CARATTERISTICHE DELLA POPOLAZIONE
DI CINGHIALE DEL PARCO DEL TICINO
E DANNI ALLE COLTIVAZIONI
Alberto Meriggi e Enrico Merli
Dipartimento di Biologia Animale, Università degli Studi di Pavia
P.zza Botta, 9; 27100 PAVIA
INTRODUZIONE
Il Cinghiale (Sus scrofa) è ricomparso negli anni ’70 nei territori del Parco del Ticino in seguito ad una fuga accidentale di 7 individui (2 maschi e 5 femmine di provenienza imprecisata) da un recinto nei pressi di Besate (MI). Da
allora ha rapidamente colonizzato la parte centro-meridionale del Parco, aumentando notevolmente la propria popolazione ed entrando inevitabilmente in conflitto con le attività antropiche per i danni causati all’agricoltura, che
hanno spinto l’Ente gestore ad operare abbattimenti dapprima in battuta e, successivamente, all’aspetto serale nelle aree maggiormente interessate dal fenomeno. Numerosi studi si sono occupati del problema del
danneggiamento delle coltivazioni da parte del Cinghiale, tentando di interpretare la scelta operata dall’animale per determinate coltivazioni rispetto altre, oppure di individuare gli elementi ambientali che condizionano l’entità e
la frequenza dei danneggiamenti (Andrzejewski & Jezierski 1978, Gorynska 1981, Gerard et al. 1991, Meriggi & Sacchi 1991, Massei & Toso 1993). In questo lavoro vengono esposti i risultati preliminari di uno studio che si
propone di esaminare il problema in modo organico, analizzando da un lato le caratteristiche biometriche e demografiche della popolazione di cinghiale responsabile dei danneggiamenti, dall’altro le caratteristiche colturali e
spaziali degli appezzamenti danneggiati, nel contesto dell’ecosistema rurale del Parco. L’obiettivo finale è quello di individuare oggettivamente gli elementi più importanti da considerare nella elaborazione di una strategia
gestionale che, riducendo l’impatto della specie sulle coltivazioni, consenta la presenza, all’interno di un’area protetta d’interesse internazionale, di una specie che è sempre stata presente in tempi storici recenti, fino alla sua
estinzione ad opera dell’uomo.
Figura 1 – Area di studio
AREA DI STUDIO
Il Parco Regionale Lombardo della Valle del Ticino si sviluppa lungo i 120 km d’asta fluviale con una superficie
complessiva di 90.640 ettari, ad un’altitudine compresa tra i 50 ed i 200 m s.l.m. Le zone di maggiore interesse
naturalistico ed ambientale costituiscono aree di riserva per circa 18.000 ettari; la presenza antropica è comunque
molto forte con una densità abitativa di circa 2500 abitanti per km2. La vegetazione naturale è caratterizzata
prevalentemente da latifoglie eliofile decidue con due tipi di formazioni fondamentali: formazioni prevalentemente
costituite da querce termofile o termomesofile, ma con presenza di conifere, e formazioni prevalentemente costituite
da piante mesofile. Oltre alle formazioni boschive, che interessano circa il 17% del Parco, sono tipiche anche boscaglie
aperte e arbusteti pionieri. Adiacenti alle aree boscate sono presenti zone agricole che occupano circa il 50% del
territorio. Le colture prevalenti sono riso e mais, ma anche frumento e orzo con alternanza di prati stabili, medicai in
rotazione e marcite.
Dal punto di vista faunistico, oltre al Cinghiale, nel Parco è presente anche una popolazione reintrodotta di caprioli
(Capreolus capreolus) e alcuni daini (Dama dama). Tra i Carnivori si registra la presenza diffusa della Volpe (Vulpes
vulpes), della Donnola (Mustela nivalis), della Faina (Martes foina), del Tasso (Meles meles) e della Puzzola (Mustela
putorius). La Lontra (Lutra lutra) è oggetto di un progetto di rentroduzione dal 1997. La Martora (Martes martes) è
stata recentemente osservata.
Lo studio ha interessato un tratto del Parco in provincia di Pavia compreso tra Abbiategrasso e Pavia.
METODI
Tendenza della popolazione
Per definire la tendenza della popolazione di cinghiale del Parco del Ticino sono stati utilizzati i risultati dei censimenti invernali condotti, in collaborazione tra Parco e Dipartimento di Biologia Animale, dal 1978 al 1997. I censimenti
sono stati effettuati col metodo del conteggio delle impronte sulla neve, quindi sono stati realizzati solo negli inverni in cui si sono verificate delle nevicate sufficienti per rilevare le impronte (Meriggi 1989).
