P.A.T.
Regione Veneto
Provincia di Padova
Città di Selvazzano Dentro
Piano di Assetto del Territorio
Elab.
R 07
RELAZIONE DI COMPATIBILITA'
IDRAULICA
Progettisti
Arch. Valter Granzotto
Urb. Roberto Rossetto
Urb. Francesco Finotto
Ufficio Tecnico
Arch. Leonardo Minozzi
Collaboratori
Urb. Alberto Azzolina
Arch. Elena Bregantin
Elaborato redatto da:
Ing. Giuseppe Baldo
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I PREMESSA
1
IL PAT E L’ASSETTO IDRAULICO DEL TERRITORIO
5
6
1.1
1.2
NORMATIVA
METODOLOGIA DI LAVORO
7
11
2
PIANIFICAZIONE DI SETTORE
13
2.1
IL P.A.I. DEI FIUMI ISONZO, TAGLIAMENTO, PIAVE, BRENTABACCHIGLIONE
2.1.1
PAI Prima Variante
2.1.2
PAI Seconda Variante – PAI 4 Bacini
2.1.3
Normativa di riferimento in merito alle indicazioni idrogeologiche
2.2
Il P.T.A. della Regione Veneto
2.3
Il P.G.B.T.T. del Consorzio di Bonifica Bacchiglione
2.4
Il P.G.B.T.T. del Consorzio di Bonifica Brenta
13
16
17
22
30
31
32
3
PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA
33
3.1
3.1.1
3.1.2
3.2
INDICAZIONI PROVINCIALI
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.)
Protezione Civile Provinciale
IL P.A.T.I. DELL’AREA METROPOLITANA DI PADOVA
33
33
38
39
4
PIANIFICAZIONE COMUNALE
41
4.1.1
4.1.2
Piano Regolatore Comunale (PRG)
Piano Ambientale Comunale
41
41
5
ANALISI DEL TERRITORIO COMUNALE
44
5.1
5.2
5.3
5.4
5.5
5.6
5.7
5.7.1
5.7.2
5.8
5.8.1
5.8.2
CARATTERIZZAZIONE CLIMATICA
CARATTERIZZAZIONE GEOPEDOLOGICA
CARATTERIZZAZIONE IDROGEOLOGICA
CARATTERIZZAZIONE MORFOLOGICA
MORFOLOGIA URBANA E VIE D’ACQUA
USO DEL SUOLO
RISCHIO E PERICOLOSITÀ IDRAULICA
Consorzio di Bonifica Brenta
Consorzio di Bonifica Bacchiglione
LA RETE COMUNALE DELLE ACQUE METEORICHE
Aree critiche individuate sul territorio
Schede tecniche delle criticità urbane
45
47
50
51
52
53
55
56
57
58
58
62
6
7
ELEMENTI IDROGRAFICI
ANALISI PLUVIOMETRICA
68
73
7.1
7.2
SCELTA DELLA RETE DI MISURA
CAMPO DI ANALISI E SCELTA DELLE STAZIONI
74
75
8
ANALISI REGIONALIZZATA DELLE PRECIPITAZIONI
79
8.1
8.1.1
8.1.2
8.1.3
8.1.4
8.1.5
IL METODO DELLA GRANDEZZA INDICE E LA DISTRIBUZIONE GEV
Identificazione delle zone omogenee ai fini della curva di crescita
Calcolo della grandezza indice caratteristica di ciascuna stazione
Regolarizzazione dei campioni normalizzati e stima delle curve di crescita
Valutazione dell’omogeneità dell’area con il test H
Analisi della distribuzione spaziale delle medie dei massimi annuali
80
82
82
84
85
86
9
CALCOLO DELLE CURVE SEGNALATRICI DI POSSIBILITÀ
PLUVIOMETRICA DI RIFERIMENTO
87
9.1
CURVE SEGNALATRICI A TRE PARAMETRI PER SOTTOAREE
OMOGENEE
9.1.1
Attribuzione delle curve segnalatrici ai territori comunali
9.1.2
Curve segnalatrici per la zona omogenea sud-occidentale (ipotesi B)
9.2
CURVE SEGNALATRICI A DUE PARAMETRI E LORO UTILIZZO
9.3
DETERMINAZIONE DI PLUVIOGRAMMI DI PROGETTO
88
88
91
92
92
94
10
ANALISI IDRAULICA
10.1
10.2
10.3
10.4
CALCOLO DEI VOLUMI DI LAMINAZIONE
INDICAZIONI OPERATIVE
CORSI D’ACQUA CONSORZIALI
VERDE PUBBLICO
98
100
101
101
11
ATO N: 01
103
3
I 11.1
11.2
11.3
11.4
11.5
11.6
11.7
11.8
11.9
11.10
11.11
11.12
11.13
11.14
11.15
AREALE A01
AREALE A02
AREALE A03
AREALE B01
AREALE B02
AREALE B03
AREALE B04
AREALE D01
AREALE E01
AREALE G01
AREALE G02
AREALE G03
AREALE G04
AREALE H01
AREALE H02
107
109
111
113
115
117
119
121
123
125
127
129
131
133
135
12
ATO N: 02
137
12.1
12.2
12.3
AREALE G05
AREALE G06
AMBITI DI EDIFICAZIONE DIFFUSA
140
142
144
13
ATO N: 03
145
13.1
13.2
13.3
13.4
13.5
13.6
13.7
13.8
13.9
13.10
13.11
13.12
13.13
13.14
13.15
13.16
13.17
13.18
AREALE A04
AREALE A05
AREALE A06
AREALE A07
AREALE A08
AREALE C01
AREALE C02
AREALE C03
AREALE C04
AREALE F01
AREALE G07
AREALE G08
AREALE G09
AREALE G10
AREALE H03
AREALE H04
AREALE H05
AREALE H06
149
151
153
155
157
159
161
163
165
167
169
171
173
175
177
179
181
183
14
ATO N: 04
185
14.1
14.2
14.3
14.4
AREALE A09
AREALE C05
AREALE G11
AREALE G12
187
189
191
193
15
16
17
SERVIZI DI INTERESSE COMUNE DI MAGGIORE RILEVANZA IN
PROGETTO
INTERVENTI IDRAULICI DI RILEVANZA COMUNALE
CONCLUSIONI
195
197
199
17.1
17.1.1
17.1.2
17.1.3
TIPOLOGIA DI MITIGAZIONE
Riduzione del volume propagato con accumulo e riutilizzo locali
Dispersione nel sottosuolo
Volumi di invaso per la detenzione temporanea delle acque
203
204
205
207
4
Valutazione di compatibilità idraulica
PREMESSA
La presente relazione costituisce la relazione di Valutazione di
Compatibilità Idraulica (VCI) del Piano di Assetto del Territorio
(PAT) di Selvazzano Dentro, redatta ai sensi delle Delibere della
Giunta Regionale del Veneto n°3637/2002, n°1322/2006,
n°1841/2007 e n°2948/2009.
Dall’entrata in vigore della D.G.R. Veneto n°3637 del 13/12/2002 è
necessario valutare la compatibilità idraulica dei nuovi strumenti
urbanistici; la procedura deve essere applicata “… agli strumenti
urbanistici generali o varianti generali o varianti che comportino una
trasformazione territoriale che possa modificare il regime idraulico”.
Dalla valutazione si deve desumere “…che non viene aggravato
l'esistente livello di rischio idraulico né viene pregiudicata la
possibilità di riduzione attuale e futura di tale livello”; la valutazione
deve indicare “le misure compensative introdotte nello strumento
urbanistico ai fini del rispetto delle condizioni esposte”.
5
Valutazione di compatibilità idraulica
1 IL PAT E L’ASSETTO IDRAULICO DEL
TERRITORIO
Le analisi idrauliche all’interno della predisposizione della
Compatibilità Idraulica di un PAT, hanno il duplice scopo di
esaminare da un lato la vulnerabilità idraulica, idrogeologica e
geomorfologica del territorio, e dall’altro la necessità di garantire che
la trasformazione non modifichi gli apporti idrologici con aggravio
delle possibilità di smaltimento del sistema fognario e della rete
idrografica e di bonifica.
L’analisi si sofferma quindi in un primo momento sull’assetto
geomorfologico ed idraulico del territorio, individuando così le aree a
pericolosità idraulica ed a ristagno idrico. Particolare attenzione è
posta alle aree in trasformazione destinate all’edificazione dalla
pianificazione territoriale in oggetto: in questo caso l’analisi si
prefigge di mantenere adeguati livelli di sicurezza idraulica, sia nei
confronti dell’incolumità degli immobili e dei loro occupanti futuri,
sia nei riguardi della compatibilità per i territori contermini affinché la
trasformazione non pregiudichi livelli di sicurezza già affermati.
Il secondo punto, non meno importante dello studio, riguarda
l’invarianza idraulica del territorio. Per trasformazione del territorio
nel rispetto del principio dell’invarianza idraulica, s’intende la
trasformazione di un’area che non provochi un aggravio della portata
di piena del corpo idrico che riceve i deflussi superficiali originati
dalla stessa.
L’approccio si delinea dalla semplice osservazione che la
trasformazione di vaste aree verdi in spazi urbanizzati comprendenti
edifici civili, strade, complessi industriali e commerciali, avrà come
conseguenza che, grandi volumi d’acqua (dovuti a precipitazione
meteoriche sempre più intense) non riusciranno più a filtrare nel
terreno, mettendo in crisi il sistema fognario esistente e causando
fenomeni di allagamento superficiale.
Lo scopo fondamentale dello studio di compatibilità idraulica è quindi
quello di far si che le valutazioni urbanistiche, sin dalla fase della loro
formazione, tengano conto dell’attitudine dei luoghi ad accogliere la
nuova edificazione, considerando le interferenze che queste hanno con
i dissesti idraulici presenti e potenziali, nonché le possibili alterazioni
del regime idraulico che le nuove destinazioni o trasformazioni di uso
del suolo possono venire a determinare.
In sintesi, lo studio idraulico deve verificare l’ammissibilità delle
previsioni contenute nello strumento urbanistico, prospettando
soluzioni corrette dal punto di vista dell’assetto idraulico del territorio.
6
Valutazione di compatibilità idraulica
1.1 NORMATIVA
Le modalità operative e le indicazioni tecniche, che devono essere
seguite per la “Valutazione della Compatibilità Idraulica per la
redazione degli strumenti urbanistici”, sono definite dalla D.G.R.
Veneto n°1322/2006 e s.m.i. ai sensi della L.R. 3 agosto 1998 n°267.
L’Allegato A della D.G.R. Veneto n°1322/2006 prevede che ogni
strumento urbanistico comunale (PAT/PATI o PI) deve contenere uno
studio di compatibilità idraulica che valuti per le nuove previsioni
urbanistiche le interferenze che queste hanno con i dissesti idraulici
presenti e le possibili alterazioni causate dal regime idraulico al fine di
consentire una più efficace prevenzione dei dissesti idraulici ed
idrogeologici.
In questa relazione vengono pertanto analizzate tutte le Aree
Territoriali Omogenee (ATO) in cui è stato suddiviso il PAT; ove non
sia prevista alcuna alterazione del regime idraulico ovvero
un’alterazione non significativa, la Valutazione di Compatibilità
Idraulica è sostituita dalla relativa asseverazione.
La Valutazione di Compatibilità Idraulica non sostituisce ulteriori
studi e atti istruttori di qualunque tipo richiesti al soggetto promotore
dalla normativa statale e regionale, in quanto applicabili.
Vengono analizzate le problematiche di carattere idraulico,
individuate le zone di tutela e fasce di rispetto ai fini idraulici ed
idrogeologici nonché dettate le specifiche discipline per non aggravare
l’esistente livello di rischio idraulico, fino ad indicare tipologia e
consistenza delle misure compensative da adottare nell’attuazione
delle previsioni urbanistiche.
La presente valutazione ha quindi il duplice effetto di garantire:
1. l’ammissibilità idraulica: deve essere verificata l’ammissibilità
idraulica dell’intervento considerando le interferenze fra i
dissesti idraulici presenti e le destinazioni o trasformazioni
d’uso del suolo collegate all’attuazione della variante;
2. l’invarianza idraulica: deve essere evidenziato che
l’impermeabilizzazione
delle
superfici
e
la
loro
regolarizzazione contribuisce in modo determinante
all’incremento del coefficiente di deflusso e al conseguente
aumento del coefficiente udometrico delle aree trasformate.
Pertanto ogni progetto di trasformazione dell’uso del suolo che
provochi una variazione di permeabilità superficiale deve
prevedere misure compensative volte a rispettare un
determinato coefficiente udometrico secondo il principio
dell’invarianza idraulica.
7
Valutazione di compatibilità idraulica
A completamento si riportano i principali riferimenti normativi la cui
applicazione permette una corretta gestione, manutenzione e tutela dei
corsi d’acqua:
• R.D.L. 8 maggio 1904, n. 368 - Regolamento per l’esecuzione
del Testo Unico delle leggi 22 marzo 1900, n. 195, e 7 luglio
1902, n. 333, sulle bonificazioni delle paludi e dei territori
paludosi - e successive modificazioni.
• T.U. 25 luglio 1904, n. 523 – Testo unico delle disposizioni di
legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie.
• R.D.L. 13 febbraio 1933, n. 215 - Nuove norme per la bonifica
integrale - e successive modificazioni.
• L. 29 giugno 1939, n. 1497 – Protezione delle bellezze
naturali.
• R.D.L. 3 giugno 1940, n.1357 – Regolamento per
l’applicazione della legge 29 giugno 1939, n. 1497, sulla
protezione delle bellezze naturali.
• L.R. 13 gennaio 1976, n. 3 - Riordinamento dei Consorzi di
bonifica e determinazione dei relativi comprensori - e
successive modifiche.
• L.R. 1 marzo 1983, n. 9 - Nuove disposizioni per
l’organizzazione della bonifica.
• L.R. 5 marzo 1985, n. 24 - Tutela ed edificabilità delle zone
agricole.
• L.R. 27 giugno 1985, n. 61 - Norme per l’assetto e l’uso del
territorio - e successive modificazioni.
• L. 8 agosto 1985, n.431 – Disposizioni urgenti per la tutela
delle zone di particolare interesse ambientale.
• D.G.R. 4 novembre 1986, n. 5833 - Guida tecnica per la
classificazione del territorio rurale.
• D.G.R. 23 dicembre 1986, n. 7090 - Adozione del Piano
Territoriale regionale di coordinamento.
• L. 18 maggio 1989, n. 183 - Norme per il riassetto
organizzativo e funzionale della difesa del suolo e successive
modifiche.
• L.R. 8 gennaio 1991, n. 1 - Disposizioni per l’innovazione in
agricoltura.
• L. 19 agosto 1996, n. 25 – Modifiche ed integrazioni alle L.R.
13 gennaio 1976, n.3, 18 dicembre 1993, n. 53 e 8 gennaio
1991, n.1 in materia di Consorzi di bonifica.
• L.R. 3 agosto 1998, n. 267 - Individuazione e perimetrazione
delle aree a rischio idraulico e idrogeologico. Nuove
indicazioni per la formazione degli strumenti urbanistici.
8
Valutazione di compatibilità idraulica
• D.G.R. 13 dicembre 2002, n. 3637 del 13.12.2002 – L. 3
agosto 1998 n.267, Individuazione e perimetrazione delle aree
a rischio idraulico e idrogeologico. Nuove indicazioni per la
formazione degli strumenti urbanistici.
• L.R. 23 aprile 2004, n.11 – Norme per il governo del territorio.
• D.Lgs. 22 gennaio 2004, n.42 – Codice dei beni culturali e del
paesaggio.
• D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 – Norme in materia ambientale.
• D.G.R. 10 maggio 2006, n. 1322 - come integrata con
deliberazione di Giunta regionale del Veneto n. 1841 del 19
Giugno 2007, con le quali è stata modificata la sopracitata
deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n.3637 del
13.12.2002.
• D.G.R. 7 agosto 2007, n.2587 – Adozione del documento
preliminare al Piano Territoriale Regionale di Coordinamento
– PTRC – e della Relazione Ambientale – procedura di
Valutazione Ambientale Strategica. L.R. 23 aprile 2004 n.11
(artt. 25 e 4).
• D.Lgs. 16 gennaio 2008, n.4 – Ulteriori disposizioni correttive
ed integrative del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 recante norme in
materia ambientale.
• D.Lgs. 26 marzo 2008, n. 62 e 63 – Ulteriori disposizioni
integrative e correttive al D.Lgs. 22/01/04, n. 42.
• D.G.R. 31 marzo 2009, n. 793 – Indirizzi e chiarimenti in
merito
all’individuazione
dell’Amministrazione
istituzionalmente competente alla gestione dei rifiuti
abbandonati lungo le rive dei corsi d’acqua e galleggianti sulle
acque superficiali.
• L.R. 8 maggio 2009, n.12 – Nuove norme per la bonifica e la
tutela del territorio.
• D.G.R. 19 maggio 2009, n.1408 – Costituzione dei nuovi
Consorzi di bonifica del Veneto ai sensi dell’art. 3 della L.R. 8
maggio 2009 n.12.
• D.G.R. 2884 settembre 2009 - Piano di Tutela delle Acque.
Approvazione di ulteriori norme di salvaguardia. (art. 121 del
D.Lgs. n.152/2006; artt.19 e 28 L.R. 33/1985).
• D.G.R. 2948 6 ottobre 2009 – Nuove indicazioni per la
formazione degli strumenti urbanistici. Modifica delle delibere
n. 1322/2006 e n. 1841/2007 in attuazione delle sentenza del
consiglio di Stato n. 304 del 3 aprile 2009.
• D.G.R. 107 del 5 novembre 2009, pubblicato sul BUR n.100
del 8/12/2009, - Piano di Tutela delle Acque, approvazione.
9
Valutazione di compatibilità idraulica
Il quadro legislativo nazionale si è progressivamente arricchito di
strumenti indirizzati alla tutela dei corsi d’acqua con finalità di volta
in volta diverse come l’assetto idraulico, il paesaggio, la qualità delle
acque, la fauna ittica, etc. senza che venisse elaborato, se non
parzialmente, un concetto di funzionalità unitaria del sistema fluviale.
Infatti, solo con la legge 183/89, sono stati introdotti i presupposti per
affrontare le problematiche delle regioni fluviali in una prospettiva di
difesa del suolo integranti aspetti di assetto idraulico, di pianificazione
territoriale e di tutela ambientale alla scala del bacino idrografico.
Per quanto riguarda la valenza paesaggistica ed ambientale,
l’identificazione delle fasce fluviali da tutelare è piuttosto recente
nella legislazione nazionale e fa riferimento alla legge 431/85 che,
come noto, sottopone a vincolo paesaggistico, ai sensi della legge 29
giugno 1939, n. 1497, i fiumi, i torrenti ed i corsi d’acqua iscritti negli
elenchi delle “acque pubbliche” e le relative sponde o piedi degli
argini per la fascia di 150 metri (art. 1, lettera c). Ad oggi, tale
disposto legislativo è esteso a tutti i corsi d’acqua, in quanto la legge
36/94 ha definito pubbliche tutte le acque superficiali e sotterranee.
Pur trattandosi di un vincolo con finalità paesistiche, ha valore anche
in senso di tutela di una porzione della regione fluviale.
La legge quadro sulle aree protette 394/1991 non approfondisce
questioni di individuazione e classificazione delle regioni fluviali. Si
limita, di fatto, a segnalare l’importanza di una identificazione
dettagliata, anche ai fini di una migliore efficacia delle azioni di
pianificazione delle aree da assoggettare a tutela e demanda la
questione, peraltro in termini facoltativi, al Comitato tecnico delle
aree protette.
La legislazione regionale in materia, originatasi anche
antecedentemente alla emanazione della legge 431/85, riguarda
prevalentemente disposizioni che fanno riferimento al controllo o al
divieto per nuove costruzioni edilizie ed ogni altra opera oggetto di
concessione nelle adiacenze dei corsi d’acqua. L’adozione di
adempimenti normativi regionali, in ottemperanza alla legge 431/85,
non ha comportato l’abrogazione delle preesistenti leggi sulla
medesima materia riconfermando, talvolta, dove esistenti, prescrizioni
di carattere più restrittivo relative all’attività costruttiva
10
Valutazione di compatibilità idraulica
1.2 METODOLOGIA DI LAVORO
La presente relazione di compatibilità idraulica analizza
l’ammissibilità degli interventi, considerando le interferenze tra il
reticolo idrografico, i dissesti idraulici ad esso connessi e le
destinazioni o trasformazioni d’uso del suolo all’attuazione del PAT.
Lo studio delle trasformazioni in previsione inizia con una accurata
caratterizzazione delle criticità idrauliche del territorio: a tal proposito
molto importanti sono le analisi delle conoscenze messe a
disposizione dai Consorzi, dai Gestori e dagli Enti competenti, in
particolare il Consorzio di Bonifica Bacchiglione e il Consorzio di
Bonifica Brenta che gestiscono la rete idrica di bonifica, ETRA Spa
che gestisce la rete di fognatura nera, ed il Comune che pianifica
l’attività urbanistica.
Successivamente, passando dal generale al dettaglio, è stata verificata
nel concreto la reale possibilità di trasformazione urbanistica. A tal
scopo sono stati svolti sopralluoghi atti ad individuare le particolarità
morfologiche ed idrogeologiche che permettono di indirizzare le scelte
di fattibilità e le misure compensative con maggior grado di
attendibilità.
Fondamentali sono stati anche i risultati del Piano Comunale delle
Acque che hanno consentito di ricostruire la rete idrografica delle
fossature private del territorio, e quindi di attribuirvi una gerarchia,
fondata sulla base della rilevanza per il deflusso delle acque.
All’interno del Piano delle Acque, è stata trascurata l’indagine di
alcune aree urbanizzate, rimandando, come già accennato, ad un
confronto con l’Amministrazione Comunale per la conoscenza
dell’andamento planimetrico della rete di fognatura bianca,
limitandosi quindi a rilevare le interconnessioni principali di
quest’ultime con la rete idrografica minore. Questo è dovuto
all’impossibilità fisica di procedere con i rilievi in determinate zone.
Lo studio è volto alla quantificazione delle misure compensative da
realizzare al fine di non aggravare, con le opere di progetto,
l’equilibrio idraulico dell’area in cui l’opera va ad inserirsi, per eventi
con un tempo di ritorno pari a 50 anni, così come previsto dalla
Deliberazione della Giunta Regionale Veneto n°1322/2006 e s.m.i.
Propedeutica alla determinazione delle misure compensative è la
contestualizzazione degli areali di traformazione previsti dal PAT
all'interno degli Ambiti Territoriali Omogenei definiti: si è svolta
l'individuazione degli elementi della rete idrografica presenti nei
pressi delle singole aree analizzate e sono stati delineati i possibili
11
Valutazione di compatibilità idraulica
percorsi di scarico per il collettamento delle portate meteoriche
generabili a seguito delle future trasformazioni del suolo.
Definito il grado di impermeabilizzazione associato ai possibili
interventi si è proceduto al calcolo del volume di invaso necessario a
garantire l'invarianza idraulica o il miglioramento idraulico in
considerazione degli stati di criticità presenti sul territorio.
12
Valutazione di compatibilità idraulica
2 PIANIFICAZIONE DI SETTORE
2.1 IL P.A.I. DEI FIUMI ISONZO, TAGLIAMENTO,
PIAVE, BRENTA-BACCHIGLIONE
Per assetto idrogeologico si intende la sistemazione del reticolo
idrografico e dei versanti, conseguita naturalmente o attraverso la
pianificazione di opportune strategie di intervento. Questo concetto è
contrapposto a quello di dissesto. Le frane, le colate di fango e di
detrito, le alluvioni, i processi di erosione localizzata e diffusa, la crisi,
del territorio e la perdita conseguente di vite umane, beni,
infrastrutture ma anche di valori ambientali, naturalistici, del
paesaggio.
L’esigenza di assetto idrogeologico nasce dalla necessità di attuare la
difficile convivenza dell’uomo con la natura. Ciò che noi chiamiamo
dissesto altro non è se non una manifestazione, naturale o indotta,
della dinamica dei versanti o del reticolo idraulico che viene ad
interagire negativamente con la nostra vita. L’assetto che cerchiamo di
ottenere è invece la necessità di modulare artificialmente tale
dinamica entro canoni accettabili, al fine di garantire uno sviluppo
armonico della nostra società.
Il Piano di bacino, elaborato dalle Autorità di bacino nazionali,
interregionali e regionali, è lo strumento conoscitivo, normativo e
tecnico operativo con il quale vengono attuati gli obiettivi della L.
183/89. Il Progetto di Piano per l’Assetto idrogeologico dei fiumi
Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta-Bacchiglione è stato predisposto
nel 2004, ai sensi dell’art 1 comma 1, della Legge 267/98, e della
Legge 365/2000 da parte dell’Autorità di Bacino dei Fiumi dell’Alto
Adriatico. Esso costituisce il primo passo del percorso procedurale,
tecnico ed istituzionale indicato dalla ricordata legge n. 365/2000. La
Conferenza programmatica è il successivo passaggio previsto dalla
legge, mediante la quale i Comuni e le Province esprimeranno un
parere su tale piano, con particolare riferimento alle integrazioni dei
suoi contenuti a scala comunale e provinciale, prevedendo le
necessarie prescrizioni urbanistiche e idrogeologiche. Si sottolinea che
il procedimento per l’adozione definitiva e la successiva approvazione
del Progetto di piano stralcio per l’assetto idrogeologico dei fiumi
Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta-Bacchiglione è attualmente
ancora in corso, non essendo state convocate da parte delle Regioni le
Conferenze programmatiche previste dall’art. 1-bis, comma 3 della
L.365/2000.
13
Valutazione di compatibilità idraulica
II P.A.I. ha valore di piano territoriale di settore ed è lo strumento
conoscitivo, normativo e tecnico operativo mediante il quale vengono
pianificate le azioni e le norme d’uso riguardanti l’assetto idraulico ed
idrogeologico del Bacino.
L’obiettivo del PAI è la determinazione di un quadro di pianificazione
e programmazione che tenda a ridurre al minimo il danno connesso ai
rischi idrogeologici. Questo avviene attraverso lo sviluppo di un
quadro conoscitivo, l’individuazione di interventi, strutturali e non
strutturali, di mitigazione del rischio, di norme atte a governare la
sicurezza delle popolazioni, degli insediamenti e delle infrastrutture.
Ci si riferisce in particolare al Piano stralcio relativo alla riduzione del
rischio idraulico. Il cardine del PAI, resta tuttavia l’individuazione e
perimetrazione delle aree a pericolosità idrogeologica e
l’individuazione degli elementi a rischio che si trovano in esse
ricompresi.
Il P.A.I. è costituito dalla fase conoscitiva, dalla fase propositiva e
programmatica (contenute in una relazione generale) e dalla
cartografia nella quale è riportata la perimetrazione delle aree
pericolose dal punto di vista idraulico, geologico e da valanga presenti
nei quattro sottobacini.
Sulla base degli “Atti di indirizzo e di coordinamento” di cui al
D.P.C.M. 29.9.1998, la perimetrazione delle aree a pericolosità
idraulica è caratterizzata da 3 diverse probabilità di evento e
conseguentemente da diverse rilevanze di piena, queste sono state
identificate da adeguati studi idraulici e idrogeologici e sono:
aree ad alta probabilità di inondazione (indicativamente "Tr" di
20-50 anni);
aree a moderata probabilità di inondazione (indicativamente
con "Tr" di 100-200 anni);
aree a bassa probabilità di inondazione (indicativamente con
"Tr" di 300-500 anni).
Nel Piano viene precisato come l’estendersi dell’urbanizzazione e
l’uso sempre più intensivo del territorio hanno provocato un’ampia e
diffusa insufficienza delle reti idrauliche di bonifica e dei manufatti ad
essa pertinenti. Inoltre ad essa si accompagna spesso una parallela
insufficienza dei corpi idrici nei quali devono confluire le acque dei
comprensori, con la difficoltà o l’impossibilità di scarico in alcune
14
Valutazione di compatibilità idraulica
situazioni e conseguente pregiudizio della sicurezza idraulica del
territorio.
Secondo il P.A.I., per raggiungere un adeguato assetto dei
comprensori di bonifica sotto il profilo della difesa idraulica, occorre
acquisire indirizzi di carattere strutturale idonei ad introdurre nuove
strategie di interventi specie se miranti a perseguire, oltre alla difesa
idraulica, anche la valorizzazione del territorio. Per la moderazione
della piene nelle reti minori, il P.A.I. ritiene indispensabile predisporre
provvedimenti idonei ad arrestare la progressiva riduzione degli invasi
ed a favorire il rallentamento e lo sfasamento dei tempi di
concentrazione dei deflussi di piena conseguenti allo scarico delle
portate fognarie nei collettori di bonifica a sezione ridotta. Sempre
secondo il P.A.I. gli effetti vanno ottenuti programmando la
realizzazione di superfici da destinare all’invaso di volumi equivalenti
a quelli soppressi e, per quanto riguarda lo scarico delle reti bianche,
mediante vasche di laminazione delle portate immesse in rete o
mediante mitigazione idraulica con tecniche di detenzione distribuita
(microlaminazione). Le superfici citate potrebbero altresì assicurare il
raggiungimento di altre finalità fondamentali e parallele della bonifica
idraulica, quali la tutela ambientale attraverso processi di
miglioramento qualitativo delle acque.
Con Delibera del Comitato Istituzionale n.4 del 19 giugno 2007 è stata
adottata la “Variante al Progetto di Piano Stralcio per l’assetto
idrogeologico dei bacini dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e
Brenta-Bacchiglione” e le corrispondenti misure di salvaguardia.
Con tale Delibera le disposizioni degli articoli dal 4 al 17 delle Norme
di Attuazione, riportante nell’Allegato 1 della Variante, che costituisce
parte integrante della delibera 4/2007, costituiscono misure di
salvaguardia, ai sensi e per gli effetti dell’art.65, comma 7 del DLgs n.
152/2006.
Si sottolinea nuovamente che il procedimento per l’adozione
definitiva e la successiva approvazione del Progetto di piano stralcio
per l’assetto idrogeologico dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e
Brenta-Bacchiglione è attualmente ancora in corso, non essendo state
convocate da parte delle Regioni le Conferenze programmatiche
previste dall’art. 1-bis, comma 3 della L.365/2000.
15
Valutazione di compatibilità idraulica
2.1.1 PAI PRIMA VARIANTE
La prima variante e le corrispondenti misure di salvaguardia del
Progetto di Piano Stralcio per l'assetto idrogeologico dei bacini dei
fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta-Bacchiglione sono state
adottate con delibera del Comitato Istituzionale n.4 del 19 giugno
2007 e con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 233 del 6 ottobre
2007.
Il Comune di Selvazzano Dentro ricade nella Tav. n. 16.
Figura 1. Inquadramento delle Tavole del PAI Prima variante.
All’interno del territorio comunale, come si evince dalla Figura 2, è
stata individuata e perimetrata l’area fluviale del Fiume Bacchiglione
ed un’area P1 a pericolosità moderata che si estende a nord del
Bacchiglione ed è compresa tra le SP 13 e 83 (Via Pelosa) e Via Vegri
sino a Via Penghe.
16
Valutazione di compatibilità idraulica
Figura 2. Estratto della Tavola n.16 del PAI Prima variante.
2.1.2
PAI SECONDA VARIANTE – PAI 4 BACINI
L’adozione del Piano stralcio per l'assetto idrogeologico dei bacini
idrografici dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta-Bacchiglione
(PAI-4 Bacini) e corrispondenti misure di salvaguardia, è avvenuta
con delibera del Comitato Istituzionale in data 09.11.2012 e con
pubblicazione sulla G.U. n.280 del 30.11.2012.
