Tratto da “CRONACA QUI” del 27 Maggio 2008
IL GEAS VOLA IN A1 CON NAT NEL CUORE
II Geas TÜV Italia torna nell'Olimpo della pallacanestro femminile al termine di una serie playoff dalle emozioni
infinite. Le ragazze biancorosse, infatti, esattamente come nella semifinale con Bologna, ribaltano lo svantaggio
iniziale e alla bella, in un palazzetto al limite della capienza, superano un Crema mai domo per 75 a 71.
GIOIA E AMAREZZA
Lacrime di gioia, dunque. Miste all'amarezza. perché nella grande sera sestese la prematura scomparsa del suo
presidente Natalino Carzaniga non abbandona mai il cuore delle giocatrici, dello staff e di tutti i sostenitori. A ricordare il suo amore per questa società ci sono striscioni con il suo nome piazzati ovunque. E le magliette con
sopra il suo volto con cui le ragazze effettuano il riscaldamento.
THE DAY AFTER
Il giorno dopo in città resta il sapore di un impresa che a settembre nessuno osava immaginare. Una città che si è
riscoperta orgogliosa e innamorata della sua squadra di pallacanestro femminile. Una città pronta a rivivere i fasti
degli anni Settanta, allorché Mabel Bocchi, Rosi Bozzolo e compagne dominavano in Italia e in Europa. In gara 3
si è visto tutto il meglio di questo incredibile gruppo, guidato dalla sapiente lucidità di coach Galli. Si è vista la
classe sopraffina della cubana Rios, capace di infilare 32 punti dimenticando per quaranta minuti un fastidioso mal
di schiena che l'affligge da mesi. La fredda precisione chirurgica di Frantini che a 38 secondi dal termine infila da
otto metri la bomba che vale il +5. Il cuore di capitan Censini in campo a dispetto dei crampi La consacrazione
definitiva del talento del play Arturi. La caparbietà di Ponchiroli, Crippa, Schieppati e Arnaboldi.
PAROLA AL COACH
Orgoglioso delle proprie ragazze coach Roberto Galli: «Questa squadra ha compiuto una crescita esponenziale
durata tutto l'anno. E nei playoff abbiamo raccolto i frutti. Contro Bologna e contro Crema siamo risorti studiando
i nostri errori e le eventuali pecche dell'avversario. Le ragazze non hanno mai smesso di crederci nonostante le
pressione psicologica fosse notevole per fattori purtroppo anche extra cestistici. Vorrei solo aggiungere una cosa:
questa promozione è il mio regalo per Natalino. Il basket femminile in generale gli deve un grande applauso».
IL FUTURO
Neppure il tempo di far passare la sbornia che il GEAS è atteso da un doppio impegno. Il primo sul campo. Precisamente a Udine dove questa settimana le Under 19 si giocheranno il titolo italiano nelle final eight. E questa
squadra avrà in campo ben cinque giocatrici della prima squadra a dimostrazione di un vivaio che è un fiore all'occhiello. Il secondo impegno, invece, è quello più delicato. Reperire le risorse per potersi iscrivere al campionato di
Serie Al e allestire una squadra competitiva. Ma Carletto Vignati, storico dirigente GEAS e da venerdì sera nuovo
presidente, non ha dubbi; «In mezzo a mille problemi faremo la Serie Al. Alle ragazze protagoniste di questa impresa, comunque, posso già dire rinforzeremo la squadra, ma sono pronto a riconfermare chiunque vorrà restare.
Era una promessa che avevano ricevuto da Natalino e la manterrò».
Roberto Pegorini
Tratto da “La Gazzetta dello Sport” del 28 Maggio 2008
Se non credete alle favole, fermatevi qui. Ma sarebbe un peccato, vi perdereste una delle storie dell'anno. Vera. L'ultimo capitolo è stato il 75-71 con cui la Tüv Italia Geas di Sesto San Giovanni ha risolto, sabato scorso, la finale di A2
femminile contro la Sea Logistic Crema.
Primo flash: la regista della squadra che dopo 15 anni ha restituito l'A1 al primo club italiano campione d'Europa
(1978) è la ventenne Giulia Arturi, figlia di Rosi Bozzolo che nello stesso ruolo dirigeva Mabel Bocchi, Wanda Sandon
e le altre interpreti della dinastia geassina degli anni Settanta. Ma ci sono tanti altri intrecci in questa promozione
fatta di persone speciali come il capitano Annalisa Censini, laureata in economia, di giorno product manager per Sorrisi e Canzoni Tv, di sera 165 centimetri di energia e leadership. O come Michela Frantini, che in queste settimane,
continuando il suo tirocinio nel carcere di Bollate per specializzarsi in psicologia sociale, ripenserà alla tripla con cui ha
risolto la partita decisiva. Il basket è la seconda attività anche per le studentesse universitarie o liceali Arnaboldi, Arturi, Calastri, Crippa, Marulli, Ponchiroli, Schieppati, Tomanovic, Tresoldi, che completano un nucleo costruito anno
dopo anno in economia: in un'A2 dove circolano ingaggi già molto interessanti, a Sesto le «under» giocano gratis, le
altre ricevono solo piccoli rimborsi spese, e la pizza del dopopartita la pagano di tasca propria. E' il budget più ridotto
a questi livelli che si ricordi. C'è un tocco di esotismo: la trentenne mamma cubana trapiantata in Brianza Yadiletsy
Rios, ala-pivot del '77, ex nazionale del suo Paese, italiana per matrimonio: veniva da uno stop per un lungo infortunio, poi per la maternità e infine da una stagione in B2; ha scritto 32 punti e 13 rimbalzi in gara-3 di finale ed è la
giocatrice dell'anno. Il tecnico? Storia ai confini della realtà anche questa perchè Roberto Galli non allenava da
vent'anni: campione d'Italia alla guida di Vicenza nell'84, aveva chiuso con la panchina nell''88: un improvviso ritorno
di fiamma lo ha trasformato nel «comeback of the year». Ha preso una squadra a gestione familiare, reduce da due
stagioni a metà classifica, l'ha trasformata in una macchina da canestri (miglior attacco del campionato) e poi l'ha
fatta viaggiare tra il primo e il terzo posto, trasmettendole anche il gusto per il bel gioco. Ha contagiato le ragazze
con la sua idea fissa: non accontentiamoci, possiamo andare fino in fondo. Aveva ragione.
Ma l'uomo che ha messo insieme queste persone si è perso la festa finale. «Come te nessuno mai. Grazie Nat» è lo
striscione che ha accompagnato le rossonere per tutti i playoff: «Nat» è Natalino Carzaniga, il presidente factotum
(finanziatore, manager, autista, scoutman...) che, un passo per volta, ha creato le basi per la rinascita del club. Ha
scelto quasi tutte le ragazze quand'erano bimbe: per loro diventa una sorta di insostituibile zio e confidente, compagno di scherzi e di lunghe trasferte in pulmino. Viene fulminato da un infarto lo scorso 3 maggio, a 49 anni. Uno
shock da rimanere senza fiato. «Il Geas è la seconda famiglia per tutte noi, e lui era il Geas», lo ricorda in lacrime
Censini all'indomani della scomparsa. E’ lei che l'ha trovato esanime in casa quel maledetto sabato mattina. Un calendario impietoso impone a tutte di scendere in campo poche ore dopo. A Ivrea si gioca piangendo. Ai funerali partecipa una grande folla, guidata da decine di bambine del minibasket in divisa sociale. La bara viene richiusa mentre le
ragazze della prima squadra tutte intorno lanciano l'urlo di battaglia. In questo clima si cominciano i playoff, poche
ore dopo: lacrime e canestri. Non si sa come, ma la favorita Bologna viene eliminata, dopo una memorabile rimonta
in gara-3 di semifinale al PalaDozza, con il pivot Calastri a reggere l'ultimo quarto col naso rotto da una gomitata. Poi
un'altra serie stupenda con Crema ed è A1. «Abbiamo vissuto per tutti i playoff in un'altra dimensione», spiega Frantini. Tutte giocavano senza sapere se la società sarebbe esistita ancora di lì a qualche giorno. Per chi vincevano allora? «Per noi e per Nat», rispondono le ragazze. Una squadra in missione.
