Polo Riabilitatyivo del Levante Ligure, Fond. Don C. Gnocchi,Sarzana
Corso Base di Neuropsicologia
I deficit dell’Attenzione
Relatore: Dott.ssa Gemignani Paola
Psicologo Perfezionato in Neuropsicologia
Attenzione
• Funzione cognitiva che consente di dirigere
e focalizzare l’attività mentale su un oggetto
o un pensiero specifico, secondo gli scopi
prefissi.
Selezionare informazioni
Oggetto
dell’attenzione
Stimoli o
informazioni
dall’ambiente
Contenuti di
pensiero
Attenzione = Attivazione
• Attivazione o Vigilanza o Arousal:
livello fisiologico di reattività agli stimoli
SONNO
stato fisiologico
reversibile di
assenza di
vigilanza
VEGLIA
o
Vigilanza
IPER
ATTIVAZIONE
SONNO
stato fisiologico
reversibile di
assenza di
vigilanza
VEGLIA
o
Vigilanza
o
Allerta
IPER ATTIVAZIONE
Basi Anatomiche
Vigilanza:
- Tronco dell’Encefalo
(Sostanza Reticolare
Attivatrice Ascendente)
- Ipotalamo
Connessioni
attivanti a
tutta la corteccia
Attenzione:
- Sostanza reticolare
Nuclei Talamici
+
- Corteccia Frontale
(orbito-frontale)
- Corteccia Parietale
Posteriore
- Corteccia OccipitoTemporale
- Aree Associative
Vigilanza
indispensabile per l’attenzione
ALTERAZIONI PATOLOGICHE
Coma
(KÔMA=sonno)
Stato di riduzione
o assenza di
coscienza e di
reattività agli
stimoli
Stupor
Sonnolenza
Stato di sonno
apparente, pz
immobile o agitato,
risvegliabile solo con
stimoli ripetuti e
intensi (dolore!),
quando sveglio è
confuso e poco
collaborante, a fine
stimolo si riaddormenta
Stato di assopimento
anormalmente
prolungato, pz
risvegliabile
facilmente solo se
stimolato, se cessano
gli stimoli si riaddormenta. Quando è
sveglio è appropriato
Livelli di Attenzione
Attenzione Automatica
Ci consente di dare risposte rapide e “inconsapevole” a
stimoli esterni improvvisi, pericolosi o di compiere azioni routinarie
(es. reazione primitiva di orientamento verso uno stimolo visivo o
uditivo, reazione di allerta –ad un rumore o un dolore improvviso-,
guidare “in automatico” in condizioni di traffico tranquille).
Attenzione volontaria e controllata
Necessaria per ogni attività mentale conscia, in tutte le
situazioni che devono essere analizzate e controllate. Assorbe
molte energie mentali.
Tipi di Attenzione
1. Attenzione selettiva o focalizzata
La capacità di selezionare e prestare attenzione ad un solo stimolo o ad
una sola attività alla volta ignorando le informazioni non rilevanti
(es. cercare un nome in una lista, ascoltare una persona in un ambiente
rumoroso, ecc).
> in emisfero Sx, corteccia F anteriore
2. Attenzione divisa o distribuita
La capacità di prestare attenzione e rispondere contemporaneamente a
più stimoli o di fare più cose nello stesso tempo (es. guidare e parlare con
qualcuno, scrivere e parlare al telefono).
> in emisfero Sx
Utilizzabile a due condizioni:
• In assenza di imprevisti/emergenze
• Se una delle due attività è più “leggera”.
Altrimenti:
Tipi di Attenzione
3. Attenzione alternata
La capacità di portare avanti contemporaneamente due attività diverse e
impegnative spostando il nostro controllo ora su una, ora sull’altra.
4. Attenzione sostenuta o Concentrazione
La capacità di rimanere concentrati su un compito o un’azione per un
tempo lungo, sufficiente al suo completamento (es.: leggere un articolo,
fare la terapia dei pazienti, scrivere un programma riabilitativo, ecc.)
> in emisfero Dx
5. Attenzione spaziale
La capacità di esplorare e prestare attenzione a tutto lo spazio che abbiamo
di fronte.
Cause di riduzione o alterazione
dell’Attenzione
Nella normalità:
• Disagio fisico (affaticamento fisico o mentale  sonnolenza,
• dolore, …)
• Disagio emotivo ( paura, ansia, preoccupazione, …)
• Cattive abitudini di vita (abuso di alcool, droghe,…)
Nella patologia:
• Danno cerebrale: - diffuso (vasculopatia, anossia cerebrale, malattie
degenerative..)
- focale (ictus, neoplasia, …)
- trauma cranico
• Alterazioni metaboliche (diabete, insufficienza epatica, ipoipertiroidismo  morte cellulare da anossia secondaria)
Disturbi attentivi nel paziente
neurologico
FASE ACUTA
• Ridotta e/o incostante vigilanza
• Stato confusionale (disorientamento, smarrimento, amnesia), con
agitazione
• Rallentamento dei tempi di risposta
inerzia
Descrizione del paziente
Soporoso, facilmente distraibile e affaticabile, perde il filo del discorso e
della conversazione, può non capire alla prime le domande, interrompe
spesso l’azione che sta facendo, non riesce a seguire gli esercizi in
palestra, molto sensibile alle interferenze esterne.
