ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO
NEGRI
Prof. Silvio Garattini
Direttore
Via Giuseppe La Masa, 19 - 20156 Milano MI - Italy - www.marionegri.it
tel +39 02 39014.261 - fax +39 02 354.6277 - [email protected]
Approccio riabilitativo integrato nella sindrome di Rett
Sperimentazione clinica controllata
Investigatori, istituzioni e compiti
Aglaia Vignoli – Centro per l’Epilessia & Neurologia 2, Azienda Ospedaliera San Paolo,
Milano:coordinamento clinico.
Marina Rodocanachi– Istituto Don Calabria, Milano: attività riabilitativa integrata sperimentale.
Ettore Beghi, Alberto Parabiaghi e Silvio Garattini– Dipartimento di Neuroscienze, Istituto Mario Negri,
Milano: coordinamento scientifico.
Ioannis U. Isaias e Alberto Marzegan– Laboratorio per l’Analisi del Movimento nel Bambino (L.A.M.B.)
P.&L. Mariani, Dipartimento di Fisiologia Umana, Università degli Studi, Milano: analisi multifattoriale del
movimento e del cammino.
Elisa Pari – Dipartimento di Fisiologia Umana, Università degli Studi, Milano: valutazione psicologica.
Con il patrocinio di AIRETT Onlus – Associazione Italiana Rett
Settembre 2012
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Premessa
La sindrome di Rett è una malattia genetica rara che si manifesta in soggetti di sesso femminile, si
accompagna frequentemente all’epilessia, ed è caratterizzata da perdita della parola e compromissione del
normale sviluppo delle funzioni mentali. Per questa malattia non esistono trattamenti farmacologici,
anche a causa della difficoltà di sviluppare modelli animali in grado di riprodurre l’insieme dei sintomi
che la caratterizzano.
L’impiego dei farmaci si limita a controllare alcuni di questi sintomi; ad esempio si possono ridurre o
eliminare le crisi epilettiche con i farmaci anticonvulsivanti. In questa situazione l’unica possibilità per
migliorare uno o più sintomi della malattia è realizzare interventi riabilitativi che sono molto complicati
sia per la gravità della malattia che per la necessità di coinvolgere i familiari e gli eventuali badanti.
Anche se l’intervento riabilitativo viene comunemente utilizzato, mancano ancora studi rigorosi che ne
dimostrino l’utilità. Soprattutto non è noto quale sia la frequenza e l’intensità con cui somministrare il
trattamento riabilitativo. Poiché aumentare l’intensità comporta notevoli spese a carico del Servizio
Sanitario Nazionale, è necessario condurre ricerche con le caratteristiche dello studio clinico controllato
e randomizzato, un modello di studio che permette di verificare con rigore scientifico l’efficacia di un
trattamento.
La proposta contenuta in questo protocollo riguarda il confronto fra un trattamento “usuale” così come si
attua nella normale pratica clinica e un trattamento “intensivo”. Lo studio è stato messo a punto per
iniziativa dell’AIRETT Onlus – Associazione Italiana Rett – in collaborazione con l’Università di
Milano, l’Azienda Ospedaliera S. Paolo di Milano e l’Istituto Don Calabria, con l’assistenza
metodologica dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri.
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1. Razionale
I servizi di riabilitazione rivolti a bambini con disabilità sono per lo più organizzati con approcci
riabilitativi tradizionali e non basati su una chiara evidenza scientifica, in quanto gli studi sui bambini sono
scarsi e interessano principalmente le paralisi cerebrali infantili.
In alcuni studi, modelli intensivi di intervento per tempi brevi si sono mostrati efficaci nel migliorare
alcune componenti del movimento. Ancora non è stabilito un “dosaggio efficace” per l’intervento
riabilitativo. Alcuni studi intensivi propongono periodi che vanno da 3 a 10 settimane con un’attività
riabilitativa mediamente condotta per 3 ore al giorno ed il coinvolgimento delle famiglie come “terapisti
supplementari”, fornendo le istruzioni sull’intervento riabilitativo da svolgere a casa.