Come risulta dalla Relazione tecnica del PAI 4 Bacini, in merito ai
criteri di con terminazione delle aree di pericolosità idraulica,
“nell’ottica di mappare la “attitudine” e la “predisposizione” del
territorio ad essere esondato, si è assunto quale evento di riferimento
per l’individuazione delle aree pericolose l’evento di piena prodotto
da precipitazioni caratterizzate da un tempo di ritorno di 100 anni.”
La seconda variante al PAI, oltre alla consueta individuazione e
perimetrazione delle aree a pericolosità e aree fluviali, riporta anche le
“Zone di attenzione idraulica” indicando le aree allagate relative
all’evento alluvionale del 31 ottobre – 2 novembre 2010 e le relative
rotte arginali. È inoltre stato aggiornato con i risultati dei recenti studi
realizzati dall’Autorità di Bacino e con le indicazioni riportate dai
Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali (PTCP).
Il Comune di Selvazzano Dentro è rappresentato nelle Tavole n. 72 –
73- 86 – 86 – 87 come si evince dalla sottostante Figura 3.
17
Valutazione di compatibilità idraulica
T/01
T/01
T/01
T/01
F !!!" #$%%$ &'"%$ ( )* +) , -. , -) del PAI Seconda variante.
18
Valutazione di compatibilità idraulica
L’individuazione delle aree a pericolosità e la successiva
classificazione secondo le previste categorie è il risultato di una
complessa ed accurata analisi articolata in più fasi e che è consistita
prima di tutto nel ricostruire l’onda della piena di riferimento che
caratterizza ciascun bacino (studio idrologico); quindi nell’indagare i
fenomeni di propagazione delle onde di piena lungo il corso d’acqua e
l’eventuale tracimazione delle stesse nei territori circostanti (studio
idrodinamico); ed infine nell’analizzare le caratteristiche geometriche
e strutturali dei corpi arginali, delle sponde e dei manufatti di difesa
onde verificarne la propensione a resistere, nel tempo, alle
sollecitazioni delle piene. È infatti noto che la pericolosità idraulica
connessa al verificarsi dei cedimenti arginali dipende, oltre che dal
valore delle quote idrometriche raggiunte durante la piena anche da
numerosi altri fattori quali: l’evoluzione temporale e la durata del
fenomeno di piena, le caratteristiche geotecniche e geometriche del
rilevato arginale, nonché lo stato di manutenzione delle opere di difesa
e quindi la possibilità che si verifichino fenomeni di sifonamento,
erosioni, etc. In altri termini, per il sistema arginale, non vanno mai
trascurati i fattori di degenerazione e di imprevedibilità che richiedono
pertanto precise attività di monitoraggio, presidio e manutenzione.
I codici di calcolo utilizzati, sono stati messi a punto da parte
dell’Autorità di Bacino nell'ambito di attività di studio intraprese sul
tema della sicurezza idraulica e simulano, in base all'integrazione
numerica delle equazioni di De Saint-Venant, la propagazione delle
onde di piena secondo schemi di calcolo uni e bidimensionali, a moto
permanente e a moto vario.
I modelli di tipo monodimensionale consentono di individuare, in ogni
sezione del reticolo fluviale (e in ogni istante se a moto vario), i livelli
idrometrici attesi per eventi di predeterminato tempo di ritorno. I
modelli bidimensionali consentono invece di descrivere anche i
complessi fenomeni idrodinamici che possono verificarsi nei corsi
d’acqua quando il moto non si sviluppa secondo una direzione
prevalente, bensì è caratterizzato dalla presenza di anse, curve ed aree
golenali in cui il moto è indubbiamente bidimensionale. Un modello
di questo tipo meglio si addice allo studio di un alveo di tipo
pluricursale o alla rappresentazione delle modalità di allagamento del
territorio, tenendo conto della morfologia, della pendenza e
dell’altimetria che lo caratterizzano e dell’eventuale presenza di
ostacoli che potrebbero rallentare il moto (ad es. rilevati stradali) o, al
contrario, dell’eventuale presenza di vie di deflusso preferenziali che
potrebbero ridurre i tempi di diffusione dell’allagamento. L’utilizzo
dei modelli di tipo bidimensionale consente inoltre di simulare il
crollo delle strutture arginali e, in tutti i casi esaminati, ma soprattutto
quando è possibile avvalersi di ortofoto e rilievi lidar, consente di
19
Valutazione di compatibilità idraulica
descrivere il territorio indagato con buona precisione, rappresentando i
possibili scenari di piena lungo tutta l’asta fluviale.
Nel Comune di Selvazzano Dentro il PAI individua le seguenti
perimetrazioni:
Zone di attenzione idraulica
Indicando le aree allagate relative all’evento alluvionale del 31 ottobre
– 2 novembre 2010 e le relative rotte arginali. È inoltre stato
aggiornato con i risultati dei recenti studi realizzati dall’Autorità di
Bacino e con le indicazioni riportate dai Piani Territoriali di
Coordinamento Provinciali (PTCP).
Per il Comune di Selvazzano Dentro, tali aree corrispondono alla
parte di territorio a sud-est del Bacchiglione compresa tra il
confine comunale e le vie Abano, Mantegna, Monache e Piemonte.
Pericolosità moderata (P1)
Al capitolo 2.1 della Relazione generale della seconda variante al PAI
si precisa che le prime attività di elaborazione del P.A.I. si sono
concentrate, per la parte idraulica, sui principali fiumi di pianura, e
sono state sviluppate a partire dalle perimetrazioni eseguite
nell’ambito della redazione del Piano straordinario, in un contesto in
cui gli strumenti modellistici disponibili non coprivano interamente ed
omogeneamente il territorio di competenza dell’Autorità di Bacino. Le
attività di indagine si sono pertanto basate su di una conoscenza dei
processi idrologici e idrodinamici, della geometria, dei coefficienti di
resistenza al moto e delle condizioni dei manufatti non del tutto
soddisfacente ed esaustiva, che ha indotto la Segreteria tecnica
dell’Autorità di Bacino ad elaborare, in sintonia col D.P.C.M.
29.9.1998, una metodologia speditiva per l’individuazione e la
classificazione delle aree affette da pericolosità idraulica in
corrispondenza alle tratte arginate dei corsi d’acqua di pianura.
L'approccio metodologico utilizzato, è stato quindi impostato su
ipotesi semplificate che, senza invalidarne il rigore teorico, hanno
consentito di pervenire ad una prima utile indicazione sugli effetti che
i fenomeni di esondazione potrebbero avere sul territorio. Solo nel
corso degli anni, l’acquisizione di nuove conoscenze e di nuovi
strumenti ha consentito di affinare i processi di delimitazione e
classificazione delle aree pericolose, ricorrendo sempre più all’utilizzo
di modelli bidimensionali in sostituzione del metodo semplificato.
Una vasta applicazione si è avuta in fase di aggiornamento del
progetto di Piano ai sensi dell’articolo 6 delle Norme di Attuazione,
20
Valutazione di compatibilità idraulica
nonché nell’ultima fase del processo di adozione definitiva dello
stesso con le Conferenze programmatiche. In tali occasioni, non solo
sono state aggiornate e/o modificate le perimetrazioni
precedentemente adottate, ma si è anche proceduto ad ampliare il
campo di indagine arrivando a perimetrare, con la collaborazione delle
Regioni, anche una parte della rete idrografica minore e della rete
montana.
Vale la pena precisare che utilizzando i modelli monodimensionali si è
cautelativamente assunto di trasferire i volumi di piena interamente,
da monte verso valle, compresa la quota parte esondata. Se da un lato
ciò non rispecchia la realtà, per ovvi motivi, dall’altro ben rappresenta
l’incertezza di dove può avvenire una possibile rottura per
tracimazione e successivo spagliamento lungo il tracciato arginale.
Viceversa, utilizzando i modelli bidimensionali gli scenari di piena
sono stati rappresentati nel modo più verosimile possibile, trasferendo
i volumi di piena, da monte verso valle, al netto dell’eventuale quota
parte esondata. Di tali differenze si è tenuto conto in fase di
classificazione delle aree pericolose e di attribuzione del livello di
pericolosità.
Un confronto tra gli esiti forniti dalle modellazioni e gli eventi storici
documentati ha consentito di accertare una sostanziale buona
affidabilità di ambedue gli approcci utilizzati.
Aree fluviali (F)
Si tratta di aree che rivestono un ruolo fondamentale per il corso
d’acqua e la loro corretta conterminazione assume, conseguentemente,
carattere essenziale.
Tali aree si differenziano concettualmente dalle aree pericolose
poiché, a differenza di quest’ultime, sono strettamente funzionali
all’evoluzione del corso d’acqua cui si riferiscono, pertanto la
pericolosità è un fattore intrinseco.
L’area fluviale è riconosciuta in base alla presenza di:
- opere idrauliche, quali argini o opere di difesa significative;
- elementi naturali geomorfologicamente evidenti che ne delimitino
l’estensione, quali ad esempio, sponde naturali o variazioni
altimetriche del terreno.
L’individuazione dell’area fluviale non può basarsi sul concetto di
piena ordinaria, poiché non è in grado di rappresentare la dinamica
evolutiva del corso d’acqua. Da ciò deriva l’esigenza di fondare i
metodi di individuazione delle aree fluviali sul criterio
geomorfologico, quale strumento per riconoscere le forme del corso
d’acqua, e sul criterio idrodinamico, per valutarne l’intensità anche a
carattere locale.
21
Valutazione di compatibilità idraulica
Resta ancora inteso che le rappresentazioni cartografiche nelle quali è
descritta la sola area fluviale non implicano che non esistano aree
pericolose all’esterno del corso d’acqua. Tutto ciò deriva dal fatto che
non sempre sono disponibili conoscenze circa le criticità presenti sul
territorio.
Il Piano, infine, non va inteso come uno strumento statico e
inalterabile; tutte le informazioni in esso contenute possono e/o
devono essere soggette ad un continuo aggiornamento e
approfondimento, ogni qualvolta si rendano disponibili ulteriori nuove
conoscenze rispetto a quelle fino ad ora raggiunte.
Nelle aree fluviali riconosciute secondo i criteri sopra richiamati, può
accadere che siano ricomprese delle edificazioni. In linea generale, la
pre-esistenza di tali volumi alla data di adozione del progetto di P.A.I.
(07.10.2004), consente una serie di attività governate dalla
corrispondente normativa (articoli 13-15 delle Norme di Attuazione).
2.1.3 NORMATIVA
DI RIFERIMENTO IN MERITO ALLE INDICAZIONI
IDROGEOLOGICHE
Art. 5 NTA – Zone di attenzione
“1. Sono definite “zone di attenzione” le porzioni di territorio ove vi
sono informazioni di possibili situazioni di dissesto a cui non è ancora
stata associata alcuna classe di pericolosità e che sono individuate in
cartografia con apposito tematismo. L’associazione delle classi di
pericolosità avviene secondo le procedure di cui all’art. 6.
2. Sono considerate pericolose nei territori per i quali non è stata
ancora perimetrata e riportata su cartografia la perimetrazione della
pericolosità:
a. le aree soggette a dissesto idraulico e/o geologico e/o valanghivo
risultanti da studi riconosciuti dai competenti organi statali o
regionali, ovvero da specifiche previsioni contenute negli strumenti
urbanistici vigenti;
b. in assenza di studi o specifiche previsioni urbanistiche, le aree che
sono state storicamente interessate da fenomeni di dissesto idraulico
e/o geologico e/o valanghivo.
3. In sede di attuazione delle previsioni e degli interventi degli
strumenti urbanistici vigenti, le amministrazioni comunali provvedono
a verificare che gli interventi siano compatibili con la specifica natura
o tipologia di dissesto individuata, in conformità a quanto riportato
nell’art. 8.
4. In sede di redazione degli strumenti urbanistici devono essere
valutate le condizioni di dissesto evidenziate e la relativa
22
Valutazione di compatibilità idraulica
compatibilità delle previsioni urbanistiche. La verifica è
preventivamente trasmessa alla Regione che, ove ritenga ne sussista
la necessità, provvede all’avvio della procedura di cui all’art. 6 per
l’attribuzione della classe di pericolosità.”
Approfondimenti all’ Art. 5 NTA
La Giunta Regionale si è espressa con dei chiarimenti in merito
all’applicazione delle disposizioni contenute all’art. 5 delle NTA, con
nota Prot. 126178/63/00 del 22/03/2013. Tale documento precisa
che, nell’applicazione della norma bisogna distinguere due situazioni
distinte come segue:
a) In sede di attuazione delle previsioni e degli interventi degli
strumenti urbanistici vigenti – art. 5 comma 3 – e al di fuori
della fattispecie di cui all’art.8 comma 2, le amministrazioni
comunali provvedono a verificare che gli interventi sono
compatibili con la specifica natura o tipologia di dissesto
individuata, in conformità alle disposizioni generali riportate
nel art. 8 medesimo.
b) In sede di redazione del PAT (o PATI) – art. 5 comma 4 – la
valutazione stabilita dall’art. 5 può essere fatta
contestualmente alla redazione del piano, oppure rinviata alla
fase di redazione del Piano degli Interventi (PI). Perché la
valutazione stabilita al comma 4 dell’art.5 possa essere rinviata
alla fase di redazione del PI è necessario che le zone di
attenzione vengano ricomprese nella carta delle fragilità entro
aree “non idonee” oppure entro aree “idonee a condizione“, di
cui alla L.R. 11/2004 e che le condizioni imposte per l’idoneità
comprendano anche la valutazione delle condizioni di dissesto
evidenziate e la relativa compatibilità delle previsioni
urbanistiche. Tra le condizioni imposte potrà esserci
direttamente l’eventuale espletamento delle procedure per
l’attribuzione del grado di pericolosità.
Va rimarcato che nelle “zone di attenzione” individuate nella tavola
delle Fragilità all’interno di “aree non idonee” o di “aree idonee a
condizione”, valgono comunque sia le specifiche norme d’attuazione
23
Valutazione di compatibilità idraulica
del PAT sia le norme tecniche del PAI, in particolare le prescrizioni
generali riportate all’art.8.
Le “zone di attenzione”, così come le aree a cui sia già stato assegnato
un grado di pericolosità dal PAI, devono inoltre essere comunque
individuate nella carta dei vincoli; inoltre, nelle norme tecniche del
PAI e del PAT va rimarcato che:
il PAI costituisce un vincolo sovraordinato agli strumenti
urbanistici generali e attuativi;
il vincolo PAI indicato nella specifica tavola 1 di progetto
(carta dei vincoli) è ricognitivo e riferito alla data di
redazione del piano;
le successive modifiche del PAI non costituiscono variante
agli strumenti urbanistici ma sono immediatamente
efficaci a partire dalla loro entrata in vigore.
Per le “zone di attenzione” interessate da previsioni urbanistiche, deve
essere condotta dal Comune la valutazione delle condizioni di dissesto
e la relativa compatibilità delle previsioni urbanistiche, con
l’eventuale proposta di associazione della pericolosità. La verifica è
preventivamente trasmessa in Regione la quale provvederà,
alternativamente:
all’espressione di non assoggettamento delle zone di attenzione
alle procedure di attribuzione della classe di pericolosità ai fini
del PAI, in funzione della accertata compatibilità degli
interventi previsti con specifica natura o tipologia di dissesto
individuata;
all’avvio delle procedure di attribuzione della classe di
pericolosità PAI, con le modalità stabilite all’art. 6 delle NTA
del PAI.
Va inoltre evidenziato che per effetto del combinato disposto dagli art.
5 commi 3 e 4 e dal comma 1 dell’art. 8, le amministrazioni comunali
non possono rilasciare, dopo l’entrata in vigore delle citate NTA,
nuove concessioni, autorizzazioni, permessi di costruire od
equivalenti, previsti dalle norme vigenti, nelle zone di attenzione
senza che sia stata preventivamente valutata la specifica natura o
tipologia di dissesto individuata dal PAI e la relativa compatibilità
degli interventi o delle previsioni urbanistiche che li hanno previsti.
24
Valutazione di compatibilità idraulica
Con nota Prot. 261656/63/00 del 19/06/2013 la Giunta Regionale del
Veneto ha apportato alcune integrazioni alla precede nota di
integrazioni, prot. 126178 del 22/03/2013, formulata in ordine all’art.5
“Zone di attenzione” delle NTA.
Un chiarimento è stato effettuato in relazione alla valutazione delle
condizioni di dissesto all’interno delle zone di attenzione e della
relativa compatibilità delle previsioni urbanistiche (art. 5 comma 4
PAI). Con la citata delibera la Giunta Regionale del Veneto ha
affidato direttamente alle Autorità di Bacino nazionali dei fiumi
dell’Alto Adriatico e del fiume Adige il compito di associare alle zone
di attenzione la pericolosità idraulica, svolgendo, altresì, le fasi
spettanti alla Regione e relative all’istruttoria per la definizione della
proposta di aggiornamento dei PAI. Le amministrazioni comunali
rimangono conseguentemente esonerate dall’obbligo di trasmettere
preventivamente alla Regione la verifica di compatibilità ai fini
dell’avvio della procedura per l’attribuzione della classe di
pericolosità delle zone di attenzione. Si chiede peraltro alle medesime
amministrazioni di presentare la più ampia collaborazione alle
Autorità di Bacino per agevolare la sollecita attuazione delle
operazioni di verifica funzionali all’associazione o all’esclusione della
pericolosità idraulica all’interno di tali zone.
Un altro chiarimento è stato effettuato in relazione alla verifica di
compatibilità degli interventi ricadenti all’interno delle zone di
attenzione, limitatamente all’eventuale pericolosità idraulica, con la
specifica natura o tipologia di dissesto individuata (verifica prevista
dall’art. 5 comma 3, PAI). Sul punto va evidenziato che tale verifica,
ai fini dell’assentibilità o meno degli interventi previsti dagli strumenti
urbanistici vigenti (e, quindi, dell’eventuale conseguente rilascio dei
correlati titoli abilitativi edilizi) anche in diretta attuazione delle
disposizioni dettate dal c.d. “Piano casa”, sarà effettuata direttamente
dalle amministrazioni comunali, sull’analisi degli studi e delle
informazioni già disponibili ed utilizzati/e per la redazione dei propri
PAT (cfr. Valutazioni di Compatibilità Idraulica e Carta delle
Fragilità) nonché sulla scorta delle informazioni disponibili presso le
amministrazioni provinciali (PTCP), i consorzi di bonifica, gli uffici
regionali del genio civile.
In sede di tale verifica dovrà essere valutata l’efficacia degli eventuali
interventi di mitigazione proposti.
Le risultanze della verifica saranno trasmesse all’Autorità di Bacino,
per gli eventuali provvedimenti di competenza.
25
Valutazione di compatibilità idraulica
Art. 8 NTA - Disposizioni comuni per le aree a pericolosità
idraulica e per le zone di attenzione
“1. Le Amministrazioni comunali non possono rilasciare concessioni,
autorizzazioni, permessi di costruire od equivalenti, previsti dalle
norme vigenti, in contrasto con il Piano.
2. Possono essere portati a conclusione tutti i piani e gli interventi i
cui provvedimenti di approvazione, autorizzazione, concessione,
permessi di costruire od equivalenti previsti dalle norme vigenti, siano
stati rilasciati prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale
dell’avvenuta adozione del presente Piano, fatti salvi gli effetti delle
misure di salvaguardia precedentemente in vigore.
3. Nelle aree classificate pericolose e nelle zone di attenzione, ad
eccezione degli interventi di mitigazione della pericolosità e del
rischio, di tutela della pubblica incolumità e di quelli previsti dal
Piano di bacino, è vietato, in rapporto alla specifica natura e
tipologia di pericolo individuata:
a. eseguire scavi o abbassamenti del piano di campagna in grado di
compromettere la stabilità delle fondazioni degli argini, ovvero dei
versanti soggetti a fenomeni franosi;
b. realizzare tombinature dei corsi d’acqua;
c. realizzare interventi che favoriscano l’infiltrazione delle acque
nelle aree franose;
d. costituire, indurre a formare vie preferenziali di veicolazione di
portate solide o liquide;
e. realizzare in presenza di fenomeni di colamento rapido (CR)
interventi che incrementino la vulnerabilità della struttura, quali
aperture sul lato esposto al flusso;
f. realizzare locali interrati o seminterrati nelle aree a pericolosità
idraulica o da colamento rapido.
4. Al fine di non incrementare le condizioni di rischio nelle aree
fluviali e in quelle pericolose, fermo restando quanto stabilito al
comma precedente ed in rapporto alla specifica natura e tipologia di
pericolo individuata, tutti i nuovi interventi, opere, attività consentiti
dal Piano o autorizzati dopo la sua approvazione, devono essere tali
da:
a. mantenere le condizioni esistenti di funzionalità idraulica o
migliorarle, agevolare e comunque non impedire il normale deflusso
delle acque;
b. non aumentare le condizioni di pericolo dell’area interessata
nonché a valle o a monte della stessa;
c. non ridurre complessivamente i volumi invasabili delle aree
interessate tenendo conto dei principi dell’invarianza idraulica e
26
Valutazione di compatibilità idraulica
favorire, se possibile, la creazione di nuove aree di libera
esondazione;
d. minimizzare le interferenze, anche temporanee, con le strutture di
difesa idraulica, geologica o valanghiva.
5. Tutte le opere di mitigazione della pericolosità e del rischio devono
prevedere il piano di manutenzione.
6. Tutti gli interventi consentiti dal presente Titolo non devono
pregiudicare la definitiva sistemazione né la realizzazione degli altri
interventi previsti dalla pianificazione di bacino vigente.”
Approfondimenti all’Art. 8 NTA
I comitati tecnici delle Autorità di Bacino nazionali dei fiumi dell’Alto
Adriatico e del fiume Adige, con parere n. 2 dis/2013 espresso nella
seduta congiunta del 26/03/2013, hanno stabilito che nelle aree
classificate a pericolosità moderata (P1) e media (P2) così come nelle
zone di attenzione, la programmazione e la realizzazione di interventi
aventi oggetto locali interrati e seminterrati non può ritenersi oggetto
di un divieto preventivo e assoluto ai sensi dell’art. 8 delle NTA,
comma 3 lettera f, ma devono essere valutate in rapporto alla specifica
natura e tipologia di pericolo individuata.
27
Valutazione di compatibilità idraulica
Art. 12 NTA – Disciplina degli interventi nelle aree classificate a
pericolosità P1
“La pianificazione urbanistica e territoriale disciplina l’uso del
territorio, le nuove costruzioni, i mutamenti di destinazione d’uso, la
realizzazione di nuove infrastrutture e gli interventi sul patrimonio
edilizio esistente nel rispetto dei criteri e delle indicazioni generali del
presente Piano conformandosi allo stesso.”
Artt. 13 – 14 – 15 NTA – Disciplina delle aree fluviali
Le NTA alla seconda variante al PAI, all’art. 13 comma 1 prevede che
“Nelle aree fluviali, richiamate le disposizioni di cui all’art. 8, sono
escluse tutte quelle attività e/o utilizzazioni che diminuiscono la
sicurezza idraulica e, in particolare, quelle che possono:
a. determinare riduzione della capacità di invaso e di deflusso del
corpo idrico fluente;
b. interferire con la morfologia in atto e/o prevedibile del corpo idrico
fluente;
c. generare situazioni di pericolosità in caso di sradicamento e/o
trascinamento di strutture e/o vegetazione da parte delle acque.”
Al comma 2 dispone che “Le coltivazioni arboree o pluriennali con
strutture di sostegno fisso, esistenti alla data di adozione del presente
Piano (01.12.2012) e i nuovi impianti sono ammessi, previa
autorizzazione della Regione competente, se gli stessi non recano
ostacolo al deflusso delle acque e all’evoluzione morfologica del
corso d’acqua e rispondono ai criteri di compatibilità idraulica. Il
rinnovo per completare il ciclo produttivo in atto al momento della
scadenza dell’autorizzazione potrà essere consentito in deroga (se
opportunamente motivato)”.
Il comma 3 precisa che “Nelle aree fluviali, gli interventi di qualsiasi
tipo devono tener conto della necessità di mantenere, compatibilmente
con la funzione alla quale detti interventi devono assolvere, l’assetto
morfo-dinamico del corso d’acqua. Ciò al fine di non indurre a valle
condizioni di pericolosità.
Nelle
aree
fluviali
è
consentita,
previa
acquisizione
dell’autorizzazione idraulica della Regione e nel rispetto dei criteri di
cui al comma 1:
a. la realizzazione degli interventi finalizzati alla navigazione,
compresa anche la nautica da diporto;
b. la realizzazione, ampliamento o manutenzione delle opere di
raccolta, regolazione, trattamento, presa e restituzione dell’acqua;
c. la realizzazione, ampliamento o manutenzione di strutture a rete e
di opere di attraversamento stradale, ciclopedonale e ferroviario. Le
28
Valutazione di compatibilità idraulica
nuove opere vanno realizzate a quote compatibili con i livelli
idrometrici propri della piena di riferimento tenuto conto del relativo
franco di sicurezza;
d. l’installazione di attrezzature e strutture, purché di trascurabile
ingombro, funzionali all’utilizzo agricolo dei suoli nelle aree fluviali.”
29
Valutazione di compatibilità idraulica
2.2 Il P.T.A. della Regione Veneto
Il Piano di Tutela delle Acque (P.T.A.) costituisce uno specifico piano
di settore, ai sensi dell’art. 121 del D. Lgs 152/2006.
Il P.T.A. contiene gli interventi volti a garantire il raggiungimento
degli obiettivi di qualità ambientale di cui agli artt. 76 e 77 del D. Lgs
152/2006 e contiene le misure necessarie alla tutela qualitativa e
quantitativa del sistema idrico.
La Regione ha approvato il P.T.A. con deliberazione del Consiglio
regionale n.107 del 5 novembre 2009.
Il P.T.A. comprende i seguenti tre documenti:
a) Sintesi degli aspetti conoscitivi: riassume la base conoscitiva e i
suoi successivi aggiornamenti e comprende l’analisi delle criticità per
le acque superficiali e sotterranee, per bacino idrografico e
idrogeologico.
b) Indirizzi di Piano: contiene l’individuazione degli obiettivi di
qualità e le azioni previste per raggiungerli; la designazione delle aree
sensibili, delle zone vulnerabili da nitrati e da prodotti fitosanitari,
delle zone soggette a degrado del suolo e desertificazione; le misure
relative agli scarichi; le misure in materia di riqualificazione fluviale.
c) Norme Tecniche di Attuazione: contengono misure di base per il
conseguimento degli obiettivi di qualità distinguibili nelle seguenti
macroazioni:
• Misure di tutela qualitativa: disciplina degli scarichi;
• Misure per le aree a specifica tutela: zone vulnerabili da nitrati
e fitosanitari, aree sensibili, aree di salvaguardia acque
destinate al consumo umano, aree di pertinenza dei corpi
idrici;
• Misure di tutela quantitativa e di risparmio idrico;
• Misure per la gestione delle acque di pioggia e di dilavamento.
Sempre in termini di qualità ambientale si sottolinea che il “Piano di
gestione dei bacini idrografici delle Alpi Orientali” redatto ai sensi
dell’articolo 13 della Direttiva comunitaria CE 23 ottobre 2000, n. 60
individua all’interno del comune di Selvazzano Dentro, il corso del
fiume Bacchiglione; esso stabilisce il raggiungimento dell’obiettivo
ambientale “buono” da raggiungere entro il 2015, per l’aspetto
chimico, ed entro il 2021 per l’aspetto ecologico.
30
Valutazione di compatibilità idraulica
2.3 Il P.G.B.T.T. del Consorzio di Bonifica Bacchiglione
L’art. 23 della Legge Regionale 8 maggio 2009, n. 12 (BUR n.
39/2009) - Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio –
stabilisce che i consorzi di bonifica predispongano il Piano Generale
di Bonifica e di Tutela del Territorio.
In particolare il P.G.B.T.T. prevede:
• la ripartizione del comprensorio in zone distinte caratterizzate
da livelli omogenei di rischio idraulico e idrogeologico;
• l’individuazione delle opere pubbliche di bonifica e delle altre
opere necessarie per la tutela e la valorizzazione del territorio
ivi comprese le opere minori, con ciò intendendosi le opere di
competenza privata ritenute obbligatorie di cui all’articolo 34,
stabilendone le priorità di esecuzione;
• le eventuali proposte indirizzate alle competenti autorità
pubbliche.
Nel P.G.B.T.T. del Consorzio di Bonifica Bacchiglione, non sono
previsti interventi sul territorio di competenza (a sud del
Bacchiglione) del Comune di Selvazzano Dentro.
31
Valutazione di compatibilità idraulica
2.4 Il P.G.B.T.T. del Consorzio di Bonifica Brenta
Nel P.G.B.T.T. del Consorzio di Bonifica Brenta, è previsto uno
studio di fattibilità sul territorio di competenza (a nord del
Bacchiglione) del Comune di Selvazzano Dentro.
In particolare si riporta la scheda dell’intervento tratta dal P.G.B.T.T.
(non ancora vigente).
Figura 4. Estratto dal PGBTT del Consorzio di Bonifica Brenta.
32
Valutazione di compatibilità idraulica
3 PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA
3.1 INDICAZIONI PROVINCIALI
3.1.1 PIANO TERRITORIALE
(P.T.C.P.)
DI
COORDINAMENTO PROVINCIALE
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.)
costituisce, come stabilito dalla Legge Regionale 23 aprile 2004, n.11,
"lo strumento di pianificazione che delinea gli obiettivi e gli elementi
fondamentali dell'assetto del territorio provinciale in coerenza con gli
indirizzi per lo sviluppo socio-economico provinciale, con riguardo
alle prevalenti vocazioni, alle sue caratteristiche geologiche,
geomorfologiche, idrogeologiche, paesaggistiche ed ambientali".
Il nuovo P.T.C.P. di Padova è stato adottato dal Consiglio Provinciale
il 31/07/2006, dopo un lungo iter conoscitivo dettato da un contesto
molto complesso; è stato approvato in data 29.12.2009 ai sensi dell'art.
23 della L.R. n. 11/2004, con Delibera della Giunta Regionale n. 4234
e pubblicato sul B.U.R. n. 14 del 16/02/2010.
L’ultimo aggiornamento del PTCP è datato Giugno 2011, e
dall’analisi della Carta delle Fragilità si individuano le aree a rischio
idraulico e idrogeologico in riferimento al P.A.I. (prima e seconda
variante), P1 ed F sulla porzione di territorio a nord del Bacchiglione,
ma non compare nessuna indicazione nella porzione di territorio a
sud del Bacchiglione (v. Figura 5).
L’art. 13.7 delle NTA del PTCP “Rischio idrogeologico e idraulico”
precisa che lungo il corso d’acqua Bacchiglione risulta un rischio
idraulico potenziale come recepito dal PAI. Per quanto riguarda le
aree a rischio idraulico della rete di Bonifica, il PTCP evidenzia delle
aree esondabili o a pericolo di ristagno idrico rilevante attraverso
indagini effettuate dai Consorzi di Bonifica, dalla protezione civile
provinciale e da informazioni fornite dai Comuni.
33
Valutazione di compatibilità idraulica
F 2 !!!" #$%%3$%4"!" 5*4 + 6! #$%%$ Fragilità del PTCP.
Nella Carta Idrogeologica del PTCP (v. Figura 6) vengono riproposte le
aree esondabili o a pericolo di ristagno idrico e vengono distinte tra
aree a deflusso difficoltoso e quelle soggette ad inondazioni
periodiche.
34
Valutazione di compatibilità idraulica
F . !!!" #$%% 6! 7#"$"%"8 #$% 5&CP.
Si segnala che le aree indicate come “aree esondabili o a periodico
ristagno idrico” in corrispondenza delle località di Caselle e
Tencarola, sono state stralciate nella seconda variante del PAI con
opportuni Decreti Segretariali.