Serve altro per uno sceneggiatore a corto d'idee? Forse l'«happy end» totale: e tutte giocarono e vissero felici e contenti. La sfida più difficile comincia ora: trovare le risorse che permettano di non rinunciare al traguardo raggiunto. Il
professionismo, in questi anni, era lontanissimo dalla «famiglia Geas», la perdita improvvisa di Carzaniga complica
tutto, il tempo stringe. C'è il progetto di formare una Srl con il maggior numero possibile di soci-finanziatori: sarebbe
un delitto se, a due passi dalla grande Milano, non arrivasse il sostegno richiesto a questa fabbrica di sogni. Ne conoscete altre così?
Manuel Beck
Da una mail inviata al GEAS il 26 Maggio 2008
Sono felicissima e orgogliosa.
Complimenti a tutti: società, allenatore e ragazze
Mabel Bocchi
P.S.: che ne direste di iniziare un nuovo grande ciclo?
Mabel Bocchi contro la gigantesca Semenova
Tratto da “LA PREALPINA” del 26 Maggio 2008
TRIONFO AL PALAFALCK: IL GEAS SESTO SI RIPRENDE L’A1
"Nat...uralmente grandi - Grazie ragazze".
Nello striscione che unisce Natalino Carzaniga, il presidente appena scomparso, e le sue giocatrici, c'è il senso
dell'impresa compiuta da questo incredibile Geas. Sarebbero state grandi lo stesso, anche se avessero ceduto a
un Crema che a sua volta ha dato tutto per vincere, in una partita vibrante e a ritmi altissimi come le prime due
della serie; ma le rossonere hanno superato pure l'ultimo ostacolo, prendendo subito il comando senza più mollarlo. E alla fine è esplosa la festa davanti ai 400 spettatori stipati nel PalaFaIck, tra cui tante figure importanti
di una tradizione che le ragazze guidate da Roberto Galli hanno onorato e fatto rifiorire....nella speranza che la
nuova sfida che si apre ora, quella societaria, confermi l'A1 riconquistata sul campo dopo 15 anni.
Vittoria come sempre del collettivo, quella di gara 3, ma con due protagoniste: una Rios dominatrice assoluta
(14/21 al tiro, 13 rimbalzi, 4 recuperi, 44 di valutazione) e una Frantini che, nei momenti critici, si conquista
canestri a rimbalzo in attacco e in entrata (2/8 da 3 ma 4/6 da 2 e 11 rimbalzi) e infila la tripla decisiva nell'ultimo minuto. In avvio, la Tüv Italia vola sul 9-2 con un siluro di Censini, poi 13-5 su un canestro al volo di Rios
servita da Arturi, mentre Crema, schierata a zona e con la '90 Cerri in quintetto, impiega un quarto a
"metabolizzare" l'assenza della leader Barzaghi, infortunata in gara 2 (di là ancora out Calastri). Una bomba di
Crippa sulla sirena fissa il 18-9 al 10', ma basta uno sprazzo alle ospiti, trascinate da Fumagalli (3/8 da 2, 4/8 da
3), per centrare la loro unica parità (22-22 al 13'), prima che una penetrazione di Arturi e due canestri di Frantini, "di rapina" a rimbalzo, facciano ripartire il Geas. A inizio ripresa, però, si sveglia Bergvalde, che insieme all'ex
sestese Vujovic riporta a contatto le ospiti (45-43 al 26'), mentre Sesto, con Crippa frenata dai falli (1/8 in soli
20') e Censini acciaccata, ha poche alternative alla sua cubana, ma evita l'aggancio con Frantini e Ponchiroli
(53-50 al 30'). L'ultimo quarto è una volata infinita: Crema accorcia subito a -1 con Monticelli, ma poi fallisce
tutte le occasioni del pari o del sorpasso, così la Tüv Italia riallunga a +6 con Rios e Frantini (60-54 al 35'),
mentre Arturi "francobolla" Fumagalli. La stanchezza non impedisce alle due squadre di scambiarsi colpi da applausi: tripla di Censini, risponde Caccialanza (63-59 al 37'), Rios trova due canestri d'oro in mischia (68-64)
mentre Barbiero fa 0/4 ai liberi; ancora Caccialanza segna in arresto e tiro, ma uno scarico di Censini trova
pronta Frantini per la bomba-partita (71-66 a -40"). Poi sono proprio le due compagne di tante battaglie a chiudere con un 4/4 in lunetta: ed è trionfo.
QUI GEAS
Gioia, energia scatenata ma mai eccessiva, Capitan
Censini esegue il taglio, della retina, c'è il tuffo collettivo
sul parquet del PalaFaIck e poi il "trenino" in mezzo ai
tifosi entusiasti, e ancora mille altri abbracci, tra cui quello commosso di Selene Marulli (purtroppo fuori squadra
nell'ultima parte di stagione) alla vice Renata Salvestrìni.
Mentre Yadi Rios tiene in braccio il figlioletto e Martina
Crippa, insieme alle altre più giovani, esulta ma si prepara già alla prossima avventura, le finali Under 19, Annalisa Censini ricompare con la scritta "A1" sul viso e sulle
braccia: «La dedico a Natalino Carzaniga, a questo pubblico, alla mia squadra meravigliosa che non molla mai e
trova sempre la giocata giusta, a prescindere da chi sia
in campo». Michela Frantini: «Abbiamo vissuto per tutti i
playoff come in un'altra dimensione, senza renderci conto... Stasera Rios è stata super, ma brave anche noi esterne a lottare forte a rimbalzo». L’infortunata Alessandra Calastri: «Un'emozione incredibile, ho sofferto fino in
fondo, alla fine la forza del gruppo è venuta fuori ancora
una volta». Giulia Arturi: «E’ stata una partita di nervi, e
alla fine noi ne abbiamo avuti di più. Grazie ai tifosi». Per
sua madre Rosi Bozzolo, bandiera dello Storico Geas
anni 70, è una soddisfazione doppia: «In comune col
passato c'è lo spirito, la volontà che queste ragazze hanno messo in campo. Meritavano di essere loro a riportare
Sesto in A1: sono rimaste unite in tutte le difficoltà, guidate da un allenatore che ha saputo dar loro sicurezza».
Ed ecco proprio Roberto Galli (che conferma l’intenzione
di lasciare): «Brava Crema a rientrare più volte, ma abbiamo dato l'ennesima prova di forza mentale nel respingerla. Penso a quanto sarebbe felice Natalino se fosse
qui: questa vittoria è il mio regalo per lui». Dedica per
"Nat anche dal dirigente Carletto Vignati: «Qualcuno, da
lassù, ci ha dato una mano. Ora ci sarà da lavorare».
QUI CREMA
Tra gli sconfitti, il dispiacere per una promozione sfuggita di un soffio si unisce al
riconoscimento dei meriti del Geas e alla
consapevolezza di aver fatto una grande
stagione. «Abbiamo pagato un po' di sfortuna e qualche sbavatura in alcuni momenti chiave, analizza il coach cremasco Filippo Bacchini. E’ stata comunque una gran
partita, che siamo stati capaci di rimettere
in piedi: se fossimo passati avanti almeno
una volta, avremmo forse dato una svolta
psicologica decisiva. Ma Sesto ha condotto
per 40 minuti, vittoria meritata». Due exBiassono e Carugate, oggi colonne portanti di Crema, faticano a trovare le parole:
«Questione di episodi... ci riproveremo
l’anno prossimo", si limita a commentare
una delusa Laura Fumagalli, top scorer
delle sue. "Pochi credevano che potessimo
arrivare fin qui, e anche oggi siamo riuscite
a dare il massimo pur senza Barzaghi, si
consola Martina Monticelli. Abbiamo sbagliato qualcosa di troppo da sotto, ma non
credo che il risultato sia dipeso da questo.
Brave loro a ricacciarci sempre indietro».
Manuel Beck
Dall’editoriale del 28 Maggio 2008 di Franco Montorro, direttore di SUPERBASKET
«La promozione alla Serie A femminile del Geas è una vicenda bella e significativa, con molti connotati di
italianità e di tradizione. E ci riporta, come nel caso di Lucca,sempre nel basket rosa, ad un’essenza perduta, visto che propone principalmente storie di valori e non di valute».