La sindrome di Rett (RTT) è una malattia genetica neurodegenerativa che colpisce quasi esclusivamente
soggetti di sesso femminile, esordisce nei primi due anni di vita, è caratterizzata da una regressione delle
funzioni mentali e motorie e da perdita parziale o totale del linguaggio parlato e delle funzioni esercitate
dalle mani. Sono presenti movimenti stereotipati delle mani. Mancano danni cerebrali secondari ad
anomalie dello sviluppo nei primi sei mesi di vita. Un modello di topo per questa malattia è stato inserito in
un ambiente ricco di stimoli e sottoposto ad allenamento motorio con conseguente miglioramento nella
coordinazione motoria. Non sono disponibili ad oggi studi sull’efficacia dell’intervento riabilitativo nella
RTT anche se diversi centri specializzati raccomandano di preservare il più a lungo possibile le abilità del
cammino facendo camminare le bambine che non hanno perso tali abilità almeno due ore al giorno. In
seguito a interventi intensivi sulla postura, si sono notati anche miglioramenti per quanto riguarda la
scoliosi (una patologia frequentemente associata alla RTT). Alcuni autori riportano benefici sotto forma di
diminuzione di movimenti monotoni ripetuti e rigidi delle mani, miglioramento dell’equilibrio e
dell’interazione con l’ambiente dopo intervento di idroterapia.
I genitori infine hanno la percezione che un intervento di fisioterapia sia estremamente importante per
rallentare la perdita delle abilità motorie con l’età adulta mentre spesso l’intervento riabilitativo viene
sospeso proprio nel periodo adolescenziale con possibile peggioramento delle competenze motorie.
Un approccio riabilitativo intensivo e integrato comporta un maggiore impegno da parte delle famiglie e
delle figure professionali coinvolte nel trattamento della RTT e rappresenta un costo aggiuntivo per il
Sistema Sanitario Nazionale. Tali costi devono essere compensati da una manifesta maggiore efficacia nel
contrastare i sintomi della malattia e la progressione dei deficit motori e mentali.
Quanto segnalato dalla letteratura scientifica sembra indicare che un modello riabilitativo intensivo ed
integrato possa essere efficace nel contrastare i deficit neurologici di alcune malattie della sfera pediatrica
ed adulta. Purtroppo però, la pratica clinica corrente è caratterizzata da approcci riabilitativi condotti
separatamente sulla sfera motoria, cognitiva e relazionale della RTT e non guidati da un disegno comune.
Esistono pertanto i presupposti a sostegno dell’utilità di un approccio riabilitativo “integrato” nella RTT,
ma manca la verifica sperimentale della maggiore efficacia di tale approccio rispetto ad un trattamento
riabilitativo convenzionale e di un rapporto favorevole tra costi e benefici.
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2. Scopi dello studio
L’indagine ha un triplice scopo:
1.dimostrare la superiorità di un approccio riabilitativo intensivo ed integrato rispetto ad un trattamento
riabilitativo convenzionale in pazienti affetti da RTT;
2.verificare se l’approccio intensivo ed integrato si traduce in un aumento dei costi diretti imputabili alla
gestione della malattia;
3. dimostrare che l’approccio intensivo e integrato comporta un miglioramento della qualità di vita dei
parenti o eventuali altre persone che assistono il paziente.
3. Disegno dello studio
Durante lo studio, ai pazienti verrà assegnato a caso uno dei due tipi di trattamento:
- Trattamento intensivo immediato: nei primi 10 mesi dello studio seguito dal trattamento convenzionale
nei secondi 10 mesi;
- Trattamento intensivo differito: nei secondi 10 mesi dello studio, preceduto da trattamento
convenzionale nei primi 10 mesi;
Per non influenzare chi valuterà i pazienti e chi analizzerà i dati, essi non sapranno quale dei due
trattamenti è stato assegnato al paziente.
