CORTE DEI CONTI SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER L’UMBRIA INDAGINE SULLA GESTIONE DEGLI INTERVENTI DI RICOSTRUZIONE DOPO IL TERREMOTO DEL SETTEMBRE 1997 INDICE Cap. I Natura, obiettivi e metodo della presente indagine.……… Cap. II Il territorio colpito – Il quadro normativo delle provvidenze a livello nazionale e regionale …………………………………..… pag. 7 pag. 9 Cap.III Lo stato di attuazione degli interventi a quattro anni dal sisma..... Cap.IV I risultati dell’attività istruttoria……………………….……………. pag. 25 Cap. V Le deduzioni della Giunta Regionale..………………..………..… pag. 32 Cap.VI Valutazioni conclusive…..…………………….….…….……………….. pag. 36 4 pag. 14 Sezione Regionale di Controllo per l’Umbria Perugia La Sezione Regionale di controllo per l’Umbria, composta dai seguenti magistrati: Dr. Emanuele Arcano Dr. Vincenzo Guizzi Dr. Enzo Mosino Dott.ssa Maria Luisa Romano Presidente Consigliere Consigliere-relatore Referendario nell’adunanza dell’ 8 gennaio 2002 Visto Vista Vista Visto l’art. 100 della Costituzione; la Legge 14 gennaio 1994, n.20; la Legge 20 dicembre 1996, n.639; il Regolamento approvato dalle Sezioni Riunite con deliberazione n. 14/2000 adottata nell’adunanza del 16 giugno 2000; Visto, in particolare, l’art.2 del predetto Regolamento concernente l’istituzione e le competenze delle Sezioni regionali di controllo; Vista la deliberazione delle Sezioni Riunite n. 38, adottata nell’adunanza del 18 ottobre 2001, con la quale è stato approvato il “Programma di controllo sulla gestione” ai sensi dell’art. 5, comma 1 del Regolamento per l’organizzazione delle funzioni di controllo della Corte dei conti; Vista la propria deliberazione adottata in data 29 giugno 2001, con la quale è stata disposta una indagine sugli interventi di ricostruzione attuati nella Regione Umbria a seguito della crisi sismica iniziata nel settembre 1997, affidandone l’istruttoria al Consigliere Enzo Mosino; Esaminata la relazione redatta dal predetto Consigliere sui risultati dell’attività istruttoria svolta in merito all’indagine sopra indicata; Viste le note in data 12 dicembre 2001 e 4 gennaio 2002, a firma dell’Assessore alla Ricostruzione Vincenzo Riommi, con la quale la Giunta Regionale dell’Umbria ha fornito le proprie deduzioni in ordine ai rilievi formulati a seguito dell’attività istruttoria e riferiti con nota del 23 ottobre 2001; Vista l’Ordinanza presidenziale di convocazione della Sezione di controllo per l’odierna adunanza; Delibera l’approvazione dell’unito referto che costituisce parte integrante della presente deliberazione e Ordina la trasmissione del suddetto referto al Presidente del Consiglio Regionale dell’Umbria e al Presidente della Giunta, ai sensi dell’art. 3, commi 4, 5 e 6 della Legge 14 gennaio 1994 n. 20. Il Relatore F.to Enzo Mosino Il Presidente F.to Emanuele Arcano 5 Depositato in Segreteria il giorno 8 gennaio 2002 Il Direttore della Segreteria F.to Melita Di Iorio 6 CAPITOLO I Natura, obiettivi e metodo della presente indagine La Sezione regionale di controllo della Corte dei conti per l’Umbria, nella seduta del 29 giugno 2001, ha deliberato di svolgere una indagine sulla gestione degli interventi attuati per fronteggiare le conseguenze distruttive della crisi sismica iniziata nel settembre 1997, affidandone l’istruttoria al Consigliere dott. Enzo Mosino. L’indagine viene svolta nell’esercizio delle funzioni di controllo intestate alla Corte dei conti dall’art. 3, commi 4, 5 e 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20. Essa ha, perciò, ad oggetto il complesso dell’attività gestionale svolta dalle amministrazioni regionali e locali, secondo i rispettivi ambiti di competenza ed è finalizzata a verificare il livello di raggiungimento degli obiettivi preventivati, desumibili dal contesto della normativa vigente e dagli atti generali di pianificazione. Diversamente da quanto avviene nell’ambito del controllo di legittimità che assume ad esclusivo parametro la norma giuridica e si compendia in un giudizio di conformità o difformità dell’atto rispetto alla fattispecie astratta tipizzata dalla norma, il controllo sulla gestione ripercorre ex post il concreto svolgersi dei fatti gestionali, consentendo di individuarne il grado di efficacia, efficienza ed economicità, nonché di evidenziare le cause che abbiano negativamente influito sul raggiungimento del risultato. Ciò al fine precipuo di suggerire agli organi amministrativi l’adozione di misure di autocorrezione, idonee a ricondurre la gestione stessa entro l’alveo della legalità sostanziale. Per quanto sopra, questo tipo di controllo non assolve ad una funzione sanzionatoria, ma ha carattere eminentemente collaborativo, cosa che influisce sulle modalità di svolgimento dello stesso, caratterizzate da un costante confronto con le Amministrazioni coinvolte in una prospettiva di dialogo ed interazione che pone il controllore in grado di acquisire piena conoscenza della realtà gestionale esaminata. Sulla base di tali principi generali, questa Sezione ha ritenuto di assegnare all’indagine il conseguimento dei seguenti obiettivi: 1. fare il punto della situazione nel territorio colpito dal sisma con particolare riferimento agli interventi sin oggi attuati ed in corso di svolgimento, nel quadro delle disposizioni normative statali, regionali e comunitarie: risorse finanziarie, erogazioni disposte, risultati conseguiti; 2. individuare i problemi iniziali ed attuali affrontati dagli organi preposti: carenze, ritardi e loro cause, situazioni critiche; 3. formulare proposte e suggerimenti al fine dell’adozione, da parte degli enti responsabili, dei provvedimenti necessari al completamento delle opere di ricostruzione. Il Consigliere Istruttore ha ritenuto di affrontare il compito affidatogli sulla base delle seguenti principali fonti: acquisizione dei testi integrali di tutte le disposizioni normative statali e regionali, dei provvedimenti ministeriali a contenuto normativo, delle ordinanze del Commissario di Governo, dei principali provvedimenti della Giunta Regionale e del Consiglio Regionale, nonché delle relazioni e rapporti elaborati dalla Amministrazione regionale per dar conto delle iniziative adottate e dei risultati conseguiti; audizione dei responsabili dell’Amministrazione Regionale, dei Sindaci e dei responsabili di altre Amministrazioni pubbliche coinvolte nell’attività di ricostruzione. 7 Durante la fase istruttoria, il Consigliere incaricato ha riscontrato la massima disponibilità e collaborazione da parte della struttura regionale che ha fornito tempestivamente tutta la documentazione richiesta. Nelle giornate del 10, 11, 17 e 18 settembre 2001 si sono svolte, presso la sede della Sezione, le audizioni del rappresentante della Regione e dei Sindaci dei seguenti Comuni maggiormente danneggiati: Assisi Bastia Bevagna Campello Cannara Cerreto Foligno Gualdo Tadino Gubbio Massa Martana Montefalco Nocera Umbra Perugia Sellano Spello Spoleto Trevi Valfabbrica Valtopina Nel corso delle audizioni tutti i partecipanti hanno prodotto una relazione scritta, hanno corrisposto alle domande formulate dal Consigliere istruttore e, per singoli aspetti e approfondimenti, si sono riservati di produrre memorie scritte e chiarimenti. Per quanto riguarda in particolare l’Amministrazione regionale, l’Assessore competente si è riservato di produrre una sintesi degli interventi svolti più aggiornata e contenente dati aggiuntivi su singole questioni e, specificatamente, sul rientro della popolazione evacuata e sulla situazione dei nuclei familiari provvisoriamente e precariamente alloggiati. Tali dati sono stati forniti con nota n. 26611/II in data 4.10.2001, acquisita in atti. 8 CAPITOLO II Il territorio colpito – Il quadro normativo delle provvidenze a livello nazionale e regionale La sequenza sismica del settembre-ottobre 1997 ha colpito una fascia della catena appenninica a cavallo tra Umbria e Marche, già sede in passato di terremoti distruttivi. L’intensità della scossa più forte (5,8 Richter - IX Mercalli) è considerata in linea con quella dei terremoti storici che hanno interessato in passato l’Umbria orientale. La crisi sismica di settembre era stata preceduta, nel maggio 1997, da un’altra di minore entità che aveva interessato l’area dei Monti Martani, con un evento principale corrispondente ad un VII grado della scala Mercalli. L’inizio della sequenza di Colfiorito risale peraltro al 23-27 agosto, con una serie di eventi di piccola intensità. Il 26 settembre si verificano i primi due eventi principali della sequenza, uno tra Colfiorito e Cesi durante la notte (con intensità VIII-IX Mercalli) e il secondo tra Colfiorito e Annifo nella mattinata (intensità IX Mercalli). Il terremoto di Sellano-Preci del 14 ottobre (intensità VII-VIII Mercalli) è il terzo evento più importante della sequenza, la cui evoluzione prosegue con un terremoto che ha colpito principalmente Gualdo Tadino il giorno 26 marzo 1998, caratterizzato da un’elevata profondità (circa km 45) e una magnitudo locale Richter pari a 5,4 (VII Mercalli). Questa scossa è stata seguita da altre due rispettivamente nei giorni 3 (intensità VI-VII Mercalli) e 5 aprile (intensità VI-VII Mercalli) localizzate nella stessa zona ma con profondità intorno ai km 10 e, quindi, molto più avvertite in superficie. I Comuni umbri che hanno maggiormente risentito degli eventi sismici iniziati il 26 settembre 1997 sono stati quelli il cui territorio è compreso, parzialmente o totalmente, nella fascia appenninica o preappenninica. Tali comuni classificati di Fascia "A", sono: Assisi, Bastia Umbra, Bevagna, Campello Sul Clitunno, Cannara, Cerreto Di Spoleto, Costacciaro, Foligno, Fossato Di Vico, Gualdo Tadino, Gubbio (Fraz. Di Padule, Branca, Spada, S. Marco, Torre Calzolari, Colpalombo, Carbonesca), Montefalco, Nocera Umbra, Perugia (Fraz. Di Pianello, Castel D'arno, Ripa), Preci, Scheggia e Pascelupo, Sellano, Sigillo, Spello, Spoleto (Fraz. Di Poreta, S. Giacomo, Bazzano, Fabbreria, Silvignano, Eggi, Beroide, S.M. In Campis, S. Paolo, Protte, Campo Salese, Azzano, Camporoppolo), Trevi, Valfabbrica, Vallo Di Nera, Valtopina. Altre parti del territorio regionale sono state in ogni modo interessate dall'attività tellurica con conseguenti danni di varia entità che hanno fatto sì che l'intera Regione fosse dichiarata danneggiata. Il 16 dicembre 2000 un ulteriore evento sismico ha colpito la Provincia di Terni, interessando principalmente il territorio dei Comuni di Narni, Stroncone e Terni. Leggi e provvedimenti nazionali Allo scopo di far fronte alla grave situazione conseguente all’evento tellurico Governo e Parlamento hanno promosso e realizzato una serie di iniziative e rispettive misure di