Padova verso il 2020
Trend e scenari
dell’economia provinciale
Work Experience: un’opportunità anche per gli over 40|!
FONDO SOCIALE EUROPEO - POR 2007/2013
OB. COMPETITIVITA’ REGIONALE E OCCUPAZIONE
Direttiva per la realizzazione
delle “Work Experience”
Sportello aperto dal 5 novembre 2012
La crisi socio-economica che ha investito anche il
mercato del lavoro veneto, ha messo in luce come
l’insieme delle competenze, delle capacità e
dell’impegno richiesti dalla prestazione lavorativa si è
notevolmente arricchito in termini di complessità, di
conoscenze e di attitudini al cambiamento.
Tenuto conto di ciò è evidente che il rafforzamento
della competitività del sistema produttivo si fonda in
larga misura sulla qualità delle risorse umane, vero
capitale dell’impresa.
La Direttiva si propone, nello specifico, la finalità di
incentivare, attraverso le modalità a sportello, l’utilizzo dei
tirocini curriculari quale strumento esperienziale finalizzato
a consentire ai soggetti coinvolti di conoscere e di
sperimentare in modo concreto la realtà lavorativa
attraverso una formazione professionale e un
addestramento pratico direttamente sul luogo di lavoro.
In particolare, l'iniziativa vuole offrire a coloro che intendono
inserirsi o reinserirsi nel mercato del lavoro un’opportunità
formativa altamente professionalizzante: un percorso
formale di formazione, pertanto, la cui finalità non sia
direttamente quella di favorire l’inserimento lavorativo,
bensì quella di affinare il processo di apprendimento e di
formazione con una modalità di cosiddetta alternanza tra
studio e lavoro.
Caratteristiche del progetto di Work Experience
Le attività di Work Experience dovranno comporsi di una
parte di tirocinio in azienda e di attività di formazione,
orientamento ed eventuale accompagnamento,
propedeutiche al raggiungimento finale degli obiettivi in
termini di inserimento e/o reinserimento lavorativo.
La durata minima del tirocinio in azienda non può essere
inferiore a 2 mesi e superiore a 6 mesi.
La durata della Work Experience, ivi comprese le attività di
formazione ed orientamento, nonché quelle di
accompagnamento, non potrà essere superiore a 12 mesi.
Ciascuna Work Experience prevede un tirocinante e un
datore di lavoro privato.
Caratteristiche del progetto di Work Experience
Ciascuna Work Experience, oltre alla parte di tirocinio presso
un datore di lavoro privato, si dovrà comporre delle seguenti
parti, alcune delle quali obbligatorie ed altre opzionali in
base alle esigenze del tirocinante e delle aziende ospitanti:
1. attività di formazione e di orientamento, che può
prevedere l’erogazione dei seguenti moduli:
a) modulo di orientamento al ruolo e di verifica degli
apprendimenti (almeno 2 ore): è finalizzato ad orientare il
tirocinante al ruolo da ricoprire fornendogli tutti gli elementi
utili ad inquadrarne la collocazione e le attività da svolgere.
Caratteristiche del progetto di Work Experience
b) modulo formativo professionalizzante: il modulo
formativo professionalizzante permetterà al tirocinante
l’acquisizione delle competenze e conoscenze utili ad
agevolare un rapido ed efficace inserimento all’interno del
contesto aziendale. Dovrà, quindi, essere prevista una
formazione professionalizzante, da erogare in gruppo
all’esterno dell’azienda stessa, i cui contenuti devono essere
strettamente correlati alle attività da svolgere e/o alle
competenze necessarie a ricoprire il ruolo all’interno
dell’azienda.
Caratteristiche del progetto di Work Experience
c) modulo formativo di specializzazione: Tale modulo dovrà
prevedere contenuti definiti sulla base degli specifici
fabbisogni aziendali ed essere di contenuto altamente
specializzante rispetto a quanto già svolto nel modulo
formativo professionalizzante.
Ogni utente deve poter usufruire complessivamente di un
minimo di 24 ore tra il modulo di orientamento al ruolo e di
verifica degli apprendimenti (min obbligatorio: 4 ore) e il
modulo formativo professionalizzante.
Caratteristiche del progetto di Work Experience
2. attività di accompagnamento: potranno essere richieste
specifiche attività di accompagnamento per sostenere
l’inserimento del tirocinante, una volta assunto, con la
precisa finalità di favorire la permanenza dello stesso nella
realtà aziendale e sostenendolo nell’inserimento in un nuovo
piano di sviluppo aziendale.
3. attività di sostegno: riconoscibile solo per la parte di
tirocinio. Si prevede l’erogazione al tirocinante di una
indennità di frequenza da corrispondere durante il tirocinio,
il cui valore orario varia a seconda del target (per gli over 40
fino ad un massimo di 4,00 € ora/partecipante)
Procedura di attivazione della Work Experience
a. FASE 1: individuazione della struttura ospitante e
definizione del percorso formativo, con l’indicazione della
figura professionale da formare, dei requisiti richiesti
all’utente, delle modalità di realizzazione del percorso;
b. FASE 2: pubblicizzazione della Work Experience e raccolta
delle domande dell’utenza.
c. FASE 3: selezione dei candidati. Tale fase si conclude con
la predisposizione del verbale di selezione e la stesura della
graduatoria di merito;
d. FASE 4: definizione dell’accordo tra il soggetto
proponente, il soggetto ospitante e l’utente che sancisce la
realizzazione della Work Experience.