Arrivano dalla pallacanestro femminile due delle vicende più belle e significative degli ultimi tempi: il Geas
che ritorna in Serie A con tutto il fascino della sua storia e Le Mura che idealmente ne prende il posto in A2
dopo aver vinto il suo campionato di Serie B con una sola sconfitta (ricordiamo che ad un certo punto era
l'unica squadra maschile o femminile, tutte le discipline sportive comprese, ad aver vinto ogni volta che era
scesa in campo.) La squadra che fu di Mabel Bocchi e quella in cui opera oggi Lidia Gorlin; quella di un presidente - il compianto Natalino Carzaniga - che faceva, da solo, quasi l'impossibile e poi quella di un presidente - Jolanda Zambon - che aveva dichiarato di preferire un palasport lucchese pieno ad una promozione
e che ha ottenuto entrambe le cose.Le vicende sono belle e istruttive per la ragione che ci riportano ad
un'essenza perduta, soprattutto nel basket maschile, proponendo principalmente storie di valori e non di
valute e perché realizzate tenendo davvero presenti il territorio e/o le tradizioni. E perché i due successi
hanno avuto un connotato di italianità e di passione non annacquato, o peggio, dalla calata delle giocatrici
straniere o naturalizzate. Le donne hanno tanto da insegna anche nello sport; soprattutto la concretezza
nella quotidianità anche quando i maledetti due punti consiglierebbero malandrinamente di fare salti, cercare scorciatoie, sotterfugi o di sprecare tanto e purchessia, per il tutto e subito. Abbiamo usato un termine
collegato a malandrino, che ha nell'etimologia un riferimento all'uomo. Geas e Le Mura, "privilegiate per
citazione: ci servivano a predicare un ritorno a situazioni più italiane, per le ex illustri come per le giovani di
un'età nella quale i sogni possono ancora chiamarsi ideali. E'il bello della pallacanestro: singolare, femminile. Sono storie che ancora piacciono e che vanno proposte a modello o di riferimento: per i maschi(acci) e
non solo. Anche per tutti quelli (acci... denti) che pensano solo a comprare sul mercato estero senza seminare qua e per il successo di storie nell'immediato ma che fra trent'anni - riferimento ovvio al Geas - chissà
se saranno mai ricordate dagli ex.
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Tratto da “SUPERBASKET” del 28 Maggio 2008
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Tre storie in una, per il ritorno del GEAS in Serie A1. O forse decine d’altre, dietro un’impresa straordinaria.
A ben vedere, l’ultima di una squadra che fu da leggenda e che si è stretta nella memoria del presidente
Carzaniga
Questa è una storia incredibile. E' un'impresa straordinaria di quelle che ti fanno pensare che la parola sport
ha una sua magia. Quella del Geas Sesto San Giovanni, targata Tuv Italia, non è solo una promozione in A1,
è la vittoria del cuore confezionata e costruita in campo da dieci ragazze e un tecnico che dal 3 maggio hanno giocato con un solo pensiero: Natalino Carzaniga.
Tragedia - Nat se n'è andato quella mattina, alla vigilia di una delle tappe di questa stagione trionfale, il
giorno in cui Schio ha vinto lo scudetto. Quella sera tutti gli abitanti del mondo del basket donne pensavano
a quel presidente tuttofare, a quel che era, a quel che faceva, che dava, che organizzava. Lo pensavano soprattutto le sue ragazze che hanno moltiplicato le forze. Per Nat. Lo hanno fatto indossando prima di ogni
sfida una maglia con la sua faccia stampata e una scritta che rimarrà lo slogan di questo interminabile Geas:
«Nat, come te nessuno mai».
Lo hanno scritto anche in uno striscione che hanno portato nei campi dei playoff dove hanno guadagnato la
A1, 30 anni dopo la conquista della storica prima Coppa dei Campioni. In questa storia è facile rischiare di
cadere nella retorica, ma il sentimento a volte prevale ed è bello scriverla con le lacrime agli occhi, è bello
raccontarla come fosse una favola. Perché questo era il basket che intendeva Natalino ed è quel che le sue
ragazze hanno recepito. Pochi rimborsi spese, pizza a fine partita, l'uscita di gruppo del venerdì, le ragazzine
del settore giovanile sempre lì, in palestra a cercare di emulare le grandi. Che grandi, poi, non sono. Solo
una, la cubana, Yadi Rios, mamma di un bambino, ha superato i 30 anni. I suoi 32 punti sono stati fondamentali nell'ultimo atto contro Crema. Le ragazze di Nat hanno recuperato due volte, partendo dallo 0-1,
prima con Bologna, allestita per salire, poi con Crema con la quale questo Geas partiva alla pari, ma senza
l’unica vera lunga, Calastri, col naso sfigurato in semifinale. La differenza l'hanno fatta, mai come stavolta, le
motivazioni, la forza interiore, la voglia di regalare al presidente quel che lui, come nessun altro, meriterebbe di vivere e di godere.
Tecnico - Nat era riuscito in un'impresa: convincere Roberto Galli a tornare in panchina. Allenatore nelle
piazze storiche negli anni Ottanta, dopo aver cercato di "svegliare" il movimento guidando da manager la
Lega Basket, era diventato solo un genitore appassionato di Francesca e Filippo.
Prima le juniores, quindi l'entusiasmo, e poi la decisione di allenare la prima squadra. «Non abbiamo ambizioni particolari» raccontò a novembre. «Alla fine ci volteremo indietro per vedere la strada fatta. E credo
che sarà molto bella e lunga». E' stata lunghissima e in questo miracolo c'è la sua mano. «Per le ragazze
devi essere una guida sicura e un punto di riferimento costante» disse. Galli lo è stato da subito, lo è stato
ancor di più quando Nat li ha lasciati, lo sarà ancora perché una piccola promessa l'aveva fatta al suo amicopresidente: «Se per caso dovesse succedere l'incredibile, un anno lo farò».
Ora che l'incredibile è successo Roberto può essere determinante per adeguare una squadra che in A2 è stata una macchina perfetta, ma che, soprattutto a livello organizzativo, ha bisogno di parecchi supporti.
Giulia figlia d'arte - La squadra, già, la squadra. Perché di Nat si è detto e si dirà ogni volta che si parlerà
del Geas, di Galli pure, ma delle ragazze bisogna parlare.
E' una squadra dove tutte studiano. C'è la psicologa, la responsabile marketing, le universitarie. Ragazze che
la mattina sentono inesorabilmente il suono della sveglia e la sera sono in palestra sempre con lo stesso entusiasmo. C'è una capitana, un'anima, "Censo" Censini, c'è la fuoriclasse, Rios, c'è la sostanza, Frantini (suo
il tiro da tre che ha dato la sicurezza della Al), Martina Crippa (classe '89, gran talento offensivo) e Ponchiroli, e c'è un playmaker che è un'altra splendida storia da raccontare.
Giulia Arturi ha 20 anni. Galli le ha restituito fiducia dopo un infortunio tremendo. Lei ha dato tutto. E' la giocatrice dal minutaggio più alto in tutta la serie A; in una partita ha ottenuto un record: 55 minuti di fila, 40
più 3 supplementari, è regina degli assist, tira bene da 3, legge il gioco e non molla mai. E ha vissuto bene il
peso di una famiglia importante: suo padre, Franco, è vicedirettore della Gazzetta dello Sport, sua mamma,
Rosy, è stata forse la playmaker più grande del nostro basket: stella del Geas e bronzo a Cagliari nel '74 con
la Nazionale. Sabato la guardava in tribuna e alla fine l'ha abbracciata. Trenta anni dopo quella Coppa dei
Campioni, sua figlia ha ottenuto la A1 da protagonista.
Francesco Velluzzi
Tratto da “IL GIORNO” del 26 Maggio 2008
SESTO SAN GIOVANNI (Milano) — È presto per porsi delle domande sul futuro, questo è il momento di
festeggiare in casa del Geas Sesto. La promozione in A1 è stata sudata, come è normale che sia, contro una Sea Logistic Crema irriducibile. Nella partita che valeva una stagione, la formazione cremasca
ha confermato le sue doti caratteriali tenendo in bilico il risultato fino all’ultimo nonostante avesse perso per un grave infortunio la sua top scorer Claudia Barzaghi. Le sestesi sono state portate al successo
da una fantastica Yadi Rios, incontenibile sotto i tabelloni, capace di fatturare 32 punti (con un eccellente 13/18 al tiro da due) e di catturare 13 rimbalzi. Il canestro decisivo, per la Tuv Italia Sesto, l’ha
messo a segno Michela Frantini, che ha infranto i sogni delle avversarie nel finale punto a punto. Sesto
applaude le sue ragazze e l’allenatore, protagonisti di un’annata indimenticabile.
