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HOWTO
Un Samsung S3 che ti
accompagna da mattina a
sera? Si può
Marco Valerio Principato - 15/03/14
l'ora di pranzo ancora pimpante.
Dopotutto, a una certa ora ha fame
anche lui.
Nessuno gongoli: lo fanno gli iPhone, lo
fanno i Samsung e gli Android in
generale, lo fanno i BlackBerry. Alcuni
di più, altri di meno, ma lo fanno tutti.
Per... limitare i danni, bisognerebbe:
1. limitare l'uso telefonico allo
stretto necessario, evitando di
conversare in zone con poco
campo;
Il problema è di tutti gli
smartphone: con un uso troppo
«libero» la batteria dura metà
giornata. Ma con qualche
accorgimento... la situazione
cambia completamente.
2. limitare l'uso di Internet
fortemente: poca navigazione,
niente multimedialità online,
poco e niente posta elettronica,
messaggistica solo testuale e
senza esagerare; ridurre al
minimo indispensabile le
notifiche e l'interrogazione
continua dei servizi impiegati;
3. niente riproduzioni multimediali,
poche visualizzazioni di foto
prolungate;
Non è un “difetto” di nessuno
smartphone in particolare: qualsiasi di
essi, con la sua batteria originale, se
usato senza mai ricaricare, senza molte
speciali attenzioni e non limitando
fortemente la propria attività telefonica
e su Internet, difficilmente supera...
4. ove non strettamente necessario,
impostare la rete cellulare su 2,5G
(Edge) che è senz'altro lenta ma fa
risparmiare moltissima batteria;
e qualche altra cosa. Ma allora, viene da
dire, che ce l'ho a fare se è così limitato?
Diciamo che le esigenze ergonomico-
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stilistiche hanno la loro importanza: per
farli leggeri e sottili, necessariamente la
batteria deve anch'essa limitarsi nelle
dimensioni e nel peso. Di conseguenza,
anche la capacità della stessa non è mai
così abbondante come farebbe comodo.
Non a caso, per chi vuole superare tale
limitazione, esistono molte batterie
ausiliarie esterne: in linea di massima,
sono batterie aggiuntive che, nella
forma di un bumper un po' più spesso o
nelle più fantasiose forme destinate agli
iPhone (come quello davvero eccentrico
di una mia amica: una specie di
accendino Zippo che, una volta aperto,
scopre un connettore in grado di
ricaricare lo smartphone) sono
comunque progettati per ricaricare la
batteria originale (che, tra l'altro, nel
caso dell'iPhone non si può sostituire,
essendo l'apparecchio sigillato).
capacità maggiore di oltre il 30 per
cento rispetto all'originale. Quel che ci
vuole, appunto, per arrivare alle 15 del
pomeriggio non con la batteria al 25 per
cento ma al 45, anche 50 per cento.
Il problema è che questa batteria più
capace è anche leggermente più spessa:
per questo ci vuole una cover posteriore
apposita, presente nel kit e identica
nella foggia a quella originale.
Il “costo” è rappresentato da un
lieve incremento di spessore,
ma decisamente lieve: 1,6
millimetri, tutto qui. Inoltre
anche il peso lievita di una
ventina di grammi. Il venditore
da cui l'ho acquistata lo spiega
chiaramente, come si vede
dall'immagine qui di lato (cliccabile per
ingrandire).
Sul Samsung Galaxy S3, invece, ho
trovato una soluzione davvero geniale:
si tratta di un kit originale Samsung, al
cui interno vi è una batteria sostitutiva
e una cover posteriore adatta, sempre
originale Samsung.
Tuttavia, come si può osservare dalla
foto in testa al post (cliccabile per
ingrandire) l'aumento di spessore è così
poco da riuscire a calzare perfettamente
lo smartphone nel bumper che si
utilizzava prima: specie se di silicone ci
entra senza difficoltà.