Lo studio avrà una durata di 24 mesi.
Il trattamento sperimentale (intensivo) è rivolto agli aspetti del movimento e non prevede modifiche a
trattamenti non motori (e.g. musicoterapia, comunicazione aumentativa) che potranno essere continuati
senza variazioni.
4. Trattamento sperimentale e di confronto
4.1. Schema terapeutico per il paziente
L’approccio terapeutico riabilitativo intensivo/integrato tiene conto del coinvolgimento della famiglia e di
assistenti o badanti.
Lo schema terapeutico si compone di una settimana di valutazione preliminare con definizione degli
obiettivi. Segue un periodo della durata di un mese durante il quale il piano terapeutico è realizzato da
figure professionali prescelte per la realizzazione dello studio, che provvederanno alla esecuzione di sedute
di fisioterapia e all’educazione delle famiglie all’esecuzione di attività domiciliari con successiva verifica
del loro operato.
Il periodo intensivo, della durata di un mese, sarà ripetuto dopo quattro mesi (cioè al quinto mese). Nel
corso dei quattro mesi tra il primo ed il secondo ciclo intensivo verrà continuata a casa l’attività impostata
durante il ciclo intensivo, mentre l’attività riabilitativa con la figura del fisioterapista verrà svolta con una
frequenza massima di una seduta alla settimana di fisioterapia o idroterapia.
4.2. Contenuti dell’intervento riabilitativo per i terapisti e per le famiglie
A seconda del livello di sviluppo della motricità raggiunto, il terapista e le famiglie dovranno proporre al
paziente compiti o movimenti. I principi di base saranno un’integrazione tra interventi riabilitativi che
pongono l’attenzione sul bambino (funzioni e strutture corporee) e interventi che pongono l’attenzione sul
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contesto (promozione di attività e partecipazione attraverso interventi di modifica del compito e
dell’ambiente).
Dovrà essere fatta molta attenzione alla personalità del paziente, evitando coercizioni o approcci che
possano indurre difese o aumento delle difficoltà comportamentali.
L’attività da svolgere a casa sarà definita e condivisa con la famiglia al termine della settimana di
valutazione e sarà monitorata dal terapista settimanalmente attraverso un incontro con il familiare referente
per il progetto.
Verrà compilata una scheda delle attività svolte; eventuali dubbi della famiglia potranno essere discussi
tramite l’utilizzo di video.
4.3. Figure professionali coinvolte ed attività svolte
Lo studio prevede il coinvolgimento di diverse figure professionali i cui compiti sono così definiti:
– Medici per l’allestimento del protocollo riabilitativo intensivo e per le valutazioni neurologiche;
– Fisioterapisti e psicomotricisti per la messa in atto dei piani riabilitativi;
– Un ingegnere biomedico ed un neurologo con competenze in biomeccanica per l’esecuzione e la
valutazione dell’analisi del cammino;
– Uno psicologo con esperienza di psicodiagnostica dell’età evolutiva per la verifica delle capacità delle
pazienti e delle famiglie di sostenere il piano riabilitativo;
– Esperti in monitoraggio e di gestione dei dati per la verifica della corretta esecuzione dello studio, della
completezza e della qualità dei dati raccolti;
– Uno specialista in statistica medica per l’analisi dei dati e la preparazione del rapporto statistico.
4.4. Trattamento di controllo (trattamento convenzionale)
L’approccio terapeutico riabilitativo convenzionale è definito dalle modalità di trattamento riabilitativo in
corso che fanno parte della pratica clinica corrente.
5. Centri partecipanti
Lo studio verrà coordinato dal Centro per l’Epilessia-Neurologia 2 dell’AO San Paolo di Milano, Presidio
di Rete per le Malattie Rare della Regione Lombardia, che si occuperà del reclutamento e della selezione
dei pazienti, nonché della organizzazione.