Deficit di Vigilanza e/o Attenzione sostenuta
e/o selettiva
Riabilitazione dell’Attenzione:
gerarchia dell’ intervento
1^. Attenzione sostenuta:
Prima di tutto recuperare la capacità del paziente di mantenere un
sufficiente livello di vigilanza e attenzione su compiti semplici per il
tempo necessario a completarli.
2^. Attenzione selettiva:
Recuperare la capacità del paziente di rimanere concentrato su un
compito in presenza di distrazioni.
3^. Attenzione divisa e divisa:
Recuperare la capacità del paziente seguire contemporaneamente due
stimoli o due azioni o di spostando l’attenzione ora su uno ora
sull’altro.
Fase Acuta: Intervento
Aspecifico
Intervento aspecifico: in paziente troppo soporoso, disorientato,
mentalmente affaticabile e incostante per affrontare una trattamento
neuropsicologico strutturato. L’intervento in questa fase deve essere:
• Guidato dall’operatore della neuopsicologia
MA
• Effettuato da tutto il personale a contatto con il paziente, ognuno
nell’ambito del proprio ruolo professionale
• Deve coinvolgere anche i famigliari
Scopo: sollecitare
• Il riorientamento del paziente nello spazio, nel tempo e nel presente
 recupero della Consapevolezza
• Recupero dell’autonomia nelle attività quotidiane (fino all’uso del
telefonino!)
Fase Acuta: cosa fare
1. Contesto: ambiente il più possibile tranquillo, poco
distraente, adeguato alle ridotte capacità attentive del
paziente.
2. Vigilanza: prima di tutto, svegliare e “agganciare” il
paziente soporoso, assicurarsi di avere la sua allerta/
/attenzione, seppur debole.
3. Spiegazione: prima di fare un’azione che coinvolge il
paziente, spiegare sempre cosa stiamo per fare, guidarlo
passo passo, dichiarando le diverse tappe dell’azione
(frasi sintetiche!).
3. Sollecitazione: se il paziente è inerte, passivo deve essere
spronato all’azione verbalmente e con l’avvio passivo dei
movimenti (es. toccare o spingere l’arto che deve muovere)
Intervento aspecifico: esempi
Trasferimenti: dire al paziente cosa stiamo per fare; bloccare
l’impulsività del paziente se “parte”; mostrare la
carrozzina; se non inizia da solo il movimento (inerzia),
dare istruzioni verbali, avviare il movimento passivamente,
es. spingendo l’arto che deve muovere; guidarlo
verbalmente specificando le singole tappe dell’azione.
In Palestra: scegliere l’ambiente più tranquillo; ridurre il più
possibile i rumori distraenti; scegliere la posizione meno
distraente, es.ultimo letto, fronte verso la parete; partire da
compiti semplici e complicare l’esercizio con gradualità;
rimanere concetrati sul paziente, richiamarlo al compito se
lo perde, eventualmente ribadire cosa si stava facendo.
Fase Post-acuta:
Intervento specifico
Com’è il paziente
Più orientato, capace di concentrarsi su un’attività per un certo tempo
( > attenzione sostenuta), più autonomo nelle ADL ma spesso bisogna
sollecitarlo.
Cosa fare
• Suggerimenti: sempre meno precisi, fino a molto generici
(es. Cosa dobbiamo fare ora?)
• Velocità di esecuzione: alleno il paziente ad eseguire un certo
compito sempre più velocemente
• Motivazione: sottolineare spesso i miglioramenti fatti in termini di
autonomia e puntare all’autonomia come motivazione
• Trattamento Neuropsicologico
specifico: lavora direttamente sul deficit, monitora i miglioramenti
del paziente e, quindi, informa l’equipe dei nuovi
interventi utili da parte di tutti.
Amnesia Post Traumatica
(APT o PTA)
Definizione
Fase tipicamente conseguente ad una trauma cranico con o
senza coma caratterizzata da stato confusionale,
disorientamento spazio-temporale, deficit di tutti i tipi di
memoria. Il sintomo conseguente è l’incapacità di ricordare gli
eventi delle ultime 24 ore.
Causa
Il danno assonale diffuso e /o le lesioni focali dovuti al trauma
 marcate difficoltà attentive, di elaborazione e di
immagazzinamento di informazioni nuove; difficoltà di recupero
di ricordi passati.
Trattamento Aspecifico del
paziente in PTA
- ridurre la confusione ambientale
- stimolare il riorientamento  uso abituale di ausili
esterni (calendari, agenda, orologio, cartelli
indicatori,…)
- aumentare la consapevolezza della disabilità
- stimolare l’autonomia nelle ADL
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