Le ragioni della rettifica alla seconda variate del PAI apportata con
decreto segretariale n. 1594 e 1597 del 12-06-2013 sono dovute alla
più precisa definizione delle cause di criticità idraulica che risultano
riconducibili a problematiche relative alla rete minore, e non a
35
Valutazione di compatibilità idraulica
pericolosità derivante dai fiumi maggiori di competenza dell’Autorità
di Bacino.
Tuttavia, le criticità della rete minore indicate dalla Provincia nel
PTCP dovranno essere prese in considerazione a livello territoriale
nella presente valutazione di compatibilità idraulica.
Di seguito si riporta l’estratto del Decreto Segretariale n. 1594 del 12
giugno 2013 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 146 del 24 giugno
2013, nel quale l’Autorità di Bacino in seguito ad una verifica
condotta sulla zona indicata nelle succitate cartografie a pericolosità
alta in corrispondenza della località di Caselle, ha ritenuto che essa
potesse essere stralciata dalla cartografia del PAI, andando così a
modificare la Tav. n. 73 del PAI.
F ) !!!" #$% 9$8$!" :$$!%$ ( ;2<= del 12.06.2013.
Con il Decreto Segretariale n. 1597 del 12 giugno 2013 pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale n. 146 del 24 giugno 2013, l’Autorità di
Bacino, a seguito e per effetto di una verifica condotta il località
Tencarola, ha ritenuto che l’area ad alta pericolosità individuata dagli
strumenti provinciali potesse essere stralciata dalla cartografia del
36
Valutazione di compatibilità idraulica
PAI. Di conseguenza è stata modificata la Tav. n. 73 del PAI, come
riportato nelle figura sottostante.
Figura 8. Estratto del Decreto Segretariale n. 1597 del 12.06.2013.
37
Valutazione di compatibilità idraulica
3.1.2 PROTEZIONE CIVILE PROVINCIALE
Negli elaborati grafici del PAT, si è ritenuto opportuno riportare anche
l’informazione relativa alla “Pericolosità derivante dai fiumi
maggiori”, presente nella cartografia della Pericolosità Idraulica
Provinciale redatta dalla Protezione Civile Provinciale, in quanto area
storicamente allagata dall’evento alluvionale del 1966.
Figura 9. Estratto dalla “Carta della pericolosità idraulica provinciale”: delimitazione
delle zone soggette a pericolosità derivante dai fiumi maggiori.
38
Valutazione di compatibilità idraulica
3.2 IL P.A.T.I. DELL’AREA METROPOLITANA DI
PADOVA
In data 09.03.2005 e in data 11.04.2005 è stato sottoscritto un
Protocollo d’Intesa tra i Comuni dell’Area Metropolitana di Padova, la
Provincia di Padova e la Regione Veneto, con il quale è stata
manifestata la volontà di procedere all’elaborazione del Piano di
Assetto del Territorio Intercomunale (P.A.T.I.), con la definizione dei
tematismi di interesse generale che rendono opportuna e significativa
la pianificazione a livello intercomunale.
Con delibera del Consiglio Comunale n.3 del 28.01.2009 il Comune di
Selvazzano Dentro ha adottato il P.A.T.I. dell’Area Metropolitana di
Padova.
Lo strumento è stato ratificato con Delibera della Giunta provinciale
n. 50 del 22/02/2012 inserita nel Bollettino Ufficiale della Regione
Veneto n.21 del 16/03/2012.
Il P.A.T.I. della Comunità Metropolitana di Padova è quindi lo
strumento di pianificazione finalizzato al coordinamento tra 18
Comuni (Abano Terme, Albignasego, Cadoneghe, Casalserugo,
Limena, Legnaro, Maserà di Padova, Mestrino, Noventa Padovana,
Rubano, Saccolongo, Saonara, Selvazzano Dentro, Padova, Ponte S.
Nicolò, Vigodarzere, Vigonza e Villafranca Padovana) in merito ai
seguenti temi:
• Sistema ambientale;
• Difesa del suolo;
• Servizi a scala sovra comunale;
• Sistema relazionale, infrastrutturale e della mobilità;
• Poli produttivi;
• Fonti di Energia Rinnovabili.
Il P.A.T.I., per i temi dallo stesso disciplinati, ha i medesimi contenuti
ed effetti del P.A.T. rispetto al quale coordina le scelte strategiche di
rilevanza sovra comunale in funzione delle specifiche vocazioni
territoriali.
Nello specifico, dal punto di vista del riassetto idraulico, è stato
redatto uno studio di Valutazione di Compatibilità Idraulica. Questo
strumento approfondisce quindi gli aspetti idraulici su un piano
39
Valutazione di compatibilità idraulica
propriamente di natura strutturale; per tale motivo la Valutazione di
Compatibilità Idraulica in relazione a determinati aspetti della
mitigazione idraulica rimanda giocoforza ad approfondimenti da
predisporre in fase di redazione dei Piani degli Intervento (PI).
Nelle Norme Tecniche Attuative (N.T.A.) del P.A.T.I. all’articolo
12.7 ‘elementi idrologici’ sono riportate le regole che le
amministrazioni comunali devono rispettare nella futura
programmazione territoriale. Tale articolo afferma che la rete
idrografica dei fiumi, torrenti e canali è soggetta a tutela per una fascia
di profondità di almeno m 100 dal ciglio o dall’unghia esterna
dell’argine principale, oppure a partire dal limite dell’area demaniale
qualora più ampia, fatti salvi i sistemi insediativi (Z.T.O. A-B-C-D-F)
previsti dai P.R.G. vigenti o adottati alla data di adozione del P.A.T.I.,
relativamente ai quali vengono confermate le fasce di tutela
eventualmente presenti nei P.R.G.
All’articolo 12.7.7.2 ‘Scoli e altri corsi d’acqua minori’ in conformità
all’art. 133 del R.D. 8 maggio 1904 n° 368, si afferma che:
• va mantenuta libera da qualsiasi impedimento e ostacolo al
transito dei mezzi manutentori, una fascia di almeno m 4,00 a
partire dal piede dell’unghia arginale o dal ciglio del corso
d’acqua;
• sono previste fasce di rispetto idrauliche inedificabili di m
10,00 su entrambi i lati dei corsi d’acqua, a partire dal piede
dell’unghia arginale o dal ciglio del corso d’acqua con
riduzione di tale limite solo previa deroga autorizzata del
Consorzio di Bonifica competente.
In fase di redazione del PAT, sono state prese in considerazione le
informazioni riportate negli elaborati del PATI e successivamente
sono state affinate con studi dettagliati a scala comunale.
40
Valutazione di compatibilità idraulica
4 PIANIFICAZIONE COMUNALE
4.1.1 PIANO REGOLATORE COMUNALE (PRG)
Il Comune di Selvazzano Dentro è dotato di Variante al Piano
Regolatore Generale, approvata con D.G.R.V. n.2851 del 07.10.2008.
La nuova legge urbanistica regionale 24 aprile 2004, n.11 “Norme per
il governo del territorio” all’art. 12 dispone che la pianificazione
urbanistica comunale si esplica mediante il Piano Regolatore
Comunale che si articola in disposizioni strutturali, contenute nel
Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) e in disposizioni operative,
contenute nel Piano degli Interventi (P.I.).
In recepimento alla suddetta legge urbanistica, il Comune di
Selvazzano Dentro nel redigere il PAT – in accordo con i tecnici
incaricati alla progettazione – ha valutato le indicazioni contenute nel
PRG in rapporto alle problematiche idrauliche, idrologiche e
geomorfologiche che interessano il territorio comunale. In seguito a
tale analisi, nella Tavola 4 – Carta delle Trasformabilità ha introdotto
attente indicazioni in merito all’uso e alla trasformazione del
territorio, proponendo e dove possibile confermando, areali di
trasformazione che insistono su aree del territorio non critiche.
4.1.2 PIANO AMBIENTALE COMUNALE
Il Piano Ambientale è stato predisposto in stretta correlazione con la
formazione alla Variante Generale del PRG e recepisce per quanto
possibile a livello locale le direttive comunitarie e nazionali più
recenti in materia “di strategia ambientale per lo sviluppo sostenibile”.
Fra gli obiettivi principali ripresi nelle specifiche norme tecniche di
attuazione risulta la protezione del suolo e del sottosuolo, dell’acqua,
del paesaggio, della vegetazione e della fauna.
Il Piano Ambientale Comunale tra gli elaborati comprende anche le
Tav. 13.0.3a, 3b Tutela geomorfologica ed idrogeologica e
prevenzione del rischio idrogeologico.
In merito alla Variante Generale al PRG, il Servizio Geologia della
Regione del Veneto, con propria nota del 22/06/2006, ha espresso le
seguenti considerazioni:
- dall’esame dell’analisi geologica non sono emerse sostanziali
incompatibilità tra le scelte insediative proposte con la variante
in questione e le condizioni geologiche generali dei terreni
interessati.
-
[…]
41
Valutazione di compatibilità idraulica
-
sono aree che presentano un certo grado di rischio
idrogeologico, depresse, intercluse ed interessate da falda
superficiale e bassi valori di permeabilità; si intendono, quindi,
come potenzialmente esondabili, con caratteristiche
geotecniche mediocri e rete scolante sovraccaricata.
Il Piano Ambientale compreso fra gli elaborati della variante, analizza
tale criticità prevedendo misure per la tutela del territorio
urbanizzabile (art. 28 delle NTA), con la prescrizione che ogni
intervento è soggetto a verifica di compatibilità idrogeologica e
idraulica, con l’indicazione degli interventi di compensazione da
realizzarsi.
Il Comitato previsto ai sensi della L.R. 11/2004, comma II, art. 27,
con 4 voti unanimi favorevoli dei presenti aventi diritto al voto è al
parere che la variante generale al PRG (DCC n. 56 del 18/11/2003) e
le varianti parziali (DCC n. 34 del 21/10/2004 e DCC n. 8 del
28/02/2005) del Comune di Selvazzano Dentro (PD) siano da
approvare ai sensi dell’art. 45 della L.R. 61/1985 con le opportune
modifiche.
Dalla lettura della pubblicazione sul BUR n. 89 del 28 ottobre
2008 si evince che del suddetto Piano Ambientale sono state
approvate soltanto le NTA ed il repertorio normativo ma non gli
elaborati grafici, pertanto le indicazioni riportate nella sottostante
figura non sono da ritenersi definitive ne vincolanti ai fini della
pianificazione.
42
Valutazione di compatibilità idraulica
Figura 10. Tavole 13.0.3 A e B “Tutela geomorfologica ed idrogeologica e prevenzione del rischio
idrogeologico” del Piano Ambientale comunale P.R.G. – variante generale – anno 2003.
43
Valutazione di compatibilità idraulica
5 ANALISI DEL TERRITORIO COMUNALE
Selvazzano Dentro è un Comune di circa 22.305 abitanti (dato
aggiornato al 2010), con una superficie di circa 19,58 km2 situato in
Provincia di Padova ad ovest del capoluogo di Provincia ed a ridosso
del fiume Bacchiglione. Confina a nord con il Comune di Rubano, ad
est con il Comune di Padova, a sud con il Comune di Abano Terme, a
sud-ovest con il Comune di Teolo e a ovest con il Comune di
Saccolongo.
>?@ABC DDE GH JKBB?JLB?L MKH NLOAPK M? QKHRCSSCPL Uentro.
Il territorio comunale di Selvazzano Dentro ricade nella competenza
amministrativa e gestionale di due distinti Consorzi di Bonifica, divisi
da un confine fisico coincidente col il sedime del fiume Bacchiglione;
a seguito del recente riassetto delle competenze territoriali dei
consorzi, si ha:
• il Consorzio di Bonifica Brenta nella parte settentrionale, per
un’estensione complessiva di circa 12,66 km2, pari al 65% del
territorio comunale;
• il Consorzio di Bonifica Bacchiglione nella parte meridionale,
per un’estensione complessiva di circa 6,92 km2, pari al 35%
del territorio comunale.
44
Valutazione di compatibilità idraulica
L’area di studio comprende due centri urbani nella parte a nord del
fiume Bacchiglione (Caselle e Tencarola) e tre nella parte a sud
(Feriole, Selvazzano e San Domenico).
Figura 12. Aree di competenza dei Consorzi di Bonifica e limiti amministrativi del
Comune di Selvazzano Dentro.
5.1 CARATTERIZZAZIONE CLIMATICA
Il Comune di Selvazzano Dentro possiede il tipico clima della pianura
padana, in parte mitigato dalla vicinanza del mare Adriatico; non è
infatti un clima continentale, in quanto la prossimità al mare gli
conferisce anche alcune caratteristiche tipiche del clima mediterraneo.
Gli inverni sono solitamente piuttosto rigidi, con minime spesso al di
sotto dello zero, soprattutto da fine dicembre a metà febbraio; le
precipitazioni sono generalmente scarse e solo sporadicamente nevose
in questi ultimi anni. Fino a metà anni settanta erano invece
abbastanza frequenti e, in qualche caso, anche abbondanti. In questo
secolo, dopo una scomparsa quasi totale negli anni novanta del secolo
scorso, si sono ripresentate con una certa frequenza, favorite da
infiltrazioni fredde provenienti da est. Caratteristici della zona sono
infatti i venti da nord-est (la bora dell’alto Adriatico), provocati da
basse pressioni che si formano sul Golfo di Genova; questi portano
sensibili cali termici e, talvolta, episodi di burrasca con neve (anche
questi, del tutto scomparsi per molti anni, evidenziano una certa
tendenza al ritorno in questi ultimi anni, soprattutto a fine inverno). Le
nebbie sono un fenomeno caratteristico e Comune per tutta la val
Padana e sono presenti anche a Padova, seppure in misura minore
45
Valutazione di compatibilità idraulica
rispetto al passato; la loro diminuzione va riferita più che alla
provincia al centro urbano, che costituisce una grossa “isola di
calore”. Le brinate, intense un tempo e durevoli anche per tutto il
giorno fino anche a 10 giorni consecutivi, sono molto ridimensionate e
solo eccezionalmente insistono in zona urbana per tutto il giorno. Il
cuscinetto freddo, fenomeno importante nelle zone più interne della
pianura padana, soprattutto nel Piemonte, è a Padova evento ormai
piuttosto modesto e raramente produce, come nel lontano passato,
precipitazioni nevose durature per scorrimento di aria più calda in
quota per l’arrivo di perturbazioni atlantiche. Venti caratteristici su
Padova sono quelli da nord/nord-est (bora e tramontana), lo scirocco
(che porta aumenti termici sensibili e talora piogge consistenti), il
maestrale in autunno; solo in qualche occasione arriva anche un
debole fohn, il vento di caduta caratteristico delle zone alpine, che
riscalda le fredde e limpide giornate invernali.
Le primavere negli ultimi anni dimostrano una certa tendenza ad un
prolungamento della stagione fredda, con ripetuti afflussi freddi dai
Balcani che si susseguono anche fino ad aprile inoltrato, con episodi
anche nevosi. Discreti sono gli apporti di pioggia. Maggio è
caratterizzato dai primi caldi che possono arrivare anche sui 30 °C.
Anni anomali, quali il 2007, presentano periodi caldi anche in aprile,
ma la tendenza degli ultimi anni per i mesi di marzo e di aprile è per
un clima fresco. In questi mesi compaiono anche i primi temporali
caratteristici della pianura padana, solo eccezionalmente di una certa
intensità.
Le estati sono molto calde ed afose. Non sono pochi i giorni di
giugno, luglio ed agosto in cui la combinazione tra alte temperature ed
elevate umidità relative rende molto disagevole l’ambiente climatico.
Le precipitazioni sono in genere scarse, ma talvolta l’irruzione di aria
fredda produce episodi temporaleschi anche di forte intensità,
soprattutto verso la fine dell’estate; frequenti sono le grandinate,
anche con dimensioni pericolose dei chicchi e i colpi di vento talvolta
producono danni consistenti. Le temperature massime sono attorno ai
34, 35 °C e possono perdurare anche per più giorni; punte da record si
sono verificate nel luglio 2006, con anche 37 °C, indotte da anticicloni
a matrice nord-africana.
L’autunno negli ultimi decenni dimostra sempre più una tendenza ad
essere un prolungamento dell’estate, con temperature abbastanza alte
nel primo periodo, in lenta discesa verso il suo finire; sembrano
comunque ormai assenti le poderose irruzioni di aria fredda che a
partire da metà novembre un tempo segnavano l’arrivo della stagione
fredda; solo qualche episodio di maestrale preannuncia in questi ultimi
anni il sopraggiungere dell’inverno. La stagione autunnale è
contraddistinta solitamente da un peggioramento nel tempo verso la
46
Valutazione di compatibilità idraulica
fine di settembre, da belle giornate in ottobre, che durano anche per un
lungo periodo ed infine da un clima umido e nebbioso in novembre.
Le precipitazioni possono essere a volte abbastanza intense, con
sciroccate pronunciate; più raramente, si hanno autunni secchi.
5.2 CARATTERIZZAZIONE GEOPEDOLOGICA
Le caratteristiche geomorfologiche, litologiche e idrogeologiche del
territorio sono state impresse dai depositi del sistema BrentaBacchiglione.
Gran parte della superficie del comprensorio comunale è costituita da
litotipi variabili lateralmente a causa di frequenti eteropie di facies,
costituiti da sabbie, limi ed argille miscelati in varie proporzioni; non
sono quasi mai presenti termini puri.
Il territorio comunale è stato suddiviso nelle seguenti classi
litologiche:
1. Terreni prevalentemente argillosi e limosi.
2. Alternanze di argille, limi e sabbie, con prevalenza di materiali
limosi; legate alla migrazione degli alvei e dei meandri, tra il
fiume Bacchiglione e la Fossa della Storta.
3. Terreni prevalentemente sabbiosi e limosi.
4. Terreni eterogenei, variabili dalle argille alle sabbie (depositi
legati alle migrazioni dei meandri nell’area golenale).
5. Vulcaniti trachitiche.
I caratteri geolitologici qui sinteticamente esposti caratterizzano il
comportamento idrogeologico del terreno, relativamente alla
permeabilità del suolo e quindi alla capacità di infiltrazione delle
acque superficiali nello stesso. Questi parametri dovranno essere
necessariamente considerati ed approfonditi in fase di elaborazione di
bilanci idrologici per la stima delle portate generate.
47
Valutazione di compatibilità idraulica
Tabella 1. Classificazione dei litotipi e permeabilità.
VWXYXWZY
[\]^^_ `W Z_ab_]cW\WXd opX_aq]\\Y
`W
efgh ijklmin
Z_ab_]cW\WXd ebl^n
Terreni eterogenei, variabili dalle
argille alle sabbie (depositi legati Terreni
mediamente
alle migrazioni dei meandri nell’area permeabili
golenale)
Terreni da mediamente a
Terreni prevalentemente sabbiosi e
poco permeabili Terreni
limosi
mediamente permeabili
Alternanze di argille, limi e sabbie,
con prevalenza di materiali limosi;
legate alla migrazione degli alvei e Terreni poco permeabili
dei
meandri,
tra
il
fiume
Bacchiglione e la Fossa della Storta
Terreni
da
poco
Terreni prevalentemente argillosi e
permeabili
ad
limosi
impermeabili
Terreni
da
poco
Vulcaniti trachitiche
permeabili
ad
impermeabili
>10-5
10-5 - 10-6
10-6 - 10-8
< 10-8
< 10-8
>?@ABC DrE stJBCJJL MCHHC uNCBJC @KLvKMLHL@?wC MKHHa Provincia di Padova”
(da SIT della provincia).
48
Valutazione di compatibilità idraulica
>?@ABC DxE stJBCJJL MCHHC uNCBJC @KLOLByLHL@?wC MKHla Provincia di Padova”: in verde
la Pianura alluvionale indifferenziata costituita da depositi recenti di divagazione
delle aste fluviale; in giallo la Pianura alluvionale antica; in marrone le Aree a dosso
costituenti le arginature naturali delle aste fluviali maggiori; in blu le aree degli alvei
fluviali comprensive di eventuali arginature, golene e terrazzi di primo ordine; in
giallo i sinuosi paleoalvei; in rosso le aree di denudazione dei rilievi collinari).
49
Valutazione di compatibilità idraulica
5.3 CARATTERIZZAZIONE IDROGEOLOGICA
Il Comune di Selvazzano Dentro presenta livelli di falda variabili fra 0
e 2-3 m dal piano campagna, a parte una piccola zona collinare dove
la falda rispetto al piano locale piano campagna è ad una quota molto
inferiore.
>?@ABC DzE {?RKHH? OKM? MKHHC yCHMC B?tvKJJL CH v?Cno campagna medio.
50
Valutazione di compatibilità idraulica
5.4 CARATTERIZZAZIONE MORFOLOGICA
La pianura in cui si inserisce il Comune di Selvazzano degrada
dolcemente da N.W.W. a S.E.E. con una pendenza media di 1,5‰
circa.
Il territorio appare quindi sostanzialmente pianeggiante, ma un’attenta
analisi del microrilievo, che apprezzi dislivelli di almeno un metro,
evidenzia una morfologia spesso estremamente variabile,
caratterizzata da lineamenti a tratti meandriformi, con tendenza media
a dirigersi verso l’Adriatico: si tratta di dossi e depressioni collegati ad
antichi percorsi fluviali, nei quali, non di rado, è possibile intuire la
posizione e l’andamento dei paleoalvei.
Il microrilievo fornisce, inoltre, delle importanti indicazioni nella
valutazione del rischio geologico; infatti le zone di “alto topografico”
rappresentano aree a minore rischio di inondazione e, più in generale,
la conoscenza dell’altimetria permette di prevedere il percorso nonché
le eventuali aree interessate dalle acque derivanti da possibili rotte
fluviali.
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51
Valutazione di compatibilità idraulica
L’area oggetto di studio, come evidenziato dalla carta morfologica,
presenta una lieve variabilità di quote. Infatti, la morfologia è
prettamente pianeggiante con quote variabili tra 11 e 19 m s.l.m.m.
dalla quale si elevano le alture di Montecchia (43,8 m s.l.m.m.) e del
Mottolo (26 m s.l.m.m.), estreme propaggini nord-orientali del sistema
dei Colli Euganei. All’interno dell’ area si riconoscono alcuni
paleoalvei con morfologia a dosso e quindi, rialzati rispetto al piano
campagna circostante.
Le strutture geomorfologiche di natura antropica più evidenti sono le
arginature del Bacchiglione che in parte sono immediatamente a
fianco del letto fluviale e in parte se ne distaccano consistentemente,
permettendo la formazione di vaste aree golenali. Le arginature sono
state costruite in vari periodi a partire dai primi interventi, molti secoli
fa, quando i monaci di Santa Maria di Praglia effettuarono l’arginatura
di circa sessanta campi. La sistemazione definitiva è quella seguita
alla nota alluvione del 1882.
Altro elemento antropico importante nell’area di indagine è una cava
non più in attività con falda affiorante nella quale è presente un
laghetto di pesca sportiva.
5.5 MORFOLOGIA URBANA E VIE D’ACQUA
La morfologia urbana di Selvazzano Dentro è caratterizzata dalla
presenza di centri abitati molto diversi tra loro: Selvazzano (il
capoluogo); Tencarola, Caselle, Feriole e San Domenico, le sue
frazioni.
La presenza del fiume Bacchiglione ha influenzato lo sviluppo dei
principali nuclei abitati, dell’economia, degli insediamenti locali, del
disegno agrario del territorio e dell’assetto viario ed edilizio. Oltre al
centro storico di Selvazzano, anche l’abitato di Tencarola è sorto in
prossimità del fiume (lo stesso toponimo riporta a uno stretto legame
con quest’ultimo).
A Tencarola, nel capoluogo ma anche a San Domenico le parti urbane
sono prevalentemente residenziali; all’interno esistono diverse
funzioni: scuole, impianti sportivi, servizi di carattere generale.
Lungo la “via dei colli”, superato il capoluogo, dall’incrocio con via
Schiavo in avanti, prende forma il paesaggio collinare; il nucleo della
frazione di Feriole, infatti, è già inserito in questo contesto: uno spazio
residenziale alternato a spazi aperti, in cui prevale la coltura della vite.
Diverse sono l’origine e la collocazione della frazione di Caselle e
degli abitati presenti a nord. Questi si sviluppano lungo la SR11,
un’asse infrastrutturale molto importante in quanto è la via che
storicamente supporta le relazioni tra Vicenza e Padova. L’arteria
52
Valutazione di compatibilità idraulica
viaria contiene al suo interno un articolato sistema di centri, sorti
originariamente all’incrocio con le viabilità perpendicolari (ne sono
esempio Rubano, Mestrino, Grisignano di Zocco, Torri di Quartesolo).
L’abitato di Caselle si sviluppa ai confini con Sarmeola di Rubano ed
è formato da quartieri con una bassa densità edilizia, una zona
residenziale che risulta interclusa all’interno di parti urbanistiche ben
diverse. A nord, infatti, sono presenti i grandi sistemi produttivi e
commerciali del corridoio Padova–Vicenza; a sud, sotto via Pelosa, si
sviluppa l’area produttiva comunale.
5.6 USO DEL SUOLO
Dall’analisi del territorio comunale si osserva, in base agli usi
principali, come più del 30% della superficie sia costituita da aree
residenziali, produttive e commerciali. Queste aree si concentrano
prevalentemente a ridosso delle due vie principali: la padana superiore
a nord e la via dei colli che attraversa Tencarola e Selvazzano. Per
quanto riguarda il territorio non antropizzato, quasi il 50% è occupato
da aree a seminativo, frutteti e colture orticole. Il restante 20% è
costituito da aree a servizi pubblici e privati, verde urbano, viabilità e
idrografia.
Tabella 2. Copertura del suolo (fonte: Banca Dati della Regione Veneto, giugno
2009).
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Valutazione di compatibilità idraulica
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Valutazione di compatibilità idraulica
5.7 RISCHIO E PERICOLOSITÀ IDRAULICA
Per rischio si intende la combinazione dell’eventualità che si verifichi
una contingenza sfavorevole con le conseguenze più o meno gravi che
questo può comportare.
La definizione di “area a rischio idraulico” non è univoca per tutti i
tipi di rischio, in quanto bisogna fare delle distinzioni in base alla
tipologia che questo può assumere.
Il rischio idraulico è inoltre determinato principalmente dalla continua
espansione degli insediamenti abitativi, industriali e commerciali
avvenuta negli ultimi decenni e tuttora in atto, che si traduce in:
• perdita di possibilità di invaso superficiale: con
l’urbanizzazione, ai terreni agricoli densi di scoline, fossi,
capofossi, sono subentrate estese pavimentazioni impermeabili
e prive di capacità di assorbimento di una parte delle
precipitazioni; inoltre la rete idraulica realizzata oltre
trent’anni fa, e non sufficientemente adeguata nel tempo, non è
in più in grado di smaltire le maggiori portate di piena generate
dalla continua urbanizzazione;
• incremento delle portate di piena: la presenza di insediamenti
urbani accelera il deflusso delle acque piovane verso valle e
ciò accentua i “picchi di piena” che rendono ormai superati e
bisognosi di continui potenziamenti gli impianti idrovori e i
canali;
• qualità del territorio da difendere: il danno economico
provocato da possibili esondazioni è sensibilmente maggiore
in zone urbanizzate che in zone agricole.
Allo stato di fatto l’Autorità di Bacino sta definendo l’individuazione
delle aree territoriali a rischio all’interno del proprio distretto
idrografico recependo quando disposto dalla Direttiva CE 2007/60.
Non essendo ancora disponibili i dati relativi al rischio sarà utilizzata
la classificazione del territorio secondo la pericolosità.
Nel presente elaborato verranno presi in considerazione molteplici
fattori tra cui la pericolosità legata agli allagamenti causati dai fiumi,
alla insufficienza della rete idrografica minore, di bonifica, o ancora
alla difficoltà di deflusso delle acque meteoriche nel contesto urbano.
55
Valutazione di compatibilità idraulica
5.7.1 CONSORZIO DI BONIFICA BRENTA
Il territorio del Comune di Selvazzano di competenza del Consorzio di
Bonifica Brenta corrisponde alla porzione a nord del Bacchiglione.
Per tale area il Consorzio ha censito i fenomeni di maggior rilevo
negli anni 2004, 2005 e 2006.
Le aree perimetrate in Figura 17 non si possono considerare aree a
pericolosità idraulica in quanto individuano soltanto episodi isolati di
allagamento probabilmente dovuti a problematiche che hanno
coinvolto la rete idrografica secondaria solo temporaneamente e
prevalentemente in ambito agricolo. Ad oggi il Consorzio di Bonifica
Brenta non ha redatto alcuna carta della pericolosità.
Figura 17. Aree allagate secondo il Consorzio di Bonifica Brenta.
56
Valutazione di compatibilità idraulica
5.7.2 CONSORZIO DI BONIFICA BACCHIGLIONE
L’area di competenza del Consorzio di Bonifica Bacchiglione
interessa la porzione di territorio del Comune di Selvazzano a sud del
Bacchiglione. Il Consorzio, come si evince dall’immagine sottostante,
ha censito delle aree allagate in diversi eventi alluvionali pregressi in
corrispondenza di Via Scapacchio, Via Selvatico e Via Abano.
Figura 18. Aree allagate secondo il Consorzio di Bonifica Bacchiglione.
57
Valutazione di compatibilità idraulica
5.8
LA RETE COMUNALE
METEORICHE
DELLE
ACQUE
Il Comune di Selvazzano Dentro – ai sensi dell’art. 21 bis delle NTA
della prima Variante al PTRC adottato – si è dotato del “Piano
comunale delle Acque” nel dicembre 2011. Tale strumento,
attualmente non è stato ancora adottato, ma al fine della presente
analisi idraulica si ritiene che le informazioni in esso contenute siano
utili a caratterizzare i principali elementi idraulici che costituiscono la
rete minore.
5.8.1 AREE CRITICHE INDIVIDUATE SUL TERRITORIO
Tra gli elaborati di Piano, la Carta delle criticità e la Carta degli
interventi sono quelle che meglio fanno emergere le criticità
idrauliche sul territorio.
Alle problematiche idrauliche sono stati assegnati diversi gradi di
criticità in ordine di importanza e quindi in considerazione dei
possibili danni e disagi in termini socio-economici che da queste
potrebbero derivare.
Pertanto, come verrà descritto in seguito, si sono individuati tre gradi
di criticità:
Criticità urbane;
Criticità diffuse in ambito agricolo;
Criticità localizzate.
58
Valutazione di compatibilità idraulica
Nella “Carta delle criticità” sono state individuate le criticità urbane
in corrispondenza del capoluogo e nelle frazioni di Caselle, Tencarola
e San Domenico. Dalle indagini svolte si può ipotizzare che le cause si
possano ricondurre all’insufficienza delle condotte, alla possibilità che
rami della rete di fognatura bianca intersechino la rete di fognatura
nera ed a situazioni puntuali di danneggiamenti e/o ostruzioni; alle
dimensioni dei fossi tombinati e degli attraversamenti che presentano
diametri insufficienti rispetto alla crescente impermeabilizzazione del
territorio, alla manutenzione insufficiente rispetto alle esigenze del
sistema.
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Figura 19. Criticità urbane - Estratto della Carta delle criticità del Paino delle Acque di Selvazzano
Dentro.
Il territorio comunale presenta dei diffusi stati di sofferenza
idraulica legati a situazioni di deficit quali tombinamenti
insufficienti, restringimenti, ostruzioni, ecc.
In generale, la problematica si individua su tutte le aree agricole del
territorio comunale e si manifesta con il ristagno prolungato delle
acque a causa del generale stato di abbandono dei fossati. Questi
presentano una vegetazione spontanea, costituita da una fascia
continua di alberi a medio - alto fusto o di vegetazione arbustiva fitta
in alveo che rende difficoltoso il deflusso delle acque verso i ricettori.