Demografia e biometria
Di 96 cinghiali abbattuti tra il 1995 ed il 2000, durante operazioni di controllo della popolazione responsabile di danni alle coltivazioni, sono stati rilevati: il sesso, il peso, la lunghezza totale, la lunghezza della testa, della coda,
dell’orecchio, del garretto posteriore e l’altezza al garrese. Sono state inoltre raccolte le mandibole di 75 individui per stimare l’età degli animali in base allo stadio di dentizione (Boitani e Mattei 1991). È stato così possibile
individuare la struttura per sessi ed età del campione e confrontare le caratteristiche biometriche tra le varie classi, per evidenziare differenze significative mediante Analisi della Varianza ad un fattore di classificazione (Camussi et
al. 1986, Norusis 1992a). Le classi d’età considerate sono state: giovani (individui di età compresa tra 0 e 12 mesi), subadulti (individui tra 13 e 24 mesi) ed adulti (oltre i 24 mesi).
Danni alle coltivazioni
Dall’analisi delle denunce di danni da Cinghiale ricevute dal Parco dal 1988 al 2000 sono state individuate le coltivazioni più colpite. Sono inoltre state misurate le caratteristiche spaziali ed ambientali di 32 campi danneggiati
(Gorynska 1981). In particolare sono stati misurati: la superficie dell’appezzamento danneggiato, il perimetro complessivo, le caratteristiche vegetazionali dell’ambiente circostante, la distanza del campo da elementi paesaggistici
e la posizione dell’appezzamento rispetto la linea di piena (dentro o fuori) ed il terrazzo fluviale (sotto, sul o sopra). Le informazioni necessarie sono state ricavate mediante sopralluoghi diretti e misurazioni, attraverso il
programma GIS Arcview 3.2, su carte tematiche digitalizzate (Carta dell’Uso del Suolo dell’E.R.S.A.L. 1998, Carta Tecnica Regionale 1994, Tavola dell’Assetto Idraulico del Ticino 1995). L’associazione tra la frequenza di
danneggiamento ed il valore delle variabili ambientali è stato misurato attraverso il calcolo del Coefficiente di correlazione di Pearson (Norusis 1992a). Per individuare gli elementi ambientali che possono influenzare le probabilità di
un campo di essere danneggiato le misurazioni effettuate sui campi danneggiati sono state ripetute anche su 65 campi di controllo, selezionati casualmente. Sull’intero campione sono quindi state condotte Analisi di Regressione
Logistica (ARL) (Barrai 1984, Camussi et al. 1986, Norusis 1992b).
Figura 2 – Consistenza e densità della popolazione di cinghiali
stimata dai censimenti delle impronte sulla neve
RISULTATI
Tendenza della popolazione
La popolazione di cinghiale del parco del Ticino ha avuto un incremento iniziale passando da 59 individui stimati col censimento dell’inverno 1978-79 a
159 individui nell’inverno 1984-85; successivamente, la consistenza è diminuita fino a 71 individui nell’inverno 1986-87, per poi aumentare ancora e
raggiungere un secondo massimo nella stagione invernale 1995-96. L’areale occupato è più che raddoppiato nel periodo considerato, passando da circa
30 km2 a 65 km2; in particolare, l’espansione ha interessato la porzione meridionale del Parco, con l’occupazione, da parte della specie dei territori
appena a monte di Pavia. La densità della popolazione ha avuto oscillazioni meno marcate della consistenza, essendo il risultato sia dell’incremento
numerico, sia dell’espansione dell’areale (Fig. 2).
Struttura e biometria della popolazione
Il campione di cinghiali abbattuti è risultato equamente ripartito tra i due sessi, con 48 maschi e 48 femmine. La struttura per età individuata sulla base
della stima effettuata attraverso l’esame delle mandibole, non è risultata significativamente diversa nei due sessi (χ2 =3.81 g.l.=2 P=0.149), anche se
nella classe degli adulti le femmine hanno rappresentato oltre il 70% del campione (Fig. 3).
Figura 3 – Struttura della popolazione per classi di sesso ed età
L’analisi delle caratteristiche biometriche della popolazione ha evidenziato come i giovani
dei due sessi siano molto simili (one-way ANOVA; P>0,05 in tutti i casi), ma
7.0 adulti
significativamente differenti (più leggeri e più piccoli) dal resto della popolazione.
2.8
Le femmine adulte si distinguono dalle subadulte solo per la lunghezza della mandibola (F = 15.75 g.l. = 29 P < 0.001), mentre tra i maschi adulti e subadulti si
Classe d'età
Maschi
Femmine
16.9
subadulti
osservano differenze significative (P < 0.05) anche per il peso, la lunghezza totale, la lunghezza della testa e l’altezza al garrese (Tab. 1).
Danni alle coltivazioni
16.9
Dal 1987 al 2000 i cinghiali hanno danneggiato 237 appezzamenti, di cui la maggior parte coltivati a mais. Di gran lunga meno frequenti i danni provocati alle
altre colture, tra cui le marcite seguite dalle coltivazioni di piselli da foraggio (Fig. 4).
