Turismo e conoscenza
I parte
Corso di Sociologia del turismo
Facoltà SEA - a.a. 2005 - 2006
E. Martini
1. Evoluzione dello sviluppo
Il cambiamento paradigmatico dell’economia
Dal “paradigma ortodosso”: i sistemi economici SE sono
“macchine”
alla base funzioni di produzione, quantità, prezzi,
costi
Al “paradigma eterodosso”: i SE sono basati sulle
“relazioni”
alla base comunicazione e coordinamento (beni
relazionali)
Il cambiamento investe un triplice aspetto:
Innovazione tecnologica
non codificabilità, apprendimento, evoluzione
Organizzazioni
riflessività organizzativa, convenzioni,
interdipendenze non mercantili e qualità relazionale
Territori
endogenizzazione, ambiente selettivo, sistemi
locali/regionali
2. ICT, new, net, knowledge based economy
New economy
informatica
Le trasformazioni tecnologiche,
poi, sono state così profonde
da riguardare le relazioni tra
tutti gli agenti economici che
adoperano le reti e le nuove
tecnologie
Il nuovo modello di economia si sviluppa intorno
alla diffusione delle ICT: è un’economia più aperta,
globale che punta sul ruolo della comunicazione e
dell’innovazione tecnologica
ICT
telecomunicazioni
Net economy
2. ICT, new, net, knowledge based economy
Knowledge based economy
l’economia, oggi, diventa sempre più
economia della conoscenza, risorsa
strategica la cui gestione risulta
cruciale per il successo e la
competitività delle imprese e dei
territori su cui esse operano
3. Caratteri della conoscenza
La conoscenza non è riconducibile a merce
essa è in grado di produrre valore e vantaggi
competitivi in ragione della sua differenza specifica
tentare di normalizzare la proprietà della conoscenza
significa perdere il 90% delle sue capacità generative
di valore
Interpretare in positivo le proprietà della risorsa
conoscenza in modo da utilizzarle al meglio producendo
valore grazie ad un loro impiego consapevole e organizzato
3. Caratteri della conoscenza
verità
conoscenza
utilità
Fattore produttivo
(no merce, no capitale)
Essa svolge la sua funzione cognitiva alla scoperta della
verità solo se mantiene la sua autonomia nel processo in
cui viene prodotta e in quello in cui si propaga
4. Le tre capacità della conoscenza
di creare valore
1. Capacità di interpretare le esperienze, rendendole
apprezzabili sotto il profilo del coinvolgimento emotivo
dei soggetti in gioco
2. Capacità di moltiplicare gli usi e il valore ottenuto
dalla conoscenza di partenza
3. Capacità di auto-regolare i rapporti sociali tra attori
che si mettono in condizione di condividere la conoscenza
e le sue conseguenze economiche
La conoscenza può alimentare l’interpretazione, la moltiplicazione e
l’autoregolazione solo se viene trasformata, immettendola in un ciclo
produttivo dove appositi dispositi la validano, la virtualizzano, la
trasferiscono nel tempo e nello spazio
1. Conoscenza personale
La Old Education si basa sulla conoscenza personale
100 studenti di una classe imparano tutti
contemporaneamente 100 pagine di un libro
EFFETTO DI RIDODANZA
non richiesto dalla natura del compito ma creato
artificialmente dalle regole dell’apprendimento
2. Conoscenza personale
Le regole dell’apprendimento comportano
copiare
suggerire
Ogni studente deve studiare solo con le proprie
forze tutte le 100 pagine, impiegando un tempo
totale pari a 10.000 ore di lavoro (se si suppone
un’ora di lavoro per pagina)
3. Conoscenza sociale
La New Education si basa sulla conoscenza sociale
100 studenti di una classe imparano una sola delle
100 pagine del libro
Nell’agorà della classe ogni studente completerà la
sua conoscenza con il restante 99% della conoscenza
di tutti gli studenti
3. Conoscenza sociale
Avere a
disposizione più
tempo libero da
dedicare ad
altri interessi
Condivisione
benefici
Avere a
disposizione più
tempo per
imparare nuove
cose
effetti
Moltiplicazione
La conoscenza può essere condivisa senza costi perché non si
consuma con l’uso. Ed è l’unica risorsa che può essere
moltiplicata attraverso la condivisione
3. Conoscenza sociale
La condivisione rende sapiente il collettivo senza che
diventino sapienti i singoli individui(specialisti).