LA CAVALCATA trionfale del Geas (una grande del passato: 8 scudetti, una Coppa Italia e una Coppa
Campioni negli anni 70; 14 anni fa la retrocessione in A2) è iniziata l’estate scorsa, quando il presidente Natalino Carzaniga ha convinto Roberto Galli ad assumere il ruolo di head-coach. Con lui la formazione sestese ha fatto il salto di qualità, grazie anche all’innesto di Yadi Rios, che ha dimostrato più
volte di essere in grado di fare la differenza in A2 con il suo dinamismo. Quando la lunga cubana è stata frenata dal mal di schiena, la Tuv Italia ha avuto una flessione, ma si è ulteriormente compattata.
La capitana Annalisa Censini, entrata in campo a stagione in corso dovendo fare i conti con
l’operazione chirurgica a una caviglia, ha portato la sua leadership, preziosissima in un gruppo giovane.
Vera Ponchiroli ha disputato un campionato strepitoso, compensando con la grinta e l’energia alla carenza di centimetri, un po’ come Martina Crippa, 19enne insostituibile nei meccanismi del team di Sesto. Il braccio armato nello scacchiere di coach Galli è stata Michela Frantini, che ha scardinato le difese avversarie a suon di triple, mentre il playmaker classe '88 Giulia Arturi è stata una scommessa vinta
dallo staff tecnico, visto il modo in cui ha interpretato il ruolo di regista titolare. Costretta da un infortunio al setto nasale a guardare la serie finale contro Crema dalla tribuna, Alessandra Calastri è stata
addirittura eroica nella bella vinta a Bologna, reggendo l’urto a rimbalzo contro la migliore batteria di
lunghe del campionato. ''È DIFFICILE spiegare il nostro successo - dice Roberto Galli, coach della Tuv
Italia. L’obiettivo, all’inizio, era quello di disputare un campionato tranquillo, togliendoci qualche soddisfazione. Il gruppo ha avuto una crescita pazzesca fino ad arrivare ad avere una forza mentale incredibile. La consapevolezza e la fiducia nei nostri mezzi ci ha permesso di diventare una grande squadra.
Durante l’anno questo gruppo di ragazze è riuscito a superare le difficoltà e le assenze, non dimentichiamo che abbiamo giocato tutto il girone di andata senza Annalisa Censini''. Nei playoff Sesto ha avuto per ben due volte la forza di risollevarsi dallo 0-1, battendo sia Bologna sia Crema alla bella. Merito dell’abilità e dell’esperienza di Roberto Galli: ''La squadra, nelle ultime partite, ha avuto la capacità di
migliorarsi partendo dagli errori commessi. Esaminare attentamente il gioco di Bologna e Crema è stato importante per arrivare alla vittoria. Le ragazze poi si sono dimostrate eccezionali, riuscendo
nell’impresa di adattarsi a ogni situazione, facendo ciascuna delle cose alle quali non era abituata.
L’esempio è Michela Frantini, che in finale ha preso undici rimbalzi, lei che non è mai stata una rimbalzista. Proprio la generosità nel fare quello che serviva alla squadra è stato il nostro piccolo segreto''.
Antonella Galimberti
Dal sito della Lega Basket Femminile 25 Maggio 2008
NAT, SEI IN A1!!!
Le ragazze del Geas Sesto San Giovanni hanno conquistato la promozione in Serie A1. Onore delle
armi alla Sea Logistic Crema, degna avversaria di una serie combattuta fino all'ultimo.
Permetteteci, però, per una volta, di uscire dai panni imparziali della comunicazione istituzionale. Tutti
abbiamo versato una lacrima di gioia, stasera, e allo stesso tempo di commozione, nel leggere il risultato di gara 3 fra Sesto San Giovanni e Crema: è stato l'avverarsi di un sogno. Un sogno costruito
giorno per giorno, mattone dopo mattone, con una passione sincera, che dovremmo tutti prendere ad
esempio.
Caro Nat, ci sei riuscito.
Complimenti Presidente.
Dal sito della GAZZETTA DELLO SPORT 28 Maggio 2008
Il trionfo del Geas
Viaggio nella storica squadra di basket femminile di Sesto San Giovanni, che ha conquistato la promozione in A1 a 30 anni dalla Coppa
Campioni
SESTO SAN GIOVANNI (Mi) - Questo ritorno vale come quella prima volta. Umanamente anche molto di più. Perché quando una squadra gioca per una persona che era tutto e dal 3 maggio non c'è più subentra inevitabilmente dell'altro: cuore, passione, agonismo, rabbia, voglia di vincere. Annalisa Censini, per tutti Censo, capitana e anima del Geas Sesto San Giovanni, tornato sorprendentemente in
A1 alla faccia di chi aveva speso e progettato con budget di ben altro tipo, spiega che cosa è successo: "Nat (Natalino Carzaniga) per
noi era qualcosa di speciale. Un presidente, un confidente, un amico, un competente, un grande in tutto. Sono arrivata al Geas che avevo 11 anni, quante volte ho mangiato a casa sua... Anche la sera del 2 maggio ero andata a mangiare con Nat. Credo possiate capire...
Il 3 maggio se n'è andato, improvvisamente, lasciando tutti nel dramma. E noi che abbiamo fatto? Abbiamo davvero moltiplicato le forze, avevamo una motivazione in più. Ci siamo dette 'dobbiamo farlo per lui. Dovevamo farlo, ci abbiamo creduto grazie a Nat e ora non
dobbiamo smettere di crederci, perché la storia del Geas deve continuare. E' un patrimonio enorme, c'è un super settore giovanile e
tanta gente vorrà venire a giocare a Sesto San Giovanni".
GEAS - La Polisportiva Geas (oltre al basket, nuoto, pallanuoto pallavolo, hockey ghiaccio, atletica, arti marziali, ginnastica artistica, sci,
calcio femminile, vela lago, vela mare, tutto prevalentemente femminile) è la storia del basket femminile italiano. Nato nel 1955, ha
vinto 8 scudetti tra il 1969 e il 1978, ha vinto la prima Coppa dei Campioni, nel '78, ha vinto otto scudetti giovanili e proprio in questi
giorni la squadra juniores è impegnata nelle finali di Udine. Sempre con Roberto Galli alla guida tecnica. Il patrimonio del Geas è immenso. Ha 7000 iscritti. A Sesto San Giovanni si è affermata negli anni una cultura sportiva importante e questa cultura ha un solo nome: Geas. Mabel Bocchi, Rosi Bozzolo, Wanda Sandon e Cristina Tonelli sono entrate nella storia con la coppa Campioni e con la maglia
azzurra in cui sconfissero per la prima volta le allora inarrivabili russe. Il bronzo della Nazionale all'Europeo di Cagliari resta la perla del
movimento che ancora si riconosce in quei miti. Questo per spiegare a cosa serve il ritorno in A1 di una piazza che è attaccata a Milano.
"Ho vissuto il sabato dell'ultima gara 3 in fibrillazione, a casa, davanti alle immagini di Starchannel su Internet. Le avevo viste un paio di
settimane prima e avevano perso. Non volevo portare sfiga - racconta Mabel Bocchi, il mito - Ho sofferto e gioito per un'impresa straordinaria e nel vedere Giulia Arturi così brava, dopo 30 anni dalle imprese della mamma Rosi Bozzolo. E' un successo che deve servire al
movimento. Perché il Geas lo conoscono tutti, sanno che il basket donne ha fatto grande leva su questo marchio". E' la Lega stessa che
deve capire quanto è importante un Geas nel grande basket per veicolare la sua immagine, per far conoscere le sue ragazze. Il Geas ci
metterà del suo, c'è il progetto di formare una Srl, c'è chi sta lavorando sotto traccia per reperire quei finanziamenti necessari per non
essere una meteora.
