CONTESTUALIZZAZIONE DELLE MGF
NEL PERCORSO MIGRATORIO:
ASPETTI IDENTITARI E PSICOSOCIALI
FEDERICA DE CORDOVA
DIPARTIMENTO DI FILOSOFIA, PEDAGOGIA E PSICOLOGIA
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI VERONA
[email protected]
Mutilazioni Genitali Femminili. Esperienza, conoscenza, riflessioni: una strategia di intervento
Azienda ULSS21 Legnago
18 novembre 2011
Progetto “Sister’s care”
Finanziamento:
Commissione Pari Opportunità
della Presidenza del Consiglio
dei Ministri
Coordinamento scientifico e
realizzazione:
 Dipartimento di Geografia e
Scienze Umane dell’Ambiente Università degli Studi di Milano
 Dipartimento di Psicologia e
Antropologia Culturale Università degli Studi di Verona
 Cooperativa Kantara - Milano
Obiettivi
 Analizzare la pratica delle
mutilazioni genitali
femminili in un contesto di
migrazione: modificazione
del sé e processi di
cambiamento culturale
transgenerazionale
Comunità target
Egiziana, eritrea, etiope,
nigeriana del territorio
provinciale milanese
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L’operatività
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Selezione dei MLC
Costituzione del gruppo di
ricerca multidisciplinare
Formazione dei MLC
Mappatura delle realtà
territoriali
Contatto con le comunità
Indagine su temi chiave a livelli
diversi di profondità
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Gli strumenti
STRUMENTI DI INDAGINE UTILIZZATI
-lavoro di mediazione e di comunità
-somministrazione questionari
-realizzazione interviste
-realizzazione focus group
MODALITA’ E LUOGO DI CONTATTO
-consultori di Milano e provincia; servizi sociosanitari; Inail;
abitazioni private e luoghi di culto
-utilizzo della lingua d’origine e MLC
-contatto diretto di donne e uomini da parte mediatori/trici
-interlocutori privilegiati
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La relazione con l’altro
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Comportamenti, emozioni, cognizioni si fondano su miti, ideali, interdizioni,
valori comuni a una cultura, rendendo il comportamento dell’altro familiare
e riconoscibile. Questo meccanismo permette il riconoscimento reciproco,
base del sentimento di affiliazione e appartenenza. La non condivisione
induce conflitto.
Il conflitto culturale spinge a reagire, «agire contro» l’estraneità. Viene
meno la possibilità di pensare l’emozione del disagio che induce l’estraneo.
L’azione è dettata dalla necessità di porre fine al disagio.
L’incapacità di una cultura di costruire la categoria dell’alterità e della
differenza, costringerà i suoi membri a schiacciare il diverso verso un finto
cambiamento, un mimetismo (assimilazione).
Il dispositivo di mediazione linguistico-culturale lavora alla risoluzione di
questo corto circuito del pensiero, cercando di definire uno spazio simbolico
per pensare l’altro, anche nel suo «non-senso».
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Violenza strutturale (Farmer, 2006, 1999)
Ogni gruppo “costruisce” i suoi membri attraverso un meccanismo
sociale che ordina le risorse tra i suoi membri e l’accesso ad esse,
fornendo ai soggetti precise collocazioni all’interno della società.
Ogni individuo, nel momento in cui assume un’identità di genere, ruoli,
posizioni, compiti, e aderisce a specifici linguaggi, desideri, tabù,
contribuisce a reiterare questo meccanismo.
La violenza, in questo modo, non è agita da attori specifici e
identificabili, ma viene “naturalmente” riprodotta dal processo sociale
stesso, nel suo divenire. Questo processo è naturalizzato, ovvero il
soggetto è inconsapevole della dimensione di costruzione sociale di sé.
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MGF, violenza strutturale e migrazione
Le MGF affiliano così una donna a un gruppo specifico, trasformando
un corpo femminile in donna adeguata ad un certo gruppo sociale.
Nel contesto migratorio l’ordine sociale cambia radicalmente e il
meccanismo di costruzione di sé diventa esplicito e cosciente, facendo
emergere tutta la sua connotazione di violenza. La presa di coscienza
della pratica come “mutilatoria” diventa il momento della
consapevolezza della iscrizione sul corpo di un ordine sociale.
La soggettività non è più ancorata ad una dimensione gruppale, che
diviene inaccessibile.
Estraniamento, non condivisione, esclusione dalle linee genalogiche.
Federica de Cordova – Contestualizzazione delle mgf nel percorso migratorio: aspetti identitari e psicosociali
Le questioni identitarie
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Si può cambiare senza occidentalizzarsi?
I valori tradizionali sono validi anche qui?
Esiste il rischio di mistificare il valore della tradizione per
giustificare delle ingiustizie?
Oscillazione tra tradizione come radicalità e “lasciar fare”.
Definire un modello per “essere adatte”.
Ridefinire legami di appartenenza e solidarietà con le
generazioni degli anziani e dei figli sulla base di nuove forme
fiduciarie e di affidamento.
Federica de Cordova – Contestualizzazione delle mgf nel percorso migratorio: aspetti identitari e psicosociali
La relazione di coppia in migrazione
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Aumenta l’autonomia dal contesto sociale e dalle pressioni
della comunità: il legame di coppia si rafforza. Scoperta della
famiglia nucleare.
Rapporto di coppia basato più sul rispetto che sulla
confidenza.
Il confronto con il corpo delle “altre” fa nascere nuove curiosità
e interrogativi.
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Il ruolo educativo in migrazione
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Crisi dei modelli di accudimento e protezione.
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E’ giusto che i figli “credano” nelle stesse cose?
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Adulti e bambine hanno gli stessi bisogni?
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Difficoltà nel sentirsi adeguate a guidare i figli nelle scelte giuste.
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Le decisioni sull’educazione sono prese da entrambi i genitori.
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Necessità di tutelare maggiormente i figli in Italia perché esposti a più
problemi e più pericoli.
Nel paese d’origine è tutta la comunità che educa mandando un
messaggio più coerente e uniforme.
L’influenza della società italiana sulle seconde generazioni aumenta il
livello di conflittualità. Difficoltà a gestire il cambiamento.
Federica de Cordova – Contestualizzazione delle mgf nel percorso migratorio: aspetti identitari e psicosociali
Alcuni spunti di riflessione
per la pratica nei servizi
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Approcciare le MGF come esperienza complessa e multidimensionale
Adottare un linguaggio rispettoso e non giudicante
Collocare le MGF in continuità con il cambiamento proprio della
migrazione
Coinvolgere donne e uomini negli interventi di prevenzione e
sensibilazzione
Favorire il confronto anche a partire dal tema della sessualità
Promuovere la nascita di gruppi informali di confronto
Inserire in maniera strutturale la figura della MLC negli
interventi/servizi chiave rivolti alle donne
Garantire ai MLC una formazione specifica sul tema
Utilizzare la normativa italiana contro le MGF come leva di
cambiamento
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