La conoscenza collettiva può essere impiegata per aumentare
la produttività o l’utilità a vantaggio del singolo
utilizzatore
Il meccanismo del ri-uso aumenta il valore generato da
ciascuna conoscenza senza aumentarne i costi
4. Limiti della conoscenza sociale
Nella new education nessun studente conoscerà il libro
nella sua interezza
La divisione del lavoro
di apprendimento
Conoscenza impoverita
Mentre la conoscenza personale consuma tempo, quella sociale
fa risparmiare tempo ma deve utilizzare un insieme di
dispositivi artificiali che consentono di:
- condividere le conoscenze possedute dalla classe rendendole
accessibili a tutti gli altri membri
- motivare i singoli membri a produrre conoscenza destinata
ad altre persone e non solo a se stessi
4. Limiti della conoscenza sociale
Conoscenza personale
Auto-motivante: il
desiderio di apprendere
è tutt’uno con
l’esigenza di rispondere
ai propri bisogni
Conoscenza sociale
Le conoscenze dello
specialista sono
prodotte perché siano
utili anche agli altri
Perdita di senso
dell’apprendimento
4. Limiti della conoscenza sociale
Affinchè qualcuno studi è necessario che siano
predisposti meccanismi che rendano conveniente farlo
Motivazioni: economiche, etiche, sociali, di prestigio,...
La conoscenza per diventare moltiplicabile deve essere
trasferita in un mondo artificiale, costruito in modo da
rendere possibile e conveniente la condivisione
4. Limiti della conoscenza sociale
Ma un soggetto collettivo è in grado sempre di motivare
i singoli membri ad agire nell’interesse comune?
Il circuito della conoscenza sociale si può inceppare anche
se una solo funzione richiesta dalla divisione del lavoro
non viene svolta o viene svolta male
Ciascun specialista dipende, per le sue prestazioni, dal
comportamento e dal sapere degli altri
4. Limiti della conoscenza sociale
Come è possibile fidarsi del comportamento degli
altri?
La fiducia nasce dalle motivazioni che ognuno
attribuisce agli altri
4. Limiti della conoscenza sociale
Se c’è spirito di
corpo
Il gruppo avrà
un’identità
collettiva
Gemeinschaft
Ciascuno sente il valore dell’interesse
comune e si regola di conseguenza
L’identità comunitaria è fattore decisivo per portare le
singole persone a produrre e condividere le conoscenze
4. Limiti della conoscenza sociale
Con l’avvento della new education si è perso il senso
del gruppo: i rapporti non sono più face to face
Gesellschaft
Rapporti impersonali, anonimi, basati
sullo scambio piuttosto che
sull’appartenenza comune
La comunità perde le radici e al suo posto arriva la
società degli individui auto-interessati che stanno insieme
perché scambiano merci e servizi tra loro, ma che non fanno
niente per niente
5. Conoscenza proprietaria
Se il mediatore della condivisione diventa il denaro
La conoscenza per essere moltiplicata diventa
conoscenza proprietaria, capace di produrre una
rendita a favore del possessore
Si crea un mercato della conoscenza in cui essa
viene prodotta e ceduta per denaro, non per
liberalità o identificazione col gruppo sociale
5. Conoscenza proprietaria
E chi non può o non è disposto a pagare? Rimane
escluso dal circuito cognitivo e dai suoi benefici
Ed è questa esclusione dei non paganti che che dà
valore alla conoscenza proprietaria trasformando una
risorsa sociale in un capitale privato
Il sapere non è più liberamente disponibile ma
diventa scarso, anche se in maniera artificiale
5. Conoscenza proprietaria
