tv: inseriamo nello slot una Premium CAM HD con relativa tessera, che il decoder inizializza e, qualche minuto più tardi (tempo necessario solo la prima volta che la si inserisce), inizia a decodificare anche i canali HD. Colleghiamo, quindi, un disco USB e lo formattiamo per l’uso come PVR (la formattazione può essere fatta anche da PC, purché si scelga come file system FAT32) e avviamo la registrazione ma il decoder ci avvisa che l’operazione non è possibile. Proviamo quindi con una CAM standard (non HD) e la situazione migliora: perdiamo la decodifica dei canali HD (Premium Cinema HD e Premium Calcio HD), in compenso è ora possibile registrare qualsiasi evento a pagamento. Ci La schermata di gestione del PVR consente di formattare il disco, rimuoverlo oppure modificare le registrazioni in esso presenti. L’unica modifica consentita, al di là della cancellazione, è il cambio del nome. segue a pag. 30 n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it p.30 TEST TELE System TS6600HD segue da pag. 29 spostiamo quindi sui canali gratuiti del digitale terrestre, dove limiti di registrazione non ce ne sono. Il decoder ci consente infatti di registrare sia canali SD che HD, mantenendo tutte le tracce audio e sottotitoli presenti, oltre alla qualità video originale, senza compressione. Tra un cambio canale e l’altro, però, notiamo un leggero rallentamento nel video, che impiega qualche secondo a riallinearsi con l’audio. Questo avviene sia con canali SD che HD, sia in chiaro che a pagamento. Proviamo quindi a lanciare una registrazione e a spostarci di canale, sfruttando così il doppio tuner. Se stiamo registrando un canale criptato non sarà possibile vederne altri appartenenti a quell’operatore, nessuna limitazione invece se si registra un canale in chiaro. Lanciando anche una seconda registrazione, è possibile vederne un terzo, purché si trovi su una delle due frequenze dei canali in registrazione. Il decoder ci aiuta nella scelta, poiché scorrendo la lista canali con i tasti P+ e P- vengono visualizzati solo i canali effettivamente disponibili. Per chi vuole, inoltre, è possibile programmare una registrazione, impostando data e ora o, dove possibile, sfruttando l’EPG (che in molti casi, però, non va oltre le due ore di programmazione futura). Le registrazioni vengono archiviate nella cartella “Recording” del disco collegato, al cui interno viene creata una sottocartella per ogni program- Il telecomando è lo stesso in dotazione a molti altri modelli di decoder TELE System. Alcuni tasti, però, sono inutilizzabili: al tasto APP, ad esempio, non è associato alcun comando dal momento che questo decoder è sprovvisto di funzionalità MHP. ma registrato. Il TS6600HD mette a disposizione un menù apposito da cui gestire le registrazioni: le uniche operazioni possibili sono la cancellazione e la ridenominazione delle stesse, senza possibilità di fare editing sui filmati. Provando a rivedere le registrazioni, però, ci accorgiamo di alcuni “salti” che durante la visione non abbiamo notato, segno che la scrittura su disco non sempre avviene correttamente. I salti sono presenti sia su registrazioni del canale in visione sia su registrazioni “in background”, effettuate mentre si guarda un secondo canale. Proviamo, infine, a collegare il disco al PC e rivedere da qui le registrazioni. Queste sono salvate come file con estensione .trp (Transport), ma sono generalmente visibili con programmi come VLC. In questo caso, però, si notano meno salti, segno che probabilmente il decoder è più suscettibile agli errori video, il software per PC riesce a compensare meglio. DLNA e rete locale compatibilità difficile Il procedimento per attivare la funzionalità di serverDLNA è molto semplice, basta entrare nell’apposito menù e scegliere quali cartelle si vuole condividere. Proviamo a condividere alcuni video presenti sull’hard disk e anche la cartella “Recordings”. Con nostro disappunto, però, il TS6600HD non è sempre visibile dai client: un TV LG presente in redazione non lo rileva, mentre lo Sharp da 70 pollici lo vede, ma fatica a riprodurre i contenuti (difficile dire di chi è la colpa). Mettendo il decoder in standby, inoltre, non è più possibile accedere ai contenuti. Su DLNA non passano le registrazioni effettuate, costringendo quindi a staccare il disco se si vuole accedere ad esse da un altro dispositivo. Il formato scelto, trp, limita però la compatibilità in lettura: il TV LG presente in redazione sarebbe infatti compatibile