L’analisi multifattoriale del movimento sarà eseguita presso il Laboratorio per l’Analisi del Movimento nel
Bambino (L.A.M.B.) Pierfranco e Luisa Mariani del Dipartimento di Fisiologia Umana, Università degli
Studi di Milano. La restante parte dello studio si svolgerà presso due centri afferenti all’Istituto Don
Calabria e situati a Milano e a Verona. Entrambe le strutture sanitarie sono in grado di effettuare il
trattamento riabilitativo intensivo/integrato secondo gli schemi proposti per lo studio. Il personale sanitario
impegnato nel trattamento sarà addestrato al fine di garantire un trattamento omogeneo per i pazienti
afferenti alle due strutture. Il trattamento di controllo sarà effettuato facendo ricorso alle strutture sanitarie
che hanno già in carico i pazienti dello studio e mantenendo gli schemi terapeutici assegnati senza
apportarvi modificazioni.
6. Popolazione ammessa allo studio
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6.1. Criteri di inclusione
– Diagnosi di RTT classica con verifica di tutti i seguenti requisiti:
(i)
precoce regressione delle normali acquisizioni psicomotorie;
(ii)
perdita parziale o totale del linguaggio parlato;
(iii)
perdita parziale o totale della destrezza manuale;
(iv)
disturbi della postura e della coordinazione dei movimenti che portano a compiere un
determinato atto;
(v)
movimenti stereotipi delle mani;
– Età compresa tra cinque e 30 anni (al momento dell’inizio del trattamento riabilitativo intensivo);
– Positività del test genetico (gene MECP2). In caso di test genetico negativo, la partecipazione allo
studio sarà consentita solo dopo rivalutazione clinica per la verifica dei criteri di cui al primo punto;
– Assunzione corretta dei trattamenti suggeriti dai curanti;
– Rilascio di un consenso informato scritto da parte del familiare/badante.
6.2. Criteri di esclusione
– Presenza di danno cerebrale in seguito a un trauma avvenuto durante il parto, di una malattia metabolica
o di un’infezione cerebrale;
– Compromissione dello sviluppo mentale e motorio nei primi sei mesi di vita;
– Presenza di un quadro clinico e/o genetico compatibile con la diagnosi di variante della RTT;
– Intervento chirurgico di correzione della scoliosi;
– Trattamento con tossina botulinica negli ultimi sei mesi.
7. Randomizzazione (assegnazione casuale dei pazienti a uno dei due trattamenti)
La procedura di assegnazione casuale a uno dei due trattamenti (randomizzazione) prevede l’allestimento
di liste separate per i due centri partecipanti. Per ogni centro saranno allestite due liste di randomizzazione,
una per i pazienti in età compresa tra cinque e 13 anni ed una per i pazienti in età compresa tra 14 e 30
anni. La suddivisione del campione per età è necessaria perché i pazienti più giovani rispondono di più ai
trattamenti riabilitativi rispetto ai più anziani.
Il centro di randomizzazione sarà situato presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di
Milano. La randomizzazione dei pazienti ammessi allo studio avverrà per via elettronica, mediante
l’accesso ad un sito web protetto, dopo che siano stati verificati i criteri di inclusione ed esclusione.
8. Strumenti utilizzati
8.1. Rett Assessment Rating Scale (RARS)
La RARS è uno strumento sviluppato per valutare l’entità della compromissione funzionale nella RTT. Le
aree esplorate (e le relative funzioni) sono la cognitiva (attenzione, orientamento spaziale, orientamento
temporale, memoria, contatto oculare, comunicazione verbale, comunicazione non verbale), la sensoriale
(vista, udito), la motoria (corpo, mani, scoliosi, piedi), le emozioni di base (paziente, testimoni),
l’autonomia (controllo degli sfinteri, alimentazione, abilità nel vestirsi e lavarsi).