Mantenere il controllo del circuito di uso della conoscenza
serve ad impedire comportamenti opportunistici ed è il primo
passo per escludere dalla conoscenza i non paganti
L’acquirente potrebbe non limitarsi ad usare la conoscenza acquisita ma
anche rivenderla ad altri - magari a prezzi più bassi - facendo
concorrenza al produttore originario
Se si vuole costruire un sistema efficiente di propagazione e
riproduzione bisogna impedire il libero ri-uso della conoscenza da
parte degli acquirenti
(es. il copyright)
1. Il significato dell’economia
cognitiva
ieri
oggi
La produzione di merci a
mezzo di merci
La produzione di valore a
mezzo di conoscenza o
produzione di conoscenza a
mezzo di conoscenza
1. Il significato dell’economia
cognitiva
lavoro
Lavoro cognitivo
Speso per produrre, trasformare,
trasferire o usare conoscenze
lavoratori
Knowledge workers
Una risorsa cognitiva che deve essere remunerata non per
la fatica ma per le competenze distintive apportate al
processo lavorativo o per i risultati raggiunti
1. Il significato dell’economia
cognitiva
capitale
capitale cognitivo
Assume natura immateriale, invisibile
Capitale
relazionale
della rete
Capitale
Cultura internalizzata
sociale
negli individui e
del territorio nelle pratiche sociali
(simboli, artefatti e
istituzioni)
Le nuove fonti di produttività
Quando l’economia comincia ad impiegare lavoro cognitivo
che produce conoscenze propagabili ad una miriade di
applicazioni…
…servono canali di propagazione adeguati e
un’organizzazione istituzionale che sia corrispondente ai
nuovi bisogni
Se queste condizioni si verificano la produzione viene
messa in moto da conoscenze che generano più valore
(utilità) del lavoro speso nella trasformazione
energetica della terra o del metallo
Le nuove fonti di produttività
Lavoro energetico
Lavoro cognitivo
Obiettivo di lungo periodo
Non si lavora più per realizzare apprendimenti rapidi ma
per produrre conoscenze che diventeranno:
Capitale
cognitivo
Conoscenze da usare in
tempi differiti
Eccedenze
cognitive
Conoscenze da “conservare” perché
potrebbero diventare utili in futuro
Le nuove fonti di produttività
La conoscenza alimenta altra conoscenza e quindi nuove
e potenziali fonti di produttività, non disponibili in
precedenza, che costituiscono il marchio di fabbrica
della knowledge based economy
Le nuove fonti di produttività
1. Uso generalizzato
di energia artificiale
...sia nel consumo che nella produzione. Abbassa i
costi e aumenta l’utilità ritraibile dal consumo di
oggetti materiali
Le nuove fonti di produttività
2. La dilatazione del
consumo immateriale
...ossia dell’utilità ottenuta da prestazioni cognitive
che vengono fornite direttamente all’utilizzatore senza
la mediazione di un oggetto materiale.
Le nuove fonti di produttività
3. L’economia
delle esperienze*
ossia quel modo di produrre valore che passa non per la
prestazione materiale ma per il significato che questo
acquista nel corso di un’esperienza di produzione
o di consumo.
Nella società contemporanea si consumano
significati e non oggetti
*Pine II, Gilmore, 1999
Le nuove fonti di produttività
4. Il moltiplicatore
... il lavoro cognitivo prestato per produrre oggetti
materiali, immateriali, esperienze può produrre valore
a seconda nel numero dei ri-usi della conoscenza. Più
si espande il bacino del ri-uso e più si incrementa la
specializzazione del lavoro cognitivo, più il costo di
riproduzione si abbasserà fino a comprimersi del tutto.