con questo formato, ma i file non vengono riprodotti (anche qui, difficile dire di chi sia la colpa). Oltre al DLNA, il TS6600HD può riprodurre contenuti multimediali anche da rete locale tramite protocollo SAMBA e da disco USB collegato al decoder. Nessun problema con file MKV e WMV, oltre ai classici MP4. Il server DLNA ha anche un’interfaccia Web, che però funziona su una porta casuale che viene cambiata a Connessioni: da sinistra, ingresso e uscita per la presa d’antenna, Ethernet, un’uscita audio digitale in formato S/PDIF coassiale, HDMI e SCART. Da apprezzare l’interruttore per accendere o spegnere il decoder, utile se lo si vuole spegnere del tutto evitando lo stand-by. Aprendo il decoder si apprezza la semplicità e l’estrema pulizia della costruzione. Il cuore del sistema è il chip STI7102 prodotto da ST, nascosto da un piccolo dissipatore. ogni riavvio. Per accederci si è quindi costretti a passare da Esplora Risorse di Windows, dove annotarsi la porta attualmente in uso. Dall’interfaccia Web è possibile cambiare il nome del dispositivo e re-indicizzare i contenuti multimediali. Va un po’ meglio con il client DLNA presente sul decoder, che consente di accedere ai contenuti multimediali condivisi in rete, leggendo correttamente anche formati meno “facili” come gli MKV. Il TS6600HD è anche in grado di “vedere se stesso” come periferica DLNA, ma anche in questo caso non è possibile riprodurre le registrazioni tramite il protocollo. Segnaliamo infine che, oltre al client DLNA, dal decoder è possibile anche accedere alle condivisioni di rete SAMBA, un’opzione utile per chi ha un NAS o un PC da cui condividere file e non vuole le limitazioni del DLNA. Potenzialità buone, non sostituisce (ancora) il VHS Proviamo a tirare le somme: il TS6600HD è un buon decoder, completo di (quasi) tutto quello di cui c’è bisogno: doppio tuner, slot CI+ e compatibilità con canali HD (anche pay). Molto interessante la possibilità di registrare i canali (anche quelli pay, purché con la vecchia CAM non HD) su un supporto esterno e senza limitazioni. Manca l’interattività dell’MHP, che potrebbe tornare utile con i servizi di catch up TV, ma dato che questo decoder fa esattamente quel- lo - registra - non se ne sente molto la mancanza. Non sono però tutte rose e fiori: nonostante il modello da noi provato sia stato aggiornato all’ultima versione software disponibile (la HDBK06.7Y), rimangono alcuni difetti che su un modello definitivo non dovrebbero essere presenti, con i rallentamenti al cambio di canale e i salti presenti durante le registrazioni. Difetti probabilmente risolvibili con un aggiornamento software, ma finché non arriva i difetti restano. E torniamo, quindi, alla domanda originale: può questo decoder TELE System mandare definitivamente in pensione la cara vecchia VHS? La risposta, purtroppo, non è del tutto positiva: tralasciando per un momento i difetti di cui sopra, che ci auguriamo possano essere risolti a breve, gli utenti esperti non avranno probabilmente problemi a importare i file .trp delle registrazioni sul PC e salvarli (magari dopo un piccolo editing) in formato MP4 o simili. Ma l’utente comune cosa può fare? Anche se riuscisse ad attivare il server DLNA, non potrebbe comunque accedere alle sue registrazioni dal TV, a meno di non avere un altro TS6600HD a cui collegare il disco. In quest’ottica, il fatto che le sue registrazioni siano salvate “in chiaro” non fa nessuna differenza con una soluzione PVR che cripta le registrazioni. L’idea, quindi, è sicuramente ottima, ma l’implementazione necessita ancora di qualche raffinamento. n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it TEST / L’azienda francese torna sul mercato con una proposta tablet più tastiera offerta a un prezzo vantaggioso senza rinunciare alla qualità p.32 Da Archos il tablet Android con tastiera al giusto prezzo Un tablet con display da 10” dotato di docking e tastiera, tutto compreso abbondantemente sotto i 400 euro. È la proposta di Archos, l’abbiamo provata di P. Centofanti C ome competere con l’iPad? A differenza del mercato degli smartphone, non ci sono ancora tablet in grado di distinguersi in modo deciso dalla proposta di Apple. Le due alternative attualmente più credibili sono soprattutto il Nexus 7 di Asus/Google e la gamma Kindle Fire di Amazon, che in entrambi i casi puntano soprattutto a battere Apple sul prezzo, con il formato 7 pollici. Altre soluzioni con specifiche paragonabili all’iPad sono tutte molto più costose. In