natura amministrativa e di carattere legislativo destinate a valutare e l’entità dei danni e i necessari provvedimenti di ripristino per favorire la ripresa delle popolazioni colpite e dei territori regionali coinvolti. Il primo atto governativo, intervenuto all’indomani degli eventi sismici iniziati il 26 settembre 1997, si concretizza nell’emanazione, da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, di un decreto dichiarante lo stato di emergenza nazionale per 9 l’intero territorio delle regioni Marche ed Umbria. A tale iniziale provvedimento ha fatto seguito una serie articolata di ordinanze del Ministro dell’Interno delegato per la Protezione civile, con le quali sono state impartite disposizioni miranti ad assicurare l’attuazione di tutti gli interventi urgenti necessari a fronteggiare la crisi sismica, a partire dall’ordinanza n. 2668 del 28 settembre 1997 – che, nominando i Presidenti delle Regioni Marche ed Umbria quali Commissari delegati per la Protezione Civile, attribuisce alle regioni stesse il compito di effettuare il censimento dei danni – attraverso l’ordinanza n. 2694 del 13 ottobre 1997 con cui il Ministro dell’interno dichiara danneggiata l’Umbria – fino all’ordinanza n. 2823 del 5 agosto 1998. Sempre attraverso lo strumento dell’ordinanza ministeriale si è provveduto in primis ad inserire i comuni maggiormente danneggiati nella Fascia A sulla base della combinazione di tre indicatori: intensità macrocosmica, indice di agibilità calcolato sugli edifici sgomberati rispetto agli esistenti e indice di disagio determinato in relazione al numero dei nuclei familiari alloggiati precariamente e sistemati autonomamente rispetto ai nuclei familiari residenti. Il pacchetto delle ordinanze dianzi citate riconduce gli interventi da adottare a quattro tipologie di misure in ciascuna delle quali rientrano una serie di provvedimenti ed un insieme di attività che possono essere così sintetizzate: 1. misure per la gestione dell’emergenza che ricomprendono, oltre la nomina dei Presidenti delle Regioni quali Commissari delegati per la protezione civile, le attività di primo soccorso con la fornitura di beni mobili per il ricovero delle popolazioni colpite, l’individuazione dei comuni e dei territori disastrati, i rilevamenti dei danni e gli interventi di ripristino della viabilità interrotta nonché delle opere pubbliche e di interesse pubblico danneggiate con particolare riguardo alle strutture comunali, scolastiche, sanitarie, edifici di culto e beni culturali e appartenenti al patrimonio storico-artistico; da sottolineare infine l’attivazione di specifiche deroghe legislative per consentire gli interventi urgenti e d’emergenza e, correlatamente, la concessione ai Sindaci dei Comuni terremotati di permessi aggiuntivi; 2. misure per l’avvio della ripresa delle normali condizioni di vita delle popolazioni colpite dal sisma che si sostanziano nella concessione di una serie di contributi diversificati: a fondo perduto, per interventi di riparazione dei danni a favore dei proprietari degli immobili distrutti o dichiarati inagibili al fine di consentire il rientro nelle abitazioni; mensili, a favore di nuclei familiari e per comunità che, essendo in grado di provvedere alla propria autonoma sistemazione, rinunciano all’assegnazione di moduli abitativi prefabbricati; finanziari in conto capitale, a titolari di imprese produttive, agricole ed extragricole in grado di riprendere in tempi brevi la propria attività; 3. misure di sospensione di versamenti, fiscali e contributivi e altre misure a favore dei soggetti residenti nei comuni disastrati e gravemente danneggiati come la sospensione, fino al 31 marzo 1998, dei pagamenti dei contributi previdenziali, assistenziali, per il servizio sanitario nazionale e la sospensione dei termini relativi a versamenti di natura fiscale e tributaria nonché la concessione della cassa integrazione a favore di categorie di lavoratori dipendenti normalmente esclusi dall’applicazione di tale istituto; 4. infine misure finanziarie riassumibili in due tipi di provvedimenti: a) attribuzioni, a più riprese, ai Commissari delegati di risorse finanziarie di provenienza statale in misura pari a lire 77 miliardi nonché autorizzazione all’apertura di propri conti correnti postali o bancari cui far affluire i contributi economici e le liberalità di provenienza pubblica e privata; b) analoghe autorizzazioni alla Regione a contrarre appositi mutui - per l’Umbria di importo pari a 165 miliardi - al cui ammortamento concorre per il 75 per cento il Dipartimento della Protezione civile e per il 25 per cento la Regione coinvolta. Sommariamente esposto il contenuto degli atti di natura amministrativa emanati dal Governo nella prima fase, immediatamente successiva al 10 movimento tellurico le cui problematiche non costituiscono oggetto della presente disamina e superata dunque la fase dell’emergenza durante la quale sono stati realizzati dalla Prefettura e dal Commissario Delegato per la protezione civile tutti gli interventi necessari a consentire accettabili condizioni di vita ai nuclei familiari maggiormente colpiti e la ripresa delle attività produttive e sociali, la Regione ha avviato l’intero processo di ricostruzione. In ordine ad esso appare pertanto significativo l’esame dell’atto fondamentale che sancisce il passaggio dalla fase di emergenza a quella della ricostruzione costituito dal decreto legge 30 gennaio 1998 n. 6 convertito nella legge 30 marzo 1998 n. 61 che ha fissato gli interventi da realizzare e i principi e i criteri generali per la loro attuazione, demandando alla Regione il compito di sancire le norme di dettaglio. La predetta regolamentazione infatti disciplina i seguenti aspetti fondamentali: a) interventi sui centri storici e sui centri e nuclei urbani e rurali per mezzo di programmi di recupero (art. 2 comma 3, lettera c) – art. 3); b) interventi a favore dei privati per beni mobili ed immobili e a favore delle attività produttive (artt. 4 e 5); c) interventi di edilizia residenziale pubblica, sui beni culturali e sui beni immobili statali (artt. 7, 8, 9). Nello stabilire i principi fondamentali ed i criteri generali, la legge in parola ha attribuito alle regioni Marche e Umbria il compito di regolare in dettaglio le fasi della ricostruzione anche attraverso l’utilizzazione di uno strumento innovativo come l’intesa istituzionale di programma tra Governo e Regione riguardante, in particolare, la connessione tra interventi straordinari strettamente finalizzati alla ricostruzione ed interventi ordinari con specifica attenzione a quelli concernenti lo sviluppo delle infrastrutture, le relative risorse, i tempi e i soggetti responsabili. Nell’ambito del compito predetto alle Regioni è anche riconosciuta dalla norma statale 61/98 il potere di determinare le linee strategiche, le priorità, le disposizioni tecniche, amministrative e finanziarie da seguire per la realizzazione delle singole tipologie previste. La legge 61/98 è stata modificata e integrata dalla legge 266/99 e dalla legge 365/2000. Leggi e provvedimenti regionali Sul versante dell’impegno regionale post-terremoto, l’impianto legislativo al quale la Regione ha dato vita, in attuazione della legge statale 61/98, prende le mosse da una realtà che evidenzia la necessità di realizzare, nel più breve tempo possibile, tre obiettivi primari: il rapido rientro delle popolazioni nelle abitazioni, la ripresa delle attività produttive, il recupero della funzionalità delle strutture pubbliche e del patrimonio culturale. Il contesto normativo, al quale peraltro risulta improntato il complesso delle attività finalizzate ad accelerare il processo di ricostruzione, appare necessariamente diversificato e molto accurato nella disciplina dei dettagli procedurali dovendo assicurare una ricostruzione celere, di qualità e trasparente. Il primo intervento dispositivo dunque si configura con l’emanazione della L.R. 6 marzo 1998 n. 8 che detta la disciplina per il ripristino degli edifici distrutti o gravemente danneggiati dal sisma del 12 maggio 1997 e del Regolamento regionale 20 maggio 1998 n. 15 indirizzato alla determinazione delle linee guida e dei criteri per la predisposizione dei programmi di recupero di cui all’articolo 3 del decreto legge 30 gennaio 1998 n. 6, convertito con modificazioni nella legge 30 marzo 1998 n. 61. L’attività con la quale la Regione, nell’ambito delle competenze attribuitele, ha provveduto a regolare nel dettaglio l’intero processo di ricostruzione si sostanzia nelle tre leggi di seguito indicate: 11 • L.R. 12 agosto 1998 n. 29 “Norme per agevolare la ripresa produttiva delle aziende”, con la quale il legislatore regionale ha fissato criteri e modalità per agevolare la ripresa produttiva delle aziende che operano nei settori agricoli con particolare riguardo alle attività zootecniche, agrituristiche ed agroindustriali unitamente ad un’azione specifica anche nei confronti delle attività turistiche, artigianali, commerciali e industriali. • L.R. 12 agosto 1998 n. 30 “Norme per la ricostruzione delle aree colpite dalla crisi sismica”. Le disposizioni normative introdotte con la predetta legge mirano come esplicitamente dichiarato negli artt. 1 e 2, a regolamentare la programmazione e l’attuazione degli interventi necessari per la ricostruzione e il ripristino degli immobili distrutti o danneggiati dalle crisi sismiche del 12 maggio e del 26 settembre 1997, definiti nell’ambito di un Programma finanziario predisposto sulla base delle risorse disponibili e approvato dal Consiglio regionale. Nell’intento di favorire il rapido impiego delle risorse e lo svolgimento delle attività amministrative ordinarie e straordinarie il presente dettato riconosce alla Giunta la titolarità del potere di coordinamento istituzionale e tecnico tra gli enti locali impegnati nella ricostruzione disponendo altresì che il predetto organo riferisca semestralmente al consiglio regionale sull’andamento della attività nel suo complesso. A tal fine la legge in argomento ha disciplinato la realizzazione degli interventi urgenti mediante predisposizione e l’approvazione da parte della Giunta regionale del Programma dei dissesti idrogeologici i cui fenomeni si siano manifestati o accentuati a seguito delle crisi sismiche e del Programma delle infrastrutture concernente interventi su edifici ed infrastrutture pubbliche per i quali stabilisce i tempi di esecuzione nonché i rispettivi criteri tecnici di progettazione. Detti programmi hanno validità triennale e sono attuati, sulla base dei fondi disponibili, con piani di norma annuali contenenti l’indicazione dei soggetti attuatori degli interventi, i finanziamenti assegnati e