Vengono inoltre esplorate le caratteristiche cliniche della RTT (sbalzi di umore, crisi convulsive, crisi di
difficoltà nella respirazione, iperattività, ansia, aggressività, digrignamento dei denti, deviazione degli
occhi verso l’alto, epilessia, aerofagia, tensione muscolare, preferenze alimentari) ed è richiesta
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un’impressione generale sul quadro clinico in toto. La somma dei punteggi esprime il livello complessivo
di gravità della malattia. La scala sarà compilata dall’investigatore (medico neurologo o fisiatra) in cieco.
8.2. Valutazione delle abilità manuali
Verrà utilizzata la scala di valutazione che prevede una valutazione in 8 punti delle abilità manuali.
8.3. Analisi multifattoriale del movimento e del cammino
L’analisi multifattoriale del movimento sarà eseguita solo in pazienti in grado di mantenere la postura
eretta senza alcun aiuto per almeno 60 secondi. I pazienti in “trattamento immediato” saranno valutati due
volte, prima e al termine dei due trattamenti riabilitativi sperimentali. I pazienti randomizzati in
“trattamento differito” saranno invece valutati tre volte, all’ingresso nello studio,prima dell’inizio del
trattamento riabilitativo sperimentale e al termine dello studio, in modo da garantire una valutazione
oggettiva e quantitativa dell’ ”effetto placebo” (relativo alla sola partecipazione al progetto di ricerca) ed in
parte anche un monitoraggio dell’evoluzione dei sintomi in un periodo di circa un anno (periodo di attesa
prima dell’inizio del trattamento riabilitativo sperimentale). Sono stimate complessivamente circa 80
analisi multifattoriali del movimento e del cammino.
Saranno studiati:(i) il mantenimento della postura eretta; (ii) il cammino libero in linea retta e (iii) l’inizio
del cammino. Le prove saranno eseguite nell’ordine elencato e ripetute più volte, per quanto possibile in
relazione alle capacità del paziente.
Durante la sessione sperimentale saranno raccolti dati mediante la strumentazione composta da (i) un
sistema elettronico di analisi del movimento; (ii) tre pedane elettriche inserite nel piano di cammino che
misurano la forza muscolare; (iii) uno strumento telemetrico che misura l’attività muscolare.
I valori normali di riferimento saranno ottenuti da un gruppo di soggetti sani con età simile e stesso sesso
rispetto ai pazienti. I soggetti sani saranno scelti tra volontari che non abbiano sofferto, e non soffrano al
momento dello studio, di alcuna patologia.
L’analisi del movimento proposta è uno strumento fondamentale per descrivere in modo oggettivo e
quantitativo le anomalie del movimento e per poter quindi valutare, con precisione e accuratezza,
l’efficacia di un qualunque trattamento sperimentale, riabilitativo o farmacologico.
I dati ottenuti saranno inoltre utilizzati per definire e validare una scala clinica specifica per il monitoraggio
dei sintomi motori in bambine con RTT. Tale scala, ad oggi non disponibile, sarà uno strumento molto utile
nella pratica clinica per una rapida, ma accurata, valutazione dei sintomi motori.
8.4. Valutazione degli effetti del trattamento riabilitativo sperimentale sullo stress percepito
dall’assistente/badante
Numerosi studi hanno dimostrato che i vari sintomi della RTT possono influenzare le dinamiche relazionali
nella famiglia e soprattutto il benessere del famigliare (i.e. stress patologia-correlato). Il trattamento
sperimentale proposto prevede un’attiva partecipazione del famigliare, sia durante le quattro settimane di
fisioterapia che nei mesi successivi. Un impegno molto diverso rispetto alla terapia convenzionale, essendo
più limitato e diluito nel tempo. Confidiamo che il trattamento riabilitativo sperimentale proposto possa
determinare, oltre ad un miglioramento dell’attività motoria nelle bambine con RTT, anche una riduzione
dello stress percepito dai familiari. In particolare, un trattamento intensivo, della durata di un mese, con
possibili benefici attesi anche a lungo termine, potrà aiutare il genitore nella successiva gestione delle varie
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attività familiari quotidiane, sgravate dal carico riabilitativo legato al trattamento convenzionale. Inoltre, il
trattamento riabilitativo sperimentale, comprensivo di una parte educazionale, specifica per il familiare,
permetterà di gestire al meglio, e con meno stress, la sintomatologia motoria della bambina, facilitando
anche la relazione con quest’ultima.