Le nuove fonti di produttività
5. La serendipty*
...ossia la possibilità di trovare, nella propagazione
delle conoscenze, cose diverse da quelle che si stavano
inizialmente cercando
* Merton, Baber, 1992
I sei cambiamenti dell’economia
1. Nuovo regime di proprietà delle forze produttive
Con la modernità la forza produttiva primaria cessa di
essere quella della terra e diventa il lavoro
cognitivo, ceduto dietro prestazione di denaro. Ma la
conoscenza difficilmente può essere di proprietà
esclusiva anche se acquistata con denaro, perché:
- è una risorsa sociale, nel senso che la sua validità
e il suo valore dipendono dal circuito socialmente
condiviso che ne valida, diffonde e rigenera i
contenuti “Le idee sono tali in quanto puoi comunicarle agli altri, se le tieni
per te non servono a nulla, anzi non sono nemmeno idee” BIANCIARDI
- è una risorsa personale, legata a capacità non
alienabili dalla mente e del corpo del lavoratore.
I sei cambiamenti dell’economia
2. Funzione attiva del territorio, nell’incremento
delle conoscenze utili allo sviluppo
A) Il territorio diventa depositario di conoscenze
localizzate che, essendo legate all’esperienza di chi
opera o vive il contesto locale, sono condivise dai
vari stakeholders.
B) Il territorio è catalizzatore di esternalità che
sono prodotte localmente grazie alla contiguità fisica,
alla condivisione del contesto locale, ai simboli, ai
codici che sono impliciti nell’esperienza localizzata
E’ il territorio che si fa rete (Perulli, 1998),
estendendo i circuiti di relazione accessibili in
ciascuno dei suoi punti
I sei cambiamenti dell’economia
2. Funzione attiva del territorio, nell’incremento
delle conoscenze utili allo sviluppo
Nell’economia della conoscenza società, territori e
persone hanno una chiave diretta di accesso alla
forza produttiva della conoscenza condivisa,
scavalcando i confini della proprietà e, se ci sono
le condizioni, essi possono dar vita a forme di
sviluppo bottom-up, che partono dal “darsi da fare”
di persone che usano le rete sociali per entrare
autonomamente nei circuiti produttivi e partecipare
ai loro frutti produttivistici (Bonomi, 2002)
I sei cambiamenti dell’economia
3. Diverso ruolo delle persone sia nella produzione che
nel consumo
Le persone non sono più “contenitori” di lavoro o di potere
d’acquisto ma cellule dell’organismo sociale della conoscenza.
Esse sviluppano, partecipando al processo di produzione della
conoscenza, una rete di rapporti parallela a quella del mercato.
Rete interpersonale
si scambiano riconoscimento
reciproco,cooperazione e legame
sociale
Rete di mercato
si scambiano prestazioni
utili e diritti di
proprietà
Capitalismo personale: usa le risorse e le reti personali come mezzi a cui
appoggiare la divisione del lavoro cognitivo, mettendo al centro le persone e
la loro capacità di iniziativa
I sei cambiamenti dell’economia
3. Diverso ruolo delle persone sia nella produzione che
nel consumo
La conoscenza viene prodotta e usata non da
individui isolati ma da persone che vivono in reti
interpersonali dense di significati condivisi
(Habermas, 1981, 1999) e in comunità (Micelli,
2000)
Il senso del lavoro non è soltanto quello di guadagnare un
salario (sussistenza); è qualcosa di più complesso che va
costruito entro la comunità degli uomini che lavorano.
L’imprenditore, il manager si muovono perché spinti da
valori, motivazioni, passioni, senso etico e professionale.
I sei cambiamenti dell’economia
4. Nuova concezione del tempo
La conoscenza esiste solo nel tempo; il suo emergere
e decadere segna il tempo, rendendo ogni momento
diverso dai precedenti e dai successivi. Le
conoscenze non si distribuiscono nel tempo in ordine
sparso ma sono organizzate in percorsi (paths) e in
traiettorie riconoscibili (Dosi, 1982).