le modalità di concessione e di erogazione delle provvidenze in relazione all’avanzamento dei lavori. La presente legge prescrive altresì le modalità d’intervento su edifici di edilizia privata sulla base di progetti unitari per singole costruzioni o complessi di costruzioni rientranti nei Programmi Integrati di Recupero (PIR), riconoscendo priorità a quelli totalmente o parzialmente inagibili, in forza di domande per la concessione dei contributi concernenti la ricostruzione o la riparazione degli edifici, redatte in conformità ai canoni approvati dalla giunta regionale e presentate ai comuni cui spetta l’individuazione degli aventi diritto, tra i quali la giunta ripartisce i fondi disponibili in base al fabbisogno da essi stessi segnalato. Ai comuni è affidato inoltre anche il compito di provvedere all’assegnazione, a titolo definitivo e temporaneo secondo i requisiti, degli alloggi di edilizia residenziale pubblica realizzati con il programma straordinario di cui all’art. 7 del decreto legge n. 6/98 convertito nella legge n. 61/98. Le disposizioni contenute nella L. 30 regolano altresì le procedure di appalto, gli incarichi di progettazione e direzione dei lavori da parte di soggetti pubblici e privati nonché il sistema dei controlli, in ordine al quale si sancisce che l’attività di vigilanza sul rispetto dei criteri tecnici fissati dal G.R. ai sensi dell’art. 2 comma 3 lett. a) del D.L 61/98, rientra in quella sulle costruzioni in zone sismiche di cui alla legge n. 64/74 delegata alla Provincia ai sensi della L. 25/82. • L.R. 12 agosto 1998 n. 32 “Interventi per i beni culturali”, che dispone le modalità di attuazione degli interventi sui beni culturali ricomprendendo in tale tipologia beni pubblici, privati e ad uso pubblico ivi compresi gli archivi, le biblioteche, i musei e le chiese. I predetti interventi legislativi riconoscono alla Regione il compito di programmare e coordinare l’intera attività di ricostruzione demandando agli Enti Locali le singole concrete fasi attuative. 12 Sisma del 16 dicembre 2000 Le ordinanze ministeriali emesse a seguito dell’evento sismico hanno disposto l’applicazione dei benefici e delle procedure già previste per il sisma del 1997, per favorire l’immediato rientro nelle abitazioni della popolazione sgomberata, per salvaguardare l’incolumità pubblica ed avviare la fase della ricostruzione post-sismica. Le ordinanze emanate dal Presidente della Giunta regionale, nominato Commissario delegato per la Protezione Civile, hanno dettato le procedure e le modalità per la presentazione delle domande e delle progettazioni nonché per il rilascio delle concessioni e per l’erogazione dei contributi. Nelle stesse ordinanze il territorio interessato dall’evento sismico è stato suddiviso in due ambiti territoriali collegati al tipo di danneggiamento e alla presenza di edifici sgomberati. Sulla base delle disposizioni impartite con le ordinanze commissariali, per quanto riguarda l’edilizia privata, sono stati fissati i termini per la presentazione delle domande di accesso ai contributi per tutti gli edifici ricompresi nell’ambito territoriale maggiormente danneggiato e per gli altri edifici in cui sono presenti unità immobiliari sgomberate adibite, al momento del sisma, ad abitazioni principali o ad attività economiche in esercizio. 13 CAPITOLO III Lo stato di attuazione degli interventi a quattro anni dal sisma Sullo stato degli interventi attuati ed in corso di esecuzione a quattro anni dal sisma è stato riferito dalla Giunta regionale con una sintesi prodotta nel corso dell’audizione del 10 settembre 2001, ampliata ed aggiornata con una relazione inviata il 4 ottobre successivo. I dati più significativi contenuti nella predetta relazione vengono di seguito riportati, per offrire un quadro generale della situazione alla data del 15 settembre 2001. Quadro generale delle risorse e della spesa Le risorse messe a disposizione nella fase dell’emergenza e per la ricostruzione provengono da una pluralità di fonti differenti di finanziamento che sono state destinate, immediatamente dopo gli eventi sismici, agli interventi più urgenti e, durante la fase attuativa dell’intero processo di ricostruzione, alle finalità e priorità fissate dalla normativa statale, regionale e comunitaria. Le risorse impiegate per l’emergenza Le risorse dell’emergenza provenienti da erogazioni statali, donazioni, liberalità ed altro, pari a £ 241,7 Mld (€ 124.827.632), hanno consentito al Commissario delegato per la Protezione civile di realizzare tutti gli interventi di prima necessità (urbanizzazione aree per villaggi temporanei, contributi per l’autonoma sistemazione e la ripresa delle attività produttive, interventi per la riduzione del dissesto idrogeologico, avvio della ricostruzione delle abitazioni danneggiate, delle opere pubbliche urgenti ed aiuti vari per il ritorno, da parte della popolazione, alle normali condizioni di vita). Le risorse impiegate per la ricostruzione Per la ricostruzione nella sua globalità sono state messe a disposizione, a più riprese e relativamente al periodo 1997-2001, una pluralità di risorse che hanno consentito alla Regione di finanziare gli interventi prioritari previsti nonché, ad altri enti, di attuare interventi destinati a specifiche finalità. I mutui regionali Le risorse messe a disposizione della Regione Umbria derivano dai mutui che le Regioni Marche e Umbria sono state autorizzate a contrarre con i finanziamenti previsti dall’art. 15 della legge n. 61/98, dall’art. 50, lett. d), della legge n. 448/98 (Finanziaria 1999), dall’art. 54, comma 1, tab. 3, della legge n. 488/99 (Finanziaria 2000). L’importo dei mutui, relativo al periodo 1998/2001 ammonta, per la Regione Umbria, a complessive £ 4.726 Mld (€ 2.440.775.305). Le risorse comunitarie E’ stato possibile utilizzare poi anche parte delle risorse comunitarie del Docup 1994/1999 ob. 5b per £ 998,77 Mld (€ 515.821.657) (Misure 3.5, 4.3 e 5.7) per finanziare interventi di ricostruzione. Le risorse destinate a specifiche finalità 14 Sono inoltre da aggiungere quelle destinate a specifici interventi quali un Programma straordinario di edilizia residenziale pubblica per £ 265,5 Mld (€ 137.119.307) (art. 7, legge 61/98 per £ 233 Mld (€ 120.334.458) e legge 457/78, art 3, lett. q) per £ 32,5 Mld (€ 16.784.849), ed un Programma di interventi sui beni culturali per £ 111,68 Mld (€ 57.677.906) attuato dalla Soprintendenza per i beni ambientali, architettonici, artistici e statali dell’Umbria. Complessivamente, quindi, le risorse impiegate nel periodo 1997-2001 ammontano a £ 6.343,65 Mld (€ 3.276.221.808). Le risorse disponibili nel 2002-2003 Oltre a quelle sinora utilizzate, nel biennio 2002/2003 sarà possibile impiegare ulteriori risorse per £ 1.857 Mld (€ 959.060.462) derivanti dalle autorizzazioni di spesa previste dall’art. 144, comma 1, tab. 1 della legge n. 388/2000 (finanziaria 2001) ed altre. La loro destinazione ai settori e tipologie di intervento è stata effettuata con deliberazione del Consiglio Regionale n. 123 del 23 luglio 2001. L’integrazione delle risorse a seguito del sisma del 16 dicembre 2000 Il 16 dicembre del 2000 un ulteriore evento sismico ha colpito la Provincia di Terni interessando principalmente il territorio dei comuni di Narni, Stroncone e Terni. Per il ripristino degli edifici pubblici e privati sono stati assegnati al Commissario delegato, con Ordinanze ministeriali 3101/2000 e 3124/2001, finanziamenti per complessive £ 57 Mld (€ 29.438.043,25). Il finanziamento dei settori di intervento L’impiego delle risorse e loro destinazione ai vari settori di intervento sono stati effettuati con il Programma finanziario 1998 ed il Programma finanziario 19992001 tenendo conto delle priorità fissate, della loro specificità ed i diversi tempi di utilizzo. Impiego delle risorse 1997-2001 – Importi in miliardi di lire Mutui regionali Risorse comunitarie Risorse commissariali Edifici isolati 1.446,00 273,44 16,00 P.I.R. 2.273,00 321,86 100,00 223,4 101,13 29,70 SETTORE Opere pubbliche Dissesti Beni culturali Attività Produttive Altri interventi TOTALE 82,00 65,82 130,00 82,56 31,00 21,97 TOTALE 1.735,44 2.594,86 424,53 177,52 212,56 54,62 107,59 664,00 9,72 40,25 713,97 4.726,00 998,77 241,70 5.966,47 E.R.P. Ministero BBCC TOTALE GENERALE Altre risorse 4.726,00 998,77 241,70 Impiego delle risorse 1997-2001 – Importi in Euro 15 265,50 111,68 265,50 111,68 377,18 6.343,65 Mutui regionali Risorse comunitarie Risorse commissariali 746.796.676 141.219.974 8.263.310 1.173.906.532 166.226.818 Opere pubbliche 51.645.690 115.376.471 52.229.286 219.251.447 Dissesti 42.349.466 33.993.193 15.338.770 91.681.429 Beni culturali 67.139.397 42.638.682 SETTORE Edifici isolati P.I.R. Attività Produttive Altri interventi TOTALE Altre risorse 896.279.960 1.340.133.350 109.778.079 16.010.164 11.346.558 28.208.876 55.565.598 342.927.381 5.019.961 20.787.390 368.734.732 2.440.775.305 515.821.657 124.827.633 3.081.424.595 E.R.P. Ministero BBCC TOTALE ENERALE TOTALE 2.440.775.305 515.821.657 124.827.633 137.119.307 57.677.906 137.119.307 57.677.906 194.797.213 3.276.221.808 Gli impegni L’andamento degli impegni riflette i tempi della messa a disposizione delle risorse, dell’approvazione dei Programmi finanziari (1998 e 1999-2001) e delle diverse modalità e tempi fissati per il processo tecnico-amministrativo e finanziario delle singole tipologie di intervento. Sul totale dei finanziamenti autorizzati per complessive £ 6.343,65 Mld (€ 3.276.221.808), sono state impegnate risorse per £ 6.325,10 Mld (€ 3.266.641.531) pari al 99,71%. Complessivamente, al 15 settembre 2001, tra risorse commissariali, statali, comunitarie, della sovrintendenza dei beni culturali e dello IERP, sono state effettuate erogazioni ai soggetti attuatori per £ 2.239,5 Mld (€ 1.156.605.225), pari al 35,41% delle risorse impegnate, il cui andamento è illustrato nel seguente grafico. Andamento erogazioni Euro 881.318.205 1.706,47 660548.374 1.279 1.184 00 1 09 .2 15 . 31 . 05 .2 00 1 00 1 31 . 03 .2 00 0 30 . 31 . 12 .2 09 .2 00 0 30 . 06 .2 00 0 03 .2 31 . 00 0 Miliardi di lire 99 9 12 .1 2.033 1.877 1.039 884 31 . 611.484.969 536.598.718 456.547.899 1.156.605.225 2.239 1.049.956.876 969.389.600 Sintesi degli impegni e della spesa La sintesi delle risorse finanziarie stanziate, impegnate ed erogate viene rappresentata nella seguente tabella. 