L’accumulo di materiale in alveo comporta l’inversione della naturale
direzione di deflusso delle acque con conseguente sovraccarico dei
ricettori limitrofi. Questo aspetto, specialmente durante gli eventi
59
Valutazione di compatibilità idraulica
meteorici più intensi, mette in crisi la rete di raccolta creando
situazioni di locali straripamenti nelle campagne e disagio alle
abitazioni limitrofe. Per risolvere la criticità si propone di eseguire una
ricalibratura dei fossati principali e di effettuare la regolare
manutenzione ed il ripristino dei fossi in sede privata.
Alcune criticità diffuse in ambito agricolo sono state individuate in
corrispondenza del territorio compreso tra Via Pelosa, Via Eritrea e
via Rondinelle e nell’area delimitata a nord da Via Canton, ed est da
Via Bressan, a sud da Via Vegri e ad ovest da Via V. Emanuele III.
Tali criticità causate dallo stato di abbandono dei fossati posso essere
semplicemente risolte con interventi di manutenzione ordinaria dei
fossati, come indicato nella “Carta degli interventi”, facendo
attenzione alla sistemazione del fondo e delle sponde eliminando le
possibili cause del deflusso difficoltoso. Ove necessario sarebbe
auspicabile ripristinare l’efficienza delle tubazioni in corrispondenza
degli accessi carrai mediante lo spurgo degli stessi o con sostituzione
della tubazione con diametro adeguato.
Figura 20. Criticità diffuse - Estratto della Carta delle criticità del Paino delle Acque di Selvazzano
Dentro.
60
Valutazione di compatibilità idraulica
Nel territorio sono state individuate altre criticità localizzate, che si
possono suddividere in base alle problematiche scatenanti in:
1. capacità di smaltimento delle acque inadeguata relativa al cattivo
stato di manutenzione dei fossati;
2. sfavorevole altimetria della zona.
Le zone che riportano le problematiche descritte nel punto 1 sono
individuate in corrispondenza di Via Cimabue, Via Abano, Via Selve
e Via Perarolo come indicato in Figura 21.
Gli interventi proposti dalla “Carta degli interventi” per risolvere
questo tipo di criticità prevedono il risezionamento dei fossati, la
manutenzione e quando necessario la sostituzione degli
attraversamenti ed eventualmente individuare percorsi di scarico
alternativi.
Figura 21. Criticità localizzate - Estratto della Carta delle criticità del Paino delle Acque di Selvazzano
Dentro.
Le criticità localizzate causate oltre che dalla problematica al punto 1
anche dalla problematica al punto 2 e quindi da una sfavorevole
altimetria della zona sono state individuate su Via Pralungo, in
prossimità di Via Bassetto e tra Via Tripoli e Via Euganea come
61
Valutazione di compatibilità idraulica
riportato nella figura sottostante. Gli interventi suggeriti per
migliorare o eliminare tali criticità, oltre alla manutenzione ordinaria e
straordinaria dei fossi prevedono di accertate le effettive quote
altimetriche dello scorrimento dei fossi, del piano campagna, dei tratti
tombinati, degli attraversamenti privati e delle quote di scarico dei
fossati principali e secondari.
Figura 22. Criticità localizzate - Estratto della Carta delle criticità del Paino delle Acque di Selvazzano
Dentro.
5.8.2 SCHEDE TECNICHE DELLE CRITICITÀ URBANE
Successivamente all’individuazione delle aree critiche, è stato
attribuito un codice ad ognuna di esse, al fine di predisporre delle
schede nelle quali sono state descritte le problematiche rilevate e sono
state avanzate delle ipotesi preliminari di intervento.
Di seguito si riportano le più significative ed esemplificative; per le
altre si rimanda al Piano Comunale delle Acque.
62
Valutazione di compatibilità idraulica
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UBICAZIONE
Porzione di territorio nel Comune di Selvazzano Dentro, in
località Caselle.
COMPETENZA
Comune di Selvazzano Dentro
BACINO
Lazzaretto
DESCRIZIONE
La problematica principale si localizza nella porzione di territorio
DELLO STATO DI urbanizzato della frazione di Caselle, in particolare lungo via
FATTO
Santa Barbara.
La criticità è dovuta all’insufficiente dimensione del tratto di
collettore di fognatura (con diametro Ø50cm e Ø60cm) che scorre
lungo via Santa Barbara. Tale collettore infatti, collega buona
parte della zona urbanizzata di Caselle allo scolo Lazzaretto. Le
acque meteoriche ricadenti in suddetta zona, vengono recapitate
al ricettore mediante le condotte di via Ceresina.
L’effetto della criticità si presenta in particolare durante gli eventi
meteorici più intensi, con la difficoltà di smaltimento delle acque
meteoriche dovuta all’insufficienza delle condotte, essendo di
piccolo diametro. L’effetto si manifesta sulla zona sopraindicata e
nelle zone di monte, con l’allagamento dei piani interrati e
seminterrati delle abitazioni e in qualche caso con l’allagamento
superficiale delle strade.
La criticità è legata alla concomitanza di più fattori:
LINEE GUIDA
•
eventi meteorici significativi ed intensi;
•
lo scolo consortile Lazzaretto, quale ricettore finale delle
portate meteoriche, una volta invasato fa da tappo al bacino
sotteso facendo rigurgitare tutti i collettori che tramite via
Santa Barbara vi confluiscono.
L’analisi della rete delle acque meteoriche esula dal presente
studio ma si suggeriscono delle linee guida che costituiscono il
primo passo per la definizione di interventi risolutori:
a) eseguire un dettagliato rilievo topografico per accertare le
effettive quote altimetriche del piano campagna, di
scorrimento dei vari collettori, dei tratti tombinati, degli
attraversamenti e le quote di scarico nei ricettori;
b) verificare lo stato di conservazione e manutenzione della rete
delle acque meteoriche tramite video - ispezione;
c) rilievo e verifica del dimensionamento idraulico dei singoli
tratti della rete.
63
Valutazione di compatibilità idraulica
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UBICAZIONE
Porzione di territorio nel Comune di Selvazzano Dentro, in località
Tencarola.
COMPETENZA Comune di Selvazzano Dentro
BACINO
Riale
DESCRIZIONE La problematica principale si localizza nella porzione di territorio
DELLO STATO urbanizzato della frazione di Tencarola, in particolare nel tratto
DI FATTO
terminale di via Livenza, verso via dell’Indipendenza.
La criticità è dovuta all’insufficiente dimensione del tratto di
collettore di fognatura (tratto tombinato dello scolo Bisatto) con
diametro Ø40cm che scorre in direzione ovest - est. Tale collettore
infatti, funge da ricettore della recente zona urbanizzata di
Tencarola.
L’effetto della criticità si presenta in particolare durante gli eventi
meteorici più intensi, con la difficoltà di smaltimento delle acque
meteoriche dovuta all’insufficienza del tratto di condotta, essendo di
diametro ridotto. L’effetto si manifesta sulla zona sopraindicata e
nelle zone limitrofe, con l’allagamento dei piani interrati e
seminterrati delle abitazioni e in qualche caso con l’allagamento
superficiale di via Livenza e via dell’Indipendenza.
LINEE GUIDA
L’analisi della rete delle acque meteoriche esula dal presente studio
ma si suggeriscono delle linee guida che costituiscono il primo passo
per la definizione di interventi risolutori:
a) eseguire un dettagliato rilievo topografico per accertare le
effettive quote altimetriche del piano campagna, di scorrimento
del collettore Ø40cm e degli attraversamenti;
b) verificare lo stato di conservazione e manutenzione della rete
delle acque meteoriche tramite video - ispezione;
c) rilievo e verifica del dimensionamento idraulico del suddetto
tratto.
64
Valutazione di compatibilità idraulica
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UBICAZIONE
Porzione di territorio nel Comune di Selvazzano Dentro, in
prossimità del centro del capoluogo.
COMPETENZA Comune di Selvazzano Dentro
BACINO
Bolzan
DESCRIZIONE La problematica principale si localizza nella porzione di territorio
DELLO
urbanizzato del centro capoluogo, in particolare lungo via Roma.
STATO
DI
L’effetto della criticità si presenta in particolare durante gli eventi
FATTO
meteorici più intensi, con la difficoltà di smaltimento delle acque
meteoriche dovuta alla probabile insufficienza delle condotte di
fognatura bianca esistente. L’effetto si manifesta sulla zona
sopraindicata e nelle zone limitrofe, con la fuoriuscita di acqua dalle
caditoie di raccolta e conseguente allagamento delle strade.
La criticità è legata alla concomitanza di più fattori:
LINEE GUIDA
•
eventi meteorici significativi ed intensi;
•
insufficienza e/o inefficienza della rete delle acque meteoriche.
L’analisi della rete delle acque meteoriche esula dal presente studio
ma si suggeriscono delle linee guida che costituiscono il primo passo
per la definizione di interventi risolutori:
a) eseguire un dettagliato rilievo topografico per accertare le
effettive quote altimetriche del piano campagna, di scorrimento
dei vari collettori, dei tratti tombinati, degli attraversamenti e le
quote di scarico nei ricettori;
b) verificare lo stato di conservazione e manutenzione della rete
delle acque meteoriche tramite video - ispezione;
c) rilievo e verifica del dimensionamento idraulico dei singoli tratti
della rete.
65
Valutazione di compatibilità idraulica
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UBICAZIONE
Porzione di territorio nel Comune di Selvazzano Dentro, in
prossimità della località San Domenico.
COMPETENZA Comune di Selvazzano Dentro
BACINO
Giacobba
DESCRIZIONE La problematica principale si localizza nella porzione di territorio
DELLO
urbanizzato in località San Domenico.
STATO
DI
L’effetto della criticità si presenta in particolare durante gli eventi
FATTO
meteorici più intensi, con la difficoltà di smaltimento delle acque
meteoriche dovuta alla probabile insufficienza delle condotte di
fognatura bianca esistente. L’effetto si manifesta sulla zona
sopraindicata e nelle zone limitrofe, con la fuoriuscita di acqua dalle
caditoie di raccolta e conseguente allagamento delle strade.
La criticità è legata alla concomitanza di più fattori:
LINEE GUIDA
•
eventi meteorici significativi ed intensi;
•
insufficienza e/o inefficienza della rete delle acque meteoriche.
L’analisi della rete delle acque meteoriche esula dal presente studio
ma si suggeriscono delle linee guida che costituiscono il primo passo
per la definizione di interventi risolutori:
a) eseguire un dettagliato rilievo topografico per accertare le
effettive quote altimetriche del piano campagna, di scorrimento
dei vari collettori, dei tratti tombinati, degli attraversamenti e le
quote di scarico nei ricettori;
b) verificare lo stato di conservazione e manutenzione della rete
delle acque meteoriche tramite video - ispezione;
c) rilievo e verifica del dimensionamento idraulico dei singoli tratti
della rete.
66
Valutazione di compatibilità idraulica
Si precisa che, sulla base delle incomplete conoscenze attuali, non
sono stati quindi proposti interventi risolutivi ma solamente indicate
alcune linee guida che devono costituire il primo passo per successive
attività quali:
• redazione di un Piano delle Fognature sul territorio comunale
(dopo opportuni sopralluoghi, rilievi plano - altimetrici e
video-ispezioni);
• definizione puntuale degli interventi
progettazione (mediante verifiche e
idraulici).
67
ed attività di
dimensionamenti
Valutazione di compatibilità idraulica
6
ELEMENTI IDROGRAFICI
L’idrografia del Comune di Selvazzano Dentro è costituita da una rete
di canali di scolo, in gestione ai due succitati consorzi in cui si versano
una serie di fossi e scoline privati.
Il fiume Bacchiglione attraversando il territorio comunale in direzione
Ovest-Est, taglia il territorio in due porzioni idraulicamente sconnesse
e distinte tra loro.
>?@ABC °rE GH y?AOK ±Cww²?@H?LPK C QKHRCSSCPL UKPJBo.
Nell’attraversare Selvazzano Dentro, il Bacchiglione influenza il
territorio comunale sostanzialmente su due aspetti: le arginature e le
aree golenali. Le aree golenali permettono al fiume di espandersi in
caso di piena, riducendo le punte di portata in direzione del mare.
Sono quindi aree soggette “normalmente” a periodici allagamenti.
Il fiume Bacchiglione nasce in provincia di Vicenza ai piedi del
Pasubio. E’ costituito dalle acque delle risorgive che affiorano nella
pianura vicentina e da numerosi torrenti prealpini; attraversa Vicenza
dirigendosi verso Padova con un andamento ricco di anse e meandri;
superata la città del “Santo” il fiume cambia fisionomia presentando
un corso piuttosto rettilineo dove si può notare l'intervento dell'uomo.
Il Bacchiglione si congiunge con il Brenta a pochi chilometri dal mare
Adriatico dove si getta con foce ad estuario. Il corso del fiume è lungo
circa 118 km ed il suo bacino di raccolta si estende nella zona del
monte Pasubio su 1400 km2 circa. Uscendo da Vicenza il
Bacchiglione riceve in sinistra, all'altezza di Longare, il suo più
importante affluente, l’Astico-Tesina; aumenta quindi la portata ma
68
Valutazione di compatibilità idraulica
con dislivello minore, assumendo un andamento meandriforme.
Presso Longare dà origine al canale “Bisato” scavato nel 1143; il
Bisato è lungo 45 km e bagna Este e Monselice dove si congiunge con
il canale “Battaglia” che a sua volta è formato dalle acque del
Bacchiglione (il canale prende le acque dal Bacchiglione all'altezza
del quartiere “Bassanello” di Padova).
Figura 24. Tratto iniziale del fiume Bacchiglione.
Figura 25. Tratto terminale del fiume Bacchiglione.
69
Valutazione di compatibilità idraulica
L’unione del Bisatto e del Battaglia dà origine al “Cagnola”
(Vigenzone) che a Bovolenta si ricongiunge al Bacchiglione all'altezza
della “Pontara”. In prossimità di Perarolo di Colzè il fiume
Bacchiglione si divide in tre rami dove un sistema di chiuse regola la
portata in caso di piena. Il sistema si chiama “vaso di Colzè”. A
Montegalda e Cervarese Santa Croce il corso si restringe assumendo
per un breve tratto l'aspetto di torrente; all'altezza di Trambacche
riceve le acque del Ceresone detto anche Tesina Padovano. Il fiume
prosegue aumentando ulteriormente la sua portata ricevendo
all'altezza di Brusegana, dopo aver passato il territorio di Saccolongo,
il Canale Brentella (deviazione di parte del corso del Brenta con una
portata media di 10 m3/s). Dopo la confluenza con il Brentella, il
Bacchiglione prende il nome di “Tronco Comune” sino al Bassanello
dove si suddivide in tre canalizzazioni: canale “Battaglia”, canale
“Scaricatore” e “Tronco Maestro” che attraversa Padova come
Piovego. Il Bacchiglione esce dalla città di Padova con il nome di
canale “Roncajette”, congiungendosi a Ca’ Nordio con il canale
“Scaricatore”. Uscendo da Padova il fiume piega verso sud-est in
direzione di Bovolenta dove, con il nome di canale “Pontelongo” o
“Bacchiglione Vecchio”, prosegue verso il mare. Negli ultimi
chilometri c'è la confluenza con il canale “Gorzone” e il canale
“Valle” che mette in comunicazione il Bacchiglione con l’Adige. Il
Bacchiglione sfocia a Brondolo nei pressi di Chioggia con foce ad
estuario dopo essersi unito con il Brenta.
I canali consortili della parte a nord del Bacchiglione, hanno come
ricettore finale il canale Brentella, corso d’acqua artificiale classificato
navigabile di competenza del Genio Civile di Padova che collega il
fiume Brenta al fiume Bacchiglione, con direzione da Nord a Sud.
I canali consortili della parte a sud del Bacchiglione, recapitano le
acque attraverso la Botte del Pigozzo nel canale di Sottobattaglia
(Vigenzone) che rappresenta il ricettore finale. Il territorio di
competenza del Consorzio di bonifica Bacchiglione fa parte del
Bacino Colli Euganei. Il bacino Colli Euganei ha un’estensione
complessiva pari a 11804 ettari ed è delimitato a nord dall’argine
destro del fiume Bacchiglione, ad est dall’argine destro del Canale di
Battaglia e a sud-ovest dalle pendici dei Colli Euganei. Tutte le acque
di origine meteorica ricadenti nel bacino in esame, sono convogliate
all’esterno dello stesso attraverso la Botte del Pigozzo ubicata nel
punto più depresso del bacino, all’estremità sud-est. Il bacino è
prevalentemente a deflusso naturale; in esso è compresa unicamente
l’idrovora Treponti, della portata di 0,80 m3/s e che sottende una
superficie di circa 245 ettari.
70
Valutazione di compatibilità idraulica
Figura 26. Sottobacino Colli Euganei del Consorzio di Bonifica Bacchiglione.
I corsi d’acqua di competenza del Consorzio di Bonifica Brenta nel
territorio in esame, sono:
• Scolo Mestrina;
• Scolo Lazzaretto;
• Scolo Scarico Scolo Mestrina in Storta;
• Scolo Storta;
• Scolo Asili;
• Scolo Vegri;
• Scolo Riale a Selvazzano;
• Scolo Bisatto;
• Scolo Rialetto;
• Scolo Molina;
71
Valutazione di compatibilità idraulica
I corsi d’acqua di competenza del Consorzio di Bonifica Bacchiglione
nel territorio in esame, sono:
• Scolo Rialtello del Piano;
• Scolo Poggese;
• Scolo Bolzan;
• Scolo Giacobba;
• Scolo Bisatto.
La rete idrografica superficiale è inoltre formata da una serie di corsi
d’acqua minori che, a seconda della loro ubicazione, sono gestiti e
mantenuti in efficienza idraulica dal Comune (fossi e fossati principali
lungo le strade comunali), dalla Provincia (fossi lungo le strade
provinciali) e dai privati (fossi e scoline di confine tra le proprietà
private).
72
Valutazione di compatibilità idraulica
7 ANALISI PLUVIOMETRICA
A differenza delle curve utilizzate nella valutazione di Compatibilità
Idraulica del PATI dell’Area Metropolitane di Padova, in questa sede
si sono utilizzate le curve più recenti ed aggiornate, previste dall’Ing.
Mariano Carraro, “Commissario Delegato per l’emergenza
concernente gli eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito
parte del territorio della Regione del Veneto nel giorno 26 settembre
2007”; tali indicazioni tecniche nascono dall’esigenza di individuare
delle curve segnalatrici di possibilità pluviometrica di riferimento per
l’area nelle province di Venezia, Padova e Treviso colpite dalle
recenti avversità atmosferiche.
Il calcolo di leggi che restituiscano un valore atteso di precipitazione
in funzione del tempo di ritorno e della durata di pioggia costituisce
un passo fondamentale per il corretto dimensionamento delle opere
idrauliche; i risultati dovranno essere utilizzati sia nell’ambito degli
interventi straordinari per la riduzione del rischio idraulico, sia come
dati di riferimento per le opere di laminazione imposte ai privati dalla
normativa regionale e dalle recenti ordinanze del Commissario. È
stato stabilito di svolgere un’analisi regionalizzata, che miri cioè ad
analizzare in forma congiunta le registrazioni operate in diversi siti di
interesse, valutando contestualmente il grado di omogeneità dei valori
massimi annuali misurati nelle varie stazioni e la presenza di eventuali
trend spaziali. Tale procedimento limita l’influenza di singole
registrazioni eccezionali, individua le caratteristiche comuni del
regime pluviometrico sull’intero territorio considerato e fornisce gli
strumenti per un’eventuale suddivisione dell’area in sottoinsiemi
omogenei, ai quali attribuire una singola curva segnalatrice di
possibilità pluviometrica.
Nella redazione della presente relazione, sono stati approfonditi i
seguenti punti:
a) verifica, per ogni areale, dell’appartenenza alla classe di
intervento così come definito nella D.G.R. n°1322/2006;
b) determinazione del coefficiente di deflusso medio, quindi
determinazione della pioggia efficace;
c) definizione di misure compensative da attuare al fine di
ottenere un assetto idrologico della zona oggetto di studio
compatibile con la rete ricettrice.
73
Valutazione di compatibilità idraulica
All’esposizione dei risultati numerici si fa una premessa essenziale:
tutti i dati pluviometrici, i parametri per la regionalizzazione delle
precipitazioni, nonché i dati delle curve segnalatrici di possibilità
pluviometrica (ovvero, quanto ai punti (b), (c) e (d) del precedente
elenco) sono quelli ricavati dallo studio “Analisi regionalizzata delle
precipitazioni per l’individuazione di curve segnalatrici di possibilità
pluviometrica di riferimento” condotto da Nordest Ingegneria s.r.l.
per conto del “Commissario delegato per l’emergenza concernente gli
eccezionali eventi meteorologici del 26 Settembre che hanno colpito
parte del territorio della Regione Veneto”.
7.1 SCELTA DELLA RETE DI MISURA
I dati disponibili per un’analisi pluviometrica nel territorio veneto
derivano da due reti di misura: alla rete storica del Servizio
Idrografico e Mareografico Nazionale (SIMN), avviata nei primi
decenni del ‘900, si è infatti affiancata alla fine degli anni ‘80 la rete
regionale del Centro Sperimentale per l’Idrologia e la Meteorologia di
Teolo (ora Centro Meteorologico di Teolo — CMT) dell’Agenzia
Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale del Veneto
(ARPAV). A seguito del trasferimento di competenze alle Regioni,
anche la rete SIMN è stata affidata ad ARPAV, ma le modalità di
esercizio delle stazioni sono ancora in fase di definizione.
Le due reti sono differenti per collocazione delle stazioni, per
strumentazione e per periodi di misura. Dovendo sceglierne una, si è
optato di utilizzare i dati del CMT, alla luce delle seguenti
considerazioni:
•
la rete CMT misura dati dalla fine degli anni ‘90 ad oggi, mentre i
dati del SIMN sono stati pubblicati in forma cartacea solo fino al
1996;
•
le durate di maggior interesse sono quelle fino a 24 ore, vista la
tipologia di opere da dimensionare e le caratteristiche dei bacini
idraulici: in tale intervallo i dati SIMN sono affidabili solo nei
massimi annuali per 1, 3, 6, 12 e 24 ore consecutive, mentre le
informazioni del CMT sono aggregati su una scansione minima di
5 minuti e consentono pertanto una ricognizione affidabile dei
valori di precipitazione anche per eventi brevi ed intensi;
•
tra una serie di dati più lunga, quella SIMN, ma priva degli ultimi
anni, e una serie di dati breve ma aggiornata, quella CMT, la
74
Valutazione di compatibilità idraulica
seconda appare preferibile, anche alla luce dei ripetuti eventi
calamitosi odierni e delle evidenze di un cambiamento climatico
in atto;
•
i dati raccolti dal CMT costituiscono oggi il principale riferimento
pluviometrico regionale, mentre non è ancora stato definito con
certezza il futuro delle cosiddette stazioni tradizionali ex-SIMN
ora affidate all’ARPAV, soprattutto per quanto riguarda le piogge
brevi.
7.2 CAMPO DI
STAZIONI
ANALISI
E
SCELTA
DELLE
L‘ambito entro il quale svolgere l’analisi pluviometrica è stato
individuato nell’unione delle seguenti aree:
• l’area all’interno della linea di conterminazione lagunare;
• i comprensori degli ex Consorzi di bonifica Dese Sile, Sinistra
Medio Brenta e Bacchiglione Brenta;
• la porzione sud-orientale dell’ex comprensorio del Consorzio di
bonifica Destra Piave, a valle della linea delle risorgive;
• il litorale del Cavallino e il bacino Caposile nel comprensorio
dell’ex Consorzio di bonifica Basso Piave;
• il bacino Fossa Paltana nel comprensorio dell’ex Consorzio di
bonifica Adige Bacchiglione.
Con la Deliberazione della Giunta Regionale N. 2415 del 04 agosto
2009 pubblicata sul Bur n. 74 del 08/09/2009, si sono infatti istituiti il:
• Consorzio di bonifica Veronese (derivante dall'accorpamento
degli originari comprensori dei Consorzi di bonifica Adige Garda,
Agro Veronese Tartaro Tione e Valli Grandi e Medio Veronese);
•
Consorzio di bonifica Polesano (derivante dall'accorpamento
degli originari comprensori dei Consorzi di bonifica Padana
Polesana e Polesine Adige Canal Bianco);
75
Valutazione di compatibilità idraulica
•
Consorzio di bonifica Delta del Po (corrispondente all'originario
comprensorio del Consorzio di bonifica Delta Po Adige);
•
Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta (derivante
dall'accorpamento degli originari comprensori dei Consorzi di
bonifica Riviera Berica, Zerpano Adige Guà e Medio Astico
Bacchiglione);
•
Consorzio di bonifica Brenta (corrispondente all'originario
comprensorio del Consorzio di bonifica Pedemontano Brenta);
•
Consorzio
di
bonifica
Euganeo−Berico
(derivante
dall'accorpamento degli originari comprensori dei Consorzi di
bonifica Adige Bacchiglione ed Euganeo);
•
Consorzio di bonifica Bacchiglione (corrispondente all'originario
comprensorio del Consorzio di bonifica Bacchiglione Brenta);
•
Consorzio
di
bonifica
Acque
Risorgive
(derivante
dall'accorpamento degli originari comprensori dei Consorzi di
bonifica Dese Sile e Sinistra Medio Brenta);
•
Consorzio di bonifica Piave (derivante dall'accorpamento degli
originari comprensori dei Consorzi di bonifica Destra Piave,
Pedemontano Brentella di Pederobba e Pedemontano Sinistra
Piave);
•
Consorzio
di
bonifica
Veneto
Orientale
(derivante
dall'accorpamento degli originari comprensori dei Consorzi di
bonifica Basso Piave e Pianura Veneta tra Livenza e
Tagliamento).
L’area indicata comprende i territori di tutti i comuni ad oggi
interessati alle attività e alle prescrizioni del Commissario, ad
eccezione di Tribano. Le stazioni pluviometriche utilizzate per
l’analisi sono state scelte in modo da circoscrivere completamente
l’area di interesse, selezionando 27 siti caratterizzati da almeno 10
anni di registrazioni.
76
Valutazione di compatibilità idraulica
>?@ABC °³E ´HCP?OKJB?C MKHHµCBKC L@@KJJL M? tJAM?L e delle stazioni CMT considerate.
77
Valutazione di compatibilità idraulica
Tabella 3. Stazioni CMT considerate.
¶· ¸¹ º»¼½¸ º¸ ¸ º»¼» ¸ º·¼» ¾¼¿¸· Àassimi annui misurati
su intervalli temporali di 5, 10, 15, 30 e 45 minuti consecutivi e di 3,
6, 12 e 24 ore consecutive. I valori sono stati forniti dal CMT a partire
da serie validate, eliminando i valori relativi ad eventuali anni in cui il
funzionamento della strumentazione fosse stato inferiore al 95% del
totale teorico di oltre 105.000 letture annue ogni 5 minuti.
78
Valutazione di compatibilità idraulica
8 ANALISI
REGIONALIZZATA
PRECIPITAZIONI
DELLE
Lo scopo di un’analisi pluviometrica consiste nel determinare una
stima dell’altezza di pioggia puntuale h(T) di durata d ed assegnato
tempo di ritorno T. Il tempo di ritorno è definito come l’intervallo
temporale entro cui una certa altezza di precipitazione viene
eguagliata o superata mediamente una volta e misura quindi il grado
di rarità di un evento.
La stima h(d,T) viene generalmente espressa da curve segnalatrici di
possibilità pluviometrica, che per vari parametri T di riferimento (per
esempio 2, 5, 10, 20, 50, 100, 200 anni) esprimono la precipitazione
attesa ht(d) in funzione della durata d.
Secondo quanto prescritto dalle Commissario Delegato per
l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici che
hanno colpito parte del territorio della Regione del Veneto nel giorno
26 settembre 2007, il tempo di ritorno di riferimento per la verifica di
invarianza idraulica è Tr = 50 anni.
Di norma, la stima delle altezze di precipitazione avviene mediante
regolarizzazione statistica, individuando cioè una distribuzione teorica
di probabilità che bene si accorda con i valori osservati. A tal
proposito, la letteratura statistica ha sviluppato una varietà di metodi
per la scelta della distribuzione più idonea alle differenti tipologie di
dato e per l’inferenza dei parametri di una distribuzione a partire da un
campione di misure.
L’attendibilità di una stima dipende dalla numerosità del campione
disponibile, che nel caso di analisi pluviometriche è per lo più
composto ai valori massimi annui registrati in uno specifico sito e per
la medesima durata di precipitazione. La previsione ottenuta ha
carattere esclusivamente locale, cioè deve considerarsi valida solo
entro una ragionevole distanza dal punto di misura.
Nel caso in cui non si disponga di osservazioni pluviometriche in
prossimità del sito di interesse, o la loro quantità sia modesta in
relazione al tempo di ritorno di interesse, è possibile ricorrere a
tecniche di analisi regionale della frequenza degli eventi
pluviometrici. Tale classe di metodi si fonda sull’ipotesi che la
distribuzione dei valori estremi di precipitazione entro una certa area
presenti delle caratteristiche di omogeneità: in tal caso è accettabile
studiare in maniera congiunta i valori di precipitazione misurati presso
differenti stazioni ed estendere poi i risultati all’intera area di analisi.
Con riferimento alle stazioni considerate nel presente studio, si
osserva ad esempio che ogni campione di dati, misurati per la
medesima durata in ciascuna stazione, è formato per lo più da 16
79
Valutazione di compatibilità idraulica
valori. La regolarizzazione di un singolo campione porgerà risultati di
scarsa affidabilità per tempi di ritorno superiori a 20 anni: è probabile
poi che i dati raccolti presso stazioni vicine presentino variazioni
anche assai marcate e conducano a stime significativamente diverse,
senza motivi di carattere fisico o climatico che diano ragione di tali
risultati. Se invece, mediante opportune tecniche di analisi regionale,
si produce una stima basata su tutto l’insieme di circa 400 valori
misurati, si ottiene un risultato affetto da minore incertezza e
caratteristico dell’intera regione considerata.
Le metodologie più diffuse e documentate in Italia sono due: la
procedura VAlutazione delle PIene (VAPI), promossa dal Gruppo
Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche del C.N.R. e
basata sull’uso della distribuzione Two components Extreme Value
(TCEV), e i vari metodi fondati sul modello probabilistico
Generalized Extreme Value (GEV), per lo più nella forma del
cosiddetto metodo della grandezza indice.
Il metodo che si è deciso di adottare, in quanto le applicazioni ne
confermano la migliore efficienza, consiste nel metodo cosiddetto
GEV.
8.1 IL METODO DELLA GRANDEZZA INDICE E LA
DISTRIBUZIONE GEV
La tecnica di analisi regionale scelta per la presente analisi è quella
della grandezza indice mediante l’utilizzo della distribuzione GEV.
Nell’ambito di una regione omogenea, si ipotizza che i valori massimi
annui delle altezze di precipitazione di durata d presentino
caratteristiche simili a meno di un fattore di scala dipendente dal sito
di interesse, rappresentato dalla grandezza indice. In altri termini,
dividendo le altezze massime annue di precipitazione per la grandezza
indice si ottengono dei valori statisticamente indistinguibili, che
possono essere studiati tutti insieme.
La stima dell’altezza di pioggia presso la j-esima stazione hj(d,T) si
esprime allora come prodotto di due termini:
h j (d , T ) = m j ,d ⋅ hd (T )
in cui mjd è la grandezza indice specifica per la stazione di interesse e
per la durata considerata e hd(T) è un fattore adimensionale, chiamato
curva di crescita, che esprime la variazione dell’altezza di
precipitazione di durata d in funzione del tempo di ritorno T,
indipendentemente dal sito. La curva di crescita assume validità
regionale ed è comune a tutte le stazioni pluviometriche appartenenti
ad una data zona omogenea.
80
Valutazione di compatibilità idraulica
Come grandezza indice mjd viene generalmente adottata la media dei
valori massimi annuali dell’altezza di precipitazione nella durata d.