questo panorama si muove Archos con un’offerta che punta a mantenere prezzi bassi ma allo stesso tempo un formato non troppo ridotto. La serie G9 dello scorso anno mostrava però qualche economia di troppo sul fronte della costruzione e quest’anno Archos ci riprova con la gamma G10, che introduce significative novità dal punto di vista del design e che offre in bundle anche una sottile e leggera tastiera magnetica. Abbiamo provato il modello da 10 pollici: Soluzioni di design interessanti Il 101 XS in prova si distingue per il design ultrasottile da una parte e per la cover/tastiera magnetica in dotazione inclusa nel prezzo. Il tablet mantiene il classico formato Android da 10.1 pollici con display da 1.280x800 pixel ma in appena 8 mm di spessore e 600 grammi di peso. Il nero lascia spazio al bianco e il case appare ora decisamente più robu- sto rispetto alla serie G9, dando una sensazione di maggiore solidità al prodotto. Per mantenere basso il costo, non troviamo alcuna fotocamera posteriore, ma solo una webcam frontale 720p, mentre le connessioni sono molto complete visto che comprendono una porta USB, che può funzionare anche da USB Host con un adattatore opzionale, e un’uscita mini HDMI, oltre naturalmente all’uscita per le cuffie e al microfono integrato. La memoria di 16 GB può essere espansa grazie allo slot per schede microSD. Molto interessante la particolare cover magnetica con tastiera, che funziona anche da base da appoggio, molto sottile (appena 5 mm) e dal peso di 200 grammi. Combinando i due dispositivi otteniamo quindi un peso di 800 grammi, tanti per un tablet, ma pochi se pensiamo di sostituire un netbook o addirittura un normale portatile. La tastiera è dotata di un piccolo supporto pieghevole che consente di appoggiare con facilità il tablet. I tasti sono ben costruti e il layout è molto pulito, anche se come vedremo più avanti nella prova le dimensioni sono molto ridotte. Sulla tastiera troviamo anche una porta microUSB che permette di utilizzarla essenzialmente anche come dock di ricarica per il tablet, ma non contiene alcuna batteria aggiuntiva per espandere l’autonomia del tablet. A livello di componentistica, il tablet Archos è basato sul processore dual core di Texas Instruments OMAP4470, lo stesso impiegato anche sul Kindle Fire HD, con clock a 1.5 GHz e 1 GB di RAM. Il chipset integra due schede grafiche, una GPU 3D PowerVR SGX544 più Archos 101 XS - da 379.99 EURO Quality Longevity Design 7 8 8 una GPU dedicata alla grafica 2D. Il tablet è corredato di accelerometro, bussola digitale e GPS, ma offre esclusivamente connettività Wi-Fi e Bluetooth 4.0, niente 3G quindi. Al momento non è prevista una chiavetta 3G come nel caso del G9. Musica e video in primo piano Simplicity D-Factor 7 8 Value 8 della trama, cast e così via), nonché di cercare e scaricare i sottotitoli nelle proprie lingue preferite. L’app è sicuramente ben fatta e supporta un gran numero di formati e video in HD fino a 1080p. L’app ha però un limite non da poco: il plug-in per l’audio AC3 non è pre-installato e va acquistato a parte sul sito di Archos al costo di 6 euro. Musica è un’app dall’interfaccia molto simile e, come si può intuire, dedicata invece all’ascolto di vari formato audio (praticamente tutti quelli più utilizzati DRM free). Rispetto a Play Music offre più che altro come funzionalità Il tablet Archos non presenta particolari customizzazioni a livello di sistema operativo ed è basato su una versione liscia di Android 4.0, con un aggiornamento a Jelly Bean previsto entro fine anno. Oltre alla solita dotazione di applicazioni di base Google e Android, troviamo però alcune app disegnate appositamente da Archos, derivate dalla sua esperienza come produttore di lettori multimediali. L’applicazione più interessante è proprio quella per la riproduzione di video. Si tratta di un bel player che permette di scaricare le informazioni La tastiera è dotata di un piccolo supporto di film e serie TV (coperpieghevole che consente di appoggiare con tina, ma anche riassunto facilità e discreta stabilità il tablet. segue a pag. 33 n. 56 / 15 ottobre 2012 estratto da www.dday.it p.33 TEST Archos 101 XS segue da pag. 32 aggiuntiva la possibilità di collegarsi a unità di rete tramite protoccollo Samba oppure a server UPnP/DLNA, funzionalità che troviamo anche nell’applicazione video. Sempre a livello di condivisione di rete, un’altra applicazione realizzata da Archos è quella per avviare un server DLNA sul