16 Stanziamenti, impegni, pagamenti al 15.09.2001 - Importi in miliardi di lire Settore Finanziamenti Impegni % Impegno Erogazioni % Spesa Edifici isolati 1.735,44 1.735,44 100 913,22 52,62 Programmi Integrati di recupero 2.594,86 2.594,86 100 288,53 11,12 Opere pubbliche 424,53 419,7 98,86 193,10 46,01 Dissesti idrogeologici 177,52 177,52 100 64,07 36,10 Beni culturali 212,56 212,56 100 122,19 57,48 Attività Produttive 107,59 104,87 97,47 82,23 78,41 Altri interventi 713,97 712,08 99,73 340,11 47,77 TOTALE 5.966,47 5.957,03 99,84 2.003,45 33,63 TOTALE GENERALE 265,50 111,68 6.343,65 261,83 106,24 6.325,10 98,62 95,13 99,71 160,08 75,97 2.239,50 61,14 71,51 35,41 E.R.P. Mutuo BBCC Stanziamenti, impegni, pagamenti al 15.09.2001 - Importi in Euro Settore Edifici isolati Programmi Integrati di recupero Opere pubbliche Dissesti idrogeologici Beni culturali Attività Produttive Altri interventi TOTALE E.R.P. Mutuo BBCC Finanziamenti Impegni % Impegno Erogazioni % Spesa 896.279.961 896.279.961 100 471.638.769 52,62 100 149.013.309 11,12 1.340.133.349 1.340.133.349 219.251.447 216.756.961 98,86 99.727.827 46,01 91.681.429 91.681.429 100 33.089.394 36,10 109.778.078 109.778.078 100 63.105.868 57,48 55.565.598 54.160.835 97,47 42.468.251 78,41 368.734.732 367.758.629 99,73 175.652.156 47,77 99,84 1.034.695.574 33,63 98,62 95,13 82.674.420. 39.235.231 61,14 71,51 99,71 1.156.605.225 35,41 3.081.424.595 3.076.549.242 137.119.307 57.677.906 TOTALE GENERALE 135.223.910 54.868.380 3.276.221.808 3.266.641.532 17 Stato di attuazione degli interventi Per offrire un quadro generale sullo stato di attuazione degli interventi di ricostruzione alla data del 15 settembre 2001 si riportano nelle pagine seguenti i dati salienti forniti dalla Regione nella citata relazione del 4 ottobre. La ricostruzione dell’edilizia privata La ricostruzione degli immobili ad uso privato è realizzata sulla base di progetti unitari per singoli edifici o complessi di edifici che ricomprendono unità immobiliari prevalentemente destinate alla residenza. La normativa tecnica ed amministrativa emanata prevede, in relazione alla gravità del danno subito dagli edifici, due principali processi di attuazione: la ricostruzione leggera e la ricostruzione pesante. La ricostruzione pesante, che riguarda prevalentemente edifici gravemente danneggiati, è ulteriormente articolata in interventi da realizzare su edifici isolati ed interventi da realizzare su complessi di edifici all’interno di Programmi Integrati di Recupero (P.I.R.). Ricostruzione leggera La ricostruzione leggera, le cui regole tecnico-amministrative sono state fissate dal Commissario Delegato per la protezione Civile nella fase dell’emergenza, prevede la riparazione degli edifici lievemente danneggiati in cui è presente almeno una abitazione principale occupata dichiarata inagibile con ordinanza sindacale di sgombero. I 4.369 progetti presentati riguardano interventi ubicati, in diversa misura, in 62 Comuni. Il 61,5% degli interventi è localizzato nei Comuni di Foligno, Gualdo Tadino, Assisi, Nocera Umbra e Spello. Il Comune di Foligno è quello maggiormente interessato. La situazione degli interventi è illustrata in tabella: Ricostruzione leggera – Situazione interventi per Comune ASSISI Progetti Presentati (n.edifici) 385 385 385 369 BASTIA 55 52 52 52 BEVAGNA 59 59 56 53 CAMPELLO SUL CLITUNNO 43 43 43 41 CANNARA 53 53 53 53 CERRETO DI SPOLETO 22 22 22 22 1.363 1.360 1.352 1.161 502 502 502 475 82 82 81 79 Comune FOLIGNO GUALDO TADINO GUBBIO MASSA MARTANA MONTEFALCO 18 Concessioni contributive Lavori Iniziati Lavori Ultimati 69 69 67 65 106 106 105 102 NOCERA UMBRA 221 221 220 214 PERUGIA 113 111 111 88 27 27 27 24 PRECI SELLANO 45 45 45 44 214 214 214 211 SPOLETO 207 207 204 182 TREVI 186 186 186 157 42 42 42 42 SPELLO VALFABBRICA VALTOPINA 85 85 85 84 490 489 479 417 4.369 4.360 4.331 3.935 Altri Comuni Totali Ricostruzione pesante Gli interventi della ricostruzione pesante, riparazione/ricostruzione di singoli edifici in prevalenza gravemente danneggiati ed ubicati al di fuori dei programmi integrati di recupero, sono stati ammessi sulla base delle priorità fissate che tengono conto della destinazione d’uso e dell’agibilità degli edifici. Risultano presentati 3.616 progetti di cui 3.151 relativi alle priorità ammesse a finanziamento, mentre 465 presentati anticipatamente dai proprietari ed in attesa del finanziamento relativo alla priorità di appartenenza. I progetti presentati sono distribuiti in 53 Comuni in maniera abbastanza omogenea. Il 54% degli interventi (oltre 1.900) è localizzato nei Comuni di Nocera Umbra, Assisi, Gualdo Tadino, Foligno e Sellano. Il Comune maggiormente interessato è Nocera Umbra. La situazione degli interventi ammessi a finanziamento è illustrata in tabella: Ricostruzione pesante – Situazione interventi finanziati Comune Progetti Presentati (n.edifici) Concessioni contributive 290 Lavori Iniziati Lavori Ultimati 263 62 16 ASSISI 376 BASTIA 44 38 35 BEVAGNA 23 16 14 5 CAMPELLO SUL CLITUNNO 48 38 36 12 CANNARA 31 27 23 2 CERRETO DI SPOLETO FOLIGNO GUALDO TADINO 64 52 51 22 295 278 239 38 378 312 272 91 115 116 109 43 MASSA MARTANA 44 40 34 13 MONTEFALCO 94 90 75 12 GUBBIO 565 421 380 52 PERUGIA 51 31 25 11 PRECI 45 45 41 19 144 115 113 49 52 37 34 9 129 82 69 9 TREVI 60 37 31 2 VALFABBRICA 68 59 59 34 NOCERA UMBRA SELLANO SPELLO SPOLETO 19 97 89 428 395 3.151 2.608 VALTOPINA Altri Comuni Totali 84 39 342 90 2.329 630 Ricostruzione integrata – programmi integrati di recupero Il Programma Integrato di Recupero (P.I.R.) disciplina e consente la realizzazione, in maniera unitaria e coordinata, degli interventi nei centri storici, nei centri e nuclei urbani e rurali gravemente danneggiati mediante la ricostruzione ed il recupero di comparti edilizi e delle opere di urbanizzazione secondaria, il ripristino e la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria (Infrastrutture a rete). Sono stati predisposti ed approvati 184 Programmi integrati di recupero ove sono ricomprese 5.425 U.M.I. che interessano il territorio di 19 Comuni. Gli interventi, per ciascuna U.M.I. sono progettati unitamente dai consorzi obbligatori nei quali si costituiscono i proprietari degli immobili. I consorzi sono responsabili dell’attività amministrativa, finanziaria e della realizzazione degli interventi, dell’affidamento degli incarichi di progettazione e direzione dei lavori e della stipula dei contratti con le imprese appaltatrici. I Comuni maggiormente interessati dal processo di ricostruzione integrata sono Foligno con 63 P.I.R. (35%), Nocera Umbra con 41 P.I.R. (22%) e Gualdo Tadino con 21 P.I.R. (11%). Congiuntamente ai finanziamenti riguardanti le U.M.I., la Regione ha finanziato gli interventi delle infrastrutture a rete all’interno dei P.I.R. per garantire tutti i servizi necessari al rientro della popolazione nelle abitazioni riparate (fognature, reti elettriche, idriche, telefoniche, metano, etc.). La situazione degli interventi nei Programmi Integrati di Recupero è la seguente: Ricostruzione Integrata – Situazione per Comune Comune Interventi attivati (n. consorzi) Progetti Presentati Concessioni contributive Lavori Iniziati Lavori Ultimati ASSISI 43 42 40 36 CAMPELLO SUL CLITUNNO 12 12 12 12 CASTEL RITALDI 2 2 2 2 CERRETO DI SPOLETO 3 3 3 2 529 462 237 164 2 FOLIGNO FOSSATO DI VICO GUALDO TADINO GUBBIO 2 2 2 2 1 126 126 74 62 3 1 1 1 17 17 17 17 266 219 35 16 16 16 11 11 SCHEGGIA E PASCELUPO 2 2 SCHEGGINO 3 MASSA MARTANA NOCERA UMBRA PRECI SELLANO 73 64 55 46 SPELLO 18 16 16 17 3 2 2 2 25 25 24 SPOLETO VALLO DI NERA VALTOPINA 2 1 3 25 20 1 TOTALI 1.144 1.011 532 413 10 Opere pubbliche La Regione, in attuazione del Programma triennale, ha approvato (novembre 1998) il Piano Annuale per le Infrastrutture 1998 ed ha finanziato 98 interventi e, successivamente, con le ulteriori risorse disponibili, ha approvato (marzo 2000) il “Piano delle Infrastrutture 1999 – 2001” con il quale sono stati finanziati 103 interventi. Per il Piano 1998 tutti gli interventi sono iniziati (100%) mentre ne sono ultimati 44 (45%); per il Piano 1999 – 2001 sono iniziati 9 interventi, in quanto è ancora in corso la fase di progettazione e appalto lavori. Tutti gli interventi dovranno comunque iniziare entro dicembre 2001. Le infrastrutture rurali Il Piano 1998 delle infrastrutture rurali, rimodulato su richiesta dei comuni interessati, ha finanziato 668 interventi. In particolare, 374 interventi riguardano la viabilità rurale (opere di consolidamento, di bonifica, ripristino di sottofondi ecc.), 227 interventi sono relativi agli acquedotti rurali (ripristino e ricostruzione di serbatoi, rifacimento opere di presa e captazione, ecc.) e 67 interventi riguardano le fognature (sistemazione, adeguamento e ripristino di collettori fognari, fosse settiche e manufatti di linea). Sono state, inoltre, attivate progettazioni per infrastrutture rurali danneggiate dal sisma nel Comune di Gubbio per un totale di 22 interventi di cui 4 per acquedotti e 18 per viabilità. Infrastrutture rurali – Tipologia Interventi Tipologia Numero Iniziati Acquedotti 227 223 45 Fognature 67 67 34 374 374 53 668 664 132 Viabilità TOTALE Ultimati Dissesti idrogeologici Il Piano generale degli interventi sui dissesti idrogeologici è stato predisposto tenendo conto degli eventi che costituiscono pericolo per centri abitati, per infrastrutture viarie, per infrastrutture di proprietà pubblica e di pubblico interesse e per beni storici ambientali e per altri beni, nuclei e case sparse. Con le risorse messe a disposizione con i programmi finanziari 1998 e 19992001 sono stati approvati il Piano 1998 che ha finanziato 58 interventi, ed il Piano 2000 che ha finanziato ulteriori 42 interventi. Complessivamente, quindi, con i due Piani attuativi, sono stati attivati 100 interventi. Beni culturali Gli interventi sui beni culturali sono attuati mediante la predisposizione di Programmi triennali e di Piani attuativi annuali. 