Tale dato è stimato dalla media campionaria delle misure effettuate
presso ciascuna stazione.
In sintesi, il metodo della grandezza indice scinde il problema in due
sottoproblemi disgiunti: la stima della curva di crescita valida per
l’intera regione omogenea e la comprensione della reale distribuzione
della grandezza indice nel territorio, di cui le medie campionarie sono
delle realizzazioni affette da un certo errore.
Da un punto di vista operativo, per ogni durata di precipitazione il
metodo si sviluppa nei seguenti passi:
1. identificazione di un’ipotesi di zone omogenee;
2. calcolo della grandezza indice come media campionaria dei dati
misurati presso ciascuna stazione;
3. normalizzazione del campione di ogni sito, i cui valori sono divisi
per la corrispondente media;
4. individuazione della curva di crescita tramite analisi probabilistica
del campione composto dai dati normalizzati di tutte le stazioni
comprese nella medesima zona omogenea;
5. verifica a posteriori dell’omogeneità delle aree precedentemente
identificate mediante test statistico ed eventuale riformulazione
dell’ipotesi;
6. analisi spaziale della grandezza indice ed eventuale calcolo di valori
di riferimento di tale grandezza per ambiti di varia estensione.
Le elaborazioni svolte sono elencate in Tabella 4.
Tabella 4. Elaborazioni svolte nell’ambito del metodo della grandezza limite.
81
Valutazione di compatibilità idraulica
8.1.1 IDENTIFICAZIONE DELLE ZONE OMOGENEE AI FINI DELLA CURVA
DI CRESCITA
Come zona omogenea ai fini della regionalizzazione è stato
considerato l’intero ambito di analisi. Si ritiene infatti che per
dimensioni e per caratteristiche morfologiche l’intera pianura veneta
possa costituire un’area di caratteristiche pluviometriche simili.
8.1.2 CALCOLO
DELLA GRANDEZZA INDICE CARATTERISTICA DI
CIASCUNA STAZIONE
Come specificato in Tabella 4, la grandezza indice di riferimento è il
valor medio dei massimi annui registrati in ciascuna stazione e per
ogni durata. A tale scopo, è possibile utilizzare la media campionaria,
oppure in alternativa si potrebbe operare una regolarizzazione di
Gumbel su ogni serie di dati — preferibilmente con il metodo della
massima verosimiglianza — e poi adottare come grandezza indice il
valor medio della popolazione:
µ = ε + 0.57721 ⋅ α .
I due metodi porgono risultati non molto dissimili. Per tale motivo, si
è scelto di adottare nello studio il dato campionario, che
eventualmente può essere facilmente monitorato e aggiornato nel
futuro con ulteriori dati pluviometrici. I valori sono riportati in Tabella
5.
82
Valutazione di compatibilità idraulica
Tabella 5. Valori medi dei massimi annui per le durate oggetto di studio.
83
Valutazione di compatibilità idraulica
8.1.3 REGOLARIZZAZIONE
DEI CAMPIONI NORMALIZZATI E STIMA
DELLE CURVE DI CRESCITA
I campioni normalizzati hanno permesso l’individuazione dei valori
dei parametri della distribuzione GEV che meglio descrivono le
caratteristiche pluviometriche regionali:
Tabella 6. Parametri GEV della distribuzione regionale di precipitazione
¶· Á·¸Â··  ¼ º ¹¸¿¼ º»À¼ ¼¿»½½¼ Á·Áitazione per un dato
tempo di ritorno si possono usare le seguenti relazioni:
xˆ (T ) = ε + α
1
− ln 1 −
T
−ξ
−1 /ξ
x(T ) = xˆ (T ) ⋅ µ x
La prima formula calcola l’altezza adimensionale di precipitazione,
mentre la seconda espressione “denormalizza” il risultato,
rimoltiplicandolo per il valor medio dei massimi di precipitazione. I
parametri da utilizzare nella prima espressione devono essere scelti
dalla
Tabella 6, mentre in Tabella 7 si riportano i risultati per alcuni tempi
di ritorno significativi.
84
Valutazione di compatibilità idraulica
Tabella 7. Curve di crescita della distribuzione GEV per la valutazione di altezze
adimensionalizzate di precipitazione per alcuni tempi di ritorno.
ÃÄÅÄÆ VALUTAZIONE DELL’OMOGENEITÀ DELL’AREA CON IL TEST H
La valutazione a posteriori dell’omogeneità dell’area è stata effettuata
mediante il test statistico H di Hosking e Wallis. Il parametro H,
opportunamente calcolato, riassume il livello di omogeneità dell’area,
che risulta accettabilmente omogenea per H <1. I risultati del test sono
riportati in Tabella 8.
Tabella 8. Risultati del test H di Hosking e Wallis
85
Valutazione di compatibilità idraulica
8.1.5 ANALISI
DELLA DISTRIBUZIONE SPAZIALE DELLE MEDIE DEI
MASSIMI ANNUALI
Le interpolazioni spaziali della grandezza indice, individuata nella
media dei massimi annui, consentono di comprendere come essa vari
nella regione considerata.
Dall’analisi svolta è risultato in particolare che la media dei valori
massimi annui presenta variazioni modeste e probabilmente casuali
per precipitazioni di durata fino a un’ora, mentre per durate superiori
(con la sola eccezione forse delle 24 ore) si manifesta sul territorio una
variabilità legata alla distanza dalla costa. Dalla fascia di alta pianura
(Cittadella, Trebaseleghe) i valori diminuiscono procedendo sia verso
sud (comprensorio del Consorzio di bonifica Bacchiglione Brenta), sia
verso est (comprensorio del Consorzio di bonifica Destra Piave), per
poi aumentare di nuovo presso le stazioni costiere, interessate dai
recenti episodi eccezionali (Mestre, Valle Averto, Mogliano, lesolo,
Sant’Anna di Chioggia).
86
Valutazione di compatibilità idraulica
9 CALCOLO DELLE CURVE SEGNALATRICI
DI POSSIBILITÀ PLUVIOMETRICA DI
RIFERIMENTO
Gli elementi proposti ai punti precedenti permettono una valutazione
delle altezze di pioggia attese per ciascuna delle dieci durate
considerate. Da tali stime è necessario elaborare le curve segnalatrici
di possibilità pluviometrica, cioè le formule che esprimono la
precipitazione h in funzione della durata t.
Le formule più diffuse in letteratura sono le seguenti:
a
(1) h =
t
(t + b )c
(2) h = a ⋅ t n
caratterizzate rispettivamente da 3 o 2 parametri che devono essere
ottenuti per taratura.
La formula (2) non consente una buona interpolazione dei dati per
tutte le durate considerate: è bene pertanto riferirsi di norma
all’espressione (1) con tre parametri.
87
Valutazione di compatibilità idraulica
9.1 CURVE SEGNALATRICI A TRE PARAMETRI PER
SOTTOAREE OMOGENEE
Le curve segnalatrici possono essere calcolate con riferimento ad una
singola stazione, oppure, come in questa sede, per sottoaree
omogenee. A tale scopo, Nordest Ingegneria s.r.l. ha effettuato
un’indagine delle medie dei massimi annuali mediante metodologie
matematiche che producono dei raggruppamenti ottimi di una serie di
osservazioni (dette tecniche di cluster analysis), in modo tale che
ciascun gruppo risulti omogeneo al proprio interno e distinto dagli
altri.
I risultati hanno evidenziato che si delineano 3 macrogruppi, uno
relativo all’area nord-orientale, uno relativo alla zona sud-occidentale
e uno costituito da due sottozone: l’area costiera e lagunare da lesolo a
Chioggia e l’entroterra cittadellese.
Nordest Ingegneria s.r.l., che ha sviluppato l’intera analisi, rende noto
che il metodo impiegato ha avuto difficoltà ad assegnare ai rispettivi
gruppi le stazioni di Mestre e Mira: si ritiene quindi che Mira, possa
essere lasciata con la zona sud-occidentale (ipotesi A), oppure
assegnata al raggruppamento costiero (ipotesi B), anche in base a
criteri di carattere amministrativo.
Una volta individuati i macrogruppi, le curve segnalatrici sono state
calcolate valutando per ciascuna durata la media dei massimi di
precipitazione delle stazioni del gruppo, calcolando poi le altezze di
precipitazione per i vari tempi di ritorno e per le varie durate e
producendo infine la stima dei parametri a, b e c per ottimizzazione
numerica. Si ricorda che nell’applicazione della curva segnalatrice
a
h=
t
(t + b )c
i tempi t devono essere espressi in minuti e il risultato è restituito in
millimetri.
9.1.1 ATTRIBUZIONE
DELLE CURVE SEGNALATRICI AI TERRITORI
COMUNALI
Per un’applicazione univoca dei risultati del presente studio, si ritiene
utile assegnare ciascun comune a una specifica zona omogenea tra
quelle precedentemente individuate. Tale attribuzione deve essere
effettuata tenendo conto delle caratteristiche geografiche, idrografiche
e amministrative di ciascun territorio comunale. Il criterio oggettivo
qui proposto prevede l’utilizzo dei cosiddetti topoieti, o poligoni di
Thiessen. Considerato l’insieme delle stazioni di misura, si congiunge
88
Valutazione di compatibilità idraulica
ciascun sito con quelli ad esso prossimi, ottenendo un reticolo di
maglie triangolari. Di ciascun segmento tracciato si individua l’asse,
cioè la perpendicolare nel punto medio; gli assi permettono di definire
dei poligoni irregolari, uno per stazione: per costruzione, ogni punto
interno al topoieto è così associato alla stazione più vicina. Il topoieto
individua così l’area di influenza della stazione in esso contenuta.
ÇÈÉÊËÌ ÍÎÏ ÐÑÒÓÔÓ ÔÈ ÕÓÖÒËÊ×ÈÓØÑ ÔÑÈ ÙÓÚÈÉÓØÈ ÔÈ ÛÜiessen a partire da un insieme di
punti.
L’applicazione del metodo dei topoieti al caso in esame prevede di
intersecare i topoieti con i perimetri dei comuni e associare poi ogni
comune alla zona omogenea “prevalente”, i cui topoieti contengono la
maggioranza relativa del territorio comunale. In Figura 29 è
rappresentato il risultato della ripartizione con riferimento all’ipotesi
B (stazione di Mira assegnata al cluster costiero) di definizione delle
zone omogenee.
89
Valutazione di compatibilità idraulica
Figura 29. Possibile ripartizione dei comuni tra le quattro zone omogenee
individuate dall’ipotesi B.
Tabella 9. Ripartizione dei comuni per provincia e per zone omogenee, individuate
in base all’ipotesi B. L’eventuale ripartizione in base all’ipotesi A si ottiene
trasferendo sette comuni della provincia di Venezia, indicati nella tabella in corsivo,
dalla zona costiera SE alla zona SW.
90
Valutazione di compatibilità idraulica
9.1.2 CURVE
SEGNALATRICI PER
OCCIDENTALE (IPOTESI B)
LA
ZONA
OMOGENEA
SUD-
Stazioni: Teolo (TL), Legnaro (LE), Montegalda (MT), Ca’di Mezzo
(DI). Codevigo (DV), Campodarsego (CM), Grantorto (GT),
Galzignano Terme (GG)
ÇÈÉÊËÌ ÝÞÏ ßÊËàÑ ÖÑÉØÌÚÌÒËÈÕÈ Ì ÒËÑ ÙÌËÌáÑÒËÈÏ
91
Valutazione di compatibilità idraulica
9.2 CURVE SEGNALATRICI A DUE PARAMETRI E
LORO UTILIZZO
Si riportano di seguito le curve segnalatrici a due parametri afferenti
all’analisi fornita dalla Struttura Commissariale per l’emergenza
concernente gli eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito
parte del territorio della Regione del Veneto nel giorno 26 settembre
2007.
L’equazione di riferimento è del tipo:
h = a ⋅tn
per le quattro zone omogenee. Tale trattazione è svolta unicamente per
l’utilizzo delle formule della letteratura che richiedono i coefficienti a
ed n dell’espressione tradizionale a due parametri.
Si ribadisce che i dati ottenuti dall’analisi probabilistica non possono
essere interpolati adeguatamente da una curva a due parametri per
l’intero range di durate da 5 minuti a 24 ore. E’ opportuno invece
individuare intervalli più ristretti di durate, entro i quali la formula
bene approssimi i valori ottenuti con la regolarizzazione regionale.
Si forniscono pertanto i parametri delle curve segnalatrici tarate su
intervalli di cinque dati, per i vari tempi di ritorno. Il parametro ∆
indica l’errore medio relativo dell’approssimazione. I tempi t devono
essere espressi in minuti. Il risultato è in millimetri.
âãä DETERMINAZIONE
DI
PLUVIOGRAMMI
DI
PROGETTO
Lo ietogramma utilizzato per la presente relazione è lo ietogramma
rettangolare, generalmente il più usato nei calcoli di dimensionamento
e verifica di reti di fognatura bianca.
La tabella seguente riporta per varie durate di pioggia l’altezza di
precipitazione totale in millimetri e l’intensità di pioggia espressa in
millimetri all’ora calcolate secondo gli ietogrammi rettangolari relativi
ad eventi meteorici caratterizzati da tempo di ritorno di 50 anni dei
92
åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì
Valutazione di compatibilità idraulica
quali, a titolo esemplificativo, ne vengono riportati tre nella figura
seguente.
Tabella 10. Altezza di precipitazione totale e intensità di pioggia espresse
rispettivamente in millimetri e millimetri all’ora per varie durate di pioggia, per la
zona omogenea SW.
TEMPO
ALTEZZA DI
DI
INTENSITA'
PRECIPITAZIONE
PIOGGIA
minuti
millimetri
millimetri/ora
5
17,44
209
15
37,31
149
30
53,33
107
45
63,10
84
60
70,02
70
90
79,66
53
120
86,42
43
150
91,64
37
180
95,90
32
Figura 31. Ietogrammi rettangolari relativi a piogge di durata rispettivamente di 180,
60 e 30 minuti caratterizzate da un tempo di ritorno di 50 anni, per la zona
omogenea SW.
93
åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì
Valutazione di compatibilità idraulica
10 ANALISI IDRAULICA
Il presente studio è volto alla quantificazione delle misure
compensative da realizzare al fine di non aggravare, con le opere di
progetto, l’equilibrio idraulico dell’area in cui l’opera va ad inserirsi,
per eventi con un tempo di ritorno pari a 50 anni, così come previsto
dalla Deliberazione della Giunta Regionale Veneto n°1322/2006 e
s.m.i.
La DGR prevede inoltre una classificazione degli interventi di
trasformazione delle superfici, la quale consente di definire soglie
dimensionali in base alle quali si applicano considerazioni
differenziate in relazione all'effetto atteso dell'intervento.
La classificazione è indicata nella tabella sotto riportata.
Tabella 11. Soglie dimensionali per la suddivisione in classi di intervento secondo
DGR 1322/06.
Classe di intervento
Trascurabile
impermeabilizzazione
potenziale
Modesta
impermeabilizzazione
potenziale
Definizione
Intervento su superfici di estensione
inferiore a 0,1 ha
Intervento su superfici comprese tra 0,1
ha e 1 ha
Significativa
impermeabilizzazione
potenziale
Intervento su superfici comprese tra 1 ha
e 10 ha; intervento su superfici di
estensione oltre i 10 ha con
impermeabilizzazione < 0.30
Marcata
impermeabilizzazione
potenziale
Intervento su superfici superiori a 10 ha
con impermeabilizzazione > 0,30
In considerazione delle criticità presenti sul territorio comunale si
adottano delle misure maggiormente cautelative e si considerano
trascurabili solamente le impermeabilizzazioni che comportano un
incremento della superficie impermeabile minore di 200 mq.
La tabella di identificazione della classe di intervento sarà quindi
rivista nella seguente e sarà possibile asseverare solamente gli
interventi che comportano una riduzione della superficie permeabile
minore di 200 mq.
94
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Valutazione di compatibilità idraulica
Classe di intervento
Trascurabile
impermeabilizzazione
potenziale
Modesta
impermeabilizzazione
Modesta
impermeabilizzazione
potenziale
Definizione
Intervento su superfici di estensione
inferiore ai 200 mq
Intervento su superfici di estensione
compresa tra 200 mq e 1000 mq
Intervento su superfici comprese tra 1000
mq e 10000 mq
Significativa
impermeabilizzazione
potenziale
Intervento su superfici comprese tra 1 ha
e 10 ha; intervento su superfici di
estensione oltre i 10 ha con
impermeabilizzazione < 0.30
Marcata
impermeabilizzazione
potenziale
Intervento su superfici superiori a 10 ha
con impermeabilizzazione > 0,30
Nel caso di trascurabile impermeabilizzazione potenziale è
sufficiente adottare buoni criteri costruttivi per ridurre le superfici
impermeabili, quali le superfici dei parcheggi.
Nel caso di modesta impermeabilizzazione è opportuno
sovradimensionare la rete rispetto alle sole esigenze di trasporto della
portata di picco realizzando volumi compensativi cui affidare funzioni
di laminazione della piene, in questi casi è opportuno che le luci di
scarico non eccedano le dimensioni di un diametro di 200 mm.
Nel caso di modesta impermeabilizzazione, oltre al
dimensionamento dei volumi compensativi cui affidare funzioni di
laminazione delle piene, è opportuno che le luci di scarico non
eccedano le dimensioni di un tubo di diametro 200 mm e che i tiranti
idrici ammessi nell’invaso non eccedano il metro.
Nel caso di significativa impermeabilizzazione andranno
dimensionati i tiranti idrici ammessi nell’invaso e le luci di scarico in
modo da garantire la conservazione della portata massima defluente
dall’area
in
trasformazione
ai
valori
precedenti
l’impermeabilizzazione.
Nel caso di marcata impermeabilizzazione è richiesta la
presentazione di uno studio di dettaglio molto approfondito.
95
åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì
Valutazione di compatibilità idraulica
Per le trasformazioni che comportano un incremento di
impermeabilizzazione superiore ai 1000 mq e quindi a partire
dalla classe di modesta impermeabilizzazione potenziale è
necessario l'ottenimento del parere favorevole da parte del
consorzio di bonifica competente sulla valutazione di
compatibilità idraulica specifica del progetto.
Il calcolo della superficie impermeabilizzata allo stato di progetto,
deve tener conto di quattro possibili usi del suolo:
• tetti;
• strade;
• parcheggi;
• verde pubblico.
Ad ognuna di queste, è stato assegnato un diverso valore di
coefficiente di deflusso secondo quanto indicato nella D.G.R.
n°1322/2006 e s.m.i.
Tabella 12. Valori dei coefficienti di deflusso secondo la DGR 1322/2006.
Classe d’uso
Aree Agricole
Superfici permeabili (Verde)
Superfici semipermeabili
Superfici impermeabili (Tetti,
strade…)
Coefficiente di deflusso
0.1
0.2
0.6
0.9
L'incremento di impermeabilizzazione conseguente all'inserimento di
un'opera sul territorio comporta l'incremento dei deflussi di portata
meteorica verso i ricettori che costituiscono le vie di scarico fino ai
consortili e/o ai fiumi maggiori.
Il termine invarianza idraulica starebbe ad indicare il mantenimento
valori di portata associati alla configurazione ante - operam quando si
operi sul territorio ma, data la situazione di generale sofferenza
idraulica dei territori, i consorzi di bonifica in primis e gli enti gestori
dei collettori prescrivono di operare ad un contestuale miglioramento
in termini idraulici dell'area di intervento.
Il legame tra il valore della portata massima che si genera su una
superficie e la superficie stessa è il coefficiente udometrico; esso
rappresenta la portata massima che defluisce dall’unità di superficie
analizzata e generalmente è espresso in litri al secondo per ettaro.
96
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Valutazione di compatibilità idraulica
L'obbiettivo del miglioramento idraulico è raggiungibile imponendo
coefficienti udometrici cautelativi allo scarico: generalmente il
coefficiente usuale adottato nei contesti che non presentano criticità
idrauliche è quello associato alle portate che si generano su aree verdi
e agricole ed empiricamente è pari a 10 l/s,ha.
Sovrapponendo le differenti tipologie di pericolosità e criticità
idrauliche, visibili nella Carta della Pericolosità Idraulica allegata alla
presente relazione, è stato possibile definire porzioni di territorio
caratterizzate da notevole sofferenza idraulica per le quali occorre
operare con maggiore cautela.
Nella Carta delle Fragilità del PAT è stata tracciata una
perimetrazione che rappresenta le aree soggette a dissesto
idrogeologico; in esse sono contenute tutte le aree a deflusso
difficoltoso o su cui sono stati registrati fenomeni di allagamento.
Per queste aree appena descritte si impone l'applicazione del
coefficiente udometrico 5 l/s,ha per la determinazione della massima
portata uscente dall'area che subisce trasformazione; il coefficiente
udometrico potrà essere portato a valori superiori di 5 l/s,ha in accordo
con il Consorzio di Bonifica competente e solo a seguito
dell'attuazione dei lavori di sistemazione delle criticità idrauliche
locali presenti nei pressi dell'area di intervento riportati e illustrati
all'interno degli elaborati del Piano Comunali delle Acque.
Il volume specifico di invaso necessario a garantire l'invarianza
idraulica va confrontato con i volumi specifici di invaso minimi
stabiliti dal Genio Civile; l'ufficio del genio Civile di Padova
stabilisce quali valori minimi del volume d'invaso da adottare per la
progettazione delle opere di laminazione rispettivamente:
-
v >800 mc per ettaro di superficie impermeabilizzata, per la
nuova viabilità;
v >700 mc per ettaro di superficie impermeabilizzata, per le
nuove aree produttive;
v >600mc per ettaro di superficie impermeabilizzata, per le
nuove aree residenziali.
97
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Valutazione di compatibilità idraulica
10.1 CALCOLO DEI VOLUMI DI LAMINAZIONE
I volumi d’invaso da realizzare per garantire l’invarianza idraulica
nelle superfici soggette a trasformazione sono ricavati con il metodo
di calcolo delle sole piogge utilizzando le equazioni di possibilità
pluviometrica a tre parametri.
Tale modello si basa sul confronto tra la curva cumulata delle portate
entranti e quella delle portate uscenti ipotizzando che sia trascurabile
l’effetto della trasformazione afflussi-deflussi operata dal bacino e
dalla rete drenante.
Applicando uno ietogramma netto di pioggia a intensità costante, si
possono calcolare, tramite l’equazione seguente, i volumi di invaso
relativi ad una determinata durata τ della precipitazione:
Wi = We − Wu = S ⋅ ϕ ⋅
a
⋅ t − Qu ⋅ t
(t + b) c
dove:
Wi è il volume di invaso;
We è il volume in ingresso;
Wu è il volume in uscita;
S la superficie scolante;
ϕ l coefficiente di deflusso medio dell’area;
t è la durata della precipitazione.
La durata critica, ossia la durata per la quale si ha il massimo volume
di invaso da rendere disponibile, si ottiene ponendo nulla la derivata
prima, in funzione del tempo, dell’equazione sopra riportata.
Si ottiene dunque:
Qu
t=
−b
c ⋅t
−c
S ⋅ϕ ⋅ a ⋅ −
+1
t +b
che, a convergenza, porta a determinare:
t critico =
−c
Qu
−b
c ⋅ t critico
S ⋅ϕ ⋅ a ⋅ −
+1
t critico + b
98
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Valutazione di compatibilità idraulica
e conseguentemente:
Wi = We − Wu = S ⋅ ϕ ⋅
a
⋅ t critico − Qu ⋅ t critico
(t critico + b) c
Il volume di invaso da rendere disponibile viene rappresentato (a titolo
di esempio) nella seguente Figura 32 dalla linea gialla. Nello stesso
grafico vengono riportati gli andamenti, in funzione del tempo, dei
volumi in ingresso (crescente per tutta la durata di pioggia) e di uscita
(costantemente crescente nel tempo).
ÇÈÉÊËÌ ÝÍÏ øÖÑáÙÈÓ ÔÈ ÌØÔÌáÑØÒÓ ÔÑÈ àÓÚÊáÈù ÈØÉËÑÖÖo (linea blu); in uscita (linea
magenta); invasato (linea gialla).
99
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Valutazione di compatibilità idraulica
10.2 INDICAZIONI OPERATIVE
Sulla base delle indicazioni dei Consorzi di Bonifica, il recupero dei
volumi atti a garantire l’invarianza idraulica, dovrà avvenire mediante
la realizzazione di invasi superficiali (nuove affossature, zone a
momentanea sommersione, ecc.), o profondi (vasche di laminazione,
tunnel drenanti, sovradimensionamento delle condotte acque
meteoriche, ecc.). Al fine di garantirne l’effettivo utilizzo e
riempimento e quindi il loro sfruttamento per la moderazione delle
portate scaricate, in corrispondenza della sezione terminale della rete
di smaltimento delle acque bianche, dovrà essere posizionato un
dispositivo di controllo che limiti la portata scaricata a quello massimo
consentito. Qualsiasi sia la sua configurazione, il sistema utilizzato
deve avere i requisiti che ne garantiscano un’agevole pulizia e
manutenzione ordinaria e straordinaria.
Lo sfioratore avrà una quota tale da sfruttare al massimo la capacità di
invaso delle condotte opportunamente dimensionate e dell’intero
sistema di smaltimento delle acque bianche (condotte, vasche di
laminazione, aree a temporanea sommersione e fossatura), senza
pregiudicare la sicurezza idraulica dell’area servita. La luce di fondo
sarà dimensionata in modo da smaltire la portata massima, in ogni
caso avrà dimensioni minime di 0.01 mq al fine di evitare eventuali
intasamenti.
Per garantire al massimo la sicurezza idraulica degli interventi in
progetto ed evitare dannose ingressioni d'acqua, il piano d’imposta dei
fabbricati dovrà essere posto ad almeno 25 cm rispetto al piano
stradale o al piano campagna medio circostante; tale quota potrà
essere ulteriormente elevata in relazione alla effetiva e puntuale
valutazione del rischio idraulico.
Per lo stesso motivo si decide in sede di PAT che nelle «aree
esondabili o soggette a periodico ristagno idrico» indicate nella Carta
delle Fragilità non è ammessa la realizzazione di interrati.
Per non ridurre i volumi di invaso potenziali disponibili nel territorio,
è necessario mantenere e ripristinare i fossi in sede privata, le cui
dimensioni non dovranno essere ridotte se non si prevedono adeguate
misure di compensazione. Anche nelle aree agricole è vietata la
tombinatura dei fossi fatta eccezione per la costruzione di accessi
carrai. In particolare le nuove tombinature dovranno assicurare la
funzione iniziale del fossato sia in termini di volume d’invaso che di
smaltimento delle portate. Anche nella realizzazione di opere
pubbliche ed infrastrutture stradali dovranno essere adottati gli
indirizzi sopra indicati. In particolare per le strade di collegamento
dovranno essere previste ampie scoline laterali e dovrà essere
100
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Valutazione di compatibilità idraulica
assicurata la continuità del deflusso delle acque fra monte e valle dei
rilevati. Nella realizzazione di piste ciclabili si dovrà evitare il
tombinamento di fossi prevedendone, invece, il loro spostamento.
10.3 CORSI D’ACQUA CONSORZIALI
Nel caso siano interessati canali appartenenti alla rete in manutenzione
al Consorzio di Bonifica competente per territorio, qualsiasi intervento
o modificazione della configurazione esistente all’interno della fascia
di metri 10 dal ciglio superiore della scarpata, sarà soggetto, anche ai
fini della servitù di passaggio, a quanto previsto dal R.D. n° 368 del
1904 e dovrà quindi essere specificatamente autorizzato. Per la
prevenzione del rischio idraulico è importante che i corsi d’acqua
siano rispettati e valorizzati. Occorre creare le condizioni perché
possano essere mantenuti in efficienza senza eccessivi oneri e non
risultino marginalizzati dalle previsioni urbanistiche. In particolare è
opportuno collocare le aree a verde delle nuove urbanizzazioni lungo i
corsi d’acqua ad evitare che i nuovi lotti confinino con i corsi d’acqua.
Nelle aree adiacenti agli scoli consorziali dovrà essere mantenuta una
fascia di rispetto della larghezza minima di metri 4.00 dal ciglio degli
stessi o dall’unghia arginale verso campagna in modo da consentire il
transito dei mezzi adibiti alle manutenzioni periodiche.
Nella suddetta fascia di rispetto non potranno essere messe a dimora
piante o siepi, né potranno essere installate strutture o depositati
materiali che impediscano il transito dei mezzi.
Inoltre nelle fasce di rispetto in questione, eventuali sistemazioni,
dovute a motivi di sicurezza o paesaggistici o ambientali che
prevedano la posa di piante isolate o recinzioni in rete metallica e
stanti in ferro asportabili dovranno essere preventivamente autorizzate
dal Consorzio di Bonifica.
10.4 VERDE PUBBLICO
La distribuzione planivolumetrica dell’area dovrà essere
preferibilmente definita in modo che le aree a verde siano distribuite
lungo le sponde dell’affossatura esistente o eventualmente di progetto,
a garanzia e salvaguardia di un’idonea fascia di rispetto.
Le aree a verde dovranno assumere una configurazione che attribuisca
loro due funzioni:
− di ricettore di una parte delle precipitazioni defluenti lungo le
aree,
− di bacino di laminazione del sistema di smaltimento delle
acque piovane.
101
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Valutazione di compatibilità idraulica
Tali aree possibilmente dovranno:
− essere poste ad una quota inferiore rispetto al piano stradale
circostante;
− essere idraulicamente connesse tramite opportuni collegamenti
con la strada.
Inoltre, la loro configurazione plano-altimetrica dovrà prevedere la
realizzazione d’invasi superficiali adeguatamente disposti ed integrati
con la rete di smaltimento delle acque meteorologiche in modo che i
due sistemi possano interagire.
102
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Valutazione di compatibilità idraulica
11 ATO N: 01
All'interno dell' ATO n.1 si sottolineano criticità idrauliche di vari tipi.
Innanzitutto la porzione di ambito a sud dello scolo Storta a
caratterizzata da pericolosità moderata P1.
Le perimetrazioni delle aree con sofferenza idraulica evidenziate
durante i rilievi propedeutici alla redazione del Piano delle Acque, le
aree critiche secondo PRG e secondo PTCP sono abbastanza
coincidenti.
Esse comprendono completamente il nucleo urbano e la zona
industriale di Caselle; ogni intervento pianificato dovrà quindi essere
preceduto dalla sistemazione e mitigazione idraulica dell'area e del
percorso di scarico.
Nell'impossibilità fisica di procedere con la ricalibrazione dei percorsi
di scarico e della manutenzione straordinaria delle infrastrutture
idrauliche si dovrà sviluppare uno studio idraulico di dettaglio
supportato da modellazione matematica al fine di determinare misure
idrauliche di difesa dagli allagamenti.
ÇÈÉÊËÌ ÝÝÏ úáûÈÒÓ ÈØ ÓÉÉÑÒÒÓ
Descrizione
Area posta a nord est del territorio comunale e in sinistra idraulica
rispetto al Bacchiglione.
Essa è costituita per la maggior parte dal centro abitato di Caselle e ha
un estensione di 334 ettari; nella parte ovest del lotto si trova un’area
libera adibita a coltivazioni agricole. Confina a ovest e a nord con il
103
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Valutazione di compatibilità idraulica
comune di Rubano, a est con il comune di Padova, mentre a sud
confina con l’ATO 2.
Le portate meteoriche generatesi sull’area sono collettate dagli scoli
consortili Storta, Asili, Mestrina, Lazzaretto e indirizzate verso il
canale Brentella.