I sei cambiamenti dell’economia
4. Nuova concezione del tempo
La conoscenza è un fenomeno irreversibile e dissipativo
IRREVERIBILE
La conoscenza emerge
dando luogo a fenomeni
in precedenza confusi
e con il suo emergere
crea irreversibilità:
ogni conoscenza
prodotta
successivamente non
sarà più prodotta allo
stesso costo di prima
DISSIPATIVO
L’ordine creato dalla
conoscenza è soggetto a
naturale decadimento
entropico. Per mantenere la
validità della conoscenza
nel corso del tempo bisogna
continuamente aggiornarla,
adattarla, re-inventarla,
sostenendo dei costi (che
portano a dissipare risorse)
I sei cambiamenti dell’economia
5. Flusso di esternalità, discontinuità, asimmettrie
che si manifestano nel corso della propagazione
Il proliferare di figure coinvolte nella propagazione di
conoscenza genera esternalità (sotto forma di copiatura,
imitazione, soluzioni alternative…) che traducono gli
investimenti compiuti dai produttori di nuova conoscenza in
benefici a vantaggio di altri (imitatori, utilizzatori non
autorizzati,..). Ciò produce evidentemente asimmettrie tra i
diversi soggetti alterando il gioco competitivo a danno di alcuni
e a favore di altri. Ne deriva discontinuità nel processo di
creazione e propagazione del valore della conoscenza.
Processo di propagazione stop-and-go: può subire accelerazioni o
decelerazioni improvvise a seconda della natura dei contesti
“attraversati”; dipende, quindi, dal contesto, dal tempo e dal
caso
I sei cambiamenti dell’economia
6. Emergere della complessità nella costruzione del
mondo socio-economico
Il mondo attuale è caratterizzato da forte complessità. E’
complesso nel senso che contiene fenomeni eccedenti la
capacità di regolazione di cui disponiamo (Rullani, 1996).
COMPLESSITA’
Varietà eccedente
la nostra capacità
di rilevare e
classificare
opportunamente le
varianti con cui si
presenta un
fenomeno
Variabilità nel
tempo, che va oltre
le nostre capacità
di adattamento e
risposta flessibile
Indeterminazione
che impedisce di
programmare il modo
con cui si
svilupperanno
fenomeni e corsi
d’azione (rischio e
incertezza)
I sei cambiamenti dell’economia
6. Emergere della complessità nella costruzione del
mondo socio-economico
Per ridurre l’incertezza c’è bisogno di un forte
impiego si conoscenza
esplorazione
esplorando lo spazio delle possibilità, la
conoscenza aiuta ad identificare mondi possibili e
a governare la loro costruzione artificiale
rendendola compatibile con la complessità, che
comunque rimane sullo sfondo
I sei cambiamenti dell’economia
6. Emergere della complessità nella costruzione del
mondo socio-economico
Problem solving
arriva ad una soluzione che se funziona non richiede
nuovi investimenti in conoscenza
Esplorazione
non finisce mai; serve per la manutenzione del sistema
artificiale che la conoscenza precedente ha creato e
per la sua evoluzione, rispondendo ad una complessità
che rimane attiva, non potendo mai essere
definitivamente messa sotto controllo
Economia della conoscenza:
un modello a 3D
Data una conoscenza Φ impiegata a fini economici, le
prestazioni rilevanti per la generazione del valore e dei
vantaggi competitivi sono i seguenti:
-l’efficacia con cui la conoscenza interpreta i bisogni e le
opportunità presenti nei vari contesti d’uso, dando luogo, in
ciascun impiego di Φ, ad un valore economico v
-la moltiplicazione degli usi, che accresce il valore
complessivamente prodotto man mano che Φ si propaga, dando
luogo ad un numero n crescente di re-impieghi
-l’appropriazione dei frutti ottenuti con l’impiego della
conoscenza, regolando il processo in modo da attribuire a
ciascun soggetto della filiera una quota p del valore
prodotto, sufficiente a mantenerlo attivo e partecipe nella
funzione svolta
Economia della conoscenza:
un modello a 3D
Si tratta di aspetti distinti ma strettamente complementari:
la prestazione cognitiva richiesta alla conoscenza deve,
infatti, renderla efficace, moltiplicabile e appropriabile
allo stesso tempo
Il valore di una conoscenza scaturisce dall’azione congiunta
dei tre drivers che la qualificano, quindi, nelle tre
dimensioni
Nel dettaglio:
V = f(v,n)
Valore generato complessivamente dalla filiera
E = f(v,n,p)
Valore estratto cha va a ciascun particolare soggetto della
filiera
Economia della conoscenza:
un modello a 3D
Nel valore V confluiscono tutte le attività generate
dalla filiera cognitiva della conoscenza Φ; esso è la
somma delle utilità generate dal riuso di
Φ
nei
diversi impieghi:
- l’utilità addizionale ottenuta dai suoi utilizzatori.