36.6
giovani
19.7
L’analisi di correlazione tra le caratteristiche spaziali dei 32 campi danneggiati e la frequenza di danneggiamento ha mostrato un’associazione significativa e
negativa di quest’ultima con la distanza del campo dai rami secondari del Ticino, con la distanza dalle aree a vegetazione naturale e con la distanza dal bosco
principale, mentre l’associazione è risultata positiva con la distanza dalle strade interpoderali.
30
20
10
0
10
20
30
40
% sulla popolazione
L’Analisi di Regressione Logistica, effettuata sui campi danneggiati e no, ha prodotto un modello che ha classificato correttamente l’89,7% dei campi analizzati
(84,4% dei campi danneggiati e 92,3% di quelli non danneggiati). Le più importanti variabili ambientali entrate sono state, in ordine di importanza: il numero di
lati del campo confinanti con il bosco, con effetto positivo, e la posizione rispetto al terrazzo fluviale, in particolare, la probabilità di danneggiamento diminuisce
Tabella 1– Struttura della popolazione per classi di sesso ed età
Misure corporee
Peso (kg)
Lunghezza totale
(cm)
Lunghezza testa
(cm)
Altezza al garrese
(cm)
Lunghezza
mandibola (cm)
Classe d’età
Maschi
Femmine
Giovani
36.1 (2.28)
36.4 (4.55)
Subadulti
64.9 (4.64)
48.9 (2.06)
Adulti
97.1 (15.8)
62.2 (9.34)
Giovani
Subadulti
102.5 (2.88)
122.8 (3.21)
107.0 (4.02)
116.4 (1.78)
Adulti
150.0 (8.00)
123.8 (4.60)
Giovani
32.9 (0.70)
32.8 (1.19)
Subadulti
39.0 (0.76)
37.5 (0.48)
Adulti
45.0 (2.00)
40 (1.30)
Giovani
57.5 (1.26)
Subadulti
69.4 (1.80)
per le posizioni sopra e sul terrazzo, mentre aumenta per i campi localizzati al di sotto del terrazzo.
Tabella 2– Risultati dell’Analisi di Regressione
Logistica
Variabili degli
appezzamenti
B(ES)
Lati a contatto col bosco
P
Figura 4– Distribuzione degli eventi di
danneggiamento per tipo di coltivazione
0.037
1
10.7(35.06)
0.761
42954.46
Lati_bosco (2)
14.2(35.08)
0.685
1482061.7
Lati_bosco (3)
11.8(35.06)
0.736
136862.83
Distanza ramo principale
0.005(0.00)
<0.001
1.005
Distanza lanche
Distanza strade
provinciali
-0.005(0.00)
0.004
0.99
0.001(0)
Terrazzo
0.038
1.001
0.007
Dalla
seconda
dell’incremento
Esp.(B)
Lati_bosco (1)
CONCLUSIONI
2
del
degli
anni
cinghiale
e,
’90
il
problema
conseguentemente,
dell’intensificazione dei danni ha investito in modo
2
mais
10
23
marcita
6
riso
pisello
orzo
49
metà
pioppeto
144
granoduro
prato
sempre
più
regionali
e
preoccupante
riserve
molti
naturali
parchi
dove
è
nazionali
e
impensabile
provvedere con un prelievo generalizzato e intenso e per
i quali la riduzione consistente delle risorse finanziare
rende sempre più difficile fronteggiare la situazione.
Il problema dei danni da cinghiale nel parco del Ticino
può essere risolto solamente agendo a più livelli e
Terrazzo(1)
-4.9(1.70)
0.004
0.008
58.3 (2.62)
Terrazzo(2)
-4.5(1.47)
0.002
0.011
63.9 (1.02)
Lunghezza lati con fossati
0.1(0.39)
0.853
1.08
Distanza strade comunali
0.01(0.00)
0.002
1.009
coltivi e agire con interventi preventivi in base alla probabilità del verificarsi di danni e secondariamente
-10.9(35.10)
0.76
0
pianificare il controllo numerico della popolazione secondo metodi scientifici che tengano conto delle
Adulti
78.5 (0.50)
65.6 (3.53)
Giovani
21.3 (0.50)
20.9 (0.77)
Subadulti
25.6 (0.57)
24.4 (0.27)
Adulti
29.1 (0.65)
26.9 (0.56)
Costante
sulla quale si deve operare. In primo luogo è necessario stimare il rischio di danneggiamento per i diversi
caratteristiche della popolazione. Infine è necessario monitorare con costanza la popolazione per verificare
-2 Log Likelihood
45.09
Chi-Quadrato del
modello
77.92
g.l.=11
P<0.0001
5.52
g.l.=1
P=0.019
Miglioramento
attraverso un’approfondita conoscenza della popolazione
gli effetti del controllo numerico e per prevederne la tendenza.
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Cinghiale al P.co del Ticino 2008