Crediamo quindi che lo stress percepito, e il rapporto del genitore con la figlia, debba essere
necessariamente studiato e documentato, prima, durante e dopo il trattamento sperimentale. A tale scopo,
oltre ad una valutazione quantitativa prevediamo una valutazione mediante colloquio, volta ad individuare
le problematiche centrali all'interno del nucleo famigliare, evidenziare le necessità dei familiari/badanti e
permettere loro di divenire consapevoli del frequente sovraccarico psico-fisico, determinato dalla gestione
quotidiana delle bambine con RTT. La possibilità, per i genitori, di poter affrontare tali aspetti con una
figura competente consentirà loro di avere un supporto psicologico per la durata del trattamento
riabilitativo sperimentale. I test e i questionari in programma comprendono: 1. Il General Health
Questionnaire (GHQ), un questionario utilizzato come strumento di screening per la presenza di disturbi
psichici nella popolazione generale; 2. La Scala SF-36, uno strumento utilizzato per la valutazione della
qualità di vita del familiare/badante; 3. Il Caregiver Burden Inventory (CBI), uno strumento pensato per
valutare il carico assistenziale percepito dai familiari/badanti di pazienti affetti da disabilità; 4. Il Parenting
Stress Index-Short Form (PSI-SF), un questionario che indaga tre principali fattori stressanti, riconducibili
alle caratteristiche del bambino, a quelle del genitore e ad eventi situazionali-demografici.
9. Misure di efficacia
9.1.Misura primaria
La misura primaria è definita dalla proporzione di soggetti con una riduzione di almeno 0.5 punti in almeno
due aree della sfera motoria della scala RARS a compimento del decimo mese.
9.2. Misure secondarie
– Percentuale di soggetti con una riduzione di almeno un punto per ciascuna delle aree comportamentali
(della scala RARS) separatamente a compimento del decimo mese;
– Numero complessivo di aree comportamentali (della scala RARS) nelle quali si è osservata la riduzione
di almeno un punto a compimento del decimo mese;
– Riduzione significativa del punteggio totale scala RARS a compimento del decimo mese;
– Variazione dei parametri indagati con l’analisi multifattoriale del movimento e del cammino a
compimento del decimo mese;
– Colloquio psicologico semi-strutturato e variazione significativa del punteggio delle scale GHQ, SF-36,
CBI e PSI-SF a compimento del decimo mese e del ventesimo mese;
– Computo dei costi complessivi rappresentati dal monte ore utilizzate per l’esecuzione del trattamento
sperimentale;
– Numero di ricoveri effettuati nel corso dello studio.
10. Conduzione dello studio
10.1. Operatori coinvolti nel corso dello studio e relativi compiti
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In ciascun centro sarà identificato un operatore che sarà preposto all’esame del paziente e alla compilazione
della RARS. Le figure professionali deputate all’esecuzione delle diverse forme di trattamento previste dal
piano riabilitativo non saranno invece incaricate di valutare il paziente.
10.2. Reclutamento dei pazienti
I pazienti candidabili al trattamento saranno identificati attraverso la consultazione degli archivi dei due
centri partecipanti allo studio. Altri pazienti saranno individuati consultando l’associazione nazionale dei
familiari di pazienti con RTT. I familiari di ciascun paziente saranno contattati per essere informati delle
finalità dello studio e saranno invitati a partecipare. Solo i pazienti che soddisferanno i criteri di selezione
ed i cui familiari/badanti avranno firmato il modulo di consenso informato saranno ammessi alla
sperimentazione.