Scolo Storta. Lo scolo Storta scorre in direzione ovest-est nella parte
settentrionale del territorio comunale. Entra nel comune di Selvazzano
nell’estremo nord-ovest e scorre parallelamente a via Pelosa per circa
4,3 km fino ad immettersi nel canale Brentella presso la chiavica
Storta. Prima dello sbocco viene sottopassato dallo scolo Lazzaretto
ed ha con esso una possibilità di collegamento. Tale collegamento è
dovuto al fatto che il canale Brentella non è sempre in grado di
ricevere le acque per gravità, in quanto è soggetto al rigurgito del
Bacchiglione. Nel caso in cui il livello del Brentella sia troppo alto per
poter ricevere lo Storta, questo va quindi a confluire nel Lazzaretto,
che è invece soggetto a sollevamento meccanico.
Scolo Asili. Lo scolo Asili scorre in direzione ovest-est all’interno
della frazione di Caselle: ha origine in prossimità di via V. Monti e
dopo aver percorso circa 2,0 km esclusivamente in tombinamento si
collega allo scolo Lazzaretto in prossimità di via Pelosa – via N.
Sauro. Nel primo tratto del suo percorso attraversa l’abitato di Caselle
e nella parte finale corre parallelo a via Pelosa.
Scolo Mestrina. Lo Scolo Mestrina scorre in direzione ovest-est nella
parte nord-est del territorio comunale in prossimità del confine
comunale. In particolare, entra in Selvazzano all’altezza di via
Boccaccio – via Foscolo e dopo aver percorso circa 1,5 km a cielo
aperto sfocia nel Brentella in prossimità di via Caselle. Lo scarico
avviene tramite la chiavica Mestrina dotata di paratoia, che
opportunamente manovrata consente il flusso solo da Mestrina a
Brentella ed esclude quello contrario, preservando il territorio da
eventuali livelli idrici elevati del Brentella.
Come avviene per lo Storta, il Mestrina viene sottopassato dallo scolo
Lazzaretto, in corrispondenza di via Caselle – via E. Toti, con
possibilità di collegamento idraulico. Ulteriore connessione può
avvenire più a valle, tramite una tubazione che collega il Mestrina al
Lazzaretto e che scorre parallelamente a via Brentelle.
Scolo Lazzaretto. Lo scolo Lazzaretto scorre in direzione nord-sud
nella parte nord-est del territorio comunale. Entra in Selvazzano in
prossimità di via G. Deledda – via I. Svevo e dopo aver percorso circa
104
åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì
Valutazione di compatibilità idraulica
3,0 km sfocia nel Brentella. Nel suo percorso, sottopassa in botte a
sifone lo scolo Mestrina, in prossimità di via Caselle, potendo anche
connettersi con esso tramite un apposito collegamento. Ancora più a
valle sottopassa in botte a sifone anche lo scolo Storta, in località Tre
Ponti, anche in questo caso con un possibile collegamento. Più a Sud,
in località Monte Cero di Selvazzano, si unisce allo scolo Riale ed è
sottoposto a pompaggio presso l’impianto idrovoro di Brentelle1. Lo
scolo Lazzaretto ed il relativo bacino scolante, quindi, sono soggetti a
deflusso meccanico alternato; tale bacino è dunque caratterizzato da
un’elevata fragilità in termini idraulici, e la presenza dell’impianto
idrovoro è garanzia di una sicurezza altrimenti non possibile.
I collegamenti sopradescritti sono dovuti al fatto che il canale
Brentella non è sempre in grado di ricevere le acque per gravità, in
quanto presso la chiavica Mestrina il Brentella è già soggetto al
rigurgito del Bacchiglione. Nel caso in cui il livello del Brentella sia
troppo alto per poter ricevere il Mestrina, questo va quindi a confluire
nel Lazzaretto, che è invece soggetto a sollevamento meccanico.
1
L’idrovora di Brentelle è a protezione di un bacino scolante di 2.080 ettari, per lo più urbanizzati,
corrispondenti alla periferia nord della città di Padova (Selvazzano, Saccolongo, Rubano, Mestrino,
Veggiano). Le acque meteoriche, che, dal ramificato sistema di corsi d’acqua di bonifica, confluiscono
nello scolo Lazzaretto, vengono sollevate dall’idrovora e immesse nel canale Brentella, tramite n. 4
elettropompe da 2.600 litri/sec ciascuna, oltre ad 1 elettropompa sommergibile da 800 litri/sec, per una
portata complessiva di acqua sollevata di 11.200 litri/sec, per un dislivello totale di 2,50 metri.
105
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Valutazione di compatibilità idraulica
Dati urbanistici
Tabella 13. Dati urbanistici ATO n. 1
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L’ambito territoriale è interessato dalla previsione di un nuovo
collegamento stradale tra la rotonda presente in via Pelosa e via
Galileo Galilei e dalla sistemazione di un tratto di via Pelosa. Dovrà
essere garantita la continuità idraulica
dei fossati intersecati
dall’infrastruttura e dovranno essere realizzati invasi pari a 800 mc per
ettaro di superficie impermeabilizzata da nuova viabilità come
prescritto dal Genio Civile di Padova.
106
åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì
Valutazione di compatibilità idraulica
11.1 AREALE A01
Luogo
Centro abitato della località Caselle, zona centrale dell’ATO 1.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 24641 mq. Esso
è delimitato a nord da via Pelosa, ad est dall'areale G02, a sud da via
Fracastoro.
Assetto del territorio
Area pianeggiante alla quota media di 14,5 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è attualmente adibito allo sfruttamento agricolo e a prato ed è
accessibile dalle via perimetrali.
Trasformazione prevista
Areale di espansione residenziale da PRG.
Rete idrografica
Il perimetro nord dell’areale è costituito dallo scolo Storta che scorre
parallelamente a via Pelosa. Le acque meteoriche gravanti sulla
superficie sono collettate attraverso fossi secondari e tratti di
tubazione verso tale scolo.
107
åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì
Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso lo scolo Storta parallelo a via
Pelosa.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 14. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’areale risulta essere ricadere su area a moderata pericolosità P1 da
PAI.
Secondo il Piano delle Acque comunale nell’area sono presenti
criticità urbane diffuse (codice Cr.U.N.01 del Piano delle Acque
Comunale).
108
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Valutazione di compatibilità idraulica
11.2 AREALE A02
Luogo
Centro abitato della località Caselle, zona centrale dell’ATO 1.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 46644 mq. Esso
è delimitato a nord da via Pelosa, ad est e sud dalla zona
artigianale/industriale mentre a ovest da via Don Bosco.
Assetto del territorio
Area pianeggiante alla quota media di 14 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è attualmente adibito allo sfruttamento agricolo e a prato ed è
accessibile dalle via perimetrali.
Trasformazione prevista
Areale di espansione residenziale da PRG.
Rete idrografica
Un tratto del perimetro nord dell’areale è costituito dallo scolo Storta
che scorre parallelamente a via Pelosa. Le acque meteoriche gravanti
sulla superficie sono collettate attraverso fossi secondari e tratti di
tubazione verso tale scolo.
109
åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì
Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso lo scolo Storta parallelo a via
Pelosa.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 15. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’areale risulta essere ricadere su area a moderata pericolosità P1 da
PAI e area a media pericolosità per problemi di bonifica sottolineati
dal PRG vigente.
Secondo il Piano delle Acque comunale nell’area sono presenti
criticità urbane diffuse (codice Cr.U.N.01 del Piano delle Acque
Comunale).
110
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Valutazione di compatibilità idraulica
11.3 AREALE A03
Luogo
Centro abitato della località Caselle, zona est dell’ATO 1.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 20306 mq. Esso
è delimitato a nord da via Pelosa, mentre a est, sud ed ovest dall'area
industriale.
Assetto del territorio
Area pianeggiante alla quota media di 12.5 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è principalmente adibito allo sfruttamento agricolo e a prato
ed è accessibile da via Pelosa.
Trasformazione prevista
Areale di espansione residenziale da PRG.
Rete idrografica
Il perimetro nord dell’areale è costituito dallo scolo Storta che scorre
parallelamente a via Pelosa. Le acque meteoriche gravanti sulla
superficie sono collettate attraverso scoline e tratti di tubazione verso
tale scolo.
111
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso lo scolo Storta parallelo a via
Pelosa.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 16. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’areale risulta essere ricadere su area a moderata pericolosità P1 da
PAI e area a media pericolosità per problemi di bonifica sottolineati
dal PRG vigente.
Secondo il Piano delle Acque comunale nell’area sono presenti
criticità urbane diffuse (codice Cr.U.N.01 del Piano delle Acque
Comunale).
112
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Valutazione di compatibilità idraulica
11.4 AREALE B01
Luogo
Area artigianale/industriale in Località Caselle ovest, in zona nord
ovest dell’ATO 1.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area di 137050 mq. Esso è delimitato
a nord da alcuni fabbricati di carattere produttivo affacciati su via
Enrico Fermi, a est da via Galileo Galileo e da un fossato primario, a
sud da via Pelosa, mentre a ovest da via Parini.
Assetto del territorio
Area pianeggiante alla quota di 14,5 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è attualmente adibita allo sfruttamento agricolo e l’accesso è
possibile da via Fermi e da via Pelosa.
Trasformazione prevista
Espansione di superficie produttiva da PRG.
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili, è però
presente lo Scolo Storta lungo il perimetro del lato sud. Le acque
meteoriche gravanti sulla superficie si distribuiscono nei fossati
113
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Valutazione di compatibilità idraulica
primari e secondari presenti nell’areale per poi essere recapitate nello
Scolo Storta.
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso il fossato primario esistente a est
mediante escavazione di nuovi tratti di fossati o posa di condotte
opportunamente dimensionate.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 17. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Infrastrutture
L’areale è interessato dal sedime della nuova strada di collegamento
tra una rotonda posta su via Pelosa e via Galileo Galilei. Dovranno
quindi essere garantita la continuità idraulica ai fossati intersecati
dall’infrastruttura.
Pericolosità idraulica
L’area in trasformazione ricade tra le aree ad alta pericolosità per
problemi della rete di bonifica indicate da Provincia e da PRG vigente.
114
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Valutazione di compatibilità idraulica
11.5 AREALE B02
Luogo
Area artigianale/industriale in Località Caselle, in zona sud
dell’ATO1.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area di 8533 è delimitato a nord da
Via Galileo Galileo, a est con un’area produttiva, a sud da Via Penghe
mentre a ovest da un fossato parallelo alla SP 13.
Assetto del territorio
Area pianeggiante alla quota di 13,5 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è attualmente adibito allo sfruttamento agricolo e l’accesso
avviene da Viale della Repubblica.
Trasformazione prevista
Espansione di superficie produttiva da PRG.
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque
meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate verso sud
attraverso un fossato primario che recapita in un collettore in
calcestruzzo Ø 120 cm posto lungo Via Penghe il quale va poi a
scaricare nello scolo Lazzaretto.
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso il collettore Ø 120 cm perimetrale
che poi recapita nello Scolo Lazzaretto.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 18. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’area in trasformazione ricade all’interno delle aree indicate con
moderata pericolosità P1 secondo il PAI e all’interno di aree a media
pericolosità secondo la Provincia e il PRG.
Secondo il Piano delle Acque comunale nell’area sono presenti
criticità urbane diffuse (codice Cr.U.N.01 del Piano delle Acque
Comunale).
116
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Valutazione di compatibilità idraulica
11.6 AREALE B03
Luogo
Area artigianale/industriale in Località Caselle, in zona sud est
dell’ATO 1.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area di 11581 mq è confinato a nord
e a sud da aree produttive, a est dallo Scolo Lazzaretto parallelo a Via
Tre Ponti mentre a ovest da una fascia residenziale affacciata a Via
Galileo Galilei.
Assetto del territorio
Area pianeggiante alla quota di 13,5 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è attualmente adibito a verde con presenza di alberature,
l’accesso avviene da ovest da Via Galileo Galilei e da est tramite un
ponte presente sullo Scolo.
Trasformazione prevista
Espansione di superficie produttiva da PRG.
117
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Valutazione di compatibilità idraulica
Rete idrografica
Come anticipato, l’areale confina con lo Scolo Lazzaretto. Le acque
meteoriche gravanti sulla superficie allo stato di fatto si infiltrano nel
sottosuolo o confluiscono per ruscellamento nello scolo.
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso lo Scolo Lazzaretto mediante la
posa di nuove tubazioni e sfruttando, per la porzione sud dell’areale,
la condotta in calcestruzzo Ø 60 cm esistente.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 19. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’area in trasformazione ricade all’interno di una criticità diffusa in
ambito urbano indicata dal Piano delle Acque Comunale (codice
Cr.U.N.01) ed è indicata come area a rischio dal PAI. Anche il PRG
sottolinea la media pericolosità per problemi della rete di bonifica.
118
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Valutazione di compatibilità idraulica
11.7 AREALE B04
Luogo
Area artigianale/industriale in Località Caselle, in zona sud dell’ATO
1.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area di 20175 mq è delimitato a nord
da Via Penghe, a est da un lotto con due fabbricati di carattere
produttivo, a sud da un’area adibita a sfruttamento agricolo mentre a
ovest dalla SP 13.
Assetto del territorio
Area pianeggiante alla quota di 13,4 m.s.m.m. (da CTR).
119
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Valutazione di compatibilità idraulica
Uso del suolo
L’areale è attualmente adibita allo sfruttamento agricolo, l’accesso
avviene da Via Penghe e tramite una strada bianca che attraversa
l’areale.
Trasformazione prevista
Espansione di superficie produttiva da PRG .
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque
meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate principalmente
verso sud attraverso fossi primari e secondari allo scolo Riale a
Selvazzano.
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso i fossati perimetrali che poi
recapitano nello Scolo Lazzaretto.
Per la porzione nord est dell’areale è possibile convogliare le portate
verso il collettore in calcestruzzo Ø 120 cm esistente lungo Via
Penghe che va a scaricare nello Scolo Lazzaretto.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 20. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’area in trasformazione ricade all’interno delle aree indicate a media
pericolosità dal PRG. L’area non insiste su superfici allagate
storicamente. Distanza da aree allagate pari a circa 300 m.
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Valutazione di compatibilità idraulica
11.8 AREALE D01
Luogo
Zona industriale della località Caselle, zona sud dell’ATO 1.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 37197 mq. Esso
è delimitato a nord dalla zona industriale, a est dalla SP13 mentre a
sud ed ovest da superfici agricole.
Assetto del territorio
Area pianeggiante alla quota media di 14 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è attualmente adibito allo sfruttamento agricolo e a prato ed è
accessibile da via Meucci.
Trasformazione prevista
Areale di espansione produttiva da PAT.
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque
meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate verso sud
attraverso un fossato primario che recapita in un collettore in
calcestruzzo Ø 120 cm posto lungo Via Penghe il quale va poi a
scaricare nello scolo Lazzaretto.
121
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso il fossato parallelo alla SP 13.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 21. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’area in trasformazione ricade all’interno delle aree indicate con
moderata pericolosità P1 secondo il PAI e all’interno di aree a media
pericolosità secondo la Provincia e il PRG.
Secondo il Piano delle Acque comunale nell’area sono presenti
criticità urbane diffuse (codice Cr.U.N.01 del Piano delle Acque
Comunale).
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Valutazione di compatibilità idraulica
11.9 AREALE E01
Luogo
Area artigianale/industriale in Località Caselle, in zona sud dell’ATO
1.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area di 13539 mq è delimitato a nord
da via Meucci, a est da aree produttive affacciate alla via Meucci
stessa, a sud da una fascia boscata e da due abitazioni, mentre a ovest
da via Don Bosco.
Assetto del territorio
Area pianeggiante alla quota di 13 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è attualmente adibita a verde, l’accesso può avvenire da ovest
da via Don Bosco o da nord da via Meucci.
Trasformazione prevista
Espansione di superficie commerciale da PAT.
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Valutazione di compatibilità idraulica
Rete idrografica
Le acque meteoriche gravanti sulla superficie allo stato di fatto si
infiltrano nel sottosuolo o confluiscono per ruscellamento nel fossato
primario presente lungo il lato ovest dell’areale.
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso il fossato primario mediante la
posa di nuove tubazioni. Tramite la rete di fossati primari e un tratto di
collettore Ø 120 cm posto lungo via Penghe le acque verranno poi
recapitate allo Scolo Lazzaretto.
Una seconda ipotesi di scarico risulta essere quella di indirizzare le
portate verso nord nello Scolo Storta tramite tubazioni interrate
esistenti. Tale scelta comporta un percorso molto più breve del primo
ma necessita di un accurata indagine sullo stato delle tubazioni e di un
eventuale loro potenziamento.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 22. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’area in trasformazione ricade all’interno delle aree a moderata
pericolosità idraulica P1 indicate PAI e all’interno delle aree a media
pericolosità per problemi della rete di bonifica secondo il PRG
vigente.
124
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Valutazione di compatibilità idraulica
11.10 AREALE G01
Luogo
Estremità nord ovest del centro abitato della località Caselle, zona
nord dell’ATO 1.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 5153 mq. Esso
ingloba fabbricati residenziali, produttivi e una superficie a prato. E’
delimitato a nord dallo scolo Mestrina, ad sud da via Ugo Foscolo e
ad ovest da via Boccaccio.
Assetto del territorio
Area pianeggiante posta alla quota di 14/15 m.s.m.m. (da CTR).
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Valutazione di compatibilità idraulica
Uso del suolo
L’areale è occupato sia da edifici ad uso residenziale sia da fabbricati
di carattere produttivo.
Trasformazione prevista
Riqualificazione e riconversione da PAT.
Rete idrografica
Il perimetro Nord dell’areale è costituito dallo scolo Mestrina.
Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate
attraverso fossi secondari e tratti di tubazione verso tale scolo.
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso il collettore presente lungo via
Boccaccio il quale dovrà però subire un potenziamento una volta
stabilito l’effettivo incremento di impermeabilizzazione.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 23. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’areale risulta ricadere su un’area urbana sulla quale sono stati
evidenziati problemi di deflusso. E’ compreso infatti nelle aree ad alta
pericolosità per problemi della rete di bonifica indicate da Provincia e
PRG vigente. Nell’area in trasformazione si segnalano aree
storicamente allagate e rischi di esondazione sulla base di
documentazione del Consorzio di Bonifica Brenta.
126
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Valutazione di compatibilità idraulica
11.11 AREALE G02
Luogo
Estremità ovest del centro abitato della località Caselle, zona nord
dell’ATO 1.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 25468 mq.
Confina a ovest con una superficie attualmente adibita allo
sfruttamento agricolo, a nord con via Pelosa, a est con via don Bosco e
a sud con via Fracastoro.
Assetto del territorio
Areale posto alla quota di circa 13.5 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è parzialmente occupato dal sedime di un fabbricato ad uso
artigianale.
Trasformazione prevista
Riqualificazione e riconversione da PAT.
Rete idrografica
Lungo il confine nord dell'areale è presente lo scolo Storta.
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso lo scolo consortile Storta.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 24. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’areale risulta ricadere su un’area urbana sulla quale sono stati
evidenziati problemi di deflusso da Piano delle Acque comunale.
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Valutazione di compatibilità idraulica
11.12 AREALE G03
Luogo
Area artigianale in Località Caselle ovest, in zona ovest dell’ATO 1.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area di 17112 mq è delimitato a nord
da via Pelosa, a est e sud da un fondo adibito a sfruttamento agricolo
mentre a ovest e confinato da un fosso primario parallelo a via
Canton.
Assetto del territorio
Area pianeggiante alla quota di 14,9 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è occupato da un insediamento produttivo accessibile da via
Pelosa.
Trasformazione prevista
Areale di riqualificazione e riconversione da PAT.
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque
meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso un fosso
secondario e un fosso primario verso lo Scolo Storta presente
immediatamente a nord di via Pelosa.
129
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso il fossato secondario che
costituisce il perimetro est dell’areale previo comunque un’operazione
di espurgo.
Tale fossato indirizza le portate verso lo scolo Storta presente lungo
via Pelosa.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 25. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
La zona ricade tra le aree a moderata pericolosità P1 da PAI.
L’area non insiste su superfici allagate storicamente.
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Valutazione di compatibilità idraulica
11.13 AREALE G04
Luogo
Zona industriale della località Caselle, zona sud-est dell’ATO 1.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 23094 mq ed è
inserito in contesto agricolo e destinato allo svolgimento delle pratiche
ippiche.
Assetto del territorio
Area pianeggiante alla quota media di 13 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è attualmente adibito a maneggio.
Trasformazione prevista
Areale di riqualificazione e riconversione da PAT.
Rete idrografica
Non sono presenti scoli consortili. Le acque meteoriche gravanti sulla
superficie sono collettate attraverso un fosso secondario verso lo Sclo
Riale a Selvazzano.
131
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso lo scolo Riale tramite fossati
opportunamente ricalibrati.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 26. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’area in trasformazione ricade all’interno delle aree indicate ad alta
pericolosità secondo il PRG. L’area non insiste su superfici allagate
storicamente. Distanza da aree allagate pari a circa 250 m.
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Valutazione di compatibilità idraulica
11.14 AREALE H01
Luogo
Località Caselle ovest, in zona ovest dell’ATO 1.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta.
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un superficie di 24602 mq. E’ delimitato
a nord da fabbricati ad uso artigianale, a est da un lotto abitativo e
dall’areale H02, a sud da via Pelosa mentre a ovest da un fondo
adibito a sfruttamento agricolo (areale B01).
Assetto del territorio
Area pianeggiante situata alla quota di 14 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è occupato da superfici a verde.
Trasformazione prevista
Ambito preferenziale di forestazione.
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. A sud oltre
via Pelosa è presente lo scolo Storta mentre a est vi è l’origine dello
scolo Asili.
Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate
attraverso fossi secondari verso tali scoli.
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di sfruttare i fossati presenti.
Azioni compensative
Dato il tipo di trasformazione prevista non si avranno nuove
impermeabilizzazioni che comporterebbero variazioni dei coefficienti
di deflusso. Si può comunque consigliare un’operazione di
espurgo/risezionamento dei fossati che vada a costituire ulteriore
volume di invaso atto a migliorare la situazione idraulica locale.
Pericolosità idraulica
L’areale è compreso nelle aree ad alta pericolosità per problemi della
rete di bonifica indicate da Provincia e PRG vigente.
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Valutazione di compatibilità idraulica
11.15 AREALE H02
Luogo
Località Caselle ovest, in zona ovest dell’ATO 1.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta.
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un superficie di 7184 mq. E’ delimitato
a ovest e a nord dall’areale H01, a est e sud il perimetro è costituito
dallo scolo Asili che scorre lungo via Monti.
Assetto del territorio
Area pianeggiante situata alla quota di 14 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è occupato da superfici adibite allo sfruttamento agricolo.
Trasformazione prevista
Ambito preferenziale di forestazione.
Rete idrografica
Il perimetro est e sud dell’areale è costituito dallo scolo Asili
all’interno del quale confluiscono, per ruscellamento e attraverso un
fosso secondario, le acque meteoriche gravanti sulla superficie.
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di sfruttare il fossato esistente.
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Valutazione di compatibilità idraulica
Azioni compensative
Dato il tipo di trasformazione prevista non si avranno nuove
impermeabilizzazioni che comporterebbero variazioni dei coefficienti
di deflusso. Si consiglia comunque un’operazione di
espurgo/risezionamento del fossato secondario in modo tale da
costituire ulteriore volume di invaso atto a migliorare la situazione
idraulica locale.
Pericolosità idraulica
L’areale è compreso infatti nelle aree ad alta pericolosità per problemi
della rete di bonifica indicate da Provincia e PRG vigente.
136
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Valutazione di compatibilità idraulica
12 ATO N: 02
All'interno dell' ATO n.2 si sottolineano criticità idrauliche di vari tipi.
La maggior parte dall'ambito è caratterizzata da pericolosità moderata
P1.
L'ambito è prettamente agricolo; le criticità idrogeologiche da
sottolineare sono aree ad allagamento storico dello scolo Storta nella
porzione nord ed un'importante area caratterizzata da falda subaffiorante.
Ogni intervento pianificato dovrà tenere conto delle criticità
riscontrate e dovrà essere preceduto dalla sistemazione e mitigazione
idraulica dell'area di intervento e del percorso di scarico.
Nell'impossibilità fisica di procedere con la ricalibrazione dei percorsi
di scarico e della manutenzione straordinaria delle infrastrutture
idrauliche si dovrà sviluppare uno studio idraulico di dettaglio
supportato da modellazione matematica al fine di determinare misure
idrauliche di difesa dagli allagamenti.
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Descrizione
Area posta a nord del territorio comunale e in sinistra idraulica
rispetto al Bacchiglione.
Essa è caratterizzata da una quasi totalità di suolo ad uso agricolo e ha
un estensione di 584 ettari e forma triangolare; confina a est con
l’ATO 1, a sud con l’ATO 3, mentre a ovest e a nord confina
rispettivamente con i comuni di Saccolongo e Rubano.
137
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Valutazione di compatibilità idraulica
Le portate meteoriche generatesi sull’area sono collettate dai seguenti
scoli consortili Storta, Vegri, Riale, Rialetto, Molina e indirizzate
verso il Bacchiglione.
Scolo Storta. Lo scolo Storta scorre in direzione ovest-est nella parte
settentrionale del territorio comunale. Entra nel comune di Selvazzano
nell’estremo nord-ovest e scorre parallelamente a via Pelosa per circa
4,3 km fino ad immettersi nel canale Brentella presso la chiavica
Storta. Prima dello sbocco viene sottopassato dallo scolo Lazzaretto
ed ha con esso una possibilità di collegamento. Tale collegamento è
dovuto al fatto che il canale Brentella non è sempre in grado di
ricevere le acque per gravità, in quanto è soggetto al rigurgito del
Bacchiglione. Nel caso in cui il livello del Brentella sia troppo alto per
poter ricevere lo Storta, questo va quindi a confluire nel Lazzaretto,
che è invece soggetto a sollevamento meccanico.
Scolo Vegri. Lo scolo Vegri nasce lungo via Vegri presso il confine
comunale ovest (Case Mozzato) e scorre in direzione ovest-est
tagliando trasversalmente il territorio comunale per circa 1,7 km.
Dopo l’incrocio tra via Vegri e via V. Emanuele III scarica nello scolo
Riale.
Scolo Riale a Selvazzano. Nasce lungo via Vegri dall’unione dello
scolo Vegri con lo scolo Diramazione Scolo Riale a Selvazzano. Lo
scolo percorre parallelamente via Vegri per circa 940 m ricevendo in
sinistra lo scolo Rialetto. Dopo circa 1 km lo scolo entra nella zona
urbana di Don Bosco, sottopassa via Don Bosco e dopo 1 km riceve in
destra lo scolo Allacciante Riale – Bisatto. Dopo altri 250 m esce dal
territorio comunale di Selvazzano Dentro ed in comune di Padova
viene sollevato nel canale Brentella attraverso l’idrovora Brentelle.
Scolo Rialetto. Scolo di circa 1,2 km che nasce lungo via Vittorio
Emanuele III e dopo avere attraversato aree di tipo agricolo,
sottopassa via Bressan scaricandosi nello scolo Riale all’altezza di via
Vegri.
Scolo Molina. Origina a Saccolongo come diramazione dello Scolo
Piroche. Entrato a Selvazzano, dopo circa 100 m, origina la
Diramazione Scolo Molina in sinistra; continuando verso est dopo
circa 500 m di area agricola lo scolo arriva a costeggiare via Pralungo.
Ritornato in ambito agricolo lo scolo scorre a sud di via Pralungo e
dopo circa 1 km, sottopassata via Vittorio Emanuele III, si immette
nella Diramazione Scolo Riale a Selvazzano.
138
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Valutazione di compatibilità idraulica
Dati urbanistici
Tabella 27. Dati urbanistici ATO n. 2
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L’ambito territoriale è interessato nella sua estremità ovest dal sedime
della nuova bretella (GRAP) prevista dal PRG. Dovrà quindi essere
garantita la continuità idraulica degli scoli interessati
dall’infrastruttura e dovranno essere realizzati invasi pari a 800 mc per
ettaro di superficie impermeabilizzata da nuova viabilità come
prescritto dal Genio Civile di Padova.
Dovranno essere dettagliatamente analizzati gli attraversamenti dello
scolo Molina e scolo Vegri.
139
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Valutazione di compatibilità idraulica
12.1 AREALE G05
Luogo
Area agricola tra Tencarola e Caselle, zona est dell’ATO 2.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta.
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 17221 mq. Essa
è costituita da un'area boscata inserita in un contesto agricolo. A sud
dell'areale è presente il polo veterinario.
Assetto del territorio
Area pianeggiante alla quota media di 18.5 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è attualmente occupato da un'area boscata.
Trasformazione prevista
Areale di riqualificazione e riconversione da PAT.
Rete idrografica
All'interno dell'areale non sono presenti scoli consortili. Le acque
meteoriche gravanti sulla superficie drenano naturalmente verso il
sottosuolo o sono collettate attraverso fossi secondari e tratti di
tubazione verso sud.
140
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso sud in direzione dello scolo Riale a
Selvazzano.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 28. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
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PAI.
141
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Valutazione di compatibilità idraulica
12.2 AREALE G06
Luogo
Località Fogazzaro, estremità nord ovest dell’ATO 2.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta.
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area di 21913 mq è delimitato a ovest
da via Fogazzaro, mentre confina a nord e sud con proprietà agricole e
infine a est con una proprietà residenziale.
Assetto del territorio
Area pianeggiante situata alla quota di 17,4 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è occupata da un rivenditore di gas infiammabili ed è
accessibile da via Fogazzaro.
Trasformazione prevista
Riqualificazione e riconversione da PAT.
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque
meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso fossi
secondari e tratti di tubazione verso lo Scolo Storta che dista circa 300
m.
142
åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì
Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche
della porzione più a nord è quella di convogliare i flussi verso un
fosso secondario indirizzato verso un ramo dello scolo Storta. Sarà
comunque necessario effettuare un opportuno risezionamento del
fosso e una verifica o ripristino degli attraversamenti.
Per quando riguarda la zona più a sud una possibile via di scarico è
costituita dalla rete di fossati secondari che va a collettare le portate
verso sud nello scolo Storta.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 29. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
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di Bonifica Brenta.
143
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Valutazione di compatibilità idraulica
12.3 AMBITI DI EDIFICAZIONE DIFFUSA
L'Ambito Territoriale Omogeneo 2 corrisponde ad una porzione del
territorio comunale di valore ambientale e paesaggistico; all'interno di
esso la presenza di edificazione è quasi trascurabile.
Oltre agli areali di trasformazione appena descritti sono stati
individuati in questo ATO alcuni areali di edificazione diffusa.
In considerazione delle modeste entità delle superfici di intervento,
dei bassi indici di impermeabilizzazione imposti per questo tipo di
trasformazione e del contesto completamente permeabile in cui sono
inseriti per essi si riporta solamente una tabella riepilogativa.
Come si nota la maggior parte degli interventi ipotetici risulta
asseverabile in termini di invarianza idraulica.
Tabella 30:parametri di invarianza idraulica relativi all'edificazione diffusa
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Valutazione di compatibilità idraulica
13 ATO N: 03
Le perimetrazione delle aree con sofferenza idraulica nell'ATO n.3
evidenziate durante i rilievi propedeutici alla redazione del Piano delle
Acque, le aree critiche secondo PRG e secondo PTCP sono
coincidenti sul centro abitato di Tencarola.
Da Piano delle acque sono evidenziate anche altre due criticità diffuse
in ambito urbano e riguardano San Domenico e Selvazzano.
Ogni intervento pianificato ricadente sulle criticità dovrà quindi essere
preceduto dalla sistemazione e mitigazione idraulica dell'area e del
percorso di scarico.
Nell'impossibilità fisica di procedere con la ricalibrazione dei percorsi
di scarico e della manutenzione straordinaria delle infrastrutture
idrauliche si dovrà sviluppare uno studio idraulico di dettaglio
supportato da modellazione matematica al fine di determinare misure
idrauliche di difesa dagli allagamenti.