LEGA - E proprio il presidente di Lega, Mario Di Marco, è pronto a impegnarsi per sostenere la neopromossa di lusso: "Sono più contento di questa promozione che di quella che avrebbe potuto ottenere la mia squadra. Non sono parole buttate lì. Chi mi conosce sa che
rapporto avevo con Natalino. E quando dico un amico dico tutto. Perché l'amicizia è una cosa seria. Il Geas ha fatto il regalo più bello a
Nat, una persona unica e insostituibile anche per quel che faceva in Lega a Roma. Uno che ha difeso le sue cause con tutte le forze.
Sempre. Il ritorno di Sesto in A1 è un'occasione da non perdere. E' linfa vitale, c'è bisogno di uno sforzo imprenditoriale".
TECNICO - Il garante di tutto dovrà essere Roberto Galli, l'uomo che ha condotto la squadra al traguardo. Non allenava da più di 15
anni, ha fatto un miracolo. "Mi sono riavvicinato portando mia figlia Francesca agli allenamenti. Ho visto, da papà, cosa c'è in questa
società, l'ambiente, il movimento, un settore giovanile forte, con le junior che per due anni di fila sono alle finali. Mi ha convinto Natalino, ero deciso a fare un anno. Adesso ci penso bene. Quel che va capito è che il movimento femminile deve godere di pari dignità rispetto a quello maschile, di pari opportunità, visto che la parola è tanto in voga. Anche in Italia questa cultura deve affermarsi. Noi faremo di tutto per andare avanti bene. La squadra, comunque, ha dimostrato di saperci fare. E' stata in testa dall'inizio e nei playoff si è
imposta. Segno che è diventata grande". E' stato proprio Galli a farla diventare grande dando fiducia alle ragazze, restituendo a queste
splendide protagoniste la voglia di andare ogni sera in palestra.
GIOCATRICI - "Queste ragazze sono state fantastiche, e Natalino ha meritato un trionfo del genere", sono parole di Chicca Macchi,
una delle giocatrici più forti d'Italia, Mvp della finale scudetto che sabato 24 maggio era in tribuna a tifare per il Geas: "L'ho fatto soprattutto per Nat. E sono felice perché la A1 a Milano è una cosa importantissima. La realtà lombarda è fondamentale". Le protagoniste
di questa storia sono dieci ragazze che di giorno lavorano, studiano, si guadagnano da vivere perché di certo non sono diventate ricche
con la pallacanestro. Godono di semplici rimborsi spese e hanno ancora il piacere della pizza tutte insieme dopo la partita. "In A2 te lo
puoi ancora permettere, in A1 è più complicato" raccontava sempre Natalino che proprio su questi dopopartita aveva costruito il gruppo
fantastico che ha conquistato la A1. Ma quel gruppo ha anche solide basi tecniche. Cominciamo dalla guida, dal playmaker e qui va spesa una parola in più perché Giulia Arturi, 20 anni, cresciuta nel Geas, ha preso davvero la bacchetta del direttore d'orchestra guidando il
gruppo con autorità. I numeri parlano per lei: è la giocatrice col minutaggio più alto in A, detiene un record: 55 minuti giocati di fila in
una partita vinta dopo 3 supplementari, prima negli assist, precisa da 3, brava nelle letture. La figlia di Rosi Bozzolo ha dato alla madre
la gioia più bella, 30 anni dopo quella storica conquista della Coppa Campioni. Se Giulia è la mente Yadi Rios è la miglior finalizzatrice.
La cubana, pescata in B2, è stata determinante in più di un'occasione coi suoi punti e i grandi numeri. Ha finito la benzina nei playoff ed
è stata tormentata dai fastidi alla schiena, ma nella gara 3 decisiva con Crema ha segnato 32 punti mettendo in mostra tutto il meglio
del repertorio. Le altre protagoniste sono italianissime e laureate o laureande come Giulia Arturi. Impossibile dimenticare la capitana
'Censo' Censini, anima della squadra in campo e fuori, e utile in ogni occasione. La concretezza è rappresentata da Vera Ponchiroli, Martina Crippa e dalla psicologa Michela Frantini, silenziose, indispensabili, macchine da punti. Selene Marulli non ha giocato i playoff, ma la
sera della finale era in tribuna a tifare per le compagne e poi a festeggiare con loro. Segno dell'unione di questo gruppo che non vuole
assolutamente fermarsi. Si dice sempre così: il sogno deve continuare. Continuerà.
Francesco Velluzzi
Tratto da “Il Giorno” del 28 maggio 2008
ORA SPONSOR E SOLDI PER UN GRANDE GEAS
La gioia per il salto in A1 non è ancora passata ma il presidente avverte:
«Le casse piangono»
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quell'amichevole del 1957 contro la Wild Novara. Da allora tanti i
successi portati a casa: otto scudetti, altri nove giovanili, la Coppa Italia nel ’73, la coppa Europa nel ’78
e dall’80 un campionato sempre in serie A.
L'ultima vittoria sabato contro Crema. La sirena suona, l'euforia dilaga: il Geas è tornato in A1.
«È un onore per il Geas, per lo sport e per il basket femminile, ancora tanto discriminato - commenta
Giuseppe Carrà, presidente della polisportiva -. Questa promozione è un premio per le giocatrici e per
tutti i dirigenti che ci hanno creduto dall'inizio. Alla base c'è un grande impegno; questo risultato è frutto
di un lavoro che va dai corsi di minibasket alle squadre giovanili. E penso che con questo regalo la città
sia stata onorata dal Geas un'ulteriore volta. Del resto, il Geas basket è la squadra che ha ottenuto i risultati migliori nel nord Milano». Poi il ricordo va inevitabilmente a chi queste ragazze le ha guidate canestro dopo canestro, al presidente Natalino Carzaniga. A Nat che quella promozione la sognava tanto e
che quest'anno l'aveva creduta possibile. A Nat che la promozione non ha potuto vederla realizzata sul
campo. «La vittoria è tutta dedicata a lui - continua Carrà -. Le ragazze sono state alimentate da questa
spinta: volevano fargli un ultimo regalo. Oggi Nat direbbe: "Cavolo, siamo tornati in A1!"». Segreto di
questo successo: lo spirito di squadra.
«Eravamo convinti, io e Nat, di aver formato una squadra da playoff che poteva giocarsela - spiega Carlo
Vignati, ex presidente del Geas basket, attualmente consigliere e responsabile del settore giovanile -. È
un gruppo che si è assestato man mano e che si è messo a disposizione di un allenatore con la maiuscola come Roberto Galli, che ha iniziato proprio dalle giovanili del Geas. E riuscito ad amalgamare la
squadra, che già aveva una marcia in più, uno spirito socialmente valido». Un team unito non solo sul
parquet. «Siamo una famiglia. Tutti i venerdì sera le ragazze andavano a cena e al cinema con Natalino.
Tranne le piccole, che il sabato hanno scuola. Se potessimo disporre di soldi, sono sicuro che molte atlete nate in Geas e che ora militano in A tornerebbero con noi».
I soldi, già. E qui si apre il capitolo del dopo promozione. Perché per fare un campionato decente in A1
servono 700-800 mila euro. Il Geas non li ha e per la Tuv Italia è difficile coprire da sola una somma del
genere. «Oggi ci sono reticenze alle sponsorizzazioni – dice Carrà -. Servirebbe una svolta nella politica
del Coni. Per ora stiamo lavorando con impegno per cercare di garantire un buon campionato per la
prossima stagione. Sarebbe davvero un peccato sprecare questa opportunità».
«Il Comune ha dato la sua disponibilità, anche se non sappiamo cosa succederà - conclude Vignati -. A
gonfiare le spese sono le giocatrici straniere che dovremo prendere e che hanno vizi che costano. L'amministrazione ci ha promesso che alla fine dell'anno scolastico inizieranno i lavori per sistemare l'impianto di via Giovanna D'Arco. La capienza attuale è di 312 posti seduti e 88 in piedi. Per l'A1 ne servono
500 seduti. Almeno eviteremo di pagare l'affitto in una palestra a Milano».