Destinatari
Possono partecipare alle attività di Work Experience i
soggetti disoccupati residenti o domiciliati sul territorio
regionale che hanno assolto il diritto-dovere di istruzione.
Ciascun soggetto può svolgere un'unica esperienza di Work
Experience presso la stessa impresa indipendentemente dal
profilo professionale, dal progetto formativo e dalla
collocazione temporale.
Il destinatario della Work Experience non può essere legato
da vincoli di parentela con l’imprenditore, con i titolari di
cariche sociali o con il titolare dello studio professionale di
livello inferiore al terzo grado.
Destinatari
Ai fini del presente avviso e in base al Decreto legislativo n.
297/2002 lo stato di disoccupazione è la condizione del
soggetto privo di lavoro, che sia immediatamente disponibile
allo svolgimento ed alla ricerca di un'attività lavorativa
secondo modalità definite con i servizi competenti.
Lo stato di disoccupazione decorre dal giorno in cui si rende
la dichiarazione di immediata disponibilità ed è necessario
per percepire l'indennità di disoccupazione.
Il cambiamento degli scenari dell’economia regionale
A partire dalla seconda metà degli anni novanta diventa
evidente che di fronte al cambiamento dello scenario
economico, le semplici capacità di adattamento flessibile
delle piccole imprese distrettuali non sono più garanzia di
successo. In particolare sono almeno tre i cambiamenti che
mettono in difficoltà i modelli produttivi basati sulla piccola
impresa:
1)la diffusione della tecnologia informatica (ICT);
2)l’ingresso delle economie a basso costo nel commercio
internazionale;
3)l’affermarsi dell’euro moneta.
Il cambiamento degli scenari dell’economia regionale
A confronto con i dati delle altre regioni, il Veneto ha
mantenuto relativamente stabile il proprio assetto
produttivo: negli ultimi 25 anni il contributo della
manifattura è oscillato tra il 28 e il 30% del valore aggiunto
regionale, i servizi alle imprese hanno aumentato il loro
peso passando dal 20 al 24%, sono scesi ulteriormente
l’agricoltura e gli “altri servizi”. Il Veneto resta quindi una
regione manifatturiera.
Il cambiamento degli scenari dell’economia provinciale
La composizione settoriale dell’economia provinciale è molto
cambiata negli ultimi 20 anni. C’è stato un netto
ridimensionamento della rilevanza dei comparti conciariocalzaturiero, mobile-arredamento e tessile-abbigliamento.
È aumentata molto quella della produzione di beni
strumentali, della metallurgia e di alcuni segmenti a valle
della chimica di base. Va ricordato inoltre che Padova ha
delle eccellenze nel settore terziario avanzato: il polo
universitario e delle ricerche, parco scientifico e tecnologico
Galileo, distretto delle biotecnologie, distretto dei sistemi di
illuminazione, distretto dei sistemi di condizionamento e
refrigerazione industriale, meta distretto della zootecnia.
Il cambiamento degli scenari dell’economia provinciale
Non sappiamo, nei dettagli, come sarà il futuro: ma
possiamo dire che esso sarà plasmato, con ogni probabilità,
dallo svilupparsi di tre forze propulsive che continueranno a
dominare l’economia mondiale dei prossimi decenni:
a) la globalizzazione dei mercati e delle filiere produttive;
b) il sempre maggiore investimento in assets immateriali
(conoscenze e relazioni) nell’organizzazione delle filiere
globali;
c) la moltiplicazione instabile dei valori associati alle nuove
idee.
Il cambiamento degli scenari dell’economia provinciale
Le tendenze passate suggeriscono che si è venuta esaurendo
– già a partire da prima della crisi – la capacità del tessuto
socio-economico provinciale di generare grandi numeri di
nuove imprese. Inoltre la composizione settoriale del flusso
netto di nati-mortalità contribuisce al processo di
trasformazione della manifattura. Questa perde attività
produttive in senso stretto (e la relativa occupazione), sotto
forma di imprese che escono dal mercato o di attività
esternalizzate in ambito internazionale.
Il cambiamento degli scenari dell’economia provinciale
Al contempo si terziarizza:
all’interno delle stesse imprese manifatturiere, con lo
sviluppo di funzioni come la R&S e il marketing; al loro
esterno, attraverso la nascita e la crescita di imprese che
forniscono servizi ad altre imprese, anche manifatturiere.
Soprattutto per un’area come quella padovana, più con una
produzione di manufatti a maggior contenuto di servizi
rispetto al resto del Veneto, è probabile si accentuerà la
dipendenza della competitività, produttività e redditività del
manifatturiero all’efficienza e qualità del terziario nei vari
aspetti: trasporti, comunicazioni, logistica, progettazione,
marketing, consulenza, finanza, gestione del rischio
(assicurazioni), informatica.
Il cambiamento degli scenari dell’economia provinciale
Infatti il valore aggiunto del bene venduto tenderà a
generarsi sempre meno nell’attività di produzione in senso
stretto e sempre più nelle attività che precedono,
accompagnano e seguono la produzione, per molti versi
assimilabili a servizi. L’importanza di ciascuna attività varia
tra i settori: in quelli tradizionali predomina la creazione del
marchio, il design e la commercializzazione; in quelli dei
beni di investimento (in particolare la meccanica),
l’assistenza postvendita; in quelli ad alta tecnologia, la
creazione del prodotto attraverso l’attività di ricerca.
Grazie per l’attenzione !!!
Leopoldo Noventa
[email protected]
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