21 Con le risorse disponibili sono stati approvati Il Piano Giubileo-Terremoto che comprende 22 interventi, Il Piano 1998 che prevede 98 interventi ed Il Piano 19992001 che prevede la realizzazione di ulteriori 153 interventi. Quindi, con i tre Piani attuativi citati sono stati attivati complessivamente 273 interventi, dei quali 221 risultano iniziati e 49 ultimati. Attività produttive La ricostruzione delle strutture aziendali è ricompresa nell’edilizia privata. Il settore Attività produttive è relativo alla concessione di aiuti riguardanti: • contributi in conto capitale, fissati nella misura del 30% del valore del danno subito, al netto della franchigia di legge, da attrezzature, macchinari, infrastrutture aziendali specifiche e scorte; • contributi in conto interessi su mutui e prestiti, determinati nel loro importo in misura tale da porre a carico dell’impresa beneficiaria un onere pari al 2%. Oltre a tali contributi è stato concesso il risarcimento del “danno indiretto” finalizzato alla ripresa economica delle imprese che hanno subito una riduzione significativa del fatturato nel periodo successivo agli eventi sismici. Il riepilogo di tali aiuti è illustrato nella tabella seguente: Tipologia del contributo Ricostituzione di scorte, impianti, macchinari. Danno indiretto Totale numero aziende Importo in Miliardi di lire Importi in Euro 43 1,06 547.444 1.234 21,20 10.948.886 1.277 22,26 11.496.331 Altri interventi In questo settore, al quale sono stati destinati £ 664 Mld, sono ricompresi gli interventi destinati a specifiche tipologie di sostegno che non si configurano come interventi di ricostruzione o riparazione ma che sono comunque previsti da leggi ed ordinanze ministeriali. Per tali interventi sono state erogate risorse per complessive £ 340,11 Mld che, in particolare riguardano: Danni Beni Mobili, Supporto tecnico amministrativo, Misure a favore dei comuni, Sgravi contributivi previdenziali, Indennità requisizione aree, Manutenzione aree e moduli abitativi, Autonoma sistemazione, Misure a favore del Consorzio per la Bonificazione Umbra, Centro regionale di Protezione Civile, Fondo di garanzia, Assistenza tecnica amministrativa ai nuclei in moduli, Cofinanziamento nazionale delle Misure 4.3, Demolizioni e messa in sicurezza, Sistemazione alberghiera provvisoria di nuclei familiari e anziani, Progetto fuori dai container entro il 2000. L’avanzamento globale della ricostruzione Lo stato di attuazione degli interventi finanziati è illustrato nella seguente tabella: 22 Interventi Settori finanziati ultimati % In corso % Da iniziare % 4.369 3.935 90 396 9 38 1 3.151 630 20 1.699 54 822 26 1.011 10 1 403 40 598 59 8.531 4.575 54 2.498 29 1.458 17 Infrastrutture a rete 169 0 0 147 87 22 13 Infrastrutture rurali 668 132 20 532 79 4 1 Opere Pubbliche 201 45 22 62 31 94 47 Dissesti idrogeologici 100 8 8 47 47 45 45 18 Ricostruzione leggera Ricostruzione pesante Ricostruzione integrata Totale edilizia privata 273 49 172 63 52 19 Totale patrimonio pubblico 1.411 234 17 960 68 217 15 TOTALE 9.942 4.809 48 3.458 35 1.675 17 Beni culturali Programma Straordinario di Edilizia Residenziale Pubblica Per la realizzazione di tale programma, volto a contribuire ad attenuare il disagio abitativo nelle zone terremotate con il rientro di una parte della popolazione evacuata, sono state destinate risorse per complessive £ 265,5 Mld (€ 137.119.307). Per la realizzazione di tale piano straordinario la Regione si è avvalsa dell’opera degli I.E.R.P. di Perugia e Terni, nonché di alcuni Comuni che presentavano maggiori necessità d’intervento. Il programma, si articola in diverse tipologie di intervento per meglio far fronte sia alla sistemazione dei nuclei familiari evacuati che al generalizzato fabbisogno abitativo conseguente all’evento sismico. Alcune tipologie prevedono la rapida realizzazione di alloggi da assegnare ai nuclei familiari in situazione di grave disagio (interventi di nuova costruzione), altre, invece, prevedono il recupero sia degli edifici residenziali pubblici danneggiati che il recupero del tessuto urbano delle località colpite (Programmi di Recupero Urbano). Inoltre il Piano prevede la realizzazione di alloggi destinati a categorie speciali (anziani, studenti, portatori di handicap). Nel suo complesso il programma ha previsto, comunque, la realizzazione di 131 interventi per un totale di 1.821 alloggi. Il Piano prevedeva la realizzazione di 1.821 alloggi: al 15 settembre 2001 risultavano iniziati i lavori per 1.737 alloggi e ultimati per 1.368, pari al 78,76%. Gli alloggi alternativi ai container Per i nuclei familiari residenti nei container, coinvolti nella ricostruzione integrata che comporta tempi più lunghi, è stato attuato specifico progetto che ha consentito nei Comuni di Foligno, Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Sellano, Assisi, Valtopina, Cannara e Massa Martana, l’acquisizione e la realizzazione, di abitazioni alternative successivamente assegnate in sostituzione dei container. 23 Dei 1.362 alloggi realizzati, 379 sono di nuova costruzione, 194 si sono resi disponibili grazie ad interventi di recupero, 23 sono stati acquistati/locati; i restanti 766 sono alloggi prefabbricati in legno e cemento armato. Autonoma sistemazione L’importo complessivo delle erogazioni effettuate dalla Regione ai Comuni dei contributi da liquidare ai beneficiari ammonta a complessive £ 85.090.680.440 (€ 43.945.668) di cui £ 81.166.256.680 (€ 41.918.873) per contributi ai nuclei evacuati al momento del sisma e in attesa di rientro nelle abitazioni riparate e £ 3.924.695.760 (€ 2.026.936) per contributi ai nuclei che per l’esecuzione dei lavori hanno temporaneamente abbandonato la propria abitazione. La spesa mensile complessiva ammonta a circa £ 1.150.000.000 (€ 593.925). 24 CAPITOLO IV I risultati dell’attività istruttoria Sulla base della documentazione acquisita, delle relazioni prodotte dalle Amministrazioni regionali e comunali, nonché degli elementi di conoscenza riferiti nel corso delle audizioni, è stato possibile comporre un quadro generale della situazione relativa all’attuazione delle provvidenze disposte a livello nazionale, regionale e locale per riparare i danni prodotti dalla crisi sismica, per promuovere la ripresa della vita economica e sociale nelle zone terremotate e per assicurare il rientro della popolazione nei luoghi di origine. Dopo le inevitabili difficoltà iniziali determinate dalla vastità delle zone colpite, dalla necessità di rimodellare il quadro normativo originario per adeguarlo alle molteplici esigenze e realtà locali, si può constatare che, a quattro anni dal sisma, il piano generale della ricostruzione è in pieno svolgimento con apprezzabili risultati in vari settori, mentre in altri che saranno di seguito indicati sconta ancora i ritardi iniziali, tra l’altro aggravati da difficoltà sopravvenute in fase di attuazione degli interventi. La perdurante sistemazione precaria di un elevato numero di terremotati a quattro anni dal sisma costituisce un dato di fatto preoccupante che ha orientato l’attività istruttoria ad approfondire gli accertamenti in questo specifico settore, per individuare le difficoltà tuttora esistenti, le cause dei ritardi nell’esecuzione dei programmi e per indicare le possibili soluzioni alle carenze riscontrate. La strategia di fondo adottata per offrire una sistemazione provvisoria ai senzatetto e per consentire il loro rientro nei luoghi di origine si è articolata nelle seguenti scelte: 1. dislocazione in tutto il territorio colpito, in campi attrezzati e in località sparse, di moduli abitativi mobili (M.A.M.) in quantità tali di offrire ai senza tetto un rifugio di emergenza; 2. attuazione di un Piano di alloggi alternativi ai M.A.M.; 3. erogazione di contributi per la autonoma sistemazione dei nuclei familiari evacuati; 4. attivazione di un piano di ricostruzione dell’edilizia privata attraverso tre tipi di intervento: a) ricostruzione leggera b) ricostruzione pesante c) ricostruzione integrata; 5. attivazione di un piano straordinario di edilizia pubblica, per la costruzione di nuovi alloggi e la riparazione di quelli di proprietà pubblica. Sullo stato di attuazione dei singoli programmi alla data del 15.9.2001, descritto nelle pagine precedenti, sono state formulate le seguenti valutazioni. M.A.M. e alloggi alternativi La dislocazione su tutto il territorio colpito dal sisma di 4.200 moduli abitativi mobili (comunemente denominati containers) è stata una scelta iniziale giustificata dalla necessità di offrire un riparo di emergenza ai senzatetto. Col passare del tempo si sono evidenziati gli aspetti negativi della lunga permanenza in strutture anguste che non possono offrire confortevoli condizioni di fronte ai rigori dell’inverno e alle alte temperature dell’estate. 25 Per ovviare a tale situazione di disagio, la Regione ha programmato ed attuato un piano straordinario per la realizzazione di abitazioni alternative ai containers (nuove costruzioni, recupero, locazione e installazione di prefabbricati pesanti in legno e cemento armato). I risultati del piano, pur attenuando la pesante situazione che si andava delineando, non sono stati risolutivi dei problemi connessi alla precaria sistemazione della popolazione evacuata nell’intera area colpita. Autonoma Sistemazione La concessione di contributi per l’autonoma sistemazione si è rivelato uno strumento determinante nella fase dell’emergenza, ma a quattro anni dal sisma comporta un onere finanziario di circa £. 1.500.000.000 (€ 593.925) mensili, che progressivamente dovrà essere ridotto in relazione all’andamento dei lavori di ricostruzione e di riattazione degli edifici distrutti o danneggiati. Ricostruzione Leggera Tale forma di intervento ricostruttivo si è dimostrata sin dall’inizio efficace ed ha potuto essere sollecitamente avviata su tutta l’area colpita, comprendente 62 Comuni. Quasi tutti i lavori sono stati avviati: su 4.360 concessioni contributive disposte in 3.935 cantieri si sono conclusi i lavori, pari al 90% del totale degli interventi. Le valutazioni positive al riguardo espresse dall’Amministrazione regionale e dai Sindaci si possono condividere. Ricostruzione Pesante e Integrata Non altrettanto soddisfacenti appaiono i risultati ottenuti con queste due forme di intervento ricostruttivo dell’edilizia privata. Per la ricostruzione pesante sono stati presentati 3.616 progetti, ne sono stati finanziati 2.608, per il 54% localizzati nei comuni di Nocera Umbra, Assisi, Gualdo Tadino, Foligno e Sellano. Pur risultando iniziati i lavori in 2.329 cantieri, risultano ultimati in 630, pari al 27% dei lavori iniziati. Il completamento dei lavori risulta del tutto inadeguato alle esigenze nei comuni di Assisi (62 su 290) Foligno (38 su 278), Gualdo Tadino (91 su 312) e Nocera Umbra dove si evidenzia una situazione critica: su 421 concessioni contributive soltanto in 52 cantieri risultano ultimati i lavori. Del tutto insoddisfacente appare, inoltre, lo stato di attuazione del piano della ricostruzione integrata nei comuni che hanno subito i maggiori danni. Nei 18 comuni nei quali sono stati attivati interventi di ricostruzione integrata, risultano presentati 1.011 progetti, ne sono stati finanziati 532, sono iniziati i lavori per 413 e ultimati soltanto 10. La situazione presenta aspetti critici nei comuni di Nocera Umbra, Foligno, Gualdo Tadino e Sellano. Piano straordinario di edilizia residenziale pubblica Il Piano ha conseguito risultati positivi, contribuendo ad attenuare il disagio abitativo nel vasto territorio colpito dal sisma. 