Φ genera altra Φ (utilità mercantile)
- l’utilità addizionale che la conoscenza genera a
favore di alcuni soggetti che partecipano alla sua
produzione e propagazione (utilità intrinseca)
Economia della conoscenza:
un modello a 3D
Esiste un prezzo massimo che i soggetti utilizzatori o
produttori sarebbero disposti a pagare per avere
accesso all’uso della produzione o alla produzione di
Φ.
Esso misura l’utilità assegnata da ciascun soggetto
all’esperienza cognitiva legata a
Φ.
In regime di
concorrenza il prezzo monetario pagato effettivamente
sarà quasi sempre inferiore al prezzo teorico: la
differenza costituisce una rendita psicologica che
resta a vantaggio dell’utilizzatore o del produttore
Economia della conoscenza:
un modello a 3D
EFFICACIA: creare utilità (v) a vantaggio
dell’utilizzatore (produttore o consumatore)
E’ l’utilità che conferisce
Valore aggiunto, certificando il suo carattere innovativo
e creando l’apprezzamento nell’utilizzatore
L’efficacia (l’utilità creata) non è frutto di un processo
meccanico di impiego di una conoscenza data in partenza.
La conoscenza deve essere interpretata creativamente dagli
attori ed è solo attraverso questo atto di interpretazione
creativa che può diventare efficace
Economia della conoscenza:
un modello a 3D
L’efficacia si manifesta in due modi molto differenti
1. Un miglioramento oggettivo
Nelle prestazioni dei
processi (minori costi a
parità di risultato)
Nelle prestazioni dei
prodotti (nuove
funzionalità)
2. Un apprezzamento soggettivo
Delle conoscenze di cui
si fa esperienza, grazie
alla partecipazione
emotiva
Economia della conoscenza:
un modello a 3D
Il conoscere diventa processo di apprendimento che
consente di fare esperienza del mondo e di se stessi
la conoscenza fa lavorare il consumatore (perché chiede di
investire il suo tempo, il suo denaro, e la sua attenzione per
prepararsi al consumo) e trasforma il lavoratore in un
consumatore dell’esperienza lavorativa
l’apprendimento mediante esperienza definisce il senso
che il soggetto-lavoratore e il soggetto-consumatore
assegnano alle proprie attività
(N.B. rapporto tra bisogni, desideri e rischi)
Economia della conoscenza:
un modello a 3D
In definitiva:
Prezzo (monetario) che il consumatore finale della
conoscenza paga ai suoi fornitori
+
v
=
rendita (psicologica) che il consumatore finale
ottiene se riesce a pagare un prezzo più basso
dell’effettiva utilità ritraibile
dalle
conoscenze acquistate da terzi
+
il valore intrinseco (psicologico) che produttori e
consumatori assegnano all’esperienza cognitiva che
hanno fatto
Economia della conoscenza:
un modello a 3D
MOLTIPLICAZIONE: il valore dato alla conoscenza dagli
utilizzatori si propaga man mano che si allarga il
bacino di ri-uso (n), sia nel tempo che nello spazio
il valore della conoscenza complessivamente generato
dalla propagazione di Φ cresce al crescere di n
ma come aumentare il valore di n ?