Funziona così: si toglie la cover
originale e si rimuove la batteria
originale (che è da 2100 mAh). Al suo
posto si inserisce quella del kit: è
anch'essa originale Samsung ma è da
3000 mAh e di conseguenza ha una
Questo kit l'ho comprato su eBay da
questo fornitore ma, ora che avete
capito di cosa si tratta, qualora non lo
avesse potete cercare analogo kit anche
da altri.
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Il risultato è stato ottimo: in giorni di
impiego piuttosto gravoso (rari, per
quanto mi riguarda, ma a volte capita)
dalle 7 del mattino sono giunto alle 21
di sera con la batteria al 20 per cento.
Qualcuno che mi segue dirà: “ma come,
avevi detto che il Samsung S3 ti dava
poca fiducia perché poco (o per nulla)
rispettoso della privacy (è vero, ndB), e
ora che fai, lo usi?”.
Vero. Tuttavia era dicembre 2012
quando lo dicevo. Nel frattempo sono
accadute delle cose, precisamente:
• Android è stato aggiornato da
Samsung alla 4.3: dunque, ora ci
funziona l'App Permission
Manager
• Grazie all'App di cui sopra, è
possibile intervenire in maniera
molto fine su ciò che si lascia fare
alle App, a dispetto di quanto
sbandierano di voler fare.
Lo dimostra il fatto che l'attuale mia
configurazione risulta “chiusa” al punto
da non mostrare in rubrica alcun
numero telefonico con “link” ad altre
realtà, nonostante in essa vi siano
diversi contatti dei quali sono “amico”
su Facebook, che “seguo” su Twitter e
via discorrendo: nessuna commistione.
Ovviamente va anche tolta la spunta a
tutte le sincronizzazioni (escluso dove
le si desidera), in particolare a quelle di
Google che, come noto, per default sono
tutte abilitate.
Messo così, anche un Samsung S3 è
relativamente “tranquillo”. Ovviamente
bisogna sempre stare con gli occhi ben
aperti e fare attenzione a qualsiasi
aggiornamento, in seguito al quale le
cose possono cambiare.
Di questi tempi, in cui una realtà come
WhatsApp si è venduta a Facebook (per
ben 19 miliardi di dollari e una poltrona
nel CdA del social network), il grosso
rischio è che la propria intera rubrica –
di cui WhatsApp si fa copia – finisca in
mano a Zuckerberg e il problema non è
il titolare dello smartphone, bensì i dati
di tutti coloro che sono memorizzati
nella rubrica del medesimo: per essere
corretti e soprattutto restare
nell'ottemperanza della legge sulla
privacy, chi possiede uno smartphone è
“titolare del trattamento dati personali”
e come tale ne ha la responsabilità a
termini di legge.
Dunque, non ha alcun diritto a fare
spallucce e lasciare che la prima App
arrivata faccia quel che vuole con il
contenuto della sua rubrica: far finta di
niente su questo in termini legali è
molto più rischioso di quanto si creda.
Vale a dire: mai sincronizzare i propri
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contatti con Facebook, né con Twitter,
né con Google, né con nessuno, in
nessun modo e per nessuna ragione. Tra
tutti gli smartphone, ho visto solo il
BlackBerry capace di “integrare” i dati
dei contatti corrispondenti tra rubrica e
social network, o tra rubrica e altri
servizi, mostrando un elenco integrato
ma senza, per questo, “passare dati” ad
alcuno.
Lo so, è pizzoso, rognoso e per certi versi
anche scomodo ma, ripeto: non si tratta
di “noi stessi”. Ciascuno, con i propri
dati, può fare quel che vuole. Il
problema è che nella rubrica (come
nell'agenda) ci sono dati di altri e noi
abbiamo il dovere – morale e legale – di
tutelarli: con i dati degli altri –
chiedetelo a qualsiasi avvocato – non
possiamo fare ciò che vogliamo.
Marco Valerio Principato
Argomenti trattati:
smartphone, samsung, android
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