26 Il rientro della popolazione Le famiglie che hanno dovuto abbandonare l’abitazione a causa degli eventi sismici sono state 9.285, comprendenti 22.604 persone. N. 5.727 nuclei hanno trovato soluzioni abitative autonome, usufruendo del contributo mensile, mentre gli altri 3.558 sono stati alloggiati nei Moduli Abitativi Mobili (M.A.M.) installati nelle apposite aree attrezzate. Parallelamente all’ultimazione dei lavori di riparazione e di ricostruzione è iniziato il graduale rientro della popolazione nelle abitazioni di origine. La situazione al 15 settembre 2001 era la seguente: Nuclei familiari in M.A.M. 1.051 Persone 2.583 in autonoma sistemazione 2.589 6.345 in alloggi alternativi 1.201 2.873 rientrati nelle abitazioni 4.444 10.803 Al 15 settembre risultavano, quindi, alloggiati in M.A.M. 1.051 nuclei familiari, per complessive 2.583 persone. A tale numero complessivo di terremotati che attendono di rientrare in condizioni di precarietà da lungo tempo (si profila il 5° inverno in container), occorre aggiungere la popolazione che ha trovato autonoma sistemazione, pari a 2.589 nuclei, per 6.345 persone. Anche per queste famiglie occorre provvedere al rientro in tempi brevi, perché è necessario ridurre al minimo la spesa occorrente alla loro assistenza. E’ una situazione questa che non consente di considerare chiusa la fase dell’emergenza e per la quale occorre attuare urgenti interventi. Difficoltà e problemi iniziali e attuali Le cause che hanno determinato il mancato completamento dei programmi volti ad assicurare il rientro delle popolazioni terremotate - indicate dalla stessa Regione e denunciate dai rappresentanti dei Comuni nel corso delle audizioni vengono qui di seguito elencate: Cause oggettive caratteristiche geografiche dell’area colpita, prevalentemente appenninica comprendente nuclei e frazioni rurali e montane; rispetto dei vincoli per la tutela del patrimonio paesaggistico che comportano l’obbligo di autorizzazioni aggiuntive e la realizzazione di interventi che devono conservare le originarie peculiarità; il clima e la natura dei luoghi che ostacolano la fase esecutiva; operare, infatti, in zone appenniniche comporta vari disagi (accesso ai luoghi, distanze dei fornitori, sistemazione alloggiative delle maestranze, etc.); permanente e generalizzata carenza di manodopera, soprattutto di quella specializzata negli interventi di recupero. 27 Cause connesse all’iter amministrativo volto ad ottenere la fruizione delle provvidenze disposte 1. Complessità della normativa – Per l’emergenza e la ricostruzione sono stati emanati oltre 100 provvedimenti tra Leggi nazionali, Leggi Regionali, Decreti e Ordinanze ministeriali, Ordinanze commissariali, Deliberazioni del Consiglio e della Giunta Regionale. La mancanza di testi unici coordinati ha determinato incertezze nell’applicazione delle varie norme, in parte chiarite e sciolte dalle direttive impartite dai competenti organi regionali. 2. Inadeguatezza dell’apporto dei tecnici privati – La scelta di affidare all’iniziativa dei privati le procedure per la concessione dei contributi ha comportato gravi ritardi nell’esecuzione delle opere. Anzitutto l’avvio dei lavori è stato fortemente rallentato dal ritardo dei tecnici incaricati dai privati per la integrazione delle richieste di finanziamento, spesso presentate al solo fine del rispetto dei termini fissati ma nella sostanza in larga misura incomplete. Pur riconoscendo che parte di tali ritardi possono essere stati causati dalla innegabile complessità degli adempimenti richiesti dalla normativa regionale, come evidenziato al punto 1), completamente rinnovati rispetto alle forme sperimentate dal corpo professionale in occasione di precedenti terremoti, si è manifestata, secondo quanto riferiscono taluni Sindaci, una duplice carenza: - resistenza da parte dei professionisti privati nell’acquisire nuovi metodi, associata ad una rigidità nell’apprendimento delle tecniche necessarie all’applicazione al caso concreto della normativa regionale; - impossibilità di smaltire in tempi ragionevoli il lavoro iniziato, derivante dall’elevato numero di incarichi acquisiti mediamente dai singoli tecnici e studi professionali. Un altro aspetto al riguardo è stato evidenziato: anche quando il tecnico incaricato ha allestito gruppi più ampi e interdisciplinari (geometra, architetto, ingegnere, geologo, esperto in sicurezza, etc.) è spesso mancato un effettivo, reale coordinamento tra i diversi soggetti, tanto che le pratiche presentate si sono rivelate spesso come una sommatoria di elaborati distinti, a volte tra loro contradditori e che, comunque, evidenziano uno scarso livello di integrazione formale e sostanziale tra le parti. Sono state rilevate, inoltre, anche carenze nell’azione di assistenza nei confronti degli stessi proprietari committenti, i quali sono stati spesso costretti a cercare nel Comune un’azione di supporto. 3. Maggiori costi effettivi dell’intervento rispetto al contributo richiesto: la somma eccedente il contributo è a totale carico del proprietario dell’immobile danneggiato, il quale non sempre può e/o vuole apportare tale spesa, spesso rilevante. 4. Elevata litigiosità tra i consorziati, che impedisce il raggiungimento dell’accordo sulle scelte che devono essere condivise. Tale fenomeno viene segnalato dalla generalità degli amministratori sentiti, molti dei quali invocano modifiche sostanziali al regime vigente. 5. Situazioni di pregresso abuso edilizio dell’immobile danneggiato, non condonato, che impedisce il rilascio della concessione edilizia e, quindi, di quella contributiva. 6. Concomitanza, nella maggior parte dei centri storici, dell’esecuzione delle opere pubbliche per infrastrutture e servizi a rete. Simmetriche difficoltà, anche di maggiore entità dato il regime pubblico di attuazione degli interventi, sono state evidenziate nella realizzazione delle medesime infrastrutture. La comprensibile e condivisibile esigenza di velocizzare l’attuazione degli interventi e di spendere nei termini prefissati le risorse messe a disposizione dallo Stato e dalla Comunità Europea hanno comportato la compresenza, in ambiti fisici ristretti, e di grande frazionamento edilizio, di varie imprese che 28 inevitabilmente si intralciano tra di loro, tenuto anche conto delle esigenze di sicurezza richieste dal d.lgs. 494/96. Da qualche Sindaco viene fatto osservare che meglio sarebbe stato realizzare le opere tramite appalti comprendenti edifici privati e opere infrastrutturali, per interi centri abitati o parti di essi. 7. Rapporti con la Soprintendenza ai Monumenti per la ricostruzione nei centri e nuclei antichi. Un Sindaco ha esposto le difficoltà incontrate nei seguenti termini: - - - - Il Comune ha rilasciato concessioni edilizie e autorizzazioni all’esecuzione dei lavori ai sensi della D.G.R. 5180/98 e l.r. 30/98, nel rispetto degli strumenti urbanistici vigenti prescrivendo modalità esecutive che avrebbero ammesso, almeno in taluni casi, la demolizione del fabbricato e la sua “fedele” ricostruzione (pur se con tecnologie strutturali moderne), con la ricollocazione in opera degli elementi stilistici e decorativi esistenti (portali, cornici, lapidi, etc.). La Soprintendenza, successivamente al rilascio delle concessioni contributive, e in qualche caso a lavori iniziati ha imposto un vincolo, ai sensi dell’art. 2 del d.lgs. 490/99, o ha notificato ai proprietari una “dichiarazione di sussistenza” di elementi di cui all’art. 3 del medesimo d.lgs.. Nell’apporre o nel riconoscere tali vincoli ha anche esplicitamente prescritto che, al fine di garantire la effettiva conservazione degli elementi oggetto di tutela, fossero conservate, pressoché integralmente, le murature esistenti. Tali prescrizioni comportano, quasi sempre, una sostanziale revisione del progetto, con immaginabili ritardi e blocchi anche dei cantieri in corso. La Regione ha emanato nel giugno 2001 nuove disposizioni per tener conto di tale inusuale condizione, ma la soluzione delle problematiche emerse comporterà, nella migliore delle ipotesi, un rallentamento di almeno 6 mesi dei tempi previsti. La condizione di cui sopra riguarda circa la metà dei centri ricompresi nei Programmi Integrati di Recupero (P.I.R.). 8. Tempi lunghi nel rilascio del “Documento Unico di Regolarità contributiva D.U.R.C.”. Tale difficoltà viene segnalata da tutti i Comuni. 9. Esecuzione degli interventi per conto degli inadempienti (sia da parte dei Consorzi che da parte dei Comuni) ai sensi dell’art. 8 l.r. n. 30/98, nel caso di soggetti proprietari di porzioni di edifici che risultano sconosciuti. 10. Tempi lunghi nell’approvazione delle varianti ai progetti o delle perizie suppletive. Per l’approvazione di tali modifiche resesi necessarie nel corso dei lavori - viene segnalato - occorrerebbero 40/50 giorni. Tale periodo dovrebbe essere considerato utile al fine della concessione della sospensione dei termini. 11. Obbligo delle imprese all’iscrizione nell’elenco della Regione e S.O.A.. Tale obbligo - viene segnalato - essendo entrato in vigore a ricostruzione avviata, creerebbe non poche difficoltà per le imprese con conseguenti ritardi nella esecuzione delle opere. 12. Interventi di ricostruzione o ripristino degli edifici rurali danneggiati dal sisma e finanziati nell’ambito del DOCUP - ob. 5b. La Regione dell’Umbria con atto 5180 del 1998 ha deciso di finanziare gli interventi relativi alle strutture rurali utilizzando le risorse finanziare del DOCUP, stabilendo successivamente i termini per il rilascio delle concessioni contributive da parte dei Comuni a favore dei privati entro il 31/12/1999. Il mancato rilascio delle concessioni contributive entro il termine di cui sopra avrebbe comportato la decadenza del contributo. I soggetti interessati hanno badato a richiedere la concessione contributiva, probabilmente ignari del fatto che il finanziamento comunitario è incompatibile con il cambio di destinazione d’uso degli immobili. Infatti, la Comunità Europea vincola 29 per dieci anni il mantenimento della destinazione d’uso degli immobili ricostruiti o ripristinati con il contributo di cui alla misura 3.5. La Regione dell’Umbria con D.G.R. n. 244 ha riaperto successivamente i termini (30.4.2000) per il rilascio delle concessioni contributive, finanziando gli interventi sui fabbricati rurali con i fondi Nazionali. In questo caso la normativa non prevede alcun vincolo per gli imprenditori agricoli destinatari del contributo per la ristrutturazione o ripristino degli immobili rurali. Successivamente con D.G.R. n. 547 del 24.5.2000 la Regione ha provveduto ad integrare i parametri tecnici ed economici, prevedendo ulteriori contributi ad integrazione di quelli esistenti; conseguentemente si è verificato che gli interventi finanziati con le risorse DOCUP – ob. 5b sono stati integrati seppur in percentuale minima con i fondi