Economia della conoscenza:
un modello a 3D
1. Aumentando i volumi dei prodotti che si ottengono
applicando una stessa tecnologia a più e diversi
processi produttivi
2. Aumentando il bacino geografico o il periodo di
tempo in cui la stessa conoscenza viene impiegata nella
soluzione di problemi simili
3. Sviluppando nuove applicazioni a problemi e campi
inizialmente non considerati ma in cui Φ si rivela
comunque utile
Economia della conoscenza:
un modello a 3D
Ciò che fa della conoscenza una risorsa assolutamente
peculiare è la sua replicabilità che si realizza a
costi decrescenti.
Riproducibilità: a costo costante, dei beni materiali
ottenuti da lavorazioni industriali (che si ripetono
secondo uno standard)
Replicabilità: ovvero riproducibilità a costo zero,
delle conoscenze relative a processi cognitivi
Economia della conoscenza:
un modello a 3D
APPROPRIAZIONE/REGOLAZIONE: il valore generato dall’efficacia
e dalla moltiplicazione della conoscenza messa in circolazione
come bene pubblico si traduce in esternalità che vanno a
vantaggio di tutti gli utilizzatori mentre il produttore
iniziale rimane in perdita se i costi sostenuti eccedono i
ricavi
Si crea, allora, un problema di convenienza e motivazione
perché la conoscenza acquisti valore è necessario escludere i
fruitori non paganti o comunque non autorizzati dal legittimo
proprietario.
Economia della conoscenza:
un modello a 3D
REGIME DI REGOLAZIONE SOCIALE della filiera cognitiva:
che governi l’appropriazione privata dei benefici e
che, limitando gli accessi, consenta di internalizzare
i benefici generati dalla conoscenza, rendendo
sostenibili gli investimenti nella sua produzione e
propagazione
Soluzione?
La condivisione della conoscenza ispirata a logiche
cooperativiste e non di opportunismo
Economia della conoscenza:
un modello a 3D
Tutti i sistemi in cui la conoscenza non è né privata, né
pubblica ma è condivisa hanno istituzioni che:
- regolano l’accesso di nuovi membri condizionandolo
al rispetto di requisiti di ingresso
- rendono trasparenti i comportamenti tenuti dai
singoli membri
- disciplinano le scelte favorendo la cooperazione e
il rispetto delle regole
- intervengono sulle uscite di chi ha avuto
comportamenti opportunistici e sul recupero di chi ha
agito senza colpa
Rappresentazione del modello:
il triangolo delle Bermude
Conoscenza personale:
intensa
Max v
Ei=(v,n,p)
Max p
Conoscenza proprietaria:
esclusiva
Max n
Conoscenza sociale:
condivisibile
Un sistema economico su tre
livelli
Economia premoderna
Unico livello
produzione di
utilità a mezzo
di energie
Eu
Energia senza investimento cognitivo
Utilità
precognitiva
U
Economia moderna
Terzo livello
Meta-apprendimento
Secondo livello
Apprendimento
Primo livello
Applicazione ai
processi energetici
Conoscenza a mezzo
di conoscenza
Utilità a mezzo
di conoscenza
Utilità a mezzo
di energia
Un sistema economico su tre
livelli
Trasformazioni cognitive
Trasformazioni energetiche
Energia
Meta
conoscenza
K2
Eu+Em
Conoscenza
K1
Valore
utile
U0
U1
U2
Mediatori cognitivi che producono metaconoscenze
conoscenze e applicazioni energetiche
Apprendimento evolutivo e
logico-formale
In tema di apprendimento è utile analizzarne due forme
opposte e complementari che rispondono al gap tra le
astrazioni contenute nella conoscenza codificata
(esplicita)e la complessità del mondo reale, con la sua
conoscenza implicita (tacita)
apprendimento logico-formale: procedendo per verifica di
ipotesi seleziona teorie che sono già in partenza
espresse in forma generale ed astratta, alimentando una
continua produzione di conoscenza esplicita
apprendimento evolutivo: procedendo per prova ed errore
sperimenta e seleziona soluzioni uniche fortemente legate
alla pratica e al contesto in cui questa si svolge,
alimentando la produzione di conoscenza implicita
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Prima parte - Facoltà di Scienze Economiche ed Aziendali