10.3 Visite di ammissione e visite successive
Tutti i pazienti interessati saranno invitati alla visita iniziale per la verifica dei criteri di
inclusione/esclusione e la firma del consenso informato. I pazienti aventi i requisiti per l’ammissione allo
studio ed i loro familiari/badanti saranno sottoposti entro un mese a visita per la raccolta dei dati
demografici e clinici (riguardanti la malattia ed il suo trattamento) richiesti dallo studio.
Il paziente che riceverà un trattamento immediato sarà sottoposto a trattamento riabilitativo
intensivo/integrato per un intero mese successivo alla randomizzazione. Il trattamento sarà ripetuto nel
corso del sesto mese osservazione. I pazienti che riceveranno il trattamento differito continueranno il
trattamento riabilitativo in corso e potranno sottoporsi al trattamento intensivo/integrato solo alla scadenza
del 10° mese. In tali casi, il trattamento sperimentale sarà effettuato nel corso dell’11° e del 17° mese di
osservazione. Per entrambi i gruppi terapeutici sono previste visite cliniche e psicologiche di osservazione
e analisi multifattoriale del movimento e del cammino. Nel corso di ogni visita saranno richieste
informazioni riguardanti i trattamenti (farmacologici e non) in corso (tipo e numero), visite ed esami
ambulatoriali, day-hospital e ricoveri. Per minimizzare perdite di pazienti nel corso dello studio, gli
investigatori telefoneranno ogni mese ai familiari per conoscere lo status del paziente e confermare gli
appuntamenti per le visite successive. I pazienti che non si saranno presenti alle visite programmate
saranno rintracciati telefonicamente per fissare un nuovo appuntamento. Ogni visita successiva dovrà
essere comunque programmata entro una settimana prima o dopo la scadenza effettiva.
Ai familiari/badanti che non saranno disponibili a continuare la sperimentazione, saranno richieste
informazioni telefoniche riguardanti lo status del paziente e le motivazioni del rifiuto a continuare lo
studio.
11. Raccolta ed analisi dei dati
11.1. Modalità di raccolta e tipologia dei dati raccolti.
Le informazioni raccolte per le finalità dello studio sono di tipo anagrafico, clinico e strumentale:
– Dati demografici: data di nascita, sesso, residenza, livello di istruzione del familiare/badante di
riferimento,centro di appartenenza, data della visita;
– Dati clinici del paziente: data di inizio dei sintomi, lista dei principali sintomi, tipo e numero dei
trattamenti riabilitativi eseguiti ed in corso, trattamenti farmacologici in corso, analisi della funzione
motoria, scale RARS e di Asworth e scala sperimentale per la valutazione motoria specifica in RTT;
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Dati clinici (familiare/badante): scale GHQ, SF-36, CBI e PSI-SF;
Dati strumentali: risultati dell’analisi multifattoriale del movimento e del cammino.
11.2. Analisi dei dati
I dati verranno analizzati con i seguenti propositi:
1.Dimostrazione di efficacia del trattamento sperimentale rispetto alla terapia convenzionale; il confronto
avverrà nei primi dieci mesi di osservazione tra i due bracci di terapia.
2.Valutazione di efficacia del trattamento confrontando le diverse osservazioni di uno stesso paziente per i
soggetti appartenenti al gruppo “trattamento differito”, che hanno cioè incominciato il trattamento
sperimentale dopo il decimo mese.
3.Valutazione dell’effetto sostenuto (al mese 20) del trattamento.
12. Calcolo della dimensione campionaria
La percentuale attesa di risposta al trattamento nei pazienti che effettuano la terapia convenzionale è
stimata intorno al 15%. La percentuale di beneficio atteso nei pazienti che effettuano il trattamento
sperimentale è del 55% (differenza assoluta del 40%). Perché la differenza tra i due trattamenti sia ritenuta
importante dal punto di vista statistico sarebbero necessari 22 pazienti per braccio di terapia. Prevedendo
una percentuale del 10% di pazienti che abbandonano lo studio, tale numero andrebbe incrementato a 25.
./././.
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Progetto Sindrome di Rett.