nazionali. A titolo di esempio viene segnalato che un immobile ristrutturato con i contributi comunitari è vincolato al 90%, mentre sarebbe libero da ogni vincolo di destinazione d’uso per il restante 10% in quanto finanziato con fondi nazionali. Appare evidente che la mancata rimozione del blocco decennale della destinazione d’uso dell’immobile produce effetti iniqui e dannosi per l’economia locale. In particolare: - penalizza la stragrande maggioranza dei soggetti che hanno rispettato la scadenza del 31.12.1999 prevista in origine dalla Giunta Regionale; - favorisce coloro che hanno ottenuto la concessione contributiva grazie alla riapertura dei termini, creando una forte disparità di trattamento tra i cittadini beneficiari dei diversi finanziamenti utilizzati per la stessa ed identica tipologia degli edifici; - limita lo sviluppo dei centri rurali e dei singoli imprenditori agricoli precludendo il potenziamento delle attività agrituristiche, alberghiere, extralberghiere ed abitative, previste dalla normativa urbanistica; - evidenzia un conflitto normativo con gli strumenti di programmazione economica Regionale che prevedono finanziamenti per la realizzazione e l’ampliamento delle attività produttive agricole. Tale problema viene segnalato dalla stessa Regione. * * * Le sopraelencate cause principali delle difficoltà incontrate nell’opera di ricostruzione assumono particolare rilievo nelle zone che hanno subito i più gravi danni, con negative ripercussioni sui programmi volti ad assicurare il rientro della popolazione. In tali zone le strutture comunali - nonostante il forte impegno delle civiche Amministrazioni - non si sono rivelate capaci di fronteggiare adeguatamente esigenze di gran lunga superiori alla propria capacità operativa, anche tenuto conto del difficile rapporto con i privati, ai quali è stata affidata gran parte delle iniziative e degli adempimenti per attivare le procedure contributive. Su tale fondamentale carenza occorre appuntare la massima attenzione al fine di individuare risolutive forme di intervento. * * * I risultati dell’attività istruttoria sono stati riferiti - in data 23 ottobre 2001 al Presidente della Giunta della Regione Umbria, con invito a fornire le proprie osservazioni e deduzioni in ordine ai rilievi formulati. E’ stata, inoltre, segnalata l’opportunità di adottare tempestivamente i provvedimenti ritenuti necessari per ovviare agli inconvenienti rilevati, proponendo i seguenti interventi: 30 - attuazione di un piano straordinario che, utilizzando eventualmente il patrimonio edilizio privato disponibile sul territorio, possa consentire la conclusione della fase di emergenza; - attivazione, in forme più incisive, dei poteri sostitutivi; - più efficace sostegno ai Comuni delle zone maggiormente colpite che, per insufficienza delle proprie strutture, non sono in grado di fronteggiare adeguatamente le esigenze; una “task force” costituita da tecnici e funzionari di provata esperienza potrebbe essere costituita per l'indispensabile attività di consulenza e di supporto. E’ stata, infine, segnalata la situazione dei Comuni di Nocera Umbra, Foligno e Gualdo Tadino, che presenta aspetti critici di preoccupante gravità. 31 CAPITOLO V Le deduzioni della Giunta Regionale Con nota n. 3465/II in data 12 dicembre 2001, a firma dell’Assessore Vincenzo Riommi, la Giunta Regionale ha fornito le proprie deduzioni alle osservazioni ed ai rilievi formulati al termine degli accertamenti istruttori, che vengono di seguito integralmente riportate: Oggetto: Sisma 1997. Osservazioni in merito alle valutazioni finali dell'indagine sulla gestione degli interventi di ricostruzione. La relazione conclusiva della prima fase di istruttoria relativa all'indagine di cui in oggetto, affidata al Consigliere dott. Enzo Mosino, ha dato luogo a una serie di valutazioni finali, che, in buona sostanza, confermano le criticità già evidenziate da questa stessa Amministrazione regionale nella relazione sullo stato di attuazione della ricostruzione post-sisma 1997, elaborata nello scorso mese di settembre e trasmessa a codesta Corte dei Conti con nostra nota n° 26611 /II del 4 ottobre 200l. Posto che tutte le attività di ricostruzione sono volte a ristabilire, nel più breve tempo possibile le normali condizioni di vita nei territori colpiti dal sisma, permangono, però, purtroppo, obiettive difficoltà, che ostacolano o impediscono il conseguimento di tale obiettivo. Tra le cause connesse all'iter amministrativo, volendo rispettare l'ordine progressivo indicato nella relazione sopra richiamata, si ritiene che siano state efficacemente eliminate o almeno ridotte, le cause ostative individuate ai punti che di seguito si riportano: 1. Complessità della normativa: nel merito, la notevole estensione degli eventi sismici e soprattutto la rilevanza dell'entità dei benefici pubblici hanno imposto, sin dall'inizio, percorsi amministrativi non del tutto semplificabili: laddove si è potuto, si è tentato di conciliare al massimo l'esigenza di snellezza del procedimento amministrativo con l'interesse alla massima trasparenza e rigore nell'accertamento del diritto al contributo; formalmente, si è tra l'altro provveduto alla predisposizione di testi normativi coordinati, per agevolare, per quanto possibile, la lettura di disposizioni inevitabilmente molto articolate; 2. Inadeguatezza dell'apporto dei tecnici privati: seppure nella prima fase della ricostruzione (presentazione e integrazione degli elaborati progettuali) il problema era molto evidente e sentito, oggi pare meno assillante, non solo per effetto delle misure sanzionatorie previste dalla normativa regionale, ma anche per la naturale evoluzione del processo di ricostruzione. Nei Programmi Integrati il problema in qualche caso permane e a tal fine sono in corso di adozione misure a garanzia della efficace attuazione dell'art. 13 bis della l.r. n. 30/1998, come modificata ed integrata dalla l.r. n. 10/2001; 3. Maggiori costi effettivi: è evidente che dall'impianto di tutta la legislazione post-sisma 1997 si evince che il contributo pubblico non ha natura risarcitoria, ma di solidarietà: ne consegue che l'eventuale eccedenza di somme tra il contributo percepito e il costo effettivo di ricostruzione, eccedenza che teoricamente non dovrebbe sussistere per la accertata congruità dei parametri di costo, non può essere molto ridotta. Nell'emananda ordinanza ministeriale esiste, tuttavia, una norma che consente di ridurre tali somme eccedenti, fino ad azzerarle, qualora sussistano casi particolari e peculiari che giustificano tale eccezione al sistema; 4. 5. Elevata litigiosità e pregressi abusi edilizi: in alcune situazioni tali cause sono effettivamente di ostacolo al regolare e rapido svolgimento del processo di ricostruzione. Quanto alla prima causa, trattandosi di rapporti e relazioni tra privati, a parte l'esercizio dei poteri sostitutivi, non sembra possano adottarsi altri 32 strumenti e misure che efficacemente e legittimamente possano giustificare l'intervento pubblico in un campo così tipicamente civilistico. In merito a eventuali pregresse situazioni di abuso edilizio non sanate, le Regioni Marche e Umbria non hanno ritenuto di dover proporre al livello statale disposizioni ad hoc, integrative dell'attuale disciplina sul condono edilizio; 6. Concomitanza nell'esecuzione di varie opere pubbliche: l'ammissione di tali interventi ai finanziamenti della Comunità economica europea comporta, evidentemente, la necessità di rispettare i termini perentori da questa imposti inderogabilmente per il completamento degli interventi. Per fornire una soluzione al problema derivante, dunque, dalla inevitabile concomitanza di alcuni interventi, la Regione con atto ha imposto la nomina del soggetto responsabile del processo di ricostruzione nell'ambito di ciascun P.I.R., al quale compete, tra l'altro, il compito di organizzare il cantiere nel modo più opportuno e funzionale. 7. Rapporti con la Soprintendenza: nella emananda ordinanza ministeriale dovrebbe essere inserita una disposizione che consente di garantire un ristoro per i maggiori costi ai quali sono esposti i proprietari, nonché per il mancato guadagno subito dalle imprese a causa dei vincoli imposti dalla Soprintendenza a procedimento iniziato. La sospensione dei lavori, e dunque il ritardo nel loro completamento, sono pertanto effetti inevitabili, strettamente connessi al legittimo esercizio della fruizione di cui è titolare la Soprintendenza; 8. 11. Tempi di rilascio del D.U.R.C. e obbligo di qualificazione delle imprese: la necessità di garantire che solo le imprese affidabili professionalmente e formalmente potessero assumere incarichi per la esecuzione dei lavori conseguenti agli eventi sismici, ha reso indispensabile ricorrere a misure, come il D.U.R.C. e la qualificazione, che possono comportare, obiettivamente, un aggravio e un rallentamento delle procedure. D'altra parte, l'interesse a operare con soggetti "in regola" sotto tutti gli aspetti è sicuramente prevalente su ogni altro interesse, soprattutto laddove si consideri che i maggiori ritardi nel rilascio di tali attestazioni si verificano quando sussistono problemi o irregolarità a carico dell'impresa richiedente; 9. Esecuzione degli interventi per conto degli inadempienti: con nota n' 15175 del 5 novembre 2001 questa Amministrazione regionale ha chiarito che qualora in sede di esercizio dei poteri sostitutivi non sia individuabile il nominativo del proprietario, il Comune procedente adempie mediante pubblicazione nell'albo pretorio e nel BUR dell'avviso dell'avvio del procedimento di sostituzione. Trascorsi i tempi assegnati comunica, ai sensi dell'art. 827 del C.C. gli estremi "dell'immobile vacante" all'Agenzia del Demanio, filiale di Perugia, via Canali 12 e procede quindi alla sostituzione; 10. Tempi lunghi nell'approvazione delle varianti: la Giunta regionale con atto n. 1028 del 29 agosto 2001 ha già disposto, per le varianti che abbiano determinate caratteristiche, la non necessità della loro approvazione, semplificando così notevolmente le relative procedure amministrative. 