Laura Lana
APPELLO DEL SINDACO IN AIUTO AL TEAM
OLDRINI: «SESTESI ABBIENTI, FATEVI AVANTI»
All'indomani della prestigiosa promozione conquistata dalle ragazze di coach Galli è tempo di pensare al
futuro del Geas Basket. A preoccuparsene è anche l'amministrazione comunale, a cui spesso si sono
rivolte le società sportive sestesi in difficoltà non certo di risultati, ma solo economiche.
«La partita di sabato sera è stata una forte emozione per tutti perché si sentiva che era giocata in nome
di Natalino Carzaniga - ha detto il sindaco Giorgio Oldrini, ricordando il presidente, prematuramente
scomparso nelle scorse settimane -. Sappiamo che la società è in difficoltà finanziarie: lo era già per la
A2, nonostante i grandissimi sforzi fatti da ciascun dirigente, figuriamoci per la A1, che costa oltre il doppio».
Servono 600mila euro, per sostenere i costi della prima serie. E gli sponsor attuali non bastano di certo.
Per questo Carzaniga aveva organizzato, nei mesi scorsi, un incontro con l'Associazione imprenditori
sestesi. «Non è un mistero che Natalino ci mettesse del suo è che Carlo Vignati, l'attuale presidente,
abbia persino ipotecato la casa, per pagare i debiti della società — ha detto Oldrini -. Per il Comune, però, è impensabile intervenire direttamente, non ce lo possiamo permettere, anche perché sono tante le
società sportive che andrebbero aiutate, come ad esempio la Pro Sesto o la Stella sestese. Faremo il
possibile: insieme al Geas Basket rivolgeremo un appello ai sestesi abbienti, imprenditori e non solo,
perché si mettano in pista. E studieremo qualche iniziativa di sostegno per raccogliere fondi».
Pat-Lon.
Tratto da “Tuttosport” del 29 maggio 2008
RITORNA LA FAVOLA DEL GEAS, PER CONTINUARE
Per chi l'ha vista in campo, Rosi Bozzolo è il basket italiano declinato al femminile. Certo, c'era Mabel
Bocchi, c'erano Sandon, Tonelli, Battistella, ma insieme le ragazze del Geas erano una squadra perfetta. E tutta italiana. Tanto da vincere otto scudetti tra il 1969-70 e il 1978, anno della coppa dei
Campioni, nientemeno. E Bozzolo era la mente di quel gruppo di cemento. Ebbene Rosi Bozzolo è la
mamma della mente del Geas Sesto San Giovanni appena tornato in serie A1, Giulia Arturi.
Geas vincente nonostante la tragedia che ha colpito il club il 3 maggio.
Già perchè il protagonista del miracolo, il presidente Natalino "Nat" Carzaniga è morto improvvisamente. D'infarto. E le sue ragazze, da lui scelte quand'erano bambine, ad eccezione della cubana
Rios, hanno vinto per Nat. Che da lassù guardava. Una favola, o quasi, se non fosse che adesso il
Geas deve sopravvivere nel paradiso dell'A1 riconquistata. Deve trovare risorse perché lo merita ed
è un esempio da seguire.
ROSI-GIULIA - "E' stato un anno incredibile - spiega Bozzolo - Rios ha permesso il salto di qualità.
Ma la vera chiave è stata nel lavoro dell'allenatore Galli. Ha convinto le ragazze delle loro potenzialità. E certo, c'era Nat. Mia figlia giocava per la sua squadra da quando aveva 14-15 anni. Nat aveva
un progetto, fondato sul settore giovanile, sulle giocatrici costruite in casa. Salendo un passo alla
volta, magari rinunciando ad una promozione possibile in passato. Puntando sulla base, in controtendenza rispetto al basket di oggi. La sua morte è stata un evento terribile. E può pesare sul futuro
del club, anche se ci sono persone che lavorano per la serie A1. Ma trovare risorse non è facile".
ORGOGLIO DI MAMMA - "E' stata un'emozione forte vedere Giulia, seguirla. Ho sempre cercato
di restare più defilata possibile. E le dicevo: "Guardiamoci in faccia noi due, senza ascoltare domande su paragoni stupidi. Vivi la tua vita". Per fortuna ci sta riuscendo. E' riemersa da un brutto infortunio al ginocchio che l'ha fermata un anno. Ha giocato molto. E io è come se rivivessi certe sensazioni. Anche perché il segreto di questa squadra era pure il nostro: un gruppo unito, che si diverte e
dà tutto".
PASSATO - Ecco, sono inutili i raffronti con il passato. "Non saprei giudicare, ho seguito la A2. Il
livello tecnico sarà cresciuto. Ma con tante straniere le giovani italiane, che sono buone, hanno poco
spazio".
FUTURO - E ora il Geas che è tornato deve restare. "Sarebbe meraviglioso se le ragazze che hanno
conquistato la A1 riescano a giocarla. Magari con qualche rinforzo, certo. Spero che qualcuno raccolga il messaggio". Perché la storia va tutelata. Non solo per i 7000 tesserati della Polisportiva nata
nel 1955.
Piero Guerrini
Tratto da “Sorrisi e Canzoni” del 7 Giugno 2008
Capitano Censini, da «Sorrisi» alla A-1
Lei si chiama Annalisa Censini, ha 29 anni, è laureata in economia e di giorno è una delle efficientissime product manager di «Sorrisi». Di sera, però, Annalisa si trasforma in «Capitano Censo», una
macchina da canestri alla guida della Tüv Italia Geas di Sesto San Giovanni, mitico club italiano primo campione d'Europa nel '78, che, il 24 maggio, ha vinto la finale di A-2 contro la Sea Logìstic Crema conquistando I'A-1. Una sola ombra sulla vittoria: il presidente Natalino Carzaniga scompare
all'improvviso il 3 maggio a 49 anni e ora la squadra lotta per garantirsi un futuro.
Tratto da “LA PROVINCIA DI LECCO” del 30 Maggio 2008
YADI RIOS, ALTRA IMPRESA
CALOLZIOCORTE - L'ha fatto di nuovo. Non c'è che dire, quando si parla di Yadiletsi Rios Bueno si finisce sempre per raccontare un'impresa sportiva che passa agli annali della società per cui la forte cestista cubana difende i colori. E come nella stagione 2006/07, quando Yadi fu l'artefice del ritorno di Costa Masnaga in un campionato nazionale dopo 9 anni. Anche quest'anno la trentunenne pivot caraibica
residente a Calolziocorte ha tagliato un traguardo storico, riportando la Geas Sesto San Giovanni in
serie A1 dopo 14 anni di purgatorio tra A2 e B1.
Autentica specialista in promozioni, dopo l'esaltante stagione nella Brianza lecchese, Rios si è ripetuta
anche nella periferia meneghina.
Proprio con quella Geas che a cavallo degli anni '70 conquistò otto scudetti, una coppa Italia ed una
Coppa dei Campioni. Il tutto impreziosito da un'annata da incorniciare e che ha incoronato Rios come
migliore realizzatrice sestese con 606 punti realizzati su 36 gare disputate. Nel dettaglio balzano all'occhio: 223/462 tiri da due punti, 13/42 tiri da tre, 121/178 tiri liberi e 321 rimbalzi (688 di valutazione).
Nell'ultima gara dei playoff, vinta contro Crema 75-71, Rios è stata capace di fatturare 32 punti totali
(13/18 al tiro da due) e di catturare 13 rimbalzi (44 di valutazione).
«È stata un'impresa eccezionale, soprattutto perché nessuno si aspettava un risultato del genere ad
inizio stagione - conferma Rios -. Eravamo partite con l'obiettivo di fare un buon campionato, poi alla
fine andata è cresciuta in noi la consapevolezza di essere alla pari delle altre squadre. Questa fiducia ci
ha dato la spinta per arrivare in A1».
Due promozioni di fila e sempre da protagonista. Qual è il suo segreto?
«Rispetto alla stagione con Costa quest'anno ho patito meno problemi fisici riuscendo a giocare tutte e
36 le gare di campionato. Sono riuscita a stringere i denti fino alla fine, anche se gli acciacchi alla
schiena ed al ginocchio si sono comunque fatti sentire».