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Descrizione
Area centrale del territorio comunale, e a cavallo del Fiume
Bacchiglione avente un’estensione di 796 ettari.
Essa è costituita principalmente dai due centri abitati di Tencarola e
Selvazzano Dentro rispettivamente in sinistra e in destra idraulica
rispetto al Bacchiglione.
Confina a nord con l’ATO 2, a est con il comune di Padova, a sud con
il comune di Abano Terme, a ovest con il comune di Saccolongo e in
parte con l’ATO 3.
145
åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì
Valutazione di compatibilità idraulica
Le portate meteoriche generatesi sull’area sono collettate dagli scoli
consortili Vegri, Molina, Riale a Selvazzano, Bisatto, Bolzan,
Giacobba, Bolzanello.
Scolo Vegri. Lo scolo Vegri nasce lungo via Vegri presso il confine
comunale ovest (Case Mozzato) e scorre in direzione ovest-est
tagliando trasversalmente il territorio comunale per circa 1,7 km.
Dopo l’incrocio tra via Vegri e via V. Emanuele III scarica nello scolo
Riale.
Scolo Riale a Selvazzano. Nasce lungo via Vegri dall’unione dello
scolo Vegri con lo scolo Diramazione Scolo Riale a Selvazzano. Lo
scolo percorre parallelamente via Vegri per circa 940 m ricevendo in
sinistra lo scolo Rialetto. Dopo circa 1 km lo scolo entra nella zona
urbana di Don Bosco, sottopassa via Don Bosco e dopo 1 km riceve in
destra lo scolo Allacciante Riale – Bisatto. Dopo altri 250 m esce dal
territorio comunale di Selvazzano Dentro ed in comune di Padova
viene sollevato nel canale Brentella attraverso l’idrovora Brentelle.
Scolo Molina. Origina a Saccolongo come diramazione dello Scolo
Piroche. Entrato a Selvazzano, dopo circa 100 m, origina la
Diramazione Scolo Molina in sinistra; continuando verso est dopo
circa 500 m di area agricola lo scolo arriva a costeggiare via Pralungo.
Ritornato in ambito agricolo lo scolo scorre a sud di via Pralungo e
dopo circa 1 km, sottopassata via Vittorio Emanuele III, si immette
nella Diramazione Scolo Riale a Selvazzano.
Scolo Bolzan. Lo scolo Bolzan drena la maggior parte del territorio a
sud del fiume Bacchiglione. Nasce in Comune di Saccolongo in via
Scapacchiò, nella zona del Municipio; dopo aver attraversato aree
urbanizzate e la zona artigianale entra nel territorio del comune di
Selvazzano Dentro e lo attraversa per circa 1,4 km. Dopo il sottopasso
della S.P. 89 per altri 900 m definisce il confine comunale sud.
Defluendo in direzione sud-est lo scolo Bolzan, attraversa gli scoli
Menona, Rialto e il canale Vigenzone confluendo così nel fiume
Bacchiglione.
Scolo Giacobba. Lo scolo Giacobba ha origine presso la rotatoria tra
la S.P. 89 (via Euganea) e la via Scapacchiò nello spigolo sud-est della
parte sud del territorio comunale. Scorre, tombinato, da nord verso
sud-ovest, per circa 900 m, attraversando l’abitato di San Domenico
del quale costituisce il recapito principale dei deflussi della fognatura
bianca, nonché recapito dei deflussi in uscita dall’impianto di
146
åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì
Valutazione di compatibilità idraulica
depurazione comunale. Ritorna in superficie nel territorio di Abano
Terme fino alla confluenza con lo scolo Bolzan.
Scolo Bisatto. Nasce in ambito urbano ad est di via Risorgimento e
dopo circa 1850 m di area urbana in sinistra fa nascere lo scolo
Allacciante Riale – Bisatto. Dopo aver percorso circa 750 m sempre in
ambito urbano lo scolo confluisce nel canale Brentella attraverso
un’idrovora.
147
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Valutazione di compatibilità idraulica
Dati urbanistici
Tabella 31. Dati urbanistici ATO n. 3
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L’ambito territoriale è interessato dal sedime della nuova bretella
(G.R.A.P.) prevista dal PRG e da altri minori collegamenti viari in
previsione. Dovrà quindi essere garantita la continuità idraulica degli
scoli intersecati dall’infrastruttura di futura realizzazione e dovranno
essere realizzati invasi pari a 800 mc per ettaro di superficie
impermeabilizzata da nuova viabilità come prescritto dal Genio Civile
di Padova.
148
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Valutazione di compatibilità idraulica
13.1 AREALE A04
Luogo
Zona a nord del centro abitato della località Tencarola,
dell’ATO 3.
nord est
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 137752 mq; sul
totale della superficie vengono scomputati i 65000 mq della porzione
est per i quali è previsto l'inserimento di impianti sportivi di interesse
comune, che saranno analizzati a parte.
Esso è delimitato a nord da una superficie adibita allo sfruttamento
agricolo, a est e sud da Viale della Repubblica mentre ad ovest da Via
Don Bosco.
Assetto del territorio
Area pianeggiante posta alla quota di circa 14 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
Allo stato di fatto l’areale risulta essenzialmente sgombro da edifici e
adibito allo sfruttamento agricolo. L’acceso può avvenire dalle vie
perimetrali che lo delimitano.
Trasformazione prevista
Espansione residenziale da PRG e impianti sportivi.
149
åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì
Valutazione di compatibilità idraulica
Rete idrografica
L’areale risulta essere diviso in due parti dallo scolo consortile Riale a
Selvazzano
Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate
attraverso la rete di fossati primari e secondari verso di esso.
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso la rete di fossati esistenti.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 32. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’areale risulta ricadere su un’area urbana sulla quale sono stati
evidenziati problemi di deflusso. Criticità in ambito urbano da Piano
delle Acque Comunale (codice Cr.U.N.02).
La Provincia indica alta pericolosità della rete di bonifica
principalmente nella parte di areale a sud dello scolo Riale mentre il
PRG vigente inserisce l’area a nord dello stesso scolo tra le aree media
a pericolosità per problemi rete di bonifica.
Nell’area in trasformazione non si segnalano aree storicamente
allagate e rischi di esondazione sulla base di documentazione del
Consorzio di Bonifica Brenta.
150
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Valutazione di compatibilità idraulica
13.2 AREALE A05
Luogo
Zona ovest del centro abitato della località Tencarola, presso angolo
nord est dell’ATO 3.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha forma triangolare e ha un area
complessiva di 9834 mq. Esso è delimitato a nord est da Viale della
Repubblica mentre a sud ed ovest confina con fabbricati residenziale
del centro abitato.
Assetto del territorio
Area pianeggiante situata alla quota di 13 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
Allo stato di fatto l’areale risulta sgombro da edifici e adibito allo
sfruttamento agricolo. L’acceso può avvenire da Viale della
Repubblica o da via Carnaro.
Trasformazione prevista
Espansione residenziale da PRG.
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili.
Immediatamente oltre via della Repubblica è presente lo scolo Riale a
Selvazzano, le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono
151
åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì
Valutazione di compatibilità idraulica
collettate attraverso un fosso secondario e un tratto di tubazione verso
di esso.
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso il fossato secondario esistente
parallelo a viale della Repubblica previo un suo opportuno
risezionamento. Sarà necessario anche verificare la funzionalità del
nodo di collegamento tra il fossato e il collettore Ø 140 cm che
attraversa il viale e va a scaricare nello scolo Riale a Selvazzano.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 33. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’areale risulta ricadere su un’area urbana sulla quale sono stati
evidenziati problemi di deflusso. Criticità in ambito urbano da Piano
delle Acque Comunale (codice Cr.U.N.02). L’area ricade tre le aree ad
Alta pericolosità della rete di bonifica secondo la Provincia e il PRG
vigente.
Nell’area in trasformazione si segnalano aree storicamente allagate e
rischi di esondazione sulla base di documentazione del Consorzio di
Bonifica Brenta.
152
åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì
Valutazione di compatibilità idraulica
13.3 AREALE A06
Luogo
Zona ovest del centro abitato della località Tencarola, presso angolo
nord est dell’ATO 3.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 12280 mq. Esso
è delimitato a nord ed est da Viale della Repubblica, a sud e ovest da
una fascia di abitazioni del centro abitato.
Assetto del territorio
Area pianeggiante alla quota di 11 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
Allo stato di fatto l’areale risulta sgombro da edifici e adibito allo
sfruttamento agricolo. L’acceso può avvenire da Viale della
Repubblica o da via Forno.
Trasformazione prevista
Espansione residenziale da PRG.
Rete idrografica
Il perimetro sud dell’areale è costituito dallo scolo consortile Bisatto.
Le acque meteoriche gravanti sulla superficie si infiltrano direttamente
nel sottosuolo o confluiscono per ruscellamento allo scolo Bisatto.
153
åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì
Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso lo scolo consortile mediante posa
di tubazioni e potenziamento del fossato di guardia parallelo a Viale
della Repubblica.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 34. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’areale risulta ricadere su un’area urbana sulla quale sono stati
evidenziati problemi di deflusso. Criticità in ambito urbano da Piano
delle Acque Comunale (codice Cr.U.N.02).
L’area ricade tra le aree ad Alta pericolosità della rete di bonifica
secondo la Provincia e il PRG vigente.
Nell’area in trasformazione si segnala che solo l’estremità nord rientra
nelle aree storicamente allagate sulla base di documentazione del
Consorzio di Bonifica Brenta.
154
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Valutazione di compatibilità idraulica
13.4 AREALE A07
Luogo
Areale situato a sud del centro abitato di Selvazzano Dentro, zona sud
est dell’ATO 3.
Competenza
Consorzio di Bonifica Bacchiglione
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 18762 mq. Esso
è delimitato a nord dall’areale G10, a est da un impianto di
depurazione, a sud dal ramo di via Montegrappa che permette di
accedere al depuratore, mentre ad ovest da via Montegrappa.
Assetto del territorio
Area pianeggiante posta alla quota di 13 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
Allo stato di fatto l’areale risulta sgombro da edifici e adibito allo
sfruttamento agricolo. L’acceso può avvenire da via Montegrappa.
Trasformazione prevista
Espansione residenziale da PRG.
Rete idrografica
A ovest dell’areale è presente lo scolo consortile Giacobba, che in
questo tratto risulta intubato. Le acque meteoriche gravanti sulla
superficie si infiltrano direttamente nel sottosuolo o vengono
intercettate da scoline e da un fosso secondario per poi disperdersi
155
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Valutazione di compatibilità idraulica
nella rete verso lo scolo Bolzanello situato a sud est ad una distanza di
700 m.
Smaltimento acque meteoriche
Le soluzioni più logiche per il collettamento delle acque meteoriche
sono quelle di convogliare i flussi verso lo scolo Giacobba e verso il
fossato secondario sud, previo un espurgo dello stesso e un indagine
dello stato del collettore che costituisce lo scolo Giacobba.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 35. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’areale ricade tra le aree a pericolosità derivante dai fiumi maggiori
secondo la Provincia di Padova.
Nell’area in trasformazione non si segnalano aree storicamente
allagate sulla base di documentazione del Consorzio di Bonifica
Bacchiglione.
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Valutazione di compatibilità idraulica
13.5 AREALE A08
Luogo
Area ovest del centro abitato di Selvazzano Dentro, zona sud ovest
dell’ATO 3.
Competenza
Consorzio di Bonifica Bacchiglione
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un’area complessiva di 164240 mq.
Esso è delimitato a nord e ad est dal centro abitato di Selvazzano, a
sud da via Euganea, a ovest dalla viabilità in progetto G.R.A.P.
Assetto del territorio
Area pianeggiante a quote comprese tra i di 14 e i 15 m.s.m.m. (da
CTR).
Uso del suolo
Allo stato di fatto l’areale risulta essenzialmente sgombro da edifici e
adibito allo sfruttamento agricolo. L’acceso può avvenire da varie vie
del centro abitato tra cui da via Schiavo.
Trasformazione prevista
Espansione residenziale da PRG.
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presente scoli consortili. Lo scolo
consortile più vicino risulta essere il Bolzan situato a sud del lotto a
circa 100 m.
157
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Valutazione di compatibilità idraulica
Le acque meteoriche gravanti sulla superficie si infiltrano
principalmente nel sottosuolo o vengono disperse dai primari e
secondari verso lo scolo Bolzan.
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche
gravanti sull’areale é quella di convogliare i flussi verso la rete di
fossati esistente o verso il collettore di diametro 120 cm che attraversa
l’areale in direzione nord sud entrambe le soluzioni recapitano nello
scolo Bolzan.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 36. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’areale ricade tra le aree a pericolosità derivante dai fiumi maggiori
secondo la Provincia di Padova.
La fascia di areale nord ovest ricade tra le aree a media pericolosità
idraulica sulla base di documentazione del Consorzio di Bonifica
Bacchiglione.
158
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Valutazione di compatibilità idraulica
13.6 AREALE C01
Luogo
Area agricola tra Tencarola e Caselle, zona est dell’ATO 2.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 37513 mq. Esso
è delimitato a nord da via Penghe, ad est con una stradina di accesso a
a lotti privati abitativi mentre a sud con l'areale A04 e ad ovest con la
SP13.
Assetto del territorio
Area pianeggiante alla quota media di 12 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è attualmente adibito allo sfruttamento agricolo ed è
accessibile dalle via perimetrali.
Trasformazione prevista
Areale di espansione residenziale da PAT.
Rete idrografica
All'interno dell'areale non sono presenti scoli consortili. Le acque
meteoriche gravanti sulla superficie finiscono per ruscellamento nei
fossati secondari perimetrali.
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso i fossi primari paralleli a via
Penghe.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 37. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’areale risulta essere ricadere su area a media pericolosità per
problemi di bonifica sottolineati dal PRG vigente.
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Valutazione di compatibilità idraulica
13.7 AREALE C02
Luogo
Area agricola tra Tencarola e Caselle, zona est dell’ATO 2.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 66326 mq. Esso
è delimitato a nord da via Vegri, ad est dalla SP13 mentre a sud e
ovest dal superficie adibite allo sfruttamento agricolo.
Assetto del territorio
Area pianeggiante alla quota media di 14 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è attualmente adibito allo sfruttamento agricolo e a prato ed è
accessibile dalle via perimetrali.
Trasformazione prevista
Areale di espansione residenziale da PAT.
Rete idrografica
All'interno dell'areale non sono presenti scoli consortili.
Le acque meteoriche gravanti sulla superficie drenano naturalmente
verso il sottosuolo o sono collettate attraverso scoline e fossi
secondari.
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso il fosso primario parallelo a via
Vegri al fine di indirizzare la portata verso lo scolo Riale a
Selvazzano.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 38. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’areale non risulta ricadere in aree allagabili secondo le fonti
disponibili.
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Valutazione di compatibilità idraulica
13.8 AREALE C03
Luogo
Zona immediatamente ad ovest del centro abitato di Tencarola, zona
nord dell’ATO 3.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area di 36098 mq è delimitato a nord
da via Vegri a est dalla strada provinciale 13 a sud e ad ovest da
un’area agricola.
Assetto del territorio
Area pianeggiante a quota variabile tra i 13 e i 14 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
Allo stato attuale l’area è completamente destinata allo sfruttamento
agricolo.
Trasformazione prevista
Espansione residenziale da PAT.
Rete idrografica
Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate
attraverso fossi secondari e scoline verso lo Scolo Riale a Selvazzano.
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso lo scolo Riale.
E’ possibile sfruttare anche il fossato secondario presente a est previo
sistemazione straordinaria del fosso.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 39. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’areale risulta essere ben drenato e non ricade tra le aree a
pericolosità sulla base documentazione del Consorzio di Bonifica
Brenta e della Provincia di Padova.
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Valutazione di compatibilità idraulica
13.9 AREALE C04
Luogo
Zona sud ovest del centro abitato di Selvazzano, zona sud dell’ATO 3.
Competenza
Consorzio di Bonifica Bacchiglione.
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un’area di 21249 mq; è delimitato a
ovest e a nord da fabbricati commerciali e residenziali affacciati via
Euganea, a est da una fascia residenziale del centro di Selvazzano, a
sud dall’areale H06.
Assetto del territorio
Area pianeggiante a quota variabile tra i 14 e i 15 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
Allo stato attuale l’area è principalmente destinata allo sfruttamento
agricolo ad eccezione di una porzione costituita da un piazzale a
servizio di un attività.
Trasformazione prevista
Espansione residenziale da PAT.
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque
meteoriche gravanti sulla superficie si infiltrano prevalentemente nel
sottosuolo.
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso il fosso primario esistente a est
dell’areale tramite l’escavazione di un nuovo fossato o posa di una
tubazione opportunamente dimensionata. Tale fossato primario, per il
quale è necessario un intervento di sistemazione/manutenzione,
indirizza le portate verso lo scolo consortile Bolzan che scorre a sud
dell’areale oltre la nuova viabilità G.R.A.P. in progetto.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 40. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’area ricade tra le aree ad media pericolosità della rete di bonifica
sulla base di documentazione della Provincia, del PRG vigente, e del
Consorzio di Bonifica Brenta.
La Provincia di Padova inserisce l’area anche tra le aree a pericolosità
derivante dai fiumi maggiori.
Il percorso di scarico ipotizzabile risulta interessare un tratto di fossato
primario sul quale sono stati evidenziati problemi di deflusso. Criticità
localizzata da Piano delle Acque Comunale (codice Cr.L.S.05). Per
questo si ribadisce la necessità di un risezionamento di tale tratto.
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Valutazione di compatibilità idraulica
13.10 AREALE F01
Luogo
Areale a nord ovest del centro abitato di Selvazzano Dentro, zona
ovest dell’ATO 3.
Competenza
Consorzio di Bonifica Bacchiglione
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area di 56086 mq. E’ delimitato a
nord da via Fratelli De Gasperi, a est dal centro urbano di Selvazzano,
a sud ed ovest da via Scapacchiò.
Assetto del territorio
Area pianeggiante posta alla quota di circa 15 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale risulta essere prevalentemente occupato dal sedime di
un’attività industriale metalmeccanica. La porzione nord (10000 mq) è
caratterizzata allo stato attuale da una superficie a verde.
Trasformazione prevista
Riconversione funzionale.
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque
meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso
tubazioni e disperse verso la rete stradale. E’ comunque presente un
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Valutazione di compatibilità idraulica
collegamento tramite fossato primario con lo scolo Bolzan che risulta
però in condizioni di sofferenza idraulica.
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso il fossato primario presente al di là
di via Scapacchio e parallelo a via Cimabue.
Tale fossato, attraversata via Schiavo, disperde le portate ad altri due
fossati primari che scaricano nello scolo Bolzan.
E’ comunque necessario provvedere ad un adeguato risezionamento e
sistemazione straordinaria dei fossati interessati.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 41. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’area ricade tra quelle a media pericolosità della rete di bonifica sulla
base di documentazione del Consorzio di Bonifica Bacchiglione.
La Provincia di Padova la inserisce tra le aree a pericolosità derivante
dai fiumi maggiori.
Il percorso di scarico ipotizzabile risulta interessare tratti di fossati
primari sui quali sono stati evidenziati problemi di deflusso. Criticità
localizzata da Piano delle Acque Comunale (codice Cr.L.S.03). Per
questo si ribadisce la necessità di un risezionamento di tali tratti.
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Valutazione di compatibilità idraulica
13.11 AREALE G07
Luogo
Areale situato a nord del centro abitato di Tencarola, zona nord
dell’ATO 3.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha una superficie pari a 6807 mq. E’
inserito all’interno dell’estremità nord del centro abitato di Tencarola
e confina a est con via Don Bosco.
Assetto del territorio
Area pianeggiante alla quota di circa 14 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
La superficie è occupata principalmente da fabbricati commerciali e
residenziali.
Trasformazione prevista
Riqualificazione e riconversione da PAT.
Rete idrografica
Al di sotto del perimetro nord dell’areale è presente lo scolo consortile
Riale a Selvazzano che in questo tratto risulta intubato.
Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate
attraverso la rete stradale verso tale scolo.
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche a
seguito della riqualificazione è quella di convogliare i flussi verso lo
scolo consortile.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 42. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’area non ricade tra quelle a pericolosità della rete di bonifica sulla
base di documentazione del Consorzio di Bonifica Brenta e della
Provincia di Padova.
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Valutazione di compatibilità idraulica
13.12 AREALE G08
Luogo
Zona centrale del centro abitato di Tencarola comprendente il
cimitero, a nord est dell’ATO 3.
Competenza
Consorzio di Bonifica Brenta
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha una superficie di 33007 mq. E’ inserito
all’interno del centro abitato di Tencarola e indicativamente confinato
dalle via Pola , via Forno e via Buccari.
Assetto del territorio
Area pianeggiante posta alla quota di circa 14 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
La superficie è occupata principalmente dalle strutture cimiteriali.
Trasformazione prevista
Riqualificazione e riconversione da PAT.
Rete idrografica
Al di sotto del perimetro sud dell’areale è presente lo scolo consortile
Bisatto che in questi tratto risulta intubato.
Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate
attraverso la rete stradale verso tale scolo.
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche a
seguito della riqualificazione è quella di convogliare i flussi verso lo
scolo consortile tramite la posa di tubazioni opportunamente
dimensionate.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 43. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’areale risulta ricadere su un’area urbana sulla quale sono stati
evidenziati problemi di deflusso. Criticità in ambito urbano da Piano
delle Acque Comunale (codice Cr.U.N.02).
L’area ricade tra quelle ad Alta pericolosità della rete di bonifica
secondo la Provincia e il PRG vigente.
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Valutazione di compatibilità idraulica
13.13 AREALE G09
Luogo
Areale situato a ovest del centro abitato di Selvazzano Dentro, zona
ovest dell’ATO 3.
Competenza
Consorzio di Bonifica Bacchiglione
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area di 19867 mq. E’ confinato a
nord da una fascia residenziale affacciata a via Puccini, a est da via
Mascagni, a sud da un terreno agricolo mentre a ovest da via Monte
Santo.
Assetto del territorio
Area pianeggiante posta a quota variabile tra i 14 e i 15 m.s.m.m. (da
CTR).
Uso del suolo
L’areale è caratterizzato allo stato attuale dalla presenza di fabbricati
produttivi e residenziali, la maggior parte del lotto è comunque
lasciata a prato.
Trasformazione prevista
Riqualificazione e riconversione da PAT.
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque
meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso la rete
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åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì
Valutazione di compatibilità idraulica
meteorica stradale e successivamente tramite una condotta del
diametro di 120 cm verso lo Scolo Bolzan.
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso la tubazione di diametro 100 cm
esistente lungo via Monte Santo.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 44. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’areale risulta ricadere all’interno di un’area urbana sulla quale sono
stati evidenziati problemi di deflusso. Criticità in ambito urbano da
Piano delle Acque Comunale (codice Cr.U.S.01).
La Provincia di Padova inserisce l’area tra quelle a pericolosità
derivante dai fiumi maggiori.
L’area ricade tra le aree a pericolosità idraulica media della rete di
bonifica sulla base di documentazione del Consorzio di Bonifica
Bacchiglione.
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åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì
Valutazione di compatibilità idraulica
13.14 AREALE G10
Luogo
Zona ad est del centro abitato di Selvazzano Dentro, zona est
dell’ATO 3.
Competenza
Consorzio di Bonifica Bacchiglione
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area di 320102 mq è delimitato a
nord ed est da via Sant'Antonio, a sud dall’areale H05, a ovest via
Montegrappa.
Assetto del territorio
Area pianeggiante a quota variabile tra i 12 e i 13 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
Nella porzione nord dell'areale sono presenti le strutture dell'ex
seminario mentre a sud esso risulta sgombro da fabbricati e dedicato
allo sfruttamento agricolo.
Trasformazione prevista
Riqualificazione e riconversione da PAT.
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque
meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso fossi
secondari e tratti di tubazione verso lo Scolo Giacobba e Bolzanello
molto vicini all’areale in trasformazione.
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso il fossato presente lungo via
Sant’Antonio. Tale fossato scarica direttamente gli apporti meteorici
nello scolo Bolzanello.
E’ comunque necessario provvedere ad una sistemazione straordinaria
del fosso.
Una seconda possibilità di collettamento è quella di sfruttare il
collettore in calcestruzzo presente lungo via Montegrappa (previo
indagine di diametro e stato).
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 45. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
La Provincia di Padova inserisce l’area tra quelle a pericolosità
derivante dai fiumi maggiori.
Non si evidenziano allagamenti storici nell’areale.
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Valutazione di compatibilità idraulica
13.15 AREALE H03
Luogo
Zona ad est del centro abitato di Selvazzano Dentro, vicino al confine
orientale del comune, zona est dell’ATO 3.
Competenza
Consorzio di Bonifica Bacchiglione
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha superficie pari a 4762 mq. E’ confinato
a nord da via Polveriera, a est dal confine amministrativo del comune,
a sud da fondi privati residenziali, ad ovest da via Sant’Antonio.
Assetto del territorio
Area pianeggiante posta alla quota di circa 14 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale risulta essere parzialmente occupata da abitazioni private e
quota parte destinata della superficie è destinata allo sfruttamento
agricolo.
Trasformazione prevista
Ambiti preferenziali di forestazione.
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque
meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate in direzione sud
mediante il fosso di guardia di via Sant’Antonio.
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione per il collettamento delle acque meteoriche è quella di
convogliare i flussi verso il fossato di guardia presente a lato di via
Sant’Antonio e parallelo alla via stessa.
Tale fossato, scorre in direzione nord-sud e dopo aver sottopassato la
futura nuova viabilità del G.R.A.P. recapita le portate nello scolo
Bolzanello che inizia proprio in corrispondenza del confine comunale.
Azioni compensative
Considerato il tipo di trasformazione prevista, non si prevede alcun
tipo di azione compensativa atta a garantire il principio dell’invarianza
idraulica.
Si consiglia tuttavia, nell’ambito della trasformazione delle superfici,
di individuare delle zone fruibili come aree ad espansione naturale
delle acque di pioggia, da realizzarsi mediante ribassamento locale del
piano campagna; tali aree apporteranno notevoli benefici in termini di
sicurezza idraulica del territorio durante gli eventi meteorici più
intensi e scoleranno verso lo scolo Bolzanello per mezzo di vie
preferenziali di deflusso.
Pericolosità idraulica
La Provincia di Padova inserisce l’area tra quelle a pericolosità
derivante dai fiumi maggiori.
178
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Valutazione di compatibilità idraulica
13.16 AREALE H04
Luogo
Zona ad est del centro abitato di Selvazzano Dentro, vicino al confine
orientale del comune, zona est dell’ATO 3.
Competenza
Consorzio di Bonifica Bacchiglione
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha superficie di 56316 mq. E’ delimitato a
nord da fondi privati residenziali, a est dal confine amministrativo del
comune, a sud dallo scolo Bolzanello (confine amministrativo) mentre
ad ovest da via Sant’Antonio.
Assetto del territorio
Area pianeggiante situata ad una quota di circa 13-14 m.s.m.m. (da
CTR).
Uso del suolo
L’areale risulta essere parzialmente occupato da abitazioni private e
inoltre quota parte destinata della superficie è destinata allo
sfruttamento agricolo.
Trasformazione prevista
Ambiti preferenziali di forestazione.
179
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Valutazione di compatibilità idraulica
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque
meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate in direzione sud
mediante il fosso di guardia di via Sant’Antonio.
Smaltimento acque meteoriche
Le soluzioni per il collettamento delle acque meteoriche sono due:
convogliare i flussi verso i fossati di guardia di via Sant’Antonio
oppure verso il fosso privato parallelo al confine comunale.
Tali fossati, scorrono in direzione nord-sud e dopo aver sottopassato la
nuova viabilità del G.R.A.P. recapitano le portate nello scolo
Bolzanello che inizia proprio in corrispondenza del confine comunale.
Azioni compensative
Considerato il tipo di trasformazione prevista, non si prevede alcun
tipo di azione compensativa atte a garantire il principio dell’invarianza
idraulica.
Si consiglia tuttavia, nell’ambito della trasformazione delle superfici,
di individuare delle zone fruibili come aree ad espansione naturale
delle acque di pioggia, da realizzarsi mediante ribassamento locale del
piano campagna; tali aree apporteranno notevoli benefici in termini di
sicurezza idraulica del territorio durante gli eventi meteorici più
intensi e scoleranno verso lo scolo Bolzanello per mezzo di vie
preferenziali di deflusso.
Pericolosità idraulica
La Provincia di Padova inserisce l’area tra quelle a pericolosità
derivante dai fiumi maggiori.
180
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Valutazione di compatibilità idraulica
13.17 AREALE H05
Luogo
Zona a sud-est del centro abitato di Selvazzano Dentro, vicino al
confine sud-orientale del comune, zona est dell’ATO 3.
Competenza
Consorzio di Bonifica Bacchiglione
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha una superficie di 55806 mq. E’
delimitato a nord, ovest e sud da fondi agricoli privati, ad est da fondi
privati residenziali.
Assetto del territorio
Area pianeggiante posta alla quota di circa 12-13 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’intera superficie dell’areale è destinata allo sfruttamento agricolo.
Trasformazione prevista
Ambiti preferenziali di forestazione.
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque
meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate in direzione sudest mediante un fosso privato che scorre in prossimità del confine
comunale.
181
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione per il collettamento delle acque meteoriche è quella di
utilizzare il fosso privato che scorre in prossimità del confine
comunale e che recapita le acque nello scolo Bolzanello.
Azioni compensative
Considerato il tipo di trasformazione prevista, non si prevede alcun
tipo di azione compensativa atte a garantire il principio dell’invarianza
idraulica.
Si consiglia tuttavia, nell’ambito della trasformazione delle superfici,
di individuare delle zone fruibili come aree ad espansione naturale
delle acque di pioggia, da realizzarsi mediante ribassamento locale del
piano campagna; tali aree apporteranno notevoli benefici in termini di
sicurezza idraulica del territorio durante gli eventi meteorici più
intensi e scoleranno verso lo scolo Bolzanello per mezzo di vie
preferenziali di deflusso.
Pericolosità idraulica
La Provincia di Padova inserisce l’area tra le quelle a pericolosità
derivante dai fiumi maggiori.
182
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Valutazione di compatibilità idraulica
13.18 AREALE H06
Luogo
Zona a sud del centro abitato di Selvazzano Dentro, vicino al confine
sud del comune, zona sud dell’ATO 3.
Competenza
Consorzio di Bonifica Bacchiglione
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area di 38848 mq. E’ delimitato a
nord dall’areale C04, ad est ed ovest da fondi agricoli privati, sud
dalla nuova viabilità del G.R.A.P.
Assetto del territorio
Area pianeggiante posta alla quota di circa 13-14 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’intera superficie dell’areale è destinata allo sfruttamento agricolo.
Trasformazione prevista
Ambiti preferenziali di forestazione.
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque
meteoriche gravanti sulla superficie si infiltrano prevalentemente nel
sottosuolo.
183
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso il fosso primario esistente a est
dell’areale tramite l’escavazione di un nuovo fossato o posa di una
tubazione opportunamente dimensionata. Tale fossato primario, per il
quale è necessario un intervento di sistemazione/manutenzione,
indirizza le portate verso lo scolo consortile Bolzan che scorre a sud
dell’areale oltre la nuova viabilità G.R.A.P. in progetto.
Azioni compensative
Considerato il tipo di trasformazione prevista, non si prevede alcun
tipo di azione compensativa atte a garantire il principio dell’invarianza
idraulica.
Si consiglia tuttavia, nell’ambito della trasformazione delle superfici,
di individuare delle zone fruibili come aree ad espansione naturale
delle acque di pioggia, da realizzarsi mediante ribassamento locale del
piano campagna; tali aree apporteranno notevoli benefici in termini di
sicurezza idraulica del territorio durante gli eventi meteorici più
intensi e scoleranno verso lo scolo Bolzanello per mezzo di vie
preferenziali di deflusso.
