“Sensibilizzazione
agli allergeni del cavallo in Italia. Studio multicentrico in
soggetti atopici residenti in aree urbane senza esposizione professionale”.
Liccardi G 1, D’Amato G 1, Antonicelli L 2, Berra A 3, Billeri L 4, Canonica GW 5, Casino G 6, Cecchi L7, Folletti I 8 , Gani F 9, Lombardi C 10 , Lo Schiavo M 11, Meriggi A 12, Milanese M 13 , Passalacqua G 5, Pio R 11, Roll
Gruppo di Studio “Allergologia ed Immunologia” della SIMeR
1Dept of Chest Diseases, Division of Pneumology and Allergology. High Speciality A.Cardarelli Hospital, Naples;
2 Allergy Unit, Immuno-Allergic and Respiratory Diseases, Ospedali Riuniti di Ancona, Ancona ;
3 Respiratory Allergy Unit. G.Da Procida Hospital, Salerno;
4 Allergy and Laboratory Unit. University Hospital Padova ;
5 Allergy & Respiratory Diseases, University of Genoa;
6 Allergy and Physiopathology Unit, ASL Piedimonte Matese, Caserta ;
7 Allergy Clinic, Azienda Sanitaria 10, Florence ;
8 Occupational Allergology, University of Perugia, Terni;
9 Allergy Unit, S.Luigi Gonzaga Hospital, Orbassano, Torino;
10 Allergy Unit, Department of Internal Medicine, Sant’Orsola Hospital, Brescia;
11 Allergy and Clinical Immunology Unit, Mercato S. Severino, Salerno;
12 Division of Pulmonary Rehabilitation and Allergy Unit, Carlo Mira Hospital, Pavia ,
13 Division of Pneumology, S.Corona Hospital, Pietra Ligure;
14 Allergy and Clinical Immunology, Ospedale Mauriziano Umberto I, Torino;
15 Allergy Unit, ASL Viterbo ;
16 Allergy Unit, Verona General Hospital, Verona ;
17 DIMPEFINU, Unit of Pneumology and Medicine. University of Palermo
18 Pneumology Unit Azienda Ospedaliera Misericordia, Grosseto ;
19 Allergy and Clinical Immunology Unit , University of Bari
INTRODUZIONE
L’esposizione agli allergeni del cavallo(C) è divenuta molto comune a causa di contatti di tipo sportivo o amatoriale. La maggior parte dei dati epidemiologici
sulla sensibilizzazione allergica (non professionale) all’animale riguarda il Nord Europa ed in particolare le aree rurali.
Sono invece molto scarsi i dati relativi alle altre aree ed ai centri urbani ove il contatto con il C è ovviamente meno frequente. Tali condizioni rappresentano un
ideale modello per lo studio delle possibili modalità di sensibilizzazione.
Con la collaborazione dei componenti del Gruppo di Studio “Allergologia ed Immunologia” della SIMeR abbiamo voluto valutare la prevalenza e le
caratteristiche della sensibilizzazione allergica al C in Italia.
Metodi
A 19 centri di Allergologia distribuiti uniformemente in Italia è stato chiesto di acquisire dati di almeno 100 pazienti affluiti per sospetta patologia allergica
respiratoria.
E’ stato utilizzato un “form” standardizzato contenente informazioni anamnestiche, dati clinici,risultati dei test cutanei, possesso di animali, modalità di contatto
con il C (Tabella1).
I test cutanei (SPTs) sono stati effettuati ed interpretati secondo le Linee Guida Internazionali utilizzando uno standard di allergeni forniti da ALK Abello (Italia).
Le aree dei ponfi indotti dall’allergene del C sono state sottolineate e quindi transferite sul “form” del paz. mediante adesivo trasparente.
Tabella 1.
Dati demografici dei
pazienti sensibilizzati
e non al C
RISULTATI
Su un totale di 3.235 paz., 2.097 (64,82%) sono risultati positivi ad almeno un allergene e 113 all’allergene del C con una prevalenza media nazionale del
5,38% (2,66% -13,46%) (Figura 1).
Le principali caratteristiche demografiche dei paz. allergici al C sono evidenziate nella tabella 2.
Solo 9 paz. su 113 sono risultati mono-sensibili al C, 30 paz. riferivano contatto diretto con il C, 23 contatto indiretto e 60 nessun apparente contatto. I soggetti
mono-sensibili presentavano rinite intermittente lieve (6 casi) e rinite+asma persistente moderato/severo(3 casi). Nei rimanenti 104 paz. Il ruolo della
sensibilizzazione al C sulla tipologia dei sintomi non era accertabile a causa della poli-sensibilizzazione.
Non è stata accertata la presenza dell’allergene del C negli ambienti di vita a causa della mancanza,in Italia, della procedura laboratoristica con anticorpo
monoclonale.
Figura 1. Distribuzione geografica dei centri e le percentuali dei pazienti con test cutanei positivi al C.
Brescia : 3.30%
Northern Italy : 6.34%
Pavia :3.44%
Turin (1): 7.77%
Turin (2): 7.57%
Padova : 13.46%
Verona : 3.68%
DISCUSSIONE
Firenze: 5.71%
Central Italy : 4.98%
Ancona: 2.66%
Terni: 6.52%
Genova: 5.47%
Pietra Ligure : 6.10%
I risultati del nostro studio dimostrano che la frequenza di sensibilizzazione agli allergeni del C in una popolazione italiana atopica residente in aree urbane è
da considerarsi consistente anche in assenza di contatto diretto o indiretto con l’animale.
E’ verosimile che una parte dei pazienti sia venuta a contatto con gli allergeni del C tramite trasporto passivo con abiti o altro materiale come dimostrato per
cane/gatto. Un altro possibile meccanismo è quello della cross-reattività allergenica tra gli allergeni del C e quelli dei comuni “pets” e/o altri mammiferi.
E’ noto infatti che le lipocaline e le albumine sieriche possono essere considerati “pan-allergeni” del mammiferi.
I risultati di questo studio dimostrano che il C può costituire un rischio “sottostimato” di sensibilizzazione allergica anche in soggetti non a contatto abituale. E’
utile pertanto sottoporre a diagnostica allergologica tutti i paz. già sensibilizzati ai comuni “pets” prima di intraprendere una qualsiasi attività che preveda il
contatto diretto con C o ambienti frequentati da questo animale.
Bari: 6.66%
Grosseto: 5.40%
Viterbo:4.61%
Caserta:6 %
Napoli: 3.07%
Salerno(1): 5.88%
Salerno(2): 4.95%
Palermo : 5.35 %
Mean national percentage : 5.38 %
Tabella 1. Classificazione delle modalità di esposizione al C.
DIRETTA : possessori di C, attività sportiva con C, contatti diretti occasionali
INDIRETTA : pazienti che negano qualunque contatto diretto con il C, ma che possono essere esposti agli allergeni mediante contatto con i soggetti descritti
sopra.
NESSUN CONTATTO : pazienti che negano qualunque contatto diretto o indiretto con l’animale ed i suoi allergeni .
Southern
Italy : 5.31%
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