All'ultima giornata della regular season, la notizia della morte improvvisa del quarantanovenne presidente della Geas, Natalino Carzaniga, a poche ore di distanza dalla trasferta di Ivrea. Una prova durissima per le ragazze Come ha vissuto la perdita improvvisa del vostro presidente?
«Abbiamo giocato una partita in un clima surreale. Già certe della qualificazione ai playoff siamo dovute scendere in campo ad Ivrea dopo aver subito un colpo così duro. Tutta la squadra era distrutta dal
dolore, ma alla fine abbiamo vinto. Resta l'orgoglio di tutte noi per aver contribuito a realizzare il sogno
di Natalino».
E ora penserà allo scudetto? Voci di mercato rivelano che in A1 sia già iniziata la corsa a chi si accaparrerà le sue prestazioni...
«Mi spiace deluderli, ma ho già preso la mia decisione e non continuerò in serie A1. Preferisco prendermi un anno di riposo e stare vicina a mio figlio Raul di soli tre anni. Dall'anno prossimo inizierà a frequentare l'asilo, quindi potrò vederlo solo la sera e gli allenamenti me lo impedirebbero. La famiglia
viene prima di tutto».
Un anno sabbatico nella speranza che Costa salga in A2?
«Ho un ricordo bellissimo di quella stagione e tuttora continuo a sentirmi con società ed ex compagne.
Certo l'anno prossimo tiferò perché possano salire in serie A2 ed in quel caso non avrei esitazioni a
tornare a vestire la casacca biancorossa».
Riccardo Berti
Tratto da “LA PREALPINA” del 2 Giugno 2008
Dieci episodi per un film da Oscar... riviviamo la cavalcata del Geas Sesto S. Giovanni verso l'A1, in
un'annata incredibile nel bene e nel male.
1) Ecco Galli e Rios. Un mercato estivo oculato, ma con due “colpacci”: Roberto Galli, storico coach di
vertice negli anni '80, subentrato in primavera alla guida delle Under 19, prende in mano la prima
squadra; poco dopo, l'ingaggio di Yadiletsy Rios, ala-pivot ex-nazionale cubana che ha dominato la B2
a Costamasnaga.
2) Censini out. A fine estate, ultimi ritocchi al roster con le giovani Arnaboldi (dalla Comense) e Schieppati (da Rho); confermati 7/10 dell'anno prima. L'arrivo dello sponsor Tüv Italia consente ambizioni
nuove. Il precampionato dà buone indicazioni (passato il turno in Coppa di Lega), ma capitan Censini si
deve fermare (caviglia) e rischia un lungo stop.
3) La maratona con Crema. Alla seconda di campionato è già leggenda: il Geas piega la quotata Crema
dopo 3 overtime, con Arturi in campo per tutti i 55' e le ragazzine decisive dopo l'uscita per falli delle
titolari. è presto, ma s'intuisce che può essere una stagione speciale.
4) Il Geas c'è. Le rossonere prendono fiducia, con Rios e Frantini travolgenti, la crescita di Crippa e
Marulli, l'utilità di Ponchiroli e un'Arturi rigenerata rispetto all'anno prima. Nelle prime 9 giornate, pur
senza Censini, arriva una sola sconfitta; l'impronta di Galli si vede nella concretezza abbinata al bel gioco, e nella personalità trasmessa alle giocatrici, che sanno lanciare “parzialoni” quando conta.
5) Margini di crescita. Qualche limite emerge nei primi due stop contro le corazzate Bologna e Marghera, in cui Sesto dà l'impressione di poter vincere, ma difetta di durezza fisica e mentale “da playoff”,
come sembra dire anche l'eliminazione in Coppa per mano di Reggio Emilia.
6) Trasferta dolce trasferta. Nella fase centrale della stagione emerge la peculiarità del Geas di esaltarsi fuori casa: i raid a Cavezzo, Udine, Bologna (30 di Crippa al PalaDozza), Reggio, uniti al percorso
netto contro la fascia medio-bassa, stabilizzano la Tüv Italia nei primi 3 posti. Poco prima di Natale,
intanto, è tornata Censini, brava a riadattarsi inizialmente a comprimaria.
7) Flessione dopo Pasqua. A fine marzo, la sosta pasquale inceppa qualcosa. Delle successive 6 partite,
il Geas ne vince solo due. Tra i problemi fisici di Rios, la stanchezza di Arturi e Frantini e qualche tensione (fuori squadra Marulli), i playoff non sembrano arrivare nel momento migliore.
8) Addio “Nat”. Il 3 maggio lo shock: Natalino Carzaniga muore d'infarto. La sera stessa, il Geas vince
a Ivrea l'ultima di campionato, chiudendo terzo (23 vinte-7 perse); due giorni dopo, ai funerali dell'amatissimo presidente, tutto il basket femminile si stringe intorno alle rossonere.
9) Trionfo a Bologna. Gara-1 di semifinale con Bologna sembra confermare i timori di un crollo mentale. Ma Sesto impatta per poi esaltarsi in gara-3 nel mitico PalaDozza, con Crippa super, Censini a coronare la rimonta e Calastri che col naso rotto da una gomitata torna da guerriera nell'ultimo quarto.
10) Apoteosi nel derby lombardo. Crema elimina a sorpresa Marghera e il Geas (senza Calastri) ha il
vantaggio-campo in finale. Ma si fa sorprendere in gara-1. Grande reazione in gara-2, rovinando la festa cremasca, poi la partita che vale l'A1, tirata ma condotta dall'inizio alla fine, con Rios inarrestabile
(32 punti) e Frantini decisiva (17 con tripla vincente a -40”). Ed esplode la gioia per le ragazze, per il
pubblico… e per “Nat”.
Manuel Beck
Tratto da “IL CORRIERE DELLA SERA” del 14 Giugno 2008
La mitica società sestese fra passato e futuro
IL GEAS ORA CERCA IL LIETO FINE SPONSOR E SOLDI PER LA SERIE A1
Molti anni fa, un mese di maggio del 1978 in Costa Azzurra, Nizza, una squadra occidentale di basket femminile per la prima volta strappa la Coppa dei campioni alle superpotenze dell’est europeo. E’ italiana, il Geas di Sesto san Giovanni, che sconfigge lo Sparta Praga 74-66. Con il genio e la fantasia di due ragazze in particolare, Mabel Bocchi, ala-pivot,
la più grande giocatrice italiana di tutti i tempi, il Meneghin in gonnella, e Rosi Bozzolo,
playmaker di braccio e di mente.
Quel Geas, formato da 7/10 della nazionale, vinse otto scudetti in dieci anni: dominio assoluto degli anni ’70. Questa è storia.
Mese di maggio appena trascorso. La Tuv Italia Geas vince i playoff di A2, e dopo 15 anni
riconquista la A1. E questa è una favola.
Con i profondi contenuti di sentimenti e magia, ma anche dolore, presenti in tutte le favole. Intanto, il playmaker, Giulia Arturi, è la figlia di Rosi Bozzolo, in una sorta di continuità
spirituale, il capitano Annalisa Censini, grinta da vendere, è il product manager di Sorrisi e
Canzoni Tv, l’allenatore Roberto Galli, dopo aver vinto lo scudetto con Vicenza nel 1984 e
l’abbandono della panchina, è tornato dopo 20 anni, ancora vincente. E poi, c’era lui Natalino Carzaniga, il presidente, ma anche quello che guidava il pulmino, che fasciava le caviglie, apriva e chiudeva la palestra e teneva aggiornato il sito Internet. L’uomo del ponte,
che sui piloni d’amore e passione aveva tenuto aperto il passaggio tra passato e presente.
Ma lui, Nat, come tutti lo chiamavano, se ne è andato alla vigila dei playoff, a soli 49 anni,
in silenzio, senza avvisare. Nel suo nome le ragazze hanno vinto, riconquistando la A1,
eccome se glielo dovevano, del suo nome, oggi che bisogna coagulare gli sforzi per sostenere la nuova, impegnativa, sfida, si avverte la mancanza. Le buone cause non vengono
meno quando cadono gli uomini che le rappresentavano.
Ci piacerebbe accadesse anche al Geas. L’unica società che, con il suo profondo radicamento sul territorio, con lo stuolo di ragazzine del minibasket, è riuscita a coniugare concretamente il ruolo sociale dello sport con la sua espressione al più alto livello agonistico.