Pericolosità idraulica
L’area ricade tra quelle a media pericolosità della rete di bonifica sulla
base di documentazione della Provincia, del PRG vigente, e del
Consorzio di Bonifica Bacchiglione.
La Provincia di Padova inserisce l’area anche tra quelle a pericolosità
derivante dai fiumi maggiori.
Il percorso di scarico ipotizzabile risulta interessare un tratto di fossato
primario sul quale sono stati evidenziati problemi di deflusso. Criticità
localizzata da Piano delle Acque Comunale (codice Cr.L.S.05). Per
questo si ribadisce la necessità di un risezionamento di tale tratto.
184
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Valutazione di compatibilità idraulica
14 ATO N: 04
Le criticità che si riscontrano all'interno dell' ATO n.4 sono costituite
da tratti di fossati a deflusso difficoltoso; l'ambito è caratterizzato da
falda molto prossima al piano campagna.
Ogni intervento pianificato dovrà essere preceduto dalla sistemazione
e mitigazione idraulica dell'area e del percorso di scarico.
Nell'impossibilità fisica di procedere con la ricalibrazione dei percorsi
di scarico e della manutenzione straordinaria delle infrastrutture
idrauliche si dovrà sviluppare uno studio idraulico di dettaglio
supportato da modellazione matematica al fine di determinare misure
idrauliche di difesa dagli allagamenti.
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Descrizione
Area posta a sud ovest del territorio comunale e costituita dalla
località Feriole, è caratterizzata da una prevalenza di suolo ad uso
agricolo.
Ha un’estensione di 245 ettari e forma allungata verso ovest; confina a
sud con i comuni di Abano Terme e Teolo, a nord con il comune di
Saccolongo, a est con l’ATO 3.
L’ATO 04 sarà fisicamente divisa dal centro di Selvazzano dalla
nuova viabilità in progetto prevista nel PRG, la quale sarà in parte in
rilevato e in parte in trincea.
Dovranno essere previsti attraversamenti per non creare una barriera
idraulica.
185
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Valutazione di compatibilità idraulica
Le portate meteoriche generatesi sull’area sono collettate dagli scoli
consortili Bolzan e Poggese e indirizzate verso il Bacchiglione.
Scolo Bolzan. Lo scolo Bolzan drena la maggior parte del territorio a
sud del fiume Bacchiglione. Nasce in Comune di Saccolongo in via
Scapacchiò, nella zona del Municipio; dopo aver attraversato aree
urbanizzate e la zona artigianale entra nel territorio del comune di
Selvazzano Dentro e lo attraversa per circa 1,4 km. Dopo il sottopasso
della S.P. 89 per altri 900 m definisce il confine comunale sud.
Defluendo in direzione sud-est lo scolo Bolzan, attraversa gli scoli
Menona, Rialto e il canale Vigenzone confluendo così nel fiume
Bacchiglione.
Scolo Poggese. Lo scolo Poggese nasce ai confini fra Saccolongo e
Selvazzano, attraversa da nord verso sud l’area sud del comune in
prossimità del confine ovest per un breve tratto. In esso defluiscono le
acque meteoriche superficiali dell’area prevalentemente agricola posta
tra via Selve e lo scolo stesso e dell’area urbanizzata della località
Feriole. Dopo aver percorso per circa 1,1 km lo Scolo Poggese esce
dal Comune di Selvazzano.
Dati urbanistici
Tabella 46. Dati urbanistici ATO n. 4
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della viabilità esistente o realizzazione di nuovi tratti di infrastrutture
di progetto.
186
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Valutazione di compatibilità idraulica
14.1 AREALE A09
Luogo
Località Feriole, lato nord di via Euganea.
Competenza
Consorzio di Bonifica Bacchiglione
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un superficie di 72824 mq. E’ delimitato
da via Montecchia, via Euganea, e da una fascia residenziale
accessibile da via Forzatè.
Assetto del territorio
Area pianeggiante posta alla quota di 14 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è attualmente destinato allo sfruttamento agricolo.
Trasformazione prevista
Espansione residenziale da PRG.
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili. Le acque
meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate attraverso fossi
secondari e tratti di tubazione verso lo Scolo Poggese che dista circa
500 m.
187
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche
della porzione più meridionale è quella di convogliare i flussi verso il
collettore in calcestruzzo Ø 100 cm attualmente esistente lungo via
Euganea. Tale collettore scarica direttamente gli apporti meteorici
nello scolo Poggese in comune di Teolo.
Per quando riguarda la zona più settentrionale una possibile via di
scarico è costituita dalla rete di fossati primari e secondari che va a
collettare le portate verso nord nello scolo Bolzan.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 47. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
La Provincia di Padova inserisce l’area tra quelle a pericolosità
derivante dai fiumi maggiori.
188
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Valutazione di compatibilità idraulica
14.2 AREALE C05
Luogo
Località Feriole, a sud ovest di Selvazzano Dentro, zona centrale
dell’ATO 4.
Competenza
Consorzio di Bonifica Bacchiglione
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha superficie di 30640 mq. E’ delimitato ad
ovest e a nord dal Golf Club, a est da un complesso residenziale, a sud
da via Selve.
Assetto del territorio
Area pianeggiante situata ad una quota di 15 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è caratterizzato esclusivamente dalla presenza di una
superficie incolta.
Trasformazione prevista
Espansione residenziale da PAT.
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili .
Le acque meteoriche gravanti sulla superficie si
prevalentemente nel sottosuolo.
189
infiltrano
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
A seguito di una futura trasformazione la soluzione più logica per il
collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi
verso il fossato secondario presente lungo via Selve che va poi ad
attraversare la via stessa per portare i contributi verso sud nello Scolo
Poggese.
E’ comunque necessario provvedere ad un adeguato risezionamento e
sistemazione straordinaria dei fossati interessati. Criticità localizzata
da Piano delle Acque Comunale (codice Cr.L.S.07).
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 48. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’areale presenta problemi di deflusso. Criticità localizzata da Piano
delle Acque Comunale (codice Cr.U.S.07).
L’area ricade tra quelle a pericolosità derivante dai fiumi maggiori
sulla base di documentazione della Provincia di Padova.
190
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Valutazione di compatibilità idraulica
14.3 AREALE G11
Luogo
Località Feriole, a sud ovest di Selvazzano Dentro, zona centrale
dell’ATO 4.
Competenza
Consorzio di Bonifica Bacchiglione
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha una superficie di 8513 m e risulta
inglobato nelle strutture del Golf Club.
Assetto del territorio
Area pianeggiante posta a quota di 16 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è principalmente costituito dal sedime di un fabbricato legato
all’attività sportiva del club.
Trasformazione prevista
Riqualificazione e riconversione da PAT.
Rete idrografica
All’interno dell’areale non sono presenti scoli consortili.
Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate verso la
rete stradale.
191
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Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
A seguito di una futura trasformazione la soluzione più logica per il
collettamento delle acque meteoriche è quella di convogliare i flussi
verso la rete stradale presente lungo via Montecchia che va poi a
disperdere le portata nel fossato primario a nord della collina.
E’ comunque necessario provvedere ad un adeguato risezionamento e
sistemazione straordinaria dei fossati interessati ed eventuale
potenziamento della tubazioni stradali. Criticità localizzata da Piano
delle Acque Comunale (codice Cr.L.S.06).
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 49. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’areale presenta problemi di deflusso. Criticità localizzata da Piano
delle Acque Comunale (codice Cr.U.S.06).
L’area ricade tra quelle a pericolosità derivante dai fiumi maggiori
sulla base di documentazione della Provincia di Padova.
192
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Valutazione di compatibilità idraulica
14.4 AREALE G12
Luogo
Zona ovest della località Feriole, zona centrale dell’ATO 4.
Competenza
Consorzio di Bonifica Bacchiglione
Descrizione del territorio
L’areale di trasformazione ha un area complessiva di 28378 mq. Esso
è delimitato a nord da via Selve mentre ad est, sud ed ovest con aree
adibite allo sfruttamento agricolo.
Assetto del territorio
Area pianeggiante alla quota media di 14.5 m.s.m.m. (da CTR).
Uso del suolo
L’areale è attualmente adibito allo sfruttamento agricolo e a prato ed è
accessibile da via Selve.
Trasformazione prevista
Areale di riqualificazione e riconversione da PAT.
Rete idrografica
Le acque meteoriche gravanti sulla superficie sono collettate
attraverso scoline e fossi secondari verso la rete di fossati locale.
193
åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì
Valutazione di compatibilità idraulica
Smaltimento acque meteoriche
La soluzione più logica per il collettamento delle acque meteoriche è
quella di convogliare i flussi verso il fossato secondario parallelo a via
Selve.
Volumi da invasare ai fini dell’invarianza idraulica
Tabella 50. Volumi di invaso da assicurare per garantire l'invarianza idraulica
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Pericolosità idraulica
L’areale presenta problemi di deflusso. Criticità localizzata da Piano
delle Acque Comunale (codice Cr.U.S.07).
L’area ricade tra quelle a pericolosità derivante dai fiumi maggiori
sulla base di documentazione della Provincia di Padova.
194
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Valutazione di compatibilità idraulica
15 SERVIZI DI INTERESSE COMUNE DI
MAGGIORE RILEVANZA IN PROGETTO
In sede di PAT si individuano alcuni servizi di interesse comune in
progetto distribuiti sul territorio.
Alcuni di essi ricadono all'interno degli areali di trasformazione già
decritti e quindi sono implicitamente considerati e analizzati dal punto
di vista idraulico.
I coefficienti di impermeabilizzazione di progetto ipotizzati per i
singoli areali tengono infatti conto dell'eventuale presenza di un
servizio previsto.
I servizi ricadenti all'esterno degli areali sono invece stati analizzati a
parte e di seguito si riportano le principali caratteristiche e i parametri
idraulici fondamentali.
Servizio S02: ampliamento scuola materna esistente immediatamente
a nord dell'areale A09 in località Feriole.
Servizio S81: orto urbano previsto a sud ovest dell'areale A08 nel
capoluogo di Selvazzano.
Servizio S83.1 e Servizio S83.1: sono rispettivamente i due giardini
pubblici di quartiere individuati ad ovest e a sud dell'areale C02 nella
frazione di Tencarola; le due impermeabilizzazioni di progetto sono
trascurabili e portano all'asseverazione dei due interventi.
Servizio S84.1: impianti sportivi di progetto all'interno dell'areale
A04 nella frazione di Tencarola. Data la loro entità sono stati
scorporati dall'areale A04 e analizzati a parte.
Servizio S84.2: impianti sportivi previsti a sud est dell'areale A08 a
Selvazzano Dentro.
Servizio S86.1 e Servizio S86.2: parchi urbani previsti a sud ovest
dell'areale A08 a Selvazzano Dentro.
Servizio S86.3 e Servizio S86.4: parchi urbani previsti ad est degli
areali H01 ed H02 nella frazione di Caselle.
Servizio S95.1: area a parcheggio ipotizzata a est del capoluogo nei
pressi del confine comunale.
195
åæç èéê ëìíîïé èð ñéêòóôôóïì õéïö÷ì
Valutazione di compatibilità idraulica
Servizio S95.2: area a parcheggio ipotizzata ad ovest dell'areale H06 a
Selvazzano.
Servizio S95.3: area a parcheggio ipotizzata a sud dell'areale A08 a
Selvazzano.
Tabella 51: parametri di invarianza idraulica relativi ai servizi di maggiore rilevanza
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Valutazione di compatibilità idraulica
16 INTERVENTI IDRAULICI DI RILEVANZA
COMUNALE
Oltre agli interventi di mitigazione idraulica direttamente legati agli
incrementi di impermeabilizzazione associati alle trasformazioni di
territorio prevista dal PAT sono individuabili alcuni interventi
ipotizzabili per la risoluzione di problematiche idrauliche su media
scala.
In sede di PAT si individuano 5 zone nelle quali potrebbero essere
inserite altrettante aree di laminazione: tre di esse specifiche per la
laminazione delle portate in eccesso collettate dagli scoli consortili e
due dedicate alla dispersione delle portate generabili sui contesti
urbani caratterizzati da coefficienti di deflusso molto elevati.
Area di laminazione A
Essa è localizzabile all'estremità nord ovest del territorio comunale
lungo lo scolo Storta; porterebbe benefici al centro urbano di Caselle e
garantirebbe un funzionamento ottimale ad un eventuale impianto
idrovoro collettante le portate verso lo il canale Brentelle.
Area di laminazione B
Essa è localizzabile a nord del centro abitato di Tencarola su un'area di
circa 6 ettari; il volume di invaso realizzabile fungerebbe da sfogo in
parte per le portate massime dello scolo Riale a Selvazzano e in parte,
mediante opportuni collettamenti, ai deflussi generabili sui contesti
urbani limitrofi.
Area di laminazione C
Essa è localizzabile nei pressi dello scarico dello scolo Molina nel
Bacchiglione; sarebbe indispensabile per un potenziamento del nodo
idraulico scolo Vegri-scolo Molina garantendo di riflesso un generale
miglioramente della rete consortile locale.
Area di laminazione D
Essa è localizzabile a sud-ovest del centro abitato di Selvazzano su
un'area di circa 4 ettari; l'inserimento di un volume di espansione in
questa posizione garantisce una dispersione dei picchi di portata che si
generano nel contesto urbano che danno luogo alle attuali situazioni di
sofferenza idraulica.
197
Valutazione di compatibilità idraulica
Area di laminazione E
Associata ad un eventuale impianto idrovoro è possibile ipotizzare
un'area di laminazione ubicata immediatamente fuori del territorio
comunale in Comune di Padova nei pressi dello sbocco dello scolo
Lazzaretto nel canale Brentelle; la sua pianificazione dovrà quindi
avere un approccio intercomunale. Gli effetti sarebbero una notevole
riduzione della criticità idraulica che insiste sull'area industriale di
Caselle.
198
Valutazione di compatibilità idraulica
17 CONCLUSIONI
Diversamente dalle aree di campagna, in un’area urbanizzata, la
coesistenza di alti coefficienti di afflusso e bassi tempi di corrivazione
comporta, all’incedere delle precipitazioni, la generazione di grandi
quantità di acqua da smaltire tramite la rete di drenaggio (rete fognaria
bianca o mista, canali della rete di bonifica) e di conseguenza aumenta
la probabilità allagamento.
Il presente studio ha permesso di individuare l’ammontare dei volumi
di invaso necessari a rendere idraulicamente compatibili al territorio le
trasformazioni previste da PAT.
Nelle seguenti tabelle, per ciascun ATO, sono riassunte le
caratteristiche principali delle trasformazioni previste.
L'ultima colonna riporta il volume di invaso da assicurare all’areale a
seguito della trasformazione prevista.
ATO 1
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massima
superficie
massima
volume di invaso
superficie
trasformabile impermeabilizz. di
[mc]
impermeabile di
potenziale [mq]
progetto
progetto [mq]
areale
superficie
areale [mq]
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24641
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1054
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46644
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20990
1995
A03
20306
19179
45%
8631
820
B01
137050
136455
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8533
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B03
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11581
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B04
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19211
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13448
1069
D01
37197
36985
70%
25889
2461
E01
13539
13539
70%
9477
901
G01
5153
5153
30%
1546
147
G02
25468
25468
70%
17827
1695
G03
17112
17112
20%
3422
272
G04
23095
23095
40%
9238
734
H01
24602
24602
0%
0
asseverazione
H02
7184
7184
0%
0
asseverazione
S86.3
10000
10000
25%
2500
238
S86.4
10000
10000
25%
2500
238
L$ %&'()*&+',-*.- /&$0-(%$ '112-.%$&.* 3$112456 7 3ovranno
compensate da un totale di 22041 mc di invaso.
199
essere
Valutazione di compatibilità idraulica
ATO 2
n !"
massima
superficie
massima
volume di invaso
superficie
trasformabile impermeabiliz. di
[mc]
impermeabile di
potenziale [mq]
progetto
progetto [mq]
areale
superficie
areale [mq]
G05
17222
17222
20%
3444
G06
21913
21913
20%
4383
417
I01
4313
3943
5%
197
asseverazione
I02
2626
2626
5%
131
asseverazione
I03
9729
8489
5%
424
40
I04
5573
4578
5%
229
22
I05
4953
3983
5%
199
asseverazione
I06
7604
5670
5%
283
23
I07
1208
820
5%
41
asseverazione
I08
6118
5048
5%
252
20
I09
4445
3620
5%
181
asseverazione
I10
11022
9759
5%
488
39
I11
6439
5474
5%
274
22
I12
4746
4011
5%
201
16
I13
3186
2823
5%
141
asseverazione
I14
1750
1588
5%
79
asseverazione
I15
8469
6519
5%
326
26
I16
1173
552
5%
28
asseverazione
I17
6875
6074
5%
304
24
I18
2635
1839
5%
92
asseverazione
274
L01
2056
2056
10%
206
20
L02
46838
45073
10%
4507
358
N*. $(($.3* /&$0-(%$ 8&'.3- %&'()*&+',-*.- '112-.%$rno
dell’ATO 2,
l’entità del volume di compenso risulta essere minima; dovranno
essere recuperati 1299 mc.
200
Valutazione di compatibilità idraulica
ATO 3
n !"
massima
massima
superficie
volume di invaso
superficie
trasformabile impermeabiliz. di
[mc]
impermeabile di
progetto
potenziale [mq]
progetto [mq]
areale
superficie
areale [mq]
A04
72752
72752
45%
32738
A05
9834
9834
45%
4425
421
A06
12280
12280
45%
5526
525
2602
A07
18762
18762
45%
8443
803
A08
164240
163144
45%
73415
6979
C01
37514
36418
45%
16388
1302
C02
66327
64257
45%
28916
2298
C03
36098
36098
45%
16244
1291
C04
21249
19479
45%
8766
833
F01
56086
7710
50%
3855
366
G07
6807
6807
30%
2042
162
G08
33007
33007
30%
9902
941
G09
19867
19867
30%
5960
567
G10
320102
304152
40%
121661
11565
H03
4762
4762
0%
0
asseverazione
H04
56316
56316
0%
0
asseverazione
H05
55806
55806
0%
0
asseverazione
H06
38848
38848
0%
0
asseverazione
S81
11000
11000
20%
2200
175
S83.1
2000
2000
5%
100
asseverazione
S83.2
2000
2000
5%
100
asseverazione
S84.1
65000
65000
50%
32500
3089
S84.2
4000
4000
50%
2000
159
S86.1
10000
10000
25%
2500
199
S86.2
10000
10000
25%
2500
199
S95.1
3000
3000
50%
1500
119
S95.2
3000
3000
50%
1500
119
S95.3
3000
3000
50%
1500
119
L$ %&'()*&+',-*.- /&$0-(%$ '112-.%$&.* 3$112456 9 3ovranno
compensate da un totale di 34833 mc di invaso.
201
essere
Valutazione di compatibilità idraulica
ATO 4
:;<=
areale
superficie
areale [mq]
A09
C05
G11
G12
S02
72824
30640
8513
28378
3000
massima
massima
superficie
superficie
volume di invaso
trasformabile impermeabiliz. di
impermeabile di
[mc]
progetto
potenziale [mq]
progetto [mq]
72824
30390
8513
28378
2500
45%
45%
30%
20%
50%
32771
13676
2554
5676
1250
2604
1087
203
451
99
L$ %&'()*&+',-*.- /&$0-(%$ '112-.%$&.* 3$112456 > 3ovranno
essere
compensate da un totale di 4445 mc di invaso.
Qualora dovessero essere realizzate completamente le trasformazioni
potenziali previste dal PAT dovranno quindi essere creati invasi per
un totale di 62618 mc.
Il recupero di tali volumi sarà realizzabile mediante i sistemi di
seguito descritti così come riportato all’interno delle “Linee guida per
gli interventi di prevenzione dagli allagamenti e mitigazione degli
effetti” redatte nel corso dello studio del Commissario Delegato per
l’emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici del 26
Settembre che hanno colpito parte del territorio della Regione del
Veneto.
202
Valutazione di compatibilità idraulica
17.1 TIPOLOGIA DI MITIGAZIONE
Posto che, ad oggi, è impossibile intervenire sulla causa, ovvero sulla
precipitazione, si deve intervenire al fine di modificare al suolo il
modo in cui tale volume viene trattato. Le strategie percorribili, anche
contemporaneamente, sono essenzialmente tre:
1. riduzione del volume immesso in rete con invasi di accumulo e
riutilizzo locali;
2. riduzione del volume defluito a mezzo di dispersioni
(riduzione del coefficiente di afflusso);
3. riduzione della portata massima in rete mediante sfasamento
temporale degli apporti.
La prima strategia è certamente la più interessante e moderna. L’idea
è quella di captare e conservare volumi di precipitazione di buona
qualità. Un esempio è la diversione delle grondaie in cisterne di
raccolta per acqua d’irrigazione. I volumi accumulati vengono dunque
sottratti sia alla rete di drenaggio (fognatura bianca, canali di bonifica)
che al trattamento finale (qualora convogliati a fognature miste).
Alla seconda strategia appartengono tutti gli accorgimenti finalizzati a
disperdere quota parte del volume della precipitazione in flussi
profondi, essenzialmente verso la falda freatica, o per
evapotraspirazione.
Quota parte della precipitazione infatti non raggiunge mai la rete di
drenaggio, ma viene dispersa tramite:
1. infiltrazione alla falda freatica (terreno);
2. evaporazione (dalle superfici);
3. evapotraspirazione (dalla vegetazione che assorbe l’acqua dal
terreno e la restituisce, in gran parte, all’atmosfera).
La terza strategia, percorribile per la mitigazione delle piene, consiste
nell’introduzione di uno sfasamento temporale (ritardo) nel rilascio
della portata dalle aree afferenti di bacino. Si creano dunque degli
invasi locali (aree allagabili, vasche di accumulo, condotte
sovradimensionate) che captano rapidamente i flussi provenienti dalle
aree afferenti e che, a mezzo di semplici opere di controllo,
restituiscono lentamente il volume invasato verso la rete. Si ottiene
dunque un effetto di laminazione che non riduce il volume che alla
fine dell’evento sarà transitato alla sezione di chiusura, ma che
”taglia” il culmine della piena.
203
Valutazione di compatibilità idraulica
Tale soluzione è quella che dà maggiori garanzie nell’ottica
dell’incremento della sicurezza idraulica, ma rappresenta una scelta
secondaria rispetto alle precedenti in termini ambientali in quanto non
prevede il risparmio idrico e, nel caso di reti miste, può convogliare al
trattamento acque piovane.
17.1.1 RIDUZIONE
DEL VOLUME PROPAGATO CON ACCUMULO E
RIUTILIZZO LOCALI
Una corretta gestione delle acque meteoriche è certamente alla base di
un buon funzionamento del sistema fognario. La separazione del
liquido in base all’area di captazione è equivalente (almeno in prima
analisi) alla differenziazione delle acque in base alla qualità. In tutta
generalità riconosciamo:
1. Acque di dilavamento dei tetti e superfici di copertura (non
calpestabili);
2. Acque provenienti da superfici verdi o calpestabili, ma non
carrabili;
3. Acque di dilavamento di strade e parcheggi,
Le acque di dilavamento dei tetti e le superfici di copertura sono
interamente accumulabili e riutilizzabili per usi domestici secondari
quali per usi non potabili in casa (p.e. wc) e per irrigazione
separandole dal sistema fognario.
Poiché, quando piove, è necessario che i volumi di accumulo siano
disponibili, il successivo utilizzo delle acque di pioggia è vincolato a
questo aspetto. Si dovrà pertanto prevedere un volume di stoccaggio
dedicato al riutilizzo ed un volume di stoccaggio dedicato alla
diminuzione del rischio idraulico (la pioggia accumulata in
quest’ultimo sarà recapitata nel sistema di drenaggio subito dopo
l’evento in modo da rendere riutilizzabile il volume per un evento
successivo).
†‡ˆ‰Š‹ ŒF? @‡@’•‹ A‡ ‹BB‰‰C“ B“CC•ˆ‹’“ ‹C DC‰E‡‹Ce
204
Valutazione di compatibilità idraulica
17.1.2 DISPERSIONE NEL SOTTOSUOLO
Nelle aree di pianura fortemente urbanizzate, assume un ruolo
fondamentale, per la sicurezza idraulica del territorio, la
massimizzazione della capacità filtrante del territorio al fine di
diminuire la quantità di precipitazione che raggiunge la rete di
drenaggio artificiale ed i corpi idrici superficiali.
Si tratta di sottrarre completamente parte dell’acqua di pioggia che
sarebbe recapitata alle strutture di raccolta, facendola infiltrare nel
terreno.
Questo significa diminuire i coefficienti di afflusso.
Tale tecnica risulta di facile attuazione dove i terreni sono
naturalmente sufficientemente permeabili.
Nel caso di buona capacità drenante dei terreni l’uso delle
pavimentazioni di tipo drenante risulta particolarmente efficace.
L’utilizzo di pavimentazioni drenanti consente una riduzione
consistente delle aree impermeabilizzate con conseguente riduzione
del coefficiente di afflusso.
Il processo inoltre ha anche il vantaggio di alimentare le falde
sotterranee.
Esistono a tale proposito dei dispositivi artificiali (sistemi modulari
geocellulari) che, in virtù della loro grande capacità di detenzione,
possono essere utilizzati, in terreni non propriamente permeabili, per
creare nel sottosuolo strutture in grado di trattenere importanti volumi
d’acqua e rilasciarli lentamente nel terreno sottostante.
I dispositivi noti come tetti verdi evidenziano infine come esistano
anche delle tecniche per la trasformazione di aree impermeabili in aree
semipermeabile.
205
Valutazione di compatibilità idraulica
†‡ˆ‰Š‹ ŒG? ‹Š•‹ Š‡‘‹@@‹’‹ AŠ•”‹”’•
†‡ˆ‰Š‹ ŒH? D“II•’’“ A‡@D•ŠA•”’•
206
Valutazione di compatibilità idraulica
†‡ˆ‰Š‹ JK? D‹E‡•”’“ ‡” ‘•’“”•CC• AŠ•”‹”’‡
17.1.3 VOLUMI
DI INVASO PER LA DETENZIONE TEMPORANEA DELLE
ACQUE
Si tratta di dispositivi che consentono di trattenere temporaneamente
importanti volumi d’acqua in modo che non defluiscano subito nella
rete di drenaggio, e che vengono quindi rilasciati lentamente in tempi
successivi al culmine dell’evento pluviometrico.
Nel dettaglio tali volumi di invaso possono essere realizzati mediante:
1. aree verdi sommergibili o bacini di detenzione;
2. fossi e vassoi;
3. vasche interrate;
4. maggiorazione della rete di drenaggio.
Spesso la soluzione ottimale in termini costi benefici è una
combinazione di quelle sopra indicate.
Negli schemi di rete, tali volumi, possono essere connessi alle reti di
drenaggio, ed ai recapiti finali, in serie od in parallelo.
207
Valutazione di compatibilità idraulica
Le aree verdi sommergibili
In un numero sempre più significativo di casi, la realizzazione dei
volumi di laminazione avviene individuando aree verdi appositamente
introdotte nella nuova configurazione territoriale oppure sfruttando
quelle già esistenti o la cui presenza dovrebbe comunque essere
garantita per il rispetto degli standard urbanistici.
E’ di tutta evidenza che ricavare i volumi necessari nel modo poc’anzi
indicato consente di contenere i costi; molto spesso infatti è sufficiente
abbassare le aree a verde di 80 – 100 cm per ottenere risultati di tutto
rispetto.
La parzializzazione dell’area a volte può essere opportuna per
garantire la migliore fruibilità del sito, in particolare se la superficie
disponibile non è molto estesa ma lo sono i volumi richiesti; si
possono prevedere quote diverse del fondo e/o arginelli o setti di
contenimento.
†‡ˆ‰Š‹ JM? ‹Š•‹ ‹ D‹ŠB“ ‹CC‹ˆ‹‘‡C•
208
Valutazione di compatibilità idraulica
Invasi in fossi e vassoi
Una variante della tipologia di cui al paragrafo precedente è la
realizzazione di volumi di invaso in aree verdi ma sagomate a forma
di fossati a sezione trapezoidale o golenale.
I vassoi propriamente detti sono formati da zone lineari depresse
laterali a zone impermeabile dalle quali ruscella l’acqua che viene
immagazzinata.
Tali soluzioni si sposano bene a compensazione dell’incremento di
urbanizzazione dovuto alla nuova viabilità. A fianco all’infrastruttura
viaria può essere infatti realizzato un fossato al quale possono essere
collegate le aree interne alle rotonde opportunamente ridisegnate che
diversamente hanno scarsa funzionalità.
I fossi di guardia possono avere inoltre un importante ruolo per la rete
idrografica esistente, in quanto possono fungere da equilibratori
mettendo in comunicazione diversi collettori.
†‡ˆ‰Š‹ JO? E‹@@“‡“ A‡ ‡”E‹@“ ‡” ‹‘‡’“ ‰Š‘‹”“
209
Valutazione di compatibilità idraulica
Vasche artificiali
Appartengono a questa categoria tutti gli invasi, a cielo aperto o meno,
realizzati con sistemi di impermeabilizzazione del fondo o con
elementi artificiali di contenimento.
Per garantire una relativa costanza della portata allo scarico si deve
cercar di ottenere un tirante quanto più costante nel tempo, qualora si
utilizzino semplici sistemi d’efflusso basati su bocche a battente.
Proprio per questo motivo, oltre che per consentire un utilizzo più
razionale dei volumi disponibili e nel contempo assicurare un
adeguato grado di pulizia, si ricorre sempre più spesso alle cosiddette
vasche volano multicamera.
Nella pratica progettuale si è consolidato come valore di riferimento
quello di 400-500 mc, al di sotto del quale è conveniente l’uso di una
vasca monocamera ma al di sopra del quale è certamente più
funzionale l’utilizzo di più comparti idraulicamente connessi.
†‡ˆ‰Š‹ JŒ? E‹@B‹ A‡ ‡”E‹@“ ‡”’•ŠŠ‹’‹
Sovradimensionamento delle reti di drenaggio
Questa soluzione è la più utilizzata per superfici di ridotte dimensioni
(1-2 ettari) come nel caso di piccole lottizzazioni. Essa permette di
realizzare dei volumi d’invaso in linea spesso sufficienti per la
laminazione delle portate in eccesso, ed è comunque abbinabile ad
altre soluzioni tra quelle prospettate, diminuendone la volumetria
richiesta.
Si tratta sostanzialmente di scegliere delle condotte e dei pozzetti di
dimensioni maggiori rispetto a quelle che garantirebbero comunque il
corretto deflusso delle portate così come ottenibili dagli usuali calcoli
delle reti fognarie.
210
Valutazione di compatibilità idraulica
I vantaggi sono sostanzialmente connessi alla possibilità di utilizzare
sedimi che già in un qualche modo sono interessati dall’esistenza della
rete fognaria.
Molto spesso è sufficiente aumentare la sezione dei tubi ed allungare
il percorso della rete, all’interno del comparto interessato, per ottenere
risultati più che accettabili, soprattutto se abbinati poi ad un volume
d’invaso prima dello scarico.
Difese localizzate
Oltre ai dispositivi precedentemente illustrati, che contrastano
attivamente il formarsi stesso di aree a sofferenza idraulica, in
particolari situazioni, di accentuata vulnerabilità, è auspicabile anche
l’utilizzo di difese cosiddette passive localizzate nei punti da
proteggere.
Queste difese passive possono essere categorizzate nelle seguenti
tipologie:
sacchi;
elementi gonfiabili;
paratoie localizzate;
dispositivi contro l’intrusione dell’acqua in ambienti
sotterranei o seminterrati.
211
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P.A.T. - Città di Selvazzano Dentro