tablet. L’applicazione include un file manager che permette di selezionare le cartelle da condividere e quale tipo di file (audio, video, foto). Queste applicazioni fanno del tablet Archos un prodotto piuttosto interessante specie come lettore multimediale, sia portatile che da collegare a un TV tramite l’uscita HDMI. Prestazioni ok, manca un po’ di stabilità nell’utilizzo Il tablet Archos monta un più tradizionale processore dual core e un display con risoluzione “standard” di 1.280x800 pixel. Lo scorso anno sarebbe stato un top di gamma, oggi è un prodotto entry level che alla prima accensione presenta un’interfaccia fluida con risposta puntuale al nostro tocco. Il browser di deafult è sufficientemente reattivo, non sempre fluidissimo nello scrolling, ma offre un’esperienza di navigazione abbastanza soddisfacente. Tutto ciò vale con il plug-in flash disattivato. Con questo tipo di contenuti, infatti, il tablet arranca un po’ e le pagine cominciano a diventare un po’ pesanti. Abbiamo provato alcuni videogiochi con grafica 3D ottenendo prestazioni che non fanno rimpiangere processori più potenti, per quanto chiaramente non possiamo sfruttare le ottimiz- zazioni per il Tegra di NVIDIA. Il tablet più di una prova approfondita per Archos non è però molto stabile, e a quanto riguarda la piccola tastiera volte abbiamo notato rallentamenti magnetica, e la stabilità del tablet in improvvisi anche con applicazioni al questo tipo di utilizzo. I tasti in partidi sopra di ogni sospetto (il Play Store colare sono davvero piccoli e occorre ad esempio). Rispetto alla generezio- un po’ di tempo per “prendere le mine precedente, comunque, Archos sure”. In ogni caso anche dopo un bel ha migliorato sensibilmente la sen- po’ di utilizzo il responso è uno solo: i sazione di robustezza del prodotto, tasti non sono il massimo per scrivere e anche se il display continua a non agevolmente, tanto che, prolema di essere esattamente il fiore all’occhiel- un supporto adeguato a parte, la talo del prodotto (angolo di visione stiera touch ci è parsa a volte più pranon amplissimo e un evidente effetto tica. In realtà la tastiera è sicuramente ben costruita, sono scia), è comuni tasti che sono que all’altezza semplicemente del suo compimolto piccoli, ma to. Gran parte di d’altra parte lo spaquesto articolo zio a disposizione è stato interaè quello che è. In mente scritto ogni caso si tratta con il tablet di una soluzione Archos, utilizsicuramente intezando la tastiera ressante per avere in dotazione e Archos 101 XS - la videoprova uno strumento di Google Drive. completa del tablet scrittura estremaCiò costituisce mente portatile e leggero sempre con sé per le emergenze. Quello che manca di più è forse un controllo del puntatore che evidentemente non c’è: ogni volta occorre passare dalla tastiera al touchscreen, cosa davvero poco pratica, anche se anche in questo caso si tratta più che altro di una questione di abitudine. L’aspetto video più critico è che quando si scollega o ricollega il tablet alla tastiera, in alcuni casi il tablet diventa instabile, a volte fino a bloccarsi del tutto. Oppure, se si è attivata la funzione che mette in sleep gli accessori dopo 15 minuti, a volte occorre riavviare il dispositivo per riuscire a riutilizzare la tastiera. Per quanto riguarda la webcam frontale, va giusto bene per effettuare videochiamate con servizi come Skype, visto che la qualità come fotocamera è davvero molto bassa. Positiva l’autonomia concessa dalla batteria. Archos non specifica la sua capacità ma abbiamo notato una buona tenuta dello stand-by (con una carica completa, il tablet mantiene la carica per diversi giorni), e in generale anche con una giornata di assiduo utilizzo non ci siamo mai ritrovati all’asciutto prima del nostro rientro a casa. In questo caso l’assenza di una connessione 3G aiuta e non poco a ridurre i consumi energetici. Prezzo competitivo con qualche compromesso In sostanza il tablet Archos offre a un prezzo competitivo uno schermo da 10.1 pollici e la cover magnetica con la tastiera integrata. Lo schermo non è sicuramente all’altezza di un retina display o di quelli dei più evoluti tablet Android, ma svolge adeguatamente il suo compito. Le prestazioni non sono male in termini di potenza, ma abbiamo riscontrato un software con ancora qualche problemino di stabilità. In ogni caso chi cerca un tablet Android puro e vuole qualcosa di più degli ultra economici prodotti da 7 pollici potrebbe dare una chance alla proposta di Archos.