Oggi, infatti, il Geas in A1 di basket è il punto più alto, il faro, di tutto lo sport femminile
della Grande Milano. Non si tratta, quindi, di salvare il passato, ma il futuro. Per farlo, c’è
un nome da chiamare, quello di Mario Mazzoleni, bresciano, docente universitario, che tra
mille difficoltà sta cercando di strutturare la società in Srl.
Werther Pedrazzi
Tratto da “NUOVASESTO” del 13 Giugno 2008
La playmaker Arturi chiamata all’All Star Game
Continuano le buone notizie in casa Geas. Alla gioia per la bellissima promozione in Al
conquistata da poche settimane si sommano ora i sorrisi per la convocazione all'All Star
Game di Giulia Arturi e per la conferma di coach Galli alla guida della Tüv Italia. Due situazioni che tengono ancora più alto l'entusiasmo in casa rossonera. La chiamata alla
playmaker sestese è arrivata a inizio Giugno: sarà allora Arturi a rappresentare la squadra campione nel raduno delle stelle dell'A2, che si terrà ad Alcamo (vicino Trapani) tra il
14 e il 15 Giugno. Per Giulia, figlia di Rosi Bozzolo (la fortissima play del Geas degli anni
'70), è un riconoscimento meritatissimo, che va a premiare la sua grinta e il suo grande
equilibrio di gioco. Certo anche la statistiche stagionali sono nettamente dalla parte del
numero 5 del Geas: 36 volte su 36 nel quintetto di base, 1.223 minuti giocati e 73 assist.
In questo momento Giulia è per motivi di studio negli Stati Uniti e farà ritomo in Italia
proprio il giorno prima del raduno. "La convocazione dell'Arturi ha in più un valore simbolico, - sottolinea il coach Roberto Galli - perché andrà ad Alcamo anche per rappresentare
tutta la squadra; e poi è soprattutto un premio per Giulia, autrice di una straordinaria
stagione, secondo me è stata la migliore playmaker del torneo".
Importanti parole di elogio per Arturi da un coach che ritroverà, ormai con certezza anche nella prossima stagione: Roberto Galli ha infatti da pochi giorni prolungato il suo legame con il Geas Basket. Altri tre anni di contratto per il condottiero della Tüv Italia in
A1, che manterrà ben salda sia la panchina della prima squadra che quella della under
19; inoltre da quest'anno acquisirà anche responsabilità in ambito tecnicoamministrativo. Ruolo quest'ultimo conquistato dalla professionalità di Galli, che subito
dopo la firma parla già del futuro: "Nella prossima stagione potrò contare su un nucleo di
giocatrici italiane di valore e di avvenire. Lavoreremo su quello, con le integrazioni che
sono necessarie soprattutto per quanto riguarda le straniere. Sono qui per vincere e per
far prosperare questo club. E per Nat, naturalmente".
Insieme per continuare a portare il basket sestese ai vertici di tutte le competizioni: impresa perfettamente riuscita con la prima squadra e anche sfiorata con l'under 19. Le
giovani, dopo aver vinto il loro girone regionale, si sono comportate egregiamente nelle
finali di Udine della scorsa settimana battendo La Spezia, Udine, Athena Roma e Ginnastica Comense. L'altra squadra capitolina, la Città Futura Roma, ha sconfìtto in finale il
Geas per 67 a 60 lasciando alle sestesi un titolo di vice campionesse italiane comunque
assai glorioso: "Sono davvero molto soddisfatto della mia under 19 - spiega coach
Galli, che in conclusione sottolinea come - abbiamo fatto un grande torneo finale. Le giocatrici romane erano tisicamente più forti di noi e a questi livelli i chili è i centimetri in
meno si pagano. L'importante per noi era comunque essere nella condizione di poterci
esprimere e ci siamo decisamente riusciti". Lo testimoniano le nomine al termine della
partita di Giulia Gatti e Martina Crippa quali componenti del "miglior quintetto" del campionato. Tanti applausi
dunque per il secondo posto dell'under, che con il suo titolo di squadra vice campione
può inviare un'altra dedica al sempre vicino presidente Natalino Carzaniga.
Samuele Tramontano
Dal sito del Basket Team Crema 24 Maggio 2008
Ha vinto la Geas ma mai come in questa occasione possiamo dire che hanno vinto “due” squadre. Si era
resa necessaria la “bella” per sancire chi fosse la “vincitrice” del campionato ed il campo ha dato il suo
verdetto. Abbiamo visto in diretta e poi rivisto la partita e ci siamo fatti una certa idea. Non siamo
all’altezza di fare considerazioni tecniche che lasciamo volentieri agli “addetti” ai lavori ma possiamo comunque tranquillamente dire che l’unica cosa che ci è piaciuta, ed è la cosa più importante, è stata la
prestazione della nostra squadra. Che si è confermata una “grandissima” squadra. Nonostante l’handicap
pesante dell’assenza di Claudia il campo ci ha mandato segnali inequivocabili che l’impresa fosse possibile
e ad un certo punto portata di mano. Che dire. Abbiamo assistito ad una prestazione “maiuscola” da parte di tutte le ragazze capaci, dove non si poteva più arrivare con la lucidità e la freschezza, di continuare
ad aggrapparsi con forza e volontà ad un sogno che solo nella prima parte dell’incontro sembrava lontano
ed impossibile da raggiungere. Poi il cuore, la grinta e la forza di questo gruppo ci ha entusiasmato ancora una volta e ci ha riportato a vedere e sostenere la squadra dei giorni migliori, quella che per tutta la
stagione ha fatto soffrire ed inchinare qualsiasi avversaria. C’è mancato poco. Non siamo riusciti o non ci
hanno permesso (anche questa è stata una sensazione provata) di mettere la testa avanti. Non abbiamo
avuto la possibilità di vedere come le avversarie l’avrebbero presa. Ma va bene così anche se non ci sarebbe dispiaciuto prolungare di “cinque” minuti la partita. Sì perché questa sfida avrebbe meritato un
“extra-time” da consegnare alla storia. Grande è stata la Geas ma altrettanto, allo stesso livello, lo sono
state le ragazze in maglia azzurra. Una sola squadra alla fine è approdata in A1 ma mai come in questa
occasione avremmo assegnato ad entrambe le formazioni l’ambita conquista. Si perché se il responso del
campo non poteva fare diversamente che premiare una sola squadra, riteniamo che “moralmente” anche
chi ne è uscita sconfitta debba sentirsi all’altezza di chi ha potuto dare sfogo a tutta la propria gioia. Facciamo i complimenti alla Geas che è stata capace di coronare una stagione straordinaria con il successo
più bello. Legittimato al termine di “tre” partite incredibili e colto nei confronti di una antagonista che si è
dimostrata del tutto degna al termine di un campionato bellissimo che ha visto, contro ogni pronostico
della vigilia, premiate le autentiche rivelazioni della stagione. Che riporta una società che ha fatto la storia del basket femminile italiano in A1e nello stesso tempo consegna spazio e visibilità ad un Basket Team
Crema che meritatamente è stato capace di vivere fino in fondo, da protagonista assoluto, il suo
“momento di gloria”. Certo che sarà molto difficile dimenticare questo maggio 2008. Che è stato capace
di regalare senza sosta, emozioni a non finire. Il tutto per merito di “10 ragazze” che ci hanno trascinato
in una loro avventura che con il passare del tempo è diventata un po’ di tutte quelle persone, e sono state veramente tante, che mai le hanno lasciate sole. Nei momenti “cruciali” della stagione la squadra non
è mai stata lasciata sola e crediamo che Barbiero & C. ricorderanno sempre con molta nostalgia quello
che il pubblico “cremasco”, mai così numeroso al loro seguito, ha riservato loro. Sicuramente l’immagine
della squadra a bordo campo che ricambia l’applauso dei suoi tifosi al termine di “indimenticabili” vittorie
ma anche delle “sconfitte” rimarrà uno dei ricordi da tenere stretti di questa stagione indimenticabile. Che
per lunghi momenti ci ha fatto accarezzare un sogno “incredibile” e che ci ha avvicinato ad un traguardo
“straordinario” ma che comunque sia finita ci ha portato ad un traguardo insperato e pieno di significati.
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