12. Ricostruzione degli edifici rurali: il vincolo di destinazione, imposto dalla U.E. per gli interventi finanziati con fondi comunitari, è stato da questa confermato, nonostante specifica richiesta di modificazione presentata dalle Regioni Marche e Umbria. La disparità di trattamento che ne consegue non è, dunque, eliminabile dalla normativa statale e regionale e costituisce, purtroppo, un effetto legato alla fruizione degli stessi fondi comunitari. In merito alla proposta contenuta nelle “valutazioni finali” dell'indagine, si osserva che alla predisposizione di un piano straordinario si provvederà non appena saranno vigenti le norme contenute nella emananda ordinanza, con le quali dovrebbe essere consentito alle amministrazioni pubbliche (Regioni e Comuni) di procedere con la massima urgenza all'acquisto di ulteriori casette di legno e alla stipula di contratti di locazione per garantire ai nuclei familiari ancora presenti nei campi container un alloggio certamente più confortevole e appropriato. L'esercizio più incisivo dei poteri sostitutivi dipende in larga parte dalle peculiari situazioni che 33 spesso i Comuni si trovano a dover affrontare: la Regione ha comunque da tempo garantito il necessario supporto giuridico-amministrativo (vedi, ad esempio, le deliberazioni di Giunta regionale n. 10 e n. 421 del 2001 con le quali sono stati costituiti due gruppi di lavoro con competenze specifiche e di natura fiscale per offrire la consulenza ai soggetti interessati su questioni particolarmente complesse) e, da ultimo con una specifica struttura costituita presso la Presidenza della Giunta regionale, si è garantita la continuità dell'assistenza giuridica e amministrativa nelle emergenze non solo a vantaggio delle strutture regionali, ma anche per gli enti competenti. In ultimo, per quanto concerne il contributo per l'autonoma sistemazione, è imminente l'approvazione di un atto regionale con il quale è dettata una diversa disciplina per la concessione e/o il mantenimento del contributo qui in esame, che avrà effetto con decorrenza dal l° gennaio 2002. Dall'esame delle problematiche evidenziate e in considerazione delle soluzioni adottate e/o in corso di adozione può dunque realisticamente affermarsi che il processo di ricostruzione, per quanto complesso e articolato, è ormai definitivamente avviato verso l'obiettivo iniziale di una ricostruzione sicura, di qualità e, soprattutto, rispettosa dei vari e diversi interessi pubblici e privati coinvolti. * * * Con successiva nota in data 4 gennaio 2002, la Giunta Regionale, a richiesta del Consigliere istruttore, ha fornito aggiornamenti in merito ai provvedimenti preannunciati con la nota del 12 dicembre 2001: il Parlamento ed il Ministro dell’Interno delegato per la Protezione civile hanno accolto alcune proposte avanzate dalle Regioni Umbria e Marche, volte a eliminare o ridurre alcune criticità manifestatesi durante il processo di ricostruzione. In particolare: - il comma 27 dell’art. 52 della legge finanziaria 2002 dispone “le regioni Marche ed Umbria stabiliscono criteri e modalità per la concessione di contributi straordinari a fondo perduto per finanziare il maggiore costo di riparazione o ricostruzione di immobili privati danneggiati rispetto al contributo concesso…. tenuto conto del reddito dei proprietari o delle particolari complessità dell’intervento”. La norma consente di ridurre le somme eccedenti il contributo fino ad azzerarle, risolvendo così quei casi particolari che hanno spesso determinato il blocco dei lavori. (punto 3, nota 34675/01) - l’art. 2 della ordinanza n. 3168/01 prevede un ristoro per i maggiori costi ai quali sono esposti i proprietari degli edifici vincolati dalla Soprintendenza a procedimento iniziato, nonché un indennizzo per l’impresa che, a seguito della apposizione del vincolo a cantiere avviato, abbia subito una sospensione dei lavori. Ciò eviterà ulteriori ritardi rispetto a quelli ormai già registrati. (punto 7, nota 34675/01) - l’art. 3 dell’ordinanza n. 3168/01 offre infine alla Regione ed ai Comuni interessati i supporti normativi (possibilità di acquisire strutture prefabbricate in legno mediante trattativa privata, di stipulare contratti di locazione per gli immobili di cui all’art. 11 dell’Ordinanza n. 3076/2000 o per qualsiasi altro immobile ad uso abitativo) necessari per predisporre l’auspicato piano straordinario per la conclusione della fase dell’emergenza, garantendo ai nuclei familiari ancora presenti nei campi containers un alloggio più confortevole. (Considerazioni conclusive nota 34675/01). A ciò deve aggiungersi l’ordinanza n. 116 del 27 dicembre 2001 con la quale il Commissario delegato ha dettato nuove disposizioni per la concessione del contributo per l’autonoma sistemazione che, oltre a regolamentare più 34 puntualmente la materia, avrà come risultato una apprezzabile riduzione delle relative spese. “Sulla base delle soluzioni normative adottate, rispondenti alle aspettative delle istituzioni e degli operatori impegnati nel difficile e complesso processo della ricostruzione – conclude la nota – la Regione provvederà al più presto ad adottare i necessari provvedimenti attuativi”. Con la stessa nota sono stati forniti – a richiesta del Consigliere istruttore – dati aggiornati al 28.12.2001, relativi allo stato di attuazione della ricostruzione dell’edilizia privata, che sono stati riassunti nelle tabelle riportate nelle pagine seguenti: 35 CAPITOLO VI Valutazioni conclusive Con l’inoltro della relazione sui risultati dell’attività istruttoria e con le deduzioni fornite dall’Amministrazione regionale in ordine alle osservazioni ed ai rilievi in essa contenuti, può considerarsi conclusa la prima fase dell’indagine disposta dalla Sezione regionale di controllo dell’Umbria, in ordine alla gestione degli interventi di ricostruzione sin qui svolti a seguito della crisi sismica iniziata nel settembre del 1997. Esaminati gli atti acquisiti e udita la relazione del Consigliere istruttore, il Collegio rileva preliminarmente che l’indagine è stata svolta in conformità ai criteriguida ribaditi dalle Sezioni riunite della Corte dei conti in sede di controllo ed agli indirizzi di coordinamento approvati dalla conferenza dei Presidenti delle Sezioni regionali di controllo. Il controllo successivo deve rivestire carattere “collaborativo”, secondo la fondamentale sentenza n. 29/95 della Corte Costituzionale, in quanto finalizzato, da un lato, a supportare il controllo politico dell’organo rappresentativo e, dall’altro, a suggerire all’organo di governo l’introduzione di correttivi volti a garantire, in futuro, la regolarità e l’economicità della gestione. Essenziale a tal fine si è rivelata l’adozione dei metodi del confronto e del contraddittorio. Tali metodi hanno conseguito nella presente indagine positivi risultati, con la piena collaborazione dell’Amministrazione regionale che ha prodotto tempestivamente tutta la documentazione richiesta ed ha fornito puntuale riscontro ai rilievi formulati sulla base delle risultanze istruttorie. Nella impossibilità di approfondire in un breve arco di tempo l’esame in tutti i settori di intervento, in considerazione della rilevanza delle risorse stanziate a livello nazionale, regionale e comunitario, della complessità delle procedure e della molteplicità degli operatori pubblici, si è opportunamente ritenuto di articolare l’indagine nelle seguenti fasi: I. esame generale dello stato di attuazione degli interventi di ricostruzione, alla data del 15 settembre 2001, e approfondimento su taluni settori che presentano situazioni critiche: obiettive difficoltà, carenze, ritardi (oggetto del presente referto); II. monitoraggio sull’andamento dei lavori che saranno eseguiti nel corso del 1° semestre del 2002; III. conclusione dell’indagine a cinque anni dagli eventi sismici che hanno colpito il territorio della Regione. * * * Lo stato di attuazione degli interventi di ricostruzione alla data del 15 settembre 2001 è stato riassunto nella prima parte del presente referto, sulla base degli elementi acquisiti anche nel corso delle audizioni. Tale documentazione costituirà un preciso punto di riferimento per valutare i risultati che saranno successivamente conseguiti. Le difficoltà iniziali, determinate dalla vastità del territorio colpito e dalla gravità dei danni arrecati dalla crisi sismica alle strutture abitative e produttive, sono state in parte superate con l’adozione di provvedimenti di grande rilievo, rimodellati ed adeguati nel tempo in attuazione del quadro normativo a livello nazionale, regionale e comunitario. Il quasi totale impegno delle risorse stanziate e la sensibile accelerazione della spesa registrata nell’ultimo anno indicano che l’opera di ricostruzione è in pieno svolgimento nei vari settori di intervento, con apprezzabili risultati nel complesso. Un favorevole apprezzamento va rivolto all’attività dello “Osservatorio sulla 36 ricostruzione” (istituito dall’art. 18 della l.r. 30/98) che costantemente fornisce una dettagliata informazione dell’opinione pubblica, diffusa anche attraverso INTERNET. Non altrettanto positive valutazioni possono essere formulate in merito all’attuazione di taluni programmi volti a garantire il completo rientro della popolazione nei luoghi di origine e offrire a tutti gli sfollati più confortevoli condizioni alloggiative. Nel territorio dei Comuni di Nocera Umbra, Foligno e Gualdo Tadino si concentra il 70% della popolazione tuttora sistemata nei c.d. containers. I ritardi nell’attuazione dei programmi - nel settore dell’edilizia privata relativi alla “ricostruzione pesante” ed alla “ricostruzione integrata” rilevati nella fase istruttoria tuttora perdurano, come risulta dai dati aggiornati al 28 dicembre 2001. Lo stato di avanzamento dei lavori - specie per quanto riguarda la “ricostruzione integrata” - non presenta significative progressioni nei comuni maggiormente colpiti. Particolarmente critica permane la situazione nel Comune di Nocera Umbra. L’Amministrazione regionale ha ampiamente riferito sugli interventi svolti per fronteggiare le segnalate criticità e per rimuoverne le cause, nonché sui provvedimenti programmati in attuazione di recenti disposizioni normative e ordinanze ministeriali approvate su proposta delle Regioni dell’Umbria e delle Marche. Nell’attesa che gli sforzi in atto producano gli auspicati effetti positivi, la definitiva chiusura della fase dell’emergenza costituisce l’obiettivo da conseguire con assoluta priorità, assicurando alla popolazione tuttora precariamente alloggiata le condizioni essenziali per la piena ripresa della vita sociale nell’intera area colpita dal sisma. Le suesposte considerazioni, unitamente alle risultanze dell’istruttoria relativa alla prima fase della presente indagine, vengono sottoposte all’esame del Consiglio regionale dell’Umbria, nel pieno rispetto dell’autonomia che al massimo Consesso elettivo della Regione viene riconosciuta e garantita dalla Costituzione, con riserva di comunicare i risultati degli ulteriori accertamenti che saranno svolti nei tempi programmati sugli altri settori di intervento, con particolare riguardo all’impiego delle risorse comunitarie, al restauro dei beni culturali e agli aiuti in favore delle attività produttive. 37